O.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES •O.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES •8.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES •O.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.INO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES Strumenti• GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.INO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.IN • PRO.GES • GE.S.INUN “VIAGGIO” DI NOME COUNSELLINGAlcune considerazioni sulla sperimentazione dello sportello di aiuto per i sociDa settembre 2009 a maggio 2010, si èrealizzata in un esperienza di counsellingconsistente nell’apertura di unosportello di ascolto mirato al sostegnodegli operatori in burn-out graziesoprattutto all’elargizione di tre fattorifondamentali a qualsiasi tipo di viaggio:tempo, spazio e fiducia.Quando si parla di burn-out, spesso sitende a confondere quella che ormai èriconosciuta come una sindrome verae propria, con il semplice “ essersi ufficialmentestancati di lavorare nel postoX con le persone XY”. Il burn-out,invece, è “una cosa seria” ed osereidire normalmente dilagante, tra coloroche lavorano nell’ambito delle professionidi aiuto alla persona. In contestilavorativi come il nostro risulta, perciò,davvero importante la disponibilitàpossibilitàdi un momento e di unospazio di sostegno psicologico edemotivo, dove lo sfogo personale possaessere accolto in modo specifico eprivato, al fine di ri-proporre e ri-proporsiun miglioramento nella qualità divita e di lavoro.Il counselling può aiutare nella realizzazionedi questo percorso personale.Esso è una forma di relazione di aiutonon terapeutica, volta ad affrontareuna situazione di difficoltà momentanea,individuale o di gruppo,in funzione della ricerca e dello sviluppodi risorse interiori permanenti.Così è cominciata questa avventurosaescursione dentro a noi stessi. Èiniziata come pacifica sfida a ciò cheun lavoro come il nostro (di operatorinel sociale, qualunque incarico noisi ricopra),comporta generalmente enel lungo termine, ovvero stress, demotivazione,e nei casi più gravi fortefrustrazione e disimpegno motivo dalcontesto. La conseguenza primaria aciò si sviluppa come sofferenza del singolo,dell’équipe lavorativa in cui questoè inserito, e non ultimo dell’utenza.Nel corso di questa avventura si è,pertanto, cercato di lavorare sul temafrustante che il singolo portava in seduta,per metterlo bene a fuoco. Dalmomento che la persona era in gradodi “vedere davanti a sè” cosa precisamentela facesse star male nel contestolavorativo e personale, ha potuto diconseguenza, pian piano, veder (si) leforze interne da usare per superarlo eper cambiare la situazione, sviluppandocreativamente un proprio modo direcupero della forza stessa, ed instillando-siautonomamente le quantità diautostima e di fiducia, di volta in voltanecessarie.È importante sottolineare che nel percorsodi counselling non si mira maia conferire soluzioni preconcette al“problema” proposto, ma che si aiutala persona al riconoscimento di risorseinterne pre-esistenti e utili ai propriscopi; è pertanto altresì vero, che lapersona che termina un percorso dicounselling avrà bisogno di altrettantotempo per metabolizzare quanto fattoe per capacitarsi della forza interioreri-acquisita. Questo è quanto è stato,secondo me, fatto dei viaggiatori chesi sono prestati a questa avventura.Hanno piantato un seme nuovo nelproprio fertile terreno... e a noi non restache stare a guardare la fioritura!Monia GalloniVita familiare e lavorativa: conciliazione possibileAl seminario dell’8 luglio scorso sono stati presentati due case history significativi di <strong>Pro</strong>ges e OikosSi è tenuto giovedì 8 luglio a Parma il seminario di restituzionedei progetti sulla conciliazione tra la vita familiareme quella lavorativa sviluppati dalle cooperative <strong>Pro</strong>gesed Oikos grazie ai finanziati ottenuti ai sensi dell’art.9 L. 8 marzo 2000 n.53. Gaetana Capelli, ResponsabileSelezione e Formazione del Gruppo GE.S.IN. PRO.GESha curato il progetto “Concilia” che ha riguardato il temadella conciliazione dei tempi tra la vita familiare e quellalavorativa: attivazione di percorsi prolungati nel tempoper facilitare il rientro al lavoro dopo il periodo di maternità,disincentivazione della fuoriuscita dal mercato dellavoro delle lavoratrici in concomitanza delle maternità;altra attività, rivolta questa volta a uomini e donne, haprevisto sedute di counselling per facilitare l’individuazionedi soluzioni innovative, accrescere l’attenzione suiproblemi di conciliazione e incrementare il benessereinterno. Per quanto riguarda, invece, la seconda relazione– di Simona Minari - le alternative comprendonodiverse formule tra cui: Part-time diversamente articolati,Telelavoro e Banca delle ore, ulteriori strumenti perrispondere alle esigenze di conciliazione sia in relazionea lavoro di cura che distanza fisica dall’azienda. Le misuredi conciliazione non sono un semplice “di più”che solo qualcuno può permettersi o che si rende necessariocon un’elevata presenza di donne, ma unapolitica importante che, nel lungo periodo, porta a unclima migliore in azienda, e di conseguenza a una maggiorequalità del lavoro. È necessaria una azione disensibilizzazione, informazione e accompagnamento.Il seminario è stato coordinato da Rita Finzi DirettoreTecnico del Consorzio Cooperative Costruzioni – Presidentedella Commissione Pari Opportunità di LegacoopRegione E.R.Gaetana Capelli
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