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MU6 - N. 19 | Aprile 2011

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ARTICOLANDODIFESA DELLA NATURAKUNSTHAUS, ZURIGOL’ARTE DELLA CUCINAAL MOMA DI NEW YORKJoseph Beuys, Olivestone, <strong>19</strong>84 - Kunsthaus Zurigo; © <strong>2011</strong> ProLitteris, ZürichTitolo dell’opera: “OLIVESTONE”Anno: <strong>19</strong>84Materiale: Pietra calcarea di Lettomanoppello(tipica pietra Abruzzese)Descrizione dell’opera “OLIVESTONE”:La parte esterna consiste in una vasca antica (1700circa) di pietra calcarea, interamente scolpita amano, ove si decantava l’olio d’oliva (tipico sistemaabruzzese per la conservazione dell’olio).La parte interna consiste in un parallelepipedo dellastessa pietra calcarea lavorata artigianalmente;esso, a mo’ di tappo, entra nella vasca lasciando trale due pietre uno spazio di circa mezzo centimetro.Olio d’oliva abruzzese colma lo spazio esistente tral’antica vasca e la nuova pietra.(Comunicato stampa distribuito ai visitatori durantel’inaugurazione della mostra “Ouverture” pressoil castello di Rivoli nel <strong>19</strong>84).LA “FABBRICA”DI SAN BERNARDINOEra il 18 dicembre <strong>19</strong>84 quando “Olivestone”, forsel’opera scultorea meglio conosciuta di JosephBeuys, viene esposta per la prima volta al Castellodi Rivoli in occasione della mostra d’arte contemporanea“Ouverture”. Nell’aprile <strong>19</strong>92 dopoaver fatto ritorno a Bolognano, luogo della lorocreazione, le cinque vasche in pietra e olio vengonodonate e collocate all’interno del Kunsthausdi Zurigo.A distanza di quasi trenta anni dalla loro rimozionedal Palazzo Durini le vasche, capolavoroindiscusso dell’artista tedesco, vengono nuovamenteesposte presso il Kunsthaus di Zurigo,all’interno di un percorso museale che comprendeoltre 100 oggetti, tra fotografie, documentie video, che raccontano la lunga collaborazionecon il territorio abruzzese e i tanti progetti adifesa della natura e dell’uomo.Le azioni artistiche nate a Bolognano negli annisettanta proseguono nel corso degli anni, rafforzatedalla profonda amicizia dell’artista neiconfronti del Barone Buby Durini e di sua moglieLucrezia De Domizio, che con grande tenaciaporterà avanti anche dopo la sua morte la diffusionedel pensiero beuysiano.Un rapporto quello tra Joseph Beuys e la terracosi radicato da rendere del tutto naturalel’attaccamento affettivo e soprattutto professionalenei confronti del territorio italiano, unascelta legata all’idea romantica del viaggio e allapossibilità di concretizzare i suoi ideali politiciattraverso lo strumento dell’arte.L’uomo come oggetto del suo pensiero e comeartefice delle numerose azioni fisiche diviene causae al contempo soluzione della perdita del rapportosimbiotico con l’habitat naturale. Negli stessianni l’artista inizia a coltivare, sempre pressoBolognano, “Piantagione Paradise”, un terrenodi circa quindici ettari, con l’obiettivo di piantare7000 alberi di specie diverse e in via di estinzionecoinvolgendo gli abitanti e sensibilizzandola comunità locale alle tematiche ambientalie di sviluppo sostenibile. Un progetto affine erapartito anche a Kassel, “7000 querce” a differenzadella variante realizzata in Abruzzo prevedeva unadualità di significato e di materiali: un eguale numerodi colonnine di basalto veniva piantato insiemealla quercia. Una scultura umana e naturaleche cresce in un rapporto inversamente proporzionalerispetto allo sgretolarsi della materiaminerale. Una difesa della natura che si attuaattraverso la sua riproducibilità e la sua tutela.La mostra sarà inaugurata il 13 maggio e termineràil 14 agosto, parteciparvi è non solo unatto di conoscenza della produzione artistica diun protagonista indiscusso dell’arte del XXI secolo,ma può divenire adesione a un pensieroche mai come oggi è di assoluta attualità.Nicla CassinoPARLA COME MANGISi è chiusa il 14 marzo <strong>2011</strong> al MoMA di New Yorkla mostra Counter Space: Design and the modernkitchen. Un esposizione che ha esplorato lerelazioni tra il design della cucina e i mutamentioccorsi nell’estetica, nella tecnologia e, persino,nelle ideologie del ventesimo secolo. La mostraha proposto circa 300 pezzi tratti dalle collezionidel museo tra i quali oggetti, progetti architettonici,ambienti ricostruiti, poster, fotografie,filmati, stampe, dipinti. Il pezzo più interessanteè un esempio sorprendentemente completodella cucina Frankfurt progettata dalla designeraustriaca Margarete Schütte-Lihotzky nella secondametà degli anni Venti e recentemente acquisitadal MoMA. Nel periodo immediatamentesuccessivo alla prima guerra mondiale furonocostruite circa 10.000 di queste cucine destinatea nuove costruzioni di edilizia pubblicanei dintorni di Francoforte. Il design compatto edergonomico della Schütte-Lihotzky con il suo approcciointegrato ai contenitori, gli elettrodomestici,le superfici di lavoro riflette l’intento dimigliorare la qualità della vita di gente comunedel suo tempo. La mostra è divisa in tre sezioniche coprono l’intero ventesimo secolo. La prima,The New Kitchen, riguarda il design tra le dueguerre mondiali, in cui dominano i principimodernisti di efficienza, igiene, standardizzazione.Le cucine dovevano apparire migliori per trasferirealle persone il sentimento di un benessere di lìda venire. La seconda sezione esplora il periodosuccessivo alla seconda guerra mondiale. La cucinariflette, in modo particolare in America,l’emergente abbondanza. Le cucine sono più grandi,più colorate, si affermano gli elettrodomestici.Inoltre, la cucina è celebrata come luogo centraledi una vita domestica felice in film e spot pubblicitari.In Europa, durante gli anni Cinquantal’azienda di elettrodomestici Braun iniziò a svilupparenuovi apparecchi destinati ad affermarsiper la ricchezza di funzionalità e la pulizia delleforme. Negli anni Sessanta l’Italia esplora lepossibilità offerte dalla plastica e designer comeVirgilio Forchiassin ripensano completamente ilconcetto di cucina, introducendo possibilitàinedite di flessibilità e miniaturizzazione. Ne è unesempio la cucina mobile Spazio Vivo, prodottadal <strong>19</strong>68 da Snaidero. Negli anni Settanta, infine,fanno il loro ingresso in cucina temi “sociali”:si fa strada l’attenzione all’ergonomia, alla disabilità,all’ambiente, che favorisconol’introduzione di nuove forme e materiali. Di questoperiodo anche l’esperimento di fornello solaredel diplomatico libanese Adnan Tarcici.L’ultima sezione della mostra - Kitchen Sink Dramas- introduce l’elemento umano: fotografie,stampe, video di artisti contemporanei di cui èprotagonista la cucina, ma che hanno come finalitàquella di sollecitare discussioni di carattereeconomico e politico, nonché di far riflettere sullacondizione della donna. Tra le opere di questasezione le foto di William Eggleston dell’internodi un forno e di freezer, il video del <strong>19</strong>75 “Semioticsof the Kitchen” firmato da Martha Rosler.È uno dei pochi, anzi pochissimi monumentiaquilani dove è partito il restauro. Per la basilicadi San Bernardino, uno dei monumenti simbolodella città dell’Aquila costruita a cavallotra il XV e il XVI secolo con i soldi dei cittadinie per questo ancora oggi di proprietà delcomune, gravemente danneggiata anche dalterremoto del 6 aprile 2009, l’intervento direstauro iniziato nel mese di dicembre 2009grazie ad una collaborazione e sinergia tra ilprovveditorato alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo e Sardegna e la Soprintendenza aiBeni architettonici e paesaggistici perl’Abruzzo farà si che nel giro di pochi anni, sispera al massimo quattro per un importo di 8milioni e 700 mila euro, la basilica possa tornareagli antichi splendori. La zona maggiormentedanneggiata dall’evento sismico è sicuramentequella che riguarda la grande cupolasettecentesca, che presentava ampie zone dicrisi al limite del collasso, e il campanile, inparte crollato. Con i primi interventi di messain sicurezza sono stati effettuati anche quelliinerenti il recupero vero e proprio che perquanto riguarda la cupola è stato suddiviso intre fasi: la prima, la più pericolosa perl’incolumità degli operai, è stata effettuata dall’internoed ha riguardato una sigillatura dellelesioni dell’intradosso con malta con caratteristichetixotropiche “spruzzata” con un mezzomeccanico munito di braccio telescopico e lanciaposizionato sotto la struttura e telecomandato.Nello stesso tempo si è proceduto a ripararele macrofratture e a posizionare il primostrato di fasce in fibre disposte secondo i parallelidella cupola per poter mettere tutta la strutturain sicurezza e poter intervenire nel restaurodall’interno. Naturalmente molto importanteè stato l’intervento di sistemazione di ponteggimultidirezionali che, oltre alla zona sottostantela cupola, ha riguardato anche lanavata principale con lo scopo di rendere sicuratutta l’area ma anche per permettere operazioniche altrimenti non si sarebbero potuterealizzare, come per esempio il restauro delbellissimo soffitto ligneo dorato realizzato trail 1587 e il 1606 dall’intagliatore BernardinoMosca da Pescocostanzo; restauro sostenutodalla Fondazione Carispaq che ha deliberato300mila euro per l’intervento.Agli albori della civiltà romana la base dell’alimentazioneera rappresentato dalla “polta” opuls, semplice farina di farro cotta in acqua salata,paragonabile come consistenza alla polenta,a cui si aggiungeva un po’ di tutto: fave, lenticchie,cavoli, cipolle. I romani non erano soltantograndi “mangiatori di erbe”, come affermavaPlauto, adoravano le uova ed il latte, consumatofresco, cagliato, o trasformato in formaggi.Diffusa era la carne di maiale, di cui Pliniovanta i 50 diversi sapori, oltre al coniglio,il pollame e la selvaggina. I Romani si nutrivanoanche di pesce: un condimento molto graditoera il garum, una salsa ottenuta dalla macerazionedi alcuni pesci azzurri e delle loro interiora.Insieme al mosto e alla frutta secca, il miele,usato nella preparazione di dolci e di bevande,compare anche nelle pietanze. La vittoria diRoma nelle guerre puniche nel II sec.a.C., conil conseguente afflusso di immense quantità diprodotti provenienti dalle zone conquistate, creale premesse per un cambiamento epocale in terminidi preferenze alimentari. I trattati di cucinacome il De re coquinaria, attribuito a Marco GavioApicio, insieme ai trattati di agronomia diColumella, Varrone, Catone o i testi di scienzenaturali come quello di Plinio il Vecchio, offronoinformazioni preziose sulle pietanze e suimodi di conservare le provviste alimentari. Allefonti letterarie l’Archeologia consente di aggiungeresignificative testimonianze, sulle modalitàdi cottura degli alimenti o la diversa tipologiadi vasellame in uso in cucina e sullamensa. Al Museo Archeologico Nazionale VillaFrigerj i ragazzi possono seguire un laboratoriodi cucina, nel quale, partendo dalle ricettetramandate dalle fonti storiche, possono preparareantiche pietanze con ingredienti veri ofigure che li riproducono, scegliendo altresì ilcontenitore più adatto per cucinare o per servirea tavola. Un percorso didattico estremamenteinteressante in quanto offre approfondimentisu diverse aree tematiche dall’uso dellefonti, alle tradizioni culturali, dalle conquistedi Roma all’evoluzione dei commerci, alla numismatica,alla lingua latina. Sembra proprioche la conoscenza passi anche dal cibo!Info: Ass. Culturale Oltremuseo 333.6405713 lunedì-sabato9.00-14.00Museo Archeologico Nazionale Villa FrigerjL I B R E R I A D E L U C A ( V I A C . D E L O L L I S , 1 2 / 1 4 - C H I E T I ) / G I U L I A N O V A : L I B R E R I A L A N U OVA E D I T R I C E ( V I A N . S A U R O, 3 5 - G I U L I A N OVA )MU7

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