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MU6 - N. 19 | Aprile 2011

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IL PUNTOdi Giovanni ScichiloneHANNO MANGIATO CULTURA!2 Il punto di Giovanni ScichiloneHanno mangiato cultura!3 L’opinione di Monica GiuliatoFranco La Cecla4 L’opinione di Angela CianoFerdinando Bologna5 Il personaggio di Germana GalliLuigi Cataldi Madonna6 Articolando8 EditoriaT 09 / Il dio involontario9 Eventi di Monica GiuliatoAshby e L’Abruzzo. Ricostruire la narrazione10 Museo e Territorio di Ermanno de PompeisRisorgimento in Abruzzo. Il Bagno Penale di Pescara11 XIII Settimana della CulturaGli eventi in Abruzzo<strong>MU6</strong> n.<strong>19</strong>Periodico Trimestrale ideato da Germana GalliEditoreAssociazione Amici dei Musei d’AbruzzoS.S. 5bis n.5, 67100 L’Aquilaamicideimuseidabruzzo@gmail.comwww.mu6abruzzo.itwww.mu6abruzzo.euWebmaster Claudia ValentiniDirettore ResponsabileWalter CapezzaliCoordinamento editorialeGermana GalliRedazioneAngela Ciano, Antonella Muzi, Jessika Romano,Massimiliano Scuderi.Per questo numero hanno collaborato:Paola Carfagnini, Ada Cardellicchio, Nicla Cassino,Loredana Ciciotti, Ermanno de Pompeis,Mario Diacono, Monica Giuliato, Maria Ruggeri,Giovanni Scichilone, Stefano Trocchi.in copertina:Rapanello Sanzio, campagna “Famosi per la qualità” (2001-2004).Si ringraziano Esselunga S.p.A. e l’agenzia Armando Testa S.p.A.per la gentile concessione dell’immagine16 Archeologia a cura di Jessika RomanoArchitettura come incisiva neutralità.Lo spazio espositivo del nuovo allestimentodel Museo Archeologico Nazionale Villa Frigerj<strong>19</strong> Cultura e Impresa di Monica GiuliatoLa rinascita è possibile20 Cultura e ImpresaIl gruppo Edimo si aggiudica l’appaltoper la realizzazione del ponte sul Danubio a Novi Sad21 6- a cura di Massimiliano Scuderi22 Infomu6Mostre / attività / concorsi / libri / eventi / sotto la lenteProgetto graficoAd.Venture / Compagnia di comunicazioneimpaginazione a cura di Franco MancinelliFotoPiero Casadei pag 6Mario Di Paolo pag 6Giovanni Iovacchini pag 10Giovanni Lattanzi pag 10Nomos Edizioni pag 15Mauro Vitale pagg 16, 17StampaPoligrafica ManciniSambuceto / ChietiDistribuzioneSpedizione postale© <strong>MU6</strong> / <strong>2011</strong> stampato in Italia… e già, philosophia non dat panem: ma non si sapeva? In realtà molti pensano (soprattutto fuorid’Italia) che la conservazione e la promozione del sapere -e quindi della cultura- siano anzituttouna responsabilità e non solo un eventuale vantaggio economico. Lo sanno bene, ad esempio,quegli Stati del mondo che sono ben felici di importare laureati e ricercatori italiani, profittandodella circostanza che da noi la cultura, anzi le culture, si promuovono assai poco e sidifendono ancora meno. L’intero comparto, infatti, non attrae interventi di medio e lungo periodo:sia lo Stato, in tutte le sue articolazioni, sia il capitale privato investono “nel breve”. Sidirà che questi son tempi di crisi e bisogna tagliare su tutto: vero! Ma accade, per esempio, chenel Regno Unito da quasi un anno tutti sanno in modo formale e definitivo che nel quadriennioprossimo i finanziamenti pubblici ad “English Heritage” saranno complessivamente ridottidel 32%. Da noi, come abbiamo visto, nessuno sa nulla di certo e i contributi oggi negati sarannoforse concessi domani dal Ministro, o dal Governatore, o dal Sindaco di turno.Come siamo arrivati fin qui? Se pensiamo alla storia del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,possiamo vedere che le sue strutture (e non certo da ora) sono state progressivamenteprivate di mezzi umani, tecnici ed economici, largamente svuotandole di contenuti e sottilmenteconvincendo l’opinione pubblica che un Ministero può solo essere una burocrazia. Facendo cosìsi è privata l’Italia della possibilità di concepire e porre in essere politiche con indirizzi unitarie reciprocamente compatibili. Si guardi, invece, alla Francia per comprendere l’utilità di un coordinamentocentrale: ovviamente dove esso serve, come nel campo della formazione o nelle linee-guidain costante aggiornamento per la gestione dei musei. Noi così, liberati dal “peso” centralisticoe dimenticando parametri di riferimento che pure esistono, facciamo fiorire iniziatived’ogni genere (spesso nobilitate dal fuggevole nome di eventi) in un calderone nel quale Celtio Sanniti, tribù preistoriche o stormi di uccelli, ricette e concerti, musei e scavi d’ogni generetutti insieme lottano alla ricerca di “briciole” più o meno consistenti. Si investe insomma solonel breve e su quel che si ritiene sicuro, mentre si ignora il futuro. Dove sono i fondi per i ConservatoriMusicali? E per le Accademie? E per l’Università, la nostra povera Università? E dovesono i fondi che colleghino l’azione della Scuola al mondo dei Beni Culturali? Dove i fondi perla conservazione preventiva di monumenti, scavi e musei? Del resto, la storiella secondo cui iBeni Culturali sarebbero “il petrolio d’Italia” si è radicata tanto bene da far credere a quasi tuttiche aumentare la frequentazione (già, i biglietti venduti…) non avesse effetti sulla sopravvivenzastessa dei singoli contesti: ricordate Pompei? Come interpretare, altrimenti, la scelta di “espertidi marketing” come responsabili della promozione d’un comparto di tale complessità? Comespiegare le cause della apnea di archivi e biblioteche?Come è accaduto che la Società civile non si accorgesse di tutto ciò? Credo che un enorme, tragicoerrore sia stato quello di accettare come fatto compiuto lo slittamento quasi esclusivo delcomparto Cultura verso il mondo dell’intrattenimento. Molti Italiani hanno cominciato a pensarecosì che un museo, o un centro storico, o un paesaggio antropizzato ben difeso fosserouna specie di lusso piuttosto che un diritto da difendere. E qualcuno si è anche stupito quandoi cittadini de L’Aquila hanno cominciato a lottare per vedersi restituita nella realtà - per quantopossibile dopo la loro tragedia - quanto rimaneva del cuore stesso della loro città; esso erastato ed era il cuore delle immagini più care delle loro storie personali, certo non barattabile conun qualsiasi agglomerato di anonime villette schierate nell’ordine senza storia di una periferia.Abbiamo poi consentito che ci si facesse credere che il rituale di massa delle mostre o delle “inaugurazioni”ci liberasse dal peso della partecipazione alla vita e alla difesa delle Istituzioni chequelle attività producevano e dei tecnici che le immaginavano (tanto era sempre possibile, perdirne solo una, riciclare in Italia mostre già vecchie altrove). Del resto, se mai qualcuno si fossepreoccupato del futuro, sarebbe stato forse rassicurato da uno dei tanti mantra ipnotici disponibili.Esempi? L’Italia ha il più grande patrimonio di Beni Culturali esistente al mondo (che sciocchezza!);oppure L’Italia è la culla della Musica (peccato che i bambini fuggano troppo spessodalla culla….) e tanti, tanti altri. E poi penso ancora al mondo dei musei: la comunità nazionalesi sta facendo privare della speranza di usarli non solo come contenitori di preziose collezionima come luoghi di promozione umana partecipata e idealmente collettiva. Stiamo perdendocosì un luogo ideale per misurarci con noi stessi, per incontrarci fuori dalle arene dell’urliotelevisivo, per parlarci senza aggredirci, per scambiarci pacificamente quel che sappiamo o chepensiamo, con la guida paziente e competente di operatori culturali formati per accoglierci peruno scambio costruttivo (e non solo per una pur buona …conferenza in piedi). Chi conosce ilmondo dei musei a livello internazionale - e ne conosce la documentazione - sa bene cosa dibuono può accadere e dove ciò accade; anche da noi (attraverso gli sforzi di Amministrazionicoraggiose) sono esistite ed esistono ancora magnifiche eccezioni. Forse però, come cittadiniresponsabili, dovremmo tutti insieme chiederci se sia giusto che le nostre comunità debbanoprofittare del tempo e dei servizi offerti generosamente e spesso in completo anonimato da personeche - pur se retribuite ai livelli più bassi d’Europa - non rinunciano all’amore che le ha spintead una vita per i Beni Culturali. Amore: ma non si deve pagare anche quello? O no?giovanniscichilone@yahoo.it<strong>MU6</strong> È PRESENTE AD ARTEKNEMOSTRA-MERCATO INTERNAZIONALE ARTI CONTEMPORANEEMATERA - 26/29 MAGGIO <strong>2011</strong> - WWW.ARTEKNE.COMMU2D O V E T R O V A R E M U 6 : M U S E I D E L L A R E G I O N E A B R U Z Z O / A L B A A D R I AT I C A : L I B R E R I A L A N U OVA E D I T R I C E ( L U N G O M A R E M A R C O N I ,

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