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La Divina Commedia in dialetto milanese moderno

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<strong>La</strong> <strong>Div<strong>in</strong>a</strong> <strong>Commedia</strong> <strong>in</strong> <strong>dialetto</strong> <strong>milanese</strong> <strong>moderno</strong>f. c.Ancora un’importante <strong>in</strong>iziativa nell’ambitodella nostra l<strong>in</strong>gua dialettale cittad<strong>in</strong>a: la traduzione<strong>in</strong>tegrale della <strong>Div<strong>in</strong>a</strong> <strong>Commedia</strong>, autoreAmbrogio Maria Anton<strong>in</strong>i, Viennepierre edizioni,titolarità del progetto Associazione FamigliaMenegh<strong>in</strong>a.<strong>La</strong> Ca’Granda, per suoi culturali <strong>in</strong>teressi, hadedicato pag<strong>in</strong>e nel fascicolo di giugno e <strong>in</strong> altr<strong>in</strong>el corso degli anni, a personaggi e avvenimentilegati al nostro idioma dialettale.Qui doveroso ricordare che l’Autore della “lunghissimatremenda impresa dantesca”, noto umanista, musicista, letterato ripetutamente <strong>in</strong>signitodi premi prestigiosi nell’ambito di “poesia e prosa<strong>in</strong> vernacolo <strong>milanese</strong>”, non ha potuto purtroppovedere la pubblicazione della sua opera, <strong>in</strong> quantoprematuramente scomparso (1987).<strong>La</strong> cura e la revisione dell’opera, durate oltredue anni, sono state affidate da Maria MaddalenaAnton<strong>in</strong>i, figlia dell’Autore, a Pier LuigiAmietta e Pier Gildo Bianchi (noti saggisti,scrittori, cultori di poesia <strong>milanese</strong>). <strong>La</strong> prefazioneè di Giovanni Roberto Sarolli, ord<strong>in</strong>ario difilologia e critica dantesca all’Università diBari. Le illustrazioni orig<strong>in</strong>ali sono del pittore<strong>milanese</strong> Alberto Schiavi.Dei curatori ricordiamo qui alcune essenziali, sepure frammentarie, <strong>in</strong>dicazioni:“… Poiché Dante aveva scelto di comporre lasua opera immortale <strong>in</strong> <strong>dialetto</strong> toscano, cioè <strong>in</strong>una l<strong>in</strong>gua non erudita, aff<strong>in</strong>ché fosse subitocompresa e amata dai contemporanei; ricordatoche la traduzione della <strong>Commedia</strong> <strong>in</strong> vernacolo<strong>milanese</strong> era stata ripetutamente tentata almenoper l’Inferno da Carlo Porta, ma mai condotta aterm<strong>in</strong>e, nel rispetto e nell’ammirazione affettuosadell’Autore con l’amore per il nostro idiomae con la collaborazione dell’editore, si èdato avvio al grande impegno…”“… Si tratta di una traduzione <strong>in</strong> endecasillabi<strong>in</strong> terza rima, che seguono quasi letteralmentel’orig<strong>in</strong>ale dantesco affiancato alla traduzione<strong>milanese</strong>, nei tre volumi <strong>in</strong> formato cm 15x21,per complessive 902 pag<strong>in</strong>e, rilegati <strong>in</strong> tela consovrimpressioni <strong>in</strong> oro, 48 tavole a colori, <strong>in</strong>elegante cofanetto.Una curiosità: sui tre lati del cofanetto è riprodottauna tavola a colori che raffigura Dantesulla soglia del Convento di Santa Croce aBocca di Magra, mentre – secondo una leggendariatradizione – consegna a Padre Ilario ilmanoscritto de l’Inferno. Lo stesso Anton<strong>in</strong>i,nella sua <strong>in</strong>troduzione, sembra dar credito aquesta tradizione e ne argomenta la possibilelegittimità (…).”“… Per la scomparsa dell’Anton<strong>in</strong>i la traduzionecompleta delle tre cantiche dantesche nonpoté essere del tutto perfezionata, come certoegli avrebbe ambito, grazie alle sue limature,alle necessarie correzioni, ai suoi cont<strong>in</strong>uimiglioramenti di cui pure rimane traccia negliorig<strong>in</strong>ali pervenuti ai curatori di questa edizionee sui quali hanno potuto lavorare (…)”.“… Pur con grande rispetto dei testi <strong>in</strong> esame,doveroso è sembrato tener fede a una unità graficanei dim<strong>in</strong>utivi e negli accrescitivi, nei plurali enegli <strong>in</strong>f<strong>in</strong>iti verbali, nelle doppie e nelle accentazioni,laddove si è riscontrata, nel lungo it<strong>in</strong>erariopoetico, qualche diversità nella grafia usata perun medesimo term<strong>in</strong>e. È emersa talora l’esigenzadi ricostruire alcuni brani mancanti (nei riassunti<strong>in</strong> prosa, <strong>in</strong>troduttivi a ciascun canto), o semplicementealcuni versi rimasti <strong>in</strong>completi per cancellatureo ipotesi di correzione; il tutto condottosempre secondo uno stretto parallelismo coi criteriusualmente adottati dal Traduttore nei confrontidel testo dantesco, per rispettare o re<strong>in</strong>tegrare iriferimenti al volgare orig<strong>in</strong>ario (…)”.41


“… Le illustrazioni orig<strong>in</strong>ali sono di AlbertoSchiavi, che ha trasferito nel suo l<strong>in</strong>guaggio pittorico<strong>moderno</strong> alcune delle più suggestive tavoledi Gustave Doré, come omaggio all’artistafrancese. Il suo colorismo esalta le atmosferedantesche, accendendosi di vampe corruschenell’Inferno, stemperandosi a tratti nel Purgatorioe sciogliendosi <strong>in</strong> velature sognanti, rarefattee dis<strong>in</strong>carnate nel Paradiso (…)”In appendice oltre a un ricco glossario dei term<strong>in</strong>imilanesi più desueti, si trova un orig<strong>in</strong>ale saggiodi Pier Luigi Amietta nel quale l’Autoresegnala quanto della l<strong>in</strong>gua di Dante sia ancorastabilmente e talora <strong>in</strong>sospettatamente <strong>in</strong>clusonel nostro parlare quotidiano.“… Ambrogio Maria Anton<strong>in</strong>i, traducendo conendecasillabi e <strong>in</strong> terza rima (stesso numero dicanti, di terz<strong>in</strong>e, di versi) il poema dantesco, neha dato una versione viva e aderente al puro l<strong>in</strong>guaggiovernacolo <strong>moderno</strong>, senza nulla concederea distorsioni l<strong>in</strong>guistiche che avrebberopotuto costituire facile tentazione.<strong>La</strong> sua fatica non è stata <strong>in</strong>utile, né <strong>in</strong>opportunae va salutata come un’ulteriore conferma diquanto scrisse Giuseppe Par<strong>in</strong>i, uno dei nostrimaggiori poeti lombardi, a metà del secolodiciottesimo: “Ciascuna l<strong>in</strong>gua è abbastanzaperfetta qualora non manch<strong>in</strong>o ad essa quellevoci che si richieggono a poter spiegare ciascunaidea di colui che parla”.Nella propria traduzione della <strong>Div<strong>in</strong>a</strong> <strong>Commedia</strong>,Ambrogio Maria Anton<strong>in</strong>i ha saputo darcenela più efficace dimostrazione …”.42

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