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il regno di sardegna nel 1848·1849 nei carteggi ... - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.itISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANOBIBLIOTECASCIENTIFICASERIE Il: FONTI VoI. LlVIL REGNO DI SARDEGNANEL 1848·1849NEI CARTEGGI DI DOMENICO BUFFAEMILIO.1 CUIU ntCOSTAVOLUMEPRIMO(28 settembre 1847-18 <strong>di</strong>cemhre 1848)ROMAISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANOl 966


www.accademiaurbense.itINTRODUZIONE


www.accademiaurbense.itLa raccolta documentaria, contenuta <strong>nei</strong> volumi che seguono, provie<strong>nei</strong>ntegralmente dall'archivio l <strong>di</strong> Domenico Buffa (1818-1858)custo<strong>di</strong>to in Ovada (Alessandria).Negli anni 1848 e 1849, l'attività politica <strong>di</strong> Domenico Buffasi articolò attraverso una pluralità <strong>di</strong> esperienze, che lo inserirono <strong>nei</strong>momenti determinanti della vita parlamentare subalpina e <strong>nel</strong> <strong>di</strong>alogopiù vivo delle istanze della problematica italiana: dall'impostazione<strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso politico moderato-federalistico alla necessità della fusio<strong>nel</strong>ombardo-piemontese, dalla questione lunigianese all'operazionepare<strong>net</strong>ica per vitalizzare la guar<strong>di</strong>a nazionale, dall'opposizione democraticaal Ministero Perrone alla formazione del partito <strong>di</strong> centrosinistro.In quel biennio <strong>il</strong> Buffa fu <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un giornale politico,deputato al Parlamento subalpino, commissario straor<strong>di</strong>nario del governoper l'organizzazione della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>nel</strong>la Divisione amministrativa<strong>di</strong> Alessandria, Ministro <strong>di</strong> Agricoltura e Commercio, commissariostraor<strong>di</strong>nario del governo con tutti i poteri esecutivi per lacittà <strong>di</strong> Genova. Fu membro <strong>di</strong> alcune commissioni parlamentari, relatore<strong>di</strong> importanti <strong>di</strong>chiarazioni politiche <strong>di</strong> gruppo, fautore e ideatoredel partito <strong>di</strong> centro-sinistro. A tale attività corrisponde un consistentefondo archivistico, conservato con perfetta cura. Le carte del Buffa,relative alla vita politica piemontese, <strong>nel</strong> periodo che va dalle riformealbertine dell'autunno 1847 alla formazione del comitato elettoraledel centro-sinistro, <strong>nei</strong> giorni imme<strong>di</strong>atamente successivi al proclama<strong>di</strong> Moncalieri, costituiscono un complesso <strong>di</strong> fonti documentarie ine<strong>di</strong>tee rare <strong>di</strong> notevole interesse. L'importanza dei corrispondenti, tra iquali: Gioberti, La Marmora, Rattazzi, Sineo, Cadorna, Pi<strong>nel</strong>li, Tec-1 Sull'importanza <strong>di</strong> questo archivio e sulla consistenza delle fonti documentariein esso contenute, ho scritto recentemente (cfr. Le carte <strong>di</strong> Domenico Buffa, in RassegnaStorica del Risorgimento, a. LI, Fascicolo IV, Ottobre-Dicembre 1964, pp. 551-566.3


www.accademiaurbense.itchio, Monta<strong>nel</strong>li, Tenca, Tommaseo, Vieusseux, Berchet, d'Azeglio,Balbo, Farini, Mamiani, ecc., la globalità e la <strong>di</strong>mensione dei problemipolitici, sociali, economici, amministrativi, che sono contenuti in centinaia<strong>di</strong> lettere ine<strong>di</strong>te, in molte copie <strong>di</strong> documenti ine<strong>di</strong>ti, in foglivolanti, manifesti, proclami, tutte fonti rarissime, i <strong>di</strong>ari, gli appuntidel Buffa stesso, fanno <strong>di</strong> tale sezione archivistica un mezzo <strong>di</strong> sicurocontributo agli stu<strong>di</strong> risorgimentali.La presente raccolta è la risultante selettiva <strong>di</strong> quel ricchissimofondo archivistico: in essa sono stati inseriti tutti quei documenti che,per <strong>il</strong> loro contenuto ine<strong>di</strong>to in or<strong>di</strong>ne agli aspetti vitali della realtàpolitica <strong>di</strong> quegli anni, racchiudono una esatta qualifìcazione <strong>di</strong> fontistoriche.Le lettere del Buffa al Sineo, al Rattazzi, all'Aquarone sono riprodottedagli autografì originali, conservati in questo archivio. Dovendosi<strong>di</strong>mettere <strong>il</strong> ministero Chiodo, in seguito alla rotta <strong>di</strong> Novara, <strong>il</strong>Buffa, presso <strong>il</strong> ministero dell'Interno, raccolse le proprie lettere alRattazzi scritte da Genova dal 20 febbraio al 17 marzo 1849 (che conquelle del Rattazzi, formano <strong>il</strong> <strong>carteggi</strong>o completo) e ne rintracciòalcune tra quelle scritte al Sineo, quando questi era ministro dell'Interno.Il Buffa fu spinto a raccogliere quelle lettere per non lasciare<strong>nel</strong>le mani degli avversari politici dei documenti che, per la estremadelicatezza del contenuto, potevano prestarsi alla propaganda denigratoriacontra <strong>il</strong> ministero democratico. Le lettere all'Aquarone furonorestituite alla fìglia del Buffa, Bice. Le lettere <strong>di</strong> Carlo Cadorna alRattazzi, scritte dal quartier generale dal 20 al 26 marzo 1849 e irelativi allegati (documenti interessantissimi) furono presi dal Buffapresso <strong>il</strong> ministero dell'Interno, <strong>nel</strong>l'occasione anzidetta.Le lettere, a parte pochissimi spunti.", sono ine<strong>di</strong>te. Le relazionidella polizia, della questura, e quelle carte in<strong>di</strong>rizzate ad altre persone,sono documenti pervenuti all'ufficio del Buffa, massime durante <strong>il</strong> suocommissariato a Genova. Si riporta anche parte dei numerosi documentiallegati alle lettere del Buffa ai genitori, e a quelle <strong>di</strong> suo fratelloIgnazio. Si tratta <strong>di</strong> fogli volanti, <strong>di</strong> manifesti, <strong>di</strong> estratti, oggi~ Sono otto lettere da me trasmesse in copia a Lucetta Franzoni Gamberini, raccoltein appen<strong>di</strong>ce allo stu<strong>di</strong>o Domenico Buffa e la sua parte <strong>nel</strong> Risorgimento Italiano,parte terza, in Bollettino del Museo del Risorgimento, Bologna a. III, n. 3, 1958. Lelettere sono contenute <strong>nel</strong>le pagine 52-56 e sono le seguenti: Pi<strong>nel</strong>li all'intendente <strong>di</strong>Genova (15 <strong>di</strong>cembre 1848); Sineo a Buffa (20 <strong>di</strong>cembre 1848); Sonnaz a Buffa (23<strong>di</strong>cembre 1848); Sonnaz a Buffa (senza data, ma <strong>di</strong>cembre 1848); tutti i membri delministero Gioberti a Buffa (28 <strong>di</strong>cembre 1848); Sineo a Buffa (2 gennaio 1849); Sineoa Buffa (5 gennaio 1849); Sineo a Buffa (21 gennaio 1849).4


www.accademiaurbense.itzato collaboratore delle Letture popolari del Valerio, del Subalpinodel Montezemolo, era conosciuto, anche fuori del Regno <strong>di</strong> Sardegna,come letterato <strong>di</strong> solida dottrina, e cultore <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sociologici ed etnologici.I nob<strong>il</strong>i liberali genovesi, da Vincenzo Ricci a Giorgio Doria,avevano avuto occasione <strong>di</strong> apprezzare, oltre la sua dottrina umanistica,anche <strong>il</strong> linguaggio convinto della sua fede politica. Aveva partecipatoall'VIII Riunione degli scienziati italiani, tenutasi a Genova<strong>nel</strong> settembre 1846, era in contatto con patrizi e borghesi, con intellettualie artisti genovesi, aveva recato <strong>il</strong> proprio contributo ad iniziativeculturali, ad opere <strong>di</strong> beneficenza, alla realizzazione <strong>di</strong> strennepopolari. La sua giovinezza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso impegnato <strong>nel</strong>la ricerca storica,l'azione caritativa verso gli um<strong>il</strong>i, l'indole f<strong>il</strong>antropica (che era la risultantedella <strong>di</strong>mensione morale della sua famiglia), l'accentuata professione<strong>di</strong> tolleranza, l'amore per la libertà, lo qualificarono tra i giovanipiù promettenti <strong>nel</strong>l'ambito liberale genovese, in quell'autunno <strong>di</strong> fermentispirituali e <strong>di</strong> progresso democratico. Quando fu chiamato afar parte del «Comitato dell'Or<strong>di</strong>ne », presieduto da Giorgio Doria,<strong>il</strong> movimento moderato liberale genovese aveva formulato in tale scelta,la premessa per un ruolo <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità: quel giovane liberale cattolicodoveva essere <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un giornale politico con una precisafisionomia programmatica.Cattolico convinto e liberale per formazione intellettuale, DomenicoBuffa era riuscito, fin dalla giovinezza, a conc<strong>il</strong>iare <strong>nel</strong>la sua mentel'idea del progresso sociale con quella della tra<strong>di</strong>zione spirituale, agiustificare le istanze liberali alla luce dello spiritualismo cristiano.Nella sua sintesi <strong>di</strong> uomo politico e <strong>di</strong> scrittore, i temi della libertàumana e del progresso, della religione e della civ<strong>il</strong>tà erano le componentivitali; la libertà e l'or<strong>di</strong>ne, la giustizia e l'in<strong>di</strong>pendenza erano ifondamenti del suo credo politico.Alle soglie del 1848, <strong>il</strong> Buffa aveva in proprio attivo una articolataproduzione f<strong>il</strong>ologica, storiografica e poetica 6, un sicuro orientamentocon poesie popolari (alcune sue composizioni furono pubblicate dal giornale bologneseLa Parola). II Mazzini, in una lettera del l° agosto 1845, consigliava la <strong>di</strong>ffusione all'estero<strong>di</strong> qualche melo<strong>di</strong>a popolare piemontese, allo scopo <strong>di</strong> trovare i mezzi per la costituzione<strong>di</strong> un Fondo Nazionale; pensava al Buffa, come al poeta più adatto a comporre « inmetro analogo alla melo<strong>di</strong>a qualche poemetto <strong>di</strong> quattro o cinque strofe sopra argomentoitaliano, sia storico, sia ideale, come l'Esule o <strong>il</strong> Prigioniero» (cfr. MAZZINI, Scritti e<strong>di</strong>tied ine<strong>di</strong>ti. Appen<strong>di</strong>ce, p. 48).5 Collaborava all' Archivio Storico Italiano del Vieusseux e all'Antologia Italiana,giornale <strong>di</strong> scienze, lettere ed arti, fondato a Torino <strong>nel</strong> 1846 da Francesco Predari.6 A <strong>di</strong>ciassette anni, aveva pubblicato una raccolta <strong>di</strong> Inni, (Pisa, Tipografia Prosperi,1835). Nel Subalpino del Montezemolo pubblicò alcuni canti, che raccolse <strong>nel</strong>6


metodologico e <strong>il</strong> merito <strong>di</strong> uno sperimentalismo f<strong>il</strong>ologico <strong>nel</strong> campo(non ancora esplorato) delle tra<strong>di</strong>zioni popolari. A Torino e in Toscanaaveva solide aderenze con gruppi <strong>di</strong> intellettuali ed aveva relazionecon uomini rappresentativi <strong>nel</strong> mondo culturale e politico. A Torino,dove si era laureato in giurisprudenza 7, era dal 1839 legato a LorenzoValerio, a Massimo Montezemolo e dal 1843 a Cesare Balbo; <strong>nel</strong>lacapitale sabauda aveva esor<strong>di</strong>to con le sue prime prove giornalistiche.In Toscana, dal 1838 era in corrispondenza col Centofanti 8, dal 1843col Monta<strong>nel</strong>li, e, dopo un soggiorno 9 <strong>di</strong> cinque mesi a Firenze <strong>nel</strong>1846, col Capponi, col Vieusseux, col Collegno; e dal 1840 era inrelazione con l'esule ligure Bartolomeo Aquarone lO, e dal 1839 conMarco Tabarrini, con Raffaello Nocchi 11. In Piemonte ebbe, tra gliintellettuali appartenenti al suo gruppo, particolare amicizia con Lo-1839 sotto <strong>il</strong> titolo Un'ora del mio pensiero. Nel 1842 pubblicò a Torino, presso latipografia Schiepatti, un dramma: Giambattista Vico; ideò almanacchi popolari e raccolsecanti, proverbi, stor<strong>nel</strong>li in Piemonte e in Liguria. Veramente imponente è la suaproduzione f<strong>il</strong>ologico-storiografica ine<strong>di</strong>ta. In<strong>di</strong>co alcuni, fra i suoi più importanti temi<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o: Saggio <strong>di</strong> sapienza popolare (1838); Tommaso Moro (1838); Campa<strong>nel</strong>la(1838); Cronologia della storia svizzera (1838); Sul trattato <strong>di</strong> educazione (1838); Noteper la storia biblica (1838); Note sui più antichi poeti e prosatori italiani (1839); Relazionefra la lignua italiana e i suoi <strong>di</strong>aletti (1841); Raccolta <strong>di</strong> canzoni popolari (1840­1843); Relazione de' <strong>di</strong>aletti italiani colla lingua latina ed altre antiche e moderne (1842);Dizionario <strong>di</strong> parole dell' antica lingua italiana ora cadute in <strong>di</strong>suso e qui raccolte perfarne confronto coi <strong>di</strong>aletti (1842); Etimologie (1841); Note sulle origini della linguae <strong>di</strong>aletti d'Italia (1842:1843); Relazione fra la lingua italiana e latina colle straniere(1844); Note sulla formazione de' popoli primitivi (1842); Origini sociali intorno a'costumi de' popoli antichi e moderni (1843); Note sulla storia <strong>di</strong> Roma dal suo principiofino alla venuta dei barbari (1841-1843); I Galli (1844); I Greci (1844); I Britanni(1844); I Germani (1844); Delle origini sociali (1843-1845).7 Conseguì la laurea l'Il giugno 1840.H Il Buffa entrò in relazione col Centofanti, col Monta<strong>nel</strong>li, col Tabarrini e conaltri intellettuali toscani, per mezzo del fratello Ignazio, <strong>il</strong> quale aveva stu<strong>di</strong>ato a Pisa,laurendosi in me<strong>di</strong>cina <strong>nel</strong> 1838. Il Monta<strong>nel</strong>li rivelò <strong>nel</strong>le sue Memorie che le lettereanonime sul Piemonte pubblicate <strong>nel</strong> giornale pisano L'Italia <strong>nel</strong>l'autunno del 1847,prima delle riforme albertine, erano opera del Buffa. Tali lettere sono estremamente interessantiperché in esse «lo imparziale censore », come atIermò <strong>il</strong> Monta<strong>nel</strong>li, «sdegnòla congiura dello ingannatore s<strong>il</strong>enzio, e senza passione spiattellava le cose com'erano,e se avvi ancora chi creda doversi le presenti larghezze piemontesi a sponta<strong>nei</strong>tàprogressivamente educatrice. del rnonarcato, r<strong>il</strong>egga quelle lettere del Buffa, le quali gli<strong>di</strong>ranno come si stava in Piemonte alla vig<strong>il</strong>ia dello statuto » (cfr. GIUSEPPE MONTANELLI,Memorie sull'Italia e specialmente sulla Toscana dal 1814 al 1850, a cura <strong>di</strong> ANGELO To­NINELLI, Firenze, 1963, p. 349).li<strong>nel</strong>la capitale toscana dall'apr<strong>il</strong>e al lugliowww.accademiaurbense.itParticolarmente interessante fu <strong>il</strong> periodo fiorentino per <strong>il</strong> Buffa. Egli soggiornò1846. Durante questo periodo strinse importantiaimcizie e lavorò intorno alla Storia della Lega lombarda, che avrebbe dovutoessere pubblicata <strong>nel</strong>la «Biblioteca dei comuni italiani» <strong>di</strong>retta dal Predari; l'opera restòpoi ine<strong>di</strong>ta, per l'immatura scomparsa dell'autore.IO Fu dopo <strong>il</strong> 1860 professore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>nel</strong>l'università <strong>di</strong> Siena. A Firenze, furedattore de L'Alba, <strong>di</strong>retta dal La Farina. Fu amico del Capponi, del Vieusseux, delThouar, dell'Arcangeli, del Mayer, dell'Orlan<strong>di</strong>ni. Dovette esulare <strong>nel</strong> 1842 da Genova,perché sospetto <strong>di</strong> idee troppo liberali.Il Lucchese, scrittore e critico letterario. Compose un dramma storico: Masaniello.t


www.accademiaurbense.itstensione spirituale, <strong>il</strong> rinnovato spirito pubblico, l'incrinarsi <strong>di</strong> vecchiestrutture mentali, la nuova legge sulla stampa, furono i coefficientideterminanti che lo convinsero a rinunciare a Firenze. Doveva iniziareuna nuova fase della sua attività intellettuale: <strong>il</strong> giornalismo politico,e dopo pochi mesi, la carriera parlamentare, che lo inserirà <strong>nel</strong> <strong>di</strong>battitodella politica subalpina del 1848 e del 1849.2. Nel novembre del 1847 a Genova, Domenico Buffa fu chiamatoa far parte del «Comitato dell'Or<strong>di</strong>ne », che Giorgio Doriaaveva costituito da qualche mese ~~. Il significato e l'importanza <strong>di</strong>tale comitato devono essere ricercati <strong>nel</strong>l'operazione me<strong>di</strong>atrice cheesso recò tra le istanze popolari e le concessioni del re, <strong>nel</strong>l'affiatamentoche riuscì per qualche tempo ad ottenere tra <strong>il</strong> popolo genovese eCarlo Alberto, <strong>nel</strong>la costante propaganda moderatrice che fece in Genova,<strong>nel</strong>l'impressione che riuscì a confermare <strong>nel</strong> re e <strong>nel</strong> governo che<strong>il</strong> popolo genovese amasse veramente l'or<strong>di</strong>ne e <strong>il</strong> progresso e noncovasse idee repubblicane, se non in scarsa misura (vedendo, specialmentei patrizi e i borghesi, <strong>nel</strong>la monarchia <strong>il</strong>luminata e <strong>di</strong>sposta adattuare riforme, la migliore garanzia per <strong>il</strong> futuro). Ed è singolare<strong>il</strong> fatto che uomini <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa formazione culturale e politica, riuscisseroin quel tempo a far convergere le loro opinioni, a raggiungereuna unitaria visione dei problemi, a trovare un denominatore comune<strong>di</strong> condotta, che doveva essere termine <strong>di</strong> aperta <strong>di</strong>mostrazione al reche Genova era <strong>il</strong> centro dell'idea progressista, <strong>nel</strong>la quale le <strong>di</strong>versecomponenti politiche, e lo stesso spirito <strong>di</strong> classe, concordavano perportare sul piano unitario la loro mozione per la ristrutturazione politicadel paese, e che era <strong>di</strong>sposta a rinunciare a qualsiasi tendenzasovversiva. Il «Comitato dell'Or<strong>di</strong>ne» era in gran parte formato d<strong>il</strong>iberali moderati e vi furono ammessi repubblicani e mazziniani, tuttiuomini, che in quel tempo erano <strong>di</strong>sposti al <strong>di</strong>alogo sereno, e rivelavanouna notevole maturità politica e un sicuro dominio della situazioneeffettuale della loro città, e realizzarono un organo <strong>di</strong> controlloe una capacità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione veramente notevoli, per cui Genova,~~ Per l'opinione politica a Genova tra <strong>il</strong> 1847 e <strong>il</strong> 1848. <strong>il</strong> lettore può trovareut<strong>il</strong>issime in<strong>di</strong>cazioni <strong>nei</strong> seguenti stu<strong>di</strong>: G. GALLO, L'opera <strong>di</strong> Giorgio DOI'ÙI a Gcnor«lIe.~li albori dcll« libcrt«, Genova, 1922; f. DONAVER, Genova Ilei primi mesi del 1848, inRiuista Storica dd Risorgimento Italiano, a. 111, 1898; GOl'FREDO MAMELI, La vita e gliscritti, a cura <strong>di</strong> A. COlJIGNOI.A, Venezia, 1927, val. I; FRANCO RIDELLA, La vita e i tempi<strong>di</strong> Cesare Cabella, Genova, 1923; e la rapida sintesi <strong>di</strong> PIETRO NURRA, Genova <strong>il</strong>ei 1848,in Il 1848 ne!lo storia italiana ed europea, scritti vari a cura <strong>di</strong> ETTORE ROTA, M<strong>il</strong>ano,s.d. volume secondo; E. GUGLIELMINa, Genova dal 1814 al 1849, Genova, 1940.12


•www.accademiaurbense.itmassime durante <strong>il</strong> soggiorno del re, <strong>di</strong>mostrò un alto senso <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità.I fondamenti politici del comitato consistevano <strong>nel</strong>l'ovviareal governo la problematica dello spirito pubblico, la necessità <strong>di</strong> riforme,l'apertura <strong>di</strong> un <strong>di</strong>battito per la valutazione della politica italiana edegli scompensi <strong>di</strong> essa, prodotti dall'ingerenza austriaca e dall'interventom<strong>il</strong>itare negli stati italiani, <strong>il</strong> bisogno della istituzione dellaguar<strong>di</strong>a civica. Uomini come Lorenzo Pareto, Vincenzo Ricci, Fer<strong>di</strong>nandoPio Rosellini, Raffaele Rubattino, Cesare Cabella, Antonio Caveri,Maurizio Bensa, Nino Bixio, Goffredo Mameli, Emanuele Celesia,Federico Campa<strong>nel</strong>la, in<strong>di</strong>cativi con la loro presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse idealitàpolitiche, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa impostazione azionistica, ci danno la misuradella vitalità del comitato, ma soprattutto <strong>di</strong> un'unità <strong>di</strong> aspirazioniche va oltre la cifra <strong>di</strong> un mero compromesso, e <strong>di</strong> una verae propria <strong>di</strong>stensione psicologica per una collaborazione fattiva. Nellaprima metà <strong>di</strong> novembre, Genova era mutata, e <strong>il</strong> Buffa sottolineavala nuova fisionomia morale della città ai genitori in una lettera del13 novembre: «Trovai le cose molto più innanzi <strong>di</strong> quello che visappiate immaginare: la polizia si è eclissata completamente, all'apertonon opera più. La città è regolata da una commissione <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci citta<strong>di</strong>niriconosciuti dal re, i quali uni<strong>di</strong>ci furono eletti da una commissionegenerale <strong>di</strong> circa sessanta. Avendo alcuni tentato <strong>di</strong> muovere <strong>il</strong>re contro queste faccende, egli rispose riconoscere che la sua polizianon era più sufficiente all'uopo, e che d'altra parte la commissioneera composta <strong>di</strong> persone a lui cognite, e delle quali si fidava. In questacommissione sono <strong>il</strong> Doria, <strong>il</strong> Balbi Piovera, Ricci, Rosellini ed altri;essi sono un vero magistrato; la città ubbi<strong>di</strong>sce a loro. Ricevono lerelazioni, invig<strong>il</strong>ano, fanno fare le ronde per la città dalla gioventù,cosicché la guar<strong>di</strong>a civica non è concessa legalmente, ma per ora siesercita <strong>nel</strong> fatto ». Il Buffa trascorreva parte delle giornate in casa<strong>di</strong> Giorgio Doria, dove aveva sede l'ufficio <strong>di</strong> questa commissione, epoteva così conoscere compiutamente la situazione politica e attingerele notizie dalle fonti più autorevoli. Nello stesso giorno informavaI'Aquarone che a Genova <strong>il</strong> mondo era mutato e che tutte le riformematurate in Piemonte erano state sollecitate dai genovesi. Il 16 novembre,continuando a fornire notizie ai genitori, si compiaceva <strong>di</strong>poter rivelare particolari interessanti, limitati ai soli confidenti <strong>di</strong> casaDoria « Sabato sera Castag<strong>net</strong>ta fu in casa Doria e parlò lungamente<strong>di</strong> queste nostre faccende colla signora Teresa e con Rosellini. Questigli cantarono chiaramente quello che bisognava, ed egli si mostrò obbligatissimo,e parlò in modo da dare grande fiducia <strong>nel</strong>l'avvenire, anzi13


<strong>di</strong>rei certezza. Disse frall'altro che <strong>il</strong> Re non è contrario punto all'istituzionedella guar<strong>di</strong>a civica, e anzi intorno a ciò hanno già qualchecosa <strong>di</strong> preparato, ma che per ora egli la crede intempestiva, e cheperò riserva a tempo più adatto ». Nota con puntuale attenzione alcuniparticolari, che in<strong>di</strong>cano però l'esplicitazione piena della situazionedelicata <strong>di</strong> quei giorni, in parte con<strong>di</strong>zionata da uomini influenti, elegata talvolta soltanto alla loro preponderanza e alla loro scienza dell'opportunitàe sottolinea l'importanza e <strong>nel</strong> contempo la <strong>di</strong>fficoltàoperativa del Castag<strong>net</strong>to, che «è ora <strong>il</strong> sostegno dell'opinione progressista:egli fu che consigliò <strong>il</strong> Re a cedere alla necessità de' tempi;per la qual cosa si trova ora avere contro tutta la vecchia corte. Eperò non gli rimane altro mezzo <strong>di</strong> rimanere in alto, fuor quello <strong>di</strong>spingere <strong>il</strong> Re <strong>nel</strong>la via attuale, e spingerlo innanzi ». Il 17 novembreriferendo intorno al colloquio avvenuto tra <strong>il</strong> Castag<strong>net</strong>to e i tremembri designati della commissione, cioè <strong>il</strong> Doria, <strong>il</strong> Balbi Piovera e<strong>il</strong> Rosellini, scriveva ancora ai genitori che <strong>il</strong> tema fondamentale dell'abboccamentofu l'istituzione della guar<strong>di</strong>a civica, in or<strong>di</strong>ne alla qualei genovesi avevano deciso <strong>di</strong> aprire una sottoscrizione. Castag<strong>net</strong>to« <strong>di</strong>sse che già lo sapeva e cominciò addurne le solite ragioni per <strong>di</strong>mostrareche <strong>il</strong> governo per ora doveva crederla intempestiva ecc. e Rosellini,che in tutte queste faccende mostrò gran<strong>di</strong>ssimo ingegno e acui non solo i genovesi, ma tutto lo Stato dovrebbe qualche gratitu<strong>di</strong>ne,batté a ribatté <strong>il</strong> chiodo <strong>di</strong>cendo assolutamente che la città vivevain gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>ffidenza non già del re, ma <strong>di</strong> coloro che rimarrebberoqui dopo la sua partenza, e che però cercava una guarentigia <strong>nel</strong>laguar<strong>di</strong>a citta<strong>di</strong>na. Castag<strong>net</strong>to rispose che <strong>il</strong> Re, essendo assai contentodel come erano andate le cose, era <strong>di</strong>sposto fare ogni cosa buona pe'suoi sud<strong>di</strong>ti, e voleva abbattere assolutamente <strong>il</strong> partito avverso, mache se si fosse pensato forzargli la mano, a attendere menomamentealle prerogative della corona, egli era deciso seppellirsi prima sotto lerovine della città. Rosellini gli saltò subito sulla parola <strong>di</strong>cendogli:questo appunto, questo vogliamo, noi vogliamo un re forte, specialmentein un momento che <strong>il</strong> tedesco ci minaccia da settentrione, e ifrancesi corrono <strong>il</strong> Me<strong>di</strong>terraneo e un terrib<strong>il</strong>e partito avverso tentapescare <strong>nel</strong> torbido in tutta Italia, noi abbiamo bisogno e vogliamoun re forte che non ci ubbi<strong>di</strong>sca, ma ci coman<strong>di</strong> ».In quel momento particolarmente intenso <strong>di</strong> proposte e <strong>di</strong> aspirazioni,in cui scaturiva necessariamente l'esigenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere unapolitica funzionale in quel particolare clima <strong>di</strong> rinnovate speranze e<strong>di</strong> aperti orizzonti, parve opportuno agli uomini del «Comitato del-14www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itl'Or<strong>di</strong>ne» e a molti loro aderenti, che fosse giunto <strong>il</strong> momento, graziealla nuova legge sulla stampa del 30 ottobre, <strong>di</strong> fondare a Genova ungiornale che si rendesse interprete della nuova fase della vita politicaligure-subalpina ~:~. Era quin<strong>di</strong> necessario un organo <strong>di</strong> orientamentopolitico, <strong>di</strong> dottrina civ<strong>il</strong>e, che impostasse la pluralità dei problemi suun solido terreno programmatico e che avesse per motivo vitale l'educazionedell'opinione pubblica al senso dell'or<strong>di</strong>ne, al rispetto del potere,al sentimento della libertà, al superamento del municipalismo,al concetto della nazionalità. L'uomo più adatto a tale assunto parvein quel momento Domenico Buffa: la sua esperienza <strong>di</strong> giornalista, isuoi stu<strong>di</strong> storico-sociali, le sue doti <strong>di</strong> scrittore erano motivi più chesufficienti per designare in lui <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> quello che doveva essere<strong>il</strong> terzo giornale del <strong>regno</strong> <strong>di</strong> Sardegna, che racchiudesse una specificaproblematica politica, dopo <strong>il</strong> Risorgimento <strong>di</strong> Cavour e la Concor<strong>di</strong>a<strong>di</strong> Lorenzo Valerio. Il 13 novembre <strong>il</strong> Buffa chiedeva consigli all'Aquarone,vice<strong>di</strong>rettore dell'Alba, in or<strong>di</strong>ne al giornale genovese che sivoleva pubblicare presto: «Ora si tratta <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire un giornale, equesta è la ragione per cui ti scrivo: io sto per proporre <strong>il</strong> <strong>di</strong>segnod'uno: già ne ho preparato l'idea fondamentale, come pure <strong>il</strong> regolamentoeconomico, ma per questo mi mancano i dati precisi, non avendomai <strong>di</strong>retto giornali. Ora io ricorro a te che hai le mani in un giornale,acciocché mi risponda o faccia rispondere da chi ne sia più pratico <strong>di</strong>te a tutti i quesiti che ti metto quassotto ». Il 22 novembre scrivevaal Vieusseux intorno allo stesso argomento. L'amico da Firenze glirispondeva <strong>il</strong> l " <strong>di</strong>cembre con preziosi consigli e lodando l'iniziativa.In quei giorni <strong>di</strong> novembre, in attesa delle risposte <strong>di</strong> Aquarone e<strong>di</strong> Vieusseux, <strong>il</strong> Buffa andava definendo l'idea fondamentale del giornale,onde farne una breve relazione alla società <strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong>azionisti ~~ che si era intanto formata in Genova per <strong>il</strong> finanziamentodel giornale proposto.~:l Tale esigenza era sollecitata soprattutto da un esplicito rafforzamento del partitomazziniano, <strong>il</strong> quale cercava in quei giorni <strong>di</strong> realizzare in Genova un proprio organo <strong>di</strong>orientamento politico per mezzo <strong>di</strong> un perio<strong>di</strong>co. Era infatti annunciata, verso la metà<strong>di</strong> novembre, l'uscita del giornale La Vestale. Il lO novembre <strong>il</strong> Fraschini scriveva daGenova al Lamberti: «Mandargli articoli belli e fatti al nuovo giornale La Vestale; <strong>il</strong>colore ne sarà abbastanza buono, secondo la possib<strong>il</strong>ità ». (Protocollo della GiovineItalia, VI, p. 218 e p. 224). Il Mazzini <strong>il</strong> 20 novembre scriveva a F. Foresti a NewYork: «L'Alba <strong>di</strong> Firenze è giornale nostro. E tale sarà La Vestale che si stab<strong>il</strong>isce aGenova, dove i nostri elementi aumentano ogni giorno» (MAZZINI, Scritti, XXXIII,p. 105). Il giornale non uscì, e <strong>il</strong> suo programma, scritto dal Mameli, non fu approvatodalla commissione <strong>di</strong> revisione (cfr. GOFFREDO MAMELI, La vita e <strong>di</strong> scritti, a cura <strong>di</strong>A. CODIGNOLA, Venezia, 1927, volume II, p. 201).~~ Tra essi erano: Domenico Elena, Giacomo Balbi Piovera, F. Balbi Senarega,15


Intanto pensava a trovare collaboratori: a Genova soggiornavaTerenzio Mamiani e <strong>nel</strong> f<strong>il</strong>osofo marchigiano trovò un con<strong>di</strong>rettoreautorevole per <strong>il</strong> giornale, <strong>di</strong>sposto a partecipare «integralmente alla<strong>di</strong>rezione sua ed a comporne la mente » ~5. Il 24 novembre, per mezzo<strong>di</strong> Vincenzo Salvagnoli, ottenne un appuntamento con Bettino Ricasoli,dal quale ebbe consigli intorno al giornale e alle <strong>di</strong>rettrici da seguireintorno al temperamento politico <strong>di</strong> esso ~6. Gli premeva procurarsi,tra i suoi amici, collaboratori capaci: chiese corrispondenze all'Aquarone,a Luciano Scarabelli ~1, a Raffaello Nocchi dalla Toscana, e inPiemonte pensò a Lorenzo Ranco e a Giuseppe Cornero. Erano giorniin cui in Piemonte fiorivano iniziative, si stendevano programmi, esi formavano imprese giornalistiche: a Torino i giornalisti della Concor<strong>di</strong>a,che <strong>di</strong>ssentivano da Valerio, pensavano ad un nuovo giornale<strong>di</strong>retto da Giacomo Durando (che fu poi l'Opinione); a Casale si parlava<strong>di</strong> una Lega delle provincie; in Alessandria, Lorenzo Ranco pensavaad un giornale. Gli importava avere con sé un giornalista dellatempra <strong>di</strong> Lorenzo Ranco, <strong>il</strong> quale allo st<strong>il</strong>e <strong>di</strong>sinvolto univa una puntualeattenzione alla <strong>di</strong>namica della politica europea, e la cui misuracritica era adeguata alla <strong>di</strong>mensione dei problemi che dovevano esserearticolati, e <strong>il</strong> cui tono polemico, moderatamente acceso, aveva moltiammiratori.Il 4 <strong>di</strong>cembre, da Alessandria, <strong>il</strong> Ranco gli scriveva: «Accettola tua proposta <strong>nel</strong> complesso e ne' particolari ... Domani scrivo aCornero o a Valerio o Sineo, i quali mi vorrebbero seco loro e quin<strong>di</strong>ti scriverò più esplicito e più <strong>di</strong>ffuso » ~8. Giuseppe Cornero gli rispondeva<strong>il</strong> 15 <strong>di</strong>cembre da Torino: «Ti ringrazio della gent<strong>il</strong>e ed amichevoleproposizione. Ma, uscito dalla Concor<strong>di</strong>a, stiamo per fondare unaltro giornale <strong>di</strong> cui sarà redattore-capo Durando. Perciò mi è impossib<strong>il</strong>eaccettare ».Aveva intanto preparato i punti programmatici del giornale dasottoporre all'esame degli azionisti, valendosi dei consigli dell'Aqua-G. Carlo Serra, Enrico Scemo, Giacomo Balbi fu Tommaso, Orso Serra, Giuseppe Carorega.~~. Lettere <strong>di</strong> <strong>il</strong>lustri italiani a Vincenzo Gioberti, pubblicate con proemio e notea cura <strong>di</strong> LUIGI MADARO, Roma, 1937, p. 99.~,; BETTINO RICASOLI, Carteggi, voI. II, p. 360.~7 Lo Scarabelli, che aveva conosciuto a Firenze per mezzo dell'Aquarone, vennepoi <strong>nel</strong> <strong>di</strong>cembre del 1848 a Genova, quando <strong>il</strong> Buffa vi era in qualità <strong>di</strong> commissarioplenipotenziario, a <strong>di</strong>rigere Il Censore, giornale quoti<strong>di</strong>ano politico popolare, finanziatodal ministero Gioberti.~8 Già <strong>il</strong> 1" <strong>di</strong>cembre <strong>il</strong> Ranco gli aveva premesso: «Sono impegnato col giornale<strong>di</strong> Torino la Concor<strong>di</strong>a, ma tu sai quanto io simpatizzi teco ed accetto <strong>di</strong> gran cuoreessere con te e teco scrivere ».16www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itrone, del Vieusseux e del Ricasoli e soprattutto del Mamiani, col quale<strong>di</strong>scusse a fondo l'idea-madre del perio<strong>di</strong>co. La lega doganale tra <strong>il</strong>Piemonte, la Toscana e lo Stato Pontificio, che era tema <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione,motivo <strong>di</strong> speranza e in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> progresso in quei giorni, fu per<strong>il</strong> Buffa e per <strong>il</strong> Mamiani documento <strong>di</strong> orientamento per la formulazionestrumentale del titolo del perio<strong>di</strong>co, <strong>il</strong> quale, <strong>nel</strong>la sua funzioneemblematica, doveva risalire alle componenti più remote della tra<strong>di</strong>zionepolitica italiana. Una lega economica proposta doveva essere lapremessa per una lega spirituale fra gli italiani, per una confederazionedegli stati italiani, le cui risultanti avrebbero potuto raccogliersiin una eventuale costituente federativa, secondo la ra<strong>di</strong>ce giobertiana.Cattolicesimo-liberale e neoguelfismo era la sintesi del <strong>di</strong>alogo che <strong>il</strong>Buffa e <strong>il</strong> Mamiani volevano iniziare col loro giornale <strong>nel</strong> gennaio del1848. Prima ancora dell'incontro col Mamiani, <strong>il</strong> Buffa aveva chiara<strong>nel</strong>la mente la necessità politica <strong>di</strong> una lega fra gli stati italiani. Glistu<strong>di</strong> e le ricerche che andava coltivando intorno alla storia della legalombarda, lo avevano portato alla considerazione che la salute d'Italiasarebbe stata soltanto possib<strong>il</strong>e attraverso quella specifica prassi. Il 30ottobre 1847 aveva scritto alcuni pensieri intorno ad una possib<strong>il</strong>elega degli stati italiani i cui fondamenti erano: 1) alleanza offensivae <strong>di</strong>fensiva; 2) lega doganale interna; 3) unità <strong>di</strong> mo<strong>net</strong>a, pesi e misure;4) organizzazione m<strong>il</strong>itare promossa da tutti gli stati; 5) cacciatadegli austriaci; 6) prosperità economica. Nel progetto, presentato agliazionisti ai primi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, <strong>il</strong> giornale avrebbe dovuto recare <strong>il</strong>titolo <strong>di</strong> Lega italica e riportare sulla testata Il motto <strong>di</strong> CarIo Alberto« L'Italia farà da sè » e quello <strong>di</strong> Pio IX «Dio è con noi ». Avrebbedovuto avere <strong>il</strong> formato come quello dei giornali toscani l'Italia ela Patria e un sottotitolo specifico « giornale politico, economico, scientifico,letterario ». Due erano gli scopi fondamentali del perio<strong>di</strong>co,che inizialmente sarebbe uscito bisettimanalmente, e dopo qualchetempo, quoti<strong>di</strong>ano. «L'uno comune a tutti i fogli politici, che è <strong>di</strong>trattare la politica quoti<strong>di</strong>ana, raccogliere le notizie d'Italia, d'Europaecc., esercitare quella polemica che tende a sv<strong>il</strong>uppare ne' lettori <strong>il</strong>tatto politico e quasi educarli a investigare e giu<strong>di</strong>care gli avvenimenti,che si propone insomma dare in<strong>di</strong>rizzo e consistenza all'opinione nazionale.A questo fine <strong>il</strong> nostro foglio non lascerebbe mezzo alcuno intentatoper produrre e afforzare <strong>nel</strong> pubblico quello spirito profondo d<strong>il</strong>egalità che a molti italiani manca tuttavia, e che è pure con<strong>di</strong>zio<strong>nei</strong>n<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e a fare un popolo veramente forte e grande ... L'altroscopo che si propone <strong>il</strong> nostro foglio è tutto speciale e già si può217


intendere dal titolo che gli abbiamo assegnato: si propone cioè <strong>di</strong>promuovere in effetto una lega italica, la quale deve constare <strong>di</strong> dueelementi: l'uno è opinione dei popoli, l'altro <strong>il</strong> fatto dei principi.Ora <strong>il</strong> nostro foglio tenterà far sì che l'idea <strong>di</strong> una lega frai principiitaliani <strong>di</strong>venga <strong>nel</strong> popolo così universale e così evidentemente ut<strong>il</strong>e,ch'ella si trasformi in una opinione nazionale: e dall'altro si sforzeràinvestigare e trarre a luce ogni aspetto della questione, acciò i principi,pienamente chiariti intorno ad essa, possano con maggiore fiducia efac<strong>il</strong>ità accedere col fatto all'opinione e al desiderio de' popoli ». Nellostesso documento <strong>il</strong> Buffa sottolineava l'urgenza inalienab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> unalega fra gli stati italiani, perché «chiunque ponga mente alle con<strong>di</strong>zionipolitiche de' principi italiani e alla piccolezza loro rispetto allegran<strong>di</strong> potenze europee, scorge <strong>di</strong> primo tratto che qui non è via <strong>di</strong>mezzo: o vedere inghiottita da queste, e però spenta la nostra nazionalità,o legarci strettamente a' nostri principi, e insieme coll'esistenzaloro <strong>di</strong>fendere la propria; e noi ci rallegriamo che <strong>il</strong> corso degli avvenimentiabbia oggimai condotto l'Italia a questa felice necessità chel'interesse de' principi suoi sia pur quello de' popoli e viceversa quellode' popoli sia de' principi. Cosicché quando oggidì <strong>di</strong>ciamo nazionalitàitaliana inten<strong>di</strong>amo non solo <strong>il</strong> cospirare dell'opinione <strong>di</strong> tutti i popoliitaliani ad un punto solo, ma ancora <strong>il</strong> cospirare del fatto <strong>di</strong> tutti iprincipi italiani a quel punto medesimo». Accettati tali principi inlinea <strong>di</strong> massima, <strong>il</strong> Buffa pensava a definire <strong>il</strong> regolamento relativoalla società degli azionisti, a stendere un piano <strong>di</strong> lavoro, secondoun preciso schema tematico, ad impegnare i collaboratori, a consultarsicon i comp<strong>il</strong>atori (così chiamati su consiglio dell' Aquarone) a cercarecorrispondenti. L'Aquarone gli scriveva <strong>il</strong> 14 <strong>di</strong>cembre con sod<strong>di</strong>sfazione:«I tre componenti la redazione, tu, Mamiani e Ranco, paionmicomprendere tre specialità assai <strong>di</strong>stinte e abbastanza estese» e glisuggeriva, concludendo «se mi permetteste vi osserverei esser convenevole<strong>di</strong> intitolare <strong>il</strong> giornale la Lega Italiana, non italica, che inquest'ultimo modo puzza <strong>di</strong> lucerna». Il consiglio dell'Aquarone eragià stato corrisposto; infatti <strong>nel</strong> progetto definitivo del 15 <strong>di</strong>cembre<strong>il</strong> titolo era La Lega Italiana. In tale documento <strong>il</strong> Buffa affermavache <strong>il</strong> giornale avrebbe seguito l'in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> una politica moderata, e« tenterà svolgere dalle leggi esistenti tutto quel bene che contengonoe ponendone in evidenza i <strong>di</strong>fetti, quando ne abbiano, far da quellascaturire <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> leggi migliori». Il giornale doveva essere unmezzo per aiutare <strong>il</strong> governo a promuovere <strong>il</strong> progresso sociale e apercorrere la via della nazionalità; ma «non dubiterebbe fargli legal-18www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itmente OppOS1ZlOne, qualora se ne d<strong>il</strong>ungasse, adoperando quel linguaggiofranco e <strong>di</strong>gnitoso, <strong>il</strong> quale anziché tornare molesto, a' saviprincipi è testimonianza dell'amore e della fede vir<strong>il</strong>e de' popoli ».Il giornale avrebbe dovuto <strong>di</strong>vidersi in due parti specifiche: la primainformativa e polemica, l'altra <strong>di</strong>dascalica, contenendo articoli politici,storici, economici funzionalmente rivolti allo stu<strong>di</strong>o della lega italiana<strong>nel</strong>la tra<strong>di</strong>zione storica e <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>mensione dei problemi, che la richiedevanoin quel determinato momento. Per la redazione della partedottrinale del giornale, <strong>il</strong> Mamiani integrava gli appunti del Buffa;è stato conservato un appunto del Mamiani che reca <strong>il</strong> titolo Distribuzionedelle materie del giornale Lega Italiana eo che ci offre spuntiinteressanti in or<strong>di</strong>ne alla definizione dello schema seguito <strong>nel</strong>la pubblicazionedel perio<strong>di</strong>co. Alcune pagine del Buffa intitolate Argomenti,scritte <strong>nel</strong> <strong>di</strong>cembre, ci in<strong>di</strong>cano la progressione tematica dell'impegnopolitico che <strong>il</strong> giornale doveva assumere. Il giovane <strong>di</strong>rettore si proponeva<strong>nel</strong> nuovo giornale un b<strong>il</strong>ancio politico d'Europa «per <strong>di</strong>mostrareche l'Austria si prepara a gran<strong>di</strong> cose, e l'estremo bisogno <strong>di</strong>provvedere prontamente alla nostra salute ». Di fronte alla semprepiù evidente ingerenza austriaca in Italia, egli affermava «l'unicomezzo <strong>di</strong> salute è l'unità nazionale affine <strong>di</strong> potere in ogni eventoopporre al nemico una imponente forza materiale e morale e <strong>di</strong>fendercicon successo. Colle rivoluzioni non si può rendere la nazioneuna: esse non possono avvenire che in un popolo che sia già nazioneconcentrata da secoli in una capitale preponderante. Questo in Italianon è: onde, quando <strong>il</strong> sentimento della giustizia non ci tenesse, dovrebbetenerci l'impossib<strong>il</strong>ità della riuscita; qui non possono che avvenirerivolte parziali, alla spicciolata, inut<strong>il</strong>i, senza imponenza alcuna,e tali che ogni principe, anche <strong>il</strong> più piccolo, oggimai potrebbe soffo-~ll È ut<strong>il</strong>e riportarne <strong>il</strong> testo integralmente:«La prima parte conterrà gli articoli <strong>di</strong> massima e la polemica. Qualora gliarticoli <strong>di</strong> massima si <strong>di</strong>ffondessero <strong>nel</strong>la ricerca e speculazione dei principj in modoastratto e dottrinale, sarà miglior cosa trasportarli <strong>nel</strong>l'ultima colonna del giornale conuna rubrica speciale quale sarebbe per via d'esempio: "Politica Italiana"; "F<strong>il</strong>osofiaCiv<strong>il</strong>e Italiana"; "Stu<strong>di</strong> Storici Italiani " ecc.La seconda parte conterrà le notizie. Queste <strong>di</strong>viderannosi in notizie italiane e notizieestere. Le italiane cominceranno dalle locali <strong>di</strong> Genova e <strong>di</strong> Piemonte; seguiterannoquelle degli stati della Lega, poi l'altre dell'altre provincie. Le notizie estere verrannodate in or<strong>di</strong>ne geografico.La terza parte sarà occupata da notizie non politiche, da <strong>carteggi</strong>o, richiami ealtro, e tal parte intitoleremo" Cose varie ".Spesso <strong>il</strong> giornale avrà un'appen<strong>di</strong>ce che conterrà o <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> politica e f<strong>il</strong>osofiaciv<strong>il</strong>e italiana, o un bollettino, ora scientifico, ora letterario.Il giornale conterrà <strong>di</strong> quando in quando un foglietto in cui si <strong>di</strong>scorrerà delleleghe italiane e <strong>di</strong> cose attinenti ad esse »,19


www.accademiaurbense.itcarle in casa sua senza aiuto straniero », Sottolineava quin<strong>di</strong> la necessità<strong>di</strong> educare <strong>il</strong> popolo al senso <strong>di</strong> una politica realistica, eludendoogni forma <strong>di</strong> utopismo, perché l'unità nazionale era necessario impostarla,non già <strong>nel</strong>la mera effusione ottativa <strong>di</strong> alcuni sognatori, mabisognava tener conto dell'esistenza dei varii stati italiani e dell'impossib<strong>il</strong>ità<strong>di</strong> fonderli <strong>nel</strong>l'imme<strong>di</strong>atezza. Si richiedeva dunque un articolatolavoro, che sollecitasse l'inalienab<strong>il</strong>e esigenza <strong>di</strong> una lega deglistati italiani. «Una lega è l'unico mezzo <strong>di</strong> salvezza... Questa legaacquisterebbe un'immensa forza morale dell'avere <strong>il</strong> papa <strong>nel</strong> suo senoe sarebbe <strong>di</strong> tale imponenza materiale da tenere in freno l'oltracotanzastraniera, e sarebbe cagione che la guerra non si facesse. Onde i principifacendola, e i popoli ajutandola con amore e fede, assicurerebberoall'Italia l'unità nazionale, l'in<strong>di</strong>pendenza e i beni della pace ». Erain<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> giornale ovviasse alla necessità della lega in quelparticolare momento. « Questo è <strong>il</strong> vero momento <strong>di</strong> far la lega - precisava- perché lo straniero non la può impe<strong>di</strong>re, ma si prepara a<strong>di</strong>mpe<strong>di</strong>rla più tar<strong>di</strong>. L'Austria non può per ora; l'occupazione <strong>di</strong> Ferraral'ha posta per qualche tempo in falso; un'autorità morale immensamentepiù forte della sua le ha dato un crollo momentaneo: gliaffari <strong>di</strong> Lucca edella Lunigiana ci provano ad evidenza che non puòintervenire ed ha per ora le mani legate ». Tuttavia, egli proseguivaad asserire che una lega tra i principi non avrebbe avuto forza, nonsarebbe un obiettivo raggiunto, se non fosse preceduta da sostanzialiriforme <strong>nel</strong>l'ambito <strong>di</strong> ogni stato e su uno stesso coefficiente, ut<strong>il</strong>e aporre gli italiani su uno stesso piano giuri<strong>di</strong>co, politico, economico.Per <strong>di</strong>vulgare questi postulati, accorrevano scrittori preparati e bisognavacoor<strong>di</strong>nare ogni tema-chiave, secondo uno svolgimento logico eun ritmo <strong>di</strong> lavoro funzionale. Di qui la preoccupazione del Buffa perla ricerca <strong>di</strong> uomini, che sapessero compiutamente trattare tali argomentisecondo i principi che informavano le finalità del suo assunto.Si trovano, tra le sue carte, appunti in<strong>di</strong>cativi 30, che recano la pre-30 In uno <strong>di</strong> essi si legge « Durando: Stu<strong>di</strong>i intorno ai vantaggi guerreschi peruna <strong>di</strong>fensiva che l'Italia ritrarrebbe da una lega de' suoi principi: le forze <strong>di</strong> cui lalega potrebbe <strong>di</strong>sporre, i vantaggi <strong>di</strong> terreno, e quell'accrescimento <strong>di</strong> forza materiale emorale che ne verrebbe agli Italiani. Stu<strong>di</strong>i sulla marineria italiana, secondo le vistenotate <strong>di</strong> sopra.Scialoja: Stu<strong>di</strong>i sulla lega doganale tedesca, mostrando come sia applicab<strong>il</strong>e all'Italiae come da mo<strong>di</strong>ficarsi, scendendo a delineare i precipui vantaggi che ne verrebberoalle varie provincie italiane, fondandosi su dati positivi, cioè sui commerci e i prodotti<strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> dette provincie, e verificando la parte positiva colle generalità della scienza,20


www.accademiaurbense.itsenza <strong>di</strong> prese <strong>di</strong> contatto con uomini <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa opinione in Piemontee fuori: Durando, Scialoja, Cattaneo, Farini ecc. Interessante è anchel'elenco <strong>di</strong> eventuali collaboratori liguri 3\ dall'in<strong>di</strong>cazione dei nominativisi possono esplicitamente comprendere le <strong>di</strong>verse componenti culturalie strumentali, che stavano alla base del giornale, che si proponevaun lavoro <strong>di</strong> ampio respiro e che doveva essere <strong>di</strong> non lievemomento <strong>nel</strong> crogiuolo della vita politica ligure-subalpina in quei giorni.Interessante è anche un appunto <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando Pio Rosellini, relativoad alcune collaborazioni promesse 32. Nel numero 10 del giornale toscanoLa Patria era contenuto un breve articolo, <strong>nel</strong> quale si criticava<strong>il</strong> titolo del giornale che si stava preparando in Genova, e anzichéLa Lega Italiana, si proponeva quello <strong>di</strong> Gli Stati Uniti d'Italia. IlBuffa, <strong>il</strong> 16 <strong>di</strong>cembre, scriveva a Vincenzo Salvagnoli 33 che <strong>il</strong> titoloproposto dalla Patria non corrispondeva meglio <strong>di</strong> quello scelto alloscopo che <strong>il</strong> giornale si proponeva <strong>di</strong> raggiungere «perché <strong>di</strong>cendoStati Uniti - proseguiva <strong>il</strong> Buffa - s'intendono più stati fusi in unosolo e allora non calza bene al fatto nostro. O s'intendono più stat<strong>il</strong>egati da un patto comune, ma <strong>di</strong>stinti, e allora <strong>il</strong> nome <strong>di</strong>ce piùdella cosa, anzi altra cosa da quella che inten<strong>di</strong>amo. Ma v'ha <strong>di</strong> più:sempre ci è paruto come le instituzioni, che si danno o consigliano adun popolo non debbono mai essergli affatto nuove, ma pigliar ra<strong>di</strong>ce<strong>nel</strong>le sue tra<strong>di</strong>zioni passate, così pure i nomi <strong>di</strong> quelle siano, per quantoe dando insomma a questo argomento tutta quell'ampiezza <strong>di</strong> cui è suscettivo, toccandodell'unità de' pesi, delle misure, della mo<strong>net</strong>a ecc.Proposto a Cattaneo L. 120 per ogni foglio in 8°» a Fava »80 per ogni foglio in 8° ».3\ Erano: «prof. Giuseppe Denotaris, Gerolamo Boccardo, avv. Federici, avv. Caveri,Cevasco, Federico Alizeri, avv. Morro, m.e Vincenzo Ricci, m.e Lorenzo Pareto,avv. Cabella, avv. Emanuele Celesia, avv. Miche! Giuseppe Canale, avv. Nicola Magioncalda,avv. G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni, Fer<strong>di</strong>nando Rose!lini, avv. Francesco Ramognini, David Chiossone,evv. Stefano Manfredo Prasca, Federico Giunti, padre G. B. Giuliani, avv. Croceo,prof. Gio B. Piccaluga, sacerdote Bonavini, prof. Vincenzo Troja, avv. Maurizio Bensa ».Di fianco all'elenco si legge: «B. Aquarone, Gius. Massari, avv. Carlo Negroni <strong>di</strong>Novara; avv. Giuliano Ricci <strong>di</strong> Livorno ».:J2 Riporto integralmente l'appunto del Rosellini: «L'avvocato Cabella, primache termini l'anno, darà almeno un articolo sulla legge della stampa.L'avvocato Federici, entro <strong>il</strong> primo mese dell'anno, promette uno o più articolisulla legge della polizia.L'avvocato Canale darà, dentro la prima metà <strong>di</strong> gennajo, uno o più articoli sulcommercio italiano e sui suoi futuri destini.L'avvocato Celesia, dentro <strong>il</strong> mese <strong>di</strong> gennaio, darà uno o più articoli sui <strong>di</strong>fettidella lega lombarda, che sarebbero da evitarsi <strong>nel</strong>le future leghe italiane.I me<strong>di</strong>ci Orsini e Ramorino daranno, entro i primi venti giorni <strong>di</strong> gennajo, unoo più articoli intorno alle necessità <strong>di</strong> riforme me<strong>di</strong>che.Il signor Serafino Pizzorno, entro <strong>il</strong> mese <strong>di</strong> gennajo, darà almeno un articolosull'or<strong>di</strong>namento degli eserciti italiani »,33 La minuta <strong>di</strong> questa lettera è conservata tra le carte Buffa.21


www.accademiaurbense.itè possib<strong>il</strong>e, da cercarsi altrove che <strong>nel</strong>le tra<strong>di</strong>zioni medesime ... Macodesto nome <strong>di</strong> Stati Uniti non ha significato <strong>nel</strong>le tra<strong>di</strong>zioni italiane:doveché quello <strong>di</strong> Lega, appena pronunciato, suscita subito <strong>nel</strong>la mented'ogni Italiano una magnifica serie <strong>di</strong> memorie gloriose e <strong>nel</strong> cuoreuna generosa invi<strong>di</strong>a <strong>di</strong> emularla, una non vana speranza <strong>di</strong> rinnovarle», Seguendo i consigli del Vieusseux, <strong>il</strong> Buffa pensava che erain<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e alla redazione della Lega Italiana la consultazione dei piùimportanti quoti<strong>di</strong>ani e perio<strong>di</strong>ci d'Europa 34. A tale scopo <strong>il</strong> 23 <strong>di</strong>cembrerivolgeva istanza al ministro dell'Interno per ottenere l'autorizzazionea ricevere, per dovere <strong>di</strong> ufficio, i più autorevoli giornalieuropei. Ricordava al ministro che, «per fare un buon giornale politico,è necessario avere alle mani tutti i principali fogli d'Europa, <strong>di</strong>qualunque colore: quelli della propria nazione innanzi tutto, poi quellidelle nazioni straniere. È necessario, perché egli è dal conflitto dellevarie opinioni che si ritrae <strong>il</strong> vero, e <strong>il</strong> modo con cui le varie opinionitentano spiegare e in<strong>di</strong>rizzare gli avvenimenti, e gli argomenti con cuisi combattono a vicenda, ajutano <strong>il</strong> giornalista ad acquistare quel tattopratico, che non si può ritrarre dalla lettura d'un giornale solo o <strong>di</strong>pochi, cioè dall'u<strong>di</strong>re una sola opinione invece che tutte ... Ma sequesta variata lettura è necessaria ai giornalisti stranieri, è poi in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>eaffatto agli italiani, i quali, essendo del tutto navi zii <strong>nel</strong>giornalismo politico, debbono per questo riguardo cominciare la loroeducazione, e per far presto e bene, quanto i tempi lo richieggono,dee poter avere alle mani tutti i mezzi che a ciò sono necessarii. Senza<strong>di</strong> questo i giornali sar<strong>di</strong> riusciranno, non solamente superficiali e leggieri,e <strong>di</strong> gran lunga inferiori a quelli <strong>di</strong> ogni altro paese, ma ciòche più importa, né <strong>il</strong> governo, né i sud<strong>di</strong>ti potranno ritrarre quell'ut<strong>il</strong>itàche se ne sono promessi ».Relativamente alla pubblicazione del giornale, <strong>il</strong> Buffa aveva presentatoistanza al ministero dell'Interno <strong>il</strong> 20 novembre, e <strong>il</strong> 27 unaannotazione del ministero i'" lo invitava a presentare <strong>il</strong> programma.::1 È stato conservato un elenco <strong>di</strong> giornali comp<strong>il</strong>ato dal Buffa «Giornali che sivorrebbero avere <strong>nel</strong>l'ufficio: 1° Italiani: tutti, nissuno escluso. 2° Francesi: Moniteur,Débats, Constitutionncl, Union Monarcbiqlle, Presse, National, Commerce, Relorme, Democratie,Cazette de France, Unioers Catbolique, Semapbore, Nouuelliste. 3° Inglesi:Times, Morming-Cbronicbe, Standand. 4° Tedeschi: Allegemaine Zcit ung, Franklort,Corrispondente <strong>di</strong> Norimberg. 5° Spagnuoli: Heraldo, Spaiibolo, Clamor publico. 6° Svizzeri:Gazzetta federale, Gazzetta 'della Svizzera cattolica.:1" Ecco <strong>il</strong> documento: «Ogetto: Il sig. Buffa avv.to Domenico da Genova perpubblicare un foglio politico col titolo la Lega Italica, Provvidenza. Annotazione: Prcsenri<strong>il</strong> ricorrente <strong>il</strong> programma compito, come è prescritto dall'art. 5° delle Regie Patentidel 30 ottobre 1847 e si prenderà in <strong>di</strong>samina la sua domanda. Torino, 27 novem-22


www.accademiaurbense.itIl 20 <strong>di</strong>cembre <strong>il</strong> rmrustero dell'Interno gli concedeva l'autorizzazioneper la pubblicazione del giornale 36, e 1'11 gennaio 1848 ricevevadall'ufficio <strong>di</strong> revisione dei libri e delle stampe <strong>di</strong> Genova la comunicazioneche era stato nominato revisore speciale per la Lega Italianal'avvocato Antonio Croceo :17. La notizia dell'imminente uscita del nuovogiornale politico genovese si andava <strong>di</strong>ffondendo oltre <strong>il</strong> <strong>regno</strong> <strong>di</strong> Sardegna;anche <strong>il</strong> Mazzini a Londra ne fu informato e scriveva concerta <strong>di</strong>ffiidenza «Odo che si stab<strong>il</strong>isca tra voi un altro giornale intitolato« La Lega Italiana» sotto l'ispirazione del Mamiani: so che trai fondatori alcuni sono buoni, ma confesso che a quel titolo preferireiqualunque altro che non in<strong>di</strong>casse un sistema determinato. Quei cheparlano <strong>di</strong> Lega Italiana, che cosa intendono? Lega <strong>di</strong> principi? Ese i principi non la volessero? E a capo <strong>di</strong> essa chi metteranno? IlPapa naturalmente! ... Poi che cosa fanno della Lombar<strong>di</strong>a? La <strong>di</strong>menbre1847. Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli affari dell'Interno. n. d'or<strong>di</strong>ne4006. Divisione 1", n. 13509. A tergo: Sig. Avvocato Domenico Buffa domic<strong>il</strong>iatoin Genova ».:16 È stato conservato <strong>il</strong> documento: «Vista la <strong>di</strong>manda del Sig. Avvocato DomenicoBuffa, domic<strong>il</strong>iato in Genova, <strong>di</strong>retta ad ottenere l'autorizzazione <strong>di</strong> instituire, epubblicare ogni giorno in quella città, sotto la sua <strong>di</strong>rezione, un giornale politico coltitolo: La Lega Italiana; Visto <strong>il</strong> programma, stato annesso a tale <strong>di</strong>manda in conformitàdel <strong>di</strong>sposto dell'art.o 4 delle R.e Patenti del 30 8.bre 1847; Presi gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>S.M. in u<strong>di</strong>enza dci 7 corrente mese; Si autorizza <strong>il</strong> suddetto Sig. Avvocato DomenicoBuffa ad istituire e pubblicare ogni giorno in Genova, sotto la sua <strong>di</strong>rezione ed esclusivarisponsab<strong>il</strong>ità, un giornale polirico col titolo La Lega Ltalica, me<strong>di</strong>ante <strong>il</strong> deposito <strong>di</strong> liredue m<strong>il</strong>a, da farsi <strong>nel</strong>la Cassa dei depositi e delle consegne, a termini dell'art.o 5 dellecitate R. Patenti, e l'adempimento delle con<strong>di</strong>zioni dalle medesime imposte e <strong>di</strong> quelleinfrascritte, cioè: I? Non potrà darsi principio alla pubblicazione <strong>di</strong> esso giornale se <strong>il</strong>presente non è stato prima rassegnato alla Commissione <strong>di</strong> revisione prov.le, onde possada lei prendersene nota ne' suoi registri; 2 0 Volendosi cessare per qualsivoglia ragionedalla pubblicazione dello sresso giornale, dovrà darsene preventivo avviso a questa R.aSegreteria <strong>di</strong> Stato. Torino, addì 20 x.bre 1847. Pel Primo Segretario <strong>di</strong> Stato, <strong>il</strong> PrimoUfficiale: V<strong>il</strong>lamarina, Il Segretario <strong>di</strong> Stato Capo <strong>di</strong> Div.: Sacco. Carta intestata: RegiaSegreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno ».37 È ut<strong>il</strong>e riportare <strong>il</strong> documento: «Sig. Direttore. Mi reco a premura darle avvisoche <strong>nel</strong>la seduta <strong>di</strong> jcri, lO del corrente gennaio, sulla proposizione del Sig. Presidente,la Commissione Provinciale <strong>di</strong> revisione, per rendere più fac<strong>il</strong>e e spe<strong>di</strong>ta la licenzadei giornali politici, che si stampano in questa città, confermando quello ch'era già in uso,destinava un revisore speciale a ciascuno <strong>di</strong> essi: affidava cioè sino a nuovo avviso: LaGazzeta <strong>di</strong> Genova al cav. Varese; La Lega Italiana all'avv.to Croceo; Il Corriere Mercant<strong>il</strong>eal padre Giuliani. Considero ad un tempo mio dovere fare avvertite le singoleDirezioni come, accadendo che <strong>il</strong> revisore opinasse <strong>di</strong> non potere assumere la responsab<strong>il</strong>ità<strong>di</strong> qualche articolo, questi è in obbligo, in conformità dell'articolo 11 delle citateRegie Patenti, <strong>di</strong> riferirne alla Commissione; e che però, se gli autori non volesseroaccon<strong>di</strong>scendere ai temperamenti dal revisore medesimo proposti, <strong>il</strong> ritardo che questacircostanza può cagionare deve essere dalla Direzione dei giornali considerato e sopportatocome una inevitab<strong>il</strong>e necessità. Ho l'onore <strong>di</strong> riverirla con molta stima e considerazione,e rassegnarmi Suo Dev.mo Obb.mo Servitore, Carlo Varese, rev.e segret.o. Cartaintestata: R. Ufficio <strong>di</strong> Revisione dei Libri e delle Stampe. A tergo: Alla Direzione delGiornale La Lega Italiana ».23


www.accademiaurbense.itticano? Non la considerano Italia? O vogliono far entrare anchel'Austria <strong>nel</strong>la Lega? » 38.Seguendo <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> Vieusseux, <strong>il</strong> 5 gennaio 1848 era uscito<strong>il</strong> primo numero-specimen della Lega Italiana. Già La Concor<strong>di</strong>a, <strong>il</strong>3 gennaio, l'aveva salutata, formulando l'augurio che fosse incrementatadall'acquisto <strong>di</strong> azioni e la definiva «un'impresa tanto patriottica». E <strong>nel</strong>lo stesso giorno, da Novara, Carlo Negroni scriveva a Buffauna lettera interessantissima: «Riseppi con gran<strong>di</strong>ssimo piacere chevoi col ch. Mamiani vi siete posto a capo della Lega Italica, che sipubblicherà quoti<strong>di</strong>anamente a Genova. Sapete voi, mio buon amico,che io ho un'altra ragione particolare per essere in singola manieraaffezionato alla Lega Italica? lo avevo firmato, saranno due mesi, conqualche stu<strong>di</strong>o un progetto d'un giornale quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> politica: <strong>il</strong>titolo che io avevo imaginato era precisamente quello <strong>di</strong> Lega Italica.I miei inten<strong>di</strong>menti, non <strong>di</strong>co che fossero assolutamente e in tuttoeguali ai vostri, ma <strong>nel</strong>la sostanza non potevano essere <strong>di</strong>versi, giacchéconosco <strong>il</strong> vostro modo <strong>di</strong> pensare, e se non siamo perfettamenteall'unissono, non siamo tampoco <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>. Il mio progetto andò a Torinoe quivi fu rimpastato da altri e <strong>di</strong>venne Il Risorgimento» 39. Il5 gennaio, Giacomo Durando gli chiedeva <strong>il</strong> cambio della Lega conL'Opinione, che sarebbe uscita <strong>nel</strong> prossimo febbraio. Il Mamiani avevaintanto preparato una circolare 10 <strong>di</strong> accompagnamento al primo numero3H MAZZINI, Scritti e<strong>di</strong>ti ed ine<strong>di</strong>ti, Imola, vol. XXXII, p. 161.39 Inviando al Negroni <strong>il</strong> primo numero della Lega Italiana, <strong>il</strong> Buffa aggiungevain calce alla circolare della <strong>di</strong>rezione del giornale, mandata alle persone più ragguardevoli«Prima <strong>di</strong> chiudere la lettera, torno a raccomandarvi la Lega Italiana; voi ladovete aiutare più che ogni altro giornale, appunto perchè l'avevate pensato anchevoi: fra voi e lei vi sono vincoli come <strong>di</strong> paternità: non rinnegate i vincoli dellanatura. Questa [riferendosi alla circolare a stampa] come vedete si scrive a tutti.Aggiungo per voi che mi fareste sommo piacere <strong>di</strong> pensare seriamente ad aiutarci, sia<strong>di</strong> notizie, sia <strong>di</strong> lavori. Quanto a' quesiti, purchè vogliate, io so che la vostra specialità<strong>di</strong> legale fornirebbe molta materia e ut<strong>il</strong>issima ... Quanto a notizie poi la vostra vicinanzaai confini lombar<strong>di</strong>, vi fornisce <strong>il</strong> mezzo <strong>di</strong> promuovere fac<strong>il</strong>mente in abbondanza:le quali se ci vorrete trasmettere, ve ne saremo gratissimi. Anzi vorrei che voi, propriamentevoi foste <strong>il</strong> nostro corrispondente da costì e che vi assumeste l'incarico, ma davvero,<strong>di</strong> scriverei prontamente ogni volta che abbiate qualche notizia non solo <strong>di</strong>codesti paesi, ma specialmente <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e Lombar<strong>di</strong>a. Debbo pregarvi d'altro. Noipotremo avere delle notizie da M<strong>il</strong>ano, anche <strong>di</strong>rettamente, anche da persone <strong>di</strong> là chece ne hanno promesso, ma vorrebbero che noi <strong>di</strong>cessimo loro a chi possano far avere lelettere in Novara. Vorreste incaricarvene voi? Se volete scrivetemi imme<strong>di</strong>atamente, mandandomi<strong>il</strong> vostro in<strong>di</strong>rizzo che noi ne scriveremo a M<strong>il</strong>ano, e voi ricevendo lettere oplichi o altro, inviateli a Genova per mezzo <strong>di</strong> velociferi, con una coperta avente l'in<strong>di</strong>rizzoal sig. Davide Rizzetti» (cfr. GUIDO BUSTIco, Domenico Buffa e la fondazione dellaLega Italiana, in Rivista d'Italia, a. XXXI, fase. III (15 marzo 1928), pp. 447-448).40 È stata conservata una minuta <strong>di</strong> questa circolare; la scrittura è autografa delMamiani. Vi si notano mo<strong>di</strong>ficazioni del Buffa. Ecco <strong>il</strong> testo «Signore, <strong>il</strong> 19 <strong>di</strong> gennaiocomparirà in Genova un giornale politico intitolato: La Lega Italiana. Dal programma24


www.accademiaurbense.itda destinarsi alle persone piu rappresentative, con lo scopo <strong>di</strong> sollecitarecollaborazioni e corrispondenze da tutte le parti della Penisola.Il numero-specimen del giornale aveva incontrato <strong>il</strong> consenso dovunque.Il 7 gennaio, <strong>il</strong> console statunitense in Genova esprimeva alla <strong>di</strong>rezionedel giornale <strong>il</strong> proprio compiacimento per <strong>il</strong> programma politicopubblicato e concludeva: «Fra i tanti mezzi, ai quali si ricorse per restituireall'Italia la sua nazionalità, nessuno tanto mi rassicura quanto<strong>il</strong> saggio trattato della lega doganale. Questo si fu veramente <strong>il</strong> primopasso, per cui l'Italia riacquisterà tutta la sua influenza <strong>nel</strong> commercio,e già mi pare <strong>di</strong> vedere la federazione americana unita a questa lega.Libertà e commercio: ecco la vita delle nazioni ».L'Il gennaio <strong>il</strong> Risorgimento salutava <strong>il</strong> nuovo giornale politicogenovese, e altri consensi sono documentati da una parte del <strong>carteggi</strong>odella <strong>di</strong>rezione, conservata tra le carte Buffa. Tale <strong>carteggi</strong>o racchiudemotivi <strong>di</strong> interesse, perché in esso, non soltanto si possono cogliereparticolari talvolta non trascurab<strong>il</strong>i, ed elementi in<strong>di</strong>cativi tra la finedel 1847 e la rivoluzione <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, ma perché ci offre la misuradella <strong>di</strong>ffusione del giornale, della sua presenza <strong>nel</strong>l'opinione pubblica,e quin<strong>di</strong> della sua non fugace incidenza <strong>nel</strong> momento politico italiano,in quel clima <strong>di</strong> esigenze costituzionali. Tale <strong>carteggi</strong>o documenta istanzee strutture limitative politico-sociali della Lunigiana, della Sardegna,del Ducato <strong>di</strong> Parma, del principato <strong>di</strong> Monaco, della Toscana; vi sir<strong>il</strong>eva l'atmosfera psicologica dei centri minori del Piemonte, quali Tortona,Voghera, Ovada ecc.... durante le manifestazioni <strong>di</strong> giub<strong>il</strong>o peri nuovi tempi costituzionali. Vi si notano denunce <strong>di</strong> delicate situazioni<strong>di</strong> antagonismo e campan<strong>il</strong>ismo provinciale, motivi <strong>di</strong> scontentorelativamente a qualche amministrazione locale, e <strong>nel</strong> contempo l'entusiasmopopolare, e le ambizioni <strong>di</strong> chi, confinato <strong>nel</strong> sottobosco culturale,chiede ospitalità al giornale per sfogare la propria ritorsione polemica,o la propria vena interiettiva. Tutti questi documenti testimonianoche <strong>il</strong> giornale ebbe risonanza <strong>di</strong>ffusa e, per mezzo del Vieusseux,ebbe anche un certo numero <strong>di</strong> abbonati in Toscana, dove, oltre ido<strong>di</strong>ci giornali del granducato, <strong>il</strong> Risorgimento faceva associati, e ancheche vi man<strong>di</strong>amo stampato conoscerete minutamente i suoi fini speciali; e con che principie massime <strong>di</strong>rettive intenda far sua via ed acquistare un ingerirnento legittimo edut<strong>il</strong>e <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>rezione della vita pubblica e delle pubbliche opinioni. Ai <strong>di</strong>rettori del giornaleriuscirà cosa molto fortunata ed onorevole <strong>il</strong> poter registrare <strong>il</strong> vostro nome fraquelli de' collaboratori suoi, per ciò ve ne fanno invito premuroso, ed anzi ve nepregano caldamente. E sperando che vi compiacerete <strong>di</strong> consentire al loro desiderio, eche presto potranno fregiare <strong>il</strong> lor foglio d'alcuna vostra scrittura profittevole alla patriacomune, vi salutano e riveriscono con istima e osservanza particolare. Dì Genova li ...1848 »,25


www.accademiaurbense.itla Concor<strong>di</strong>a incominciava ad essere conosciuta. In Sardegna ebbe lettorie corrispondenti, e fu propagandato da Vincenzo Bruscu Onnis,che alla fine <strong>di</strong> gennaio fondava a Cagliari con Giuseppe e GiovanniSiotto-Pintor <strong>il</strong> giornale settimanale L'In<strong>di</strong>pendenza. Nel ducato <strong>di</strong>Parma <strong>il</strong> giornale del Buffa destò interesse ed ebbe per corrispondenteEugenio Leonar<strong>di</strong>. Anche <strong>nel</strong>lo Stato pontificio la Lega ebbe lettori.L'Il gennaio Luigi Carlo Farini scriveva da Osimo al Buffa « La ringraziosinceramente dell'onore che mi fa invitandomi a collaborare alsuo giornale, bello pel titolo; bello <strong>nel</strong> programma; bellissimo pe'nomi de' principali collaboratori. E tengo l'invito, ma non creda cheio possa essere collaboratore molto operoso, perché non ho ingegnoda tanto, ed ho altre occupazioni gravi, ed ho impegni con altri giornalisti.Le manderò un articolo sulle con<strong>di</strong>zioni delle nostre provincieper farle segno <strong>di</strong> animo grato, ed in seguito le manderò quelle notizieche stimerò buone ad essere pubblicate costà. E questo è <strong>il</strong> poco chepotrò fare, e facendolo mi sarà dolcissimo compenso l'amicizia sua,esclusa qualsivoglia altra maniera <strong>di</strong> compensamenti» 41.Il numero-specimen della Lega Italiana recava <strong>nel</strong>la testata <strong>il</strong>nome dei comp<strong>il</strong>atori: Domenico Buffa, <strong>di</strong>rettore; Terenzio Mamiani 42dellà Rovere; Lorenzo Ranco; dotto Angelo Orsini; dotto Ignazio Buffa;Maurizio Bensa. Il Mamiani collaborò al giornale fino ai primi <strong>di</strong> marzo41 Il Farini. infatti, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aver ricevuto un post-scriptum del Buffa in calce allacircolare in cui gli chiedeva <strong>di</strong> trasmertcrgli «una relazione intorno alle attuali con<strong>di</strong>zionipolitiche delle Provincie Pontificie, e <strong>di</strong> informarlo ogni qual volta accadesse inquelle parti alcuna cosa degna d'essere fatta consocere » (cfr. LUIGI CARLO FARINI, Epistolarioper cura <strong>di</strong> Luigi Rava ecc., Bologna, volume II, p. 27).·12 Tra le carte Buffa sono state conservate due brevi lettere del Mamiani relativealla sua collaborazione al giornale genovese. In una <strong>di</strong> esse si legge «Signor BuffaPreg.mo. Ò fatto le correzioni che desidera e la ringrazio della premura. Le parole aspreson tolte. Nel primo luogo ho aggiunto nuovi successi, che non biasima né loda. Nelsecondo è posto com'è da temere, lasciando speranza che la rivolta sappia bene comportarsi.Mi creda. Devotissimo. Terenzio Mamiani. P.S. L'avviso che sto scrivendoun articolo sulla corrutela del Regno, indotta dal pessimo governo e sul modo <strong>di</strong> estinguerla.Sarebbe per lunedì l>. La collaborazione del Marniani era indubbiamente preziosaper <strong>il</strong> Buffa: <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo pesarese, oltre ad essere una personalità culturale <strong>di</strong> alto livellonon soltanto <strong>nel</strong>l'ambito italiano, era anche un punto <strong>di</strong> incontro tra l'idea confederativaligure-subalpina e <strong>il</strong> giobertismo parigino <strong>di</strong> alcuni esuli italiani. Nel contempo, con lasua collaborazione assidua, dava al giornale un tono <strong>di</strong> non limitata impostazione regionale,ed era quin<strong>di</strong> un motivo <strong>di</strong> incontro con altri uomini politici, fuori del <strong>regno</strong> <strong>di</strong>Sardegna. Il Buffa sottolineò la mancanza del Mamiani, come una per<strong>di</strong>ta grave per <strong>il</strong>giornale « In sui principii <strong>di</strong> marzo partì da Genova l'<strong>il</strong>lustre e principale nostro collaboratore,<strong>il</strong> sig. Marniani, contemporaneamente si allontanò l'altro collaboratore, <strong>il</strong>sig. Ranco, <strong>il</strong> quale poi ritornato dopo circa otto giorni, rimase per qualche tempo <strong>di</strong>così inferma salute che non poteva applicarsi punto allo stu<strong>di</strong>o. Allora io rimasi per20 giorni a sopportare solo, io solo l'intero peso del giomale ... io lavorava tutto <strong>il</strong>giorno e buona parte della notte e spesso la notte intera l>. Dal foglio volante Ai lettoridella Lega Italiana, 18 apr<strong>il</strong>e 1848.26


www.accademiaurbense.ite vi pubblicò una serie <strong>di</strong> articoli significativi, che recano l'esplicitazionedella sua puntuale conoscenza della situazione politica italiana,e documentano le costanti del suo pensiero, relativamente allo svolgimentoideologico e operativo della Penisola. Tali articoli, che egliraccolse <strong>nel</strong> 1853 <strong>nei</strong> suoi Scritti politici ì", conservano per lo stu<strong>di</strong>osod'oggi motivi <strong>di</strong> indubbio interesse per una più attenta valutazionedell'opera del Mamiani durante quel soggiorno genovese, in realtàancora troppo scarsamente esplorato. Il numero-specimen della LegaI taliana conteneva tre scritti: <strong>il</strong> Programma del Mamiani, Dell'interventodel Buffa, e Della guar<strong>di</strong>a civica del Ranco. I tre scritti propedeuticierano legati da un motivo vitale: la proposizione tematica <strong>di</strong>alcuni problemi fondamentali, in or<strong>di</strong>ne allo spirito nuovo delle riforme,proiettati <strong>nel</strong>la necessaria sinergia nazionale.Il Mamiani, in apertura, affermava che <strong>il</strong> giornale si proponeva« <strong>di</strong> promuovere con mezzi legittimi, e per quanto l'opera d'inchiostro<strong>il</strong> può fare, una Lega Italiana, che da parziale ed economica qual'è<strong>di</strong> presente <strong>di</strong>venga generale e politica e le si possa attribuire <strong>il</strong> nome<strong>di</strong> santa... Per fermo l'impresa forse migliore e più elementata <strong>di</strong>bontà e <strong>di</strong> religione, che valgano gli uomini ad attuare in or<strong>di</strong>ne alla~:l TERENZIO MAt\HANI, Scritti politici, Firenze, 1853. Gli articoli pubblicati <strong>nel</strong>laLega Italiana sono raccolti in questo volume <strong>nel</strong>le pagine 101-228. L'elenco <strong>di</strong> tali articoliriesce ut<strong>il</strong>e, come in<strong>di</strong>cazione tcm.itica del contributo che <strong>il</strong> Mamiani non soltantorecò al giornale del Buffa, ma anche alla <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> una parte sostanziale del pensieropolitico italiano in quel tempo. Cito gli articoli, secondo i titoli ad essi assegnati<strong>nel</strong> volume: Programma; Fatti <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano <strong>nel</strong> gennaio 1848; Dell'or<strong>di</strong>namento nuovo de'Municipi; Dispacci francesi sulle cose italiane: Dello stato presente d'Italia (13 gennaio1848); Dci fatto <strong>di</strong> Livorno (a <strong>di</strong> detto); L'Eco dell'Alpi marittime (a <strong>di</strong> detto);Notizie della Sic<strong>il</strong>ia (21 gennaio 1848); Iscrizioni dettate pei funerali che Genova celebrò<strong>il</strong> 22 <strong>di</strong> gennaio 1848, alle anime dei Lombar<strong>di</strong> uccisi in M<strong>il</strong>ano e in Pavia; Delmemoriale al Pontcficc pei fatti <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>ia (24 gennaio 1848); L'allocuzione dei Pari <strong>di</strong>Francia (a <strong>di</strong> stesso); Riforme <strong>nel</strong> Regno (25 gennaio 18·18); Consigli al re <strong>di</strong> Napoli(27 gennaio 1848); 11 passato e <strong>il</strong> presente <strong>di</strong> Napoli (31 gennaio 1848); Palermo bombardata(31 gennaio 1848); 11 presente e <strong>il</strong> pasato <strong>di</strong> Napoli (2 febbraio 1848); 11 Carroccio,giornale delle provincie (31 gennaio 1848); Allocuzione ai Napoletani (2 febbraio1848); Consigli ai principi e ai popoli (3 febbraio 1848); Del IIUOVO ministero napoletano(3 febbraio 1848); Costituzione desiderata dagli Italiani (6 febbraio 1848); La Lombar<strong>di</strong>ae <strong>il</strong> Metternich (7 febbraio 18·18); Le Camere francesi (8 febbraio 1848); Sulla Costituzioneconceduta in Piemonte (9 febbraio 1848); D'una marineria italiana (10 febbraio1848); Di nuovo dci ministero napoletano (10 febbraio 1848); F<strong>il</strong>osofia civ<strong>il</strong>e italiana(14 febbraio 1848); La Costituzione napoletana (16 febbraio 1848); D'una Dieta italiana(16 febbraio 1848); Questioni costituzionali (18 febbraio 1848); Agli Ungheresi (18febbraio 1848); La Costituzione toscana (19 febbraio 1848); Della prossima legge sullalibertà della stampa (19 febbraio 1848); D'una crociata dei Russi (21 febbraio 1848);Del popolo (22 febbraio 1848); Dei dazi dannosi al popolo (22 febbraio 1848); Di Romacostituzionale (23 febbraio 1848); Carteggio tra Metternich e Palmerston (23 febbraio1848); Di nuovo <strong>di</strong> una Lega politica <strong>di</strong>fensiva (26 febbraio 1848); Di nuovo e sempred'una Lega <strong>di</strong>fensiva italiana (26 febbraio 1848); Ai Lombar<strong>di</strong> e Veneziani (28 febbraio1848); Cenni d'una legge elettorale (10 marzo 18481.27


politica, a noi par quella <strong>di</strong> aiutare gagliardamente un popolo a costituirsie durare in essere <strong>di</strong> nazione », Accentuati i fondamenti dellatra<strong>di</strong>zione storica, e le istanze del progresso sociale, passa ad asserireche « promovendo noi e aiutando (per quanto i privati <strong>il</strong> possono) laLega Italiana, noi effettualmente aiutiamo un'opera santa, essendo che<strong>nel</strong>le presenti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> nostra patria, niuna cosa può meglio d'unaconfederazione giovare al fatto finale e massimo della nazionalità ».La lezione giobertiana è presente in questo scritto, o almeno vi ècontenuta come componente, in armonia con le <strong>di</strong>rettrici stesse dell'orientamentopolitico del Mamiani, i cui punti d'incontro col pensierodell'abate torinese sono frequenti e si polarizzano <strong>nel</strong> tema:tra<strong>di</strong>zione storica e spiritualismo cattolico. La Lega, che <strong>il</strong> pesaresedefinisce <strong>nel</strong> programma come termine <strong>di</strong> realismo politico, comesuperamento del metodo rivoluzionario, variamente ster<strong>il</strong>e, trova <strong>il</strong>suo ubi consistam <strong>nel</strong> mettere in <strong>di</strong>sparte «le speranze troppo ambiziosee troppo fantastiche» e <strong>nel</strong> badare alla realtà delle cose, e <strong>nel</strong>rivolgere l'attenzione al certo e al probab<strong>il</strong>e. «L'Italia - prosegue<strong>il</strong> Mamiani - è da secoli <strong>di</strong>visa in più stati, ed ha fra essi poca overuna comunanza <strong>di</strong> vita politica; per la qual cosa, non potendositogliere le <strong>di</strong>visioni, e volendo pure che l'Italia sia una, quanto èfattib<strong>il</strong>e mai, rimane che noi ci acconciamo a quella forma <strong>di</strong> unitàche sola può coesistere con la pluralità degli stati, cioè ad una confederazio<strong>nel</strong>a più stretta, la più omogenea, e la meglio or<strong>di</strong>nata chedar si possa. A questa dunque intenderemo con tutto l'animo e tuttol'ingegno, e talora con l'autorità della storia, tal'altra col ragionamento,più spesso con le induzioni chiare ed aperte che gli avvenimenti quoti<strong>di</strong>anisuggeriranno per se medesimi, sforzeremoci <strong>di</strong> conseguire che<strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> una Lega Italiana politica <strong>di</strong>venga <strong>nel</strong>la mente del popolosimbolo <strong>di</strong> nazione e desiderio inestinguib<strong>il</strong>e, e in quella dei principiun'alta necessità <strong>di</strong> fatto », Lamenta <strong>il</strong> fatto che da tale Lega sianocostretti ad essere esclusi i Lombar<strong>di</strong>, ma l'unione degli altri statiitaliani può essere motivo <strong>di</strong> speranza per <strong>il</strong> loro riscatto. La Lega,egli sostiene, deve essere preparata con l'educazione morale e intellettualedel popolo, perché « nessuna cosa <strong>di</strong> gran momento viene attuata<strong>nel</strong> mondo senza l'animo e le braccia del popolo, e unicamente da luiriceverà la nostra carissima patria redenzione certa e finale; ... in Italiaautore ed iniziatore primo <strong>di</strong> tutte le nostre glorie fu <strong>il</strong> popolo ».Sottolinea, quin<strong>di</strong>, <strong>il</strong> problema sociale, secondo « la umanità dei nostritempi e lo spirito del Vangelo ». Continua, affermando che le riformeavvenute, e la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo politico conducono ad una conce-28www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itzione democratica della vita: <strong>di</strong> qui la necessità <strong>di</strong> una f<strong>il</strong>osofia civ<strong>il</strong>e,che si articoli in tutte le classi sociali. Assunto del giornale appare,relativamente alla situazione politica, quello <strong>di</strong> conc<strong>il</strong>iare la moderazionee la libertà, la legalità e l'energia, e, riguardo alla formazioneciv<strong>il</strong>e e morale del popolo, è la comparazione del passato col presente,l'esposizione dei principi elementari della economia pubblica, dei bisognidei citta<strong>di</strong>ni, la pre<strong>di</strong>cazione dell'equa <strong>di</strong>stribuzione della ricchezza.Il Mamiani conclude, affermando che <strong>il</strong> nuovo giornale promuove<strong>il</strong> culto delle memorie patrie e delle dottrine italiane e la ricercadelle impronte dell'indole nazionale, e la rigenerazione d'Italia, perché«<strong>il</strong> primato della sapienza civ<strong>il</strong>e e <strong>il</strong> primato altresì delle lettere edelle arti geniali nessuno può toglierei se noi fermamente <strong>il</strong> vorremo;dacché la natura ci ha <strong>nel</strong>le virtù della mente e <strong>nel</strong>la intuizione delbello sopra ogni nazione priv<strong>il</strong>egiati ».Il Buffa, dopo avere affermato che « la questione sul <strong>di</strong>ritto d'intervento,pel guale una potenza può ingerirsi negli affari d'un'altra,è forse la più grande e importante <strong>di</strong> quante possa agitarne la politicad'oggidì », passa ad <strong>il</strong>lustrare <strong>il</strong> termine ed <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> « intervento»<strong>nel</strong>la sua ra<strong>di</strong>ce storica, in relazione alle istituzioni sociali e civ<strong>il</strong>i, ein or<strong>di</strong>ne al principio <strong>di</strong> autorità e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto positivo. Lo definisce«un atto <strong>di</strong> puro arbitrio» e non trova per esso nessuna giustificazione,se non <strong>nel</strong>la violenza. Puntualizza la questione <strong>di</strong> intervento<strong>nel</strong>la <strong>di</strong>stinzione <strong>net</strong>ta tra « interesse» e « giustizia », sostenendo chela politica dell'intervento è sempre legata ad un interesse specifico<strong>di</strong> una grande potenza. Discute alcune osservazioni del Guizot, pronunciatealla Camera dei Pari <strong>il</strong> 3 agosto 1847, relativamente all'atteggiamentodella Francia verso la Svizzera e l'Italia, in or<strong>di</strong>ne alproblema <strong>di</strong> intervento e sostiene che <strong>il</strong> senso del <strong>di</strong>scorso del Ministrofrancese era ben chiaro, pur <strong>nel</strong> mimetismo apparente e cioè «che<strong>nel</strong>la Svizzera si dee intervenire perché l'interesse della Francia richiedeche quella non pervenga mai ad unità; e che in Italia, per lo contrario,non è luogo ad intervento, perché quivi la Francia non ha interessi<strong>di</strong>retti e veramente gran<strong>di</strong>; e che anzi questa dee secondare le generoseintenzioni del Papa, perché le può tornare <strong>di</strong> qualche ut<strong>il</strong>ità. Quì nonè parola <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto: <strong>il</strong> pernio massimo non è la giustizia, ma <strong>il</strong> benedella Francia; <strong>il</strong> resto è tutto coor<strong>di</strong>nato a lei, lecito o <strong>il</strong>lecito, secondoche le torna; e i popoli non hanno vita veramente propria, non sonosui juris, ma debbono risorgere o giacere, o fors'anche perire, quandol'ut<strong>il</strong>e della Francia lo chiegga ». Per quanto riguarda gli stati italiani,la questione d'intervento è assai complessa, perché l'Italia è una nazione29


in<strong>di</strong>visa, ma «benché nazione debba <strong>di</strong>rsi <strong>nel</strong>la sua interezza, dentroè scompartita in più stati, l'uno dell'altro in<strong>di</strong>pendenti ». La nazionalitàè <strong>di</strong>ritto inderogab<strong>il</strong>e dei popoli; i principi italiani sono in<strong>di</strong>pendentitra loro, ma <strong>di</strong>pendono da quell'inalienab<strong>il</strong>e <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> nazionalità:se un principe italiano intervenisse <strong>nel</strong>lo stato <strong>di</strong> un altro,offenderebbe apertamente <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto. Anche se un principe italianosgovernasse <strong>il</strong> suo stato «per modo da indurre gravi calamità sopratutta la nazione, non potranno gli altri intervenire, e forzarlo <strong>di</strong> pigliarela buona via? ... Se i tre principi riformatori avessero <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>far forza ai tre principi restii, d'entrare in Modena, o in Parma, o inNapoli per l'ut<strong>il</strong>ità de' popoli italiani com'essi la intendono, o chipotrebbe negare al re <strong>di</strong> Napoli un eguale <strong>di</strong>ritto d'invadere gli statipontificii medesimamente per l'ut<strong>il</strong>ità de' popoli italiani com'egli laintende? Né si <strong>di</strong>ca che in questo caso particolare l'intervento de'tre principi riformatori sarebbe giusto: sarebbe ut<strong>il</strong>e, non giusto; perchégiusto non può essere un atto che piglia ra<strong>di</strong>ce <strong>nel</strong>l'arbitrio ». Èdunque necessario che i sei principi stringano una lega e definiscanoi mo<strong>di</strong> d'intervento, perché se si concede, sopra questa lega, ai principiitaliani <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto d'intervento tra loro, non si potrebbe impe<strong>di</strong>reall'imperatore d'Austria, come principe <strong>di</strong> una parte d'Italia, d'intervenirenegli altri stati italiani «sempre per l'ut<strong>il</strong>ità nostra, com'eglipure la intende ». I principi italiani devono usare mezzi pacifici traessi e contemporaneamente impe<strong>di</strong>re ogni intervento straniero, perchétale intervento, operato in una provincia, compromette l'in<strong>di</strong>pendenzadelle altre.Lorenzo Ranco vede <strong>nel</strong>l'occupazione <strong>di</strong> Ferrara <strong>il</strong> tentativo dell'Austria<strong>di</strong> contrapporre alle riforme pontificie e toscane <strong>il</strong> contrappesodella propria ingerenza politica in Italia. Le riforme piemontesi,però, con<strong>di</strong>zionano l'egemonia austriaca, e possono significare un pericoloper la sua sicurezza. Tali riforme in<strong>di</strong>cano che l'Italia non è piùun feudo dello straniero, e che l'Austria non è che un forestiero. Laguerra è la conclusione logica <strong>di</strong> questa nuova situazione, e, proseguel'articolista, «se prima delle riforme piemontesi, questa era in untempo più o meno lontano probab<strong>il</strong>e, dopo quelle è certissima ... Aqual altro fine i gran<strong>di</strong> apparecchi m<strong>il</strong>itari dello straniero, le mosseimponenti <strong>di</strong> truppe dagli ultimi confini della monarchia alla voltadell'Italia? La guerra è anzi cominciata contro lo spirito italiano ...La guerra è inevitab<strong>il</strong>e ». Di qui la necessità della istituzione dellaguar<strong>di</strong>a civica, già concessa da Pio IX e da Leopoldo II. Tale istituzioneè considerata dalle nazioni più civ<strong>il</strong>i <strong>il</strong> palla<strong>di</strong>o dell'in<strong>di</strong>pen-30www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itdenza e della libertà. Il Piemonte ha un esercito <strong>di</strong>sciplinato e forte,ma non ha la guar<strong>di</strong>a civica, che ne è <strong>il</strong> necessario complemento.Illustra i vantaggi <strong>di</strong> una guar<strong>di</strong>a civica organizzata durante la guerrae <strong>di</strong>mostra che essa è in armonia con le nuove riforme, con lo spiritodei tempi, ed è garanzia per la tutela dell'or<strong>di</strong>ne.3. È ut<strong>il</strong>e seguire le costanti del <strong>di</strong>battito politico, sostenutodal giornale del Buffa, <strong>nel</strong>la realtà operativa <strong>di</strong> un momento particolarmenteinteressante <strong>nel</strong> Quarantotto piemontese (dal gennaio all'apr<strong>il</strong>e).Una rapida rassegna degli scritti più significativi, pubblicati in questoperio<strong>di</strong>co genovese, ci offre la misura specifica delle <strong>di</strong>rettrici seguiteda quel gruppo cattolico-liberale, o comunque giobertiano, <strong>nel</strong>la suaesperienza metodologica <strong>di</strong> propaganda politica, <strong>nel</strong>le sue istanze programmatiche,e <strong>nel</strong>l'articolazione vitale del suo <strong>di</strong>alogo aperto, per lapreparazione <strong>di</strong> una forte base liberale, come ponte verso una risultantefederativa degli stati italiani. Il mito neoguelfo però, <strong>nel</strong>la sostanzadel pensiero del Buffa e del Mamiani, subiva alcune limitazioni emo<strong>di</strong>ficazioni, e forse rappresentava per essi un aspetto <strong>di</strong> operazionismopolitico, <strong>di</strong> strumentalismo, più che una fede integrale. Il Buffaaveva sostanzialmente accettato dal giobertismo una lezione <strong>di</strong> metodo,ma, come risulta dalla sua formazione mentale e dalla sua esperienza<strong>di</strong> storiografo, racchiudeva <strong>nel</strong> proprio pensiero ben salde riservesu una possib<strong>il</strong>e vita politica italiana, esemplata sul Primato. I rapportitra Chiesa e Stato avevano, pur <strong>nel</strong>la sua coscienza <strong>di</strong> cattolico,una definita qualificazione categoriale, e pochi mesi dopo, in parlamento,rivelò <strong>net</strong>tamente la sua opinione. Il giornale del Buffa ebbein quei mesi una sua ben definita fisionomia, ed una vitale problematica,e <strong>il</strong> ruolo che assunse merita oggi una valutazione 44.Nel numero-specimen era stato annunciato che La Lega Italianaavrebbe iniziato ad essere pubblicata regolarmente <strong>il</strong> 19 gennaio 1848,e sarebbe uscita tre volte la settimana, cioè <strong>il</strong> lunedì, <strong>il</strong> mercoledì, e<strong>il</strong> venerdì, fino a tutto febbraio; e che dal 1 0 marzo sarebbe stataquoti<strong>di</strong>ana, tranne la domenica. Invece si anticipò all'l1 gennaio l'uscitadel numero due, e dal 20 febbraio uscì quoti<strong>di</strong>anamente. (Prima <strong>di</strong>H Manca uno stu<strong>di</strong>o ad hoc, ed è lacuna <strong>di</strong> non lieve momento. Credo <strong>di</strong> recarequalche giovamento agli stu<strong>di</strong>osi, facendo un rapido spoglio <strong>di</strong> questo giornale, trattandosi<strong>di</strong> una fonte piuttosto rara per la consultazione. Un breve, ma denso e intelligentesaggio (al quale rimando anche per altre referenze bibliografiche) è stato pubblicato daLEONIDA BALESTRERI, Il giornale «La Lega Italiana" e i moderni genovesi <strong>nel</strong> 1848, inAtti del XXXVII Congresso <strong>di</strong> Storia del Risorgimento Italiano (Bari 26-30 ottobre 1958),pp. 33-44.31


tale data, i numerosi supplementi integrativi fecero del giornale unafonte d'informazione quasi quoti<strong>di</strong>ana).L'11 gennaio un articolo <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando Pio Rosellini esprimevai motivi <strong>di</strong> delusione dei genovesi per le non ottenute riforme, promesseper l'inizio del nuovo anno, massime del popolo minuto, cheattendeva <strong>il</strong> ribasso del prezzo del sale. Lamentava l'improvvida leggesui me<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> commercio, uscita <strong>nel</strong>la Gazzetta U!ficiale del 2 gennaio,e riferiva sulle preparate manifestazioni per festeggiare le nonavvenute riforme, e sulle tentate se<strong>di</strong>zioni provocate dalla conoscenza<strong>di</strong> un documento che asseriva la decisione del ministero ad arrestarequalsiasi riforma. L'articolista, mentre giustifica <strong>il</strong> malcontento popolare,esorta <strong>il</strong> governo ad una politica liberale.Il 15 gennaio, <strong>il</strong> Mamiani, esaminando <strong>il</strong> nuovo or<strong>di</strong>namento deimunicipi promosso dai tre principi riformatori, affermava che era ottimacosa che si fosse pensato alle istituzioni comunali e che pertanto essedovevano avere per fondamento larghezza <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> elettivi, e soprattuttoassoluta eguaglianza civ<strong>il</strong>e. Per quanto riguardava la larghezzaelettiva, <strong>il</strong> Mamiani non vedeva nulla <strong>di</strong> meglio dell'E<strong>di</strong>tto per l'amministrazionedei comuni e delle provincie <strong>di</strong> Carlo Alberto, ma avvertiva<strong>il</strong> pericolo <strong>di</strong> un possib<strong>il</strong>e scompenso tra la larghezza <strong>di</strong> suffragio e lecircoscritte facoltà lasciate ai consiglieri; ed insisteva su questo punto,prospettando <strong>il</strong> problema delle autonomie locali perché «non si dàfranchigia municipale vera e fruttifera ladove non si componga <strong>di</strong> questetre parti essenziali, che sono: elezione popolare, giu<strong>di</strong>cio e scrutiniolibero d'ogni interesse generale del municipio, azione libera del suomagistrato ». Premesse tali esplicite affermazioni, criticava l'E<strong>di</strong>ttoalbertino e <strong>il</strong> motu proprio <strong>di</strong> Pio IX, r<strong>il</strong>evandone le insufficienze ela con<strong>di</strong>zione limitativa: «A noi sembra che non tutto è buono e nontutto è largo e lodevole <strong>nel</strong> motu proprio del Santo Padre <strong>nel</strong>l'e<strong>di</strong>tto<strong>di</strong> Sua Maestà Sarda; e fermamente cre<strong>di</strong>amo che molte <strong>di</strong>sposizioni<strong>di</strong> tale e<strong>di</strong>tto oltrepassino quel bisogno <strong>di</strong> unità, <strong>di</strong> uniformità e <strong>di</strong>connessione col Principato che la legge ha avuto in mente <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare.Se non che tra l'e<strong>di</strong>tto e <strong>il</strong> motu proprio interviene una <strong>di</strong>fferenzafondamentale, essendo che <strong>il</strong> primo ha virtù generale, perpetua e<strong>di</strong>rrevocab<strong>il</strong>e, quando l'altro non dà fondamento e principio salvoché. a un istituto particolare, quale è <strong>il</strong> municipio della sola città <strong>di</strong> Roma ».Nell'articolo Dello stato presente d'Italia, apparso <strong>il</strong> 19 gennaio, <strong>il</strong>Mamiani faceva un breve esame comparativo tra la situazione deglistati italiani durante <strong>il</strong> <strong>di</strong>spotismo <strong>il</strong>luminato del secolo XVIII e itempi attuali, tra le riforme settecentesche e quelle recenti, e ne r<strong>il</strong>e-32www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itvava le <strong>di</strong>fferenze specifiche e la <strong>di</strong>versa misura, in or<strong>di</strong>ne al progressodemocratico, ed affermava che <strong>il</strong> popolo « dee serbarsi pronto ed attivo»per l'azione e quin<strong>di</strong> elevare la propria <strong>di</strong>gnità e consapevolezza. Nellostesso numero, <strong>il</strong> Buffa, commentando le notizie riferentesi ai fatti <strong>di</strong>Palermo, r<strong>il</strong>evava <strong>il</strong> senso e <strong>il</strong> valore dei tumulti sic<strong>il</strong>iani e ne sottolineaval'importanza storica e umana, puntualizzando l'ostinata insensib<strong>il</strong>itàdel re e quin<strong>di</strong> la sua grande responsab<strong>il</strong>ità. Il linguaggiodell'articolista è esplicitamente sicuro ed efficace «Niuno certamente- egli <strong>di</strong>ce - potrà tacciare d'impazienza i popoli delle due Sic<strong>il</strong>ie:passarono de' lunghi mesi; gli avvisi, i conforti, le suppliche giungevanoal re dai sud<strong>di</strong>ti, dagli uomini <strong>di</strong> corte, dalle potenze estere,dalla stampa legale e clandestina d'Italia e <strong>di</strong> fuori; tutto l'universociv<strong>il</strong>e consentiva in un parere medesimo, <strong>il</strong> solo re <strong>di</strong> Napoli contrastavaal parere dell'universo ». Condannando l'opera nefanda del bombardatore,concludeva col sottolineare che non c'è al mondo nessunaautorità che « permetta ad un uomo farsi così leggermente giuoco de'popoli, scherzare col sangue e colla felicità delle nazioni ». Il 21 gennaioapparve la prima puntata dello scritto del Buffa Pensieri intornoalla lega, <strong>nel</strong> quale si affermava che <strong>il</strong> bene d'Italia riusciva dannosoall'Austria, la quale, per mantenere la pace interna e l'integrità dei suoistati, aveva bisogno che la Penisola durasse <strong>nel</strong>la più completa abulìa.«Lo stato attuale della Lombar<strong>di</strong>a - <strong>di</strong>ce lo scritto - è una provasolenne <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>ciamo; i Lombar<strong>di</strong> sono entrati animosamente<strong>nel</strong>la via che loro spettava, e <strong>il</strong> governo austriaco ha pur scelto risolutamentela sua: e le cagioni <strong>di</strong> questa lotta sono tanto profonde, e perloro natura così necessarie che né <strong>il</strong> sangue, né le riforme, né niunapotenza umana amai possono farla cessare; questa è una <strong>di</strong> quelle quistioniche non si possono sciogliere altrimenti che per estremi. Perchél'Austria possa sfruttare in pace la Lombar<strong>di</strong>a, perché questo riccoposse<strong>di</strong>mento non sia per lei una fonte perenne <strong>di</strong> torbi<strong>di</strong> interni, èmestieri che potesse impe<strong>di</strong>re <strong>il</strong> risorgimento delle altre provincieitaliane: ma poiché questo non può fare, qui non è via <strong>di</strong> mezzo, opossedere tutta Italia, o non possederne palmo ». Esaminava la politicaestera austriaca e <strong>il</strong> suo insi<strong>di</strong>oso atteggiamento verso l'Italia. Avvertivache non era più tempo <strong>di</strong> caute riforme, <strong>di</strong> buone leggi, o <strong>di</strong>prosperità commerciale, ma <strong>di</strong> unione, perché «<strong>il</strong> pericolo è grave evicino, e la nostra nazionalità può essere spenta per sempre ». Glistati italiani, piccoli e <strong>di</strong>visi, non avevano forza sufficiente singolarmente;era necessaria, dunque, forza materiale e morale e la fiduciain se stessi, che soltanto potevano essere fornite da una lega operante.333


www.accademiaurbense.itLa forza degli italiani poteva essere autosufficiente; non occorreval'intervento straniero, perché, «le mutazioni civ<strong>il</strong>i e le instituzioni <strong>di</strong>qualsiasi popolo, per essere appropriate e durature, debbono operarsiin casa e con mezzi famigliari, non mai con forastieri: debbono averra<strong>di</strong>ce profonda <strong>nel</strong>le usanze, <strong>nel</strong>le tra<strong>di</strong>zioni, <strong>nel</strong>le credenze, <strong>nel</strong>l'indoledel popolo stesso ... Resta adunque che volendo metter mano all'instauramentodell'Italia, si scelga fra i mezzi puramente nazionali <strong>il</strong> piùacconcio ». Ponendosi <strong>il</strong> problema della ricerca <strong>di</strong> tale mezzo, soggiungeva« in Italia una rivoluzione è materialmente impossib<strong>il</strong>e, non tantoperché non vi è unità <strong>di</strong> opinioni e <strong>di</strong> voleri; ma molto più perchéuna rivoluzione suppone appunto <strong>di</strong> già avvenuto ciò che non vorremmoeffettuare per mezzo <strong>di</strong> quella», cioè in quelle nazioni cheda secoli sono costituite possono soltanto riuscire le rivoluzioni. InItalia mancava, dunque, <strong>il</strong> fondamento positivo per eseguire una rivoluzione,perché in essa non c'era una capitale che preponderasse sututto lo stato: «Possono bensì avvenire in Italia de' moti parziali- precisa lo scritto - alla spicciolata, ma appunto però <strong>di</strong>scordantisenza unità <strong>di</strong> moto, senza centro comune, donde con rapida vicendaparta e ritorni l'azione », per cui è impossib<strong>il</strong>e una rivoluzione nazionale,perché appunto manca ancora la nazione, e l'unità nazionale èimpossib<strong>il</strong>e per mezzo delle rivoluzioni. Anche la proposta soluzione<strong>di</strong>plomatica, tendente a ridurre <strong>il</strong> numero degli stati, per mezzo <strong>di</strong>fusioni parziali, appare un'aporia, e soprattutto assurdo sarebbe <strong>il</strong> pensaread una guerra tra principi italiani, per l'egemonia <strong>di</strong> qualcuno<strong>di</strong> essi. L'unità nazionale deve dunque essere ricercata attraverso lacoesistenza pacifica degli stati italiani. Nello stesso numero del giornale,<strong>il</strong> Mamiani esortava Pio IX a provvedere, con la sua autorità, ondeevitare maggiori calamità <strong>nel</strong> <strong>regno</strong> <strong>di</strong> Napoli. Il giorno 22 gennaio,<strong>nel</strong> supplemento al n. 5 si pubblicava una supplica del Mamiani aPio IX, relativa ai fatti <strong>di</strong> Palermo e <strong>di</strong> Napoli. Tale supplica, <strong>di</strong> cuisi tirarono a parte centinaia <strong>di</strong> esemplari, fu <strong>di</strong>ffusa in Piemonte, inToscana, <strong>nel</strong>lo Stato Pontificio e sottoscritta da moltissimi citta<strong>di</strong>ni.Il 26 gennaio, commentando le promesse del re <strong>di</strong> Napoli, consistenti<strong>nel</strong>l'amnistia, <strong>nel</strong>la concessione della libertà <strong>di</strong> stampa, <strong>nel</strong>le pertinenzee prerogative della consulta <strong>di</strong> stato e dei consigli provinciali, <strong>nel</strong>la concessionedel governo autonomo sic<strong>il</strong>iano, rimettendo in atto lo statutodel 1816, <strong>il</strong> Mamiani scriveva «Di tal regio decreto noi pren<strong>di</strong>amoconsolazione, non perché ottimo, spiacendoci forte la <strong>di</strong>visione nuovache ne risulta tra le due provincie italiane, ma perché ne dee conseguirealmeno un pronto armistizio e guadagnarsi tempo ed agio ad


www.accademiaurbense.itusare i mezzi più efficaci e più accomodati per ricondurre la pace,l'unione e l'affratellamento ». Anche in questa occasione, riba<strong>di</strong>va <strong>il</strong>pensiero moderato-federalistico, che stava alla base del giornale, continuando,con certo compiacimento: «Noi non avemmo torto a sperareche <strong>il</strong> moto pacifico e progressivo della nostra rigenerazione, benchéscomposto e quasi interrotto poteva essere ancora raddrizzato e rior<strong>di</strong>nato». Tuttavia, temeva che <strong>il</strong> decreto <strong>di</strong> re Fer<strong>di</strong>nando, riguardantela Sic<strong>il</strong>ia, non desse la certezza che gli insorti si appagassero: essichiedevano la costituzione. Esprimeva infine <strong>il</strong> suo rammarico <strong>nel</strong> vedererisorgere uno stato nuovo <strong>nel</strong>lo stato «invece <strong>di</strong> quella unità <strong>di</strong>governo e perfetta riunione <strong>di</strong> membra che una larga e libera istituzionepotea dare ».Il 27 gennaio, parlando delle concessioni <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando II, <strong>il</strong>Buffa spiegava i motivi <strong>di</strong> apprensione, che ancora potevano derivaredalla rivoluzione sic<strong>il</strong>iana, in or<strong>di</strong>ne al problema italiano, visto allaluce della lega, ed invocava l'opera me<strong>di</strong>atrice <strong>di</strong> Pio IX. Sullo stessoargomento insisteva ancora <strong>il</strong> Mamiani <strong>il</strong> 28 gennaio, <strong>il</strong> quale giu<strong>di</strong>cavaseveramente le concessioni del re <strong>di</strong> Napoli, e ad<strong>di</strong>tava la personaleresponsab<strong>il</strong>ità del sovrano per tutte le carenze esistenti <strong>nel</strong>le DueSic<strong>il</strong>ie. Limitava la consistenza <strong>di</strong> tali concessioni, perché soltanto« aggiungono qualche larghezza e perfezionamento a quegli istituti cheda ormai quarant'anni non <strong>di</strong>ciamo governano <strong>il</strong> <strong>regno</strong>, ma stannoscritti <strong>nel</strong>le sue leggi. Ognun sa che dal 1821 in poi è durata inNapoli questa contrad<strong>di</strong>zione sconcissima d'istituti, cioè tanto buoniquanto possono stare in assoluta monarchia e un governo ed una amministrazionepessima e inemendab<strong>il</strong>e ». Condannata la politica settaria<strong>di</strong> tale governo, <strong>il</strong> quale ha agito in modo che le restrizioni e le concussionifossero ingenti, e r<strong>il</strong>evato contemporaneamente l'universalespirito <strong>di</strong> libertà ravvivato <strong>nel</strong> <strong>regno</strong>, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo pesarese propone trerime<strong>di</strong>: l'intervento del pontefice, l'istituzione imme<strong>di</strong>ata della guar<strong>di</strong>anazionale, l'ab<strong>di</strong>cazione volontaria <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando II. Nello stesso numero,Lorenzo Ranco ritornava sul problema della guar<strong>di</strong>a civica connuovi argomenti. Il 2 febbraio <strong>il</strong> Mamiani pubblicava la seconda partedello scritto Il presente e <strong>il</strong> passato <strong>di</strong> Napoli, <strong>nel</strong> quale sottolineavale <strong>di</strong>fferenze specifiche tra la posizione dei monarchi assoluti ai tempidella Santa Alleanza e quella dei sovrani riformatori, e tra i moti del1820 e del 1821 e quelli attuali <strong>nel</strong>le Due Sic<strong>il</strong>ie, in<strong>di</strong>viduando inquell'arco <strong>di</strong> tempo, che separa le due rivoluzioni, i parametri dellospirito democratico e della ricerca della libertà. Il 7 febbraio <strong>il</strong> Mamiani,commentando <strong>il</strong> nuovo clima dei tempi costituzionali, affermava35


www.accademiaurbense.itche <strong>il</strong> popolo desiderava una costituzione, perché in essa trovava itermini precisi della sua <strong>di</strong>gnità: libertà e sicurezza. Dichiarava che ifondamenti <strong>di</strong> una costituzione dovevano essere riposti <strong>nel</strong> <strong>di</strong>rittoprivato e pubblico, e che pertanto una costituzione doveva contenerei principi della libertà in<strong>di</strong>viduale e della sicurezza pubblica: a) libertà<strong>di</strong> opinione; b) guar<strong>di</strong>a nazionale; c) parlamento; d) libertà in<strong>di</strong>viduale.Concludeva, se «qualunque <strong>di</strong> coteste franchigie e malleveriemancasse in una costituzione o vi stesse in mostra ed in apparenzapiù che in effetto, farebbe perdere a quella ogni suo valore, perchétutte si legano e si mantengono mutuamente ». Nello stesso numerodel giornale, <strong>il</strong> Ranco, riferendosi a certo or<strong>di</strong>ne autocratico ancoravivo in Sardegna, e facendo capo al programma governativo del 23ottobre, ammoniva che « se un sincero desiderio del meglio e la sete<strong>di</strong> nazionalità impongono una politica nuova e questa richiede nuovielementi <strong>di</strong> governo, <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> gran lunga dai vieti, bisogna ad ognicosto volere i mezzi corrispondenti, dacché, senza <strong>di</strong> questi, le intenzionisono lettera morta ». Criticava i meto<strong>di</strong> e l'or<strong>di</strong>namento della polizia(<strong>nel</strong>la quale era avvenuta una mera sostituzione <strong>di</strong> persone, e nonmutamenti ra<strong>di</strong>cali), l'ingerenza m<strong>il</strong>itare, che avrebbe dovuto cessaree, invece, polizia e coman<strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari esercitavano ancora la loro azio<strong>nei</strong>mprovvida e vessatoria, ed <strong>il</strong> co<strong>di</strong>ce m<strong>il</strong>itare restava ancora <strong>il</strong> simbolodella nazionalità e vigevano, tuttavia, i tribunali eccezionali. Poneva,quin<strong>di</strong>, come primo fondamento dell'in<strong>di</strong>pendenza nazionale la libertàin<strong>di</strong>viduale del citta<strong>di</strong>no.Le <strong>di</strong>rettrici politiche del giornale esprimevano, con piena misura,le istanze delle iniziative dei circoli genovesi. Il 7 febbraio, <strong>il</strong> consigliocomunale genovese si riuniva in seduta straor<strong>di</strong>naria per ascoltare lalettura <strong>di</strong> un memoriale scritto da Vincenzo Ricci con <strong>il</strong> contributo<strong>di</strong> una commissione appositamente eletta. I punti bas<strong>il</strong>ari <strong>di</strong> tale memorialeerano i seguenti: l.") chiedere al re l'istituzione della Guar<strong>di</strong>aNazionale; 2") fargli conoscere la convenienza e l'opportunità <strong>di</strong> adottareuno statuto rappresentativo e quegli or<strong>di</strong>ni fondamentali, cheerano confacenti alle circostanze attuali, e alla consapevolezza civ<strong>il</strong>edello stato. L'assemblea deliberava, con 45 voti favorevoli e 2 contrari,che <strong>il</strong> memoriale fosse sollecitamente presentato al re dai due sindaci,i quali partirono <strong>il</strong> mattino seguente per Torino, salutati dal popolocol grido: viva la Costituzione. Il 9 febbraio, <strong>il</strong> Buffa lodava <strong>il</strong> corpomunicipale <strong>di</strong> Torino, che aveva con nob<strong>il</strong>e franchezza esposto al rei bisogni e i desideri del popolo, e quello <strong>di</strong> Genova, che ne avevaimme<strong>di</strong>atamente seguito l'esempio. Esprimeva la propria fiducia <strong>nel</strong>-36


www.accademiaurbense.itA tutti i buoni Italiani <strong>di</strong> Piemonte, Liguria, Toscana e Romagna,apparso <strong>il</strong> 14 febbraio, <strong>il</strong> Buffa vedeva <strong>nel</strong>la rivoluzione <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>ial'inizio del progresso costituzionale d'Italia, e <strong>di</strong>ssipava i timori <strong>di</strong>una possib<strong>il</strong>e separazione delle Due Sic<strong>il</strong>ie, in<strong>di</strong>cando in Ruggero Settimonon soltanto <strong>il</strong> moderatore della rivoluzione sic<strong>il</strong>iana, ma ancheuna professione d'italianità, e quin<strong>di</strong> una volontà antiseparatista. Prospettavala necessità <strong>di</strong> inviare, dalle maggiori città degli stati dellalega, dei rappresentanti a Palermo in veste <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>ari tra le DueSic<strong>il</strong>ie, per <strong>il</strong> bene d'Italia. Interessante è la recensione dell'opera <strong>di</strong>Giovanni Siotto-Pintor, Della autorità viceregia in Sardegna, contenuta<strong>nel</strong> numero del 15 febbraio, <strong>nel</strong>la quale si in<strong>di</strong>cano i temi-chiave dellapubblicazione: <strong>il</strong> rapporto tra autorità viceregia e gesuitismo; gli interessi<strong>di</strong> tale autorità opposti a quelli dell'unità italiana. Il 16 febbraio,<strong>nel</strong>l'articolo La costituente napolitana, <strong>il</strong> Mamiani loda <strong>nel</strong> complessola nuova carta costituzionale <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando II, <strong>di</strong>chiarandola, per certiaspetti, più avanzata rispetto a quella francese. R<strong>il</strong>eva <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>sposizionigenerali l'importanza dell'articolo 9, relativo alle elezioni municipali,e <strong>di</strong> quella dell'articolo 29, in or<strong>di</strong>ne al segreto epistolare. Sicompiace del capitolo III, riguardante la camera dei deputati, <strong>nel</strong> qualesi r<strong>il</strong>eva che «<strong>nel</strong> Regno <strong>il</strong> solo censo non darà titolo <strong>di</strong> elettore né<strong>di</strong> eleggib<strong>il</strong>e, ma ezian<strong>di</strong>o i pregi dell'intelletto », Tra le riserve, espressesu qualche articolo, <strong>il</strong> Mamiani puntualizza quanto riguarda la religione:«Possib<strong>il</strong>e - egli precisa - che <strong>nel</strong> paese ove più volte <strong>il</strong>popolo insorse per non aver sul collo <strong>il</strong> funesto e miserando giogodella Inquisizione si voglia ora decretare la intolleranza compiuta inverso<strong>di</strong> tutti i culti? Speriamo che <strong>il</strong> tempo farà sentire al Monarca piissimo,nessuna cosa <strong>di</strong>scordar tanto dallo spirito del Vangelo, quanto la intolleranza,vesta ella qualunque colore, armisi <strong>di</strong> qualunque ragione ».Nello stesso numero <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo articolava nuovamente <strong>il</strong> problema <strong>di</strong>una lega politica <strong>di</strong>fensiva e sollecitava l'imme<strong>di</strong>ata convocazione <strong>di</strong>una Dieta italiana. Il Buffa, <strong>il</strong> 17 febbraio, accentuava la necessità <strong>di</strong>una costituzione <strong>nel</strong>lo stato pontificio per l'equ<strong>il</strong>ibrio del progressopolitico italiano. La costituzione toscana offriva al Mamiani motivi <strong>di</strong>considerazione e <strong>di</strong> comparazione. Il 13 febbraio, egli r<strong>il</strong>evava che lanuova carta toscana superava quella napoletana, per quanto riguardala concezione liberale della società: libertà del commercio e dell'industria,più estesa qualificazione dell'elettore in or<strong>di</strong>ne al commercioe all'industria, tolleranza religiosa conformemente alle leggi. Lodaval'affidamento che <strong>il</strong> patto costituzionale faceva della guar<strong>di</strong>a civica ela <strong>il</strong>luminata opera riformatrice in Toscana, dall'abolizione del crimen-38


www.accademiaurbense.itlese <strong>di</strong> Leopoldo I all'emancipazione degli israeliti, vitali premessealle larghezze costituzionali. Commentando <strong>il</strong> testo del trattato tral'Austria e i ducati <strong>di</strong> Parma e Modena, dato in Vienna <strong>il</strong> 24 <strong>di</strong>cembre1847, ma soltanto allora pubblicato, <strong>il</strong> Buffa, <strong>il</strong> 21 febbraio, vedevain quel larvato Sonderbund italo-austriaco una solenne risposta dell'Austriaai programmi costituzionali dei principi italiani, e ai fatti <strong>di</strong>Lombar<strong>di</strong>a. Tale trattato non mutava la politica austriaca, anzi, larendeva più sospetta e poteva chiarifìcare la posizione dei due duchi,che (massime quello <strong>di</strong> Parma) parevano quasi <strong>di</strong>sposti a mettersi sullavia delle riforme. Con tale trattato, i due ducati potevano essere consideratiprovincie dell'Austria, perché i due duchi avevano concessoall'imperatore <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> far marciare le truppe austriache per <strong>il</strong> loroterritorio, per l'interesse della comune <strong>di</strong>fesa o precauzione m<strong>il</strong>itare:tali ducati erano dunque nemici d'Italia. Nello scritto Di Roma costituzionale,apparso <strong>il</strong> 23 febbraio, <strong>il</strong> Mamiani <strong>di</strong>mostrava la debolezzadelle tesi <strong>di</strong> coloro che negavano al pontefice la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> costituireun governo rappresentativo, chiariva la fìsionomia del pontefìce inqualità <strong>di</strong> principe temporale e governatore <strong>di</strong> popoli e <strong>il</strong> rapportotra potere spirituale e autorità principesca. In<strong>di</strong>cava la necessità <strong>di</strong>rinnovamento <strong>nel</strong>lo stato pontificio, sottolineando che <strong>il</strong> <strong>regno</strong> temporale«debbe porre da banda gli arbitri e i motupropri, e vestire leforme costituzionali ». Vedeva <strong>nel</strong>la sola costituzione la possib<strong>il</strong>itàdella conservazione del potere temporale; se a Pio IX « sta veramentein cuore <strong>di</strong> tramandare intera la potestà regia a' suoi successori, debbesiaffrettare <strong>di</strong> darle per fondamento la libertà, che è oggimai la solae abbondevole scaturigine d'ogni potere e d'ogni forza ». Nel Supplementoal n. 23 del giornale (24 febbraio), l'articolo <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nandoPio Rosellini, Con<strong>di</strong>zioni presenti della Lombar<strong>di</strong>a è un'alta protestacontro la legge pubblicata in M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> 22 febbraio dal governatoreSpaur, e contro l'ignob<strong>il</strong>e comportamento della polizia austriaca. Lostesso Supplemento reca un invito dei genovesi ai torinesi a sospenderei preparativi per la festa del 27 febbraio per le concessioni delre perché « inique leggi ... improntate <strong>di</strong> quanto l'umana pravità e latirannia hanno <strong>di</strong> più abbietto e <strong>di</strong> più immorale, si emanavano dalgoverno austriaco a minaccia e a flagello de' miseri nostri fratelli <strong>di</strong>Lombar<strong>di</strong>a e del Ve<strong>net</strong>o ». Ammoniva «Fratelli, s<strong>il</strong>enzio, armi ».Giulio Rezasco <strong>nel</strong>l'articolo Della rappresentanza nazionale, uscito <strong>il</strong>25 febbraio, criticava <strong>il</strong> priv<strong>il</strong>egio censuale, relativo alle elezioni deideputati e concludeva, affermando che lo scopo precipuo del parlamentoè la tutela <strong>di</strong> tutti gli interessi, e che qualunque classe <strong>di</strong>39


www.accademiaurbense.itcitta<strong>di</strong>ni, in<strong>di</strong>pendentemente dal censo, ha <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere rappresentata.Interessante è un articolo del Ranco, pubblicato <strong>il</strong> 23 febbraio,sul governo austriaco in Lombar<strong>di</strong>a, <strong>nel</strong> quale, riferendosi alla proibizio<strong>nei</strong>mposta dalla <strong>di</strong>rezione generale <strong>di</strong> polizia sull'uso dei cappellialla «calabrese », alla «puritana» all'« ernani » <strong>di</strong>mostra <strong>il</strong> sostanzialedeca<strong>di</strong>mento austriaco in Europa. «Strano invero - proseguel'articolista - che una potenza così detta <strong>di</strong> prim'or<strong>di</strong>ne in Europa,un impero <strong>di</strong> trentasei m<strong>il</strong>ioni d'uomini, puntellato da mezzo m<strong>il</strong>ione<strong>di</strong> baio<strong>net</strong>te e dalla proverbiale fedeltà de' sud<strong>di</strong>ti, si tenga compromessoda alcuni in<strong>di</strong>vidui irrequieti e da una piuttosto che da altraforma <strong>di</strong> cappello, e creda non <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole alla propria <strong>di</strong>gnità, allapropria forza <strong>di</strong> scendere a ripieghi <strong>di</strong> così povera meschinità, <strong>di</strong> cosìsciocca e selvatica ferocia ».R<strong>il</strong>evata ancora, con referenze storiche, l'ingerenza austriaca inItalia, non più tollerab<strong>il</strong>e con <strong>il</strong> nuovo spirito politico, <strong>il</strong> Ranco conclude:«È tempo, per Dio, che sia finita una volta questa anarchia<strong>di</strong>plomatica e governativa che avv<strong>il</strong>isce nazioni e governi; è tempoche si inauguri <strong>nel</strong>l'Europa ribattezzata un'epoca nuova e si mostriirrevocab<strong>il</strong>mente che <strong>il</strong> capriccio e la volontà <strong>di</strong> dentro e <strong>di</strong> fuori nonsono più regola per nessuno, che la forza senza consecrazione, che <strong>il</strong>successo senza ragione sono finiti per sempre. È tempo che nessunoignori che i popoli possono forse ancora rassegnarsi ad essere vinti,ma um<strong>il</strong>iati e derisi no ». Pubblicato lo statuto, <strong>il</strong> Buffa <strong>il</strong> 7 marzo,ne r<strong>il</strong>evava le somiglianze specifiche con le altre costituzioni <strong>di</strong> Napolie <strong>di</strong> Toscana e pertanto faceva un breve esame comparativo <strong>di</strong> esse,insistendo particolarmente sullo stato giuri<strong>di</strong>co dei valdesi, degli israeliti,<strong>di</strong> tutti gli acattolici <strong>nel</strong>l'ambito delle tre costituzioni. Accentuavai motivi <strong>di</strong> maggiore liberalità della costituzione piemontese, rispettoalle altre (specialmente riferendosi all'articolo 5 dello statuto albertinoe all'articolo 13 <strong>di</strong> quello toscano, riguardanti i trattati <strong>di</strong> alleanzae <strong>di</strong> commercio) e soprattutto lodava l'articolo 32, relativo al <strong>di</strong>rittodei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> adunarsi pacificamente e senza armi (<strong>di</strong>ritto non ancorariconosciuto dalle altre costituzioni, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> quelle inglese ebelgica). Esprimeva tuttavia alcune riserve e ad<strong>di</strong>tava elementi integrativi.Il 14 marzo, <strong>il</strong> Buffa, notando che l'Austria «più veloce a'nostri danni che non siamo noi al nostro bene, ha stretto la sua legain Italia », deplorava l'atteggiamento <strong>di</strong> alcuni principi italiani, intentipiù alla ristrutturazione della loro politica interna, che alla valutazionedei problemi <strong>di</strong> massima importanza <strong>nel</strong>l'ambito nazionale. Il loropensiero doveva concentrarsi <strong>nel</strong> binomio: lega e guerra; gli avveni-40


www.accademiaurbense.it·\\w I..' ." I.LA IjEGA ITALIANA.(;(OIl ."lLE POLITICO. I~CO."mIlCO. SCIEynl'lCO E UnTElUIUO1.· I ! ù ~ tat ~ ,tI ' ,I . .... \ UI. ... ..Il .'' ''' ' '' U Il' ''1'•• 1.\' 'II. L \ 1 1.' . \ Il .\ 1.1\ .\ .\ II.i'l '- Il ol l 'II,I.i1f"ol l·' " ';':" 111" " '1'11'- <strong>il</strong> f'J ""11 . , ' Il"11''' h ,' , .. II. 1.1 .. 'l lI m .IIt" . • •, ~, 11 1.11I" "!I , Il .\I I" O IJo..III' .1 \",,"(·, .1.Il'' ' ' a l ull.. r.·:,!., ..! Il.•1 I .· ~1 .1 l'"l . ' III l''' ' \ " n .1 <strong>il</strong>i I ," " rull i I r;:" l u i . I f .. tITl'· l,' 1" '11"'11,. 1,,'" k '--,", 1,' · ,, ]."11111. 1 14, .,11,'11·11.11 11" . " 1.1\ 1IIl' iI 'lI \ i Il all ''' I: ... . "o. I-.- .~ _ , • • • • • ' h , . ... "H. ., _ I .: ,.. .. .. 1 ~ T1 \ ' l " l' ' O " _ ' " • 1 . ,. ·... I:. .. . _ h t••, ~ Il. .. ...... , t / ," ITe stata del pr imo numero del giorn ale fonda to daDomenico Buffa.r- ---\ ' \ u r r l('I O DFl l Al EGA I T A Ll /, r ,J ~./ '.\/ IJ. _ ... ICaricatura <strong>di</strong> Do men ico Buffa, <strong>di</strong>rettor e de La Lega Italiana. Sott o la vig<strong>net</strong>t asi legge : « Si mette: a scr ivere articoli rossi » .(L, Maga, Genova, 14 apr<strong>il</strong>e 1853).


\. ...'"" ,p"..­ ...,; ,.""'. ......-....~.~: 'J llmeD l e libfro Don _~ \I i oo <strong>il</strong> prl....I;.'~'" Mi" Ce. 1'i1liiira . F • "'''111&­' " " ' 1':1 I :~ I'el lia/llol th ,' da ~ II Id iO Il debba.. i ~ t er_m . "L" reprim er« I In ,I celali teot~Li, i delnem ici dell' iu<strong>di</strong>pe udeusa • ddla lib,rL'I , e rìsu­Ic<strong>il</strong>ar. Del POlIOlo qu.11' enlc~ che 1010 bu letule a "Ill!'llfre e polpDlelll,'QIe aiutare l' esercita: dalI' altre ~ i a m e 'l i~ ri llC ri n g ff~ prontameote• Dna coDf,dpr' linoe itahana <strong>nel</strong> modo piÙ conformealla hb"rlà rh-l popoli. alla ~ic u rr Zl a dei priocipl.t:••m" la libert a iuuuicrpule è la pietra angelaretI' ocui gll l"rrllo H~nt J1l "u h ' libr-ro , e Il 50r ..~ I' IIle (lii, reClllld. J' l ,~ni grandeHa narlonale ,nol ci stu<strong>di</strong>erernu <strong>di</strong> Ira,rormJr'# la ' l'uria 1 .~g 6l.'.lè prumu'g.ua dal pr"", nle mini_t...." io altraPl<strong>il</strong> laroa c l' 1)Uracl' nl~ iii tempi, ai pnf<strong>il</strong>ti italia<strong>il</strong>i. alle Iral1lzi')hi ~ all~ spera lllP loro.A qUl':lI prdJ('ipii Il.! nui l'ftlrl'S''' <strong>di</strong> (lr('fl l"erolh' II.1 C,m"I J. qur-tli lIt" J1r1':"t, ' lIlp ~l ll l i 'li t " ro , l\.)~ lcnlt!f, da UP .' lII a~~lOr<strong>il</strong> tllJ. dh" noi 1\1' 11 r rl'lll.lIuOlC"rJ: }ll'n-i,,!", Ile m.UH:;\' al P~ r1 am l ' li l l l 1111'* I.lm~I: 1 tJl i ().·pUldl i lP d ip~'n dt" lI tl {'lItn' \ i ~it 'llt-'-qI:ai iullt'ru Il l<strong>il</strong>l Ul' ro .- Jh'rm.':'


www.accademiaurbense.it" \\* -"minis tero Perronc-Pi <strong>nel</strong>li, in calce alle~ politica dei deputati dell'opposizione.


www.accademiaurbense.itCaricatura <strong>di</strong> Domenico Buffa giorn alista e lib eral e mod erato.(Lo " l a .~ " . Genova, [4 apri le 1853).Carica tur a <strong>di</strong> Domenico Buffa volon tar io in Lombar<strong>di</strong>a.(La J I ,(~ (/, Geno va, 14 apr<strong>il</strong>e 1853).


www.accademiaurbense.itmenti rendevano questa lega sempre pru necessaria, perché la guerranon si poteva evitare. I governi correvano <strong>il</strong> pericolo <strong>di</strong> alienarsi lasimpatia popolare, ogni cagione <strong>di</strong> malcontento poteva essere fomite <strong>di</strong><strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e. L'Austria, al <strong>di</strong> là del Po, spargeva <strong>di</strong>ffiidenza verso gli altristati italiani, e i popoli stanchi cominciavano a dubitare della solidarietà;l'Austria cercava <strong>di</strong> d<strong>il</strong>fondere in Lombar<strong>di</strong>a la voce del tra<strong>di</strong>mentodegli stati italiani per la causa della liberazione e tentava anche<strong>di</strong> propagare idee repubblicane; giocava tutte le carte per neutralizzarei Lombar<strong>di</strong>. Il Buffa confidava <strong>nel</strong>la fermezza <strong>di</strong> Carlo Albertoe <strong>nel</strong>la <strong>di</strong> lui perspicacia per la scelta del tempo opportuno « Cagioni<strong>di</strong> guerra non mancano - prosegue l'articolo -; quando non sivolesse appigliarsi a quelle d'or<strong>di</strong>ne più alto, che scendono dai <strong>di</strong>rittiimprescrittib<strong>il</strong>i d'ogni nazione, e si amasse invece camminare coi trampolidella <strong>di</strong>plomazia, non mancherebbero motivi. I Tedeschi sono <strong>nel</strong>Ducato <strong>di</strong> Parma; occupano a mano armata quello Stato sopra unaparte del quale competono al Piemonte de' <strong>di</strong>ritti riconosciuti dai trattati... I destini d'Italia sono maturi; precipitarli è salvarli. D'ora inpoi questa sarà la <strong>di</strong>visa del nostro giornale: Lega e guerra ». Riferendosialla formazione del nuovo ministero costituzionale, <strong>il</strong> Ranco<strong>nel</strong>lo stesso numero del giornale asseriva che i tempi erano <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i,ma non per uomini <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> volontà che comprendono le necessitàdel momento e sanno alimentare le speranze italiane. R<strong>il</strong>evava cheerano finiti i tempi in cui <strong>il</strong> Della Margherita poteva resistere a una petizione<strong>di</strong> ventim<strong>il</strong>a firme, relativa all'espulsione dei Gesuiti, perché lo spiritopopolare si era profondamente rinnovato. Auspicava un ministero<strong>di</strong>sposto « anzitutto ad una risolutezza eroica»; incoraggiava i ministrigià designati Balbo, Pareto, Ricci alla lotta per <strong>il</strong> rinnovamento totaledello Stato. «Molto s'aspetta da voi; - egli precisava - la nazioneattende una perfetta legge elettorale ... Da gran tempo gli uomini vannocercando <strong>nel</strong>la b<strong>il</strong>ancia de' poteri, <strong>nel</strong>le leggi organiche un rime<strong>di</strong>o,ma <strong>il</strong> rime<strong>di</strong>o non è trovato e l'esperienza prova ogni giorno che tuttele precauzioni sono <strong>di</strong>ghe impotenti contro <strong>il</strong> maltalento e le passionie che, malgrado gli sforzi <strong>di</strong> coloro che credono all'efficacia delle istituzioni,non si è ancora trovato modo <strong>di</strong> collocare e mantenere la leggeal <strong>di</strong> sopra degli uomini».In un articolo pubblicato <strong>il</strong> 20 marzo <strong>il</strong> Buffa esaminava la costituzioneconcessa da Pio IX, paragonandola in alcuni punti con i treprecedenti statuti italiani. Dopo avere affermato che <strong>il</strong> Papa, essendocustode della tra<strong>di</strong>zione cattolica, ha attinto le sue riforme da taletra<strong>di</strong>zione, <strong>di</strong>ce che « la prima cosa che subito colpisce chiunque pone41


gli occhi sullo Statuto <strong>di</strong> Pio è quella risoluta franchezza con cui separal'uno dall'altro i due poteri, temporale e spirituale ». E conclude « Se<strong>il</strong> potere spirituale rinunzia a quella ingerenza che aveva da antico<strong>nel</strong>le cose temporali, e questo fa in Roma dove <strong>il</strong> Principe è sacerdote,in qual altra contrada del mondo potrà amai negare <strong>di</strong> farlo? ».4. Confermate le prime notizie della rivoluzione m<strong>il</strong>anese, chea Genova giunsero <strong>il</strong> 19 marzo per mezzo del corriere, DomenicoBuffa partì <strong>nel</strong>la mattinata del 21 con Giorgio Doria e Fer<strong>di</strong>nando PioRosellini per la frontiera lombarda. A Novi si unirono agli altri volontaripiemontesi e liguri (e tale citta<strong>di</strong>na fu <strong>il</strong> primo centro <strong>di</strong> raccolta,da dove i vari gruppi <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a civica e <strong>di</strong> borghesi mossero, concerto or<strong>di</strong>ne, verso Voghera). In quello stesso giorno, <strong>il</strong> Buffa si affrettòa scrivere al fratello Ignazio, rimasto alla redazione del giornale«Fatemi <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> gridare subito e gridare e gridare che a Novi b­non è uno schioppo, e non trovarono nulla, e bestemmiano », Il mattinodel giorno seguente, da Voghera, riferiva le notizie raccolte suM<strong>il</strong>ano e sottolineava la carenza <strong>di</strong> armi e a mezzogiorno, da S. MartinoSiccomario, comunicava al fratello «Siamo arrivati un'ora fa alGravellone e qui abbiamo trovato buon numero <strong>di</strong> nostri amici: Mameli,Cambiaso, Farina, Deferrari ecc. ... saremo da 150 partiti daGenova; contando quelli partiti da altre parti dello stato saremo 600all'incirca: i più armati con fuc<strong>il</strong>i da caccia, ma tutti egregiamente<strong>di</strong>sposti e impazienti <strong>di</strong> romperla: c'è un po' <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, com'è naturale,ma questo poco importa. Di truppe regolari quì non abbiamo connoi più che una compagnia del reggimento Regina; ma a poca <strong>di</strong>stanzasi trovano altre compagnie <strong>di</strong> questo medesimo reggimento; c'è pureun'ottantina <strong>di</strong> uomini a cavallo, venuti da Vigevano: insomma lenostre forze sono un po' scarse a fronte dell'impresa », Tale insufficienza<strong>di</strong> uomini e <strong>di</strong> mezzi per effettuare l'entrata in Lombar<strong>di</strong>a èancora sottolineata in un'altra lettera al fratello dello stesso giorno,<strong>nel</strong>la quale r<strong>il</strong>eva che lo spirito <strong>di</strong> tutti era eccellente, e che si aspettaval'artiglieria, che avrebbe dovuto oltrepassare Voghera, senza dellaquale era impossib<strong>il</strong>e tentare <strong>di</strong> passare <strong>il</strong> confine. Il 24 marzo, daM<strong>il</strong>ano, narra al fratello e ai genitori <strong>il</strong> passaggio del confine, la sostaa Pavia e l'entrata in M<strong>il</strong>ano: «Eravamo cinque o sei cento, de' qualiforse 250 genovesi. Entrammo in trionfo per porta Ticinese, um<strong>il</strong>iatiquasi <strong>di</strong> raccogliere tanti applausi, tanti evviva senza aver fatto ancoranulla... Le vie e le finestre erano piene <strong>di</strong> persone, che ci applau<strong>di</strong>vano». Interessanti sono le impressioni, colte <strong>nel</strong>l'imme<strong>di</strong>atezza, <strong>di</strong>42www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itM<strong>il</strong>ano, che <strong>il</strong> Buffa comunica <strong>nel</strong>le lettere. Dopo aver affermato chele prodezze <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, <strong>nei</strong> cinque giorni che durò <strong>il</strong> combattimento,furono veramente favolose, che i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> quella città rivelaronoun valore formidab<strong>il</strong>e, pone particolarmente l'accento sulle scelleratezzecompiute dai soldati austriaci e accenna alla venerazione dei m<strong>il</strong>anesiper Pio IX e alle intenzioni del governo provvisorio <strong>di</strong> convocareun'assemblea generale <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> Lombardo-Ve<strong>net</strong>o. Il 25 marzo,dopo aver riferito sugli aspetti più sensib<strong>il</strong>i della città <strong>nel</strong>la sua fìsionomianuova, che recava tuttavia la presenza <strong>di</strong> una lotta furibonda,e della nuova atmosfera psicologica, si preoccupa per <strong>il</strong> Piemonte, lacui azione, teme, non sia stata così imme<strong>di</strong>ata come forse i lombar<strong>di</strong>avrebbero desiderato. Riferendosi all'arrivo in Lombar<strong>di</strong>a delle truppepiemontesi, conclude: «Se fossero entrate solamente due o tre giorniinnanzi sarebbe stata altra cosa: ora converrà che Carlo Alberto mostr<strong>il</strong>a propria importanza o vincendo qualche grande battaglia o cacciandoi tedeschi da Verona, o insomma con qualche fatto veramente grande.In caso <strong>di</strong>verso, questa entrata tar<strong>di</strong>va farà poco frutto <strong>nel</strong>l'opinionedel Lombardo ». Il 26, ancora annotava al fratello «Oggi alle 11antim. giungerà quì <strong>il</strong> reggimento Regina e sarà accolto in trionfo.Ma bisogna che <strong>il</strong> nostro governo faccia presto, e non perda un minuto». AI suo occhio attento <strong>di</strong> osservatore politico non sfuggiva <strong>il</strong>pericolo <strong>di</strong> una reazione antipiemontese in Lombar<strong>di</strong>a, e le <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> una eventuale fusione; conosceva le aderenze della propaganda repubblicanae la loro consistenza, viva in alcuni esponenti della rivoluzione.Il 28, scriveva ai genitori: «Carlo Alberto è entrato in Lombar<strong>di</strong>a,ha protestato ch'egli non si vuole ingerire delle cose internedel paese, e colle sue truppe caccierà e <strong>di</strong>struggerà i nemici: ma vedreteche quì si vorrà proclamare la repubblica, e quello che si vorrà farquì si vorrà fare prima a Genova poi in Piemonte, poi in Toscanae in tutta Italia: e già in Venezia s'è fatto. Ora in Lombar<strong>di</strong>a, Toscanae Romagna potrà, essendo senza resistenza nessuna, ma in Piemontee a Napoli produrrà inevitab<strong>il</strong>mente una guerra civ<strong>il</strong>e », Talitimori lo avevano indotto ad inserirsi <strong>nei</strong> circoli politici della capitalelombarda, con <strong>il</strong> preciso scopo <strong>di</strong> controllarne le intenzioni, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>arne<strong>il</strong> temperamento, <strong>di</strong> r<strong>il</strong>evarne l'entità e la <strong>di</strong>mensione operativa perquanto poteva interessare <strong>il</strong> rapporto tra <strong>il</strong> Piemonte e la Lombar<strong>di</strong>a.Poiché la corrente antipiemontese o comunque municipalistica m<strong>il</strong>anesecercava <strong>di</strong> attenuare le simpatie verso i liguri e i subalpini, <strong>di</strong>ffondendola voce che i volontari genovesi fossero stati accolti inM<strong>il</strong>ano con freddezza (ed era evidente in tale propaganda la <strong>di</strong>rettrice43


www.accademiaurbense.itdella <strong>di</strong>ffidenza <strong>di</strong> alcuni gruppi d'azione lombar<strong>di</strong> verso l'interventopiemontese), <strong>il</strong> Buffa, <strong>il</strong> 27 marzo, fece <strong>di</strong>ffondere in M<strong>il</strong>ano un fogliovolante, intitolato I Genovesi ai fratelli M<strong>il</strong>anesi 4\ <strong>nel</strong> quale si smentivanotali insinuazioni. Il documento reca in calce le firme <strong>di</strong> 145volontari genovesi, tra i quali figurano Nino Bixio, Goffredo Mameli,Giorgio Doria, Fer<strong>di</strong>nando Pio Rosellini, Federico Campa<strong>nel</strong>la, AntonioMosto, Gerolamo Boccardo, Nicola Accame, Francesco Daneri,Luigi Lomellini, ecc. A M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> Buffa cercava tuttavia <strong>di</strong> far conoscereLa Lega I taliana e <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire <strong>il</strong> cambio con i nuovi giornal<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong>. Il 29 marzo, recandosi da M<strong>il</strong>ano a Treviglio per seguireda vicino le operazioni m<strong>il</strong>itari, cadde dal vapore, ferendosi ad unginocchio e fu costretto a fermarsi a Melzo. La improvvisa partenzadel <strong>di</strong>rettore della Lega da Genova, provocò un accentuato scontentotra gli azionisti del giornale, e creò serie <strong>di</strong>fficoltà <strong>nel</strong>la redazione <strong>di</strong>esso. Dopo la partenza del Marniani, <strong>il</strong> peso della <strong>di</strong>rezione del giornaleera caduto interamente sul Buffa, e allontanandosi anche quest'ultimo,era rimasto soltanto <strong>il</strong> Ranco a sostenere, quasi totalmente, laresponsab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un lavoro ingente. Angelo Orsini, <strong>il</strong> 28 marzo, facevapresente al Buffa la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio in cui versava <strong>il</strong> giornale,<strong>il</strong> quale « privo de' suoi due più vali<strong>di</strong> puntelli si è retto zoppicandoalla meglio, e si procurerà, per quanto sta in noi, a non lasciarlo caderea terra; ma è necessario, anzi assolutamente in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e che voi,rinunziando alle glorie guerresche veniate a combattere con la penna ».Tuttavia, anche durante l'assenza del Buffa, <strong>il</strong> giornale continuò ancoracon lo stesso tono critico-polemico aderentemente alle <strong>di</strong>rettrici programmatiche,racchiudendo <strong>nel</strong> binomio lega e guerra la vitalità dellasua tematica politica e della sua fede nazionale e confederativa. DaPesaro, <strong>il</strong> 28 marzo, <strong>il</strong> Mamiani scriveva «<strong>nei</strong> luoghi d'Italia pe'quali san passato poc'anzi, ho da tutti sentito dar lode a quel vostromotto Lega e Guerra, posto in capo del foglio ed esprimente le duesupreme esigenze dei tempi ».Il 21 marzo un articolo <strong>di</strong> Francesco DalI'Ongaro puntualizzavagli scopi che erano necessari all'Italia: libertà e in<strong>di</strong>pendenza; e <strong>il</strong> 22,uno scritto del Ranco suonava come una esplicita <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong>guerra all' Austria. Tra le in<strong>di</strong>cazioni e le sollecitazioni che <strong>il</strong> giornalesottolineava in quei ,giorni era anche presente <strong>il</strong> problema sociale edeconomico; uno scritto <strong>di</strong> Giuseppe Torchiani, Con<strong>di</strong>zioni della Sar-4;; Stampato in M<strong>il</strong>ano presso la tipografia Ricor<strong>di</strong>. Fu anche riportato da La LegaItaliana, a. I, n. 53 (30 marzo 1848).44


www.accademiaurbense.itdegna, pubblicato <strong>il</strong> 27 marzo, è particolarmente significativo. «Lamaggior parte delle sue popolazioni inoperosa per mancanza <strong>di</strong> lavoro- affermava l'articolista-, sente già i tristi effetti d'un'estrema miseria.Oramai si sono <strong>di</strong>vorate l'erbe selvatiche, ed <strong>il</strong> cavallo che muore,presenta <strong>il</strong> pasto più lieto all'uomo cadente d'ine<strong>di</strong>a. Le campagnesono infestate da torme <strong>di</strong> famelici, che mettonvi a ruba <strong>il</strong> bestiameed i frutti del suolo ancora immaturi ».Per quanto concerneva la politica interna, l'attuazione delle riforme,l'elezione dei deputati, <strong>il</strong> Ranco provvedeva con articoli ricchi<strong>di</strong> dottrina. Illustrando <strong>il</strong> significato e <strong>il</strong> valore delle prossime elezioni,<strong>il</strong> 29 marzo, in<strong>di</strong>cava agli elettori «che essi non sono chiamati a farprevalere passioni e desiderii in<strong>di</strong>viduali o municipali, ma l'interessegenerale della nazione in armonia coll'ut<strong>il</strong>e locale ». La politica incertadel governo toscano, e la sua abulia <strong>di</strong> fronte alla guerra, erano sottolineatedal Ranco <strong>il</strong> 1 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> quale attaccava in modo massiccio<strong>il</strong> vario rifiorire del municipalismo, condannandolo come in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> regressoe <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione al nuovo spirito pubblico. « Che è dunque- egli scriveva - questa risorta Repubblica <strong>di</strong> S. Marco? Veneziaavrebb'ella <strong>di</strong>menticato i mali dell'esser sola, i benefizii dell'unione,i Lombar<strong>di</strong> che muoiono per la libertà <strong>di</strong> tutti? ... Modena anch'essaha compito la propria rivoluzione, togliendosi <strong>di</strong> dosso <strong>il</strong> peso intollerab<strong>il</strong>edel figliuolo <strong>di</strong> un Francesco IV. Da buoni fratelli i braviBolognesi volano generosamente a lei per aiuto, ma, freddamenteaccolti, rifanno la strada ». Citava Parma, Massa e Carrara, la Sic<strong>il</strong>iacome esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregazione, <strong>di</strong> separatismo, <strong>di</strong> campan<strong>il</strong>ismo, <strong>di</strong> unaconcezione limitativa dell'in<strong>di</strong>pendenza, meramente intesa come libertàmunicipale e quin<strong>di</strong> ancorata a certo strumentalismo politico del 1831,ben lontano dalle aspirazioni del presente.Articoli <strong>di</strong> critica politica mandava ancora <strong>il</strong> Buffa dalla Lombar<strong>di</strong>a,pubblicati <strong>il</strong> 7 e 1'8 apr<strong>il</strong>e, <strong>nei</strong> quali raccoglieva gli aspetti vitalidel risorgimento italiano, prima e dopo la rivoluzione sic<strong>il</strong>iana, in<strong>di</strong>cando<strong>nei</strong> fatti <strong>di</strong> Palermo l'inizio <strong>di</strong> una nuova fase politica dellanazionali tà italiana. Il 10 apr<strong>il</strong>e loda l'opera del governo provvisorio<strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, per quanto riguarda i problemi particolari e generali (r<strong>il</strong>eva<strong>il</strong> significato sociale della rivoluzione e l'assenza <strong>di</strong> municipalismo)e loda i lombar<strong>di</strong> «perché si astengono dal proclamare qualsiasi governofinché la guerra dura» ed afferma che i lombar<strong>di</strong> hanno bisognodell'unione <strong>di</strong> tutti gli italiani, e che <strong>il</strong> governo provvisorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>anoha saputo trovare <strong>il</strong> giusto equ<strong>il</strong>ibrio. Soltanto l'assemblea lombardove<strong>net</strong>apotrà scegliere un governo che rappresenti veramente la nazione.45


www.accademiaurbense.itContro l'azione repubblicana, operante in quei giorni a M<strong>il</strong>ano, aVenezia e in Toscana, scriveva 1'11 apr<strong>il</strong>e Raffaello Nocchi <strong>di</strong> Lucca,giunto da poco a Genova, da dove doveva partire per recarsi al fronte.« In Italia - asseriva lo scrittore toscano - si compone, o per meglio<strong>di</strong>re si agita un partito repubblicano. Ed è un partito, non un'opinionenazionale. L'opinione nazionale nn qui ha voluto e vuole <strong>il</strong> progressociv<strong>il</strong>e, ottenuto con lo svolgimento <strong>di</strong> tutti gli elementi esistenti, chenon ripugnano assolutamente <strong>di</strong> rinnovarsi a seconda de' nuovi bisogni.I gesuiti furono respinti implacab<strong>il</strong>mente, perché implacab<strong>il</strong>mente siopponevano al bene della nazione. Ma <strong>il</strong> repubblicanismo vuole andareoltre, ed espellere affatto anche l'elemento monarchico. Eppure chequesto sia stato operatore non ultimo dei presenti progressi ottenuti,è storia, è un fatto consacrato col nome <strong>di</strong> un gran Pontefice ». Intende<strong>il</strong> principio monarchico come forza unihcatrice, come punto fermosu cui può poggiare l'agitarsi delle opinioni, e conclude insistendosulla necessità <strong>di</strong> appoggiarsi al principio monarchico, in armonia conle istituzioni democratiche. «Abbiamo bisogno <strong>di</strong> essere forti - ammonisce<strong>il</strong> Nocchi - e per essere forti bisogna tendere a costituirsi<strong>nel</strong>la maggiore, e più saldamente basata unità ».Abbiamo seguito, attraverso i contributi essenziali, l'iter politicodel giornale del Buffa, in or<strong>di</strong>ne alla problematica moderata <strong>di</strong> queigiorni, <strong>nel</strong>la sua articolazione <strong>di</strong>alettica, secondo le <strong>di</strong>rettrici idealie strumentali suggerite da un momento particolarmente interessantedell'atmosfera quarantottesca. Il 14 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Buffa, <strong>il</strong> Ranco e glialtri comp<strong>il</strong>atori lasciavano <strong>il</strong> giornale. Tra gli azionisti e la <strong>di</strong>rezionedel giornale era sorta una incompatib<strong>il</strong>ità, la quale fu sostanzialmenteprovocata dalla improvvisa partenza del Buffa e del Rosellini per laLombar<strong>di</strong>a. Gli azionisti non giustificarono l'abbandono della <strong>di</strong>rezionedel Buffa, sia pure motivato da nob<strong>il</strong>i e patriottiche intenzioni.Mentre egli era ancora in Lombar<strong>di</strong>a, licenziarono alcuni comp<strong>il</strong>atori e<strong>di</strong>chiararono decaduto dal suo ufficio <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore. Tornato a Genova <strong>il</strong>12 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Buffa lasciò la <strong>di</strong>rezione del giornale .6. L'ultimo numero." La vcrrcnza tra <strong>il</strong> Buffa e gli azionisti è documentata da alcune lettere e dagliatti legali relativi. In un ricorso degli azionisti del giornale al giu<strong>di</strong>ce del quartiere <strong>di</strong>S. Teodoro in Genova si legge: «1II.mo Signor Giu<strong>di</strong>ce. Esponesi per parte dei sottoscrittiazionisti della Società alla Lega Italiana; che essendo venuti in cognizione, permezzo della pubblica voce, come <strong>il</strong> signor avvocato Domenico Buffa, <strong>di</strong>rettore del giornaleLa Lega Ituliana, siasi improvvisamente allontanato da Genova per recarsi ai confin<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong>, <strong>nel</strong> mentre che ammirano lo slancio generoso che spingeva detto signorBuffa a portare <strong>il</strong> suo braccio in soccorso agli oppresi, pure considerando come conquesto priva del suo senno <strong>il</strong> giornale, altronde già vac<strong>il</strong>lante per l'assenza dell'<strong>il</strong>lustreMurniani, e non ostante l'impegno da lui contratto, sia col pubblico in generale, che cogli46


www.accademiaurbense.itde La Lega Italiana uscì <strong>il</strong> 17 apr<strong>il</strong>e e fu <strong>il</strong> sessantaseiesimo; <strong>il</strong> 18 apr<strong>il</strong>e,<strong>il</strong> giornale, <strong>di</strong>retto da F<strong>il</strong>ippo Bettini, assumeva un nuovo titolo IlPensiero Italiano, che recava <strong>nel</strong>la testata gli stessi motti della Lega,e ne continuava la numerazione (n. 67). Il Bettini giustificava la presenzadel nuovo giornale con le mutate prospettive ideali e politiche,promosse dalla rivoluzione e dalla guerra: «Chi prima ideava la LegaItaliana voleva esprimere <strong>il</strong> pensiero italiano con quella formola, cheparea più adatta all'istante, per poi progressivamente seguitarne losv<strong>il</strong>uppo sino all'intera manifestazione. Poche giornate italiane lopalesarono intero ad un tratto come per incanto .., dalle riforme sipassò alle costituzioni, da queste all'in<strong>di</strong>pendenza, all'unione nazionale,e i cinque giorni della gloriosa M<strong>il</strong>ano coronarono l'opera iniziata daPio ... L'Italia seppe fare da sé e Dio fu con Lei. Il pensiero italianosi palesò intero <strong>nel</strong>la vittoria del popolo, br<strong>il</strong>lò a un tratto in tuttele menti, fu sentito in tutti i cuori, parlò da ogni labbro italianoin<strong>di</strong>pendenza, unificazione politica, emancipazione completa, Italia costituitaa nazione, messa a capo della terza civ<strong>il</strong>tà ».Risolta la controversia con gli azionisti del giornale, <strong>il</strong> Buffa <strong>il</strong>21 apr<strong>il</strong>e ripartì per M<strong>il</strong>ano, dove frequentò attivamente i circoli politici,e dove sosteneva <strong>il</strong> <strong>di</strong>battito relativo all'unione della Lombar<strong>di</strong>a colPiemonte, e quin<strong>di</strong> combatteva, con ogni mezzo, l'idea repubblicana.azionisti III particolare. Considerando che con questo fatto <strong>il</strong> signor Buffa espone sestesso volontariamente al pericolo <strong>di</strong> essere impossib<strong>il</strong>itato per molto tempo a poter prestarel'opera sua al giornale, mentre d'altronde non faceva che aggiungere un fuc<strong>il</strong>e <strong>di</strong>più alle migliaia che già servivano la santa causa; Considerando che se prima della suapartenza, <strong>il</strong> signor Direttore ne avesse parlato a chi <strong>di</strong> dovere, almeno si poteva profittaredella sua andata colà, stab<strong>il</strong>endo per mezzo suo una corsa <strong>di</strong> staffetta da giovarsenepel giornale medesimo. Per tutti questi motivi, essi si credono in <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> protestare,come protestano in tutte le più valide forme, contro questa improvvisa e non avvisatapartenza del signor Domenico BulIa, ed intendono valersi <strong>di</strong> tutti quei <strong>di</strong>ritti che lorocompetono in conseguenza <strong>di</strong> questo suo operato. Quin<strong>di</strong> è che supplicano la S.V. Ill.maa volere <strong>di</strong> tutto ciò mandare legale not<strong>il</strong>icanza al suddetto signor avvocato DomenicoBuffa ad esclusione d'ignoranza.Firmati: Domenico Elena, G. Balbi Piovera, F. Balbi Senarega, G. Carlo Serra,Enrico Scerno, Giacomo Balbi fu Tommaso, Orso Serra, Giuseppe Carrega.Noi assessore Francesco Cerruti, Giu<strong>di</strong>ce per S.M. del quartier S. Teodoro; Visto<strong>il</strong> retro scritto ricorso, man<strong>di</strong>amo <strong>il</strong> tenor suo, non che del presente per copia autenticanotificarsi all'avvocato Domenico Buffa per tutti quegli effetti che <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto. Genova,lo apr<strong>il</strong>e 1848. F. Cerruti, Giu<strong>di</strong>ce. Bensa, Segretario ». A tale ricorso e ad un altrodel 7 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Buffa mosse le sue fondate controdeduzioni. La vertenza non fu contenuta<strong>nei</strong> termini privati e <strong>il</strong> Buffa, per giustificare ai lettori la propria uscita dalla<strong>di</strong>rezione del giornale, e <strong>di</strong> quella degli altri collaboratori, pubblicava <strong>il</strong> 18 apr<strong>il</strong>e unfoglio volante del formato del giornale, intitolato Ai lettori della Lega Italiana (StamperiaCasanova) <strong>nel</strong> quale faceva la cronistoria dei proprii rapporti con gli azionisti delgiornale, recando brani <strong>di</strong> lettere e documenti atti a <strong>di</strong>mostrare le lab<strong>il</strong>i ragioni degliazionisti. Tuttavia, egli <strong>di</strong>mostrò nob<strong>il</strong>tà d'animo rinunciando volontariamente alla proprietàche gli competeva sul titolo del giornale.47


www.accademiaurbense.itIl 29 apr<strong>il</strong>e scriveva ai genitori che <strong>il</strong> club formatosi in M<strong>il</strong>ano per lafusione della Lombar<strong>di</strong>a col Piemonte era già numerosissimo: «Questaopinione qui - proseguiva - ha fatto progressi straor<strong>di</strong>narii... <strong>il</strong>partito della repubblica è scemato moltissimo <strong>di</strong> numero ». Era tornatoa M<strong>il</strong>ano con lo scopo <strong>di</strong> fondarvi un giornale, che sollecitasse lafusione, ma non gli fu possib<strong>il</strong>e, perché, <strong>nel</strong>la capitale lombarda giàalcuni perio<strong>di</strong>ci avevano iniziato ad appoggiare tale idea. Il 30 apr<strong>il</strong>esi recò al quartier generale per organizzare un gazzettino per l'esercito,col quale, esclusa ogni polemica, si doveva quoti<strong>di</strong>anamente dare notiziadelle azioni belliche. Sollecitava intanto la partenza da Genova<strong>di</strong> Raffaello Nocchi per M<strong>il</strong>ano, <strong>il</strong> quale doveva occuparsi della redazione<strong>di</strong> tale gazzettino. 11 Buffa, eletto deputato, doveva partire perTorino.5. A M<strong>il</strong>ano, <strong>il</strong> 30 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Buffa riceveva la notizra della suaelezione a deputato, la quale, come egli stesso scriveva, era avvenutasenza intrighi e clientele 47. Era stato eletto <strong>nel</strong> collegio <strong>di</strong> Ovada, suapatria, con 94 voti su 123 elettori. «La tua nomina - gli scriveva <strong>il</strong>padre <strong>il</strong> 30 apr<strong>il</strong>e - è simpatica a tutti e in specie al vero popolo ».È stato conservato <strong>il</strong> testo della sua professione <strong>di</strong> fede politica, ch'egl<strong>il</strong>esse, o comunque fece leggere ai suoi elettori. Il documento è interessante,perché in esso sono contenute le premesse vitali della suacondotta politica, ed espressi in nuce i principi, ai quali si stu<strong>di</strong>òsempre <strong>di</strong> restare fedele. Egli asseriva che la sua azione politica avrebbesempre promosso la maggior libertà possib<strong>il</strong>e, in ottemperanza aiprincipi fondamentali della giustizia e dell'onestà, e che avrebbe sempre<strong>di</strong>feso <strong>il</strong> governo, qualora questo fosse rimasto <strong>nel</strong>la via dellalibertà e del progresso. Egli intendeva sostenere un governo liberale,non soltanto <strong>nel</strong>lo svolgimento operativo delle riforme interne, maanche in tutti quegli atti concernenti l'unione delle varie parti d'Italia,47 È interessante <strong>il</strong> passo <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong> Francesca Buffa al figlio Ignazio del29 apr<strong>il</strong>e, relativa all'elezione <strong>di</strong> Domenico «Giovedì ebbe luogo, come da per tutto,la votazione per i deputati, ma dovettero votare nuovamente ieri. Il primo giorno Domenicoebbe 46 voti, Cattaneo 25, Trabucco <strong>di</strong> Carpe<strong>net</strong>o 26, Musso 3, Camera 5, Bianchi<strong>di</strong> Prasco 1. Adunque non potè aver luogo la scelta, perchè Domenico non aveva i votisufficienti, sicchè avendone più Domenico e Trabucco, ieri andò sotto voti questi due:Trabucco n'ebbe 29 e Domenico 94, sicchè la nomina fu sua a grande so<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong>tutto <strong>il</strong> paese. Lo annunziarono sulla terrazza <strong>di</strong> Spinola, appena annunziato che era lui,vi furono dei viva e suonarono la banda. Ma ti so <strong>di</strong>re che vi sono state delle petsoneche girarono non solo in Ovada, ma pei paesi vicini per procurare voti per Cattaneoe Trabucco, invece noi non abbiamo parlaro al anima vivente. Non possono <strong>di</strong>re checi fossimo procurati un voto ».48


www.accademiaurbense.itperché « <strong>nel</strong>la perfetta unione <strong>di</strong> esse sta la forza nazionale, l'in<strong>di</strong>pendenzae la libertà de' singoli Stati ». Avrebbe dato <strong>il</strong> suo voto affinchéfossero assicurate allo Stato le leggi più liberali, compatib<strong>il</strong>i con <strong>il</strong>principio monarchico. Avrebbe operato in favore dell'unione dellaLombar<strong>di</strong>a al Piemonte, combattuto ogni sorta <strong>di</strong> corruzione, chiestala revisione e <strong>il</strong> perfezionamento della legge sui municipi e sull'amministrazionedella giustizia. Concludeva con le seguenti parole d'or<strong>di</strong>ne:libertà e giustizia} in<strong>di</strong>pendenza, unione.Giunto a Torino in qualità <strong>di</strong> deputato d'Ovada, in virtù dellaelezione conseguita <strong>il</strong> 28 apr<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> lunedì 8 maggio, a mezzogiorno,fu presente <strong>nel</strong>la sala del senato <strong>nel</strong> Palazzo Madama per la solenneapertura del Parlamento. Tra i deputati trovò amici e conoscenti e trai ministri aveva avuto contatti e rapporti col Balbo, col Pareto, colRicci. Assiduo ai lavori parlamentari, aspettava l'occasione per intervenirein qualche <strong>di</strong>battito e sperimentare la propria oratoria. Eratra i più giovani deputati, avendo da pochi mesi superato la trentina(che allora era <strong>il</strong> limite minimo per l'elezione a deputato), e pertantogli fu affidata la carica <strong>di</strong> segretario provvisorio della Camera con altritre colleghi. Il 19 maggio, ebbe occasione <strong>di</strong> farsi notare per mezzo<strong>di</strong> un'interpellanza mossa al governo in or<strong>di</strong>ne alla notizia che daqualche giorno si era <strong>di</strong>vulgata intorno ad un trattato segreto conl'Austria. Avuta assicurazione sull'inconsistenza <strong>di</strong> tale notizia dalministro degli esteri, espresse la propria sod<strong>di</strong>sfazione. La parola decisa,<strong>il</strong> gesto gagliardo, la prestanza fisica, la <strong>di</strong>gnitosa compostezza, ch'egliebbe a manifestare, e soprattutto <strong>il</strong> linguaggio convinto del suo patriottismo,erano stati sottolineati, non soltanto dai suoi amici. GiovanniBerchet gli scriveva da M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> 21 maggio, invitandolo a farsi portavocein Parlamento della vagheggiata unione tra Piemontesi e Lombar<strong>di</strong>:«Cerchi ella <strong>di</strong> trovar modo, che quanto più presto sia possib<strong>il</strong>e- gli raccomandava <strong>il</strong> poeta - qualcheduno de' membri della Camerametta fuori una qualche parola amichevole molto pe' Lombar<strong>di</strong>, <strong>di</strong>cendocome i fratelli Piemontesi veggano con sod<strong>di</strong>sfazione sentital'andamento delle cose nostre, e vagheggino con piacere <strong>il</strong> momentoin cui Piemontesi e Lombar<strong>di</strong> faranno un popolo solo ». Il progetto<strong>di</strong> risposta della Camera al <strong>di</strong>scorso della Corona interessò particolarmente<strong>il</strong> Buffa, <strong>il</strong> quale, <strong>il</strong> 29 maggio, lo sottopose ad una criticaaspra, la quale era articolata in <strong>di</strong>versi spunti.Secondo <strong>il</strong> Buffa <strong>il</strong> progetto non esprimeva sufficientemente <strong>il</strong>pensiero della Camera, esaltava soverchiamente <strong>il</strong> re, attenuando sostanzialmente<strong>il</strong> merito della nazione, e in tale obiezione si rivelavano449


www.accademiaurbense.itle componenti della sua indole democratica 48. Sottolineava inoltre chetale in<strong>di</strong>rizzo era formulato in modo inadeguato a promuovere l'entusiasmodella nazione 40, osservava che l'espressione non era semprechiara per l'abbondanza <strong>di</strong> perifrasi, per cui ne scapitava l'intelligenzadel testo) notava che erano taciuti alcuni fatti <strong>di</strong> fondamentale importanza<strong>nel</strong>l'attuale politica GO. Il 30 maggio, ribattendo alla <strong>di</strong>fesa che<strong>il</strong> Santarosa aveva avanzato del suo progetto, affermava che « <strong>il</strong> primoin<strong>di</strong>rizzo, <strong>il</strong> primo programma della Camera Italiana deve essere degnode' nuovi tempi che inauguriamo, delle memorie e delle speranze dellanazione, del principe a cui è <strong>di</strong>retto» GI. In quei giorni, intanto, <strong>il</strong>giovane parlamentare ovadese acquistava una fisionomia politica, chefece vedere in lui un democratico <strong>di</strong> sinistra. Sembrava infatti accostarsialla sinistra parlamentare, <strong>nel</strong>la quale aveva amici, e fu un accostamentodovuto più ad affinità <strong>di</strong> linguaggio politico, che ad unasostanziale scepsi ideologica. In quei giorni <strong>il</strong> <strong>di</strong>alogo della sinistragli sembrava <strong>il</strong> mezzo più adatto per impegnare <strong>il</strong> parlamento in unatematica <strong>di</strong> più vasto respiro. Gli pareva che fosse anche in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e,alle esigenze del momento, sollecitare le forze democratiche,e alla politica municipalistico-conservatrice fosse necessarioopporre la <strong>di</strong>mensione del problema italiano; all'affermazione <strong>di</strong> unacomoda politica subalpina, vedeva l'urgenza <strong>di</strong> anteporre la corrispondenzaai bisogni <strong>di</strong> quelle popolazioni, che desideravano l'annessioneal Piemonte. L'8 giugno, ribadendo un'interpellanza <strong>di</strong> Riccardo Sineo,<strong>il</strong>lustrò al Parlamento la grave situazione della Lunigiana, la quale,in parte, aveva optato per l'annessione al Piemonte ed era tuttavia sottopostaai soprusi delle truppe toscane e alle pressioni <strong>di</strong> agenti gran-48 È interessante la seguente affermazione del Buffa: «Si <strong>di</strong>ce che <strong>il</strong> Re spiegò<strong>il</strong> vess<strong>il</strong>lo della guerra santa e che la nazione rispose alla sua guerresca chiamata; piùsotto si aggiunge che alla voce del Re la nazione si mostrò e si mostra <strong>di</strong>sposta ad ognisorta <strong>di</strong> sacrifici. Questo è vero, ma per una parte solamente: <strong>il</strong> fatto è che primoad alzare la voce in pro della Lombar<strong>di</strong>a non fu <strong>il</strong> Re, fu la nazione; io non credo siaprovveduto troppo bene alla gloria ed all'onore della corona medesima abbassare lanazione per esaltare <strong>il</strong> re ». (Atti del Parlamento Subalpino. Discussioni della Cameradei Deputati. Sessione del 1848, p. 64).4\1 Afferma esplicitamente «Uno spirito gelato pare che si trasfonda per tutti isuoi paragrafi; esempio ne sia quel luogo dove si parla dell'esercito. Ivi si è detto chela nazione plaude ad esso: non si seppe trovare una parola più calda ad esprimere lanostra gratitu<strong>di</strong>ne pei fratelli, che versarono <strong>il</strong> sangue e pongono la vita per la patria »,(Atti, op. cit., p. 64).r,o R<strong>il</strong>evava infatti: «Gli ultimi avvenimenti <strong>di</strong> Roma, che hanno destato tantotimore in tutta Italia e che ora sono finiti felicemente pel popolo romano, per <strong>il</strong> Pontefice,per noi, per la causa dell'intera Italia, non meritavano forse qualche menzione?Ma quello che io non intendo è che non sia fatta menzione alcuna dei fatti atroci <strong>di</strong>Napoli ». (Atti, op. cit., p. 64).G1 Atti, op. cit., p. 75.50


www.accademiaurbense.itducali per cattivarla a Leopoldo II. Tale <strong>di</strong>scorso ebbe vasta risonanzae <strong>di</strong>ffusa referenza giornalistica, e gli procurò l'aperta simpatia dei [unigianesif<strong>il</strong>osar<strong>di</strong>, i quali, attraverso i loro esponenti quali Giulio Rezascoe Federico Grossi, entrarono in corrispondenza con lui, trasmettendoglimemoriali e documenti relativi alla questione della Lunigiana, finoal febbraio del 1849. Il problema della fusione del Piemonte con laLombar<strong>di</strong>a e le quattro provincie ve<strong>net</strong>e <strong>di</strong> Rovigo, Padova, Vicenza eTreviso, che in quei giorni impegnava a fondo parlamentari e giornalisti,fu per lui motivo <strong>di</strong> interesse, e la sua partecipazione al <strong>di</strong>battito fuvariamente attiva ;,~. Era stato chiamato a far parte della commissio<strong>nei</strong>ncaricata della stesura <strong>di</strong> una relazione sul progetto <strong>di</strong> legge d'unionedella Lombar<strong>di</strong>a e delle quattro provincie ve<strong>net</strong>e, presentato dal Rattazzie <strong>di</strong>scussa in Parlamento <strong>il</strong> 23 giugno. « Fo parte della commissione perla legge d'unione colla Lombar<strong>di</strong>a - scriveva ai genitori <strong>il</strong> 23 giugno- cosa che in più giorni non è ancora potuta venire a capo ». Disapprovava<strong>nel</strong>la stessa lettera lo spirito campan<strong>il</strong>istico rivelatosi <strong>nel</strong>la capitale:«Qui in Torino si sono <strong>di</strong>mostrati spiriti così gretti, ch'io cascoveramente dalle nuvole. C'è da farsi trappista ». Raccomandava ai genitori<strong>di</strong> fare propaganda in favore all'unione: «Bisognerebbe assolutamenteche in Ovada si facesse un po' chiasso in favore dell'unione collaLombar<strong>di</strong>a e si facesse una petizione alla Camera ricordandole che questoera <strong>il</strong> suo primo dovere verso la nazione, e questa petizione fossesottoscritta in piazza a popolo ... C'è qui una camariIla, che tentamuovere <strong>il</strong> popolo in contrario ». Il 26 giugno, parlando dei lavoridella commissione alla quale apparteneva, aggiunge: «Oggi avremo dasostenere un gravissimo assalto degli avversarii: già sei d'essi sonoinscritti per parlare contro quelle conclusioni che noi <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo: così;;~ Il 12 maggio, la Lombar<strong>di</strong>a e le quattro provincie ve<strong>net</strong>e in<strong>di</strong>cate avevanovotato la loro annessione al Piemonte. Tale annessione era però limitata da una non lievecon<strong>di</strong>zione, con la premessa, cioè, che una Costituente a suffragio universale avrebbedovuto regolare le leggi fondamentali dello stato che risultava da quella unione. Talecon<strong>di</strong>zione fu causa <strong>di</strong> accesi <strong>di</strong>battiti, fu motivo <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>ffidenze tra Subalpini eLombar<strong>di</strong>, e termine <strong>di</strong> contrasto tra municipalismo e nazionalismo. Il Parlamento subalpinoaveva approvato tale unione <strong>il</strong> 28 giugno, limitando, per quanto gli era stato possib<strong>il</strong>e,<strong>il</strong> mandato della Costituente, escludendo dai temi della <strong>di</strong>scussione <strong>il</strong> principiomonarchico con la <strong>di</strong>nastia dei Savoia, e <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> Torino ad essere capitale del nuovostato. I mo<strong>di</strong> dell'annessione e delle elezioni per la Costituente sarebbero stati regolatida una nuova legge. Nella <strong>di</strong>scussione che ne seguì affiorarono notevoli <strong>di</strong>vergenze trai piemontesi e i lombar<strong>di</strong>. Questi ultimi infatti, attraverso i membri appartenenti allacommissione parlamentare, erano riusciti ad ottenere <strong>il</strong> funzionamento del governo provvisorioe della Consulta lombarda, fino alla convocazione della Costituente. Le <strong>di</strong>scus..sioni si fecero aspre e <strong>il</strong> ministero Balbo presentò al re le proprie <strong>di</strong>missioni. Il progetto<strong>di</strong> legge, relativo all'unione della Lombar<strong>di</strong>a col Piemonte, era stato presentato daUrbano Rattazzi e fu appoggiato dal Buffa, <strong>il</strong> quale era anche membro della commissioneper la stesura della relazione su tale legge.51


www.accademiaurbense.itche forse mi toccherà parlare e non brevemente ». Il giorno seguente,infatti, contribuiva alla <strong>di</strong>scussione sulla legge con un consistente intervento,appoggiando pienamente <strong>il</strong> progetto Rattazzi, invocando unapronta unione della Lombar<strong>di</strong>a e delle provincie ve<strong>net</strong>e al Piemonte,un'assemblea costituente a suffragio universale per la <strong>di</strong>scussione delproblema <strong>di</strong> una monarchia costituzionale sotto la <strong>di</strong>nastia sabauda; eparlò della sede del nuovo governo, <strong>di</strong>chiarando che era in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>esacrificare l'amor proprio alla causa nazionale.Il 30 giugno leggeva alla Camera un progetto <strong>di</strong> legge articolatoin tre punti, sul quale <strong>di</strong>scusse <strong>il</strong> 3 luglio. Nel primo punto l'oggettodella proposizione consisteva <strong>nel</strong>le sovvenzioni, a carico dello Stato,alle famiglie in<strong>di</strong>genti dei m<strong>il</strong>itari morti o resi inab<strong>il</strong>i al lavoro, combattendoper la patria r,a, la quale fu adottata (legge 2 agosto 1848, n. 762).Il secondo punto riguardava l'accrescimento dell'esercito me<strong>di</strong>ante lacreazione <strong>di</strong> campi <strong>di</strong> istruzione, destinati a raccogliere i volontari ei m<strong>il</strong>iti mob<strong>il</strong>izzati della guar<strong>di</strong>a nazionale. Il terzo punto proponevala realizzazione <strong>di</strong> bollettini <strong>di</strong> guerra a scopo informativo, l'incrementodelle feste religiose per l'esercito, e la collocazione, presso le chieseparrocchiali dello Stato, <strong>di</strong> cassette per le oblazioni, con la scritta:« Offerte per la guerra santa ». Tale progetto, che rivela <strong>il</strong> senso umanoe patriottico del proponente, fu unanimamente applau<strong>di</strong>to. Il 4 luglio,<strong>il</strong> giorno in cui Cavour esor<strong>di</strong> <strong>nel</strong>la sua carriera parlamentare combattendo<strong>il</strong> progetto <strong>di</strong> legge preparato dalla commissione, del qualeera relatore <strong>il</strong> Rattazzi, <strong>il</strong> Buffa poneva l'accento sull'urgenza <strong>di</strong> sovvenire,tempestivamente, alle inderogab<strong>il</strong>i necessità della Lombar<strong>di</strong>a edelle provincie ve<strong>net</strong>e, prima della riunione della Costituente, preoccupandololo stato provvisorio delle cose che colà andava protraendosi54. Il 6 luglio, informando i genitori intorno ai lavori della Camera,scriveva con certa sod<strong>di</strong>sfazione « la battaglia fu accanita, ma <strong>il</strong> ministeroebbe la peggio, anzi posso <strong>di</strong>re che jeri l'abbiamo assolutamenterovesciato ... Vi <strong>di</strong>co che <strong>il</strong> ministero fu completamente battuto, essoè in obbligo <strong>di</strong> sciogliersi: sei volte <strong>nel</strong>la giornata <strong>di</strong> jeri <strong>di</strong>chiarò sull'unoo l'altro articolo <strong>il</strong> proprio inten<strong>di</strong>mento, e sei volte noi siamoriusciti a far votare alla Camera <strong>il</strong> nostro, ch'era contrario al suo. Insommai sei articoli uscirono dalla Camera intatti come li proponemmo53 Cfr. Camera dei Deputati. Elenco delle proposte <strong>di</strong> leggi o provve<strong>di</strong>menti presentatealla Camera <strong>nel</strong> primo periodo della sua sessione 1848, n. 38.54 E interessante sottolineare la seguente espressione: «Non si può né è convenientedelegare a un governo provvisorio tutti quei poteri, che noi senza pericolo esenza timore possiamo affidare per poco al nostro ministero », (Atti, op. cit., p. 275).52


www.accademiaurbense.itnoi, tranne un piccolo emendamento che feci io medesimo. Ieri sera,dopo la seduta, parlando con persona locata in alto, mi confidò che<strong>il</strong> ministero era veramente sfasciato e che si pensava formarne un altroescludendo Balbo, Boncompagni, Des Ambrois e sopratutto Sclopis,cagione <strong>di</strong> tutto questo scompiglio, <strong>il</strong> più antipatico per me <strong>di</strong> quantiministri ci sono ». È interessante in questa lettera la rivelazione <strong>di</strong>un'aperta simpatia per Rattazzi: «lo misi innanzi per la formazionedel nuovo ministero <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> Rattazzi, e vi<strong>di</strong> che realmente incontravamoltissimo, ond'io spero <strong>di</strong> vederlo presto ministro <strong>di</strong> graziae giustizia ». Collaborava intanto all'Opinione, ma, un suo articolorelativo alle <strong>di</strong>missioni del ministero, tagliato in qualche parte dalBianchi Giovini, <strong>di</strong>rettore del giornale, fu causa <strong>di</strong> risentimento daparte del Buffa, <strong>il</strong> quale ruppe i rapporti col giornale GG. Il 9 luglio, <strong>il</strong>Cavour, <strong>di</strong>scutendo una proposta <strong>di</strong> Carlo Cadorna riguardante lacompletezza della legge elettorale della Costituente, avanzò controdeduzioniall'intervento del Buffa GG. Il 12 luglio, informando i genitoriintorno alla caduta del ministero, <strong>il</strong> Buffa, dopo aver sottolineato <strong>il</strong>grande contributo recato dal Rattazzi alla battaglia parlamentare, <strong>nel</strong>lamassiccia opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della sua proposta <strong>di</strong> legge, (


www.accademiaurbense.itnizzare compiutamente la guar<strong>di</strong>a nazionale. Il Buffa scriveva <strong>il</strong> I"agosto ai genitori: «Il nuovo ministero ha pensato <strong>di</strong> mandare de' commissariistraor<strong>di</strong>narii <strong>nel</strong>le provincie per eccitare la nazione e <strong>di</strong>sporlaa sacrifizii. lo sarò mandato a Savona e forse fra pochi giorni dovròpartire ... In questi momenti che la nostra causa ha bisogno d'ajuti e<strong>di</strong> sacrifizii, io non potevo esimermi dall'accettare '" ».La legge del 4 marzo 1848, relativa alla m<strong>il</strong>izia comunale, nonera stata che parzialmente attuata. Non era certamente fac<strong>il</strong>e per leamministrazioni locali provvedere ai bisogni <strong>di</strong> essa; e in gran parteera ancora da istituire (specialmente <strong>nei</strong> piccoli comuni e <strong>nel</strong>le campagne).Mancavano sostanzialmente <strong>il</strong> funzionamento, le coperture ai posti<strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità, non erano state fatte le nomine ai gra<strong>di</strong> superiori,non erano stati eletti i comitati <strong>di</strong> revisione, istituiti i consigli <strong>di</strong><strong>di</strong>sciplina e soprattutto i m<strong>il</strong>iti frequentavano in scarsa misura gli esercizi<strong>di</strong> addestramento. Tali carenze erano già state r<strong>il</strong>evate dal ministrodell'Interno Ricci <strong>nel</strong>la circolare del 1" luglio agli intendenti generalisul compimento dell'organizzazione della m<strong>il</strong>izia comunale ;;', <strong>nel</strong>la qualeimpartiva energiche istruzioni per sovvenire ad alcune esigenze <strong>di</strong> or<strong>di</strong><strong>nei</strong>nterno (motivi <strong>di</strong> scontento e presagi <strong>di</strong> insubor<strong>di</strong>nazione erano giàstati avvertiti, specialmente <strong>nel</strong>le campagne) e raccomandava l'assiduitàagli esercizi <strong>di</strong> addestramento, spesso <strong>di</strong>sertati (e in parte tale <strong>di</strong>serzioneera dovuta alla mancanza d'armi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vise e talvolta dall'opposizionepreconcetta <strong>di</strong> alcuni amministratori comunali). Negli ultimi giorni <strong>di</strong>~" In tale circolare (Ministero dell'Interno, Divisione 2 a , n. 4036) <strong>il</strong> ministro informavagli intendenti generali sulle con<strong>di</strong>zioni della guar<strong>di</strong>a nazionale, la quale, nonostantequalche lodevole iniziativa, era ancora molto lontana dal compiere quella missione che siera previsto <strong>di</strong> affidarle. Il ministro r<strong>il</strong>evava: «che in generale or<strong>di</strong>natori e citta<strong>di</strong>nicon volenteroso concorso agevolarono, ed affrettarono lo sv<strong>il</strong>uppo della novella istituzione;gli or<strong>di</strong>natori mostrarono aver compreso che in un paese libero lo zelo e lacapacità sono i soli titoli del legittimo esercizio <strong>di</strong> autorità civ<strong>il</strong>e: i citta<strong>di</strong>ni <strong>nel</strong> massimonumero provarono d'intendere la importanza della istituzione che chiama la vir<strong>il</strong>itàdella nazione a tutelare la libertà e le leggi or<strong>di</strong>nate dal senno della nazione stessa. Mase l'operato fìn qui giova a lode della intiera nazione, non basta a persuadere <strong>il</strong> governoche sia adempiuta la sua missione: finché ogni punto dello Stato non avrà compitol'or<strong>di</strong>namento, finchè ogni parte della legge non sarà pienamente attuata, io non miristarò dal vegliare e dal richiedere la cooperazione degli amministratori provinciali peristimolare i lenti, per rinfrancare gl'incerti, e per iscuotere, o l'indolenza <strong>di</strong> qualcheamministratore comunale, o la biasimevole pigrizia <strong>di</strong> alcuni citta<strong>di</strong>ni restii alla chiamataed al doveroso servizio della m<strong>il</strong>izia », Dopo aver chiariti alcuni articoli fondamentalidella legge e impartite <strong>di</strong>ffuse istruzioni, <strong>il</strong> ministro raccomandava <strong>il</strong> massimo contributoda parte degli intendenti generali e dei sindaci per l'organizzazione della m<strong>il</strong>izia comunale,in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> mantenimento dell'or<strong>di</strong>ne interno, massime <strong>nel</strong>le particolaricon<strong>di</strong>zioni del momento. Era necessaria un'azione tempestiva <strong>di</strong> tale m<strong>il</strong>izia per «mandarefalliti e vani gli sforzi <strong>di</strong> chiunque o con aperta violenza, o con le arti maligne<strong>di</strong> seminatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, e d'insi<strong>di</strong>ose dottrine si attentasse <strong>di</strong> turbare <strong>il</strong> possesso dellalibertà costituzionale, o d'infranger le leggi che la governano ».54


www.accademiaurbense.itluglio <strong>il</strong> nuovo ministro dell'interno Plezza inviava agli intendenti generaliuna nuova circolare, <strong>nel</strong>la quale erano impartite istruzioni per lamob<strong>il</strong>itazione della guar<strong>di</strong>a nazionale I", Nella lettera che <strong>il</strong> ministroPlezza inviava al Buffa <strong>il</strong> 2 agosto, comunicandogli che era stato presceltoa compiere le funzioni <strong>di</strong> commissario straor<strong>di</strong>nario del governoper la mob<strong>il</strong>izzazione della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>nel</strong>la provincia <strong>di</strong> Savona 59insieme al marchese Sauli, si legge: «La con<strong>di</strong>zione attuale delle coseha inspirato al Governo <strong>il</strong> pensiero <strong>di</strong> creare commissarj straor<strong>di</strong>narj,i quali, recandosi in tutte le parti dello Stato, animino le popolazioni,le rinfranchino, ove d'uopo, e specialmente sorveglino e <strong>di</strong>rigano leoperazioni della mob<strong>il</strong>izzazione della m<strong>il</strong>izia comunale. È lasciato alloro prudente arbitrio <strong>di</strong> supplire all'insufficienza o negligenza delleamministrazioni comunali con quei provve<strong>di</strong>menti che riputerannomigliori, ed appunto non è imposta loro alcuna <strong>di</strong>rezione speciale, perchépossano così, con piena libertà, sormontare le <strong>di</strong>fficoltà che loro siparassero innanzi ». Nello stesso giorno però, <strong>il</strong> ministro dell'Internoconvocò <strong>il</strong> Buffa per affidargli una missione segreta a Roma ein Romagna. Avrebbe dovuto partire col Rosmini; in sua vece, perla provincia <strong>di</strong> Savona, era eletto <strong>il</strong> deputato casalese F<strong>il</strong>ippo Mellana.Il 3 agosto egli scriveva al padre: «Ieri <strong>il</strong> ministero mi mandò lanomina, ma poi fui richiamato, e mi si vuol mandare invece in Romagna58 Questa circolare del ministero dell'Interno non reca <strong>il</strong> numero né la data. Inessa, in riferimento alla legge del 4 marzo, si confermava la mob<strong>il</strong>izzazione <strong>di</strong> 56 battaglionidella m<strong>il</strong>izia comunale, 50 dei quali dovevano essere somministrati dalle provincie<strong>di</strong> terraferma soggette alla legge sulla m<strong>il</strong>izia comunale; gli altri 6 dovevano essereorganizzati <strong>nel</strong>la Sardegna. Le provincie <strong>di</strong> terraferma contavano allora una popolazione<strong>di</strong> 5.067.803 abitanti, per cui i 50 battaglioni che ammontavano complessivamente a30.000 uomini, richiedevano la chiamata sotto le armi <strong>di</strong> 6 uomini ogni m<strong>il</strong>le abitanti.La circolare si articolava poi in riferimento ai mezzi e agli scopi della mob<strong>il</strong>itazione,allegando moduli e tabelle relativi alla formazione dei battaglioni e delle compagnie (224).La circolare ministeriale informava ancora che <strong>il</strong> governo avrebbe nominato imme<strong>di</strong>atamente« varii maggiori e capitani, i quali saranno inviati subito <strong>nel</strong>le Divisioni insiemead altri cornrnissarii del Governo, posti a <strong>di</strong>sposizione degli stessi intendenti generali,onde assegnino loro un <strong>di</strong>stretto della Divisione colle seguenti attribuzioni. Di percorreretutti i comuni per vedere se i comuni si mettano in grado <strong>di</strong> compiere <strong>nel</strong> terminefissato le operazioni commesse loro, ed imprimano in <strong>di</strong>fetto la necessaria attività, chiamando<strong>di</strong> loro autorità a concorrere all'operazione quelle persone che credera n migliori.Di infiammare i citta<strong>di</strong>ni alla <strong>di</strong>fesa della patria, ad arruolarsi volontariamente <strong>nel</strong>lam<strong>il</strong>izia, e ad imitare i gloriosi esempii d'eroismo de nostri concitta<strong>di</strong>ni m<strong>il</strong>itanti all'armata»."Il È stato conservato l'atto <strong>di</strong> nomina: «Visto <strong>il</strong> Decreto Reale del giorno d'oggi,nominiamo <strong>il</strong> sig. avvocato Buffa a Commissario del Governo, per sorvegliare l'or<strong>di</strong>namentoe la mob<strong>il</strong>izzazione della M<strong>il</strong>izia Nazionale <strong>nel</strong>la Divisione <strong>di</strong> Savona, e per daretutte le <strong>di</strong>sposizioni volute dal Decreto suddetto. Invitiamo i Sindaci ed i ConsigliComunali <strong>di</strong> ricognizione a riconoscerIo in tale qualità ed a secondarIo in tutte le richiesteche esso in<strong>di</strong>rizzerà loro in iscritto. Dato in Torino <strong>nel</strong> Ministero dell'Interno li 2 agosto1848. Il Ministro Segretario <strong>di</strong> Stato: Plezza. Carta intestata: Il Ministro Segretario <strong>di</strong>Stato per gli Affari dell'Interno ».55


www.accademiaurbense.itper sollecitare soccorsi. Adunque, se non mutano <strong>di</strong> parere anche unavolta, domani o posdomani partirò con Rosmini per Roma per concertarmicol governo romano, in<strong>di</strong> mi recherò <strong>nel</strong>la Romagna. VogliaId<strong>di</strong>o che tutte queste cose giungano in tempo per sostenere la guerrae rincalzarla e che Radetzky ci <strong>di</strong>a tempo e i M<strong>il</strong>anesi abbiano <strong>il</strong> coraggio<strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi a lungo ». Il 5 agosto, informava nuovamente <strong>il</strong> padre:« Ieri l'altro era sospesa la mia andata in Romagna: ora è dubbio semi man<strong>di</strong>no in Romagna o in Toscana o altrove ». Sospesa definitivamentela missione, <strong>il</strong> 6 agosto era nominato commissario per la Divisione<strong>di</strong> Alessandria 00, comprendente anche le provincie <strong>di</strong> Asti, Tortona,Voghera e Bobbio. L'8 agosto, scrivendo da Alessandria al padre,informandolo intorno alla sua nuova carica, esprimeva <strong>il</strong> suo rammaricoper le voci che si andavano <strong>di</strong>ffondendo che <strong>il</strong> re, «valendosi <strong>di</strong>quel voto <strong>di</strong> piena fiducia che sconsigliatamente gli fu accordato dallaCamera, abbia conchiuso la pace, e che perciò <strong>il</strong> Ministero si sia<strong>di</strong>messo tutto in massa ... Intanto io sono più che mai contento d'essermiastenuto dal voto in quella deliberazione che voi sapete. Se lapace fosse conchiusa, tutto <strong>il</strong> partito liberale si scaglierebbe contro laCamera che fece quella improvvida legge: solo quelli che si astennerodal votare andrebbero puri da tali imputazioni. E se la nazione chiedesseconto alla Camera dell'uso ch'ella fece del potere legislativo alei confidato, io credo che farebbe benissimo ». Giunto in Alessandriacon <strong>il</strong> deputato Giuseppe Cornero, anch'esso nominato commissarioper lo stesso scopo, <strong>il</strong> Buffa, presi accor<strong>di</strong> con l'intendente generale <strong>di</strong>quella Divisione amministrativa, assunse l'incarico <strong>di</strong> provvedere allaorganizzazione delle provincie <strong>di</strong> Tortona, Voghera e Bobbio, e <strong>il</strong>Cornero della provincia <strong>di</strong> Asti.In Alessandria <strong>il</strong> comitato per l'organizzazione della m<strong>il</strong>izia comunale,formato dall'avvocato Damasio 01, dall'avvocato Foca e daCristoforo Moja (l~, aveva già svolto un'assidua attività. L'8 agostopubblicava un or<strong>di</strong>ne del giorno relativo alla tutela dei citta<strong>di</strong>ni eformava un consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina per i m<strong>il</strong>iti negligenti e <strong>il</strong> 9 agostoistituiva un corso regolare <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong> addestramento. Il Buffa e <strong>il</strong>Carnera trovarono in Alessandria che i risultati conseguiti in or<strong>di</strong>neall'organizzazione della guar<strong>di</strong>a nazionale erano sod<strong>di</strong>sfacenti (in tale00 È stato conservato anche questo atto <strong>di</strong> nomina a commissario del governo perla provincia <strong>di</strong> Alessandria, datato, 6 agosto 1848, e firmato dal ministro Plezza.01 Ambrogio Damasio, alessandrino (1816-1870). Fu provve<strong>di</strong>tore agli stu<strong>di</strong> per laprovincia <strong>di</strong> Alessandria.O~ Cristoforo Moja, alessandrino (1811-1858). Deputato al Parlamento subalpino peralcune legislature. Fu ardente repubblicano e processato <strong>nel</strong> 1833.56


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong>visione era prevista la formazione <strong>di</strong> 5 battaglioni composti da 17compagnie), ma <strong>nel</strong>le provincie (massime <strong>nel</strong>le campagne) pochissimoera stato fatto. Essi intanto in<strong>di</strong>rizzavano <strong>il</strong> 9 agosto una circolare atutti i comuni della Divisione, richiedendo l'elenco <strong>di</strong> tutti coloro che« per volontà propria o per legge farebbero parte della guar<strong>di</strong>a mob<strong>il</strong>e»e <strong>di</strong> quelli che formavano <strong>il</strong> numero complessivo della guar<strong>di</strong>a stab<strong>il</strong>e,ed annunziando che sarebbero stati delegati dei sotto-commissari arecarsi <strong>nei</strong> vari comuni per verificare se tali elenchi erano stati fatti.Partito <strong>il</strong> Cornero per Asti, <strong>il</strong> Buffa, <strong>il</strong> lO agosto, a nome del Comitato<strong>di</strong> ambulanza invitava le signore alessandrine a prestare ancora caritatevoleassistenza ai soldati ammalati; e <strong>il</strong> giorno seguente, a nome delcomitato per l'organizzazione della guar<strong>di</strong>a nazionale, in<strong>di</strong>rizzava uncaloroso appello ai m<strong>il</strong>iti, affinché accorressero a rendere omaggio alre, per <strong>di</strong>mostrargli col numero, col contegno, con la <strong>di</strong>sciplina la forzadella nazione e che la causa dell'in<strong>di</strong>pendenza non era ancora perduta.Il 13 agosto <strong>il</strong> Buffa partiva per Tortona, dopo aver impartito preciseistruzioni ai sotto-commissari. Nello stesso giorno, <strong>il</strong> ministro Plezzagli rispondeva, in or<strong>di</strong>ne alla sollecitata richiesta <strong>di</strong> armi per la guar<strong>di</strong>acomunale <strong>di</strong> Alessandria, che, dovendo stanziare in quella città alcunicorpi dell'Armata, non si riconosceva necessario ed urgente <strong>il</strong> provve<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> tali armi come in altri luoghi privi <strong>di</strong> truppe. Il ministroperò non era stato sufficientemente informato intorno alla reale atmosferapsicologica in quella provincia e sulle con<strong>di</strong>zioni morali delletruppe. Giovanni Dossena o;', nominato dal Buffa sotto-commissario inAlessandria, rinunciava al suo incarico, e informava <strong>il</strong> commissario, appenagiunto in Tortona, intorno al sopravvento della reazione contro lenuove istituzioni, che da Torino si era <strong>di</strong>ffuso <strong>nel</strong>le provincie, doveaveva posto salde ra<strong>di</strong>ci, e gli faceva un esatto quadro della situazione<strong>nel</strong>le campagne alessandrine: «Due o tre giorni sono, in Solero ed inCastelceriolo, paesi vicini a questa città, si fecero violente <strong>di</strong>mostrazionicontro la guar<strong>di</strong>a nazionale, né si risparmiarono le ingiurie contro quelliparticolarmente che procurarono negli scorsi mesi <strong>di</strong> tener viva lafiamma della libertà e dell'in<strong>di</strong>pendenza. Noi ci troviamo in una crisiterrib<strong>il</strong>e. La classe alta (mi si perdoni l'espressione aristocratica) siunisce alla classe bassa per abbattere <strong>il</strong> ceto me<strong>di</strong>o, a cui si imputala guerra <strong>di</strong>sgraziatamente combattuta sulle pianure lombarde, e le<strong>di</strong>sastrose conseguenze che ne provennero. E forse le loro inique mire1):1 Giovanni Dossena (1814-1899) <strong>di</strong> Alessandria. Nel 1881 fu nominato senatoreper censo.57


www.accademiaurbense.itriusciranno, se non vi sopraviene qualche fatto straor<strong>di</strong>nario, valevolea dare alle cose un <strong>di</strong>verso in<strong>di</strong>rizzo ». Da Torino, Carlo Cadorna i!12 agosto gli <strong>il</strong>lustrava la situazione <strong>di</strong> quel <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e momento: le« vergognose» con<strong>di</strong>zioni dell'armistizio; i! timore <strong>di</strong> quelle «ancorapiù vergognose» della pace, che si stava preparando; la crisi ministeriale;<strong>il</strong> re, « prigione del suo stato maggiore e della uffizialità »; Giobertifischiato a Vigevano; la deputazione del Circolo Italiano <strong>di</strong> Torino,che portava un in<strong>di</strong>rizzo al re affinché continuasse la guerra, minacciatadagli ufficiali armati. La lettera documenta l'incertezza e <strong>il</strong>tormento <strong>di</strong> quei giorni: «Temiamo una ristorazione; l'aristocrazia e<strong>il</strong> gesuitismo qui già rialzano la testa. Bisogna tener deste le provincie,se la capitale, cieca <strong>di</strong> devozione pel Re e lavorata sino alle fondamentadalla aristocrazia e dal municipalismo, si lascia addormentare ».In Alessandria, Fer<strong>di</strong>nando Pio Rosellini ebbe un colloquio conCarlo Alberto, durante i! quale, parlando con molta franchezza, documentòal re la situazione effettuale del Piemonte. Tale colloquio èriferito dal Rosellini in una lettera al Buffa del 14 agosto. Lo scrittoree stu<strong>di</strong>oso toscano aveva in<strong>di</strong>cato al re le cause che condussero all'armistizio,affermando che era necessario quanto prima riorganizzare l'esercito,armare la riserva, chiamare nuove leve, cambiare i generali, chiederel'intervento della Francia, usare <strong>di</strong>scriminazione <strong>nel</strong>la scelta degli uominiche avrebbero dovuto comporre <strong>il</strong> nuovo ministero, alimentarela fede <strong>nel</strong> principio monarchico-costituzionale. Il re aveva risposto alRosellini, lamentando le gravi mancanze commesse dai suoi generali,gli inganni, i tra<strong>di</strong>menti, <strong>di</strong>chiarando che era sua decisa intenzione <strong>di</strong>riprendere sollecitamente la guerra per giungere ad una «pace onorata», che sperava <strong>nel</strong>la fortuna delle armi piemontesi, raccontandoparticolari dei fatti <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, dell'um<strong>il</strong>iazione che gli era toccato subirea Vigevano, dove l'esercito si era assolutamente rifiutato <strong>di</strong> combattere.A Tortona, <strong>il</strong> battaglione della m<strong>il</strong>izia comunale, <strong>nel</strong> luglio del1848, come ci risulta dai documenti stu<strong>di</strong>ati, era prossimo al suo compimento:era stato eletto i! maggiore ed i! porta-ban<strong>di</strong>era, mancavaancora soltanto la nomina dell'aiutante maggiore, ed i! Buffa, <strong>nel</strong>l'appelloche fece alla città i! 15 agosto, si rivolgeva particolarmente allaguar<strong>di</strong>a nazionale affinché mostrasse comprendere la grandezza delproprio dovere. Nella provincia tortonese quasi nulla si era fatto, acausa della <strong>di</strong>ffidenza che si era <strong>di</strong>mostrata verso quella istituzione daparte <strong>di</strong> alcuni amministratori comunali. Nella provincia <strong>di</strong> Voghera,i! Buffa ebbe a lottare aspramente contro alcune posizioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenteostinazione assunte in molte località e la insubor<strong>di</strong>nazione dei m<strong>il</strong>iti58


www.accademiaurbense.itstessi della guar<strong>di</strong>a nazionale. In buona misura, alle richieste del commissario,aveva corrisposto <strong>il</strong> sindaco <strong>di</strong> Bobbio, <strong>il</strong> quale in una letteradel 12 agosto dava ragguaglio del suo lavoro tH intorno all'organizzazionedella guar<strong>di</strong>a nazionale, r<strong>il</strong>evando, tuttavia, alcune carenze, esuggerendo in<strong>di</strong>cazioni ut<strong>il</strong>i.Il nuovo ministro dell'Interno, Pi<strong>nel</strong>li, <strong>il</strong> 21 agosto inviava unacircolare ai commissari regi <strong>di</strong> tutte le provincie, <strong>nel</strong>la quale esprimeva<strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> conoscere le con<strong>di</strong>zioni della guar<strong>di</strong>a nazionale in or<strong>di</strong>neall'organizzazione, all'armamento, alla mob<strong>il</strong>izzazione. È documento interessanteuna copia <strong>di</strong> tale circolare a stampa, corredata <strong>di</strong> alcuniappunti del Buffa. Ecco <strong>il</strong> breve questionario del ministro con lerisposte del commissario, tra parentesi:« 1) Quante siano state le Comuni <strong>di</strong> codesta <strong>di</strong>visione inCOl la Guar<strong>di</strong>a Nazionale sia stata organizzata. (In nessuno).2) Se in tutte od in poche <strong>di</strong> esse siansi stab<strong>il</strong>iti i consigli<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina. (In pochissimi);3) Quanti fuc<strong>il</strong>i in ciascun comune siano stati <strong>di</strong>stribuiti. (Pochissimi);4) A qual segno si trovi in ciascun Comune la mob<strong>il</strong>izzazioneIH «Non appena <strong>il</strong> Sig. Intendente mi partecipava l'or<strong>di</strong>ne sovrano <strong>di</strong> invitareper pubblico avviso ad iscriversi sul registro della Guar<strong>di</strong>a mob<strong>il</strong>e coloro fra i citta<strong>di</strong>niche volessero volontariamente farne parte, che tostamente fu mia premura <strong>di</strong> appormiad eseguirlo: sin da quel giorno <strong>di</strong>e<strong>di</strong> principio (e sonvi già molto inoltrato) all'elencogenerale <strong>di</strong> quelli che dalla legge sono chiamati a far parte della guar<strong>di</strong>a mob<strong>il</strong>e <strong>nel</strong>lerispettive categorie dalla legge assegnate ed appena compiuto invierollo loro in Alessandria... Il numero complessivo dei m<strong>il</strong>iti del servizio or<strong>di</strong>nario e <strong>di</strong> riserva somma an. 441, osservando che potrebbero occorrere variazioni da un giorno all'altro. In quantoalla particolare organizzazione, posso assicurarli <strong>di</strong> essermi adoperato, per quanto seppie valsi, onde la medesima risultasse degna dei tempi ... ristrettivamente però alla cittàe frazioni vicinissime, chè <strong>nei</strong> luoghi più lontani, sia a motivo della perio<strong>di</strong>ca spatriazione,sia per l'avversione a tale servizio, non mi fu fin qui possib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> definitivamenteorganizzarla. Al momento però li campagnuoli sono occupatissimi ne' loro agricoli lavori,ne' mi sarà si fac<strong>il</strong>e siccome desidererei <strong>di</strong> ottenere l'aumento. Procurai pure che siadempisse dal m<strong>il</strong>ite un servizio or<strong>di</strong>nario compatib<strong>il</strong>e alle particolari contingenze delPaese; né si trascurò <strong>di</strong> replicatamente invitare li m<strong>il</strong>iti agli esercizii ed al maneggiodell'armi, ciò che si eseguì per qualche tempo. Ostacolo non in<strong>di</strong>fferente all'istituzionedella m<strong>il</strong>izia comunale sono li agricoltori, atti assai meglio all'aratro che non alle armi;cd in questi l'entusiasmo per la causa italiana non si chetò pur anco, come la santitàdella guerra lo richiede, e come sarebbesi certamente destato malgrado la deplorab<strong>il</strong>eignoranza loro, qualora i rev.<strong>di</strong> parroci della <strong>di</strong>ocesi avessero con maggior calore inst<strong>il</strong>lati<strong>nel</strong> loro popolo quei principii generosi e quella fortezza <strong>di</strong> sentimenti, che, od essinon posseggono, o loro rincresce <strong>di</strong> ridestare negli altri. Ma essi, ben lungi dall'aderirealle semplici richieste del loro superiore ecclesiastico, abbisognano <strong>di</strong> una scossa ... cheloro venga da persona estranea al loro ministero, come sarebbe da una civ<strong>il</strong>e autorità. Ènecessario, in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e una riforma e riforma seria del clero. Del resto non si otterrànulla, nulla dal paesanismo ».59


www.accademiaurbense.itdecretata. (Quasi a segno: sarebbe ut<strong>il</strong>e un decreto che <strong>di</strong>cesse dove oquando debbono riunirsi i battaglioni) » Go.Il ministro Pi<strong>nel</strong>li dal 20 agosto al 15 ottobre, quando cioè icommissari regi furono <strong>di</strong>messi, operò intensamente intorno all'organizzazionedella guar<strong>di</strong>a nazionale GG, e riuscì ad ottenere risultati sod<strong>di</strong>sfacenti,anche se <strong>il</strong> Piemonte, in quei mesi, era un fomite <strong>di</strong> reazioni,<strong>di</strong> collisioni ideologiche, <strong>di</strong> demagogia, <strong>di</strong> inasprimento tra aristocraziae democrazia, tra esigenze plutocratico-oligarchiche e coscienza dellaclasse operaia, tra municipalismo-gesuitismo e nazionalismo mazziniano.In provincia <strong>di</strong> Voghera, la situazione in cui versava la mob<strong>il</strong>izzazionedella guar<strong>di</strong>a nazionale era <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e; in quella provincia, vicinaalla frontiera, era in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e un lavoro assiduo, ma la popolazionemanifestava sentimenti ost<strong>il</strong>i a tale istituzione. Il maggiore comandantela guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Stradella <strong>il</strong> 23 agosto avvertiva <strong>il</strong> commissarioche in quella città, in ottemperanza all'articolo 50 della legge 4 marzo,<strong>il</strong> sindaco aveva fatto radunare <strong>il</strong> battaglione <strong>il</strong> giorno 13, ma, scriveva:« duolmi manifestare a V.S. IlI.ma che i m<strong>il</strong>iti obbe<strong>di</strong>rono alla chiamatain piccolissimo numero, e che per sovraggiunta fu necessario <strong>di</strong> pro-G.) In calce alla circolare si leggono ancora i seguenti appunti del Buffa: « È necessarioun po' d'arbitrio verso i parroci, come si vede dalle riazioni popolari contro laGuar<strong>di</strong>a naz.le in alcuni luoghi <strong>di</strong> Liguria ed altri <strong>di</strong> Piemonte. Ci voleva un commissarioper ogni provincia. Disor<strong>di</strong>ne m<strong>il</strong>itare che c'è qui. Permessi »,lW È ut<strong>il</strong>e riportare l'elenco delle <strong>di</strong>sposizioni legislative e regolamentari concernent<strong>il</strong>'or<strong>di</strong>namento della m<strong>il</strong>izia nazionale, e quello dei corpi staccati. date dalla segreteriadel ministero dell'Interno, dal 20 agosto al 15 ottobre 1848, allo scopo <strong>di</strong> seguire,attraverso l'oggetto <strong>di</strong> esse, l'articolazione della politica amministrativa pi<strong>nel</strong>liana, inor<strong>di</strong>ne a tale problema:21 agosto. Circolare, con la quale si chiedono ai commissari del governo e agliamministratori provinciali riscontri sull'or<strong>di</strong>namento della m<strong>il</strong>izia e dei corpi staccati.24 agosto. Circolare, con la quale si sollecita una pronta organizzazione dei corpistaccati,e si danno istruzioni per l'attuazione dei consigli <strong>di</strong> revisione.11 settembre. Circolare, con la quale si danno d<strong>il</strong>ucidazioni intorno all'or<strong>di</strong>namentodella m<strong>il</strong>izia mob<strong>il</strong>e.13 settembre. Circolare, con la quale si stab<strong>il</strong>iscono quali siano i rapporti delservizio or<strong>di</strong>nario della m<strong>il</strong>izia nazionale con quello dei corpi staccati.16 settembre. Decreto, col quale vengono sancite delle <strong>di</strong>sposizioni penali controcoloro che, dovendo far parte della m<strong>il</strong>izia nazionale, non si curano <strong>di</strong> farsi iscrivere, esi rendono obbligatori gli esercizi.30 settembre. Decreto, con <strong>il</strong> quale si provvede all'elezione degli ufficiali e deisottufliciali dei corpi staccati, senza che occorra l'imme<strong>di</strong>ata riunione <strong>di</strong> tutti i designati<strong>nel</strong> luogo del convegno dei battaglioni.lO ottobre. Decreto <strong>di</strong> creazione <strong>di</strong> cinque comitati <strong>di</strong> revisione per le quattrolegioni in cui è costituita la città <strong>di</strong> Genova e per i corpi speciali.11 ottobre. Circolare relativa all'attuazione del decreto del 30 settembre, allaformazione dei battaglioni e destinazione degli ufficiali.14 ottobre. Decreto, col quale si stab<strong>il</strong>isce <strong>il</strong> modo <strong>di</strong> formare i consigli <strong>di</strong><strong>di</strong>sciplina, per giu<strong>di</strong>care gli ufficiali superiori <strong>di</strong> legione e <strong>di</strong> stato maggiore.60


www.accademiaurbense.ittrarre la prestazione del giuramento, chi sa sino a quando mancandoanche all'appello alcuni ufficiali ». Il maggiore puntualizzava inoltre <strong>il</strong>caso particolare <strong>di</strong> Stradella: «In questo borgo richiedesi <strong>di</strong> dar operaalacremente alla completazione delle compagnie, laddove lo stanziamento<strong>di</strong> regie truppe, l'importanza della posizione topografica delpaese, sovvertitori dell'or<strong>di</strong>ne pubblico, persone d'ogni banda che ivisi raccolgono, e la frequenza <strong>di</strong> arresti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui sospetti, e rnaleintenzionati,costituiscono una circostanza eccezionale e straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>ammettere un servizio permanente <strong>di</strong> corpo <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a ». Mancavanole armi e anche gli ufficiali. Nel comune <strong>di</strong> Mezzanino, in provincia <strong>di</strong>Voghera, la guar<strong>di</strong>a stab<strong>il</strong>e, composta <strong>di</strong> 238 m<strong>il</strong>iti, era dotata <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cifuc<strong>il</strong>i G7. Anche a Tortona <strong>il</strong> maggiore Tartara incontrava <strong>di</strong>fficoltà<strong>nel</strong>l'attivare la guar<strong>di</strong>a nazionale, perché, i m<strong>il</strong>iti non volevano frequentaregli esercizi <strong>di</strong> addestramento, e mancavano i consigli <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinaG8. In alcuni paesi <strong>di</strong> quella provincia, i sindaci e i consigliericomunali rifiutavano <strong>di</strong> prestare la loro opera per la pronta mob<strong>il</strong>izzazionedella m<strong>il</strong>izia, ed anzi, talvolta, ne contrastavano apertamentel'or<strong>di</strong>namento (;H. Il 24 agosto <strong>il</strong> Buffa giungeva in Voghera e <strong>il</strong> giornoseguente vi pubblicava un manifesto <strong>nel</strong> quale stab<strong>il</strong>iva le norme relativeal servizio or<strong>di</strong>nario, e agli esercizi della guar<strong>di</strong>a nazionale. Creava,U7 Da una lettera del 23 agosto al Buffa.GS Da una lettera del 24 agosto al Buffa,uv Sono stati conservati alcuni documenti ad hoc. È interessante la copia <strong>di</strong> unalettera del sindaco <strong>di</strong> Carezzano Inferiore, in data 24 agosto 1848, <strong>di</strong>retta all'intendentedella provincia <strong>di</strong> Tortona: «Ieri, per la terza volta, io convocava questo comunaleconsiglio onde dar evacuo a quanto prescrivono le istruzioni del l o agosto corr. te circala mob<strong>il</strong>izzazione della guar<strong>di</strong>a nazionale. In caduna delle sessioni non valsero i mieidoverosi eccitamenti per una parte <strong>di</strong> questi signori consiglieri, che, sempre <strong>di</strong>ssidenti,si rifiutarono <strong>di</strong> cooperare alla formazione dell'elenco degl'in<strong>di</strong>vidui soggetti alla mob<strong>il</strong>izzazionedella guar<strong>di</strong>a nazionale ... temendo, come manifestarono gli stessi consiglieri, <strong>di</strong>venire fatti segno dell' o<strong>di</strong>o della ben rassegnata popolazione ». In una lettera <strong>di</strong> AgostinoRobbio, scritta da Sale <strong>il</strong> lO settembre 1848 a Buffa, si legge: «II nostro signorsindaco, avv. Pietro Cantoni finora, non solo non si è mostrato sollecito <strong>di</strong> attuare quant'erasideliberato, presente la S.V. I1l.ma, intorno alla comunale m<strong>il</strong>izia, ma invece eicerca avversare ogni cosa, e, per che può, lo farà ». C'erano in alcuni luoghi motivi <strong>di</strong>carattere economico, che inducevano i lavoratori al rifiuto del servizio richiesto dellaguar<strong>di</strong>a nazionale, come si legge in una lettera del sindaco <strong>di</strong> Fabbrica, del mandamento<strong>di</strong> S. Sebastiano, in provincia <strong>di</strong> Tortona, all'intendente provinciale. In tale comune, <strong>il</strong>giorno 23 agosto 1848, si era radunato <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> ricognizione, e già erano iniziatii lavori <strong>di</strong> controllo, quando, tutti i citta<strong>di</strong>ni convocati, « sentendo che trattavasi <strong>di</strong> organizzazionedella m<strong>il</strong>izia, ad una voce si opposero all'or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> una tale instituzione,schiamazzando, e gridando che <strong>il</strong> sindaco, e li consiglieri deggiono sapere che la popolazionedel comune a ciò sarebbe contraria, che loro deggiono emigrare dal comune perla maggior parte dell'anno, e recarsi oltre a Po, per procurare alle loro famiglie l'annuosostentamento, e che, invece <strong>di</strong> secondare li loro voti, tentano <strong>di</strong> metterli in gabbia, facendoquasi intendere che era in arbitrio dell'amministrazione comunale l'or<strong>di</strong>nare, o nonla m<strong>il</strong>izia ».61


www.accademiaurbense.itper mezzo <strong>di</strong> tale norificanza, i consigli <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina 70, e invitava im<strong>il</strong>iti all'esatta osservanza del regolamento. Il 26 agosto inviava unacircolare a stampa ai parroci della provincia <strong>di</strong> Voghera, <strong>nel</strong>la qualericordava che <strong>il</strong> governo, mandando dei commissari per le provincie siera proposto due nni: <strong>il</strong> sollecito or<strong>di</strong>namento della guar<strong>di</strong>a nazionale,la rianimazione delle popolazioni sconfortate dalle vicende della guerra.Uno dei mezzi più efficaci <strong>di</strong> collaborazione, per <strong>il</strong> felice esito dell'operadei commissari, era l'adesione del clero, <strong>il</strong> quale, con la pre<strong>di</strong>cazionee la persuasione, poteva rendersi benemerito della patria. In una letteraal sindaco <strong>di</strong> Casteggio (della quale è stata conservata la minuta)del 26 agosto sottolineava la ferma decisione del governo a condurrea termine l'organizzazione delle m<strong>il</strong>izie comunali, secondo le esigenzedella situazione politica, e trasmetteva nuove istruzioni. A Tortona,si notava un certo fermento: si protestava contro <strong>il</strong> regolamento delBuffa, massime contro le pene prescritte per le mancanze agli esercizi71; ben presto in alcuni comuni <strong>di</strong> quella provincia, e in altri, siprotestò contro i consigli <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, resi operanti dal commissario,e, come a Stradella, non si voleva riconoscere l'autorità e <strong>il</strong> mandatodel regio commissario. Il ministro Pi<strong>nel</strong>li, rispondendo alle sue istanze,gli scriveva <strong>il</strong> 2 settembre: «La creazione <strong>di</strong> un'autorità straor<strong>di</strong>naria<strong>nel</strong>le provincie non è mai senza pregiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> quella or<strong>di</strong>naria, se chiè investito della prima non sa vivificare questa ed associarla alla propriaazione, onde renderne pronti, ut<strong>il</strong>i, e regolari gli effetti. lo vedocon piacere che la S.V. 111.ma procede a norma <strong>di</strong> questo principio ene la ringrazio <strong>di</strong>stintamente ».Preso atto della situazione <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> ministro, dopo aver in<strong>di</strong>catoalcune <strong>di</strong>rettrici per vitalizzare la programmata organizzazione dellaguar<strong>di</strong>a nazionale, concludeva: «Il successo <strong>di</strong> Broni e la resistenza<strong>di</strong> Stradella, mi ispirano entrambi fiducia che la S.V. Ill.ma sa misuraregli ostacoli e ritrovare i mezzi <strong>di</strong> riuscire a buona meta. Però io miassegnerò a <strong>di</strong>rle che ella può far rispettare la propria autorità, invocandol'assistenza della forza pubblica, e sostituendo imme<strong>di</strong>atamenteall'opera dei sindaci e dei segretari, la propria azione ».11 fermento era vivo, anche perché l'attuazione della parte piùimportante della legge 4 marzo 1848, quella relativa alla formazionedei corpi <strong>di</strong>staccati, aveva suscitato una molteplicità <strong>di</strong> petizioni e <strong>di</strong>quesiti al ministero, i quali si possono compen<strong>di</strong>are <strong>nel</strong>la domanda70 I consigli <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina per la m<strong>il</strong>izia nazionale erano stati decretati dal principeEugenio <strong>di</strong> Carignano, luogotenente generale del Regno, 1'11 agosto 1848.71 Da una lettera del maggiore Tartara del 28 agosto 1848, al Buffa.62


www.accademiaurbense.itseguente: se i citta<strong>di</strong>ni che non pagavano un censo qualunque dovevanoessere compresi <strong>nei</strong> ruoli per la designazione ai corpi staccati. La legge4 marzo (a <strong>di</strong>fferenza della legge francese, 22 marzo 1831) aveva stab<strong>il</strong>itoagli articoli 2, 9, lO, 19, che non si poteva appartenere allam<strong>il</strong>izia nazionale se non si pagava un censo, o tributo qualunque. Ma,erano in errore coloro, i quali, non pagando realmente alcun censo, sicredevano esenti dal servizio, perché la legge si riferiva necessariamentealle leggi sulle contribuzioni e dal <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> queste, più chedal fatto, era da inferirsi l'esenzione, o l'obbligo del servizio (d'altraparte in più luoghi non era ripartita alcuna somma a titolo <strong>di</strong> contribuzionepersonale). Tale errata interpretazione della legge, unita aduna accentuata apatia verso quella istituzione, <strong>di</strong>ede a<strong>di</strong>to al malcontento,all'aperta opposizione, alla fazione, allo spirito settario, all'astensionedal servizio (non senza inf<strong>il</strong>trazioni <strong>di</strong> propaganda austriaca, adopera <strong>di</strong> emissari, intenti ad alimentare i motivi <strong>di</strong> scontentezza).I contrasti tra <strong>il</strong> commissario e alcuni m<strong>il</strong>iti insubor<strong>di</strong>nati <strong>di</strong> Vogherasi articolarono in una serie <strong>di</strong> proteste e contro-proteste, <strong>di</strong> noteministeriali, <strong>di</strong> manifesti e <strong>di</strong> petizioni. Ai primi <strong>di</strong> settembre girava inVoghera una sottoscrizione contro <strong>il</strong> Buffa; ad essa reagirono ufficialie m<strong>il</strong>iti della guar<strong>di</strong>a nazionale, <strong>il</strong> 7 settembre, con una protesta recantein calce 40 firme 72. Un'altra protesta si levò contro <strong>il</strong> Buffa, inor<strong>di</strong>ne ai provve<strong>di</strong>menti dati intorno al m<strong>il</strong>ite Alessandro Arcelli, unodei maggiori sob<strong>il</strong>latori della guar<strong>di</strong>a nazionale 73, la quale fu motivo<strong>di</strong> inquietu<strong>di</strong>ne, anche per <strong>il</strong> ministero. Tuttavia, in base alle referenzedocumentarie, <strong>il</strong> ministero si avvide che la reazione all'energicacondotta del commissario era un pretesto <strong>di</strong> reazione contro la temutaripresa <strong>di</strong> una seconda campagna m<strong>il</strong>itare; era l'elemento antipiemon-72 «I sottoscritti ufficiali e m<strong>il</strong>iti della M<strong>il</strong>izia comunale <strong>di</strong> questa città, altamenteprotestano contro una sottoscrizione che va coperta <strong>di</strong> poche e non libere firme per la qualesi sconosce l'autorità conferita all'inclito deputato sig. Domenico Buffa, Regio Commissario,delegato per l'organizzazione e mob<strong>il</strong>izzazione della m<strong>il</strong>izia comunale <strong>nel</strong>la Divisioned'Alessandria, mentre si gloriano <strong>di</strong> osservare fedelmente tutte le provvidenze daesso prelodato sig. Commissario a tal fine emanate, gli attestano con questa i segni dellapiù profonda stima, ammirazione e gratitu<strong>di</strong>ne. Da Voghera, ad<strong>di</strong> 7 settembre 1848»(Seguono 40 firme).73 Nella minuta <strong>di</strong> una relazione del Buffa al regio Fisco <strong>di</strong> Alessandria si legge,a proposito del detto Arcelli <strong>di</strong> Voghera, che: «tentava I'insubbor<strong>di</strong>nazione <strong>nel</strong>la m<strong>il</strong>izianazionale <strong>di</strong> Voghera, spargendo essere <strong>il</strong>legale <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina da me formatoe non avere io facoltà nissuna, epperò non dovermisi ubbi<strong>di</strong>re; che <strong>il</strong> nominato Arcellisoleva ritrovarsi co' suoi più intimi compagni <strong>nel</strong>l'osteria detta <strong>il</strong> Moretta, dove si tenevano<strong>di</strong>scorsi ingiuriosi ed ezian<strong>di</strong>o minacciosi a tutti i graduati della m<strong>il</strong>izia e singolarmenteai membri del consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, come per esempio che è tempo <strong>di</strong> operarealla muta, e <strong>di</strong> fare che se ne trovi uno ogni mattina colla rugiada sulla pancia e sim<strong>il</strong>i;che finalmente contro <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina e contro <strong>il</strong> commissario egli andava promovendofrai m<strong>il</strong>iti un ricorso all'<strong>il</strong>l.mo intendente generale ».63


www.accademiaurbense.ittese, che si <strong>di</strong>ffondeva dalla Lombar<strong>di</strong>a, e anche una <strong>di</strong>mostrazionecontro l'azione del ministero stesso, in verità ambigua e senza l'appoggiodell'opinione popolare. Il ministero versava in un particolare momento<strong>di</strong> incertezza; gli scritti del Gioberti avevano posto su <strong>di</strong> essoun'ondata <strong>di</strong> <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to. Era poco stimato anche dai torinesi, i quali,sapendolo totalmente <strong>di</strong>sposto per la pace, non temevano <strong>di</strong> perdere lacapitale, e pur criticandolo, lo preferivano a qualunque altro, <strong>di</strong>spostoalla guerra. Le <strong>di</strong>fficoltà e le amarezze non risparmiavano <strong>il</strong> Buffa, chein quei giorni non si dava riposo per <strong>di</strong>mostrare la vali<strong>di</strong>tà della suaopera. Il 12 settembre, Severino Battaglione, primo ufficiale del ministerodell'Interno, scrivendogli confidenzialmente intorno alle protesteriguardanti l'Arcelli, concludeva: «In questo mio rivolgermi <strong>di</strong>rettamentea Lei, io non dubito ch'Ella vorrà scorgere l'intima fiducia ch'iopongo <strong>nel</strong>la <strong>di</strong> Lei prudenza e <strong>nel</strong> generoso suo sentire, sicché restisuperiore ad ogni suscettività d'amor proprio <strong>nel</strong>lo accingersi a sistemarequesta contesa, e null'altro abbia <strong>di</strong> mira, che <strong>il</strong> buon accordo trai citta<strong>di</strong>ni e tutte le autorità, che in questi giorni sovratutto è tantonecessario per <strong>il</strong> bene della patria ». Il 19 settembre, scrivendo da Vogheraai genitori, <strong>il</strong> Buffa esprimeva la propria insod<strong>di</strong>sfazione pertante traversie: «Vi assicuro - scriveva - che le mie occupazioni miriescono <strong>di</strong> noja gran<strong>di</strong>ssima, perché mi è necessario combattere continuamentecogli intrighi, col maltalento, coll'apatia, ma infine fo quelpoco che posso e qualcosa spero che resterà ». Il 15 settembre si erarecato a Torino per conferire col ministro, e in tale occasione erariuscito ad ottenere l'assegnazione, per la provincia <strong>di</strong> Voghera, <strong>di</strong> duem<strong>il</strong>afuc<strong>il</strong>i, che avrebbero dovuto con sollecitu<strong>di</strong>ne essere spe<strong>di</strong>ti daGenova 74. Il 22 settembre <strong>il</strong> maggiore della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong>Tortona, comunicava al commissario che le operazioni della mob<strong>il</strong>ìzzazioneprocedevano con certa alacrità, ma che occorreva un segretariodel consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina e un aiutante maggiore. Nella seconda metà<strong>di</strong> settembre, sedati gli attriti, <strong>il</strong> Buffa poteva portare avanti <strong>il</strong> suolavoro con profitto, fino all'8 ottobre, dopo due mesi esatti. L'intendentegenerale <strong>di</strong> Alessandria, trasmettendogli 1'8 ottobre la lettera del74 In merito all'assegnazione dei duem<strong>il</strong>a fuc<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> Buffa aveva dato notizia ai genitoriin una lettera de119 settembre. Il ministro Pi<strong>nel</strong>li, <strong>il</strong> 22 settembre, scriveva al Buffa:«Si sono date le opportune <strong>di</strong>sposizioni perché siano trasmessi da Genova <strong>di</strong>rettamentea questo sig. Intendente generale 2 m<strong>il</strong>a fuc<strong>il</strong>i, alcuni dei quali dovranno essere <strong>di</strong>stribuitialla provincia <strong>di</strong> Bobbio ». Tuttavia, precisava <strong>il</strong> ministro, tali fuc<strong>il</strong>i sarebbero giunti inritardo, perché prima si doveva effettuare <strong>il</strong> cambio dei fuc<strong>il</strong>i esistenti in Genova conquelli <strong>di</strong> nuova fabbricazione. Il 6 ottobre <strong>il</strong> ministro <strong>di</strong>chiarava che « ostacoli impreve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i»ne avevano fino allora ritardato la spe<strong>di</strong>zione da Genova.64


www.accademiaurbense.itDagli appunti per una storia delle istituzioni degli Stati Uniti d'America.(Autografo <strong>di</strong> Domenico Buffa).


www.accademiaurbense.itDELLEORIGINI SOfJIALISTUDIIDIDOMENICO BUFFAFIRENZETIPOGRAFIA DI MARIANO CEceHI1847Frontespizio dell'opera storica-etnologica <strong>di</strong> Domenico Buffa, scritta tra <strong>il</strong>1843 e <strong>il</strong> 1846.


www.accademiaurbense.itrnuustro dell'Interno, con la quale si significava ai commissari straor<strong>di</strong>nariper l'attuazione della guar<strong>di</strong>a nazionale che col 15 ottobre dovevaaver fine la loro missione, lo ringraziava «per l'efficace ed <strong>il</strong>luminatacooperazione [da lui] prestata al ben degno adempimento dell'incaricoavutone, mercé la quale si conseguirono i risultati più adeguati che sipotevano sperare ».La lettera del Pi<strong>nel</strong>li del 6 ottobre <strong>di</strong>chiarava che lo scopo percui <strong>il</strong> luogotenente generale del <strong>regno</strong> aveva concesso, <strong>il</strong> 2 agosto, alministero dell'Interno la facoltà straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> creare dei commissaristraor<strong>di</strong>nari <strong>nel</strong>le provincie per l'attuazione della guar<strong>di</strong>a nazionale eraraggiunto. « Le relazioni che mi pervengono dalli sig. Intendenti generalie commissarj straor<strong>di</strong>narii - scriveva <strong>il</strong> ministro - <strong>di</strong>mostrano chel'attuazione della m<strong>il</strong>izia nazionale e l'or<strong>di</strong>namento dei corpi staccatiprocedono, tranne poche eccezioni, in modo assai sod<strong>di</strong>sfacente, quin<strong>di</strong>io non potrei più a lungo far uso della facoltà anzidetta », Alla Cameradei deputati, <strong>nel</strong>la tornata del 19 ottobre, <strong>il</strong> ministro Pi<strong>nel</strong>li, <strong>nel</strong>ren<strong>di</strong>conto sull'operato del ministero, fece ampia relazione del lavorosvolto dal ministero dell'Interno e dei regi commissari in or<strong>di</strong>neall'organizzazione e all'armamento della guar<strong>di</strong>a nazionale. Per quantoriguardava le provincie <strong>di</strong> Alessandria, Asti, Tortona, Voghera, Bobbio,<strong>di</strong>chiarava: «Nella <strong>di</strong>visione amministrativa d'Alessandria la mob<strong>il</strong>itazionedella m<strong>il</strong>izia nazionale ha progre<strong>di</strong>to assai celermente, si debbonomolte lo<strong>di</strong> alli Commissarii del governo signori avvocato Corneroe Domenico Buffa ed agli intendenti della provincia» 7G.7. L'avvocato Federico Grossi 76 scriveva <strong>il</strong> 6 giugno 1848 daBolano al deputato Buffa: «lo non ho l'onore <strong>di</strong> conoscere la S.V.;ben conosco l'ingegno <strong>di</strong> Lei e i meriti suoi parlamentarii » e allegavaalla lettera, copia <strong>di</strong> una petizione alla Camera e una memoria manoscritta,intitolata Schiarimenti sugli affari lunigianesi. Il Grossi, conGiulio Rezasco 77, con Francesco Zacchia 78, era tra i più impegnati7G Camera dei Deputati. Ren<strong>di</strong>conto del Ministero sul suo operato <strong>nel</strong> decorso dellaprorogazione della Camera, e successivo programma della condotta che intende seguire,esposti dal Ministro dell'Interno, Cav. Pier Dionizi Pi<strong>nel</strong>li in tornata del 19 ottobre1948, p. 20.76 Fu presidente del comitato dei f<strong>il</strong>osar<strong>di</strong> lunigianesi. Dopo <strong>il</strong> proclama <strong>di</strong> Moncalierifu can<strong>di</strong>dato del centro-sinistro per <strong>il</strong> collegio <strong>di</strong> La Spezia.77 Scrittore (Spezia 1813-Bogliasco 1894). Fu, dopo <strong>il</strong> proclama <strong>di</strong> Moncalieri,membro e segretario del comitato elettorale del centro-sinistro, e deputato al Parlamentosubalpino per <strong>il</strong> collegio <strong>di</strong> Sarzana. Segui la politica del Cavour, dopo <strong>il</strong> «connubio ».È autore <strong>di</strong> un apprezzato Dizionario del linguaggio italiano storico ed amministrativo(1881).78 Me<strong>di</strong>co, capitano della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Sarzana.565


www.accademiaurbense.itf<strong>il</strong>opiemontesi <strong>di</strong> Lunigiana; si era rivolto al giovane deputato ovadese,<strong>nel</strong>la speranza <strong>di</strong> trovare in esso una voce, che si levasse in Parlamentoin favore della Lunigiana, la cui situazione politica era estremamente<strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e, e le cui esigenze avevano fino allora lasciato quasi in<strong>di</strong>fferente<strong>il</strong> ministero piemontese 79. L'8 giugno <strong>il</strong> Buffa esponeva alla Camerala situazione della Lunigiana sottoposta alle vessazioni degli agentitoscani, alla superbia del commissario granducale Enrico Sabatini, in<strong>di</strong>cando<strong>nel</strong>l'incuria e <strong>nel</strong>l'imperizia dell'intendente della Spezia 80 unadelle cause principali <strong>di</strong> quello stato anormale, ed invocava <strong>il</strong> tempestivointervento in favore <strong>di</strong> quelle popolazioni, che avevano spontaneamentechiesto l'aggregazione sarda. Tale intervento sollecitò <strong>il</strong> Grossi e <strong>il</strong>Rezasco ad aggiornare costantemente <strong>il</strong> Buffa intorno alla questio<strong>nel</strong>unigianese, e a trovare <strong>nel</strong> deputato ovadese un elemento <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azio<strong>net</strong>ra la Lunigiana e <strong>il</strong> governo. Tra le carte Buffa, i documenti riguardant<strong>il</strong>a questione lunigianese <strong>nel</strong> 1848 racchiudono un intrinseco valore <strong>di</strong>fonti, ut<strong>il</strong>i all'integrazione della conoscenza <strong>di</strong> tale problema e pertantocostituiscono un capitolo a parte dell'attività politica del Buffa,<strong>nel</strong> biennio che interessa <strong>il</strong> presente stu<strong>di</strong>o.Nella petizione alla Camera, <strong>il</strong> Grossi denunciava i mo<strong>di</strong> <strong>il</strong>legalidegli agenti toscani per aggregare la Lunigiana al granducato. Taliagenti attentavano alla libertà <strong>di</strong> quelle popolazioni, impedendo loro<strong>di</strong> unirsi allo stato sardo, al quale avevano chiesto l'aggregazione. Ildecreto granducale del 12 maggio, che aggregava gran parte dei comun<strong>il</strong>unigianesi alla Toscana, era frutto <strong>di</strong> menzogna e <strong>di</strong> sopruso,perché, molti fra quei comuni erano stati occupati dalle truppe toscanedopo <strong>di</strong> esso, e alcuni paesi non avevano espresso alcun voto, e lavolontà popolare non era stata affatto consultata. Gli emissari toscanipromettevano gran<strong>di</strong> priv<strong>il</strong>egi locali ai governi provvisori lunigianesi,in cambio dell'aggregazione al Granducato; i governi che ricusavanoun tale mercimonio venivano sciolti con la violenza e l'arbitrio, e i79 In una lettera del Grossi al deputato ovadese, scritta da Sarzana <strong>il</strong> 7 luglio 1848si legge: «A malgrado le replicate istanze dei molti, mi astenni dallo immischiarmi daprincipio <strong>nel</strong>le questioni <strong>di</strong> Lunigiana, perché aborrente per natura e per convinzione daquanto sa <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualismo .., Ma <strong>il</strong> modo <strong>di</strong> procedere degli agenti della Toscana mimostrò come non poteva rimanere spettatore in<strong>di</strong>fferente, ed accettai <strong>di</strong> essere <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore<strong>di</strong> una specie <strong>di</strong> comitato per gli affari <strong>di</strong> Lunigiana. Fu allora che, dopo aver r<strong>il</strong>etto le<strong>di</strong>scussioni della Camera, pregai la S.V. a volere assumere <strong>il</strong> patrocinio della Lunigiana.Al che Ella rispose alla nostra aspettativa in siffatto modo, che mi spiace altro non poterleoffrire, oltre i nostri cor<strong>di</strong>alissimi ringraziamenti e le espressioni della più sincerariconoscenza»,80 Sulle manchevolezze dell'intendente della Spezia, scriveva da Vezzano, <strong>il</strong> 14 giugno,Giuseppe Cosini al Buffa, affermando chele <strong>di</strong>chiarazioni, pronunciate in Parlamento,erano esatte.66


www.accademiaurbense.itpaesi erano occupati m<strong>il</strong>itarmente. Si alimentava <strong>il</strong> municipalismo e la<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a. «Si impe<strong>di</strong>sce - concludeva <strong>il</strong> Grossi - con l'arte e conla forza la libera espressione della volontà popolare, e si tenta <strong>di</strong> segregaredal nuovo <strong>regno</strong> una provincia, che ne fa parte naturalmente,perché i lunigianesi sono liguri per origine, come lo sono per gli interessied i commerci; e perché la Lunigiana politicamente, m<strong>il</strong>itarmente,e commercialmente è <strong>il</strong> necessario a<strong>nel</strong>lo <strong>di</strong> comunicazione tra <strong>il</strong> golfo<strong>di</strong> Spezia e Parma e Modena, ai quali stati era unita prima degli attualiavvenimenti ». I documenti originali e in copia trasmessi al Buffa dalGrossi, dal Rezasco e da altri ci danno la misura dell'ingerenza granducalein Lunigiana. È necessario, attraverso tale articolazione documentaria,seguire brevemente i fatti lunigianesi, dal marzo al maggio 1848,cioè prima che i corrispondenti del Buffa, con puntuale attenzione, riferisserocon perio<strong>di</strong>ca sollecitu<strong>di</strong>ne intorno ai più gravi motivi dellaquestione. Per tale periodo, ci serviamo dei documenti retrospettiviallegati alle lettere e ai memoriali, soprattutto per <strong>il</strong> contributo ine<strong>di</strong>toche recano allo stu<strong>di</strong>o della questione, in realtà più conosciutaattraverso le aporie <strong>di</strong>plomatiche, e come strumentale mezzo <strong>di</strong> rapportitra Piemonte e Toscana, (quasi fosse cosa marginale o <strong>di</strong> lievemomento) che <strong>nel</strong>la sua sostanza umana.Caduti i governi <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong> Modena, in Lunigiana (che apparteneva,<strong>di</strong>visa, a quei due ducati) furono creati dalle autorità municipali,con la partecipazione <strong>di</strong> alcuni possidenti, i governi provvisori. Il governotoscano, senza perder tempo, inviò in Lunigiana un consistentenumero <strong>di</strong> agenti, con lo scopo <strong>di</strong> <strong>il</strong>lustrare i vantaggi che quellepopolazioni avrebbero acquistato aggregandosi al granducato. Il commissariogenerale toscano Matteucci inviava da Pontremoli, <strong>il</strong> 30 marzo1848, una circolare ai lunigianesi, <strong>nel</strong>la quale metteva in risalto ler<strong>il</strong>evate simpatie in Lunigiana per <strong>il</strong> principe costituzionale della Toscana,ed accennava alle prerogative che tale popolazione avrebbe conseguito,optando per Leopoldo II. Gli agenti toscani svolgevano intantouna massiccia opera demagogica: «promettevano - scrive <strong>il</strong> Grossi<strong>nel</strong>la sua memoria - l'esenzione delle imposte e della leva per undato numero d'anni, promettevano sovvenimenti per la seccagione degliolivi, promettevano ufficii a coloro che portassero maggiormente lacausa toscana, favorivano le gare e gli o<strong>di</strong> municipali accordando preture,tribunali d'appello e sim<strong>il</strong>i ad ogni comune o <strong>di</strong>stretto che ne domandavaa <strong>di</strong>scapito dell'altro. A queste concessioni e promissioni ponevano <strong>di</strong>riscontro, e pongono, la leva piemontese dura e numerosa, la giustiziain Piemonte sanguinosamente adoperata, le gabbelle ingorde ... con al-67


www.accademiaurbense.ittri trovati, che, abbindolando, potessero alienare gli animi de' Lunigianesidall'aggregazione piemontese ». Una gran parte dei governi provvisori,considerando la pluralità dei vantaggi derivanti dall'aggregazionealla Toscana 81, promise l'atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione a Leopoldo II, purché <strong>il</strong>governo granducale mantenesse tali promesse. I governi provvisoriche avevano optato per <strong>il</strong> Piemonte intesero invece che <strong>il</strong> Ministero<strong>di</strong> Carlo Alberto rifiutava l'aggregazione propriamente dettaed accettava soltanto un'aggregazione temporanea 82, ovvero promettevauna protezione, riservandosi, a guerra finita, <strong>di</strong> consultarel'espressione del libero voto <strong>di</strong> quei comuni protetti. Il governogranducale non indugiava, e, conosciute le <strong>di</strong>chiarazioni piemontesi relativeall'aggregazione temporanea <strong>nel</strong>la Lunigiana, cercò <strong>di</strong> risolvere<strong>il</strong> problema dell'aggregazione definitiva <strong>di</strong> quella regione, adottando lemisure più convenienti: dalle espressioni <strong>di</strong> più calorosa confidenza eaperta demagogia all'uso della violenza, dell'estorsione, della vessazione,del municipalismo, alla provocazione <strong>di</strong> collisioni tra comune e comune.Il 15 apr<strong>il</strong>e, Enrico Sabatini, avvocato generale della corte suprema<strong>di</strong> cassazione e regio delegato toscano al governo provvisoriodella Lunigiana, pubblicava in Pontremoli un in<strong>di</strong>rizzo ai lunigianesi,<strong>nel</strong> quale scriveva che per la necessità <strong>di</strong> corrispondere tempestivamentealle esigenze imme<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> quei comuni, che avevano espresso <strong>di</strong> desiderarela tutela granducale, assumeva provvisoriamente l'amministrazione<strong>di</strong> quella provincia, e perciò comandava lo scioglimento <strong>di</strong> queigoverni provvisori. Infatti, la ritardata <strong>di</strong>chiarazione del ministero piemontese,e le brighe degli emissari toscani ebbero per conseguenzache Massa, Carrara, e alcuni altri comuni rassegnarono <strong>il</strong> loro atto<strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione alla Toscana. È da notare, però, che soltanto in pochicomuni era stato legalmente consultato <strong>il</strong> voto della popolazione, mentre<strong>nel</strong>la maggior parte (<strong>di</strong> comuni più grossi), come a Fivizzano, Pontremoli,Bagnone, l'aggregazione era avvenuta per mezzo del solo arbi-81 È interessante, al riguardo, una circolare del governo provvisorio <strong>di</strong> Barbarascoai parroci della comunità <strong>di</strong> Tresana, in data 2 maggio 1848, <strong>nel</strong>la quale si <strong>il</strong>lustrano imotivi per cui quel comune aveva chiesto l'aggregazione alla Toscana.82 L'intendente della Spezia notificava al governo provvisorio <strong>di</strong> Avenza <strong>il</strong> 7 apr<strong>il</strong>e1848, un <strong>di</strong>spaccio ministeriale, <strong>nel</strong> quale si legge: «Mentre <strong>il</strong> Re non può che desideraredal canto suo <strong>di</strong> desiderare fra i suoi figli le popolazioni dei comuni finitimi, <strong>il</strong>partito che mira a scre<strong>di</strong>tare i suoi sforzi <strong>nel</strong>la generosa impresa del riscatto d'Italia dalgiogo straniero, si varrebbe dell'accoglimento definitivo <strong>di</strong> queste de<strong>di</strong>zioni. Sebbenespontanee, per buccinarle essere conquisti velati sotto <strong>il</strong> manto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zioni, se ne varorebbe per attribuire a mire ambiziose <strong>di</strong> sovranità ciò che è impulso <strong>di</strong> amore alla terraitaliana. Il perché deggio significarle che <strong>il</strong> regio Governo <strong>di</strong> S.M. si presterà in ognimodo per tutelare i pubblici interessi, la sicurezza, le proprietà dei comuni, che feceroatto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione; può riguardarli come aggregati temporaneamente e provvisoriamente »,68


www.accademiaurbense.ittrio del governo provvisorio, o delle pressioni <strong>di</strong> facoltosi possidenti(risulta quin<strong>di</strong> che una oligarchia, con dei fondati motivi specifici, aveva<strong>di</strong>retto l'azione in tal senso). Nella memoria manoscritta firmata daFederico Grossi e Giulio Rezasco, intitolata Schiarimenti intorno allaLunigiana, pervenuta al Buffa si legge una precisa <strong>di</strong>chiarazione al riguardo:«I governi provvisori composti <strong>di</strong> toscaneggianti o per sentimentotravolto, o per guadagneria, si deposero: onde i comuni rettida loro (e sono una gran parte della Lunigiana toscana) vennero amani <strong>di</strong> Leopoldo, senza che <strong>il</strong> povero popolo fosse giammai consultato». Poiché i governi provvisori e i possidenti, che avevano optatoper l'aggregazione alla Toscana risiedevano <strong>nel</strong> capoluogo <strong>di</strong> mandamento(mentre <strong>nel</strong>le località minori, e <strong>nei</strong> v<strong>il</strong>laggi, non si era espressoalcun voto, o, in gran parte si propendeva per <strong>il</strong> Piemonte), <strong>il</strong> delegatotoscano Sabatini, richiamandosi alla risoluzione sovrana del 12 maggioe alle istruzioni del ministro dell'Interno del 25 maggio, deliberava daPontremoli <strong>il</strong> 30 maggio che le località <strong>di</strong> un mandamento dovevanoconformarsi al voto espresso dal capoluogo 83. Il bando del delegatotoscano provocò lo sdegno dei lunigianesi f<strong>il</strong>opiemontesi, e fu ancheri<strong>di</strong>colo, non soltanto per la sua infondatezza giuri<strong>di</strong>ca, ma anche <strong>di</strong>fronte al senso comune. «Povero delegato! - scriveva <strong>il</strong> Grossi ­Egli non vide che se la sua dottrina politica fosse vera, Parma eModena, antiche capitali della Lunigiana, sendosi date al Piemonte,ne verrebbe che la Lunigiana, per questa sola ragione, dovrebbe <strong>di</strong>ventarpiemontese, non toscana ».Alcuni governi provvisori non composti <strong>di</strong> toscaneggianti nonobbe<strong>di</strong>rono al decreto <strong>di</strong> scioglimento, e instarono nuovamente presso<strong>il</strong> governo piemontese per la protezione e l'aggregazione. La preponderanzatoscana cagionò <strong>di</strong>ssensi tra i comuni lunigianesi ed ebbe, conseguentemente,la formazione dei due partiti f<strong>il</strong>otoscano e f<strong>il</strong>opiemontese,col sopravvento del primo sul secondo, con la persecuzione <strong>di</strong> chi simostrava favorevole all'aggregazione piemontese. Si bruciavano v<strong>il</strong>laggi,si organizzavano spe<strong>di</strong>zioni punitive, si spargeva <strong>il</strong> terrore: <strong>il</strong> 27apr<strong>il</strong>e alcuni signorotti <strong>di</strong> Barbarasco, toscaneggianti, fecero saccheggiaree incen<strong>di</strong>are <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio <strong>di</strong> Giovagallo, che aveva optato per <strong>il</strong>83 In tale documento si legge: «Considerando che <strong>il</strong> governo provvisorio dellacomunità <strong>di</strong> Aulla fece atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione alla Toscana, e perciò non era <strong>di</strong> poi lecito adalcune sezioni <strong>di</strong> Olivola Bibola e Pallerone separarsi arbitrariamente dalla detta lorocomunità, <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire un'proprio governo provvisorio, e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre della propria ~ortepolitica liberamente, e come tuttora si trovassero in uno stato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza ... È SCIOltO<strong>il</strong> governo provvisorio che erasi stab<strong>il</strong>ito <strong>nel</strong> paese <strong>di</strong> Olivola e Pallerone ».69


www.accademiaurbense.itPiemonte 84; si fecero insulti ad alcuni citta<strong>di</strong>ni e fra questi Giulio Rezasco,che protestò presso <strong>il</strong> Parlamento subalpino. Si verificarono casiabnormi, come quello <strong>di</strong> un citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Bagnone, accusato <strong>di</strong> essere« soverchio lodatore » del re del Piemonte; <strong>il</strong> 30 maggio in Aulla siimprigionarono alcuni abitanti <strong>di</strong> Monti per <strong>il</strong> solo motivo che erano<strong>di</strong>retti per Sarzana 85. Il ministero piemontese, interpellato più volte,continuava a tacere, e, sollecitato dal Parlamento, promise un'azione<strong>di</strong>plomatica, ma fu una mera promessa. Il ministro Ricci promise l'invio<strong>di</strong> un battaglione sardo in Lunigiana 86, e confermò l'invio <strong>di</strong> due commissariregi, che avrebbero dovuto incontrarsi con altri commissari toscani«ad acconciare le <strong>di</strong>fferenze lunigianesi; secondo <strong>il</strong> desiderioespresso dalle popolazioni », e anche queste promesse risultarono letteramorta 87. I comuni e i v<strong>il</strong>laggi, che avevano chiesto la protezionesarda, rimasti in<strong>di</strong>fesi, furono sottoposti ai continui soprusi toscani:in particolare i comuni <strong>di</strong> Avenza, Rocchetta, Calice, i v<strong>il</strong>laggi <strong>di</strong> Panicale,V<strong>il</strong>la, Podenzana, Bibola, Pallerone, Giovagallo, Parana. Il governopiemontese mandò in Lunigiana soltanto pochi carabinieri e non funominato <strong>il</strong> governo relativo all'aggregazione temporanea.Quando <strong>il</strong> Grossi si decise ad informare <strong>il</strong> Buffa, lo stato dellecose era gravissimo: «In essa Lunigiana - egli scriveva <strong>nel</strong>la notasottoscritta anche dal Rezasco - niuna sicurezza personale, non amministrazionegiu<strong>di</strong>ziale, non economica; tutto confusione ». Il lO giugno<strong>il</strong> Grossi, allegando una lettera del presidente del governo provvisorio<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca, sottoponeva all'attenzione del Buffa la gravità dellasituazione: era probab<strong>il</strong>e una collisione tra fìlopiemontesi e toscaneggianti,provocata da alcuni mestatori, ma soprattutto dal commissariotoscano Sabatini, <strong>il</strong> quale cercava, in tale occasione, un motivo <strong>di</strong> spe-84 Sui fatti <strong>di</strong> Giovagallo ha scritto <strong>di</strong>ffusamente <strong>il</strong> Rezasco in alcune lettere alBuffa. Di essi fece menzione Il Pensiero Italiano, n. 84.85 Tra <strong>il</strong> marzo e <strong>il</strong> giugno del 1848, la preponderanza toscana in Lunigiana accentuòcostantemente <strong>il</strong> suo ritmo, e i soprusi furono molti ed esasperarono quelle popolazioni.A Monti, ad esempio, un gruppo <strong>di</strong> toscaneggianti e la guar<strong>di</strong>a civica <strong>di</strong> Terrarossa,strapparono la ban<strong>di</strong>era sarda, e ferirono tre in<strong>di</strong>vidui. Mulazzo, che aveva chiestol'aggregazione piemontese, venne occupato m<strong>il</strong>itarmente dalle truppe toscane. Nei paesi<strong>di</strong> Monti, Bibola, Pallerone, le truppe toscane abbassarono la ban<strong>di</strong>era sarda, e affisseroe<strong>di</strong>tti e proclami toscani, ma, partite quelle, <strong>il</strong> popolo rialzò nuovamente la ban<strong>di</strong>eradello stato per cui aveva optato e strappò i manifesti del governo granducale. Le testimonianzedocumentarie pervenute al Buffa, recano l'evidenza <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> estremo<strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> continua apprensione in quelle popolazioni, e giustificano le istanze deicorrispondenti.86 Lo aveva comunicato al sindaco <strong>di</strong> Sarzana, e analogamente aveva fatto l'intendentedella Spezia al presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> Calice.87 Il comportamento, non soltanto del ministero Balbo ma anche <strong>di</strong> quelli successivi,fino al ministero Gioberti, <strong>nei</strong> riguar<strong>di</strong> della Lunigiana richiede ancora una accurataricognizione storiografica.70


www.accademiaurbense.itculazione in favore del governo granducale, e si serviva <strong>di</strong> mimetizzatielementi <strong>di</strong> rottura per intervenire successivamente con la violenza 88.n 14 giugno, iniziando la sua corrispondenza col Buffa, Giulio Rezascoscriveva: «Se <strong>il</strong> Governo sardo non si occupa seriamente a porre unfreno agli abusi <strong>di</strong> potenza, a <strong>di</strong>svelare le basse arti che opera <strong>il</strong> Ministerotoscano in Lunigiana, non è lontana in quella provincia la guerraciv<strong>il</strong>e» 80. Il 16 giugno, <strong>il</strong> Grossi ricordava al Buffa che i toscani minacciavanoe arrestavano chiunque fosse ritenuto fautore dell'unione alPiemonte» e, riferendosi ai casi <strong>di</strong> Parana, aggiungeva: «Si minaccianole donne, si m<strong>il</strong>lanta la più ostinata resistenza contro le nostre m<strong>il</strong>iziese venissero a proteggere i Paranesi, si parla dell'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Parana ».L'intendente <strong>di</strong> Sarzana, già intimorito <strong>il</strong> 13 giugno a V<strong>il</strong>lafranca dalcommissario toscano 90, non denunciava la situazione, o comunque nonprovvedeva. Alle note <strong>di</strong> protesta che <strong>il</strong> ministero degli Esteri piemonteseaveva incominciato ad inviare, <strong>il</strong> commissario Sabatini rispondevacon l'occupazione dei paesi, che avrebbero dovuto fruire dellaprotezione sarda 91. Le m<strong>il</strong>izie piemontesi, promesse dal ministero dell'Internoai comuni lunigianesi, non giunsero; <strong>il</strong> Rezasco <strong>il</strong> 23 giugno,inviando nuovi documenti al Buffa, esprimeva <strong>il</strong> proprio timore perpiù gravi pericoli: «Se in Lunigiana non si mandano m<strong>il</strong>izie - egliscriveva - temo della guerra civ<strong>il</strong>e; molto più che i Toscani pare chela cerchino per ogni lato, ed <strong>il</strong> Piemonte la dovrebbe ovviare per ogniverso. Or vegga Ella qual senso abbia prodotto <strong>nel</strong>l'animo <strong>di</strong> tutti ibuoni <strong>il</strong> sentire che non vengono più in Lunigiana i trecento soldatipromessi dal Ricci », La Gazzetta <strong>di</strong> Firenze intanto, <strong>il</strong> 19 giungo,giustificava la condotta del governo toscano e ne prendeva le <strong>di</strong>fese conargomenti affatto privi <strong>di</strong> fondamento 92. Alle <strong>di</strong>chiarazioni del giornale88 Il presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca, Obizzo Malaspina, cheaveva cercato <strong>di</strong> sedare i primi tentativi <strong>di</strong> lotta tra la guar<strong>di</strong>a civica toscana e la popolazione<strong>di</strong> quel comune, scriveva <strong>il</strong> 9 giugno al Grossi: «partii con reali carabinieri,essendo tanto io, quanto altri due membri del governo provvisorio colpiti da mandatod'arresto, fino da quando ci rifiutammo a pronunciarci per la designazione alla Toscana ».89 Il Rezasco alludeva alla occupazione toscana del v<strong>il</strong>laggio <strong>di</strong> Parana, avvenuta<strong>il</strong> 13 giugno. Tale v<strong>il</strong>laggio, <strong>il</strong> 7 maggio, aveva chiesto l'aggregazione al Regno Italico.90 Il marchese Obizzo Malaspina scriveva da Podenzana, <strong>il</strong> 14 giugno 1848, alGrossi « Ieri niun buono effetto ebbe la gita del sig. intendente <strong>di</strong> Sarzana a V<strong>il</strong>lafranca,poiché recatovisi <strong>il</strong> gran commissario Sabatini, scortato da una cinquantina <strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari,non volle cedere alle inchieste del sig. intendente ».91 La documentazione ad hoc trova in parte fondamento <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>chiarazioni sottoscritteda alcuni citta<strong>di</strong>ni presso <strong>il</strong> governo provvisorio <strong>di</strong> Pieve <strong>di</strong> Monti, <strong>di</strong> Calice, <strong>nel</strong>lelettere <strong>di</strong> Francesco Zacchia e negli allegati alla lettera del Rezasco del 23 giugno daSarzana. Tali documenti accentuano l'azione degli agenti e dei soldati toscani verso queicitta<strong>di</strong>ni che avevano optato per la protezione sarda.92 Le <strong>di</strong>fese del governo toscano, assunte dal giornale fiorentino, erano articolatein quattro punti: 1) era stato <strong>il</strong> governo piemontese e non quello toscano a far opera71


www.accademiaurbense.itfiorentino, reagivano <strong>il</strong> Grossi e <strong>il</strong> Rezasco <strong>nel</strong>la loro memoria Schiarimentiintorno alla Lunigiana con documentate e solide controdeduzioni.Ai primi <strong>di</strong> luglio, i governi sardo e toscano erano giuntiall'accordo <strong>di</strong> un incontro <strong>di</strong> delegazioni dei due stati, per dare esitopacifico alla vertenza « in modo consentaneo al desiderio delle popolazioni»93. Infatti, l'intendente della Spezia, <strong>il</strong> 5 luglio, informava igoverni provvisori della Lunigiana circa l'invio dei commissari da partedei due governi, i quali avevano un compito concomitante: r<strong>il</strong>evassero<strong>nel</strong>la giusta misura lo stato reale delle cose e ne riferissero ai rispettivigoverni, affinché si potesse comporre definitivamente la vertenza. Ladeliberazione presa, in or<strong>di</strong>ne all'invio dei commissari, era la risultantedel <strong>di</strong>alogo poco costruttivo tra Piemonte e Toscana, attraverso pochee non articolate note ministeriali: alle proteste del ministero <strong>di</strong> Torino,relative agli abusi toscani, <strong>il</strong> governo granducale aveva risposto adducendoche la de<strong>di</strong>zione dei comuni lunigianesi al Piemonte non eraregolare. Tuttavia i commissari proposti non giunsero mai in Lunigiana;soltanto furono inviati dei carabinieri, in numero affatto insufficienteal bisogno. Il governo toscano aveva interesse a continuare ad alimentarelo scontento in Lunigiana <strong>nei</strong> riguar<strong>di</strong> del Piemonte, e, <strong>nel</strong> contempo,ad accentuare i vantaggi promessi. C'erano anche motivi economiciche spingevano <strong>il</strong> governo granducale a cercare l'annessionedella Lunigiana: Avenza e Carrara erano una buona fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to,derivante dall'esportazione dei marmi 94. «La Lunigiana è <strong>di</strong>venutauna selva <strong>di</strong> brigatori; <strong>il</strong> granduca semina danaro; la mancanza delPiemonte spaventa », scriveva <strong>il</strong> Rezasco da Sarzana, 1'11 luglio; e<strong>nel</strong>lo stesso giorno <strong>il</strong> Grossi annunciava con amarezza: «La guerraciv<strong>il</strong>e ha esor<strong>di</strong>to in Lunigiana », e dopo aver riferito sui fatti <strong>di</strong> Podenzanadel 9 giugno, occasionati dalle solite prepotenze degli agenti toscani,informava <strong>il</strong> deputato ovadese sugli scopi del partito austro-gesuitico,<strong>il</strong> quale, a prezzo <strong>di</strong> mo<strong>net</strong>a, alimentava <strong>il</strong> municipalismo esob<strong>il</strong>lava i f<strong>il</strong>oestensi per rimettere in trono <strong>il</strong> duca <strong>di</strong> Modena. Intantodemagogica per conseguire l'aggregazione dei comuni lunigianesi; 2) <strong>il</strong> delegato toscanonon aveva sciolto, per mezzo della violenza, alcuni governi provvisori; 3) nessun paese,che aveva optato per <strong>il</strong> Piemonte, era stato occupato; 4) non ci fu nessun mandato d'arrestoper motivi politici. A tali menzogne, <strong>il</strong> Grossi e <strong>il</strong> Rezasco risposero, punto perpunto, recando una documentazione esauriente ed interessante.93 Il Rezasco in una lettera del 7 luglio adduceva alcune riserve sull'ut<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> talicommissari: « Partito buono per sé, ma pessimo se non s'avvertiranno molte cose. Eprincipalmente è raccomandab<strong>il</strong>e la scelta de' commissari che vogliono essere non cheleali e zelanti <strong>il</strong> bene d'Italia, ma scaltri per isventare le mire de' brigatori, e forse de'commissari toscani, che sento saranno scelti <strong>nel</strong> mazzo »,94 Avenza contava allora 3300 abitanti. Le gabelle sui marmi davano un gettito <strong>di</strong>oltre centom<strong>il</strong>a lire annue.72


www.accademiaurbense.itLeopoldo II percorreva la Lunigiana, donando priv<strong>il</strong>egi e impieghi:a Massa gli evviva a Leopoldo si mescolavano con quelli a FrancescoV; e la confusione era in aumento. I rapporti tra Piemonte e Toscana sierano ulteriormente inaspriti e molti temevano la rottura <strong>di</strong> unaguerra.Il 12 luglio, a Sarzana, <strong>il</strong> Gioberti non incontrò <strong>il</strong> favore popolaree <strong>il</strong> suo <strong>di</strong>scorso produsse cattivo effetto <strong>nei</strong> sarzanesi, perché avevaaffermato che la Lunigiana, per ragioni topografìche, etnografìche e spiritualiera toscana: «Passò <strong>il</strong> Gioberti da Sarzana - scriveva <strong>il</strong> Rezasco<strong>il</strong> 14 luglio al Buffa - e fu ad un pelo d'essere fìschiato. Parlò delMagra confìne dalla Toscana al Regno Italico, onde i comuni lunigianesi,che tanto spasimarono per l'aggregazione piemontese e questa città,sarebbero indegnamente barattati a Leopoldo. Cre<strong>di</strong>amo che <strong>il</strong> tempo<strong>di</strong> mercatare gli uomini sia tramontato. Non<strong>di</strong>meno mandammo deputatial fìlosofo, e tanto <strong>di</strong>ssero eglino e tanto <strong>di</strong>sse la popolazione osservando<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, che <strong>il</strong> Gioberti si scusò pubblicamente» 95. Anche <strong>il</strong>partito repubblicano faceva proseliti in Toscana e, facendo <strong>il</strong> gioco<strong>di</strong> quello austro-estense, seminava o<strong>di</strong>o contro <strong>il</strong> Piemonte. I ben pensantisi preoccupavano per lo scandalo, che si andava provocando inItalia, in un momento particolarmente importante come quello per lain<strong>di</strong>pendenza nazionale, dai due stati che erano responsab<strong>il</strong>i dei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>niin Lunigiana: la Toscana con aggressiva ingerenza, <strong>il</strong> Piemontecon aperta indolenza. Il 15 luglio <strong>il</strong> Buffa aveva chiesto al Rezasco unarelazione documentata intorno alla Lunigiana, perché era sua intenzionepresentarla, con altri deputati, al ministro degli Esteri Pareto, ma lacaduta del ministero Balbo avvenuta pochi giorni dopo gli impedìtale azione sollecitativa verso <strong>il</strong> governo. (Al fine <strong>di</strong> scuotere <strong>il</strong> ministero,<strong>il</strong> Rezasco e <strong>il</strong> Grossi avevano insistito per una nuova interpellanzain Parlamento, ma <strong>il</strong> Buffa aveva osservato che non era convenientein quel momento). .Poco dopo l'armistizio Salasco, <strong>il</strong> governo piemontese richiamòdalla Lunigiana i pochi carabinieri inviati: le proteste dei governi provvisoriall'intendente della Spezia, al ministero, al re, al comitato dei dueDucati non ebbero corrispondenza. Il governo toscano intanto, calpestandola volontà popolare, inviava nuove truppe <strong>nel</strong> <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong>Massa e faceva occupare m<strong>il</strong>itarmente Avenza e Parana, che avevanoa suo tempo votato per l'aggregazione al Piemonte. 1'8 ottobre <strong>il</strong>95 Il Grossi aveva tenuto un <strong>di</strong>scorso al Gioberti, a nome della guar<strong>di</strong>a nazionalee dell'amministrazione comunale <strong>di</strong> Sarzana, <strong>nel</strong> quale aveva parlato degli interessi specificidella Lunigiana in relazione con quelli d'Italia.73


www.accademiaurbense.itmimstero piemontese informava i governi provvisori della Lunigiana,per mezzo dell'intendente della Spezia, che «ben lungi <strong>il</strong> governo <strong>di</strong>S.M. <strong>di</strong> abbandonare le popolazioni <strong>di</strong> Lunigiana, che si de<strong>di</strong>carono alPiemonte, accolse anzi con troppa premura le libere votazioni de' Lunigianesiper poter acconsentire ad una occupazione che fosse a tale votocontraria» 1l6, e affermava che l'occupazione <strong>di</strong> Avenza e <strong>di</strong> Parana 97non poteva credersi comandata dal governo toscano; pertanto <strong>il</strong>ministero avrebbe provveduto affinché fossero repressi gli abusi degliagenti toscani. Poco prima della riapertura del Parlamento, <strong>il</strong> ministroPi<strong>nel</strong>li, <strong>nel</strong>la prima metà <strong>di</strong> ottobre, aveva rimandato i carabinieri inLunigiana, i quali furono accolti con simpatia. Anche se la loro presenzaera inefficace <strong>di</strong> fronte alla preponderanza toscana, <strong>il</strong> popolo vedeva tuttavial'inizio della sospirata protezione; in verità i governi provvisoric'erano soltanto <strong>di</strong> nome e mancava ogni organizzazione amministrativae giu<strong>di</strong>ziaria 1l8. Il I" novembre, l'intendente della Spezia informavai governi provvisori che <strong>il</strong> ministero <strong>di</strong> Torino aveva ripreso ad interessarsicon sollecitu<strong>di</strong>ne della Lunigiana, e <strong>di</strong>chiarava che « <strong>il</strong> governo<strong>di</strong> S.M., sia a conservazione della propria <strong>di</strong>gnità, che per debito contrattoverso i comuni della Lunigiana, che si posero sotto la protezionesarda, è <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> provvedere con mezzi, i più efficaci, onde non riescavano <strong>il</strong> protettorato da lui assunto de' comuni lunigianesi » 1l9. Fu unamera liberalità <strong>di</strong> parole. Il 16 novembre l'intendente della Spezia, inun <strong>di</strong>spaccio ai governi provvisori, asseriva che <strong>il</strong> governo toscano aveva<strong>di</strong>chiarato che l'occupazione m<strong>il</strong>itare <strong>di</strong> Avenza e <strong>di</strong> Parana era stataeffettuata soltanto per la conservazione dell'or<strong>di</strong>ne, e che pertanto intali luoghi rimanevano pochi dragoni toscani, con lo scopo <strong>di</strong> coa<strong>di</strong>uvarei carabinieri piemontesi. Tuttavia, <strong>il</strong> governo toscano, precisava l'intendente,poneva la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un nuovo suffragio universale, perché,a suo avviso, le prime espressioni <strong>di</strong> voto in favore del Regno sardonon erano regolari. Allegava al <strong>di</strong>spaccio un proclama dell'intendentegenerale <strong>di</strong> Genova agli Abitanti della Lunigiana} <strong>nel</strong> quale si annunziavaa tutti i paesi lunigianesi, che avevano chiesta la protezione sarda,l'accordo dei due governi, relativo a una « universale e libera votazione,96 Da un'interpellanza del Rezasco, da esporre al Parlamento, allegata a una Ietteraal Buffa del 2 <strong>di</strong>cembre.97 La pro<strong>di</strong>toria occupazione m<strong>il</strong>itare <strong>di</strong> Avenza e Parana fu effettuata <strong>il</strong> 30 settembre.98 Tornato a Torino, <strong>il</strong> Buffa aveva ripreso ad interessarsi della Lunigiana. Il Rezasco,<strong>il</strong> 27 ottobre, lo ringraziava «del nob<strong>il</strong>e modo e delle salde ragioni» colle qualiaveva tentato <strong>di</strong> indurre <strong>il</strong> ministero ad agire in favore <strong>di</strong> quei comuni abbandonatia se stessi.99 Dalla citata interpellanza del Rezasco.74


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong>chiarando regolarmente ed in forma solenne a quale stato volesseroappartenere» 100. Poiché tale proclama era rivolto a tutti gli abitantidella Lunigiana, e non limitatamente agli optanti per <strong>il</strong> Piemonte, <strong>il</strong> delegatotoscano Sabatini minacciò i sindaci e chiunque altro facesseaffiggere quel manifesto <strong>nei</strong> comuni occupati dalle m<strong>il</strong>izie granducali.I paesi che avevano già votato per <strong>il</strong> Piemonte, e che non erano statioccupati dalle truppe toscane, effettuando <strong>il</strong> loro secondo scrutinio,confermarono la loro decisione. I governi provvisori <strong>di</strong> alcuni paesiinvece, come Calice, non vollero rinnovare la votazione, poiché laprima era stata effettuata con la piena ottemperanza alle leggi 101. Inrealtà, <strong>il</strong> governo piemontese si comportò ambiguamente <strong>nei</strong> confrontidei comuni lunigianesi che avevano chiesto la sua protezione, e <strong>di</strong>mostròdebolezza, e, in certo senso, succubismo <strong>nei</strong> rapporti <strong>di</strong>plomatici conla Toscana. «Il ministero s'è <strong>di</strong>portato non bene, anzi malissimo »,scriveva <strong>il</strong> Rezasco <strong>il</strong> 24 novembre, criticando la deliberazione delsecondo scrutinio, che nulla avrebbe risolto, e concludeva: «Ditepure e mostrate la mia lettera, che <strong>il</strong> partito preso non è buono; sonopannicelli cal<strong>di</strong> e non più. E <strong>di</strong> onore non c'è punto né poco ».Il secondo scrutinio, scarsamente operato, fu <strong>di</strong> nessun momento,ed ebbe per effetto una maggiore esasperazione degli animi.Il governo piemontese, attaccato a fondo dall'opposizione democratica,non aveva tempo per badare alla Lunigiana, e ormai cedeva aicolpi della corrente giobertiana e rattazziana. In Lunigiana la situazioneera comunque peggiorata; <strong>il</strong> Rezasco ne reca l'effettiva <strong>di</strong>mensio<strong>nei</strong>n una lettera del 2 <strong>di</strong>cembre: «Le cose <strong>di</strong> Lunigiana precipitano:<strong>il</strong> governo toscano corrompe gli animi, promettendo, minacciando,denigrando: <strong>il</strong> governo piemontese non fa nulla, e tace. Igoverni provvisori avrebbero mandato un memoriale al Parlamento,ma, la condotta del Piemonte è siffatta, che, dubitando dell'esito,non vogliono più innanzi compromettersi presso la Toscana »,100 Dalla interpellanza citata.101 Il malcontento <strong>nel</strong> cantone <strong>di</strong> Calice per la richiesta del secondo scrutinio, eraintenso. Il Rezasco, <strong>il</strong> 26 novembre, parlava <strong>di</strong> «ignoranza e doppiezza del nostro ministero<strong>nel</strong>l'accordare <strong>il</strong> secondo squittinio », e continuava con franchezza: «Insomma <strong>di</strong>tepure al signor Pi<strong>nel</strong>li che <strong>il</strong> cantone <strong>di</strong> Calice non intende d'essere abburattato, nonvuole per nessun conto, a nessun patto <strong>il</strong> secondo squittinio. Gli atti del primo sono inoriginale presso <strong>il</strong> presidente <strong>di</strong> quel governo, e sono in tanta regolarità, quanta ne potevanoavere i squittinii lombar<strong>di</strong> e ve<strong>net</strong>i. Se <strong>il</strong> Governo Sardo intende <strong>di</strong> mantenere laparola, lo faccia; ove che no lo <strong>di</strong>ca chiaramente, senza porre mano a sotterfugi. Almenoquesta nob<strong>il</strong>tà. È tempo <strong>di</strong> uscirne e uscirne subito, è tempo che le autorità abbiano linguae inchiostro, poiché finora nessuno risponde »,75


www.accademiaurbense.it8. Riapertosi <strong>il</strong> Parlamento subalpino, <strong>il</strong> 16 ottobre, <strong>il</strong> Buffariprese la sua vita <strong>di</strong> deputato, sempre più impegnato a sostenerel'opposizione democratica al ministero Perrone-Pi<strong>nel</strong>li, aderendo alle<strong>di</strong>rettrici dell'impostazione giobertiano-rattazziana. La situazione politicaera <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e, la fiducia al ministero era data in scarsa misura; leprospettive della me<strong>di</strong>azione anglo-francese erano sostenute con un linguaggioquanto mai generico e privo, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> una qualche in<strong>di</strong>cazionespecifica in or<strong>di</strong>ne alle antinomie guerra-armistizio; le finanze dellostato erano insufficienti e la realtà congiunturale <strong>nel</strong>l'industria e <strong>nel</strong>commercio appesantiva le apprensioni; la ristrutturazione dell'esercitoera stata in minima parte effettuata; le truppe, mantenute sul piede <strong>di</strong>guerra, incidevano sensib<strong>il</strong>mente sul b<strong>il</strong>ancio inadeguato; l'attuazione<strong>di</strong> vitali infrastrutture (linee ferroviarie e telegrafiche) aveva subito unnotevole rallentamento. Era un momento in cui la demagogia e <strong>il</strong> verbalismocritico avevano buon gioco: non c'era l'uomo che avesse forzabastante per dominare la situazione. Gioberti abbracciava <strong>il</strong> mito dellaguerra rivoluzionaria, attraverso l'articolazione psicologica <strong>di</strong> schemi<strong>di</strong>alettici, che non trovavano corrispondenza <strong>nel</strong>la sostanziale politicaeuropea; gli oratori della sinistra, dal Valerio al Broflerio, dal Rattazzial Buffa, dal Sineo al Ravina, ricchi d'immagini, <strong>di</strong> sonorità verbale,<strong>di</strong> esplicitazioni patriottico-pare<strong>net</strong>iche, erano ancora inesperti osservatoridella politica estera, e ancora ingenui per una valutazione adeguatadei problemi, su uno schema onniconclusivo <strong>di</strong> perizia politica.Soltanto l'esattezza critica, contenuta <strong>nel</strong>la valutazione della situazioneeuropea, che <strong>il</strong> Cavour espresse <strong>nel</strong> suo primo grande <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> politicaestera <strong>il</strong> 20 ottobre, in<strong>di</strong>cava una personalità <strong>di</strong> prim'or<strong>di</strong>nee una mente realizzatrice, aliena da ogni mitologia demagogica, da ognistatico dogmatismo. D'altra parte, l'azione costante dei circoli politici<strong>di</strong> Torino e <strong>di</strong> Genova, <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>verse componenti dell'opposizione alministero (dai mazziniani ai giobertiani), le agitazioni popolari, la temutasecessione genovese, la propaganda repubblicana e mazziniana, lemanifestazioni in favore <strong>di</strong> Venezia, <strong>il</strong> contributo giornalistico deifautori della ripresa delle ost<strong>il</strong>ità, <strong>il</strong> timore sparso <strong>nel</strong>l'opinione pubblica<strong>di</strong> un secondo Campoformio, come risultante <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>azioneanglo-francese priva <strong>di</strong> significato per l'unità nazionale, erano i principalicoefficienti giustificativi dell'azione della sinistra. A tale azione politicacontribui <strong>il</strong> Buffa con <strong>di</strong>scorsi, interventi e relazioni, <strong>nel</strong> corso de<strong>il</strong>avori parlamentari. La sua attività, in tal senso, ebbe espressione demagogico-patriotticae non fu priva, però, <strong>di</strong> valore e <strong>di</strong> fondamento critico.All'inizio della seconda sessione parlamentare del 1848, <strong>il</strong> Buffa76


www.accademiaurbense.itprese la parola sul tema relativo alla vali<strong>di</strong>tà dell'elezione <strong>di</strong> FeliceMerlo, ministro <strong>di</strong> grazia e giustizia, a deputato del collegio <strong>di</strong> Fossano.Protestò contro la condotta del clero, che aveva esercitato una parti.colare influenza sugli elettori <strong>di</strong> Fossano per l'affermazione del Merlo,rappresentante della corrente clericale-conservatrice e, <strong>nel</strong> contempo,propose alla Camera l'attuazione <strong>di</strong> oculate inchieste in or<strong>di</strong>ne allaingerenza del clero in materia politica, affinché «la Costituzione, nonsia una larva, né la rappresentanza popolare una menzogna» 102. Il 19ottobre, <strong>il</strong> ministro dell'Interno Pier Dionigi Pi<strong>nel</strong>li lesse <strong>il</strong> Ren<strong>di</strong>contodel Ministero sul suo operato <strong>nel</strong> decorso della prorogazione della Camerae successivo programma della condotta che intende seguire. Laimportanza della relazione, per i problemi vitali sui quali doveva riferire,la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>battere gli argomenti, che <strong>il</strong> ministro avrebbetrattato, massime intorno alla ripresa delle ost<strong>il</strong>ità, erano state avvertitedai gruppi parlamentari, i quali, soprattutto gli oppositori e i sostenitoridel ministero, si erano preparati per una dura battaglia. Il ministro<strong>il</strong>lustrò l'importanza della me<strong>di</strong>azione anglo-francese in armoniacon la globale struttura della politica del governo, e ne r<strong>il</strong>evò gli sv<strong>il</strong>uppi<strong>di</strong>plomatici, le <strong>di</strong>fficoltà, usando un linguaggio veramente patriottico.Disse che le basi che si era proposto <strong>il</strong> ministero, <strong>nel</strong>l'ambitodella politica estera e interna, erano: «L'osservanza dell'armistizio comesemplice fatto m<strong>il</strong>itare, ed espressa protesta <strong>di</strong> non riconoscerlocome base o preliminare <strong>di</strong> una transazione politica, fralle potenzebelligeranti, sopra i fatti compiuti colle leggi <strong>di</strong> unione delle altre provincieitaliane. Piena ed esatta osservanza dello Statuto, dei voti datidal Parlamento intorno ad esso, ed <strong>il</strong> progressivo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> tutte lelibere istituzioni... Accettazione della me<strong>di</strong>azione della Francia e dell'Ingh<strong>il</strong>terraper definire, sotto le con<strong>di</strong>zioni per esse proposte, laguerra che si combatteva» 103. R<strong>il</strong>evato lo spirito <strong>di</strong> nazionalità, cheaveva animato <strong>il</strong> governo intorno al contenuto della me<strong>di</strong>azione, <strong>il</strong>ministro, dopo avere accennato alla necessità <strong>di</strong> riconquistare la nazionalità,affermava: «noi, che abbiamo veduto che le reliquie del municipalismocadevano soltanto a' pie' <strong>di</strong> questo sacro nome della nazio<strong>nei</strong>taliana, non potevamo credere accettab<strong>il</strong>e ed onorevole quella pace,che non avesse per base <strong>il</strong> riconoscimento della nazionalità italiana ...Non avremmo potuto credere accettab<strong>il</strong>e ed onorevole quella pace che10~ Atti del Parlamento Subalpino. Sessione del 1848, p. 508.103 Ren<strong>di</strong>conto del Ministero sul suo operato <strong>nel</strong> decorso della prorogazlone dellaCamera e successivo programma della condotta che intende seguire esposta dal Ministrodell'Interno, Cav. Pier Dionigi Pi<strong>nel</strong>li in tornata del 19 ottobre, p. 2.77


www.accademiaurbense.itnon confermasse in tutta l'Italia quell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cose che dà voce allaNazione a constituire <strong>il</strong> suo <strong>di</strong>ritto e le sue leggi ... che non avessecostituito in questa parte superiore dell'Italia uno Stato forte e potente... » 1O~. Proseguiva <strong>il</strong> Pi<strong>nel</strong>li, <strong>il</strong>lustrando le con<strong>di</strong>zioni materialie psicologiche del Piemonte dopo <strong>il</strong> 9 agosto, documentando lo stato<strong>di</strong> carenza dell'esercito, e in tal modo giustificava la necessità <strong>di</strong> uname<strong>di</strong>azione, che offrisse con<strong>di</strong>zioni valide per <strong>il</strong> riconoscimento dellanazionalità italiana e ne assicurasse l'autonomia. Affermava che conducendole trattative per la pace non si intendeva eludere i preparativiper la guerra, e tuttavia <strong>di</strong>chiarava che le trattative della me<strong>di</strong>azioneerano state condotte con molta lentezza, a causa del governo austriaco,che dapprima aveva rifiutato <strong>net</strong>tamente i negoziati delle potenze me<strong>di</strong>atrici:«Alle nostre istanze presso le potenze me<strong>di</strong>atrici - informava<strong>il</strong> ministro - ai replicati e pressanti ufficii <strong>di</strong> queste, rispose po<strong>il</strong>'Austria, sulle prime accettando semplicemente la me<strong>di</strong>azione, poi tergiversandosulle con<strong>di</strong>zioni» 105. Tuttavia, l'Austria non si era ancorapronunciata in modo esplicito intorno alla me<strong>di</strong>azione, e <strong>il</strong> ministrofaceva riferimento alla Lombar<strong>di</strong>a e ai Ducati, occupati m<strong>il</strong>itarmente,e <strong>di</strong>chiarava quali erano le intenzioni del governo per l'avvenire: «Odecideranno l'Austria ad accettare la me<strong>di</strong>azione sulle basi medesimeda noi accettate, ed allora una tregua, che ponga i paesi occupati inuna più ragionevole con<strong>di</strong>zione, ci permetterà <strong>di</strong> sgravare lo Stato <strong>di</strong>una parte della spesa <strong>di</strong> guerra. O l'Austria rifiuterà le con<strong>di</strong>zioni edaggre<strong>di</strong>rà; e noi, ripigliando per <strong>di</strong>fenderci la guerra, la spingeremocon ardore e con l'aiuto della Francia, che in tal caso ci è assicurato,o senza ancora, sino alle estreme sue conseguenze. O finalmente 1'Austria,senza rompere la guerra, si terrà <strong>nel</strong>l'indeciso circa l'accettazionedelle con<strong>di</strong>zioni proposte dalle potenze me<strong>di</strong>atrici, ed allora noi che,ravvisiamo impossib<strong>il</strong>e <strong>di</strong>menarci in questo stato <strong>di</strong> indecisione, chea tutte le spese della guerra aggiunge l'inquietu<strong>di</strong>ne all'interno e laoppressione <strong>di</strong> quelle provincie italiane, che votarono con noi l'unione,abbiamo <strong>di</strong>chiarato alle potenze me<strong>di</strong>atrici che ci terremmo sciolti dall'impegnoe che piglieremo consiglio dall'opportunità per aggre<strong>di</strong>re,quando che sia, la guerra per la quale teniamo in pronto i mezzi esiamo sicuri che la nazione non ci ricuserà alcuno de' maggiori aiuti chepossano essere necessarii all'uopo» 106. Le <strong>di</strong>chiarazioni del ministrodell'interno non avevano convinto <strong>il</strong> gruppo parlamentare <strong>di</strong> sinistra.7810~ Ren<strong>di</strong>conto del Ministero, ecc., p. 3.105 Ren<strong>di</strong>conto del Ministero, ecc., p. 5.106 Ren<strong>di</strong>conto del Ministero, ecc., p. 8.


www.accademiaurbense.itEspresse per primo le controdeduzioni del gruppo giobertiano-rattazziano,Domenico Buffa, con un lungo <strong>di</strong>scorso che, raccolto stenograficamente,data la sua importanza, fu stampato in cinquem<strong>il</strong>a esemplarie venduto per le vie <strong>di</strong> Torino.Il giovane deputato <strong>di</strong>ede in quell'occasione una felice prova <strong>di</strong>vis oratoria, ma soprattutto riuscì a mettere in risalto la sua tempra<strong>di</strong> uomo politico e la sua capacità interpretativa delle istanze del momento.Tali istanze erano sollecitate da forze contrastanti, tra <strong>il</strong> poteree la demagogia, <strong>nel</strong> contrappunto tra moderazione e rivoluzione,al cui vertice stava la responsab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> una scelta, che era necessariopronunciare, tra i palliativi <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>azione quasi impopolare e laimme<strong>di</strong>atezza <strong>di</strong> una ripresa della guerra, che sembrava essere l'esplicitaaspirazione popolare. Non era certamente un compito fac<strong>il</strong>e, senzabanalizzarlo in una tonalità comiziale, controdedurre al ren<strong>di</strong>conto ministeriale,ricco, in verità, <strong>di</strong> vali<strong>di</strong> argomenti. Il Buffa riuscì ad essereefficace e, <strong>nel</strong> contempo, equ<strong>il</strong>ibrato <strong>nel</strong>l'esaminare <strong>il</strong> problema dellame<strong>di</strong>azione, <strong>nel</strong> quadro complessivo della situazione politica. Non ègiusto (e neppure esatto) sminuire <strong>il</strong> valore del <strong>di</strong>scorso del Buffa, comequello dei contributi del Brofferio, del Valerio, del Sineo, del Rattazzi,del Gioberti, in or<strong>di</strong>ne a questo problema, <strong>di</strong> fronte alla <strong>di</strong>versa impostazioneche <strong>il</strong> Cavour ha recato all'esame <strong>di</strong> quella situazione politica,giustificando le formulazioni ministeriali. Una attenta verifica e unapiù articolata ricognizione archivistica potranno compiutamente sottolinearele <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> quel momento, <strong>nel</strong> quale contenere l'effervescenzadei mazziniani, degli emigrati, non era un problema da potersirisolvere con circolari del ministero dell'Interno, o magari colminacciare <strong>di</strong> velare la statua della libertà, come pensava <strong>il</strong> generaleDurando. Gli argomenti della sinistra non erano senza valido appoggio.La me<strong>di</strong>azione offriva scarse prospettive, e la ripresa delle ost<strong>il</strong>ità (credutatempestiva in quei giorni) poteva apparire uno ster<strong>il</strong>e sacrificio.Entrambe le soluzioni presentavano forti responsab<strong>il</strong>ità e ad<strong>di</strong>tavanoconseguenze tristi. In sede <strong>di</strong> critica storica, tale problema non è d<strong>il</strong>ieve momento. Attribuire le responsab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> Novara all'imperizia deiministeri seguenti, che, appunto, da questa <strong>di</strong>scussione trassero in granparte argomento per la loro affermazione, è ancora oggi luogo comune;ma <strong>il</strong> problema ha ben altra <strong>di</strong>mensione: c'è una pluralità <strong>di</strong> aspettida esaminare, che non è qui possib<strong>il</strong>e, neppure accennare; basti soltantoavvertire la <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e situazione piemontese. Il Buffa espresse la suaaperta sfiducia <strong>nel</strong>la me<strong>di</strong>azione anglo-francese. L'Ingh<strong>il</strong>terra non avevanessun interesse per l'esito <strong>di</strong> tale me<strong>di</strong>azione; essa si era associata alla79


www.accademiaurbense.itFrancia soltanto per non lasciarla sola in quell'operazione <strong>di</strong>plomatica,e perché « da quell'isolamento potevan nascere gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti in tuttaEuropa ... L'interesse proprio come <strong>di</strong> tutta Europa fu quello adunqueche mosse l'Ingh<strong>il</strong>terra, non l'interesse nostro particolare ... L'Ingh<strong>il</strong>terraprese parte alla me<strong>di</strong>azione, onde impe<strong>di</strong>re per avventura unaguerra europea; ma quel motivo appunto, che la spinse a pigliarviparte, potrebbe <strong>di</strong>venir cagione che se ne ritraesse, perché quando letrattative della me<strong>di</strong>azione si avviassero in modo che da essa potessenascer quella guerra, che si voul evitare, allora certamente l'Ingh<strong>il</strong>terraritrarrebbesi dalla me<strong>di</strong>azione» 107. Analogamente <strong>il</strong> Buffa esprimevaun giu<strong>di</strong>zio sfavorevole intorno alle intenzioni della Francia, la quale«non vorrà fare mai ciò che né essa, né nazione al mondo potràfare» 108. Premesso che l'interferenza me<strong>di</strong>atrice della Francia e dell'Ingh<strong>il</strong>terraa favore del Piemonte era una mera <strong>il</strong>lazione del ministero,non essendo in atto nessun esplicito negoziato, e non essendosiin due mesi dato inizio ad alcun incontro <strong>di</strong>plomatico, <strong>il</strong> deputatofaceva notare al Parlamento che nessun vantaggio sarebbe derivatoda una eventuale me<strong>di</strong>azione. « La me<strong>di</strong>azione - egli <strong>di</strong>ceva ­pare che possa avere qualche significato quando è fra due potenze belligeranti;ma qui la guerra esiste? Esiste negli animi nostri si, ma perla <strong>di</strong>plomazia europea io credo che sia finita. Per essa vi fu un tentativodel Piemonte che andò fallito; l'Austria è al suo posto e noi siamoal nostro. Pertanto la me<strong>di</strong>azione, io credo che non possa far altroche porre <strong>il</strong> suggello a quello che le armi hanno fatto» 109. Anchel'intervento armato della Francia lasciava perplesso l'oratore; era necessarioche <strong>il</strong> Piemonte rompesse la guerra per indurre quella nazionead aiutarci. « I Francesi - precisava <strong>il</strong> Buffa - non saranno mai piùitaliani che gli Italiani; essi potranno venire <strong>di</strong>etro a noi, ma nonprecorrerei; quando noi avremo mostrato col fatto che vogliamo fardavvero, allora la Francia si mostrerà anch'essa» 110. Una conclusionescendeva, dunque, chiara dal <strong>di</strong>scorso: riprendere le ost<strong>il</strong>ità con fiducia,non essere possib<strong>il</strong>e continuare ulteriormente in quello stato <strong>di</strong> angoscia,considerare che una. parte dello stato era occupata dal nemico,non <strong>di</strong>menticare gli effetti che avrebbero potuto derivare dall'insurrezionedei Lombar<strong>di</strong>. Con esemplare schiettezza, <strong>il</strong> deputato si esprimevacol linguaggio della coerenza e della convinzione: «In questi momenti80107 Atti del Parlamento Subalpino. Sessione del 1848, p. 521.108 Idem, p. 522.109 Idem., p. 522.110 Idem, p. 522.


www.accademiaurbense.itcosi solenni, da cui può <strong>di</strong>pendere tutto <strong>il</strong> destino della nostra patria,io credo che noi dobbiamo parlarci apertamente e senza velo. Pertanto,qualunque sia l'accoglienza che possiate far voi, che possa fare lanazione alle mie parole (io <strong>di</strong>co schiettamente <strong>il</strong> mio avviso), credoche la guerra sia necessaria. Quando una parte dello stato è occupatadal nemico, si può egli pensare se si debba si o no fare la guerra? Ora,o signori, tre quarti <strong>di</strong> esso sono occupati dal nemico, dunque la guerraè necessaria, è inevitab<strong>il</strong>e. Pensiamo ancora che la Lombar<strong>di</strong>a ed <strong>il</strong>Ve<strong>net</strong>o non possono durare lungamente <strong>nel</strong>lo stato in cui si trovano;io credo che non ci sia nessuno qui dentro, <strong>il</strong> quale non sia persuaso che,durando a lungo le con<strong>di</strong>zioni attuali, una rivoluzione in Lombar<strong>di</strong>a èinevitab<strong>il</strong>e. Ebbene, guai a noi (e quando <strong>di</strong>co noi, non intendo <strong>il</strong>Piemonte solo, ma l'intera Italia) guai a noi, se la nuova insurrezioneha luogo per opera dei Lombar<strong>di</strong> soli e senza <strong>il</strong> nostro soccorso! ...Voi sapete abbastanza che se un movimento della Lombar<strong>di</strong>a avvienesenza <strong>di</strong> noi, se sarà fatta sotto un'altra ban<strong>di</strong>era la guerra, infiniti malie tutti gli orrori <strong>di</strong> una guerra civ<strong>il</strong>e piomberanno sopra <strong>di</strong> noi» 111.Il Brofferio, <strong>il</strong> Valerio, <strong>il</strong> Sineo, <strong>il</strong> Rattazzi, <strong>il</strong> Gioberti appoggiaronole affermazioni del Buffa, e <strong>il</strong> giorno seguente <strong>il</strong> Pi<strong>nel</strong>li <strong>il</strong> Dabormida,<strong>il</strong> Cavour <strong>di</strong>fesero la linea politica ministeriale; <strong>il</strong> <strong>di</strong>scorso del Cavourè troppo noto per accennarvi qui, anche soltanto <strong>nei</strong> passi specifici incui sono <strong>di</strong>scusse le tesi del Buffa.Il 26 ottobre vi fu in Parlamento una seduta tempestosa: le tribuneapplau<strong>di</strong>vano i deputati della sinistra (c'erano molti lombar<strong>di</strong> ealcuni lettori della Concor<strong>di</strong>a). Si era attaccato in modo massiccio <strong>il</strong>ministro delle finanze Ottavio <strong>di</strong> Revel, <strong>il</strong> quale aveva accettato lame<strong>di</strong>azione anglo-francese, prima <strong>di</strong> interpellare la Camera. I deputatiBuffa, Valerio, Sineo, Rattazzi, Ravina accusarono replicatamente <strong>il</strong>ministro, <strong>il</strong> quale fu <strong>di</strong>feso dai deputati della corrente ministeriale Ferraris,Galvagno e Cavour. Il Buffa defin<strong>il</strong>a condotta del ministro « unaviolazione della libertà e dello Statuto» 112, perché, trattando segretamenteproblemi fondamentali della nazione, andava oltre i limiti delsuo potere; proponeva un or<strong>di</strong>ne del giorno che prendesse atto <strong>di</strong> taleviolazione della libertà costituzionale. Il 2 novembre, scrivendo ai geonitori, criticava la politica ambigua e incerta del partito che era alpotere: «Il ministero che fu sempre della pace, ora vorrebbe essere111 Atti del Parlamento Subalpino. Sessione del 1848, p. 523. Il Buffa aveva anchepreparato una protesta scritta, firmata anche dal Valerio <strong>nel</strong>la quale erano contenuti ipunti fondamentali del <strong>di</strong>scorso.112 Atti del Parlamento Subalpino. Sessione del 1848, p. 586.81


www.accademiaurbense.itdella guerra, perché vede non esserci altra via; ma nessuno gli crede,e stimo ch'esso non creda a se medesimo. In tre mesi non ha saputopreparare l'esercito ... ora che sarebbe <strong>il</strong> vero tempo <strong>di</strong> rientrare incampagna, non è preparato, non osa e vuole dare ad intendere allanazione che aspetta l'occasione più propizia ».Il Buffa era stato nominato membro della commissione istituitaper ricevere le comunicazioni del ministero in or<strong>di</strong>ne alla sua politica,e <strong>nel</strong>la tornata del 6 novembre lesse in Parlamento una relazione sullecomunicazioni ricevute. Tale documento era un esplicito atto <strong>di</strong> accusaal ministero. « E pigliando le mosse dalla me<strong>di</strong>azione - leggeva <strong>il</strong> relatore- <strong>di</strong>rò che se <strong>di</strong> quella non ci furono esposte le con<strong>di</strong>zioni positive,dalle negative, che ci vennero notificate, fummo sforzati a conchiudernech'esse non rispondono all'onore della nazione come noi lointen<strong>di</strong>amo; non ci danno sufficiente malleveria della sua vera in<strong>di</strong>pendenza.Più ancora: quali che siano quelle con<strong>di</strong>zioni, se non furonoaccettate dall'Austria pericolante, molto meno lo saranno dall'Austriavincitrice <strong>di</strong> Vienna ... E quando pure volesse riputarsi onorevole unapace che sacrifichi alcuno dei <strong>di</strong>ritti acquistati per <strong>il</strong> voto dell'unione,potrebbe <strong>il</strong> presente Ministero conchiuderla senza gravi pericoli interni?noi lo neghiamo ». L'esame della situazione portava <strong>il</strong> relatore adaffermare «che qualora <strong>il</strong> Governo non venga profondamente mo<strong>di</strong>ficatone' suoi componenti, non può con isperanza <strong>di</strong> soccorso intraprenderela guerra ...; <strong>il</strong> presente Governo, tal quale si trova ad essere, nonci può dare né una pace onorevole, ne una guerra felice », Concludeva,dunque, asserendo che la commissione della Camera «u<strong>di</strong>te le comunicazioniconfidenziali fattele dal Ministero presente, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> nonpoter approvare gli andamenti e la politica del medesimo ». Nelle sedutedel 12, del 14 e del 20 novembre, <strong>il</strong> Buffa prese la parola relativamentea questioni minori, ma che in<strong>di</strong>cano, comunque, la sua puntualeattenzione ai <strong>di</strong>versi problemi, che erano portati all'or<strong>di</strong>ne delgiorno 113. Intanto tra gli oppositori del ministero andavano acquistando113 Il 12 novembre, al momento <strong>di</strong> passare ai voti una proposta del deputato Stara,la maggior parte dei deputati aveva lasciato l'aula. Il Buffa, prese la parola per ammonireche «è mestieri che i deputati abbiano la pazienza <strong>di</strong> ascoltare fino alla fine anchequelle cose che riescono loro men d<strong>il</strong>ettevoli. Se noi procederemo <strong>di</strong> questo modo, credoche mai verremo a capo <strong>di</strong> nulla; se i deputati pretendono <strong>di</strong> scegliere fra le varie materie,quelle che loro piacciano meglio, poche volte noi saremo in numero per passare aivoti» (Atti del Parlamento Subalpino. Sessione del 1848, p. 676). Il 14 novembre, <strong>il</strong>Buffa fu relatore <strong>di</strong> alcune petizioni <strong>di</strong> vario argomento. Il 20 novembre <strong>il</strong> ministeroportava all'or<strong>di</strong>ne del giorno alcuni provve<strong>di</strong>menti d'urgenza, relativi alla tutela dell'or<strong>di</strong>nepubblico e <strong>nel</strong> contempo sottoponeva all'esame del parlamento un decreto relativoai sussi<strong>di</strong> da erogare ai profughi del Lombardo-Ve<strong>net</strong>o. Il Buffa chiese la parola, lamentandola scarsa sensib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>mostrata fino allora dai deputati verso gli esuli lombar<strong>di</strong>,82


www.accademiaurbense.itfisionomia alcuni gruppi, i quali, pur restando uniti ancora <strong>nel</strong>l'azioneantiministeriale, avevano <strong>di</strong>verso orientamento ideologico e politico.I giobertiani-rattazziani si erano completamente staccati dai brofferiani;anzi <strong>il</strong> gruppo a cui apparteneva <strong>il</strong> Buffa, non voleva aver nulla a chefare col Brofferio, <strong>il</strong> cui nome «d'incertissima fama» (come scriveva <strong>il</strong>Buffa <strong>il</strong> 21 novembre ai genitori) non giovava a quel gruppo <strong>di</strong> deputati,che aveva a capo <strong>il</strong> Gioberti. Il Buffa si era opposto energicamenteall'ammissione del Brofferio alle adunanze private del gruppo giobertiano;così fu attaccato, verso la metà <strong>di</strong> novembre, dalla DemocraziaItaliana, organo del Brofferio, anche perché, in occasione <strong>di</strong> una sedutasegreta della Camera, <strong>il</strong> Buffa aveva impe<strong>di</strong>to un colpo <strong>di</strong> mano alBrofferio, che tentava dominare l'opposizione. Verso la metà <strong>di</strong> novembre,<strong>il</strong> Buffa ebbe incarico dall'assemblea dei deputati dell'opposizione<strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere una <strong>di</strong>chiarazione politica, <strong>nel</strong>la quale fossero contenutii fondamentali motivi per cui quel gruppo parlamentare persistevain quella determinata linea <strong>di</strong> condotta e, <strong>nel</strong> contempo, fossero denunciatele carenze ministeriali, in or<strong>di</strong>ne al problema della ripresa delleost<strong>il</strong>ità e delle gravi responsab<strong>il</strong>ità del governo. Tale <strong>di</strong>chiarazione fu sottoscrittada 5i deputati 114, fu stampata in migliaia <strong>di</strong> copie, e <strong>il</strong> 26novembre fu pubblicata anche <strong>nel</strong>la Concor<strong>di</strong>a 115. In tale documentosi affermava che gli ultimi avvenimenti dell'Italia centrale confermavanogli effetti <strong>di</strong> quella politica «incerta e tutta d'aspettazione »,seguita dal ministero piemontese, e che pertanto i deputati dell'opposizionenon s'ingannarono combattendo tale politica. Veniva, quin<strong>di</strong>,denunciata l'azione del partito aristocratico-municipalista, che, dallaprotestava per l'abbinamento dei due provve<strong>di</strong>menti « Ora dopo così lungo, e troppolungo, ritardo pigliare occasione da una legge destinata a sorvegliare uomini fuggiti agliergastoli e alle galere, da una tal legge, <strong>di</strong>co pigliare occasione <strong>di</strong> compiere finalmentequesto dovere e soccorrere alla miseria loro, mi pare cosa tanto sconveniente, tanto contrariaad ogni sentimento delicato, che assolutamente noi ce ne dobbiamo guardare»(Atti del Parlamento Subalpino. Sessione del 1848, p. 832). In quell'autunno gli attentaticontro la proprietà erano aumentati, e se attribuiva la colpa agli esuli lombar<strong>di</strong>, stanziatiun po' dovunque, massime a Genova. Gran parte <strong>di</strong> quegli esuli era assolutamente sprovveduta<strong>di</strong> mezzi materiali e <strong>il</strong> comitato per l'emigrazione lombarda non aveva fon<strong>di</strong> (ancheMarcello Bresciani, un agitatore lombardo operante in Genova, si era <strong>nel</strong> <strong>di</strong>cembre<strong>di</strong> quello stesso anno rivolto al Buffa, appena giunto in quella città in qualità <strong>di</strong> commissariostraor<strong>di</strong>nario, affinché gli pagasse i conti della trattoria). Le con<strong>di</strong>zioni degli esul<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong>, secondo le risultanze documentarie, erano molto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i. Il ministero attribuivaad essi una forte responsab<strong>il</strong>ità <strong>nei</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> quei giorni.114 Riportiamo, in or<strong>di</strong>ne alfabetico, i nominativi dei deputati più importanti:Brofferio, Buffa, Cadorna, Cornero, Depretis, Gioberti, josti, Lanza, Mauri, Mellana, Michelini,Montezemolo, Rattazzi, Reta, Riccar<strong>di</strong>, Ricci, Ruffini, Sineo, Valerio.115 È stata conservata una bozza <strong>di</strong> stampa <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>chiarazione con le correzionidel Buffa. In calce all'ultimo foglio <strong>di</strong> essa, sul reeto e sul verso, figurano le firme dei57. deputati. Il primo a sottoscriverla fu <strong>il</strong> Gioberti.83


www.accademiaurbense.itlegge <strong>di</strong> fusione con la' Lombar<strong>di</strong>a, non aveva cessato <strong>di</strong> ostacolare lacausa italiana per <strong>di</strong>fendere i suoi tra<strong>di</strong>zionali priv<strong>il</strong>egi, e quella delministero, <strong>il</strong> quale, conducendo una politica ambigua tra <strong>il</strong> Piemontee l'Italia, tra la guerra e la me<strong>di</strong>azione, senza un preciso orientamento,<strong>di</strong>ede a<strong>di</strong>to a <strong>di</strong>ffidenze, incomprensioni, e scissioni. Tale politica avevadato origine in Piemonte a <strong>di</strong>versi partiti «i quali elementi <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>- scriveva <strong>il</strong> Buffa - moltiplicandosi e combattendosi dapprima insegreto, all'ultimo ci condurranno alla guerra civ<strong>il</strong>e. La quale non puòmancare, qualora, durando tuttavia questo stato <strong>di</strong> tormentosa incertezza,inasprito pei lunghi <strong>di</strong>sagi l'esercito, vuotato l'erario senza mezzoalcuno <strong>di</strong> rifarlo, stancata la pazienza <strong>di</strong> tutti i partiti, sorgano glianimi inviperiti a ven<strong>di</strong>care tanti vani sacrifizii ... ». Anche la me<strong>di</strong>azione,qualora conseguisse qualche risultato per mezzo delle potenzestraniere, non potrebbe mai corrispondere alle esigenze della nazionalitàitaliana, cioè «dell'assoluta in<strong>di</strong>pendenza e quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong>se medesima col proprio voto ». Non restava, per la salute d'Italia,che riprendere le armi ed evitare mali peggiori.Il ministero era giunto ormai <strong>di</strong> fronte ad una inevitab<strong>il</strong>e scelta:o rinnovarsi in parte, o <strong>di</strong>mettersi. Non gli era più possib<strong>il</strong>e tamponarele falle: l'opposizione aveva scavato in profon<strong>di</strong>tà. Si era tentato unrimpasto ministeriale e si era fatto anche <strong>il</strong> nome del Buffa, anzi sierano fatti sondaggi intorno alle sue intenzioni. Il nostro deputato scriveva,<strong>il</strong> 27 novembre, ai genitori: «So che hanno parlato assai <strong>di</strong> mei ministri e che avevano intenzione <strong>di</strong> chiamarmi a parte del ministero:a me furono fatte aperture da parecchi ministeriali e da Pi<strong>nel</strong>li medesimo,ma prima che venissero a fare la profferta, io mi mostrai cosìcontrario ai loro principii e mostrai così impossib<strong>il</strong>e la mo<strong>di</strong>ficazioneministeriale, che si astennero dal fare l'offerta esplicitamente ».Era ormai prevista imminente la crisi ministeriale, la quale avrebbeportato l'opposizione al potere. Nel gruppo giobertiano <strong>il</strong> Buffa eragià designato tra coloro che avrebbero dovuto far parte del ministero.Il 5 <strong>di</strong>cembre leggeva in Parlamento una relazione intorno alla proposta<strong>di</strong> un regolamento per le tribune della Camera, destinate al pubblico.Il giorno seguente sottoponeva all'attenzione dei colleghi l'istanza <strong>di</strong>alcune leggi urgenti relative all'esercito e partecipò alla <strong>di</strong>scussionesul numero dei deputati che percepivano stipen<strong>di</strong> dallo Stato, protestandocontro <strong>il</strong> ministero e la destra parlamentare, i quali, in ottemperanzaalla lettera dello Statuto, non riconoscevano i meriti <strong>di</strong> alto contributopatriottico e civ<strong>il</strong>e <strong>di</strong> alcuni deputati, che venivano colpiti da talelegge (<strong>nel</strong>la fattispecie era <strong>il</strong> generale Giacomo Durando), Nella me-84


www.accademiaurbense.itdesima tornata, a proposito del progetto <strong>di</strong> legge del deputato MatteoPescatore, relativo alla progressività del prestito, asserl che <strong>il</strong> Cavouraveva detto che tale legge conduceva al socialismo, onde <strong>di</strong>ede luogoad una chiarificazione ad hoc del Conte. Il 12 <strong>di</strong>cembre, era stato chiamatoa far parte della commissione incaricata <strong>di</strong> proporre le basi <strong>di</strong>un equo compenso, da destinarsi ai figli e alle vedove degli impiegatidefunti, o destituiti per fatti politici.Caduto <strong>il</strong> 4 <strong>di</strong>cembre <strong>il</strong> ministero Perrone-Pi<strong>nel</strong>li, <strong>il</strong> momentoera terrib<strong>il</strong>mente <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e per le agitazioni <strong>di</strong> Genova e <strong>di</strong> Torino,per la forza acquistata dai circoli politici democratici e repubblicani.Non fu possib<strong>il</strong>e formare un ministero <strong>di</strong> concentrazione, e Carlo Albertochiamò <strong>il</strong> Gioberti a formare un nuovo governo. n Buffa, consultatodal presidente designato, dapprima non voleva accettare <strong>di</strong> farparte del ministero, giustificando <strong>il</strong> rifiuto in or<strong>di</strong>ne alla inesperienzae alla giovane età. Il rifiuto del Buffa recava qualche <strong>di</strong>fficoltà per lacomposizione del ministero. Gioberti stesso, <strong>nel</strong> corso delle consultazioni,poneva come con<strong>di</strong>zione che <strong>il</strong> Buffa accettasse l'incarico, e ideputati, chiamati a far parte del ministero, con<strong>di</strong>zionavano la loro accettazionea quella del Buffa. Il giovane deputato, consapevole delle<strong>di</strong>fficoltà del momento esitò qualche giorno, poi, decise <strong>di</strong> accettarel'incarico. Il fratello Ignazio gli scriveva da Ovada, <strong>il</strong> 15 <strong>di</strong>cembre,per consolarlo: «La <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Gioberti e degli altri <strong>di</strong> non voleraccettare se tu non accetti mi pare una delle maggiori consolazioni chepossa avere un uomo ». Il 16 <strong>di</strong>cembre, qualche ora prima che <strong>il</strong> nuovoministero si presentasse alle Camere e che Gioberti leggesse <strong>il</strong> <strong>di</strong>scorsoprogrammatico, confidava ai genitori: «I tempi sono terrib<strong>il</strong>i; io nesento <strong>il</strong> peso immenso, e mi fa tremare. Vi ripeto: pregate per me »,Il Gioberti, <strong>nel</strong> Rinnovamento, ha affermato che per comporre iIministero doveva necessariamente scegliere i suoi colleghi tra i democratici,che avevano maggior cre<strong>di</strong>to <strong>nel</strong>l'ambito dell'opposizione, piùnome <strong>nel</strong>la Camera, e che avevano con maggiore impegno combattutola me<strong>di</strong>azione. Tra essi <strong>il</strong> Buffa « aveva per la schiettezza dei mo<strong>di</strong> ela lealtà dell'animo anche la stima degli avversari» 116.116 VINCENZO GIOBERTI, Del rinnovamento civ<strong>il</strong>e d'Italia, Torino, 1851, p. 375.85


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www.accademiaurbense.itCaro Ignazio.1FEDERICO ALBERTI lA IGNAZIO BUFFAGenova, 28 settembre 1847.La chiamata a Torino dei marchesi Doria, Balbi, Raggi e <strong>il</strong> loro abboccamentocol Re ebbe buon risultato: graziosamente accolti da Sua Maestà,ringraziati con i vivi segni <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne per le generose <strong>di</strong>mostrazioni fattein Genova 1'8 settembre. Pregò co' più cal<strong>di</strong> mo<strong>di</strong> i nostri campioni a volerpersuadere <strong>il</strong> popolo genovese star a lui a cuore più che ad altri l'onore dellanazione, che in esso sperasse come in padre affettuoso e che avrebbe pensatoa concedere tutte quelle riforme che alla tranqu<strong>il</strong>lità ed al vantaggiodel popolo tornassero. Non doveano però i nostri tre genovesi essere cosigent<strong>il</strong>mente trattati; anzi, tutto al contrario, come potrete argomentare daquanto vi espongo.Il giorno 9 corrente non mancò <strong>il</strong> sig. Luciani, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> polizia, <strong>di</strong>informare S.M. dell'accaduto, ma coi colori più indegni e sinistri che sipossa ideare. Il principe Eugenio, recatosi in Alessandria <strong>il</strong> giorno in cuivi giunse <strong>il</strong> Re, confermò quanto avea scritto <strong>il</strong> suddetto Luciani, anzi fe'credere al Re che sotto <strong>il</strong> pretesto <strong>di</strong> innocenti <strong>di</strong>mostrazioni i genovesisegretamente miravano a ristab<strong>il</strong>ire la repubblicbetta aristocratica, cose benlontane dall'essere solo immaginate. Tre capi cappelloni, quasi invisib<strong>il</strong>mente,eransi recati a Torino, ave tosto radunarono una congrega con La Margherita,in cui non sarà stato assente <strong>il</strong> conte <strong>di</strong> Collobiano, non minore gesuital Genovese, impiegato <strong>nel</strong>la società dei velociferi Curti e Rissetti. Fu amico deifratelli Buffa, <strong>di</strong> Francesco G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni, del padre scolopio Giambattista Cereseto, e <strong>il</strong> suonome figura spesso <strong>nel</strong>le carte della famiglia Buffa. La natura del suo impiego gli offrivala possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> essere al corrente dei fatti più importanti della cronaca politica.89


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong> questo. Pensate a quale scopo questo infernale concistoro, se non adavvelenare <strong>il</strong> tutto, a seminare ostacoli, a creare <strong>di</strong>ssensioni, insomma ainfluir sinistramente, infamemente non contro i fatti <strong>di</strong> Genova soltanto,ma contra tutto ciò che può contribuire a riforme, a miglioramenti. E tuttoquello che è ut<strong>il</strong>issimo e santissimo pel bene comune della patria, vien daloro detestato come iniquo, e temuto come <strong>il</strong> primor<strong>di</strong>o dell'annunziato lorodeca<strong>di</strong>mento. Per buona sorte la lettera del sig. Giorgio Doria, colla copiadel ricorso che qui vi accludo, e sul quale chiedevasi l'opinione del V<strong>il</strong>lamarinaonde determinare certi autorevoli sottoscrittori, era <strong>nel</strong> frattempogiunta a Torino, e veniva a proposito onde <strong>di</strong>ssipare l'o<strong>di</strong>osi ed i falsirapporti. V<strong>il</strong>lamarina promise <strong>di</strong> rispondere alla lettera e petizione, allacui risposta avea lo stesso Re preso parte, e che giunse giovedì; lunghissima,tutta <strong>di</strong> pugno del ministro, che puossi <strong>di</strong>videre in due parti: estero,interno. La prima, rassicurante per la politica verso l'estero; l'altra, senzarifiutare le riforme chieste, non verte che sulla opportunità; questionandodel tempo, lascia campo aperto per rispondervi vittoriosamente, <strong>il</strong> che vuolsifare. Se non si fosse ottenuto altro, s'ottenne <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> petizione, nonmai stato riconosciuto dal governo sardo, e così <strong>il</strong> mezzo <strong>di</strong> far sentire alRe per via <strong>di</strong>retta le intenzioni del popolo, appoggiate dalla certissima protezione<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lamarina. Né posso a meno <strong>di</strong> tenervi parola de' fieri ed ar<strong>di</strong>t<strong>il</strong>iberali torinesi, fieri ed ar<strong>di</strong>ti in boria ed inut<strong>il</strong>i m<strong>il</strong>lanterie, ma non infatti. All'arrivo <strong>di</strong> Doria ecc. in Torino, nessun liberale a far visita, nessunbiglietto d'invito, ma tosto che si seppe <strong>il</strong> felice risultato dell'abboccamentocol Re, tutti volevano l'amicizia dei tre genovesi, si offerse loro ungran pranzo, ma tutto, generosamente, venne rifiutato a quei pro<strong>di</strong>, che pertema <strong>di</strong> cadere in <strong>di</strong>sgrazia del Re, avrebbero, senza far motto, veduti imprigionare<strong>il</strong> Doria e Balbi e Raggi, Genova tutta. Ecco i liberali piemontesi,o piuttosto i blageurs bastar<strong>di</strong>-francesi.lo passo le mie ore poche <strong>di</strong> libertà in leggere <strong>il</strong> Gesuita Moderno. Farv<strong>il</strong>'elogio <strong>di</strong> quest'opera sarebbe meno ogni mia parola.Il petulante e sofistico padre Curci tiene in pronto una risposta allibro del Gioberti, intitolato L'impostore moderno, traduzione letterale <strong>di</strong>ciò che scrisse lo stesso Gioberti <strong>nel</strong> suo libro. I gesuiti in farsetto <strong>di</strong> Parigihanno anch'essi in pronto alcune risposte, e <strong>il</strong> gran f<strong>il</strong>osofo le aspetta perversarvi sopra <strong>il</strong> ranno e smascherarli a dovere.Accettate questo guazzabuglio con la bontà vostra che mi fece ar<strong>di</strong>toa inviarvelo. Credetemi sempre, e <strong>di</strong> fretta. L'amico vostro aff.mo90Federico Alberti


www.accademiaurbense.itCarissimo Francesco.2FEDERICO ALBERTI A FRANCESCO GILARDINIGenova, 12 ottobre 1847.Mi giunse la grata vostra d'jeri. Le carte per D. Buffa non sono ancoragiunte da Firenze; appena saranno in mio potere ve le rispingerò. Nel ministeroavvenimenti che fanno stor<strong>di</strong>re, perché impossib<strong>il</strong>e capirne un corno.V<strong>il</strong>lamarina non è più ministro; ma <strong>il</strong> Dies irae è pur giunto per La Margherita,<strong>il</strong> quale è stato destituito. Questo che vi <strong>di</strong>co è verità, or<strong>di</strong>ne offidale.Ora vi <strong>di</strong>mando io cosa puossi argomentare <strong>di</strong> questo cambiamento <strong>nel</strong>nostro Re. Forse i consigli <strong>di</strong> lord Minto, e <strong>il</strong> conte francese abbiano prevalsosull'animo <strong>di</strong> Carlo Alberto? Per noi tutti è questo un mistero. Forseche S.M. se la sia intesa con V<strong>il</strong>lamarina per <strong>di</strong>sfarsi de La Margheritasuo mezzano? Può essere questo un raggiro gesuiticamente or<strong>di</strong>to dal nostroRe per abbattere e <strong>di</strong>sfarsi del capo stesso della gran setta.Impudentemente mentitori sono gli articoli riguardanti la Calabria,inseriti <strong>nel</strong>la nostra gazzetta. Non prestate a questi più fede che al giornaleDes Débats, e alla Gazzetta d'Augusta. Gian Andrea Romeo, capo dell'insorti<strong>di</strong> Calabria è <strong>il</strong> terrore delle truppe del re <strong>di</strong> Napoli. Nell'ultimo fattod'arme, attestano tutti i giornali toscani, rimase morto <strong>il</strong> generale Nunziante,battuto <strong>il</strong> suo battaglione dalla banda <strong>di</strong> Romeo. Fra i rivoltosi o riformistisonvi parecchi uffiziali inglesi, prussiani, e polacchi. Palermo freme. Siracusaposa sopra un vulcano vicino a scoppiare; sette od otto v<strong>il</strong>laggi, e paesi ne'giorni scorsi, si rivoltarono tutti alla volta, unendosi alla grande squadra<strong>di</strong> Romeo. La ban<strong>di</strong>era degli insorti è una gran croce rossa in fondo biancoseminato <strong>di</strong> tante stelle ver<strong>di</strong>, quanti gli stati d'Italia. Loro non mancanocannoni, denari e quanto fa d'uopo per una guerra, anche dovesse durarelungo tempo. Napoli è quasi vuota <strong>di</strong> truppe, e le poche che rimangonohanno or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> far fuoco sulla popolazione al minimo grido <strong>di</strong> libertà.Si <strong>di</strong>ce ora che <strong>il</strong> Re voglia mettersi <strong>nel</strong>la via delle riforme, ma ora mi partroppo tar<strong>di</strong>: i calabresi e i sic<strong>il</strong>iani sono sdegnati, ed hanno ragione.Ad<strong>di</strong>o, sono stanco <strong>di</strong> scrivere. Sono l'amico vostroA tergo:Al Signor Francesco G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni. Ovada.Federico Alberti91


www.accademiaurbense.it3BUFFA A BARTOLOMEO AQUARONEOvada, 17 ottobre 1847.Avrai veduto dai nostri fogli le mutazioni ministeriali in Piemonte.Chi sono i nuovi venuti? ex [ructibus eorum cognoscetis eos. A buon conto<strong>il</strong> colpo era stato tirato a V<strong>il</strong>lamarina; ma essendosi scoperto un malcontentogran<strong>di</strong>ssimo <strong>nel</strong> pubblico, fu levato anche La Margherita. A Torino, nonostantei <strong>di</strong>vieti, fu cantato al Valentino da una moltitu<strong>di</strong>ne immensa l'innoa Pio IX: pare che l'attruppamento fosse <strong>di</strong>sperso sgarbatamente, e parecchifurono arrestati. Il corpo decurionale si presentò al Re per lagnarsi: la primavolta fu ricevuto, ma quasi non lasciato parlare, e congedato con buonimo<strong>di</strong>. Tornò a presentarsi, ma non fu ricevuto; allora si <strong>di</strong>mise tutto incorpo, e fu bell'atto. Un colon<strong>nel</strong>lo del reggimento Guar<strong>di</strong>e fu <strong>di</strong>messo perchéessendogli comandato <strong>di</strong> mandare i suoi soldati a fare alcuni arrestiper quel tale inno, o fatto rimprovero perché i suoi soldati non gli avesserofatti, rispose che i soldati non fanno <strong>il</strong> birro.Mi pare averti già scritto altra volta e da qualche mese, che avevoricevuto <strong>il</strong> Frank[fort] e l'Archivio: anzi pensavo che anche Ranco daqualche mese almeno ti avesse scritto la ricevuta <strong>di</strong> quel libro, non fossealtro la ricevuta. Ma da quanto mi scrivi sono indotto a sospettare cheforse non ti sia pervenuta la mia lettera per ragioni fac<strong>il</strong>i a indovinarsi; eper le ragioni stesse non ti sia forse pervenuta qualche altra <strong>di</strong> Ranco, incui ti parlasse <strong>di</strong> ciò.Ho fatto più volte guardare dal Grondona 1 se ci fossero i fogli chescrivi avermi spe<strong>di</strong>to ultimamente, i quali debbon giungere fino alla pago 324,ma finora egli non gli ebbe. E siccome <strong>nel</strong>la tua non mi <strong>di</strong>ci chi ne fosse<strong>il</strong> latore, io non ho saputo a chi rivolgermi per averli. Quel tale si ricordòbene d'impostare a Genova la tua lettera, per me; ma de' fogli non pare.Sicché o fa tu, o manda a me qualche in<strong>di</strong>rizzo, acciocché io possa averli.Circa tre mesi fa, Vieusseux mi scrisse averti consegnato due nuovi fascicolidell'Archivio per me: gli hai avuti? e se si, mandali alla prima occasione.Quando <strong>il</strong> mio libro 2 sia pubblicato, vorrei mandarne copia a tutti iprincipali giornali d'Italia, Francia, Germania e Ingh<strong>il</strong>terra, e così purealle primarie accademie. Se ti avanza qualche bricciolo <strong>di</strong> tempo, fammi<strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> pensarci anche tu, e sappimi <strong>di</strong>re a chi ne manderesti, se tu921 Libraio in Genova.2 Delle origini sociali.


www.accademiaurbense.itfossi l'autore, e <strong>di</strong> quali mezzi potresti <strong>di</strong>sporre costi a tal uopo, sia perl'Italia, come per lo straniero.Di Napoli sappiamo poco, perché e fogli e lettere non arrivano. Scrivimitutto quello che ne sai; fa questa penitenza in nome dell'amicizia. Ho pensatoun pezzo se doveva accludere la tua in quella <strong>di</strong> Nocchi, o quella <strong>di</strong> Nocchi<strong>nel</strong>la tua: ma poi, considerando che tu sei semi<strong>di</strong>rettore d'un giornale, eche però devi avere più danari, ho concluso che la posta devi pagarla tu.Siccome <strong>il</strong> mio libro delle Origini, <strong>nel</strong>la sostanza, è tutta in <strong>di</strong>fesa dellareligione, quasi m'è venuto voglia <strong>di</strong> mandarne un esemplare ben legatoa Pio IX con una inscrizione de<strong>di</strong>catoria: ti pare? o non ti pare? <strong>di</strong>mmiquel che ne pensi. Il mio fine te lo <strong>di</strong>co chiaro: aprirmi una qualche via,se mi riesce. Questo paese m'è venuto in uggia: nonostante tutto <strong>il</strong> miobuon volere, non resisto più a starvi.Dopo quattro o cinque mesi d'interruzione, ho ripigliato la Lega Lombarda.Il tuo Savonarola 8 è veramente morto? e quel birbo non t'ha scrittoné pagato nulla? Ad<strong>di</strong>o.DomenicoAmico mio.4BARTOLOMEO AQUARONE A BUFFAFirenze, 26 ottobre 1847, martedì.La tua lettera, né quella <strong>di</strong> Ranco non l'ebbi e ben intendo siccomee perché non mi sia pervenuta. Dal Vieusseux non ebbi, parmi, nessun fascicolodopo quelli inviati. Scrivendomi, notami <strong>il</strong> numero del fascicoloultimo che hai ricevuto; e gliene <strong>di</strong>manderò, caso si fossero in qualche modosmarriti. Per ciò che spetti all'invio del tuo libro, hai tutte le ragioni apreoccupartene sin d'ora. lo pure ci penserò, e ti propongo su due pie<strong>di</strong><strong>il</strong> Wiseman a Londra, a cui m'incarico io <strong>di</strong> fargli pervenire la copia che tugli voglia inviare. Ne manderei al Lacordaire e all'autore (<strong>di</strong> cui non mi8 Nel giugno del 1846, S. Bonamici e Compagni, tipografi e<strong>di</strong>tori a Losanna annunciavano,per mezzo <strong>di</strong> un foglio volante stampato su quattro facciate, la pubblicazione,in quattro volumi in 8 0 grande, a due colonne, delle Opere <strong>di</strong> fra Girolamo Saoonerolade' Pre<strong>di</strong>catori, prima e<strong>di</strong>zione completa. Nel programma che <strong>il</strong>lustra lo scopo e <strong>il</strong>valore dell'e<strong>di</strong>zione si legge: «Andrà pure la nostra e<strong>di</strong>zione arricchita della vita <strong>di</strong> questo<strong>il</strong>lustre Italiano, che <strong>il</strong> signor Francesco Bartolommeo Aquarone ha scritta sullecronache ed altri documenti del convento <strong>di</strong> San Marco in Firenze: e che daremo soltantoin fine, acciò l'autore, attendendo a questa nostra pubblicazione, possa viemaggiormenteconfermarsi <strong>nel</strong>la cognizione del soggetto ».93


www.accademiaurbense.itricordo <strong>il</strong> nome) della F<strong>il</strong>osofia <strong>di</strong> Dante 1; a' quali tutti e due ho modo<strong>di</strong> fare pervenire la copia, per via <strong>di</strong> qualche viaggiatore. Ne manderei unacopia al segretario del Circolo Cattolico a Parigi, ch'io conosco, essendouomo da nominare <strong>il</strong> tuo libro e oralmente e in migliaia <strong>di</strong> volte in ungiorno. Dove mi rammenti <strong>di</strong> altri nomi, te li noterò; cercando <strong>di</strong> prepararmodo <strong>di</strong> farli ricapitare senza spesa.Di Napoli, caro mio, ne so poco più <strong>di</strong> te. Non giungono lettere, o sequalcuna, o esageratissima <strong>di</strong>scorrendo <strong>di</strong> cose politiche, o tacendone affatto.lo tengo per fermo che la rivoluzione tentata su <strong>di</strong>versi punti, non abbiapreso consistenza in nessuno; che sull'appennino si trovino parecchi, forseun centinaio, ma non più; e che fatalmente <strong>il</strong> governo sia padrone <strong>di</strong> fareazioni e <strong>di</strong> riuscire quante gliene potranno. Ieri per l'appunto ho ricevutolettera <strong>di</strong> persona che mi <strong>di</strong>ce «les troubles ici (a Napoli) ont l'air desparades, dont en ne connait ni l'origine, mi le but. Pour le moment leschoses se calment, mais les genres de mécontentement legitime subsistenttoujours, et malheuresement le gouvernement ne fait rien pour les detruire»(21 ottobre). Credo <strong>il</strong> parere <strong>di</strong> questo ragazzino (che conosci <strong>di</strong> nome)sia pieno <strong>di</strong> senno; e credo che esprima <strong>il</strong> veritiero stato delle cose, avvegnachétrovi si in posizione da poter vedere l'alto e <strong>il</strong> basso; da intendere <strong>il</strong>popolo, le ragioni per cui è spinto alla rivolta, e i motivi degli uomini <strong>di</strong>stato <strong>di</strong> quel paese per non voler cedere (finora) alle riforme iniziate dalPontefice.Vengo ora alla parte <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e della tua lettera, che mi <strong>di</strong>manda <strong>il</strong> mioparere sull'offerta a Pio IX del tuo libro. Caro mio, non so se io lo farei;sebbene non ci sia proprio un motivo per non farlo, sento ripugnanza afarlo. Ma, ripeto, motivi per non farlo non ce ne sono; e siccome <strong>di</strong>ventauna questione <strong>di</strong> nervi) tu che non ne hai, farai benissimo a farlo. Quantoall'aprirti una via, permettimi che ti <strong>di</strong>ca che è <strong>di</strong>peso da te; l'offerta dellaFarinola 2 non era da rifiutarsi, come mezzo <strong>di</strong> compenso per aspettaretempo, e veder cose nuove. Con 60 franchi a Firenze puoi vivere decorosamente,e li guadagni senza <strong>di</strong>sagio. L'impiego della Farinola ti avrebbe occupatoper 2 ore al giorno; e ti avrebbe dato <strong>il</strong> doppio per quanto ti occorreper campare; perché non accettarlo? Non la sposavi mica la Farinola, povera« Gallina »? Trovando meglio, piantavi lei e i suoi pulcini e <strong>il</strong> «Gallo »,e rimanevate amicissimi e, volendo, tu padrone <strong>di</strong> casa.Il Savonarola è morto per <strong>il</strong> Bonamici, non so con altri. Quel birbonon m'ha mai pagato nulla. Ti rammenti <strong>di</strong> quella lettera per <strong>il</strong> duca <strong>di</strong>1 Antonio Federico Ozanam (1813-1853).2 Marianna Capponi Farinola, figlia <strong>di</strong> Gino Capponi e moglie del marchese FrancescoFarinola Gent<strong>il</strong>e.94


www.accademiaurbense.itManchester che s'accollava l'e<strong>di</strong>zione? O Dio buono, quante amarezze hala vita!Ripensa all'affare della «Gallina» e torna con noi. Traducendo daltedesco buscherai qualcosa dai giornali. Saluta i tuoi ed amami sempre.Il tuo. :.:':~MeoIl Nocchi va impiegato a Siena. Il Cecchi 3i fogli <strong>di</strong> stampa, l'hai ricevuti?ha spe<strong>di</strong>to per la postaA tergo: Signor Domenico Buffa. Genova per Ovada.5PENSIERI DI BUFFA SULLA LEGA ITALIANAGenova, 30 ottobre 1847.Considerando che la Provvidenza <strong>nel</strong>la sua misericor<strong>di</strong>a guida i popolialla nazionalità, e che questo è un bene sommo pei principi stessi; considerandoche per egual modo e ad egual meta è guidata l'Italia; essi comeveri Italiani si pregiano mettersi alla testa <strong>di</strong> quel movimento provvidenziale,a secondarIo coi mezzi più giovevoli allo scopo, e anticipare, quanto è possib<strong>il</strong>e,i vantaggi <strong>di</strong> quel tempo in cui quel santo scopo sarà raggiunto, anchesacrificando, a così santa causa, alcuna parte dei proprii priv<strong>il</strong>egi.Quin<strong>di</strong> sono venuti in pensiero <strong>di</strong> formare tra loro una Lega.1°. Alleanza offensiva e <strong>di</strong>fensiva eterna si chiamerà Lega Italiana.2°. Lega doganale interna.3°. Unità <strong>di</strong> mo<strong>net</strong>a, pesi, misure e quanto compatib<strong>il</strong>e colla libertà<strong>di</strong> ciascuno stato, unità <strong>di</strong> leggi.• 4°. Ciascun principe ritiene tutta la propria libertà si interna chene' trattati coll'estero, salvo che in ciò che può ledere gl'interessi <strong>di</strong> tuttala Lega, epperò niuna alleanza offensiva e <strong>di</strong>fensiva d'un principe con altrogoverno non italiano, senza aver prima <strong>il</strong> consenso <strong>di</strong> tutti i principi dellaLega.5°. Tutti i governi ogni anno, o ogni due anni manderanno ciascunouno o pru plenipotenziarii i quali si radunino assieme a trattare le cosed'interesse universale della Lega. Ciò non solo per regolare gl'interessi tra3 Mariano Cecchi, tipografo in Firenze, presso <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> Buffa stampò <strong>il</strong> libroDelle origini sociali.95


www.accademiaurbense.itprincipe e pnncipe, ma <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere quali cose tornerebbero ut<strong>il</strong>i alla nazio<strong>nei</strong>n genere, quali riforme sarebbero a farsi, quali nuove instituzioni a<strong>di</strong>ntrodursi, e come mo<strong>di</strong>ficare le antiche; e ciò tanto per cose riguardant<strong>il</strong>a politica come <strong>il</strong> commercio, gli stu<strong>di</strong>i e insomma <strong>il</strong> progresso materiale,morale e politico della nazione intera. La città prescelta per quella <strong>di</strong>etasarà Roma, e ciò a reverenza della città eterna.6°. Quando insorga alcuna <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra due stati della Lega, tuttigli altri, per mezzo <strong>di</strong> loro ministri appositamente eletti, formeranno untribunale, <strong>il</strong> quale deciderà inappellab<strong>il</strong>mente la lite. Il detto tribunale saràpresieduto dal Papa, quando esso non sia l'una delle parti litiganti, e allora<strong>il</strong> tribunale sarà tenuto in Roma. Se <strong>il</strong> Papa è parte interessata, la sortedeciderà quale de' principi debba presiedere <strong>il</strong> tribunale, e questo allorasarà tenuto <strong>nel</strong>la capitale del principe sortito.7°. I principi, considerando che tutto dee tendere ad unire prestoo tar<strong>di</strong> la <strong>di</strong>sgregata famiglia italiana in un solo popolo, regolano per questomodo la successione de' proprii stati. Le famiglie regnanti continuerannoa reggere quelle provincie che sono a loro pervenute. Succederanno i primogeniti,e morendo questi senza prole, i fratelli. Ma i rami cadetti, cioè lelinee provenienti da fratelli, non avranno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> succedere mancandola linea principale, e quando un principe <strong>di</strong> questa muoja senza prole legittimae senza fratelli legittimi, s'intenderà cessata la <strong>di</strong>nastia, e 'l suo statosarà agglomerato all'altro suo vicino per questo modo. Quando mancassela <strong>di</strong>nastia <strong>di</strong> Napoli, quel <strong>regno</strong> sarebbe congiunto alla S. Sede, la <strong>di</strong>nastiadella quale non può mancare. Quando poi mancasse una qualunque delle<strong>di</strong>nastie degli Stati Italiani dallo stato pontificio in su, lo stato <strong>di</strong> lei verorebbe alle mani del principe più imme<strong>di</strong>atamente vicino o, escluso <strong>il</strong> Pontefice,essendo più d'uno vicino, a quello che confina con esso con estensionemaggiore <strong>di</strong> confini, e cosi <strong>di</strong> seguito, per sempre (Non fa bisogno mirarecosi <strong>di</strong>rettamente all'unione materiale d'Italia in uno stato solo, che forsenon sarà mai più; basta che sia unita per ora <strong>di</strong> Lega, la quale sia irrevocab<strong>il</strong>e,e i principi la giurino per sé e loro <strong>di</strong>scendenti in perpetuo. Peròpuò togliersi questo patto che esclude le linee cadette; ma siccome potrebbevenire a mancare affatto la <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> qualunque delle famiglie regnanti,in tal caso avrebbe luogo l'accessione d'uno stato all'altro non facendos<strong>il</strong>uogo ad adozione. Questa accessione è necessaria, perché mancando lalinea regnante, qualche casa straniera potrebbe mettere innanzi delle pretensioni,e cosi succedere al trono, e impiantarsi <strong>nel</strong> cuore della Lega, etentare con mene e raggiri <strong>di</strong> scalzarne le fondamenta. Questo caso deveessere preveduto ed espressamente escluso).8°. Tutti i principi s'obbligano <strong>di</strong> mantenere un piede <strong>di</strong> truppe96


www.accademiaurbense.itcorrispondente alla popolazione de' proprii stati, e CiO per coscrizione, oper qualunque altro modo sarà creduto migliore, purché le truppe sianod'Italiani e non <strong>di</strong> stranieri. Queste dovranno essere continuamente esercitatee <strong>di</strong>sciplinate, e pronte alla guerra quando bisognasse.(In caso <strong>di</strong> guerra a chi <strong>il</strong> comando dell'esercito della Lega?). Il principene' cui stati comincerà la guerra rimarrà alla testa e alla <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>quella. Gli altri principi dovranno fornirgli la loro quota d'uomini e danari.Avranno però <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> tenere, appo <strong>il</strong> principe che resta alla <strong>di</strong>rezione,ciascuno un rappresentante per agire <strong>di</strong> concerto con lui <strong>nel</strong>la guerra, e<strong>il</strong> principe capo non potrà operare contro <strong>il</strong> voto della maggiorità <strong>di</strong> queirappresentanti. Dubbio: allora <strong>il</strong> nemico potrebbe rompere la guerra colprincipe che conosce essere più incapace negli affari guerreschi, e per questalegge la Lega si troverebbe <strong>nel</strong>la necessità <strong>di</strong> perder la guerra. Poi potrebbeben la guerra cominciare in uno degli Stati, ma in processo aver sede principale,anzi unica, in altro stato <strong>di</strong>verso, e allora s'avrebbe l'inconvenienteo<strong>di</strong>oso e dannoso che si troverebbe a <strong>di</strong>rigere la guerra ch'è a carico d'unostato (quello in cui si fa) un principe che appartiene ad un altro. Questoarticolo dunque deve essere assolutamente mutato, o almeno mo<strong>di</strong>ficato; enon sarebbe male a questo proposito consultare qualche uomo <strong>di</strong> guerra.Per esempio potrebbe darsi che i principi fossero obbligati eleggere in comuneun generale delle truppe della Lega e ciò non in tempo <strong>di</strong> guerra,ma subito appena formata la Lega, cosicché egli esercitasse le sue funzionie in tempo <strong>di</strong> pace e in tempo <strong>di</strong> guerra, morendo <strong>il</strong> quale, o essendorimosso, si dovesse sostituirne imme<strong>di</strong>atamente un altro. Questo generalissimoreggerebbe i campi d'instruzione che ogni anno, oppure due anni sidovrebbero fare in luogo a ciò deputato da un corpo <strong>di</strong> truppa assai numerosoe composto <strong>di</strong> parti proporzionalmente uguali delle truppe <strong>di</strong> tutti glistati. Così in tempo <strong>di</strong> guerra l'esercito italiano si troverebbe avere naturalmente<strong>il</strong> suo generale già conosciuto dall'esercito <strong>nei</strong> campi d'instruzione. Marompendosi una guerra i principi dovrebbero formare per mezzo de' lorodeputati un comitato <strong>di</strong> guerra, <strong>il</strong> quale avesse (senza incagliare la liberaazione del generale) l'alta <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> quella, sia per provvedere a preparare,le cose necessarie, sia per dare alla guerra quell'alta <strong>di</strong>rezione politicache ogni governo suoI dare a' suoi generali. Questo comitato non avrebbesede fissa, ma formandosi solo in tempo <strong>di</strong> guerra, risiederebbe in una dellecittà più adatte e quanto è compatib<strong>il</strong>e colla sua sicurezza, più vicina alteatro della guerra, e si traslocherebbe d'una in altra città secondo i bisognie le nuove <strong>di</strong>rezioni della guerra).9°, Volendo far progre<strong>di</strong>re <strong>il</strong> bene interno degli stati, unitamente albene generale della nazione, tutti i principi si obbligano <strong>di</strong> concedere almeno797


www.accademiaurbense.ita' loro popoli <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> petizione, e ciò per mezzi regolari e stab<strong>il</strong>iti <strong>di</strong>comune accordo frai principi della Lega ed eguali in tutti gli stati.10°. I principi dovrebbero stab<strong>il</strong>ire tra loro un modo <strong>di</strong> contribuzio<strong>nei</strong>n comune, secondo giustizia e proporzione, colle quali contribuzioni si verrebbea formare <strong>il</strong> tesoro della Lega 1) dovrebbe servire per la guerra e lainstruzione; 2) per le opere pubbliche <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>ità e onore nazionale. Il tesoropotrebbe conservarsi in S. Pietro o in Campidoglio. Allora dovrebbero esserein Roma de' rappresentanti <strong>di</strong> ciascun governo (forse quelli stessi che <strong>di</strong> sopra<strong>di</strong>cemmo incaricati <strong>di</strong> raunarsi in Roma a <strong>di</strong>scutere gl'interessi della Lega,i quali perciò dovrebbero risiedervi continuamente) chiamati conservatoridel tesoro della Lega, i quali avrebbero ciascuno una chiave, e non potrebbeesserne cavato un soldo senza l'intervento <strong>di</strong> tutti.* * *Nei congressi" europei la Lega dovrebbe mandare un solo plenipotenziarioa nome <strong>di</strong> tutta la nazione. Rappresentando una nazione e non unpiccolo stato, la sua voce sarebbe più u<strong>di</strong>ta.I principi italiani, uniti in Lega, formando una sola nazione potrebberoessere rappresentati <strong>nel</strong>le corti estere e ne' porti commerciali da unsolo incaricato per tutti, <strong>il</strong> quale curerebbe gl'interessi <strong>di</strong> tutta la nazione<strong>nel</strong> luogo <strong>di</strong> residenza. Quale risparmio <strong>di</strong> spesa per tutti i principi? equanto <strong>nel</strong> tempo stesso crescerebbero <strong>nel</strong> rispetto degli stranieri que' nostrirappresentanti?L'esempio attuale della Svizzera dee avvertirci <strong>di</strong> provvedere alla contingenzache, essendo presa una determinazione <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>ità nazionale dalcongresso della Lega, uno de' principi ricusasse aderire ad ogni modo. Peròsi dee stab<strong>il</strong>ire che quando <strong>il</strong> congresso <strong>di</strong> detti principi abbia stab<strong>il</strong>ito <strong>nel</strong>laforma legale un partito qualunque, abbia <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> obbligare <strong>il</strong> r<strong>il</strong>uttante oi r<strong>il</strong>uttanti ad aderire, e, bisognando, adoperarvi la forza, senza che alcunapotenza straniera se ne possa mescolare. E oltraciò, se <strong>il</strong> principe o i principiminacciati ricorressero per ajuto a potenze straniere, o le ricevessero incasa, siano <strong>di</strong>chiarati tra<strong>di</strong>tori della patria, e come tali, issofatto decadutidal trono, dando luogo ai loro legittimi successori.Bisogna stu<strong>di</strong>are le leggi della Lega doganale tedesca, quelle della federazionesvizzera, quelle degli Stati Uniti, e quelle del <strong>regno</strong> unito d'Ingh<strong>il</strong>terrae quel poco che si ha della Lega Lombarda e dell'altre successive italiane,e ciò a preferenza <strong>di</strong> tutte l'altre.98


www.accademiaurbense.it6GIAMBATTISTA CERESETO A IGNAZIO BUFFACarissimo.[Genova], 4 novembre [1847] alla sera.Mi duole veramente che non vi siate quest'oggi trovato a Genova pergodere d'uno spettacolo veramente nuovo ed imponente, e che io non soncerto al fatto <strong>di</strong> poter descrivere: perché le sono cose che si vedono soloe si sentono.Figuratevi migliaia <strong>di</strong> persone tutte in moto e tutte a gola aperta anzispalancata: vi so <strong>di</strong>rvi che era una vera novità. Il rendez-oous era segnatoall'Acquasola, ove si raccolsero infinite persone, e dove si fece la <strong>di</strong>stribuzionedelle ban<strong>di</strong>ere, e si or<strong>di</strong>narono <strong>di</strong>eci corpi, ciascuno capitanato daquattro in cinque stendar<strong>di</strong>. Credo che in tutto sommassero a sessanta; coimotti: viva Carlo Alberto; viva l'Italia; viva <strong>il</strong> principe riformatore; vival'unione; viva l'armata; <strong>il</strong> commercio genovese riconoscente. Ultima a venirefu la gloriosa ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> Portoria, e allora scoppiò un viva universale, unbatter <strong>di</strong> mani, un urlare da indemoniati. Finalmente questa processione simosse verso le due, attraversando tutte le strade nuove, e recandosi finoalla Lanterna. Ho detto processione e dovevo <strong>di</strong>re esercito, perché la moltitu<strong>di</strong>neera infinita e ci vollero due ore perché sf<strong>il</strong>assero tutti. Ben inteso che<strong>il</strong> porto franco e la maggior parte delle botteghe erano chiuse. Alle 4 giunse<strong>il</strong> re, e allora grida a più non posso, scappellate, bande m<strong>il</strong>itari, che era unvero giu<strong>di</strong>zio universale. Il re si fermò sulla porta del palazzo, e cominciaronoa sf<strong>il</strong>are tutte le truppe, in<strong>di</strong> ad uno ad uno i corpi dei citta<strong>di</strong>ni, cominciandodalla ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> Portoria, portata dal mar. Giorgio Doria, ecosi via via tutti gli altri. Il re facea <strong>di</strong> cappello a tutti, segnatamente alleban<strong>di</strong>ere, e allora battimani e viva e plausi ecc. Cosi per tutta quanta lacittà. Quando passò la ban<strong>di</strong>era del commercio <strong>il</strong> re la domandò, e la siritenne per dare un segno <strong>di</strong> approvazione maggiore, o che so io. Fattoè che rimase in palazzo fra le sue mani.In questo momento che vi scrivo, tutta Genova è <strong>il</strong>luminata riccamente:da tutte le parti si veggono sventolare insegne e si sentono suonare dei vivaisolati ora al re, ora a Pio, o a Giamberti o Gioberti.Non iscrivo <strong>di</strong> più perché sono stanco: dalle due alle otto ho assistitocome un palo a questa scena, e ho più voglia <strong>di</strong> dormire che <strong>di</strong> scrivere.Non voglio però tacervi che due ban<strong>di</strong>ere erano portate dai preti, frale risa universali. Che volete? questi nostri triangoli non fanno effetto, ese io avessi potuto dar loro un leva eius, l'avrei fatto con tutto <strong>il</strong> cuore.99


www.accademiaurbense.itMi duole che tutti voi non vi troviate quà: queste sono scene piuttostouniche che rare, e non si vedono che una volta.Tanti saluti a tutti e credetemi intanto. Perdonate della fretta, setrovate poco senso; aff.mo amicoP[adre] Cereseto7GIAMBATTISTA CERESETO A IGNAZIO BUFFACar.mo amico, anzi car.mo fratello.Genova, 12 novembre 1847.È vero in fatto che si attendono i Toscani e i Piemontesi per <strong>il</strong> 15,ma ad ogni modo se venite, vedrete sempre degli spettacoli, e spettacoli nonpiù veduti.Il giorno 6 fu grande <strong>il</strong>luminazione al teatro: tutti i palchi eranoadorni <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere che furono ad un segno intrecciate insieme da palcoa palco: poi l'inno al re, <strong>il</strong> quale era rappresentato dal duca <strong>di</strong> Genova,e finalmente ballo. Il duca ha voluto ballare prima colle signore nob<strong>il</strong>i, epoi con quelle <strong>di</strong> 2° or<strong>di</strong>ne perché oggidì siamo tutti fratelli e sorelle. Ierisera quasi tutta la città era nuovamente e d'improvviso <strong>il</strong>luminata per lalega doganale pubblicata, e quin<strong>di</strong> vivissimi ed iterati evviva, e <strong>il</strong> cantoal re: insomma non si u<strong>di</strong>va per Genova che una sola voce:Viva l'unione.E viva <strong>il</strong> re.Venite, venite; perché prima della partenza del re voglion senz'altroaccadere molte altre <strong>di</strong>mostrazioni e questi spettacoli si godono una voltasolo.Non vi mando con quest'or<strong>di</strong>nario <strong>il</strong> libro in<strong>di</strong>catomi perché ricevotroppo tar<strong>di</strong> la lettera. Credetemi in fretta. Aff.mo amicoP [adre] Cereseto100


www.accademiaurbense.it8BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Genova, 13 novembre 1847.Giungemmo jer sera dopo un viaggio felicissimo, e subito <strong>nel</strong>la stessasera andai da Doria. Trovai le cose molto più innanzi <strong>di</strong> quello che visappiate immaginare: la polizia si è eclissata completamente, all'aperto nonopera più. La città è regolata da una commissione <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci citta<strong>di</strong>ni riconosciutidal re, i quali un<strong>di</strong>ci furono eletti da una commissione generale <strong>di</strong>circa sessanta. Avendo alcuni tentato <strong>di</strong> muovere <strong>il</strong> re contro queste faccende,egli rispose riconoscere che la sua polizia non era più sufficienteall'uopo, e che d'altra parte la commissione era composta <strong>di</strong> persone alui cognite, e delle quali si fidava. In questa commissione sono <strong>il</strong> Doria,<strong>il</strong> Balbi Piovera, Ricci, Rosellini ed altri; essi sono un vero magistrato;la città ubbi<strong>di</strong>sce a loro. Ricevono le relazioni, invig<strong>il</strong>ano, fanno fare leronde per la città dalla gioventù; cosicché la guar<strong>di</strong>a civica non è concessalegalmente, ma per ora si esercita in fatto. Queste ronde nonhanno uniforme né armi, ma sono rispettate ed ubbi<strong>di</strong>te: sciolgono consemplici parole ogni attruppamento, e all'uopo fanno arresti. Ier l'altrol'or<strong>di</strong>nanza del colon<strong>nel</strong>lo del reggimento Acqui, uomo conosciutissimo peropinioni tedesche, si pose in piazza (non si sa se <strong>di</strong> moto proprio, o persuggestione del padrone) con un coltello in mano gridando: viva i tedeschi!morte agli italiani! Le ronde citta<strong>di</strong>ne lo arrestarono subito, e avendo incontratoi carabinieri lo rimisero <strong>nel</strong>le loro mani, serbando in tutto ciò <strong>il</strong> massimobuon or<strong>di</strong>ne. Il re condannò <strong>il</strong> reo a nove anni <strong>di</strong> ferri. Parimenti una <strong>di</strong>queste sere una delle ronde incontrò <strong>nel</strong> quartiere <strong>di</strong> S. Vincenzo settegiovinastri che gridavano: morte agli italiani, viva i tedeschi! La ronda licircondò imme<strong>di</strong>atamente, e li sorprese colla domanda: chi vi ha pagato?Quelli, pigliati all'improvvista, confessarono essere stati pagati, ma nonconoscere le persone che lo avevano fatto; però in<strong>di</strong>carono <strong>il</strong> luogo dellaloro abitazione. Il capo ronda fece <strong>il</strong> suo rapporto alla commissione degliun<strong>di</strong>ci, i quali lo trasmisero imme<strong>di</strong>atamente al Re. La commissione haveramente come un ufficio: riceve relazioni e risponde e provvede, e in capoal giorno i rapporti scritti sono un bel fascio, come ho veduto io co'miei occhi. lo poi essendo stato circa un pajo d'ore in casa Doria, dove eranoparecchi degli un<strong>di</strong>ci, vi<strong>di</strong> come ogni momento capitavano persone a dareragguagli e ricevere or<strong>di</strong>ni, e fui assicurato che quella storia durava tutto101


www.accademiaurbense.it<strong>il</strong> santo giorno. Oltre la qual fatica la commrssione aveva pur quella <strong>di</strong>sedere ogni giorno per circa sei ore a cagione della moltiplicità degli affari.Per ora pare che i deputati toscani non verranno: i piemontesi siaspettano pel giorno venti: cosiché per ora non ci sono feste. Il Re domenicadee andare alla Messa in S. Ambrogio, secondo l'uso <strong>di</strong> tutti gli anni, e<strong>di</strong>chiarò che anche quest'anno v'andrà perché non ispetta a lui dare <strong>di</strong>mostrazioni<strong>di</strong> sim<strong>il</strong> fatta. Ora si stu<strong>di</strong>a come mostrare a lui <strong>nel</strong> tempo chev'anderà che <strong>il</strong> pubblico mentre ha per lui ogni amore e rispetto non lovede entrar volentieri là dentro.Il Re pare un morto: jer mattina essendo in Bisagno per gli esercizii,gli venne male e si fece recare ad un'osteria che è quivi presso la Foce.Egli si mostra contentissimo dei genovesi, i quali usano con lui una con6­denza singolare, unita a delicatezza. Per esempio tutta la città <strong>nel</strong>le serepassate è sempre stata in gran chiasso per canti ecc., ma siccome <strong>il</strong> re èmalato, e queste cose gli fanno male, la commissione ebbe cura che <strong>il</strong> quartieredel palazzo reale fosse sempre s<strong>il</strong>enziosissimo. Il re nota queste cose.Bisogna poi che sappiate che tutte le riforme concesse vengono dall'andatadei tre genovesi a Torino. Già sapete come essendo essi andati colàniun torinese si lasciò vedere, ma come dopo che si seppe come V<strong>il</strong>lamarinagli aveva ricevuti molto bene, ed essi avevano parlato assai fortemente, tutt<strong>il</strong>i volevano conoscere, ed anche Balbo fece parti per questo. Qui cominciòl'impiccio: parte offesi dell'in<strong>di</strong>fferenza anteriore non volevano accettare,parte anche temevano che <strong>il</strong> rifiuto potesse parere avanzo <strong>di</strong> a<strong>di</strong>i municipali.D'altra parte Rosellini che gli aveva accompagnati temeva che i tre eroifossero conosciuti troppo da vicino. Cosi fece rispondere che <strong>il</strong> sig. Doriapensava tenere, <strong>nel</strong>la sera prossima, comparsa davanti al Re, un linguaggiofortissimo, e che però era meglio sfuggire ogni <strong>di</strong>mostrazione pubblica, per nonguastare l'opera loro. Questa risposta appagò i liberali torinesi, e anzi li lodarono:i tre chiamati vissero in perfetto isolamento, aspettando <strong>il</strong> giornodell'u<strong>di</strong>enza. Questa loro riservatezza piacque moltissimo al Re, che liricevette con ogni gent<strong>il</strong>ezza. Il signor Giorgio andò colla lezioncina benea mente, e la spifferò intera. Cominciò <strong>di</strong>cendo che, poiché l'avevano fattoandare a Torino, credeva dover suo manifestare al Re quello che i genovesiaspettavano da lui, e che però chiedeva presto e questo e questo cioè tuttele riforme che poi fossero concesse, tutte quante, più la guar<strong>di</strong>a civica. Il rerispose che egli vedrebbe dalle risposte che stava preparando V<strong>il</strong>lamarina,le sue intenzioni, e ne sarebbe contento. La risposta è quella tal lettera chevoi sapete: V<strong>il</strong>lamarina vi lavorò due settimane, e <strong>il</strong> re una mattina intiera,e si sa quali paragra6 furono dettati da lui medesimo (Rosellini me la faràleggere). Allora fu una raunanza in casa Doria dove si stab<strong>il</strong>l rispondere: la102


www.accademiaurbense.itlettera fu scritta da Ricci e Rosellini, e quel manifesto che annunzia leriforme non è in sostanza che una risposta a quella lettera. I torinesi confessanoche tutto è dovuto ai genovesi; in tutte le vie <strong>di</strong> Torino si vedescritto Viva Genova! Vivano i Genovesi! quin<strong>di</strong> l'entusiasmo dei piemontesiche vogliono venire a Genova con ban<strong>di</strong>ere in numero <strong>di</strong> quattrocento.La festa che <strong>il</strong> sig. Nervi 1 scriveva doversi fare, cioè la presentazionedelle ban<strong>di</strong>ere degli antichi comuni liguri al Re, non è vera. Egli pigliò ungranchio: si tratta invece <strong>di</strong> andare colle ban<strong>di</strong>ere incontro ai piemontesi.Quando avrò letto la lettera <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lamarina e la risposta dei genovesi, ve neragguaglierò.Ho trovato quì che tutte queste pubbliche <strong>di</strong>mostrazioni, che costì pajonoragazzate, hanno fatto fare al popolo un progresso gran<strong>di</strong>ssimo. Un giovi.<strong>net</strong>to che portò <strong>il</strong> mio equipaggio dalla Nunziata fino a casa mi <strong>di</strong>ede unaampia relazione delle cose avvenute e parlava dell'Italia come avrebbe potutofare un uomo educato. Di che avendo io mostrato maraviglia con qualcuno,mi fu detto che ciò si osservava in tutto <strong>il</strong> popolo.Dimenticavo scrivervi che a Roma fu concessa libertà intera <strong>di</strong> stampa,essendovi censura solo per la religione e i costumi: e così furono appianatele <strong>di</strong>fficoltà. Gli estensi entrarono in Fivizzano per tra<strong>di</strong>mento e <strong>il</strong> popoloavendo mostrato qualche malcontento e chiesto che fosse liberato un arrestato,gli estensi fecero fuoco. La Toscana è in gran commossione per questo.Ieri partirono <strong>di</strong> qui sul vapore 500 uomini pei confini della Lunigiana.Ad<strong>di</strong>o.Domenico9BUFFA A BARTOLOMEO AQUARONEAmico.Genova, 13 novembre 1847.Sai che qui <strong>il</strong> mondo è mutato. La polizia qui non opera più, almeno inpubblico. Il buon or<strong>di</strong>ne è conservato da una commissione <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci citta<strong>di</strong>nieletta da una commissione generale <strong>di</strong> circa sessanta, della quale ora foparte anch'io. I citta<strong>di</strong>ni sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> questa commissione degliun<strong>di</strong>ci fanno la ronda senza uniforme né armi; conservano <strong>il</strong> buon or<strong>di</strong>ne,1 Eugenio Nervi, letterato genovese.103


www.accademiaurbense.itarrestano se bisogna, e le cose vanno a meraviglia. Sai che le cose furonoprovocate dai genovesi: e veggo che sanno trarne profitto assai bene.Ora si tratta <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire un giornale, e questa è la ragione per cuiti scrivo. lo sto per proporre <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno d'uno: già ne ho preparato l'ideafondamentale, come pure <strong>il</strong> regolamento economico, ma per questo mimancano i dati precisi, non avendo mai <strong>di</strong>retto giornali. Ora io ricorro ate che hai le mani in un giornale, acciochè mi risponda, o faccia rispondereda chi ne sia più pratico <strong>di</strong> te, a tutti i quesiti che ti metto quassotto allarinfusa, aggiungendovi nota bene, aggiungendovi tutte quell'altre nozioni chetu credessi potermi essere necessarie o anche ut<strong>il</strong>i. Ti prego <strong>di</strong> rispondere<strong>il</strong> più presto che puoi, compatib<strong>il</strong>mente col tempo necessario per mettereassieme le nozioni che ti domando. Si tratta <strong>di</strong> far presto e bene.l°. Qual capitale effettivo farebbe bisogno per fondare un giornaleche voglia pagare convenientemente i collaboratori e uscire circa tre voltela settimana? Si tratta <strong>di</strong> formare un capitale capace <strong>di</strong> far fronte a tuttele spese prima <strong>di</strong> cominciare la pubblicazione.2°. Come debbono essere <strong>di</strong>stribuiti i collaboratori <strong>nel</strong> loro lavoro,come pagati, e quanti all'incirca, perché <strong>il</strong> giornale possa uscire senzaincagli né ritar<strong>di</strong>, e fornito sufficientemente anche quanto alla qualità dellecose stampate?3°. Bisogna stab<strong>il</strong>ire corrispondenti pagati <strong>nel</strong>le principali città ecome avete fatto voi, e come li pagate?4°. Quale somma totale <strong>di</strong> spesa cre<strong>di</strong> possa importare <strong>il</strong> pagamentointero della collaborazione d'ogni genere?5°. Quali accor<strong>di</strong> cre<strong>di</strong> sarebbero a farsi collo stampatore, non volendoch'egli abbia parte alcuna né alla comp<strong>il</strong>azione né alla parte economica <strong>di</strong>esso giornale?6°. Quali provve<strong>di</strong>menti per impe<strong>di</strong>re che lo stampatore riceva abbonamentia proprio conto, e non tiri più copie del dovuto, vendendole poia suo conto?7°. Cre<strong>di</strong> necessario dar fuori prima un manifesto, esponendo leintenzioni del giornale?Bada ch'io sono a Genova. Rispon<strong>di</strong>mi quanto prima. Saluta l'Em<strong>il</strong>ia l,<strong>il</strong> Nocchi, se è più costi e gli altri. La Fenice del protettore 2, leva <strong>il</strong> volodalle ceneri? e quando?Ieri qui s'imbarcarono 500 uomini sul vapore pei confini <strong>di</strong> Lunigiana,per gli affari <strong>di</strong> Fivizzano. Qui <strong>il</strong> partito delle tenebre tenta male cose:1041 Si allude ad una signora fiorentina, presso la quale abitava l'Aquarone.2 Il Vieusseux, così chiamato dagli amici fiorentini del Buffa.


www.accademiaurbense.itma finora non fa prova. Ier l'altro un servo del colon<strong>nel</strong>lo del reggimentoAcqui (uomo conosciuto per opinioni tedesche) si pose in piazza con uncoltello in mano, gridando: viva <strong>il</strong> tedesco, morte agli italiani! Una rondacitta<strong>di</strong>na lo arrestò e consegnò ai carabinieri: <strong>il</strong> re lo condannò a ottoanni <strong>di</strong> ferri. Altri sei o sette giovinastri fecero le stesse grida: colti daaltra ronda e pigliati all'improvvista, confessarono essere stati pagati però,e insegnarono l'abitazione dei pagatori. Il capo ronda fece <strong>il</strong> suo rapportoalla commissione, la quale lo trasmise subito al re. Ad<strong>di</strong>o.DomenicolOAPPUNTI DEL BUFFA INTORNO AD ALCUNI ARGOMENTI DA TRATTAREIN UN GIORNALE CHE DOVEVA SOLLECITARE LA LEGA ITALIANAArgomentiGenova, 15 novembre 1847.Stu<strong>di</strong>i sulle forze <strong>di</strong> terra che la lega potrebbe mantenere.Stu<strong>di</strong>i sulle forze <strong>di</strong> mare che la lega potrebbe mantenere.1. Un quadro dell'Europa per <strong>di</strong>mostrare che l'Austria si preparaa gran<strong>di</strong> cose, e l'estremo bisogno <strong>di</strong> provvedere prontamente alla nostrasalute.2. L'unico mezzo <strong>di</strong> salute è l'unità nazionale, affine <strong>di</strong> potere inogni evento opporre al nemico una imponente forza materiale e morale e<strong>di</strong>fenderci con successo. Colle rivoluzioni non si può rendere la nazione una:esse non possono avvenire che in un popolo che sia già nazione concentratada secoli in una capitale preponderante. Questo in Italia non è: onde quando<strong>il</strong> sentimento della giustizia non ci tenesse, dovrebbe tenerci l'impossib<strong>il</strong>itàdella riuscita; qui non possono che avvenire rivolte parziali, alla spicciolata,inut<strong>il</strong>i, senza imponenza alcuna, e tali che ogni principe, anche <strong>il</strong> più piccolo,oggimai potrebbe soffocarle in casa sua senza ajuto straniero. Lerifusioni degli stati italiani e <strong>il</strong> vario raccorciamento <strong>di</strong> essi, secondo fuproposto da qualche italiano moderno, è pura fantasia, è la poesia dellapolitica, perché queste cose in pace non si possono fare, giacché non soqual principe si lascerebbe levar <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> buona voglia la maggior partede' suoi stati, e non è cosa che si possa neppure chiedere ad uomo. Restadunque che si faccia colla guerra. Ma una guerra <strong>di</strong> tal fatta sarebbe ra<strong>di</strong>calmenteingiusta, e fortunatamente in questo momento è pure impossib<strong>il</strong>e, equando fosse possib<strong>il</strong>e e veramente si facesse, non so intendere come quel105


www.accademiaurbense.itprincipe che fosse abbastanza ingiusto e favorito dalla fortuna da spodestaregli altri del proprio stato, si contenterebbe <strong>di</strong> spingere la conquista fino atal fiume o a tal monte, solamente per formare un opportuno or<strong>di</strong>namentod'Italia, invece <strong>di</strong> spingere i limiti suoi più lungi che sia possib<strong>il</strong>e e farsi laparte del leone. Ondeché queste non sono cose da potersi <strong>di</strong>scutere su<strong>il</strong>ibri, ma da lasciarsi affatto al corso naturale degli eventi, e chi vuole tenersiai dati positivi dee conchiudere che sono ingiuste ed impossib<strong>il</strong>i. L'unità nazionalechi la vuole oggi, in questo estremo bisogno, non già in tempi umanamentenon profetabiIi, dee fondarla sui dati attuali e sulla giustizia. Orai dati attuali sono l'esistenza <strong>di</strong> varii stati in Italia, e l'impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> fonderliin un solo, e la giustizia è <strong>il</strong> dovere <strong>di</strong> non rovesciarli. Ma cosi <strong>di</strong>sunitie lasciati ciascuno per sé, sono deboli, fac<strong>il</strong>i all'armi e alle mene deglistranieri, e lasciano la nazione in continuo pericolo d'essere ferita a mortedallo straniero. Ma quella forza che <strong>di</strong>suniti non hanno, avrebbero uniti.Una lega è dunque l'unico mezzo <strong>di</strong> salvezza per loro e per noi. Questa legaacquisterebbe un'immensa forza morale dall'avere <strong>il</strong> papa <strong>nel</strong> suo seno, esarebbe <strong>di</strong> tale imponenza materiale da tenere in freno l'oltracotanza straniera,e sarebbe cagione che la guerra non si facesse. Onde i principi facendola,e i popoli ajutandola con amore e fede, assicurerebbero all'Italia l'unitànazionale, l'in<strong>di</strong>pendenza, e i beni della pace.3. Questo è <strong>il</strong> vero tempo <strong>di</strong> far la lega perché lo straniero non la puòimpe<strong>di</strong>re, ma si prepara ad impe<strong>di</strong>rla più tar<strong>di</strong>. L'Austria non può per ora;l'occupazione <strong>di</strong> Ferrara l'ha posta per qualche tempo in falso; un'autoritàmorale immensamente più forte della sua le ha dato un crollo momentaneo:gli affari <strong>di</strong> Lucca e della Lunigiana ci provano ad evidenza che non puòintervenire ed ha per ora le mani legate. La lunga comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> che ci hafatto godere quanto alla Svizzera, lo prova anche meglio. Quante volte nonha solennemente protestato che al primo scoppiare della guerra civ<strong>il</strong>e interverrà?Orbene la guerra civ<strong>il</strong>e è cominciata, Friburgo è presa ... perché nonsi muove ancora? i suoi soldati non sono forse sul confine elvetico? L'Austrianon può muoversi. La Francia le sta rimpetto per fare in Isvizzera ciò chefece in Italia occupando Ancona; l'Ingh<strong>il</strong>terra non lo permette. I principie i popoli d'Italia sono adunque <strong>nel</strong> vero punto fatale che dee deciderele sorti loro. Le cose elvetiche quando si racconciassero, se voi non vi premunite,tanto vi riuscirebbero dannose, quanto ora vi secondano. Ancora glisvizzeri hanno mostrato che lo stato d'Europa è oggimai cosi posticcio (graziealle sublimi lucubrazioni del Congresso <strong>di</strong> Vienna) che se uno stato vuoI fardavvero, benché sia piccolo, le potenze tentano vincerlo colla paura, manon si arrischiano a' fatti. La guerra fa terrore anche ai gran<strong>di</strong>, anzi aigran<strong>di</strong> più che ai piccoli, perché chi più è grande più conti ha da rendere.106


www.accademiaurbense.it4°. Ma una lega frai principi sarebbe inefficace se non fosse precedutae accompagnata da riforme interne: perché non avrebbe con loro l'entusiasmode' popoli. Ora i principi italiani si trovano in tale postura rimpetto aglistranieri, che non basta loro unirsi tra sé, ma è d'uopo che abbiano dallaloro l'entusiasmo de' popoli. Alcuni principi intesero già a meraviglia l'importanza<strong>di</strong> ciò e misero mano ad ut<strong>il</strong>i e generose riforme. Che vi hannoperduto? l'affezione alla casa loro s'è ra<strong>di</strong>cata profondamente <strong>nel</strong> cuore de'popoli, e chi era <strong>di</strong>sarmato e smunto <strong>di</strong> danaro, ecco che si rifà <strong>di</strong> potenzad'armi e <strong>di</strong> danaro.E benché certo stemperato ardore, che accompagnò in qualche luogoqueste innovazioni, paja a certi politiconi incipriati cosa veramente immanee terrib<strong>il</strong>e, noi la, tenghiarno per cosa inevitab<strong>il</strong>e, benché lamentevole in unpopolo che da più secoli cerca invano la vita, e dopo tanta costanza <strong>di</strong> speranzefrustrate, dopo tanto sangue vanamente versato e tante miserie patite,sente finalmente lo spiracolo <strong>di</strong> vita rientrargli <strong>nel</strong>le vene. Ma sono cose<strong>di</strong> lieve momento, e gl'Italiani da un anno e mezzo in quà hanno dati tantisegni <strong>di</strong> moderazione e <strong>di</strong> vir<strong>il</strong>e doc<strong>il</strong>ità che ogni sospetto dee far luogo allafiducia. Ma i popoli debbono forzarsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarmare anco i più sospettosi,e qui <strong>di</strong>scorrere con quella fac<strong>il</strong>ità con cui <strong>il</strong> pubblico vuole intervenire pervie <strong>di</strong> fatti <strong>nel</strong>la politica: falsa quella gioja che alcuni provano quando sonoriusciti a forzar la mano in qualche cosa al governo: nulla più esiziale.Noi abbiamo bisogno <strong>di</strong> governi forti, forti dentro d'amore <strong>il</strong>limitato e <strong>di</strong>fiducia pienissima, se debbono essere fòrti al <strong>di</strong> fuori, e tirare innanzi <strong>di</strong>buon animo alle riforme. I circoli tenuti senza mistero sono cosa ottima performare e ben determinare le opinioni de' citta<strong>di</strong>ni, e far sì che i megliopensanti influiscano sulla maggiorità, ma bisogna guardarsi dal farne officina<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza, <strong>di</strong> sorveglianza, <strong>di</strong> volere troppo precocemente esser uominie spoliticare, non ci accada <strong>di</strong> esser bambini. I governi in questo momentohanno bisogno <strong>di</strong> una autorità <strong>di</strong>ttatoria per fare <strong>il</strong> bene, e a chi questo piace,prima <strong>di</strong> condannare le nostre franche parole, pensi se questo alle volte nonprovenga da misera superbiaccia d'amor proprio, che nega sacrificarsi albene comune; pensi non sia maggiore vir<strong>il</strong>ità piegarsi quando ragione egiustizia lo richieggano, anziché <strong>il</strong> camminare sempre drammaticamente durie alteri. Pensi e metta a ragguaglio quel misero sacrificio <strong>di</strong> amor proprioche da lui si chiede col bene e col male che dal farlo o non farlo puòvenirne alla patria nostra.5°. In<strong>di</strong>rizzo al Re <strong>di</strong> Napoli perché entri anch'egli <strong>nel</strong>la via delleriforme e si <strong>di</strong>sponga alla lega: toccare copertamente della cupi<strong>di</strong>gia con cu<strong>il</strong>a sua bella Sic<strong>il</strong>ia è guardata dall'Ingh<strong>il</strong>terra e dalla Russia. Toccare sim<strong>il</strong>mente<strong>di</strong> ciò che si <strong>di</strong>ce che la stirpe de' Borboni è invecchiata, e non sa107


www.accademiaurbense.itcomprendere i tempi mutati e che la mano <strong>di</strong> Dio li va cercando su tuttii troni per cacciar<strong>nel</strong>i e <strong>di</strong>sperderli. Dia egli una solenne e generosa mentitaa questa pubblica voce e conduca i suoi popoli, come un padre i suoi figli,in seno alla grande famiglia italiana.6°. Una lega è <strong>il</strong> vero e l'unico mezzo <strong>di</strong> perpetuare <strong>il</strong> trono alleattuali case regnanti d'Italia e far si che a loro non tocchi come al altre,scendere forse un <strong>di</strong> dal trono ramengando per l'Europa a spegnere <strong>nel</strong>lasolitu<strong>di</strong>ne privata la <strong>di</strong>scendenza e la gloria delle loro case <strong>il</strong>lustri e secolari.r. Come noi investigando ed affrettando l'avvenire politico d'Italiadobbiamo fondarci sopra i fatti esistenti, e questi ci conducono alla necessità<strong>di</strong> una lega frai principi, cosi i principi debbono pure fondare la loro politicainterna non già sopra teorie astratte, e molto meno su quella dellavolontà <strong>di</strong>spostica che è la peggiore e la più inefficace <strong>di</strong> tutte, ma bensìsopra dati positivi; scaturire dai fatti esistenti, e non pretendere <strong>di</strong> rifare<strong>il</strong> mondo, ma pigliarlo qual'è e <strong>di</strong>rizzarlo al bene. Ora egli è un fatto esistenteche i popoli non si sentono più <strong>di</strong>sposti all'ubbi<strong>di</strong>enza pecor<strong>il</strong>e, ma amanoubbi<strong>di</strong>re con intelletto, egli è un fatto esistente che tutti <strong>di</strong>stinguono <strong>il</strong><strong>di</strong>ritto dalla forza e quello invocano, questa abborriscono. Gli è un fattoesistente che gl'interessi pubblici e privati hanno rese insufficienti molteleggi, fatto sentire l'imperiosa necessità <strong>di</strong> molte altre ecc.: e su questi fattie non già sopra dottrine immaginarie dee esercitarsi, e da questi scaturirela loro politica interna che è <strong>il</strong> complesso delle relazioni tra <strong>il</strong> principee <strong>il</strong> popolo. Egli è dunque venuta l'ora <strong>di</strong> mettere risolutamente la scurealle ra<strong>di</strong>ci de' vecchi abusi e largire a' popoli quelle riforme che sono dallapienezza de' tempi invocate. Per questa via solamente i principi potrannovincolare in<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>mente a sé i popoli, e sicuri e forti in casa propriae collegarsi contro <strong>il</strong> nemico <strong>di</strong> fuori. Questo hanno fatto tre de' principiitaliani, questo faranno pure gli altri. La speranza che hanno dato <strong>di</strong> accederealla lega doganale ne è in<strong>di</strong>zio sicuro perché quella non possono accettaresenza mettere <strong>di</strong> pari i loro popoli con quelli de' principi che l'hanno proposta.Onde la lega doganale è una delle riforme ch'essi faranno, e leriforme e la lega doganale sono arra che anderanno pure alla lega politica.so. Una lega frai principi è impossib<strong>il</strong>e, o almeno poco proficua, seprima non succede una specie <strong>di</strong> lega fra i principi e i loro popoli; cioè seprima i principi non sono in casa loro non solo perfettamente sicuri, maancora certi che i loro popoli avranno per essi, oltre la fede comune, anchel'amore del sacrifìzio. Ora i principi, almeno alcuni, hanno stab<strong>il</strong>ito questasanta alleanza tra loro e i popoli. Che ut<strong>il</strong>ità si potrebbe raccogliere d'unaalleanza fra i principi italiani, qual forza avrebbe essa a <strong>di</strong>fendere la nostrapenisola, se i principi sempre dovessero stare in sospetto <strong>di</strong> qualche rivo-10S


www.accademiaurbense.itluzione in casa? Come potrebbe all'uopo <strong>di</strong>fendersi dagli assalti al <strong>di</strong> fuori,e tenere in freno i soggetti ad un tempo medesimo? Le forze loro <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>icontro lo straniero sarebbero almeno <strong>di</strong>mezzate.Questa è almeno la debolezza dell' Austria, la quale essendo composta<strong>di</strong> elementi eteroge<strong>nei</strong>, i quali checcè ella faccia non potrà mai condurrea perfetta omoge<strong>nei</strong>tà, non potrà mai volgere contro l'Italia tutto l'immensopeso della sua potenza. Ma noi, conoscendo <strong>il</strong> lato debole del nemico, possiamosottrarci a quelle con<strong>di</strong>zioni che le producono: estinguiamo ogni<strong>di</strong>saccordo tra principi e popoli. Egli è certo che le gran<strong>di</strong> potenze per propriasicurezza tendono a estinguere gli stati piccoli e incorporarli a se stesse.Questa è dunque la sorte che toccherebbe presto o tar<strong>di</strong> a piccoli stati italiani.Di che sorse questa bella necessità che i principi per salvare i posse<strong>di</strong>ment<strong>il</strong>oro debbono collegarsi assieme (riparando alla singolare piccolezzaloro colla forza collettiva) tra loro e amicarsi i popoli in casa. E d'altraparte noi se vogliamo rimanere italiani, se non vogliamo <strong>di</strong>ventare provincia<strong>di</strong> qualche potenza straniera e veder perire affatto <strong>il</strong> nome d'Italia comequello della Polonia, dobbiamo stringerei a' nostri principi, e con loro salvarenoi stessi, salvare la nostra nazionalità. Noi ameremmo usare <strong>il</strong> linguaggionob<strong>il</strong>e della generosità, ma ad alcuni parrebbe forse vana declamazione,onde parleremo quello intelligib<strong>il</strong>e a tutti, quello dell'interesse.Voi che nudride sospetti contro la lealtà e l'amor patrio de' principi italiani,smettete i sospetti, e fidatevi pienamente a loro, perciocchè l'interesseloro li forza ad essere buoni italiani quando pure non volessero.Principi che <strong>di</strong>ffidate de' vostri popoli, permettete alla stampa <strong>di</strong> educarel'opinione pubblica, e voi pure potrete ciecamente fidarvi a' vostripopoli, perciocchè essi pure saranno forzati essere buoni sud<strong>di</strong>ti, quantopiù vorranno essere buoni italiani.11BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Genova, 16 e 17 novembre 1847.Avrete ricevuto per la posta una nuova lettera, scritta sabato, <strong>nel</strong>laquale vi comunicava le notizie ch'erano a mia cognizione. Per ora pareche tutte le feste siano sospese: oggi forse si deciderà, e non verranno neppurei piemontesi. Benchè <strong>il</strong> giorno dei pedoni sia domani, comincio a109


www.accademiaurbense.itscrivere fino da questa mattina quelle cose che già so: domani continueròla lettera.Prima <strong>di</strong> tutto dovete sapere che le notizie non le raccolgo per lacittà, ma le pesco alla fonte, cioè in casa Doria, dove fanno capo tutti.Quin<strong>di</strong> esse hanno un carattere officiale. Adunque sabato sera Castag<strong>net</strong>tofu in casa Doria e parlò lungamente <strong>di</strong> queste nostre faccende colla signoraTeresa 1 e con Rosellini. Questi gli cantarono chiaramente quello che bisognava,ed egli si mostrò obbligatissimo, e parlò in modo da dare grandefiducia <strong>nel</strong>l'avvenire, anzi <strong>di</strong>rei certezza. Disse frall'altro che <strong>il</strong> Re non è contrariopunto all'istituzione della guar<strong>di</strong>a civica, e anzi intorno a ciò hannogià qualche cosa <strong>di</strong> preparato, ma che per ora, egli la crede intempestiva,e che però riserva a tempo più adatto. Disse pure che a Vienna, Metternichsi era recato a far visita all'ambasciatore Ricci, e gli aveva fatto gran<strong>di</strong>ssimicomplimenti intorno alle riforme <strong>di</strong> Piemonte, aggiungendo che <strong>il</strong> governoaustriaco preparava qualcosa <strong>di</strong> consim<strong>il</strong>e pel <strong>regno</strong> lombardo-ve<strong>net</strong>o. IlCastag<strong>net</strong>to è ora <strong>il</strong> sostegno dell'opinione progressita: egli fu che consigliò<strong>il</strong> Re a cedere alla necessità de' tempi; per la qual cosa si trova ora averecontro tutta la vecchia corte. E però non gli rimane altro mezzo <strong>di</strong> rimanerein alto, fuor quello <strong>di</strong> tener fermo <strong>il</strong> re <strong>nel</strong>la via attuale, e spingerlo innanzi.Ieri (domenica) qui avvennero cose spiacevoli. La città era in perfettissimacalma da due giorni, essendo riuscite le pattuglie citta<strong>di</strong>ne a metterel'or<strong>di</strong>ne dappertutto. Ieri al dopopranzo uscl un manifesto del governatore<strong>nel</strong> quale era incastrato un biglietto del re, dove i citta<strong>di</strong>ni erano pregati aritornare <strong>nel</strong>la calma abituale, annunziando che però le norme <strong>di</strong> poliziarientrerebbero in vigore. Tutti si tennero offesi <strong>di</strong> questo avviso fuor <strong>di</strong>tempo, e specialmente <strong>di</strong> quella minaccia <strong>di</strong> polizia, quando s'è promessoun regolamento nuovo; tutti credettero che quel biglietto fosse stato carpitoal Re dal governatore, conosciuto per essere contrario alle cose nuove: quin<strong>di</strong>alla sera fu fatto precisamente <strong>il</strong> contrario. Si fecero attruppamenti grossissimii quali cantarono l'inno fino a sera tarda, girando per tutta la cittàe quel che è più, andando fin sotto <strong>il</strong> palazzo del re a gridare evviva, cosache non avevano mai fatto. Notate che l'inno fu cominciato da alcuni ragazzi,i quali, giungendo con poco seguito sulla piazza S. Domenico, furonoquivi accolti da un applauso universale e tuonante, e tutta la folla s'aggiunsea loro. Vedendo questo, per ogni buon fine, andai ad avvisarne incasa Doria, e poco dopo giunsero altri, e poi altri ancora per lo stesso fine;quivi si <strong>di</strong>scusse molto sul da farsi, e apprincipio si dubitò che quel rumorefosse mosso dal partito contrario, ma alla fine si dovette riconoscere che la1101 Teresa Durazzo Doria.


www.accademiaurbense.itpopolazione intera, qualunque fosse stato <strong>il</strong> principio <strong>di</strong> quello, l'aveva accoltoe seguito come una pubblica protesta. Allora fu deciso che <strong>il</strong> Doria,Balbi Piovera, e Rosellini andassero immantinente dal Castag<strong>net</strong>to, a fargliosservare l'inopportunità <strong>di</strong> quel proclama, a pregarlo perché <strong>il</strong> popolonon fosse provocato altrimenti con misure rigorose, e perchè si compiacesseparagonare la calma delle sere antecedenti, quando i citta<strong>di</strong>ni invig<strong>il</strong>avanoal buon or<strong>di</strong>ne, colle manifestazioni <strong>di</strong> quella sera in cui ritornava ad agirela polizia. Ivi stettero in conferenza <strong>di</strong> un'ora. Il Castag<strong>net</strong>to riconobbela <strong>di</strong>versità dello stato della città; <strong>di</strong>sse che quel biglietto del Re non erastato scritto per Genova, ma ch'era una circolare mandata a tutte le autoritàdello Stato; ma insistette sul punto che <strong>il</strong> governo è forte, e vuolemostrare <strong>di</strong> esserlo, e che si crede in dovere <strong>di</strong> fare atto <strong>di</strong> presenza; e cheperò la mattina dopo si terrebbe sopra ciò una conferenza. I tre deputatibadavano a <strong>di</strong>rgli che <strong>il</strong> popolo genovese era doc<strong>il</strong>e e buono, ma che bisognavaugualmente esser buono con lui, e prima <strong>di</strong> ricorrere al rigore, ci pensassero,perchè potevano nascerne più tristi conseguenze che forse non pensavano.Il Castag<strong>net</strong>to insistette sulla necessità che <strong>il</strong> governo facesse atto<strong>di</strong> presenza. Tornati i tre deputati e u<strong>di</strong>ta la risposta, tutti i presenti in casaDoria, ch'erano forse una ventina, riconobbero <strong>il</strong> caso gravissimo, tanto piùche in quel frattempo erasi saputo che in quell'attruppamento erano moltibene armati e pronti alla <strong>di</strong>fesa; inoltre che sei carabinieri, i quali avevanofatto l'atto <strong>di</strong> metter mano alle pistole, erano stati subito circondati fieramente,e obbligati a svignarsela. Fu dunque deciso che la mattina dopo,prima della conferenza de' ministri, gli stessi deputati, coll'agiunta dell'avvocatoFederici 1, tornassero dal Castag<strong>net</strong>to a pregarlo che <strong>il</strong> governo nonsi desse per inteso delle cose avvenute la sera innanzi; e che allora essi etutte le persone ben pensanti spererebbero <strong>di</strong> condurre alla calma tutti glispiriti, e avrebbero fiducia, anzi quasi certezza, <strong>di</strong> riuscirvi. Ma che, se <strong>il</strong>popolo era provocato con nuovi proclami, o peggio ancora con minaccie,essi non potrebbero rispondere <strong>di</strong> nulla, e s'andrebbe incontro a qualchedolorosa collisione. Nel momento che vi scrivo, i deputati sono appuntodal Castag<strong>net</strong>to. Oggi sentirò la risposta e vedrò quello che si farà e domattinavi scriverò <strong>il</strong> resto.Ripiglio <strong>il</strong> racconto. Adunque i deputati fecero quella parte che sopraè detto e pare che <strong>il</strong> Castag<strong>net</strong>to ne rimanesse ben persuaso, perché infatti<strong>il</strong> governo non fece atto nessuno: non nuovi proclami, non ostentazione <strong>di</strong>forza m<strong>il</strong>itare; precisamente nulla, come se niente fosse stato. Intanto tuttele persone più influenti si <strong>di</strong>edero a cercare i più cal<strong>di</strong>, e persuaderli <strong>di</strong> star2 Niccolò Federici.111


www.accademiaurbense.itcheti. Ci volle molta fatica, ma finalmente promisero, e le cose andarono stupendamente.Ier sera la città era tranqu<strong>il</strong>lissima: s<strong>il</strong>enzio perfetto, e non sivedeva né u<strong>di</strong>va altro che quel passeggiare e chiacchierare in<strong>di</strong>fferentemente,solito aversi <strong>nel</strong>le città tranqu<strong>il</strong>lissime. lo mi trovava jer sera in casa Doria,quando giunsero e domandarono <strong>di</strong> parlare al sig. Giorgio due calzolai, egli <strong>di</strong>ssero che cinquecento del loro mestiere avevano intenzione <strong>di</strong> usciree cantare per la città, ma che prima erano venuti parlarne a lui, per avere <strong>il</strong>suo parere. Egli, ringraziandoli, li pregò <strong>di</strong> non farne nulla, e cosi promisero,e cosi fu fatto. Intanto fin <strong>di</strong> jeri fu messa in moto una soscrizione per laguar<strong>di</strong>a civica, veramente con poca speranza d'attenerla, ma con doppio fine:l'uno <strong>di</strong> calmare l'effervescenza che era <strong>nel</strong>la città per quel proclama, l'altroper <strong>di</strong>mostrare al Re ciò che questi signori più volte hanno cantato chiaramentea Castag<strong>net</strong>ta, cioè che i citta<strong>di</strong>ni si tengono mal sicuri se <strong>il</strong> Repartendo li lascia in mano a Luciani e a Paulucci. Il primo dei due fini ègià ottenuto: e quanto al secondo può essere che <strong>il</strong> Re, perché non <strong>di</strong>spiaccia<strong>il</strong> rifiuto <strong>di</strong> concedere la guar<strong>di</strong>a civica, indori la p<strong>il</strong>lola col cambiarePaulucci e Luciani. Si sa che <strong>il</strong> primo ed alcuni suoi aderenti m<strong>il</strong>itari hannotenuto parole insultlanti e minacciose. Stamattina' i soliti tali tornarono dalCastag<strong>net</strong>ta. Per essi è un vero trionfo; jeri gli <strong>di</strong>ssero: <strong>il</strong> governo segua <strong>il</strong>nostro consiglio, e <strong>il</strong> popolo tacerà. Ebbene <strong>il</strong> governo l'ha seguito e <strong>il</strong>popolo ha taciuto. Non so ancora la risposta, perchè appunto in questomomento sono presso <strong>di</strong> lui: stassera lo saprò.A Torino è successo qualche torbido, perchè colà <strong>il</strong> partito retrogrado,<strong>nel</strong>la lontananza del Re, tenta ogni via <strong>di</strong> vincere. Ieri sono capitati qui daTorino due deputati, accompagnati da quattro citta<strong>di</strong>ni, per sottoporre alRe non so quale loro progetto, e intanto presentarsi al corpo civico genovesee fare atto <strong>di</strong> fratellanza. Questo si farà oggi. Intanto si deciderà unavolta se vengano questi deputati torinesi colle ban<strong>di</strong>ere, e quando non vengano,ciò vuol <strong>di</strong>re che le feste sono finite, e penseremo noi a tornare. Ierivenne in Genova la notizia che gli austriaci erano entrati <strong>nel</strong>la Svizzera, eche gl'inglesi subito posero <strong>il</strong> blocco a Trieste: come intendete, questa notiziaha bisogno <strong>di</strong> conferma.Vi mando la vita <strong>di</strong> Ciceruacchio, una lettera <strong>di</strong> un parroco lucchese,una poesia <strong>di</strong> Romagnini 1, ed una lettera <strong>di</strong> Gioberti. Quest'ultima non<strong>di</strong>menticate rimandarmela, perchè non è mia. Ad<strong>di</strong>o, salutate la mamà eFanny.Domenico1123 Francesco Ramognini, poeta genovese.


www.accademiaurbense.itP.S. Delle cose estere finora quì non si sa se non che quello che sopra viho scritto. Di Fivizzano sappiamo solamente che le porcherie estensi continuano,e i soprusi. Ma l'Italia <strong>di</strong>ce che quel duca è ora molto spaventato perchè aVienna gli fu detto da un alto personaggio, che non si nomina, che in Italiaoggi è più fac<strong>il</strong>e perdere la corona che allargarsi lo stato: cosicchè si <strong>di</strong>ceche egli sia <strong>di</strong>sposto ad accordarsi col gran duca. La lettera <strong>di</strong> Pio IX alPerrone ha fatto grande scalpore tra i gesuiti ma a torto: perchè è letterad'ufficio, scritta in ist<strong>il</strong>e d'ufficio. Infatti è usanza presso i monarchi quandoricevono la de<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> qualche libro che non vogliono o non hanno tempo<strong>di</strong> leggere, <strong>di</strong> rispondere ringraziando, lodando l'assunto e <strong>di</strong>cendo riserovarsi a leggerlo. Del resto poi tutti quelli che pensano non danno a quellalettera alcun significato. Infatti che poteva egli fare <strong>il</strong> papa? rifiutare lade<strong>di</strong>ca perchè d'un gesuita? Il papa non può mostrarsi avverso ai gesuiti;come papa, deve sopprimerli o riceverli sotto <strong>il</strong> suo manto come tutte l'altrereligioni. Mi pare ch'egli faccia assai, permettendo che si <strong>di</strong>batta così laquistione sul conto loro. Quanto al leggere le mie lettere al padre rettore,forse potete farlo: si tratta <strong>di</strong> cose qui note e tutte <strong>di</strong> cui si parla pubblicamente:certo io posso darvele più precise e forse anche più ampie per leragioni che sapete. Ma del resto fate ciò che stimate-,Aggiungo che a Torino fu bruciato in paglia <strong>il</strong> governatore La Tour, egridato che non si vuole più Lazzari. I sindaci torinesi sono quì per chiedereal re in persona norme sul da farsi e sul come condursi.S'è ricevuto <strong>il</strong> pacchetto colle cose in<strong>di</strong>cate, ma non le ceste, perchè<strong>il</strong> pedone <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> non averle potute portare in questo or<strong>di</strong>nario. Torno allapolitica: mentre scrivo, odo che a Banchi si dà per sicuro che a Reggio <strong>di</strong>Modena ci si azzuffò coi tedeschi e si volle andare a soccorrere quelli <strong>di</strong> Fivizzano.Questa notizia la metto con quella <strong>di</strong> Trieste in quarantena. Unsignore quì presente <strong>di</strong>ce che i tedeschi erano <strong>di</strong> fatto in Modena e che vigiunsero <strong>il</strong> giorno dopo ch'era egli partito <strong>di</strong> quella città. Ora credo averfinito. Ad<strong>di</strong>o.Domenico8113


www.accademiaurbense.it12BARTOLOMEO AQUARONE A BUFFAAmico mio.Firenze, 17 novembre 1847mercoledl.Il tuo libro sarà in pronto, bello e finito, <strong>nel</strong>la settimana. Pensa, comeio penso, che dobbiamo pagare sull'atto 900 lire fior. che io non ho, conseguenza<strong>di</strong> quel mio sciagurato affare <strong>di</strong> Svizzera, <strong>di</strong> cui non so più nulla,nè ho persona che s'incarichi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mandarne a Losanna per me.Godo che intrapren<strong>di</strong>ate un giornale. L'impresa è ardua, faticosa e <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>eper i primi mesi. T'auguro te ne possa cavare coi minori fasti<strong>di</strong>i. Rispondoai tuoi quesiti come so. Credo che a molte cose, variando da unpaese all'altro, sia impossib<strong>il</strong>e rispondere con esattezza. A te dunque spettafar ragione della <strong>di</strong>fferenza tra Genova e Firenze e dedurre per i corollarifinanziarii.I", Del capitale ecc. lo credo che converrebbe costituire un fondo <strong>di</strong>50 m<strong>il</strong>a franchi, con 100 azioni <strong>di</strong> 500 f[ranchiJ l'una. Avendo in quelmodo certi interessati al buon esito del giornale e incaricandosi ciascuno <strong>di</strong>collocare un numero <strong>di</strong> copie, lO ciascuno, (cosa non <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e), assicureretel'esistenza del giornale: poichè con 1000 associati, se non avete <strong>il</strong> bollo delgoverno, l'impresa può già tornar ut<strong>il</strong>e. Quanto poi al retribuire i redattori(e bisogna retribuirli perchè lavorino <strong>di</strong> cuore) io darei <strong>il</strong> giornale in manoa tre, soltanto a tre; i quali coll'aiuto <strong>di</strong> qualche commesso possono bastarealla redazione. A questi tre, assegnerei uno stipen<strong>di</strong>o fisso; con parte agliut<strong>il</strong>i (per più interessarli) quando ve ne siano.Della somma poi <strong>di</strong> 50 m<strong>il</strong>a franchi, ne vorrei devoluta una parte all'acquisto<strong>di</strong> una stamperia. Due torchi vi bastano, e parecchie altre migliaia d<strong>il</strong>ire in caratteri provedono all'occorrenza vostra. Questo è <strong>il</strong> solo modo <strong>di</strong>stampare con economia, e <strong>di</strong> non esser truffati.2 0 • Dei collaboratori: io <strong>di</strong>rei redattori. Collaboratore è quegli chenon ha parte attiva <strong>nel</strong> giornale: scrive <strong>di</strong> tanto in tanto, quasi in amatore.I redattori dunque vorrei fossero tre; se sono <strong>di</strong> più s'impicciano e si litigano.Tutti e tre capi egualmente, tutti e tre occupandosi a scrivere articoli<strong>di</strong> fondo. La politica estera <strong>di</strong>visa fra loro tre: ad uno i popoli parlant<strong>il</strong>'i<strong>di</strong>oma inglese, ad un altro <strong>il</strong> germano; <strong>il</strong> francese ad un terzo. Un commessoche conosca varie lingue, vi re<strong>di</strong>me tutti e tre. Voi date una scorsaa' giornali, segnate col lapis, ed egli traduce.30. Noi dei corrispondenti non si paga alcuno, essendo l'impresa no-114


www.accademiaurbense.itstra ferocemente mercant<strong>il</strong>e. Converrebbe bensì pagarli. Nota ad ogni modoche, estendendosi l'impero della stampa, non v'i occorrono poi molti corrispondenti.Per Francia, Svizzera. Ingh<strong>il</strong>terra, Spagna, ed altri paesi liberi vibasta la stampa, che v'informa meglio <strong>di</strong> certi corrispondenti. Essi vi occorronopei paesi muti; per Napoli, M<strong>il</strong>ano, Vienna, e via <strong>di</strong> seguito; e in codestipaesi procuratevene anche pagandoli.4°. Il manifesto è cosa inut<strong>il</strong>e. Cominciate; <strong>il</strong> manifesto <strong>nel</strong> l° numero,e via al 2 Q •5°. Circa all'ammontare delle spese d'ogni genere, è impossib<strong>il</strong>e ragguagliartene.Avete bisogno d'un ufficio, <strong>di</strong> commessi <strong>di</strong>stributori, che nonbastano uno o due, ma tre e quattro ve ne esigono; e questo da un paeseall'altro varia d'assai. Ti <strong>di</strong>rò solo che credo m<strong>il</strong>le ass] ociati] coprire lespese, dando anche un qualche ut<strong>il</strong>e. Se poi non avete <strong>il</strong> bollo, m<strong>il</strong>le assoc[iati]vi pagano anche lo stipen<strong>di</strong>o dei tre redattori, oltre ogni altra spesa.Questo mi parve doverti rispondere, <strong>di</strong>etro a' tuoi quesiti. Veggo daper me che da quanto ho scritto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente potrai farti ad un trattoun'idea chiara"<strong>di</strong> tutta la faccenda. Ma l'idea chiara non te la può dare senon <strong>il</strong> fatto stesso. Tutti i calcoli meglio ponderati falliscono all'opera. T'aggiungoche dove siate sicuri <strong>di</strong> 1000 associati fin dai primi principii vi converrebbecomprare un torchio macchina a mano per la tiratura più spe<strong>di</strong>tae meno costosa. Ma in ciò rimettetevi ad un uomo del mestiere.Ad<strong>di</strong>o; gli amici ti salutano. Saluta costi da parte mia: e stringendoc<strong>il</strong>a mano gri<strong>di</strong>amo a una voce: Viva Italia.Qui le cose piegano al mite, chè ho fede che Modena cederà. La <strong>di</strong>mostrazione<strong>di</strong> Firenze deegli aver fatto paura. All'annunzio dell'occupazione<strong>di</strong> Fivizzano, in tre ore in Firenze sola, <strong>di</strong>e<strong>di</strong>mo al governo i nostri nomi,<strong>di</strong> quei pronti a marciare, in numero <strong>di</strong> cinquecento e tanti. Quei stenterelli<strong>di</strong> fiorentini in quel giorno si mostrarono uomini. Ad<strong>di</strong>o 1.MeoSono uscito dalla redazione dell'Alba. Variiriferirsi. Avvisane <strong>il</strong> Noli 2.motivi, e inut<strong>il</strong>i ora aA tergo: Al signor Domenico Buffa a Genova.1 In epigrafe si legge <strong>il</strong> seguente appunto del Buffa: «Raimon<strong>di</strong> lo scritto <strong>di</strong> Renzosulle con<strong>di</strong>zioni del Piemonte ».2 Enrico Noli, patriota e liberale ligure. Fu amico e confidente del Buffa, e glirese molti servizi segreti durante i primi mesi del 1849.115


www.accademiaurbense.it'Caro Domenico.13RAFFAELLO NOCCHI A BUFFASiena, 17 novembre 1847.Mi rallegro con te del rivolgimento del Piemonte. Proprio in questastoria dell'Italia d'oggi c'è la mano <strong>di</strong> Dio che interviene replicatamente afavor nostro. Quando penso che ho visto questi giorni, mi tengo veramentebeatissimo, scordo tutto e mi ritorna l'antica speranza <strong>di</strong> poter spender lavita non inut<strong>il</strong>mente. Mi <strong>di</strong>spiace che le tue Origini escano ora. Cattivo spacciarlea borse esauste da m<strong>il</strong>le sottoscrizioni. Quanto al leggere, tranne igiornali, non si legge più, e io penso <strong>di</strong> non ristampar nulla prima <strong>di</strong> dueo tre anni, o più se durerà questo stato <strong>di</strong> cose. Neppure gli scritti politici,se passano <strong>il</strong> foglio volante, si leggono. Ma l'attività politica ridesterà poitutte le altre. Mi son ritirato dalla redazione dell'Alba, e sono soltanto nominalmente<strong>nel</strong>la collaborazione, la quale inserisce gli articoli" firmati, e nonè solidale. È uno stolto giornale, ma non per colpa dei pochi che lo potevanofar buono e si son dovuti ritirare. Per <strong>il</strong> Bar<strong>di</strong> questo giornale nonè stato che una speculazione, pel Lafarina... non lo so, ed è meglio noncercarlo.Dimmi come va <strong>il</strong> tuo paese? Avete fatto feste? Mi figuro quelle <strong>di</strong>Genova. C'eri tu? Qua si sono fatte feste incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i. Figurati <strong>il</strong> 12 settembrea Firenze. Si può <strong>di</strong>re che fu una festa più che nazionale. C'eranole ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> tutte le nazioni libere: fino gli americani vennero in unnumeroso squadrone. Adesso dovrà cedere <strong>il</strong> re <strong>di</strong> Napoli. E cederà, perchèè <strong>nel</strong>l'interesse <strong>di</strong> Francia, <strong>di</strong> tutti, e dell'Austria stessa; poichè l'idea dellaguerra fa rizzare i capelli a tutti, e più ai più potenti. Proprio fra poco frale nazioni cristiane non ci potrà più esser guerra. Ad<strong>di</strong>o, rammentati del tuoA tergo:Al Signor Domenico Buffa. Genova per Ovada.Raffaello116


www.accademiaurbense.it14BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Genova, 17 e 18 novembre 1847_Continuo la mia cronaca, la quale comincia a <strong>di</strong>ventare più magraperchè oggimai <strong>il</strong> fiume rientra <strong>nel</strong> suo letto or<strong>di</strong>nario.Le notiziaccie <strong>di</strong> Trieste e <strong>di</strong> Reggio <strong>di</strong> Modena finora non si confermano:ma vi ha questo <strong>di</strong> nuovo, che <strong>il</strong> Gran Duca <strong>di</strong> Toscana, sia per'rappresaglia contro <strong>il</strong> modenese, o per qualunque altro fine, mandò occupareCarrara. Altra notizia importantissima si è quella giunta jer sera, chel'esercito della <strong>di</strong>eta svizzera prese Friburgo, senza tirar colpo <strong>di</strong> cannone.Non vi fu trovato neppure un gesuita, <strong>il</strong> che significa che, nonostantela pre<strong>di</strong>cata santità della causa, i reveren<strong>di</strong> stimarono opportuno lasciaregli altri negli impicci e svignarsela.Venendo alle cose nostre, avrete veduto sulla Gazzetta <strong>di</strong> Genova duecose, l'una è la nomina de' censori per la stampa, i nomi de' quali sonounabuona arra dello spirito della nuova legge che s'aspetta. L'altra è quellaspiegazione intorno al proclama che destò tanto rumore in Genova, e parequasi una scusa. A sapersi che, a quanto si <strong>di</strong>ce, quel. proclama fece pessimoeffetto anche in Torino. Del resto qui i soliti deputati andarono jermattina da Castag<strong>net</strong>to, come vi scrissi <strong>nel</strong>la lettera <strong>di</strong> jeri (16 correntemese): lo trovarono contento ed ofliciosissimo. Il bel contegno della città<strong>nel</strong>la sera innanzi aveva codpito e lui e <strong>il</strong> Re, e insomma tutti quanti. È unfatto che tutta la città era veramente contenta' che la cosa fosse andatacosi bene, e tanto <strong>di</strong>gnitosamente. I deputati (li chiamo cosi, benché questaparola <strong>di</strong>ca troppo; ma non saprei qual'altra adoperare) parteciparono alCastag<strong>net</strong>to la risoluzione presa dai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> aprire una soscrizione perla Guar<strong>di</strong>a Civica. Disse che già lo sapeva e cominciò addurne le solite ragioniper <strong>di</strong>mostrare che <strong>il</strong> governo per ora doveva crederla intempestiva ecc. eRosellini, che in tutte queste faccende mostrò gran<strong>di</strong>ssimo ingegno e a cuinon solo i genovesi, ma tutto lo Stato dovrebbe qualche gratitu<strong>di</strong>ne, battèe ribattè <strong>il</strong> chiodo <strong>di</strong>cendo assolutamente che la città viveva in gran<strong>di</strong>ssima<strong>di</strong>ffidenza non già del re, ma <strong>di</strong> coloro che rimarrebbero qui dopo la suapartenza, e che però cercava una guarentigia <strong>nel</strong>la guar<strong>di</strong>a citta<strong>di</strong>na. Castag<strong>net</strong>torispose che <strong>il</strong> Re, essendo assai contento del come erano andate lecose, era <strong>di</strong>sposto fare ogni cosa buona pe' suoi sud<strong>di</strong>ti, e voleva abbattereassolutamente <strong>il</strong> partito avverso, ma che se si fosse pensato forzargl<strong>il</strong>a mano, a attendere menomamente alle prerogative della corona, egli era117


www.accademiaurbense.itdeicso seppellirsi prima sotto le rovine della città, Rosellini gli saltò subitosulla parola, <strong>di</strong>cendogli: questo appunto, questo vogliamo, noi vogliamoun re forte, specialmente in un momento che <strong>il</strong> tedesco ci minaccia da settentrione,e i francesi e gl'inglesi corrono <strong>il</strong> Me<strong>di</strong>terraneo, e un terrib<strong>il</strong>e partitoavverso tenta pescare <strong>nel</strong> torbido in tutta Italia, noi abbiamo bisognoe vogliamo un re forte che non ci ubbi<strong>di</strong>sca, ma ci coman<strong>di</strong>. E seguitò tornandoa <strong>di</strong>re della <strong>di</strong>ffidenza de' citta<strong>di</strong>ni verso gli uomini che resterebberodopo la partenza del Re. Castag<strong>net</strong>to allora <strong>di</strong>sse con tuono da far capireche sapeva quel che <strong>di</strong>ceva, che <strong>il</strong> Re provvederebbe in modo che partendoegli, tutti resterebbero contenti. Rosellini intese bene che alludeva probab<strong>il</strong>mentealla <strong>di</strong>missione <strong>di</strong> Paolucci e <strong>di</strong> Luciani; ma volendo scandagliareun poco, incastrò <strong>nel</strong> <strong>di</strong>scorso un elogio <strong>di</strong> De Sonnaz che erasi trovato aGenova a fare le veci <strong>di</strong> governatore, quanlo scoppiò ad un tratto la festaper Pio IX <strong>nei</strong> giorni otto e nove settembre, <strong>nel</strong>la quale occasione veramentepericolosissima, come mi fu detto, <strong>il</strong> De Sonnaz si condusse con una prudenzamaravigliosa, tanto che quel vulcano che stuzzicato appena sarebbescoppiato terrib<strong>il</strong>mente, terminò col massimo or<strong>di</strong>ne e contentezza <strong>di</strong> tutti.Dicendo queste cose Rosellini stu<strong>di</strong>ava la faccia <strong>di</strong> Castag<strong>net</strong>to, e gli parevache quelle parole gli andassero, ch'egli ne inferì che <strong>il</strong> De Sonnaz fossedestinato al luogo <strong>di</strong> Paolucci.Fin quì per oggi: domattina se avrò altro, aggiungerò, e così ognimattina finché sia <strong>il</strong> giorno dei pedoni.DomenicoP.S. Notate che quella tal commissione pel buon or<strong>di</strong>ne (essendo questopienamente stab<strong>il</strong>ito) si sciolse da sé fin <strong>di</strong> domenica mattina; e così lepattuglie citta<strong>di</strong>ne cessarono.Ieri non ho sentito nulla <strong>di</strong> nuovo tranne una cosa che vi farà ridere,ed è che molti giovani formarono tra loro una società e si obbligarono congiuramento <strong>di</strong> non pigliare in moglie nessuna ragazza che fosse stata educatadai gesuiti, ossia dalle monache del Sacro Cuore. Questa in sé è una sciocchezza,ma molti padri <strong>di</strong> famiglia se ne spaevntano e tralasceranno <strong>di</strong> affidarea quelle monache d'educazione delle proprie figliuole per non averepoi un incaglio <strong>di</strong> più <strong>nel</strong> maritarle. Vi aggiungo che una certa Devirych'era appunto in educazione presso quelle monache, ammalò gravissimamente,e ciò fu sempre tenuto nascosto ai parenti <strong>di</strong> quella, ed anzi scrittoloro che stava benissimo, ed ora questi seppero ad un tratto ch'era moribonda,<strong>di</strong> che la madre è <strong>di</strong>sperata per dolore: questo fatto produsse grandeimpressione.118


www.accademiaurbense.itDi notìzìe politiche nulla <strong>di</strong> nuovo; tutto è cheto. Abbiamo ricevutola lettera <strong>di</strong> Gioberti.Per me ora non ho bisogno <strong>di</strong> nulla, e veggo che posso stare così; inseguito si vedrà. Vi mando un libro da leggere che vi piacerà: Roma ePio IX 1; l'ho preso io per uso <strong>di</strong> casa, sicché potete ritenerlo eleggerloa vostro agio.Ho visto <strong>il</strong> sig. Ercole Serra che vi saluta. Ad<strong>di</strong>o.Domenico1 Roma a Pio IX, <strong>di</strong> ALFONSO BALLEYDIER, fu pubblicato <strong>nel</strong>la versione italianadalla tipografia Fontana in Torino.Amico carissimo.15GIAMPIETRO VIEUSSEUX A BUFFA 1Firenze, 1 0 <strong>di</strong>cembre 1847.Scusate se ho indugiato alcuni giorni la mia replica alla vostra del 22del passato mese. Le mie occupazioni verso la fine dell'anno van semprecrescendo; e poi dal luglio, data dell'ultima mia a voi <strong>di</strong>retta, non ho maiavuto un momento <strong>di</strong> bene, sia a motivo della morte, dopo lunga e dolorosamalattia, <strong>di</strong> mio fratello, padre <strong>di</strong> numerosa famiglia, sia in seguitodello stato <strong>di</strong> agitazione in cui ci tengono le nostre peripezie politiche, lequali, benché siano foriere <strong>di</strong> fortunato avvenire, ci han posto frattanto inuna situazione molto grave e piena <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà. Superfluo è <strong>il</strong> <strong>di</strong>rvi che <strong>il</strong>vivissimo interesse ch'io prendo alle sorti d'Italia mi trascina ad adoperarmiin m<strong>il</strong>le mo<strong>di</strong>, che <strong>il</strong> tempo fugge, e le giornate passano senza ch'iopossa fare la metà <strong>di</strong> ciò che dovrei fare per me e per gli amici.Quando mandai fuori <strong>il</strong> manifesto della Fenice, io non poteva sperareche <strong>il</strong> movimento italiano sì svolgerebbe con tanta rapi<strong>di</strong>tà. Se le cose fosseroprocedute con più lentezza, <strong>il</strong> giornale da me progettato riusciva cosaopportuna; ma dopoché la nostra stampa quoti<strong>di</strong>ana o settimanale ha potutosubito trattar senza veruna pastoja gli argomenti i più importanti in un1 Un brano <strong>di</strong> questa lettera è stato pubblicato da Raffaele Ciampini <strong>nel</strong> volumeGian Pietro Vieusseux. I suoi viaggi, i suoi giornali, i suoi amici, Torino, 1953. II Ciarnpin<strong>il</strong>'ha ricavato, certamente, dai copialettere del Vieusseux.119


www.accademiaurbense.itlinguaggio quasi rivoluzionario, ho presto capito che converrebbe lasciar lafenice dormire sulle sue ceneri. Infatti, <strong>nel</strong> momento attuale non vi sonocompratori o associati che pei fogli o gli opuscoli politici; ed un giornalelibro-f<strong>il</strong>osofico,scientifico, letterario non troverebbe la decima parte degliassociati che gli sono necessari; nessuno, o ben pochi son quelli che hannola pazienza <strong>di</strong> leggere per stu<strong>di</strong>are, ed <strong>il</strong> commerico libraro soffre immensamente.Il cimentarsi <strong>nel</strong>l'impresa della Fenice sarebbe dunque presentamenteuna grande imprudenza, economicamente parlando. lo non smettoaffatto <strong>di</strong> eseguire ciò che ho ideato e che molto mi sta a cuore; ma convieneaspettare che le cose d'Italia siano consolidate in modo da non poterpiù temere un conflitto con l'Austria e che gli animi stracchi della quoti<strong>di</strong>anapolemica politica provino <strong>di</strong> nuovo <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> severi.Ora dunque mi limiterò a continuare <strong>il</strong> mio Archivio Storico, <strong>il</strong> quale,visto gli imbarazzi del commercio, e l'in<strong>di</strong>fferenza de' più pei libri, è giàper me un peso non piccolo a sopportare. Del resto i lavori d'argomentostorico ch'io aveva <strong>di</strong>sposti per la Fenice, avranno luogo <strong>nel</strong>l'appen<strong>di</strong>ce, ese mi manterrete la promessa ripetuta colla cara vostra del 30 luglio <strong>di</strong> unarticolo sul Voigt, ne sarò tenutissimo.Ma la notizia che mi date <strong>di</strong> esservi trasferito a Genova per fondareun foglio politico, mi fa temere che <strong>il</strong> mio desiderio a questo riguardo nonpossa esser così presto esau<strong>di</strong>to. Confortatemi col <strong>di</strong>rmi che in ogni modoavrò l'articolo. Ciò premesso rispondo alle domande che mi <strong>di</strong>rigete in propositodel vostro progetto.l°. Un foglio politico deve, più che speculazione, esser opera patriottica,e chi prende un'azione deve esser preparato a perdere, occorrendo,tutto o gran parte del suo capitale. Dunque le azioni devono esser al più<strong>di</strong> L. 1000 l'una; io le vorrei <strong>di</strong> L. 500.2°. Un foglio politico non può sperar <strong>di</strong> conseguire <strong>il</strong> suo intentoche quando sia quoti<strong>di</strong>ano. Dunque vistoso deve esser <strong>il</strong> capitale, imperocchéquando la cosa procede bene, e più migliaia siano gli abbonati, tropponecessario <strong>di</strong>venta <strong>il</strong> tirarlo a macchina.3°. Ciò <strong>di</strong>co <strong>nel</strong> caso che troviate la vostra convenienza ad aver lapropria stamperia. In ogni caso è cosa essenzialissima che <strong>il</strong> burò <strong>di</strong> redazionesia <strong>nel</strong> locale stesso della tipografia.4°. Non occorre altro manifesto che l'anticipata pubblicazione <strong>di</strong> unnumero specimen, che sia <strong>nel</strong> tempo stesso manifesto, <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> principje saggio della carta, del testo, della stampa, e dell'or<strong>di</strong>namento dellematerie. Di questo numero specimen dovrete tirare più migliaia <strong>di</strong> copie,per <strong>di</strong>ffondersi ovunque in Italia ed oltremonte.5°. Dovete mandarlo a tutti i giornali, soprattutto a quelli co' quali1 I120


www.accademiaurbense.itvi converrebbe fare <strong>il</strong> cambio, con entro due sole righe per pregar<strong>nel</strong>i. Ma<strong>il</strong> cambio fuori d'Italia si ottiene <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente.6°. Voi non potete fare a meno <strong>di</strong> due giornali inglesi: <strong>il</strong> Times e <strong>il</strong>Morming Post; <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci francesi: Moniteur, Débats, Constitution<strong>nel</strong>, UnionMonarchique, Presse, National, Re/orme, Gazette, Semapbore, Nouvelliste;tre spagnuoli: Eraldo, Spanbolo, Clamor publico; due tedeschi: AllemaineZeitung e Francoiort e due fogli svizzeri, uno conservatore, uno ra<strong>di</strong>cale,oltre tutti i fogli italiani.7°. lo suppongo che <strong>nel</strong>l'intrapresa da voi comp<strong>il</strong>ata, l'amministrazioneeconomica sarebbe affidata ad altri, e che a voi non resterebbe che <strong>il</strong>pensiero della <strong>di</strong>rezione politica, e della redazione generale, e ciò basta pervoler tutto l'uomo.8°. lo non credo che la società per tale oggetto debba darvi un onorario<strong>di</strong> meno <strong>di</strong> L. 200 al mese, pagandovi poi a parte i vostri articoli aragione <strong>di</strong> L. 5 la pagina in 8° <strong>di</strong> modo che se in un mese scrivete 60 pagineavete <strong>di</strong>ritto a L. 300 <strong>di</strong> più.9°. A scanso d'equivoci, notate che le colonne <strong>di</strong> un giornale <strong>di</strong>voranomolte parole. Un numero della Patria può calcolarsi per circa 26 pagi<strong>nei</strong>n ottavo.10°. Per gli altri collaboratori è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>di</strong>re come devono essereretribuiti. Ciò <strong>di</strong>pende dalla capacità <strong>di</strong> ciascuno, dall'importanza del lorolavoro, dall'assiduità voluta, dal lavoro <strong>di</strong> notte etc. In ogni caso voi doveteaver uno che possa supplirvi in quei giorni in cui per qualunque siasi motivonon potete accu<strong>di</strong>re; e questo va pagato bene.11°. Un comp<strong>il</strong>atore e traduttore dal tedesco, dall'inglese vuol esserpagato in ragione della fiducia che conviene riporre in lui; non essendosempre fac<strong>il</strong>e riscontrare <strong>il</strong> suo lavoro.12°. lo credo però che tutti i lavori che non sono fatti dal <strong>di</strong>rettoreo dal supplente, <strong>il</strong> massimo della retribuzione debba essere <strong>di</strong> L. 3 la pagina,<strong>il</strong> minimo <strong>di</strong> L. 1, secondo la natura <strong>di</strong> essi.13°. Pei collaboratori non fissi, i quali possono <strong>di</strong> tanto in tantodare un articolo, voi solo potete apprezzare ciò che possono meritarsi, considerandol'importanza loro relativa e la posizione economica del giornale.14°. Vi è poi un'altra categoria <strong>di</strong> collaboratori, i corrispondenti,cioè, che dovete cercar <strong>di</strong> avere in Parigi, Londra, Berlino, Vienna, ed inogni città d'Italia. Quando siano uomini capaci, una loro lettera <strong>di</strong> 4 paginefitte può esser pagata un napoleon d'oro.15°. Superfluo è <strong>il</strong> <strong>di</strong>rvi che l'amministrazione economica del giornalenon deve aspettar che vengan molti associati per sistemare la montatura121


www.accademiaurbense.itperfezionata; soprattutto i varj registri necessari per riscontri e per scansaregli sbagli ed <strong>il</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne ed assicurare <strong>il</strong> servizio regolare.Voi vedete, mio caro amico, ch'io parto dal principio che avete inidea <strong>di</strong> fare una cosa seria, <strong>di</strong> fondar un giornale che possa acquistar nomein Italia ed oltremonte. Ma venghiamo alla cosa essenzialissima: io noncredo che colla legge sulla stampa, ora promulgata in Piemonte, sia possib<strong>il</strong>e<strong>di</strong> fare un foglio politico quoti<strong>di</strong>ano. L'obbligo <strong>di</strong> <strong>di</strong>pender dalle commissionisuperiori è un ostacolo insuperab<strong>il</strong>e. Un giornale che reca le notizieritardate d'un giorno perde <strong>il</strong> suo cre<strong>di</strong>to: e le notizie politicheposson essere gelose quanto i ragionamenti. Voi non potete fare un giornalese non avete costi un censore <strong>di</strong>sposto a u<strong>di</strong>rvi dalla mattina alla sera.A quest'inconveniente che si affaccia bisogna cercar <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are, e pensoche tutti quanti siete reclamerete.Sentirò con molto piacere che possiate superare qualunque <strong>di</strong>fficoltà.Mandatemi senz'indugio <strong>il</strong> vostro specimen; io, s'intende, sarò associato, ese crederete <strong>di</strong> annunziare sul medesimo specimen che per Firenze le associazionisi ricevono da me, mi presterò con piacere; e <strong>nel</strong> qual caso converràfarmi scrivere dall'amministratore.Il nostro Gino 1, che vi saluta, ha sentito con piacere le vostre risoluzioni.Ad<strong>di</strong>o, credetemi <strong>di</strong> cuore. V.o aff.mo amicoSulla busta: Al Signore. Il Signor Domenico Buffa. Genova.VieusseuxMio carissimo Domenico.16LORENZO RANCO A BUFFAAlessandria, 1 0 <strong>di</strong>cembre 1847.Perdonami <strong>il</strong> lungo s<strong>il</strong>enzio. Da <strong>di</strong>eci giorni sono obbligato al letto ese oggi scrivo, si è proprio perché mi pesa tenerti più oltre incerto sul contomio. Da due giorni è cominciata la mia convalescenza, ma la testa nonsoffre occupazione <strong>di</strong> sorta e mentre ti scrivo la testa vaneggia e non sobene chiaramente quello che scrivo. Sono impegnato col giornale <strong>di</strong> TorinoLa Concor<strong>di</strong>a, ma tu sai quanto io simpatizzi teco ed accetto <strong>di</strong> gran cuoreessere con te e teco scrivere, tanto più che <strong>il</strong> giornale genovese non è come1222 Capponi.


www.accademiaurbense.itl'altro quoti<strong>di</strong>ano. È ben vero che ho una velleità <strong>di</strong> crearne io uno in Alessandria,ma mi spaventa l'idea <strong>di</strong> trovarmi poi solo a far fronte. Anche <strong>di</strong>Casale mi fanno grande instanza per avermi a <strong>di</strong>rettore o almeno collaboratoredella Lega delle Provincie, ma Dio buono, bisognerebbe avere la testagiornalistica <strong>di</strong> Girar<strong>di</strong>n caricata a vapore. Credo a un <strong>di</strong>presso che <strong>il</strong> sistemadelle retribuzioni, da te proposto pei collaboratori, sia quello vigente<strong>nel</strong> giornalismo francese; ma ve<strong>di</strong> bene quanto sia <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e in con<strong>di</strong>zionitanto <strong>di</strong>verse statuire, e, senza altre norme regolatrici, determinare le retribuzioni.Ti scriverò come sarò più tranqu<strong>il</strong>lo in or<strong>di</strong>ne alle tue Origini. Ora nonho veramente capo a ciò, né ad altro.Mandami <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno del giornale e del programma. lo lavoro, vale a<strong>di</strong>re avevo incominciato un lungo articolo pel primo numero della Concor<strong>di</strong>asul congresso <strong>di</strong> Viennia in or<strong>di</strong>ne alle cose d'Italia. L'ho promesso a Corneroche mi ritiene per collaboratore o per azionista. L'altro giornale <strong>di</strong>Balbo, Sauli, Cavour ecc. è <strong>il</strong> Risorgimento.Saluta Noli e sta sano.RenzoA tergo:Signor Domenico Buffa Avv.to. Genova.Amico.17LORENZO RANCO A BUFFA[Alessandria], 4 <strong>di</strong>cembre 1847.Accetto la tua proposta <strong>nel</strong> complesso e ne' particolari, senza d<strong>il</strong>ungarmiin osservazioni che l'ora tarda e la mia presente svogliatezza <strong>di</strong> convalescentenon mi concedono <strong>di</strong> fare circa alcuni punti della tua lettera, chea mio avviso meriterebbero <strong>di</strong> essere toccati almeno <strong>di</strong> volo. Insomma accettoe basta. Domani scrivo a Cornero o a Valerio o Sineo, i quali mivorrebbero seco loro e quin<strong>di</strong> ti riscriverò più esplicito e più <strong>di</strong>ffuso.Credevo che <strong>il</strong> Mamiani non mi avesse <strong>di</strong>menticato e non avesse <strong>di</strong>menticatele <strong>di</strong>scussioni le molte volte tenute in Parigi in casa <strong>di</strong> amici comuni,Giannone e Tommaseo. Ma gli anni passano per tutti. Alcuni scrittimiei egli li avrà letti <strong>nel</strong>l'Italiano che si stampava allora in Parigi e parecchiforse da lui ignorati stanno <strong>nel</strong>le colonne della morta Tribune e del Riformateur,del National e <strong>nel</strong> feu<strong>il</strong>leton ecc. T emps fatti gra<strong>di</strong>re dal Tommaseo.Tu sai poi quanto io abborrissi dallo scrivere <strong>nel</strong> paese nostro e quanto123


www.accademiaurbense.itpoco <strong>di</strong> buona voglia aderissi a dare articoli alle Letture, all'Espero, all'Ecode' giornali, all'Italiano <strong>di</strong> Bologna e dapprima al Subalpino.Le mie poche e insignificanti scritture sono in questi giornali. lo non hole Letture e non potrei ad<strong>di</strong>tarti ora nominativamente né gli anni, né gliarticoli rarissimi da me scritti per esse. L'Espero lo troverai in Genova etroverai l'Eco de' giornali <strong>di</strong> due anni fa. Tanto per compiacerti e non peraltro, ti mando quel mio certo racconto scritto <strong>nel</strong> 1839 e <strong>di</strong> cui un branosi stampava <strong>nel</strong>le Letture d'allora. Ti mando le due petizioni al Re, quellafirmata al congresso <strong>di</strong> Casale e l'altra <strong>di</strong>vulgata posteriormente in tutte leprovincie. Ti mando l'Invito sacro pel triduo del Pontefice e le iscrizioni 1.Ti manderei un lavoro storico-politico sul congresso <strong>di</strong> Vienna se questamia malattia mi avesse concesso <strong>di</strong> terminarlo. Lavoro che destinavo alnuovo giornale torinese la Concor<strong>di</strong>a. A parlar schietto, mi rincresce <strong>di</strong>mandarti <strong>il</strong> racconto Una storia <strong>di</strong> tutti i giorni, che dal lato della linguariconosco adesso vulnerab<strong>il</strong>issimo, ma non monta. Non ne ho altro esemplaree ti prego <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>rlo gelosamente perché lo amo come ricordo de'tempi più lirici della mia povera vita. Un due o tre mesi fa ho mandato aMeo 2 per l'Alba un lungo lavoro sul Piemonte. So che Meo non ebbe coraggio<strong>di</strong> stamparlo, ed io non ne tenni prudenzialmente copia. Scrivi a Meoche ti riman<strong>di</strong> <strong>il</strong> manoscritto. Lo st<strong>il</strong>e è un po' ineguale siccome <strong>di</strong> lavorofatto <strong>di</strong> galoppo, ma tal qual'è può dare un'idea della mia maniera.È notte e temo <strong>di</strong> non arrivare in tempo alla posta. Se non riusciròin tempo ad affrancare gli stampati li riceverai pel velocifero o domanipel corriere.Saluta Noli e gli amici comuni. Ad<strong>di</strong>o.RenzoIl primo periodo della penzione fir~ata in Casale non è mio, ma dell'amicoMassari, <strong>di</strong>rettore del Mondo Illustrato.1 Oltre i due allegati manoscritti che qui si pubblicano, perché <strong>il</strong> primo è indubbiamenteine<strong>di</strong>to (infatti deve essere una copia della petizione al re, preparata la vig<strong>il</strong>iadel congresso agrario <strong>di</strong> Casale, fatta lacerare dal conte <strong>di</strong> Collobiano, che presiedevaquel congresso, mentre stava per essere sottoscritta dai congressisti) e <strong>il</strong> secondo, checircolò in varie copie manoscritte, è documento estremamente raro, sono uniti alla letteradue fogli volanti a stampa. Il primo reca <strong>il</strong> titolo: Invito sacro, ed è datato: Alessandria,15 novembre 1847, ed annuncia <strong>il</strong> triduo dal 19 al 21 <strong>di</strong> quel mese, in ringraziamentoper <strong>il</strong> dono fatto da Dio all'Italia, concedendo un papa della grandezza spirituale<strong>di</strong> Pio IX e per la guarigione <strong>di</strong> Carlo Alberto. Il secondo reca le iscrizioni affissesulle porte della cattedrale <strong>di</strong> Alessandria in occasione del triduo. L'invito e le iscrizioni,furono dettati dal Ranco.2 Bartolomeo Aquarone.124


www.accademiaurbense.itAllegato APETIZIONE A CARLO ALBERTO LETTA AL CONGRESSO AGRARIO DI CASALESire,IL 30 AGOSTO 1847Da quel <strong>di</strong> che la Maestà vostra, per molti segni accolti con riconoscenzastraor<strong>di</strong>naria, affidava <strong>il</strong> vostro popolo a sperare in Voi, un pensierosolenne occupò da un estremo all'altro della penisola le menti italiane. Gliocchi <strong>di</strong> tutti si affissarono con amore a questo cielo subalpino aspettandoansiosamente e bene<strong>di</strong>cendo all'astro che sorge. Confortato da quella sicurezzache deriva dall'affetto de' sud<strong>di</strong>ti, voi deste recentemente, o Sire, novellaprova del pio animo Vostro, e <strong>di</strong> quel forte e costante volere checreando gli avvenimenti sa padroneggiarli ed è pegno ad un tempo a' vostripopoli <strong>di</strong> novelli benefizii. Iteratamente commossi dalla generosa fiducia chevi degnate riporre <strong>nel</strong>la nostra lealtà, noi non sappiamo resistere, o Sire,al bisogno <strong>di</strong> tributarvi l'espressione vera ed intera della nostra gratitu<strong>di</strong>nee del nostro plauso. Se i nemici del bene comune riusciron con deplorab<strong>il</strong>arte a suscitare in passato conflitti, calamitosi e a <strong>di</strong>sgiungere per lungovolger d'anni i Principi nostri da noi, a separare anzi i Principi nostri danoi, a spezzare que' vincoli che da oggi in poi debbon essere nostra gloriaprima, nostro trionfo e forza. Ora, finalmente mossa a pietà delle lunghenostre miserie, cessato <strong>il</strong> predominio della forza, della <strong>di</strong>ffidenza e de' timori,vien la Provvidenza preparandoque' tempi lungamente desiderati <strong>di</strong>civ<strong>il</strong>e rigenerazione, <strong>di</strong> naturale politica equità, <strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> confidenza,<strong>di</strong> carità, promessi dai Libri Santi alle cristiane Nazioni.Epperò, mentre altri principi italiani <strong>il</strong>luminati e saggi, interpreti de'bisogni de' loro popoli, assecondandone gli ardenti voti, largheggiano umanamenteque' civ<strong>il</strong>i miglioramenti che sono <strong>il</strong> desiderio più certo e più universaledelle presenti generazioni, mentre tutto si agita, si muove e si rinnovaintorno a noi provvidenzialmente incalzati dalla civ<strong>il</strong>tà che cammina,permette, o Sire, che con figliol riverenza, i vostri popoli .rechino a' pie<strong>di</strong>del loro Padre Sovrano i voti loro, i loro desiderii, i loro bisogni. Perciv<strong>il</strong>tà e sensi generosi i popoli Liguri e Subalpini non sono inferiori, oSire, a nessun altro d'Italia. Voi <strong>il</strong>luminato e saggio, voi Principe italiano,unico anzi <strong>di</strong> stirpe italiana, non sarete a nessun altro secondo <strong>nel</strong> largirea' vostri popoli que' benefizii che cementando fortissimamente i vincoli <strong>di</strong>fiducia e <strong>di</strong> amore tra <strong>il</strong> Principe e i citta<strong>di</strong>ni, che la Provvidenza le destina.da secoli.Noi non sapremmo pertanto più degnamente e più sicuramente pro-125


www.accademiaurbense.itvarvi la nostra fede che implorando quelle medesime istituzioni almeno equelle riforme liberalmente largite da' loro Principi a' nostri fratelli <strong>di</strong>Roma, <strong>di</strong> Toscana, <strong>di</strong> Lucca, e che noi, popolo serio ed adulto quant'altri ecapace <strong>di</strong> apprezzarne <strong>il</strong> beneficio, ci ripromettiamo larghe e compiute dalpaterno animo Vostro. Nella sicurezza <strong>di</strong> non tornar sgra<strong>di</strong>ti alla Maestàvostra, noi imploriamo quella opportuna e necessaria larghezza <strong>nel</strong>la stampa,la quale se fu in preterito negata a' popoli fanciulli incapaci <strong>di</strong> degnamenteapprezzarla <strong>di</strong> farne buon uso; oggi, come la favella, come <strong>il</strong> pensiero, primissimidoni <strong>di</strong> Dio Creatore non può più <strong>di</strong>sgiungersi dalla giustizia e<strong>di</strong>s<strong>di</strong>rsi ad un popolo che al sentimento vivo della propria <strong>di</strong>gnità sentì,all'ombra protettrice della Croce Sabauda aggiungersi, germogliare e crescerea maturanza perfetta quelle idee, que' principii, quella coltura eque'bisogni che contrad<strong>di</strong>stinguono e costituiscono <strong>il</strong> più splen<strong>di</strong>do ed invi<strong>di</strong>atopatrimonio de' popoli vir<strong>il</strong>i. A questa facoltà <strong>di</strong> poter per le stampe convenientementemanifestare <strong>il</strong> proprio pensiero noi supplichiamo, o Sire, <strong>di</strong>poter, secondo le leggi che alla Maestà vostra piacerà dettare, aggiungerel'onore <strong>di</strong> or<strong>di</strong>narci in m<strong>il</strong>izia citta<strong>di</strong>na e concorrere <strong>di</strong> conserva con l'Esercitoattivo a tutelare la vostra Persona imponentemente, la vostra Dinastiae noi stessi contro i nemici che osassero attentare all'onore e all'in<strong>di</strong>pendenzadella patria comune. L'esercizio e la <strong>di</strong>sciplina sarebbero frattantoprevidente, opportuna e necessaria preparazione pe' giorni del pericolo. Perque' giorni, o Sire, <strong>il</strong> vostro popolo non sarebbe cosi una moltitu<strong>di</strong>ne adunata,un'accozzaglia informe e tumultuaria d'uomini nuovi, non fac<strong>il</strong>mente<strong>di</strong>spersi e derisi da' nemici del nostro bene, ma un muro immenso, fortee compatto d'uomini intelligenti, m<strong>il</strong>itarmente preparati ed agguerriti, prontia <strong>di</strong>sputare a tutt'oltranza <strong>il</strong> sacro terreno della patria italiana.Questi, o Sire, sono i voti e desiderii del vostro popolo fedele; <strong>di</strong>questo popolo che in Voi interamente confida per ottenere quelle altre vitaliistituzioni che sono <strong>il</strong> bisogno manifesto de' tempi e che sole possono condurloal conseguimento <strong>di</strong> quel grado finale <strong>di</strong> pratica civ<strong>il</strong> convivenza, laquale forma la felicità de' popoli e l'elogio più verace e la gloria più sicura,più durevole e più meritata de' principi riformatori.Allegato BSire.PETIZIONE AL REUn'era <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> prosperità incominciò per i popoli italiani. All'antica<strong>di</strong>ffidenza che esisteva tra essi ed i loro principi e che veniva ad arte126


www.accademiaurbense.italimentata dai nemici del bene comune, subentrarono quella concor<strong>di</strong>a, quell'addensataunità <strong>di</strong> pensieri e <strong>di</strong> desiderii che <strong>nel</strong> mentre procacciano aipopoli <strong>il</strong> go<strong>di</strong>mento de' civ<strong>il</strong>i miglioramenti imperiosamente reclamati dallecon<strong>di</strong>zioni del secol nostro, rafforzano le monarchie ne accrescono lo splendoree danno ad esse per saldo ed inconcusso fondamento non la cieca epaurosa ubbi<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>ti, ma l'amor riverente e la fiducia la più intera.La Maestà Vostra, primo fra i sovrani d'Italia, con un forte e vigoroso attod'in<strong>di</strong>pendenza inaugurava gloriosamente l'era del moderno principato Civ<strong>il</strong>e<strong>nel</strong>la nostra penisola. Di tanto beneficio sinceramente e sentitamente riconoscentii vostri sud<strong>di</strong>ti, <strong>nel</strong>l'innalzare fino al trono l'espressione del loroossequio e del loro plauso, fanno voto perché l'opera generosa del Re siarecata a compimento e porti i suoi frutti. A tal uopo essi intendono contutte le forze loro adoperarsi a cementare sempre più que' vincoli <strong>di</strong> fiduciae <strong>di</strong> amore che stringono tra loro con sal<strong>di</strong> no<strong>di</strong> <strong>il</strong> principe e i citta<strong>di</strong>ni.In recenti e dolorose circostanze Voi deste, o Sire, novella prova del vig<strong>il</strong>ezelo e dell'infaticata premura con che vi adoperate a pro' della nazionalein<strong>di</strong>pendenza, protestando con solenni ed energiche parole contro l'oltraggiofatto alla sacra e veneranda Maestà del Pontefice. Alle grida plaudenti <strong>di</strong> tuttigli italiani, fanno eco fervidamente i vostri sud<strong>di</strong>ti i quali, per la <strong>di</strong>fesadella Religione um<strong>il</strong>iata, e della Patria e del Trono continuamente minacciatidagli eterni e sistematici nemici dell'augusta vostra Casa italiana, sentonopiù che mai imperioso <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> stringersi intorno alla Vostra Personain attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>gnitosa ed imponente. Comandate, o Sire: non vi trattengaun pietoso pensiero dei vostri popoli; impo<strong>net</strong>e. Vite e averi nonsono sacrifizii per noi. Si tratta <strong>di</strong> emancipazione o <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza; si trattadel nome italiano o <strong>di</strong> nazionale um<strong>il</strong>iazione; <strong>di</strong> essere o <strong>di</strong> non essere. Impo<strong>net</strong>e,e Dio è con noi. Intanto che <strong>il</strong> magnifico vostro esercito, gloriavostra ed onor nostro, chiamato a <strong>di</strong>ventar propugnacolo e <strong>di</strong>fesa dellaPatria, Voi Duce, rinver<strong>di</strong>rà <strong>di</strong> allori dell'Assietta e <strong>di</strong> Guastalla, ed usciràvittorioso da un cimento non dubbio, noi, coi voti e colle preghiere aspetteremoquel desiderato momento ed assumeremo spontaneamente l'impresa<strong>di</strong> vegliare, raccolti in m<strong>il</strong>izia citta<strong>di</strong>na alla pubblica tranqu<strong>il</strong>lità. Le guar<strong>di</strong>eciviche or<strong>di</strong>nate a norma delle leggi che alla Maestà vostra piacerà dettare,gareggeranno tra loro <strong>di</strong> nob<strong>il</strong>e emulazione <strong>nel</strong>l'adempiere al loro dovere e<strong>nel</strong> darvi prove dell'assoluta loro devozione.Sire: negli arcani suoi consigli la Provvidenza prepara forse nuove vicendee nuovi esperimenti alla Patria nostra, ma <strong>di</strong> qualunque sorta sienoper essere gli eventi, <strong>il</strong> Vostro popolo non mancherà al suo Re. Il Re citroverà animosi, pronti, fortemente concor<strong>di</strong> e deliberatamente volenti. Gelosicusto<strong>di</strong> dell'or<strong>di</strong>ne, della sicurezza pubblica e della legalità, saremo <strong>nel</strong>127


www.accademiaurbense.itpericolo vivo e perenne semenzaio <strong>di</strong> soldati pronti a sostenere <strong>di</strong> conservacoll'esercito attivo l'onore e l'in<strong>di</strong>pendenza della Patria comune. Son questi,o Sire, i voti unanimi del vostro popolo fedele. Al paterno cuore dellaMaestà vostra non tornerà <strong>di</strong>scara l'espressione <strong>di</strong> questi voti che noi innalziamoal Trono, interpreti fedeli dell'universale desiderio.Antichi e forti sono i vincoli che legano all'augusta Casa <strong>di</strong> Savoia ipopoli liguri e subalpini: a Voi la gloria, o Sire, <strong>di</strong> renderli perpetui e<strong>di</strong>n<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>i, iniziando un'era solenne e affatto nuova <strong>nel</strong> volume nuovissimodella storia italiana.Amico.18BUFFA A BARTOLOMEO AQUARONEGenova, 7 <strong>di</strong>cembre 1847.Ti ringrazio <strong>di</strong> quanto mi scrivesti intorno ai quesiti che ti proposi.Come tu stesso noti, le risposte non erano sufficienti, come neppure le domandefatte: ma raccogliendo <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là venni a capo <strong>di</strong> saperne quantobasta. Ora la società pel giornale è sul punto <strong>di</strong> stringersi perché si vuolfar presto e cominciare al 1° dell'anno. I comp<strong>il</strong>atori fissi del giornale siamo:io, <strong>di</strong>rettore, Terenzio Mamiani e Ranco. Poi vi sono quelli che fanno lospoglio de' giornali italiani e stranieri: e inoltre per l'organizzazione e la<strong>di</strong>rezione materiale del giornale facciamo venire da Parigi un certo Canutiche. da molti anni <strong>di</strong>rige colà de' giornali. Ti avverto che gli scritti si pagano<strong>il</strong> minimum 50 franchi <strong>il</strong> foglio <strong>di</strong> stampa in 8°, cosiché se tu vuoi scrivere,purché tu faccia secondo lo spirito del giornale, potrai cavarne qualchefrutto. Se tu vuoi ancora essere <strong>il</strong> nostro corrispondente per Firenze, mifarai piacere, e saresti pagato anche per questo: ma <strong>nel</strong> caso bisognerebbenon già che tu ci dessi notizia <strong>di</strong> que' fatti che avvengono in piazza e sisanno da tutti, ma <strong>di</strong> quegli altri un po' più recon<strong>di</strong>ti, per cui abbisognanorelazioni alte. Così ve<strong>di</strong> pure se tu potessi procurarci un corrispondente aModena.Il titolo del giornale è la Lega Italica; lo scopo e i mezzi che ci proponghiamoli vedrai dal 1° numero: amminicoli importantissimi, credo nonpoterli <strong>di</strong>re ora, ma li <strong>di</strong>rò dopo. Intanto pensa se tu hai nulla a scrivere pernoi, ma stu<strong>di</strong>aci perché inten<strong>di</strong>amo far cosa seria quanto più possiamo. Ilnostro giornale avrà pure annesso all'ufficio un circolo politico. Quì le coseper ora vanno bene. Tolto <strong>il</strong> governatore <strong>di</strong> Genova, tolto Luciani, tolto128


www.accademiaurbense.itLazzari, tolto Avet, fatto un nuovo ministero <strong>di</strong> polizia, censura e stradeferrate; mandata ai censori una circolare dove è loro comandato <strong>di</strong> esserelarghissimi e permettere che si parli <strong>di</strong> qualunque atto governativo quandosi faccia col dovuto rispetto, e quanto alle potenze estere, se alcuno volesseparlarne sentitamente tentare <strong>di</strong>ssuaderlo con ragioni, ma poi lasciarlo libero;Gualco caduto dal vicariato perché morto Ta<strong>di</strong>ni, caduto dalla deputazionedell'università perché sciolta: insomma pare che si faccia davvero.In Genova la popolazione si condusse con una <strong>di</strong>gnità ammirab<strong>il</strong>e che fecestor<strong>di</strong>re tutti i forestieri ed anche <strong>il</strong> governo: ma ora sono venuti a mezzocerti ribal<strong>di</strong> che tentano pescare <strong>nel</strong> torbido. Il giorno cinque, anniversariodella rivoluzione contro i tedeschi, furono fatte gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazioni inPortoria, e tratta fuori la gloriosa ban<strong>di</strong>era, senonché, per opera <strong>di</strong> certuni,quella <strong>di</strong>mostrazione durò più del dovere e trascorse alquanto verso i gesuiti,passando ad atti che la legge non può permettere senza perdere <strong>il</strong>nome <strong>di</strong> legge. Per venerdì (lO <strong>di</strong>cembre) giorno in cui <strong>il</strong> doge, <strong>il</strong> senatoe tutta la città solevano andare in Oregina a sciogliere <strong>il</strong> voto per la cacciatade' tedeschi, quì si prepara una gran festa; i citta<strong>di</strong>ni con ban<strong>di</strong>erespiegate anderanno in Oregina, rinnovando così la festa della repubblica.Ma pare che per evitare e mandare a vuoto le mene <strong>di</strong> que' pochi ribal<strong>di</strong> <strong>di</strong>cui ti ho parlato, i citta<strong>di</strong>ni saranno obbligati <strong>di</strong> organizzare <strong>di</strong> nuovo peralcuni giorni, come a principio, le loro pattuglie.Renzo che è in convalescenza d'una leggiera malattia e si trova ancorain Alessandria, vorrebbe riavere <strong>il</strong> suo scritto sulle con<strong>di</strong>zioni del Piemonte.Quanto al mio libro sulle origini non dubitare che le 300 lire fior. si troverannomolto più se vengo a capo <strong>di</strong> questo giornale; perché in tal caso ioavrò uno stipen<strong>di</strong>o fisso. Procura <strong>di</strong> farmi avere presto una parte della e<strong>di</strong>zione.Se oltre le persone che già mi notasti, tu potessi farne avere anchealle seguenti, ne avrei piacere: sono Gioberti, A. Humboldt; inoltre, gliAnnali delle scienze religiose <strong>di</strong> Roma, <strong>il</strong> Museo <strong>di</strong> scienze e lettere <strong>di</strong> Napoli(<strong>di</strong>cono sia un buon giornale), .al Journal des sauants, e a qualche altrogiornale cattolico <strong>di</strong> Francia, alla Gazzetta d'Augusta, e a qualche buon giornaletedesco, specialmente Berlino, alla Bibliotbeque de Genèue (o Bernache sia), alla Rivista <strong>di</strong> E<strong>di</strong>mbourg, e a quelche altro giornale. Su questecopie tu scriveresti: A ... per parte dell'autore.Ad<strong>di</strong>o, saluta l'Em<strong>il</strong>ia; Nocchi mi ha già scritto da Siena: presto glirisponderò.Domenico9129


www.accademiaurbense.itAllegatoPROGRAMMA PER LA CELEBRAZIONEDELLA RICORRENZA DEL lO DICEMBRE IN GENOVA 1Genova, 7 <strong>di</strong>cembre 1847.Sanno tutti i Genovesi, sanno tutti gl'Italiani <strong>di</strong> che gloriosi fatti siaanniversario secolare <strong>il</strong> giorno 10 decembre del corrente anno. Genova siprepara a festeggiarlo degnamente. Alcuni citta<strong>di</strong>ni, non da altro mossi chedal desiderio che questa festa risplenda per moderazione e per <strong>di</strong>gnità, nehanno concertato tra loro un programma, e si sono assunti l'incarico <strong>di</strong>regolare l'esecuzione; intanto hanno voluto che un primo abbozzo <strong>di</strong> questoprogramma venga stampato e <strong>di</strong>vulgato per la città. Seguiterà un secondoavviso, <strong>nel</strong> quale saranno minutamente espressi tutti i particolari della festa.Con queste loro pubblicazioni intendono gli scriventi <strong>di</strong> rendere avvertiti<strong>di</strong> tutto i loro concitta<strong>di</strong>ni. Intendono anche d'invitarli a voler tutti unirele loro volontà acciocché la festa proceda con santa concor<strong>di</strong>a, e non vengaturbata da nulla, che anche da lontano rassomigli a un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, a quel<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne che tanto addolora i buoni, quando si manifesta. Tutti i buoniper certo c'intendono, e sono tutti con noi.Alla mattina, passeggiata dall'Acquasola alla chiesa d'Oregina in drappellicon ban<strong>di</strong>ere spiegate. Sarà accettata ogni ban<strong>di</strong>era, che non contrad<strong>di</strong>caa quell'idea <strong>di</strong> moderazione, che dee regolare tutta la festa.Le signore saranno invitate a formare un drappello a parte.Gli ecclesiastici saranno sim<strong>il</strong>mente invitati a formare un drappelloa parte.I nostri confratelli della Monarchia sarda, e ogni altro Italiano che sitrovasse in Genova, sono invitati a volersi unire ai nostri drappelli. Chequesto semplice avviso serva loro d'invito.Tutti sono invitati a fregiarsi <strong>di</strong> un ramoscello <strong>di</strong> quercia (elce o leccio).All'andata, s<strong>il</strong>enzio assoluto <strong>di</strong> voci. Musica eseguita da alcune bandecitta<strong>di</strong>ne.All'arrivo dei drappelli <strong>di</strong>nnanzi alla chiesa <strong>di</strong> Oregina, sarà cantato unTe Deum.Alcune signore faranno una colletta a benefizio, per due terzi, delvecchio <strong>di</strong> Portoria cugino del Bal<strong>il</strong>la, per l'altro terzo, della vecchia <strong>di</strong> Oregina,che <strong>nel</strong>la sua fanciullezza fu testimone dei gloriosi fatti, dei quali festeggiamol'anniversario secolare.1301 Foglio volante. Tipografia Ferrando (Con permissio<strong>nei</strong>.


www.accademiaurbense.itDopo <strong>il</strong> Te Deum, bene<strong>di</strong>zione delle ban<strong>di</strong>ere.Dopo la bene<strong>di</strong>zione delle ban<strong>di</strong>ere, <strong>il</strong> drappello delle signore intuoneràl'inno popolare Sorgete Italiani ecc....Al ritorno i canti alterneranno colla musica eseguita dalle bande citta<strong>di</strong>ne.Si canterà <strong>il</strong> solo inno popolare detto sopra.Si passerà per Portoria. L'arrivo in Portoria sarà, per assai lungotratto, precedeuto da assoluto s<strong>il</strong>enzio. Giunto al sasso <strong>di</strong> Portoria, eiaschedundrappello si arresterà e canterà la strofa Se <strong>il</strong> barbaro tenti ecc.Poi griderà Viva l'in<strong>di</strong>pendenza italiana, e passerà oltre, proseguendo inassoluto s<strong>il</strong>enzio, fino all'Acquasola, dove sarà imme<strong>di</strong>atamente <strong>di</strong>sciolto.Alla sera <strong>il</strong>luminazione generale della città. Falò sulle montagne, lungole due riviere.Amico mio.19BARTOLOMEO AQUARONE A BUFFA[Firenze, 14 <strong>di</strong>cembre 1847]. lGodo assai <strong>di</strong> ciò che mi scrivesti. Finalmente n'è riuscita una bene.I tre componenti la redazione, tu, Mamiani e Ranco, paionmi comprenderetre specialità assai <strong>di</strong>stinte, e abbastanza estese. Godo anticipatamente dellapolemica <strong>di</strong> Ranco; mi par <strong>di</strong> vederlo lanciar saette d'ogni parte, ma bentemprate. E si che n'abbiamo bisogno. Una certa caterva si rimescola, gentev<strong>il</strong>e, speculatrice, avida <strong>di</strong> guadagni, che tenta male cose. Qui comincianoa sfidare, ed hanno ottenuto, e comprato <strong>il</strong> giornale cui appartenni e da cuimi scostai, appena vi<strong>di</strong> che <strong>il</strong> sig. La Farina, profittando e abusando dellabuona fede <strong>di</strong> chi non aveva stretto un contratto in regola, voleva farla dapadrone. Basta, ormai è così; ma sento d'aver bisogno d'un giornale fermo,risoluto e savio ad un tempo. Certa gente che non seppero ottener nulla,la fanno da bravi, ora che i principi hanno conceduto; e colle esorbitanzeinsolenti e funeste cercano <strong>di</strong> compensare l'essere stati fuori del cerchio <strong>di</strong>quell'azione, finché si giocava la testa. Figurati! Il La Farina, mentre laRomagna si <strong>di</strong>batteva convulsa <strong>nel</strong>le sue rivoluzioni, egli <strong>il</strong>lustrava <strong>il</strong> Renoe la Svizzera. (paesi che non ha veduto neppure in sogno) facendone un'e<strong>di</strong>zionealtamente aristocratica, e per le oziosagini che contiene e pel danaroche costa. Mentre più tar<strong>di</strong> in Toscana battevano <strong>il</strong> governo colla stampa1 Senza data. Timbro postale <strong>di</strong> partenza: 14 <strong>di</strong>cembre 1847.131


www.accademiaurbense.itclandestina, egli scriveva la Storia della China! E via <strong>di</strong> seguito. Ora dunquecostui vuole la repubblica, per cui ci verrà fatto <strong>di</strong> trovarcelo fra pie<strong>di</strong> piùd'una volta. Ma ho fede in noi stessi, e <strong>nel</strong>la rettitu<strong>di</strong>ne della causa.A Firenze, se gra<strong>di</strong>te, vi servirò da corrispondente, e quale collaboratoremi sento orgoglioso <strong>di</strong> poter entrare <strong>nel</strong> campo dell'azione in quellacittà onde partii, or sono sei anni, quasi fuggendo dalla sede del <strong>di</strong>spotismoe della violenza. Se mi permetteste, vi osserverei esser convenevole <strong>di</strong> intitolare<strong>il</strong> giornale la Lega Italiana, non italica, che in quest'ultimo modopuzza <strong>di</strong> lucerna. Ho in testa <strong>il</strong> corrispondente a Modena. È un eccellentegiovane, che può saper molte cose. Il tutto sta si voglia incaricare dellabriga. Ma spero che si.Ho in casa da ier l'altro 200 copie delle Origini. Cercando modo <strong>di</strong>spe<strong>di</strong>rtele con minor spese converrebbe mandarne a Pietrasanta un numero(ad un amico <strong>di</strong> Noli) per in<strong>di</strong> farle entrare, a quattro o cinque copie lavolta <strong>nel</strong>lo Stato. Onde io possa far questo, sarà cosa convenevole tu nefaccia <strong>di</strong>manda ad Enrico Noli, ch'è un in<strong>di</strong>rizzo affidatomi da lui ad altrofine. Di a Ranco che <strong>il</strong> suo scritto lo stampai da un pezzo <strong>nel</strong>l'Italia <strong>di</strong> Pisa.lo gli spe<strong>di</strong>i una copia <strong>di</strong> quei numeri, in cui era contenuto, ma veggo chenon l'ha ricevuto. Scrivo quest'istesso oggi a Pisa, onde gliene man<strong>di</strong>noun'altra copia. Ad<strong>di</strong>o. Tutti ti salutano. Scrivimi a lungo e con particolaridel giornale, della sua speciale tendenza, del programma. Ho visto quellodella Concor<strong>di</strong>a, e mi parve lungo assai, e per la sua epigrafe, pedante.Sarà inviata copia delle Origini alle persone che in<strong>di</strong>chi, e ai giornali.Saluta i tuoi, e compiaciti <strong>di</strong> respinger l'acchiusa a mio padre.Ricevo <strong>il</strong> I manifesto della Concor<strong>di</strong>a. Non veggo i nomi <strong>di</strong> Montezemolo,<strong>di</strong> Cornero, <strong>di</strong> Durando, ciò che mi lusinga siano con te. Bene.A tergo:Signor Domenico Buffa. Genova.Meo132


www.accademiaurbense.it20PROGRAMMA DI MASSIMA LETTO DA BUFFAALLA SOCIETÀ DEGLI AZIONISTI DEL GIORNALE LA LEGA ITALIANACHE SI DOVEVA PUBBLICARE A GENOVATitolo:La Lega Italiana.Genova, 15 <strong>di</strong>cembre 1847.L'Italia farà da sè.Carlo AlbertoDio è con noi.Pio IXQuesto foglio per ora uscirebbe due volte la settimana, cioè <strong>il</strong> mercole<strong>di</strong>e <strong>il</strong> sabato, riservandoci <strong>di</strong> dar fuori de' supplementi negli intervalli,quando <strong>il</strong> bisogno lo chiedesse, e <strong>di</strong> pubblicarlo in avvenire più soventeed anche ogni giorno, appena ci riuscisse possib<strong>il</strong>e.Il suo formato sarebbe a un <strong>di</strong>presso come quello de' fogli toscaniL'Italia e La Patria.Si proporrebbe due fini:L'uno comune a tutti i fogli politici, che è <strong>di</strong> trattare la politica quoti<strong>di</strong>ana,raccogliere le notizie d'Italia, d'Europa ecc., esercitare quella polemicache tende a sv<strong>il</strong>uppare ne' lettori <strong>il</strong> tatto politico, e quasi educarli ainvestigare e giu<strong>di</strong>care gli avvenimenti, che si propone insomma dare in<strong>di</strong>rizzoe consistenza all'opinione nazionale.A questo fine <strong>il</strong> nostro foglio non lascerebbe mezzo alcuno intentatoper produrre e afforzare <strong>nel</strong> pubblico quello spirito profondo <strong>di</strong> legalità chea molti italiani manca tuttavia, e che è pure con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e a fareun popolo veramente forte e grande. Né ci stancheremmo d'inculcare chese codesto spirito <strong>di</strong> legalità è necessario ad ogni nazione, lo è più che adogni altra all'Italia, dove in questi tempi che si sta ponendo in atto la magnificaopera d'una rivoluzione pacifica, esso non è solo un buon ajutatoredel progresso e la più sicura arra del nostro avvenire, ma è necessaria con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> vita. Infatti, senza attingere per ora a quelle considerazioni piùalte dalle quali fluisce <strong>il</strong> giusto e l'ingiusto, chiunque ponga mente alle con<strong>di</strong>zionipolitiche de' principi italiani, e alla piccolezza loro rispetto allegran<strong>di</strong> potenze europee, scorge <strong>di</strong> primo tratto che qui non è via <strong>di</strong> mezzo,o vedere inghiottita da queste e però spenta la nostra nazionalità, o legarcistrettamente a' nostri principi,. e insieme coll'esistenza loro <strong>di</strong>fendere lapropria; e noi ci rallegriamo che <strong>il</strong> corso degli avvenimenti abbia oggimaicondotto l'Italia a questa felice necessità, che l'interesse de' principi suoisia pur quello de' popoli e viceversa quello de' popoli sia de' principi. Co-133


www.accademiaurbense.itsiché, quando oggidì <strong>di</strong>ciamo nazionalità italiana inten<strong>di</strong>amo non solo <strong>il</strong> cospiraredell'opinione <strong>di</strong> tutti i popoli italiani ad un punto solo, ma ancora<strong>il</strong> cospirare del fatto <strong>di</strong> tutti i principi italiani a quel punto medesimo. Oraquesta nazionalità <strong>di</strong>rei concreta, non può avere fondamento altrove che<strong>nel</strong>l'amore e <strong>nel</strong>la fiducia reciproca tra principi e popoli, donde viene poiquella stab<strong>il</strong>ità dell'or<strong>di</strong>ne pubblico, e quella pazienza dell'aspettare, e quell'accortasaldezza contro ogni mena de' partiti avversi, le quali sole possonosalvare <strong>il</strong> nostro avvenire, anzi pure, come <strong>di</strong>cemmo, la nostra esistenza.Epperò questo foglio sarà in ogni tempo un libero propugnatore dell'or<strong>di</strong>nepubblico; come non dubiterà all'uopo dar la mano a quelle rimostranzerispettose e leali, le quali, anziché <strong>di</strong>spiacere a' suoi principi, sono testimonianzadell'amore e della fede vir<strong>il</strong>e de' popoli.L'altro scopo che si propone <strong>il</strong> nostro foglio è tutto speciale, e già sipuò intendere dal titolo che gli abbiamo assegnato: si propone cioè <strong>di</strong> promuoverein effetto una lega italica, la quale dee constare <strong>di</strong> due elementi:l'uno è opinione dei popoli, l'altro <strong>il</strong> fatto dei principi. Ora <strong>il</strong> nostro fogliotenterà far sì che l'idea <strong>di</strong> una lega frai principi italiani <strong>di</strong>venga <strong>nel</strong> popolocosì universale e così evidentemente ut<strong>il</strong>e, ch'ella si trasformi in una opinionenazionale: e dall'altro si sforzerà investigare e trarre a luce ogni aspettodella questione, acciò i principi pienamente chiariti intorno ad essa, possonocon maggiore fiducia e fac<strong>il</strong>ità accedere col fatto all'opinione e al desideriode' popoli. A questo fine ci guarderemo <strong>di</strong> adoperare vane declamazioniatte ad accendere fuochi fatui, ma invece ponendo mano all'eloquenzade' fatti vent<strong>il</strong>eremo tutte le quistioni politiche, economiche e storiche conducentiallo scopo proposto.Il nostro foglio si <strong>di</strong>viderebbe naturalmente in due parti: l'una piùestesa dove sarebbero raccolte le notizie politiche, l'altra più ristretta eposta in calce, dove gli altri fogli sogliono porre le varietà, e noi porremmoinvece i nostri stu<strong>di</strong>i più so<strong>di</strong> e fondamentali: quella comprenderebbe laparte polemica, questa la dottrinale: in quella si cospirerebbe allo scopocolle considerazioni <strong>di</strong> che gli avvenimenti quoti<strong>di</strong>ani ci porgessero occasione;in questa collo stu<strong>di</strong>o grave-e riposto <strong>di</strong> tutte le quistioni che <strong>di</strong>rettamenteo per in<strong>di</strong>retto possono condurre a quello. In quest'ultima partevorremmo pure dar notizia de' migliori libri politici che <strong>di</strong> mano in manouscissero in Italia, o sopra le cose italiane.Domenico Buffa134


www.accademiaurbense.it21sCOPo E REGOLAMENTO DEL GIORNALE LA LEGA ITALIANALETTO DA BUFFA ALLA SOCIETA DEGLI AZIONISTIGenova, 15 <strong>di</strong>cembre 1847.Il sottoscritto avvocato Domenico Buffa propone un giornale politicocol titolo, scopo e con<strong>di</strong>zioni seguenti:La Lega ItalianaL'Italia farà da sé.Carlo AlbertoDio è con noi.Pio IXNei primi due mesi uscirà due volte la settimana, eroe <strong>il</strong> mercoledì e<strong>il</strong> sabbato: dopo due mesi comincierà ad essere pubblicato quoti<strong>di</strong>anamente.Scopo e regolamentodel giornale e della società fondatrice <strong>di</strong> esso.Art. lO. Doppio è lo scopo del giornale: I", raccogliere le nonziepolitiche ed esercitarvi sopra una polemica or<strong>di</strong>nata a rassodare e maturare,quanto è concesso ad opera privata, <strong>il</strong> cominciato risorgimento italiano.2 0 • Promuovere con ogni mezzo, non vietato dalle leggi, una Lega politicafrai Principi italiani, investigando e svolgendo con d<strong>il</strong>igenza tutti gli avvenimenti,e le quistioni, e le considerazioni più valevoli a far si che <strong>il</strong> pensiero<strong>di</strong> questa Lega italiana <strong>di</strong>venti <strong>nel</strong>l'opinione del popolo <strong>il</strong> simbolo nazionale,e in quella de' principi un'alta necessità <strong>di</strong> fatto. Il giornale la promuoveràcome l'unico e maggior bene che ci sia. consentito dalle nostrecon<strong>di</strong>zioni presenti, e non trascurerà nulla che possa per qualche modo accrescerel'unione.30. Quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> giornale si <strong>di</strong>viderà naturalmente in due parti: all'unaapparterranno più specialmente le notizie e la polemica, all'altra glistu<strong>di</strong>i politici, economici e storici intorno alla Lega, che <strong>di</strong> tempo in tempoci troveremo avere in pronto: in quella si cospirerà allo scopo colle considerazioni<strong>di</strong> che gli avvenimenti quoti<strong>di</strong>ani ci porgeranno occasione, in questacollo stu<strong>di</strong>o grave e riposato <strong>di</strong> tutte le quistioni che <strong>di</strong>rettamente o perin<strong>di</strong>retto possono condurre a quello. Insomma la prima comprenderà laparte polemica, la seconda la dottrinale.135


www.accademiaurbense.it4°. Il giornale seguirà l'in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> una politica moderata insieme eferma, stu<strong>di</strong>andosi in ogni tempo, inspirare al pubblico un senso profondo<strong>di</strong> legalità, inculcando ch'esso è non solamente necessario a porre in sicurola buona causa, e a conferirci la <strong>di</strong>gnità e la forza <strong>di</strong> nazione, ma è ancoraper noi con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> vita. Tenterà svolgere dalle leggi esistentitutto quel bene che contengono e ponendone in evidenza i <strong>di</strong>fetti,quando ne abbiano, far da quella scaturire <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> leggi migliori. Ajuteràliberamente <strong>il</strong> governo finché lo vegga mantenersi <strong>nel</strong>la via del progressoe della nazionalità; ma non dubiterebbe fargli legalmente opposizione, qualorase ne d<strong>il</strong>ungasse, adoperando quel linguaggio franco e <strong>di</strong>gnitoso, <strong>il</strong>quale anziché tornare molesto, a' savi principi è testimonianza dell'amore edella fede vir<strong>il</strong>e de' popoli. E quando (<strong>il</strong> che speriamo non accadrà) unatale opposizione <strong>di</strong>venisse impossib<strong>il</strong>e, esauriti tutti i mezzi fino all'ultimolimite delle leggi, <strong>il</strong> foglio cesserebbe <strong>di</strong> uscire.Parte 2 a •Art.o II. 1. Il giornale è fondato da una società <strong>di</strong> azionisti e <strong>di</strong>collaboratori, la quale prende <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> Società della Lega Italiana.2. Il fondo capitale della società è stab<strong>il</strong>ito <strong>nel</strong>la somma <strong>di</strong> lire nuovecentom<strong>il</strong>a, <strong>di</strong>visa in venti azioni <strong>di</strong> lire cinquem<strong>il</strong>a ciascuna. Ciononostantepotrà estendersi fino a lire nuove centocinquantam<strong>il</strong>a, me<strong>di</strong>ante l'aggiunta<strong>di</strong> altre <strong>di</strong>eci azioni entro <strong>il</strong> termine <strong>di</strong> 15 giorni dopo la pubblicazione delprogramma Se alla spirazione <strong>di</strong> detto termine le suddette <strong>di</strong>eci azioni nonfossero tutte prese, <strong>il</strong> capitale resterà definitivamente determinato <strong>nel</strong> numerodelle azioni che si troveranno prese a quell'epoca.Ove questo fondo venisse in tutto o in parte esaurito, o si riconoscesseinsufficiente, l'adunanza generale della società delibererà, a maggioranza <strong>di</strong>voti, se debbano emettersi nuove azioni. Nel caso affermativo i primi azionistidovranno sempre essere preferiti, se vorranno versare le nuove azioni.Non si ammetteranno nuove azioni se non siano approvate a pluralità<strong>di</strong> voti in adunanza generale.3. Potrà un'azione sud<strong>di</strong>vidersi in polizze <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> lire cinquecento:ma le <strong>di</strong>eci polizze non formando che un'azione sola, avranno un solo rappresentante<strong>nel</strong>la società degli azionisti.4. Chi piglierà più azioni intere non avrà per questo più che una voce<strong>nel</strong>la società degli azionisti.Art. III. 1. Niuno degli azionisti potrà ntirare <strong>il</strong> capitale versato,o parte <strong>di</strong> esso, salvoché <strong>nel</strong> caso e <strong>nei</strong> mo<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cati più sotto <strong>nel</strong>l'arti-136


www.accademiaurbense.itcolo VIII n". 1. In ogni altro caso, dovrà perdurare <strong>nel</strong>la società, anche,riuscendo costantemente passiva, consumasse l'intiero capitale.2. Niuno può vendere la propria azione prima che siano passati quattroanni dal cominciamento del giornale. Vendendola dopo <strong>il</strong> detto spazio<strong>di</strong> tempo, <strong>il</strong> nuovo acquistatore che sarebbe chiamato a rappresentarla, deeessere accettato dalla società a maggiorità <strong>di</strong> voti.3. Niun socio potrà mai farsi rappresentare da altra persona.Art.o IV. 1. Il proponente sarà in perpetuo <strong>di</strong>rettore del giornale,sotto con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non deviare dalle norme stab<strong>il</strong>ite sopra <strong>nel</strong>la parte la.Qualora alcuno gli muovesse accusa <strong>di</strong> deviare, non potrà l'accusastessa essere posta in <strong>di</strong>scussione, quando non sia sostenuta da cinque votialmeno.Vinto <strong>il</strong> partito dell'accusa, abbisogneranno due terzi dei voti perchésia <strong>di</strong>chiarata giusta. Quando ciò accada, dovrà <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore esserne avvertitoin piena adunanza e datogli tempo e facoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi: u<strong>di</strong>ta la sua <strong>di</strong>fesa,si passerà ad altra votazione; perch'egli venga rimosso dalla <strong>di</strong>rezione, laproposta dovrà egualmente essere sostenuta da due terzi dell'intiero numerode' socii.Le stesse norme dovranno osservarsi <strong>nel</strong> deliberare intorno alle altrepersone componenti <strong>il</strong> comitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione.2. Il <strong>di</strong>rettore sarà considerato come socio azionista dal momento chesia rimborsato <strong>il</strong> capitale versato, come si nota più sotto <strong>nel</strong>l'articoloVIII n" l.3. Avrà dalla società un onorario annuale <strong>di</strong> lire nuove 3600 pagab<strong>il</strong>iper rate eguali <strong>di</strong> trimestre in trimestre maturato.4. La <strong>di</strong>rezione letteraria e politica del giornale è intieramente affidataa un comitato composto del <strong>di</strong>rettore e dei collaboratori fissi. Niunode' soci potrà imporre al comitato <strong>di</strong> esprimere in esso una opinione qualunque,o pubblicare qualsiasi scritto.5. I collaboratori non fissi dovranno essere compensati <strong>il</strong> più largamentepossib<strong>il</strong>e, avuto riguardo alle con<strong>di</strong>zioni letterarie d'Italia, e al meritodegli scritti. I compensi saranno determinati dal comitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione,partendo da un minimum <strong>di</strong> lire nuove cinquanta per ogni foglio <strong>di</strong> stampain 8°, avente per unità <strong>di</strong> misura lettere 1500 per pagina.Nel caso che alcuno degli scrittori non volesse ricevere compenso alcuno,l'ammontare <strong>di</strong> questo dovrà essere versato <strong>nel</strong>la cassa <strong>di</strong> cui si parla piùsotto <strong>nel</strong>l'art.o VIII.6. I socii azionisti, d'accordo col comitato, fisseranno gli onorarii de'137


www.accademiaurbense.itcollaboratori e comp<strong>il</strong>atori fissi; ma toccherà al comitato fare la scelta <strong>di</strong>questi.Art.o V. 1. Gli agenti per la parte economica del giornale sarannoscelti dai socii azionisti.2. Il <strong>di</strong>rettore economico <strong>di</strong>penderà da un comitato speciale composto<strong>di</strong> socii azionisti e del <strong>di</strong>rettore del giornale; né potrà pigliare determinazionealcuna senza l'assenso <strong>di</strong> detto comitato.3. Uno de' socii azionisti, scelto dalla società medesima, sarà cassiere.Il cassiere pagherà sopra semplice mandato dei due <strong>di</strong>rettori.4. Ogni quattro mesi i due <strong>di</strong>rettori faranno alla società adunata ciascunoper quella parte che gli spetta una relazione sulle con<strong>di</strong>zioni del giornale.In queste adunanze d'ogni quadrimestre potrà ciascun in<strong>di</strong>viduo farequelle rimostranze che crederà opportune intorno all'andamento intellettualee morale dell'effemeride; e su tali rimostranze sarà deliberato a pluralità<strong>di</strong> voti.5. La ren<strong>di</strong>ta generale de' conti si farà in fine d'anno dal <strong>di</strong>rettoreeconomico.Art.o VI. Gli scritti pubblicati <strong>nel</strong> giornale restano proprietà dellasocietà per lo spazio <strong>di</strong> un anno dalla pubblicazione; dopo <strong>il</strong> qual termineritornano <strong>nel</strong>la proprietà de' rispettivi autori.Art.o VII. 1. Sarà annesso all'ufficio del giornale un locale decentementemob<strong>il</strong>iato, dove potranno raunarsi tutte le sere dell'anno i socii e collaboratorie le persone da essi presentate, a tenervi circolo politico, <strong>il</strong> tutto secondole norme <strong>di</strong> un regolamento speciale.2. Nel detto locale e <strong>nel</strong> tempo del circolo si terranno esposti allalettura i giornali posseduti dall'ufficio della Lega.3. Il locale medesimo servirà alle adunanze speciali della società.4. Nelle adunanze, perché le deliberazioni siano valide, dovranno almenointervenire <strong>di</strong> due terzi de' socii.Art. VIII. 1.rare, dopo la ren<strong>di</strong>taseguente modo:Primo.interesse legale.138Nel caso che l'impresa del giornale venga a prospede'conti in fine d'anno si <strong>di</strong>sporrà degli avanzi <strong>nel</strong>S'impiegherannoa estinguere <strong>il</strong> capitale versato col suo


www.accademiaurbense.itSecondo. Quando <strong>il</strong> detto capitale sia totalmente estinto, allora, alfinire d'ogni anno si <strong>di</strong>viderà <strong>il</strong> sopravanzo dell'entrata in due metà: laprima sarà <strong>di</strong>visa per parti eguali fra gli azionisti compreso <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore delgiornale, l'altra metà sarà versata in una cassa speciale, chiamata cassadella Lega.2. La cassa della Lega potrà incominciare a costituirsi anche primache <strong>il</strong> giornale si trovi in caso <strong>di</strong> somministrarIe de' suoi sopravanzi: cioèincomincierà appena abbiasi, o per regalo de' socii o d'altri, o per qualunquealtro modo, del denaro destinato ad essa.3. La cassa della Lega potrà ricevere doni non solamente da socii,ma ancora da qualunque persona estranea.I doni ricevuti dalla cassa non saranno in alcun modo <strong>di</strong>visib<strong>il</strong>i fraisocii: <strong>il</strong> danaro entrato in essa s'intenderà uscito issofatto della proprietàloro, e <strong>di</strong>venuto sacro: i socii non ne saranno proprietarii, ma sempliciamministratori.Sim<strong>il</strong>mente le imprese lucrose <strong>di</strong> qualunque genere, tentate coi denaridella cassa, s'intendono fatte a solo profitto della medesima.Art. IX. 1. La cassa della Lega sarà unicamente adoperata a promuovere,con tutti i mezzi legali possib<strong>il</strong>i <strong>di</strong>retti o in<strong>di</strong>retti, l'adempimento<strong>di</strong> quel fatto che è lo scopo del giornale e della società, cioè una lega fraiprincipi italiani.2. Siccome <strong>il</strong> giornale è riputato lo strumento più valido ad ottenerequesto scopo, non solo potranno farsi cOI danari della cassa quelle spese chesi stimassero più ut<strong>il</strong>i al suo incremento, ma quando le entrate <strong>di</strong> esso perqualsiasi cagione scemassero fino a produrre una passività, vi si riparerà coidenari della cassa medesima, e ciò bisognando, fino a che non sia del tuttoesausta: e solamente allora (ma non prima) quando fosse mancato al giornaleogni entrata, e alla cassa ogni danaro, la società, dove non trovi in séenergia bastevole a ricominciare l'impresa sborsando un nuovo capitale,sarà libera <strong>di</strong> sciogliersi.Non<strong>di</strong>meno <strong>nel</strong> caso che lo scopo del giornale <strong>di</strong>venisse impossib<strong>il</strong>e araggiungersi, o vano, potranno i socii, benché <strong>il</strong> capitale non fosse consumato,deliberare se la società debba sciogliersi. La deliberazione dovrà esserepresa con due terzi de' voti dell'intera società.Art. X. 1. La cassa della Lega avrà un cassiere e tre amministratori.2. Il cassiere della società (<strong>di</strong> cui sopra all'art. V, n" 3) lo sarà puredella cassa della Lega.3. Il cassiere pagherà sopra semplice mandato firmato dai tre amoministratori.139


www.accademiaurbense.it4. Gli amministratori saranno due socii eletti dalla società e <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettoredel giornale.5. Gli amministratori non potranno pigliare alcuna determinazionesenza aver prima consultato ed ottenuto l'assenso della società.6. In fine d'anno gli amministratori renderanno i conti alla società, .e quando l'esistenza della cassa della Lega e la sua destinazione fossero noteal pubblico, e quella ricevesse da questo de' sussi<strong>di</strong>i, i ren<strong>di</strong>conti sarebberoattualmente stampati a sod<strong>di</strong>sfazione del pubblico.Art. XI. Quando la pratica o gli avvenimenti consigliassero alcunamo<strong>di</strong>ficazione o aggiunta al presente Regolamento, se ne dovrà <strong>di</strong>scuterel'opportunità o la necessità in piena adunanza de' socii e del <strong>di</strong>rettore delgiornale, né potrà stab<strong>il</strong>irsi mutamento alcuno che non sia approvato dadue terzi de' voti.Domenico Buffa22GIUSEPPE CORNERO A BUFFAA. C.[Torino, 15 <strong>di</strong>cembre 1847] 1.Ti ringrazio della gent<strong>il</strong>e ed amichevole proposizione. Ma, uscito dallaConcor<strong>di</strong>a, stiamo per fondare un altro giornale 2 <strong>di</strong> cui sarà redattore-capoDurando. Perciò mi è impossib<strong>il</strong>e accettare. Ad ogni modo ne tengo contoper ogni evento. Se poi fonderemo <strong>il</strong> giornale, faremo d'ajutarci reciproca.mente, col tenerci vicendevolmente informati a giorno <strong>di</strong> quanto si farà edavverrà d'importante <strong>nel</strong>le provincie rispettive, neh vero?Mi domanderai la cagione della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a nostra col Lama 3; le solite.Spirito in lui <strong>di</strong> monopolio intellettuale, morale, pecuniario, pretese a <strong>di</strong>ttaturaetc. etc. Ranco sa tutto e ti conterà. Ora ho gran fretta. Mandami poii programmi del vostro giornale, e salutami con riverente affetto Mamiani,e <strong>di</strong>gli ch'io desidero che <strong>il</strong> giornale non gli faccia <strong>di</strong>menticare la pubblica-1401 Senza data. Timbro postale <strong>di</strong> partenza: Torino, 15 <strong>di</strong>cembre 1847.2 L'Opinione.3 Lorenzo Valerio, <strong>il</strong> quale era chiamato «Gran Lama» da alcuni del suo gruppo.


www.accademiaurbense.itzione del secondo volume de' suoi <strong>di</strong>aloghi <strong>di</strong> scienza prima, <strong>di</strong> cui lessi er<strong>il</strong>essi, con sommo amore, <strong>il</strong> volume già uscito. Buon giorno, carissimoDomenico. Aff.mo tuoCarneraP.S. Non appena saro tn fon<strong>di</strong>, ti manderò <strong>il</strong> prezzo delle do<strong>di</strong>cicopie del Masaniello <strong>di</strong> Nocchi. Non ne ho venduta alcuna, ma non ne <strong>di</strong>rònulla a Nocchi e le pagherò io. So che Ranco t'ha scritto con mal garbo inproposito, e non ha nemmeno spiegato ch'egli faceva ciò senza avere alcunacommissione da me.A tergo:Al Sig. Avv.o Domenico Buffa. Genova.Amico.23LORENZO RANCO A BUFFA[Alessandria] l, 15 <strong>di</strong>cembre 1847.Ti prego altresì <strong>di</strong> darmi un'idea della composizione del giornale e degliazionisti e <strong>di</strong> quanto concerne l'andamento certo del giornale stesso e sia<strong>di</strong> guarentigia agli scrittori fissi. Manifestami l'idea che deve presiedere aiprimi numeri e quali argomenti ti parrebbe dovessi preparare <strong>di</strong> preferenzain or<strong>di</strong>ne alla natura della mia mente. Saprai certo la rottura tra Pippo edaltri da una parte e Valeria dall'altra pel giornale La Concor<strong>di</strong>a; rotturache mette a secco <strong>il</strong> carattere del gran Lama e lo rende esoso e <strong>di</strong>spregevoleda quanti lo conoscono e non lo conoscono. Pippo insta continuamenteperché io vada a Torino per un altro giornale <strong>di</strong> cui sarebbe redattore incapo Durando, poi Massari, io ecc. In fretta ti saluto. Ad<strong>di</strong>o,"A tergo:Al Signor Domenico Buffa. Genova.Renzo1 Manca l'in<strong>di</strong>cazione della località, ma <strong>nel</strong> timbro postale <strong>di</strong> partenza si legge:Alessandria.2 In epigrafe si legge <strong>il</strong> seguente appunto del Buffa « Assolutamente prepari lavoro »,141


www.accademiaurbense.it24MINUTA DI LETTERA DI BUFFA A VINCENZO SALVAGNOLIChiarissimo signore.Genova, 16 <strong>di</strong>cembre 1847.Lessi <strong>nel</strong> n. 10 della Patria un breve cenno intorno al nuovo giornaleLa Lega Italiana che si sta preparando in Genova, dove si muove alcundubbio sulla buona scelta del titolo e se ne propone altro riputato migliore.Vi si <strong>di</strong>ce che la parola lega necessariamente non suppone frai varii statiitaliani un patto che gli si stringa quasi in uno stato solo, e che però nonsuona nazionalità intera e verace; <strong>di</strong> che pare alla Patria che sarebbe piùconveniente chiamarlo Gli stati uniti italiani. Mi permetta la S.V., come<strong>di</strong>rettore del nuovo giornale genovese, che, valendomi <strong>di</strong> quella gent<strong>il</strong>ezzache sempre ho trovato in lei, io noti qui alquante osservazioni su questoproposito, pregandola, <strong>nel</strong> tempo medesimo, <strong>di</strong> concedere luogo a quelle<strong>nel</strong>le colonne della Patria.Anzitutto accettiamo <strong>di</strong> cuore <strong>il</strong> fratellevole ufficio che la Patria adoperaverso <strong>di</strong> noi e speriamo che questo sia buona arra <strong>di</strong> quella reciprocaunione che legherà i due giornali e faccendo convergere le forze amicamentead un punto solo, ne renderà l'opera più pronta ed efficace.Venendo poi <strong>di</strong>rettamente al nostro soggetto, non ci par vedere che<strong>il</strong> nuovo titolo proposto risponda all'intento meglio <strong>di</strong> quello da noi adottato;perché <strong>di</strong>cendo stati uniti s'intendono più stati fusi in uno solo, eallora non calza bene al fatto nostro. O s'intendono più stati legati da unpatto comune, ma <strong>di</strong>stinti, e allora <strong>il</strong> nome <strong>di</strong>ce più della cosa, anzi altracosa da quella che inten<strong>di</strong>amo. Ma v'ha <strong>di</strong> più: sempre ci è paruto comele instituzioni che si danno o consigliano ad un popolo non debbono maiessergli affatto nuove, ma pigliar ra<strong>di</strong>ce <strong>nel</strong>le sue tra<strong>di</strong>zioni passate, cosìpure i nomi <strong>di</strong> quelle siano, per quanto è possib<strong>il</strong>e, da cercarsi altrove che<strong>nel</strong>le tra<strong>di</strong>zioni medesime. Che le instituzioni e i nomi pigliati in presto daaltre genti o affatto nuovi, facciano mala prova; dove la ragione non ci bastasse,noi l'avvertiamo per solenne esempio dalla Francia. La tra<strong>di</strong>zioneè lo spirito che informa i popoli e non può essere lega senza che la vitaloro ne sia turbata ed inferma. Ora per l'intera vita de' popoli <strong>di</strong>scorrecontinua una doppia tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fatti e <strong>di</strong> nomi, e i fatti e i nomi antichirincalzano i nuovi coll'autorità delle fortune passate, crescono loro potenzaed efficacia. Ma codesto nome <strong>di</strong> stati uniti non ha significato <strong>nel</strong>le tra<strong>di</strong>zioniitaliane: doveché quello <strong>di</strong> lega, appena pronunciato, suscita subito<strong>nel</strong>la mente d'ogni italiano una magnifica serie <strong>di</strong> memorie gloriose e <strong>nel</strong>142


www.accademiaurbense.itcuore una generosa invi<strong>di</strong>a <strong>di</strong> emularle, una non vana speranza <strong>di</strong> rinnovarle.Peroché, cominciando dalle antiche leghe d'Etruria e dall'altra dondesorse poi la maravigliosa potenza <strong>di</strong> Roma, fino alle più recenti, veggiamodalle istorie che <strong>nel</strong>le leghe fu sempre la salute d'Italia ne' momenti supremi,e in ogni tempo <strong>il</strong> germe della sua grandezza, donde nasce in noiuna sacra fede che oggidì ancora sarà.Perché adunque travalicare l'oceano in cerca d'un nome che giungendopoi forestiero in Italia, sarebbe forzato, come suol <strong>di</strong>rsi, a formarsi <strong>il</strong> cre<strong>di</strong>to,quando la storia nostra ce ne fornisce uno ornato delle più belle esante glorie nazionali? Certo, in quel modo che accettando le instituzioniantiche vogliamo tirarle a maggiore ampiezza e proporzionarle al presentee impiantarvi <strong>il</strong> germe dell'avvenire. Cosl stimiamo che sia da fare coi nomiantichi: allargarne la signifìcazione <strong>di</strong> mano in mano che s'allargano le instituzioniche a quelli rispondono. E però se un tempo si <strong>di</strong>sse lega lombarda,lega toscana, noi, <strong>di</strong>stendendoci dalla provincia alla nazione, <strong>di</strong>ciamo legaitaliana, e se quelle furono mal deffinite per a tempo, e non bene organatein ogni lor parte, noi inten<strong>di</strong>amo una lega salda, perpetua, perfetta.O noi c'inganniamo o queste considerazioni, quando pure non bastinoa persuadere altrui, certo sono sufficienti a scusarci se non ci ren<strong>di</strong>amo alconsiglio della Patria e manteniamo al nostro giornale <strong>il</strong> titolo <strong>di</strong> LegaItaliana.Non dubito che la S.V. sia per accettare benignamente questa fermarisposta, e godo intanto protestarmi della S.V. devot.mo servitore.Domenico Buffa25MINUTA DI UNA LETTERA DI BUFFA AL MINISTRO DELL'INTERNOEccellenza.Torino, 23 <strong>di</strong>cembre 1847.Espone l'avv. Domenico Buffa esser egli in qualità <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore delnuovo perio<strong>di</strong>co politico stab<strong>il</strong>itosi in Genova col titolo La Lega Italiana (<strong>il</strong>quale ha già ottenuto dal Governo la debita licenza) incaricato dalla societàfondatrice <strong>di</strong> detto giornale <strong>di</strong> sottoporre a Vostra Eccellenza le seguentidomande.Supplica in primo luogo perché sia conceduto al signor Canuti, sud<strong>di</strong>topontificio, emigrato del 1831, ora residente in Parigi un passaporto sardo143


www.accademiaurbense.itin virtù del quale riceva facoltà <strong>di</strong> recarsi in Genova a pigliare la <strong>di</strong>rezioneeconomica del giornale La Lega Italiana. Il detto signore Canuti, bolognese,emigrato del 1831, non avendo sottoscritto la formola <strong>di</strong> domanda impostaa tutti gli emigrati che desiderassero approfittare dell'amnistia promulgatadal Santo Padre non può ritornare in patria. Il bisogno che hanno i giornaliitaliani, come novizi affatto <strong>nel</strong>la loro carriera, <strong>di</strong> essere amministrati<strong>nel</strong>la parte economica da persone sperimentate per lunga pratica in questefaccende, e <strong>il</strong> poco fausto esempio che per questo lato ci porgono i foglitoscani, ha indotto la società a chiamare presso <strong>di</strong> sé <strong>il</strong> detto signor Canuti,<strong>il</strong> quale da forse 15 anni è addetto a siffatti impieghi in Francia, e ha presentementela <strong>di</strong>rezione del foglio parigino Le Commerce, come uomo chealla fama <strong>di</strong> specchiata probità unisce la qualità desiderata d'essere versatissimo<strong>nel</strong>le faccende economiche de' giornali. La società, stante la strettezzadel tempo e <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> dare subito cominciamento alla pubblicazionedel suo perio<strong>di</strong>co, osa supplicare la V.E. che siano concesse quantoprima le necessarie carte al detto signore, acciocché, trovandosi obbligata<strong>di</strong> metter mano alla pubblicazione senza <strong>di</strong> lui, dalla sua assenza non provengaqualche grave danno agli interessi della società medesima.Supplica in secondo luogo che le sia concesso far venire per uso delsuo ufficio i giornali italiani e stranieri che più sotto nomineremo. La societàfonda la sua domanda sopra alcuni motivi non indegni forse che V. Eccellenzali pigli in seria considerazione. Per fare un buon giornale politico ènecessario avere alle mani tutti i principali fogli d'Europa, <strong>di</strong> qualunquecolore: quelli della propria nazione innanzi tutto, poi quelli delle nazionistraniere. È necessario, perché egli è dal conflitto delle varie opinioni chesi ritrae <strong>il</strong> vero, e <strong>il</strong> modo con cui le varie opinioni tentano spiegare e in<strong>di</strong>rizzaregli avvenimenti, e gli argomenti con cui si combattono a vicenda,ajutano <strong>il</strong> giornalista ad acquistare quel tatto pratico che non si può ritrarredalla lettura d'un giornale solo o <strong>di</strong> pochi, cioè dall'u<strong>di</strong>re una sola opinio<strong>nei</strong>nvece che tutte. Come mai, per esempio, giu<strong>di</strong>care equamente degli affaridella Svizzera, senza avere egualmente inteso le accuse e le <strong>di</strong>fese dei giornalidella Dieta e <strong>di</strong> quelli del Sonderbund? Il medesimo si <strong>di</strong>ca de' fatti<strong>di</strong> Francia, Ingh<strong>il</strong>terra ecc. Ma se questa variata lettura è necessaria ai giornalististranieri, è poi in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e affatto agli italiani, i quali, essendo deltutto novizii <strong>nel</strong> giornalismo politico, debbono, per questo riguardo, cominciarela loro educazione, e per far presto e bene, quanto i tempi lo richieggano,dee poter avere alle mani tutti i mezzi che a ciò sono necessarii. Senza<strong>di</strong> questo i giornali sar<strong>di</strong> riusciranno, non solamente superficiali e leggierie <strong>di</strong> gran lunga inferiori a quelli <strong>di</strong> ogni altro paese, ma, ciò che più importa,né <strong>il</strong> governo, né i sud<strong>di</strong>ti potranno ritrarre quell'ut<strong>il</strong>ità che se ne sono144


www.accademiaurbense.itpromessi. Ora, permettere che si facciano giornali e non concedere i mezzi<strong>di</strong> farli bene, sarebbe lo stesso che rendere vano, almeno per buona parte,<strong>il</strong> benefizio impartito, lo che senza dubbio è assai lungi dalle intenzioni delbenefico Principe che ci ha chiamati a questa vita novella.Oltre <strong>di</strong> ciò le riforme <strong>di</strong> S.S.R. Maestà, fra gli altri fini hanno evidentementeanche quello <strong>di</strong> mettere i popoli sar<strong>di</strong> a paro del romano e del toscano,quanto alle instituzioni. La consonanza delle riforme, benignamenteconcedute dai tre Principi riformatori, non lascia dubbio alcuno sopra <strong>di</strong> ciò.Ma <strong>nel</strong> fatto dei giornali le con<strong>di</strong>zioni non sarebbero pari: i romani e itoscani hanno a loro <strong>di</strong>sposizione i giornali tutti d'Italia e in<strong>di</strong>stintamentegli stranieri; noi non li abbiamo: <strong>di</strong> che porge questa necessaria conseguenzache i nostri fogli non abbondando <strong>di</strong> mezzi come quelli, rimarrebberosempre loro inferiori d'assai, e <strong>il</strong> pubblico ne ricaverebbe molto minoreut<strong>il</strong>ità; e dalla <strong>di</strong>sparità delle con<strong>di</strong>zioni giornalistiche, nascerebbe purquella delle con<strong>di</strong>zioni dell'opinione pubblica, donde è chiaro che per questolato lo scopo della legge non sarebbe ottenuto.Altra grave considerazione si è questa che gli azionisti, i quali hannogenerosamente messo a rischio <strong>il</strong> proprio danaro per fare opera <strong>di</strong> buonicitta<strong>di</strong>ni, pensavano che si volessero e potessero scrivere de' giornali gravie veramente ut<strong>il</strong>i e degni <strong>di</strong> stare fra gli altri d'Europa. Senza <strong>di</strong> ciò nonavrebbero fatto così grave sacrificio <strong>di</strong> danaro. Per lo ché, <strong>nel</strong>la proibizioned'avere liberamente nostrali e stranieri, essi vedrebbero un non piccolodanno recato a' proprii interessi, ch'erano fondati sopra quella speranza;speranza che non può essere chiamata temeraria né ingiusta, perché nascevaspontaneamente così dal preambolo, come dalle <strong>di</strong>sposizioni dellaLegge sulla stampa.Da ultimo, se <strong>il</strong> Governo <strong>di</strong> S.M. come si vede in effetto, dà in noitanta fiducia da lasciarci <strong>nel</strong>le mani quel potente instrumento dell'opinionepubblica che è <strong>il</strong> giornalismo, preghiamo ci conceda con eguale fiducia imezzi <strong>di</strong> bene adoperarlo. Il governo ritiene sempre <strong>nel</strong>la Censura <strong>il</strong> modo<strong>di</strong> condurre e in<strong>di</strong>rizzare l'opinione; per essa egli è certo che niuna cosacontraria a' suoi voleri sarà pubblicata: e allora qual male può tornarne alpubblico se a' giornalisti è concesso avere alle mani i fogli stranieri d'ognicolore, quando questi non escano dall'ufficio <strong>di</strong> comp<strong>il</strong>azione? Le gazzetteufficiali li hanno tutti o parte da gran tempo, e non si vede che ciò abbiarecato danno alcuno ai governanti: ora la Censura che sorveglia le gazzetteufficiali è quella medesima che sorveglierà i nostri fogli, e impe<strong>di</strong>rà chequesti cavino da' giornali stranieri alcun male, come lo ha impe<strong>di</strong>to finoraalle gazzette ufficiali.Egli è in virtù <strong>di</strong> queste considerazioni che la società della Lega Ita-10145


www.accademiaurbense.itliana, per mezzo dell'esponente, supplica V. Eccellenza <strong>di</strong> volerle permettereche l'ufficio del giornale possegga i seguenti fogli politici. ... (nomi <strong>di</strong>fogli). Tutti gl'italiani, niuno escluso. De' francesi, oltre i già permessi, i• 1seguenti ....Supplica in terzo luogo la società della Lega Italiana perché, considerandole molte e gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà economiche che necessariamente accompagnanola pubblicazione de' nuovi perio<strong>di</strong>ci politici, le sia accordata unaqualche riduzioni dei <strong>di</strong>ritti postali, che renda più fac<strong>il</strong>e lo spaccio del suogiornale.Spera l'esponente che le domande della società ch'egli ha l'onore <strong>di</strong>rappresentare, e per la ragionevolezza loro, siano per trovare <strong>nel</strong>l'animo<strong>di</strong> V.E. un benigno accoglimento.Lo che ecc.Detto supplicanteAmico carissimo!26GIAMPIETRO VIEUSSEUX A BUFFAFirenze, 24 <strong>di</strong>cembre 1847.Voi non avete replicato alla mia lettera, ma ho sentito dall'Aquaroneche l'avevate avuta, e che non vi sono state affatto inut<strong>il</strong>i le mie riflessionisul modo <strong>di</strong> montare l'amministrazione <strong>di</strong> un giornale. Ora non mi resta chea far voti, e sono sinceri, perché la vostra intrapresa abbia le migliori riuscitepossib<strong>il</strong>i.Aspetto con impazienza <strong>il</strong> manifesto o un numero specimen, e sevolete farmene mandare senz'indugio molte copie ne farò fare la dìstribuzione<strong>nel</strong> modo che crederò <strong>il</strong> più ab<strong>il</strong>e. Voi probab<strong>il</strong>mente non avretel'amministrazione commerciale dell'intrapresa; ma potete fin d'ora <strong>di</strong>re all'amministratore<strong>di</strong> prendere ricordo degli associati dei quali mando i nomiqui appresso; e fate ch'egli mi scriva per <strong>di</strong>rmi se gli piace <strong>di</strong> lasciare a mela cura <strong>di</strong> ricevere le associazioni a Firenze ed <strong>il</strong> resto della Toscana, e qualisono in ogni caso le sue con<strong>di</strong>zioni. Quì non posso far pagare più del prezzoche verrà da voi medesimi fissato per l'estero. Bisogna dunque che a chiriceve la associazione e ne prende sopra <strong>di</strong> sé <strong>il</strong> rischio, l'amministratorefaccia un ribasso che lasci una <strong>di</strong>screta provisione, e cuopri la spesa <strong>di</strong> car-1461 Non figura <strong>nel</strong>la minuta l'elenco dei giornali.


www.accademiaurbense.itteggio, e le provisioni ch'io medesimo devo pagare in provincia, non foss'altroche per far riscuotere dal debitore.Secondo tutte le aparenze, la missione del nuovo giornalismo sardoligurecominciasi in mezzo a circostanze <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i assai. A vedere <strong>il</strong> nuovoduca <strong>di</strong> Parma andar a cercare le sue ispirazioni a M<strong>il</strong>ano anziché a Torino,è <strong>di</strong> pessimo augurio. In questo momento, più che mai, gli occhi sono rivoltia Carlo Alberto..Il precedente <strong>di</strong> Pontremoli <strong>di</strong>venta poi molto imbarazzante.Id<strong>di</strong>o ajuti l'Italia. E voi, caro amico, ajutatela col linguaggio che tuttiaspettano da nob<strong>il</strong>i vostri sentimenti. Ad<strong>di</strong>o, <strong>il</strong> vostro aff.moNota <strong>di</strong> associati alla Lega doganale o itali~na.VieusseuxG.P. Vieusseux, 6 mesi, Firenze.Marchese Giuseppe Arconati, 6 mesi, Firenze.Dr. Raffaello B<strong>il</strong>li, 6 mesi, Castelfranco <strong>di</strong> Sotto (Toscana).A tergo:Al Signor Domenico Buffa. Genova.Sig. Dom.co Buffa. Genova.27GIAMPIETRO VIEUSSEUX A BUFFAFirenze, 27 <strong>di</strong>cembre 1847.Vi confermo la mia 24 corro ed intanto che aspetto lettere dell'amministratoredarò a voi i nomi <strong>di</strong> quelli associati, che mi possono venire, allaLega Italiana} e che vi prego far mettere subito in regola. Fate dunqueregistrare: S.E. <strong>il</strong> Marchese Cosimo Ridolfi, Firenze} per 6 mesi. Vi saluto<strong>di</strong>stintamente.VieusseuxA tergo:Al Signor Domenico Buffa. Genova.147


www.accademiaurbense.it28CARLO NEGRONII A BUFFACarissimo Buffa.Novara, 3 gennaio 1848.Vi vengo innanzi um<strong>il</strong>e e col capo chino, sapendo <strong>di</strong> essere in colpa.lo dovevo molto prima d'ora ringraziarvi dell'avermi procurato la conoscenzadell'ottimo Monta<strong>nel</strong>li, del cortese Vieusseux e del gent<strong>il</strong>issimo Aquarane,i quali (e soprattutto Aquarone e Monta<strong>nel</strong>li) mi fecero oltre modocaro e gradevole <strong>il</strong> breve mio soggiorno in Toscana.Aquarone l'aveva con voi perché gli facevate aspettare per non so quantesettimane le correzioni degli ultimi fogli delle vostre Origini, che allora sistavano stampando; intanto <strong>il</strong> tipografo se la pigliava con lui, che nonaveva colpa. D'allora in poi io non seppi più nulla delle Origini (così, sepure la memoria non mi tra<strong>di</strong>sce, dev'essere intitolato <strong>il</strong> vostro libro): evorrei che aveste la compiacenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmene qualcosa. Oltre all'amore cheio ho per tutte le cose vostre, ho anche una ragione particolare per essereaffezionato a quel lavoro, giacché rimase per alcune settimane compagno allamia solitu<strong>di</strong>ne, quando si era conchiuso, col Rusconi <strong>il</strong> contratto per lastampa che poi non ebbe effetto.Datemi anche altre notizie <strong>di</strong> voi e delle cose vostre. Una parte <strong>di</strong>queste notizie le ebbi per via in<strong>di</strong>retta e riseppi con gran<strong>di</strong>ssimo piacereche voi col ch. Mamiani vi siete posto a capo della Lega Italica che si pubblicheràquoti<strong>di</strong>anamente a Genova. Sapete voi, mio buon amico, che io houn'altra ragione particolare per essere in singola maniera affezionato allaLega Italica? lo avevo firmato, ora saranno due mesi, con qualche stu<strong>di</strong>o unprogetto d'un giornale quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> politica: <strong>il</strong> titolo che io avevo imaginatoera precisamente quello <strong>di</strong> Lega Italica: i miei inten<strong>di</strong>menti non <strong>di</strong>coche fossero assolutamente e in tutto eguali ai vostri, ma <strong>nel</strong>la sostanza nonpotevano essere <strong>di</strong>versi, giacché conosco <strong>il</strong> vostro modo <strong>di</strong> pensare, e senon siamo perfettamente all'unissono, non siamo tampoco <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>. Il mioprogetto andò a Torino, e quivi fu rimpastato da altri e <strong>di</strong>venne <strong>il</strong> Risorgimento.E risorgimento sia per tutti quelli che hanno bisogno <strong>di</strong> risorgere.Ma io non ho perduto <strong>il</strong> primiero affetto alla Lega Italica, e poiché la vedoeducata da voi e messa in onore, le mando un saluto, e le auguro tutto quelbene che ella può desiderare. Voi siete in una posizione felicissima per 50-1 Letterato ed eru<strong>di</strong>to novarese. Cfr. GUIDO BUSTIco, Dantof<strong>il</strong>i e dantisti in Novara,Novara, 1921.148


www.accademiaurbense.itstenere un giornale italiano: Genova, posta a capo del Me<strong>di</strong>terraneo, sembradestinata dalla Provvidenza <strong>di</strong> Dio ad essere la scolta a la vedetta dellaPenisola.Oh! Giovatevi del vostro bell'ingegno, ora che l'ingegno non è più lanota dei rejetti: e fate del bene, ora che <strong>il</strong> far bene non è più interdetto.E ricordatevi talvolta del vostro lontano amico, <strong>il</strong> quale, se spesso è pigro<strong>nel</strong>lo scrivere, non è però pigro giammai <strong>nel</strong>l'amarvi e <strong>nel</strong> proseguirvi colmemore pensiero. Ad<strong>di</strong>o.Carlo NegroniA tergo: All'OnorevoI Signor Avvocato Domenico Buffa. Ovada. 2Caro amico.29BARTOLOMEO AQUARONE A BUFFAFirenze, 3 gennaio 1848.Da Noli non ho ricevuto alcuna lettera; ed io, argomentando dal ritardoa rispondermi che non occorresse più far conto su quel mezzo, ti hospe<strong>di</strong>te 120 copie delle Origini, via or<strong>di</strong>naria, cioè per mezzo <strong>di</strong> uno spe<strong>di</strong>zioniere,Luigi Ramacci, all'in<strong>di</strong>rizzo Curti e Rissetti, uffici del velocifero.Fra qualche giorno fanne indagine, onde non si smarrisca quello invio.Delle copie degli associati ne ho ritirate 19; altre <strong>di</strong>eci copie ne hospe<strong>di</strong>te al Gar; aspetto occasione per spe<strong>di</strong>rne le sue lO al Tommaseo. Frattantoho pagato 150 franchi allo stampatore a conto del 1/3 che gli dovevaesser pagato alla consegna dell'e<strong>di</strong>zione. Rimane <strong>di</strong> questo primo terzo ancoraun 50 franchi a pagare, che pagherò <strong>nel</strong>la settimana. Il rimanente dell'ammontaredell'e<strong>di</strong>zione, cioè 476 lire fiorini, me l'ho accollato con unacambiale, da pagarsi fine marzo; per la quale scadenza, mi raccomando allatua memoria.L'e<strong>di</strong>zione ci costò 926 lire fiorini (ma tolse 26 lire) con altre 26 ristampa<strong>di</strong> quei due foglietti dell'intestazione dei capitoli. Le 75 copie al5 % che si accollo <strong>il</strong> Cecchi, sommando a lire fiorini 222, rimanevano anostro debito 731 lire, delle quali 236 pagate in contante; rimangono a scadenza473 lire pel marzo. Alcune copie l'ho poste in ven<strong>di</strong>ta presso <strong>il</strong> Vieusseux,e vedremo.2 La lettera è stata <strong>di</strong>rottata a Genova.149


www.accademiaurbense.itMi spiace della rettoricata; ma l'aveva prevista. Quì tu assieme a Ranco,farete meglio d'ognuno.Ti scriverò una volta la settimana, <strong>il</strong> venerdì, dopo aver accattato espiato <strong>il</strong> giovedì sera dal Protettore.Verso la metà del mese ti manderò un quadro politico della Toscana.Parimenti un altro lavoro <strong>di</strong> cui m'incaricherei, è <strong>il</strong> municipio consideratocome elemento politico. Dove altri non se ne occupi, lo farò io.Il corrispondente a Modena (ch'è un marchese) che <strong>di</strong>segnavo in mente,non ci può, o non vuole servirei. Collegno ne cerca un altro, faccio io lostesso, e fate voi pure altrettanto. La ventura a chi riesce prima.Ad<strong>di</strong>o. Scrivimi presto, facendomi conoscere <strong>il</strong> programma, che mi puoiinviare, <strong>nel</strong>le bozze <strong>di</strong> stampa. Ho bisogno <strong>di</strong> prendere l'intuonazione.Saluta Ranco e voglirni bene. Il tuoMeoA tergo: Signor Domenico Buffa. Genova.30GIACOMO DURANDO A BUFFAPreg.mo Sig.re.Torino, 5 gennaio 1848.Dovendosi cominciare <strong>nel</strong> prossimo febbraio la pubblicazione del giornalepolitico quoti<strong>di</strong>ano l'Opinione <strong>di</strong> cui sarò <strong>di</strong>rettore, ho l'onore <strong>di</strong> offrirle<strong>il</strong> cambio colla Lega Italiana. Ignorando però <strong>il</strong> giorno preciso in cuii due giornali comincieranno, e desiderando avere tutti i numeri della Lega,la prego <strong>di</strong> volermeli rimettere, finché <strong>di</strong> comune accordo tra le due Direzionisi formalizzi <strong>il</strong> cambio regolare, colle rispettive indennità, se vi sarà luogoa esse. In ogni modo rimango io personalmente risponsab<strong>il</strong>e del pagamento,fino a tutto febbraio dal corr.te mese.Dev.mo obb1.mo servitore.Giacomo DurandoAlbergo <strong>di</strong> LondraIn calce e sulla busta: Signor Dire~toredella Lega Italiana. Genova.150


www.accademiaurbense.it31IL CONSOLE STATUNITENSE IN GENOVAAL DIRETTORE DEL GIORNALE LA LEGA ITALIANAGenova, 7 gennaio 1848.lo vi prego, o signore, <strong>di</strong> voler mettere <strong>il</strong> mio nome fra quelli degliabbonati al vostro giornale. E frattanto non posso a meno <strong>di</strong> esternarvi <strong>il</strong>piacere col quale io vedo ogni giorno sorgere nuovi elementi <strong>di</strong> prosperitàper quel paese che, fu culla <strong>di</strong> scienza e d'eroi, piacere che meco <strong>di</strong>vidonoi miei compatrioti.Egli è poco che <strong>nel</strong> mio paese ebbe luogo una grande adunanza avefiguravano le persone più <strong>il</strong>lustri, e fu votato un in<strong>di</strong>rizzo a Pio IX, <strong>il</strong> primoautore del riscatto d'Italia, per manifestargli i sentimenti nutriti in quellaterra, che più <strong>di</strong> qualunque altra ha <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiamarsi sorella dellavostra bellissima penisola, perché scoperta da un ligure e perché essa ancoraebbe a sopportare <strong>il</strong> giogo dello straniero.Fra i tanti mezzi ai quali si ricorse per restituire all'Italia la sua nazionalità,nessuno tanto mi rassicura quanto <strong>il</strong> saggio trattato della lega doganale.Questo si fu veramente <strong>il</strong> primo passo per cui l'Italia riacquisteràtutta la sua influenza <strong>nel</strong> commercio, e già mi pare <strong>di</strong> vedere la federazioneamericana unita a questa lega. Libertà e commercio: ecco la vita delle nazioni.Al mio ritorno in patria, farò per me quanto sarà possib<strong>il</strong>e a taleoggetto, e mi gioverà, spero, la residenza <strong>di</strong> sei anni in quei luoghi aveColombo respirò le prime aure, la cognizione e la pratica del commerciodella penisola. La vostra Lega Italiana mi sarà <strong>di</strong> grande aiuto per le eccellentie premurose notizie che mi somministrerà delle cose italiane.SonoLesterSulla fascetta del piego: La Direzione della Lega Italiana. Genova.In epigrafe si legge: traduzione.151


www.accademiaurbense.it32MINUTA DI LETTERA DI BUFFAAL DIRETTORE GENERALE DELLE POSTE IN TOSCANAIll.mo Sig.r e P.ron Col.mo.Genova, 7 gennaio 1848.Si pubblicherà tra breve in Genova un foglio politico intitolato La LegaItaliana, del quale le invio, unitamente a questa mia, <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> saggio,pregandola ancora <strong>di</strong> accettare benignamente (quando uscirà) una copia deldetto giornale che la Società della Lega le offre per mezzo mio. lo sonoincaricato dalla Società medesima <strong>di</strong> pregarla perché si degni dare a tuttigli uflicii postali <strong>di</strong> codesti Stati le opportune <strong>di</strong>sposizioni, affinché sienoautorizzati a ricevere e trasmettere le associazioni alla Lega Italiana. Neltempo medesimo mi fo un dovere <strong>di</strong> notificarle che per mezzo del Ministrosardo residente in codesta capitale abbiamo già ricorso al Governo <strong>di</strong> S.A.I.R.acciocché ci fosse permesso servirei delle poste per questo oggetto.O contemporaneamente alla presente, o poco dopo, riceverà un paccocontenente 200 esemplari del numero <strong>di</strong> saggio e 200 cartelloni, i quali, laprego, che si compiaccia <strong>di</strong> mandare ai principali ufficii postali dello Stato,avvertendo i sig.ri impiegati <strong>di</strong> affiggere i detti cartelloni <strong>nel</strong>l'ufficio loro apiena vista del pubblico. La Società della Lega pagherà le spese <strong>di</strong> postaper l'invio <strong>di</strong> detti esemplari e cartelloni, appena le siano notificate. Essaoffre ai sig.ri impiegati che volessero adoperarsi a raccogliere gli abbonamentiuno sconto del 4 p. %.Sperando <strong>di</strong> ottenere dalla S.V.I. <strong>il</strong> desiderato intento, mi <strong>di</strong>co colpiù profondo ossequio della S.V.I. devot.mo servitore.<strong>di</strong>rettore della Lega ItalianaDomenico Buffa33GIAMPIETRO VIEUSSEUX A BUFFACarissimo Buffa!Firenze, 8 gennaio 1848.Replico alla vostra del <strong>di</strong> 4, e commcio per rallegrarmi con voi deipotenti ajuti che trovate a Genova per la vostra intrapresa. Aspetto con152


www.accademiaurbense.itimpazienza <strong>il</strong> vostro programma. Ma <strong>il</strong> Mamiani che vi doveva essere collega,non dovrà egli recarsi a Pesaro in seguito alla morte <strong>di</strong> suo fratello?e privarvi per conseguenza, almeno per qualche tempo, della sua cooperazione?Se l'amministrazione non potrà concedermi che solo 12 % bisogneràben che me ne contenta; ma <strong>il</strong> 15 % ch'io domando gioverebbe per r<strong>net</strong>termi<strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> largheggiare con quelli, a cui corrisponderlo <strong>di</strong> provincia,che si rivolgeranno a me per avere la La Italiana. Mi rincresce per voi chevenghiate <strong>il</strong> quarto, perché i primi vegnenti, in fatto <strong>di</strong> giornali, hannosempre un vantaggio. Il Risorgimento ch'è venuto <strong>il</strong> primo fa più associatidella Concor<strong>di</strong>a, e nessuno ancora mi ha chiesto l'Opinione. Checché nesia, non dubitate, ch'io mi darò tutto a premura: non bisogna <strong>il</strong>ludersiperò, la concorrenza è grande, e i 12 giornali che già esistono in Toscana(e in parola d'un decimoterzo) stancano un poco la borsa degli amatori.Tra i quattro nomi che vi ho dato, quello che non avete potuto decifrarbene è <strong>il</strong> mio, cioè per quella copia destinata al mio Gabi<strong>net</strong>to. Appenami saranno pervenuti i programmi, o pure <strong>il</strong> primo numero specimen, nefarò fare la <strong>di</strong>stribuzione a tutte le persone <strong>di</strong> mia relazione.La persona <strong>di</strong> cui mi domandate informazioni è onestissima e piuttostocolta, la crederei adattata per un impiego secondario <strong>nel</strong>l'amministrazione;ma in second'or<strong>di</strong>ne beninteso, non mai in un impiego dov'ella dovesse esserealtro che semplice esecutrice <strong>di</strong> un regolamento preciso. Come <strong>di</strong>rettoredella Società Tipografica <strong>il</strong> F[oresti] V[incenzo] si fece canzonare, emostrò non essere niente affatto uomo <strong>di</strong> affari. Ciò resti confidenziale tranoi. Credetemi al solito <strong>di</strong> tutto cuore vostro aff.mo amicoVieusseuxIn questo momento ricevo la cara vostra del dì 6. Aspetto <strong>il</strong> Massaricon impazienza, e farò buon uso della bella pacottiglia che mi mandate;e i cartelloni verranno affissi in tutta la Toscana per cura mia, fuorché aPisa, Lucca e Livorno.Ma cosa <strong>di</strong>avolo viene a far quì <strong>il</strong> Massari? Lasciar <strong>il</strong> Piemonte, orache la stampa è libera, mi pare un errore. Del resto mi sarà caro far la suapersonale conoscenza.A tergo:Al Sig. Domenico Buffa. Genova.153


www.accademiaurbense.itCarissimo cognato.34CESARE DALL'USO A PAOLO SCONNIO 1Livorno, lO gennaio 1848.Accuso la cara tua dell'8 andante. Mi provo <strong>di</strong> farti, al meglio possib<strong>il</strong>e,una descrizione <strong>di</strong> ciò che qui è avvenuto dal giorno <strong>di</strong> giovedì 6 and.tea tutto oggi. Mercoledì sera 5 and.te cominciò a circolare un in<strong>di</strong>rizzo aitoscani che jeri poi fu <strong>di</strong>ffuso a migliaja <strong>di</strong> copie, <strong>nel</strong> quale prendendo ragionedalla fine deplorevole della questione pontremolese e dell'inoltrarsidelle truppe austriache, si notava la nullità dei provve<strong>di</strong>menti presi, e sisuggerivano dei mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, <strong>di</strong> cui la prima guarentigia dovesse essereun cambiamento <strong>di</strong> ministero.In una piccola fazione <strong>di</strong> popolo sembrò che questo in<strong>di</strong>rizzo avessefatta profonda impressione. La sera del 6, circa le ore 5, si radunò davantial palazzo del governatore, seguitata da una folla immensa <strong>di</strong> curiosi e chiedendoarmi. Il governo credè bene fare uscire la cavalleria composta <strong>di</strong>50 uomini per mettere <strong>il</strong> buon or<strong>di</strong>ne, ma furono obbligati a farla ritirareper non far nascere un massacro, giacché si presentarono molti del bassopopolo <strong>di</strong>nanzi con dei st<strong>il</strong>i e pistole. Quin<strong>di</strong> fu chiesta la presenza del gonfalonieree parte della suddetta fazione si <strong>di</strong>resse alla sua abitazione, recandouna carrozza <strong>di</strong> vettura, e da cui staccarono <strong>il</strong> cavallo. Il gonfalonieresi prestò subito al desiderio del popolo, e giunto dal governatore poco dopocomparire sulla terrazza fece motto dei 2000 fuc<strong>il</strong>i già acquistati e dellealtre commissioni date dal governo, ma ciò non bastò per persuadergli. Inallora fu proposto una deputazione che formulasse a nome del popolo leloro domande e furono nominati <strong>il</strong> Larderel, F.D. Guerrazzi, Gio. Fa<strong>nel</strong>li,E. Bartelloni, avv. Luigi Giera, P.G. Bartellini, dr. Tito Malenchini, avv.R. Franzi, Luigi Crecchi, Marco Mastacchi, G. Guarducci. Furono tutte lepersone nominate condotte dal governatore e vollero che <strong>il</strong> Guerrazzi venissesulla terrazza, ove comparso, domandò al popolo cosa chiedeva. Popolo:armi! G[uerrazzi ]: avete ragione, perché siamo minacciati e <strong>il</strong> nemico èvicino, ma vi siete mal <strong>di</strong>retti. Il governatore locale non ha danari, né or<strong>di</strong>niper provvedervele, per cui è necessario rivolgersi al governo superiore.Domani la deputazione da noi nominata si adunerà al palazzo comunitativo,i nostri desideri saranno noti al Principe, e voi saprete <strong>il</strong> resultato dellevostre premure, e poi farete quello che vorrete.1 Questa lettera è giunta alla redazione del giornale La Lega Italiana. Il mittenteera, come si r<strong>il</strong>eva dal documento, un graduato della guar<strong>di</strong>a civica <strong>di</strong> Livorno.154


www.accademiaurbense.itFurono applau<strong>di</strong>te queste poche parole, e quin<strong>di</strong> vollero che <strong>il</strong> governogli facesse conoscere <strong>il</strong> motivo per cui aveva fatto uscire la cavalleria. Aquesto rispose <strong>il</strong> Guerrazzi, che <strong>il</strong> governo aveva voluto garantire l'or<strong>di</strong>nee la quiete del paese. Non sod<strong>di</strong>sfece questa risposta, ed allora pregò chea suo riguardo per quella sera si sciogliessero e che domani al palazzo communitativoavrebbe procurato <strong>di</strong> dargli anche questa sod<strong>di</strong>sfazione.La mattina del 7 si adunò la detta deputazione ed alle ore 13 circa <strong>il</strong>Guerrazzi fece lettura <strong>di</strong> una notificazione che fu affissa <strong>il</strong> giorno dopo perla città, che fu <strong>il</strong> primo atto dei deputati e questo non era che una ripetizione<strong>di</strong> ciò che aveva detto <strong>il</strong> medesimo la sera precedente.Alle ore 3 Y2 circa, per la prima volta, <strong>il</strong> Guerrazzi si recò alla casermadella guar<strong>di</strong>a civica, e vi furono delle persone che si adopravano perla riconc<strong>il</strong>iazione del medesimo con Bartolomei ed altri che non lo vedevano<strong>di</strong> buon occhio, giacché sospettavano <strong>di</strong> qualche tra<strong>di</strong>mento, come lo sospettavala maggior parte della popolazione, e, loro malgrado, per non farsorgere un nuovo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne accon<strong>di</strong>scesero.Sembrava che fosse ristab<strong>il</strong>ito <strong>il</strong> buon or<strong>di</strong>ne, ma la sera dell'8 fu conosciutoche la <strong>di</strong>mostrazione del 6 era molto tempo che si credeva <strong>di</strong> farlanascere, e dai <strong>di</strong>scorsi. fatti dal Guerrazzi e da molti del suo partito fecerosospettare un tra<strong>di</strong>mento. Il governo sembra che avesse pure dei sospetti,giacché ieri mattina alle ore 5 giunse in Livorno cinque compagnie d'infanteriae altri 50 uomini <strong>di</strong> cavalleria.Il partito retrogrado del Guerrazzi si adoprò immensamente per spargeredell'o<strong>di</strong>o contro la truppa, <strong>di</strong>cendo che <strong>il</strong> governo non si fidava dellaguar<strong>di</strong>a civica e se non avessero fatto retrocedere le truppe mandate, si sarebberonuovamente ritirate in peggiori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> un anno ad<strong>di</strong>etro, ed<strong>il</strong> Guerrazzi stesso si portò alla caserma dei civici, ripetendo le stesse parolee scongiurando i civici a non impugnar l'armi in aiuto del governo, ed altri<strong>di</strong>scorsi che servirono ad intieramente smascherarlo. Il Bartellini, nominatodeputato, aveva instigato <strong>il</strong> basso popolo a recarsi ieri sera in piazza perresistere a truppa e civici, promettendo <strong>il</strong> saccheggio della città.A un'ora dopo mezzo giorno regnava un gran<strong>di</strong>ssimo mal'umore e inpiazza d'arme vi erano moltissime persone che attendevano <strong>il</strong> Ridolfi, consigliere<strong>di</strong> stato, per conoscere l'istruzioni che aveva dal granduca. A un'orae mezzo circa giunse al palazzo e dopo poco fece chiamare tutto lo statomaggiore della guar<strong>di</strong>a civica e gli or<strong>di</strong>nò che facessero l'appello <strong>di</strong> tutti iquattro battaglioni per l'ore tre e mezzo.Alle ore 4 già 2000 circa civici si trovavano <strong>nel</strong>la caserma armati perattendere l'ora d'uscire e 1200 soldati consegnati alla caserma, uniti a 120uomini <strong>di</strong> cavalleria. Alla detta ora uscì due notificazioni del detto Ridolfi155


www.accademiaurbense.itave avvisava che era noto al governo che un piccolo numero <strong>di</strong> tristi tramavano<strong>di</strong> far nascere un tumulto in quella sera, e pregava i buoni dopo leore 24 <strong>di</strong> ritirarsi, giacché <strong>il</strong> governo avrebbe agito colla forza, e l'altra pregavai civici a dar mano in caso <strong>di</strong> bisogno alla truppa, e dandogli liberafacoltà <strong>di</strong> agire a seconda della circostanza.Alle ore 5, <strong>il</strong> colon<strong>nel</strong>lo della guar<strong>di</strong>a civica Bernar<strong>di</strong> fu obbligato <strong>di</strong>fare uscire la compagnia <strong>di</strong> 200 uomini, composta <strong>di</strong> veneziani, giacché nonera più possib<strong>il</strong>e tenergli in caserma, ed alle ore sette si trovarono in piazza2000 civici bene armati. Dopo essersi trattenuti un quarto d'ora circa inpiazza, si <strong>di</strong>visero in <strong>di</strong>eci pattuglie <strong>di</strong> 200 uomini ognuna e perlustraronola città ono alle ore 9. Alle 9 rientrarono in caserma ave mangiarono e bevveroed alle ore Il sono usciti <strong>di</strong> nuovo, e la compagnia dei veneziani hannofatto i seguenti arresti unitamente ai gendarmi: dr. F.D. Guerrazzi, dottoMugnaini, M<strong>il</strong>la e figlio, Rupp, Mario Mastacchi, Ers<strong>il</strong>io Vignozzi, Ar. Crecchi,G. Ansuini, avv. Franzi ed altri che non mi è riuscito fin adesso <strong>di</strong> sapere<strong>il</strong> nome, i quali questa mattina alle ore 5 sono stati imbarcati sul vapore<strong>il</strong> Giglio, legati come Cristi e portati a Portoferrajo. Vi sono moltialtri arresti che si spera <strong>di</strong> effettuargli in questa sera, giacché vi è nuovamentela chiamata generale alla caserma.In casa del Guerrazzi furono arrestati sette in<strong>di</strong>vidui che volevano faredella resistenza, ed anzi <strong>il</strong> Guerrazzi e Mario Mastacchi si presentarono allaporta armati <strong>di</strong> st<strong>il</strong>i e pistole, ma i bravi veneziani non gli dettero tempo<strong>di</strong> adoprargli.lo, con altri cento uomini, ebbi in consegna la caserma ave vi sostavanooltre 1500 fuc<strong>il</strong>i, ma alle ore un<strong>di</strong>ci e mezzo <strong>il</strong> colon<strong>nel</strong>lo ha avutocompassione e mi ha mandato a letto. Se seguirà altri inconvenienti te nerenderò avvisato.Questa mattina alle ore Il è stata fatta la rivista delle truppe in piazza.Si è fatto dell'evviva alla truppa, i quali hanno risposto: evviva la civica.Il consigliere Ridolf si è avanzato sul terrazzo del suo palazzo ed ha gridato:viva la quiete livornese, viva Leopoldo II, viva la civica.San certo che dovrai duramente faticare ad intendere questa lettera,ma se avessi cercato <strong>di</strong> scrivere meglio, non avrei avuto tempo <strong>di</strong> dartitanti dettagli, giacché sono le ore 3 e mi resta <strong>di</strong> andare a pranzo, ed alleore 4 bisogna che sia impegnato alla caserma.Saluta tutti. Tuo cognatoCesare Dall'UsoA tergo:Signori Sconnio M<strong>il</strong>li e pel Signor Paolo Sconnio. Genova.156


www.accademiaurbense.it35LUIGI CARLO FARINI A BUFFASig.r Buffa carissimo.Osimo, 11 gennaio 1848.La ringrazio sinceramente dell'onore che mi fa invitandomi a collaborareal suo giornale, bello pel titolo; bello <strong>nel</strong> programma; bellissimo pe'nomi de' principali collaboratori. E tengo l'invito, ma non creda che io possaessere collaboratore molto operoso, perché non ho ingeno da tanto, ed hoaltre occupazioni gravi, ed ho impegni con altri giornalisti. Le manderò unarticolo sulle con<strong>di</strong>zioni delle nostre provincie per farle segno <strong>di</strong> animograto, ed in seguito le manderò quelle notizie che stimerò buone ad esserepubblicate costà. E questo è <strong>il</strong> poco che potrò fare e facendolo mi saràdolcissimo compenso l'amicizia sua, esclusa qualsivoglia altra maniera <strong>di</strong>compensamenti.Dica per me molte parole <strong>di</strong> stima ed affetto al nostro Mamiani, cuimi duole grandemente <strong>di</strong> non avere potuto riabbracciare, e gli <strong>di</strong>ca che saròmolto sod<strong>di</strong>sfatto, se potrò fare in questi paesi alcuna cosa in servizio suo.Una ragguardevole persona mi scrive da Napoli in data delli 8 corrente,che a giorni seguiranno gran<strong>di</strong> mutamenti, buono o malgrado <strong>il</strong> governo.A Roma regna sempre un'agitazione pericolosa: <strong>il</strong> governo è debole e nonsa spastojarsi dai vincoli che ha col passato. Il popolo è dominato da spiritianarchici. Il Papa soffre fisicamente e moralmente.Se Ella avesse modo <strong>di</strong> ritirare da codesto Municipio gli atti del congresso<strong>di</strong> Genova che debbono essere destinati per me, mi farebbe cosagratissima. Potrebbe per occasione favorevole mandarli all'avv. Bertini, nostrocomune amico, a Lucca.Mi creda pieno <strong>di</strong> osservanza ed affetto.Suo devot.mo, aff.mo amicoLuigi Carlo FariniA tergo: Al Chiarissimo Signore. Il Sig. Domenico Buffa Direttore del giornale« La Lega Italiana », Genova.157


www.accademiaurbense.it36FRANCESCO CASSINI 1A BUFFATorino, 16 gennaio 1848.Appena poté sapersi a Torino degli ultimi moti genovesi due padrigesuiti de' più influenti si recarono a corte: furono ammessi all'u<strong>di</strong>enza delre. Si <strong>di</strong>ce che i reveren<strong>di</strong>, raccomandandosi alla reale protezione, abbianoeseguito un magnifico colpo <strong>di</strong> scena, ajutati dall'unzione della loro oratoriae delle pose drammatiche più commoventi. Si <strong>di</strong>ce che le parole del re furonocalme e moderate, e che abbia promesso che non lascerebbe far male anessuno.Nella notte del sabato 8 corrente molti carabinieri e guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> poliziafurono visti entrare <strong>nel</strong> convento de' SS. Martiri per <strong>di</strong>fenderlo da un assaltonotturno, cui nessuno aveva mai pensato.Il signor conte Solaro della Margherita da una settimana in qua onora<strong>di</strong> sua frequenza gli scaloni e gli an<strong>di</strong>ti delle regie segreterie: non si sadove vada.Il sig. marchese Roberto d'Azeglio giovedl fu a pranzo col re. Levatele tavole, pregò S.M. che donasse le armi ad una trentina <strong>di</strong> giovani chesi esercitano oggìdì <strong>nel</strong>le manovre m<strong>il</strong>itari. La domanda 'non fu accolta.Al Caffè Nazionale sta esposto <strong>il</strong> figurino del nuovo costume m<strong>il</strong>anese.ler sera giunsero da Pavia quattro studenti. I <strong>di</strong>rettori dei giornali politicitorinesi furono ammoniti dal presidente <strong>di</strong> revisione <strong>di</strong> tenere un altro tono<strong>nel</strong>le polemiche <strong>di</strong> politica esterna. Sulle specialità però non furono determinatealcune regole certe, perché <strong>il</strong> ministero non ha voluto in<strong>di</strong>care inmodo <strong>net</strong>to <strong>il</strong> limite che dovrebbe assegnarsi alla libertà della <strong>di</strong>scussione:i revisori si stringono <strong>nel</strong>le spalle, perché vorrebbero salvare la capra e icavoli; ed intanto i giornalisti gridano contro le cesojate della revisione.Si pre<strong>di</strong>ca la necessità d'una legge repressiva, ma senza giuri staremmofreschi.[F. Cassini]A tergo:Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.1 Compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> del Buffa all'Università <strong>di</strong> Torino.158


www.accademiaurbense.it37VINCENZO BRUSCO ONNIS 1 A BUFFACagliari, 24 gennaio 1848.Un mio amICO <strong>di</strong> Genova, <strong>il</strong> sig.r Cesare Arduino, con sua lettera del16 corr.te mi invitava a nome della <strong>di</strong>rezione della Lega Italiana a farmicorrispondente della medesima, onde metterla a giorno dei fatti più interessantiche ponno aver luogo <strong>nel</strong>l'isola <strong>di</strong> Sardegna, somministrandole lenotizie più esatte intorno alle nostre cose. lo risposi all'Arduino con tuttapremura, accettando l'onorevole invito, e, parendomi intanto necessario <strong>di</strong>far conoscere <strong>di</strong>rettamente alla sjpettab<strong>il</strong>e] d[irezione] <strong>il</strong> mio assenso, lemando la presente, pregandola <strong>di</strong> un riscontro che mi <strong>di</strong>a una qualchenorma in proposito.Unitamente alla lettera del predetto signore ho ricevuto pure n° 50esemplari del 1 0vostro foglio della Lega Italiana, che mi affrettai a spargerefra i miei connazionali, ciò che frutterà, ne son certo, un buon numero<strong>di</strong> soscrizioni. In quanto da me <strong>di</strong>pende, nulla verrà omesso che possaridondare a vantaggio del suo egregio perio<strong>di</strong>co, <strong>il</strong> quale si ha cattivato, agiusto <strong>di</strong>ritto, la simpatia universale. Oltre a ciò <strong>il</strong> sig.r Arduino m'invitavapure a rimettere un qualche mio articolo originale, assicurandomi che sarebbegra<strong>di</strong>to, e ciò io farò <strong>di</strong> buon grado, e ne ringrazio anticipatamentela <strong>di</strong>rezione. Intanto, profittando <strong>di</strong> questa occasione, comincio ad inviarlealcuni cenni sulle attualità del nostro paese, e mi giova quì avvertire chetutte le notizie le quali io sono per comunicarle, saranno sempre senza eccezioneesattissime.Mi creda con alta e sincera stima della S.V. preg.ma devot.mo servitore.Vincenzo Brusco OnnisCagliari, 24 gennaio.p.s. Non si è ancora pubblicata la legge sulla stampa, non si è ancora nominato<strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> revisione, non si possono pubblicare nuovi giornali.Ciò ha prodotto un senso dolorosissimo in tutte le città della Sardegna. Seè vero che per la fusione completa <strong>di</strong> tutti gl'interessi dell'isola con quellidelli stati continentali, <strong>il</strong> governo ha d'uopo <strong>di</strong> gravi e lunghi studj preparatorii,<strong>il</strong> governo ha maggior bisogno <strong>di</strong> essere <strong>il</strong>luminato, e in questo caso1 Patriota e giornalista cagliaritano.159


www.accademiaurbense.itla larghezza della stampa <strong>di</strong>venta necessanssima. Ciò non per tanto i Sar<strong>di</strong>sono ancor privi <strong>di</strong> questo benefizio, <strong>di</strong> cui godono già da molto i popolifratelli del Piemonte e della Liguria. Per siffatta ragione un malcontentoprofondo serpeggia sordamente <strong>nel</strong>l'isola. Il governo ci pensi.Nel corrente inverno, rigido oltre l'usato, una miseria spaventevoleregna in tutti i paesi della Sardegna. Quì, a Cagliari, <strong>nel</strong> giro <strong>di</strong> pochi giornimorirono lungo la via cinque accattoni assiderati dal freddo, estenuati dallafame. Il governo è <strong>il</strong> municipio rimanevano spettatori in<strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> questascena straziante! Una società però <strong>di</strong> benefiche persone, col frutto <strong>di</strong> volontarieablazioni, e <strong>di</strong> private questue veniva tosto in soccorso della immensamen<strong>di</strong>cità del paese, provvedendola d'alloggio, e <strong>di</strong> fuoco per tutto l'inverno.In una delle scorse sere compariva al teatro civico un or<strong>di</strong>ne del governoconcepito in questi termini: È proibito qualunque segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione,e i contravventori saranno punitt economicamente in quel modoche piacerà a S.E. Ai nostri giorni, <strong>nei</strong> quali la Dio mercè, gli Stati del reCarlo Alberto sono governati dalla legge, questo piacere <strong>di</strong> S.E. in fatto <strong>di</strong>pene dà a' nervi, quantunque in affari <strong>di</strong> sì lieve momento. Il governoci pensi.L'ultime notizie quì giunte dal continente produssero un effetto bendoloroso. Gl'affari <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e <strong>di</strong> Pavia in<strong>di</strong>gnarono tutti gli animi. I Sar<strong>di</strong>fremono come gli altri popoli dell'Italia, e come tutti gli altri popoli dell'Italiasono pronti a sagrificare le sostanze e la vita a <strong>di</strong>fesa dell'in<strong>di</strong>pendenzae della incolumità nazionale.Ai gesuiti non resta in Sardegna altro appoggio tranne quello <strong>di</strong> qualchedonnicciola e <strong>di</strong> qualche vecchio affigliato. I gesuiti hanno molti contida aggiustare colla Sardegna. Viva Gioberti! Viva la <strong>di</strong>eta elvetica! Ci scrivonodalla città <strong>di</strong> Tempio, in data del 17: Le acque del Termo sono salitepiù <strong>di</strong> tre metri oltre al segno in cui, al <strong>di</strong>re dei più vecchi, solevano alzarsiin quelle invernate massimamente piovose che Dio manda. Fa spaventou<strong>di</strong>re <strong>il</strong> racconto <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sastro. La corrente ha schiantato le molte esal<strong>di</strong>ssime travi del ponte provvisorio, e rovesciato buona parte dei pie<strong>di</strong>stallidel nuovo ponte. Poveri noi! Quando sarà che avremo un ponte sulTermo? I ministri sentenzieranno. Intanto la fame <strong>di</strong>vora un gran numero<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, e duecento famiglie, che traevano <strong>il</strong> pane dai lavori intorno alponte, saranno forse costretti a men<strong>di</strong>care. La desolazione della nostra cittàè indescrivib<strong>il</strong>e.A tergo:Alla Direzione del Giornale « La Lega Italiana ». Genova.160


www.accademiaurbense.it38GIUSEPPE ALBINI A TOMMASO FERRANDO 1Genova, 29 gennaio 1848.Il piroscafo napolitano giunto in questo porto pendente la notte, partitoda Napoli la sera del 26, <strong>di</strong>retto per Marsiglia, si chiama <strong>il</strong> « Nettuno »,della forza <strong>di</strong> 90 cavalli, comandato dal tenente <strong>di</strong> vascello cav. don DiegoSalinas con 47 uomini <strong>di</strong> equipaggio. Riferisce che la popolazione <strong>di</strong> quellacapitale è tranqu<strong>il</strong>la, che S.M. <strong>il</strong> Re ha fatto molte concessioni, per cui hannofatto delle feste, ma che <strong>nel</strong>la Sic<strong>il</strong>ia vi è sempre <strong>il</strong> più gran torbido. A bordonon ha passeggieri veruno, né personaggi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione.Sono suo aff.mo ser.oAlbiniP.S. La brigata Regina è partita da Genova <strong>di</strong>etro una staffetta arrivataverso le 5 p.m. con or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> fare doppia tappa. È pure in marcia perAlessandria un reggimento <strong>di</strong> cavalleria e qualche battaglione d'artiglieria.A tergo: Al Sig. P.rone Col.mo. Il Sig. Tommaso Ferrando. Genova.1 Tipografo. Presso <strong>il</strong> suo stab<strong>il</strong>imento si stampava <strong>il</strong> giornale La Lega Italiana.39IL DIRETTORE DELL'OMNIBUS DI NAPOLIAL DIRETTORE DELLA LEGA ITALIANA 1Egregio e gent<strong>il</strong>e sig. Direttore.Napoli, 3 febbraio 1848.Prendendo l'Omnibus una importanza positiva <strong>nel</strong>la politica d'Italia,perché del primo Stato italiano costituzionale, la prego fraternamente annunziarlo<strong>nel</strong> suo tanto accre<strong>di</strong>tato giornale. Ho per 15 anni sospirato, eDio sa come per 15 anni ho alimentata questa sempre moribonda fiaccola<strong>di</strong> stampa perio<strong>di</strong>ca! Ora aiutiamoci, affratelliamoci. E per lei <strong>di</strong>rettamente,la prego, dove dovesse ritardare la spe<strong>di</strong>zione del foglio, per legge <strong>di</strong> pub-1 Carta intestata: Offido dell' Omnibus <strong>di</strong>retto da Vincenzo Torelli (in Napoli).11161


www.accademiaurbense.itblicazione, mi man<strong>di</strong> scritto o stampaccia, subito delle cose più importanti.Ella sia certa che ho <strong>nel</strong> cuore <strong>il</strong> Vesuvio per la unità e felicità italiana. Micoman<strong>di</strong> liberamente.La saluto, e ringrazio con affetto e stima.Vincenzo Torelli40GIACOMO BALBI 1A BUFFAChiaris.mo Sig. Buffa.[Genova, 8 febbraio 1848] 2.Ho trovato a casa mia <strong>il</strong> suo biglietto al mio ritorno jeri sera, ma tar<strong>di</strong>ssimoe non poteva, più vedere mio fratello. Vengo <strong>di</strong> svegliarlo ed eccoquanto mi <strong>di</strong>sse. Il Corpo decurionale non ha potuto <strong>di</strong>scutere della leggesul municipio, perché non preparato <strong>il</strong> rapporto, ma che deliberò sopraquello per chiedere la guar<strong>di</strong>a civica. Rammentando tutti i servizi resi daquesta istituzione in altri tempi, e chiedere pure dei statuti rappresentativi,non potendo usare la voce costituzione, perché non <strong>nel</strong>la lingua italiana. Lavotazione <strong>di</strong>ede i seguenti risultati: 45 voti favorevoli, e 2 voti contrari.Di più <strong>il</strong> Corpo deliberò <strong>di</strong> mandare imme<strong>di</strong>atamente in deputazio<strong>nei</strong> due sindaci che sarebbero partiti jeri sera, se <strong>il</strong> rapporto che venne comp<strong>il</strong>atoda Vincenzo Ricci, avesse potuto essere copiato; ma che devonoessere già partiti.Ecco tutto quello che ho potuto sapere. Mi creda <strong>di</strong> cuore. Tutto suoG. BalbiA tergo: Al Chiarissimo Uomo. Al Sig. Domenico Buffa Direttore della Lega s.p.m.41VINCENZO BRUSCO ONNIS A BUFFACagliari, 8 febbraio 1848.Mentre <strong>nel</strong>la mattina del 30 precorso gennaio li studenti <strong>di</strong> questaRegia Università si trovavano congregati <strong>nel</strong>l'oratorio per le solite preci,1621 Nob<strong>il</strong>e liberale genovese.2 Senza data, ma, in or<strong>di</strong>ne al contenuto, sicuramente dell'8 febbraio 1848.


www.accademiaurbense.itdue <strong>di</strong> essi, per mandato <strong>di</strong> tutti, si presentarono al <strong>di</strong>rettore spirituale pregandoloa permettere che si cantasse <strong>il</strong> De profun<strong>di</strong>s, secondo la loro intenzione.Il <strong>di</strong>rettore volle conoscere <strong>il</strong> fine, e, come seppe che si trattava <strong>di</strong>suffragare le anime degli studenti assassinati a Pavia, rispose che non poteaconsentirsi senza permesso del governo. Ecco la religione assoggettata alpotere, e tolta anche la libertà della preghiera; ma non stupite, che quel<strong>di</strong>rettore troppo giovine ha da qualche anno la croce in petto e spasima perun canonicato! Tornò inut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> <strong>di</strong>vieto e fu cantato a suo malgrado.Nel seguente giorno 31 li stessi studenti domandarono dall'arcivescovo<strong>il</strong> consenso alla celebrazione <strong>di</strong> una messa solenne <strong>di</strong> requiem, Uscironoperò dalle <strong>di</strong> lui stanze con questa sola risposta: <strong>di</strong> aspettare l'arrivodel piroscafo che partirebbe da Genova <strong>nel</strong> 1 0febbraio.Di tal risposta arcivescov<strong>il</strong>e confortavasi lo stomaco dei pochi, chemolto confidano <strong>nei</strong> miracoli, perocché si persuasero tosto che <strong>il</strong> buon prelatoaspettasse, col prossimo corriere, la notizia della risurrezione dei morti;ma tutti gli altri la u<strong>di</strong>rono con sommo sdegno e li studenti non sapevanodarsi pace. Non mancò chi persuadesse questi giova<strong>net</strong>ti a riconoscere <strong>nel</strong>lacondotta dell'arcivescovo l'abbondante frutto delle assidue insinuazioni deifrati rugiadosi, coi quali egli si è talmente immedesimato, che possono<strong>di</strong>rsi una caro. Quin<strong>di</strong>, alcuni dei più ar<strong>di</strong>ti si recarono alla contrada delconvitto presieduto da quei cappelloni, e gridarono forte a basso i gesuiti,viva Carlo Alberto, Vedete come in pienissima buona fede possa commettersiun delitto, anzi un crimine lese, e se mai ne dubitate, u<strong>di</strong>tene leprove. Ventiquattr'ore dopo (2 febbraio) si pubblicava un proclama viceregio,che portando con esagerazione <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> quelli studenti da cinquantaa sessanta, li <strong>di</strong>chiarava autori <strong>di</strong> grida le più se<strong>di</strong>ziose e degni <strong>di</strong>tutto <strong>il</strong> rigore. Ne fu risoluzione precipitata, perocché deliberavasi in congresso,composto dall'arcivescovo e dal suo confessore gesuita P. Cabras,rettore del convitto. Si è provveduto anche al rispetto del proclama e <strong>il</strong>caporale della guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> porta V<strong>il</strong>lanuova, vedendo attrupparsi <strong>il</strong> popoloper leggerlo, or<strong>di</strong>nò alla senti<strong>nel</strong>la <strong>di</strong> passare pei fianchi la baio<strong>net</strong>ta achiunque osasse toccarlo. Non basta. Per tre giorni continui pattuglie <strong>di</strong>giorno e <strong>di</strong> notte intorbi<strong>di</strong>rono la pace e provocarono i citta<strong>di</strong>ni tranqu<strong>il</strong>li.Intanto i capelloni uscirono per le contrade con frequenza maggiore che perl'ad<strong>di</strong>etro, e in un dopo pranzo sette uniti passeggiavano per la darsena.Ieri, a notte, fu gettata una bomba dentro la loro cantina, che, sembròanche agli abitanti del lontano castello, lo scoppio <strong>di</strong> un cannone. Or sapete,per finirla, <strong>il</strong> perché si facciano queste scempiaggini? Vel <strong>di</strong>rò io. Perchéla perfetta parità <strong>di</strong> trattamento promessa ai sar<strong>di</strong> sta sinora <strong>nel</strong>la sola163


www.accademiaurbense.itcarta reale del 30 novembre. Che se si fosse abolita l'autorità viceregia,estesa anche a noi la legge della stampa e permessa la pubblicazione <strong>di</strong> nuovigiornali, ciascuno resterebbe <strong>nei</strong> suoi limiti e la cosa procederebbe pacificamente.Vincenzo Brusco Onnis42FRANCESCO CASSINI A BUFFACar.mo Buffa.Torino, 9 febbraio 1848.Coi giornali torinesi <strong>di</strong> jeri avrete ricevuto <strong>il</strong> proclama del re. Ogninostro desiderio fu compiuto, la politica e civ<strong>il</strong>e riab<strong>il</strong>itazione dei popol<strong>il</strong>iguri-piemontesi è consagrata dalla parola libera e solenne <strong>di</strong> Carlo Alberto.lo aveva ragione <strong>di</strong> scrivervi (domenica) che forse quando avretericevuto la mia lettera, la santa parola avrebbe sonato in mezzo alla riverenteed ansiosa aspettazione della popolazione del Regno! Cosi fu; la speranzanon fal1l: viva <strong>il</strong> Re!Avrei voluto scrivervi sino da lunedì a sera, ma per giungere a tempoprima del corriere, avrei dovuto spe<strong>di</strong>rvi una stafetta, e le mie attribuzionia vostro riguardo non si estendono a tanto. Di più non potevasiavere una assoluta certezza del buon successo delle determinazioni del re,perché le <strong>di</strong>scussioni del Consiglio <strong>di</strong> Stato furono circondate dalla piùgelosa secretezza. Anocra jeri a mezzodì buccinavasi d'una consulta pei soliaffari amministrativi: poi alle due si sparse la voce che avremmo avutouna cera rappresentanza, ma con una camera sola, limitata alla <strong>di</strong>scussionedelle questioni <strong>di</strong> finanza.Finalmente cessò l'angoscia, alle quattro pubblicavasi<strong>il</strong> regio proclama.Nelle piazze, <strong>nel</strong>le vie, <strong>nei</strong> caffè, chi aveva lo stampato lo leggevaad altissima voce, tra gli applausi tonanti dell'ebbra moltitu<strong>di</strong>ne. In unmomento, tutti ebbimo i colori italiani al petto.Alla sera esci un invito della città pell'<strong>il</strong>luminazione: fu improvvisa,ma splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ssima ed imponente. 11 popolo con torcie e ban<strong>di</strong>ere percorse,cantando inni nazionali, le vie affollate, <strong>di</strong>retto dalli soliti capitani dellalegione citta<strong>di</strong>na.Sul tar<strong>di</strong> usci pure uno stampato anonimo col blasone <strong>di</strong> Savoja infronte, <strong>nel</strong> quale avvertivasi che la coccarda della casa <strong>di</strong> Savoja era azzurra164


www.accademiaurbense.ite non tricolorata. lo credo che questo pubblico avvertimento ci venga dazelanti amici del re e del popolo, ma da tutti fu considerato come erroneo<strong>nel</strong> suo principio. Non vi si badò; continuarono a portare la coccarda italiana,perché l'avvenimento importante della data costituzione è avvenimentoitaliano, non sub-nazionale. Nei colori dell'Italia, come simbolo d'un pensieropiù largo e più sintetico è assorbita la coccarda sub-nazionale piemontese,pella quale non è sfregio <strong>il</strong> portare colori italiani, come non è piùeresia <strong>il</strong> <strong>di</strong>re che noi siamo provincia italiana. Anzi, ora che abbiamo unaItalia costituzionale, dovremmo pensare da senno a formarci ban<strong>di</strong>era ecoccarda nazionale, con un segno <strong>di</strong>stintivo pelle singole sub-nazionalità.La gioia del nostro popolo fu generale, sentita, <strong>di</strong>gnitosa. Noi senotiamo con generoso orgoglio d'essere degni del grande adempimento <strong>di</strong> nostresperanze!Ad<strong>di</strong>o. Viva <strong>il</strong> re. Viva Italia costituzionale 1.F. Cassini43UN PATRIOTA PARMIGIANO ALLA REDAZIONE DELLA LEGA ITALIANASignori Redattori della Lega Italiana.Parma, lO febbraio 1848.Da molti buoni patrioti si è osservato con qualche rammarico che lastampa italiana troppo poco si è occupata <strong>di</strong> trattare la questione e <strong>di</strong>combattere <strong>il</strong> fatto della presenza degli austriaci <strong>nei</strong> ducati <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong>Modena. Mi prendo la libertà <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>rvi pertanto un articolo che pregovi<strong>di</strong> voler inserire <strong>nel</strong> stimatissimo vostro giornale, portandovi tutte quellemo<strong>di</strong>ficazioni che credete del caso. lo non sono scrittore, ed anzi sareipago se <strong>il</strong> mio articolo venisse messo da un canto e servisse soltanto <strong>di</strong>base ad un altro che fosse meglio concepito.Non lasciate, signori redattori, <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care e <strong>di</strong> insistere perché lostato pontificio e la Toscana armino e presto. Insistete perché, senza d<strong>il</strong>azione,vogliano i quattro stati italiani riformati stringere una lega <strong>di</strong>fensivaed offensiva e che <strong>di</strong> comune accordo si preparino, e solidariamente, asostenere la lega italiana. Insistete perché una sola ban<strong>di</strong>era, simbolo dellacausa una dell'Italia, sia adottata da tutti i regnanti e che la ban<strong>di</strong>eranazionale debba soltanto portare <strong>nel</strong> centro uno stemma che rappresent<strong>il</strong> In epigrafe, sopra la data, si legge «Viva Italia Costituzionale »,165


www.accademiaurbense.itlo stato italiano a cui appartiene. Un sim<strong>il</strong>e simbolo d'unione avrà certamenteun sommo prestigio.Non vi stancate <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care ed armi e la sospirata alleanza. In uncaso <strong>di</strong> guerra, in tre o quattro giorni, quali possenti ajuti non si potrebberoavere in Toscana e in Piemonte dal <strong>regno</strong> <strong>di</strong> Napoli?Gli Italiani hanno bisogno d'imponenti masse, perché se viene <strong>il</strong> giornodel combattimento, la vittoria non resti un momento indecisa.Ricevete, signori redattori, un abbraccio sincero.A tergo: Alla Stimab<strong>il</strong>e Redazione della Lega Italiana. Genova.In calce alla lettera e all'articolo allegato si legge una X maiuscola.AllegatoPROTESTA CONTRO L'OCCUPAZIONE MILITARE AUSTRIACA DEI DUCATIDI MODENA E PARMA E CONTRO ALCUNE AFFERMAZIONI DEL GUIZOT lParma, lO febbraio 1848.Il Ministro Guizot <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>scussione degli affari d'Italia si espresse<strong>di</strong>nanzi la Camera dei deputati in rapporto alle intenzioni dell'Austria, <strong>nei</strong>termini seguenti: «Dacché <strong>il</strong> fermento dell'Italia è scoppiato, <strong>il</strong> Gabi<strong>net</strong>to<strong>di</strong> Vienna si è rivolto ai gran<strong>di</strong> gabi<strong>net</strong>ti europei, loro <strong>di</strong>cendo che nonintendeva intervenire negli affari interni <strong>di</strong> ciascun Stato italiano, che nonintendeva recare alcun ostacolo alle riforme interne che i sovrani, <strong>di</strong> concertocoi loro popoli, crederebbero a proposito <strong>di</strong> compiere. Ma che nonpoteva ammettere che queste riforme giungessero alla riorganizzazione territorialedell'Italia, e che ric1amava anticipatamente la loro adesione allaconservazione dello statu quo territoriale ».Lasciamo per ora da parte la quistione se una nazione che risorgee riven<strong>di</strong>ca imprescrittib<strong>il</strong>e <strong>di</strong>ritto della propria libertà e in<strong>di</strong>pendenza, abbiao no in pari tempo quello <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>nare <strong>nel</strong> modo che più le conviene<strong>il</strong> proprio territorio, e limitiamoci soltanto a mettere in prima luce laipocrisia del linguaggio del sig. Guizot. L'Austria, <strong>di</strong>ce egli, ha <strong>di</strong>chiaratonon aver intenzione d'intervenire negli affari interni <strong>di</strong> ciascun Stato italiano,e che non intendeva arrecare alcun ostacolo alle riforme interne1 Questo scritto non è stato pubblicato <strong>nel</strong>la Lega Italiana, ed è fac<strong>il</strong>e comprender<strong>nel</strong>a ragione, data la sua ois polemica. Ritengo ut<strong>il</strong>e riportarlo, perché in<strong>di</strong>ca compiutamentel'ansia dei patrioti parmigiani <strong>di</strong> inserirsi <strong>nel</strong> <strong>di</strong>alogo politico italiano, e <strong>di</strong><strong>di</strong>battere, attraverso la stampa, <strong>il</strong> grave problema dell'ingerenza austriaca <strong>nei</strong> ducati.166


www.accademiaurbense.itche i sovrani, <strong>di</strong> concerto coi loro popoli, crederebbero a proposito <strong>di</strong> compiere.Che in opposizione a sim<strong>il</strong>e <strong>di</strong>chiarazione abbia l'Austria clandestinamentee con ogni sforzo operato, non è da farne le meraviglie, perchécome potenza assolutista, cerca <strong>di</strong> far meglio che lo può <strong>il</strong> proprio interesse.E, finché si tratta che <strong>il</strong> sig. Guizot non voglia darsi per inteso <strong>di</strong>questi segreti maneggiamenti fatti dall'Austria, or col mezzo dei suoi ambasciatori,or con quello <strong>di</strong> delegati speciali, potrà da taluni essere scusato.Ma che un ministro <strong>di</strong> una grande nazione che parla al cospetto dellaCamera de' suoi deputati, possa con tanta sicurezza spacciar cose che cozzanoapertamente con inescusab<strong>il</strong>i, notorj, non meno che gravissimi fatti,ella è cosa assolutamente incomportab<strong>il</strong>e.L'Austria ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> non voler frapporre ostacolo alle riforme,ed intanto, violentemente, ha impe<strong>di</strong>to che <strong>il</strong> duca <strong>di</strong> Modena aderisse allaLega doganale, poscia stringe un patto con questo duca e con quello <strong>di</strong>Parma, ed occupa questi due Stati d'Italia in<strong>di</strong>pendenti colle sue truppe,per costringere i loro popoli al s<strong>il</strong>enzio e per impe<strong>di</strong>re a questi sovrani<strong>di</strong> far qualsiasi concessione che fosse da quelli invocata.Diteci un poco, sig. Guizot, se voi potete esser tanto cieco da nonvedere ben addentro in queste cose, <strong>di</strong>teci voi stesso, qual'è la vostrabuona fede, allorché parlate <strong>di</strong>nanzi la Camera un sim<strong>il</strong>e linguaggio? L'Austria,voi <strong>di</strong>te, non vuol opporsi perché <strong>nei</strong> singoli Stati italiani s'introducanoriforme <strong>di</strong> concerto fra popoli e sovrani; ma ci sarà permesso domandarvise è possib<strong>il</strong>e che avvenga sim<strong>il</strong>e concerto, quando per terzo intervienea comprimere i primi ed a sostenere i secon<strong>di</strong>, una forza brutale estraniera? E voi, meglio <strong>di</strong> noi conoscete (poiché lo <strong>di</strong>ceste voi stesso allacamera dei Pari) che le truppe dell'Austria entrarono <strong>nel</strong> ducato <strong>di</strong> Modena(e, fingeste <strong>di</strong> non saperle, anche a Parma) per assicurarvi la tranqu<strong>il</strong>litàa motivo delle perturbazioni da cui era agitato. Perturbazioni, voi <strong>di</strong>tesig. Guizot? Se foste uomo <strong>di</strong> scarso ingegno si potrebbe supporre chevoi non sapevate scorgere che le perturbazioni <strong>di</strong> questo Stato non eranoche la manifestazione del desiderio <strong>di</strong> ottenere da quel duca miglioramenti,a guisa degli Stati pontifici, <strong>di</strong> Toscana e del Piemonte, e ciò senza chefosse stato commesso alcun atto <strong>di</strong> ribellione. Ma <strong>il</strong> vostro linguaggio, nonpotendo essere accagionato ad ignoranza, non vi dovete offendere se siamoastretti <strong>di</strong> attribuirlo alla più pretta ipocrisia che è fatta guida della profondavostra politica.Messo però alle strette dai vostri avversari, al cospetto della Camera,siete stato trascinato a dover confessare che l'occupazione <strong>di</strong> Modena eParma è un fatto irregolare per parte dell'Austria. Ma <strong>il</strong> timore che questovostro detto possa far arricciare <strong>il</strong> naso al vostro beniamino principe <strong>di</strong>167


www.accademiaurbense.itMetternich, vi affrettaste <strong>di</strong> soggiungere tosto queste memorab<strong>il</strong>i parole:«Che non tutti i fatti però sono della medesima importanza, e che l'occupazionedei due ducati non può averne tanta quanta ne avrebbe l'occupazionedello Stato pontificio, o della Toscana ».Ma, come accade mai, che voi sig. Guizot vi mostrate tanto tenerodella in<strong>di</strong>pendenza, della sovranità dei singoli cantoni del Sonderbund, frai quali ve ne sono alcuni che non contano una popolazione <strong>di</strong> 20.000 abitanti,e che trovate, d'altronde, si poco importante l'azione in<strong>di</strong>pendentedei due ducati, la cui popolazione complessiva ascende a ben poco menod'un m<strong>il</strong>ione? Ben si vede che non sapete nemmeno esser coerente colfatto alla vostra teoria che, secondo le vostre parole testè citate, si <strong>di</strong>rebbeche tende a misurare l'importanza dei fatti della maggiore o minore grandezza<strong>di</strong> uno stato: massima ingiusta ed omicida <strong>di</strong> ogni più sacro <strong>di</strong>ritto.Né qui vogliamo perdere tempo a <strong>di</strong>mostrarvi che questi vostri principiisono assur<strong>di</strong>, come falsa e sleale la politica <strong>di</strong> cui vi fate campione.Per buona fortuna, la causa della libertà non può essere trattenuta<strong>nel</strong> suo corso, né dai sofistici an<strong>di</strong>rivieni <strong>di</strong> un Guizot, né dalla cieca caparbietà<strong>di</strong> un Metternich, perché <strong>il</strong> suo trionfo è scritto <strong>nei</strong> decreti dellaDivina Provvidenza. E guai se ai politici farisei della gran nazione, guai seagli uomini, qual voi siete, sig. Giuzot, fosse dato <strong>di</strong> far tanto perché lepotenze giungessero a mettere in ceppi tutti i popoli che circondano laFrancia, scopo a cui si meravigliosamente si presta, e pare che tenda l'assurdapolitica vostra, perché allora la nazione francese, ridotta alle solesue forze, e perduta ogni simpatia dei popoli, si vedrebbe pur essa allaperline costretta dalla lega delle potenze europee al compiuto sacrificiodelle sue franchigie e del suo reggimento costituzionale. La guerra sta <strong>nei</strong>principii e non altrimenti, ed è una <strong>il</strong>lusione poetico-<strong>di</strong>plomatica, se non èun calcolato tra<strong>di</strong>mento, quella del governo francese, allorché, abbandonandola vera strada che dovrebbe battere, si dà a credere <strong>di</strong> assicurare lecon<strong>di</strong>zioni della Francia col secondare i suoi implacab<strong>il</strong>i nemici <strong>nel</strong>la nefastaoppressione <strong>di</strong> tutti i popoli, e ajutandoli possentemente in cotal guisaa rendersi sempre più forti contro <strong>di</strong> essa.E per <strong>di</strong>r tutto, uno dei speciosi pretesti che si mettono in campodalla <strong>di</strong>plomazia a sostegno delle occupazione dei ducati <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong>Modena per parte dell'Austria è quello della riversib<strong>il</strong>ità; riversib<strong>il</strong>itàdella quale è improbab<strong>il</strong>issimo che si avveri <strong>il</strong> caso, specialmente pel ducato<strong>di</strong> Modena. Ma se quelle ragioni <strong>di</strong> riversib<strong>il</strong>ità sono una realtà e non unachimera, noi doman<strong>di</strong>amo perché non avrà del pari <strong>di</strong>ritto <strong>il</strong> re <strong>di</strong> Piemonte<strong>di</strong> occupare anch'esso colle proprie truppe quella parte del ducato<strong>di</strong> Parma che a lui può spettare un giorno pel <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> riversib<strong>il</strong>ità? Oltre168


www.accademiaurbense.ita che ella è cosa evidente che <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> riversib<strong>il</strong>ità non ha cosa alcuna<strong>di</strong> comune con quello che ha un principe regnante <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare suoiinterni or<strong>di</strong>namenti a suo grado.Ma, giacché abbiamo parlato <strong>di</strong> questa ingiustissima occupazione operatadall'Austria, non vogliamo lasciare <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere alcune parole ai duchi<strong>di</strong> Modena e Parma e loro francamente <strong>di</strong>ciamo: Aprite gli occhi una voltae date uno sguardo agli inevitab<strong>il</strong>i pericoli che vi sovrastano per l'avvenire.Voi v'appoggiate sullo straniero, ma giorno verrà, o tosto o tar<strong>di</strong>, che questisarà cacciato da un suolo che spetta alla nazione italiana, i cui <strong>di</strong>ritti sonoben più antichi <strong>di</strong> ogni trattato. E allora che sarà <strong>di</strong> voi? Lo straniero viabbandonerà alla giusta vendetta dei popoli vostri, che non solo con inconcepib<strong>il</strong>ecaparbietà defraudate <strong>di</strong> ogni miglioramento, ma che opprimete,ed avv<strong>il</strong>ite, e insultate colla presenza <strong>di</strong> bajo<strong>net</strong>te straniere. E i vostripopoli vi caccieranno inesorab<strong>il</strong>mente dai vostri Stati, vi rimanderanno aquello straniero con cui stringeste la più esosa alleanza, e v'accorgereteallora s'egli vorrà indennizzarvi della per<strong>di</strong>ta dei vostri dominj <strong>di</strong> cui fuesso primaria e indubitata cagione. Non <strong>di</strong>menticate, finché ne avete <strong>il</strong>tempo, che i popoli sono sempre generosi; che gli atti magnanimi deisovrani hanno tanto prestigio sul cuore dei loro soggetti da sapersi farperdonare, e perdonare sinceramente, ogni passata oppressione. Pensate chebello e luminoso è <strong>il</strong> regnare per l'amore del popolo; spregevole l'opprimerlocolle proprie forze, e vale più (quando queste non bastano) l'appoggiarsialle armi straniere. L'entusiasmo popolare sta ancora <strong>nel</strong>le vostremani, a vostro pro e sicurezza da una parte; dall'altra: o tosto o tar<strong>di</strong>,la giusta vendetta degli oppressi. Me<strong>di</strong>tate e scegliete.E per ultimo noi rivolgiamo la nostra preghiera a Pio IX, a Leopoldo,e a Carlo Alberto <strong>di</strong> non abbandonare la causa dei ducati <strong>di</strong> Modenae Parma. Piccoli sì, ma questi sono due Stati italiani, in<strong>di</strong>pendenti comegli altri che or trovansi felicemente rigenerati. Deh, faccian questi generosiregnanti <strong>di</strong> esser larghi <strong>di</strong> salutari consigli a cotesti duchi, onde entrinoa parte della Lega italiana! E, quando <strong>il</strong> consiglio non basti, ad essi nonmancheranno valenti mezzi perché sia rispettata l'in<strong>di</strong>pendenza dei dueducati, perché rispettando profondamente la causa e <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> questi,non possono andare <strong>di</strong>sgiunti dalla loro stessa causa, dai loro medesimi<strong>di</strong>ritti. Quando havvi lesione <strong>di</strong> principio vitale contro uno Stato, è semprecausa <strong>di</strong> assoluta solidarietà per tutti gli altri che possono trovarsi espostialle medesime vicende.169


www.accademiaurbense.it44EUGENIO LEONARDI lA BUFFAId<strong>di</strong>o protegga l'Italia.Avv.to Stimatissimo.Parma, 11 febbraio 1848.Stamane abbiamo ricevuto per lettere e per ogni altro mezzo <strong>il</strong> supplementoalla Gazzetta <strong>di</strong> Genova del 9 febbrajo corrente. Lode al magnanimoCarlo Alberto, al vero rigeneratore d'Italia, al sommo che, affidatoal solo amore del suo popolo, non ha temuto un istante <strong>di</strong> accordare unacostituzione, la più libera che desiderar si potesse. E sì, egli poteva ritardareancora senza suo pericolo, anzi, senza la menoma temenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne,la pubblicazione. Forte dell'amore dei popoli e della fedeltà dell'armata,poteva, <strong>di</strong>ssi, ritardare ancora per molto tempo la pubblicazione <strong>di</strong>questo grand'atto. Ma Carlo Alberto, che Id<strong>di</strong>o conservi lungamente all'amoreed alla felicità de' suoi popoli, volle generosamente prevenire ognidesiderio. Gloria immortale al sommo monarca.La gioventù <strong>di</strong> Parma e gli uomini provetti, non corrotti dal regimeaustro-bombelliano, hanno deciso unanimamente che domani sera <strong>il</strong> teatro,che è sempre deserto, sarà pieno <strong>di</strong> eletta società, <strong>il</strong> cui solo <strong>di</strong>stintivosarà la cravatta azzurra, coccarda nazionale dei popoli sabau<strong>di</strong>. Speriamoche la polizia e gli <strong>di</strong>sonesti suoi satelliti non provocheranno la nostra<strong>il</strong>limitata pazienza; ché questa volta potrebbe essere l'ultima davvero.Dopo i generosi sentimenti e l'entusiasmo espressovi <strong>di</strong> questa popolazione,non oso più parlarvi delle meschinità del nostro duca. Ha fattoun decreto per la leva <strong>di</strong> 500 uomini invece <strong>di</strong> 200 degli anni andati, perportare a numero le nostre truppe per darle all'Austria, in caso <strong>di</strong> guerra.Poveri Italiani! E come potranno battersi contro i loro fratelli, <strong>nel</strong>le f<strong>il</strong>el Eugenio Leonar<strong>di</strong>, era venuto in contatto col Buffa per mezzo <strong>di</strong> Enrico Noli;trasmetteva alla Lega Italiana notizie riguardanti i ducati. Il 20 marzo 1848 fu nominatocomandante della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Parma; <strong>il</strong> 26 <strong>di</strong> quello stesso mese, aveva già organizzatodo<strong>di</strong>ci centurie. Il 19 apr<strong>il</strong>e 1848 partiva alla testa dei volontari parmigiani perla Lombar<strong>di</strong>a, e <strong>il</strong> 30 apr<strong>il</strong>e, a Pastrengo, fu ferito al volto. Nella seconda metà <strong>di</strong> maggioritornò al campo ed assunse <strong>il</strong> comando dell'artiglieria parmense, con la quale partecipòai combattimenti in ritirata del secondo corpo d'armata dal 23 luglio al 5 agosto.Fu, in tale occasione, decorato con medaglia d'argento. Sciolta <strong>il</strong> 9 agosto, a Cerano inPiemonte, l'artiglieria parmense, <strong>il</strong> Leonar<strong>di</strong> ritornò a vita privata. L'8 gennaio 1849scrisse al Buffa una lettera interessantissima. Tra le carte Buffa è conservata una suamemoria, mandata al Massari: Gli Stati Parmensi <strong>nel</strong>l'apr<strong>il</strong>e 1856, <strong>di</strong> notevole interesse.170


www.accademiaurbense.itaustriache? Rifugge la mente al solo pensarvi. Ma Id<strong>di</strong>o, che visib<strong>il</strong>menteprotegge l'Italia, non lo vorrà.A tergo:Per l'Illustre Sig. Avv.to Buffa.[Eugenio Leonar<strong>di</strong>] 245FRANCESCO CASSINI A BUFFATorino, 14 febbraio [1848].La causa nazionale guadagna terreno ed invade anche l'armata. Malgradole severissime istruzioni del governatore e del ministero della guerra,la brava ed ottima nostra ufficialità ha sempre <strong>di</strong>viso con noi gioie e speranzepella felicità dei nostri destini. Ma l'allontanava da noi <strong>il</strong> rigore delle<strong>di</strong>scipline e quel falso spirito <strong>di</strong> politica in<strong>di</strong>fferenza che volevasi a tuttaforza imporre al soldato, quasi che l'uomo che cinge una spada pella <strong>di</strong>fesadel paese debba rinnegarne gli affetti generosi. Ora però che dobbiamessere tanti soldati, quanti siarn uomini capaci <strong>di</strong> portare un fuc<strong>il</strong>e, caddela stolta barriera che volevasi frapporre tra citta<strong>di</strong>ni e citta<strong>di</strong>ni, e riclamasidai nostri fratelli d'arme <strong>il</strong> santo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> gettarsi tra le nostre bracciafraterne a giojre delle gioie comuni, ad avviarsi asieme pel sentiero cheDio ci ha segnato, come figli dell'istessa famiglia. Sabato tutti gli uffizialidella brigata Pinerolo si adunarono a fratellevole convito, al quale non mancaronogli evviva ed i brin<strong>di</strong>si patriottici, che animano i civici banchettidel popolo. Si fecero brin<strong>di</strong>si a Pio IX, sacerdote e principe <strong>nel</strong> riscattocristiano della risorta Italia, a Leopoldo II, padre de' suoi popoli, a CarloAlberto magno, instauratore sapientissimo e fortissimo e primo della libertàdel pensiero e del principio dell'in<strong>di</strong>pendenza nazionale, a Gioberti, d'Azeglio,Balbo e Durando, campioni coraggiosi del nostro risorgimento politicoguerresco,ai martiri lombar<strong>di</strong> e sic<strong>il</strong>iani, alla costituzione <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando,alla Lega Italiana, ed infine ai fratelli citta<strong>di</strong>ni, ed alla tanto desiderata e<strong>di</strong>nvocata guar<strong>di</strong>a civica. Poscia uno <strong>di</strong> que' generosi prese la parola e <strong>di</strong>mostròche <strong>nel</strong>le attuali circostanze, <strong>nei</strong> nuovi mutamenti del movimento italiano,ogni buon uffiziale piemontese aveva altissimi doveri a compiereverso la patria. Disse, che malgrado <strong>il</strong> rigore della <strong>di</strong>sciplina e la severità2 La lettera non è firmata ma, come altre due che seguono, sono da attribuirsi sicuramentead Eugenio Leonar<strong>di</strong>. Dal raffronto con una lettera dell'8 gennaio 1849, firmata:Eugenio Leonar<strong>di</strong>, risulta che la grafia è identica.171


www.accademiaurbense.itdelle tra<strong>di</strong>zioni m<strong>il</strong>itari, ogni soldato come citta<strong>di</strong>no, non solo deve consecrarela vita alla salute dello Stato, ma con tutti gli sforzi, e con tuttol'impegno cooperare per quanto è delle proprie facoltà ed attribuzioni altrionfo <strong>di</strong> quei princìpì che popoli e re hanno solennemente proclamato infaccia al mondo. Poscia, in cosneguenza <strong>di</strong> questi princìpi, proponeva a'suoi comm<strong>il</strong>itoni <strong>di</strong> associarsi all'opera civ<strong>il</strong>e della patria redenzione perquanto è concesso ed è conc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>e colla vita e l'istituto m<strong>il</strong>itare, eleggendouna deputazione che si recasse presso S.M. ad offrire le loro persone e laloro capacità per l'istruzione della guar<strong>di</strong>a civica in quelle ore, che avrebberolibere dal m<strong>il</strong>itare servizio.Il progetto fu accolto con un fragore <strong>di</strong> applausi. Tutti i compagnidel generoso oratore gli si precipitarono adosso quasi a soffocarlo <strong>di</strong> abbracciamentie <strong>di</strong> baci. Fu istantaneamente nominata la commissione per re<strong>di</strong>gere<strong>il</strong> memoriale opportuno, che sarà recato a S.M. dalla deputazioneeletta, ottenendone però la permissione per mezzo della solita gerarchiam<strong>il</strong>itare. Quest'oggi a mezzo <strong>di</strong> attendonsi da S.M. <strong>il</strong> permesso d'una specialeu<strong>di</strong>enza.Dopo, tutti assieme escirono per le vie della città a due ore <strong>di</strong> notte,cantando l'inno <strong>di</strong> Mameli e facendo evviva, ad ogni cessare <strong>di</strong> strofa,all'Italia ed alla guar<strong>di</strong>a civica. Casualmente con varii miei amici incontrammoper via questa frotta. Immaginatevi quando sentimmo gridare vivala civica! Saltammo in mezzo ad essi pazzi dalla gioia e dalla sorpresa,abbracciando e baciando tutti quei bravi in mezzo a grida furiose <strong>di</strong> vival'esercito, viva l'armata, viva la linea, viva la brigata Pinerolo! E speriamoche avremo doppiamente ragione <strong>di</strong> gridare viva l'armata, quando S.M.ne abbia gra<strong>di</strong>to le offerte generose.[F. Cassini]A tergo:Al Signore. S.r Avv.to Buffa, Direttore del giornale La lega. Genova.46EUGENIO LEONARDIA BUFFAParma, 14 febbraio 1848.Vi annunciai che sabbato scorso, 12 corrente, era stato deciso <strong>di</strong>andare al teatro per festeggiare lo statuto fondamentale piemontese. Difatti<strong>il</strong> teatro fu affollatissimo: non mancarono che circa venti famiglie,conosciute per essere avverse ad ogni ragionevole libertà. Non un grido, non172


www.accademiaurbense.itun applauso, niente insomma <strong>di</strong>ede pretesto alla polizia <strong>di</strong> intervenire etutto passò <strong>nel</strong>la massima quiete.Ieri mattina <strong>nel</strong>la chiesa dei P.P. Benedettini in S. Giovanni alle 11ore, alla messa cantata, intervennero più <strong>di</strong> trem<strong>il</strong>a persone, signori e personed'ogni con<strong>di</strong>zione, ma principalmente, eletta gioventù. Finita la messafu intonato un solenne Te Deum, al quale rispondevano m<strong>il</strong>le e m<strong>il</strong>le voci,e quelle del popolo raccolto <strong>nel</strong> piazzale della chiesa stessa, <strong>di</strong> cui si spalancaronole porte all'intonazione del Te Deum. Al: Domine saluum facpopulum tuum, fu sostituito: Domine liberum [ac populum tuum, e tuttisi inginocchiarono e ripeterono col labbro e più col cuore quella solennepreghiera. Finito <strong>il</strong> Te Deum, tutta quella immensa folla si avviò sullastrada maestra <strong>di</strong> S. Michele, convegno solito della pubblica passeggiata.I giovani avevano cravatta azzurro cupo, colore della coccarda <strong>di</strong> Savoja,dei guanti gialli. Non potendo a viva voce manifestare la pubblica letizia,si manifestò in quel modo. Alla sera vi fu corso non più <strong>nel</strong>la contradaS. Michele, ma a Porta S. Barnaba, e ciò per fare palese al duca l'unionee la tranqu<strong>il</strong>lità <strong>di</strong> una popolazione desiderosa <strong>di</strong> pacifiche e regolari riforme.Or bene? Come credete accogliesse <strong>il</strong> duca quelle manifestazioni?Collo spe<strong>di</strong>re una stafetta a Cremona a chiamare un reggimento austriacoche ora è per istrada, e che prima <strong>di</strong> sera ci arriverà. Ecco la risposta <strong>di</strong>Carlo II alla moderazione del suo popolo. Questo che vi scrivo è cosivero, come è vero che voi liguri e tutti altri popoli formanti <strong>il</strong> <strong>regno</strong>sabaudo, siete felici e contenti. I nostri voti si rivolgono a Dio e a voi,se verrà giorno in cui noi pure siamo redenti; oh! allora vedrete che nonsiamo degeneri degli avi nostri che sconfissero a vittoria <strong>il</strong> Barbarossa.Speriamo in Dio e <strong>nel</strong> destino d'Italia.[Eugenio Leonar<strong>di</strong>]A tergo:Pe1 Sig. Avv.to Domenico Buffa.Stimatissimo Signor Avvocato.47EUGENIO LEONARDI A BUFFAParma, 18 febbraio 1848.Scrissi già in data del 14 corrente che <strong>il</strong> duca <strong>di</strong> Parma aveva chiamatoin fretta i tedeschi per mantenere la tranqu<strong>il</strong>lità in un paese dove<strong>il</strong> buon senso della popolazione è prova <strong>di</strong> qualsiasi provocazione. Oraposso <strong>di</strong>rvi sinceramente come egli si decidesse a questo passo sconsigliato.173


www.accademiaurbense.itNel mentre si faceva <strong>il</strong> corso a Porta S. Barnaba, ora detta Porta CarloAlberto, <strong>il</strong> marchese Diofebo <strong>di</strong> Soragna e <strong>il</strong> colo<strong>nel</strong>lo Crotti, ambi giànoti per le loro tendenze assolutiste, si recarono in fretta dal duca e, fattisiannunziare, entrarono precipitosi <strong>nel</strong>la sua stanza. Ivi <strong>il</strong> colo<strong>nel</strong>lo Crotti simise a gridare che se non si faceva intervenire la forza armata a <strong>di</strong>ssiparela se<strong>di</strong>zione, all'indomani si sarebbe saccheggiato <strong>il</strong> tesoro e la casa ducale.A queste infamie faceva eco <strong>il</strong> Soragna. Il duca esitava a credere, quandosovraggiunse <strong>il</strong> conte Z<strong>il</strong>eri, commissario straor<strong>di</strong>nario, ben noto anch'essoper avere indegnamente occupato <strong>il</strong> posto del bravo conte Cantelli, podestà,ed anch'esso si fece a <strong>di</strong>pingere a negri colori la più savia e moderata<strong>di</strong>mostrazione che far si potesse da un popolo desideroso <strong>di</strong> arrivare legalmentea possedere anch'esso quel savio e or<strong>di</strong>nato vivere civ<strong>il</strong>e, <strong>di</strong> chegodono i nostri fratelli in Sardegna, Toscana, Romagna e Due Sic<strong>il</strong>ie. Echi sa a quali estremi avrebbero essi indotto <strong>il</strong> troppo incredulo duca, seper buona sorte, non fosse sopragiunto <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> polizia Onesti, <strong>il</strong>quale assicurò <strong>il</strong> duca che la popolazione non si sarebbe condotta a nessuncolpevole eccesso, e che egli rispondeva della quiete e del buon andamento<strong>di</strong> quella giornata. Sia dunque all'Onesti la debita lode per avereconscienziosamente operato e parlato in quel momento, ed evitati così gravissimi<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni che potevano accadere. Ma, ritiratosi <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> polizia,gli altri tre, tanto <strong>di</strong>ssero e fecero, che <strong>il</strong> duca spedì subito un'altra staffettaa Cremona a sollecitare l'arrivo <strong>di</strong> un battaglione austriaco, <strong>il</strong> qualearrivò qui martedì mattina prima del mezzodì, stanco e in tale stato dadestar compassione anziché sdegno o timore. Oggi gli austriaci hanno r<strong>il</strong>evatii posti tutti della città e la gran guar<strong>di</strong>a al palazzo ducale, e i nostriufficiali, arrossisco <strong>nel</strong>lo scriverlo, hanno convitati gli ufficiali austriaci adun banchetto, dove saranno più <strong>di</strong> cento. Dio sa quali nefan<strong>di</strong>tà uscirannoda quelle sagge labbra.Dopo l'arrivo dei tedeschi, molte perquisizioni sono state fatte <strong>nel</strong>lecase de' citta<strong>di</strong>ni, sempre per cercar le f<strong>il</strong>a <strong>di</strong> una pretesa congiura. Poveristolti, se non birbanti <strong>di</strong> mala fede, e chiudete gli occhi per non vedere laluce! Ma la luce ci sarà anche quì. È Dio che lo vuole.[Eugenio Leonar<strong>di</strong>]P.S. Se qualcuno desideri sapere come sia trapelata <strong>nel</strong> pubblico laconversazione avvenuta <strong>nel</strong>la stanza del duca, sappia che in quel momentovi era una deputazione <strong>di</strong> Berceto, composta <strong>di</strong> tre signori, i quali d'accordol'hanno ripetuta.174A tergo: Pel Sig. Avv.to Domenico Buffa.


www.accademiaurbense.it48LUCIANO SCARABELLI A BUFFAC. A.Firenze, 19 febbraio 1848.La città unanime si rallegrò della bontà somma del pnncipe, <strong>il</strong> qualemsieme con quello statuto avrebbe dovuto scrivere la <strong>di</strong>missione del gonfaloniereconciosiachè aveva in faccia al mondo falsato la fiducia che <strong>il</strong>popolo fiorentino ha sempre mantenuta al sovrano e più che mai l'avevariposta e raffermata <strong>il</strong> <strong>di</strong> 11, allorquando egli espose <strong>il</strong> seguente motuproprio (copiato dal 39 della Concor<strong>di</strong>a e metteva in majuscolo le parole:Aspettate tranqu<strong>il</strong>li ancora pochi giorni!).Il gonfaloniere e la magistratura non vollero aspettare quando tutto<strong>il</strong> <strong>regno</strong> era quieto e aspettante, e <strong>il</strong> <strong>di</strong> successivo presero quella deliberazioneche abbiamo dato <strong>nel</strong> 17 della Lega. Poi <strong>il</strong> gonfaloniere stesso,come <strong>di</strong>rettore della Patria ripeté la domanda, e tutti, fino i facchini, sapevanoche la Costituzione era già composta e firmata, era già presta allastampa e se ne <strong>di</strong>ceva pubblicamente la sostanza. L'Alba rimproverò almunicipio quella inobbe<strong>di</strong>enza, che tendeva a far credere fuori stato chese <strong>il</strong> granduca aveva sollecitato lo statuto era stato per essi. Il principe siebbe molto a male dell'operato del Ricasoli, pure perdonò.Varie persone delle più dotte e savie <strong>di</strong> Firenze sono state richiesteda parte del papa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse cognizioni politiche e scientifiche, le quali sonosubito state date. Le si credono servite poi a comporre la costituzioneromana. A Parma chieste riforme e costituzione; <strong>il</strong> Duca infuriato domandòa Piacenza 1200 uomini. Di Parma spe<strong>di</strong>rò presto uno scrittarello.A tergo: Al Chiar.mo Sig. Domenico Buffa. Genova.Luciano49LUCIANO SCARABELLI A BUFFAC. A.Firenze, 23 e 24 febbraio 1848.Ier sera gl'israeliti fecero festa <strong>nel</strong>la loro chiesa in ringraziamentodei benefici ricevuti dal generoso e pietoso animo del granduca; l'organo175


www.accademiaurbense.itper la prima volta accompagnò le loro voci bene<strong>di</strong>centi. Molto popolo cristianoaccorse ad onorare la gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quei fratelli rigenerati allalibertà e <strong>nei</strong> <strong>di</strong>ritti civ<strong>il</strong>i.Una polemica importante si agita in Firenze tra la commissione deputataad un progetto <strong>di</strong> statuto per gli stu<strong>di</strong>i e qualche privato citta<strong>di</strong>no.Quando la commissione stampò <strong>il</strong> suo progetto perché fosse lecito a tutti<strong>di</strong>re <strong>il</strong> proprio parere si proponeva <strong>di</strong> raccogliere tutte le osservazioniche venissero latte per ualersene a dar l'ultima mano ad un lavoro <strong>di</strong> grandeimportanza. Pareva persuasa che le mutazioni a farsi per servire a questiultimi avvenimenti non dovessero essere <strong>di</strong> tal fatto da alterarlo sostanzialmente.Ma si è ingannata: e già <strong>il</strong> signore Att<strong>il</strong>io Zuccagni Orlan<strong>di</strong>ni,<strong>il</strong> sig. Clemente Bussi, Raffaello Lambruschini hanno cominciato a r<strong>il</strong>evare<strong>di</strong>fetti si madornali da strab<strong>il</strong>iarne. Altri scrivono e altri aspettano <strong>di</strong> serivernequando saranno istituite le camere, e sarà per imme<strong>di</strong>atamente giovare.Ma la commissione fa rispondere <strong>nel</strong>la Gazzetta, e, bene o male, intavolauna polemica.Questo, credo io, giova, perché <strong>nel</strong> <strong>di</strong>sputare si produce <strong>il</strong> vero. Dei<strong>di</strong>fetti per altro si scusa facendo osservare che <strong>il</strong> progetto comp<strong>il</strong>avasiquando non era anco abolita la vecchia polizia, e <strong>di</strong>etro istruzioni restrittive.Ma gli rispondono che uomini onorati, chiamati a progettare <strong>il</strong> benedovevano progettarlo intero, non temere la polizia; e se le istituzioni eranoimperative e categoriche, si che non lasciasse luogo a sembrare onestissimie non servi, non dovevano accettare <strong>il</strong> mandato. In sostanza non v'è nessunodei 120 articoli del progetto che non meriti censura; e quello che iprefati critici han detto è un nulla. Ma, lasciando stare l'esame, che misarà argomento <strong>di</strong> lunghi <strong>di</strong>scorsi ad altri tempi, piacemi osservare chesarebbe pur tempo d'istituire per la crescente generazione altre scuole e<strong>di</strong>verse dalle avute fin quì.Sinora la natura degl'insegnamenti apprestati alla tenera età, occupandola memoria. ister<strong>il</strong>iva le altre facoltà; e l'intelletto che più bisognavacibare, languiva <strong>di</strong> desiderii insaziati. Da chi aveva impreso <strong>di</strong> castraresotto magli efficaci tutte le teste e colla speciosità delle lettere che perciòsi onorano della potenza, si adescavano i più schivi, e i più renitenti. Lelettere non sono fatte per la tenera età, speculazione <strong>di</strong> cervelli esercitati alpensiero. Perciò si ridussero al meccanismo della lingua, che si pre<strong>di</strong>cavala madre e la balia d'ogni sapere: e in quella tenuti i migliori anni dellementi desiose si curavano, coll'ignoranza delle cose del mondo e <strong>di</strong> se stesso,che <strong>il</strong> popolo avrebbe ubi<strong>di</strong>to anche ai tiranni. Leggete le storie <strong>di</strong> questi176


www.accademiaurbense.ittre secoli, considerate le <strong>di</strong>verse fasi degli stati dei popoli, vedrete s'io<strong>di</strong>co vero.Si sforzavano gl'istruttori pubblici <strong>di</strong> lusingare colle narrazioni de'fatti romani e greci i teneri ingegni che sba<strong>di</strong>gliavano alle declinazioni ealle coniugazioni, e ammortivano sulla proso<strong>di</strong>a; ma romani e greci eranopopoli <strong>di</strong>sformi dai nostri, popoli con leggi e <strong>di</strong>ritti bene avversi a quellia cui stemmo contenti fin qui; erano una contrad<strong>di</strong>zione, e impotenti acondurre ad uno scopo civ<strong>il</strong>e ne' tempi, si fuggirono. I giovani a quin<strong>di</strong>cianni cessavano da questi stu<strong>di</strong>i senza nulla sapere, senza nessuna capacità;erano tuttavia infanti <strong>nel</strong>la famiglia, bambini <strong>nel</strong> comune. Da ciò venivacagione <strong>di</strong> persuadere che, salvo al nob<strong>il</strong>e, gli stu<strong>di</strong> erano inut<strong>il</strong>i al restode' citta<strong>di</strong>ni; onde crebbe quel male che, poi fatto gigante, generò tuttequelle sciagure dalle quali, sebbene riscossi, ancora non sono i popol<strong>il</strong>iberati.Ci voleva poco a pensare che greci e romani, tanto famosi, non eranocresciuti a si grande virtù imparando gli alfabeti e le gramatiche de' popoliche avanti a loro erano stati, ma la morale citta<strong>di</strong>na, ma <strong>il</strong> trattar l'armi.Esempi ad incitamento dell'animo non si prendessero né da assiri né daegiziani, ma dai padri proprii e dagli avi; <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico non si mostrava<strong>nel</strong>le legislazioni straniere, ma <strong>nel</strong>le istituzioni patrie, né si tit<strong>il</strong>lavanogl'ingerii collo scan<strong>di</strong>re versi, o scimieggiare orazioni <strong>di</strong> finito argomento,ma s'infiammavano <strong>di</strong> parlar franco e serrato <strong>di</strong> buona prosa <strong>nel</strong>lefragranti questioni civ<strong>il</strong>i. Nelle scuole non si piattiva per gli erre e per gliesse, ma si esercitava alla lotta, al corpo, al <strong>di</strong>sco, ad ogni sorta <strong>di</strong> ginnastica.E <strong>di</strong> là venivano quegli uomini <strong>il</strong> cui nome empi <strong>il</strong> mondo e attraversoalla caligine de' secoli giunse meraviglioso insino a noi. Né i nostrivecchi, non romani, ma italiani, erano <strong>di</strong>sformi dai romani e dai greci, ela Lega lombarda non si compose <strong>di</strong> grammaticanti, ma <strong>di</strong> percotenti; e learmi gravi e le macchine gravissime non trattarono per esercizio fra i banchie le tabelle, ma <strong>nel</strong>le piazze e <strong>nei</strong> campi, in faccia ai nonni e ai padri che<strong>di</strong> patria parlavano e <strong>di</strong> nazione, <strong>di</strong> ricchezza, <strong>di</strong> forza, <strong>di</strong> governo giusto,e <strong>di</strong> libero commercio.Disfacciamo, adunque, tutte queste scuole, in cui si confondono gl'ingegnie gli animi; <strong>il</strong> latino e <strong>il</strong> greco vadano in cattedra, come <strong>il</strong> francese,<strong>il</strong> tedesco, l'arabo e <strong>il</strong> conto; chi ne abbisogna li apprenda. Costituzione <strong>di</strong>famiglia, <strong>di</strong> città, <strong>di</strong> stato, debiti e <strong>di</strong>ritti de' minori e de' maggiori, religionesiano la istruzione; mezzo ad ist<strong>il</strong>lare negli animi teneri la virtùciv<strong>il</strong>e, e crescerli forti e generosi; canto, nuoto, salto, scherma e tiro albersaglio, afforzino i corpi, li addestrino ai futuri bisogni. Ban<strong>di</strong>scasi latroppo delicata cura delle membra e delle carni che ormai ci ha fatti impa-12177


www.accademiaurbense.itzienti del sole e della pioggia; ban<strong>di</strong>scasi la troppa sollecitu<strong>di</strong>ne perchéla gioventù cansi i pericoli. Sia vig<strong>il</strong>ata e ammaestrata a superarli, ma liincontri. La prole si allevi <strong>nel</strong> coraggio, non <strong>nel</strong>le paure; conosca quantovalgono le braccia, e quanto le menti, comprenda tutto <strong>il</strong> valore dell'essereuomo. Viva <strong>di</strong> giustizia, <strong>di</strong> reverenza, <strong>di</strong> pietà, <strong>di</strong> coraggio, e d'opere sante,ma vir<strong>il</strong>i; componga un popolo d'uomini, non <strong>di</strong> pecore o <strong>di</strong> conigli. Nesuperbiranno i principi, ne superbirà la nazione; l'una e gli altri rispettatie riveriti <strong>nel</strong> mondo, potranno ristorare i comuni beni, e mantenerli flori<strong>di</strong>e prosperi. Ma, a conseguire cotanto, le scuole masch<strong>il</strong>i non basteranno;i collegi e le scuole femmin<strong>il</strong>i devono accettare tutta quella parte <strong>di</strong> sapienzaciv<strong>il</strong>e che è confermata alla capacità e alla natura <strong>di</strong> chi è destinataad essere madre e curare quin<strong>di</strong> i primi anni degl'infanti, e vedere e secondare,con intelligenza e vigore, l'educazione liberale e forte; quin<strong>di</strong>, dell'esercitazioneginnastica, quel tutto che allevi le femmine sane e robuste,non timide, non paurose. A donare alla patria nuova degni uomini, sonoassolutamente inab<strong>il</strong>i monache e frati, anzi a loro stessi è da chiedere contodello stato d'Italia durato sinora; <strong>il</strong> quale, se per ventura si è mutato, èper quella legge <strong>di</strong> natura che mette morte ai mali estremi. Ogni quartiere<strong>di</strong> città, ogni borgo e v<strong>il</strong>laggio abbia sue scole; ne abbia <strong>il</strong> <strong>di</strong> per quantinon sono costretti lavorare, ne abbia la sera per chi è dato al lavoro. Eper codesti e per quelli siano <strong>il</strong> leggere, lo scrivere, l'aritmetica, la geometria,<strong>il</strong> <strong>di</strong>segno e la fisica strumenti a sv<strong>il</strong>uppare l'ingegno; la storiapatria e la nazionale, la legislatura, la morale civ<strong>il</strong>e, gli aforismi più ovviidelle scienze sociali, mezzi a coltivare la mente e ingent<strong>il</strong>ire gli animi; gliesercizi già detti, a invigorire le membra.Nelle domeniche, negli altri giorni festivi, le piazze alle evoluzioniaccolgano gli uomini dei <strong>di</strong>versi quartieri, agli esercizi m<strong>il</strong>itari; i più giovani,i più forti, i più istruiti, escano al largo e imparino come si tratti <strong>il</strong>cannone; non sarà ut<strong>il</strong>e sapere come rompere d'un subito una grossa posata<strong>di</strong> nemici o <strong>di</strong> perturbatori? Si destino solennità <strong>di</strong> prove al tiro, come inIsvizzera, coll'allocuzioni e premii d'onore; e <strong>il</strong> principe, come padre tra'suoi figliuoli, gioisca dello eccitamento d'animi, che per secoli addormirono.In quelle feste i giova<strong>net</strong>ti convengano colle madri, e siano spettatoridegli esercizi e della pubblica gioia; a<strong>nel</strong>eranno <strong>di</strong> essere adulti ecapaci <strong>di</strong> emulare i parenti; e, fatti adulti, speculeranno che i figli propriisiano anche migliori <strong>di</strong> loro. Non cre<strong>di</strong>ate che per giungere a questo siano<strong>di</strong> necessità molti anni e molte fatiche. Sta che si voglia; sta che più airiguar<strong>di</strong> per le archeologie si voglia avere pietà per la patria e rispetto aisuoi futuri destini. Al proposto non si può ire per gra<strong>di</strong> racconci e fabricare<strong>di</strong>sfacendo; bisogna mirare d'un colpo, giungere d'un salto all'imagi-178


www.accademiaurbense.itnato. La presente con<strong>di</strong>zione della publica istruzione è tanto V1ZlOsa, chese non la struggete tutta in un subito, non vi lascierà mutare con buonoeffetto parte nessuna; oltreché, se date tempo a chi ha interesse d'impe<strong>di</strong>reo <strong>di</strong> guastare, si giungerà anche ad assopire in voi stessi ogni buona <strong>di</strong>sposizione.Gli avversari <strong>di</strong> ogni bene, sono così accorti in apprestare soporiferee velenose bevande, che si prendono come liquore soavissimo e vitale.Non ci lasciamo <strong>il</strong>ludere da belle parole, né spaventare da ostacoli che laperfi<strong>di</strong>a può cumulare; rompiamo questa vergogna e torniamo italiani. Pensiamoalle Americhe, alla Grecia, alla Svizzera, che, scosso <strong>il</strong> giogo indegno,si mantengono onorate, ammirate. Vivere, come abbiamo vissuto, sentiamoche non possiamo; su, dunque, spogliamoci dell'uomo vecchio e vestiamo<strong>di</strong> nuovo! Intanto, coi mezzi del miglior vivere e del miglior governare,prepariamo salda <strong>di</strong>fesa, non <strong>di</strong>struttib<strong>il</strong>e, alle istituzioni che ci devonoritornare alla gloria d'uomini, nati alle cose gran<strong>di</strong> del vero vivereciv<strong>il</strong>e.Firenze, 24 febbraio 1848. Non è vero quello che <strong>di</strong>ede la Lega,copiato dall'Alba, che <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Parma, in una zuffa coi soldati, fosseriuscito vittorioso. Non ci fu zuffa alcuna. I parmigiani, domenica 13,cantato <strong>il</strong> Te Deum per le fortune <strong>di</strong> due terzi d'Italia, lasciarono, a serafatta, sfuggire qualche voce <strong>di</strong> riforma e costituzione, che subito <strong>il</strong> ducafavori, mandando a prendere un reggimento intero <strong>di</strong> linea austriaco aPiacenza, <strong>il</strong> quale giunse a Parma <strong>il</strong> martedl, e occupò tutti i posti m<strong>il</strong>itari,e quelli delle senti<strong>nel</strong>le. L'ufficialità, appena giunta, sentendo che <strong>il</strong>Salis, colo<strong>nel</strong>lo (che fece far fuoco sul popolo la sera del 16 giugno) partivaper assumere <strong>il</strong> comando <strong>di</strong> un reggimento in Lombar<strong>di</strong>a, si affrettò<strong>di</strong> dargli un banchetto per letizia. Gli uffiziali parmigiani si mescolaronoagli austriaci, poiché <strong>il</strong> principe ere<strong>di</strong>tario era con loro. Si bevve allegramente;<strong>il</strong> principino più <strong>di</strong> tutti, e ne senti gli effetti. Ma, buon soldatonon teme <strong>il</strong> nemico, se anche lo mette a terra: solito a queste sconfitte,torna vieppiù intrepido all'assalto.Le cose amministrative e le civ<strong>il</strong>i vanno, come andavano, lentamente,malamente, per debolezza e per tristizia. Ora poi che lo stato è definitivamentea <strong>di</strong>sposizione dell'Austria, imaginate come la può andare; e <strong>il</strong>bello è che l'Austria, per sicurare se stessa, simulerà protezione al duca,e noi, in sostanza, pagheremo le colpe non nostre, anzi le pene della colpaaltrui. Avete visto <strong>il</strong> trattato <strong>di</strong> Modena con Vienna? La gazzetta vienneseassicura che quello con Parma non è <strong>di</strong>verso. Quell'Austria, chepretendeva <strong>di</strong> entrare in casa a tutti, vantando <strong>di</strong>ritti, ha mostrato conquei due trattati che <strong>di</strong>ritti non aveva nemmeno col duca <strong>di</strong> Modena, <strong>il</strong>quale pure riconosce l'imperatore come suo capo e signore; se ne avesse179


www.accademiaurbense.itavuti, ne avrebbe fatto espressa <strong>di</strong>chiarazione in quelle due leghe. Ciònon <strong>di</strong> meno si dubita che voglia fare un colpo <strong>di</strong> mano. Chi <strong>di</strong>ce verso<strong>il</strong> Piemonte, chi verso la Toscana; e pare che questa, come la non armata,dovrebbe temere <strong>di</strong> più. Il ministro della guerra, con un ingegnere ha visitatoi confini e <strong>di</strong>sposto perché la truppa sia portata colà ad osservazione,e la guar<strong>di</strong>a civica faccia <strong>il</strong> servizio interno.Ecco, finalmente, un po' <strong>di</strong> moto. Se poi una parte della civica simob<strong>il</strong>izza come corpo <strong>di</strong> volontarii, e si unisce alla truppa <strong>di</strong> linea, vorremmosperare che la signora Austria, prima <strong>di</strong> muoversi, ci penserà. Inquesti monti se ne pentirebbe.Si progetta un imprestito nazionale. Se si or<strong>di</strong>na, gli ebrei promettono<strong>di</strong> fare ogni sforzo per mostrare al granduca e ai Toscani che noninvano avranno loro data una patria. Con una festa religiosa, a cui intervenne<strong>il</strong> popolo cristiano, fecero la sera del 22 ringraziamento all'Altissimodel benefizio ricevuto. Il granduca ha accettato lo scioglimento dellacommissione che egli aveva creato per la composizione de' municipii. Eccoverificato <strong>il</strong> nostro pronostico. Il Landucci, che n'era presidente, lavoraassiduamente col Capponi, <strong>il</strong> Capei, <strong>il</strong> Lami, <strong>il</strong> Galeotti, alla formazionedelle leggi, che <strong>il</strong> granduca si è riservato <strong>di</strong> presentare alle camere.Firenze, 24 febbraio 1848. Sono le un<strong>di</strong>ci del mattino, e varii e grossicapan<strong>nel</strong>li si fanno in piazza del duomo dalla plebe. Già jer l'altro a sera,una cinquantina <strong>di</strong> ragazzi gridavano sotto le finestre <strong>di</strong> Bettino Ricasoli,gonfaloniere, <strong>il</strong> viva al suo nome e a Leopoldo; ma egli non comparve, edessi non poterono conseguire lo scopo prefisso. Nessuno <strong>di</strong>sperse quellaminutaglia che se ne andò biasimata. Quello che voleva, già era statoespresso col carbone sui muri delle case <strong>nel</strong>le vie più frequentate: Vogliamopagare le pensioni d'affitto ogni due mesi, ogni mese. Qu1 in febbraio sipagano anticipati gli affitti dei go<strong>di</strong>menti delle case da maggio a novembre.Oltreché, <strong>il</strong> padrone gode ingiustamente <strong>il</strong> frutto del denaro per due mesi,mette, certo, <strong>il</strong> povero in angustie; ma, d'altra parte, senza questa cautela,sarebbe sempre esposto a perdere l'affitto. I reclamanti si attaccano all'usosanese, che è d'affittare <strong>di</strong> due mesi in due mesi, o almeno pagare cosìspartite le pensioni. Ma è da notare che finora quì non si parlò mai <strong>di</strong>questo. Oggi sono in piazza e vogliono far chiasso. Sono andate colà personeoneste e parleranno al popolo, ma lo calmeranno? Si dubita che sianopersone mosse sotto mano da qualche birbante, come quelle che gridano espargono scritti a Livorno contro la costituzione, in favore <strong>di</strong> republica! econtro l'emancipazione degli ebrei. Il governo pazienta; pazienta la polizia,ma bisognerà venire a risoluzioni severe, perché fanno <strong>di</strong>fIalta persino icarabinieri. Vedete <strong>il</strong> Corriere Livornese, che stampa una <strong>di</strong>chiarazione loro,180


www.accademiaurbense.itcome <strong>di</strong> quelli che non ad<strong>di</strong>tarono alcuno da arrestare; frutto della pauradel partito guerrazziano, ora risollevato, da che, per le minaccie degli arrestati,chi doveva deporre <strong>il</strong> vero, se ne astenne. Qualcuno, ar<strong>di</strong>to, <strong>di</strong>ce:faremo venire i tedeschi! ... Dunque?Luciano ScarabelliA tergo: All'Ill.mo Sig. Domenico Buffa a Genova.50VINCENZO BRUSCO ONNIS A BUFFAPregiat.mo sig. Buffa.Cagliari, 25-28 febbraio 1848.Il partito gesuitico, dopoché questi RR.PP. sono stati espulsi dallanostra città <strong>nel</strong> modo da noi già narrato, s'affaticò indeffessamente per farreagire la massa in favore della compagnia. Questi sforzi però andarono avuoto, e non valse punto <strong>il</strong> denaro sparso e le segrete insinuazioni a suscitareuna sola voce in vantaggio degli abborriti cappelloni. Si dà per certoche <strong>il</strong> nostro arcivescovo, allorquando <strong>il</strong> consiglio municipale gli faceva conoscerela necessità <strong>di</strong> allontanare la compagnia, prima <strong>di</strong> assoggettarsi a questaopinione abbia fortemente insistito perché <strong>il</strong> popolo chiedente l'espulsionedei gesuiti fosse respinto colla bajo<strong>net</strong>ta. Se ciò è vero, come tutti affermano,basta a darci un'idea abbastanza chiara della mansuetu<strong>di</strong>ne e dellevirtù evangeliche <strong>di</strong> questo nostro reveren<strong>di</strong>ssimo. Il console <strong>di</strong> Franciaqui residente, ha ricettato in sua casa alcuni gesuiti che non vollero riparare<strong>nel</strong>la campagna. Da quel giorno <strong>il</strong> console fa sventolare due ban<strong>di</strong>ere francesisui balconi della sua casa. Il popolo ha veduto con molto <strong>di</strong>sgusto lacondotta del signor console.I RR.PP. prima <strong>di</strong> allontanarsi dalla città hanno spogliato gli altari, lesacrestie, i conventi. Tutto quanto v'era <strong>di</strong> più prezioso è sparito. SantaF<strong>il</strong>omena, ricca <strong>di</strong> m<strong>il</strong>le gemme e <strong>di</strong> tanto oro donato a lei dalle donnecagliaritane, fu lasciata in camicia!La guar<strong>di</strong>a civica provvisoria continua a pattugliare <strong>di</strong> notte. La tranqu<strong>il</strong>litànon fu per nulla turbata da che i gesuiti sono partiti. La città nostranon fu mai né cosl lieta, né cosl tenera dell'or<strong>di</strong>ne pubblico.27. Oggi riceviamo le notizie <strong>di</strong> Sassari. Eccole in brevi parole. Primache giungesse colà la notizia della Costituzione avevano avuto luogo alcune<strong>di</strong>mostrazioni popolari contro i padri gesuiti. Dopo l'annunzio però <strong>di</strong> quelfaustissimo avvenimento, cessarono. In quel mentre, volendo i gesuiti trar181


www.accademiaurbense.itpartito dalla bonaccia, cominciarono a seminare del denaro, onde farsi unpartito, <strong>il</strong> quale, a quanto si <strong>di</strong>ce, dovea gridare in favore <strong>di</strong> essi, corroborandoquesta sua vocale petizione con una rappresentanza al re. Scopertasiquesta macchinazione, la sera del 23 corr.te, una folla immensa <strong>di</strong> popolosi raccolse presso i loro conventi e cominciò a schiamazzare, chiedendo energicamentel'espulsione dei gesuiti. Questa <strong>di</strong>mostrazione si ripeté la serasusseguente con più minaccioso apparato,per cui vedendo <strong>il</strong> governo ed <strong>il</strong>municipio inut<strong>il</strong>e ogni ripiego, onde salvare la città da una pena ben più<strong>di</strong>sgustosa, l'arcivescovo e <strong>il</strong> consiglio municipale promisero al popolo <strong>il</strong>pronto allontanamento dei gesuiti. Il giorno appresso furono vuotati i loroconventi, furono chiuse le porte, e le autorità mandamentali vi apposero <strong>il</strong>oro sig<strong>il</strong>li. La città rientrò imme<strong>di</strong>atamente <strong>nel</strong>la più perfetta calma.28. Non è ancora giunto a Cagliari <strong>il</strong> corriere che doveva partire daGenova <strong>il</strong> giorno 24. Questi ritar<strong>di</strong>, cosi frequenti ed ostinati, dovrebberoconsigliare <strong>il</strong> governo che, durante la stagione invernale, la via <strong>di</strong> PortoTorres non è la più comoda, né pei vapori, né per la popolazione della Sardegna.Devot.mo obbligat.mo servitore.Vincenzo Brusco OnnisCar.mo Buffa.51FRANCESCO CASSINI A BUFFATorino, 1 0 marzo 1848.Questa sera <strong>il</strong> murucipìo <strong>di</strong> Torino convitava a pranzo al Trombettala commissione <strong>di</strong>rettrice della festa costituzionale del 27 febbrajo. Il popolosi recò processionalmente, cantando inni patriottici, sotto i balconi dell'albergoonde felicitare con evviva la riunione de' suoi rappresentanti. Adalcuni zelanti dell'or<strong>di</strong>ne pubblico parve inopportuno questo <strong>di</strong>segno, edaffine <strong>di</strong> prevenirne le funeste conseguenze, si <strong>di</strong>edero per tutto <strong>il</strong> giorno acorrere come veltri i convegni più frequentati della città, pre<strong>di</strong>cando moderazionee calma. Siccome però dai più obiettavasi che <strong>di</strong> una pacifica <strong>di</strong>mostrazionecitta<strong>di</strong>na non era da fare tanto strepito, essi buccinavano all'orecchio:badate che si griderà viva la repubblica. A me questa storia fu contatada molti <strong>di</strong> questi ufficiosi campioni della pubblica salute. E cosi coll'aria<strong>di</strong> fare <strong>il</strong> tutore al senno della popolazione torinese, gettarono l'allarmein tutti i buoni e leali amici del re e del paese. È un doloroso destino182


www.accademiaurbense.it<strong>il</strong> nostro, che, mentre <strong>il</strong> partito gesuita ed austriaco scapita ogni dì del cinquantaper cento, vi sieno speculatori <strong>di</strong> popolarità che, o per <strong>di</strong>ritto, oper traverso, vogliono cacciarsi in mezzo al popolo, che non li stima, perispargere lo scandalo e la paura. Però vi assicuro che tutti i <strong>di</strong>rettori deigiornali più conscienziosi terranno <strong>di</strong> domani una riunione per fissare unavia comune alle loro <strong>di</strong>scussioni su questo rapporto, e per avvertire popoloe governo del valore relativo <strong>di</strong> queste patriotiche insinuazioni, che guastanol'opinione pubblica, e spaventano senza necessità al mondo un governo, alquale professiamo d'essere uniti sinceramente.Una deputazione della riunione popolare, essendo salita alla sala delpranzo a manifestare le simpatie del popolo per le due corporazioni che siassociavano in un banchetto comune, esternava pure i voti del paese affinchéfosse dal governo più sollecitamente provveduto all'armamento della civica.Intanto dalla piazza <strong>il</strong> popolo chiedeva co' suoi evviva i convitati al balcone,e vennero infatti tutti quanti, tra i quali Santa Rosa e Sineo <strong>di</strong>ressero allapopolazione parole rassicuranti sulle <strong>di</strong>sposizioni per quanto riferivasi ai votimanifestati. Il popolo scioglievasi dopo molti evviva al re Carlo Alberto,alla Costituzione ed all'Italia e s'avviava a drappelli pella via <strong>di</strong> Doragrossaverso l'abitazione dell'avvocato Broflerio, onde manifestargli la sua simpatia.Ma, avvertito dal portiere che non era ancora rientrato in casa, continuòla passeggiata verso la via <strong>di</strong> S. Teresa. In un momento però sospendevas<strong>il</strong>a marcia ed un grido unanime <strong>di</strong> viva Brofferio ci avvertiva dell'incontroinaspettato. Quattro o cinque giovani lo alzarono sopra le lorospalle in vista della moltitu<strong>di</strong>ne, alla quale <strong>di</strong>resse poche ma consolantiparole, esponendo che egli, con vari suoi amici, aveva eccitato i due sindacia recarsi presso S.M. a manifestare i rispettosi desideri della sua buona popolazio<strong>net</strong>orinese, e che avrebbe atteso con ansia la risposta regale per recarlain mezzo ai suoi fratelli, come nuovo pegno del senno affettuoso del nostrogran re. È inut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> descrivervi l'ebbrezza degli applausi con che fu accoltaquesta promessa. L'avvocato Fava ringraziò l'<strong>il</strong>lustre oratore a nome delpopolo e la coorte si <strong>di</strong>sciolse tranqu<strong>il</strong>lamente con cal<strong>di</strong> evviva al re, allacostituzione, al Brofferio.I sindaci furono accolti da S.M. alle lO. Quantunque già a letto, feceavvicinare i sindaci, e fece buon viso alla petizione, pella quale <strong>di</strong> domaniconvocherà <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> conferenza a deliberare prontamente. Prima chepartissero strinse loro affettuosamente la destra. Dirvi la nostra gioia èimpossib<strong>il</strong>e.Se potete, fate stampare per intiero lo scritto che vi acchiudo. Essoè un'espressione sincera della pubblica avversione della smania <strong>di</strong> popolaritàdel partito della Concor<strong>di</strong>a. Siate certi che <strong>il</strong> Risorgimento, l'Opinione, e <strong>il</strong>183


www.accademiaurbense.itMessaggere non si terranno contenti del poco che io ve ne scrivo. Queisignori, se fossero pagati dallo straniero, non potrebbero servirlo in -modopiù degno.Credo che vi sarete occupati seriamente dell'ultima mia. Pel caso chenon aveste provveduto, in faccia ai correnti fatti <strong>di</strong> Francia e Belgio, noivi preghiamo, vi esortiamo, vi scongiuriamo a mani giunte che proclamiate<strong>net</strong>tamente al cospetto d'amici e nemici la verità. Fatelo per l'amore dellamadre Italia, per l'amore dei vostri fratelli, trai quali spero non essereultimo.L'aff.mo vostroF. CassiniA tergo: All'Egregio Signore. Sig. Domenico Buffa <strong>di</strong>rettore della Lega Italiana.Genova.52BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.[Genova, 21 marzo 1848] 1.Parto con Doria e Rosellini per la frontiera. Non vi sgomentate perciò: non an<strong>di</strong>amo là a fare <strong>il</strong> gradasso. Ciascuno porta l'opera sua, ch<strong>il</strong>'in gena, chi <strong>il</strong> braccio; noi an<strong>di</strong>amo là per essere sul luogo a vedere. Giuntoalla frontiera, vi scriverò subito. Ora i cavalli sono attaccati. Ad<strong>di</strong>o.A tergo: Al Sig. Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Domenico1841 Senza data. Timbro postale: Genova, 21 marzo.


www.accademiaurbense.it53BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOCar.mo fratello.[Novi, 21 marzo 1848] 1.Sono a Novi e riparto subito per Voghera. Qui ho trovato Tomasino ".Fatemi <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> gridare subito e gridare e gridare che a Novi non è unoschioppo. Quà ho 'trovato moltissimi giunti credendo avere lo schioppo, enon trovarono nulla, e bestemmiano. Ma, gridate subito, fin <strong>di</strong> questa mattina.Da Alessandria partirono 250 civici con fuc<strong>il</strong>e.[Domenico]A tergo:AI Sig. Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.54BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOVoghera, 22 marzo 1848.Siamo a Voghera e fra mezz'ora partiremo per Gravellone. Fino a Novitutto ci riuscl piacevole perché i picchetti <strong>di</strong> soldati che s'incontravano pervia, vedendoci col fuc<strong>il</strong>e e intendendo <strong>il</strong> perché gridavano Viva Italia! A rivedercia M<strong>il</strong>ano! ecc. e mostravano essere animati da spirito eccellente. ANovi trovammo che non era un fuc<strong>il</strong>e, e molti eranvisi recati dai vicinipaesi per averlo, e recarsi ai confini: onde bestemmiavano quell'imprevidenza.Ottanta fuc<strong>il</strong>i erano giunti <strong>nel</strong> giorno per la Civica <strong>di</strong> Novi, mal'intendente non volle <strong>di</strong>stribuirli a quelli che si volevano recare ai confini;<strong>di</strong>sse ch'erano destinati per la civica <strong>di</strong> Novi, e per essa li teneva.Chiunque vada con passaporti può entrare a Pavia e uscirne liberamente:ma M<strong>il</strong>ano è chiusa, non riceve neppure, né trasmette i plichi dellaposta. Quin<strong>di</strong>, tutto quel che si <strong>di</strong>ce delle cose avvenute in esso, potrebberoessere vere, ma non si può prestar loro intera fede: perché, come vi <strong>di</strong>ssi,la città è chiusa. Dicesi che <strong>il</strong> popolo abbia piantato in piazza la ban<strong>di</strong>erasarda, che i tedeschi siano confinati a' baluar<strong>di</strong>, donde però a grossi picchettientrano in città a far provviste, e allora, guai a chi <strong>nel</strong> loro pas-1 Senza data, senza firma, senza timbro postale, ma del 21 marzo.2 Fratello minore del Buffa.185


www.accademiaurbense.itsaggio si facesse solamente alla finestra. Dicesi ancora che Radetzky conducessein castello i granatieri italiani e quivi li <strong>di</strong>sarmasse e rinchiudesse: pureprima della rivoluzione <strong>di</strong> Vienna <strong>di</strong>cevasi che i granatieri italiani eranostati spe<strong>di</strong>ti fuori <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano; or come ci si trovano tuttavia?Corre anche voce che Radetzky comandasse alla truppa <strong>di</strong> far fuocosul popolo, ma che quella non ubbi<strong>di</strong>sse, perché morta dalla fatica. La notiziadella morte <strong>di</strong> Radetzky par falsa del tutto. V'ha poi chi <strong>di</strong>ce ancheche Radetzky .proponesse al popolo <strong>di</strong> capitolare, e che questo gli rispondesse:È troppo tar<strong>di</strong>.Ma, rite<strong>net</strong>e che sono voci vaghe: le porte della città sono chiuse, nessunoesce; ciò vuoI <strong>di</strong>re che le porte non sono in mano del popolo. Peròpar positivo che questo non manchi <strong>di</strong> nulla. Il popolo e la truppa si tengonoin reciproco asse<strong>di</strong>o.Pare positivo che Mantova, Lo<strong>di</strong>, Cremona sono in aperta rivolta. Lafortezza <strong>di</strong> Mantova era in mano <strong>di</strong> soldati italiani, i quali inalberaronoban<strong>di</strong>era sarda sopra <strong>il</strong> forte.Stanotte, questo è positivo, la guar<strong>di</strong>a tedesca al ponte del Gravello<strong>net</strong>irò venti o trenta colpi: non si sa perché né contro chi, e poi si ritirò inPavia.[Domenico] 155BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOS. Martino Siccomario, 22 marzo 1848martedì, mezzogiorno.Siamo arrivati un'ora fa al Gravellone e qui abbiamo trovato buonnumero dei nostri amici, Mameli, Cambiaso, Farina, Deferrari, ecc. ecc. ma<strong>il</strong> quartier generale è alla Cava in una grossa cascina situata sovra un'altura<strong>di</strong>stante mezzo miglio dal confine. Saremo da 150 dei partiti da Genova;contando quelli partiti da altre parti dello Stato saremo 600 all'incirca: ipiù, armati con fuc<strong>il</strong>i da caccia ma tutti egregiamente <strong>di</strong>sposti e impazienti<strong>di</strong> romperla: c'è un po' <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, com'è naturale, ma questo poco imoporta. Di truppe regolari qui non abbiamo con noi più che una compagniadel reggimento Regina; ma a poca <strong>di</strong>stanza si trovano altre compagnie <strong>di</strong>questo medesimo reggimento; c'è pure un'ottantina <strong>di</strong> uomini a cavallo ve-1861 Senza firma.


www.accademiaurbense.itnuti da Vigevano: insomma le nostre forze sono un po' scarse a frontedell'impresa: in Pavia, che abbiamo <strong>di</strong>rimpetto, si trovano 1500 <strong>di</strong> fanteria,con cavalleria e artiglieria proporzionata: e finora <strong>nel</strong>la città la popolazioneè perfettamente tranqu<strong>il</strong>la. Per attaccarla aspettiamo o che insorgano i Pavesi,o che giunga qualche cannone per aprire un tantino la strada: deicannoni ne abbiamo lasciati a Tortona, ma questi cannoni arriveranno finqui? e arrivati vorranno incominciare l'operazione? Qui sta l'enigma: perché,lasciando stare tutte le notizie sperticate e contrad<strong>di</strong>torie che abbiam potutoraccogliere, nulla sappiamo veramente delle intenzioni del governo. Un po'fa mi sono inoltrato fino a metà del ponte del Gravellone; a 25 passi danoi erano le senti<strong>nel</strong>le tedesche che ci guardavano fissi, come noi guardavamoquelle: è uno spettacolo veramente curioso e originale.Delle notizie <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a non vi <strong>di</strong>rò gran cosa per timore <strong>di</strong> raccontarvifandonie: quello che vi ha <strong>di</strong> certo si è che la lotta tra <strong>il</strong> popoloe la truppa dura tuttavia in M<strong>il</strong>ano: sembra però che le truppe comincinoad inchinare.A Parma e Piacenza i tedeschi sono stati vinti; hanno proclamato lacostituzione e Carlo Alberto: questo è positivo: abbiamo parlato con piùpersone venute <strong>di</strong> là.[Domenico] 1Car.mo fratello.56BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOGravellone, 22 marzo 1848.La truppa qui è pochissima: un cento uomini del reggimento Reginae presso a settanta <strong>di</strong> cavalleria. I volontarii sono in un luogo prominentequi presso, detto la Cava, e benché sia <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>di</strong>rne precisamente <strong>il</strong> numero,si vuole che siano circa ottocento. Strana cosa vedere tanta e cosi varia<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> vestimenti: armi antiche, armi nuove d'ogni genere. Lo spirito<strong>di</strong> tutti è eccellente. Dall'altra parte del ponticello <strong>di</strong> barche, che ci <strong>di</strong>videdai confini austriaci, si vedono le guar<strong>di</strong>e nemiche, le quali mostrano pocavoglia <strong>di</strong> resistere. Se vedono capitare della cavalleria nostra o qualchefrotta <strong>di</strong> persone che le metta in qualche sospetto, subito fuggono. Stanotte,come vi scrissi <strong>nel</strong>l'altra, tirarono alcune fuc<strong>il</strong>ate: due doganieri nemici1 Senza firma.187


www.accademiaurbense.itfurono arrestati dai nostri e condotti prigione. Ora si sta aspettando l'artiglieriache è qui vicina e <strong>nel</strong>l'ora che scrivo dee aver <strong>di</strong> molto oltrepassatoVoghera. Parte de' nostri vorrebbero entrare ad<strong>di</strong>rittura, parte tentanopersuadere gli altri che senza artiglieria sarebbe cosa quanto rischiosa, tantoinut<strong>il</strong>e. Finora la cosa pende incerta.Le notizie <strong>di</strong> Parma e Piacenza, che già vi scrissi, ora le confermo.Ho parlato con un vetturale proveniente da Piacenza, e mi mostrò una ban<strong>di</strong>eratricolore comperata in quella città, dove, a detta sua, se ne fece unospaccio immenso. Alcuni austriaci, che portavano <strong>di</strong>spacci m<strong>il</strong>itari da M<strong>il</strong>anoa Pavia, furono arrestati da una banda d'armati e, presa loro la corrispondenza,si trovò che mandavasi l'or<strong>di</strong>ne alla truppa <strong>di</strong> Pavia <strong>di</strong> ritirarsi alprima attacco e ripiegarsi sopra Mantova. Senonché ora, come vi scrissi,<strong>di</strong>cesi che Mantova siasi rivoltata.Ieri e oggi, alcuni ufficiali della guar<strong>di</strong>a austriaca del Gravellone siinoltrarono con fazzoletto bianco sul ponte, facendo segno che volevanoparlamentare. Ed essendosi avanzato verso <strong>di</strong> loro alcuno de' nostri, domandaronoche cosa fosse tutto quell'apparato <strong>di</strong> guerra, mentre essi avevanointenzioni amiche, e non pensavano <strong>di</strong> offendere alcuno.Di M<strong>il</strong>ano, proprio <strong>di</strong> sicuro, non si sa nulla: qui però le voci che corronosono buone e recano che <strong>il</strong> popolo è superiore. Una voce <strong>di</strong> stamattina,anzi, <strong>di</strong>ceva che aveva preso <strong>il</strong> castello, ma tutte queste voci concludonoche c'è bisogno <strong>di</strong> soccorso, prima che ne ricevano i tedeschi.A Pavia tutto è tranqu<strong>il</strong>lo: ma da quattro giorni le botteghe stannochiuse. I pavesi aspettano forse che i sar<strong>di</strong> si muovano per cominciare l'insurrezione.Chi comanda in Pavia è <strong>il</strong> famoso Benedec, famoso per le stragi<strong>di</strong> Gallizia.lo sto benissimo; state allegro. Finora qui niente <strong>di</strong> nuovo fuorché,mi pare, un gran<strong>di</strong>ssimo pasticcio senz'or<strong>di</strong>ne, senza capi, e un pochino senzatesta. Se volete scrivermi, in<strong>di</strong>rizzate le vostre lettere a S. Martino Siccomario.Vostro fratelloDomenicoNon temete, che io scriverò giorno per giorno e, purché abbia tempo,e bisognando, anche due volte <strong>il</strong> giorno. Ditemi della Lega.A tergo:Al. Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.188


www.accademiaurbense.it57BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Gravellone, 22 marzo 1848.Sono al Gravellone. Non potete immaginarvi che spettacolo curiosoè questo <strong>di</strong> tanto rimescolio <strong>di</strong> persone vestite in m<strong>il</strong>le mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi: viso <strong>di</strong>re che è cosa da riderne davvero. Poi non c'è or<strong>di</strong>ne nessuno, comesempre avviene dove non sono capi. Chi vuol andare innanzi, chi vuolrestare: questi sono quelli che han più giu<strong>di</strong>zio e <strong>di</strong>cono che senza artiglieriae cavalleria non si può andare innanzi. lo veggo, ascolto, noto e me lagodo. Il fatto è che i tedeschi si d<strong>il</strong>eguano <strong>di</strong> per sé, altrimenti vi so <strong>di</strong>reche tutti questi giovani, benché <strong>di</strong>spostissimi a battersi, finirebbero malaccio.Ma i tedeschi hanno <strong>il</strong> vulcano sotto ai pie<strong>di</strong>.Se i m<strong>il</strong>itari entreranno in Lombar<strong>di</strong>a, faranno, credo, una corsa trionfale,almeno pei primi tempi; e noi terremo loro <strong>di</strong>etro. Ma non vi sgomentate;vi torno a <strong>di</strong>re che non c'è pericolo alcuno.Ad<strong>di</strong>o, state sani ed allegri, e se mi volete scrivere, in<strong>di</strong>rizzate le letterea S. Martino Siccomario, dove sono. Un saluto a Fanny l. ler sera, aNovi, vi<strong>di</strong> Tomasino insieme a molti altri d'Ovada. Ad<strong>di</strong>o.A tergo: Sig. Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.DomenicoCarissimo fratello.58IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOGenova, 23 marzo 1848.Ti scrivo colla febbre <strong>nel</strong>l'anima. Qui si sta ansiosi per le nonzie <strong>di</strong>M<strong>il</strong>ano e <strong>di</strong> costi. Ricevemmo <strong>il</strong> bollettino che mandasti e le due lettere. Timando la Lega; i due numeri antecedenti te li mandai a Voghera con unalettera; fanne ricerca. Qui si lavora, ma colla testa a caccia e collo spiritoagitato. Con te vi è forse Tomasino? Dimmelo. Pertanto lasciasti sul tavolino19 scu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>mmi che n'ho a fare, e perché li lasciasti. Oggi è partitolSorella minore del Buffa.189


www.accademiaurbense.itReal Navi; la popolazione ha fatto una <strong>di</strong>mostrazione chiedendo armi e chesi mandasse truppa al confine. Vedrete dalla Lega le notizie.lo non so, ma posso anche partire per costì. Basta, se verrò mi vedrai,tanto qui si vive troppo in agitazione; aspetterò ancora un'altra tua lettera.Ad<strong>di</strong>o, ti protegga <strong>il</strong> Signore. Non puoi credere che tristezza mi occupa peresser lontano da te, e non con<strong>di</strong>vider con te i pericoli. Mi pare follia, avventurarsiin pochi in una pianura, dove giuoca tanto la cavalleria.IgnazioP.S. Il fratello <strong>di</strong> Ranco è alla frontiera; suo fratello qui mi <strong>di</strong>ce chetu lo saluti. Saluta anche Tomaso. A momenti parte <strong>di</strong> qui anche <strong>il</strong> reggimentoPiemonte. Tutti i signori hanno messo a <strong>di</strong>sposizione i cavalli e levetture, e si piglieranno a loro spese anche tutte le vetture da nolo che sitrovano in città. Dacci notizie, quando puoi. Ad<strong>di</strong>o. Gli studenti sono partitiper costì. Di nuovo ad<strong>di</strong>o 1.A tergo: AI Sig.r Avv.to Domenico Buffa D.re della Lega Italiana. S. MartinoSiccomario 2.Car.mo Ignazio.59BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 24 marzo 1848.Vi scrivo da M<strong>il</strong>ano, cosa che vi farà forse trasecolare eppure è vera.Ecco per qual modo vi giungemmo. Si stava tutti al Gravellone aspettandoche le truppe avessero finalmente l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> entrare <strong>nel</strong> Lombardo e chearrivasse dell'artiglieria, giacché senza <strong>di</strong> questa era cosa inut<strong>il</strong>e tentare <strong>il</strong>passaggio.I cannoni del ponte Ticino erano appuntati precisamente contro la boccadel ponticello <strong>di</strong> barche che è al Gravellone: quin<strong>di</strong> se avessimo osatoentrare da quella parte ci avrebbero sfracellati in un attimo. Pure ardendo1 In calce si leggono le seguenti parole <strong>di</strong> Tomaso Ferrando tipografo della Lega:«Preg.mo Sig.r Dom.o. Gra<strong>di</strong>sca i miei più affettuosi saluti, e ritorni carico <strong>di</strong> allori;Id<strong>di</strong>o lo renda a noi tutti a salvamento. Di cuore, tutto suo Tomaso Ferrando ». Nelprimo foglio, in epigrafe, si leggono i seguenti appunti del Buffa: «Ferrando. Non parta.Tomasino è qui. Scu<strong>di</strong> lasciati sul tavolo. ».2 La lettera è stata <strong>di</strong>rottata a M<strong>il</strong>ano.190


www.accademiaurbense.ittutti <strong>di</strong> recar soccorso a M<strong>il</strong>ano, <strong>nel</strong> quale si continuava sempre a combattere(e noi sentivamo li cannone) erasi deciso <strong>di</strong> passare <strong>il</strong> Ticino la nottedel 23 in luogo appartato e correre <strong>di</strong>ff<strong>il</strong>ati sopra M<strong>il</strong>ano schivando Pavia,e procurare d'entrare in città o aflorzarci in qualche casa, e <strong>di</strong> là tormentaregli austriaci. Ma la cosa andò altrimenti: la sera del 22 le guar<strong>di</strong>e austriachespararono due fuc<strong>il</strong>ate verso <strong>il</strong> Gravellone dove si sentirono picchiar le palle<strong>nel</strong> muro. Subito un picchetto della civica si mosse per correre a cacciarledal luogo loro, ma che? esse non v'erano più. Tornarono e quella notte nonsi fece nulla; senonché un numeroso picchetto <strong>di</strong> civici genovesi osò, a nottetarda, passare <strong>il</strong> Ticino in barca, ed entrare in terra lombarda. Ma intantoverso le 3 e mezzo del mattino venne avviso da Pavia che gli austriaci sen'erano andati. Subito si prese lo schioppo e tutti si passò <strong>il</strong> Gravellonee si corse a Pavia: quivi, passata la dogana, ci or<strong>di</strong>nammo e poi entrammoin città, dove ci si ricevette in trionfo. Dopo aver fatto una stazione <strong>nel</strong>cort<strong>il</strong>e del palazzo municipale, ed una breve subito fuori le porte, dove ciprocurammo un po' <strong>di</strong> pane per far colazione, c'incamminammo senz'altroper la via maestra. Questa corre tra due canali d'acqua; e però, insaccaticome eravamo in essa, se <strong>il</strong> nemico ci avesse mandato incontro uno squadrone<strong>di</strong> cavalleria, o si fosse nascosto <strong>di</strong>etro un poggetto <strong>di</strong> terra ch'era al<strong>di</strong> là del canale, ci potevano <strong>di</strong>struggere senza che forse ne campasse unsolo. Alcuni passarono <strong>il</strong> canale al primo ponte che si trovò e percorrevanosul poggetto spiando, se mai, si vedessero <strong>di</strong> lontano spuntar nemici. Camomin facendo sentimmo ancora parecchie cannonate; più innanzi ci ven<strong>nei</strong>ncontro uno in calesse con ban<strong>di</strong>era tricolore, annunziando che gli austriaciavevano lasciato M<strong>il</strong>ano; più innanzi altro <strong>di</strong>ceva che ancora si battevanoverso porta Tosa. E cosi, <strong>di</strong> mano in mano, s'aveva ora una ora altra notizia;ma ciò che ci persuase poi che veramente <strong>il</strong> nemico era stato cacciato,fu <strong>il</strong> vedere le popolazioni uscire tranqu<strong>il</strong>lamente dai casali e dalle borgatee venirci a festeggiare sulla via. Cosi arrivammo fino a Binasco a marciasforzata. Ivi ci furono mandati incontro da M<strong>il</strong>ano moltissimi carri, suiquali saliti, venimmo <strong>di</strong> corsa fino alla città. Smontati poco lungi da portaTicinese, nuovamente ci or<strong>di</strong>nammo in plotoni e ripigliammo la marcia. Eravamocinque o sei cento, de' quali forse 250 genovesi. Entrammo in trionfoper porta Ticinese, um<strong>il</strong>iati quasi <strong>di</strong> raccogliere tanti applausi, tanti evvivasenza aver fatto ancora nulla, fuorché porsi ad un rischio gravissimo invero,ma infine niuno aveva ancora sparato <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e. Le vie e le finestre eranopiene <strong>di</strong> persone che ci applau<strong>di</strong>vano. Andammo alla piazza <strong>di</strong> S. Eufemiae, quivi schierati, facemmo alto e poi sciogliemmo le f<strong>il</strong>e; e chi s'avviò daqualche suo conoscente, chi all'albergo, e chi al quartiere <strong>di</strong> S. Luca, destinatodal governo provvisorio a tal uopo.191


www.accademiaurbense.itLe prodezze <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano ne' cinque giorni e <strong>nel</strong>le cinque notti che durò<strong>il</strong> combattimento, sono veramente favolose. Un francese mi <strong>di</strong>ceva: che sonomai le nostre giornate <strong>di</strong> luglio e <strong>di</strong> febbrajo a paragone <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano?gl'Italiani sono giganti. Intendete bene che l'averle dette un francese è cosastraor<strong>di</strong>naria. Tutte le strade sono magnificamente asserragliate; le strade<strong>di</strong>ritte, alquanto lunghe contengono molti asserragliamenti, per cui si vedeche i citta<strong>di</strong>ni guadagnavano <strong>il</strong> terreno palmo per palmo. Bisogna notareche quando cominciò la mischia non erano forse in tutta la città 300 boccheda fuoco: bisognava vincere senz'armi per procurarsi le armi. I citta<strong>di</strong>niandavano contro <strong>il</strong> cannone con una intrepidezza maravigliosa; giovi<strong>net</strong>ti<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci anni correvano alle barricate come gli uomini adulti. loprocurerò raccogliere i fatti <strong>di</strong> queste gran<strong>di</strong> giornate: accertatevi che sonocose che passano quasi la cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità.Ma quanto furono gran<strong>di</strong> i M<strong>il</strong>anesi, tanto si mostrarono iniqui, scelleratie peggio che barbari gli austriaci. In alcuni luoghi della città <strong>di</strong>edero<strong>il</strong> saccheggio: entravano per le case, trucidando quanti v'erano; in alcunesi trovarono famiglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci in<strong>di</strong>vidui tutti uccisi, dai vecchi aibambini. Le madri, alcune volte domandando pietà, mostravano loro dallafinestra i bambini ancora in fasce, e quelli tiravano al bambino e l'uccidevanotralle mani della madre, e si vedeva cascar già <strong>nel</strong>la via, svolazzandoper aria le fasce slegate. E quei barbari li pigliavano così morti e gl'inf<strong>il</strong>zavanosulle bajo<strong>net</strong>te. Alcuni prigionieri furono da loro bruciati vivi, altriincalcinati; insomma si rinnovano i tempi d'Att<strong>il</strong>a. Al contrario, i citta<strong>di</strong>ni,quanti prigionieri facevano, o quanti pigliavano de' feriti austriaci, li trattavanoe curavano con gran<strong>di</strong>ssima umanità.Per tutta la città, ad ogni passo, si trova ancora scritto con carbone suimuri: morte ai ladri. Ieri mattina, appena usciti i nemici dalla città, fu inuna piazza innalzato un busto a Pio IX, <strong>il</strong> cui nome è qui venerato ed amatooltre ogni <strong>di</strong>re. Tutti portano la coccarda tricolore, ma <strong>nel</strong> mezzo è unamedaglia col ritratto <strong>di</strong> lui.I tedeschi sfogano ora la loro rabbia scorrendo le camPl1gne: jeri incen<strong>di</strong>aronoMelegnano. Le barbarie più inau<strong>di</strong>te contro e donne e ragazzi evecchi si vanno commettendo da loro. Insomma <strong>il</strong> combatterli non è piùsolamente combattere per la libertà, ma per l'umanità, e qualunque governosi pregi d'essere non <strong>di</strong>co civ<strong>il</strong>e, ma almeno umano, deve porgere ajuto a<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong> per cacciare d'ogni luogo queste bestie feroci.Dicesi qui che Venezia e soprattutto Treviso siano in rivolta, e cosìPadova e altre città: l'esempio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano ha svegliato ed infiammato tutti.Gli austriaci fanno l'ultime prove; essi hanno violato troppo le leggi piùsacre, perché le popolazioni, da ogni angolo della Lombar<strong>di</strong>a, non insorgano.192


www.accademiaurbense.itCredo che <strong>il</strong> governo provvisorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano intenda convocare un'assembleagenerale <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> Lombardo-Ve<strong>net</strong>o, affinché decida qual governovuol scegliere. Qualunque sia per scegliere l'ha comperato col suo sanguee con pro<strong>di</strong>gi inau<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> valore; niuno ha <strong>di</strong>ritto d'imporgliene un altro.lo ho la testa così confusa da tutto quello che ho u<strong>di</strong>to, che non so neppurescrivere per minuto i fatti <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, ma spero poterne avere qualchenarrazione e la manderò.Ad<strong>di</strong>o. Tomaso è qui; salutate Ranco, Orsini ecc.DomenicoA tergo: AI Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.Car.mi genitori.60BUFFA AI GENITORIM<strong>il</strong>ano, 24 marzo 1848.Ieri non vi scrissi, perché fui tutto <strong>il</strong> giorno in marcia per M<strong>il</strong>ano,dove ora mi trovo. Entrammo in trionfo: <strong>nel</strong>la via da Pavia a M<strong>il</strong>ano, lepopolazioni ci venivano incontro battendo le mani. A M<strong>il</strong>ano, poi, vi ripeto,fu un vero trionfo. Le vie, le finestre erano piene <strong>di</strong> persone che salutavano,applau<strong>di</strong>vano. Descrivervi l'aspetto <strong>di</strong> questa città è impossib<strong>il</strong>e. Tuttele vie, tutte senza eccezione, sono piene <strong>di</strong> barricate: i pro<strong>di</strong>gi <strong>di</strong> valoreche i m<strong>il</strong>anesi hanno fatto durante cinque giorni, e cinque notti <strong>di</strong> continuocombattimento sono cose inau<strong>di</strong>te. Le barbarie, le scellerataggini che commiserogli austriaci sono affatto <strong>di</strong>fformi da quanto si conosce dei tempipresenti: te<strong>net</strong>e per certo che i tempi d'Att<strong>il</strong>a furono rinnovati. Quel pocoche ho potuto raccogliere finora, lo leggerete sulla Lega; ora non ho tempoa scrivere <strong>di</strong> più. Tomasino è quì con me allo stesso albergo.Ad<strong>di</strong>o, state sani ed allegri.DomenicoA tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Novi per Ovada.13193


www.accademiaurbense.it61BUFFA AL FRATELLO IGNAZIO lCar.mo fratello.M<strong>il</strong>ano, 25 marzo 1848.Le cose qui vanno benissimo; tutto ciò specialmente che riguarda lapubblica sicurezza è bene organizzato. Ogni cinquanta passi al più, trovateuna barricata, ad ogni barricata sono due senti<strong>nel</strong>le tutta notte, e se non<strong>di</strong>te loro la parola d'or<strong>di</strong>ne, non vi lasciano passare. Quin<strong>di</strong> è impossib<strong>il</strong>eche avvengano <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni. Ier sera trovai a guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> alcune barricate anchedelle donne.Qui tutto ritiene ancora l'aspetto, quasi <strong>di</strong>rei, d'un campo <strong>di</strong> battaglia.I mob<strong>il</strong>i, le carrozze, gli assi, le pietre ammonticchiate ad ogni tratto, fannosi che un forestiero non sappia ormai più rinvenirsi in quelle vie, che purealtra volta gli erano notissime. Alcune piazze sono cosi frequentementeattraversate da monticelli <strong>di</strong> rottami e <strong>di</strong> pietre, che pajono quasi un camposolcato a solchi ciclopici; presso alcuni asserragliamenti io stesso vi<strong>di</strong> ancora<strong>il</strong> sangue non ancora ben <strong>di</strong>sseccato. I gran<strong>di</strong> fatti avvenuti <strong>nel</strong>la rivoluzione,è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e raccoglierli: se ne sente qualcuno qua e là, ma alla rinfusa.lo non so se qualcuno si stia occupando <strong>di</strong> metterli assieme, ma certo sidovrebbe.Al governo provvisorio mi fu mostrato un giovane che col fuc<strong>il</strong>eaveva ammazzato egli solo 40 austriaci; una donna, vestita da uomo, neammazzò tre; un altro giovane <strong>di</strong>stinto ne uccise cinque e poi cadde mortoegli stesso. Un altro, salito sulla barricata, contro la quale sparava continuamente<strong>il</strong> cannone, stava intrepido appostando col suo archibugio oral'uno, or l'altro cannoniere. Un uomo del popolo, padre <strong>di</strong> numerosissima famiglia,ebbe una palla <strong>nel</strong> petto; portato a casa, gli fu estratta la palla edegli, presala in mano, <strong>di</strong>sse, spirando: «Questa è l'ere<strong>di</strong>tà ch'io lascio a'miei figliuoli ». Il governo provvisorio adottò la sua famiglia come propria.Le botteghe sono chiuse tuttavia per la maggior parte. Tutti vannoattorno con armi d'ogni qualità, antiche, moderne, lance, spadoni, pistole,fuc<strong>il</strong>i, alabarde: non so se <strong>nel</strong>l'esercito <strong>di</strong> Serse fossero tante qualità d'armie <strong>di</strong> vestimenti. Alla notte, <strong>di</strong> tanto in tanto, si suona campana a martelloper tener vig<strong>il</strong>ati i citta<strong>di</strong>ni e i campagnuoli; ogni <strong>di</strong>eci o quin<strong>di</strong>ci minuti,le senti<strong>nel</strong>le delle barricate gridano all'erta, e si sente quel grido allontanarsi<strong>di</strong> barricata in barricata, che fa bellissimo effetto.lLa lettera è scritta su carta intestata: Hotel du Marino, rue du Marino 1137, M<strong>il</strong>an.194


www.accademiaurbense.itDappertutto la Lombar<strong>di</strong>a insorge, e dappertutto gli austriaci sono battutiin modo strano: moltissimi rimangono prigionieri, sono <strong>di</strong>sarmati, eforniscono cosl <strong>il</strong> mezzo <strong>di</strong> combattere gli altri. Questo si è fatto a Como,questo si va facendo in ogni luogo. Cinquem<strong>il</strong>a svizzeri sono entrati dallaparte <strong>di</strong> Como, e già hanno battuto in qualche scontro <strong>il</strong> nemico: ora sonoa Monza. Questi tedeschi, che avevano tanta fama m<strong>il</strong>itare, sono riuscitipoi <strong>nel</strong> fatto la gente più i<strong>net</strong>ta, più v<strong>il</strong>e, più <strong>di</strong>sprezzab<strong>il</strong>e che sia al mondo.In quanti movimenti fecero, non si può scorgere nulla che in<strong>di</strong>chi la <strong>di</strong>rezioned'un generale. A M<strong>il</strong>ano parvero un'orda non <strong>di</strong>retta da alcuno; cacciatidalla città, che fanno? Scorrazzano la campagna rubando, uccidendodonne e bambini, incen<strong>di</strong>ando paesi intieri; ma paiono gente perduta, privaaffatto <strong>di</strong> condottiere. Pare veramente che la mano <strong>di</strong> Dio gli abbia percossi.Ieri giunse qui <strong>il</strong> proclama <strong>di</strong> Carlo Alberto, che fu accolto a M<strong>il</strong>anocon gran<strong>di</strong>ssimo giub<strong>il</strong>o. Stanotte giunse qui <strong>il</strong> generale Passalacqua, sotto<strong>il</strong> cui comando sono le truppe piemontesi che entrarono in Lombar<strong>di</strong>a. Sefossero entrate solamente due o tre giorni innanzi, sarebbe stata altra cosa.Ora converrà che Carlo Alberto mostri la propria importanza o vincendoqualche grande battaglia, o cacciando i tedeschi da Verona, o insomma conqualche fatto veramente grande. In caso <strong>di</strong>verso, questa entrata tar<strong>di</strong>vafarà poco frutto <strong>nel</strong>l'opinione del Lombardo.Ad<strong>di</strong>o. Tomaso è qul con me. Salutate Ranco, Ramognini, <strong>il</strong> signorTomaso ecc. Mandatemi subito i numeri della Lega che sono stati pubblicatidopo la mia partenza. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo:Al Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.Car.rni genitori.62BUFFA AI GENITORIM<strong>il</strong>ano, 26 marzo 1848.Continuo a scrivervi tutti i giorni (quantunque non abbia nulla da serivervi)perché so che starete in ansietà. Qui non c'è nulla.I tedeschi sonoa Lo<strong>di</strong>, talmente bersagliati d'ogni parte da bande <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni, che, nonchépossano ritentare mai un colpo sopra M<strong>il</strong>ano, sono in gran dubbio che <strong>net</strong>orni a casa un solo.Rite<strong>net</strong>e che una sim<strong>il</strong>e vittoria, cosl compiuta, cosl terrib<strong>il</strong>e, è <strong>di</strong>f-195


www.accademiaurbense.itfic<strong>il</strong>e a immaginarsi. I tedeschi, che avevano tanta riputazione <strong>di</strong> forza m<strong>il</strong>itare,sono riusciti un branco <strong>di</strong> pecore da macello: e i lombar<strong>di</strong>, ch'eranotenuti uomini da sollazzo, sono <strong>di</strong>ventati leoni.Vi mando, perché possiate avere qualche idea <strong>di</strong> questa rivoluzione,un bollettino storico <strong>di</strong> essa, e <strong>il</strong> primo numero, uscito jeri, del 22 marzo,giornale ufficiale del governo provvisorio.Ad<strong>di</strong>o. Tomaso vi saluta. Tanti saluti a Fanny.DomenicoOggi deve entrare in M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> reggimento Regina delle truppe sarde.Naturalmente sarà ricevuto in trionfo.A tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Novi per Ovada.Car.mo fratello.63BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 26 marzo 1848.Vi mando <strong>il</strong> primo numero <strong>di</strong> tre giornali nuovi che si sono cominciatia pubblicare in M<strong>il</strong>ano. Il 22 Marzo è <strong>il</strong> giornale officiale del governo provvisorio.afferite a tutti e tre <strong>il</strong> cambio della Lega. E <strong>di</strong>te a Banchero cheman<strong>di</strong> qui molti numeri della Lega stessa, cominciando al numero delprimo marzo, acciocché si possano fare abbonamenti, ma questo faccia subitoperché gli altri giornali tenteranno senza indugio la fortuna. E mi scrivadandomi que' consigli che crede necessari per istab<strong>il</strong>ire qui un buon corrispondente.Si potrebbe parlare col Grondona e sapere intorno a ciò qual viasia la migliore; e qui sono due figli del Grondona.Ai tre fogli aggiungo pure <strong>il</strong> Bollettino storico della rivoluzione ecc.State sano e salutate tutti costì. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoP.S. In questo momento mi giunge notizia che gli austriaci che s'eranoconcentrati a Lo<strong>di</strong>, ed erano forse <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci m<strong>il</strong>a, parte se ne sono partitijeri, e parte se n'anderanno oggi. Dove passano seminano la desolazionee commettono tali barbarie che sono affatto incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i: sventrano don<strong>nei</strong>ncinte e ne levano <strong>il</strong> feto, riempiendole poi <strong>di</strong> stracci, tagliano loro lemammelle, mettono loro le cartucce dove non voglio <strong>di</strong>re, e poi danno loro196


www.accademiaurbense.it<strong>il</strong> fuoco. Insomma non è cosa tanto orrib<strong>il</strong>e che non facciano. Pochi giornifa, non si sa perché, tirarono un'archibugiata a Carlo Porro, uno degliostaggi che si portarono via da M<strong>il</strong>ano, e poi 1'abbandonarono ed. ora èmorto. Dappertutto pigliano le persone più cospicue, e le fanno marciareinnanzi in prima f<strong>il</strong>a, si <strong>di</strong>ce, acciocché se alcuno tira sopra loro, uccidaprima quegli inf.elici. Dicesi. cne a c.rem.a abb\aoo \lCC\'ì>O \\ '\Je'ì>Co'\Jo e mo\ùcospicui citta<strong>di</strong>ni.Oggi alle Il antimeri<strong>di</strong>ane giungerà qui <strong>il</strong> reggimento Regina e saràaccolto in trionfo. Ma bisogna che <strong>il</strong> nostro governo faccia presto, e nonperda un minuto. Ad<strong>di</strong>o.A tergo:Al Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.Car.mo fratello.64BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848.Ieri giunsero qui le truppe piemontesi, parte cavalleria parte fanteria;noi andammo a incontrarle. Quantunque piovesse, moltissima era la genteaccorsa.. e non vi potrei descrivere gli evviva. ~li applausi coi quali f,-",,,noaceolte~'Quando poi gli u.flìzial1 giran.e> per la c~tt:à...dalle bot:t:eghe, dal terrazzie dalle finestre applau<strong>di</strong>scono. E piace molto quel vederli girare collacoccarda tricolore sul petto/La sera, vi<strong>di</strong> subito che l'arrivo loro aveva prodottogià qualche effetto sull'animo de' citta<strong>di</strong>ni: erano più tranqu<strong>il</strong>li esicuri. Molte barricate non avevano senti<strong>nel</strong>le, e mentre <strong>nel</strong>le sere antecejti' nz <strong>di</strong>re alle senti<strong>nel</strong>le la parola d'or<strong>di</strong>ne, non si p.oteva. passare,aen,sea<strong>di</strong>a'io'l.ate io stesso otto o <strong>di</strong>eci barricateseguito senza·-~~~~~1~~~~~~~~-----:~~--


www.accademiaurbense.it<strong>il</strong> fuoco. Insomma non è cosa tanto orrib<strong>il</strong>e che non facciano. Pochi giornifa, non si sa perché, tirarono un'archibugiata a Carlo Porro, uno degliostaggi che si portarono via da M<strong>il</strong>ano, e poi l'abbandonarono ed ora èmorto. Dappertutto pigliano le persone più cospicue, e le fanno marciareinnanzi in prima f<strong>il</strong>a, si <strong>di</strong>ce, acciocché se alcuno tira sopra loro, uccidaprima quegli infelici. Dicesi che a Crema abbiano ucciso <strong>il</strong> vescovo e molticospicui citta<strong>di</strong>ni.Oggi alle Il antimeri<strong>di</strong>ane giungerà qui <strong>il</strong> reggimento Regina e saràaccolto in trionfo. Ma bisogna che <strong>il</strong> nostro governo faccia presto, e nonperda un minuto. Ad<strong>di</strong>o.A tergo: Al Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.Car.mo fratello.64BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848.Ieri giunsero qui le truppe piemontesi, parte cavalleria parte fanteria;noi andammo a incontrarle. Quantunque piovesse, moltissima era la genteaccorsai e non vi potrei descrivere gli evviva, gli applausi coi quali furonoaccolte.tQuando poi gli uffiziali girano per la città, dalle botteghe, dai terrazzie dalle finestre applau<strong>di</strong>scono. E piace molto quel vederli girare collacoccarda tricolore sul petto.l'La sera, vi<strong>di</strong> subito che l'arrivo loro aveva prodottogià qualche effetto sull'animo de' citta<strong>di</strong>ni: erano più tranqu<strong>il</strong>li esicuri. Molte barricate non avevano senti<strong>nel</strong>le, e mentre <strong>nel</strong>le sere antecedenti,senza <strong>di</strong>re alle senti<strong>nel</strong>le la parola d'or<strong>di</strong>ne, non si poteva passare,jeri sera mi provai a passare io stesso otto o <strong>di</strong>eci barricate <strong>di</strong> seguito senzamai <strong>di</strong>rla, e senza che mi fosse richiesta.Il nemico ha sgombrato Lo<strong>di</strong>, e si concentra sopra Crema. Gli uominiintelligenti <strong>di</strong> guerra <strong>di</strong>cono che prima <strong>di</strong> ritirarsi affatto, darà almeno trebattaglie in certi luoghi determinati, dei quali non mi fu detto <strong>il</strong> nome.Alla sera, fa bel vedere per le strade <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, oltre i lampioni a gas,molti lumi su tutte le finestre de' primi piani, che fanno quasi una <strong>il</strong>luminazionecontinua. Tomasino è qui con me. Voi non partite, perché è affattoinut<strong>il</strong>e, ora non c'è più nulla a fare. Ho fretta gran<strong>di</strong>ssima. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo: Al Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.197


Car.mo fratello.65BUFFA AL FRATELLO IGNAZIO[M<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848] l.Stamattina sono partite da M<strong>il</strong>ano le truppe piemontesi giunte jeri;<strong>il</strong> popolo le accompagnava con evviva e felici augurii. I soldati cantavanoallegramente canzoni patriottiche. Furono spe<strong>di</strong>te a Treviglio, dove già sonomolti volontarii lombar<strong>di</strong>, genovesi e piemontesi. Là, forse, aspetterannoqualche rinforzo.Si <strong>di</strong>ce che Radetzky abbia chiesto un armistizio <strong>di</strong> quattro giorni, mami par cosa da non credersi. Non<strong>di</strong>meno, i tedeschi, da qualche tempo,hanno fatto cose tanto fuori d'ogni cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità, che anche questa potrebbeesser vera. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo:www.accademiaurbense.itAl Sig.r D.r Ignazio Buffa. Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.lSenza data. Timbro postale: M<strong>il</strong>ano, 27 marzo.66BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848.Stamattina è giunta la notizia che Verona è in mano del popolo, e che<strong>il</strong> vicerè fu arrestato, mentre tentava fuggire. Non<strong>di</strong>meno non è da crederecosì fac<strong>il</strong>mente.Ho letto una lettera proveniente da Vienna oggi, dove si <strong>di</strong>ce checolà i tumulti sono sedati, che l'imperatore ha conceduto la costituzione,la libertà della stampa, e tutte le altre guarentigie richieste dal popolo. Se<strong>il</strong> governo austriaco in un modo o <strong>nel</strong>l'altro si rassoda a Vienna, egli è certoche farà ogni sforzo per conservare la Lombar<strong>di</strong>a, che basta da sé solaa impinguare tutto l'impero. Certamente gli austriaci hanno avuto tal colpoche non si potranno riavere mai più, ma i soldati piemontesi si avrannoancora a far qualcosa; e benché taluni credano la faccenda quasi finita, nonv'è dubbio che tuttavia è rimasto per essi qualche alloro da cogliere.lManca la firma.[Domenico] 1198


www.accademiaurbense.itAllegato.I Genovesi ai Fratelli M<strong>il</strong>anesi.MANIFESTO DI BUFFA AI MILANESI 127 marzo 1848.La voce sparsasi da alcuni malevoli sulle frontiere sarde, che noi fossimostati da Voi freddamente accolti, non può avervi tanto addolorato, oFratelli, che molto maggior dolore e sdegno insieme non destasse in noi.Gli evviva, e gli applausi infiniti, coi quali ci accoglieste, le gent<strong>il</strong>ezze e lelo<strong>di</strong> continue, che da Voi riceviamo, ci empiono <strong>di</strong> confusione, e chie<strong>di</strong>amoa noi stessi come mai possiamo averle meritate, mentre per nostra manonon è ancora caduto un solo de' vostri e nostri nemici.Voglia Id<strong>di</strong>o, che noi possiamo rispondere coi fatti alla vostra aspettazione,e che sappiamo almeno per qualche parte imitare i vostri magnanimiesempi.Ma intanto per obbligo <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne noi facciamo testimonianzadavanti a Voi o Fratelli, davanti al vostro Governo Provvisorio,davanti a Italia tutta che ben lungi che voi ci abbiate ricevuto freddamente,le vostre accoglienze furono quali sarebbero convenute a Voi trionfatoridell'eterno nimico della nostra patria: e volentieri pigliamo questa opportunitàper rendervene pubblicamente le debite grazie, sperando e desiderandopotervi mostrare per più certa prova la nostra riconoscenza. A nome <strong>di</strong>tutti i Volontari Genovesi i sottoscritti:Domenico Buffa, G. B. Cambisio q. m. Luigi, Carlo Celesia, FrancescoSangui<strong>net</strong>i, Avv. Francesco Viale, Felice De Negri, Luigi Farina, FrancescoDaneri, Giacomo De Cam<strong>il</strong>li, Luigi De Cam<strong>il</strong>li, Giovanni De Cam<strong>il</strong>li, G. B.Granara, L. Sbarbaro, Enrico Galleano, Leopoldo Grasso, Edoardo Gervasoni,Salvatore Queriolo, Pietro Monticelli, Francesco Carpa<strong>net</strong>o, G. B. Carpa<strong>net</strong>o,Tomaso Buffa, Davide Rissetti, Rosellini, G. B. Bavastro, GiorgioDoria, L. Bartolomeo Za<strong>nel</strong>la, Luigi Lomellini, Massim<strong>il</strong>ano Spinola nipote,Emanuele Trabucco, Emanuele Berola, N. Accini, Giuseppe Musso, PaoloMontorsi, Ulisse Borsino, Cam<strong>il</strong>lo Barberis, Valeria Domenico, VaglioneCarlo, Pietro Pi<strong>net</strong>ti, Luigi Poggi, Federico Campa<strong>nel</strong>la, Baschi Baldassarre,Mirasole Giovanni, Novara Luigi, Amici Giovanni, Perdasi Pietro, MaggiNicolò, Carlo Tagliavacche, Luigi Peirano, E. Bignone,· Potrone Stefano,Vassallo Guglielmo, Bavastro Antonio, Guglielmini Giuseppe, Domenico1 Questo manifesto è stato stampato, su foglio volante, in M<strong>il</strong>ano, presso la tipografiaRicor<strong>di</strong>.199


www.accademiaurbense.itPertusio, Andrea Raffo, Giulio Fiastri, Em<strong>il</strong>io Lanata, Nicolao Ferrari, GirolamaRemorino, G. Adolfo Paro<strong>di</strong>, Marcello Schiaffino, Nicolò Gerard, GaetanoGerard, Tommaso D'Aste, Giacinto Barelli, Lazzarini Giuseppe, GerolamoGiangran<strong>di</strong>, Francesco Gloria, Giuseppe Petriccioli, Giuseppe Sciaccaluga,Pietro Torre, Carli Francesco, Velas Vincenzo, Del Pino Giuseppe,Clerici Giuseppe, Ch<strong>il</strong>ò Carlo, Scribani Gianluca, Copola Francesco, Temistoc1eCarignani, Emanuele Gianuè, G. B. Bruzzo, Carlo Pareto, StefanoBancalari, Vigo Biagio, Vigo Giuseppe, Emanuele Malatesta, Olivari Giuseppe,Olivari Luigi, Colombino Antonio, Pedemonti Cam<strong>il</strong>lo, Andena Francesco,Nicola Tedeschi Vassallo Michele, Copello Girolamo, Croce Francesco,Scarrone Stefano, Giuseppe Daneri, Paolo Bozzano, Giuseppe Toretta,D'Oria Francesco Carlo, Sangui<strong>net</strong>iN., Giobatta Frascheri, F<strong>il</strong>ippo Destefani,Delvecchio Giuseppe, Baschiera Luigi, Domenico Carrega, Ernesto Pareto,Ippolito Deferrari, Mosto Antonio, Luigi Sartorio, Enrico Mazzone,Gorleri padre, Gorleri figlio, Costa Francesco, G. B. Rivara, G. Nino Bixio,Nicola Accame, Giuseppe Pittalunga, Goffredo Mameli, Gerolamo Boccardo,Andrea Mesto, Pietro Pastorino, Machiavelli Paolo, Celestino Devecchi, PietroDella Torre, Enrico Piaggio, Luigi Cardosi, Gerolamo Giu<strong>di</strong>ce, GiuseppeDella Cella, Bru<strong>net</strong>ti Giovanni, Raffaele Pienovi, Giuseppe Dellepiane,Luigi Demartini, Antonio Burlando, Francesco Guidobuono, Pienovi Paolo,Deferrari Bartolomeo, Bartolomeo Chichizola, Boero G. B., Leonardo Chiappara,Piaggio Aurelio, Souche Giacomo, Montesisto Francesco Leonardo.Signor <strong>di</strong>rettore.67TERENZIO MAMIANI A BUFFA 1Pesaro, 28 marzo [1848].Quantunque a me non istia bene <strong>di</strong> tessere encomj al vostro giornale,alla cui fondazione e comp<strong>il</strong>azione ho partecipato, non per questo mi s'inter<strong>di</strong>ce<strong>di</strong> farvi sapere che <strong>nei</strong> luoghi d'Italia pe' quali san passato poc'anzi,ho da tutti sentito dar lode a quel vostro motto Lega e Guerra, posto incapo del foglio ed esprimente le due supreme esigenze dei tempi. Lode aDio, la guerra è <strong>di</strong> già scoppiata; l'iniziò l'eroico sdegno de' Lombar<strong>di</strong> e laprosieguono i Governi, che ogni giorno più fannosi benemeriti della nazione.Ma la vittoria dee riuscire tanto sicura, quanto compiuta e finale; e però2001 Pubblicata ne La Lega Italiana, anno I, n. 58 (7 apr<strong>il</strong>e 1848).


www.accademiaurbense.itfa mestieri condur l'impresa con vigore e prontezza somma e innanzi che <strong>il</strong>governo nuovo viennese possa riaversi a qualche porzione dell'impero animatadalle libertà e guarentigie ottenute, risolva <strong>di</strong> sostenre con ogni sforzola crollante casa <strong>di</strong> Asburgo. Fra poco, si rior<strong>di</strong>nerà ezian<strong>di</strong>o la Dieta germanicae sarà Dieta leale <strong>di</strong> popoli liberi; quin<strong>di</strong> sarà tenerissima dell'onorenazionale e gelosa dei vantaggi comuni degli stati alemanni. Fra tali vantaggidebb'ella annoverare <strong>il</strong> porto <strong>di</strong> Trieste che è per l'intera Germania<strong>il</strong> solo uscio aperto alle acque de' nostri mari e la sola <strong>di</strong>retta comunicazionecon l'ultimo Oriente. V'ha dunque serio pericolo che tutta Lamagnasi risenta e commova per serbar dominio sopra Trieste, la qual città, d'altraparte, rompe in mezzo le terre italiane poste tra l'Isonzo e <strong>il</strong> Quarnero.Fino dai tempi <strong>di</strong> Augusto hanno l'Alpi Giulie segnato i confini d'Italia,e però tutta l'Istria e <strong>il</strong> littorale che corre da Pola a Venezia è nostro eniun vess<strong>il</strong>lo vi deve sventolare salvo che l'italiano. In me, pertanto, è grandesiderio e speranza che le armi Liguri e Piemontesi si spingano avantiquanto più possono ed occupino, con somma sollecitu<strong>di</strong>ne, tutto <strong>il</strong> paeseche giace tra <strong>il</strong> Tagliamento e la Sava e dai monti della Vena <strong>di</strong>scende almare Adriatico. Ora è fac<strong>il</strong>e conquistarlo, più tar<strong>di</strong> costerebbe molte battaglie;ora si può munirlo gagliardamente e con me<strong>di</strong>ocre sforzo <strong>di</strong>fenderlo,più tar<strong>di</strong>, né l'una forse né l'altra cosa saranno fattib<strong>il</strong>i; ora una sola spadae una sola mente volge e risolve i destini dell'alta Italia, più tar<strong>di</strong> possonosvegliarsi le ambizioni e le gelosie de' principi; ora tace la <strong>di</strong>plomazia e itrattati; più tar<strong>di</strong> tornerà <strong>il</strong> <strong>regno</strong> dei protocolli. All'Alpi Giulie, adunque.Là sia termine al volo delle nuove aqu<strong>il</strong>e latine, là l'inespugnab<strong>il</strong> murod'Italia.Terenzio MamianiCar.mo fratello.68BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 28 marzo 1848.Gli eventi s'incalzano l'un l'altro con tanta rapi<strong>di</strong>tà e buona fortunache pare <strong>di</strong> sognare. Ieri si ebbe notizia che a Brescia fecero prigionieri ungenerale, due colon<strong>nel</strong>li, due tenenti colon<strong>nel</strong>li, 60 uffiziali e 800 soldatie 200 pesi <strong>di</strong> polvere, 3 cannoni e molti carriaggi. La cosa avvenne in questomodo. Gli austriaci, forniti <strong>di</strong> artiglieria e molti carriaggi, erano accampatiin un prato. I Bresciani si avvidero che quel prato poteva essere inon-201


www.accademiaurbense.itdato, e <strong>nel</strong>la notte misero ad esecuzione <strong>il</strong> loro progetto, mentre armati <strong>di</strong>ogni sorta li circondarono, assaltandoli da ogni parte. I tedeschi <strong>nel</strong>l'acquafino al ginocchio, non vedendo via <strong>di</strong> fuggire, si arresero. Oltre a questo,se ne prendono ogni giorno a centinaia alla spicciolata: la Lombar<strong>di</strong>a è<strong>di</strong>ventata per loro una vera trappola da sorci.Da Brescia scrivono inoltre che Radetzky è affetto da <strong>di</strong>ssenteria sanguignae che, volendo portarsi sopra Mantova, trovò tutte le strade rottein modo da dover tornar in<strong>di</strong>etro e accamparsi con poche migliaia <strong>di</strong> soldati.Se si va a questo modo la unica fatica che toccherà ai bravi soldatisar<strong>di</strong> ed alle migliaia <strong>di</strong> volontarii, che accorrono da ogni parte, sarà quella<strong>di</strong> correre <strong>di</strong>f<strong>il</strong>ati alle Alpi per impe<strong>di</strong>re a questi ladroni <strong>di</strong> fuggire, e salutare<strong>di</strong> lassù quegli altri che potessero venire <strong>di</strong> là.Pare impossib<strong>il</strong>e ed incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e che i volontarii siano già tanto numerosie non cessi ogni giorno <strong>di</strong> venirne altri a centinaia a centinaia. Diarmi è vero c'è un po' <strong>di</strong>fetto, ma i soli volontarii basterebbero a formareun esercito. Per la strada ferrata si mandarono a Treviglio, dove si riceverannoor<strong>di</strong>ni ulteriori: è probab<strong>il</strong>e che si costituiscano in bersaglieri percombattere in bande <strong>di</strong> guerriglieri, sembrando questa la guerra più efficacee più ragionata che possa farsi agli austriaci sgominati, e raminghi. Ieri arrivaronoaltre truppe sarde, ed altre ancora se ne aspettano.Il vicerè è chiuso in Verona colla moglie e <strong>il</strong> figlio, minacciati dalpopolo <strong>di</strong> bruciarli vivi al primo colpo <strong>di</strong> cannone. Già la legna e lefascine bagnate <strong>di</strong> acqua rasa sono ammassate intorno al palazzo, <strong>nel</strong>laprevisione <strong>di</strong> dover mandare ad effetto la minaccia. I ponti sull'aglio furonorotti per impe<strong>di</strong>re le ritirate e coglierli tutti; le campagne sono allagate.DomenicoCar.mo fratello.69BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOM<strong>il</strong>ano, 28 marzo 1848.S'era sparso voce <strong>nei</strong> giorni scorsi che oltre Carlo Porro, alcuni altri degliostaggi m<strong>il</strong>anesi che sono in mano ai tedeschi fossero stati uccisi. Majeri giunsero lettere <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> detti ostaggi alle loro famiglie e stannobene. Radetzky si concentra sopra Crema, e <strong>di</strong>ede fuori pur ora un manifesto,<strong>nel</strong> quale ripiglia <strong>il</strong> tuono <strong>di</strong> minaccia. Si vede ch'egli confida già202


www.accademiaurbense.itd'aver attorno a sé un esercito abbastanza rispettab<strong>il</strong>e per cominciare laguerra. Non<strong>di</strong>meno quasi tutto <strong>il</strong> Lombardo-Ve<strong>net</strong>o è insorto per modo ches'egli è battuto, <strong>di</strong> che non ho dubbio alcuno, non so per qual via potrà rititarsiin Germania, giacché si trova cinto <strong>di</strong> nemici.A Brescia, <strong>il</strong> popolo prese do<strong>di</strong>ci pezzi <strong>di</strong> artiglieria, e fece moltissimiprigionieri in un modo curioso. Un corpo <strong>di</strong> austriaci erasi accampato fuori<strong>di</strong> Brescia <strong>nel</strong> luogo d'una risaja: i bresciani innondarono <strong>il</strong> luogo e cosìquelli furono costretti <strong>di</strong> arrendersi. Del resto a Brescia pure è un governoprovvisorio che s'è messo in relazione con quello <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano. Finora non puòancora <strong>di</strong>rsi con sicurezza quello che i lornbar<strong>di</strong> vorranno fare una volta chela cacciata dei tedeschi sia compiuta. Certamente rauneranno un'assembleagenerale: allora si vedrà.Il governo <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano abolì subito <strong>il</strong> lotto e <strong>il</strong> bollo.' Ora gl'impiegatidell'uno e dell'altro preparano per quest'oggi una <strong>di</strong>mostrazione sotto <strong>il</strong> palazzodel Marino, dove ora risiede <strong>il</strong> governo. Ma stamattina venne fuori unavviso, <strong>nel</strong> quale si <strong>di</strong>ce che, quantunque <strong>il</strong> bollo e <strong>il</strong> lotto siano soppressi,non s'intende già <strong>di</strong> lasciare senza pane gli impiegati che da essi lo ricevevano.Forse quest'avviso avrà buon effetto e la <strong>di</strong>mostrazione non si farà.Dicesi che a Venezia sia stata proclamata la repubblica <strong>di</strong> S. Marco; edoggi si sparge per M<strong>il</strong>ano, e si <strong>di</strong>ce anche da persone capaci <strong>di</strong> aver buonee sicure relazioni, che Como vuoI fare repubblica staccata da M<strong>il</strong>ano. lospero che ciò non sia vero; spero che i lombar<strong>di</strong>, che già in parte uscironovittoriosi dalla lotta, si guarderanno da sim<strong>il</strong>e piccolezza. Procurerò saperequalcosa <strong>di</strong> più e ve ne scriverò.Qui <strong>il</strong> governo provvisorio è attivissimo: tutti ne parlano bene, e infattiprovvede a tutto infaticab<strong>il</strong>mente. Vedeste, sempre i muri tapezzati <strong>di</strong>avvisi, proclami d'ogni sorta. Ora si sta pure organizzando la guar<strong>di</strong>a civica,ed è già molto numerosa. Il governo provvisorio, per uniformarsi agli altristati italiani la chiamò civica invece <strong>di</strong> nazionale, ma ciò fu errore. Il popolola chiamerà nazionale a <strong>di</strong>spetto del governo, com'è avvenuto negli altri paesid'Italia. E qui nasce già qualche imbroglio ne' nomi, perché qui si avrannodue specie <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>e, l'una che è la guarentigia delle instituzioni libere, edè veramente la nazionale, l'altra, che provvede alla sicurezza interna dellacittà, e propriamente si chiamerebbe civica. Sarebbe stato bene che <strong>il</strong> governoavesse introdotto egli stesso questa <strong>di</strong>stinzione, la noncuranza della qualesuscitò già qualche leggiera <strong>di</strong>sputa e qualche <strong>di</strong>fficoltà <strong>nel</strong>la organizzazione.Una parte della civica sarà pure a cavallo.Vi mando una nota <strong>di</strong> prigionieri fatti a Brescia, i quali sono assai <strong>di</strong>stinti,e come tali, serviranno ad assicurare la vita e <strong>il</strong> buon trattamento degli203


www.accademiaurbense.itostaggi m<strong>il</strong>anesi, e poi a farne <strong>il</strong> cambio. Vi mando pure un proclama <strong>di</strong>Radetzky che merita d'essere conosciuto.Intanto nuove truppe piemontesi entrano sempre in Lombar<strong>di</strong>a: <strong>il</strong> reggimentoReal Navi, da Pavia tagliò verso Lo<strong>di</strong>. Oggi a mezzogiorno debbonoessere entrati in Pavia otto pezzi d'artiglieria. Il 2° reggimento Aosta era jersera a Casteggio.DomenicoCar.mi genitori.70BUFFA AI GENITORIM<strong>il</strong>ano, 28 marzo 1848.Voi cantate alleluia troppo presto. Non v'ha dubbio che gli austriacisono a tal punto che, anche potendo sostenere una guerra, non riuscirannoa riaversi. Ma ora cominciano pericoli d'altro genere. La questione italianava <strong>di</strong> complicazione in complicazione, e Dio le scioglie: noi le facciamo eDio per incanto le scioglie. Carlo Alberto è entrato in Lombar<strong>di</strong>a, ha protestatoch'egli non si vuole ingerire delle cose interne del paese, e colle suetruppe caccierà e <strong>di</strong>struggerà i nemici. Ma vedrete che qui si vorrà proclamarela repubblica, e quello che si vorrà far qui, si vorrà fare prima a Genova,poi in Piemonte, poi in Toscana e in tutta Italia: e già in Venezia s'èfatto. Ora, in Lombar<strong>di</strong>a, Toscana e Romagna potrà, essendo forse senzaresistenza nessuna, ma in Piemonte e a Napoli produrrà inevitab<strong>il</strong>mente unaguerra civ<strong>il</strong>e. Quale ne sarà <strong>il</strong> risultato? La Provvidenza è al portafoglio essaoggimai, e intendo che saprà <strong>di</strong>stricarsene; ma colla vista umana, ci vedo buio.È falso ch'io sia stato <strong>il</strong> primo a piantar la ban<strong>di</strong>era in Pavia, o ch'iofossi alla testa della civica. Andai cogli altri e non feci nulla <strong>di</strong> più: del restoin Pavia non fu piantata nessuna ban<strong>di</strong>era.A giorni credo che me ne tornerò a Genova, e Tomasino tornerà in Ovada.Oggi anderò dalla signora Livia. Ad<strong>di</strong>o, salutate Fanny.DomenicoA tergo:AI Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.204


www.accademiaurbense.it71IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOCarissimo fratello.Genova, 28 marzo 1848.Ho dato la tua lettera a Banchero, <strong>il</strong> quale <strong>di</strong>ede subito or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> mandare<strong>il</strong> nostro a tutti i giornali m<strong>il</strong>anesi che tu ci mandasti. Ieri ti scrissi pureavvertendoti che Banchero aveva già spe<strong>di</strong>to <strong>il</strong> giornale ai <strong>di</strong>versi libraj <strong>di</strong>costì. Qui non so come possa andare <strong>il</strong> giornale, si fa quel che si può. Orasiamo per recarci allocale nuovo, mi sento proprio stanco. Solo la tua pennafaceva molto qui; a tutti i mo<strong>di</strong> farò quel che potrò. Fu qui da noi, jeri,Monta<strong>nel</strong>li, oggi Dall'Ongaro e uno dei Porro, che tutti vengono a M<strong>il</strong>ano.Ogni volta che ti capitano documenti, mandali pure, che ce ne serviamo,e se tu potessi anche qualche articolo sulle cose <strong>di</strong> costì. Tomasino si ferma?Mi rincresce che a casa non c'è nessuno; ora però si sono tranqu<strong>il</strong>lati. Mi hascritto <strong>il</strong> papà, la mammà e Fanny. Sta sano. Sento che a Venezia è proclamatala repubblica, che costì è entrato Pinerolo e Regina cavalleria.Tuo aff.moIgnazioSaluta Tomasino, Pietro e tutti quelli d'Ovada, Rosellini etc.A tergo: Al Signor Domenico Buffa Direttore del giornale La Lega Italiana. M<strong>il</strong>ano.72ANGELO ORSINI lA BUFFACar.mo Buffa.Genova, 28 marzo 1848.Il giornale privo de' suoi due più vali<strong>di</strong> puntelli si è retto zoppicandoalla meglio, e si procurerà, per quanto sta in noi, a non lasciarlo cadere aterra; ma è necessario, anzi assolutamente in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e, che voi, rinunziandoalle glorie guerresche, veniate a combatter con la penna. Molte sono le <strong>di</strong>cerieche si fanno e molto è lo scontentamento degli azionisti. Il nostro amorproprio è interessato a che venga superata questa crisi con onore, e vinta lal Me<strong>di</strong>co genovese, già compromesso <strong>nel</strong> 1833.205


www.accademiaurbense.itguerra che l'invi<strong>di</strong>a e la malignità ci fanno accanitamente. Però è necessarioche ritorniate subito, e pensiate pure a scegliere un collaboratore <strong>di</strong> grido e<strong>di</strong> polso da sostituire al Mamiani, che da quanto vedo, penso non sia piùper ritornare.V'abbraccio con tutta l'effusione del cuore. Salutate affettuosamente perme Rosellini, Rissetti e gli altri nostri amici. Non <strong>di</strong>menticatemi presso <strong>il</strong>sig. Giorgio e credetemi.Aff.mo vostroA. OrsiniA tergo: Signore. Il Sig. Avv.to Domenico Buffa. M<strong>il</strong>ano.73BUFFA ALLA LEGAITALIANAM<strong>il</strong>ano, 29 marzo 1848.Ieri <strong>il</strong> Bolza fu consegnato al tribunale criminale perché lo giu<strong>di</strong>chi esentenzii secondo i suoi meriti. Cosa mirab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> popolo m<strong>il</strong>anese nonabbia chiesto <strong>il</strong> sangue <strong>di</strong> costui, che pure con tanti fatti s'era meritato l'o<strong>di</strong>o<strong>di</strong> tutti: ma l'umanità è uno dei più belli caratteri della presente rivoluzione<strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano. I prigionieri, che in ricambio delle atrocità commesse siveggono trattati con tanta dolcezza, vanno <strong>di</strong>cendo: Taliane star bona gente;e gli ufficiali prigionieri <strong>di</strong>cono che i m<strong>il</strong>anesi han fatto una rivoluzione galante,e che essi <strong>nel</strong>la lor prigionia sono trattati con tutti que' riguar<strong>di</strong> chepotrebbero avere a casa loro.Ieri venne pure un parlamentario tedesco, <strong>il</strong> quale, con una ingenuitàche oramai non si trova più che negli eserciti austriaci, chiese che si facesse<strong>il</strong> cambio de' prigionieri; cioè che, in cambio de' pochi ostaggi m<strong>il</strong>anesi tenutidagli austriaci, si dessero tutti i prigionieri che sono <strong>nel</strong>le mani del Governoprovvisorio, i quali, oltre quelli assai <strong>di</strong>stinti che furono sostenuti aBrescia, sommano forse a più <strong>di</strong> duem<strong>il</strong>a.Dicesi che a Verona <strong>il</strong> popolo abbia circondato <strong>di</strong> fascine <strong>il</strong> palazzo dell'ex-vicerée minacciato <strong>di</strong> mettervi <strong>il</strong> fuoco, se tentasse fuggire.Fra due giorni l'armata sarda in Lombar<strong>di</strong>a sommerà a 74 m<strong>il</strong>a uomini;fra due giorni una parte <strong>di</strong> essa avrà raggiunto <strong>il</strong> nemico, e fatto forse <strong>il</strong> suoprimo sperimento con esso.A Cremona <strong>il</strong> popolo ha già dalla sua parte un intero reggimento d'italianich'erano prima a servizio dell'Austria. I soldati italiani tentano ognivia <strong>di</strong> sottrarsi alla ban<strong>di</strong>era austriaca: pochi giorni sono, 400 riuscirono206


www.accademiaurbense.ita <strong>di</strong>sertare, e così, alla spicciolata, ne <strong>di</strong>serta continuamente qualcuno. Quandogli austriaci, uscendo <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, abbandonarono <strong>il</strong> Castello, i soldati italianifurono mandati innanzi, e subito <strong>di</strong>etro loro tutti gli altri, e a quelli si gridava:o avanti o morte. Questo <strong>il</strong> mezzo con cui sono ritenuti sotto le o<strong>di</strong>ateban<strong>di</strong>ere i soldati italiani.[Domenico] 1Alla Direzione della Lega Italiana. Genova.A tergo:Allegato.COPIA MANOSCRITTADI UN MANIFESTO DEL GOVERNO PROVVISORIO DI CREMONACremonesi.La tranqu<strong>il</strong>lità <strong>nel</strong> paese è alla perfine assicurata <strong>nei</strong> rapporti tra <strong>il</strong> m<strong>il</strong>itaree <strong>il</strong> civ<strong>il</strong>e.Il Governo Provvisorio ha convenuto coi capi delle truppe quanto segue.l°. Consegna della polveria, cannoni ed attrezzi da custo<strong>di</strong>rsi <strong>nel</strong>la casermedella Guar<strong>di</strong>a Civica in unione alle truppe <strong>di</strong> linea.2°. Affratellamento veramente cor<strong>di</strong>ale tra citta<strong>di</strong>ni e truppe <strong>di</strong> linea.3°. Partenza degli ulani, che saranno scortati sino alla frontiera delTirolo dall'ingegnere sig. Carlo Landriani, tenente della Guar<strong>di</strong>a Civica, chesi è spontaneamente offerto.4°. Promessa che non verrà fatto alcun carico, e che non saranno assoggettatia sinistre conseguenze quei soldati che antecedentemente alle presenticonvenzioni si fossero già pronunciati in vantaggio della causa civica.I membri del Governo ProvvisorioAvv.o Maffino MaffiD. Antonio BindaD. Gaetano Tibal<strong>di</strong>D. Annibale Grasselli senoD. Annibale Grasselli jun.D. Giuliano VacchelliAmbrogio CadolinoCremona 27 marzo 18481 Senza firma.Tipografia FeraboliSegretario GeneraleFulvio Garraniga207


www.accademiaurbense.it74BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Melzo, 29 marzo 1848.Per un giorno o due sono a Melzo,'tra M<strong>il</strong>ano e Treviglio. Appena tornatoa M<strong>il</strong>ano, partirò per Genova, dove mi richiama la Lega. Tomasino<strong>nel</strong>lo stesso tempo ripartirà per Ovada.Del resto quì è cosa finita, e temo che alle truppe rimarrà poco a fare.Vi scrivo queste poche righe perché non istiate in ansietà; del resto,non avendo materia, non vi avrei neppure scritto. Ad<strong>di</strong>o; salutate Fanny.A tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Novi per Ovada.DomenicoCar.mi genitori.75BUFFA AI GENITORIMelzo, 3 apr<strong>il</strong>e 1848.Sono tuttavia con Tomasino in Melzo, a poche miglia da M<strong>il</strong>ano, e sapete<strong>il</strong> perché? Ora ve lo <strong>di</strong>rò. Recandomi da M<strong>il</strong>ano a Treviglio, sgraziatamente,cad<strong>di</strong> dal vapore, e se non fosse stato Tomasino, forse ne sarei uscitomolto male: certo io corsi grave rischio della vita, ma per grazia <strong>di</strong> Dio,n'ebbi <strong>il</strong> men male che si potesse, cioè una ferita al ginocchio destro; leggierissimain sé, ma che per essere sul ginocchio, richiedeva riposo perché colpiegare della gamba si riaprirebbe. Una famiglia <strong>di</strong> Melzo, dove avvenne <strong>il</strong>fatto, famiglia a me affatto sconosciuta, volle raccogliermi in casa, e ci trattacome fossimo una conoscenza vecchia. Fra due giorni spero <strong>di</strong> potermeneandare e levare l'incomodo a questa eccellente famiglia. Tomasino è qui conme, e appena io possa recarmi a M<strong>il</strong>ano, ritornerò in Ovada: <strong>il</strong> che speropotrà essere alla più lunga fra due o tre giorni. Il pericolo fu gran<strong>di</strong>ssimo, <strong>il</strong>male nullo: fate fare un triduo <strong>di</strong> ringraziamento alla Madonna dei Cappuccini.La lettera <strong>di</strong> Fanny alla sua amica la spe<strong>di</strong>i a Crema <strong>di</strong> qui, aggiungendodue righe dove <strong>di</strong>ceva la cagione per cui non potevo recarla io medesimo.A quest'ora, senza dubbio, è già ricapitata.208


www.accademiaurbense.itUn'altra seccatura è la Lega Italiana. Non so se Ignazio vi abbia scrittonulla <strong>di</strong> quel che è avvenuto dacché io son quì. Alcuni degli Azionisti congedaronoBensa e Ramognini come due mascalzoni, quantunque secondo inostri patti essi non possano menomamente ingerirsi dei comp<strong>il</strong>atori e collaboratori.Ad onta dei patti medesimi sostituirono ad essi altri comp<strong>il</strong>atori,e vanno cercando nuovi collaboratori da aggiungere. lo, che ho già le taschepiene e arcipiene <strong>di</strong> alcuni dei signori azionisti, scrissi oggi stesso ad Ignazioche desse la sua <strong>di</strong>missione, giacché sarebbe una pura v<strong>il</strong>tà stare ancora a<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> gente che non usa ai comp<strong>il</strong>atori del giornale que' riguar<strong>di</strong>che s'usano ai servitori che si debbono avvisare qualche tempo prima <strong>di</strong> mandarlivia. Cosa ch'essi non hanno fatto riguardo a Bensa e Ramognini. lo,poi, appena sia a M<strong>il</strong>ano parlerò con Rosellini, e o manderò da M<strong>il</strong>ano stessola mia <strong>di</strong>missione, o mi recherò a Genova a darla in persona. Chi ha guastatola minestra non sono i marchesi, come forse immaginerete a prima giunta,ma un mercante piattola che fa parte della società. Del resto, io cercherò altromezzo d'impiegarmi: non trovandolo tornerò in Ovada. Di questo non vipigliate nessun pensiero: vi assicuro che quei signori mi hanno fatto un piaceresommo, perché la fatica che io faceva per quel giornale, non è mulo almondo che la faccia, ed essi m'hanno porto occasione <strong>di</strong> liberarmene. Ad<strong>di</strong>o,salutate Fanny.DomenicoA tergo:Al Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Novi per Ovada.76PROCLAMA DI GIORGIO DORIAFratelli della Lombar<strong>di</strong>a e della Venezia.M<strong>il</strong>ano, 5 apr<strong>il</strong>e 1848.Quell'amore per la nazionalità italiana, che mi fece accorrere da Genovaall'eroica M<strong>il</strong>ano appena seppi che aveva incominciato la santa Crociata controlo straniero; quell'amore che mi fa vedere in ogni Italiano un concitta<strong>di</strong>noe in tutta Italia la patria comune: quest'amor nazionale mi obbliga a manifestarvi<strong>il</strong> mio pensiero in questi gravi momenti che decidono della nostrasorte per sempre.Noi tutti Italiani non dobbiamo soltanto scacciare lo straniero d'Italia,ma dobbiamo ancora rialzare la nostra Nazione, costituirla fortemente, efarla uguale alle altre nazioni d'Europa. Questa doppia impresa abbisogna<strong>di</strong> doppia forza: forza m<strong>il</strong>itare e forza civ<strong>il</strong>e.14209


www.accademiaurbense.itDal coraggio e dalle armi ci verrà la prima: dalla concor<strong>di</strong>a e dal sennoci verrà la seconda.lo non parlerò <strong>di</strong> coraggio all'eroica M<strong>il</strong>ano, e a tutti i valorosi abitatoridella Lombar<strong>di</strong>a e della Venezia.Essi avranno in breve armi, e sapranno adoperarle.Armi già hanno quando i fratelli Piemontesi sono accorsi in loro ajuto,e già incalzano lo straniero per cacciarlo anco con la vergogna <strong>di</strong> una sconfittain campo.Non parlerò nemmeno della concor<strong>di</strong>a e del senno che ammiro in tuttigli italiani i quali cooperano alla cacciata degli austriaci. Questa è concor<strong>di</strong>a,e questo è senno civ<strong>il</strong>e per <strong>di</strong>struggere <strong>il</strong> dominio straniero. Ma noi abbisogniamod'un altra concor<strong>di</strong>a, d'un altro senno civ<strong>il</strong>e per ricostituire e consolidare'la nazionalità italiana. Abbiamo bisogno d'una concor<strong>di</strong>a che ci <strong>di</strong>a launione, e d'un senno che ci <strong>di</strong>a la forza ora, e poi, e sempre contro ognistraniero.Genova, lasciatemelo <strong>di</strong>re non con orgoglio municipale che aborro, maper conoscienza piena del mio luogo natale, ha dato e dà un grande esempio.Genova poteva guardare in<strong>di</strong>etro e pensare a se stessa: invece guardò innanzi,e pensò all'Italiaper non <strong>di</strong>videre la unione degli Stati retti da Carlo Alberto,per non indebolire le forze che dovevano sostenere la gran causa italiana; eaccettò sinceramente <strong>il</strong> nuovo patto comune della Costituzione. Genova, anticarepubblica, <strong>nel</strong> risorgere della francese repubblica, vide che questa forma<strong>di</strong> governo sarebbe stato un ostacolo alla liberazione d'Italia, e alla forzache le abbisognerà per mantenersi libera e in<strong>di</strong>pendente: quin<strong>di</strong> fece tacerele antiche memorie, e non pensò che al bene presente e futuro della nazionalitàin<strong>di</strong>pendente. Genova è risoluta a conservare <strong>il</strong> principato costituzionale.lo che la conosco, io che da tanto tempo mi sono immedesimato a tutto<strong>il</strong> suo popolo, io affermo questa verità, con la certezza della esperienza.Genova non vuole la repubblica: e quando <strong>di</strong>co Genova, intendo la generalità,non già pochi in<strong>di</strong>vidui, i quali possono vagheggiare uno stato municipalerepubblicano, senza pensare all'Italia intera, e alla forza che deve avere.Questa forza non le può venir mai da piccoli stati, anzi da ogni municipioconvertito in stato. Verrà quella forza dagli stati gran<strong>di</strong>, compatti, eben or<strong>di</strong>nati alla maggior possib<strong>il</strong>e libertà. La libertà non toglie, ma dà laforza; la toglie e non potrebbe darla giammai la <strong>di</strong>visione e sud<strong>di</strong>visione d'Italiain repubblichette, che le impe<strong>di</strong>rono la libertà e la in<strong>di</strong>pendenza per tantisecoli, e che ora le farebbero perdere la più bella occasione che mai le si siapresentata per riparare i delitti delle sue meschine <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, e per coglierei frutti della sua nuova e necessaria unione.Fratelli Lombar<strong>di</strong> e Ve<strong>net</strong>i; alla gloria <strong>di</strong> aver cacciato <strong>il</strong> nemico co-210


www.accademiaurbense.itmune, unite quella <strong>di</strong> munire la patria comune con uno Stato forte. Questasia l'opera della vostra concor<strong>di</strong>a e del vostro senno civ<strong>il</strong>e; e allora sarannodurevoli le conquiste del vostro coraggio, e delle armi vostre.Viva la In<strong>di</strong>pendenza Italiana 1.Giorgio Doria1 In calce si legge: Tip. Piro/a. A tergo si legge: AI Sig. Stefano Buffa <strong>di</strong> Ignazio.Ovada.77COPIA DI LETTERA DIVINCENZO RICCI AGLI AZIONISTI DEL GIORNALE LA LEGA ITALIANAIlI.mi Signori.Torino, 17 apr<strong>il</strong>e 1848.Se la critica contenuta <strong>nel</strong> giornale la Lega contro <strong>il</strong> Ministero, riguardoalla legge della stampa, non ci cagionò altro <strong>di</strong>sgusto, fuorché quello <strong>di</strong> vederlaun po' acerbamente intaccata, senza voler tener conto del buono chevi è, bene ci spiacque 'che le SS.VV. Ill.me abbiano per quelle parole <strong>di</strong> biasimocangiato la Direzione del giornale e forse cosi privato qualche scrittoredello stipen<strong>di</strong>o annesso all'ufficio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore. Noi sappiamo che uno deivantaggi concessi dalla libertà della stampa, e <strong>di</strong> cui i giornalisti d'ogni paesefanno uso più frequente, è quello appunto <strong>di</strong> censurare i ministri, quin<strong>di</strong>non ci adontiamo <strong>di</strong> quanto leggiamo contro <strong>di</strong> noi <strong>nei</strong> pubblici fogli, sperandoche ci si verrà fatta sovente, col tempo, giustizia. Pregando adunquele SS.VV. Ill.me <strong>di</strong> voler ridonare la <strong>di</strong>rezione del foglio a chi l'aveva, ci concedano<strong>di</strong> far loro osservare che, se la legge sulla stampa può parere prolissae severa, se vi si bada con imparzialità, offre larghezza che molte d'altri statinon hanno, ed accennerò a due principali, quella cioè del non richiedersifuorché semplice <strong>di</strong>chiarazione da chi vuol istituire un giornale; quella <strong>di</strong>non esigersi cauzione, e <strong>di</strong> essere moderate assai le multe.Porrò fine coll'assicurare le SS.VV. lll.me <strong>nel</strong> mio particolare che nonpongo in verun dubbio l'affezione <strong>di</strong> cui mi onorano i genovesi, e che io procurerò<strong>di</strong> non demeritare, e che finalmente io coprirò d'oblio ogni men temperataparola dell'articolo del giornale, in cui è <strong>di</strong>scorso.Ho l'onore <strong>di</strong> professarmi con atti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinta considerazione.Vincenzo Ricci211


www.accademiaurbense.it78DISCORSO DI BUFFA AGLI ELETTORI DEL COLLEGIO DI OVADAOvada, 20 apr<strong>il</strong>e 1848.L'incarico <strong>di</strong> Deputato è tanto grande e, per chiunque voglia sostenerlua dovere, è <strong>di</strong> così grave risponsab<strong>il</strong>ità, che io, misurando le mie forze, debbocredermi e <strong>di</strong>chiararmi ineguale a tanto ufficio. La fiducia che alcuni <strong>di</strong> v~ihanno mostrato avere in me, m'empie bensì <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, ma non scemapunto <strong>nel</strong>l'animo mio né <strong>il</strong> sentimento della grandezza <strong>di</strong> quello, né la persuasionedella mia insufficienza.Non vi sarà <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e trovare uomo più degno e più capace <strong>di</strong> me, quandovogliate cercarlo; caldamente vi prego che lo facciate. È sacro dovere, cheavete verso la patria, mandare alla rappresentanza nazionale uomini degni d<strong>il</strong>ei. Quanto a me, vi esporrò semplicemente i miei principii politici, quasipiuttosto perché possiate toccar con mano la mia insufficienza, che per desiderioo speranza <strong>di</strong> guadagnarmi così <strong>il</strong> vostro voto. Posso <strong>di</strong>re che la miaprofessione <strong>di</strong> fede politica sia già nota.Dal giornale La Lega Italiana, del quale fui <strong>di</strong>rettore fino al 20 marzosi può arguire quali siano le opinioni ch'io professo così rispetto al principioche rispetto al popolo, e da qual norma siano generalmente guidati imiei giu<strong>di</strong>zii. Tutti quelli che lo leggevano avranno potuto scorgere come iomi sia sempre stu<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> tenermi lontano dalla mtr!erazione soverchia, chedegenera in apatia, e da ogni specie <strong>di</strong> avventatezza.' Il mio dogma principalein fatto <strong>di</strong> politica è questo: ottenere la maggior libertà possib<strong>il</strong>e, avendosempre riguardo all'opportunità dei tempi e alle leggi eterne dell'onesto edel giusto.Pertanto io <strong>di</strong>fenderei <strong>il</strong> governo, sempreché si conservi <strong>nel</strong>la via dellalibertà, e procurerei contribuire coll'opera mia a farlo progre<strong>di</strong>re in essacontinuamente, promulgando nuove leggi e abrogando l'antiche che più noninstassero ai presenti bisogni, o anche solamente correggendole, qualora questofosse sufficiente. Ma se <strong>il</strong> governo intendesse deviare, anche minimamentee per qualsiasi modo, dalla libertà, io lo combatterei con tutte quell'armi legaliche un Deputato possiede.j]Sostenendo <strong>il</strong> governo liberale, io avrei l'animo non solamente a procurareogni possib<strong>il</strong>e miglioramento interno, ma ancora a promuovere tutti que'1 Non mi risulta che <strong>il</strong> Buffa abbia fatto stampare questo scritto ad uso <strong>di</strong> circolare.Tra le sue carte non risulta traccia alcuna al riguardo. Non c'è dubbio, che questepagine manoscritte siano <strong>il</strong> testo, o almeno la traccia, <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso pronunciato aglielettori.212


www.accademiaurbense.itprovve<strong>di</strong>menti che possono accrescere l'unione delle varie parti d'Italia, perché<strong>nel</strong>la perfetta unione <strong>di</strong> esse sta la forza nazionale, l'in<strong>di</strong>pendenza e lalibertà de' singoli Stati. E appunto perciò quando le Camere si occupasserodella riforma dello Statuto costituzionale (come fu promesso dal Re) io mistu<strong>di</strong>erei e colla parola, quando n'abbia occasione, e sempre col mio voto, <strong>di</strong>far si che siano date allo Stato, tutte senza eccezione, le leggi più larghe epiù liberali che sono compatib<strong>il</strong>i colla monarchia, tantoché a noi non rimanganulla da invi<strong>di</strong>are alle più libere nazioni, ed anche, se è possib<strong>il</strong>e, le superiamoin qualche cosa. -E ciò non solamente per promuovere la libertà interna,che è pure un bene gran<strong>di</strong>ssimo, ma ancora e molto più per agevolare l'unionedella Lombar<strong>di</strong>a al Piemonte. Perché se noi avremo una costituzione liberissima,i lombar<strong>di</strong> e i ve<strong>net</strong>i volentieri si uniranno a noi; mentre se la nostracostituzione sarà imperfetta e lascierà qualche cosa a desiderare, senzadubbio, vorranno tenersi <strong>di</strong>visi e provvedere meglio a se stessi. Non è neppurenecessario <strong>di</strong>re che somma ventura sarebbe per l'intera nazione, se quì<strong>nel</strong>l'alta Italia potesse formarsi un <strong>regno</strong> <strong>di</strong> 12 m<strong>il</strong>ioni d'abitanti; che a talsomma ammontano quelli dell'attuale Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Ve<strong>net</strong>o, Modenae Parma: <strong>regno</strong> che sarebbe già maggiore della Prussia, ricchissimo perla produzione della terra e quella dell'industria, per la qualità e quantità degliingegni, per la prosperità delle arti; <strong>regno</strong> che conterrebbe in sé tutti glielementi per <strong>di</strong>ventare imme<strong>di</strong>atamente <strong>il</strong> più florido, <strong>il</strong> più ricco, <strong>il</strong> piùfelice <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> mondo. Questo per la nazione intera: quanto al Piemontein particolare, i vantaggi ch'esso raccoglierebbe dalla sua unione colla Lombar<strong>di</strong>ain uno stato solo e sotto un medesimo re, sono tanto gran<strong>di</strong> e innumerevoliche ciascuno da sé li vede.Ora - ripeto - <strong>il</strong> mezzo più acconcio per allettare i lombar<strong>di</strong> ad accostarsia noi si è quello <strong>di</strong> dare al Piemonte una costituzione larghissima; e adattenerla io adopererò tutte le mie forze.Per l'interno dello Stato combatterei ogni sorta <strong>di</strong> corruzione, chiedereiche sia riveduta e perfezionata la legge sui municipii, e si provvegga a dovereper l'amministrazione della giustizia.L'amministrazione spe<strong>di</strong>ta e incorruttib<strong>il</strong>e della giustizia è senza dubbiouno dei beni che i popoli desiderano maggiormente, ed a ragione. E perciòinsisterei perché da un lato siano presi provve<strong>di</strong>menti affine <strong>di</strong> dare alla decisionedelle cause un corso pronto e spe<strong>di</strong>to e <strong>il</strong> più economico possib<strong>il</strong>e, edall'altro, giu<strong>di</strong>ci e tutti i ministri della giustizia in generale abbiano unconvenevole onorario, acciocché non siano tentati <strong>di</strong> cercare, a danno delpopolo, <strong>nel</strong>le male arti della corruzione quella equa retribuzione che è loronegata dal governo. Rispetto al commercio io parteggerei sempre per la libertà<strong>di</strong> esso e per la <strong>di</strong>minuzione de' suoi gravami, secondo lo comportano213


www.accademiaurbense.iti bisogni dello Stato e la giustizia <strong>di</strong>stributiva, e instantemente promuovere<strong>il</strong>a costruzione delle strade e de' ponti per cui viene a circolare, anche ne'borghi più rimoti delle provincie, la vita e <strong>il</strong> danaro delle capitali.In poche parole: Libertà e giustizia, prosperità al <strong>di</strong>dentro, In<strong>di</strong>pendenzaal <strong>di</strong>fuori, Unione della Lombar<strong>di</strong>a al Piemonte in un solo stato costituzionalee sotto un medesimo re, Carlo Alberto, ecco le tre norme supreme<strong>di</strong> quella politica che io sosterrò.Domenico BuffaCar.mi genitori.79BUFFA AI GENITORI[M<strong>il</strong>ano, 29 apr<strong>il</strong>e 1848]1.Fanny la condurrò a Crema forse lunedì, Oggi le porterò la vostra letterache ho ricevuto pochi momenti fa. Da essa veggo che probab<strong>il</strong>mentesarò eletto deputato, e così sia: vedrò quello che mi scriverete domani.Ieri, appena giunto parlai un momento con Collegno: <strong>di</strong>co un momentoperch'era negli affari fino al ciuffetto: oggi gli parlerò più a lungo. Roselliniè al quartier generale, ma dee tornare. Stassera andrò al club formatosi inM<strong>il</strong>ano per l'unione della Lombar<strong>di</strong>a al Piemonte e che è già numerosissimo.Questa opinione, quì ha fatto progressi straor<strong>di</strong>narii, dacché io partii daM<strong>il</strong>ano. Il partito della repubblica è scemato moltissimo <strong>di</strong> numero; le provinciepoi, in gran parte, sono avverse ad esso, ed impazienti <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiararsipel Piemonte. Quando M<strong>il</strong>ano volesse proclamar la repubblica, dovrebbe pensarebene, perché forse le provincie se ne staccherebbero subito; a Brescia(la città che si condusse meglio <strong>di</strong> tutte) può <strong>di</strong>rsi che l'unione col Piemonteè bella e decisa. Gira per la città una sottoscrizione a tale oggetto che contagià intorno a 20.000 firme, che per una città come Brescia è già un numeroche significa la maggiorità: insomma le cose vanno bene, e, per quanto mipare, a vele gonfie. La guerra veramente è un osso duro, e ogni dì più se nevanno persuadendo i lombar<strong>di</strong>, ma anche questa finirà bene.Procurerò mandarvi i bollettini <strong>di</strong> mano in mano, pregandovi <strong>di</strong> farneconserva d<strong>il</strong>igentemente. Ad<strong>di</strong>o.214A tergo:Al Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.1 Senza data. Timbro postale <strong>di</strong> partenza: M<strong>il</strong>ano, 29 apr<strong>il</strong>e 1848.Domenico


www.accademiaurbense.it80STEFANO BUFFA AL FIGLIO DOMENICOCar.mo figlio.Ovada, 30 apr<strong>il</strong>e 1848.A quest'ora avrai ricevuto alla posta <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano due lettere <strong>di</strong> tua madre,una del 28 e l'altra del 29 spirante mese, una delle quali, cioè l'ultima, t'annunziavala positiva notizia della tua elezione a deputato, e <strong>nel</strong> modo piùsod<strong>di</strong>sfacente, perché <strong>di</strong> 123 elettori che erano in totale, tu hai riportaton" 94 voti favorevoli. Credo che questo sig. sindaco manderà a me la letterad'avviso da farti recapitare costi, o che pure la riterrò quì per <strong>il</strong> tuo ritorno,giacché sepro che prima <strong>di</strong> andare a Torino verrai ad accompagnare la Fanny.La tua nomina è simpatica a tutti e in specie al vero popolo; mi <strong>di</strong>mandanose verrai qui, e quando, giacché vorrebbero farti manifesto <strong>il</strong> loro contento,con banda ecc. Vieni dunque, e scrivimi <strong>il</strong> quando arriverai.Il tuo aff.mopadreA tergo:AI Chiarissimo Signore. II Sig. Avv.to Domenico Buffa. M<strong>il</strong>ano.Car.mi genitori.81BUFFA AI GENITORIM<strong>il</strong>ano, 30 apr<strong>il</strong>e 1848.Oggi ricevo la vostra che mi dà notizia della mia elezione.Quello che mi fa maggior piacere è l'averla ottenuta senza nessuno intrigo,e a preferenza <strong>di</strong> competitori che avevano molto intrigato. Ringraziatelo zio Dania e suo fratello, e quanti hanno fatto qualche cosa per me: verròpoi io a ringraziarli a voce.Ora debbo andare al quartier generale per ivi organizzare un gazzettinoper l'esercito; poi verrò in Ovada con Fanny, per condurmi a Torino. La sessionedella camera sarà brevissima, credo non durerà più <strong>di</strong> venti giorni,giacché per costituire veramente le camere si vuole aspettare che la Lombar<strong>di</strong>aabbia deciso de' suoi destini. Vorrei che la mamà mi preparasse qual.che camicia, perché in fatto <strong>di</strong> biancheria sto maluccio. Ho fretta e noniscrivo <strong>di</strong> più. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoAI Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.A tergo:215


www.accademiaurbense.it82BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOCar.mo fratello.M<strong>il</strong>ano, 30 apr<strong>il</strong>e 1848.Da Ovada avrete avuto ragguaglio del successo delle elezioni. lo sonodeputato e senza intrighi: questo è ciò che mi fa piacere.Qui ho trovato l'opinione mutata smisuratamente in meglio: la repubblicaè rovinata affatto. Stamattina, mentre stava leggendo un proclama deirepubblicani affisso alle cantonate, uno del popolo ch'era accanto a me tramolte altre persone, si mise a <strong>di</strong>re ad alta voce: «Una repubblica! abbassotutti i repubblicani. Prima abbiamo bisogno <strong>di</strong> pigliar la madre che è unabuona costituzione, e poi piglieremo la figliuola che è la repubblica ».Quanto ai progetti per cui venni, ecco quel che vi posso <strong>di</strong>re. Il giornalenon si fa più, perché a M<strong>il</strong>ano ne sono già molti in quel senso. Ma iodovrò partire pel campo per fare un gazzettino dell'esercito dove, esclusaogni polemica, si narreranno quoti<strong>di</strong>anamente i fatti della guerra. Dovendofra non molti giorni tornare in Piemonte per l'adunanza delle camere, io nonavrò tempo che ad organizzare questa faccenda. Se Nocchi si recasse imme<strong>di</strong>atamentea M<strong>il</strong>ano, verrebbe al campo qualche giorno prima che ne partaio, e durante la mia assenza per le camere, egli occuperebbe <strong>il</strong> mio luogo.Terminata la sessione, che sarà brevissima, e forse non più lunga <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cio venti giorni, atteso lo stato attuale delle cose, io tornerei a pigliare <strong>il</strong> mioposto. Ma in quel frattempo Nocchi potrebbe trovare forse qualcosa <strong>di</strong> piùstab<strong>il</strong>e per sé, specialmente coll'ajuto <strong>di</strong> RoseIlini, e sopratutto trovandosisul luogo, in contatto con tutte le persone che possono recargli qualche giovamento.Salutatelo e <strong>di</strong>tegli che venga subito; giungendo a M<strong>il</strong>ano, vadaall'albergo del Marino e doman<strong>di</strong> <strong>di</strong> RoseIlini, col quale io rimarrò intesoprima <strong>di</strong> partire pel campo. Credo che a Nocchi questo piacerà: in caso contrariomi scriva imme<strong>di</strong>atamente. Ma io lo consiglio <strong>di</strong> venire, s'abbandonialla ventura, i tempi sono venturosi.Prima <strong>di</strong> recarmi a Torino anderò in Ovada. Ad<strong>di</strong>o, state sano. Quinulla <strong>di</strong> nuovo: l'esercito sembra che si prepari a qualche gran colpo.Le lettere per me in<strong>di</strong>rizzatele sempre a M<strong>il</strong>ano.DomenicoA tergo:Al Sig. D.r Ignazio Buffa. Genova.216


www.accademiaurbense.it83GIOVANNI BERCHET A BUFFACarissimo e stimatissimo sig. Buffa.M<strong>il</strong>ano, 21 maggio 1848.Nell'intento comune nostro mi occorre <strong>di</strong> pregarla <strong>di</strong> un favore, em'in<strong>di</strong>rizzo a lei con piena confidenza. Cerchi ella <strong>di</strong> trovar modo che quantopiù presto sia possib<strong>il</strong>e, qualcheduno de' membri della Camera metta fuoriuna qualche parola amichevole molto pe' Lombar<strong>di</strong>, <strong>di</strong>cendo come i fratelliPiemontesi veggano con sod<strong>di</strong>sfazione sentita l'andamento delle cose nostre,e vagheggino con piacere <strong>il</strong> momento in cui Piemontesi e Lombar<strong>di</strong> farannoun popolo solo, <strong>il</strong> popolo dell'alta Italia.Le sono inezie, ma bisogna aver mente anche alle inezie. Ella mi capisceappieno. Amor proprio ce n'ha d'ogni lato; e fa d'uopo blan<strong>di</strong>rlo. Le turpitu<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> Napoli potrebbono dare argomento alle parole che io invoco:come a <strong>di</strong>re: i guai che d'ogni lato si suscitano contro la povera Italia,sono compensati dall'armonia che sorge tra Subalpini e Lombar<strong>di</strong>.Mi scusi, e mi creda davvero. Suo dev.moG. BerchetSulla busta:(pressante).Al Chiarissimo S.r Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino84GIACINTO PROVANA DI COLLEGNO A BUFFA lCaro Amico.AnnoM<strong>il</strong>ano, 2 giugno 1848.10 dell'in<strong>di</strong>pendenza italiana.Il vostro raccomandato Pesci 2 è partito come ajutante <strong>di</strong> Noaro 3!povera compagnia, <strong>di</strong>rete, ma <strong>il</strong> governo aveva anticipata la partenza <strong>di</strong> unbattaglione <strong>di</strong> volontarj pel Ve<strong>net</strong>o. Il ministro <strong>di</strong>ceva dare chi lo comandasse.Noaro fu gra<strong>di</strong>to dai volontarj, che avevano rifiutato tre altri. Pesc<strong>il</strong> Carta intestata: Ministero della Guerra. Gabi<strong>net</strong>to del Ministro.2 Vincenzo Pesci (ve<strong>di</strong> la nota alla sua lettera del lO giugno).3 Comandante del battaglione dei volontari m<strong>il</strong>anesi in Lombar<strong>di</strong>a. Di AgostinoNoaro è interessante la pubblicazione: Dei volontari in Lombar<strong>di</strong>a e <strong>nel</strong> Tirolo e della<strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Venezia <strong>nel</strong> 1848-49. Memorie <strong>di</strong> Agostino Noaro maggiore aggregato al I reggimentogranatieri dell'esercito piemontese, Torino, 1850.217


www.accademiaurbense.itqul avrebbe dovuto aspettare qualche tempo senza posto. Noaro e lui hannochiesto <strong>di</strong> andare insieme: ho creduto far bene mandandolo. Ma a chi venisseancora quì per avere posti, riescirebbe ora impossib<strong>il</strong>e trovarne. I quadrisono al grand complet; e quando si creino nuovi battaglioni, abbiamo cinqueo seicento giovani che si esercitano da due mesi in scuole preparatorie chebisogna pur collocare!Quelli affari <strong>di</strong> Napoli sono pure venuti fuori <strong>di</strong> proposito! Se l'esercitodell'Italia meri<strong>di</strong>onale avesse agito al <strong>di</strong> qua del Po sarebbero andate altriment<strong>il</strong>e cose <strong>nel</strong> Mincio! Comunque sia, i soli liguri, piemontesi con pochitoscani hanno bastato a b<strong>il</strong>anciare tutte le forze austriache. Ora avremo lafusione lombardo-ligure-piemontese che ci darà abbastanza imbrogli <strong>nel</strong>lapratica, dopo avercene dati già passab<strong>il</strong>mente <strong>nel</strong>la teorica! Ma tutto finiràbene, me ne tengo certo!Tutti qul ti salutano affettuosamente, ed io ti stringo cor<strong>di</strong>almente lamano.CollegnoA tergo: All'Ill.mo Sig. Domenico Buffa, Membro della Camera de' Deputati.Torino.Illustrissimo signore.85FEDERICO GROSSI A BUFFABolano, 6 giugno 1848.lo non ho l'onore <strong>di</strong> conoscere la S. V.; ben conosco l'ingegno <strong>di</strong> Lei,e i meriti suoi parlamentari che traggono a sé l'estimazione d'ogni italiano<strong>di</strong> cuore e <strong>di</strong> cervello.Laonde, persuaso che a tante belle parti, corrisponda la gent<strong>il</strong>ezza, ionon dubito <strong>di</strong> trasmetterle copia d'una mia petizione alla Camera de' deputati,insieme cogli schiarimenti relativi, che serviranno alla S.V. per potervent<strong>il</strong>are la questione e sostenerla fermamente.Di questo la prego, per l'amore che ci unisce tutti alla madre comune.E, poiché la cosa preme, essendo la Lunigiana in uno stato deplorab<strong>il</strong>e, iole sarò gratissimo, se vorrà usare quella maggiore sollecitu<strong>di</strong>ne che saràpossib<strong>il</strong>e.Intanto le anticipo i miei ringraziamenti, e mi <strong>di</strong>chiaro con estimazionesincera devotissimo servitore.avv.to Federico Grossi218


www.accademiaurbense.itAllegato ACOPIA DI PETIZIONE DI FEDERICO GROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATISignori Deputati.Il modo con cui gli agenti del governo toscano si adoprano per aggregarela intera Lunigiana al granducato <strong>di</strong> Toscana, è tale da reclamare lamaggiore attenzione della Camera: comeché si attenti alla libertà <strong>di</strong> quellepopolazioni, si impe<strong>di</strong>sca loro <strong>di</strong> unirsi allo Stato nostro, e quelle stesse siminaccino <strong>di</strong> una forzata aggregazione che hanno invocata ed ottenuta laprotezione del nostro governo.E che ciò sia, lo <strong>di</strong>mostra lo avere essi provocato <strong>il</strong> decreto granducaledel 12 maggio, che aggregava alla Toscana i territori della Lunigiana, <strong>di</strong>etro<strong>il</strong> supposto che ciò fosse per aderire agli espressi voti.Quando invece molti fra i paesi della Lunigiana furono occupati assaidopo quel decreto; molti non hanno ancora esternato alcun voto, dominatidalla influenza <strong>di</strong> Francesco V <strong>di</strong> Modena e dei gesuiti. E, ciò che piùmonta, alcuni, come Calice, Madrignano ed altri, sono tutt'ora sotto laprotezione del governo nostro. Né la volontà del popolo fu mai consultatalegalmente: anzi <strong>il</strong> più delle volte noI fu del tutto. Perché si eccitaronoalla unione con promesse <strong>di</strong> impieghi e <strong>di</strong> locali priv<strong>il</strong>egi i membri dei <strong>di</strong>versigoverni provvisori <strong>di</strong> Lunigiana, i quali, se reluttanti, furono <strong>di</strong>sciolti arbitrariamente,ed i paesi che volevano unirsi allo stato nostro ed avevanoinnalzata la nostra ban<strong>di</strong>era, furono invasi ed occupati, armata mano, dallem<strong>il</strong>izie toscane. Cosicché, mentre tutta l'Italia tende alla unificazione, o acostituire per lo meno un <strong>regno</strong> forte e compatto, che possa tutelare lain<strong>di</strong>pendenza e la libertà contro lo straniero, si resuscita, dagli agenti toscaniin Lunigiana, <strong>il</strong> municipalismo <strong>nel</strong>l'oggetto e <strong>nel</strong> soggetto. Si impe<strong>di</strong>scecon l'arte e con la forza la libera espressione della volontà popolare,e si tenta <strong>di</strong> segregare dal nuovo <strong>regno</strong> una provincia, che ne fa partenaturalmente, perché i lunigianesi sono liguri per origine, come lo sono pergli interessi ed i commerci, e perché la Lunigiana, politicamente e m<strong>il</strong>itarmentee commercialmente è <strong>il</strong> necessario a<strong>nel</strong>lo <strong>di</strong> comunicazione fra <strong>il</strong>golfo <strong>di</strong> Spezia e Parma e Modena, ai quali stati era unita prima degli attualiavvenimenti.Delle Signorie Loro, devotissimo servitore.firmato: A. Federico Grossi219


www.accademiaurbense.itAllegato BSCHIARIMENTI SUGLI AFFARI LUNIGIANESIICaduti i governi <strong>di</strong> Modena e <strong>di</strong> Parma, furono instituiti in Lunigianai governi provvisori, eletti parte dall'autorità municipale, e parte da unapiccola scelta <strong>di</strong> possidenti. Questi governi provvisori furono subito circuitie subb<strong>il</strong>lati dal governo toscano e dai suoi missionari. I quali, pertirare le comuni all'aggregazione toscana, promettevano l'esenzione delleimposte e della leva per un dato numero d'anni, promettevano sovvenimentiper la seccagione degli olivi, promettevano officii a coloro portasseromaggiormente la causa toscana, favorivano le gare e gli o<strong>di</strong>i municipaliaccordando preture, tribunali d'appello e sim<strong>il</strong>i, ad ogni comune o <strong>di</strong>strettoche ne domandava a <strong>di</strong>scapito dell'altro. A queste concessioni e promissioniponevano <strong>di</strong> riscontro, e pongono la leva piemontese, dura e numerosa,la giustizia in Piemonte sanguinosamente adoperata, le gabbelle ingorde,la certezza che <strong>il</strong> Piemonte cederebbe al granducato <strong>il</strong> sarzanese e quantoè <strong>di</strong> sardo sulla riva sinistra della Vara, con altri trovati che, abbindolando,potessero alienare gli animi de' lunigianesi dall'aggregazione piemontese.Le quali istanze continue si veggono confessate <strong>nel</strong>l'annesso documenton. 1 del governo provvisorio <strong>di</strong> Barbarasco, governo che fece la sua de<strong>di</strong>zionealla Toscana.E queste brighe portarono <strong>il</strong> frutto che Massa e Carrara e molti comun<strong>il</strong>unigianesi or sieno toscani. Ma è da notarsi la nullità <strong>di</strong> quella aggregazione,benché temporanea. Imperocché, in pochissimi luoghi (e specialmente né aPontremoli, né a Bagnone, né a Fivizzano) fu consultato legalmente <strong>il</strong>voto delle popolazioni. Pressoché tutti i comuni furono incorporati allaToscana, o per la sola determinazione de' governi provvisori non autorizzatia ciò, o per i soli voti <strong>di</strong> alcuni possidenti del capoluogo; mostruositàcui tentò legittimare <strong>il</strong> sig. Enrico Sabatini, delegato toscano a Pontremoli,<strong>il</strong> quale <strong>nel</strong> suo bando del 30 maggio (documento n. 2) volle dare a<strong>di</strong>ntendere che i voti del capo-luogo tiravano <strong>di</strong>etro a sé tutto <strong>il</strong> <strong>di</strong>stretto.Povero delegato! Egli non vide che se la sua dottrina politica fosse vera,Parma e Modena, antiche capitali della Lunigiana, sendosi date al Piemonte,ne verrebbe che la Lunigiana, per questa sola ragione, dovrebbe<strong>di</strong>ventar piemontese, non toscana. Molto più che la Lunigiana, ancoral La scrittura è autografa <strong>di</strong> Giulio Rezasco, <strong>il</strong> quale, indubbiamente, è l'autore <strong>di</strong>questa memoria, sottoscritta dal Grossi.'220


www.accademiaurbense.itrifìutandosi, non potrebbe, per la pochezza della popolazione, ottenerela preponderanza dei voti del modenese e del parmigiano.Questo procedere della Toscana ha cagionato che ora i paesi lunigianesisieno <strong>di</strong>visi in due partiti affatto nemici, e pronti a venire alle mani.Ha cagionato e cagiona insulti ed angarie a chi si mostra favorevole allaaggregazione piemontese, a chi si mostra (incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e a <strong>di</strong>rsi) ammiratoredella grande spada e sapienza civ<strong>il</strong>e <strong>di</strong> Carlo Alberto. Abbiamo <strong>il</strong> fattodel 27 apr<strong>il</strong>e, operato in Giovagallo dai signorotti <strong>di</strong> Barbarasco toscaneggiantie da altri ingaggiatori toscani, qual si descrive <strong>nel</strong> foglio 84del Pensiero Italiano; abbiamo <strong>il</strong> fatto de' bagnonesi contro <strong>il</strong> nostro concitta<strong>di</strong>nosig. Giulio Rezasco, che ne presenta querela alla Camera de'deputati; abbiamo <strong>il</strong> fatto del sig. Giambattista Focacci <strong>di</strong> Bagnone, <strong>il</strong>quale, per istigazione del gonfaloniere <strong>di</strong> quella terra, fu chiamato <strong>di</strong>nanzial pretore cav. Querini e fu da lui rimproverato come soverchio lodatoredel re nostro, conchiudendo: «Noi vogliamo essere toscani ». Abbiamo <strong>il</strong>fatto del 3D maggio, quando le civiche <strong>di</strong> Bagnone e Pontremoli e le soldatesche<strong>di</strong> linea toscane, capitanate dal colon<strong>nel</strong>lo Costa-Righini e sottola <strong>di</strong>rezione del delegato Sabatini, fermarono ed in Aulla imprigionaronoalcuni <strong>di</strong> Monti, per questo solamente, che andavano a Sarzana o ne venivano;abbiamo <strong>il</strong> fatto continuo dei sud<strong>di</strong>ti sar<strong>di</strong>, i quali trasferendosi<strong>nei</strong> paesi lunigianesi retti dalla Toscana, si circondano <strong>di</strong> spie e sonoguardati con <strong>di</strong>spetto.Ma se alcuni comuni si aggregarono, benché <strong>il</strong>legalmente alla Toscana,altri nol fecero. I paesi <strong>di</strong> Calice, Madrignano, Veppo e Rocchetta,continuano a godere della protezione sarda, e domandarono l'aggregazionepiemontese. V<strong>il</strong>la ha domandato, o è per domandare la medesimaaggregazione. F<strong>il</strong>attiera, quantunque sottoposta a Pontremoli, città governatadalla Toscana, ha fatto l'amor suo per <strong>il</strong> Piemonte. Lo stesso <strong>di</strong>cono<strong>di</strong> Zeri. V<strong>il</strong>lafranca e F<strong>il</strong>etto, mordono con rabbia <strong>il</strong> freno toscano. Giovagallo<strong>nel</strong>la sua maggioranza domandò la protezione sarda e l'ottenne;poscia, spaventato dall'atto del 27 apr<strong>il</strong>e, descritto <strong>nel</strong> Pensiero, n. 84 edaggirato dalle mene toscane, mostrò <strong>di</strong> cedere, ma pure in sostanza continuaad essere <strong>nel</strong>l'antica opinione. Mulazzo domandò l'aggregazione piemontese,e non <strong>di</strong>meno venne occupato dalle m<strong>il</strong>izie toscane. Conforme a Mulazzoaccadde a Monti, a Pallerone, e replicatamente a Bibola, ne' quali tuttipaesi sopravvennero i toscani ad abbattere la ban<strong>di</strong>era sarda e ad appiccaree<strong>di</strong>tti toscani. Tosto partite quelle m<strong>il</strong>izie, la ban<strong>di</strong>era sarda funuovamente innalberata e furono stracciati i ban<strong>di</strong> toscani.Restano alcune parrocchie o senza governo o senza protezione <strong>di</strong>221


www.accademiaurbense.itsorta. Una delle quali è Monte<strong>di</strong>valli che, tramestata dal parroco austrizzantee gesuitante, grida continuamente viva l'imperatore, viva FrancescoV, morte a Carlo Alberto. Resta Castevoli, che rimandò al sindaco <strong>di</strong>V<strong>il</strong>lafranca i proclami toscani uniti con un castagnaccio, e che <strong>di</strong>ce nondecidersi per nessuno, ma che pure non si <strong>di</strong>mostra amico a Toscana.Imperocché, sospettando <strong>il</strong> giorno 2 giugno che gli spari che si facevanoa Giovagallo per la vittoria <strong>di</strong> Peschiera e <strong>di</strong> Goito fossero fatti contro unadelle solite irruzioni toscane, i castevolesi erano già sulle mosse per trarreal soccorso <strong>di</strong> quei <strong>di</strong> Giovagallo. Resta Podenzana, ove i due partiti sonocosi b<strong>il</strong>anciati, che già vennero a fatti <strong>di</strong> mano, e finora non si sonopiegati a nessuna delle due parti.11 foglio n. 109 del Pensiero Italiano riporta altri e molti gravi fattiintorno alla Lunigiana.E <strong>il</strong> governo piemontese che fece sinora? Nulla; anzi meno che nulla.Lo <strong>di</strong>ca per tutti <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> Giovagallo. Questa parrocchia, prima soggettaall'estense, per la maggioranza de' capi <strong>di</strong> famiglia, possidenti, domandòla protezione sarda e l'ebbe; fu invasa ferocemente dagli abitanti <strong>di</strong> Barbarascoe <strong>di</strong> altri luoghi che, ingannati, stanno per la Toscana; e i brigatorisi giovarono della paura prodotta da quella violenza per raccoglierefirme in favore della Toscana. Furono firmati quelli che per paura acconsentivano,ed alcuni ezian<strong>di</strong>o che <strong>di</strong>ssentivano. E non<strong>di</strong>meno, quando eradebito del governo piemontese <strong>di</strong> riconoscere per nulli i voti strappatidall'influsso della forza, e verificare i voti falsi, quando era debito <strong>di</strong>sostenere la protezione sarda, accordata dall'intendente della Spezia, <strong>il</strong>medesimo intendente decretava che la protezione finiva, e gli ultimi votide' giovagallesi (i falsi e gli strappati dalla violenza) erano i veri e <strong>il</strong>egittimi. Cosi quella buona parrocchia è sempre in confusione e spavento;cosi alcuni <strong>di</strong> que' migliori abitanti sono dovuti esulare.Federico GrossiP.S. Si aggiunge una lettera <strong>di</strong> Giovagallo (documento n. 3) checomprova quanto è riferito in questa nota intorno a Giovagallo e Castevoli.È inut<strong>il</strong>e raccomandare <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio sul nome dello scrittore <strong>di</strong> quellalettera per non esporre quel dabben signore a nuovi insulti. La delicatezzadella Camera è guarentigia bastante.222


www.accademiaurbense.itAllegato CIL GOVERNO PROVVISORIO DI BARBARASCO AI PARROCI DI TRESANABarbarasco, 2 maggio 1848.Considerando che ogni altro governo provvisorio, costituitosi in questaprovincia <strong>nei</strong> domini già appartenenti ai duchi <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong> Modena, hafatta la sua de<strong>di</strong>zione all'uno e all'altro de' due principi italiani limitrofi,ora esistenti;Considerando che la maggioranza ha prescelto quello della Toscana,a motivo principalmente della vicinità, della fac<strong>il</strong>ità del commercio e dellatopografica posizione dei nostri paesi;E, considerando, finalmente, le premure che ci vengono fatte, potremmoquasi <strong>di</strong>re, a nome <strong>di</strong> questo governo medesimo, perché tronchiamo ogni<strong>di</strong>mora;Affine <strong>di</strong> scansare ogni ombra <strong>di</strong> irregolarità, cotanto aborrita a questitempi, per ovviare a ogni <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne che insorger potesse o da interni <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>,o dalla malignità de' nostri vicini; e per ottenere ancora quei maggiori vantaggia pro del nostro comune, che ora ci è <strong>di</strong> domandare o <strong>di</strong> sperare.Il Governo provvisorio si fa un sacro dovere <strong>di</strong> raccomandare alla S.V.Molto Rev.da <strong>di</strong> far note queste riflessioni ai rispettivi parrocchiani, e<strong>di</strong> intervenire allo stesso con i suoi consiglieri in Barbarasco <strong>il</strong> giorno 4alle ore 4 pomeri<strong>di</strong>ane, <strong>nel</strong>la solita casa, all'oggetto <strong>di</strong> prendere quelle determinazioniche saranno credute le più opportune, ed ho <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> confermarmicon <strong>di</strong>stinta stima.Allegato DAntjoni]o Spadoni, presidente.Angiolo BianchiniGio. Gori, parroco.COPIA DEL MANIFESTO DEL DELEGATO TOSCANO IN LUNIGIANAAulla, 30 maggio 1848.Il Regio Delegato toscano <strong>nel</strong>la provincia <strong>di</strong> Lunigiana:Vista la sovrana risoluzione del 12 maggio cadente, che riunisce laLunigiana al Granducato;Vista la ministeriale <strong>di</strong> S.E. <strong>il</strong> ministro dell'Interno del 25 maggio detto.Considerando che <strong>il</strong> Governo provvisorio della comunità <strong>di</strong> Aulla feceatto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione alla Toscana, e perciò non era <strong>di</strong> poi lecito al alcune sezioni223


che la compongono, e specialmente alle sezioni <strong>di</strong> Olivola, Bibola e Pallerone<strong>di</strong> separarsi arbitrariamente dalla detta loro comunità, <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire un propriogoverno provvisorio, e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre della propria sorte politica liberamente,e come tuttora si trovassero in uno stato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza:DeliberaArt. 1°. È sciolto <strong>il</strong> governo provvisorio che erasi stab<strong>il</strong>ito <strong>nel</strong> paese<strong>di</strong> Olivola e Pallerone.Art. 2. Del territorio delle summentovate sezioni <strong>di</strong> Olivola, Bibolae Pallerone, non che <strong>di</strong> ogni altra siasi separata <strong>il</strong>legittimamente dalla comunità<strong>di</strong> Aulla, e che viene occupata dalla forza pubblica, è preso formalepossesso a nome <strong>di</strong> S.A.R. <strong>il</strong> Granduca <strong>di</strong> Toscana.. Art. 3. Ogni e qualunque resistenza ed opposizione sarà remossane' termini permessi dalla legge.Art. 4. I resistenti e perturbatori verranno arrestati e tradotti avanti<strong>il</strong> tribunale competente.Art. 5. Provvisoriamente, e fino a nuove <strong>di</strong>sposizioni superiori, dovrannole preallegate sezioni proseguire a <strong>di</strong>pendere dalla comunità e gius<strong>di</strong>enza<strong>di</strong> Aulla.Allegato ECar.mo signor Grossi.GIULIO PORRINI A FEDERICO GROSSIIl R[egi]o DelegatoE. SabatiniGiovagallo, 3 giugno 1848.È indescrivib<strong>il</strong>e l'entusiasmo che destò ieri sera in Giovagallo la notiziadella presa <strong>di</strong> Peschiera e del glorioso fatto d'armi riportato dai nostri caripiemontesi sopra i maledetti austriaci. E <strong>di</strong> fatti, fu festeggiato con infinità<strong>di</strong> spari e col suono delle campane a festa. Tutti, poi, erano <strong>di</strong>spiacenti delleferite riportate dal Re e dal figliuolo; e i conta<strong>di</strong>ni giovagallesi, politicamenteparlando fra loro, <strong>di</strong>cevano che Carlo Alberto faceva male ad esporsi,perché, se mancava lui, eravamo tutti perduti. E nacque un bel fatto. Alleprime scariche della civica bolanese, rispose Noveggiola, perché i Rossi cheposseggono a Bolano, vorrebbero entrare negli stati sar<strong>di</strong> senza paura;cosiché festeggiarono la vittoria <strong>di</strong> Carlo Alberto, essi che tanto fecero pernon volerlo a loro principe. Sentendosi questi tiri a Giovagallo, tutti rimaserosospesi <strong>nel</strong>l'animo. I nostri speravano che fossero m<strong>il</strong>izie sarde, che224www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itvenissero una volta a levarci <strong>di</strong> tante prepotenze: i toscaneggianti credevanoche fossero i toscani, i quali, secondo <strong>il</strong> solito, venissero sfacciatamente apigliar possesso <strong>di</strong> Giovaga1lo. In quest'ultima credenza, i toscaneggianti simisero a sparare, ed <strong>il</strong> nostro rettore gesuitico a far suonare le campane afesta <strong>di</strong>cendo che erano i fratelli bianchini (m<strong>il</strong>izie toscane) che venivano.In questo, giunsi io a casa e, detta la vera cagione degli spari <strong>di</strong> Bolano, unagran parte della popolazione dette <strong>di</strong> mano agli schioppi e tutti cominciammoa sparare con gioia, con grida <strong>di</strong> viva C. Alberto, che assordavano. I toscaneggianti,u<strong>di</strong>to <strong>il</strong> vero della cosa, ammutirono. Or vedete se questi sonoitaliani. Il bello si è che le popolazioni <strong>di</strong> Pappeto e <strong>di</strong> Castevoli, credendoche noi fossimo assaliti dai toscani, erano già sulle mosse per venire asoccorrerei.Oh, insomma, si finisca! lo mi raccomando a voi, a tutti quanti sentonoin petto un cuore italiano, che non può essere italiano se non è scolpitodel cuore <strong>di</strong> C. Alberto, liberatore d'Italia. Giovagallo domandò la protezionesarda, e l'ottenne dall'intendente della Spezia; spaventato dal casodel 27 apr<strong>il</strong>e, cedette. Ma sono voti strappati dalla violenza e dalle artitoscane, ;:. tuttavia si mantiene cal<strong>di</strong>ssimo per C. Alberto, quantunquenon cessino le arti <strong>di</strong> brigatori.La Lunigiana è tutta, più o meno, sullo stesso piede. E <strong>il</strong> parlamentopiemontese non si occuperà <strong>di</strong> lei?State sano e credetemi, vostro aff.mo amicoA tergo: All'Ill.mo Signor. Il S.r Avv.to Federico Grossi. Bolano.Giulio PorriniCaro Ignazio.86VINCENZO PESCI 1 A IGNAZIO BUFFA 2Rovigo, lO giugno 1848.M'immagino quello che avrai detto <strong>di</strong> me questi giorni, ma abbipazienza, sono momenti che non si ha tempo nemmeno a mangiare, especialmente io, non ti ho scritto subito, per tante cose, cioè primo perché1 Nato a Castelletto d'Orba, ufficiale <strong>di</strong> carriera, combattè anche <strong>nel</strong>la secondaguerra d'in<strong>di</strong>pendenza, e scrisse dal campo lettere interessanti e osservazioni sull'organizzazionem<strong>il</strong>itare piemontese. Raggiunse <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> generale.2 Carta intestata: Corpo della Guar<strong>di</strong>a Mob<strong>il</strong>e Nazionale Volontaria Lombarda.Stato Maggiore.15225


www.accademiaurbense.itnon ho mai potuto sapere, e né conoscere cosa alcuna <strong>di</strong> ciò che tudomandavi. Quanto all'essere graduati bisogna avere piena cognizione dell'artem<strong>il</strong>itare, ed in specie l'instruzione; del resto si può servire comesi vuole e dove si vuole e <strong>nel</strong> mio battaglione sono quattro quinti perso<strong>net</strong>utte laureate e delle prime famiglie <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, che formano <strong>il</strong>numero <strong>di</strong> 775; secondo, perché io, in quei due o tre giorni che rimasia M<strong>il</strong>ano, fui messo in piazza d'armi ad instruire per esperimentarmi, eappena fui conosciuto per buono instruttore, fui subito nominato ajutantemaggiore del Battaglione de' Volontarj M<strong>il</strong>anesi, e così dovetti partiresubito in posta per ragiungere <strong>il</strong> battaglione che si trovava già in Pavia.E cre<strong>di</strong> pure che le protezioni non valgono, perché dopo d'essere statodue volte dal ministro Collegno, mi rispose che oggidì le protezioni sonobuone, ma che bisogna far giustizia. E se tu vuoi venir con me in questobattaglione, ti assicuro che avrai dei vantaggi, e riuscirai qualche cosa.Quanto poi al resto, non ti posso <strong>di</strong>re che tu ti porta qualche soldo, perchébisogna vestirsi, e per fare onore alla firma; ma costa poco, e poiqui ti passano sol<strong>di</strong> 1,62 al giorno, mo<strong>net</strong>a austriaca, la quale è abbastanzaper fare pranzo e non <strong>di</strong> più, ma poi, aumentando grado tiaccresceranno la paga. lo ho <strong>di</strong> paga al mese sol<strong>di</strong> austro 135,50 e mene avanza, ed in caso te ne farò parte, se ne abbisognerai. Cosa vuoiche ti <strong>di</strong>ca?Ti racconterò del viaggio che abbiamo fatto lungo <strong>il</strong> Po sul vapore«Pio IX» la notte del 7 tra Francolino e S. Benedetto. Ci trovammo abordo, dove alle 8 Vz circa sentimmo <strong>di</strong>versi colpi <strong>di</strong> fuc<strong>il</strong>e in massa; edal sospetto <strong>di</strong> qualche sorpresa, si rallentò subito <strong>il</strong> vapore, e si ancorò,calando subito a terra, per mezzo d'una barchetta, una compagnia <strong>di</strong>bersaglieri per esplorare. Dopo qualche scambio <strong>di</strong> archibugiate, che percaso nessuno restò solamente ferito, si riconobbero gente in massa chesi ritiravano a poco a poco. Allora, i bersaglieri vi si volarono sopra, econobbero essere quelli <strong>di</strong>sertori mezzi armati, e mezzi con le mani vuotein n. 588, che <strong>di</strong>sertarono poche ore prima da Mantova, e che, temendodelle pattuglie nemiche, si stavano in massa per <strong>di</strong>fendersi occorrendo,allontanandosi da quelle parti per trovare modo <strong>di</strong> passare <strong>il</strong> Po. E,quando noi ebbimo avuto tale annuncio, <strong>il</strong> maggiore mi mandò subito,con una scorta, sulla ripa a parlamentare con essi loro, e riconoscere lacosa, ed appena avutane cognizione, mandai un sergente dal maggiore afargli la relazione, dal quale ebbi subito l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> fare imme<strong>di</strong>atamenteaccostare <strong>il</strong> vapore alla ripa, e <strong>di</strong> prenderli tutti quanti a bordo, per poiversarli sull'altra ripa; e ciò fu fatto. Se fossi stato presente avresti sentitotutte le bene<strong>di</strong>zioni che ci hanno mandate questi poveri infelici, ed226


www.accademiaurbense.itintanto, lungo <strong>il</strong> tragitto, ci femmo raccontare tante cose e <strong>di</strong> Radetzky,quando era in Mantova, e della guarnigione <strong>di</strong> quel forte. I quali ci consolaronoin un tempo e ci vollero persuadere che non può tardare laresa, essendo affatto sprovvisti <strong>di</strong> viveri e <strong>di</strong> denaro, e che persino itedeschi cercano <strong>di</strong> <strong>di</strong>sertare, perché non li pagano, e poco gli si dà amangiare. Infine, io credevo già aver incontrato <strong>il</strong> nemico, e poi finìin niente.Domani fac<strong>il</strong>mente partiremo per Padova, dove ci chiamano perrinforzo, avendo già messo <strong>il</strong> nemico per quelle parti ed anche sopra Vicenza,dove tagliarono <strong>di</strong>versi ponti per impe<strong>di</strong>re i soccorsi <strong>di</strong> Durando.Noi quì siamo già forti, essendosi con noi aggregati tre battaglioninapoletani, tre squadroni <strong>di</strong> cavalleria napoletana, che è buona, e do<strong>di</strong>cipezzi d'artiglieria napoletana che è buonissima. E questa mattina, anzi,a mezzo giorno devono arrivare tre battaglioni <strong>di</strong> Bologna, che sono aFerrara, avendoli noi lasciati ieri sera; insomma in tutto sommeremo a8 m<strong>il</strong>a. Ed andando a Padova ci uniremo a Durando e formeremo unbuon esercito, e ne sentirai parlare i foglj.Basta, se vuoi scrivermi la in<strong>di</strong>rizzerai a Padova, ferma in posta.Per ora null'altro ti <strong>di</strong>co, che <strong>di</strong> salutarti <strong>di</strong> cuore, e ti prego <strong>di</strong>porgere gli stessi a tuo padre, madre, e tutti quelli che ti domanderanno<strong>di</strong> me. Cre<strong>di</strong>mi, tuo aff.mo cuginoVincenzo PesciMia <strong>di</strong>retta alle lettere:Al sig. Pesci ajutante maggioredel Battaglione dei Volontarj M<strong>il</strong>anesiin Lombar<strong>di</strong>a - Padova.A tergo: All'Ill.mo Sig. Sig. P.fon Col.mo. Il Sig. Ignazio Buffa me<strong>di</strong>co. Ovada,in Piemonte, prov.a d'Acqui.Pregiatissimo Signore Deputato.87FEDERICO GROSSI A BUFFABolano, lO giugno 1848.La con<strong>di</strong>zione della Lunigiana si aggrava, come ella potrà r<strong>il</strong>evaredalla qui unita lettera che ricevo in questo momento, e che mi faccio undovere <strong>di</strong> rimetterle imme<strong>di</strong>atamente. Può, da un momento all'altro, fars<strong>il</strong>uogo ad una collisione, che dovrebbe evitarsi ad ogni costo, per non227


www.accademiaurbense.itrinnovare i scandali <strong>di</strong> italiani che combattono contro italiani e per nonpercuotere gli animi <strong>di</strong> quei toscani che tanto eroicamente combattono perla in<strong>di</strong>pendenza.Ma <strong>il</strong> commissario toscano Sabatini agisce in siffatto modo da provocarla:e <strong>il</strong> <strong>di</strong> lui operato è tanto più riprovevole, in quanto che non i sol<strong>il</strong>unigianesi, ma i toscani stessi riconoscono come l'interesse, anzi <strong>il</strong> bisognoassoluto della Italia, sta <strong>nel</strong> costituire un <strong>regno</strong> potente.Prego pertanto con quelle massime istanze, che fare si possano, laS.V. P.[regiatissima] a voler adoperare la <strong>di</strong> lei eloquenza, affinché siaprovveduto al più presto possib<strong>il</strong>e a quanto esponevo <strong>nel</strong>la petizione allaCamera, <strong>di</strong> cui le spe<strong>di</strong>i copia con la narrazione dei fatti, e gli annessidocumenti, dei quali la acclusa lettera non è <strong>il</strong> meno interessante.Voglia considerarmi quale mi pregio <strong>di</strong> essere con la massima stimadella S.V. Preg.ma devot.mo servitore.avv.to Federico GrossiA tergo si legge <strong>il</strong> seguente appunto <strong>di</strong> Buffa: «Sia riferita la petizione sugli affari<strong>di</strong> Lunigiana ».AllegatoIL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIO DI VILLAFRANCA A GROSSI 1Ecce1.mo Signor Avvocato.Podenzana, 9 giugno 1848.Sapendo com'ella s'interessa per la libertà <strong>di</strong> questa popolazione <strong>di</strong>Lunigiana, mi faccio una premura <strong>di</strong> ragguagliarlo dell'accaduto <strong>di</strong> quest'oggia V<strong>il</strong>lafranca.Fin da quando fu costituito un governo provvisorio a V<strong>il</strong>lafranca,e io ne fui nominato presidente, si decise <strong>di</strong> seguire la sorte del Ducato<strong>di</strong> Parma a cui quel territorio era aggregato. Senonché un Rinaldo Bottini,vice-sindaco, nominato dal governo <strong>di</strong> Francesco <strong>di</strong> Modena, prima dellacelebre permuta, convenne occultamente della de<strong>di</strong>zione col Sabatini, e <strong>il</strong>comune fu violentemente occupato dalle truppe toscane.11 governo provvisorio, a ciò eccitato dal voto ardentissimo <strong>di</strong> tuttala popolazione che aveva sentito, con <strong>il</strong> massimo piacere, l'unione delDucato <strong>di</strong> Parma al Piemonte, e, in <strong>di</strong>pendenza del concerto preso con lostesso governo parmense, delegò <strong>il</strong> sig. Antonio Razoli, <strong>il</strong> quale fece a2281 Carta intestata: Stato Sardo. Governo Provvisorio <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca.


www.accademiaurbense.itmano del sig. intendente <strong>di</strong> Spezia la de<strong>di</strong>zione al Piemonte <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca.In conseguenza della quale furono spe<strong>di</strong>ti quattro reali carabinieriad occupare quel comune.Non appena essi giunsero, che <strong>il</strong> popolo acclamò col maggior entusiasmo<strong>il</strong> nuovo governo, e salutò con i più clamorosi evviva la ban<strong>di</strong>eraitaliana con la croce <strong>di</strong> Savoja, che fu inalzata davanti all'uffizio comunale.Si opposero le m<strong>il</strong>izie toscane e rifiutarono <strong>di</strong> consegnare le chiavi <strong>di</strong>quell'uffizio, e <strong>di</strong> evacuare <strong>il</strong> paese, sicché fu a stento trattenuta la popolazioneche, alle grida <strong>di</strong> evviva Carlo Alberto, via i toscani, voleva trascorrerealle armi per <strong>di</strong>sarmarli. lo mi adoperai per calmargli, e partiicon reali carabinieri, essendo tanto io, quanto altri due membri del governoprovvisorio, colpiti da mandato d'arresto, fino da quando ci rifiutammoa pronunciarci per la de<strong>di</strong>zione alla Toscana.Sento in questo momento che due plichi a me <strong>di</strong>retti dal governo<strong>di</strong> Parma, non so se come sindaco, o come presidente del governo provvisorio<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca, siano stati sequestrati dai soldati toscani, e sia statoarrestato, incatenato, e condotto in prigione a Pontremoli <strong>il</strong> pedone delgoverno <strong>di</strong> Parma. Mi si <strong>di</strong>ce pure arrestato <strong>il</strong> padre del sig. Razoli, a cuierano stati sequestrati i pieghi; come pure che un carabiniere toscano volevaatterrare <strong>il</strong> vess<strong>il</strong>lo sabaudo, ma che ne fu impe<strong>di</strong>to dalla popolazione,che minacciò <strong>di</strong> massacrare qualsiasi si azardasse a toccarlo.Scrivo <strong>di</strong> tutta fretta; Ella vedrà però come siavi gravissimo pericolo<strong>di</strong> una collisione.Voglia pertanto adoperarsi, come è debito <strong>di</strong> ogni buon citta<strong>di</strong>no, ecredermi con tutta stima Di V.S. Ill.ma dev.mo obb.mo servitore.Il presidente del governo prov.o e sindacoObizzo MalaspinaA tergo:All'Ill.mo Signore. Il Sig. Avv.to Federico Grossi. Bolano.Illustrissimo Signore.88GIULIO REZASCO A BUFFASarzana, 14 giugno 1848.L'avvocato Grossi, mio amICISSImo, si volse alla S.V. per le cose <strong>di</strong>Lunigiana, le quali, a malgrado delle promissioni, e pratiche ministeriali,229


www.accademiaurbense.itvanno peggiorando tutto <strong>di</strong>. lo non so tenermi dall'imitare l'ar<strong>di</strong>re delsuddetto amico mio, pregando la S.V. a non <strong>di</strong>menticarsi la Lunigiana,e a tener <strong>di</strong>scorso <strong>nel</strong>la Camera del seguente fatto che le do per sicurissimo.Parana, parrocchia <strong>nel</strong>la Lunigiana, a' tempi della dominazione borbonicaera sottoposta a Mulazzo che s'aggregò alla Toscana. Parana nonvolle, e <strong>il</strong> 6 maggio si separò da Mulazzo, e <strong>il</strong> 7 del corrente, per votounanime, domandava l'aggregazione al Regno Italico. L'atto d'aggregazionefu mandato <strong>il</strong> 9 corrente all'intendente della Spezia, che rispondeva averlotrasmesso al ministero. Ora si crederebbe? In questa mattina <strong>il</strong> sindacoe <strong>il</strong> pretore <strong>di</strong> Mulazzo con sette soldati <strong>di</strong> linea toscani, si trasferironoin Parana. Prima tentarono con lusinghe la popolazione a <strong>di</strong>s<strong>di</strong>re l'aggregazionepiemontese, e poscia, trovando che la popolazione teneva <strong>il</strong> fermo,<strong>di</strong>chiararono che Parana era occupata dalla Toscana, e, per quante parolebrusche ricevessero dai conta<strong>di</strong>ni, non vollero partire. Il presidente delgoverno provvisorio <strong>di</strong> Calice avvisa <strong>di</strong> questa prepotenza toscana l'intendentedella Spezia. Il governo si desterà? Questo io so che si desteranno iparanini, come r<strong>il</strong>evo da una lettera del parroco.Quest'atto novello della Toscana merita al tutto che <strong>il</strong> Parlamentopiemontese ne chiegga ragione. Se <strong>il</strong> governo sardo non si occupa seriamentea porre un freno agli abusi <strong>di</strong> potenza, a <strong>di</strong>svelare le basse arti cheopera <strong>il</strong> ministero toscano in Lunigiana, non è lontana in quella provinciala guerra civ<strong>il</strong>e. Oltrecché è pur necessario che si vegga quanto importia gl'interessi generali d'Italia che la Lunigiana faccia corpo col RegnoItalico, <strong>nel</strong> quale è, per cosi <strong>di</strong>re, invaginata, e Parma e Modena nonponno fare <strong>di</strong> manco <strong>di</strong> questa provincia. Questo io lascio a <strong>di</strong>sputaree giu<strong>di</strong>care al Parlamento, ed alla s.v. lo raccomando con fede, come leraccomando la parrocchia <strong>di</strong> Parana, ora occupata contro ogni norma <strong>di</strong>civ<strong>il</strong>tà. E non dubito che alla gent<strong>il</strong>ezza <strong>di</strong> Lei non riusciranno vane leraccomandazioni d'un uomo che non conosce Lei personalmente, quandoconosce Lei <strong>nel</strong>la parte migliore, che è l'ingegno ed <strong>il</strong> cuore.Intanto, pieno d'estimazione sincera mi <strong>di</strong>chiaro della S.V. <strong>di</strong>vot.rnoservitore.Giulio RezascoA tergo:All'Ill.mo S.re Avv. Buffa Deputato alle Camere. Torino.230


www.accademiaurbense.it89GIUSEPPE COSINI lA BUFFAVezzano, 14 giugno 1848.Quanto la S.V. Ill.ma <strong>di</strong>gnitosamente esponeva alla Camera intornoal sig.re intendente della provincia <strong>di</strong> Spezia °è purtroppo vero, e non v'hadubbio che, per fiacchezza, ha dato luogo ai <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Lunigiana, comedà luogo ai continui popolari tumulti alla Spezia, Pitelli, Brugnato. Conun piglio più energico e col sostenere la buona volontà <strong>di</strong> quei comuni<strong>di</strong> Lunigiana, che si erano pronunziati per noi, avrebbe sventate le menedel Sabatini, ed assicurato al nostro governo non solo le comuni che primasi <strong>di</strong>chiararono in nostro favore, ma ancora le dubbie, e ciò che monta<strong>di</strong> più, con l'Avenza, Carrara stessa propriamente perduta, perché si èlasciato da pochi oprimere <strong>il</strong> voto dell'universale.Questo dubbio vac<strong>il</strong>lante operare del sig.r intendente è noto a tuttie si ascrive a ragione <strong>il</strong> non essere egli a livello del suo posto, e lasciarsimenar per <strong>il</strong> naso dal sig.r r[egi]o commissario <strong>di</strong> polizia <strong>nel</strong> cessatoregime ... nonché da suo zio abbate <strong>di</strong> Spezia Bò, ancor esso cuore intrinseco<strong>di</strong> Minni e Frasci<strong>net</strong>ti.Tenga per vero, o Ill.mo Signore, quanto io verso <strong>di</strong> lui prendo lalibertà scriverle, per l'interesse che ho a me stesso della provincia edello Stato.Colgo <strong>di</strong> questa occasione per <strong>di</strong>chiararmele con tutta la stima dellaS.V. Ill.ma dev.mo servitore.prete Giuseppe CosiniIllustrissimo Signore.90FEDERICO GROSSI A BUFFAVeppo, 16 e 17 giugno 1848.Le sono oltremodo riconoscente delle cortesi <strong>di</strong> lei esibizioni e neprofitto al momento.Avrà sentito dal signor Giulio Rezasco, mio amICISSImo, come lem<strong>il</strong>izie toscane abbiano invaso la parrocchia <strong>di</strong> Parana, per quanto dovesse1 Membro del comitato lunigianese dei f<strong>il</strong>opiemontesi.231


www.accademiaurbense.itattualmente considerarsi quale parte del nostro Stato. Né ciò solo: essiminacciano chiunque si attenti <strong>di</strong> gridare viva Carlo Alberto, e chiunquesospettino fautore della unione al Piemonte. Il parroco, che aveva raccoltii voti dei suoi popolani, per evitare la prigione, ha dovuto fuggirea Montereggio, sua patria. Se non che le m<strong>il</strong>izie toscane hanno occupatopure quest'ultimo paese che non si era deciso né per Toscana, né perPiemonte. E se <strong>il</strong> parroco è tuttora in libertà lo deve alla risolutezza deisuoi compatriotti che hanno minacciato <strong>di</strong> suonare le campane a stormo.Le scrivo da Veppo (cantone <strong>di</strong> Calice) ove dall'un momento <strong>nel</strong>l'altrogiungono quelli <strong>di</strong> Parana, che hanno dovuto fuggire per evitare<strong>il</strong> carcere. Essi narrano stranissime cose delle m<strong>il</strong>izie toscane, dopo chevidero andare a vuoto le arti del pretore toscano <strong>di</strong> Mulazzo per infinocchiarequei terrazzani. Si minacciano le donne, si m<strong>il</strong>lanta la più ostinataresistenza contro le nostre m<strong>il</strong>izie, se venissero a proteggere i paranesi; siparla dell'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Parana. L'intendente della provincia del Levante, fattoconscio della invasione dei toscani dal governo provvisorio <strong>di</strong> Calice, nondà segno <strong>di</strong> vita. Il governo stesso ripete, al momento che scrivo, le istanzele più premurose, ma dubito assai del risultato, e se questo non confermeràquanto fu detto <strong>di</strong> esso alla camera. Intanto una collisione sembraimminente.Sino dal giorno 9 le spe<strong>di</strong>i una lettera a me <strong>di</strong>retta dal marcheseObizzo Malaspina, presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca. Dubitandoforse si sia smarrita, unisco a questa mia una copia della stessa,come pure altra lettera <strong>di</strong> quel signore Malaspina che compie la narrazionedei casi <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca.Sopraggiunge in questo momento <strong>il</strong> parroco <strong>di</strong> Parana, <strong>il</strong> quale narrache <strong>il</strong> Porrini, pretore <strong>di</strong> Mulazzo, si recò da esso, e, verificato che <strong>il</strong> votodella popolazione era per l'unione al Piemonte, e che già due reali carabinieriavevano preso possesso <strong>di</strong> quel paese, lo eccitò a scrivere una lettera,in cui richiedesse l'unione alla Toscana, a malgrado che quei terrazzani,interpellati a sottoscrivere un nuovo atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione, avessero risposto<strong>di</strong> non avere due faccie.Dopo quel fatto, <strong>il</strong> Porrini partì; senonché lasciò alcuni soldati a Parana,ed altri ne spedì <strong>il</strong> giorno posteriore, i quali andarono replicatamente a farricerca del parroco a Montereggio, ove si era ritirato, per arrestare, come <strong>di</strong>cevanoessi, quel pretaccio. Il popolo voleva suonare le campane a stormo, mafu fermato dal parroco, <strong>il</strong> quale è forzato a stare lontano dal suo gregge cheè quanto mai irritato e per la iniqua invasione e perché ama <strong>il</strong> suo pastore,né havvi in quella parrocchia nessun sacerdote che possa supplirlo <strong>nel</strong> <strong>di</strong> luiministero.232


www.accademiaurbense.itVoglia accettare i miei ringraziamenti e quelli <strong>di</strong> tutti i paesi della Lunigianamanomessi dai toscani, per quanto ha fatto e sarà per fare per essi. Forseche le spe<strong>di</strong>rò un articolo da inserire <strong>nel</strong> giornale l'Opinione, qualora lo ravvisiconveniente, e mi creda con la più sincera stima devot.mo servitore.Federico GrossiVeppo, 17 giugno, 6 ore del mattino.P.S. In questa notte fu aggre<strong>di</strong>ta la casa del parroco <strong>di</strong> Parana a Montereggio.Né potendo i soldati toscani ritrovare quel parroco, minacciarono <strong>di</strong>arrestare <strong>il</strong> <strong>di</strong> lui padre, e <strong>di</strong> ritenerlo come ostaggio pel figlio, <strong>il</strong> che evitò conla fuga. Nel tempo stesso altra m<strong>il</strong>izia toscana invadeva e perquisiva la canonica<strong>di</strong> Parana.L'avvocato Za<strong>nel</strong>li, presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> Calice, ha unacasa padronale a Parana. Di questa i soldati toscani vogliono fare <strong>il</strong> loro quartieree ne hanno avvertito i conta<strong>di</strong>ni del Za<strong>nel</strong>li, aggiungendo che prenderanno<strong>il</strong> <strong>di</strong> lui « bentiama », a misura che ne avranno bisogno.Questa è la risposta che <strong>il</strong> commissario Sabatini dà ai <strong>di</strong>spacci del nostroministro degli affari esteri. La risposta data dai soldati toscani a coloro <strong>di</strong>Parana che allegravano <strong>di</strong> essere sud<strong>di</strong>ti sar<strong>di</strong>, e che <strong>il</strong> loro governo li proteggerebbe,spiega <strong>il</strong> perché a tanto si attenti.Rispondevano i soldati toscani non avere <strong>il</strong> re <strong>di</strong> Sardegna un solosoldato <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e. Ho dei dati, quasi certi, per credere sia <strong>il</strong> paese <strong>di</strong>Monte<strong>di</strong>valli e <strong>il</strong> <strong>di</strong> lui parroco <strong>il</strong> centro, ove si prepari un movimento controrivoluzionarioin Lunigiana, e che esso corrisponda colla Toscana.Sarebbe forse, dopo ciò, temeraria l'induzione che i toscani tendano apreparare in Lunigiana una guerra civ<strong>il</strong>e?AllegatoOBIZZO MALASPINA A GROSSIStimatis.mo sig. Avvocato.Podenzana, 14 giugno 1848.Ieri niun buono effetto ebbe la gita del sig. intendente <strong>di</strong> Sarzana aV<strong>il</strong>lafranca, poiché recatovisi <strong>il</strong> gran commissario Sabatini, scortato da unacinquantina <strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari, non volle cedere alle inchieste del sig. intendente,<strong>il</strong> quale ripartiva. lo ero coi carabinieri e giunti in vicinanza <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca,233


www.accademiaurbense.itad intimazione e consiglio del sig. intendente, si dovette retrocedere. Sono<strong>nel</strong>la massima afflizione, perché mio figlio, che prima <strong>di</strong> me si recò a V<strong>il</strong>lafranca,si trova in castello, dal quale non può sortire, per essere <strong>il</strong> castellostesso attorniato dai m<strong>il</strong>itari toscani, e fino al presente, che sono le ore settepomeri<strong>di</strong>ane, non ho avuta nuova alcuna. Il sig. intendente mi fa sperarbene; ma intanto le afflizioni sono immense. Ormai fra noi siamo fratelli,procuri <strong>di</strong> ajutarmi, poiché <strong>il</strong> paese <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca si trova <strong>nel</strong>la più deplorab<strong>il</strong>edesolazione. Scusi la carta, e sono colla più <strong>di</strong>stinta stima e considerazionedev.mo obb.mo servitore.Obizzo MalaspinaA tergo: All'Ill.mo Sig. Sig. P.ron Col.mo. Il Sig. Avvocato Federico Grossi. Bolano.91FRANCESCO ZACCHIA lA BUFFAIll.mo Signore.Sarzana, 19 giugno 1848.La parte attiva che ha voluto prendere alla Camera de' deputati relativamentealla Toscana in Lunigiana, mi sprona ad inviarle copia esatta<strong>di</strong> alcuni documenti relativi alla medesima e dei quali ho depositato glioriginali autentici a questo nostro sotto-intendente.Quando ella <strong>il</strong> creda opportuno, potrà dar communicazione de' suddettidocumenti al deputato Sineo, <strong>il</strong> quale egli pure ha <strong>di</strong>mostrato tanto interesseper le cose <strong>di</strong> Lunigiana. Ed a viemaggiormente confermare gli scandaliche accadono tutto giorno in quei paesi, le serva che in questo momentogiungono in Sarzana due soldati della linea toscana (bianchini), arrestati dalpresi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Pallerone e dai nostri carabinieri perché, transitando per quelpaese, che è sotto la protezione del nostro Stato, ebbero ar<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> gridaread alta voce, ed a più riprese, morte a C. Alberto, aggiungendo altre paroleinvereconde, che la civ<strong>il</strong>tà impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> ripetere.Intanto, <strong>nel</strong>la fiducia che non gli riescano <strong>di</strong>scare queste notizie, hol'onore <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiararmi con tutta la stima, suo devotissimo servo.F. ZacchialDottore in me<strong>di</strong>cina. Capitano me<strong>di</strong>co della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Sarzana.234


www.accademiaurbense.itAllegato ACOPIA DI CIRCOLARE DEL DELEGATO TOSCANOAI SINDACI DEI COMUNI DELLA LUNIGIANA1llustrissimi Signori.Dopo aver percorso i <strong>di</strong>versi paesi della vostra bella provincia, e dopoessermi così assicurato dei sentimenti profon<strong>di</strong> <strong>di</strong> libertà e d'in<strong>di</strong>pendenzanazionale che regnano fra voi, io sento la necessità <strong>di</strong> attestarvi a nomedel Principe e del Governo toscano quanto sieno riconoscenti per la manieragenerosa con cui accoglieste le nostre truppe, onde in tal guisa <strong>il</strong> segnopiù manifesto <strong>di</strong> quella fratellanza, che benedetta da Pio IX riunisce oggitutti i figli d'Italia in una sola famiglia, forte ed unita.Mi consola poi <strong>di</strong> vedere come regnino fra voi le più calde simpatieper <strong>il</strong> Principe costituzionale della Toscana; per lo che vi è ragione <strong>di</strong> credereche la vostra provincia sarà per ottenere quella sistemazione <strong>di</strong> governo,che la lingua comune, gl'interessi commerciali, la posizione geografica, letra<strong>di</strong>zioni avrebbero sempre dovuto consigliare, e che solo non ebbe luogo,perché una politica <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione ed antagonismo, oramai sepolta per sempre,aveva sostituito al bene vero e reale dei popoli <strong>il</strong> capriccio, l'interesse solodei principi.Essendo piena necessità <strong>di</strong> un popolo che vuole esser libero e in<strong>di</strong>pendentequella <strong>di</strong> essere or<strong>di</strong>nato in un governo forte e costituito, si prega anon perder tempo <strong>nel</strong> consultare <strong>nel</strong> modo che crederete più conveniente<strong>il</strong> vostro popolo, onde sia così rispettato <strong>il</strong> suo <strong>di</strong>ritto, e si attenga <strong>nel</strong>lostesso tempo <strong>di</strong> vederlo riunito alla grande famiglia costituzionale toscana,come tutto lo fa prevedere e desiderare.Avendo bisogni <strong>di</strong> località e desiderii speciali <strong>nel</strong> vostro popolo, possoassicurarvi che <strong>il</strong> governo toscano, <strong>di</strong> cui la benevolenza pei suoi amministratinon venne mai meno, sarà per voi come per gli altri tutti, e, perquanto possib<strong>il</strong>e ad un governo costituzionale, più per voi come nuovifigli <strong>di</strong> Leopoldo II, come popoli a noi riuniti non per ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> <strong>di</strong>nastia,ma per vere simpatie popolari, e per atto spontaneo e consentito dall'universalità.Vi prego caldamente a volermi, al più presto possib<strong>il</strong>e, in<strong>di</strong>rizzarm<strong>il</strong>e vostre deliberazioni contenenti la de<strong>di</strong>zione alla Toscana, assieme allanota <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>mande che credete opportune <strong>di</strong> fare al governo <strong>nel</strong>l'inte-235


www.accademiaurbense.itresse del vostro paese, e che io mi farò dovere <strong>di</strong> accompagnare colle piùcalde raccomandazioni al governo superiore.Delle SS. LL. Ill.me.Pontremoli, 30 marzo 1848.11 Commissario generale toscanoC. MatteucciAllegato BCOPIA DI MANIFESTO DEL DELEGATO TOSCANOAGLI ABITANTI DELLA LUNIGIANAAbitanti della Lunigiana.I doveri <strong>di</strong> alta tutela che assumeva Sua Altezza Reale <strong>il</strong> Gran Duca<strong>di</strong> Toscana e la giusta considerazione alle presenti istanze dei nostri municipj,obbligano <strong>il</strong> Governo della prelodata Reale Altezza sua ad or<strong>di</strong>nare che unaprovvisoria amministrazione della Provincia fosse imme<strong>di</strong>atamente costituita.Ed a me affidava l'onorevole incarico. Vengo pure io in mezzo a voi <strong>nel</strong>lafiducia che quel nob<strong>il</strong>e affetto che vi spirava la spontanea ed imme<strong>di</strong>ataricongiunzione alla famiglia naturale toscana mi sovverà <strong>di</strong> ajuto a vinverele in<strong>di</strong>ssimulab<strong>il</strong>i <strong>di</strong>fficoltà.Intenderanno i Governi provvisorj la ut<strong>il</strong>ità ed anche la necessità <strong>di</strong>farmi conoscere senza indugio le loro rispettive adesioni e <strong>di</strong> rimettermi ipoteri <strong>di</strong> cui legittimamente furono investiti al momento della cessazionedei governi ducali.Altrimenti sarebbe impossib<strong>il</strong>e la mia missione, mancando alla azionegovernativa la sua in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e unità.Le sorti d'Italia, che ora si combattono <strong>nei</strong> piani della Lombar<strong>di</strong>a,<strong>il</strong> sacro dovere che ha ciascuna italiana provincia <strong>di</strong> concorrere efficacementeal gran riscatto, ed <strong>il</strong> felice successo delle incessanti sollecitu<strong>di</strong>nidel magnanimo Principe nostro, esiggono poi la concor<strong>di</strong>a <strong>nei</strong> citta<strong>di</strong>ni, lasimulta<strong>nei</strong>tà dei sacrifìzi e la cooperazione <strong>di</strong> tutti, onde la pubblica amministrazionepossa sollecitamente raggiungere l'intento al quale è <strong>di</strong>retta.Abitanti della Lunigianal lo non dubito che non sentiate profondamente<strong>nel</strong>la solennità dei presenti avvenimenti, la importanza delle vostreobbligazioni, come ho certezza che quel vostro soccorso non sia per mancarmi.Sono splen<strong>di</strong>de e recenti le prove che offriste <strong>di</strong> savio liberalismo,e <strong>di</strong> affettuosa e tenera fraternità. E per voi pure protesta la segnalab<strong>il</strong>e236


www.accademiaurbense.itintelligenza, colla quale, appena emancipati dalla patita oppressione eproclamata in faccia a Dio ed all'Italia la vostra libertà, risolveste <strong>di</strong> stringervisotto un Sovrano costituzionale, che sempre avevano quel padreamorosamente onorato i sud<strong>di</strong>ti suoi beneficati e riconoscenti.Mi accingo pertanto all'opera con lieto animo. Sia <strong>il</strong> nostro grido <strong>di</strong>unione:Viva l'ItaliaViva Leopoldo IIViva la ricomposizione della Toscana Famiglia.Pontremoli, 15 apr<strong>il</strong>e 1848.L'avv.o Generale alla Corte Suprema <strong>di</strong> Cassazione. Regio Delegatoal Governo Provvisorio della LunigianaEnrico SabatiniAllegato CIL DELEGATO TOSCANO IN PONTREMOLIAL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIO DI MONTI E PONTEBOSIOIll.mo Sig.re.Pontremoli, 28 apr<strong>il</strong>e 1848.Dalla residenza della R.a Delegazione.Sono prevenuto che <strong>il</strong> camarlingo <strong>di</strong> codesta comunità, Massimo Malaspina,ha fatto passaggio <strong>di</strong> questa città <strong>nel</strong> decorso giorno, <strong>di</strong>rigendosi,con carta <strong>di</strong> passo, da lei r<strong>il</strong>asciata, verso la Lombar<strong>di</strong>a, <strong>di</strong>chiarando <strong>di</strong>andare ad unirsi ai volontari che colà stanno combattendo per la causaitaliana.Mentre, in astratto, lodo assai la risoluzione presa dal mentovatoMalaspina, voglio lusingarmi che avanti la <strong>di</strong> lui partenza, ed avanti chegli fosse r<strong>il</strong>asciata la preallegata carta <strong>di</strong> via, avrà lasciato un mandatario,o reso conto e depositato <strong>il</strong> denaro, che per avventura avesse <strong>nel</strong>le maniper conto della comunità, ed anche in ispecie per conto regio.Quando <strong>il</strong> mandatario non esistesse, o questo ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> conti edeposito del denaro non fosse stato fatto, non posso <strong>di</strong>ssimularle chedovrei tenerla personalmente responsab<strong>il</strong>e dei danni che alla municipale eregia amministrazione fossero resultati.Voglia darmi notizie come le cose siano procedute. Intanto <strong>di</strong>chiaroa lei ed a cotesto governo provvisorio che non sarò per riconoscere nessuna237


www.accademiaurbense.itdeviazione, che non per <strong>di</strong> lei deliberazione, fosse data ai prodotti dellaprovincia e da versarsi <strong>nel</strong>la cassa centrale, come non sarò per riconoscerenessuna <strong>di</strong>minuzione che <strong>il</strong> governo provvisorio avesse consentita a pregiu<strong>di</strong>ziodelle tasse regie.Infine debbono intendere i piccoli governi provvisorj che al <strong>di</strong> fuorinon sono da nessuno minimamente riconosciuti, e che non sono rivestiti<strong>di</strong> nessuna politica rappresentanza, la quale in me, come regio delegatoesclusivamente risiede, che quin<strong>di</strong> non sono ab<strong>il</strong>itati a r<strong>il</strong>asciar passaporti,né carte <strong>di</strong> via, ma soltanto certificati da trasmettersi al mio uffizio.Queste considerazioni faranno sempre più comprendere la necessità <strong>di</strong>soggiacere alle mie insistenti insinuazioni, e quin<strong>di</strong> attendo, senza altreesitazioni una relativa <strong>di</strong>chiarazione.Ho <strong>il</strong> vantaggio, pieno <strong>di</strong> stima e rispetto <strong>di</strong> confermarmi <strong>di</strong> V.S.l11.ma dev.mo obb.mo servo.E. SabatiniIn calce: Al Sig.r Dottor Domenico Marchio Presidente del Governo Provvisorio<strong>di</strong> Monti e Pontebosio.Allegato DIL SINDACO DI AULLA AL PARROCO DI VECCHIETTOAulla, 29 apr<strong>il</strong>e 1848.Rendo a nonzia <strong>di</strong> V. S. R.a che questo governo provvisorio SI e<strong>di</strong>sciolto, ed ha rimesso i suoi poteri <strong>nel</strong>l'I. R.o Governo toscano rappresentatodal suo delegato iII.mo sig. avvocato Sabatini, residente in Pontremoli,che assunse le re<strong>di</strong>ni del governo, come da proclama che in copiasi unisce.In pari tempo mi è d'uopo significarle che <strong>il</strong> predetto governo provvisorio,animato da spirito patrio e generale per la comune <strong>di</strong> Aulla, oltreavere abolito <strong>il</strong> dazio, consumo forense, le tasse bestiami, la multa sull'<strong>il</strong>legittimagravidanza, e legge relativa, ha avocati alla comune istessa duepalazzi posti in Aulla e giar<strong>di</strong>no annesso, <strong>il</strong> castello carcerario, le duebarche sul fiume Aullella, gli spazi annessi alla fortezza ed altri provve<strong>di</strong>menti,col cre<strong>di</strong>to dei quali beni verrà assai <strong>di</strong>minuita la imposizionecomunale.Che oltre <strong>di</strong> ciò, <strong>nel</strong> de<strong>di</strong>carsi al governo toscano, ha richiesto chesieno confermati i suddetti decreti, che sia condonato alla predetta comune<strong>il</strong> debito incontrato per la costruzione della strada ruottab<strong>il</strong>e provinciale,238


www.accademiaurbense.itche in parte restava a <strong>di</strong> lui carico, che quanto prima sia costrutta eridotta a strada ruottab<strong>il</strong>e quella così detta « delle lame» a spese delGoverno toscano e <strong>di</strong>chiarate regie, per cui <strong>il</strong> <strong>di</strong> loro mantenimento stiaa <strong>di</strong> lei carico.Che, stante le predette cose e vantaggi che detto governo è già statoassicurato essere già stati concessi da S. A. L e R.a <strong>il</strong> Granduca Leopoldo IIa detta comune, e che prego V. S. M.to R.da <strong>di</strong> notificare al Gregge alla<strong>di</strong> lei cura affidato, unitamente a sudd.o proclama, fa ora <strong>di</strong> mestieri cheElla abbia la compiacenza d'insinuare alla <strong>di</strong> lei popolazione l'unione, laconcor<strong>di</strong>a e la pace con tutti, e specialmente con questo capo-luogo, che,spogliatosi <strong>di</strong> ogni particolare interesse, procurò <strong>il</strong> vantaggio generale <strong>di</strong>tutte le sezioni, e che inspiri alla medesima savi sentimenti al buon or<strong>di</strong>ne,rispetto alle leggi, e al governo, acciocché. non abbia a succedere alcuninconveniente.Nella fiducia ecc.D.re Bernar<strong>di</strong>Baldassini seg.rio.P. S. La prevengo che, se entro lO giorni dal dì del ricevimento,non avrà la <strong>di</strong> Lei popolazione fatto tenere a questo mio uffizio l'approvazione<strong>di</strong> quanto ha operato <strong>il</strong> cessato governo provvisorio, si intenderà inallora decaduta da ogni <strong>di</strong>ritto ed azione sopra i beni avanti alla comuned'Aulla e saranno invece <strong>di</strong> ragione della sola sezione particolare d'Aulla 1.Allegato ECOPIA DELL'ATTO DI DEDIZIONE AL ~EGNO SARDODEL GOVERNO PROVVISORIO DI MONTIGoverno Provvisorio.Dietro alcune voci, che dai nemici del buon or<strong>di</strong>ne si sono sparse inquesti paesi per mettere in allarme le popolazioni, e turbare quella dolcepace che esse si godono, che cioè essi possono venire occupati violentementeda governi esteri; all'oggetto <strong>di</strong> tranqu<strong>il</strong>lizzare le popolazioni stesseradunatesi <strong>nel</strong>la casa d'uffizio <strong>nel</strong>la pieve <strong>di</strong> Monti, i deputati <strong>di</strong> questoGoverno Provvisorio sono venuti <strong>nel</strong>la determinazione <strong>di</strong> decretare, siccomerealmente decretano, quanto segue:I". Che ogni occupazione venisse fatta da qualsivoglia delegato1 In epigrafe: Al M.to R.do Sig.r. Il Sig.r Parroco <strong>di</strong> Vecchietto.239


www.accademiaurbense.itsenza un moto proprio del sovrano <strong>di</strong> quel governo che rappresenta, siairrita e nulla, protestando altamente in nome del popolo l'<strong>il</strong>legalità dellamed.ma per tutti quelli effetti, che <strong>di</strong> ragione.2° Che ove, non ostante la suespressa determinazione, succedessesim<strong>il</strong>e occupazione, debbasi tosto da questo governo stesso inviare formaleprotesta ai Ministerj dei sovrani collegati italiani.3° Vedute le firme che esistono a quest'ufficio <strong>di</strong> tutti i capi <strong>di</strong>famiglia delle tre popolazioni <strong>di</strong> Monti, Ponte Bosio, e Panicale, collequali, <strong>di</strong> unanime consenso, implorano <strong>il</strong> protettorato del Governo sardo,decreta che sia tosto inviata supplica all'immortale Carlo Alberto, per laformale <strong>di</strong> lui accettazione <strong>di</strong> detto protettorato.4° Non essendo mai in verun'altra volta i deputati <strong>di</strong> questoGoverno Provvisorio stati delegati dal popolo a fare de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sortaa qualsivoglia governo, si decretano però irrite e nulle quelle che in qualsivogliacircostanza potessero aver fatte, tale essendo l'espressa volontàdel popolo stesso.5° Inerendo finalmente sempre alla volontà del popolo, decretanoche sia innalzata la ban<strong>di</strong>era sarda in Monti.L'atto presente è stato letto dal presidente e dai deputati viene firmato.Dr. D. MarchioDott. Domenico GiareliFausto TonchiDomenico LeoniLuigi GianottiDomenico GianottiDalla residenza del Governo.Pieve <strong>di</strong> Monti li, 6 maggio 1848.presidente.deputato.deputato.deputato.deputato.deputato.Allegato FCOPIA DI LETTERA DEL GOVERNO PROVVISORIO DI PIEVE DI MONTIALLE AUTORITA DI BAGNONEPieve <strong>di</strong> Monti, 24 maggio 1848.Agl'Illustrissimi Signori Vicario e Regio Gonfaloniere <strong>di</strong> Bagnone.Ill.mi Signori.Dolenti oltremodo <strong>di</strong> non potere in veruna guisa corrispondere allegent<strong>il</strong>issime espressioni <strong>di</strong> che era asperso <strong>il</strong> foglio delle SS. LL. Ill.me del240


www.accademiaurbense.it23 cadente maggio, abbiamo <strong>il</strong> <strong>di</strong>spiacere <strong>di</strong> dover significare loro che inostri impegni presso <strong>il</strong> ministero sardo sono si inoltrati ad un segno tale,che <strong>il</strong> retrocedere né più sta riposto <strong>nel</strong> nostro volere, né tampoco incontrerebbe<strong>nel</strong> genio delle popolazioni a questo nostro governo soggette.Sappiamo che da alcune persone turbolente si vanno <strong>di</strong>sseminando notiziea noi sommamente ingiuriose, e specialmente, che la nostra ufficialecorrispondenza col prelodato ministero, coll'organo dell'<strong>il</strong>l.mo sig. vice intendente<strong>di</strong> Sarzana, sia un ritrovato nostro all'unico scopo <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tare lenostre determinazioni sul particolare; ma in qual conto dobbiamo noi riteneresim<strong>il</strong>i <strong>di</strong>cerie? Le prelodate SS. LL. IlI.me lo potranno <strong>di</strong> leggieri<strong>nel</strong>la loro saviezza comprendere.Comunque poi <strong>il</strong> governo toscano fosse ad usare con noi mezzi cattivi,noi li riterremo sempre <strong>il</strong>legali, e come tali al ministero sardo li rappresenteremo,dal quale, <strong>di</strong>etro quanto si degna notificarci, non <strong>di</strong>ffi<strong>di</strong>amopunto <strong>di</strong> efficace protezione. Intanto in riscontro del prelodato foglio delleSS. LL. IlI.me <strong>nel</strong> mentre abbiamo l'onore, ecc.Allegato GA chiunque.DICHIARAZIONE SU FATTI AVVENUTI IN MASSANEI GIORNI 19·22·25 APRILE 1848Attesto io sottoscritto, segretario del Governo Provvisorio del Cantone<strong>di</strong> Calice, anche con mio giuramento, che <strong>nel</strong>l'occasione mi dovettiportare in Massa ducale con incarico del prefato mio governo, e segnatamente<strong>nei</strong> giorni 19, 22, 25 apr<strong>il</strong>e p.p. per far acquisto <strong>di</strong> sale da quelgoverno, fui più e più volte incaricato da persona appartenente a questo,e anche da altro impiegato, o emissario granducale toscano a persuadere <strong>il</strong>mio governo, e le popolazioni <strong>di</strong> questo cantone ad unirsi alla Toscana,non tanto perché S. M. <strong>il</strong> Re Carlo Alberto, avea promesso al ministroCorsini, che erasi recato al campo, che sud.te popolazioni, abbenché sottola protezione della prefata M. S., doveano al fin della guerra esser riunitealla Toscana, quanto perché, ove io fossi riuscito ad una pronta de<strong>di</strong>zionedelle popolazioni predette a favore della Toscana, sarebbemi statoconferito un impiego definitivo <strong>di</strong> cancelliere commitativo del censo, assa<strong>il</strong>ucroso.In fede.Firmato: Aless.dro VinciguerraCalice, 17 giugno 1848.24116


www.accademiaurbense.itAllegato HDICHIARAZIONE SU UN FATTO AVVENUTO IN FIVIZZANONEL MAGGIO 1848A chiunque.Certifico io sottoscritto e sono pronto ad attestare, anche con giuramento,che trovandomi un giorno del mese <strong>di</strong> maggio, che non valgo aricordarmi che giorno si fosse, in Fivizzano, precisamente <strong>nel</strong> ritorno chefaceva da quel paese verso casa, incontrai certo dotto Pietro Bongi, cancellierepresso <strong>il</strong> tribunale <strong>di</strong> Fivizzano, e mi <strong>di</strong>sse, che mi dessi tutta lapremura e mi impegnassi presso questi popoli, per far de<strong>di</strong>zione alla Toscana,e che formandosi in Toscana delle buone condotte, io sarei statoprescelto a questo impiego. Dicendomi <strong>di</strong> più che sebbene fosse già statafatta de<strong>di</strong>zione al governo sardo, <strong>il</strong> commissario <strong>di</strong> Pontremoli, si sarebbeinteressato presso quel governo <strong>di</strong> trattare questi affari} senza che puntorimanessero compromessi menomamente in faccia al medesimo i membridel governo provvisorio, quando i medesimi avessero aderito a fare talede<strong>di</strong>zione.Tanto per pura verità ed in fede.Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848.Governo Provvisorio:Dott. Domenico GicareliVisto per la legalizzazione della sovraposta firma e qualità.Dalla residenza del Governo.Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848.Il PresidenteDott. D. MarchioAllegato IDICHIARAZIONE SU UN FATTO AVVENUTO IN PONTREMOLINEL MAGGIO 1848A chiunque.Dichiaro io sottoscritto, e sono pronto ad attestare anche con miogiuramento, che in occasione, che giorni sono, trovavasi carcerato un miofiglio per nome Sante, non per altro delitto che <strong>di</strong> essere andato a Sarzana242


www.accademiaurbense.ita portare una lettera <strong>di</strong>retta a quel sig. vice intendente. Portandomi aPontremoli presso quel delegato toscano onde supplicarlo <strong>di</strong> rimettermi inlibertà mio figlio predetto, <strong>il</strong> medesimo, accogliendomi con volto truce eminaccioso senza lasciarmi esporre le mie ragioni, conchiuse <strong>di</strong>cendomi:«Fate che <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Monti faccia la sua de<strong>di</strong>zione alla Toscana} e poivostro figlio sarà messo in libertà.Tanto per la pura verità, ed in fede.Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848.Governo ProvvisorioVisto per la legalizzazione della sovraposta firma.Dalla residenza del Governo.Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848.Pietro GiovannoniIl PresidenteDott. D. MarchioAllegato LDICHIARAZIONE SUL FATTO DI PIEVE DI MONTI DEL 30 MAGGIO 1848A chiunque.Dichiaro io sottoscritto e sono pronto a <strong>di</strong>chiararlo anche con giuramentoche <strong>nel</strong> giorno 30 maggio prossimo passato in occasione che perparte del governo toscano si occupava m<strong>il</strong>itarmente i paesi <strong>di</strong> Monti ePontebosio, <strong>nel</strong>l'atto che venne abbassata la ban<strong>di</strong>era sarda, un carabinieretoscano, accennando. allo scudo <strong>di</strong> Savoja, che esisteva in detta ban<strong>di</strong>era,<strong>di</strong>sse: «Levate quell'injame ».Intanto per la pura verità e non altrimenti.In fede <strong>di</strong>. cheLuigi Macconi abbatePieve <strong>di</strong> Monti, 14 giugno 1848.Governo ProvvisorioVisto per la legalizzazione della sovraposta firma.Il PresidenteDott. D. MarchioDalla residenza del Governo.Pieve <strong>di</strong> Monti, 14 giugno 1848.243


www.accademiaurbense.itAllegato MDICHIARAZIONE SUL FATTO DI MONTI DEL 4 GIUGNO 1848A chiunque.Dopo la tragica scena <strong>di</strong> Panicale del giorno quattro giugno corrente,giorno in cui i carabinieri toscani e bianchini, unitamente ad alcuni liccianesi,in occasione che si solennizzava la festa della B.V. <strong>di</strong> Loreto, fecerom<strong>il</strong>le spostatezze per compromettere <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> Monti, onde cosisecondare i pravi <strong>di</strong>segni del delegato toscano, si portò in Monti unamandra <strong>di</strong> quella soldatesca composta <strong>di</strong> carabinieri e bianchini, circa leore sette pomeri<strong>di</strong>ane, che <strong>di</strong> soppiatto erano nascosti <strong>di</strong>etro le muraparrocchiali. Comparendo dapprima <strong>nel</strong> piazzale della chiesa <strong>il</strong> figlio delsecon<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Licciana, certo Donati, in compagnia d'un liccianese, e corse<strong>il</strong> primo a batter col piede sull'atterrata ed infranta colonna, su cui sventolava<strong>il</strong> sacro vess<strong>il</strong>lo sabaudo, <strong>di</strong>cendo: «quando risorgerai o albero,mai più! », <strong>di</strong>cendo «Al primo che mi si presenta, gli dò un pugno sulviso, e ce lo spacco ». Quand'ecco <strong>di</strong> corsa i carabinieri e bianchini gridandoevviva Leopoldo II, <strong>di</strong>cendo a noi qui sottoscritti: «E loro non<strong>di</strong>cono evviva? Noi si rispose evviva per timore. Seguitarono a declamare:Viva Pio IX, viva Leopoldo, viva Carlo Alberto, <strong>di</strong>cendo Carlo Albertoè l'ultimo. A poca <strong>di</strong>stanza gridarono porconi mer.ni <strong>di</strong> Monti; si lascia<strong>il</strong> resto per verecon<strong>di</strong>a.Tanto per la pura verità.Ed in fede.Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848.Valente PellicciariniAndrea CattaniGoverno Provvisoriochierico.chierico.Vistoper la legalizzazione delle sovraposte firme e qualità.Dalla residenza del Governo.Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848.Il PresidenteDott. D. Marchio244


www.accademiaurbense.it92RAFFAELLO NOCCHI A IGNAZIO BUFFACaro amico.Valeggio, 20 giugno 1848.Ho avuto pochi giorni fa la tua lettera. C'è un gran pasticcio infatto <strong>di</strong> lettere costà. Ebbi <strong>il</strong> fagotto e te ne ringrazio. Di salute sto meglio.Ho avuto occasione <strong>di</strong> occuparmi assai per l'unione della Lombar<strong>di</strong>a colPiemonte, che c'è voluta tutta a far intendere ai M<strong>il</strong>anesi.Come ciò, e che vita abbia fatto ci vorrebbe troppo a <strong>di</strong>rtelo, e telo <strong>di</strong>rò a voce. Sotto le palle <strong>di</strong> cannone ci sono stato a Peschiera, macombattuto non ho, perché non mi sono mai trovato vicino al luogo <strong>di</strong>combattimento. Ho preso le mie misure però per far parte anch'io, quandone accada uno <strong>di</strong> solenne e importante. Ero andato per raggiungere l'esercito,l'ultimo movimento che fece, ma sai che non si combatté e tornòin<strong>di</strong>etro. Il soldato non potrei farlo. Le cose della guerra puoi r<strong>il</strong>evarle daigiornali, levata l'esagerazione e le paure, e presi i fatti soltanto. La ritiratadei napoletani ha fatto andare in lungo la guerra. I piemontesi nonsono in assai numero per attaccar Verona, ma venuta la riserva lo saranno.A Durando danno del tra<strong>di</strong>tore a torto; pure si crede che se fosse statoagli or<strong>di</strong>ni dei piemontesi non sarebbe rimasto a Vicenza. Del resto laguerra anderà bene per noi, e non bisogna dar retta alle ciarle, o spaventarsiper rovesci.Salutami tutti <strong>di</strong> casa tua, e Bensa, e compatiscimi se non scrivo comevorrei, ma non ne ho tempo. Ad<strong>di</strong>o. Quando ci vedremo <strong>di</strong>scorreremopoi <strong>di</strong> tutto.Raffaello NocchiA tergo:Al Sig. Ignazio Buffa. Ovada (Piemonte).Car.mi genitori.93BUFFA AI GENITORITorino, 23 giugno 1848.Non vi ho scritto da molto tempo perché sono occupatissimo: <strong>di</strong>più fa parte della Commissione per la legge d'unione colla Lombar<strong>di</strong>a:cosa che in più giorni non è ancora potuta venire a capo. Qui in Torino245


si sono <strong>di</strong>mostrati spiriti così gretti, ch'io casco veramente dalle nuvole.C'è da farsi trappista. Oltre <strong>di</strong> ciò, da due giorni, ho l'occhio sinistroinfiammato e non posso leggere né scrivere: vi scriverò più a lungo fra due otre giorni, quando starò meglio. Per ora vado attorno cogli occhiali ver<strong>di</strong>.Aspetto la lettera <strong>di</strong> Checco. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoP.S. Bisognerebbe assolutamente che in Ovada si facesse un po' <strong>di</strong>chiasso in favore dell'unione colla Lombar<strong>di</strong>a e si facesse una petizione allaCamera, ricordandole che questo era <strong>il</strong> suo primo dovere verso la nazione,e questa petizione fosse sottoscritta in piazza a popolo. Procurate <strong>di</strong> farlosubito, e mandar subito la petizione alla Camera <strong>di</strong>rettamente: ed eccitate,se potete, i paesi vicini a far lo stesso. C'è quì una camar<strong>il</strong>la che tentamuovere <strong>il</strong> popolo in contrario. Nella petizione si esprima appunto chehanno u<strong>di</strong>to come vi siano persone, che vogliono avversare l'unione; cheessi sono <strong>di</strong> fermo parere che l'interesse nazionale debba andare innanzia tutto, che, si debba avere l'unione ad ogni costo; e che a confortodella Camera, se <strong>di</strong> conforto ha bisogno, le esprimono i loro sentimenti,<strong>di</strong>chiarandosi pronti a sostenerla <strong>nel</strong>la santa causa dell'unione, ad ognimodo. Fatelo subito per carità: fate chiasso!A tergo:www.accademiaurbense.itAl Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Allegato AAVVISO DI ALESSANDRO RADICE 1Carissimi fratelli.La patria ha vinto, così <strong>di</strong>cono coloro che, non compresi dall'immensitàdel bisogno, si accontentano delle apparenze, e non della realtà delle cose.La patria ha vinto, e si vorrebbe che <strong>il</strong> m<strong>il</strong>itare si trattenesse <strong>nel</strong>leproprie case, oh! fosse ciò vero, e noi lo desideriamo <strong>di</strong> vivo cuore comeItaliani, ma ciò non è! Abbiamo solamente cimentato l'inimico, e l'abbiamoajzzato e terrib<strong>il</strong>mente l'abbiamo irritato contro <strong>di</strong> noi, ed ogni suo sforzoadoprerà per potersi ven<strong>di</strong>care.Abbisogna <strong>di</strong> tutta la nostra forza, e <strong>di</strong> tutta la nostra unione, ondecompire la sua <strong>di</strong>struzione, unica nostra salute.Via Pio IX, Viva Carlo Alberto, Viva l'Italia.2461 Foglio volante. In calce si legge: Voghera, Tip. Giani, 1848.Ra<strong>di</strong>ce Alessandro


www.accademiaurbense.itAllegato BSignori deputati.PETIZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI 1Il governo della monarchia <strong>di</strong> Savoia non potrebbe essere fortemente,né solidamente costituito qualora non si rifondesse <strong>nel</strong>la nazionalità italiana,e non facesse sua la causa <strong>di</strong> quest'Italia a cui sola compete <strong>il</strong> <strong>di</strong>rittod'intitolarsi Nazione.Se Torino o Piemonte troppo superbe del loro municipalismo, perchépiù forti, chiudessero l'orecchio alla voce dei Lombar<strong>di</strong>, i quali <strong>nel</strong>l'unirsia noi chiedono maggiori libertà e guarentigie per tutti, che ne potrebbenascere? Ne nascerebbe che <strong>di</strong>sdegnose del consorzio d'Italiani i quali si<strong>di</strong>mostrano tanto inferiori all'altezza del concetto <strong>di</strong> una nazionalità grande,potente e veramente italiana, invocherebbero altronde quell'assistenza chesi vorrebbe mercanteggiare al prezzo della libertà.La costituente che chiedono i Lombar<strong>di</strong> non è già una con<strong>di</strong>zione cheessi vogliano imporre al Piemonte, ma una conseguenza <strong>di</strong>retta e necessariadell'atto <strong>di</strong> unione a cui hanno spontaneamente aderito. Dappoiché segli è col suffragio universale che <strong>il</strong> popolo lombardo manifestò questo desiderio,si è per questa via medesima che egli deve concorrere coi Subalpiniall'or<strong>di</strong>namento del futuro governo.Rigettare la costituente, perché proposta dai Lombar<strong>di</strong>, è quanto rigettarel'unione, la civ<strong>il</strong>tà, un <strong>di</strong>ritto inerente a tutti i popoli, e tendereall'incontro la mano ai nuovi invasori, ai nuovi stranieri che stanno spiando<strong>il</strong> momento <strong>di</strong> travasare <strong>nei</strong> nostri campi i torbi<strong>di</strong> elementi che infestanole loro contrade.E allora, dove se ne andrebbe questa vantata nazionalità sabauda sottola quale si tenta nascondere alcuni meschini interessi <strong>di</strong> municipio? Ed inqual modo si potrebbe realizzare quest'idea dell'unità, idea che, come <strong>il</strong>fuoco sacro, si alimenta da secoli remotissimi <strong>nel</strong> petto dei più intelligentie forti citta<strong>di</strong>ni d'Italia?Questa terra bersagliata <strong>di</strong>verrebbe campo <strong>di</strong> nuove pugne e predadel più forte. E noi dovremmo rassegnarci al nuovo giogo e perdere financola speranza della risurrezione, perché avremmo proclamato noi stessi all'Europache siamo indegni <strong>di</strong> libertà, che Italia non è una nazione, maun'espressione geografica, giusta la frase del più accanito dei nostri nemici.Ma non è Piemonte, o Signori, che ha raccozzato in uno scritto che1 Foglio volante, scritto sul reeto e sul verso, senza l'in<strong>di</strong>cazione della tipografia.247


noi vedemmo circolare in questa città, e che ci venne supposto essere statoa voi presentato, non è Piemonte che ha in esso raccozzato le frasi <strong>di</strong>nazionalità piemontese, che insultò ai Lombar<strong>di</strong>, che <strong>di</strong>pinse come nocival'assemblea costituente, cioè quel <strong>di</strong>ritto tanto lombardo, quanto piemontese,<strong>di</strong> ammettere <strong>il</strong> popolo che è fatto sovrano in virtù de' proprii <strong>di</strong>ritti,a <strong>di</strong>chiarare per mezzo de' suoi rappresentanti come egli voglia esercitarequesta sovranità. Non è Piemonte, o Signori, perché Piemonte, Liguria,Savoia e Sardegna; interpellate, solleverebbero una voce sola e tremenda perismentirlo. Egli è un intempestivo spavento municipale che solleva la fronte,perché teme che la costituente voglia traslocare la sede del governo inLombar<strong>di</strong>a, e ne scemi d'importanza Torino.Una quistione d'interessi locali, fatta cioè per seminare <strong>di</strong>ffidenze emali umori, mentre la sola, la più stretta concor<strong>di</strong>a a costo <strong>di</strong> sacrifizi e<strong>di</strong> abnegazione, può farci trionfare <strong>di</strong> uno straniero che insiste COll accanitoproposito a volerei schiavi, una tale quistione non può essere agitatache dai nemici del popolo e della libertà.Ma voi, o Signori, che rappresentate questo popolo e ne tutelate i<strong>di</strong>ritti, saprete far ragione <strong>di</strong> questi spaventi intempestivi, continuandoenergicamente l'opera a cui avete posto mano fra gli applausi dell'intieropaese.L'affetto patrio che nudrite vi suggerirà parole che possano confortarecoloro la cui inesperienza o semplicità prestò fede alle arteficiate sventureonde furono minacciati da qualche scaltro seduttore.Direte che la sola sventura che minacci <strong>il</strong> Piemonte sono le <strong>di</strong>visioni,qualunque sia la ban<strong>di</strong>era che esse sollevino.Direte che dacché <strong>il</strong> magnanimo Principe inalberò i tre colori delrisorgimento italiano, tutte le nazionalità che tennero <strong>di</strong>visa, <strong>di</strong>scorde edebole l'Italia, scomparvero per dar luogo ad una nazionalità sola, grandee potentissima, che è la nazionalità italiana.Direte che la sola via <strong>di</strong> alleviare i parziali sacrifizi che qualche municipiodovrà portare all'unione, è quella appunto <strong>di</strong> stringerei fra molti,cioè con molto potere, con molte ricchezze per poterli generosamentecompensare.Direte che in fin de' conti la questione sulla capitale non è questioneche appartenga alla costituente, ma sibbene al potere esecutivo e che <strong>il</strong>voler combattere la costituente per timore che questa sia per traslocarela capitale è partire da un falso presupposto, è combattere un vero fantasma.E se in ultimo gl'interessi privati sollevassero pretese intemperantie nocive al ben pubblico, e se a sostenerle invocassero mezzi <strong>il</strong>legali, voi248www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itnon avrete che a pronunziare una parola e ci vedrete accorrervi tuttiattorno a sostenere col braccio dei forti la causa che patrociniamo collaragione dei liberi e coll'affetto dei citta<strong>di</strong>ni.Torino, 19 giugno 1848.Allegato CALL'ERTA!AVVISO DEL CARROCCIO DI CASALE 1Casale, 21 maggio 1848.L'idra gesuitica rialza le sue cento teste: e la nob<strong>il</strong>e Torino, che fudelle più ardenti ad insorgere contro questo mostro, ora senza avvedersenericade ne' suoi artigli. Un'audace fazione, strumento <strong>di</strong> tenebrose mene,affascinata da male intesi privati e municipali interessi, vuoI gittare frai Subalpini stessi <strong>il</strong> fatale pomo della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a: più fratricida del Caino<strong>di</strong> Napoli, attenta alla santa causa dell'in<strong>di</strong>pendenza, e, scimiottando <strong>il</strong>parigino attentato del 15 <strong>di</strong> maggio, vorrebbe intimorire <strong>il</strong> nazionaleParlamento.La brava guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Torino, ed i molti generosi suoi figlisapranno imporre a que' tristi od <strong>il</strong>lusi; sapranno imitare gl'italiani esempi<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Roma; sapranno <strong>di</strong>fendere la libertà del Parlamento, e deisingoli rappresentanti del popolo; sapranno tramandare incolume la tra<strong>di</strong>zionaleloro fama <strong>di</strong> leali. Ma, o comprovinciali, cogli errori d'una solacittà, anche d'una sola frazione d'essa, potrebbe essere compromessol'onore dell'intera nazione. Nella violazione della libertà d'un solo deputatosarebbe violata quella <strong>di</strong> noi tutti; <strong>di</strong> noi che abbiamo giurato e fermamentegiuriamo <strong>di</strong> voler essere Italiani, e non grettamente subalpini.Quin<strong>di</strong>, alziamoci forti <strong>di</strong> un solo volere; <strong>di</strong>amo vita al nostro volereapponendo migliaia <strong>di</strong> segnature a petizioni da inviare alla Camera, ondecon esse venga assicurata del legale nostro, appoggio, e tranqu<strong>il</strong>la e maestosainceda <strong>nel</strong> cammino in cui si è messa. Riuniamoci in circoli politici a fine<strong>di</strong> tener vivo <strong>il</strong> sacro fuoco; ove d'uopo costituiamoci in comitati <strong>di</strong> pubblicasalvezza. Se occorre, si man<strong>di</strong>no dei delegati <strong>nel</strong>la città ove ha sede<strong>il</strong> Parlamento, per vegliare che non abbia in esso a patir violenza la volontànazionale; ma sopratutto or<strong>di</strong>niamoci in modo da essere pronti al primoappello de' nostri deputati. Non abbiamo ancora le armi che la Camera ci1 Foglio volante. Casale. Tipografia <strong>di</strong> Giovanni Corrado.249


www.accademiaurbense.itha destinato; ma armi non mancano ai citta<strong>di</strong>ni. Prepariamole ad ogni evento;ma faccia Id<strong>di</strong>o che non abbiamo ad usarle mai.Veda <strong>il</strong> mondo che gl'Italiani non hanno scosso <strong>il</strong> giogo dell'oppressione,per ricadere sotto quello più triste ed obbrobrioso dei partiti e dellefazioni; e che, pronti a dare l'ultimo soldo e l'ultimo uomo per la santaguerra contro allo straniero, sappiamo e sapremo con tutte le armi dei liberiuomini combattere i nemici della nostra unione e della nostra in<strong>di</strong>pendenza,chiunque essi sieno, e sotto qualsiasi maschera essi si appresentino.AVVISOLa Direzione del Carroccio.Nei caffè ed altri luoghi <strong>di</strong> pubblica riunione <strong>di</strong> questa città trovasidepositata una petizione alla Camera dei deputati per isventare le trame <strong>di</strong>un partito formatosi a Torino per attentare al grande principio dell'unio<strong>nei</strong>taliana. Ogni citta<strong>di</strong>no, cui preme la comune salvezza, è invitato a prendernecognizione, e ad afforzarla colla propria firma. Noi non abbiamoancora alla Camera <strong>il</strong> nostro rappresentante; ma gli onorevoli nostri concitta<strong>di</strong>ni,che in essa rappresentano altri collegi, si recano ad onore e dovere<strong>di</strong> presentarla ed appoggiarla.Allegato DPETIZIONE ALLA CAMERA DEIDEPUTATPSignori.L'unione tra i popoli italiani, la loro fusione in un sol popolo è <strong>il</strong>massimo dei beni; non v'ha buon italiano, che noI senta, e noi ne affrettiamotutti coi voti i più ferventi <strong>il</strong> complemento.Ma l'unione colla con<strong>di</strong>zione dell'Assemblea costituente, presa <strong>nel</strong>l'assolutosuo significato, può dare luogo al massimo dei mali, ai più graviinconvenienti.Non potrà forse l'in<strong>di</strong>vidualità politica del Regno ligure-piemonteseservire <strong>di</strong> nucleo per formare l'in<strong>di</strong>vidualità politica del Regno dell'Italiasuperiore?I generosi e benemeriti popoli lombar<strong>di</strong>, per cui tanta simpatia nutronoquelli degli antichi Stati della Monarchia Sabauda, e i novellamente aggiuntiad essa, vincolarono la loro offerta <strong>di</strong> unione alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un'assemblealFoglio Volante. Torino 1848. Tip. Ceresole e Panizza.250


www.accademiaurbense.itcostituente, serbata la forma <strong>di</strong> monarchia costituzionale, colla <strong>di</strong>nastiaere<strong>di</strong>taria <strong>di</strong> Savoia.Troveranno essi forse meno equo che i popoli, formanti <strong>il</strong> nucleo delRegno novello, aggiungano anch'essi con<strong>di</strong>zione alcuna?Ove, non fosse accolta dalla Camera la domanda prima espressa daimolti soscrittori alla petizione già rassegnata, i sottoscritti vorrebbero almeno:1°. Che la Costituente non possa <strong>di</strong>partirsi dalla base <strong>di</strong> due Camere;2°. Che l'esecutivo potere sia sempre mantenuto integro <strong>nel</strong> Re, e<strong>nei</strong> successori della Casa <strong>di</strong> Savoia;3°. Che tutte quante le libertà e guarentigie date dallo Statuto nonpossano essere né tolte, né <strong>di</strong>minuite;4°. Che la Camera formi essa medesima la legge elettorale per lafutura Costituente;5°. In fine che la sede del governo sia sempre mantenuta <strong>nel</strong>lacittà <strong>di</strong> Torino.Con queste con<strong>di</strong>zioni <strong>il</strong> popolo vuole guarentirsi la pace, la tranqu<strong>il</strong>lità,ii ben essere futuro: <strong>nel</strong> guarentirle a sé le guarentisce a tuttoquanto <strong>il</strong> corpo unito. Si trasporti altrove la sede del governo, per parlarespecialmente dell'ultima con<strong>di</strong>zione, e si vedrà quale e quanto detrimentosarà la santa causa italiana per riceverne.Spiriti guerreschi e indomiti, affetti inveterati <strong>di</strong> popoli per un Remagnanimo, per una virtuosa <strong>di</strong>nastia, <strong>il</strong> prestigio dell'antichità, che tantovale fra gli uomini, tutto è perduto. Non rimarrà che <strong>il</strong> buon volere el'amore ardentissimo per ogni labbro ove <strong>il</strong> si suoni; ma questo buonvolere, questo amore dall'entusiasmo protetto, non farà sempre pro<strong>di</strong>gii; echi sa per quanti anni, a conservare <strong>il</strong> corpo fatto colosso, pro<strong>di</strong>gii sirichieggono!Illustrissimo Signore.94GIULIO REZASCO A BUFFASarzana, 23 giugno 1848.Mi sono giunti a mano tre documenti bellissimi che risguardano lecose lunigianesi, de' quali non posso ristarmi <strong>di</strong> mandar copia esattissimaa V.S.Il primo è un or<strong>di</strong>ne d'arresto del pretore toscano <strong>di</strong> Mulazzo (sig. MatteoPorrini) contro <strong>il</strong> parroco <strong>di</strong> Parana e contro <strong>il</strong> sig. Alessandro Vinci-251


www.accademiaurbense.itguerra: <strong>il</strong> parroco, reo d'aver sottoscritto l'atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione della sua parrocchiaal Piemonte; <strong>il</strong> Vinciguerra, reo d'aver accettato quell'atto. Egli èsegretario del governo provvisorio <strong>di</strong> Calice, che pur esso fece la sua de<strong>di</strong>zioneal Regno Italico.Il secondo documento è una <strong>di</strong>chiarazione testimoniata <strong>di</strong> GiambattistaMaucci <strong>di</strong> Montereggio, <strong>il</strong> quale attesta <strong>di</strong> essere stato invitato dai soldatitoscani (bianchini) a tirare un'archibusata al suddetto parroco <strong>di</strong> Parana.Il terzo documento è una lettera del parroco medesimo al presidentedel governo provvisorio <strong>di</strong> Calice, ove delle arti toscane è un vero tesoro.Gli originali <strong>di</strong> questi documenti saranno inviati al ministero. Maintanto, se piacesse alla S.V. d'interpellare novamente i ministri, ciò sarebbetanto più giovevole, quanto i toscani, dopo le rimostranze <strong>di</strong> codesta Camera,insolentiscono maggiormente.Se in Lunigiana non si mandano m<strong>il</strong>izie e presto, temo della guerraciv<strong>il</strong>e; molto più che i toscani pare che la cerchino per ogni lato, ed <strong>il</strong>Piemonte la dovrebbe ovviare per ogni verso. Or vegga Ella qual sensoabbia prodotto <strong>nel</strong>l'animo <strong>di</strong> tutti i buoni, <strong>il</strong> sentire che non vengono piùin Lunigiana i trecento soldati promessi dal Ricci. Veramente sarebbe tempoche <strong>il</strong> ministero si destasse.Mi raccomando a Lei e mi <strong>di</strong>chiaro sinceramente suo <strong>di</strong>vot.mo, obb.moservitore.Giulio RezascoA tergo:All'Ill.mo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.Allegato ACOPIA DI LETTERA DEL PRETORE DI MULAZZOAL CAPORALE DEL PICCHETTO DI PARANAAl Signor Caporale del picchetto <strong>di</strong> Parana.Mulazzo, 16 giugno 1848.Dal tribunale.Ieri avrete ricevuto un mio or<strong>di</strong>ne d'arresto e <strong>di</strong> accompagnatura aquesto mio tribunale per codesto parroco don Francesco Tarantola, e conquesta vi rinnovo l'or<strong>di</strong>ne d'arresto e accompagnatura pel parroco stessocon precisione e severità. Più, qualora si presentasse in codesto paese, oin Montereggio, certo Alessandro Vinciguerra della Rocchetta, quello cioèche venne a ricevere l'atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione a Calice <strong>di</strong> codesto popolo, fateloanch'esso arrestare e tradurre a questo tribunale, o picchetto. Avrete occhio252


www.accademiaurbense.itanche sulla popolazione <strong>di</strong> Montereggio e, potendo, vi farete fare qualcheperlustrazione.Se credete che la forza non vi basti a mantenere la tranqu<strong>il</strong>lità, eseguiregli or<strong>di</strong>ni, renderete conto <strong>di</strong>cendo i motivi, e per le urgenze chiedetela aquesto sergente. Per <strong>il</strong> ritorno <strong>di</strong> questo messo, ragguagliatemi delle cose<strong>di</strong> codesti luoghi e particolarmente <strong>di</strong>temi qualche cosa sul conto del parroco.Avvertite che gli or<strong>di</strong>ni sono precisi, e deve su questi osservarsi <strong>il</strong>s<strong>il</strong>enzio. Osserverete ancora che gli uomini a voi sottoposti si conduchino bene.Sono <strong>il</strong> pretoreM. PorriniAllegato BCOPIA DI UNA DICHIARAZIONE TESTIMONIATA DI G.B. MAUCCIAL GOVERNO PROVVISORIO DEL CANTONE DI CALICEAvanti <strong>di</strong> me segretario e testimonj sottoscritti è spontaneamente comparsoGio Batta fu Antonio Maucci della parrocchia <strong>di</strong> Montereggio edha esposto, pronto anche a <strong>di</strong>chiararlo con giuramento: «Venerdì scorso16 cor[rente] ero in Parana e partivo per recarmi a casa. Giunto alla costa,vi trovai <strong>il</strong> caporale, sotto-caporale, ed un m<strong>il</strong>ite de' bianchini. Vollerofarmi bere e ricondurmi in Parana assieme a certo Franco Mancini e CelesteGalleri, e, giunti ai Borri, <strong>di</strong>ssero che insegnando a loro <strong>il</strong> rettore <strong>di</strong> Parana,gli avrebbero dato una somma <strong>di</strong> denaro.Giunti in Parana, ci condussero <strong>nel</strong>la bettola e vollero <strong>di</strong> nuovo aviva forza farmi bere. Vi<strong>di</strong> partire <strong>il</strong> caporale e sotto-caporale, e noi sirimase <strong>nel</strong>la bettola assieme alli altri m<strong>il</strong>itari, i quali vollero darmi unfuc<strong>il</strong>e e condurmi alla canonica per arrestare quel parroco, e mi <strong>di</strong>ssero che,vedendolo, gli tiri una fuc<strong>il</strong>ata, essendo riescite vane le loro ricerche. Cipresero tutti e tre, e vollevano a viva forza condurci a Busattica, ma noioppostisi, ci lasciarono in libertà; e null'altro posso <strong>di</strong>rle ».Avuto ciò, fu licenziato e sottoscrisse con una croce, perché <strong>il</strong>letterato.Fatto a Calice, lì 23 giugno 1848.Croce <strong>di</strong> G.B. Maucci <strong>il</strong>lett.o.Antonio Me<strong>di</strong><strong>nel</strong>li, teste.Luigi Galli, teste.Alessandro Vinciguerra, seg.o.253


www.accademiaurbense.itAllegato CIL PARROCO DI PARANAAL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIO DI CALICESignore.Montereggio, 16 giugno 1848.Essendo stato riferito al r[egi]o delegato toscano <strong>di</strong> Pontremoli che<strong>il</strong> giorno 12 corjent]e furono a Parana i carabinieri sar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> passaggio perV<strong>il</strong>la, egli <strong>il</strong> giorno 14 mandò a Parana <strong>il</strong> sindaco e pretore <strong>di</strong> Mulazzocon un drappello <strong>di</strong> soldati toscani <strong>di</strong> linea. Il pretore e <strong>il</strong> sindaco vennerosubito da me, rimproverandomi della venuta dei carabinieri sar<strong>di</strong> e dellade<strong>di</strong>zione al Piemonte, accusandomi che pochi avevano firmato l'atto <strong>di</strong>de<strong>di</strong>zione; ma, condotti que' signori <strong>nel</strong>la piazza, conobbero da sé quantafosse stata l'unanimità della mia popolazione. Allora mi si raccomandarono<strong>di</strong> fare <strong>il</strong> possib<strong>il</strong>e che la popolazione si <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cesse, ma questo pure nonottennero, perché tutti <strong>di</strong>ssero <strong>di</strong> non avere due facce. Non contenti <strong>di</strong>questo, ar<strong>di</strong>rono consigliarmi a <strong>di</strong>chiarare che quella de<strong>di</strong>zione fu fatta perisbaglio, e per inganno, e che la mia firma, con quella <strong>di</strong> tre altri, bastavaa <strong>di</strong>ventar toscani. lo mi rifiutai e con me si rifiutarono tutti i richiesti asim<strong>il</strong> atto <strong>di</strong> v<strong>il</strong>tà. Ritornato in casa, ebbi avviso che i soldati toscani avevanoor<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrestarmi. Laonde, per ovviare ad un conflitto, che sarebbe accadutocertamente fra que' soldati e i miei popolani, stimai conveniente <strong>di</strong>ritirarmi <strong>nel</strong>la parrocchia vicina <strong>di</strong> Montereggio. Quando pure là, venneroi toscani, alcuni de' quali travestiti, <strong>di</strong>cendo che volevano vedere quel« pretaccio », e condurmi a Pontremoli. Ora circondano le case e farebberopeggio, se alcune parole dei montereggini non gli avessero resi un pocopiù prudenti. Non<strong>di</strong>meno, i soldati sono sempre qui e sempre mi fanno laposta. A Parana non posso ritornare, a Montereggio non posso restare. Semi riesce, verrò costi <strong>nel</strong>la notte. Quello che mi <strong>di</strong>spiace sommamente siè che la mia popolazione resta senza parroco, e non ha un sacerdote, chemi possa sorrogare. Id<strong>di</strong>o gli ajuti, io spero in Lui, e spero <strong>nel</strong>la forza, e<strong>nel</strong>la giustizia del nostro Carlo Alberto. Ma, certamente, se <strong>il</strong> Piemontenon si fa vivo e presto, temo brutte cose. Mi <strong>di</strong>menticavo <strong>di</strong>rle che itoscani, a tirarmi <strong>nel</strong>la rete, mi promettevano che <strong>il</strong> loro governo racconcerebbela chiesa <strong>di</strong> Parana quasi dalle fondamenta, e ci regalerebbe <strong>di</strong>nuove campane, oltre una pingue congrua alla parrocchia.254


www.accademiaurbense.itVegga Ella se sia cosa da <strong>di</strong>rsi, e da potersi legittimamente promettersida un governo rappresentativo. E mi creda devot.mo obb.mo servitore.don Francesco TarantolaIn epigrafe: All'Ill.mo Sig. Av.to Leonardo Za<strong>nel</strong>li Presidente del Governo Provvisoriodel Cantone <strong>di</strong> Calice.Car.mi genitori.95BUFFA AI GENITORITorino, 26 giugno 1848.Gli occhi sono quasi affatto guariti: ma <strong>il</strong> molto da fare che abbiamoqui per la legge d'unione alla Lombar<strong>di</strong>a mi impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> occuparmi ascrivere a lungo ed ho da rispondere a voi non solamente, ma a forse<strong>di</strong>eci altri.lo sono della commissione per quella legge; sono occupato tutto <strong>il</strong>giorno: dalla mattina alle 9 fino alle 5 <strong>nel</strong>la camera; poi alla sera ci raduniamotutti i deputati dello stesso colore per metterei d'accordo e or<strong>di</strong>narele nostre <strong>di</strong>fese. Oggi avremo da sostenere un gravissimo assalto degl'avversarii:già sei d'essi sono inscritti per parlare contro quelle conclusioni,che noi <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo: cosi che forse mi toccherà <strong>di</strong> parlare e non brevemente.Ad<strong>di</strong>o. Aspetto la lettera <strong>di</strong> Checco.A tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.DomenicoCar.mi genitori.96BUFFA AI GENITORITorino, 6 luglio 1848.Abbiate pazienza se da tanto tempo vi scrivo poche linee alla sfuggita:la cagione la sapete, e non è ancora finita, come voi pensavate. Allaprima legge sulla Lombar<strong>di</strong>a tenne subito <strong>di</strong>etro la seconda, che regola255


www.accademiaurbense.it<strong>il</strong> tempo interinale fino alla convocazione della costituente. Questa secondalegge si <strong>di</strong>scute da due giorni, ed io pure, come membro della commissione,ho dovuto pigliare la parola. Anche qui la battaglia fu accanita,ma <strong>il</strong> ministero ebbe la peggio, anzi posso <strong>di</strong>re che jeri l'abbiamo assolutamenterovesciato. Ieri si chiese la <strong>di</strong>scussione generale e, <strong>di</strong>etro propostad'alcuni che proponevano che questa seconda legge fosse pure <strong>di</strong>visa indue, staccandone tutto ciò che riguarda la legge elettorale, si decise <strong>di</strong>venire alla <strong>di</strong>scussione e votazione de' singoli articoli, fino al 6 inclusine,donde poi cominciano le <strong>di</strong>sposizioni per la legge elettorale. La camerasi <strong>di</strong>chiarò in permanenza fino a che fossero votati i sei articoli che importavano.Infatti, sospesa alle cinque, la seduta fu ripigliata verso le otto <strong>di</strong>sera e durò fino alla mezzanotte. Vi <strong>di</strong>co che <strong>il</strong> ministero fu completamentebattuto; esso è in obbligo <strong>di</strong> sciogliersi: sei volte <strong>nel</strong>la giornata <strong>di</strong>jeri <strong>di</strong>chiarò sull'uno o l'altro articolo <strong>il</strong> proprio inten<strong>di</strong>mento, e sei voltenoi siamo riusciti a far votare alla camera <strong>il</strong> nostro, ch'era contrario al suo.Insomma, i sei articoli uscirono dalla camera intatti come li proponemmonoi, tranne un piccolo emendamento che feci io medesimo. Ier sera, dopola seduta, parlando con persona locata in alto, mi confidò che <strong>il</strong> ministeroera veramente sfasciato e che si pensava formarne un altro escludendoBalbo, Buoncompagni, De Ambrois, e sopratutto Sclopis cagione <strong>di</strong> tuttoquesto scompiglio, <strong>il</strong> più antipatico per me <strong>di</strong> quanti ministri ci sono.lo misi innanzi per la formazione del nuovo ministero <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> Rattazzi,e vi<strong>di</strong> che realmente incontrava moltissimo, ond'io spero <strong>di</strong> vederlo prestoministro <strong>di</strong> grazia e giustizia.Stamattina si <strong>di</strong>scuterà se debba aggiungersi qualche parola intornoal dazio de' vini nostri per la Lombar<strong>di</strong>a. Ma credo che essendo cosa moltocomplicata e da non potersi fare su due pie<strong>di</strong>, probab<strong>il</strong>mente si lasceràche sia fatta dal ministero d'accordo colla consulta lombarda: <strong>il</strong> che vuoI<strong>di</strong>re che presto sarà tolto, ma probab<strong>il</strong>mente non subito. Ad ogni modo,vi <strong>di</strong>co, oggi se ne tratterà: dai fogli vedrete subito se l'emendamentosui vini sia stato aggiunto.Il mio mal d'occhi è guarito perfettamente, e buon per me, ché inquesti giorni ci fu da lavorare. Ringraziate <strong>il</strong> prevosto per aver pre<strong>di</strong>catoin favore della petizione che andò benissimo e salutatelo da parte mia.Cosi rendete pure <strong>il</strong> saluto a Rebora 1.L'articolo sull'unione e sulla costituente, che leggeste sull'Opinionee, a buon <strong>di</strong>ritto, vi piacque tanto, è <strong>di</strong> Plezza, membro della camera delsenato e mio amico. G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni è in Ovada? che fa? a che attende? salu-2561 Antonio Rebora, musicista ovadese.


www.accademiaurbense.ittatelo a nome mio. Così pure <strong>il</strong> padre rettore, a cui mandai quel libroche chiedeva e non so ancora se l'abbia ricevuto.Per ora non ho bisogno alcuno <strong>di</strong> danaro: <strong>il</strong> mio lavoro per l'Opinionemi serve a quanto basta. Non<strong>di</strong>meno, quando sarà venduto <strong>il</strong> vinoquì in Torino, riterrò o tutto o in parte la somma, e ciò per quei bisognistraor<strong>di</strong>narii che ad un deputato possono talvolta occorrere e <strong>nei</strong> qualinon gli tornerebbe a onore trovarsi senza danaro: ma la terrò come scorta.Se verrà l'occasione <strong>di</strong> doverla spendere, me ne servirò, altrimenti, chiusala camera, la restituirò intatta. Per ora, come vi <strong>di</strong>ceva, <strong>il</strong> mio lavoromi basta.La moglie <strong>di</strong> Ranco è in Alessandria: se la mamà vuole scriverle perquello che <strong>di</strong>ceva, farà bene.Ad<strong>di</strong>o. Salutate Ignazio, Tomaso e Fanny.DomenicoA tergo:Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Pregiatis.o Signor Buffa.97AURELIO BIANCHI GIOVINI A BUFFATorino, 7 luglio 1848.Quanto al suo punto della Camera le <strong>di</strong>rò francamente che sullamaniera <strong>di</strong> vedere la caduta del ministero, caduta a creder mio non troppogloriosa per una prima Camera, io e lei ci trovavamo agli antipo<strong>di</strong>; perchéio <strong>nel</strong>l'esposto della Camera de' senatori ne aveva fatto un esposto tutt'affatto<strong>di</strong>verso. Ma, quando vi<strong>di</strong> la sua, quantunque non mi convincaniente affatto, pure, per non trovarci in contrad<strong>di</strong>zione, ho stralciato affattola mia, ma mi sono creduto altresì <strong>di</strong> fare delle mo<strong>di</strong>ficazioni alla sua,molto più in un articolo anonimo, e che va sotto la risponsab<strong>il</strong>ità moraledel <strong>di</strong>rettore. Se questo fosse stato in un suo <strong>di</strong>scorso alla Camera, misarei guardato dal cambiare una virgola. Il doverne poi avvertire V.S. ionon so come si possa fare, mentre che <strong>il</strong> suo articolo non lo vi<strong>di</strong> chequesta mattina, quando bisognava od ometterlo affatto, o mo<strong>di</strong>ficarlo; etorno a ripetere che trattandosi <strong>di</strong> un articolo anonimo, che corre sottola mia imme<strong>di</strong>ata risponsab<strong>il</strong>ità, e che si deve credere esprima le nostreopinioni, credo <strong>di</strong> averne <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto, frattanto ch'Ella non mi prevengadell'aut sic, aut non.17257


www.accademiaurbense.itRiguardo poi all'altro articolo, se non erro, credo <strong>di</strong> averlo consegnatoal proto insieme con altro mio articolo colla sola riserva <strong>di</strong> tralasciarlientrambi per riferirli un altro giorno, quando lo spazio non vi fosse.Del resto le <strong>di</strong>rò, e forse Ella lo sa <strong>di</strong> già, che troppo gravi lamentisi sono sollevati contro la tendenza che da qualche tempo a questa parteha preso l'Opinione, e col <strong>di</strong>ssesto economico e sociale che vi è, mi sonole m<strong>il</strong>le volte pentito <strong>di</strong> averne accettata la <strong>di</strong>rezione, e vi rinuncierei, <strong>di</strong>buon grado, se si volesse accettare la mia rinuncia. Abbia dunque un po'<strong>di</strong> pazienza anche lei come la ho io, almeno finché siano rassettate un po'le cose. Nel caso poi ch'Ella non volesse assolutamente più continuare,favorisca prevenirmi non più tar<strong>di</strong> <strong>di</strong> domattina.Sempre suo aff.mo amico.A. Bianchi GioviniA tergo:Pregiat.mo Signore. Signor Avv. D.co Buffa Deputato S.P.M.Illustrissimo Signore.98FEDERICO GROSSI A BUFFASarzana, 7 luglio 1848.A malgrado le replicate istanze dei molti, mi astenni dallo immischiarmida principio <strong>nel</strong>le questioni <strong>di</strong> Lunigiana, perché aborrente, per natura eper convinzione, da quanto sa <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualismo, e cosi pertanto da ogni cheabbia l'ombra <strong>di</strong> questione <strong>di</strong> municipio.Ma <strong>il</strong> modo <strong>di</strong> procedere degli agenti della Toscana, mi mostrò comenon potevo rimanere spettatore in<strong>di</strong>fferente, ed accettai <strong>di</strong> essere <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore<strong>di</strong> una specie <strong>di</strong> comitato per gli affari <strong>di</strong> Lunigiana. Fu allora che, dopoaver r<strong>il</strong>etto le <strong>di</strong>scussioni della camera, pregai la S.V. a volere assumere <strong>il</strong>patrocinio della Lunigiana. Al che, Ella rispose alla nostra aspettativa insiffatto modo, che mi spiace altro non poterle offrire, oltre i nostri cor<strong>di</strong>alissimiringraziamenti e le espressioni della più sincera riconoscenza.D'allora in poi, addentrandomi <strong>nel</strong>le cose, i dubbi, che già nutriva sullabuona fede del governo toscano, si cambiarono in gravissimi sospetti a d<strong>il</strong>ui carico. Perloché, stimai conveniente <strong>di</strong> porne in avvertenza <strong>il</strong> ministrodegli Affari Esteri, che conosceva da gran tempo, ed in una piuttosto lungainformazione gli esposi i motivi per cui credevo che <strong>il</strong> governo toscano nonfosse né liberale, né italiano, ma quale si conveniva ad un arciduca d'Austria,258


www.accademiaurbense.ita favore <strong>di</strong> Francesco V <strong>di</strong> Modena. Suggerivo, in ultimo, <strong>di</strong> fare occuparee che non fosse estraneo ad una cospirazione, che si or<strong>di</strong>sce in Lunigiana<strong>il</strong> paese <strong>di</strong> Monte<strong>di</strong>valIi, <strong>il</strong> quale, senza governo alcuno, si presta ad essereuno dei centri della cospirazione, e <strong>di</strong> provocare una inchiesta per mezzo<strong>di</strong> una commissione mista <strong>di</strong> toscani e dello Stato nostro, all'effetto <strong>di</strong>verificare gli atti <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione, provocando una nuova votazione, ogni qualvolta fossero trovate irregolari quelle già fatte. Il che, se i commissari nostrisapranno e vorranno fare <strong>il</strong> loro dovere, sarà riconosciuto in tutte le de<strong>di</strong>zionitoscane informi o estorte dalla violenza, dalle fallaci promesse, e dallem<strong>il</strong>le subdole arti del Sabatini. Ed aggiungevo che, siccome uno dei mezziprincipali adoperati da quest'ultimo consisteva <strong>nel</strong>lo spaventare tutti i paesi<strong>di</strong> Lunigiana, <strong>di</strong>cendo loro che <strong>il</strong> Piemonte gli esaurirebbe <strong>di</strong> uomini edenari, promettendo invece la esenzione perpetua dalla coscrizione, per dueanni da ogni tributo ad ogni qualsiasi paese si aggregasse alla Toscana,così le nuove votazioni dovevano essere precedute da una notificazione percui risultasse che né la Toscana, né <strong>il</strong> Piemonte potevano, per lo statutocostituzionale, concedere priv<strong>il</strong>egio alcuno ai paesi che ad essi si aggregassero.Dietro questa mia nota, <strong>il</strong> ministero partecipò ai comuni, che avevanofatto atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione a noi, aver convenuto col governo toscano la nomina<strong>di</strong> una commissione mista, che si dovrebbe recare sulla faccia dei luoghiper verificare e quin<strong>di</strong> riferire ai rispettivi governi, per combinare le cose<strong>di</strong> Lunigiana, a seconda del desiderio <strong>di</strong> quei paesi. Enunciava inoltre <strong>di</strong>avere spe<strong>di</strong>ta al governo toscano una staffetta affinché <strong>di</strong>ramasse ugualiistruzioni.Cosa fa invece <strong>il</strong> governo toscano? Fa pubblicare sui suoi giornaliche ha combinate le cose <strong>di</strong> Lunigiana all'amichevole, ed <strong>il</strong> Piemonte haritirato le sue truppe da quella provincia (vedere Gazzetta <strong>di</strong> Genova, n. 123).E ciò, mentre mai fuvvi un soldato dei nostri in Lunigiana, ed invece visono numerose quanto mai le m<strong>il</strong>izie toscane, cosiché fa credere che <strong>il</strong>Piemonte abbandoni intieramente e definitivamente quella provincia.Esso tace della commissione mista; ed intanto <strong>il</strong> granduca passeggiatrionfalmente per Lunigiana, trattenendosi intieri giorni ad ogni paesuccioove sono convocate le deputazioni degli altri paesi, le quali, sotto l'influenzadelle sovrane carezze, delle arti subdole del Sabatini, e della vantata certezzadella unione alla Toscana, sono adoperate a rendere, quanto maggiormentesi può, regolari gli atti <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione.Tutto questo lo so da persona sicura, che è venuta appositamente perinformarmi e che mi accerta, non con altro mezzo potersi evitare le leopol<strong>di</strong><strong>nei</strong>nsi<strong>di</strong>e, fuori che col fingersi ammalati, come fu fatto da alcuni. Giu-259


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong>chi ella, senza altro, se può <strong>di</strong>rsi sincero e costituzionale un governo cheadopera arti sifIatte?lo credo che esso si adoperi per avere un pretesto ed un mezzo pertogliersi la maschera, eccitando le passioni dei toscani pel possesso <strong>di</strong> Lunigiana,e ciò devesi evitare ad ogni costo. Dall'altro lato, la linea che percorrela strada da Parma al golfo è in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e al Regno Italico, m<strong>il</strong>itarmentee commercialmente, e tanto più perché <strong>il</strong> golfo <strong>di</strong> Spezia <strong>di</strong>verrà necessariamente<strong>il</strong> <strong>di</strong> lui porto m<strong>il</strong>itare. Voglia pertanto la S.V. continuare a prestarne<strong>il</strong> <strong>di</strong> lei valevole patrocinio, per sortire da questo labirinto.Opinerei frattanto che Ella farebbe cosa a noi ut<strong>il</strong>issima, adoperandosi:l°) Affinché la scelta del nostro, o nostri commissari, cadesse su persone,che per le loro qualità personali, e la loro cognizione <strong>di</strong> questi luoghi,avessero l'attitu<strong>di</strong>ne a quest'ufficio. Sia detto fra noi: non mai l'intendente<strong>di</strong> Spezia, a cui carico sta <strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> Barbarasco. 2°) Affinché fosse d<strong>il</strong>azionatal'operazione, finché svanisse alcun poco l'impressione del viaggio <strong>di</strong> Leopoldo.3°) Affinché provvedesse a tutto: la notificazione sopra in<strong>di</strong>cata, e la evacuazionedella Lunigiana per parte delle m<strong>il</strong>izie toscane, e degli impiegati toscani,specialmente del Sabatini.La notificazione sopra accennata, sarebbe tanto più necessaria, in quantoche, mentre da un lato <strong>il</strong> giornalismo toscano ha impudentemente accusatononché i particolari in<strong>di</strong>vidui, ma pur anco <strong>il</strong> governo nostro, quest'ultimo,invece, <strong>nel</strong>la Gazzetta Piemontese ha detto non avere i fatti <strong>di</strong>Lunigiana quella gravità, che dal giornalismo nostro veniva ad essi loroattribuita, con che ha quasi smentito quanto per esso asserivasi, ponendodal Iato della ragione i giornali toscani.Lascio al <strong>di</strong> lei <strong>il</strong>luminato <strong>di</strong>scernimento <strong>il</strong> procurare quanto sopra,per mezzo del ministero o della camera.Perdoni la scrittura, quasi inintelligib<strong>il</strong>e, alla premura con cui hoscritto, perché, avendo aspettate le notizie della Lunigiana, mi sono trovatoridotto a scrivere al momento della partenza del corriere.Voglia considerarmi, quale mi pregio <strong>di</strong> essere, della S.V. IlI.madev.mo servitore.Fed. GrossiP.S. Riceverà altra lettera dal signor Zacchia, della quale farà quelcaso che crederà conveniente.A tergo: All'Illustrissimo Signore. Il Signor Domenico avv.to Buffa Membro dellaCamera dei Deputati. Torino.260


www.accademiaurbense.it99GIULIO REZASCO A BUFFAStimatissimo Signore.Sarzana, 7 luglio 1848.Ho notizia certissima che i due governi sardo e toscano sono venuti<strong>nel</strong>la concor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> mandare in Lunigiana commissari d'amendue le partia definire pacificamente le <strong>di</strong>fferenze in modo consentaneo al desiderio dellepopolazioni. Partito buono per sé, ma pessimo se non s'avvertirannomolte cose.E primieramente è raccomandab<strong>il</strong>e la scelta de' commissari, che voglionoessere non che leali e zelanti <strong>il</strong> bene d'Italia, ma scaltri per isventarele mire de' brigatori, e forse de' commissari toscani, che, sento,saranno scelti <strong>nel</strong> mazzo. Il governo toscano è pronto a tutto per vincere<strong>il</strong> partito, e quando non ci fosse altro che la venuta del granduca in Lunigianaov'è tuttora, questo basterebbe a provocare del quanto si conoscada quel governo <strong>il</strong> decoro e le convenienze generose. Carlo Alberto invitatoalla guerra santa dai lombar<strong>di</strong>, rifiutò d'entrare in M<strong>il</strong>ano: <strong>il</strong> granducapasseggia trionfalmente la Lunigiana ora appunto che convenne col governosardo <strong>di</strong> secondare <strong>il</strong> voto libero delle popolazioni.Bisogna assolutamente che la volontà popolare venga in palese, e sispogli de' mantelli che la falsano. Imperocché tutte le popolazioni lunigianesiche si volsero a Toscana, questo fecero per alcuni che posero inmala vista <strong>il</strong> governo piemontese; lo fecero per la promissione <strong>di</strong> priv<strong>il</strong>egi,contrari alla stagione politica, impossib<strong>il</strong>i ad effettuarsi da un governorappresentativo. A voler sincero <strong>il</strong> voto del popolo, è necessità che <strong>il</strong> popoloconosca l'uniformità delle istituzioni che deve avere l'Italia: questo è nulladel porlo ne' giornali, perché pochi leggono e pochissimi credono; bisognache i commissari lo <strong>di</strong>cano, lo ban<strong>di</strong>scano. Istruito <strong>il</strong> popolo o, per <strong>di</strong>rmeglio, <strong>di</strong>singannato, io non dubito che <strong>il</strong> più de' lunigianesi preferiranno<strong>il</strong> Piemonte, <strong>regno</strong> vasto, e col quale hanno comunione strettissima <strong>di</strong>commercio.Voglio credere che i commissari non seguiranno la dottrina famosa delSabatini in risguardo de' cap<strong>il</strong>uoghi, ma consulteranno la volontà <strong>di</strong> tuttele parrocchie, una ad una, molte delle quali s'aggregarono alla Toscana oper influsso <strong>di</strong> violenza, come intervenne a Giovagallo, o per le ciurmeriede' priv<strong>il</strong>egi che notai <strong>di</strong> sopra. Trascurando la necessità del confermarele de<strong>di</strong>zioni speciali, i commissari confermerebbero gl'inganni e le ingiustizie,perpetuerebbero i rancori e gli o<strong>di</strong> che ne procedono. Oltrecché, quanto261


www.accademiaurbense.italla Lunigiana toscana, e ad una parte dell'estense (<strong>nel</strong>la quale noto <strong>il</strong> comune<strong>di</strong> Mulazzo), lo squittinio generale non fu adoprato. Pochi abitanti delcapo-luogo decisero del comune, senza consultare partitamente le campagne,ove sta la maggioranza della popolazione. Starsene dunque a queste de<strong>di</strong>zionisarebbe un consacrare l'arbitrio, e i tempi vogliono la ragione.Questo <strong>di</strong>co per l'invio de' commissari, e dacché è tanto buona perme e pel <strong>di</strong>sgraziato paese della Lunigiana, prego la S.V. a farsene espositorepronto ed efficace presso <strong>il</strong> ministro Pareto. Vedo anch'io che in questomomento non sarebbe opportuno <strong>di</strong> ragionare alla camera. Il forte si è <strong>di</strong>ottenere tutta la linea della strada carreggiab<strong>il</strong>e da Parma alla Spezia, laquale strada, <strong>nel</strong>le vicinanze <strong>di</strong> Aulla, si potrebbe volgere sulla destra delMagra: questo importa gravemente al Regno Italico, e quin<strong>di</strong> deve occuparela mente del ministero e governare i commissari. Ma l'amico Grossi le nescrisse tanto che basta, ed io sono con lui in tutto.Resterebbe ch'io ringraziassi la S.V. dell'opera assidua onde giovò egiova la Lunigiana, e delle parole cortesi onde volle onorarmi. Ma io non<strong>di</strong>rei tanto quanto sento. Però creda fermamente che niuno mi può avanzare<strong>nel</strong> <strong>di</strong>chiararsi con estimazione profonda suo obbligatissimo servitore.Giulio RezascoAl Chiar.mo Sig.re. Il Signor Avv. Domenico Buffa Deputato alla Ca­A tergo:mera. Torino.Illustrissimo Signore.100GIUSEPPE COSINI A BUFFAVezzano, lO luglio 1848.Eccole de' nuovi fatti intorno a questo sig. intendente che credo bastevolia mostrarlo incapace a più oltre reggere questa provincia, senza <strong>di</strong>scapitodelle pubbliche cose. Per dargliene una prova confido alla S.V. IlI.mauna lettera che <strong>il</strong> prof[essore] <strong>di</strong> f<strong>il</strong>osofia De Ferrari, cugino al ministroPareto, da esso lui ben cognito, era per inviare al ministro degl'interni e<strong>di</strong> cui sospese l'invio, per la <strong>di</strong>missione del ministero.I fatti in quella in<strong>di</strong>cati son qul notorii, e come siasi lasciato raggirarefra gli altri dal Risoli <strong>di</strong> F<strong>il</strong>etto, come ella ben saprà, essendo pubblicoin Sarzana, e ne avrà avuto forse contezza dal sig. avv.o Grossi, che tantosi adopera per questi fatti <strong>di</strong> Lunigiana. Avrà pure inteso dallo stesso gliultimi avvenimenti <strong>di</strong> Podenzana, e che si è incominciato a spargere sangue,262


www.accademiaurbense.ite se ne spargerà <strong>di</strong> pru, se non ci si pone rime<strong>di</strong>o. Talvolta una provvidenzapresa a tempo scansa gravissimi mali, e questo sig. intendente,non volendo mai far nulla senza prima scriverne al governatore <strong>di</strong> Genova,come <strong>nel</strong> fatto <strong>di</strong> Podenzana, provvede quando non è più a tempo.È inut<strong>il</strong>e che le raccoman<strong>di</strong> confidare alla S.V. Ill.ma la lettera dell'amicoprof[essore], che, solo spinto da molti, e scosso dalla v<strong>il</strong>tà dellaritrattazione del sig. intendente, aveva preso la penna, e fu lieto che la<strong>di</strong>missione del ministero gli desse un pretesto a non inviarla, alieno dalrecar danno ad alcuno.Colgo <strong>di</strong> bel nuovo dell'occasione per <strong>di</strong>chiararmi con tutta stimadella S.V. 111.ma dev.mo servitore.D. Giuseppe CosiniAllegatoIL PROFESSORE GIUSEPPE DE FERRARI AL MINISTRO DELL'INTERNOEccellenza.Sarzana, 8 luglio 1848.Sebbene io scriva all'Eccellenza Vostra sotto l'impressione del momento,pure le scrivo con animo pacato, né mi muove spirito <strong>di</strong> parte, ma zelocitta<strong>di</strong>no pel migliore andamento delle pubbliche cose in questa provincia.lo stesso, o Eccellenza, fui presente quando la lettera dell'<strong>il</strong>lustrissimosig. intendente Magenta, lettera <strong>di</strong> solenne scusa per quanto egli si eraattentato <strong>di</strong> scrivere dell'uffizialità citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Sarzana, pubblicavasi a suon<strong>di</strong> tamburo all'albo pretorio, ove ora trovasi <strong>il</strong> corpo <strong>di</strong>v guar<strong>di</strong>a della civicasarzanese.Ritrattarsi <strong>di</strong> ciò che uno rettamente si <strong>di</strong>sse è <strong>di</strong> probo citta<strong>di</strong>no; maad un magistrato non dovrebbe mai questo accadere, scapitandone <strong>di</strong> soverchio<strong>nel</strong>la pubblica opinione, senza <strong>di</strong> cui non puossi conservare quellamorale potenza, necessaria tanto in questi procellosi tempi a reggere i concitatianimi de' popoli.Vi<strong>di</strong> i tumulti <strong>di</strong> Spezia, le percosse a sacerdoti <strong>nel</strong>le pubbliche vie,gl'insulti alla forza pubblica, non mai puniti, poco o nulla repressi, e mitacqui. Ma ora, mia bisogna è favellarne, veggendo ora accusata l'uffizialitàtutta della civica <strong>di</strong> Sarzana, che sempre <strong>di</strong>ede prova indubbia <strong>di</strong> zelo e <strong>di</strong>tanta prudenza civ<strong>il</strong>e; <strong>di</strong>fatti ebbe a ritrattarsi lo stesso magistrato che larimproverava. Non potei frenarmi <strong>di</strong> scrivere a V. Eccellenza, dubitando(e m'ingannerò forse) che a Torino le cose nostre si pingano con fittizi colori.Non deggio però intrattenere Vostra Eccellenza dell'affare Cattaneo, laritrattazione del sig. intendente lo spiega da sé; né <strong>di</strong>rò de' casi <strong>di</strong> Luni-263


www.accademiaurbense.itgiana dopo<strong>di</strong>ché <strong>il</strong> signor avvocato Grossi, mio cugino, ne scrisse al marchesePareto. Dirò soltanto che, a mio debole pensare, se i moti lunigianesisi complicaron per noi, se ci furono avversi, fu per mancanza <strong>di</strong> poca energiain principio, in colui che quì reggeva le pubbliche cose, fu per <strong>di</strong>ffidenzain rapporti allora veraci; in<strong>di</strong> per soverchia fidanza (potrei errare) in depostipassionati, e provenienti in<strong>di</strong>rettamente dai molti agenti del cessato duca<strong>di</strong> Modena, sparsi <strong>nel</strong>la Lunigiana, come mi si è osservato. Dirò <strong>di</strong> più,che una spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> una compagnia della civica a Parana, paese <strong>di</strong> 10casolari! poteva essere cagione <strong>di</strong> casi gravi, per la vicinanza delle truppetoscane a Pontremoli. Oh, per qualcosa quì si cimentavano le sorti italiane?Se i toscani e <strong>il</strong> loro principe agiscono sì grettamente, se van trascorrendoquesti ari<strong>di</strong> monti liguri a men<strong>di</strong>car voti (oggi devono essere all'Aulla),dobbiamo noi fare lo stesso, che vi siamo a più alto scopo?Vostra Eccellenza è dotato <strong>di</strong> tanto acume e ingegno da conoscere seio le scriva per viste secondarie. Schiettissimo, come tutti sanno, parlo escrivo come penso, e se mi vanto <strong>di</strong> qualche cosa, non d'altro certo, oEccellenza, che della civ<strong>il</strong>e prudenza, dell'alto sentire italiano colla pocagioventù <strong>di</strong> Spezia, che da me, <strong>nel</strong> mio corso <strong>di</strong> otto anni, fu iniziata allostu<strong>di</strong>o delle scienze.Se, dunque, chi osa scrivere sì liberamente a Vostra Eccellenza nonè un delatore, ma un citta<strong>di</strong>no zelante del pubblico bene, non solo mi avreiper scusato, e tanto spero dalla bontà sua; ma pur anco, se la mia letterale servirà <strong>di</strong> lume, non sarà certo dall'Eccellenza Vostra adoperata comeprova.Intanto col tutto ossequio mi <strong>di</strong>chiaro <strong>di</strong> Vostra Eccellenza dev.mo eobb.mo servitore.Il prof. <strong>di</strong> f<strong>il</strong>osofia <strong>di</strong> Spezia.Gius. Ad. De FerrariIllustrissimo Signore.101FEDERICO GROSSI A BUFFABolano, 11 luglio 1848.La guerra civ<strong>il</strong>e ha esor<strong>di</strong>to in Lunigiana. Un tale Pietro Gaggioli conalcuni altri dei paesi aggregati alla Toscana, si recò <strong>il</strong> giorno 9 p.p. aPodenzana, comune che ha votato per l'aggregazione al Piemonte, e dovesono due reali carabinieri in segno dell'accordata protezione. Ivi, dopo avere264


www.accademiaurbense.itsubornati alcuni suoi pochi <strong>di</strong>pendenti, pose un tavolo sulla pubblica piazzaed invitò la popolazione a venirsi a sottoscrivere per la riunione alla Toscana.Invano <strong>il</strong> parroco si adoperò all'effetto <strong>di</strong> prevenire i preve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i inconvenienti,<strong>di</strong>cendo come si aspettassero dei commissari piemontesi e toscaniper definire all'amichevole la vertenza <strong>di</strong> Lunigiana. Invano <strong>il</strong> Gaggioli fudai buoni invitato a desistere dal suo <strong>il</strong>legale assunto. Esso volle persistervi,sicché quei terrazzani corsero sul campan<strong>il</strong>e, per dare alla guar<strong>di</strong>a civica <strong>il</strong>segno <strong>di</strong> accorrere. Accorreva questa, mentre uno dei seguaci del Gaggiolisgr<strong>il</strong>lettava replicatamente <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e contro colui che suonava la campana,finché <strong>il</strong> colpo partiva ed era seguito da parecchi altri, per i quali due otre seguaci del Gaggioli venivano feriti, e tutti si davano a precipitosa fuga.Il commissario <strong>di</strong> Spezia, delegato da quell'intendente, si recava sulluogo per verificare i fatti ed avendolo accompagnato, decisi <strong>il</strong> presidentedel governo provvisorio <strong>di</strong> Podenzana a scrivere al commissario toscanoSabatini, narrandoli l'accaduto, eccitandolo a punire gli aggressori, sud<strong>di</strong>titoscani, e a provvedere affinché non si rinnovassero siffatti <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, checondurrebbero a una guerra civ<strong>il</strong>e, sempre mai deplorab<strong>il</strong>e, e più che mai<strong>nel</strong>le attuali circostanze. Si credeva pertanto tutto finito, ed eravamo ritornati-a Bolano, quando ecco che giunge un espresso da Podenzana, <strong>il</strong> qualenarra che si suona campana a stormo <strong>nei</strong> paesi toscani, e che giunge dellatruppa <strong>di</strong> Pontremoli. Dietro l'or<strong>di</strong>ne del commissario <strong>di</strong> Spezia, parteimme<strong>di</strong>atamente un <strong>di</strong>staccamento della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Bolano, unquaranta circa, seguiti quin<strong>di</strong> da altri trenta del comune <strong>di</strong> Follo. E giunsea tempo, che già le m<strong>il</strong>izie civiche dei paesi toscani e soldati toscani, puranco spe<strong>di</strong>ti da Pontremoli, si <strong>di</strong>rigevano a manomettere Podenzana. Duecolpi <strong>di</strong> fuoco furono <strong>di</strong>retti contro dei nostri, ed uno <strong>di</strong> questi parti daun soldato toscano nascosto <strong>di</strong>etro una siepe, che prese <strong>di</strong> mira uno dellam<strong>il</strong>izia <strong>di</strong> Bibola, preso sotto la nostra protezione. Sol che i colpi andaronoa vuoto, non però quelle del bibolese che ferì <strong>il</strong> soldato toscano.Come anderanno a finire le cose io noI so. Forse in una guerra civ<strong>il</strong>ein Lunigiana, forse in un certo con la Toscana. Tale è, almeno, lo scopodegli austro-gesuiti, che a tale effetto spargono denaro, accendono gli o<strong>di</strong>municipali, fanno insomma quanto sanno e possono per procurare una<strong>di</strong>visione favorevole ai loro tedeschi, e mettere in trono <strong>il</strong> caro FrancescoV <strong>di</strong> Modena, che ha qui molti partigiani, e per <strong>di</strong>r meglio, <strong>nel</strong>laLunigiana estense.Confronti i seguenti fatti: la guar<strong>di</strong>a civica <strong>di</strong> Terrarossa toscanaviolava <strong>il</strong> territorio <strong>di</strong> Monti sotto la protezione nostra e feriva gravementetre in<strong>di</strong>vidui, fra i quali <strong>il</strong> figlio del dottor Guivelli, gravemente;e ciò saranno, ora quin<strong>di</strong>ci giorni.265


www.accademiaurbense.itLa stampa toscana snatura iniquamente i fatti <strong>di</strong> Lunigiana, definendocicome tanti feroci conquistatori, e si rifiuta <strong>di</strong> inserire le rettificazioni<strong>di</strong> essi. Il granduca Leopoldo II, condotto per mano dal Sabatini, percorrea passo a passo la Lunigiana; <strong>di</strong>stribuisce priv<strong>il</strong>egi, impieghi ecc. a pienemani e si mostra più cortigiano del popolo <strong>di</strong> quello [che] voleva apparirloLuigi F<strong>il</strong>ippo <strong>nel</strong> 1830. Al <strong>di</strong> lui arrivo a Massa, ai pochi evviva ad esso,molti se ne mescolarono a Francesco V; evviva che si leggono pur ancoscritti <strong>nei</strong> tappeti posti alle finestre. Una r<strong>il</strong>evante somma <strong>di</strong> svanziche,<strong>di</strong>retta da Francesco V al capitano Guerra, è arrestata a Massa. Il Bernar<strong>di</strong>(fratello del parroco <strong>di</strong> Monte<strong>di</strong>valli) è eletto dal Sabatini a sindaco <strong>di</strong>Aulla, a malgrado ch'esso sia l'autore <strong>di</strong> quel famoso proclama inserito,sarà circa un anno, <strong>nel</strong> giornale l'Italia, in cui si esortavano gli aullesi adessere vieppiù fedeli al comune padrone, a malgrado dei cattivi esempidei toscani e dei lucchesi. E vedrà che non è una gratuita supposizio<strong>nel</strong>a mia, appoggiata d'altronde a molti altri fatti.Dopo <strong>di</strong> ciò è inut<strong>il</strong>e ch'io preghi la S.V. a volersi energicamenteadoperare, affinché sia prontamente provveduto, in modo <strong>di</strong> combinarequei riguar<strong>di</strong>, che si devono usare per evitare una collisione con la Toscana,che sarebbe pericolosa <strong>nel</strong>lo attuale stato <strong>di</strong> cose, con l'attività e l'energiache si richiedono, affinché non si d<strong>il</strong>ati un incen<strong>di</strong>o che può <strong>di</strong>ventarepericoloso pur anco. La nostra fiducia fu prontamente riposta in lei, pel<strong>di</strong> lei animo veramente italiano, e pei rari talenti con cui <strong>di</strong>fende gl'interessidell'Italia, del che abbiamo continue prove ad ogni <strong>di</strong>scussionedella Camera.Non posso, pertanto, se non che rinnovarle gli attestati della piùsentita gratitu<strong>di</strong>ne per quanto ha fatto e farà per noi e per la maniera,oltremodo gent<strong>il</strong>e, con cui ci incoraggia a profittare <strong>di</strong> tanto patrocinio,mentre mi protesto con la più alta stima della S.V. Ill.ma devot.mo servitore.Fed. GrossiStimatissimo Signore.102GIULIO REZASCO A BUFFASarzana, 11 luglio 1848.La Lunigiana è <strong>di</strong>venuta una selva <strong>di</strong> brigatori toscani. Il granducasemina danaro; la noncuranza del Piemonte spaventa. Ora fu sparsa la266


www.accademiaurbense.itvoce che, quantunque alcuni comuni abbiano fatta lor de<strong>di</strong>zione al RegnoItalico, e quantunque sieno parati a confermarla, quella de<strong>di</strong>zione non sarebbeaccettata per certi convegni tra un principe e l'altro: onde cresce <strong>il</strong> timore,ed anche i fermissimi vac<strong>il</strong>lano. Per Dio, sarebbe un'azione aulica! lo nonla credo, e mai crederò che questi sieno tempi da barattare gli uomini comepecore. Non<strong>di</strong>meno, avrei gran bisogno <strong>di</strong> sapere come stieno le cose, elevarmi <strong>di</strong> dosso questo dubbio, e scaricarne altrui, specialmente gli abitantidel cantone <strong>di</strong> Calice (circa seim<strong>il</strong>a) che non veggono l'ora d'essere aggregati,e lo domandarono a unanimità, e non fu loro risposto. Ella faccia per questoquello che crede meglio; ma, per carità, s'informi dai ministri, e mi <strong>di</strong>aqualche risposta sicura. Temo un tra<strong>di</strong>mento ...Sento che l'Italia abbia una nota contro la S.V. lo non ho quel giornale,e non potei procurarmelo; ma, dove Ella volesse rispondere e le mancasseronotizie, mi scriva, ed avrà da me quant'ho.Intanto, mi perdoni i miei continui fasti<strong>di</strong>, de' quali debbo arrossire,e mi creda, con estimazione verace, <strong>di</strong>vot.mo suoGiulio RezascoA tergo: All'Ill.mo S.re Avv. Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.103BUFFA AL PADRECar.mo padre.Torino, 12 luglio 1848.Già avrete veduto che fine fece <strong>il</strong> minrstero: se foste stato presentequella sera in cui ebbe cinque votazioni contrarie, per cui al mattino si<strong>di</strong>mise davanti a tutta la camera, avreste potuto intendere davvero che cosaè una battaglia parlamentare. Il ministero, per così <strong>di</strong>re, si <strong>di</strong>vincolava sulsuo banco, come la coda <strong>di</strong> una serpe troncata, forzandosi in certo qualmodo <strong>di</strong> ritenere la vita; e, a colpo a colpo, fu atterrato sul suo banco.Rattazzi si è veramente battuto come un leone: io pure ci presi qualcheparte, ma non molta. Il risultato fu la <strong>di</strong>missione. Non v'ha dubbio chepel passato fu un buon ministero, ma ora era affatto fuor <strong>di</strong> luogo; nonaveva più forza, poteva incagliare bensì ma non ispingere la macchina. Mentrevi scrivo, si sta facendo <strong>il</strong> nuovo: finora non si sa chi ne sia stato incaricatodal Re, ma mi fu assicurato che <strong>il</strong> Re mostrò <strong>di</strong> miglior naso che questi267


www.accademiaurbense.itnostri signori, e intese le necessità -attuali, e incaricò persona notissrma perliberalismo sincero: io sospetto che sia Collegno. Eccovi una lista <strong>di</strong> nomi,che, da quanto posso sospettare, entreranno forse a far parte del nuovoministero: Casati, presidente e senza portafoglio, Pareto, Ricci, Revel, Durini(m<strong>il</strong>anese), Gioberti, Gioia (piacentino, <strong>di</strong> cui mi fido poco), Collegno.Non so come saranno <strong>di</strong>stribuiti i portafogli, ma credo che questi nomivi entreranno. Non sono neppure lungi dal credere che venga invitato a fameparte Rattazzi, ma, ad ogni modo, egli è ostinatissimo a volersene astenere.Venerdì alla più lunga, credo, <strong>il</strong> velo sarà tolto, e vedremo cosa ci avrannoregalato.La mia proposta non è ancora passata in legge: solamente ha deliberatopigliarla in considerazione. Sarà forse <strong>di</strong>scussa dopo le leggi <strong>di</strong> finanza.Mi <strong>di</strong>spiace assai che vi troviate costi quasi solo, ma spero che Ignaziotornerà, almeno pel raccolto, giacché non so come voi potrete farein tale occasione senza ajuto. Ad ogni modo scrivetegliene.Nell'Opinione non iscrivo più perché <strong>il</strong> sig. Bianchi-Giovini si pigliavalicenza <strong>di</strong> tagliare, a sua posta, i miei articoli; ma non importa. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoPer capire che <strong>di</strong>spiacere abbia fatto a Sclopis la sua caduta, bastaleggere <strong>il</strong> Costituzionale Subalpino: ivi vedrete che linguaggio virulentosi tiene contro noi, che abbiamo abbattuto <strong>il</strong> ministero. Si vede che laferita è stata profonda: si sfogano a ingiuriare e calunniare, cose a cui noinon ba<strong>di</strong>amo punto. Il Subalpino è creatura <strong>di</strong> Sclopis.A tergo:Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Stimatissimo Signore.104GIULIO REZASCO A BUFFASarzana, 14 luglio 1848.Dacché non sono venuti, pur ancora, i noti commissari ad acconciarele cose lunigianesi, e pare che non sieno per venire si subito, stimo bene<strong>di</strong> avvertire la S.V. d'una cosa importante, la quale, trascurata, non sortirebbeniun effetto buono: la missione <strong>di</strong> quegli uffiziali. La cosa importanteè che <strong>il</strong> governo toscano, eleggendo a suo commissario <strong>il</strong> notissimo268


www.accademiaurbense.itSabatini, delegato a Pontremoli, uomo quanto <strong>di</strong>r si voglia astuto e inframettente,è mestieri che <strong>il</strong> governo piemontese gli contrapponga un uomo,che, almeno per la notizia delle cose lunigianesi, gli possa stare a petto.Ed io non veggo meglio che <strong>il</strong> sig. Fer<strong>di</strong>nando Locatelli, sotto intendentea Sarzana. Non essendo più commissario <strong>il</strong> Sabatini, egli non mancherà<strong>di</strong> accompagnare <strong>il</strong> commissario vero per governarlo a suo senno ed anchein questo caso, ezian<strong>di</strong>o per contentare <strong>il</strong> partito piemontese, reputereiprudente che non fosse trascurato <strong>il</strong> sotto intendente <strong>di</strong> Sarzana. Ed iolo raccomando alla S.V. per quanto potrà presso <strong>il</strong> ministero, sicuro chein raccomandando quel signore, raccomando la causa lunigianese.Passò <strong>il</strong> Gioberti da Sarzana e fu ad un pelo d'essere fischiato. Parlòdel Magra, confine dalla Toscana al Regno italico, onde i comuni lunigianesi,che tanto spasimarono per l'aggregazione piemontese e questa città, sarebberoindegnamente barattati a Leopoldo. Cre<strong>di</strong>amo che <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> mercataregli uomini sia tramontato. Non<strong>di</strong>meno mandammo deputati al f<strong>il</strong>osofo,e tanto <strong>di</strong>ssero eglino e tanto <strong>di</strong>sse la popolazione, osservando <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio,che <strong>il</strong> Gioberti si scusò pubblicamente. Si <strong>di</strong>rebbe che <strong>il</strong> ciondolo <strong>di</strong> SanGiuseppe gli abbia fatto dar <strong>di</strong> volta al cervello. Questo, se non altro,Le sia d'avviso, che noi in parlamento avremo un avversario potente inGioberti: e noi speriamo un avvocato valoroso <strong>nel</strong>la S.V.Mi <strong>di</strong>a, per carità, qualche notizia consolante per la Lunigiana, perserenare tante migliaia <strong>di</strong> persone, che non trovano pace; e m'abbia conestimazione verace pel <strong>di</strong>vot.mo suoGiulio RezascoA tergo:Al Chiarissimo S.r Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.Illustrissimo Signore.105FEDERICO GROSSI A BUFFASarzana, 15 luglio 1848.La questione <strong>di</strong> Podenzana, <strong>di</strong> cui le scrissi <strong>nel</strong>l'ultima mia, è finitadopo l'intervento della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Bolano, che fece ritirare itoscani. Ma gli austrogesuiti vi sono pur sempre e non rifuggono da ogniarte, per soffiare <strong>nel</strong> fuoco.E ciò che accresce <strong>il</strong> male: non solo la Lunigiana si presta maneggevole,ma pur anco la Toscana, <strong>di</strong>visa <strong>nel</strong>la massima parte fra <strong>il</strong> partito269


www.accademiaurbense.itaustriaco e <strong>il</strong> repubblicano, i quali, congiurati, adoperano ogni loro possaper eccitare l'o<strong>di</strong>o contro <strong>il</strong> Piemonte, che è <strong>il</strong> principale ostacolo al lorotrionfo. Né <strong>di</strong>sgraziatamente mancano dal produrre effetto, come seppipure da Gioberti, quando <strong>il</strong> giorno 12 passò da Sarzana. 'Invano scrissi una lettera, tutta spirante concor<strong>di</strong>a, ad uno dei piùinfluenti pontremolesi, in cui lo scongiurava, a nome del comune interessecompromesso dalle nostre <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, <strong>di</strong> fare ogni che per sopirle. Scrissi daitaliano ed ebbi una lunga risposta piena <strong>di</strong> recriminazioni, in cui lo scriventefiniva col <strong>di</strong>chiararsi fedele a Toscana; e ciò, dopo avere parlato delle fert<strong>il</strong>iprovincie che acquistava <strong>il</strong> Piemonte, mentre contrastava alla. Toscana unpalmo <strong>di</strong> infeconda terra, più che comprata con sacrifizi fatti per la italianain<strong>di</strong>pendenza. Questa lettera è scritta da un luogotenente colon<strong>nel</strong>lo; sifiguri cosa <strong>di</strong>rà <strong>il</strong> volgo! lo l'ho tenuta segreta per non aggiungere legnaal fuoco.Leggendo questa mattina <strong>il</strong> progetto <strong>di</strong> risposta al <strong>di</strong>scorso -<strong>di</strong> aperturadelle camere toscane, trovai che l'opinione del mio luogotenente colon<strong>nel</strong>loera pur quella della camera toscana. Osservi solo l'or<strong>di</strong>ne e <strong>il</strong>modo con cui si parla in esso delle aggregazioni al Piemonte e allaToscana, e si vedrà che, per quanto velata ad arte, l'idea è la stessa esi fa palese a chi abbia <strong>il</strong> bandolo della matassa.In un mio <strong>di</strong>scorso che lessi al Gioberti a nome della guar<strong>di</strong>a nazionalee del municipio <strong>di</strong> Sarzana (che fu mandato alla Gazzetta <strong>di</strong> Genovaper esservi inserito), dopo avere parlato degli interessi generali dell'Italia,parlai <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Lunigiana <strong>nel</strong> modo <strong>il</strong> più che possib<strong>il</strong>e conc<strong>il</strong>iativo,posando, per quanto lo permetterono i brevi istanti che avevo per seriverlo,i termini tutti, sicché non si mutassero peranco gli animi dei lunigianesie dei toscani. Così pure adoperai <strong>nel</strong>la relazione della accoglienzafatta al Gioberti, <strong>nel</strong>la quale aggiunsi gli evviva alla lega italiana. Conoscendola estrema necessità per l'Italia <strong>di</strong> avere <strong>il</strong> concorso <strong>di</strong> tutte lesue forze <strong>nel</strong>la guerra, che combatte pel conquisto della sua in<strong>di</strong>pendenza,faccio quanto posso affinché non si turbi l'unione. Ma la forza non corrispondealla volontà, ché sono un pigmeo. Mi è forza pertanto ricorrerealla S.V. che mostrossi gigante <strong>nel</strong>la arena parlamentaria, affinché, senzacompromettere gli interessi lunigianesi, che possono essere salvati colpronto arrivo <strong>di</strong> quella commissione mista, che sempre si aspetta, e chedeve avere precipuo scopo <strong>di</strong> calmare gli animi, <strong>di</strong> verificare le cose e<strong>di</strong> provvedere contro gli agitatori, e, ove d'uopo, riservare la decisioneo ai governi o alla <strong>di</strong>eta che dovrebbe pronunziare <strong>nel</strong>l'interesse italiano,sia pur anco evitato ogni possib<strong>il</strong>e moto con la Toscana, sia qui, sia <strong>nel</strong>lecamere, per non dare allo straniero, che ci guarda geloso, lo scandalo <strong>di</strong>270


www.accademiaurbense.ituna <strong>di</strong>sunione fra i parlamenti italiani, sicché potersi usare ogni arteper trarne profitto. Voglia scusarmi se tanto mi <strong>di</strong>ffondo, ma è perché vedo<strong>il</strong> pericolo più imminente <strong>di</strong> quello che non sembra al primo aspetto.Troverà quì unita la lettera originale <strong>di</strong> una petizione <strong>di</strong>retta fino daieri alla presidenza della camera dei deputati. Non ha altra firma fuoridella mia, perché a nessuno l'ho comunicata.Per <strong>di</strong>vagarmi dai molesti pensieri dei nostri casi, li rivolgevo cosìalle fortunate accoglienze fatte ovunque a Gioberti, sicché appariscenumeroso lo stuolo degli italiani che apprezzano le dottrine del Primatoe del Gesuita Moderno.Trascorrevano quin<strong>di</strong> le mie idee alle uguali fatte in Ingh<strong>il</strong>terra aCobden, alla riconoscenza nazionale attribuitagli, alla grossa passione fattaa Manin dai ve<strong>net</strong>i, ad altre siflatte. Come <strong>di</strong>ssi tra me, la Italia sarà da menodell'Ingh<strong>il</strong>terra, <strong>il</strong> Piemonte <strong>di</strong> Venezia, e tutta si ridurrà a ster<strong>il</strong>i plaus<strong>il</strong>a nostra ammirazione pel grande nostro concitta<strong>di</strong>no, sicché sarà ridotto ascrivere per campare la vita? Sotto quella impressione scrissi la petizione ela gettai <strong>nel</strong>la buca della posta, senza considerare che <strong>il</strong> corriere partiva inquel momento. Me ne accorsi dopo e pensai che ciò era pel meglio, perchépotevo assicurarne l'esito, pregando la S.V. a valerIa presentare con quellairresistib<strong>il</strong>e eloquenza <strong>il</strong> cui compenso è <strong>di</strong>mostrato dai voti della camera.Se non conoscessi la S.V. per quello italiano ch'ella è, dubiterei nonaccettasse neppure le mie scuse per tanti <strong>di</strong>sturbi. Ma ho avute troppe prove<strong>di</strong> quella gent<strong>il</strong>ezza per cui le sarò sempre afl.mo, devot.mo servitore.Fed. GrossiCar.mo fratello.106BUFFA AL FRATELLO IGNAZIOTorino, 17 luglio 1848.Quei signori che mi vanno facendo mmistro da un giorno all'altro,sono ben lontani dal vero: è cosa affatto impossib<strong>il</strong>e, per molte ragioni.Una sim<strong>il</strong>e fantasia si può perdonare a chi vive lontano, ma non so chipossa essere quel bue che abbia scritto tali cose <strong>di</strong> qua. Chi sarà ministroforse, purché non rifiuti egli stesso, è Rattazzi, e lo merita.Il Pensiero finisce com'io prevedeva: ma, per mia sod<strong>di</strong>sfazione vorreisapere se dopo ch'io lasciai quel giornale, gli abbonati crebbero, o <strong>di</strong>minui-J\l}!l271


www.accademiaurbense.itrono, o restarono <strong>nel</strong> numero stesso. Sarei molto curioso <strong>di</strong> sapere quelloche per Genova si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> codesti pitocchi signori, e se l'attuale cessazionedel giornale richiama alla memoria della gente quel ch'esso era quando lo<strong>di</strong>rigeva io, e che giu<strong>di</strong>zio se ne fa. Se voi ne sapete qualche cosa, scrivetemene.Se la mamà e Fanny sono in Genova salutatele. Cosi salutate pureGiIar<strong>di</strong>ni. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo:AI Chiar.mo Sig.re. Il Dottor Ignazio Buffa <strong>di</strong> Stefano. Genova.107FEDERICO GROSSI A BUFFAIll.mo Signore.Sarzana, 19 luglio 1848.La unita informazione porrà la S.V. pienamente al fatto dell'accadutoin Lunigiana, <strong>nel</strong> quale, a mio credere, non fanno la miglior figura néiI governo toscano, né iI nostro. Non <strong>il</strong> primo, perché ha <strong>di</strong>sconosciuto <strong>il</strong>principio <strong>di</strong> libertà violando con le male arti, con la forza brutale. Il chetutto potrebbe attribuire ai suoi agenti, se non fosse <strong>il</strong> decreto granducale12 maggio che sanziona l'unione della Lunigiana, quando molti paesi eranotuttora in<strong>di</strong>pendenti, come alcuni lo sono tuttora: Castevoli e Monte<strong>di</strong>valli,altri sotto la nostra protezione, e nessuno aveva fatta in quella epoca, sepure è mai stata fatta, una regolare votazione. E ciò che è peggio ancora,e che rivela come iI governo toscano si riconosca in fallo, è <strong>il</strong> modo con cuisi adopera per rendere questa unione irrevocab<strong>il</strong>e, convocando, con una nuovalegge arbitraria per essa, i collegi elettorali <strong>di</strong> quella provincia, prima chela camera abbia statuito sulla accettazione dell'unione. Non <strong>il</strong> nostro governo,perché con la protezione accordata ai paesi <strong>di</strong> Lunigiana che l'invocarono,e che rifiutare non poteva dopo essersi costituito <strong>il</strong> <strong>di</strong>fensoredelle libertà italiane, avere contratto l'obbligo <strong>di</strong> tutto che rendesse efficacesiflatta protezione, che esso qualificava <strong>di</strong> aggregazione temporanea. Assolutamancanza invece <strong>di</strong> quante instituzioni sono in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i alla civ<strong>il</strong>econvenienza, ed assoluta impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> procurarsela, <strong>nel</strong> tempo stessoche ne avrebbero maggior bisogno per <strong>di</strong>fendersi dalle male arti, palesi edocculte, degli agenti toscani.Le reiterate istanze <strong>di</strong> quei governi provvisorj non ottennero dalministero pure <strong>il</strong> conforto <strong>di</strong> una risposta, sicché fa meraviglia come non272


www.accademiaurbense.itancora quelle infelici popolazioni sieno cadute in uno stato <strong>di</strong> assolutaanarchia.Se <strong>il</strong> governo promise più che non poteva attendere, perché non loha francamente <strong>di</strong>chiarato, talché quei paesi potessero provvedere allaloro sorte, senza tenerli a bada con le istruzioni che ha continuato a dareai suoi agenti? Perché, se invece vuol essere consentaneo a se stesso,rifugge da ogni che smentir possa quanto asserisce continuamente <strong>il</strong> Sabatini,che cioè tutta Lunigiana fu ceduta da Carlo Alberto a Leopoldo,ponendo cosi la <strong>di</strong>sperazione <strong>nel</strong> cuore <strong>di</strong> quanti hanno invocata la protezionesarda. È in siffatto modo che per evitare le persecuzioni, alle qualiandrebbero soggetti, e per l'avversione ai Toscani, sono <strong>di</strong>sposti piuttosto,altri ad emigrare in massa, altri a <strong>di</strong>fendersi fino all'estremo, altriperfino a proclamare Francesco V. Se lo spirito pubblico si è esacerbatoin Toscana, talché fa del possesso <strong>di</strong> Lunigiana una questione <strong>di</strong> onorenazionale, è pure colpa del nostro governo. Tacerò dell'errore gravissimo,<strong>di</strong> non avere assicurate le sorti d'Italia con un trattato d'alleanza offensivae <strong>di</strong>ffensiva fra i principi riformatori che stab<strong>il</strong>isse i reciproci <strong>di</strong>rittie doveri, al che <strong>il</strong> Piemonte aveva da principio <strong>il</strong> bel gioco, perché <strong>il</strong> solotutelato delle armi, e perché l'entusiasmo per Carlo Alberto era generalein tutta Italia.Dirò solo che se. avesse agito colla dovuta energia per tutelare lalibertà <strong>di</strong> quelle popolazioni, che avevano creduto alla potenza e alla giustiziadel Piemonte, non sarebbe ridotto ad essere zimbello delle artitoscane, che ora usufruttuano ab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> timore <strong>di</strong> una collisione. Larinunzia a Lunigiana fatta sul bel principio poteva colorirsi come una generositànostra per attivare l'unione. Attualmente, dopo quanto hanno dettoe scritto i toscani, non smentiti, anzi quasi approvati dalla Gazzetta Piemontese,ne va della <strong>di</strong>gnità nostra, perché sembra che abbiamo fatto inLunigiana un vano e vergognoso tentativo. L'invio <strong>di</strong> commissarj, annunziatoofficialmente, e fallito pel motivo addotto dal Sabatini, compiscel'opera. Chi avrà <strong>il</strong> fruttato <strong>di</strong> questo sistema <strong>di</strong> politica? Gli austro-gesuitie i partigiani <strong>di</strong> Francesco V, che si adoperano a tutt'uomo per profittarnee che ne profitteranno, perché la irresolutezza del nostro ministeroha creato m<strong>il</strong>le elementi ad essi loro favorevoli. Non mai <strong>il</strong> nostro governo,che avrà <strong>il</strong> danno e le beffe perché, se continua <strong>il</strong> sistema, la collisioneè inevitab<strong>il</strong>e, e quel che è peggio sarà dalla pubblica opinioneaddebitato <strong>di</strong> avervi dato causa per velleità d'ingran<strong>di</strong>mento. A Carrara,l'altro jeri, vi fu una zuffa fra <strong>il</strong> popolo e la m<strong>il</strong>izia citta<strong>di</strong>na, che ferìalcuni, arrestò i molti. La questione apparente era per la can<strong>di</strong>datura alladeputazione del Rossi, già ambasciatore a Roma; l'origine <strong>di</strong> essa l'o<strong>di</strong>o18273


www.accademiaurbense.itfra due principali famiglie <strong>di</strong> Carrara. Vi era, al solito, chi soffiava peraltri fini <strong>nel</strong> fuoco, sicché si u<strong>di</strong>rono le grida apparentemente <strong>di</strong>sparate <strong>di</strong>viva Francesco V, viva la repubblica. Giu<strong>di</strong>chi da ciò in che posizione citroviamo.Già le accennai <strong>nel</strong>l'ultima mia che riconosco la <strong>di</strong>fficoltà del passareincolumi fra Sc<strong>il</strong>la e Carid<strong>di</strong>. Pure è in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> fare qualche cosa,perché lo vuole la giustizia, perché lo esige l'interesse nostro, perché vuolsievitare la collisione che si teme, e che è imminente se non si addotta unqualche provve<strong>di</strong>mento. Suggerisco un espe<strong>di</strong>ente che tanto io che Rezascocre<strong>di</strong>amo fruttevole e scevro da ogni inconveniente.Bisognerebbe che la S.V. si collegasse con alcuno de' più influenti deideputati, i quali hanno protestato contro la invasione toscana in Lunigianae sono interessati ad avere per essa una comunicazione per <strong>il</strong> golfo <strong>di</strong>Spezia. Uniti che fossero, sarebbe d'uopo interpellassero privatamente <strong>il</strong>ministero, esponendo la gravità della cosa, ed eccitandolo ad agire conquella energia, che non è incompatib<strong>il</strong>e con i riguar<strong>di</strong> da usarsi versola Toscana. La minaccia <strong>di</strong> un'interpellanza alla camera potrebbe scuoterlo:quale, come bene osservò la S.V., non sarebbe conveniente <strong>nel</strong>l'attualemomento, ma in caso <strong>di</strong> sor<strong>di</strong>tà ministeriale potrebbe <strong>di</strong>fferirsi, finchéuna qualche luminosa vittoria desse <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> parlare, come siad<strong>di</strong>ce al governo del nuovo Regno italico.Se sta a noi esporre i fatti <strong>di</strong> Lunigiana, sta alla S.V. <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>carequale sia <strong>il</strong> migliore mezzo <strong>di</strong> provvedervi. Agisca, dunque, come megliocrede ma, per carità, agisca talmente che siamo tolti da questo statodoloroso.Voglia gra<strong>di</strong>re i cor<strong>di</strong>ali saluti da Rezasco e credermi colla più sincerastima dev.mo affezionatissimo servitore.Fed. GrossiAttribuisca, <strong>di</strong> grazia, i m<strong>il</strong>le errori a chi scrisse sotto dettatura ein fretta. Manca due documenti che spe<strong>di</strong>remo domani.Allegato ASCHIARIMENTI INTORNO ALLA LUNIGIANARicor<strong>di</strong>amo primieramente al signor deputato Buffa la prima descrizioneche gli fece intorno alle cose lunigianesi iI sottoscritto avvocatoGrossi, come gli ricor<strong>di</strong>amo le altre note e documenti che gli furono274


www.accademiaurbense.itmandati dal medesimo, non che da Rezasco, e dal Zacchia. Questo siadetto per non replicare.Venuti meno in Lunigiana i governi parmense ed estense, i lunigianesi,abborrendo dal freno <strong>di</strong> chi aveva venduta la Lunigiana col famosotrattato <strong>di</strong> Firenze, erano tutti volti al Piemonte, quando passò per quelpaese, alla testa <strong>di</strong> molta m<strong>il</strong>izia toscana, <strong>il</strong> professore Matteucci, <strong>il</strong> qualecon sua lettera circolare, data da Pontremoli <strong>il</strong> 30 marzo 1848, invitava igoverni provvisorii a darsi alla Toscana, promettendo l'attuazione deibisogni dt loy:alità e dei desiderii speciali d'ogni popolo. Molti governiprovvisorii <strong>di</strong> Lunigiana, vedendo allora la quantità dei priv<strong>il</strong>egi chepotevano aspettare dalla Toscana, e non avendo da Piemonte promessaniuna, presentarono al governo toscano una nota <strong>di</strong> domande <strong>di</strong> priv<strong>il</strong>egigran<strong>di</strong>ssimi, promettendo l'aggregazione, purché dette domande s'accettassero.Il governo toscano, a chi non rispose, a chi rispose ambiguo, ad alcunifurono assicurati i domandati priv<strong>il</strong>egi, come da documento n" 1. In questovenne in Lunigiana <strong>il</strong> delegato Sabatini. Egli prese subito quelle de<strong>di</strong>zionicon<strong>di</strong>zionate, o, per meglio <strong>di</strong>re, proposte <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zioni, quali de<strong>di</strong>zioni realied assolute; e per forza e per inganno si dette ad impossessarsi <strong>di</strong> que'comuni. Perciò comandava <strong>il</strong> 15 apr<strong>il</strong>e <strong>di</strong> sciogliersi i governi provvisoriie <strong>nel</strong>le sue mani cedere i poteri <strong>di</strong> loro. A questo succedeva <strong>il</strong> decreto granducaledel 12 maggio, che <strong>di</strong>ceva tutta Lunigiana aggregata al Granducatospontaneamente: e perché i governi provvisorii sedevano <strong>nel</strong> capo-luogo, <strong>il</strong>30 maggio insegnava <strong>il</strong> Sabatini che <strong>il</strong> capo-luogo debba trarsi <strong>di</strong>etro tutto<strong>il</strong> <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong>pendente.I governi provvisori, composti <strong>di</strong> toscaneggianti, o per sentimentotravolto, o per guadagneria, si deposero: onde, i comuni retti da loro (esono una gran parte della Lunigiana toscana) vennero a mani <strong>di</strong> Leopoldo,senza che <strong>il</strong> povero popolo fosse giammai consultato.Ma i governi provvisori non composti <strong>di</strong> fautori toscani, vedutisiingannati, non vollero <strong>di</strong>sautorarsi. Vanamente instò e minacciò <strong>il</strong> Sabatini:alcuni <strong>di</strong> loro ritornarono al primo amore, e, consultando <strong>il</strong> voto popolare,domandarono la protezione sarda ed alcuni l'aggregazione. Allora fu cheaccaddero le scene scandalose <strong>di</strong> Monti, ove si trasferirono i toscani adabbattere la ban<strong>di</strong>era nostra, ed ove la guar<strong>di</strong>a civica <strong>di</strong> Terrarossa, spalleggiataal confine dai soldati toscani, ferì quasi mortalmente tre in<strong>di</strong>vidui<strong>di</strong> quel paese.Né quei comuni, come quelli <strong>di</strong> Avenza, Calice, Rocchetta, e le parrocchie<strong>di</strong> Podenzana, V<strong>il</strong>la, Panicale, Pallerone, Bibola, Giovaga11o, Parana,che erano sotto la protezione sarda, furono lasciati tranqu<strong>il</strong>li. Paranavenne occupata m<strong>il</strong>itarmente dai Toscani, <strong>il</strong> suo parroco colpito del mandato275


<strong>di</strong> cattura, fatto perseguitare ancora dal vescovo, e minacciato della sospensione,come da documento n" 21>. Il padre del parroco, uomo settuagenario,cacciato in prigione <strong>il</strong> 24 giugno, v'è tuttavia. Lo stesso che alparroco <strong>di</strong> Parana accadde al parroco <strong>di</strong> Panicale, colla minaccia ezian<strong>di</strong>od'essere processato <strong>di</strong> ribelle. Bibola fu assaltata dai soldati toscani, che vennerorincacciati. Soggiacque Maluzzo. Gli altri luoghi sono sempre turbatidai brigatori toscani.Che fece intanto e che fa <strong>il</strong> governo nostro? Il nostro governo rifiutavala protezione e tal protezione che <strong>il</strong> governo medesimo <strong>di</strong>chiaravacome aggregazione temporanea: e prometteva che compiuta la guerra albarbaro, lascierebbe ab<strong>il</strong>ità alle popolazioni protette <strong>di</strong> esprimere <strong>di</strong> nuovo,definitivamente, <strong>il</strong> loro voto. Questo r<strong>il</strong>evasi dal documento n° 3, che ècopia perfetta d'un <strong>di</strong>spaccio del ministro Ricci all'intendente della Spezia,in data del 4 apr<strong>il</strong>e. .Ciò non ostante, e non ostante che i sudetti luoghi facessero in appressoatto solenne <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione, che fu ricevuto dal nominato intendente,la Lunigiana sarda non ebbe che pochi carabinieri: <strong>il</strong> governo regolare,che si credeva dovere essere effetto dell'aggregazione temporanea andò infumo. Quin<strong>di</strong>, in essa Lunigiana, niuna sicurezza personale, non amministrazionegiu<strong>di</strong>ziale, non economica; tutto confusione. Il ministero, interpellatopiù volte, non risponde. Ben lascia che la Toscana faccia d'ognierba fascio e che ad ogni momento i territori protetti sieno violati daisoldati toscani, che sieno sempre turbati dai brigatori toscani, i quali,facendo vedere la nullità del nostro governo, eccitano i lunigianesi arivoltarsi.Le Camere strinsero <strong>il</strong> Ministero: <strong>il</strong> Ministero promise tutto colla<strong>di</strong>plomazia, e non fece nulla. Il ministro Ricci scriveva al sindaco <strong>di</strong> Sarzana,lo stesso l'intendente della Spezia al presidente del governo <strong>di</strong> Calice,che tosto verrebbe in Lunigiana un battaglione sardo, e quel battaglionenon venne. Prometteva poscia l'invio <strong>di</strong> due commissarj toscani e piemontesiad acconciare le <strong>di</strong>fferenze lunigianesi, secondo <strong>il</strong> desiderio espressodalle popolazioni, le quali or<strong>di</strong>nava fossero avvisate; e i commissarj, annunziatial pubblico, sono <strong>nel</strong>le nuvole. Anzi, <strong>il</strong> Sabatini <strong>di</strong>sse testé: Checommissari? Noi abbiamo per commissario <strong>il</strong> confine geografico del Magra,né d'altro ci cale. Dunque, debbono attendere i lunigianesi che <strong>il</strong>governo nostro fallisca anche la promessa <strong>di</strong> consultare <strong>il</strong> voto loro definitivo,e li consegni come un branco <strong>di</strong> pecore, quantunque molti comunie parrocchie abbiano già dato quel voto a unanimità. Ove siamo? InBarberia?Venendo, poi, alle <strong>di</strong>fese toscane, stampate <strong>nel</strong>la Gazzetta <strong>di</strong> Firenze276www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itdel 19 giugno, che vorrebbe provare l°) che <strong>il</strong> governo piemontese, non<strong>il</strong> toscano sollecitasse i lunigianesi alla sua aggregazione; 2°) che nega non<strong>il</strong> delegato toscano abbattesse alcuni governi provvisori violentemente;3°) che non sia vera l'occupazione forzata <strong>di</strong> paesi, che volevano darsi alPiemonte; 4°) che nessun mandato d'arresto sia stato r<strong>il</strong>asciato dal delegatoin materia politica. Noi a queste <strong>di</strong>fese risponderemo in modo daturar la bocca a tutto <strong>il</strong> mondo.Alla prima <strong>di</strong>fesa contrapponiamo la lettera circolare del signor Matteuccidel 30 marzo; contrapponiamo la lettera circolare del governoprovvisorio <strong>di</strong> Barbarasco, stampata <strong>nel</strong>l'Opinione n" 111; contrapponiamola lettera del signor rettore <strong>di</strong> Parana al presidente del governo provvisorio<strong>di</strong> Calice, mandata in originale al signor intendente della Spezia;contrapponiamo moltissime lettere <strong>di</strong> pontremolesi, e specialmente due cheabbiamo in mano, in data dei primi <strong>di</strong> giugno, una del canonico Giumelial rettore <strong>di</strong> Ma<strong>di</strong>gnano, l'altra del dottore Caimi al rettore <strong>di</strong> Veppo,Alla seconda <strong>di</strong>fesa contrapponiamo <strong>il</strong> decreto del delegato toscanodel 30 maggio, che, sciogliendo <strong>il</strong> governo provvisorio <strong>di</strong> Olivola e Pallerone,minacciava castighi a chiunque farà resistenza ed opposizione. Ilrettore <strong>di</strong> Olivola in una carta che abbiamo presso <strong>di</strong> noi, in data dei18 giugno, testifica, <strong>di</strong>cendosi pronto al giuramento, che <strong>il</strong> Sabatini minacciòla galera, sino a 30 anni, a chiunque non riconoscesse i suoi or<strong>di</strong>ni.Alla terza <strong>di</strong>fesa noi contrapponiamo Parana, che fu occupata dallem<strong>il</strong>izie toscane, benché avesse fatta la sua de<strong>di</strong>zione al Piemonte; contrapponiamoMulazzo; contrapponiamo Montereggio, che mai dette votonessuno per la toscana e pendeva pel Regno Italico; contrapponiamo itentativi contro Bibola, Podenzana e Monti.Alla quarta <strong>di</strong>fesa contrapponiamo <strong>il</strong> mandato <strong>di</strong> arresto, emesso <strong>il</strong>15 e 16 giugno dal Porrini, pretore <strong>di</strong> Mulazzo, contro i! parroco <strong>di</strong> Paranae contro Alessandro Vinciguerra; i! primo perché sottoscrisse l'atto<strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione al Piemonte, <strong>il</strong> secondo perché l'accettò <strong>nel</strong>la sua qualità <strong>di</strong>segretario del governo provvisorio <strong>di</strong> Calice; i! quale mandato d'arrestofu, dal suddetto governo, trasmesso in originale al ministro Ricci. Contrapponiamo<strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> Francesco Antonio Tarantola, padre del nominatoparroco <strong>di</strong> Parana, imprigionato i! 24 giugno e processato perché amicodel Piemonte. Questo ultimo fatto è posteriore alla data della Gazzettafiorentina, ma la verità è <strong>di</strong> tutti i tempi. E se i mandati d'arrestofurono lasciati, non dal delegato, ma dai pretori, noi <strong>di</strong>ciamo: i pretorinon sono all'ubbi<strong>di</strong>enza, o per <strong>di</strong>r meglio, ai coman<strong>di</strong> del delegato? Equesti non venne a confermare quelli or<strong>di</strong>ni non contrad<strong>di</strong>cendogli?Quanto poi a quello che ciancia la Gazzetta <strong>di</strong> Firenze intorno a vn.277


www.accademiaurbense.itlafranca, che eroe, <strong>il</strong> sotto-intendente <strong>di</strong> Sarzana e <strong>il</strong> tenente EnricoRavani e gli avvocati Pietro Ruschi e IlIario Lari desistessero dal propositod'interrogare <strong>il</strong> voto popolare, per la fredda accoglienza che ricevetteroda quelli abitanti, noi affermiamo che i suddetti funzionarj piemontesipuntarono, in ogni modo, perché si convocasse e consultasse <strong>il</strong> popolo,ma che tal partito fu rigettato altamente, e sempre, da Sabatini. Al chenoi vogliamo a testimonj tutti i suddetti signori.A quanto <strong>di</strong>ce la Gazzetta medesima per Giovagallo, noi replichiamoche questa parrocchia, pel voto della maggioranza dei capi-famiglia,aveva richiesta ed ottenuta la protezione sarda; che <strong>il</strong> 27 apr<strong>il</strong>e fuinvasa dalle popolazioni toscaneggianti; che l'intendente della Spezia nonvolle mantenere la protezione: onde i giovagallesi, impauriti, penderonoverso la Toscana. Il governo <strong>di</strong> Calice protestò replicatamente contro questaviolenza al ministero, domandando che Giovagallo fosse ritornato all'anticaprotezione, affinché potesse decidere <strong>di</strong> sé liberamente: e <strong>il</strong> ministeronon rispose.Intando molte famiglie e ragguardevoli sono in compromesso presso<strong>il</strong> governo toscano. Tra<strong>di</strong>te le popolazioni, che sarà <strong>di</strong> loro?La Lunigiana è terra d'uomini: gli uomini non devono essere venduti.Che parlar <strong>di</strong> compensi e <strong>di</strong> guadagni? combattiamo si o no per l'in<strong>di</strong>pendenzaitaliana? la guerra nostra è <strong>di</strong> liberazione, non <strong>di</strong> conquista. Furonoliberati i lombar<strong>di</strong>, i ve<strong>net</strong>i, i parmigiani, i modenesi, onde scelsero unsignore a loro talento. E i lunigianesi saranno da meno? forse perché pochi?ma ciò sarebbe un sottoporre <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto alla forza. Per amore del Piemontee della Toscana e dell'Italia, si consulti <strong>il</strong> voto popolare in Lunigiana, etirata una linea che assicuri un passaggio per <strong>il</strong> nostro apennino, si rafforzimaggiormente <strong>il</strong> Regno Italico, destinato a <strong>di</strong>fendere <strong>il</strong> Granducato medesimoe tutta Italia.Federico GrossiG. RezascoAllegato BCOPIA DI LETTERA DEL VICARIO FORANEO DI MULAZZOAL PARROCO DI PARANAM. IlI.re e R.do Signore.D'or<strong>di</strong>ne espresso dall'lII.mo Rev.mo Monsignor Vescovo nostro, vengocolla presente ad incaricare la S.V. <strong>di</strong> presentarsi a questa mia residenza,colla maggior possib<strong>il</strong>e sollecitu<strong>di</strong>ne, e precisamente <strong>nel</strong> p.v. sabato giorno278


www.accademiaurbense.it15 del corrente, onde ricevere quegli or<strong>di</strong>ni che le verranno comunicati percommissione del prelodato Monsignor Vescovo.Signor rettore, la prego <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>re a questo mio invito, perché, incaso <strong>di</strong>verso, verrebbero adottate delle misure assai <strong>di</strong>spiacenti per la S.V.e quin<strong>di</strong> verrebbe certamente a pentirsi, benché troppo tar<strong>di</strong>, della sua<strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza e ostinazione. Non deve poi temere alcun sinistro incontrovenendo in Mulazzo, perché io, in quest'oggi, ho parlato col delegato regio,e mi ha promesso che la S.V. non verrà molestata per nissun modo: e seciò non le basta, le <strong>di</strong>rò ancora che io, da questo punto, mi offro comeresponsab<strong>il</strong>e per lei.Non tema, dunque, <strong>di</strong> nulla; venga liberamente. lo lo attendo con sicurezzala mattina del 15 corrente, circa le ore 8 antimeri<strong>di</strong>ane; e sonocerto che Ella, riflettendo bene alle presenti circostanze, non vorrà mancareall'invito.Sono intanto con verace stima ed ossequio della S.V. devot.ma servo 1.Mulazzo, 13 luglio 1848.Pellegrino Biagioniarciprete e vicario foraneoIn epigrafe:Al S.r Don Francesco Tarantola Parroco <strong>di</strong> Parana.Allegato CCOPIA DI LETTERA DEL PARROCO DI PARANAAL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIO DI CALICEGent<strong>il</strong>.mo S.r Conte.Al seguito sempre delle cose nostre, le partecipo che <strong>nel</strong> dì 10 delcorrente, mia madre si presentò con supplica al Granduca, dal quale ottenneverbalmente la liberazione dalla carcere <strong>di</strong> mio padre. E vedendo,poi, che viene sempre detenuto, jeri 14 si portò novamente dal r.[egi]odelegato con altra supplica, <strong>di</strong>mostrando in quella la grazia ottenuta, el'innocenza del padre mio; e n'ebbe questa risposta: «Se suo marito èin carcere, v'è per causa <strong>di</strong> suo figlio rettore, pretaccio indegno e temerario;1 Giulio Rezasco, che trascrisse <strong>il</strong> documento, aggiunse in calce la seguente avvertenza«Il rettore <strong>di</strong> Parana sa che <strong>il</strong> 15 e 16 giugno <strong>il</strong> pretore <strong>di</strong> Mulazzo gli gittòcontro, replicatamente, l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cattura. Quin<strong>di</strong> rispose al vicario foraneo ch'egli sarebbeandato da lui, purché <strong>il</strong> Sabatini lo avesse munito d'un salvacondotto. Il salvacondottonon venne: quin<strong>di</strong> egli non andò. Ora è certo che <strong>il</strong> dabben parroco sarà sospeso,e <strong>il</strong> suo popolo resterà senza messa».279


www.accademiaurbense.it15 del corrente, onde ricevere quegli or<strong>di</strong>ni che le verranno comunicati percommissione del prelodato Monsignor Vescovo.Signor rettore, la prego <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>re a questo mio invito, perché, incaso <strong>di</strong>verso, verrebbero adottate delle misure assai <strong>di</strong>spiacenti per la S.V.e quin<strong>di</strong> verrebbe certamente a pentirsi, benché troppo tar<strong>di</strong>, della sua<strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza e ostinazione. Non deve poi temere alcun sinistro incontrovenendo in Mulazzo, perché io, in quest'oggi, ho parlato col delegato regio,e mi ha promesso che la S.V. non verrà molestata per nissun modo: e seciò non le basta, le <strong>di</strong>rò ancora che io, da questo punto, mi offro comeresponsab<strong>il</strong>e per lei.Non tema, dunque, <strong>di</strong> nulla; venga liberamente. lo lo attendo con sicurezzala mattina del 15 corrente, circa le ore 8 antimeri<strong>di</strong>ane; e sonocerto che Ella, riflettendo bene alle presenti circostanze, non vorrà manocare all'invito.Sono intanto con verace stima ed ossequio della S.V. devot.ma servo l.Mulazzo, 13 luglio 1848.Pellegrino Biagioniarciprete e vicario foraneoIn epigrafe: Al S.r Don Francesco Tarantola Parroco d; Parana.Allegato CCOPIA DI LETTERA DEL PARROCO DI PARANAAL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIO DI CALICEGenti1.mo S.I Conte.Al seguito sempre delle cose nostre, le partecipo che <strong>nel</strong> <strong>di</strong> lO delcorrente, mia madre si presentò con supplica al Granduca, dal quale ottenneverbalmente la liberazione dalla carcere <strong>di</strong> mio padre. E vedendo,poi, che viene sempre detenuto, [eri 14 si portò novamente dal r.[egi]odelegato con altra supplica, <strong>di</strong>mostrando in quella la grazia ottenuta, el'innocenza del padre mio; e n'ebbe questa risposta: «Se suo marito èin carcere, v'è per causa <strong>di</strong> suo figlio rettore, pretaccio indegno e temerario;l Giulio Rezasco, che trascrisse <strong>il</strong> documento, aggiunse in calce la seguente avvertenza«Il rettore <strong>di</strong> Parana sa che <strong>il</strong> 15 e 16 giugno <strong>il</strong> pretore <strong>di</strong> Mulazzo gli gittòcontro, replicatamente, l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cattura. Quin<strong>di</strong> rispose al vicario foraneo ch'egli sarebbeandato da lui, purché <strong>il</strong> Sabatini lo avesse munito d'un salvacondotto. Il salvacondottonon venne: quin<strong>di</strong> egli non andò. Ora è certo che <strong>il</strong> dabben parroco sarà sospeso,e <strong>il</strong> suo popolo resterà senza messa ».279


www.accademiaurbense.ite spero fra pochi giorni l'avrò <strong>nel</strong>le mani. Adesso verrà sospeso dal vescovo,ed <strong>il</strong> popolo resterà senza messa, e poi saremo tutti toscani, e inallora sarà fuc<strong>il</strong>ato. Digli a tu figlio che si presenti, e tuo marito sarà inlibertà. So che va mangiare le pagnotte dal conte <strong>di</strong> Veppo, ma se nepentirà. Pretaccio infame! », Questa fu la risposta.Questa mattina ho ricevuto lettera dal vicario foraneo <strong>di</strong> Mulazzoche mi invita colà per ricevere gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> monsignor vescovo: e temoche gli or<strong>di</strong>ni saranno della sospensione. Non sono voluto andare. Nonso se avrò sbagliato.Quì le compiego la lettera. E salutandola sono della S.V. <strong>di</strong>vot.moservitore.Francesco TarantolaparrocoParana, 15 luglio 1848.In epigrafe: Al S.r Conte Leonardo Za<strong>nel</strong>li Presidente del Governo provvisorio<strong>di</strong> Calice. Veppo l.Allegato DEccellenza.COPIA DI RICORSO DEL GOVERNO PROVVISORIO DI AVENZAAL MINISTERO DELL'INTERNOAvenza, 2 luglio 1848.I sottoscritti rappresentanti la comunità <strong>di</strong> Avenza, facendo seguitoalle supplichevoli istanze, che sul declinare del decorso mese ebber l'onore<strong>di</strong> trasmettere all'E.V. e sperando che ciò valga ad affrettare la tantosospirata aggregazione definitiva della loro comunità ai R.i Stati, credonsiin obbligo <strong>di</strong> rassegnarle, uniti alla presente, un atto del municipio <strong>di</strong>Carrara, che essi volentieri astengonsi dal qualificare ed un correlativonostro manifesto, che ci parve necessario far <strong>di</strong> pubblica ragione in <strong>di</strong>fesade' nostri <strong>di</strong>ritti.Da questi documenti l'E.V. scorgerà <strong>di</strong> leggieri come ognor più siscal<strong>di</strong>no e si irritino gli spiriti in questi paesi. In altri luoghi <strong>di</strong> Lunigiana,che son <strong>nel</strong>la medesima nostra con<strong>di</strong>zione, attesa la natura piùferina dei loro vicini, e <strong>il</strong> carattere più irruente <strong>di</strong> quel delegato toscano,con luttuoso, tristissimo esempio, si è già dato <strong>nel</strong> sangue e <strong>nel</strong>le fralIl documento è stato copiato da Giulio Rezasco.280


www.accademiaurbense.itterne stragi. Dio voglia che <strong>il</strong> male non <strong>di</strong>venti rapidamente contagioso!Ma, perché mai dobbiamo noi esser dannati a rimaner ulteriormentein questa terrib<strong>il</strong>e e dannosa situazione! Che più manca a render legalela nostra definitiva aggregazione? Oggi che un regio commissario ha presopossesso del Ducato <strong>di</strong> Modena, perché non dovrà venir aggregato alRegno Italico <strong>il</strong> nostro comune, che <strong>di</strong> ben tre mesi precedeva <strong>il</strong> votopressoché generale <strong>di</strong> quel Ducato? Per carità, Eccellenza, voglia degnarsi<strong>di</strong> prender a cuore gl'interessi e la sicurezza <strong>di</strong> questa infelicepopolazione. Il male che soffre è troppo grave e se più si tarda, saràinut<strong>il</strong>e ogni rime<strong>di</strong>o.Eccellenza, <strong>il</strong> grido <strong>di</strong> questi popoli è <strong>il</strong> grido <strong>di</strong> fratelli, che domandanoed han <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> entrare <strong>nel</strong>l'italiana famiglia. Il vostro nob<strong>il</strong> cuore,quello dei generosi vostri Colleghi non può respingerli. La quistionenon potrebbe essere dunque che <strong>di</strong> tempo, ma in questo caso ognunvede che <strong>il</strong> presto, <strong>il</strong> subito, è anche <strong>il</strong> meglio.Col più profondo rispetto hanno l'alto onore <strong>di</strong> protestarsi dell'E.Vostra um<strong>il</strong>is.mi devot.mi servitori 1.MenconiPelliniIn margine: A Sua Eccellenza Il Ministro Primo Segretario <strong>di</strong> Stato per gli AffariInterni. Torino.Allegato EMANIFESTO DEL GOVERNO PROVVISORIO DI AVENZAIl Governo Provvisorio della Comunità <strong>di</strong> Avenza venuto in cognizioned'una stravagante deliberazione, presa dal Consiglio Municipale <strong>di</strong>Carrara sotto <strong>il</strong> <strong>di</strong> 25 del caduto giugno e pubblicata colle stampe, noncredendo <strong>di</strong> suo decoro <strong>il</strong> rispondere come si converrebbe alle intempestive,ingiuste e insulse considerazioni con eccessiva leggerezza, e nauseosa arroganzaesposte in quell'atto; né volendo però che in qualsivoglia modo otempo, e per qualunque possib<strong>il</strong>e evento, abbia a venirne pregiu<strong>di</strong>zio agl'interessie ragioni della Comunità, e dei singoli che la compongono, credesiin debito <strong>di</strong> altamente <strong>di</strong>chiarare.1 In epigrafe si legge, riportata a mano, la seguente intestazione: Governo Provvisorio<strong>di</strong> Avenza.281


www.accademiaurbense.itChe la popolazione <strong>di</strong> Avenza con ispontaneo ed unanime voto, inneramentelibero da qualsivoglia estranea influenza ad insinuazione, valendosi<strong>di</strong> quel <strong>di</strong>ritto medesimo che Carrara e Massa pretesero far valere a riguardo<strong>di</strong> Modena, deliberò <strong>di</strong> segregarsi, e si segregò <strong>di</strong>fatto dal Municipio <strong>di</strong>Carrara fin dai primi momenti, in cui fu spento l'aborrito governo <strong>di</strong> FrancescoV in questi paesi.Che quella segregazione fu spinta non per altro motivo, se non perchéquanto o<strong>di</strong>ava <strong>il</strong> ferreo gioco dell'ex-duca, altrettanto questa infeliceComune aborriva <strong>il</strong> mal governo che fece sempre d'ogni suo interesse <strong>il</strong>Municipio <strong>di</strong> Carrara, coll'erogare a propria esclusivo comodo le particolari<strong>di</strong> Lei ren<strong>di</strong>te, lasciando una popolazione <strong>di</strong> più che tre m<strong>il</strong>a anime,<strong>di</strong>stante ben tre miglia da Carrara, senza un me<strong>di</strong>co, senza un maestro elementare,senza una Congregazione <strong>di</strong> Carità, ed omettendo per colpevoleincuria <strong>di</strong> promuovere quelle opere che rendevansi necessarie a <strong>di</strong>fenderedai guasti delle acque <strong>il</strong> loro territorio, e a garantire dalle inondazioniimprovvise le loro abitazioni e le loro vite, esposte da un momentoall'altro ad imminente pericolo.Che appena decretata la separazione da Carrara, la popolazione <strong>di</strong>Avenza per organo del suo Governo Provvisorio um<strong>il</strong>iava preci al gloriosotrono del Re Carlo Alberto chiedendo istantemente l'imme<strong>di</strong>ataaggregazione del suo territorio ai Regii Stati.Che <strong>il</strong> magnanimo Principe, fedele alla <strong>di</strong>chiarazione fatta <strong>di</strong> nonvolere ampliare i suoi Stati <strong>di</strong> verun altro Stato o porzione <strong>di</strong> Stato vacante,se non col libero consenso dei rispettivi abitanti, non accettavaallora l'aggregazione, ma degnavasi ricevere temporaneamente questa Comunità<strong>nel</strong>l'alta sua protezione, riserbandosi a provvedere per la definitivasua aggregazione, quando liberamente avesse in tempo più opportunoreiterato <strong>il</strong> suo voto <strong>di</strong> volersi riunire allo Stato Sardo.Che la Comunità <strong>di</strong> Avenza, accettando con <strong>di</strong>vota riconoscenza laregia protezione, benché vi fosse stretta da urgenti bisogni, si tenne obbligataa non rinnovare le istanze per l'aggregazione, così per ossequio allamente del Re liberatore, come ancora perché in quel frattempo <strong>il</strong> GovernoProvvisorio <strong>di</strong> Modena altamente protestando contro l'arbitrariaoccupazione toscana, avea formalmente <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> voler riservare emantenere intieri i suoi <strong>di</strong>ritti in quelle frazioni delle provincie, che appartenevanoai dominii dell'ex-Duca <strong>di</strong> Modena.Che successivamente, per la legge del Governo Provvisorio <strong>di</strong> Modena,essendosi aperta <strong>nei</strong> Ducati la votazione per conoscere a' quali dei liberistati italiani la maggiorità degli abitanti amasse <strong>di</strong> andar congiunta, felicementene sortiva, quasi unanime, <strong>il</strong> voto per la pronta unione al Regno282


www.accademiaurbense.itdell'alta Italia, voto che <strong>di</strong> fatto, come <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto comprendeva pure quelloardentissimo ed italianissimo già emesso dalla Comunità <strong>di</strong> Avenza.Che infine dopo quella solenne e legale manifestazione <strong>di</strong> voti, edavuto riguardo in ispecie all'immensa maggioranza dei suffragi raccolti infavore della pronta aggregazione al Regno Italico, qualunque possa esserestata la parte dei carraresi presa a quella popolare ed universale votazione,non può esser dato agli stessi, e molto meno a pochi <strong>di</strong> loro <strong>di</strong> sciogliersida quel voto. Per le quali cose, rimanendo pienamente provato come sianoassurde e destituite d'ogni fondamento <strong>di</strong> buon <strong>di</strong>ritto, le pretensioniposte innanzi dal Municipio <strong>di</strong> Carrara <strong>nel</strong>la citata sua deliberazione del25 giugno p.p. Il Governo Provvisorio <strong>di</strong> Avenza, a tutti gli effetti <strong>di</strong>ragione, protesta della nullità ed <strong>il</strong>legalità <strong>di</strong> quell'atto, non che <strong>di</strong> ognialtro sim<strong>il</strong>e già fatto, o che possa farsi in avvenire, per tutto ciò che concer<strong>nel</strong>a Comunità <strong>di</strong> Avenza, <strong>di</strong>chiarando <strong>di</strong> non riconoscere verunalegittima autorità in quel Municipio, e <strong>di</strong> riserbarsi intiero <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>richiamarlo a severo ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> conti sulla passata iniqua amministrazionedei suoi interessi.•Avenza, lO luglio 1848.Il Governo Provvisorio <strong>di</strong> Avenza.MenconiRagagliniPellini108GIULIO REZASCO A BUFFAStimatissimo Signore.Sarzana, 19 luglio 1848.Stamane l'amico Grossi per l'imminente partenza del corriere, facendo<strong>il</strong> piego in fretta e furia, scrisse alla S.V. che le avrebbe mandato altri duedocumenti: doveva <strong>di</strong>re uno solo, ed è quello che le acchiudo.Questo documento è un piccolo saggio della perfi<strong>di</strong>a toscana, la qualenon contenta <strong>di</strong> seminare <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, versar mo<strong>net</strong>e, schiucherare <strong>di</strong>plomi<strong>di</strong> nob<strong>il</strong>tà per ingoiarsi la povera provincia lunigianese, non abborrisce népure <strong>di</strong> giovarsi del braccio del gesuitante vescovo <strong>di</strong> Massa per intimoriree rivolgere a sé tutti que' preti che sono dati al Piemonte. Cosi283


www.accademiaurbense.itve<strong>di</strong>amo in bell'accordo i toscaneggianti e quanto ebbe <strong>di</strong> più laido lacloaca estense.Debbo ancora raccomandare la popolosa terra <strong>di</strong> Avenza, che prima<strong>di</strong> tutte cacciò da sé <strong>il</strong> giogo <strong>di</strong> Francesco d'Este, e s'italianò con noi;la quale spiaggia è necessaria propaggine del golfo della Spezia: ed è sìcalda <strong>nel</strong>l'amore d'Italia, che avrebbe mandato al campo sessanta de' suoirobusti giovani, se le angherie de' toscani non l'avessero costretta a pensarea' fatti suoi particolari.In somma, tutti confi<strong>di</strong>amo <strong>nel</strong> valore e <strong>nel</strong>la sollecitu<strong>di</strong>ne della S.V.La causa è veramente degna d'uomini <strong>di</strong> cuore e d'intelletto.Gra<strong>di</strong>sca i saluti del nostro Grossi e m'abbia sempre devot.mo servoed amico.Giulio Rezasco109LUIGI GRILLO 1A BUFFAMio caro amico.Peschiera, 19 luglio 1848.•Rispondo tar<strong>di</strong> alla vostra del 12 corrente, perché essa non mi trovòin Peschiera e perciò solamente io la lessi jer l'altro. Mi giunse carissimaperché veggo mi continuate ad essere amico e <strong>di</strong>sposto a favorirmi.Mi duole sentire che anco <strong>il</strong> Pensiero Italiano <strong>nel</strong>lo scorso sabbato sisuonasse l'agonia. O genovesi, uomini <strong>di</strong>versi!Nulla della guerra potrei <strong>di</strong>rvi, perché in Peschiera siamo all'oscuro<strong>di</strong> tutto e per giunta oggi piove, cosicché non esco <strong>di</strong> casa se non per impostarela presente. Tutto sta poi che i nostri soldati, i quali prima allegramentecantavano viva Italia, adesso la bestemmiano perché veggono l'affareandar per le lunghe, ed essi che sanno d'Italia e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza, mentre1 Interessante figura <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>to e scrittore ligure. Fu cappellano <strong>nel</strong>la Marina sardae decorato con medaglia d'argento al valor m<strong>il</strong>itare. Nell'autunno del 1848 sostenne unamassiccia polemica contro gli esponenti del Circolo Italiano in Genova, e vasta risonanzaebbe un suo opuscolo contro i repubblicani genovesi (La polizia del Circolo Italiano inGenova ed i se<strong>di</strong>centi repubblicani o<strong>di</strong>erni, Genova, Tipografia Faziola, 1848). Il suonome è ancora legato ad opere <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>zione riguardanti la Liguria, ancora oggi consultatecon profitto (Elogi dei liguri <strong>il</strong>lustri, Calendario storico della Liguria, Giornale deglistu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> lettere, scienze, arti e mestieri, ecc.). Sulla sua attività giornalistica e variamentepolemica cfr. LEoNIDA BALESTRERI, Luigi Gr<strong>il</strong>lo e <strong>il</strong> Giornale degli Stu<strong>di</strong>osi, Genova,1951.284


www.accademiaurbense.itsi veggono scorticati dagli osti e dai bottegai tutti? Anche una buona parte<strong>di</strong> uffiziali si annojano e parecchi, poco delicati <strong>nel</strong>l'onore, si fingono malatie <strong>di</strong>versi domandano pure le loro <strong>di</strong>missioni. Dicesi che ciò sia accaduto<strong>nei</strong> Cacciatori delle Guar<strong>di</strong>e. Giungono ogni giorno dei drappelli d<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong> coi quali si riempiono i quadri dei nuovi reggimenti provvisorii.Questi eroi delle cinque giornate sono vestiti <strong>di</strong> tela e <strong>di</strong> fustagno egiungono con tante croci in petto, che se gli austriaci fossero <strong>di</strong>avoli evedessero da Verona e da Mantova questi crociati, per certo scapperebbero.Finisco perché se sono ozioso io, nol siete voi e perciò me ne congratulo.Continuate a battervi gloriosamente <strong>nel</strong>le Camere, che ciò sarà piùut<strong>il</strong>e <strong>di</strong> quel che non sarebbe se voi deste retta alle tentazioni, che piùvolte aveste, <strong>di</strong> essere soldato. Godo <strong>di</strong> veder confermati <strong>nel</strong> ministero inostri migliori genovesi e desidero che quelli pervenutivi <strong>di</strong> fresco sianopiù atti che non quelli, per grazia del cielo, sbalzati dal potere.Ad<strong>di</strong>o. Tanti saluti alla vostra famiglia della quale ebbi buone notizieda Giacomo Pesci; insinuatore e desideroso <strong>di</strong> legger presto <strong>nel</strong>la Concor<strong>di</strong>auna vostra eloquente perorazione a favore dei cappellani, che v'avrannosempre in conto <strong>di</strong> loro campione, mi professo vostro amicissimoLuigi Gr<strong>il</strong>loA tergo: All'Onorevolissimo Signore. Il Sig.r Avvocato Gian Domenico Buffa.Deputato <strong>nel</strong> Parlamento <strong>di</strong> Torino.Illustrissimo Signore.110FEDERICO GROSSI A BUFFASarzana, 22 luglio 1848.Le compiego un ricorso del governo provvisorio <strong>di</strong> Avenza, affinchérimanga alla S.V. ogni latitu<strong>di</strong>ne per presentarlo a quale ravviserà più opportuno.Dalle precedenti mie informazioni, già la S.V. conobbe in quale criticacon<strong>di</strong>zione si trovi <strong>il</strong> comune <strong>di</strong> Avenza, ed ora lo vedrà comprovato dalsuriferito ricorso e dagli annessi documenti. Se <strong>il</strong> provvisorio, per quantoorganizzato, è sempre fatale ad ogni pubblico e privato interesse, chedovrà <strong>di</strong>rsi <strong>di</strong> esso quando è congiunto ad una completa <strong>di</strong>sorganizzazione,od una impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> riorganizzarsi?285


www.accademiaurbense.itA fronte <strong>di</strong> continui eccitamenti <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Carrara, gli avenznu simostrarono quanto mai fin'ora amici dell'or<strong>di</strong>ne: a fronte dell'abbandonodel nostro governo, furono fedeli, e ciò che è più ancora, animati da unvero spirito italiano, sicché rifuggirono da ogni ricorso alle Camere, chepotesse compromettere <strong>il</strong> ministero, o la buona relazione fra i governi italiani.Ma <strong>il</strong> continuare in questo stato è per essi impossib<strong>il</strong>e, talché nonso come anderà a finire.lo raccomando pertanto, col massimo calore, questa infelice popolazionealla bontà della S.V., affinché voglia presentare lo unito ricorso aquel ministro che crederà del caso, sicché sia presa una qualche provvidenza.Qualunque siansi i motivi, che hanno ridotto <strong>il</strong> ministero a nondegnare neppure <strong>di</strong> risposta i ricorsi fìn'ora presentati, vi sono pure tantimezzi da salvare, come suoI <strong>di</strong>rsi, la capra e i cavoli. Tanto più che gliavenzini si adatterebbero a continuare col provvisorio, purché fosse provvedutoagli urgenti bisogni enunciati <strong>nel</strong> ricorso, o <strong>nel</strong> modo in esso in<strong>di</strong>cato,o in quell'altro che loro venisse suggerito.Aggiungo che Carrara si ricusa <strong>di</strong> consegnare ad Avenza i libri dell'entrata,cosicché l'esazione dei tributi è impossib<strong>il</strong>e. Né Avenza può incontrarela grave spesa del formarne un nuovo, senza la sicurezza <strong>di</strong> nonessere ceduta alla Toscana, che a<strong>nel</strong>a ad averla, perché paese ricco, popolosoe padrone della estesa spiaggia quasi contigua al golfo <strong>di</strong> Spezia, eper la quale sola si può operare l'imbarco dei marmi <strong>di</strong> Carrara.Gli avenzini confidano pienamente <strong>nel</strong>la S.V. e talmente, che, quando<strong>il</strong> ministero non potesse per ora rispondere officialmente, si contenterebbero<strong>di</strong> una parola <strong>di</strong> conforto e della in<strong>di</strong>cazione del modo, con cui potrebberoprovvedere ai più urgenti loro interessi, che trasmettesse loroper <strong>di</strong> lei mezzo. Ma una qualche risposta è per essi in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e, sevogliamo evitare l'anarchia.Mi creda sempre e con la più sincera stima della S.V. Il1.ma dev.moaff.mo servitore 1.Fed. GrossiA tergo: All'Ill.mo Signore. Il Signor Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.1 A tergo si leggono i seguenti appunti del Buffa: « Perché non dare risposta airicorsi? Se non possono rispondere, almeno <strong>di</strong>cano a me qualche cosa. Commissari vannosi o no? Decreto per le elezioni in Lunigiana. Carrara non vuol restituire ad Avenzai registri, quin<strong>di</strong> impossib<strong>il</strong>e eseguire contribuzioni, e se non sono sicuri <strong>di</strong> essere aggregati,non possono incontrare la gran spesa <strong>di</strong> farne dei nuovi. La relazione mandatadee essere stampata? e colle firme? Prima risposta ai ricorsi »,286


www.accademiaurbense.it111BUFFA AL PADRECar.mo padre.Torino, 28 luglio 1848.Vedendo che <strong>il</strong> nuovo ministero non sbocciava mai, ho presentato lasupplica per quel soldato che sapete; e credo che, atteso la giustizia delladomanda, avrà effetto anche così. Collegno, non potendo riuscire a nullaper le mene <strong>di</strong> certi intrigatoni, tornò al campo a rassegnare i suoi poteri,ma <strong>il</strong> re non volle accettare e lo rimandò in<strong>di</strong>etro, promettendogli cheavrebbe trovato minore incaglio: ora credo finalmente che sia fatto, manon so ancora. Qui non<strong>di</strong>meno gl'intriganti non riposano: visto andare aterra tutti i loro tentativi, e rimanere <strong>nel</strong> nuovo ministero Pareto, che adogni costo volevano allontanare, ieri sera feecro del chiasso sotto la suafinestra, gridando: abbasso Pareto tra<strong>di</strong>tore e sim<strong>il</strong>i: erano forse un duecentotra mascalzoni poveri e mascalzoni ricchi. lo mi trovai presente eu<strong>di</strong>i molti pigliare caldamente la parola contro quella <strong>di</strong>mostrazione; e inun crocchio foltissimo, da dove prima si alzavano fischi e voci <strong>di</strong> abbassoPareto, sentii terminare, dopo lunghe <strong>di</strong>spute, con un viva <strong>il</strong> nuovo ministero,<strong>il</strong> che significa che <strong>il</strong> partito nuovo aveva prevalso.Tra poco, per mezzo <strong>di</strong> un soldato che torna a casa, spero potervimandare le lettere <strong>di</strong> Checco colla mia risposta. Ad<strong>di</strong>o, state sano.DomenicoP.S. Ieri le notizie della guerra erano cattive. Oggi non sono ancorauscite.Ricevo in questo momento la vostra lettera e riapro la mia per aggiungerepoche linee. Della guerra niente <strong>di</strong> nuovo. Stamattina assembramentosotto la Camera: vi sono i soliti raggiratori. Se osassero gridar s<strong>il</strong>laba controi deputati, credo che <strong>il</strong> parlamento sarebbe subito trasportato altrove. Delresto è un assembramento da ridere: hanno fatto un'ovazione a Brofferio,perché ha rimestato tutta la belletta municipale. Ad<strong>di</strong>o.A tergo:Al Sig.re Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.287


www.accademiaurbense.itAllegato.APPELLO AL POPOLO TORINESE 1Popolo torinese! Dopo replicate vittorie sorse un triste giorno ancheper noi. I tuoi figli, dopo aver combattuto come leoni, sopraffatti dalnumero dovettero ritirarsi alle antiche posizioni <strong>di</strong> Goito; ma la lororitirata costava al nemico per<strong>di</strong>te due volte maggiori delle nostre.Non entrava certo <strong>nei</strong> nostri calcoli <strong>di</strong> esser sempre vincitori: unaritirata non è una sconfitta. I Piemontesi non sarebbero più Piemontesi,se si perdessero d'animo al primo rovescio <strong>di</strong> fortuna.Noi dobbiamo pensare a ripararla, e lo possiamo, solo se lo vogliamo.Non cerchiamo ragioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a; non mettiamo innanzi voci <strong>di</strong>o<strong>di</strong>o contro questa o quella parte: <strong>di</strong>mentichiamo, al contrario, anche legiuste cause <strong>di</strong> risentimento. Unanimi in un solo pensiero, riuniamo glisforzi nostri e facciamo pentire <strong>il</strong> nemico della sua stolta audacia.Popolo torinese! Noi abbiamo bisogno, prima <strong>di</strong> tutto, <strong>di</strong> un ministerod'uomini forti ed uniti e conoscenti <strong>di</strong> tutti i nostri bisogni, <strong>di</strong> tutte lenostre risorse. Il ministero che si propone non può avere queste qualità; lapiù parte sono uomini nuovi agli affari, e soprattutto agli affari nostri.Alcuni colla precedente loro condotta .si resero impossib<strong>il</strong>i. Bisogna chei tuoi voti si <strong>di</strong>chiarino perché almeno i tre importantissimi ministeri <strong>di</strong>Guerra, Finanze ed Esteri sieno confidati a uomini <strong>di</strong> fede inalterata, <strong>di</strong>perizia non dubbia, <strong>di</strong> moderazione ad ogni prova.Bisogna che <strong>il</strong> suo voto sia per la pronta costituzione <strong>di</strong> un tale ministero,<strong>nel</strong> quale gli elementi d'or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> forza sieno sovrabbondanti; <strong>il</strong>resto lo farà esso: chiamerà imme<strong>di</strong>atamente la riserva, mob<strong>il</strong>izzerà la guar<strong>di</strong>anazionale, raccoglierà da tutte le fortezze i soldati che rimangono allaguar<strong>di</strong>a, ed aggiunt<strong>il</strong>i al corpo della riserva ne comporrà una forza <strong>di</strong> quarantam<strong>il</strong>auomini almeno.A questa forza raccolta <strong>nel</strong> più breve spazio <strong>di</strong> tempo possib<strong>il</strong>e (esarà sempre breve se la volontà del ministero sarà una ed energica) aggiungerass<strong>il</strong>a chiamata della leva totale del 1828, e preparerà un'altra forza <strong>di</strong>oltre trentam<strong>il</strong>a combattenti.Ma ciò non basta ancora: bisogna che le Camere <strong>di</strong>eno al nuovo ministeroun voto <strong>di</strong> fiducia, perché non bastando i prestiti già or<strong>di</strong>nati, se nepossa fare uno all'estero in que' termini che più crede convenienti.Con un ministero siffatto, con siffatti provve<strong>di</strong>menti alacremente compiuti,la fortuna può in breve ristorarsi: ma non bisogna perder tempo in2881 Manifesto. Tipografia Pavesio.


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong>sputazioni. Le Camere, se vogliono realmente rappresentare <strong>il</strong> paese,debbono far si che un tal ministero facciasi imme<strong>di</strong>atamente, facciasi collecon<strong>di</strong>zioni della più larga, intera fiducia.Popolo <strong>di</strong> Torino! Il tuo energico senno è già stato messo a dureprove, ma questa è durissima: le passioni cercano <strong>di</strong> sopraffarti, tientifermo a' tuoi principii: fiducia <strong>nel</strong> tuo Re, fiducia <strong>nel</strong>l'esercito, da luicon tanta magnanimità guidato.Respingi da te le male suggestioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sunione, <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o; <strong>nei</strong> gran<strong>di</strong>pericoli non si trionfa se non istando uniti. Hai ragioni troppe <strong>di</strong> risentimentolo sappiamo: sarà atto <strong>di</strong> maggior forza <strong>il</strong> comprimerlo, per nonricordarti che <strong>nel</strong>l'esser tuo <strong>di</strong> popolo veramente forte, veramente italiano.Grande sarà <strong>il</strong> tuo sacrifizio, ma <strong>il</strong> premio non sarà meno grande; equalunque sia per essere la fortuna che s'apparecchia, tu potrai <strong>di</strong>r sempreall'Italia: io ti volli grande e [orte, io, per farti tale, sparsi <strong>il</strong> miosangue e i miei tesori; se l'altissima impresa non poté compiersi; non èmia colpa. Le ree passioni, le antiche <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e guastarono l'opera <strong>nel</strong> suoprincipio; pochi uomini insomma, aggirati, aggiratori, deboli, vanitosi, usurparono<strong>il</strong> magnifico concetto dell'italiana virtù, e mettendo se stessi in luogodella patria, ne perderono la santa causa.Popolo piemontese! Sei ancora in tempo: evita all'Italia questa grandesciagura.Riverito e caro signore.112GIULIO REZASCO A BUFFASarzana, 31 luglio 1848.Intendo e sapevo le arti tedesche e le dabbenaggini toscane, ora piùne sento <strong>il</strong> peso dopo gl'infortunii delle armi nostre. Non<strong>di</strong>meno, perchémi consola la speranza della vittoria italiana, torno novamente a raccomandarele cose lunigianesi, le quali richiedono pure longanimità, ma non leabbandoni <strong>il</strong> governo, ma si mostri amico <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong>gnitosamente forte.lo vi mandai una relazione delle cose lunigianesi, poiché a ciò richiestoda voi in lettera del 15 corrente, e la mandai perché faceste opera cortese<strong>di</strong> presentarvi con quella in mano, insieme con altri deputati al ministrodegli Affari Esteri, e lo pressaste a decidere intorno alla Lunigiana, se nonvoleva una interpellanza <strong>nel</strong>la Camera. Stampare quella relazione non fumai inten<strong>di</strong>mento mio, né del Grossi. Sarebbe lo stesso che procurarci la19289


www.accademiaurbense.itcattura dalla Toscana, dalla civ<strong>il</strong>issima Toscana. Se voleste certificati <strong>di</strong>persone singolari, tentate con favori da toscani perché voltassero faccia elasciassero <strong>il</strong> Piemonte, qui ne abbiamo in abbondanza. Intanto continuanole arti sbirresche, e vi so <strong>di</strong>re che <strong>il</strong> rettore <strong>di</strong> Panicale, minacciato dalSabatini d'esser trattato da ribelle, mutò faccia per la paura. Il rettore<strong>di</strong> Parana, benché abbia prigione <strong>il</strong> padre, povero vecchio settuagenario,<strong>di</strong> null'altro reo che d'esser amico al Piemonte, quel rettore sta fermo. Ma<strong>il</strong> governo toscano briga presso <strong>il</strong> vescovo <strong>di</strong> Massa; ed anche oggi gli venneuna citazione <strong>di</strong> quel cancelliere vescov<strong>il</strong>e <strong>di</strong> trasferirsi a Massa. Non andrà,se non munito del salvacondotto del Sabatini. Oh, Sabatini! Sabatini!Quanto poi a quello che vi <strong>di</strong>sse <strong>il</strong> primo ufficiale del ministero chefu risposto ai ricorsi lunigianesi per mezzo dell'intendente, ciò sarà vero;ma è pure verissimo che l'intendente non comunicò mai nulla ai governiprovvisori. I quali, per lettera, non sanno pure che <strong>il</strong> ministero esista.Veramente creanza nuova!Non vi <strong>di</strong>menticat~ <strong>di</strong> questa povera Lunigiana, e adoperate le armi chevi procurammo, secondo la speranza della vittoria. Ora <strong>il</strong> ministero è nuovo.Chi sa che non sia nuova la sua maniera <strong>di</strong> oprare? Andrebbe tastato. Maio mi rimetto in voi. E, senza più, mi vi <strong>di</strong>chiaro pieno <strong>di</strong> stima afl.moservitore ed amicoGiulio RezascoA tergo:Al Chiar.mo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.Allegato.COPIA DEL DISPACCIO MINISTERIALE DEL 7 APRILE 1848MANDATO DALL'INTENDENTE DELLA SPEZIAAL GOVERNO PROVVISORIO DI AVENZAIll.mo Sig. Sig. P.ron Col.mo.Spezia, 7 apr<strong>il</strong>e 1848.Il Ministro dell'Interno a cui fù da me, a suo tempo, rassegnata lade<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> cotesto Municipio per essere aggregato ai R. Stati del Re CarloAlberto, e per godere sin d'ora delle istituzioni tutte che si hanno in Piemonte,mi incarica <strong>di</strong> notificarle quanto segue.Mentre <strong>il</strong> Re non può che desiderare dal canto suo <strong>di</strong> contare frà isuoi figli le popolazioni dei comuni finittimi, <strong>il</strong> partito, che mira a scre<strong>di</strong>tarei suoi sforzi <strong>nel</strong>la generosa impresa del riscatto d'Italia dal giogo straniero,si varrebbe dall'accoglimento definitivo <strong>di</strong> queste de<strong>di</strong>zioni, sebbene spon-290


www.accademiaurbense.ittanee, per buccinarle essere conquisti velati sotto <strong>il</strong> manto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zioni; sene varrebbe per attribuire a mire ambiziose <strong>di</strong> sovranità, ciò che è impulso<strong>di</strong> amore alla terra italiana.Il perché deggio significarle che <strong>il</strong> R.o Governo <strong>di</strong> S.M. si presteràin ogni modo per tutelare i pubblici interessi, la sicurezza, le proprietàdei comuni che fecero atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione; può riguardarli come aggregatitemporaneamente e provvisoriamente, lasciando, quando sarà l'Italia affattolibera dallo straniero, ai comuni che lo desiderassero, <strong>di</strong> esprimere allora<strong>di</strong> nuovo <strong>il</strong> loro voto. Allora si potrà prendere una risoluzione definitivacoi Principi d'Italia. Ed io voglio credere che l'attuale rifiuto del R.oGoverno <strong>di</strong> incorporarli, come pure si avrebbe vivissima brama in corrispondenzadell'affetto che gli testimoniano, sarà da V.S. Ill.ma e da cotesti<strong>di</strong> lei amministrati riconosciuto come la prova più solenne del grande animodel Re, e quale avvenire aspettare si possono da un Monarca, <strong>il</strong> qualeopera con si magnanimo <strong>di</strong>sinteresse.E, <strong>nel</strong> pregarla <strong>di</strong> comunicare a cotesto municipio quanto sopra, hol'onore <strong>di</strong> raffermarmi coi sensi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinta stima <strong>di</strong> V.S. Ill.ma dev.moobb.mo servitore.Per copia conforme all'originale.L'Intendente della Provincia del Levante.MagentaAvenza, li, 22 luglio 1848.Pel Governo ProvvisorioMenconi membro 1.113GIAMPIETRO BROGLIO A BUFFAPeschiera, 31 luglio 1848.Se riportare delle gran<strong>di</strong> vittorie sull'inimico torna sovente <strong>di</strong> gloriaall'esperto capitano, ed a' suoi soldati, come alla nazione che li vide nasceree li educava all'imprese magnanime, non <strong>di</strong>mentichiamoci però che <strong>il</strong> valorestesso ama talvolta mostrarsi e br<strong>il</strong>lare ove pure non ha sì fac<strong>il</strong> campo1 In epigrafe, riportata a mano, si legge la seguente intestazione: Regia Intendenzadella Provincia <strong>di</strong> Levante. Divisione V. N. del Prot. Gen. N. deI cap. lett. 619. In calcefigura <strong>il</strong> timbro: Governo Provvisorio <strong>di</strong> Avenza.291


www.accademiaurbense.italle sue espansioni, e ciò non pertanto, onorando egli la patria <strong>di</strong> fattigloriosi, meritarsi ugualmente la lode <strong>di</strong> tutti.Vener<strong>di</strong> della passata settimana (28 luglio) or<strong>di</strong>navasi per parte delgovernatore <strong>di</strong> Peschiera, sig. generale Federici, una perlustrazione verso<strong>il</strong> «Papa », luogo situato a poca <strong>di</strong>stanza dalla fortezza, all'intento specialmente<strong>di</strong> caricare del fieno, che <strong>il</strong> lunedì antecedente era stato colà abbandonatodalla nostra provianda.Duecento uomini circa, compresivi sei <strong>di</strong> cavalleria, vennero a ciòdestinati. Ne fu affidato <strong>il</strong> comando al sig. maggiore Fantoni; ed alle 4pomeri<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> quel giorno s'intraprese la sortita. Non si tosto questo piccolbattaglione erasi allontanato un miglio circa dal luogo della partenza, marciandosempre in- colonna serrata, che inaspettatamente moveasi ad urtarlouno squadrone <strong>di</strong> dragoni nemici con impeto gagliar<strong>di</strong>ssimo. I nostri soldati,quantunque maggior parte reclute, erano risoluti battersi valorosamente:ma a quella comparsa inattesa e nuova' per loro, si sgomentano, egià la irresoluzione sta per coglierli, che la cavalleria nemica trovasi asoli trenta passi lontano, e fu, pur troppo, allora che un improvvido comandoterminò per mettere <strong>nel</strong>le f<strong>il</strong>e <strong>il</strong> generale scompiglio. L'or<strong>di</strong>ne dato fu un<strong>di</strong>etro front; ed un tale comando, oltre d'aver fatto nascere lo scoraggiamentoin tutti, serviva ancora <strong>di</strong> gran vantaggio al nemico, che più fac<strong>il</strong>mentepoteva <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nare la nostra colonna, caricandola alle spalle, e gran<strong>di</strong>ssimodanno <strong>di</strong>fatti ne sarebbe derivato, se l'avvedutezza <strong>di</strong> pochi valorosinon avesse salvato la periclitante colonna. Questi pochi pro<strong>di</strong>, lungid'ubbi<strong>di</strong>re a quel comando, stettero fermi ai loro posti; tennero fronte alnemico e fecero a lui sentire <strong>di</strong> che sappiano sempre le punte delle nostrespade, e le palle dei nostri moschetti.Lode dunque ai pro<strong>di</strong>, che, mossi soltanto da un sentimento guerriero,e pieno <strong>il</strong> cuore d'amor patrio, tanti sforzi operarono, che cinque soli <strong>di</strong>numero furono i nostri feriti, ove dalla parte nemica, senza calcolarei feriti, si contarono non meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci morti. E qui fra gli altri merita specialemenzione <strong>il</strong> sig. Agostino Tiragallo <strong>di</strong> Sassari, capitano del 4° reggimentoprovvisorio. Munito egli d'un fuc<strong>il</strong>e da caccia a due canne, con soloquattro scariche portò la morte ad altrettanti dragoni nemici. Né ciò doveaessere per lui <strong>il</strong> trionfo più bello. Accortisi due dragoni da dove partivanocolpi si fatali, dato <strong>di</strong> sproni al cavallo, s'avanzavano per assalirlo: l'uno<strong>di</strong> essi, giunto assai vicino, scarica una pistola sulla testa al detto capitano,che ne resta soltanto lesa la visiera del sacot. Allora tutto furente, e<strong>di</strong>mbran<strong>di</strong>ta egli la formidab<strong>il</strong>e sua spada, con un colpo solo passa da partea parte quel temerario tedesco, ed impetuoso voltosi all'altro, che minacciososopraggiungea, tenta fargli subire sorte consim<strong>il</strong>e. Si <strong>di</strong>fende <strong>il</strong> dra-292


www.accademiaurbense.itgone valorosamente, ed accanita <strong>di</strong>viene la lotta. Già egli arriva perfinoa forargli <strong>il</strong> colletto della tunica, ma <strong>il</strong> Tiragallo, destramente schermitosianco da quel colpo, gli vola a tergo e lo ferisce lievemente <strong>nel</strong> fianco.Inasprito, <strong>il</strong> dragone balza a terra e viene a duello.Dopo brevissimo tempo <strong>il</strong> dragone, da nuovo trafitto, cadeva boccheggianteal suolo. Ed <strong>il</strong> capitano Tiragallo, carico delle armi prese agli uccisidue dragoni, tutto intriso <strong>di</strong> sangue, e dopo d'aver fatto sciogliere trecavalli della provianda, che attaccati ad un carro erano <strong>nel</strong> trambusto precipitatiin un fosso, preceduto dai suddetti cavalli, e da alcuni altri appartenential nemico, non che da tre m<strong>il</strong>itari, modestamente, ultimo, se nerientra in Peschiera, salutato dalle lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> chi ebbe a mirarlo <strong>nel</strong> terrib<strong>il</strong>escontro, e, fra le congratulazioni <strong>di</strong> tutti coloro che sentono quantomeriti della pubblica riconoscenza, chi sì altamente sa educare <strong>il</strong> suo cuorea tanto valore, e gode rinnovarci la virtù degli avi 1.GiampietroBroglioCar.mo padre.114BUFFA AL PADRETorino, 1 0 agosto 1848.Il nuovo ministero ha pensato <strong>di</strong> mandare de' commissari straor<strong>di</strong>narii<strong>nel</strong>le provincie per eccitare la nazione e <strong>di</strong>sporla a sacrifizii. lo sarò mandatoa Savona e forse fra pochi giorni dovrò partire; prima <strong>di</strong> partire viscriverò. In questi momenti che la nostra causa ha bisogno d'ajuti e <strong>di</strong>sacrifizii, io non poteva esimermi dall'accettare, e quin<strong>di</strong> non potrò venirecosti com'era mia intenzione.1 Il Buffa fece menzione del capitano Tiragallo in un breve scritto pubblicato<strong>nel</strong>la rubrica «Notizie <strong>di</strong>verse» della Concor<strong>di</strong>a, (n. 228), del 25 settembre 1848, <strong>nel</strong>quale, parlando <strong>di</strong> certe ingiustizie avvenute <strong>nel</strong>l'assegnazione delle decorazioni alvalor m<strong>il</strong>itare, cita l'episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Peschiera. Riportiamo un brano <strong>di</strong> tale scritto: «Senzadubbio ricordano i nostri lettori l'eroico fatto del capitano Agostino Tiragallo, che sottoPeschiera uccise <strong>di</strong> sua mano sei dragoni nemici, mentre i suoi compagni, volti in fuga,lo lasciavano quasi solo; ricordano come egli tornando dopo l'infausto armistizio daPeschiera, sostenne audacemente a Pavia l'onore delle armi italiane contro le menzogneaustriache ... ebbe la medaglia d'argento, come quel tale a cui fu ucciso <strong>il</strong> cavallo e nonuccise nessuno, come quel tale... Ma egli ha una medaglia più bella assai (e altra voltal'abbiamo notato) cioè uno strappo fattogli al colletto della tunica dalla spada nemica:questa almeno non l'accomuna con quel tale che alzò i tacchi ».293


www.accademiaurbense.itConoscete i rovesci della guerra, ma sono molto minori <strong>di</strong> quello chesi andava buccinando dai nostri nemici interni. Di questi è un semenzajoorrib<strong>il</strong>e in questa città, e non potete ideare che male facciano, e a qualiiniqui mezzi ricorrano; tali che, veramente, ci vorrebbe un po' <strong>di</strong> terrore,altrimenti costoro ci rovineranno. Ora preparano un movimento popolareper abbattere <strong>il</strong> ministero e far gridare che si vuoI pace. Dio ci ajuti, chela malizia <strong>di</strong> costoro è immensa. Ho fretta, e in questo momento non miricordo <strong>di</strong> avere altro a scrivervi. Ad<strong>di</strong>o, salutate Ignazio e Tomaso.A tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.DomenicoAllegatoPIEMONTESE ALL'ERTA! 1Da più giorni i tuoi nemici lavorano per guastare la tua santa opera:svegliati, o Piemontese, e guardati intorno. Molti sono quelli che voglionoingannarti. Te ne <strong>di</strong>rò i principali. Ascolta:Ci sono congiurati a tuoi danni oltre agli austriaci, i seguenti: Primo.Quelli che esagerano le per<strong>di</strong>te della nostra Armata, e gridano a piena gola:tutto è perduto: niente affatto vero. Secondo. Quelli che spargono a bassavoce: noi siamo tra<strong>di</strong>ti: falso. Terzo. Coloro che gridano e fanno gridare:non vi è altro rime<strong>di</strong>o che chiamare i francesi; bisogna chiamarli ad ognicosto: inganno anche questo. Noi possiamo fare i fatti nostri senza lostraniero: sarebbe aggiungere un male ad un male, e farne un gruppo danon sciogliersi più. Quarto. Finalmente sono coloro, che vorrebbero inimicarepopolo con popolo, guar<strong>di</strong>a nazionale con guar<strong>di</strong>a nazionale. Costorovanno sussurrando: la guar<strong>di</strong>a nazionale fa contro <strong>il</strong> popolo. Perfida calunniaper gittare <strong>nel</strong> nostro seno <strong>il</strong> sospetto e la <strong>di</strong>ffidenza. La guar<strong>di</strong>a nazionalenon siamo tutti noi ricchi e poveri? Non portiamo noi alla nostra voltaun fuc<strong>il</strong>e ed una sciabola? Che cosa significa dunque la guar<strong>di</strong>a nazionalefa contro <strong>il</strong> popolo? Significa le arti ingannatrici colle quali si vuole precisamentespingere <strong>il</strong> popolo ad un o<strong>di</strong>o che non può essere <strong>il</strong> suo, ad unpartito che può compromettere i suoi più cari interessi, che sono quellidella patria.Popolo all'erta! se alcuno ti viene a <strong>di</strong>re: tutto è perduto, <strong>di</strong>gli che èun bugiardo.1 Manifesto. Tip. Pavesio (Proprietà). A tergo del manifesto si legge <strong>il</strong> seguenteappunto del Buffa «Preparano una <strong>di</strong>mostrazione per la pace »,294


www.accademiaurbense.itSe un altro ti sussurra: bisogna chiamare i francesi, mandalo al <strong>di</strong>avoloe <strong>di</strong>gli che i francesi hanno a che fare a casa loro.Se un terzo va spargendo che noi siamo tra<strong>di</strong>ti da qualche nostro generale,e tu rispon<strong>di</strong>: che le sono arti <strong>di</strong> Radetzky. Se un quarto ti metteinnanzi la brutta insinuazione che la guar<strong>di</strong>a nazionale fa contro <strong>il</strong> popolo,tu rispon<strong>di</strong>gli che popolo e guar<strong>di</strong>a nazionale sono una cosa sola, e cheentrambi vogliono l'or<strong>di</strong>ne, la libertà, la salvezza della patria, e che perquesti gran beni sapranno tutto sacrificare, anche la vita.Ecco come devi trattare i tuoi nemici, se non vuoi che essi trattinomale te ed i tuoi.Una nuova ritirata è avvenuta <strong>nel</strong> nostro campo: ebbene, Napoleonesi ritirò più d'una, più <strong>di</strong> due volte. Il tutto sta a pigliare una buona rivincita:e siamo uomini da prenderla, solo che non per<strong>di</strong>amo <strong>il</strong> coraggio e laprevidenza. La levata della riserva è chiamata: 56 battaglioni <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>acivica si organizzano per correre ave <strong>il</strong> bisogno lo richieda. Una commissionepermanente de' più sperimentati uomini <strong>di</strong> guerra è stata nominataquest'oggi, e veglierà per provvedere con ogni mezzo alle cose più urgentidell'Armata e dell'interno. Tali sono i provve<strong>di</strong>menti principali presi quest'oggidal nuovo ministro <strong>di</strong> guerra.Animo dunque e fiducia. Alla malora i sussurratori, gli spaoentatori,i repubblicani colla maschera e quelli senza maschera. Tu devi essere <strong>il</strong>popolo più costituzionale della terra, <strong>il</strong> più affezionato al tuo Re, che tantoè <strong>di</strong> te affezionato, alle leggi ch'egli ti <strong>di</strong>ede, perché sono la miglior salvaguar<strong>di</strong>adella tua libertà e della tua sicurezza.Popolo all'erta! Non lasciarti ingannare da nessun imbroglione, qualunquesia <strong>il</strong> suo nome e <strong>il</strong> suo cappello.Carissimo signore.115GIULIO REZASCO A BUFFASarzana, 1 0 agosto 1848.Il cantone <strong>di</strong> Calice (in Lunigiana) fece la sua de<strong>di</strong>zione, è gran pezza,al Piemonte: e con esso le parrocchie <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la e Parana, i quali paesi montanaad una popolazione <strong>di</strong> quasi novem<strong>il</strong>a anime. Dopo tanto tempo nonebbero risposta nessuna, né dall'intendente né dal ministero. Del che sivalgono i brigatori toscani a sconfortare quelle popolazioni, a seminaredubbiezza, a svolgerne <strong>il</strong> proposito, senza che quel governo provvisorio295


www.accademiaurbense.itpossa opporre nulla, perché a sì lungo s<strong>il</strong>enzio, anche <strong>il</strong> governo è scoraggiato.A prova <strong>di</strong> questo, vi acchiudo una lettera del conte Za<strong>nel</strong>li,· presidentedel governo <strong>di</strong> Calice.Voi fatemi la grazia <strong>di</strong> vedere presso <strong>il</strong> ministero se fosse possib<strong>il</strong>ech'egli desse subitamente qualche parola <strong>di</strong> conforto a quel governo, e sefosse possib<strong>il</strong>e che que' paesi fossero incorporati senz'altre invenie, poichéla de<strong>di</strong>zione loro fu legalissima, libera, unanime. Altrimenti temo che i toscaneggiant<strong>il</strong>a vinceranno. Il presidente Za<strong>nel</strong>li pregò l'intendente ascriverneal ministero; questo vi serva <strong>di</strong> norma. Ma voi, scusate <strong>il</strong> te<strong>di</strong>o, adopratevi,o scriva l'intendente o no.Ieri fu preso un gesuita al Borghetto, ed altro alla Spezia con moltecarte, che non conosco, e con lettere <strong>di</strong> cambio ricchissime. Se non era laguar<strong>di</strong>a civica, era fatta <strong>di</strong> loro. Ma, per Dio, che non possa entrare inquelle teste un po' <strong>di</strong> cervello?State sano, curate la causa comune da quel valent'uomo che siete,ed amate <strong>il</strong> vostro obb.mo ed aff.mo amico.G. RezascoA tergo: Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.Ill.mo Sig.r Sig.r P.ron Col.mo.116GIACOMO PLEZZA A BUFFA 1Torino, 2 agosto 1848.La con<strong>di</strong>zione attuale delle cose ha inspirato al governo <strong>il</strong> pensiero<strong>di</strong> creare commissarj straor<strong>di</strong>nari, i quali, recandosi in tutte le parti delloStato animino le popolazioni, le rinfranchino ove d'uopo, e specialmentesorveglino e <strong>di</strong>rigano le operazioni della mob<strong>il</strong>izzazione della m<strong>il</strong>izia comunale.È lasciato al loro prudente arbitrio <strong>di</strong> supplire all'insufficienza o negligenzadelle amministrazioni comunali, con quei provve<strong>di</strong>menti che riputerannomigliori, ed appunto non è imposta loro alcuna <strong>di</strong>rezione speciale,perché possano così, con piena libertà, sormontare le <strong>di</strong>fficoltà che loro siparassero innanzi.Il governo si riserva <strong>di</strong> affidare ai signori commissari quelle altre mis-2961 Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno. Divisione 2 a •


www.accademiaurbense.itsioni che la salvezza della patria <strong>di</strong>mostrassero necessarie; perciò <strong>nel</strong>le perlustrazioniche faranno per la guar<strong>di</strong>a nazionale, essi dovranno coglierel'opportunità per informarsi <strong>di</strong> tutto e prepararsi cosi a compiere confrutto ogni qualsiasi incarico.Siccome poi, primo fondamento della forza è l'or<strong>di</strong>ne, e che una dupplicazioned'or<strong>di</strong>ni non identici per parte loro e degli intendenti generali,non potrebbe a meno <strong>di</strong> riescir funesta, perciò io spero che essi si concerterannocon gli stessi intendenti generali, i quali altronde si trovano ingrado <strong>di</strong> dar loro ut<strong>il</strong>i <strong>di</strong>rezioni, e che per tal modo, <strong>di</strong>riggendo tutte leazioni con un solo impulso, la cosa pubblica avrà quel giovamento che <strong>il</strong>governo spera da questo straor<strong>di</strong>nario provve<strong>di</strong>mento.Nel comunicare questi cenni a V.S. Ill.ma, mi è grato <strong>di</strong> farle conoscereche l'ho prescelta a compiere le funzioni <strong>di</strong> commissario <strong>nel</strong>le Divisioni<strong>di</strong> Savona insieme al signor marchese Sauli.Le trasmetto due copie dell'istruzione data da questo ministero perla mob<strong>il</strong>izzazione della m<strong>il</strong>izia, ed ho l'onore <strong>di</strong> professarmi con pre<strong>di</strong>stintaconsiderazione della S.V. Ill.ma dev.mo, obb.mo servitore.In margine: Al Sig. Avv.to Buffa Deputato. Torino.PlezzaCar.mo padre.117BUFFA AL PADRETorino, 3 agosto 1848.Avrete ricevuta da Sol<strong>di</strong> la mia lettera, <strong>nel</strong>la quale scriveva che fuieletto altro de' commissarii per le provincie, e che io aveva eletto Savona.La ragione <strong>di</strong> quella elezione fu che mi pareva: l°. dover scegliere una provincia<strong>di</strong> cui mi fosse famigliare <strong>il</strong> <strong>di</strong>aletto, per poter all'occorrenza farmiintendere da tutti. 2°. dover scegliere altra provincia che la propria, per nontrovarmi ogni momento impacciato <strong>nel</strong> mio ufficio da parentela, relazioni,amicizie, interessi ecc. Ieri <strong>il</strong> ministero mi mandò la nomina, ma poi fuirichiamato e mi si vuoI mandare invece in Romagna per sollecitare soccorsi.Adunque, se non mutano <strong>di</strong> parere anche una volta, domani o posdomaniio partirò con Rosmini per Roma, per concertarmi col governo romano,in<strong>di</strong> mi recherò <strong>nel</strong>le Romagne. Voglia Id<strong>di</strong>o che queste cose giungano intempo per sostenere la guerra e rincalzarla, e che Radetzky ci <strong>di</strong>a tempo e297


www.accademiaurbense.iti m<strong>il</strong>anesi abbiano <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi a lungo. Veramente siamo cadutiin fondo, e per rialzarci abbiamo bisogno <strong>di</strong> sforzi erculei: ora vedremo sesiamo degni d'essere una nazione. Andando a Roma, naturalmente, passeròda Genova, e vedrò la mamà e Fanny.In questo viaggio avrò bisogno <strong>di</strong> un orologio, e per comperarlo nonvorrei spendere danari del pubblico. Dite ad Ignazio se vuoI imprestarmi<strong>il</strong> suo. Nel caso che sì, lo man<strong>di</strong> subito alla mamà, ma, se gli rincresce, ose n'ha bisogno egli, procurerò d'ingegnarmi in altro modo.Se vedete Basso <strong>il</strong> notajo, <strong>di</strong>tegli che scusi se ancora non ho rispostoalla sua seconda lettera. La gravità delle notizie <strong>di</strong> questi ultimi giorni e<strong>il</strong> conseguente affacendamento <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> ministero me ne hanno impe<strong>di</strong>to;ma domani spero <strong>di</strong> potergli scrivere.Ad<strong>di</strong>o, salutate Ignazio e Tomaso.DomenicoVado a Roma con Rosmini: ma esso rimarrà colà come inviatostraor<strong>di</strong>nario. lo imprenderò <strong>il</strong> viaggio delle Romagne senza <strong>di</strong> lui.A tergo:Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Car.mo padre.118BUFFA AL PADRETorino, 5 agosto 1848.Già saprete in che stremo si trovino i nostri affari della guerra: ierimattina <strong>il</strong> ministero mandò a chiedere <strong>il</strong> soccorso <strong>di</strong> Francia.Di me non posso ancora <strong>di</strong>rvi nulla <strong>di</strong> certo. Ieri l'altro era sospesala mia andata in Romagna: ora è dubbio se mi man<strong>di</strong>no in Romagna o inToscana o altrove. lo non ho più pazienza <strong>di</strong> aspettare: star qui a farel'ozioso in tempi come questi, è cosa che avv<strong>il</strong>isce veramente. Mi si <strong>di</strong>sseche oggi avrei risposta.Ieri avrete avuto un mio biglietto da Dania. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo:Al Sìg.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.298


www.accademiaurbense.itAllegatoMORTE ALLA CANAGLIA 1Oh che canaglia sono i croati! Oh che canaglia sono gli austriaci! Ohche canaglia sono i barbari tutti, che combattendo per la causa austriaca,saccheggiano ed abbruciano v<strong>il</strong>laggi, borghi e città, che scannano senzapietà vecchi e donne <strong>di</strong>sarmate, che inf<strong>il</strong>zano col sorriso insultante insulle labbra ragazze e fanciulli; che spogliano, devastano e profanano lenostre chiese. Si, sono vera canaglia i croati, gli austriaci e i barbari cheeseguiscono i loro or<strong>di</strong>ni: ma più che canaglia sono gli italiani che tra<strong>di</strong>sconola causa della loro patria!Si, canaglia e infame canaglia sono i rinnegati italiani che confidano<strong>nel</strong>le armi austriache, piuttostoché <strong>nel</strong>le vigorose graccia dei figli e fratellid'Italia! Canaglia chi parla <strong>il</strong> nostro linguaggio e serve contro <strong>di</strong> no<strong>il</strong>'austriaca canaglia.Canaglia vera è l'aristocratico, che tornerebbe volentieri all'anticosistema, e che va sussurrando sotto voce pace! pace! meglio le cose comeprima! la <strong>di</strong>plomazia europea s'intrometterà ed accomoderà ogni cosa! Siamaledetta la vecchia <strong>di</strong>plomazia europea, che a' suoi interessi propri sacrificòsempre <strong>il</strong> nostro bel paese che Appenin parte e <strong>il</strong> mar circonda e l'Alpi!All'inferno, all'inferno la <strong>di</strong>plomazia tra<strong>di</strong>trice della nostra bella Italia!Canaglia e tra<strong>di</strong>tore della patria chi impe<strong>di</strong>sce o ritarda scientementel'armamento della m<strong>il</strong>izia nazionale o la levata in massa! Canaglia chi intimi<strong>di</strong>scela plebe! Canaglia chi soffoca l'entusiasmo! Canaglia chi tenta spegnere<strong>il</strong> sacro amore <strong>di</strong> patria in questi momenti <strong>di</strong> pericolo in cui ètanto necessario!Canaglia e canaglia da impiccare all'istante chi fa la spia per contodell'austriaco, e vive tuttavia in Piemonte a spese dello Stato!Canaglia chi accusa della mal condotta guerra la Camera dei rappresentantidel popolo, piuttosto che quelli che erano incaricati ex officio <strong>di</strong>provvedervi.Canaglia l'ignorante, che non fu mai alla Camera né come u<strong>di</strong>tore, nécome spettatore, e non lesse giammai <strong>nel</strong> giornale un <strong>di</strong>battimento interodella medesima, eppure osa accusarla, d'aver fatto nulla <strong>di</strong> bene, e d'averperduto <strong>il</strong> tempo!Canaglia <strong>il</strong> mascalzone e <strong>il</strong> birichino <strong>di</strong> piazza, che, pagato o nonpagato, <strong>il</strong> 28 e 29 luglio gridava da spiritato: Abbasso le Camere! tuttibirbanti i deputati! Questa canaglia senza cognizione ed educazione, conviencompatirla: istrutta ed educata non sarebbe più canaglia.1 Foglio volante. Tip. Cassone [Torino].299


Canaglia, all'opposto, da non compatirsi, sarebbe quel deputato istesso,che dopo aver dato la spinta, ed aggiunto <strong>il</strong> proprio voto contro <strong>il</strong> passatoministero per farlo cadere, non avendo tuttavia potuto <strong>di</strong>ventar ministro,come bramava, va ora da v<strong>il</strong>e scre<strong>di</strong>tando e mal <strong>di</strong>cendo della Camera stessacon vaghe e storte ragioni, non avendo <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tare e male<strong>di</strong>re,fuorché <strong>di</strong> nascosto, l'attuale ministero, <strong>di</strong> cui non ha potuto far parte!Canaglia <strong>il</strong> ricco, che nasconde <strong>il</strong> suo oro per non darlo in prestito allapatria, che tanto ne abbisogna in questi terrib<strong>il</strong>i momenti! .Canaglia, chi godendo ventiquattrom<strong>il</strong>a lire <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o o <strong>di</strong> pensione<strong>di</strong> riposo sui fon<strong>di</strong> dello stato, non fa un regalo all'esercito italiano <strong>di</strong> quattrom<strong>il</strong>acamicie da lire 3 caduna, onde, mantenere la polizia del soldato, ela sua salute tanto necessaria alla patria!Canaglia chi, servendo o bene o male <strong>il</strong> governo, ha radunato un patrimonio<strong>di</strong> due m<strong>il</strong>ioni, e tuttavia non si degna <strong>di</strong> imprestarne uno peibisogni straor<strong>di</strong>narii della guerra!Canaglia sarebbe l'arcivescovo protestante <strong>di</strong> Ginevra se abbandonassela sua <strong>di</strong>ocesi svizzera, e venisse a spendere in Torino le centom<strong>il</strong>a lireche gli vengono colà pagate per suo stipen<strong>di</strong>o, privando i poveri ed <strong>il</strong> commercio<strong>di</strong> Ginevra per arricchire i poveri ed <strong>il</strong> commercio della città <strong>di</strong>Torino!Canaglia chi cospira contro le libertà italiane col mezzo della Religionee delle conventicole dei congregazionisti!Canaglia... Oh quanta altra canaglia contro cui dobbiamo armarci ecombattere da valorosi e da <strong>di</strong>sperati oggidì: si è la canaglia tedesca, lacanaglia, la più pertinace!Pera, adunque, la canaglia tedesca! Al <strong>di</strong>avolo le proposizioni <strong>di</strong> pace!Ci venissero anche dall'Ingh<strong>il</strong>terra! Guai alle piccole nazioni, <strong>di</strong>sse unoscrittore de' nostri giorni, guai! se lasciano mettere i pie<strong>di</strong> in casa loro adun ambasciatore, o ad un soldato! ... Un popolo che non sa <strong>di</strong>fendersi dasé, e che non sa morire, se fa bisogno, è un popolo senza cuore, ed indegno<strong>di</strong> avere un nome!Piemontesi e Italiani tutti, siate risoluti e decisi; <strong>di</strong>fendetevi concoraggio, senza aspettar soccorsi dal <strong>di</strong> fuori! Voi bastate e voi soli! Siateuniti! e quando vi troverete soli, combattete da <strong>di</strong>sperati e sarete vittoriosi!Se voi esitate una volta, se date un passo in<strong>di</strong>etro senza far resistenzaa combattere, se vi fallisce <strong>il</strong> cuore, se vi trema la mano, non v'<strong>il</strong>ludete; secominciate a desiderare che <strong>il</strong> nemico vi faccia, o accolga proposizioni <strong>di</strong>pace, non v'<strong>il</strong>ludete, <strong>di</strong>co, è spacciata per voi, voi siete perduti! I vostrinomi sono già scritti sulle tavole <strong>di</strong> proscrizione degli assolutisti del vostropaese, e degli ufficiali dell'Austria, e dei principi italiani che, ostinati, m<strong>il</strong>i-300www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.ittano tutt'ora pel partito austriaco. La lotta intrepida e sostenuta per 15anni da Abdel-Kader con la più bellicosa nazione e <strong>il</strong> più valoroso esercitodell'Europa, senza cannoni, senza fanteria regolare, senza stato maggioree per ultimo senza denaro, più fulminante e mici<strong>di</strong>ale dell'artiglieria, devefarvi comprendere, o Piemontesi, i sublimi sforzi che da voi soli potetesostenere contro l'austriaca rabbia.Morte, adunque, a tutta la canaglia tedesca! All'armi, all'armi! Guerra,guerra! Morte, morte alla canaglia tedesca!C.A.T.3 agosto 1848.Car.mo padre.119BUFFA AL PADREAlessandria, 8 agosto 1848.Dopo avermi balestrato d'una in altra missione, da Savona in Romagna,<strong>di</strong> Romagna in Toscana, finalmente eccomi gittato <strong>di</strong> Toscana in Alessandria.lo sono qui commissario straor<strong>di</strong>nario per l'or<strong>di</strong>namento della guar<strong>di</strong>anazionale, insieme a Cornero. Non mi spiace essere qui, perché questo èluogo dove probab<strong>il</strong>mente sarà molto da fare, e <strong>nel</strong> tempo medesimo sonoanche vicino a vojaltri.Ma, se sono vere le notizie che si vanno buccinando, <strong>il</strong> mio ufficiosarà brevissimo. Si <strong>di</strong>ce che <strong>il</strong> Re, valendosi <strong>di</strong> quel voto <strong>di</strong> piena fiducia,che sconsigliatamente gli fu accordato dalla Camera, abbia conchiuso lapace, e che perciò <strong>il</strong> ministero si sia <strong>di</strong>messo tutto in massa. Quando ciòfosse vero (e domani lo sapremo dalla Gazzetta), <strong>il</strong> nuovo ministero sarebbetutto pacifico, e quin<strong>di</strong> l'ufficio dei commissarii, o tornerebbe inut<strong>il</strong>e,o <strong>di</strong>venterebbe tale che noi non vorremmo sostenerlo più oltre. Domanivedremo. Intanto, io sono più che mai contento d'essermi astenutodal voto in quella deliberazione che voi sapete. Se la pace fosse conchiusa,tutto <strong>il</strong> partito liberale si scaglierebbe contro la Camera, che fece quellaimprovvida legge: solo quelli che si astennero dal votare andrebbero purida tali imputazioni. E se la nazione chiedesse conto alla Camera dell'usoch'ella fece del potere legislativo a lei confidato, io credo che farebbebenissimo.Cornero ed io siamo i commissarii <strong>di</strong> tutta la Divisione <strong>di</strong> Alessandria,quin<strong>di</strong> abbiamo sotto <strong>di</strong> noi varie provincie. Oggi Cornero è partito per301


www.accademiaurbense.itAsti; posdomani io partirò per Voghera, dove mi fermerò due giorni Incirca per or<strong>di</strong>nar bene colà le cose. Poi anderò a Tortona, poi tornerò forsein Alessandria; insomma ci sarà da lavorare molto.Le cose, come sapete, vanno alla peggio. I tedeschi sono in M<strong>il</strong>ano,e non pare che <strong>il</strong> Re siane uscito troppo bene in questa sua capitolazione.Quanto a me, mi apparecchio a vedere cose peggiori ancora. Ad<strong>di</strong>o, salutateIgnazio e Tomaso, e <strong>di</strong>te loro che procurino attivare costì la guar<strong>di</strong>anazionale.DomenicoA tergo: Al Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Allegato AAlessandria, 8 agosto 1848COMITATO PER L'ORGANIZZAZIONE DELLA MILIZIA COMUNALEORDINE DEL GIORNOM<strong>il</strong>iti citta<strong>di</strong>ni!In quel giorno in cui la M<strong>il</strong>izia Comunale fu instituita, corse fra noie la Nazione una tacita ma solenne parola, che mallevava alla Patria comeessa ci avrebbe ritrovati <strong>nel</strong> giorno del pericolo e dei sacrifìcii. Quel giornoè giunto, e noi facciamo fede che voi manterrete la promessa.Un grande ufficio ci è affidato, là tutela dell'or<strong>di</strong>ne pubblico, la tranqu<strong>il</strong>lità,la sicurezza dei citta<strong>di</strong>ni. Ogni negligenza, ogni leggiera ommissione,sarebbe <strong>nel</strong>le presenti emergenze gravissima colpa. Il Comitato nonpuò, in questi gravi momenti, lasciare inosservata la legge; e poiché Consigli<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina regolari non sono ancora, esso, per l'autorità onde è investito,ne assume provvisoriamente le funzioni, e costituendosi Consiglio<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina provvisorio, applicherà d'ora innanzi rigorosamente <strong>il</strong> regolamento,ed infliggerà ai negligenti, o renitenti al servizio, le pene daquello stab<strong>il</strong>ite. Non saranno ammessi supplenti se non <strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> assolutae <strong>di</strong>mostrata necessità.Il Comitato non rifugge dall'assumersi un tale incarico, perché lagravità dei casi lo comanda, e perché crede che <strong>di</strong> rado, e forse mai gliaccadrà <strong>di</strong> dover ricorrere al rigore della legge.avv. Damasioavv. FocoCristoforo MojaIn calce:Alessandria dalla Tipografia <strong>di</strong> Luigi Capriolo. Manifesto.302


www.accademiaurbense.itAllegato BAVVISO DI DIDACO PELLEGRINI 1Genova, 16 luglio 1848.Popolo, popolo ... lo mi volgo a te con questo grido famoso <strong>nel</strong>lastoria, perché bastò le spesse volte a chiamarti dall'inerzia al moto, dall'egoismoal sacrificio.Popolo, popolo! "0 I tuoi nemici t'accusano; e grave è l'accusa. Diconoche tu presti, non oso scrivere ven<strong>di</strong>, i tuoi furori ai retrogra<strong>di</strong>, a coloroche amano gli austriaci, ed avversano <strong>il</strong> risorgimento italiano. Ed èpossib<strong>il</strong>e?Nei giorni del tuo primo svegliarti, io che ti stesi sempre fraternamentela mano, ti trovai doc<strong>il</strong>e alla parola che <strong>nel</strong>la libertà cerca l'or<strong>di</strong>ne,come la libertà <strong>nel</strong>l'or<strong>di</strong>ne; ti trovai generoso fino al tuo sangue. Comeè dunque che al presente ti ammutini ed infurii? In un primo luogo èegli vero che tu sia un ammutinato, che tu abbia infuriato? lo nol so;ti vi<strong>di</strong> ultimamente raccolto sotto la casa del sindaco Giustiniani, tu chiedestiuna parola che domandasse <strong>il</strong> soccorso del ricco alla guerra per lanostra in<strong>di</strong>pendenza, e tu applau<strong>di</strong>sti alla <strong>di</strong>chiarazione che non chiedevinulla pel povero che non combatte; <strong>il</strong> bisognevole per liberare la nostraGerusalemme, l'Italia.Ed ora sarebbe egli vero che a nome della libertà tu vuoi escluderedal lavoro chi non nacque <strong>di</strong> padre già priv<strong>il</strong>egiato del tale e tale altrolavoro! che tu puoi imporre a forza la tua opera a chi ne può e ne vuolefar senza?... che tu imponi tariffe o salarii superlativi? che tu vuoi certezza<strong>di</strong> lavoro?lo ti <strong>di</strong>ssi una volta e torno a ripeterlo che la libertà dell'uno sta<strong>nel</strong> poter fare ciò che non offende la libertà dell'altro, e se tu cre<strong>di</strong> <strong>di</strong>aver <strong>di</strong>ritto a lavorare, come puoi sconoscere <strong>nel</strong> tuo fratello un eguale<strong>di</strong>ritto? ... che c'entra qui la genealogia? Il priv<strong>il</strong>egio della nascita nonè una legge naturale, ma la violazione della legge della natura, perchétutti nascemmo, da un principe o da un facchino, rispetto al <strong>di</strong>ritto nonmonta. Non sai tu che siamo tutti eguali in faccia alla legge? ... Non saitu o facchino che colla nomina dei deputati concorrerai a formare lalegge come <strong>il</strong> nato patrizio, come <strong>il</strong> nato principe? e quando tu ubbi<strong>di</strong>raia legge da te fatta per mezzo de' tuoi deputati, non ubbi<strong>di</strong>rai a testesso? e non sarai tu libero?Lo so anch'io che l'industria, <strong>il</strong> commercio <strong>di</strong> che vive <strong>il</strong> popolo,1 Foglio volante, stampato sul recto e sul verso. Tipografia Delle Piane.303


furon nn qui oppressi da leggi non giuste, non provvide; lo so anch'ioche bisogna chiamare in tuo soccorso la scienza sociale, ossia quella scienzache si occupa <strong>di</strong> ab<strong>il</strong>itare gli uomini al maggiore possib<strong>il</strong>e ben essere collosv<strong>il</strong>uppo, e col più equo riparto della pubblica ricchezza; ma ciò che lascienza propone non si può mettere d'un subito in atto; e bisogna pensarecome riescano in pratica le speculazioni dei dotti. La Francia, la generosaFrancia fa ora le sue prove: i poveri vollero subiti risultati; essi insanguinaronole vie <strong>di</strong> Parigi. Ecco dove trae la furia del popolo quandovuol fare da sé, senza aspettare le leggi, le istituzioni, a stab<strong>il</strong>ir le qualisono finora soltanto ido<strong>nei</strong> quei pochi, che all'amore dei fratelli congiungonolo stu<strong>di</strong>o, la dottrina delle cose sociali. In Roma si pensa allaclasse che vive <strong>di</strong> lavoro; <strong>nel</strong> nostro parlamento se ne è parlato. Ma che siè fatto! .. che si è fatto? Bisogna ora cacciare <strong>il</strong> tedesco; se non si assicurala patria, tu rischi le tue braccia, la tua testa: lascia dunque che non sipensi per ora che a cacciare <strong>il</strong> nemico. lo mi stupisco invece e mi dolgoche qualche nostro deputato abbia pensato ad altro. Una associazione offensivae <strong>di</strong>ffensiva delle forze nostre; in denaro, in armi, in braccia, in munizioni,ecco ciò che si voleva e si vuole. Cento padri Bassi e cento padriGavazzi, che pre<strong>di</strong>chino la guerra santa; uomini nuovi sostituiti negli impieghi,i quali influiscono sulla guerra, ai vecchi e nemici della guerra, chesola ci può dare colla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> nazione i beni materiali e morali, che cimancheranno sempre, finché saremo <strong>di</strong>visi ed oppressi dallo straniero;giunte, comitati <strong>di</strong> guerra, <strong>di</strong> soccorsi per la guerra, <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a nazionale,<strong>di</strong> sicurezza pubblica, <strong>di</strong> pubblica beneficenza, <strong>di</strong> pubblica educazione patriottica;commessarii spe<strong>di</strong>ti <strong>nei</strong> v<strong>il</strong>laggi, <strong>nei</strong> paesetti a stu<strong>di</strong>are sottoquale influenza si mantengano i conta<strong>di</strong>ni, gli inesperti, i decreti con chelo stato adottasse le famiglie dei combattenti; amore e concor<strong>di</strong>a fra noitutti, qualunque sia la nostra opinione circa la libertà, dal momento chesiamo d'accordo circa la in<strong>di</strong>pendenza; riconoscenza ai dolori, deferenzaai buoni consigli <strong>di</strong> quegli esuli che, vissuti in mezzo alle rivoluzioni, dopoaver preparato <strong>il</strong> nostro risorgimento venivano ad insegnarci <strong>il</strong> modo <strong>di</strong>associare le bande dei volontari alle armate già <strong>di</strong>sciplinate, l'entusiasmodella nazione alla strategia del generale; ecco ciò che si voleva e si vuole.E voi parlate <strong>di</strong> priv<strong>il</strong>egio; e voi fate schiamazzi per negare <strong>il</strong> pane alfratello; voi attentate al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà che fa sacro <strong>il</strong> vostro obolo,come <strong>il</strong> m<strong>il</strong>ione risparmiato da chi <strong>di</strong> povero è <strong>di</strong>venuto ricco? lo noncredo queste cose, non posso crederle; la voce corrente ha mentito troppevolte; ha detto tante brutte cose <strong>di</strong> tanti gran<strong>di</strong>, <strong>di</strong> me che non sono grande,e tutte false. E voi lo sapete, ché tra voi non c'è uno che io abbia consigliatoa caciare <strong>il</strong> padre Dellepiane, ad ammazzare i gesuiti, a far violenza a304www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itquella guar<strong>di</strong>a nazionale che è l'àncora della libertà; né a bruciare gli omnibus}né a ricusarvi a stampare o a cucire, né a dare <strong>il</strong> sacco alle case deinob<strong>il</strong>i. Furonvi invece tali, che vi eccitarono a bruciare la Lega Italiana,che <strong>di</strong>vinava la caduta del ministro Ricci, la protesta del Mazzini, che intempo <strong>di</strong> guerra non approvava che l'unione per la guerra, e <strong>di</strong>sapprovavaun'unione definitiva, <strong>di</strong>versa dall'unità, una scelta <strong>di</strong> governo definitivo peitempi della pace fatta in mezzo alla libertà consentita dal cannone tedescoe sardo. Furonvi tali che vi consigliarono ad o<strong>di</strong>are i vostri fratelli, se nonpensassero come volevano i consiglieri vostri, che vi eccitarono insomma alpopolare <strong>di</strong>spotismo.Né mancò chi vi imponesse un atto <strong>di</strong> sfregio al fratello vostro; e colui,anziché rimproverato, sarà forse a quest'ora presidente dei liberali settembrinio decembrini, forse deputato, forse ministro.lo vi ho sempre detto che si può combattere un'opinione coll'armidella parola, ma non minacciare, non opprimere <strong>il</strong> pensatore. Ciò facevanoi tiranni; vorreste ora farvi tiranni? ... Alle Camere si comincia a parlare<strong>di</strong> quelle leggi <strong>di</strong> eccezione, che sanciscono proibizioni e pene suggeritedalla paura. Chi sa che non abbiano preso esempio dalla Francia, che noiimitiamo più che <strong>nel</strong> bene, <strong>nel</strong> male; chi sa che qualche caso <strong>di</strong> violenzacontro la stampa non abbia dato un brutto esempio! lo però protesto controla paura e contro tutti i consigli draconiani che vengono dalla pauradegl'interni nemici.Vi sono tali, che con <strong>di</strong>scorsi parlati o scritti, <strong>di</strong>sturbano <strong>il</strong> nostrorisorgimento, sviando <strong>il</strong> popolo dalla concor<strong>di</strong>a, smorzando l'entusiasmoche vuoIsi per la guerra. Non temete, date aiuto ai buoni, e questi basterannoa mantenere la concor<strong>di</strong>a, a risuscitare l'entusiasmo; ma se fate <strong>il</strong>broncio ad uomini provati per in<strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> animo, per generosità <strong>di</strong>sentire, e conservate in carica i retrogra<strong>di</strong>, la colpa è tutta vostra. Finiamola,dunque, colle vane paure; proteggete, organizzate la nostra rivoluzionecontro la violenza, contro l'Austria. Ciò basta. Voi uomini che vivete delvostro sudore, se avete domande a fare per vostro conto, sappiate che viè <strong>il</strong> parlamento che si occupa <strong>di</strong> voi, e se ne occuperà meglio, dopo averprovveduto alle cose della guerra! In piazza, non un grido che non siaitaliano; maledetto chi pensa a se stesso e non alla patria, quando fremela guerra!Libertà, tolleranza <strong>di</strong> opinioni, purché non si parli <strong>nel</strong>l'interesse eda <strong>di</strong>fesa del nemico; questo sarebbe delitto, e dove comincia <strong>il</strong> delitto, finiscela libertà.Popolo} popolo! io credo che t'abbiano calunniato. Se mai tu fossi,se fossimo rei <strong>di</strong> qualche risentimento o per ingiuria fattaci, o supposta, <strong>di</strong>20305


www.accademiaurbense.itqualche impeto inconsiderato, pren<strong>di</strong> esempio da me. lo mi lascierò percuotere,purché mi ascoltino; e da me non ascolteranno, se non che laparola <strong>di</strong> Giulio II: fuori <strong>il</strong> barbaro. A Dio <strong>il</strong> resto.Didaco Pellegrini120CIRCOLARE DI GIUSEPPE CaRNERa E BUFFAAI SINDACI DEI COMUNI DELLA DIVISIONE DI ALESSANDRIAIll.mo Sig. Sindaco.Alessandria, 9 agosto 1848.Avendo ricevuto dal Governo del Re l'onorevole incarico <strong>di</strong> recarciin questa Divisione <strong>di</strong> Alessandria, come Commissarii straor<strong>di</strong>narii pel prontoor<strong>di</strong>namento della Guar<strong>di</strong>a Nazionale tanto stab<strong>il</strong>e che mob<strong>il</strong>e, ci in<strong>di</strong>rizziamoa V.s. Ill.ma per averne quell'ajuto, e quei lumi, che in virtù dell'ufficiosuo ci può dare, e che senza dubbio per impulso d'amor patrio cidarà colla maggiore abbondanza e sollecitu<strong>di</strong>ne possib<strong>il</strong>e.Cre<strong>di</strong>amo che, per cura del Sig. Intendente, V.S. già sarà stata avvertita<strong>di</strong> invitare per pubblico avviso ad inscriversi sui registri della Guar<strong>di</strong>amob<strong>il</strong>e tutti coloro che volontariamente volessero farne parte, e intanto <strong>di</strong>formare in codesto Comune l'elenco generale <strong>di</strong> quelli, che dalla legge sonochiamati ad arruolarsi in essa. Siamo sim<strong>il</strong>mente persuasi che V.S. senzapor tempo in mezzo avrà messo mano all'esecuzione <strong>di</strong> questi or<strong>di</strong>ni delGoverno. Intanto noi ci cre<strong>di</strong>amo in debito <strong>di</strong> avvertirla che tra pochigiorni sarà da noi delegato un Sotto-Commissario a recarsi <strong>nei</strong> varii Comuni<strong>di</strong> questa Provincia, per esaminare se ciò sia stato fatto con quellad<strong>il</strong>igenza e sollecitu<strong>di</strong>ne, che <strong>il</strong> Governo desidera e la qualità dei tempirichiede.Frattanto invitiamo V.S. Ill.ma <strong>di</strong> inviarci qui in Alessandria l'elenco<strong>di</strong> tutti coloro che per volontà propria o per legge farebbero parte dellaGuar<strong>di</strong>a mob<strong>il</strong>e, e in<strong>di</strong>carci semplicemente <strong>il</strong> numero complessivo <strong>di</strong> quelliche formano la Guar<strong>di</strong>a stab<strong>il</strong>e. Avrà cura <strong>di</strong> <strong>di</strong>rci, <strong>nel</strong> tempo medesimo,quanti fuc<strong>il</strong>i si posseggono costi dalla Guar<strong>di</strong>a Nazionale, e quanti ancorane mancherebbero perché ne sia compiutamente armata. Questo <strong>nel</strong> piùbreve termine <strong>di</strong> tempo possib<strong>il</strong>e.Ci asterremo dall'aggiungere parole per eccitare lo zelo <strong>di</strong> V.S. Ill.ma:le attuali con<strong>di</strong>zioni della nostra Patria parlano <strong>di</strong> per sé altamente al306


www.accademiaurbense.itcuore <strong>di</strong> tutti i buoni citta<strong>di</strong>ni, e siamo persuasi che V.S. non ometteràcura alcuna per essere posta <strong>nel</strong> giu<strong>di</strong>zio del Governo e da quello delpubblico <strong>nel</strong> novero <strong>di</strong> essi.Giuseppe CorneroDomenico BuffaCommissarii straor<strong>di</strong>narii del Governoper la Divisione <strong>di</strong> Alessandria.121MANIFESTO PER LA GUARDIA NAZIONALE DI ALESSANDRIA1M<strong>il</strong>iti citta<strong>di</strong>ni!Alessandria, 9 agosto 1848.Il Comitato per l'organizzazione della Guar<strong>di</strong>a NazionaleLa guar<strong>di</strong>a nazionale non può raggiungere <strong>il</strong> nob<strong>il</strong>e scopo per cuivenne istituita, se ogni citta<strong>di</strong>no appartenente alla medesima non è instruito<strong>nel</strong> maneggio delle armi e <strong>nel</strong>le evoluzioni m<strong>il</strong>itari.Il comitato rende loro noto, che a cominciare da venerdì Il correntesi faranno gli esercizii <strong>nel</strong> quartiere della guar<strong>di</strong>a, tutti i giorni dalle seialle otto della mattina, e dalle sette alle nove <strong>di</strong> sera.Il sig. Pietro Gallo tenente <strong>nel</strong>la 7 a compagnia, è incaricato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigerel'instruzione.Il comitato spera che tanto i m<strong>il</strong>iti semplici, quanto i graduati accorrerannosolleciti ad instruirsi, e crederebbe sconoscere <strong>il</strong> patriottismo <strong>di</strong>questa guar<strong>di</strong>a nazionale, se menomamente dubitasse del suo zelo a prestaretutti quei servizii che la Patria da essa potrà richiedere.avv. Focoavv. DamasioCristoforo Moja1 Manifesto. In calce si legge: Alessandria presso Luigi Capriolo tipografo delGoverno..307


www.accademiaurbense.it122GIULIO REZASCO A BUFFAAmico e fratello <strong>nel</strong>la sventura.Borghetto, lO agosto 1848.Pensai a rispondervi dappoiché fossi riavuto alquanto dallo stuporee dal dolore che m'opprime l'anima e <strong>il</strong> corpo. Ma <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio poteva darluogo a interpretazione che non s'ad<strong>di</strong>ce a me, né a voi: però vi rispondo,come posso.Vi sono, grato della confidenza che avete in me, che pur <strong>di</strong>vido convoi, a <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> tante tenebre, quel raggio <strong>di</strong> luce che <strong>il</strong>lumina ancoral'Italia. Ma, caro mio, dove l'instruzione è pochissima o nulla, dove spiritopubblico non è, dove abbondano gli avversari d'ogni bene, dove i buoni(mettete me fra questi) sono calunniati, insultati, perseguitati, dove giàsi levano le gallorie per lo ritorno delle cose antiche, dove gli ultimi fattidella guerra hanno portato uno scoramento mortale anche ne' buoni coraggiosi,dove è tutto questo, non cre<strong>di</strong>ate che nulla sia operab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> generoso.I generosi servirebbero ad accrescere i sacrifizi, sacrificando sé medesimi,senza potere accendere né pure una fav<strong>il</strong>la del gran fuoco.Credete a me, che conosco e so quello che <strong>di</strong>co per questo riguardo.Molti bisognerà che lascino quel paese; io vi stava <strong>il</strong> più dell'anno, e lodovetti lasciare da più mesi, perché i più non m'intesero o non vollerointendermi. E, se potessi parlarvi, in luogo <strong>di</strong> scrivervi, vedreste che anch'ioho portato una gran soma d'angoscie, ed altra ne veggo preparata,tutta coperta <strong>di</strong> spine, quantunque l'esito delle cose abbia ven<strong>di</strong>cato, purtroppo, le mie ragioni e i miei sospetti. Vedete, dunque, che da questostato ezian<strong>di</strong>o io non potrei nulla che facesse prova. Non<strong>di</strong>meno state certodella lealtà de' miei sensi, che mai contrasteranno a' miei fatti.Non vi <strong>di</strong>menticate <strong>di</strong> me, ve ne prego; e scrivetemi qualche volta, e,se potete, datemi qualche buona novella. lo mi ricorderò sempre <strong>di</strong> voi;e quin<strong>di</strong> voglio replicarmi dall'anima vostro aff.mo amicoG. RezascoA tergo:Al Chiarissimo Sig.r Avv. Domenico Buffa Commissario in Alessandria.308


www.accademiaurbense.itAllegatoL. TONELLI A GIULIO REZASCOAmico carissimo.Veppo, 2 agosto 1848.Nella circostanza che Ella riscriva al Buffa, sarebbe bene gli accennassela sconvenienza <strong>di</strong> lasciare tutti questi paesi senza risposta e <strong>nel</strong>l'assolutaincertezza per la loro de<strong>di</strong>zione, eseguita con tutta legalità e pronunziata<strong>nei</strong> mo<strong>di</strong> più risoluti, ad unanimità <strong>di</strong> voti. Questo contegno dàluogo a delle false voci, che non vi sono accettati e quin<strong>di</strong> riprendono vigorei partiti politici per la Toscana, e i toscaneggianti menano manovre.Per verità, sia detto fra noi, questo lungo s<strong>il</strong>enzio, tenuto dopo lanostra aggregazione è stato scandaloso, e da far cadere le braccia al piùzelante, e se vuole che glielo <strong>di</strong>ca, io sono uno <strong>di</strong> quelli. Mi sono sacrificato,ho sofferto <strong>di</strong> tutto per cogliere a suo tempo gli animi a un solopartito; vi sono riuscito cogliendo ad unanimità i voti per codesta de<strong>di</strong>zione,e poi non si dà neppure una urgente risposta che stesse in qualchemodo a lusingarci. lo, per me, sono quasi <strong>di</strong>sposto a deporre la spadae i ferri.Se credete pure <strong>di</strong> scrivere una lettera all'intendente, chiedendo risultatodella sudetta de<strong>di</strong>zione, si compiaccia <strong>di</strong> stenderla, che io la firmerò,e la spe<strong>di</strong>rò. Mi perdoni se ho scritto con molto, troppo vigore, perché, frale cose del Mincio e le nostre, sono propriamente <strong>di</strong>sgustato. Verso lei,poi me le professo <strong>di</strong> tutto cuore. Obbl.mo ed aff.mo servo.L. To<strong>nel</strong>liP.S. Mi è stata sensib<strong>il</strong>issima la <strong>di</strong>sgrazia avvenuta al sig. suo zio.Che vuole? Siamo in tempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgrazie e continui <strong>di</strong>spiaceri. Bisogna avervi<strong>di</strong> pazienza e rassegnazione.A tergo: All'Ill.mo Prof, Giulio Rezasco. Rocchetta 1.1 La lettera è stata <strong>di</strong>rottata a Sarzana.309


A. C.www.accademiaurbense.it123GIUSEPPE CaRNERa A BUFFARocca d'Arazzo, lO agosto 1848.È in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e ch'io faccia un giro per queste colline, almeno unavisita ai capi-luogo. Sono scorati, sfiduciati, e mal consigliati da parecchitristi. lo vedo che colla conoscenza che ho <strong>di</strong> tutti in questi <strong>di</strong>ntorni, potròfar molto e indurre anche molti giovani ad arruolarsi volontariamente;così che si fonderanno gli altri più volenterosi ad ubbi<strong>di</strong>re alla legge.Procura, adunque, <strong>di</strong> far tu per qualche giorno, <strong>di</strong> andare tu aVoghera e Tortona. Ricordati <strong>di</strong> nominare Moja nostro delegato per laprovincia d'Alessandria, ed informarti chi devi nominare <strong>nel</strong>la provincia<strong>di</strong> Voghera, Tortona e Bobbio. Scrivimi subito, qualche notizia. Se poifosse necessario ch'io mi recassi tosto, o in Alessandria, o altrove, serivimeloe volerò.Salutami tutti e speriamo e operiamo. Il tuoGiuseppe CorneroP.S. Dirigi le lettere in Asti. Raccomanda ai delegati <strong>di</strong> percorrerei v<strong>il</strong>laggi. C'è un lavoro immenso da fare per dar coraggio e <strong>di</strong>struggerele male prevenzioni.A tergo: Al Sig.r Avv.o Domenico Buffa Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governoper la Divisione <strong>di</strong> Alessandria.124MANIFESTO DI BUFFAIl Comitato <strong>di</strong> AmbulanzaAlessandria, lO agosto 1848.Invita le gent<strong>il</strong>i signore, che si presentarono caritatevoli per l'assistenzadei soldati ammalati, nonché quelle che volessero quind'innanzipresentarsi, a far tenere al Comitato medesimo i nomi loro, acciocché possanovenir destinate a quei locali, dove n'è maggiore <strong>il</strong> bisogno, <strong>il</strong> che310


www.accademiaurbense.itrecherebbe <strong>nei</strong> tempo medesimo or<strong>di</strong>ne <strong>nei</strong> servizio, e sollievo ad esse <strong>nel</strong>leloro cure generose.Il Comitato, che finora fu testimonio della squisita carità <strong>di</strong> esse, confidache <strong>il</strong> loro esempio troverà molte imitazioni in questa città, e leringrazia a nome della Patria, a nome de' valorosi da esse assistiti.Per <strong>il</strong> ComitatoDomenico BuffaCommissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo125PROCLAMA DI BUFFA PER LA GUARDIA NAZIONALE DI ALESSANDRIAAlessandria, 11 agosto 1848.IlComitato per l'organizzazione della Guar<strong>di</strong>a Nazionale.M<strong>il</strong>iti Citta<strong>di</strong>ni!Domani giungerà tra noi <strong>il</strong> nostro Re: accorrete, o m<strong>il</strong>iti, a rendere <strong>il</strong>debito omaggio a chi volonteroso dava la libertà a' suoi popoli, e si facevacampione della in<strong>di</strong>pendenza nazionale.Egli torna coll'animo fermo tuttavia in quel nob<strong>il</strong>e inten<strong>di</strong>mento chegli fece sguainare la spada, e viene quasi a vedere se all'animo suo rispondaquello della nazione, ed alla grandezza del proposito la costanza dei sacrficj.M<strong>il</strong>iti, accorrete ad incontrarlo; non uno <strong>di</strong> voi manchi alla chiamata,e col numero, col contegno, colla <strong>di</strong>sciplina mostrate al vostro magnanimoRe quali sal<strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> forza possegga ancora la nazione, e che la causadell'in<strong>di</strong>pendenza italiana non è, non volete che sia perduta.Domenico BuffaCommissario Straor<strong>di</strong>nario del Governoavv. DamasioMojaavv. FocoIn calce: Alessandria presso Luigi Capriolo tipografo del Governo. Sotto si legge<strong>il</strong> seguente appunto: «N.B.. I m<strong>il</strong>iti tanto armati che <strong>di</strong>sarmati dovranno trovarsi inquartiere domani mattina alle ore 6 ».311


www.accademiaurbense.it126GIAMBATTISTA CERESETO A BUFFACar.mo amico.Ovada, 11 agosto 1848.Sono sempre condannato a parlare <strong>di</strong> frati e <strong>di</strong> fraterie, quando appuntone ho meno voglia. Di questi giorni, mi narrano, sia stato arrestatoin Alessandria <strong>il</strong> padre Dasso l, mentre si recava, credo, in Torino. Comesapete è amico mio, e qualunque siano le sue e le mie opinioni, mi credereitroppo v<strong>il</strong>e, per <strong>di</strong>menticarmene <strong>nel</strong> momento della <strong>di</strong>sgrazia. Voi, che sietesul luogo, fate grazia <strong>di</strong> trovar modo <strong>di</strong> giovargli in qualunque modo, ovepossiate, o almeno in<strong>di</strong>catemi un poco in quali termini si trovi la cosa,giacché vivo per questo in gravissimo travaglio.Perdonatemi questa noja che vi reco, la quale per altro non sarà l'ultima,sempre che ne abbia necessità, dacché, come avrete provato e provateora, l'essere buoni e cortesi non è fra gli uomini senza i suoi incomo<strong>di</strong>belli e buoni. Le mosche s'attaccano al miele.Intanto ringraziandovi anticipatamente del favore, ho <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmiaff.mo amicopadre CeresetoA tergo:All'Egregio Sig.re, Il Sig.re Avv. Domenico Buffa. Alessandria.1 Scolopio; intorno a lui si levarono molte proteste in Genova <strong>nei</strong> primi mesi del1848, perché si era scoperta una sua segreta corrispondenza con i gesuiti.127CARLO CADORNA A BUFFA 1Torino, 12 agosto 1848.La Gazzetta <strong>di</strong> jeri ti ha recato le vergognose con<strong>di</strong>zioni dell'armistizio;e queste ci fanno presupporre quelle ancora più vergognose della paceche si sta preparando.Il nostro ministero è caduto: stassera o domattina al più tar<strong>di</strong>, verrà1 Carta intestata: Camera dei Deputati. Ufficio della Presidenza. In epigrafe s<strong>il</strong>egge <strong>il</strong> seguente appunto del Buffa: «Novo ministero ».312


www.accademiaurbense.itfuori <strong>il</strong> successore; già ne circolano i nomi: Revel, Sclopis, Dabormida,Merlo, Giovan<strong>net</strong>ti, e compagnia; i nomi degli altri non fanno, ché <strong>il</strong>principio che li governerà è troppo noto. Il Re ha un bel <strong>di</strong>re che se lecon<strong>di</strong>zioni della pace non saranno onorevoli al paese, si ricomincierà laguerra. I suoi ministri, i suoi generali non la vorranno: ogni con<strong>di</strong>zione peressi sarà ottima. D'altronde <strong>il</strong> Re ora è come prigione del suo stato maggioree della uffizialità; niuno lo approssima, se costoro nol consentono. Gioberti,che vi andò, e che sulla piazza <strong>di</strong> Vigevano parlava degne parole,fu sonoramente fischiato. La deputazione del Circolo Italiano <strong>di</strong> Torino,che recava l'in<strong>di</strong>rizzo al Re per la continuazione della guerra, fu minacciatacoll'armi alla mano da una cinquantina <strong>di</strong> uffiziali; rimessa, appena arrivata,<strong>nel</strong>la sua carrozza e respinta dalla città. Le parole che questi uffiziali mandaronoin messaggio a quanti <strong>di</strong> qui o d'altrove desiderava tuttavia la guerra,sono infami.Temiamo una ristorazione: l'aristocrazia e <strong>il</strong> gesuitismo qui già rialzanola testa. Bisogna tener deste le provincie, se la capitale cieca <strong>di</strong> devozionepel Re, e lavorata sino alle fondamenta dalla aristocrazia e dalmunicipalismo, si lascia addormentare, com'è fac<strong>il</strong>e prevedere.Ricor<strong>di</strong>amo che alla ristorazione tenne <strong>di</strong>etro <strong>il</strong> '30, e quando nonsi possa far altro, stu<strong>di</strong>amoci almeno <strong>di</strong> accelerare <strong>il</strong> corso del tempo.Sui casi <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, qui la opinione è troppo incerta e troppo falsatadall'animosità contro i lombar<strong>di</strong>, per destare una riprovazione ed una in<strong>di</strong>gnazionequalunque. I signori torinesi si sfogano in sarcasmi contro i variicorpi <strong>di</strong> truppa lombar<strong>di</strong> stanziati qui, i cui uniformi sono bell'e nuovi ecc.La me<strong>di</strong>azione francese e inglese è sicura: si tratta sotto l'ombra delloro patrocinio: Se le armi francesi ingrossano alle nostre frontiere, gli èper questo, non per altro. Il duca <strong>di</strong> Toscana ha accettato ancor prima <strong>di</strong>noi codesta me<strong>di</strong>azione. Vedremo. Si buccina che dal Ticino alla Piave,compresi <strong>il</strong> Ducato <strong>di</strong> Modena, sarà un solo <strong>regno</strong> dato non so a chi, chel'Austria starà contenta della Dalmazia, dell'Istria, e dell'alto Venezianoal <strong>di</strong> là della Piave, e che al Piemonte sarà fatta elemosina <strong>di</strong> Piacenza,pagata però con contribuzioni <strong>di</strong> guerra. Voci! Frattanto staremo a vederese <strong>il</strong> ministero, che domani sarà forse al suo posto, continuerà ad armare ea fare tutti quei provve<strong>di</strong>menti, che l'incertezza delle trattative e la certezzadelle con<strong>di</strong>zioni poco onorevoli possono poi far tornare necessarii, nonche ut<strong>il</strong>i.Altre ed altre cose vorrei potere confidare alla carta. Ma per oggibasta: se domani e via <strong>di</strong> seguito avrò altro riscriverò. Non so solamentedove in<strong>di</strong>rizzarti le lettere. Dalla tua veggo che vai a Tortona, Voghera313


www.accademiaurbense.itecc. ... e veggo msieme che raccoman<strong>di</strong> <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare quelle che per tepossono essere alla posta, in Alessandria. Però manderò quà anche le mie,recapitandole pe1 più sicuro alla sig.ra Ranco.Carlo128IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICO[Ovada, 13 agosto 1848] 1.Desidererei sapere notrzie <strong>di</strong> Rosellini, Nocchi, Aquarone. Il nostrocommissario è forse Mellana? La civica che si mob<strong>il</strong>izza deve essere vestitacome l'altra? Quelli che si ascrissero come volontarii sono considerati comegli altri? Saprai che tanto io che Tommaso ci segnammo la stessa mattinache venne l'invito, ma finora non se ne sono sottoscritti che quattro. Ilministero si conserva o si rinnova? In meglio o in peggio? lo non sonoancora vestito, mi devo vestire col solito uniforme civico? Tu quando verraiin Ovada? Come trovi le popolazioni <strong>di</strong>sposte, tanto a Tortona come aVoghera e contorni? Il Re è <strong>di</strong>sposto a dare una sod<strong>di</strong>sfazione ai popoli colcreare commissioni per giu<strong>di</strong>care i tra<strong>di</strong>tori e i colpevoli? Questa civica dachi sarà comandata, forse da qualche mascalzone della camar<strong>il</strong>la, oppure daun uomo che abbia la confidenza della nazione?Ti fo tante domande, perché qui, per mancanza <strong>di</strong> communicazionipronte, molte cose non si sanno spiegare. Questo rovescio aveva già datoun po' <strong>di</strong> brio a certe persone che so io, ma se gli giungo a pelo, nonmanco <strong>di</strong> dargli sulla voce e tacciono perché sono v<strong>il</strong>i. Ho dovuto perfinorimproverare in pubblico caffè un civico graduato, che <strong>di</strong>ceva sarebbe meglioche gettassero a terra la Costituzione, perché a lui non rendeva nulla. lome gli voltai tranqu<strong>il</strong>lamente e gli <strong>di</strong>ssi: «E perché dunque avete giurato<strong>di</strong> conservarla in pubblica piazza? Vergognatevi! ». Bastò perché se neandasse mortificato. La mamà è ancora a Genova con Fanny. Ad<strong>di</strong>o, sta sano.[Ignazio]A tergo:Alessandria.Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera e Commissario in1 Senza data. Timbro postale: Ovada, 13 agosto.314


www.accademiaurbense.it129GIACOMO PLEZZA A BUFFA 1Ill.mo Sig. P.rone Col.mo.Torino, 13 agosto 1848.La emergenza degli or<strong>di</strong>ni dati da S.M., dovendo stanziare in questacittà alcuni corpi dell'Armata, non deve quin<strong>di</strong> riconoscersi tanto necessarioed urgente <strong>di</strong> provvedere alle armi, come lo è in altri luoghi, la m<strong>il</strong>iziacomunale.Ciò malgrado, già se ne mandarono all'uopo, e si procurano <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>rneancora a sod<strong>di</strong>sfazione delle istanze che si fanno, tosto che sarannogiunte quelle commissionate dal governo, e che se ne potrà fare la <strong>di</strong>stribuzionefra le provincie.Le <strong>di</strong>stribuzioni che finora già ebbero luogo, si effettuarono principalmentein quelle provincie più sguernite <strong>di</strong> truppe e che presentavano piùurgente bisogno <strong>di</strong> averne.Ho l'onore <strong>di</strong> essere con <strong>di</strong>stintissima considerazione <strong>di</strong> V.S. Ill.madev.mo, obb.o servo.PlezzaIn margine: Sig.e Avv.o Domenico Buffa R.o Commissario in Alessandria.130FERDINANDO PIO ROSELLINI A BUFFAAlessandria, 14 agosto 1848.Eccomi a sod<strong>di</strong>sfare alla meglio alla promessa che vi ho fatto. E, perentrare subito in materia, <strong>di</strong>rovvi che appena ammesso alla presenza del Reho cominciato a parlare e ho tirato innanzi senza interruzione per ventiminuti almeno. Ho delineato, con quella maggior forza che ho potuto, <strong>il</strong>quadro della nostra posizione presente; ho in<strong>di</strong>cato con franchezza le causeche hanno prodotto i deplorab<strong>il</strong>i effetti, ma ho soggiunto che non conveniva<strong>di</strong>sperare, e che c'era ancora non poco margine per operare cose bellee gran<strong>di</strong>, per ristorare i danni sofferti. Allora ho preso a parlare dei rimedj:l°. Doversi profittare dei quaranta giorni d'armistizio per richiamare sotto1 Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno.315


www.accademiaurbense.itle ban<strong>di</strong>ere i soldati sbandati, per armar la riserva, per far nuove leve, perrhob<strong>il</strong>izzare una parte della guar<strong>di</strong>a nazionale, per fare infine ogni più sollecitoe vigoroso apparecchio <strong>di</strong> guerra. 2°. In secondo luogo essere in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e(e non ho mancato d'insistere su questo punto) <strong>di</strong> mutare i generali.3°. Impegnare la Francia a cooperare efficacemente con noi e tentare tuttele vie <strong>di</strong> appianare gli ostacoli, che a questo intervento potrebbero opporsi.4°. Finalmente doversi guardar bene alla scelta delle persone che comporranno<strong>il</strong> nuovo ministero. Ho mostrato, anzi, che in questa scelta stava <strong>il</strong>nodo vitale della quistione presente; tutti i buoni aspettare con grandeansietà i nomi de' ministri, i quali, se saranno uomini universalmente conosciutiper amici sinceri del progresso, e per eusto<strong>di</strong> gelosi dell'onor nazionale,porranno alla loro accettazione quelle con<strong>di</strong>zioni onorate, che meglio valganoad assicurare <strong>il</strong> nostro avvenire. A costoro non mancherà l'appoggiomorale <strong>di</strong> tutti i veri .patriotti, gli spiriti si rialzeranno, rifioriranno lesperanze e la fede <strong>nel</strong> principio monarchico costituzionale. L'ultimo giornodell'armistizio ci troverà preparati, e per l'Italia torneranno a splendere <strong>di</strong>bei giorni: se all'incontro entrassero ora al potere, come da molti si teme,uomini <strong>di</strong> dubbia fede, allora sarebbero infiniti i guaj, ai quali noi anderemoincontro. E qui ho terminato, accennando i pericoli, e affermando chela rivoluzione sarebbe cosi universale e profonda, che nulla rimarrebbe salvodel presente or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cose. Questa è la sostanza del lungo <strong>di</strong>scorso che hofatto al Re. Egli mi ha ascoltato facendo <strong>di</strong> continuo cenni <strong>di</strong> approvazione.Poi ha preso a rispondermi, <strong>di</strong>cendo che dai suoi generali era statoveramente mal secondato; che tre ne aveva già destituiti, e che altri cambiamentiancora sarebbero fatti; che in quanto alla somministrazione deiviveri egli era stato ingannato e tra<strong>di</strong>to. A questo punto, non ho potutofare a meno d'interrompere <strong>il</strong> Re per esortarlo a far <strong>di</strong> tutto per vederchiaro in questa faccenda, che, se c'era qualche sospetto <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento,conveniva ad ogni costo porre <strong>il</strong> <strong>di</strong>to sui colpevoli e dare qualche esempiosolenne; che le accuse indeterminate e i misteriosi sospetti in cose <strong>di</strong> tantor<strong>il</strong>ievo non poteva tollerarsi; che, per ricondurre la fiducia, bisognava venirea capo <strong>di</strong> tutto, ed estirpare <strong>il</strong> male dalla sua ra<strong>di</strong>ce, ecc. Il Re ha proseguito,<strong>di</strong>cendo essere sua ferma intenzione <strong>di</strong> porsi prontamente in grado<strong>di</strong> riprendere con vantaggio le ost<strong>il</strong>ità, per poi giungere ad una pace onorata;che se egli non avesse la speranza <strong>di</strong> ristorar presto la fortuna delle nostrearmi, già a quest'ora avrebbe ab<strong>di</strong>cato. Raccomandarsi egli adunque a' suoipopoli, e a tutti gl'italiani che si mantengano uniti, che corrano concordementealle armi. Dell'intervento francese, del nuovo ministero non mi haparlato. lo allora ho rimesso in campo i due argomenti, insistendo con piùforza <strong>di</strong> prima per ottenere qualche risposta. Il Re mi ha lasciato <strong>di</strong>re; è316


www.accademiaurbense.itrimasto alquanto perplesso, e poi è entrato ad un tratto a parlare degliultimi fatti <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, dei quali mi ha raccontato alcune circostanze cheignoravo intieramente e che aggravano i torti dei m<strong>il</strong>anesi; poi mi ha descrittocon parole vivissime l'um<strong>il</strong>iazione profonda che gli era riservata aVigevano, dove si è trovato <strong>di</strong>ntorno un esercito che rifiutava affatto <strong>di</strong>combattere. E qui <strong>il</strong> suo <strong>di</strong>scorso è <strong>di</strong>ventato cosl sentimentale, che mi hapreso una compassione grande <strong>di</strong> quel Re, assai più <strong>di</strong>sgraziato che colpevole!Mi pareva <strong>di</strong> aver davanti uno spettro: in verità l'energia e <strong>il</strong> vigorenon ci possono venire da quell'uomo affranto e logoro. Uomini, uomini <strong>di</strong>salda tempra ci vorrebbero: si troveranno? Il tempo stringe; e io <strong>di</strong> nuovosono tornato sull'argomento del nuovo ministero. Mi ha ringraziato, e miha congedato dopo tre quarti d'ora all'incirca <strong>di</strong> colloquio. Uscendo dal Re,sono andato da Castag<strong>net</strong>to, col quale mi sono trattenuto per più d'un'ora.Egli nulla sa dei nuovi ministri; mi assicura però che i retrogra<strong>di</strong> nonla spunteranno, e che ogni pensiero <strong>di</strong> reazione è lontano. Vedremo; <strong>di</strong>maniparto per Torino. Ad<strong>di</strong>o.Sulla busta: Signor Avvocato Domenico Buffa. Tortona.F. P. RoselliniIll.mo signore.131GIOVANNI DOSSENA A BUFFAAlessandria, 14 agosto 1848.Ieri io accettava colla massima sod<strong>di</strong>sfazione l'onorevole qualità <strong>di</strong>sotto-commissario, <strong>di</strong> cui piacque alla S.V. <strong>di</strong> investirmi, desideroso <strong>di</strong>potere anch'io cooperare attivamente al buon andamento della causa da noitutti volenterosamente e sentitamente abbracciata. Ma le notizie pervenuteciquesta mane danno a <strong>di</strong>vedere un notevole cangiamento <strong>nel</strong>l'aspetto dellecose, e l'inut<strong>il</strong>ità delle operazioni che io era <strong>di</strong>sposto a mandare ad effetto.In Torino la reazione contro le nuove istituzioni ha ormai ottenuto <strong>il</strong>sopravvento, ed ha riappiccato i suoi f<strong>il</strong>i al partito retrogrado, potentissimo<strong>nel</strong>le provincie, e che ora comincia pur troppo a dar segni visib<strong>il</strong>i <strong>di</strong> vita.Due o tre giorni sono, in Solero ed in Castelceriolo, paesi vicini a questacittà, si fecero violente <strong>di</strong>mostrazioni contro la guar<strong>di</strong>a nazionale, né sirisparmiarono le ingiurie contro quelli particolarmente che procurarono negli317


www.accademiaurbense.itscorsi mesi <strong>di</strong> tenere viva la fiamma della libertà e dell'in<strong>di</strong>pendenza. Noici troviamo in una crisi terrib<strong>il</strong>e. La classe alta (mi si perdoni l'espressionearistocratica) si unisce alla classe bassa per abbattere <strong>il</strong> ceto me<strong>di</strong>o, a cuisi imputa la guerra, <strong>di</strong>sgraziatamente combattuta, sulle pianure lombarde,e le <strong>di</strong>sastrose conseguenze che ne provennero. E forse le loro inique mireriusciranno, se non vi sopraviene qualche fatto straor<strong>di</strong>nario valevole a darealle cose un <strong>di</strong>verso in<strong>di</strong>rizzo.In questa situazione in cui noi siamo, in cui l'istituzione della guar<strong>di</strong>anazionale è vac<strong>il</strong>lante, e ne venne prostrato lo spirito dalla setta iniqua,specialmente <strong>nei</strong> piccoli paesi, a che mai gioverebbe la mia gita e la miaresidenza <strong>di</strong> mezza giornata o <strong>di</strong> un giorno <strong>nei</strong> varj paesi della provincia,la maggior parte pervertiti da malvagie insinuazioni e da scellerati raggiri?lo non farei altro che sprecare un tempo prezioso, che impiegar posso,con maggior probab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> successo favorevole, in questa città, sventuratamentescarsa <strong>di</strong> cal<strong>di</strong> promotori <strong>di</strong> sentimenti liberali.D'altronde, per la parte attiva da me presa <strong>nel</strong>l'ajutare lo sv<strong>il</strong>uppoappunto <strong>di</strong> questi liberali sentimenti, sono sicuro e sicurissimo d'esser fattosegno al rancore ed alla vendetta del partito avverso, <strong>il</strong> quale nulla ometterebbe,in un momento d'orgasmo, <strong>di</strong> aizzarmi contro i mascalzoni da essostipen<strong>di</strong>ati. Rimanendo in città, non mi coglieranno almeno alla sprovvista,e forse non ar<strong>di</strong>rebbero, conoscendomi preparato a riceverli a dovere. Seall'incontro, mi assento per più giorni, mi espongo al rischio infallantemente<strong>di</strong> perdere <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o delle loro ribalde mene.Piaccia alla S.V. <strong>di</strong> b<strong>il</strong>anciare posatamente queste mie osservazioni, econverrà meco non essere in niun modo conveniente, <strong>nel</strong>lo stato attualedelle cose, che mi ponga all'opera per <strong>di</strong>simpegnare l'incarico <strong>di</strong> cui Ellavolle onorarmi, e non le sembrerà sorprendente che io, dopo le notiziericevute questa mattina, mi sia determinato a rinunziarvi. Coll'amico Moja,non le sarà sicuramente <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>il</strong> rinvenire persona <strong>di</strong> me più ab<strong>il</strong>e edassennata; e mentre la prego a volermi continuare la sua amicizia, mi pregio<strong>di</strong> protestarmi devotissimo ed obbI.mo servo.Giovanni DossenaA tergo: Ill.mo Sig.r Avv.o Buffa Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo per laDivis.ne <strong>di</strong> Alessandria. Tortona.318


Concitta<strong>di</strong>ni.www.accademiaurbense.it132MANIFESTO DI BUFFATortona, 15 agosto 1848.Se mai abbiamo avuto obbligo <strong>di</strong> mostrarci veramente uomini ed Italiani,egli è in questo tempo. Avvezzi a passare <strong>di</strong> vittoria in vittoria, potemmo<strong>il</strong>luderci pensando che niuno ostacolo verrebbe a sorgere contro <strong>di</strong> noi, cheper una via tutta <strong>di</strong> gloria e <strong>di</strong> felicità potremmo giungere alla meta. Ma<strong>il</strong> bene gran<strong>di</strong>ssimo della in<strong>di</strong>pendenza e della libertà non fu dato da Dioa nessun popolo, se non a prezzo d'enormi sacrifici: e ora Egli chiedeanche a noi la nostra parte <strong>di</strong> essi, e ci mette alla prova quasi per vederese dopo tanti secoli <strong>di</strong> sciagure e <strong>di</strong> avv<strong>il</strong>imento, finalmente siam <strong>di</strong>venutidegni d'essere una nazione. Ebbene, mostriamo che quello che gli altri popolihanno fatto, sappiamo far noi, e che <strong>nel</strong>la buona o <strong>nel</strong>l'avversa fortunaniuna grandezza è straniera all'Italia.D'una cosa ci ha persuasi la guerra passata, ed è che noi abbiamo unEsercito valorosissimo, del quale ogni popolo più glorioso si vanterebbe.La nazione che ha un tale esercito non può, non dee <strong>di</strong>sperare <strong>di</strong> sé.Imitiamo <strong>il</strong> valore de' nostri soldati: prepariamoci ad esser tutti soldati,se <strong>il</strong> bisogno lo richiederà. La Guar<strong>di</strong>a Nazionale mostri comprendere inquesti tempi tutta la grandezza de' proprii doveri, e col suo generosoesempio sia maestra al popolo. Ricor<strong>di</strong>amoci de' bei giorni che <strong>di</strong>ederoprincipio alla guerra, e rinnoviamoli colla nostra virtù: alla grandezza delproposito risponda la costanza de' sacrifici: per pigrizia o v<strong>il</strong>tà nostra nonvada perduta la più grande occasione che Dio abbia mai offerto all'Italia.Domenico BuffaCommissario Straor<strong>di</strong>nario del Governoper la Divisione <strong>di</strong> Alessandria.133IL MAGGIORE COMANDANTE LA GUARDIA NAZIONALE DIA BUFFAIllustrissimo Sig. Sig. P.ron Col.mo.STRADELLAStradella, 23 agosto 1848.Appena mi venne trasmessa officialmente la nomina <strong>di</strong> maggiore delbattaglione della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Stradella, <strong>il</strong> signor sindaco si <strong>di</strong>ede319


la premura <strong>di</strong> far radunare <strong>il</strong> battaglione <strong>il</strong> giorno 13 volgente agosto, ondedare evasione alle prescrizioni contenute <strong>nel</strong>l'art. 50 della legge 4 marzoultimo scorso.Duolmi manifestare a V.S. Ill.ma che i m<strong>il</strong>iti obbe<strong>di</strong>rono alla chiamatain piccolissimo numero, e che per sovraggiunta fu necessario <strong>di</strong> protrarrela prestazione del giuramento, chi sa sino a quando, mancando ancheall'appello alcuni ufficiali.In questo borgo richiedesi <strong>di</strong> dar opera alacremente alla completazionedelle compagnie, laddove lo stanziamento <strong>di</strong> regie truppe, l'importanzadella posizione topografica del paese, sovvertitori dell'or<strong>di</strong>ne pubblico,persone d'ogni banda che ivi si raccolgono, e la frequenza <strong>di</strong> arresti <strong>di</strong>in<strong>di</strong>vidui sospetti, e maleintenzionati, costituiscono una circostanza eccezionalee straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> ammettere un servizio permanente <strong>di</strong> corpo <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a.Codesto servizio, proclamato <strong>di</strong> tanta necessità, tornerebbe <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>itàpositiva e <strong>di</strong> leggiero agravio, se i m<strong>il</strong>iti componenti <strong>il</strong> battaglione lo <strong>di</strong>simpegnasserociascuno al loro torno. Ma più della terza parte non rispondeagli inviti dell'autorità preposta a mantener l'or<strong>di</strong>ne pubblico, e vi hannotaluni che si fanno lecito <strong>di</strong> rifiutarsi pubblicamente, <strong>di</strong>ffondendo per sovrabondanzalo scandalo <strong>nei</strong> pochi zelanti e teneri dell'amore <strong>di</strong> patria e rendendoo<strong>di</strong>osa la generosa istituzione della m<strong>il</strong>izia nazionale. E vi hannoanche taluni che si fanno surrogare ognora da un famiglio, o da un bifolco,contro l'espresso <strong>di</strong>vieto della legge.Le mancanze <strong>di</strong> siffatto genere, che hanno stretta attinenza all'or<strong>di</strong>ne,hanno d'uopo d'essere punite coi mezzi che la legge canonizza: la condanna<strong>di</strong> un solo <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>ente, o colpevole, sarebbe da tanto da impe<strong>di</strong>reche si riproducano, e da ridonare alla m<strong>il</strong>izia quella forza morale, che orainchina a venir meno e sperdersi.Ma <strong>il</strong> palla<strong>di</strong>o della conservazione del liberale stab<strong>il</strong>imento della guar<strong>di</strong>anazionale deve principalmente dalle armi ripetersi, e questo cospicuo borgo,che racchiude una popolazione <strong>di</strong> ottom<strong>il</strong>a anime, non ha ricevuto checinquanta fuc<strong>il</strong>i, e la maggior parte <strong>di</strong> essi in cattivo stato.Un'altra cosa, che fin dallo scorso maggio richiamò la vig<strong>il</strong>e attenzionedel ministero e <strong>di</strong>ede luogo a somministrare delle savie norme, si versanegli esercizii.La legge non obbliga la m<strong>il</strong>izia ad addestrarvisi; ma se l'imperizia <strong>di</strong>caricar i fuc<strong>il</strong>i può produrre qualche sinistro, l'i<strong>net</strong>titu<strong>di</strong>ne a maneggiarl'armi, può esser causa <strong>di</strong> scherno ai retrogra<strong>di</strong> e malaugurati, sogghignandoad una istituzione esenzialmente civ<strong>il</strong>e, investita dell'alta missione .<strong>di</strong> conservarl'or<strong>di</strong>ne e la tranqu<strong>il</strong>lità.A prevenire codesti inconvenienti, i tempi correnti offrono a questa320www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itm<strong>il</strong>izia delle agevolezze. Forse senza gravi <strong>di</strong>fficoltà la comune potrebbemob<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> battaglione alla scienza delle armi, ed aumentare i necessarjtamburi, richiedendo ai superiori alcuni istruttori fra <strong>il</strong> 18.mo Reggimento,che ha presentanea stanza in questo borgo.Ma a conseguire la regolarità del servizio, la obbe<strong>di</strong>enza alle chiamate,e la <strong>di</strong>sciplina, unico scopo che appaghi i desideri <strong>di</strong> chi zela indefesso per<strong>il</strong> bene pubblico, non havvi d'efficace che <strong>il</strong> concorso dell'autorità.Egli è a questo fine che io rassegno a V.S. Ill.ma questa fedele esposizione,supplicandola <strong>di</strong> accoglierla favorevolmente, e quin<strong>di</strong> degnarsi d'impartirea chi si aspetta quegli or<strong>di</strong>ni, e <strong>di</strong>rezioni che la S.V. reputeràconsentanee all'uopo.Nella fiducia che V.S. degnerassi altresì attribuire questa mia relazionenon solo a scarico <strong>di</strong> dovere, ma ezian<strong>di</strong>o a zelo <strong>di</strong> servizio, mi arrogol'onore <strong>di</strong> presentarle gli atti del più profondo rispetto.Di V.S. Ill.ma dev.mo obb.mo servitore.Il Maggiore Comandante <strong>il</strong> BattaglioneGhislanzoni134IL MAGGIORE DELLA GUARDIA NAZIONALE DI TORTONA A BUFFAIll.mo Signore.Tortona, 24 agosto 1848.In conformità del cenno fattomi col <strong>di</strong>stinto <strong>di</strong> Lei foglio 23 corr.te,saranno <strong>di</strong>mani trasmessi alli in<strong>di</strong>catimi comuni li noti esemplari, cioè aSale 600, a Pontecurone 50, ed a Castelnuovo 150.Non posso guari attivare la Guar<strong>di</strong>a Nazionale in questa città, siasiperché non è ancor stata fatta la nomina dell'ajutante maggiore, né accordato<strong>il</strong> prescritto grado al segretario del consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina: siasi perchéli m<strong>il</strong>iti in questa stagione non vogliono comparire agli esercizi, ne credono<strong>di</strong> poter essere obbligati a procurarsi <strong>il</strong> piccolo uniforme; che ezian<strong>di</strong>o pelservizio della guar<strong>di</strong>a giornaliera, che ho dovuto limitarlo alla sola notte.Non dubito che <strong>il</strong> sindaco acconsentirà, che si <strong>di</strong>stribuiscano li nostri pochifuc<strong>il</strong>i a quei m<strong>il</strong>iti, che si presenteranno abbigliati in uniforme al serviziodella guar<strong>di</strong>a, e così si avrà qualche progresso <strong>nel</strong> battaglione.Mi si scrive da Vercelli che l'operazione della mob<strong>il</strong>izzazione dellaguar<strong>di</strong>a nazionale in quella città è già terminata, (qui ci vorrà ancor tempo),21321


www.accademiaurbense.itesservi colà giunto <strong>il</strong> generale Giacomo Durando con cinque m<strong>il</strong>a uomini,e ritrovarsi là stanziate tutte le legioni, d'Antonini, Manara, degl'esuli,polacchi ecc.Mi pregio intanto con particolare ben <strong>di</strong>stinta stima.Di V.S. Ill.ma dev.mo obb.mo servitore.TartaraMagg.re della Guar<strong>di</strong>a NazionaleA tergo: All'Ill.mo Sig. Sig. P.ron Coll.mo. Il Signor Avv.to Domenico BuffaCommissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo. Voghera.135MANIFESTO DI BUFFA PER LA GUARDIA NAZIONALE DI VOGHERAGuar<strong>di</strong>a Nazionale <strong>di</strong> Voghera..Voghera, 25 agosto 1848.L'instituzione della Guar<strong>di</strong>a Nazionale sarebbe cosa all'intutto vanase quelli che dalla legge sono chiamati a farne parte non prestassero esattamente<strong>il</strong> dovuto servizio, e non fossero solleciti <strong>di</strong> istruirsi bastevolmentein ciò che è mestieri a ben prestarlo. Ad ottenere <strong>il</strong> quale scopo, si stab<strong>il</strong>isconole seguenti norme, affidando al consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, che viencreato con questa medesima notificanza, la cura <strong>di</strong> procurarne d'ora in po<strong>il</strong>'esatta osservanza me<strong>di</strong>ante la rigorosa applicazione delle pene.SERVIZIO ORDINARIO1. Un tenente o sotto-tenente verrà designato per torno <strong>di</strong> ruolo acomandare la Guar<strong>di</strong>a: questi <strong>nel</strong> <strong>di</strong>scendere la Guar<strong>di</strong>a farà tenere la suarelazione all'ajutante maggiore.2. Il servizio d! guar<strong>di</strong>a richiede un sergente, due caporali e ventim<strong>il</strong>iti (de' quali quattro per ciascuna compagnia), che verranno fatti avvertiredue giorni prima dai rispettivi furieri, e dal maggiore destinati sia persenti<strong>nel</strong>le, sia per pattuglie.Questo modo <strong>di</strong> servizio comincierà ad essere posto in vigore appenanominato l'ajutante maggiore.3. A tutti coloro, sì m<strong>il</strong>iti che ufficiali, che ricusassero <strong>di</strong> prestare<strong>il</strong> servizio, o con atti o con parole mostrassero insubbor<strong>di</strong>nazione ai loro322


www.accademiaurbense.itsuperiori, <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina applicherà severamente le pene stab<strong>il</strong>itedalla legge della Guar<strong>di</strong>a Nazionale <strong>nel</strong>la sezione VIII, della quale sarà<strong>di</strong>stribuito un esemplare a ciascun m<strong>il</strong>ite, acciocché possa avere piena conoscenzadelle punizioni a cui si esporrà, mancando al proprio dovere.Sarà pure <strong>di</strong>stribuito a ciascun m<strong>il</strong>ite un esemplare della presentenotifìcanza.ESERCIZI1. Da oggi 10 poi <strong>nel</strong>la piazza Castello si troveranno ogni giornogl'istruttori pei bassi uffiziali, caporali e m<strong>il</strong>iti, cominciando dalle ore seidel mattino e dalle cinque della sera. Il maggiore assegnerà un luogo pergli esercizi degli ufficiali.2. Gli esercizi sono obbligatorii fìnoaché <strong>il</strong> m<strong>il</strong>ite o l'ufficiale nonabbia ottenuto dall'aiutante maggiore un attestato che lo <strong>di</strong>chiari sufficientementeinstruito.3. Al m<strong>il</strong>ite che non v'intervenisse almeno due volte la settimana,sarà applicato <strong>il</strong> <strong>di</strong>sposto degli articoli 73 e 79 della legge <strong>nel</strong> modo seguente:Per la prima mancanza sarà tenuto <strong>di</strong> montare una guar<strong>di</strong>a fuori <strong>di</strong>torno, in<strong>di</strong>pendentemente dal servizio regolarmente comandato, e ch'egliè obbligato <strong>di</strong> fare.Per la seconda mancanza sarà messo in arresto per un tempo nonmaggiore <strong>di</strong> due giorni.Per le successive mancanze l'arresto sarà <strong>di</strong> tre giorni.Finoaché si abbia un'adatta camera <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, alla pena dell'arrestosi sostituirà una multa estensib<strong>il</strong>e dalla L. 1 alle lO.4. Queste pene sono pure applicab<strong>il</strong>i agli ufficiali, conforme al prescrittodella legge.5. Gli esercizii sono obbligatorii anche pei m<strong>il</strong>iti della riserva, e<strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> mancanza, saranno loro applicate le pene medesime.DISPOSIZIONI VARIE1. I m<strong>il</strong>iti che non hanno ancora uniforme saranno tenuti <strong>di</strong> procurarsi,entro <strong>il</strong> termine d'un mese, almeno <strong>il</strong> piccolo uniforme ultimamenteapprovato dal Ministero, e che richiede una tenuissima spesa.2. Tostoché <strong>il</strong> Governo avrà mandato al Municipio i fuc<strong>il</strong>i (<strong>il</strong> chesarà fra breve) tutti quelli che avranno uniforme riceveranno <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e daportare a domic<strong>il</strong>io.323


www.accademiaurbense.it3. Quando i m<strong>il</strong>iti avranno <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e a domic<strong>il</strong>io, i superiori li passerannoalmeno una volta <strong>il</strong> mese a rassegna per visitarne le armi.IL CONSIGLIO DI DISCIPLINA È COMPOSTO COME SEGUE:PresidenteRelatoreSegretarioConsiglierimaggiore Gaspareluogotenente LuigiLuigi BorloneBeltramiFerrari Dagradocapitano Pompeo Bottàluogotenente Pietro Ferrarisergente Livio Cambiaggicaporale Luigi Campagnolim<strong>il</strong>ite Carlo Gallini» Carlo BarattaMILITI CITTADINI!Sono fermamente convinto che non per timore delle punizioni, maper sentimento del proprio dovere presterete <strong>il</strong> servizio richiesto, ed accorreretead eru<strong>di</strong>rvi <strong>nei</strong> m<strong>il</strong>itari esercizj: pure se alcuno <strong>di</strong> voi si mostrassenegligente, le pene sovrascritte gli sarebbero tanto più rigorosamente applicate,quanto più è colpevole chi manca ad un dovere che gli è impostodalla necessità della Patria.Esorto sopratutto gli uffiziali e bassi uffiziali ad usare ogni sollecitu<strong>di</strong>ne<strong>nel</strong>l'adempimento delle proprie obbligazioni; acciocché l'esempio lorosia scuola ai m<strong>il</strong>iti: la fiducia <strong>di</strong> questi conferi loro l'onorevole grado cheoccupano, se ne mostrino degni col fatto. Dove l'ufficiale è negligente, <strong>il</strong>m<strong>il</strong>ite non ha <strong>di</strong>sciplina.M<strong>il</strong>iti! mostrate che coll'aggravarsi dei tempi cresce in voi la d<strong>il</strong>igenzae l'ardore, e che la Patria, la quale fin da principio pose in voi tanta partedelle sue speranze, non s'è ingannata, e può riposare sicura sull'operanostra.Domenico BuffaCommissario Straor<strong>di</strong>nario del Governoper la Divisione <strong>di</strong> Alessandria.324


www.accademiaurbense.it136CIRCOLARE A STAMPA DI BUFFAAI PARROCI DELLA PROVINCIA DI VOGHERAReveren<strong>di</strong>ssimo Signore.Voghera, 26 agosto 1848.Era mio desiderio recarmi presso V.S. Reveren<strong>di</strong>ssima, senonché lastrettezza del tempo, e la quantità dei Comuni che debbo visitare mene hanno impe<strong>di</strong>to. Quin<strong>di</strong> la prego <strong>di</strong> permettermi ch'io le <strong>di</strong>ca periscritto quello che avrei voluto potere <strong>di</strong>rle a voce.Il Governo mandando per le Provincie de' Commisarii straor<strong>di</strong>narii(della qual carica ha voluto onorare anche me) si è proposto principalmentedue fini; l'uno <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare sollecitamente quanto riguarda la Guar<strong>di</strong>aNazionale e la mob<strong>il</strong>izzazione <strong>di</strong> essa; l'altro <strong>di</strong> tentare ogni mezzo piùadatto a rianimare lo spirito delle popolazioni sconfortato dall'ultime vicendedella guerra. Il Governo non <strong>di</strong>menticò che uno de' mezzi piùefficaci a tale scopo è l'influenza del Clero; e certo <strong>nel</strong>la sua coscienza cheha per le mani una causa santa e pienamente consentanea alla Religione,non dubita fare appello al Clero e singolarmente ai Reveren<strong>di</strong>ssimi Parrociperché vogliano accorrere a coadjuvarla colla potente opera loro. Non<strong>di</strong>menoesso è ben lontano dal volere con ciò minimamente ledere quellasacra libertà <strong>di</strong> coscienza che si dee rispettare sopratutto ne' Sacerdoti,o porre, <strong>di</strong>rei quasi, sulla bocca ai Pastori le parole ch'essi debbono <strong>di</strong>real popolo. Il Governo non fa che un invito; un invito avvalorato daquell'autorità che non si può negare a chi regge la somma delle cose; marispetta troppo i suoi dritti temporali per tentare giammai d'ingerirsi inalcun modo in quelli spirituali del Clero.Del resto, mentre per adempiere al proprio dovere esso ricorre aiReveren<strong>di</strong>ssimi Parroci, è perfettamente persuaso che niun Sacerdote abbisognide' suoi eccitamenti per mostrarsi buon citta<strong>di</strong>no.Egli è per ubbi<strong>di</strong>re da un lato all'impulso del Governo, e dall'altroa quella reverenza che mi lega a tutti i Pastori <strong>di</strong> anime, ch'io mi <strong>di</strong>riggoa V.S. Reveren<strong>di</strong>ssima per pregarla <strong>di</strong> adoperare la sua gran<strong>di</strong>ssima influenzaa rianimare le popolazioni ed eccitare in esse quell'entusiasmo equella fede ne' proprii destini, che sono necessarii a salvare le nazioni.Il Governo le sarebbe altamente grato se V.S. volesse tanto coiprivati ragionamenti, quanto con pubbliche preghiere, con tridui, a modod'esempio, accompagnati da calde esortazioni, infervorare <strong>il</strong> popolo per lasanta causa nazionale. Il popolo imparerebbe fac<strong>il</strong>mente dalla bocca del325


www.accademiaurbense.itsuo Pastore che cosa sia Patria, che sia la Libertà, che l'In<strong>di</strong>pendenza<strong>di</strong> una nazione, e si sentirebbe <strong>di</strong>sposto a fare que' sacrificii, che sononecessarii all'acquisto e alla conservazione <strong>di</strong> beni cosi gran<strong>di</strong>. PotrebbeV.S. fargli intendere che la nostra sciagura non è tanta, quanta apparvedapprima; che quei tre beni sono tanto stimab<strong>il</strong>i fra tutti gli umani, chemeritano da noi ben altri sacrifici ancora; che tutte quelle nazioni le qualigli acquistarono, furono ben più provate da Dio che noi; e che se Dioci ha mandato questa <strong>di</strong>sgrazia, gli è forse per far prova <strong>di</strong> noi, pervedere se veramente siamo degni <strong>di</strong> conseguirli. lo non suggerirò a V.S.Reveren<strong>di</strong>ssima quello che debba <strong>di</strong>re: non dubito che <strong>il</strong> suo amor patriole detterà parole calde, e degne della gran causa per cui combattiamo,degne della Religione, che inspira i più nob<strong>il</strong>i sacrifici.Sarebbe anche ut<strong>il</strong>issimo che V.S. <strong>di</strong>singannasse <strong>il</strong> popolo sopra certe<strong>di</strong>cerie che i malevoli fanno correre intorno alla mob<strong>il</strong>izzazione della Guar<strong>di</strong>anazionale. I m<strong>il</strong>iti mob<strong>il</strong>izzati non vanno alla guerra: secondo la leggedebbono essere impiegati a guardare i confini e le fortezze dello Stato <strong>nel</strong>caso che l'esercito attivo dovesse andare a combattere: egli è dunquelontano da ogni probab<strong>il</strong>ità ch'essi vedano mai la faccia del nemico. Il.popolo sarà confortato da queste parole, e non vedrà <strong>nel</strong>la mobiIizzazione'quello che certi ingannatori vorrebbero fargli vedere, cioè un nuovo genere<strong>di</strong> coscrizione.Il Governo confida <strong>nel</strong>l'opera <strong>di</strong> V.S. e saprà ricordarsi tanto <strong>di</strong>que' Parroci, che avranno giovato, quanto <strong>di</strong> quelli che avranno avversatola causa nazionale.Mi permetta ch'io colga l'occasione per <strong>di</strong>rmi colla più profonda stima<strong>di</strong> V.S. Reveren<strong>di</strong>ssima dev.mo serv.oDom.o BuffaCommissario Strard.o del Governoper la Divis.e <strong>di</strong> Alessandria.137MINUTA DI LETTERA DI BUFFA AL SINDACO DI CASTEGGIOIll.mo Sig.re.Casteggio, 26 agosto 1848.Conoscendo lo zelo <strong>di</strong> V.S. IlI.ma <strong>nel</strong> promuovere tutto ciò che puògiovare al pronto e compiuto or<strong>di</strong>namento della Guar<strong>di</strong>a nazionale, sono326


www.accademiaurbense.itpersuaso che porrà ogni sollecitu<strong>di</strong>ne <strong>nel</strong> mandare ad effetto que' suggerimentiche a tale scopo le verrò facendo qui sotto.l°. Converrà innanzi tutto procurare che senza d<strong>il</strong>azione alcuna laGuar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> questo comune, se non lo ha ancora prestato, presti<strong>il</strong> giuramento voluto dalla legge, al qual uopo sarà bene che <strong>il</strong> segretarioman<strong>di</strong> a tutti i m<strong>il</strong>iti un invito per iscritto.2°. Bisognerà provvedere un tamburo per Compagnia col suo tamburino,assegnando a questo uno stipen<strong>di</strong>o conforme si crederà più conveniente..30. È pure in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e provvedere la Compagnia <strong>di</strong> un instruttoreper gli esercizii.4°. Il Comune potrebbe incaricarsi <strong>di</strong> fare a tutti i m<strong>il</strong>iti <strong>il</strong> piccolouniforme che richiede una spesa tenuissima, facendolo poi pagare imme<strong>di</strong>atamentea quelli che sono in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> farlo, e per piccole rate aquelli che si trovano in più stretta fortuna.Del resto non posso abbastanza raccomandarle <strong>di</strong> essere sollecito pertutto ciò che può in qualche modo conferire all'or<strong>di</strong>namento della Guar<strong>di</strong>aNazionale. Il Governo è fermamente deciso <strong>di</strong> condurre una volta a compimentoquesta instituzione, come abbisogna della zelante opera de' Sindaci,cosi saprà vegliare a che le intenzioni sue siano mandate ad esecuzione.Quanto alle spese, che occorresse <strong>di</strong> fare, non dubito che V.S. troveràsempre <strong>il</strong> sig. Intendente <strong>di</strong>spostissimo ad approvarle, ogni qualvolta siano veramente giuste ed ut<strong>il</strong>i.Domenico Buffa138GIACINTO SALVP A BUFFAVoghera, 27 agosto [1848].Vi mando, al più presto che mi fu possib<strong>il</strong>e, le 100 copie della vostrabella lettera ai parroci. Non toccai pressoché nulla della redazione, perchénon vi fu bisogno, ma ne corressi le stampe. 10 st<strong>il</strong>e semplice e, <strong>di</strong>rei quasievangelico, che voi adoperaste produrrà, spero, buoni effetti <strong>nel</strong>la generalità<strong>di</strong> quei reveren<strong>di</strong>. È pur tempo che, membri essi pure della comune patria,l Deputato, appartenne al gruppo d'opposizione al ministero Pi<strong>nel</strong>li. Nel gennaiodci 1849 fu mandato da Gioberti in Toscana con Giovanni Lanza in qualità <strong>di</strong> commissarioplenipotenziario per la composizione della vertenza lunigianese..327


www.accademiaurbense.itse ne mostrino degni concorrendo, con tutte le loro forze e con tutta l'autoritàche dà loro la Religione, alla <strong>di</strong>fesa de' sacrosanti <strong>di</strong> lei <strong>di</strong>ritti, minacciatida un pugno <strong>di</strong> v<strong>il</strong>i e <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>tori, pur troppo ancora potenti perl'imperdonab<strong>il</strong>e ignavia e fiacchezza <strong>di</strong> chi sta al governo. Guai, se mostrasserocoi fatti <strong>di</strong> sconoscere la santa e patriotica loro missione in questisolenni momenti!Siamo sempre piuttosto al bujo sulla condotta del governo in questegravissime circostanze, quantunque sembri sollevarsi un piccol lembo delfatal velo. Conoscerete già forse la demissione <strong>di</strong> alcuni nostri generali especialmente del troppo celebre Salasco, che a stento si sottrasse a unatempesta popolare in Alessandria, pell'arbitraria sua condotta in verso deldottor Dossena 2, e l'avrebbe forse finita alla peggio se non si fosse precipitosamenterifugiato <strong>nel</strong> palazzo regio sotto le ali protettrici <strong>di</strong> questotroppo indulgente Sovrano. Onore al coraggioso patriotismo della Guar<strong>di</strong>aNazionale alessandrina e alla fermezza del bravo intendente Ro<strong>di</strong>ni! Se talnob<strong>il</strong>e esempio seguito fosse dalle altre città dello Stato, <strong>il</strong> potere si sveglierebbe,per Dio! dal turpe suo sonno, e la patria sarebbe salva. Atten<strong>di</strong>amoe intanto apparecchiamoci da nostro canto a <strong>di</strong>fendere, con un coraggiodegno dell'antica nostra fama, le libere instituzioni acquistate.Oltre <strong>il</strong> Broglio, si <strong>di</strong>ce che anche <strong>il</strong> Bava chieda d'esser sottopostoad un consiglio <strong>di</strong> guerra. Sta bene, ma come vi <strong>di</strong>cea jeri, se questo consiglionon è ben composto, cioè <strong>di</strong> bassi uffiziali e soldati, con tutt'al piùun capitano per presidente, e se non si pubblica un manifesto all'Armata,2 Pietro Dossena (1812-1875), capo del partito democratico alessandrino. Partivolontario <strong>nel</strong> 1848 e fece parte della colonna Simo<strong>net</strong>ta dei carabinieri lombar<strong>di</strong>. Nellalettera del Salvi si accenna ad un episo<strong>di</strong>o interessante, ricordato da Am<strong>il</strong>care Bossola(cfr. Il soggiorno <strong>di</strong> Carlo Alberto in Alessandria <strong>nel</strong> 1848, in Rivista <strong>di</strong> storia, arte earcheologia per la provincia <strong>di</strong> Alessandria, a. IX luglio- settembre 1901, p. 48. È ut<strong>il</strong>eriferire tale episo<strong>di</strong>o, che riguarda <strong>il</strong> generale Salasco, trattandosi <strong>di</strong> una fonte pochissimonota: «Termino '" con la narrazione <strong>di</strong> un fatto avvenuto <strong>nel</strong> caffè Boriglione lasera del 20 agosto 1848. In quella sera, seduto ad uno dei tavolini collocati fuori delcaffè, se ne stava <strong>il</strong> generale Salasco vestito in borghese, sconosciuto a tutti. Da uncrocchio <strong>di</strong> persone, seduto intorno ad un tavolo poco <strong>di</strong>scosto, si <strong>di</strong>scuteva animatamentel'armistizio, e si <strong>di</strong>ceva roba da chio<strong>di</strong> sul conto dei generali che avevano condottola guerra. Ad un certo punto <strong>il</strong> Dossena, che allora era uno dei più ardenti capi delpartito democratico, si mise ad inveire ad alta voce contro <strong>il</strong> Salasco, che egli non conoscevapur <strong>di</strong> vista quale autore dell'armistizio. Il generale, che già da un po' si <strong>di</strong>menavasulla se<strong>di</strong>a, all'u<strong>di</strong>re delle vivaci accuse che si facevano ai suoi colleghi, alle paroledel Dossena si alzò furibondo, lo redarguì aspramente, e, chiamati due carabinieri,lo fece arrestare. La gente, che numerosa si trovava quella sera in piazza reale, essendo<strong>di</strong> domenica, cominciò a far ressa intorno al caffè e mormorava. Il barone Ro<strong>di</strong>ni, intendentegenerale della provincia, trovandosi anch'egli sulla piazza, si avvicinò a Salasco egli fece capire che non poteva approvare <strong>il</strong> suo operato, perché era una manifesta violazionedello statuto. Il popolo si mise a fischiare <strong>il</strong> Salasco; questi, fuori <strong>di</strong> sé or<strong>di</strong>nò aicarabinieri <strong>di</strong> portare <strong>il</strong> Dossena al deposito. Ma <strong>il</strong> popolo, con altissime grida ne chiesel'imme<strong>di</strong>ata liberazione,che venne subito concessa ».328


www.accademiaurbense.itingiungendo a tutti i soldati ed uffiziali che provar possono con fatti laverità qualunque <strong>di</strong> que' signori, e <strong>di</strong>r francamente e intieramente la verità,persuasi <strong>di</strong> vedersi in tal modo benemeriti della patria, la verità rimarràancora occulta, almeno ai giu<strong>di</strong>ci. E i colpevoli se n'andranno impuniti, econspireran quin<strong>di</strong> più audacemente contro la nostra causa. Vedremo se CarloAlberto farà senno una volta.Vi<strong>di</strong> poc'anzi una lettera <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano che fa <strong>il</strong> più nero quadro dellostato <strong>di</strong> quella infelice città nostra sorella. I vandali che la governano,fralle altre nequizie, intimarono ai poveri pegnatari del monte <strong>di</strong> pietà <strong>di</strong>ritirar i loro pegni fra cinque giorni, altrimenti sarebbero così perduti;rinchiusero in Castello pompe e pompieri, privarono la città delle acque <strong>di</strong>cui abbondantemente la fornivano i numerosi circostanti canali etc. etc.Queste misure celano forse atroci <strong>di</strong>segni. Forse, prevedendo una forzosaritirata da quella città, quegl'infami me<strong>di</strong>tano inestinguibiIi incen<strong>di</strong>. Ebbene,sia, se così piace a quei barbari, ma sappiano che le fiamme della nob<strong>il</strong>eM<strong>il</strong>ano ci rischiareranno anche <strong>di</strong> notte la strada per inseguirli senza posa,e farne scempio. La spada del Dio della libertà combatterà per noi.Proseguite <strong>il</strong> vostro giro apostolico e quin<strong>di</strong> ritornate, che vi aspettiamocon affettuosa impazienza. D'una sola cosa mi dolgo, <strong>di</strong> non potervialloggiare, come l'avrei tanto desiderato <strong>nel</strong>la stessa mia casa, e <strong>di</strong>vider convoi da amico, e da fratello alloggio e mensa. Ve ne <strong>di</strong>rò <strong>il</strong> perché al ritorno.Male<strong>di</strong>zione! Ad<strong>di</strong>o, ad<strong>di</strong>o, scrivete se occorre, ed amate <strong>il</strong> vostro aff.moSalviA tergo:All'Ill.mo Sig.re. Il Sig. Domenico Buffa Regio Commissario. Stradella.139IL MAGGIORE DELLA GUARDIA NAZIONALE DI TORTONA A BUFFA 1Illustrissimo Signore.Tortona, 28 agosto 1848.Mi è ben spiacente <strong>di</strong> dover prevenire V.S. IlI.ma che qui tiensi per<strong>il</strong>legale, e conseguentemente nullo, <strong>il</strong> <strong>di</strong> Lei regolamento per la m<strong>il</strong>izianazionale in data 16 scadente mese, in ispecie per le pene prescritte sullemancanze agli esercizj, e più ancora per la formazione del consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sci-1 Carta intestata: Regia Tesoreria Provinciale <strong>di</strong> Tortona.329


www.accademiaurbense.itplina. Ed anzi contro questa supposta <strong>il</strong>legalità mi si <strong>di</strong>ce essersi già formalmenteprotestato da qualche comune capo <strong>di</strong> mandamento <strong>di</strong> questa provincia,che suppongo esser Castelnuovo. Mi permetto quin<strong>di</strong> pregarla avoler comprovare li pieni poteri della <strong>di</strong> Lei missione con pubblico <strong>di</strong> Leiscritto, ovvero (quando ne fosse <strong>il</strong> caso, che non credo) promuovere con undecreto reale <strong>di</strong> convalidazione del <strong>di</strong> Lei operato. Senza del che, e colritardo che si frammette dal ministero alla nomina dell'ajutante maggiore,ed al grado <strong>di</strong> ufficiale pel segretario del suddetto consiglio, non possorianimare lo spirito <strong>di</strong> questa Guar<strong>di</strong>a Nazionale.Con sincera ossequiosa stima ho l'onore <strong>di</strong> ripetermi um<strong>il</strong>.mo obb.oservitoreTartaramagg.eIn margine: All'Ill.mo Sig. avv.to Buffa Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo.Voghera.Ill.mo Sig. Sig. P.ron Col.mo.140PIER DIONIGI PINELLI A BUFFA 1Torino, 2 settembre 1848.La creazione <strong>di</strong> un'autorità straor<strong>di</strong>naria <strong>nel</strong>le provmcie non è maisenza pregiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> quella or<strong>di</strong>naria, se chi è investito della prima nonsa vivificare questa ed associarla alla propria azione, onde renderne pronti,ut<strong>il</strong>i, e regolari gli effetti. lo vedo con piacere che la S.V. Ill.ma procedea norma <strong>di</strong> questo principio e ne la ringrazio <strong>di</strong>stintamente.Riguardo alle proposte per nomine <strong>di</strong> ufficiali della m<strong>il</strong>izia mob<strong>il</strong>izzata,che V.S. Ill.ma mi ha fatto <strong>nel</strong>le precedenti sue lettere, io deggioprima <strong>di</strong> tutto pregarla <strong>di</strong> combinarle coll'Intendente, o coll'Intendentegen.le, e quando questi siano per <strong>di</strong>videre <strong>il</strong> <strong>di</strong> lei sentimento, io nonometterò <strong>di</strong> rassegnarle alle determinazioni del Re, a termini della legge.Questo è <strong>il</strong> motivo per cui mi credetti tuttavia intempestivo <strong>di</strong> darlequalche riscontro su questo particolare.Intorno all'affare <strong>di</strong> Stradella, io lo riconosco per verità assai serio:se <strong>nel</strong>lo stato attuale delle cose si fa <strong>di</strong>pendere in fatto la vali<strong>di</strong>tà delle1 Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno. Divisione 2 a •N. 4785·5591. Oggetto: Organizzaz.e della M<strong>il</strong>izia Nazionale e dei Corpi <strong>di</strong>staccati.330


www.accademiaurbense.itelezioni ai gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> ufficiale dalla perfezione dei registri <strong>di</strong> controllo e dellamatricola stessa, io dubito che non siano rarissimi i comuni dello Stato,ove gli uffiziali possano star sicuri del loro grado. I primi lavori dellaorganizzazione non poterono a meno <strong>di</strong> essere imperfettissimi, si perl'ignoranza della maggior parte delle persone chiamate ad attuarle, si perl'intrighi e raggiri endemici ai piccoli comuni, si per la malavoglia <strong>di</strong> variisegretarii comunali, ed anche per l'avversione <strong>di</strong> molti sindaci stessi. Noidobbiamo per conseguenza curare che la istituzione consegua, in virtù dellavitalità sua intima, <strong>il</strong> proprio perfezionamento, espellendo poco per voltagli elementi contrarii ed eteroge<strong>nei</strong>, e sanando e compiendo progressivamentele parti inferme o mancanti.Il successo <strong>di</strong> Broni, e la resistenza <strong>di</strong> Stradella mi ispirano entrambifiducia che la S.V. IlI.ma sa misurare gli ostacoli, e ritrovare i mezzi <strong>di</strong>riuscire a buona meta. Però io mi assegnerò a <strong>di</strong>rle che ella può far rispettarela propria autorità, invocando l'assistenza della forza pubblica, e sostituendoimme<strong>di</strong>atamente all'opera dei sindaci e dei segretarii la propriaazione, e quella <strong>di</strong> persone da lei commesse per compiere le operazioniricusate dai sindaci e dai segretarii. Già mi è accaduto <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare la sospensione<strong>di</strong> taluno <strong>di</strong> essi che avevano <strong>di</strong>sconosciuta la missione dei commissarjdel Governo, e sono pronto a rinnovare gli esempi, troppo convintoche <strong>il</strong> deposito dell'autorità pubblica debba serbarsi inviolato da <strong>il</strong>legittimeopposizioni.Qui incluso, le trasmetto un assegno <strong>di</strong> lire 500 sulla tesoreria provinciale<strong>di</strong> Voghera, ed ho intanto l'onore <strong>di</strong> raffermarmi con <strong>di</strong>stintaosservanza.Della S.V. IlI.ma dev.mo obb.mo servitore.Pi<strong>nel</strong>liIn margine: Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Commissario del Governo. Stradella.C. A.141GIUSEPPE CORNERO A BUFFAAlessandria, 2 settembre 1848.Son qui da una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> giorni. Posdomani fac<strong>il</strong>mente partirò perAsti, dove c'è ancora qualcosa a fare. E tu, quando tornerai qui? Scrivi-331


www.accademiaurbense.itmelo, ond'io possa pure trovarrmci, e possiamo concertare quel che dovremofare in comune. Di nuovo niente. Buon giorno.Aff.mo tuoGiuseppe CorneroA tergo: A Sig.r Avv. Domenico Buffa Commissario del Governo per la Divisione<strong>di</strong> Alessandria. Voghera.142IL MAGGIORE DELLA GUARDIA NAZIONALE DI TORTONA A BUFFAIll.mo Sig. Sig. P.rone Col.mo.Tortona, 4 settembre 1848.Persuaso che <strong>il</strong> mio foglio 28 agosto p.p. non le sia pervenuto, approfittodella compiacenza de' signori commessi <strong>di</strong> posta per farle tenere lapresente ovunque Ella sia per ritrovarsi.Nella precitata mia pregavo la S.V. Ill.ma a voler avere la bontà <strong>di</strong>comprovare, con <strong>di</strong> Lei scritto, da pubblicarsi in questa città, che <strong>il</strong> regolamentostab<strong>il</strong>ito per la guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>il</strong> 16 agosto è totalmente legalee conseguentemente dover sussistere <strong>il</strong> consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, ch'era giàformato prima che si conoscesse quì <strong>il</strong> Decreto Reale 11 stesso mese. Più<strong>di</strong> sollecitare S. E. <strong>il</strong> Ministro ad accordare <strong>il</strong> grado d'ufficiale al m<strong>il</strong>itenotajo Gaspare Bruno, onde ab<strong>il</strong>itarlo a sedere in consiglio, non <strong>di</strong>menticandoad un tempo l'in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e nomina dell'ajutante maggiore: senzadel che non si può radunare detto consiglio, .né animare questa guar<strong>di</strong>anazionale, che, sul pretesto della deficienza dei fuc<strong>il</strong>i, non comparisse alliprescritti esercizj.Voglia, <strong>di</strong> grazia attribuir al mio zelo per l'andamento del serviziol'ar<strong>di</strong>r che mi prendo d'importunarla, e gra<strong>di</strong>re la rinnovazione de' sensi<strong>di</strong> mia ben <strong>di</strong>stinta, ossequiosa stima, con cui ho l'onore <strong>di</strong> protestarmidella S.V. Ill.ma um<strong>il</strong>.mo obb.mo servitore.TartaraMaggiore della Guar<strong>di</strong>a NazionaleIn margine: Ill.mo Sig.r Avv.to Buffa Commissario del Governo per l'organizzazionedella Guar<strong>di</strong>a Nazionale a Stradella.332


Car.mi genitori.www.accademiaurbense.it143BUFFA AI GENITORIVoghera, 7 settembre 1848.Ieri giunsi a Voghera e ci trovai due vostre lettere; dall'ultima dellequali intendo che ayete ricevuta la mia scritta da Stradella.Di notizie politiche neanch'io posso <strong>di</strong>rvi niente che· non sia vago,incerto, contrad<strong>di</strong>torio; e quelli che più ne sanno, m'accorgo che non nesanno nulla. Intanto io continuo <strong>il</strong> mio ufficio: domani riparto da Voghera;in tre giorni spero terminare <strong>il</strong> giro <strong>di</strong> questa provincia; e poi mi recheròin quella <strong>di</strong> Bobbio, per la quale credo mi basteranno tre o quattro giorni.In<strong>di</strong> tornerò qui, cosiché, se scrivete entro la prima metà della settimanaventura, potete in<strong>di</strong>rizzare qui le vostre lettere. Nel mio giro fui a MontàBeccaria, a Soriasco e altri luoghi <strong>di</strong> collina presso <strong>il</strong> confine piacentino.Dall'altezza <strong>di</strong> quelle colline si vede, d'un colpo d'occhio, la pianura <strong>di</strong>Lombar<strong>di</strong>a e del piacentino, colla città <strong>di</strong> Pavia, M<strong>il</strong>ano, Bergamo, Piacenza,Cremona: figuratevi che spettacolo! lo <strong>di</strong>sapprovo quelli de' miei colleghi,che si sono <strong>di</strong>messi pe1 cambiamento <strong>di</strong> ministero; prima, per la ragioneche voi <strong>di</strong>te, che questi sono tempi da operare; poi perché l'or<strong>di</strong>namentodella guar<strong>di</strong>a nazionale è cosa in<strong>di</strong>pendente da qualsiasi opinione <strong>di</strong> ministeri.È cosa che <strong>di</strong>pende da una legge fondamentale, <strong>nel</strong>la quale i ministrinon possono nulla; terzo, finalmente, perché, supposto che <strong>il</strong> nuovo ministerovolesse tentare una riazione ant<strong>il</strong>iberale, vi era tanto maggior bisogno<strong>di</strong> stare in posto, or<strong>di</strong>nare, animare, e possib<strong>il</strong>mente armare la civica. Bensì,appena mutato ministero, scrissi al nuovo ministro, interrogandolo se pensasseristringere i poteri de' commissarii, e se intendeva mandar armi.Avendo avuto risposta precisa in favore, credetti mio dovere <strong>di</strong> stare. Seavessi consultato la pigrizia e la voglia ch'io aveva ed ho gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>venire a passare qualche giorno con voi, avrei io pure dato eroicamente lamia <strong>di</strong>missione.lo non credo che dobbiate fare altro per ora quanto al prestito delgoverno: se venderete, allora sarà <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> fare. Di più, se la guerraricominciasse, allora sarebbe bene soccorrere <strong>il</strong> governo, anche facendo undebito: io almeno per parte mia lo farei.Ranco non scrive più <strong>nel</strong>l'Opinione da molto tempo ed è in Alessandria.Ad<strong>di</strong>o. Salutate Fanny, Ignazio e Tomaso e quei che vi chiedono <strong>di</strong> me.A tergo:Al Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Domenico333


www.accademiaurbense.itAllegatoLETTERA DI UN ESULE LOMBARDO SULLA CHIAMATA A TORINODELLA cast DETTA CONSULTA DI STATO DI LOMBARDIA 1Carissimo Amico.Torino, 26 agosto 1848.Quel tra<strong>di</strong>mento che incominciò <strong>nel</strong> decorso mese <strong>di</strong> marzo e costòtante lacrime alla Lombar<strong>di</strong>a ed alla Venezia sta per compiersi; ed ecco<strong>il</strong> perché rompo un s<strong>il</strong>enzio, che aveva giurato <strong>di</strong> mantenere.Devi sapere che <strong>il</strong> governo sardo convocò <strong>nel</strong>la sua capitale l'intitolataConsulta lombarda. Ivi non vi sono interessi nostri da regolare, e due solecose potrebbonsi sottoporre al voto consultivo <strong>di</strong> quella retrograda congrega.La prima, <strong>di</strong> proporre lo sterminio <strong>di</strong> tutti coloro che amano <strong>di</strong> cuorel'italiana in<strong>di</strong>pendenza: la seconda <strong>di</strong> parteggiare l'onta <strong>di</strong> una pace vergognosae letale sim<strong>il</strong>e a quella deplorata <strong>di</strong> Campoformio; cose tutte e dueche incontrar possono con fac<strong>il</strong>ità la simpatia dell'anteavvertita consulta.E sta veramente, per quanto si fa credere, sul banco della <strong>di</strong>plomazia quellapace ignominiosa e fratricida, che i veri italiani preconizzarono fino dalmese <strong>di</strong>· marzo. La Lombar<strong>di</strong>a, comprese le due fortezze <strong>di</strong> Mantova e<strong>di</strong> Peschiera rimarrebbe a re Carlo Alberto. L'eroica, e sventurata Veneziaalla casa d'Asburgo. A perpetuità d'infamia, Lombar<strong>di</strong>a pagherebbe, nonè palese in quanti anni, quattrocento m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> lire, le quali verserebbonsi<strong>nel</strong>le mani dell'Ingh<strong>il</strong>terra, a deconto del maggior cre<strong>di</strong>to che tiene versol'impero austriaco. Argomenta da ciò che testé precorse, con quanta fac<strong>il</strong>itàla re<strong>di</strong>viva Consulta lombarda presterà la <strong>di</strong> lei adesione al vituperanteconvegno.Ma, per Id<strong>di</strong>o, la storia <strong>di</strong>rà bene a' presenti ed a' futuri le nequizieemerse dal <strong>di</strong> in cui mossero sul suolo <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a le m<strong>il</strong>izie capitanateda re Carlo Alberto, a quello <strong>nel</strong> quale venne Radetzky ricondotto in M<strong>il</strong>ano.Dirà come siensi con impassib<strong>il</strong>e e freddo animo consegnate allatedesca rabbia le lombarde provincie, onde si esulcerassero, infistolisserole non per anco rimarginate sue piaghe, all'unico e solo scopo <strong>di</strong> renderenecessaria una pace perpetrata a danno dell'italiana in<strong>di</strong>pendenza. Truce <strong>il</strong>pensamento <strong>di</strong> consegnare a chi li tra<strong>di</strong>va i poveri lombar<strong>di</strong>; truce, nefandoquello <strong>di</strong> condurre a nuova schiavitù la Venezia. Alcuni mi chiedevano chepoteri fossero rimasti alla favolosa, ipocrita Consulta lombarda, in seguitoall'obbrobriosa capitolazione imposta dal re Carlo Alberto e soscritta igno-3341 Contenuta in opuscolo <strong>di</strong> p.p. 8. Non reca <strong>il</strong> nome della tipografia.


www.accademiaurbense.itrantemente e malignamente dal sig. Bassi, podestà <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e da due altriassessori de' quali non rammento <strong>il</strong> nome. Nomi che la storia consegneràall'esacrazione de' posteri: capitolazione segnata sotto quelle mura che,<strong>di</strong>fese dall'esercito piemontese, dalle truppe lombarde e dai citta<strong>di</strong>ni, avrebberoveduta la <strong>di</strong>struzione delle orde tedesche, e cosi la salvezza dell'italianoriscatto? Quali poteri, risposi? i poteri che i tra<strong>di</strong>ti lasciano sofferenti a'loro tra<strong>di</strong>tori; que' poteri che <strong>il</strong> popolo, <strong>di</strong>mentico dell'alta missione <strong>di</strong>cui Dio lo incaricò, non si cura <strong>di</strong> annientare. lo non vo' <strong>di</strong>re meno eroico<strong>il</strong> popolo delle Cinque giornate, vo' <strong>di</strong>rlo acciecato ed infelice, come <strong>il</strong>compiangeva allorché sentivalo a gridar morte a' suoi veri amici, mentreschiacciavasi sotto i pie<strong>di</strong> dagli aristocrati, dai sar<strong>di</strong>-gesuitici, per ridurloa servitù più codarda della teutona.Chi vide M<strong>il</strong>ano reso forte arnese <strong>di</strong> guerra, chi ammirò l'entusiasmodella sua popolazione, <strong>il</strong> coraggio delle sue donne <strong>nel</strong> <strong>di</strong> del periglio, la<strong>di</strong>sperazione delle madri, <strong>il</strong> furor del popolo, lorché la nuova suonò dellacapitolazione, può <strong>di</strong>re a se stesso ed agli altri: la Lombar<strong>di</strong>a fu v<strong>il</strong>mentetra<strong>di</strong>ta ma non vinta. Può <strong>di</strong>re a se stesso ed agli altri: abbandonata M<strong>il</strong>anoa sé, affidata alle sole forze citta<strong>di</strong>ne, i barbari avrebbero trovata la tombaove adesso baldanzosi non <strong>di</strong> vittoria, ma <strong>di</strong> successo, <strong>di</strong>sertano le proprietà<strong>di</strong> quei miseri che esular dovettero dalla patria terra, tutto abbandonandoalla vandalica voracità del tedesco.Sia improntato l'anatema <strong>di</strong> male<strong>di</strong>zione sulla fronte <strong>di</strong> tutti coloroche entreranno a consigliare la pace minacciata. Le madri preghino <strong>nel</strong>nutrire i loro pargoli che trasmutino <strong>il</strong> latte in veleno, ove taluno <strong>di</strong> essi,fatto adulto, ricalcitri a ven<strong>di</strong>care una pace tanto cruenta.Non accetti la sposa un maritale amplesso ove non venga accompagnatoda un brando tinto <strong>nel</strong> sangue <strong>di</strong> un tra<strong>di</strong>tore della patria. Nonmeriti <strong>il</strong> bacio materno quel figlio che vantare non possa d'avere uccisoun nemico dell'italiana in<strong>di</strong>pendenza. E tutta Italia risuoni <strong>di</strong> sole male<strong>di</strong>zioniai degeneri che la tra<strong>di</strong>rono. Un continuato lamentar <strong>di</strong> singhiozzi e<strong>di</strong> imprecazioni scuoterà Dio sull'eterno suo seggio, e fia che una voltasprigioni <strong>il</strong> fulmine <strong>di</strong>struttore de' tiranni, per ridonare ai popoli la libertàsanta che loro promise.Infelici, mel cre<strong>di</strong>, siamo tutti perché a straniero soccorso volgemmo.Generosa la Francia, sempre invincib<strong>il</strong>e, sembra addormita all'ombra de'passati trionfi; né s'accorge che i despoti del nord l'accerchiano potentementeper assalirla un giorno e <strong>di</strong>viderla. Perché non profitta delle convulsioni<strong>di</strong> Germania, e d'Italia: isolata dal resto dell'Europa vedrà prestocorrere <strong>il</strong> sangue de' suoi figli sul <strong>di</strong> lei terreno, e tar<strong>di</strong> si pentirà <strong>di</strong> nonavere sostenuto, assicurato con l'armi <strong>il</strong> trionfo della libertà in Europa.335


Ricor<strong>di</strong>si Francia che gli idealismi e le passeggiate mentali <strong>nel</strong> firmamentonon affrancano la libertà riconquistata col sangue. Poesia, poesia, tu alletti<strong>il</strong> mondo ma non lo salvi dalla schiavitù de' monarchi.Ma, lasciam Francia e sia eterno e sacro <strong>il</strong> voto che noi facciamo perla <strong>di</strong> lei salvezza, venga o non venga a sorreggere <strong>di</strong> valido ajuto quellanazionalità che <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento tenta rapirei. Ve<strong>di</strong>, io ho la speranza cheVenezia sia per noi un'àncora <strong>di</strong> salvamento, come lo fu Ca<strong>di</strong>ce un giornoper la Spagna. La posizione in cui seppero collocarla i fuggenti alle stragi<strong>di</strong> Att<strong>il</strong>a, la forza che la circonda, le sue tra<strong>di</strong>zioni la salveranno, e là,ove fu un dì la regina dei mari, sarà la vincitrice del teutono. Volino <strong>il</strong>ombar<strong>di</strong> a Venezia ed ivi piantino la sede del loro governo; sia una anz<strong>il</strong>a rappresentanza della Lombar<strong>di</strong>a, della Venezia, ed una nazionale assembleain quella libera terra sconcerti tutte le mene dei re e de' loro aderenti.Il tra<strong>di</strong>mento non giungerà fino a que' li<strong>di</strong>, ne affrancherà la libertà<strong>il</strong> <strong>di</strong>to <strong>di</strong> Dio, fatta causa dell'esempio dell'infelice Lombar<strong>di</strong>a, esempioche ti prometto farò risuonare in tutto <strong>il</strong> mondo conosciuto, abituato comesono a ridere dell'impotente minacciare de' tra<strong>di</strong>tori.I re della terra comandano a coloro soltanto che vogliono delle cariche,e delle croci, fatte da gran tempo una merce che si vende, e si comprasui pubblici mercati. Imperare non possono alla creatura che ripone la suafede in Dio e <strong>nel</strong> popolo: io, primo come lombardo, <strong>di</strong>chiaro solennementeche non riconosco <strong>nel</strong>la così detta Consulta <strong>di</strong> Stato lombardo poteri <strong>di</strong>rappresentanza, e credo che tutti i miei connazionali la penseranno comeio la penso e manderanno un grido <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione in tutta Europa.Nella Lombar<strong>di</strong>a e <strong>nel</strong>la Venezia si resero impossib<strong>il</strong>i due governi. Egli avvenimenti testé precorsi registrarono, a caratteri <strong>di</strong> sangue, quali sianoquesti due governi impossib<strong>il</strong>i.Vuolsi questa verità far sentire altamente e massime in Francia, chenon può mancare a se stessa, alla <strong>di</strong>gnità che <strong>di</strong>stingue una grande nazione,l'unica libera in Europa, che non può mancare alle solenni fatte promesse,che non può venire intimi<strong>di</strong>ta dalle minaccie del <strong>di</strong>spotismo.Se <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento ricondusse le orde straniere in Lombar<strong>di</strong>a, <strong>il</strong> popolonon perdette <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto alla nazionalità riconquistata colla <strong>di</strong> loro cacciata.Si me<strong>di</strong>tò la rovina <strong>di</strong> questa nazionalità dalla perfi<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quegli stessiitaliani che doveano <strong>di</strong>fenderla. Francia se è generosa, se è eroica, se èpotente noI soffra. Chi potrà attentare alla libertà <strong>di</strong> Francia, <strong>di</strong> Italia,<strong>di</strong> Svizzera, se sessantatré m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> fratelli grideranno ad una voce vogliamoessere liberi? Cessi una volta la prima nazione del mondo, come è la Francia,<strong>di</strong> ammettere che tradurre si possa la violenza e <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento in fatto compiuto,traduzione che costò lacrime e sangue a molte eroiche popolazioni,336www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.ite che una rancida, barbara <strong>di</strong>plomazia addottò per dogma a rovina dellenazionali franchigie.Perdona, amico, questo sfogo, lo fa se vuoi <strong>di</strong> pubblica ragione. lovivo in un cantuccio <strong>di</strong> Torino, sorto <strong>di</strong> rado ed a notte avanzata, e mitocca leggere al chiaror <strong>di</strong> luna sulle muraglie de' superbi palazzi, morteai lombar<strong>di</strong>. Infami, tacetevi almeno, e non portate in trionfo chi ha tra<strong>di</strong>tala causa italiana.L'esecrab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> questa trage<strong>di</strong>a è la connivenza colpevole <strong>di</strong> que' nostriche parteggiarono <strong>il</strong> sacrificio della Patria comune con l'inverecondo ritrovatodella fusione, traendo in inganno tanti leali e probi italiani. Ma lorosi perdoni. Ad<strong>di</strong>o. Il tuo aff.moArnaldo144SEVERINO BATTAGLIONE 1A BUFFACar.mo amico.Torino, 12 settembre 1848.A questa lettera ofliciale, l'amico aggiunge due parole all'amico. Il ministrodesidera che terminiate questi <strong>di</strong>spareri all'amichevole e concertandovicoll'intendente generale, senza ricorrere alla me<strong>di</strong>azione anglo-francese. Soncerto che non darete retta alle personalità, ed alli cattivi complimenti.Intanto farete ancora <strong>il</strong> commissariò per un mese, giacché alli 16 <strong>di</strong> ottobreavrò <strong>di</strong> nuovo <strong>il</strong> piacere <strong>di</strong> abbracciarvi come deputato.Qui si sta in molta apprensione sui vari risultati dell'ora accettatame<strong>di</strong>azione. Sarà davvero o da burla? I nemici non faranno conto suqualche grande <strong>di</strong>ssesto in Francia, od altrove? Vedremo. E voi, chesiete a fare <strong>il</strong> commissario <strong>nel</strong>la città dove ora stanzia <strong>il</strong> Re e la corte,dovreste saperne più <strong>di</strong> noi.Salutate Cornero, e scrivetemi qualche vostra me<strong>di</strong>tazione sulle cosepresenti e future.Amatemi sempre, perché l'amore è <strong>il</strong> primo alimento della libertà,della unione, e della prosperità de' popoli. L'o<strong>di</strong>o e l'in<strong>di</strong>fferenza nesono i veri nemici. Ad<strong>di</strong>o.Severino Battaglione1 Applicato al ministero dell'Interno.22337


www.accademiaurbense.itAmico.145LORENZO RANCO A BUFFAAlessandria, 13 settembre 1848.Ti trasmetto l'unito <strong>di</strong>spaccio, <strong>il</strong> quale fu aperto da Cornero, credendopotesse importare a se stesso <strong>il</strong> conoscerlo. Si è ingannato, e spera che gliperdonerai l'arbitrio. lo ti avrei scritto prima d'ora, ma non sapevo dovein<strong>di</strong>rizzare la lettera. Spero che in breve sarai <strong>di</strong> ritorno e che insieme torneremoa Torino. Per me, non conto un acca sulla me<strong>di</strong>azione anglo-francesee sulla sincerità dell'accettazione austriaca. lo so che vi sarà guerra e guerranon più tar<strong>di</strong> <strong>di</strong> un mese. In novembre noi avremo ricuperate le anticheposizioni; lo vedrai: sic fata. Sarà guerra nostra e non d'altri; la guerraeuropea sarà in primavera e avremo i russi in Italia. Il papa è un baronf ...0, è <strong>il</strong> più soprafino de' gesuiti che si getterà in braccio a Nicola. Anchequesto ti parrà incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e, ma lo toccherai con mano. Bada intanto a comporrealla meglio <strong>il</strong> <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o coi m<strong>il</strong>iti <strong>di</strong> Voghera, senza compromettere latua qualità, e scrivimi dove sei, cosa pensi delle cose pubbliche, e se prestoverrai. Ad<strong>di</strong>o. Cornero è qui e ti saluta.RenzoCar.mi genitori.146BUFFA AI GENITORITorino, 19 settembre 1848.Dacché ricevetti la vostra del 12 settembre, fui in gran fretta a Torinoper affari <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a nazionale, e già sono tornato. Partii la sera del giornostesso in cui vi<strong>di</strong> Sambarino, e in tre giorni andai, feci quello che mibisognava, e tornai. Qui poi ho trovato una seconda vostra lettera conaltra acchiusa. A quest'ora pensava tornare in Ovada, ma dovrò ancorafermarmi ono ai primi del mese entrante, e siccome <strong>il</strong> secondo mese delmio commissariato termina ai 4 <strong>di</strong> ottobre, io chiederei al ministro <strong>di</strong> ritirarmia quell'epoca, e cosl potrò ancora passare otto o <strong>di</strong>eci giorni con voi.D'altra parte lo stare in ufficio ono alla fine del secondo mese mi gioverànon poco per altri rispetti, che poi vi <strong>di</strong>rò. Vi assicuro che le mie occupazionimi riescono <strong>di</strong> noja gran<strong>di</strong>ssima, perché mi è necessario combattere338


www.accademiaurbense.itcontinuamente cogli intrighi, col maltalento, coll'apatia, ma infine fo quelpoco che posso, e qualcosa spero che resterà. Intanto <strong>nel</strong>la mia gita a Torinoho ottenuto duem<strong>il</strong>a fuc<strong>il</strong>i per questa provincia, i quali, tra pochi giorni,saranno spe<strong>di</strong>ti da Genova, e qui <strong>di</strong>stribuiti.Alla capitale non ho raccolto nulla, senonché <strong>il</strong> ministero non sa nemmenegli precisamente quello che si voglia e che si debba volere, che gli ultimiscritti <strong>di</strong> Gioberti l'hanno posto in gran<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to anche presso itorinesi, senonché questi, quantunque mostrino non averne stima, avrebbero<strong>di</strong>spiacere che fosse mutato, perché conoscendolo arcipacifìco, riposanosicuri sopra <strong>di</strong> lui, e con un ministero <strong>di</strong> questa fatta non temono chepericoli la capitale. Ma quello che mi par certo si è che a volere, a nonvolere, avremo la guerra e terrib<strong>il</strong>e e lunga. A quest'ora conoscerete quellalettera assassina dell'imprestito forzato che piglia i danari dove ne sonpochi, e li tocca appena dove ne sono molti. Si vede chiaro che chi l'hafatta sono i due ricchi signori, cioè Revel e Alfieri; ma vi assicuro che quelloch'essi non hanno fatto, faranno le camere, aggiungendo una legge suppletiva,e tirando innanzi quella progressione ch'essi con una semplicità veramentebattesimale arrestarono alle 100 m<strong>il</strong>a lire.Le vostre lettere per ora in<strong>di</strong>rizzatele a Voghera. Ad<strong>di</strong>o. Salutate Fanny,Ignazio e Tomaso. Spero che la mamà sarà libera dal mal <strong>di</strong> denti.A tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.DomenicoAllegatoPROTESTA PER L'OCCUPAZIONE AUSTRIACA DI PIACENZA 1Castel S. Giovanni, 9 settembre 1848.Con profonda sorpresa ricevono i sottoscritti notizia che <strong>il</strong> generalecomandante le truppe austriache in Piacenza, senza tenere conto della protesta,con la quale essi già ebbero <strong>il</strong> giorno due del corrente mese a riven<strong>di</strong>carei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Sua Maestà l'augusto loro Signore, vietato ed impe<strong>di</strong>tol'esercizio del potere civ<strong>il</strong>e sinora esercitatovi in nome del Re, ha istituitoin quella città un governo provvisorio da esso <strong>di</strong>pendente.Per <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> quale carattere s'impronti un atto siffatto, convienericordare:che le truppe austriache non occupano altrimenti che la città <strong>di</strong> Pia-1 Foglio volante, stampato sul recto e sul verso, senza l'in<strong>di</strong>cazione della tipografia.339


www.accademiaurbense.itcenza, che in virtù della convenzione d'armistizio conchiusa in M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> 9agosto scorso;che questa convenzione, <strong>nel</strong> determinare quale sarebbe, durante inegoziati <strong>di</strong> pace, la posizione delle armate belligeranti, ha bensì stab<strong>il</strong>ito cheuna porzione del territorio dei novelli stati del Re sarebbe occupata dalletruppe austriache, ma non ha mutato, né avrebbe potuto mutare la con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> questo territorio medesimo per ciò che alla giuris<strong>di</strong>zione politicasi riferiva, richiedendosi a ciò altre forme ed <strong>il</strong> concorso <strong>di</strong> altri poteri.Essere principio universalmente ammesso che le cose tutte, le quali,in atti <strong>di</strong> questa natura non sono cambiate per patto espresso, debbanointendersi mantenute <strong>nel</strong>lo statu quo; nulla essersi stipulato per riguardo algoverno civ<strong>il</strong>e de' luoghi lasciati alla occupazione m<strong>il</strong>itare; farsi dunqueevidente che questo governo doveva essere conservato quale e si trovava.La convenzione <strong>di</strong> Piacenza poi aver tolto in proposito ogni dubbio,e chiaramente definito la natura e gli effetti della occupazione, <strong>nel</strong> riservarealla autorità governativa esistente pel Re <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> continuare la <strong>di</strong>rezionedegli affari pel paese, e <strong>nel</strong> porre sotto la salvaguar<strong>di</strong>a del comando m<strong>il</strong>itareaustriaco i dragoni o carabinieri reali, i quali potevano rimanere ai loro postisotto gli or<strong>di</strong>ni dei proprii superiori.La sostituzione <strong>di</strong> un governo provvisorio a quello, che a nome <strong>di</strong>Sua Maestà <strong>il</strong> Re <strong>di</strong> Sardegna si esercitava in Piacenza è dunque un fattoche non può in verun modo accordarsi col rispetto ai patti stipulati, ed incui l'<strong>il</strong>legalità prende <strong>il</strong> carattere dell'usurpazione.I sottoscritti pertanto, non avendo altro mezzo <strong>di</strong> sostenere in questacircostanza i <strong>di</strong>ritti del loro Sovrano, protestano energicamente e solennementecontro l'atto per cui, senza riguardo al testo ed allo spirito, si <strong>di</strong>strusse<strong>il</strong> governo civ<strong>il</strong>e del Re <strong>nel</strong>la città ed in quella parte del territorio <strong>di</strong>Piacenza, che, in virtù della convenzione medesima, trovasi occupata dalletruppe austriache, denunciando questo fatto come contrario ai principii generalidel <strong>di</strong>ritto pubblico ed alla fede de' trattati.Gli assessori del regio commissario straor<strong>di</strong>nario rappresentanti in questomomento <strong>il</strong> governo del Re <strong>nel</strong> ducato, fanno espresso <strong>di</strong>vieto alle autoritàciv<strong>il</strong>i residenti in Piacenza <strong>di</strong> prestare adesione e cooperazione <strong>di</strong> sorta algoverno provvisorio stato ivi stab<strong>il</strong>ito dalla forza, or<strong>di</strong>nando anzi a tutti iregii uffiziali amministrativi e giu<strong>di</strong>ziarii, ai carabinieri reali ed ai contab<strong>il</strong>i<strong>di</strong> danaro regio e <strong>di</strong> generi regali, <strong>di</strong> trasferirsi tosto in Castelsangiovanni,dov'è interinalmente costituita la sede del governo.Frattanto essi pongono sotto la fede del governo austriaco i cre<strong>di</strong>ti ele ragioni competenti alla città <strong>di</strong> Piacenza per ogni somministranza <strong>di</strong>danaro, viveri, ed altre cose, ch'essa già fece e potrebbe ancora es-ere340


www.accademiaurbense.itcostretta <strong>di</strong> fare alle truppe <strong>di</strong> occupazione, ricordando e rinnovando quii riclami che <strong>il</strong> commissario del Re ebbe a <strong>di</strong>riggere per questo rispetto alcomando m<strong>il</strong>itare austriaco, ed unendosi anzi alla città <strong>nel</strong>la protesta votatadai suoi rappresentanti con deliberazione del 6, 7 ed 8 del corrente mese.I sottoscritti <strong>di</strong>chiarano per ultimo che i pubblici stab<strong>il</strong>imenti, i beni,oggetti e valori qualunque che, <strong>nel</strong>la città <strong>di</strong> Piacenza e <strong>nel</strong>la parte <strong>di</strong>territorio occupata dalle truppe imperiali, appartengano al patrimonio delloStato, sono posti sotto la salvaguar<strong>di</strong>a del comando m<strong>il</strong>itare austriaco.Fatta in triplice originale in Castelsangiovanni questo giorno nove settembrem<strong>il</strong>le ottocento quarant'otto.Gli Assessori del Regio Commissario Straor<strong>di</strong>narioG. Sappa, intendente generale.A. Mathieu, intendente generale.Il Maggior GeneraleComandante l'avanguar<strong>di</strong>a delle truppe italianeAlessandro Della Marmora 12 In calce si legge <strong>il</strong> seguente appunto del Buffa « Documenti ».147PIER DIONIGI PINELLI A BUFFA1Ill.mo Sig. Sig. P.ron Coll.moTorino, 22 settembre 1848.I signori Intendenti gen.1i riceveranno con questo corso <strong>di</strong> posta unacircolare colla quale sono incaricati <strong>di</strong> partecipare a tutti i sindaci dellarispettiva Divisione <strong>il</strong> carattere che <strong>il</strong> Governo ha voluto attribuire allamissione de' Commissarj straor<strong>di</strong>narii.Scrivo pure quest'oggi a codesto sig. Avvocato fiscale presso <strong>il</strong> tribunale<strong>di</strong> 1a cognizione, acciò siano accolte, ave possa esserne <strong>il</strong> caso, le istanzedella S.V. Ill.ma relative al contegno del sig. Alessandro Arcelli a <strong>di</strong> leiriguardo.Si sono date le opportune <strong>di</strong>sposizioni perché siano trasmessi da Genova<strong>di</strong>rettamente a questo sig. Intendente g.1e 2 m<strong>il</strong>a fuc<strong>il</strong>i, alcuni dei quali1 Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno. Divisione 2 a .341


www.accademiaurbense.itdovranno essere <strong>di</strong>stribuiti alla provincia. <strong>di</strong> Bobbio. Deggio però <strong>di</strong>re allaS.V. Il1.ma che l'arrivo <strong>di</strong> detti fuc<strong>il</strong>i non poteva essere così pronto, comeio vorrei, dovendosi operare <strong>il</strong> cambio <strong>di</strong> parte dei fuc<strong>il</strong>i già esistenti pressoi m<strong>il</strong>iti <strong>di</strong> Genova, contro quelli <strong>di</strong> recente giunti in quella città per curadelli impren<strong>di</strong>tori Costa e Scaravaglio, e dovendosi i fuc<strong>il</strong>i da spe<strong>di</strong>rsi aVoghera essere presi tra quelli che saranno restituiti da detti m<strong>il</strong>iti. Miconsta però che <strong>il</strong> cambio è già incominciato e che vi si procede alacremente,avendo <strong>il</strong> zelan<strong>di</strong>ssimo commissario regio sig. Giacomo Durando date all'uopole più energiche <strong>di</strong>sposizioni.Avendo in tal modo secondate le istanze da lei fattemi, mi pregioproferirmi con <strong>di</strong>stintissima considerazione.Di V.S. Ill.ma dev.mo obb.mo ser.re.Pi<strong>nel</strong>liIn margine: Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Deputato, Commissario str.o delGoverno. Voghera.148IL MAGGIORE DELLA GUARDIA NAZIONALE DI TORTONA A BUFFATortona, 22 settembre 1848.In vista del ritardo che la S.V. Il1.ma frapponeva a quì ritornare, e<strong>di</strong>n ispecie pel natomi dubbio ch'Ella già fossesi restituita a Torino, mideterminai <strong>di</strong> rivolgermi al Ministero Interni, con mio foglio 19 corr.temese, che Le trascrivo quì sotto letteralmente per <strong>di</strong> Lei norma:« Il sig. deputato Buffa, commis. etc. sotto li 16 agosto p.p. procedevaquì alla formazione del consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, e vi destinava per segretario<strong>il</strong> m<strong>il</strong>ite, sig. notaio Gaspare Bruno, e si rivolgeva alla E. V. onde venissea questi conferto <strong>il</strong> grado d'ufficiale per ab<strong>il</strong>itarlo a <strong>di</strong>simpegnare tali funzioni.Nel tempo stesso proponeva all'E. V. <strong>il</strong> furier maggiore sig. RosselliLuigi pel grado <strong>di</strong> aiutante maggiore. Non essendo fin'ora da codesto Ministeroprovveduto per questi due in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i funzionarii, rimane <strong>il</strong> serviziopressoché <strong>il</strong>lusorio, e quin<strong>di</strong> senz'effetto le prescrizioni del Real Decreto16 corrente mese.Mi permetto perciò <strong>di</strong> rivolgermi <strong>di</strong>rettamente all'E. V., supplicandolaa voler provvedere in proposito, onde le prescrizioni <strong>di</strong> S.M. possano averepronta esecuzione ».Avuto poi stamane <strong>il</strong> gent<strong>il</strong> foglio <strong>di</strong> V.S. in data <strong>di</strong> ieri, con cui mifa sperare <strong>di</strong> portarsi fra pochi giorni in questa città (ove senza compli-342


www.accademiaurbense.itmenti La prego accettar <strong>il</strong> letto in casa mia) ed intanto mi chiede d'informarladell'andamento <strong>di</strong> questa guar<strong>di</strong>a nazionale, mi fo premura <strong>di</strong> notificarleche le operazioni della mob<strong>il</strong>izzazione è stata ben eseguita, e che <strong>il</strong>comitato <strong>di</strong> revisione lavora indefessamente con zelo ed imparzialità, edè degno <strong>di</strong> lode.11 <strong>di</strong> Lei regolamento poi (16 agosto) non venne eseguito che <strong>nel</strong>primo articolo, cioè quello <strong>di</strong> montar la guar<strong>di</strong>a, ed ancor soltanto <strong>nel</strong>lanotte. È inut<strong>il</strong>e che Le ripeta che senza la nomina al grado <strong>di</strong> uffiziale delsig. Bruno, nulla posso fare; e senza quella dell'ajutante maggiore, <strong>nel</strong>lapersona del sig. Rosselli, <strong>il</strong> servizio sarà sempre totalmente incagliato.Oltreché, sin dopo tali nomine, non posso rimpiazzare <strong>il</strong> furiere maggiore,né far radunare dal sig. sindaco le compagnie per provvedere ad alcunimancanti gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> sergente e <strong>di</strong> caporale, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> che si farebbero tostoformalmente riconoscere i sig.i uffiziali e si darebbe ad un tempo <strong>il</strong> giuramento.Voglia, <strong>di</strong> grazia, degnarsi <strong>di</strong> sollecitare, col primo corriere, <strong>il</strong> Ministeroa provvedere prontamente pei due suriferiti gra<strong>di</strong>, altrimenti, ritardandopiù d'otto giorni, anche <strong>il</strong> mio avviso, che ho fatto pubblicare, eche qui le acchiudo, verrebbe forse perfin deriso.Ho l'onore <strong>di</strong> ripetermi con ben ossequiosa stima <strong>di</strong> V.S. Ill.ma umi1.moobb.mo servitore.Tartara maggioreP.S.La deficienza <strong>di</strong> fuc<strong>il</strong>i sarà sempre protestata.In epigrafe:Ill.mo Sig. Deputato Buffa, Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo.AllegatoMANIFESTO ALLA GUARDIA NAZIONALE DI TORTONAS. M., con suo Real Decreto del 16 corrente settembre avendo stab<strong>il</strong>itoChe l'esercizio m<strong>il</strong>itare per tutti li m<strong>il</strong>iti compresi <strong>nei</strong> ruoli dellaM<strong>il</strong>izia Nazionale è <strong>di</strong>chiarato obbligatorio, finché risulti per mezzo d'uncertificato dell'Uifiziale comandante la Compagnia che i m<strong>il</strong>iti hanno acquistatouna sufficiente istruzione m<strong>il</strong>itare.Che i renitenti incorreranno <strong>nel</strong>la pena della prigionia portata all'art. 79<strong>di</strong> detta legge, oppure <strong>di</strong> una ammenda da lire una e cinquanta.Si prevengono perciò tutti i m<strong>il</strong>iti si del servizio or<strong>di</strong>nario che dellariserva, che non intervenendo, almeno due volte per settimana, agli esercizjprescritti col sullodato Decreto, <strong>nel</strong>la conformità e <strong>nel</strong>le ore stab<strong>il</strong>ite343


www.accademiaurbense.itdal manifesto del sig. Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo per l'organizzazionedella Guar<strong>di</strong>a Nazionale, in data del 16 agosto prossimo passato,già reso <strong>di</strong> pubblica ragione, verranno loro, con tutto rigore, applicatele pene prescritte.Detti esercizj comincieranno domenica mattina 24 corrente, e li m<strong>il</strong>itisi riuniranno al Palazzo <strong>di</strong> Città.Tortona, 20 settembre 1848.IlMaggiore della Guar<strong>di</strong>a NazionaleCarissimo.149GIACINTO SALVI A BUFFANovi, 24 settembre [1848].Ieri vi<strong>di</strong> una lettera proveniente da Genova, che annunziava la determinazio<strong>nei</strong>n cui sarebbe venuto Durando <strong>di</strong> far chiudere i due circoli,Nazionale e Italiano, ed aggiungeva che lo stesso commissario regio avendoneparlato con un amico genovese, questo gli avrebbe risposto: «Sefate questo, non rispondo 24 ore della vostra vita ». Se Durando s'appigliaa questo violento partito, certo sarà <strong>di</strong>etro or<strong>di</strong>ne pi<strong>nel</strong>liano; in ogni modo,per me, come per voi, sarebbe una misura imprudentissima, e feconda forse<strong>di</strong> tristissime conseguenze. Voglio credere ancora che non vi fu nulla <strong>di</strong>vero. Per Dio! che l'attuale ministero sia al <strong>di</strong>sotto delle circostanze, de'bisogni del paese, non ne dubito, ma che abbia perduto fin <strong>il</strong> senso comu<strong>nei</strong>n politica, non mi par cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e. Che ve ne pare?Pur troppo, mio caro, come vi <strong>di</strong>ssi già più volte, la matassa mi pareimbrogliata, e malgrado <strong>il</strong> patriotismo puro ed energico <strong>di</strong> alcuni buoni,fra' quali voi certo primeggiate, temo assai che la si possa imbrogliare collavia costituzionale. Vorrei ingannarmi. I mali sono gran<strong>di</strong>, e possono <strong>di</strong>ventareestremi; ora voi sapete che extremis malis extrema rime<strong>di</strong>a. Quei chesono al timone degli affari avranno <strong>il</strong> coraggio <strong>di</strong> adoperare questi - rime<strong>di</strong>estremi? NoI credo: ma allora gli adoprerà la nazione, perché dessa vuolsalvarsi ad ogni costo.E rite<strong>net</strong>e, che quando noi sapremo risolutamente far uso <strong>di</strong> misureestreme, quali le esiggono i supremi pericoli della patria, avremo favorevolianche gli altri popoli, sopratutto la Francia che or ha l'aria <strong>di</strong> sprezzarci,perché ci crede avv<strong>il</strong>iti e inferiori all'opinione che se n'era dapprima formata.344


www.accademiaurbense.itMostriamoci forti e risoluti ed avremo la stima, se non l'amore de' forti.Ma ora spero poco assai, se non <strong>di</strong>spero affatto.Scrivete, appena vel permettano le occupazioni. Domani scriverò aMoja ed a Ranco, perché oggi né <strong>il</strong> tempo <strong>il</strong> consente, me ne vo a spaziarun po' pei campi, ove parmi d'esser più libero e più padrone <strong>di</strong> me stesso.Ad<strong>di</strong>o, ad<strong>di</strong>o, amate sempre <strong>il</strong> vostro aff.moSalviA tergo: All'Ill.mo Signor. Il Sig. Avvocato Domenico Buffa R,o CommissarioStraor<strong>di</strong>nario. Voghera.150IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOCarissimo fratello.Ovada, 25 settembre 1848.M'immagino quanta noia e fatica ti sarà costato <strong>il</strong> nuovo incarico <strong>di</strong>commissario, ma ad ogni modo avrai fatto qualche cosa, mentre quei signoriqui venuti finirono col lasciare le cose tutte in mano dell'intendente, uomoche <strong>di</strong>cono piuttosto retrogrado che liberale. Qui in Ovada non abbiamofrattanto avuto più uno schioppo, e mi <strong>di</strong>ssero alcuni che te ne scrivessi,perché tu trovassi <strong>il</strong> modo <strong>di</strong> fare che quei signori ministri si ricordassero<strong>di</strong> questa provincia, mandando gli schioppi necessarii. Se farai qualche impegnocome deputato, sarà opera buona, e se non altro in caso <strong>di</strong> urgenzaavremmo con che mantenere l'or<strong>di</strong>ne, che, a quel che vedo, sarà moltofac<strong>il</strong>e che venga turbato, quando continuassero queste incertezze e le coseandassero alla peggio. Di Nocchi e <strong>di</strong> Aquarone ne hai avuto più notizie?Quando verrai, spero che la civica mostrerà <strong>di</strong> essere in vita, persuasa dalletue ragioni, perché a <strong>di</strong>r vero abbiamo certi sindaci e capitani che nonpaiono troppo zelanti <strong>di</strong> questa istituzione, sebbene se ne debba accagionarein parte la mancanza dei fuc<strong>il</strong>i. Tutti i giorni leggiamo con grande avi<strong>di</strong>tài giornali, e specialmente l'Opinione, scritta da quel <strong>di</strong>avolo <strong>di</strong> Giovini,ma ogni giorno ci an<strong>di</strong>amo persuadendo che oramai siamo giuocati. Comeanderà a finire?Basta, finisco per lasciar luogo al papà a cui cedo la penna. Ad<strong>di</strong>o.IgnazioA tergo:Al Signor Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera. Voghera.345


www.accademiaurbense.itAllegato AFOGLIO VOLANTE DIFFUSO IN GENOVA 1Avvertimento al PopoloConcitta<strong>di</strong>ni!Si è <strong>di</strong>ffusa la voce che un certo numero <strong>di</strong> spiriti ardenti, ma sconsigliati,prendendo occasione dallo stato incerto in cui versano le pubblichecose, e dall'abbattimento ragionevole in cui ci pose <strong>il</strong> malaugurato armistizioSalasco (contro cui protestava <strong>il</strong> medesimo ministero), pensino <strong>di</strong> eccitaremovimenti e provocare tumultuose deliberazioni. Si crede anche che a talfine possano valersi del concorso dei molti rifuggiti che si vanno adunando<strong>nel</strong>le nostre mura.Concitta<strong>di</strong>ni! se ciò avvenisse, la nostra patria andrebbe esposta a terrib<strong>il</strong>icalamità! Non s'avvedono gl'incauti, e forse tutti non pensiamo abbastanza,che Genova tumultuando, o abbandonandosi a più <strong>di</strong>sperati partiti,non farebbe che procacciarsi nuovi <strong>di</strong>sastri.La camar<strong>il</strong>la avversa alla nostra causa sta spiando ansiosa <strong>il</strong> momentoche qualche <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne <strong>nel</strong>la nostra città fornisca <strong>il</strong> pretesto <strong>di</strong> annientarealcuna delle nostre libere istituzioni, o <strong>di</strong> far ricadere sopra <strong>di</strong> noi tuttol'aggravio d'un'impresa magnanima e che essa condusse a rovina. In nomedella patria, in nome dell'Italia, che ci fece esser tanto più cara quantopiù sventurata, guar<strong>di</strong>amoci dal servire agl'interessi del partito retrogrado,e agl'interessi dell'Austria. Dal nostro isolamento non ricaviamo occasione<strong>di</strong> assur<strong>di</strong> od improvi<strong>di</strong> movimenti, ma sì l'energia <strong>di</strong> mostrarci in facciaal mondo, in faccia alle potenze con <strong>di</strong>gnità sofferenti, fermi <strong>nel</strong> soloproposito <strong>di</strong> voler trionfante la causa italiana e salvi ed intatti i nostri <strong>di</strong>ritti.All'erta, citta<strong>di</strong>ni! Non consentite che gente malcauta o nimica o corrottasi valga del nome genovese, per dar compimento ai suoi perversi <strong>di</strong>segni.Viva l'Italia. Viva l'In<strong>di</strong>pendenza.Genova, 17 agosto 1848.I veri amici de! popolo1 Tipografia Ferrando. A tergo del foglio si legge: Ill.mo Sig.r Ignazio BuffaDott. in Me<strong>di</strong>cina. Ovada.346


www.accademiaurbense.itAllegato BTERZA RADUNANZA DEL CIRCOLO ITALIANO 1Genova, 7 settembre 1848.Ieri 6 corrente aveva luogo la terza radunanza col concorso reso maggioredalla sparsa voce che <strong>il</strong> De Boni intervenisse a presiederla.La seduta si apriva dal vicepresidente che, or<strong>di</strong>nata la lettura del processoverbale dell'antecedente radunanza, dava la parola all'avv. DidacoPellegrini per una spiegazione a proposito dell'articolo del Corriere Mercant<strong>il</strong>e(n. 208) <strong>nel</strong> quale viene <strong>di</strong>pinto <strong>il</strong> Circolo con colori meno che veri;e si consiglia alla presidenza <strong>di</strong> non suscitare passioni irose e <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e collaquistione dello spionaggio. Disse che <strong>il</strong> Circolo <strong>nel</strong>le due prime radunanzetenute finora, aveva dato le più solenni prove <strong>di</strong> volere quella unione chetutti i buoni desiderano; e che anche circa le spie (le quali certamente nonponno mantenersi senza impe<strong>di</strong>re l'unione) la <strong>di</strong>scussione si era sempreconservata all'altezza d'un esame teorico in armonia col rispetto dovutoalla religione ed alla magistratura, lasciata in <strong>di</strong>sparte ogni persecuzione eviolenza personale, tranne la manifestazione pubblica necessaria a metterein guar<strong>di</strong>a i buoni dalle insi<strong>di</strong>e dei tristi.E presa occasione dalle parole <strong>di</strong> suddetto articolo colle quali s'imputavaad altri degli oratori <strong>di</strong> fare in<strong>di</strong>etreggiare <strong>il</strong> secolo <strong>di</strong> cinquant'anni,per preferire alle massime <strong>di</strong> Lamartine sulla pena <strong>di</strong> morte, i furori d'unepoca sanguinosa; rispondeva che con tale accusa <strong>il</strong> Corriere Mercant<strong>il</strong>eoffendeva quella unione che pre<strong>di</strong>cava, perciocché era questo suo procederenon sincero; posto che in <strong>di</strong>ritto, se <strong>il</strong> Circolo avesse decretato l'abolizionedella pena <strong>di</strong> morte, <strong>il</strong> Corriere stesso forse l'avrebbe accusato <strong>di</strong> ribellioneper usurpata autorità legislativa. Ed in fatto eransi già date prove solennidai medesimi oratori accusati dal Corriere <strong>di</strong> volere l'abolizione della pena<strong>di</strong> morte, quando si erano esposti col pericolo della vita e molto più dellaloro estimazione ad impe<strong>di</strong>re l'effusione del sangue.A tali parole faceva succedere <strong>il</strong> vicepresidente alcune spiegazioni circale calunnie che da altri andavansi susurrando contro <strong>il</strong> Circolo, non senzal'audacia <strong>di</strong> obbliare la presenza <strong>di</strong> un numero immenso <strong>di</strong> testimoni ognorapresenti alle <strong>di</strong>scussioni, quando <strong>il</strong> sopravvenire del presidente troncò <strong>il</strong><strong>di</strong>re cogli applausi i più fragorosi.Calmato l'entusiasmo dell'assemblea, riceveva <strong>il</strong> presidente le felicitazionidel Circolo, me<strong>di</strong>ante un <strong>di</strong>scorso del Lazotti analogo alla circostanza.1 Foglio volante. Tip. Ferrando.347


Mosse dal <strong>di</strong>re che la presenza del De Boni era già più eloquented'ogni <strong>di</strong>scorso, perciocché ricordava ad un tempo stesso l'attentato e lariparazione, l'oltraggio e la punizione e soprattutto la magnanimità del popologenovese.Avvertì che se l'attentato venne consumato, si debba alle tenebre.Il Leone dormiva! Ma non tardò <strong>il</strong> suo risvegliamento; ed allora? allora o"a che perdersi in parole.Il popolo genovese <strong>di</strong>sse «De Boni ritorni» e De Boni è ritornato.Dovere De Boni essere orgoglioso <strong>di</strong> tal fatto; che l'orgoglioso dell'amoredel popolo è un amico sviscerato e fedele del popolo. Quin<strong>di</strong>, conversoal De Boni « Volgete - <strong>di</strong>sse - gli occhi a questo popolo! Non vi pare <strong>il</strong>Leone in senti<strong>nel</strong>la a <strong>di</strong>fesa delle sue libertà? Il popolo genovese non mancheràmai a se stesso », E qui avvertiva che la mattina successiva all'attentatoerasi veduta lo solita coorte affacendata ad abbindolare <strong>il</strong> popolo, susurrandocome <strong>il</strong> De Boni non fosse compreso <strong>nel</strong>la fusione, o sotto laprotezione dovuta ai sud<strong>di</strong>ti. Ma <strong>il</strong> popolo genovese non attese a tali sottigliezze;chiese solo se <strong>il</strong> De Boniera nato tra l'Alpe e <strong>il</strong> Faro. Ciò bastareper essere fratello ai genovesi, perché italiano.Conchiude colle speranze che tutti fondavano sulla sapienza e sullacostanza <strong>di</strong> lui alla santa causa della in<strong>di</strong>pendenza italiana, convinti tuttiessere calunniose le accuse a lui date <strong>di</strong> mene o cupezze <strong>di</strong>rette a produrre<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni.Rispose <strong>il</strong> De Boni con <strong>di</strong>ffondersi <strong>nei</strong> più vivi sentimenti <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>neverso <strong>il</strong> popolo genovese, e <strong>nel</strong>le più calde proteste <strong>di</strong> consacrare allacausa italiana, che è la causa del popolo genovese, tutto se stesso. Disseche accettava quegli applausi, non perché a lui <strong>di</strong>retti, ma a quel principiosolidale pèr cui, personificando in un uomo i <strong>di</strong>ritti dei citta<strong>di</strong>n<strong>il</strong> salvando i<strong>di</strong>ritti d'uno, furono salvi quelli d'ogni citta<strong>di</strong>no italiano. Lodò <strong>il</strong> popologenovese come iniziatore, <strong>di</strong>vinatore <strong>nel</strong> 1746 della santa guerra intrapresa<strong>nel</strong> 1848; come quegli che sospinse altre provincie italiane sulle vie liberali,che ora rompeva in un impeto solo tutti gli iniqui <strong>di</strong>segni contro la libertà.Disse che, accusato falsamente <strong>di</strong> <strong>di</strong>visioni municipali e <strong>di</strong> suscitatore <strong>di</strong> torbi<strong>di</strong>a Livorno <strong>nel</strong>la Gazzetta Ufficiale, non professa altra religione che quellad'unire, non <strong>di</strong> <strong>di</strong>sunire; <strong>di</strong> rispettar la legge della maggioranza della nazione;<strong>di</strong> aiutare colle sue forze <strong>il</strong> nazionale sv<strong>il</strong>uppo; d'imitare, in unaparola, <strong>il</strong> popolo genovese, che aveva dato tante prove <strong>di</strong> amore alla libertàe insieme <strong>di</strong> moderazione. Meravigliava come <strong>il</strong> Pi<strong>nel</strong>li, mentre lo accusadei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Livorno, lo abbia mandato a Livorno, o per farlo imprigionare,o per cacciarlo <strong>nel</strong> tumulto, come farebbero gli agenti provocatori.Aggiunse che, se non ecciterà mai a <strong>di</strong>visioni, non tacerà mai, quando le348www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itlibertà nostre sieno offese; che tutti gli sforzi nostri debbono tendere aconquistare una libera in<strong>di</strong>pendenza, giacché libertà e in<strong>di</strong>pendenza debbonoformare una cosa sola; giacché solamente con un braccio libero potremoconquistare lo straniero. Esortò <strong>il</strong> popolo genovese a non altro fare cheprepararsi alla santa guerra, a cancellare la vergogna dell'armistizio Salasco,a re<strong>di</strong>mere veramente l'Italia. Molti van <strong>di</strong>st<strong>il</strong>lando, egli aggiunse, un sott<strong>il</strong>eveleno che <strong>di</strong>vide i citta<strong>di</strong>ni, ma i tristi calunniatori non otterranno <strong>il</strong> loroscopo. Stringetevi in uno, non badate ai nuovi farisei che profanano lareligione, e non ricordano, <strong>il</strong> Vangelo e la libertà essere una cosa sola. Equi toccò del commercio, <strong>il</strong> quale, <strong>di</strong>ceva, non potrà risorgere quando nonrisorga veramente la nazione. Il trionfo della causa italiana esser quellodel commercio, perché non vi sarà pace in Italia, mai, che quando sialibera dallo straniero; perché tutto si lega all'onor nazionale; questo èl'anima; gl'interessi materiali non sono che <strong>il</strong> corpo; quando l'anima fuggavia, non rimane che un cadavere. Avvertiva che le storie <strong>di</strong> tutti popoliconfermavano questa verità. Levava a Dio voti per la nostra vittoria, avvertendoperò che <strong>il</strong> Signor delle battaglie non esau<strong>di</strong>sce che i voti dei popoliforti ed animosi.Il lungo <strong>di</strong>scorso fu <strong>di</strong> frequente interrotto dagli applausi della numerosaassemblea, che <strong>di</strong>mostrava un vivissimo affetto per l'oratore. In<strong>di</strong> <strong>il</strong>presidente invitava la commissione a leggere <strong>il</strong> rapporto <strong>di</strong> quanto avesseoperato.Il sig. avvocato David Morchio, relatore della commissione, <strong>di</strong>ede letturad'un d<strong>il</strong>igente rapporto sovra alcune carte del prete Ricci, che vieppiùsvelavano le turpitu<strong>di</strong>ni del sistema <strong>di</strong> spionaggio adottato dal governo, enon intralasciato né anco sotto <strong>il</strong> ministero Ricci. Noi ci riserbiamo a farnepiù ampia menzione, quando la benemerita commissione avrà compito <strong>il</strong>suo lavoro. Non dobbiamo però omettere che egli avvertiva tutti i citta<strong>di</strong>nia non lasciarsi indurre in errore dalle voci fatte correre per .Genova sulconto <strong>di</strong> molte persone. Aver benissimo prete Ricci attestata la pubblicataccia contro alcuni <strong>di</strong> spie; ma risultando già calunniatore, non poter meritarenessunissima fede. Essersi poi confuse le note dei liberali date dal Ricci,colla suddetta attestazione, e ciò doversi bene attentamente considerare,onde benemeriti citta<strong>di</strong>ni non cadano vittima <strong>di</strong> qualche fatale equivoco.Dovere tutti aspettare l'esito delle prove, onde vieppiù br<strong>il</strong>lasse l'amore dellagiustizia, che tanto professano i genovesi (applausi vivissimi).Dopo tali parole, l'avv. Morchio, data contezza ai citta<strong>di</strong>ni dell'ingresso<strong>di</strong> 8 m<strong>il</strong>a circa soldati, cioè 2 m<strong>il</strong>a domani e 6 m<strong>il</strong>a in seguito, esultavadella fratellevole accoglienza loro preparata, e ben dovuta al valore spiegatosui campi lombar<strong>di</strong>. Rammentò i <strong>di</strong>sagi sofferti, e specialmente la349


www.accademiaurbense.itfame, la più orrib<strong>il</strong> fame sistematicamente adoprata contro quegli eroi,affinché, estenuati, non potessero più reggere le armi, contro cui nessunaprepotenza era valevole. Tutti correremo - <strong>di</strong>ceva - incontro ai nostricari fratelli, daremo loro <strong>il</strong> bacio d'amore; e come essi bran<strong>di</strong>rono, bran<strong>di</strong>rannol'invitto acciaro per <strong>di</strong>fendere l'italiana libertà e in<strong>di</strong>pendenza. Vedretecome scint<strong>il</strong>leranno i loro occhi dalla gioia, allorché, consumato <strong>il</strong> tempodell'infame armistizio, sarà loro dato <strong>di</strong> correre contro la rabbia tedesca epurgare per sempre la bella Italia. E guai a chi si attentasse con una vergognosapace imprimerci sulla fronte <strong>il</strong> marchio dell'infamia!Finì <strong>di</strong>cendo elogi del generale della valorosissima Brigata Aosta (1aprima ad entrare); con avvertire che era stato elevato a tale grado da pochigiorni, e quin<strong>di</strong> non compreso <strong>nel</strong> numero <strong>di</strong> quei generali, che per tradìmenti,o almeno i<strong>net</strong>tezza, avevano condotto a sì dolorosa rovina un'armatasenza pari.Il Morchio riscosse per tali parole si lunghi applausi da rendere ognorpiù chiaro che in Genova all'amore intenso verso i nostri pro<strong>di</strong> soldati,vanno congiunti <strong>il</strong> profondo sentimento della riparazione dovuta all'amorenazionale, e la confidenza riposta <strong>nel</strong> loro valore <strong>di</strong> avere senz'altro taleriparazione.Il presidente quin<strong>di</strong> proponeva all'adunanza un in<strong>di</strong>rizzo al Circolo <strong>di</strong>Torino, che si ad<strong>di</strong>mostrava tanto amorevole a Genova, ed approvava l'opposizionefatta ad un or<strong>di</strong>ne ingiusto del ministero degli Interni. Sanzionatadal Circolo la proposta, e data incombenza <strong>di</strong> stendere l'in<strong>di</strong>rizzo al presidente,questi credette ut<strong>il</strong>e manifestare la necessità che tutti i circoli italianisi alleassero fra <strong>di</strong> loro, stringessero quasi una lega per comunicarsi i desiderii,per imprimere in questi supremi istanti alle nostre provincie unandamento uno, onde tutte le forze italiane possano sv<strong>il</strong>upparsi e concorrereal riscatto della patria italiana.Approvato <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno, <strong>il</strong> Circolo rimetteva alla commissione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tareun progetto a tale proposito.Il citta<strong>di</strong>no Luigi Lomellini, non essendo per lo stato <strong>di</strong> sua voceal caso <strong>di</strong> parlare, presentava alla presidenza una sua proposizione periscritto, <strong>di</strong>retta a dare ai nostri soldati un attestato dell'amor genovese versoloro. Ci duole non poter, per la mancanza <strong>di</strong> tempo, riferire le belle parole<strong>di</strong> quella proposta bellissima. Lo faremo <strong>di</strong>mani.Il sig. Bixio, già ar<strong>di</strong>to volontario <strong>nel</strong>la guerra della nostra in<strong>di</strong>pendenza,levavasi per <strong>di</strong>pingere la situazione <strong>di</strong> Venezia, ove solo incontaminataancora risplende la nazionale ban<strong>di</strong>era, avvertiva che Venezia, abbandonatadalla flotta sarda, mancava <strong>di</strong> denaro e <strong>di</strong> armi, e talché in ogni compagniadella guar<strong>di</strong>a civica non vi sono più <strong>di</strong> otto uomini armati. Venezia com-350


www.accademiaurbense.itperava 16.000 fuc<strong>il</strong>i; 10.000 <strong>di</strong> questi fuc<strong>il</strong>i ora sono a Genova, ed appartengonoa Venezia.Quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> Bixio, tra vivi plausi, proponeva si cercasse un modo perottenere questi fuc<strong>il</strong>i a Venezia.E l'adunanza commossa si alzava, chiedendo che tutta unita e collacommissione in testa movesse in modo rispettoso ma energico a presentarsial nostro Pareto, onde fosse proceduto alla imme<strong>di</strong>ata consegna dei fuc<strong>il</strong>i.Ma sul riflesso, suggerito da un socio, della fac<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> confondere <strong>il</strong> generosomovimento con un progetto <strong>di</strong> eccitamento al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, l'assembleaaderi a che la sola Commissione agisse per lo intento <strong>di</strong> tutti. Un tale entusiasmonon poteva però essere ster<strong>il</strong>e.Il sig Cernuschi propose <strong>di</strong> fare una colletta per Venezia; su del che<strong>il</strong> nostro Pellegrini <strong>di</strong>sse parole si animatrici, che venne imme<strong>di</strong>atamenteapprovato <strong>di</strong> farla in modo degno <strong>di</strong> Genova, cioè generale, per le botteghe,per le piazze, per le case dei buoni citta<strong>di</strong>ni. Quin<strong>di</strong> era sciolta l'adunanza;ma non pochi impazienti <strong>di</strong> remare vollero far subito le loro offerte, cheprodussero in pochi istanti la somma <strong>di</strong> L. n. 237, rimessa a mani delCambiaso, membro della commissione.Viva Genova e l'In<strong>di</strong>pendenza Italiana.Un socio del CircoloAllegato CCIRCOLO ITALIANO SEDUTA DEL 12 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI 1Genova, 14 settembre 1848.Il segretario legge <strong>il</strong> processo verbale che viene approvato. Il presidenteprelu<strong>di</strong>a al rapporto della commissione incaricata del soccorso a Venezia.David Morchia relatore espone le istanze fatte in proposito al municipio,e le parole avutene <strong>di</strong> energica cooperazione per l'effettuazione delvoto <strong>di</strong> un m<strong>il</strong>ione. Il presidente dà lettura <strong>di</strong> una lettera relativa al soccorsoo prestito ve<strong>net</strong>o, e quin<strong>di</strong> espone come <strong>il</strong> nostro Accame avesse donatoun bacino d'argento. Il Lomellini <strong>di</strong>scorre <strong>il</strong> dono <strong>di</strong> un paio [<strong>di</strong>] orecchinifatto da una citta<strong>di</strong>na, quanto generosa, modesta. Bixio accenna ad un'accademiache sabbato venturo sarà de<strong>di</strong>cata alla pericolante Venezia, ed eccitala commissione del circolo italiano a curarne <strong>il</strong> migliore successo.1 Foglio volante. Tip. Ferrando.351


www.accademiaurbense.itUna lettera sulla mob<strong>il</strong>izzazione della guar<strong>di</strong>a nazionale, altra sullemene <strong>di</strong> alcuni parroci <strong>di</strong> campagna e sulla necessità dell'espurgazione delporto, formano oggetto <strong>di</strong> brevi <strong>di</strong>scorsi. L'or<strong>di</strong>ne del giorno chiama ai mezzipiù efficaci per abbattere <strong>il</strong> ministero Pi<strong>nel</strong>li. Si propone <strong>di</strong> ricusare <strong>il</strong> denaroche esso domanda. Un socio teme le scuse che ei ne desumerebbe, per <strong>di</strong>reimpe<strong>di</strong>tagli la guerra e propone invece che i rappresentanti del paese faccianoformali istanze per la <strong>di</strong>messione del ministero.Il Lazotti è d'avviso che ad altra seduta si abbia a rinviare la <strong>di</strong>scussionesul decreto degli imprestiti imposti e della carta mo<strong>net</strong>ata, e cos<strong>il</strong>'esame dei mezzi più acconci ad abbatterlo. Cernuschi e Bixio consentonoal preopinante. Il segretario nota però che salve tutte <strong>di</strong>scussioni e resistenze,si potea intanto mandare a Carlo Alberto persona che gli significasse:i genovesi non volere che le sorti italiane siano più oltre compromesse daun governo <strong>di</strong>sonesto e sleale.Bixio e Lazotti insistono sul semplice rinvio della <strong>di</strong>scussione dei mezzi;Bodda e Ferrari concordano col segretario. David Morchio propugna ladeputazione. Messa a voti questa proposta è adottata all'uananimità. DavidMorchio, Didaco Pellegrini, e Bixio sono eletti a deputati. La commissionesi propone <strong>di</strong> eccitare <strong>il</strong> Circolo nazionale, i decurioni, <strong>il</strong> corpo universitario,la guar<strong>di</strong>a nazionale, a convenire <strong>nel</strong>la deliberazione presa, con aggiungerequei deputati che avvisassero per buono. La seduta fu importantissima perchéi sani principii del <strong>di</strong>ritto pubblico, e la schiettissima esposizione dei fatticontempora<strong>nei</strong> animarono le <strong>di</strong>scussioni del Circolo.L'adunanza fu sciolta e salutata col grido: Viva <strong>il</strong> Popolo.Un socio del CircoloAllegato DCIRCOLO ITALIANO. SEDUTA DEL 19 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI 1Genova, 21 settembre 1848.Letto <strong>il</strong> processo verbale, viene approvato. Il vicepresidente Lazottitocca dello spionaggio del Ricci ciò che riguarda parecchi in<strong>di</strong>vidui, fra iquali <strong>il</strong> dottor Luigi Piacenza, che non poteva essere e non era quel desso,cui accenavano lettere scampate all'incen<strong>di</strong>o. Il presidente ne trae argomento<strong>di</strong> raccomandare alla giustizia, alla carità citta<strong>di</strong>na l'estimazione, l'onore dei3521 Foglio volante. Tip. Ferrando.


www.accademiaurbense.itfratelli nostri, sino a che non sieno con prove irrepugnab<strong>il</strong>i convinti <strong>di</strong> colpa,non presumib<strong>il</strong>e mai; e qui cade in acconcio l'elogio del dottor Terzaghi,che più testimoni del fatto, sovra cui si erano dal signor Cadei desideratespiegazioni, purgano persino della possib<strong>il</strong>ità della colpa. Il Terzaghi s<strong>il</strong>eva e ringrazia <strong>il</strong> Circolo, dell'amore con che avea salutato dopo la <strong>di</strong> lui<strong>di</strong>fesa, <strong>il</strong> ven<strong>di</strong>cato suo nome.Così provveduto all'onore dei privati, <strong>il</strong> presidente legge <strong>il</strong> votatoin<strong>di</strong>rizzo a Garibal<strong>di</strong>, e <strong>il</strong> grido si stampi prorompe unanime dai congregatitutti. Tien <strong>di</strong>etro la lettura della esposizione Carminati del buon desderio<strong>di</strong> alcuni portoriani <strong>di</strong> destinare a Venezia <strong>il</strong> ricavo del ballo La Moresca} cuisi proferivano. Il Circolo riconoscente ricambia i saluti degli animosi ecortesi giovani, che avevano levati i cappelli in alto ai primi applausi.Il Pellegrini, ricordando come <strong>il</strong> Circolo Italiano avesse fin dalle sueprime adunanze proclamata la nullità <strong>di</strong> quanto avea decretato ed era perdecretare <strong>il</strong> ministero Pi<strong>nel</strong>li, cui non potea fruttare <strong>il</strong> suici<strong>di</strong>o delle Camere,perché i poteri fossero intrasferib<strong>il</strong>i in altri, e massime <strong>nel</strong> governo del Re}perché le fiducie sieno essenzialmente personali, e quin<strong>di</strong> non invocab<strong>il</strong>i daun nuovo e scre<strong>di</strong>tatissimo ministero, perché le ragioni, le circostanze,le con<strong>di</strong>zioni tutte del suici<strong>di</strong>o fossero cessate, mutate, mancate, esponevagli eccitamenti fatti all'<strong>il</strong>lustre Demarchi, perché <strong>il</strong> Circolo Nazionale cooperassee sviare la se<strong>di</strong>cente deputazione della Camera <strong>di</strong> Commercio edella banca <strong>di</strong> sconto, che stava per recare a Torino l'omaggio <strong>di</strong> trattativecirca l'esecuzione dei noti decreti sugli imprevisti e sulla carta mo<strong>net</strong>ata;omaggio cui se non erano stranieri pochi speculatori, ripugnavanoquanti sentono la <strong>di</strong>gnità del popolo e <strong>il</strong> suo <strong>di</strong>ritto a mantenere <strong>il</strong> cre<strong>di</strong>todella piazza <strong>di</strong> Genova. Onde <strong>il</strong> commercio, l'alimento dei citta<strong>di</strong>nie ciò fino a che col voto raccolto dalla bocca dei suoi deputati non fosseproclamato <strong>il</strong> sacrifizio, cui <strong>il</strong> popolo è pronto per la causa non pi<strong>nel</strong>liana,ma italiana. Il Pellegrini non tacque <strong>il</strong> risultato <strong>di</strong> quegli eccitamenti; bastiricordare che <strong>il</strong> Circolo Nazionale sta <strong>di</strong>scutendo e stu<strong>di</strong>ando sulla nullità,sulla velenosità dei decreti Pi<strong>nel</strong>li!Il Lazotti concluse <strong>di</strong>cendo che l'evidenza <strong>di</strong>spensava da ulterioriparole, che <strong>il</strong> popolo non ne avrebbe permessa la esecuzione. E questo erapure <strong>il</strong> concetto del nostro Accame, che non tacque del subdolo scopo <strong>di</strong>incatenare gli speculatori al carro del ministero Pi<strong>nel</strong>li. Eralo pure dell'argutoCernuschi <strong>il</strong> quale, ritenuta la protesta dei due circoli contra <strong>il</strong>ministero, e tutto quanto debba ricordarsi in proposito, proponeva che<strong>il</strong> Circolo Italiano <strong>di</strong>chiarasse aver demeritato della patria i deputati recatisiin Torino per regolare la esecuzione dei noti decreti e seco loro quei23353


www.accademiaurbense.itmembri della Camera <strong>di</strong> Commercio e della banca <strong>di</strong> sconto che eranoconcorsi <strong>nel</strong> fatto della deputazione.Questa sentenza fu per acclamazione e per levata universale profIerita.Ciò fattosi, <strong>il</strong> presidente parlò dei casi <strong>di</strong> Sic<strong>il</strong>ia, dell'oscena trattadegli Svizzeri e propose che s'impe<strong>di</strong>sse <strong>il</strong> loro arruolamento <strong>nel</strong>la Liguriae <strong>il</strong> loro transito per ai campi dell'infame guerra, che si sta in Italiaguerreggiando contro i popoli, e mostrò come la proposta, accompagnatada un in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> riconoscenza e <strong>di</strong> amore ai buoni ed ospitali Svizzeri,consolerebbe costoro e risparmierebbe nuovi delitti contro l'umanità.La proposta fu applau<strong>di</strong>ta da tutto <strong>il</strong> Circolo; e l'adunanza fusciolta col grido viva <strong>il</strong> popolo, succeduto a brevi parole, le quali incuoravanoa credere ed a sperare <strong>nel</strong> prossimo adempimento della legge <strong>di</strong>Dio, esplicantesi <strong>nel</strong>la vita dei popoli!Un socio del Circolo.Allegato ECIRCOLO ITALIANO. SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI 1Genova, 22 settembre 1848.Letto <strong>il</strong> processo verbale, viene approvato.Il presidente riferisce l'assenso del capo-comico del teatro <strong>di</strong>urno perl'eseguimento del ballo La Moresca a pro <strong>di</strong> Venezia, e parla del programmache sarà annunziato per lunedì ventuno, un trattenimento ispirato dalsacro dovere <strong>di</strong> soccorrere con ogni mezzo possib<strong>il</strong>e a quel rifugio dellain<strong>di</strong>pendenza e della libertà italiana. Trae quin<strong>di</strong> argomento da letteredel comitato <strong>di</strong>rettore del Circolo Italiano in Venezia in<strong>di</strong>ritte a lui edal presidente del Circolo Romano, per richiamare i congregati alla già<strong>di</strong>scorsa lega dei circoli italiani, ed al prelu<strong>di</strong>o all'italico parlamento chesi formerebbe colla riunione dei deputati <strong>di</strong> tutti i circoli in un dato luogo.Mette qun<strong>di</strong> a voti <strong>il</strong> progetto <strong>di</strong> questo convegno ed è approvato; quind<strong>il</strong>a scelta fra Roma, centro naturale e irrepugnab<strong>il</strong>e della grandezza italiana,e Venezia fin d'ora santificata dalla libertà e dall'in<strong>di</strong>pendenza. EVenezia, dopo alcune applau<strong>di</strong>te parole del presidente e dei citta<strong>di</strong>ni Cernuschie Priario, è per le attuali circostanze preferita.Il vicepresidente annunzia <strong>il</strong> proclama da Venezia del generale GuglielmoPepe, e ne dà lettura. Espone quin<strong>di</strong> la deliberazione del comitato<strong>di</strong> Torino a pro <strong>di</strong> Venezia, e narrato come non si avesse ancora un ri-3541 Foglio volante. Tip. Ferrando.


www.accademiaurbense.itscontro sull'esito della domanda dei sindaci al minìstero per I'autorizzazionedell'imprestito del m<strong>il</strong>ione, propone intanto un comitato eli preti,i quali col mezzo <strong>di</strong> soscrizioni procurino oblazioni settimanali. La propostaè applau<strong>di</strong>ta, e vengono nominati i reveren<strong>di</strong> Piaggio, Bottaro,D'Oria, Giuliani, Mainero, Ansaldo, Ricca e cassiere è eletto <strong>il</strong> citta<strong>di</strong>noG. B. Cambiaso.Un membro insiste sulla necessità <strong>di</strong> una pronta risposta del municipio.Venezia <strong>nel</strong>lo ottobre <strong>di</strong>fetterà dell'ultimo obolo. Si avvisi ai mezzi<strong>di</strong> troncare ogni indugio.Il Pellegrini <strong>di</strong>scorre la critica con<strong>di</strong>zione delle cose. Da una parteun popolo che conosce <strong>il</strong> suo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> adempiere i suoi doveri versoVenezia, verso Italia tutta; dall'altra un organamento politico, che anome <strong>di</strong> una mentita fiducia sa far tacere <strong>il</strong> parlamento e sottomettere <strong>il</strong>popolo, che ouol provvedere, ad un ministero, ad un governo che nonvuole. Se provvedete siete eslegi e ribelli; se aspettate, siete fratrici<strong>di</strong>,siete austriaci. E intando coloro che vi appuntano <strong>di</strong> appellare alle passionipopolari, mentre essi v'impongono le speculazioni, le <strong>di</strong>plomazie ministeriali,s'adoprano a tutt'uomo per far credere alle vittime della guerraregia che <strong>il</strong> Circolo Italiano s'affatichi a rinnovarla; s'adoprano per conquistareproseliti alla v<strong>il</strong>e paura, al turpe egoismo, alla bestiale pazienza.Veglino dunque i buoni citta<strong>di</strong>ni a che non sia fatto gabbo alla pietàdelle madri, all'amore delle spose; si adoperino perché l'idea del doveree del <strong>di</strong>ritto si <strong>di</strong>ffonda in tutte le masse, e <strong>il</strong> giorno dell'azione, dove <strong>il</strong>popolo sia costretto ad agire, sarà rivelato dall'impeto della volontà concordeed una.Intanto si faccia con ogni mezzo conoscere che <strong>il</strong> popolo deve esseresentito o <strong>nel</strong>la parola dei suoi deputati, o <strong>nel</strong> suo fremito in piazza: cheVenezia debbe essere subito soccorsa. Scelga <strong>il</strong> governo fra <strong>il</strong> provvedereo <strong>il</strong> costringere <strong>il</strong> popolo a provvedere! Ma, sovratutto, puritàd'intenzioni, concor<strong>di</strong>a, energia <strong>di</strong> volontà <strong>nel</strong> proposito <strong>di</strong> ricuperare lalibertà e l'in<strong>di</strong>pendenza a qualunque costo!Il Lazotti richiama all'abuso del lotto dei camangiari cui restano presii più cari nostri fratelli, i soldati, ed invita <strong>il</strong> Circolo a far sentire aglispeculatori una tale <strong>di</strong>sapprovazione, una tale resistenza che basti. Il citta<strong>di</strong>noAccame lamenta <strong>il</strong> <strong>di</strong>sagio cui si condannano le vittime della fame e dellastanchezza: i soldati, perché veglino <strong>il</strong> palazzo ducale, e presentino l'aspettod'uno stato d'asse<strong>di</strong>o in città tranqu<strong>il</strong>la e <strong>di</strong>gnitosa, in città, dove non unmoto che non abbia fruttato un miglioramento morale e politico. IlLazotti concorda, ma crede bastevole un cenno <strong>nel</strong> processo verbale. IlCernuschi combatte ogni idea <strong>di</strong> protesta perché sarebbe travolta ad in<strong>di</strong>-355


www.accademiaurbense.itzio <strong>di</strong> paura. Ciò basta perché tutto <strong>il</strong> Circolo protesti contro l'idea <strong>di</strong> unaprotesta, mostrando così la sua fede <strong>nei</strong> pro<strong>di</strong> <strong>di</strong> Goito e <strong>di</strong> Volta, e <strong>nel</strong>lapropria coscienza! La seduta è tolta.Un socio del Circolo.151PIER DIONIGI PINELLI A BUFFAlTorino, 6 ottobre 1848.Ill.mo Sig. Sig. P .ron Col.mo.Ostacoli impreveduti hanno ritardata sino ad ora la spe<strong>di</strong>zione daGenova de1li due m<strong>il</strong>a fuc<strong>il</strong>i da <strong>di</strong>stribuirsi alle provincie <strong>di</strong> Voghera e<strong>di</strong> Bobbio.Avendo potuto <strong>di</strong>sporre in Torino <strong>di</strong> pari numero <strong>di</strong> fuc<strong>il</strong>i inglesi<strong>di</strong> buona qualità, ho dato or<strong>di</strong>ne all'azienda dell'Interno <strong>di</strong> mandarli sollecitamente.Mi pregio partecipare tal cosa alla S.V. Ill.ma per <strong>di</strong> lei norma edho intanto l'onore <strong>di</strong> raffermarmi con <strong>di</strong>stintissima considerazione dellaS.V. Ill.ma dev.mo, obb.mo servitore.Pi<strong>nel</strong>liIn margine: Al Sig.e Domenico Buffa Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo.Voghera. Attualmente in Ovada.l Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno. Divisione 2 4 •N. 6116-6489. Oggetto: Fuc<strong>il</strong>i per Voghera.152GIUSEPPE CaRNERa A BUFFAAlessandria, 7 ottobre 1848.Collega carissimo.Eccoti una lettera che ho aperta, ma che viene <strong>di</strong>rettamente a te.Seppi da Rina l che non inten<strong>di</strong> esser pei lO a Torino. Male signordeputato, male assai. Le deliberazioni a pigliarsi saranno siffattamente importanti,che tu non dovresti mancarvi.Enrichetta s'è sgravata felicemente d'una bambina. Buon giorno. Il tuolMoglie <strong>di</strong> Lorenzo Ranco.Giuseppe Carnera356


Ill.mo Signore.www.accademiaurbense.it153L'INTENDENTE GENERALE DI ALESSANDRIA A BUFFA lAlessandria, 8 ottobre 1848.Ho data comunicazione al <strong>di</strong> lei collega sig. avvocato Cornero dellalettera del Ministero degli Interni, colla quale viene significato ai commissarjstraor<strong>di</strong>narj, spe<strong>di</strong>ti <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>visioni amministrative per l'attuazione dellaguar<strong>di</strong>a nazionale, che col 15 del corrente mese deve aver fine la loro missione,ed essendo stato informato dal prelodato <strong>di</strong> lei collega che V.S. Ill.masi trova in Ovada, ivi le <strong>di</strong>riggo la suddetta lettera acciò le possa servire <strong>di</strong>norma.E mentre deggio molto ringraziare V.S. Ill.ma, anche <strong>nel</strong> mio particolare,per l'efficace ed <strong>il</strong>luminata cooperazione da lei prestata al ben degnoadempimento dell'incarico avutone, mercè la quale si conseguirono i risultamentipiù adeguati, che si potevano sperare, mi è inoltre ben grataquesta circostanza per rinnovarle i sensi della <strong>di</strong>stintissima considerazionecon cui ho l'onore <strong>di</strong> raffermarmi <strong>di</strong> V.S. Ill.ma dev.mo ed obb.moservitore.Ro<strong>di</strong>niIn margine: Sig.r Avv.to Buffa, Deputato, Commissario Straor<strong>di</strong>nario del Governo.Ovada.lCarta intestata: Intendenza Generale <strong>di</strong> Alessandria.Allegato.PINELLI A BUFFA lIll.mo Sig. Sig. P.ron Col.mo.Torino, 6 ottobre 1848.La facoltà straor<strong>di</strong>naria, che <strong>il</strong> decreto <strong>di</strong> S.A.S. <strong>il</strong> Luogotenente ge.le<strong>di</strong> S.M. in data delli 2 agosto p.p. conferl al Ministro dell'Interno, debbenecessariamente cessare, cessando i motivi che consigliarono <strong>di</strong> concederla.Le relazioni che mi pervengono dalli Sig.ri Intendenti gen.li e Commissarjstraor<strong>di</strong>narii del Governo <strong>di</strong>mostrano che l'attuazione della m<strong>il</strong><strong>il</strong>Carta intestata: Regia Segreteria <strong>di</strong> Stato per gli Affari dell'Interno. Divisione 2 a.357


www.accademiaurbense.itzia nazionale e l'or<strong>di</strong>namento dei corpi staccati procedono, tranne pochissimeeccezioni, in modo assai sod<strong>di</strong>sfacente, quin<strong>di</strong> io non potrei più alungo far uso della facoltà anzidetta. D'altronde la maggior parte dei sig.riCommissarii essendo membri della Camera elettiva, è d'uopo rimuovereogni qualsiasi ostacolo all'adempimento del mandato ad essi attribuitoper elezione.Per <strong>il</strong> che mi occorre partecipare alla S.V. Ill.ma che le <strong>di</strong> lei incombenzecome Commissario straor<strong>di</strong>nario del Governo, dovranno aver terminecon tutto <strong>il</strong> giorno decimoquinto del cor.te ottobre e che lo stessodebbesi <strong>di</strong>re riguardo a quelle persone che fossero state da lei delegate.Nel compiere a questo debito del mio ufficio, m'incombe pur l'obbligo<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare a quello <strong>di</strong> porgere infinite grazie alla S.V. Ill.mapella sollecitu<strong>di</strong>ne con cui ella si adoperò e pel caldo amore <strong>di</strong> benepubblico <strong>di</strong> cui fece prova in ogni occasione.Sia certa la S.V. Ill.ma che io conserverò sempre grata memoriadelle relazioni che io ebbi con lei e gra<strong>di</strong>sca le proteste <strong>di</strong> <strong>di</strong>stintissimaconsiderazione con cui ho l'onore <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> V.S. Ill.ma dev.mo obb.moservitore.Pi<strong>nel</strong>liIn margine: Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Dep.to Commis.o Straord.o del Governoin Alessandria. Ovada.Car.mi genitori.154BUFFA AI GENITORITorino, 22 ottobre 1848.Per mezzo del figlio del signor Dinegro, che viene costi in permesso,vi mando alcune copie del <strong>di</strong>scorso da me fatto alla Camera <strong>nel</strong>la sedutadel 19 ottobre. Esso ebbe gran<strong>di</strong>ssimo successo, e ne furono stampaticinquem<strong>il</strong>a esemplari in fogli volanti per venderli, come si vendettero,per la via. Mi spiace solamente che sia stato stampato con moltissimierrori e tali, che in alcuni luoghi non s'intende <strong>il</strong> senso: io mi sono provato<strong>di</strong> correggerli, per vostra norma, in una delle copie che vi mando.Senonché, oltre <strong>di</strong> ciò, ne fu saltato un brano <strong>di</strong> <strong>net</strong>to che io non potrei<strong>di</strong>re come fosse, perché avendo fatto <strong>il</strong> <strong>di</strong>scorso, come parlandosi a braccio,non lo ricordo più; ma so <strong>di</strong> certo che v'era. Non<strong>di</strong>meno anche cosìmalconcio com'è fu sparso e letto e appiccato ai muri per la città.358


www.accademiaurbense.itIeri finalmente la Camera, dopo tre giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione, venne adun voto, ma fu un voto <strong>di</strong> fiducia al ministero; però a così debole maggioritàche in qualunque paese costituzionale si ritirerebbe. Infatti <strong>il</strong>numero <strong>di</strong> voti necessario ad avere la maggiorità era <strong>di</strong> 68; <strong>il</strong> ministeron'ebbe 77, cioè 9 <strong>di</strong> più, dei quali se voi togliete sei ministri, che votaronosenza dubbio in proprio favore, due o tre primi ufficiali <strong>di</strong> ministeroche fecero egualmente, ne risulta che <strong>il</strong> ministero o ebbe appena appena <strong>il</strong>numero <strong>di</strong> voti necessario, o qualcuno <strong>di</strong> meno. Pure la <strong>di</strong>chiarazione, chenoi riuscimmo a strappare dal ministero, sarebbe abbastanza rassicurante,quando <strong>il</strong> ministero fosse veramente patriottico e godesse la fiducia pubblica:perché, infine, <strong>di</strong>chiarò che l'esercito è pronto per ripigliare le ost<strong>il</strong>ità,che <strong>il</strong> governo non è legato dalle trattative della me<strong>di</strong>azione perché<strong>di</strong>chiarò alle potenze, che viste le continue tergiversazioni dell'Austria,qualora si presenti una buona opportunità, esso la piglierebbe; e finalmentepromise alla Camera che, presentandosi l'opportunità, egli ricomincierebbela guerra. Torno a <strong>di</strong>re che, quando si avesse fiducia <strong>nel</strong> ministero, questa<strong>di</strong>chiarazione basterebbe; ma la fiducia manca. Ma da un giorno all'altropossono nascere <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> cose.Ad<strong>di</strong>o, salutate Fanny, Ignazio, Tomaso ecc.DomenicoCarissimo amico.155GIULIO REZASCO A BUFFABorghetto <strong>di</strong> Vara, 27 ottobre 1848.In quello che mi debbo allegrar con voi del nob<strong>il</strong>e modo e delle salderagioni colle quali tentaste <strong>di</strong> ridurre <strong>nel</strong> buon f<strong>il</strong>o <strong>il</strong> ministero, dovreicondolermi che i vostri consorti non v'abbiano seguitato <strong>nel</strong>l'unità del pensiero.lo mi credeva che venire a mezza lama fosse <strong>il</strong> meglio, e <strong>il</strong> circoscrivereesattamente le domande non si dovesse evitare, se non da coloro chevolessero lasciare la cansatoia a' rispondenti. Pur troppo, non mi sonoingannato. Però, non potendo lodarvi senza querelarmi d'altrui, non <strong>di</strong>ròaltro <strong>di</strong> questo, fuorché vi prego a durare <strong>nel</strong>la magnanima impresa.Volete sapere <strong>di</strong> Lunigiana? Badate, ch'io ve ne parlo, se poteste, oin parlamento o fuori, procurare un po' <strong>di</strong> riposo a quella provincia. Viricorderà certamente che molte parrocchie domandarono la protezione sarda359


www.accademiaurbense.it·e l'ottennero. Domandarono poscia l'unione a voti unanimi, per atti legalissimi,e non ebbero risposta dal ministero. Che vivesse in Italia <strong>il</strong> <strong>regno</strong>sardo, solo stava colà a testimonianza qualche drappello <strong>di</strong> carabinieri.Quando, dopo la tregua del 9 agosto, anche i carabinieri furono tolti. Fuscritto dai governi provvisorii che quell'abbandono finiva <strong>di</strong> porre lo sgomentonegli animi, non meritarlo chi tanta fiducia aveva <strong>di</strong>mostrato <strong>nel</strong>Piemonte; e fu un gridare alla luna. Solo <strong>nel</strong>la prossimità dell'apertura delparlamento, <strong>il</strong> Pi<strong>nel</strong>li rimandò i carabinieri, i quali furono gra<strong>di</strong>ti. Ma,sapendo per pratica i lunigianesi che ciò era una vana mostra e che, nonostante,continuerebbe la confusione <strong>di</strong> nessun governo economico, politico egiu<strong>di</strong>ziario (i governi provvisorii ci sono <strong>di</strong> nome), non vi nascondo chetutti i buoni sono in grande rammarico. Aggiungete che Avenza (grossaterra <strong>di</strong> 3300 abitanti, con territorio ricchissimo, con gabelle sui marmi chegittano più <strong>di</strong> 100 m<strong>il</strong>a lire annue) fu occupata pro<strong>di</strong>toriamente dai toscani<strong>il</strong> 30 settembre, e sim<strong>il</strong>mente Parana. Non si potrebbe uscire una volta daquesto ginepraio? Se la Toscana ha dato un or<strong>di</strong>ne fermo alle sue parrocchielunigianesi incorporate Dio sa come, non veggo ragione che <strong>il</strong> medesimonon possa fare <strong>il</strong> Piemonte verso le sue parrocchie, che gli si detteroa unanimità <strong>di</strong> suffragio. Il ministero Pi<strong>nel</strong>li si scusò col comitato <strong>di</strong> Modena<strong>di</strong> non aver fatto <strong>di</strong> Modena e Reggio quello che fece per Piacenza, avemandò intendenti e ragunò i 'collegi elettorali, perché Modena fu tuttaoccupata dal nemico, laddove Piacenza non fu occupata che in parte. Mala Lunigiana intera non vide tedeschi o estensi, se non in fantasia, e <strong>il</strong>governo sardo, invece <strong>di</strong> pareggiarla a Piacenza, le tolse in sul principioanche i pochi carabinieri che c'erano. Mi opporranno le solite quistioni collaToscana: ma ecco una maniera da troncarle. Il più delle parrocchie, chefecero atto d'unione col Piemonte stanno sulla destra del Magra, e montanoa 13; ciò sono: Castello <strong>di</strong> Calice, S. Maria, Borsea, Veppo, Sùvero,Rocchetta, Reverone, Cava<strong>nel</strong>la, Madrignano, Stadomelli, Parana, V<strong>il</strong>la,Podenzana.Sulla sinistra del Magra, oltre all'Avenza (che per l'entrate pubblicheè un tesoretto) <strong>il</strong> Piemonte ha quattro o cinque altre parrocchie. Ora, io<strong>di</strong>co: non potrebbero i due governi convenire insieme, cedere <strong>il</strong> Piemontequel tutto che <strong>di</strong> lunigianese estense ha sulla sinistra del Magra, e la Toscanaristorare <strong>il</strong> Piemonte con altrettanto sulla destra dello stesso fiume?L'acconcio mi parrebbe equo. Dico questo, perché vedo anch'io che Carrara,ormai toscana, ha bisogno strettissimo d'Avenza, unica via de' suoi marmial mare; e gli altri paesi estensi che ha <strong>il</strong> Piemonte sulla sinistra della Magranon ponna esser suoi, tanto sono intralciati co' toscani. Oh, guardate, perDio, se poteste riuscire a qualche cosa <strong>di</strong> terminativo! Fareste voi opera360


www.accademiaurbense.itsanta, poiché, chi voglia un'immagine del caos, basta che venga <strong>nel</strong>la Lunigiana,onorata del protettorato sardo, e generosa del suo atto d'unione alPiemonte. Occupatevene, per carità, e perdonate <strong>il</strong> te<strong>di</strong>o a chi v'estima sommamentee si <strong>di</strong>chiara vostro aff.mo amicoGiulio RezascoA tergo: Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino.Allegato ACOPIA DEL DISPACCIO DEL MUNICIPIO DI PARMAAL MINISTRO DELL'INTERNOIl sottoscritto, a determinare <strong>il</strong> senso e i fini del messaggio che essopresenta pel Municipio <strong>di</strong> Parma al Ministero, lo riassume in queste domande:che <strong>il</strong> Ministero <strong>di</strong>chiari solennemente ch'esso ritiene <strong>nel</strong>la sua integrità<strong>il</strong> patto d'unione dello Stato <strong>di</strong> Parma al Regno <strong>di</strong> Piemonte.che adoperi per ogni mezzo a riprendere <strong>il</strong> governo civ<strong>il</strong>e delloStato <strong>di</strong> Parma, siccome d'una propria provincia per violenza tenuta; facendocessare <strong>il</strong> reggimento m<strong>il</strong>itare austriaco, non pattuito dall'armistizio,né da qualsiasi <strong>di</strong>ritto consentito.che in estremo curi che lo Stato <strong>di</strong> Parma più non abbia a sopportare<strong>il</strong> carico gravissimo e rovinoso del mantenimento delle truppe austriache.E mentre <strong>il</strong> popolo parmense intende a provvedere con queste domandeal proprio interesse, sappia <strong>il</strong> Ministero, e sappia Italia che essesono al fine <strong>di</strong> accrescere ad un tempo forza e coraggio ad un Governo, <strong>il</strong>quale con tanti sacrifizi e sì nob<strong>il</strong>e ar<strong>di</strong>mento si pose a capo della rigenerazio<strong>nei</strong>taliana.avv. Luigi GandolfiIn epigrafe: A Sua Eccellenza. Il Ministro dell'Interno in Torino.Allegato BCOPIA DI UN DISPACCIO DEL «CONSESSO CIVICO DI PARMAAL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI TORINO l>Alterato, in forza della convenzione <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano del 9 agosto ultimoscorso, <strong>il</strong> vincolo politico con cui <strong>il</strong> popolo parmense, per amore dell'italica361


in<strong>di</strong>pendenza, legavasi al Regno <strong>di</strong> Piemonte, stettero gli animi sospesi intornoall'avvenire che eragli destinato.Ma ogni dubbio d<strong>il</strong>eguò, e fu ben presto palese <strong>di</strong> che sapeva la protezionestab<strong>il</strong>ita all'art. 5 <strong>di</strong> quella infausta convenzione.Entrato <strong>nel</strong> Ducato <strong>di</strong> Parma un grosso corpo <strong>di</strong> austriaci, creatoviun governo provvisorio m<strong>il</strong>itare (riconosciuto poscia ed approvato da unproclama ufficialmente pubblicato al nome <strong>di</strong> Carlo II <strong>di</strong> Borbone), ognisegno del governo sardo vi scomparve.Restava a vedere come questo governo avrebbe fatte le parti sue: mai sinistri presentimenti, sorti all'annunzio dell'accennata convenzione, nonfurono purtroppo senza riscontri <strong>di</strong> realtà.Tranne due vane proteste degli assessori del regio commissario in-. torno al modo con cui le truppe imperiali occuparono <strong>il</strong> Ducato, ed allapubblicazione del rammentato proclama, le sorti del popolo parmensevennero dalle autorità del Piemonte completamente abbandonate. L'Austriainvece coi fatti ad<strong>di</strong>mostrò che la sua protezione altro non poteva né dovevasignificare che occupazione m<strong>il</strong>itare, governo m<strong>il</strong>itare, oppressione m<strong>il</strong>itareper ispese gravi e intollerab<strong>il</strong>i e per ostacoli alla libertà della stampa.Il Consesso Civico <strong>di</strong> Parma non avrebbe certamente indugiato finqui a richiamarsi <strong>di</strong> questo procedere, contrario tanto alle espressioni dell'armistizio,se non avesse sperato sempre che <strong>il</strong> Consiglio dei Ministri <strong>di</strong>Sua Maestà Carlo Alberto si piglierebbe cura delle calamità del paese asim<strong>il</strong>e protezione avventurato, ed avviserebbe insieme al modo con chefarle cessare.Essendo però trascorso non breve spazio <strong>di</strong> tempo, senza che appariscavicino <strong>il</strong> termine <strong>di</strong> questi mali, ed avendovi piuttosto in<strong>di</strong>zi che sian essi(e Dio sa sin quando) per continuare, <strong>il</strong> Consesso medesimo sente che manocherebbe ai proprj doveri se, anche per essere tornata indarno la rimostranzade' notab<strong>il</strong>i convocati dal governatore m<strong>il</strong>itare per dar parere intornoai mezzi necessarj al mantenimento delle truppe austriache, <strong>di</strong>fferisseulteriormente a protestare al Consiglio de' Ministri in Torino, contro questoincomparab<strong>il</strong>e e non più sopportab<strong>il</strong>e stato <strong>di</strong> cose.Imperocché, o collo stipularsi dalle parti belligeranti che <strong>il</strong> Ducato<strong>di</strong> Parma sarebbe, durante l'armistizio, sotto la protezione del governoimperiale, s'intese che fosse a questo governo concesso <strong>di</strong> pote rassoggettarele persone e i beni degli abitanti a quel trattamento che più tornasseglia grado, e allora <strong>il</strong> Consesso si duole al Ministero che da chi spettavanon siasi esercitata la tutela dovuta al Ducato <strong>di</strong> Parma, dopo la sua unioneal Piemonte; o tale esorbitante potere non venne, com'è da credere, acconsentito.E allora si domanda che (salvo in quanto è possib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> debito362www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itriconoscimento pel passato) voglia <strong>il</strong> mmistero affrettarsi ad impe<strong>di</strong>re chei patti non sieno più oltre soprusati, specialmente coll'aggravio deI mantenimentodelle truppe e col regime d'un governo m<strong>il</strong>itare, <strong>il</strong> quale, a sensoezian<strong>di</strong>o della mo<strong>di</strong>ficazione emessa in Verona <strong>il</strong> 26 luglio 1848 dalfeId-maresciallo Radetzky e dal ministro <strong>di</strong> stato Montecuccoli, non siad<strong>di</strong>ce che alle piazze forti, ovvero alle città strette da asse<strong>di</strong>o.Ora, poiché <strong>il</strong> Governo <strong>di</strong> Piemonte soccorre alla povera Venezia<strong>nel</strong>la gloriosa sua resistenza, poiché mirasi con lieto animo che posseggae amministri <strong>il</strong> Ducato <strong>di</strong> Piacenza, e che la città che gli dà <strong>il</strong> nome e incui stanziano truppe austriache, obbligata non sia a mantenerle, sarà,si confida, almen giusto, che Parma sopracaricata della massima partedelle spese che aveva prima della sua separazione dai territori <strong>di</strong> Piacenza,<strong>di</strong> Guastalla, d'oltr'Enza, e che perciò ha bisogni immensi, debitienormi, le casse vuote (e non ostante è pronta a sacrificare ogni cosa,che possa pel trionfo dell'in<strong>di</strong>pendenza d'Italia) più non ritar<strong>di</strong> a mettereun grido con cui, lamentando l'um<strong>il</strong>iante e penoso abbandono chela affligge, invochi appoggio e sollievo dal prementovato Governo <strong>di</strong>Piemonte a cui pur essa legittimamente appartiene.Chiarissimo signore.156ACHILLE MAURI A BUFFA 1Torino, 28 ottobre 1848.3 ore.Mi affretto a liberar la mia parola e a comunicarle altre nonzie chemi giungono in questo momento. Le prime sono tratte da una lettera <strong>di</strong>un fratello deI signor Rezzonico, membro della Consulta Lombarda. Lealtre da una lettera <strong>di</strong> una nipote del conte Casati, testimonia oculare deifatti che espone, giacché Lezzeno, ove si trova, giace quasi rimpetto adArgegno, scena dei fatti stessi. Dopo codeste nuove testimonianze, non sipuò più dubitare della verità dall'esposto <strong>nel</strong>la lettera consegnata al deputatoRa<strong>di</strong>ce.. Non occorre certo, ma pure Ella mi scuserà, se le aggiungo preghiera,anche in nome dell'amico Correnti, <strong>di</strong> usar prudentemente della lettera <strong>di</strong>Restelli.1 In epigrafe figura <strong>il</strong> timbro: Consulta Lombarda.363


www.accademiaurbense.itMi vengono a narrare, in questo punto, che corra voce che <strong>il</strong> Brofferiavoglia sui fatti occorsi parlare alla camera. Dorrebbe a tutti ch'eglipigliasse <strong>il</strong> passo innanzi a Lei e a quegli altri suoi colleghi, da cui nonsi possono temere intemperanze <strong>di</strong> parola.Non le aggiungo parole né <strong>di</strong> ringraziamento né <strong>di</strong> scusa per questofoglio scarabocchiato alla <strong>di</strong>avola. Viva l'Italia; viva i coraggiosi deputatidell'opposizione piemontese! Forse in mano loro stanno i destini dellapatria. Suo dev.mo obb.mo.Brani <strong>di</strong> lettere:1a).Como, 25 ottobre.Ach<strong>il</strong>le MauriUna colonna <strong>di</strong> rifuggiti invase Chiavenna, ed unita alla popolazione,scacciò le truppe tedesche, che ivi stanziavano. Fu barricata la città, tolto<strong>il</strong> ponte della Mera, e resa inaccessib<strong>il</strong>e una galleria 2. Si <strong>di</strong>ffonde anchela voce che <strong>nel</strong>le vallate del lago, siavi grave fermento. Sono partiti trevapori con 600 uomini. Qui intanto abbiamo poca truppa.2 a.) Lezzeno, 25 ottobre (sul lago <strong>di</strong> Como).Questi montanari sono in gran fermento; non aspettano che <strong>il</strong> momento<strong>di</strong> misurarsi cogli austriaci e <strong>di</strong> farla finita. Or qui, or là, in questipaesi la truppa viene <strong>di</strong>sarmata e seviziata. A Chiavenna jer l'altro sonoinsorti, hanno scacciata la truppa, si sono barricati, hanno tagliato <strong>il</strong> passod'Adda e la strada, e sventola colà la ban<strong>di</strong>era tricolore. Ad Argegno hanno<strong>di</strong>sarmato cinque gendarmi e li tengono prigioni. Insomma, questi alpigianisono decisissimi <strong>di</strong> liberarsi. Sento in questo punto che due vaporicarichi <strong>di</strong> truppe sono ad Argegno. Vado a vedere se li <strong>di</strong>stinguo... dallamia finestra vedo benissimo i vapori, e bisogna <strong>di</strong>re che sopra Argegnoe <strong>nel</strong>la valle Intelvi si battono <strong>di</strong>speratamente, perché si sentono continuamentedelle fuc<strong>il</strong>ate, e vedo benissimo <strong>il</strong> fuoco ed <strong>il</strong> fumo. Mi <strong>di</strong>conoche un ar<strong>di</strong>to contrabban<strong>di</strong>ere e molti montanari e volontarii svizzeri sibattono colle truppe. Vado a prendere <strong>il</strong> cannocchiale per <strong>di</strong>stinguer megliociò che succede.A tergo:Al Signor Deputato Buffa.2 In calce si legge la seguente nota del Mauri: «Altre notizie accertano che è la~eria per cui la strada m<strong>il</strong>itare è messa in comunicazione con quella dello Spluga ».364


www.accademiaurbense.itCarissimo amico.157GIULIO REZASCO A BUFFABorghetto <strong>di</strong> Vara, 29 ottobre 1848.Ore Il antim.Già vi scrissi che la parrocchia <strong>di</strong> Parana, che fece <strong>il</strong> suo atto d'unioneal Piemonte, fu occupata <strong>nel</strong> settembre m<strong>il</strong>itarmente dai toscani. Ora ricevolettera del presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> Calice, <strong>il</strong> quale mi avvisache stamattina sono giunti a Parana altri quaranta soldati toscani. Questorinforzo fa supporre un improvviso assalto a Calice, ove non sono chedue carabinieri. L'intendente della Spezia ne è stato avvisato per istaffetta.Così le cose. lo vi prego caldamente d'interpellare <strong>il</strong> ministero sul fattodella Lunigiana. È tempo <strong>di</strong> uscire dalle incertezze e parlar chiaro.È tempo <strong>di</strong> strappar la maschera alle insi<strong>di</strong>e <strong>di</strong>plomatiche. Vi prego afarlo quanto prima. E intanto state sano e continuate ad amarmi. 11vostro aff.mo amicoG. RezascoA tergo:Al Chiar.mo Sig.r Avv. Dom.co Buffa Deputato al Parlamento. Torino.Chiarissimo signore.158ACHILLE MAURI A BUFFATorino, 29 ottobre 1848.Abbiamo lettere <strong>di</strong> Brescia, che narrano d'un movimento <strong>di</strong> truppecon artiglierie verso le vallate bergamasche. Questa notizia accre<strong>di</strong>ta quellaavuta jeri d'un moto insurrezionale <strong>nel</strong>le valli Camonica e Serina.Lettere <strong>di</strong> Desenzano recano che <strong>di</strong> colà s'u<strong>di</strong>va <strong>il</strong> rombar del cannonedalla parte del Tirolo. Potrebbe darsi che l'insurrezione, dalle vallibergamasche si fosse estesa sino al Tonale, sul lembo del Tirolo.Siamo assicurati da più parti che da M<strong>il</strong>ano s'inviano truppe versoComo e Lecco.Questa ed altre nonzie, sparse a spizzici in varie lettere, induconola certezza che <strong>il</strong> moto insurrezionale si propaga. Non si vuoI certo esagerarela significanza m<strong>il</strong>itare <strong>di</strong> codesta levata d'armi, ma la sua signifì.-365


www.accademiaurbense.itcanza politica ci pare degnissima <strong>di</strong> fermare le considerazioni della camera.E però noi siamo <strong>nel</strong>la lusinga ch'Ella e i suoi onorevoli colleghi, pigliandoargomento dalla petizione dei profughi, che fu presentata jeri, e che oggidovrebbe essere annunciata, ne vorranno intrattenere la camera. Se <strong>il</strong>Piemonte non si muove, farà credere che o non voglia, o non possa, edarà fondamento alle male voci che corrono, fra le quali in M<strong>il</strong>ano hacre<strong>di</strong>to quella che ci sia un accordo con Radetzky. Voce che s'appoggiaal vedere che <strong>il</strong> maresciallo sguernisce i confini <strong>di</strong> truppe, per mandarleove è scoppiata l'insurrezione.In questo punto medesimo altre notizie, degnissime <strong>di</strong> fede, annuncianoche la valle Intelvi e la valle Porlezza sono sgombre dal nemico;che gli insorgenti colà si fortificano; che tutta la Valtellina è in moto eche Chiavenna è assicurata contro ogni assalto; che <strong>nel</strong>le valli bergamasche<strong>il</strong> moto vi propaga da tutte parti.Se l'insurrezione è abbandonata a se medesima, o sarà schiacciata ein tal caso non sarà più possib<strong>il</strong>e rappiccare alcuna unione effettiva fra, Lombar<strong>di</strong>a e Piemonte; o piglierà campo, e potrebbe escirne <strong>il</strong> medesimorisultato, almeno sulle prime. Insomma <strong>il</strong> governo del re dovrebbe esserespinto a <strong>di</strong>chiarare se intenda si o no <strong>di</strong> appoggiare l'insurrezione lombarda.È quistione <strong>di</strong> politica nazionale, è quistione d'umanità.Di fretta, ma col meglio dell'animo, pieno <strong>di</strong> speranza in Lei e ne'suoi colleghi, mi reco ad onore <strong>di</strong> ripetermi suo dev.mo servo.Ach<strong>il</strong>le MauriA tergo:All'Onorevole Signore. Il Signor Avvocato D. Buffa Deputato.(da lettera <strong>di</strong> Bergamo).159ACHILLE MAURI A BUFFA[Torino, 30 ottobre 1848] l.A Pallazzago 2 e <strong>di</strong>ntorni vi sono ancora un 600 de' nostri soldati,per la maggior parte <strong>di</strong>sertati dai reggimenti austriaci. Contro <strong>di</strong> essi furonomandati 800 soldati tra croati e cacciatori, ma tornarono in<strong>di</strong>etro conl Senza data, ma certamente del 30 ottobre.2 In calce si legge la seguente nota del Mauri «Prov[inci]a <strong>di</strong> Bergamo fra lavalle <strong>di</strong> S. Martino e la valle Brembana, quasi sulla via che da Lecco risale a Bergamo »,366


www.accademiaurbense.it161IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOCarissimo fratello.[Ovada, 3 novembre 1848] l.Tutti i giorni mi vien voglia <strong>di</strong> scriverti, ma <strong>il</strong> tempo mi sfugge <strong>nel</strong>lalettura dei giornali, che ogni <strong>di</strong> si rendono interessantissimi, sebbene le notizienon sieno troppo buone. La condotta del ministero non si sa comeintenderla; a sentire Pi<strong>nel</strong>li fresco fresco rispondere alle interpellanze dellacamera con molte parole e sofismi, fa rabbia e maraviglia <strong>nel</strong>lo stesso tempo.Il tuo bellissimo <strong>di</strong>scorso e l'ultima inchiesta che tu gli facesti, senza contarele m<strong>il</strong>le altre fatte da altri deputati, che valsero? Davvero che ora si può<strong>di</strong>re che <strong>il</strong> governo vuole una reazione, ma se riuscirà lo vedremo. Qui passanocontinuamente soldati, che si portano alle loro case, e se ne stannoallegramente senza pensare ad altro. L'altro jeri, passeggiando con G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>nie <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce abbiamo combinato <strong>di</strong> venire a Torino per qualche giorno, esiccome i danari sono scarsi, cosi abbiamo pensato <strong>di</strong> venirci a pie<strong>di</strong>. Laprima tappa la faremo a Fontany in casa del giu<strong>di</strong>ce, la seconda in Asti, laterza a Torino. Facendo i nostri conti, non verremmo a spendere che unoscudo per <strong>il</strong> viaggio, giacché a Fontany si desina, e non vi sarebbe altro cheuna notte e una cena e colazione da farsi in Asti. Che ne <strong>di</strong>ci, per quattroo cinque giorni potrai farmi luogo in un canapè <strong>nel</strong>la tua stanza? Aspetto<strong>di</strong> prendere <strong>il</strong> tenue peculio <strong>di</strong> 60 franchi e poi ci mettiamo in viaggio;ma scrivimi tu qualche cosa. È assai tempo che desidero <strong>di</strong> essere presentealle sedute della Camera e specialmente per sentire te, ma ho paura cheandremo <strong>di</strong> male in peggio, e forse quando sarò <strong>di</strong>sposto a venire, non cisarà più la spesa. E questa Costituente che mai produrrà? lo, a <strong>di</strong>rtelaschietta, vedendo che tutto va a rotoli in questa benedetta provincia, mipiace lasciarmi trascinare verso Monta<strong>nel</strong>li, piuttosto che altrove. Se <strong>il</strong>ombar<strong>di</strong> giungessero a liberarsi colle loro armi che hanno già imbran<strong>di</strong>to, èsicurissimo che non si lasceranno più corbellare e la repubblica è certa.Ad<strong>di</strong>o. Continua a combattere, con coraggio e con alacrità, la nostra buonacausa.IgnazioA tergo: Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.lSenza data. Timbro postale <strong>di</strong> partenza: Ovada 3 novembre.368


www.accademiaurbense.itAllegato ACIRCOLO ITALIANO. SEDUTA DEL 24 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONIIGenova, 27 settembre 1848.Il vicepresidente Lazotti apre la seduta. Letto dal segretario ed approvato<strong>il</strong> processo verbale della precedente, <strong>il</strong> Lazotti comunica la corrispondenzacoi sindaci della città, circa l'imprestito del m<strong>il</strong>ione a Venezia; donderisulta che i commissari ve<strong>net</strong>i non furono dal Revel bene informati delladomanda dei sindaci abbastanza larga per comprendere tutti i mezzi piùacconci a fruttare <strong>il</strong> deliberato soccorso. Legge quin<strong>di</strong> una lettera in<strong>di</strong>rittaa' Circoli liguri pei soccorsi settimanali a Venezia.Il Morchio notifica le relazioni intime ed amicali dell'ex ministroRicci durante <strong>il</strong> suo ministero coi padri Luciani e Marengo e coll'informatissimoPiacenza già ufficiale d'artiglieria impunista e calunniatore <strong>di</strong>B<strong>il</strong>ia Gavotti, e <strong>di</strong> altri martiri della fede italiana. Protesta, coll'assenso<strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> Circolo che <strong>il</strong> <strong>di</strong> lui richiamo al ministero sarebbe più funestodella durata del ministero Pi<strong>nel</strong>li.Il presidente, con irresistib<strong>il</strong>e eloquenza <strong>di</strong>scorre lo stato attualedelle cose, i sintomi della reazione mercé la lega dei principi contro i popolie le arti tutte adoperate a promuovere tumulti, onde gridar poscia alla guerraciv<strong>il</strong>e giustificare la sospensione delle istituzioni liberali, e delle nostreguarentigie, fra cui massima la guar<strong>di</strong>a nazionale, l'invio <strong>di</strong> truppe piemontesiin Toscana ecc. Si conforta però <strong>nel</strong>l'idea che i vincitori <strong>di</strong> Goito,Pastrengo, Governolo, non si lasceranno mai <strong>di</strong>sonorare da chi li vorrebbetedeschi vestiti alla piemontese; <strong>nel</strong>l'idea delle vittorie che lo spirito italianova <strong>di</strong> giorno in giorno riportando sull'egoismo e sulla codar<strong>di</strong>a dell'anticosistema. Ne sono visib<strong>il</strong>e prova i fanciulli, che contenti <strong>di</strong> pocopane risparmiano a pro <strong>di</strong> Venezia ciò che a vece del consueto asciolvereottengono dai genitori in denaro; ed i genovesi tutti che non creduli abugiarde promesse, più sempre s'incuorano alla <strong>di</strong>fesa della libertà italiana.Conclude male<strong>di</strong>cendo ai tedeschi, che fremendo libertà saldano sulle destreitaliane quei ceppi che ricadranno sopra <strong>di</strong> loro. Propone quin<strong>di</strong> uncomitato elettorale per dar luce agli elettori <strong>di</strong> Lavagna, Cicagna ecc. Laproposta è approvata, e la commissione del Circolo ne riceve <strong>il</strong> mandato<strong>di</strong> comporlo.Il segretario Pellegrini legge la prima parte del parere dell'avv. GiuseppeMorchio sui venti m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> carta mo<strong>net</strong>ata, L'applauso unanime loda1 Foglio volante. Tip. Collo. Sul verso è riportato <strong>il</strong> verbale della seduta del25 settembre.24369


www.accademiaurbense.it<strong>il</strong> Nestore dei genovesi giureconsulti. Prosegue improvvisando un <strong>di</strong>scorsoche snuda le arti colle quali si riuscì finora a scre<strong>di</strong>tare, ad eludere lastampa generosa ed in<strong>di</strong>pendente, ad accre<strong>di</strong>tare quella dei sofisti moderati,e scrittori venderecci, e stupi<strong>di</strong> apologisti alimentano e <strong>di</strong>ffondono. I ministerialisoffocatori gridano la croce contro gli agitatori del popolo e lichiamano alle vie legali. Ma eglino seppero guidare al parlamento gliamorosi dei bachi da seta, delle riforme commerciali, delle espurgazionidei porti, i <strong>di</strong>sputanti sui Drui<strong>di</strong> e sulla Druidesse, mentre fremeva unaguerra <strong>di</strong> vita o <strong>di</strong> morte italiana. Seppero far votare non sentite fiduciea prorogare quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> parlamento, acciò i pochi ed invisi spiriti repubblicani,la cosa pubblica, la causa italiana non propugnassero. Eglino, nondell'onore ma del loro sistema solleciti lasciassero gridare <strong>il</strong> deserto, procuraronol'abbrucciamento, <strong>il</strong> <strong>di</strong>sprezzo della stampa veramente italiana,e col dagli al repubblicano scomunicarono i buoni che rimandavano a guerrafinita l'assetto politico del paese, e <strong>nel</strong>l'entusiasmo del popolo e <strong>nel</strong>l'amoredella libertà cercavano l'alito delle battaglie, e l'arra della vittoria. Eglinotrovarono modo che gli in<strong>di</strong>rizzi, le petizioni, le suppliche, le proteste, chefurono tanta parte della nostra rivoluzione riuscissero a scambio <strong>di</strong> um<strong>il</strong>iparole e <strong>di</strong> melate promesse addormentatrici della vita del popolo. Il carrodella rivoluzione restò confidato ai retrogra<strong>di</strong>. La <strong>di</strong>sperazione dei gesuitid<strong>il</strong>atò <strong>il</strong> gesuitismo. Intanto essi vi richiamano a vie legali, che sono obarrate o dedalee. Vi <strong>di</strong>cono eslegi e ribelli se provvedete; e poi siete fratrici<strong>di</strong>,suici<strong>di</strong> se non provvedete <strong>di</strong> per voi; se aspettate che altri provvedacontro <strong>di</strong> voi. Massimo d'Azeglio, tu inorri<strong>di</strong>sci per l'agitazione dei popolitoscani, e liguri. Noi inorri<strong>di</strong>amo alla morte che la tua smodata moderazione,e quella dei seguaci tuoi ad usum Delfini stanno preparando all'Italia.Ma Dio vive; egli ispira i popoli, e i popoli troncheranno <strong>il</strong> nodo gor<strong>di</strong>ano.Questa fu la somma del suo vibrato ed applau<strong>di</strong>tissimo <strong>di</strong>scorso.Brevi interpelli sul <strong>di</strong>sarmamento della guar<strong>di</strong>a nazionale in Arona,sulla pubblicazione dei documenti relativi all'ex ministro Ricci, sui mezzi<strong>di</strong> più pronta e fac<strong>il</strong>e educazione del popolo (generosa mozione del Priaro);sentite parole del Lazotti contro la nuova foggia <strong>di</strong> mascherare i birri coll'abitodel facchino, e del Lomellini sull'offerta a Venezia d'un migliaio <strong>di</strong>franchi inviato dalla guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Savona conchiudevano la seduta,la quale fra gli evviva a Savona ed a Venezia era rinviata al martedì venturo.SEDUTA DEL 25 SETTEMBRELeggesi <strong>il</strong> processo verbale che viene approvato. Il presidente espo<strong>nel</strong>e origini della Giunta Nazionale Italiana e l'invio <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>rizzo al go-370


www.accademiaurbense.itverno della Repubblica Francese, <strong>il</strong> quale è letto all'assemblea, applau<strong>di</strong>toe votato. Quin<strong>di</strong> giustifica <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio tenuto fin qui sul proposito della Confederazionedei governi italiani per cui si adoperano uomini dalle buo<strong>nei</strong>ntenzioni, ma non ancora <strong>di</strong>s<strong>il</strong>lusi sul fatto <strong>di</strong> principi, che prossimi a cadere,stringono ora contro i popoli quella lega che non vollero stringere control'austriaco. Eglino, gl'<strong>il</strong>lusi, intendono all'unità; ma l'unione bastarda chepromuovono, anziché mezzo, è ostacolo a quell'una Italia del popolo, chedee pure, giusta la legge della nazionalità, emergere dalle tra<strong>di</strong>zioni, dallesperanze, dai bisogni, dagli interessi, dalla lingua, dalla religione, comuni.Prosegue deplorando <strong>il</strong> blocco austriaco <strong>di</strong> Venezia, non ostante l'armistizioprotratto <strong>di</strong> 30 giorni, animando gli Italiani a mostrarsi degni dell'aiutofrancese col contare sulle proprie forze e prepararsi all'azione che verràforse presto annunziata dai rintocchi delle campane lombarde, giustificandoe lodando la Svizzera dei fatti, per cui le minacce del Radetzky ela cacciata degli Svizzeri, cui sarà data risposta, degna dei figli <strong>di</strong> Tell.Il Lazotti richiama <strong>il</strong> Circolo alla pericolante Venezia, all'imprestitove<strong>net</strong>o, alla voce corsa, ma non cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e e non creduta dal circolo dei550.000 franchi spe<strong>di</strong>tele dal ministero Pi<strong>nel</strong>li. Dai <strong>di</strong>scorsi tenuti inproposito da parecchi soci, tra cui dal generoso Bixio, si fa manifestoche <strong>il</strong> solo valsente dei fuc<strong>il</strong>i ritenuti fu inviato, non si sa bene se adAlbini od al governo ve<strong>net</strong>o. Quin<strong>di</strong>, niuno si lasci addormentare <strong>nel</strong>l'opera<strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> giustizia italiana: si solleciti un soccorso degno <strong>di</strong> Genova.Questa è la conclusione dell'egregio Lazotti.Si man<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>rizzo alla flotta sarda, firmato dal popolo genovese,perché essa ritorni alla <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Venezia, e non si macchi dell'abbandonoche svergognò i napoletani. Questa fu la proposta del Bixìo, e venne votataper acclamazione, con incarico al presidente <strong>di</strong> stendere l'in<strong>di</strong>rizzo. IlLazotti dà quin<strong>di</strong> lettura <strong>di</strong> una lettera da Finalmarina, la quale espone<strong>il</strong> <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o del popolo e del vescovo per la espulsione del parroco <strong>di</strong> Finale,inviso al secondo, e carissimo ai finalesi. Conclude, proponendo un comitatoche, chiariti i fatti, riferisca sui mezzi più acconci, all'uopo <strong>di</strong> secondarei giusti voti del popolo, e <strong>di</strong> avere a parrochi quei buoni sacerdoti,che alla religione sposano la civ<strong>il</strong>tà e col Vangelo afforzano la libertà,non la tirannide.Il citta<strong>di</strong>no Gianoè è d'avviso che si stampi la lettera e si passò all'or<strong>di</strong>nedel giorno. Messe a voti le due proposizioni, è dalla pluralitàaddottata quella del vicepresidente. Il segretario Pellegrini duolsi che <strong>il</strong>tipografo Ferrando non abbia stampato <strong>il</strong> processo verbale della precedenteseduta e che la Gazzetta <strong>di</strong> Genova, in data <strong>di</strong> sabbato 23 settembre, abbiacoi pericoli <strong>di</strong> nuovi <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, tentato <strong>di</strong> giustificare la m<strong>il</strong>itare occupa-371


www.accademiaurbense.itzione del palazzo ducale. Fulmina l'abuso degli equivoci, del gesumsmodei vocaboli, per cui si chiama <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne <strong>il</strong> rintegramento dell'or<strong>di</strong>ne,violato collo sfratto del De Boni. Mostra che <strong>il</strong> popolo italiano ha tropposenno civ<strong>il</strong>e e politico per poter essere schiavo. Solo <strong>nel</strong>l'armonia dellacoscienza coll'autorità, potersi trovare 'la con<strong>di</strong>zione morale e politicadell'or<strong>di</strong>ne e della libertà. La sovranità non stare <strong>nel</strong>l'unità principesca,né <strong>nel</strong>la pluralità popolana: star <strong>nel</strong>l'idea che rivela la legge morale, lavolontà <strong>di</strong> Dio sulla destinazione dell'in<strong>di</strong>viduo, delle nazioni, del'umanità.I popoli ignoranti servire all'arbitrio! gl'inciv<strong>il</strong>iti non riconoscerea legge che l'espressione della scienza sociale dell'opinione nazionale.Quin<strong>di</strong> le costituzioni chiamare al potere legislativo i rappresentanti delsenno della nazione, degli interessi tutti nazionali; la forza brutale nonatta ad impe<strong>di</strong>re l'insurrezione <strong>di</strong> popoli, usciti dalla pup<strong>il</strong>larità, Laspada, dallo stesso Napoleone riconosciuta impotente in faccia all'idea,doversi rimovere le cause, addottarsi una cura ra<strong>di</strong>cale. Si rispetti pertanto<strong>il</strong> voto dei popoli italiani, i quali non vogliono punto transigerecogl'austriaci e cogli austricizzanti. Si cessi finalmente dal volere spaventareun popolo, che pronto all'ultime prove per l'adempimento <strong>di</strong> unsacro dovere, e per aversi l'ammirazione della storia, non può più cederené a paure, né a blan<strong>di</strong>zie. Siano giusti ed italiani i governanti: ecco<strong>il</strong> modo <strong>di</strong> tranqu<strong>il</strong>lare i governanti. Si convochi <strong>il</strong> parlamento: ecco <strong>il</strong>modo <strong>di</strong> rispettare quel <strong>di</strong>ritto del popolo, che egli ha debito inviolab<strong>il</strong>e<strong>di</strong> far rispettare. Discite iustitiam moniti et non temnere gentes. Questafu la somma del suo applau<strong>di</strong>tissimo <strong>di</strong>scorso; <strong>il</strong> Lazotti confermò la protestacontro l'articolo della Gazzetta} mostrandone, fra gli applausi <strong>di</strong>tutto <strong>il</strong> Circolo, l'impudente falsità, la vigliacca calunnia.Il presidente, annunziato che <strong>il</strong> circolo si riunirà in più ampio locale,perché dove sono in più i congregati, ivi è <strong>il</strong> Signore, scioglieva l'adunanzacol grido viva <strong>il</strong> popolo.Allegato BCIRCOLO ITALIANO. SEDUTA DEL 26 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI)Genova, 30 settembre 1848.Letto ed approvato <strong>il</strong> processo verbale, <strong>il</strong> presidente legge l'in<strong>di</strong>rizzoalla flotta sarda acciò non abbandoni Venezia. I vivissimi plausi dell'as-1 Foglio volante. Tip. Como. Sul verso è riportato <strong>il</strong> verbale della seduta del27 settembre.372


www.accademiaurbense.itsemblea lodano <strong>il</strong> redattore e significano l'ardente speranza dei Genovesiche i liguri marinai non imiteranno gli sgherri del Bombardatore.Un socio propone che si aggiunga allo in<strong>di</strong>rizzo una parola <strong>di</strong> biasimoall'ammiraglio Albini, per la non colta occasione dell'abbruciamento dellaflotta austriaca. Il rimprovero pare, se non altro inopportuno, e la propostaè respinta.Il dottor Monzani <strong>di</strong> Modena propone l'invio dell'in<strong>di</strong>rizzo al Circolo<strong>di</strong> Ancona perché ne curi la communicazione alla squadra, e mostraquanto si debba contare sullo spirito italianissimo <strong>di</strong> quel circolo <strong>di</strong> cui,con applau<strong>di</strong>tissime parole, loda i generosi fatti.Il presidente parla della più soda guarentigia della libertà, la guar<strong>di</strong>anazionale: e s'adopera ad incuorare i citta<strong>di</strong>ni alle fatiche per quantunquegravi dell'armi, come quelle che assecurano <strong>nel</strong>la libertà l'esistenzadei popoli.Il nostro Mainero, uno dei preti eletti a curare le settimanali oblazioniper Venezia, duolsi del numero ristretto dei deputati, dei rifiutiavuti da taluni, fra cui dal parroco <strong>di</strong> S. Carlo, che non vergognò <strong>di</strong> ricusarea Venezia cento 20 per settimana.Vengono dal Circolo applau<strong>di</strong>ti ed aggiunti ai già eletti i rev. Piccaluga,Cichero, N. Mongiar<strong>di</strong>ni, Badano, Olivieri, Batt<strong>il</strong>ano e fra Diego.È pure a tal uopo nominato <strong>il</strong> parroco <strong>di</strong> S. Stefano.A membri del comitato, deliberatosi <strong>nel</strong>la precedente seduta, vengonoeletti i sig. Bodda, Lazotti e Massa. Quin<strong>di</strong> l'attenzione del circolo èrichiamata sulla guar<strong>di</strong>a nazionale; e qui <strong>il</strong> Mainero non tace come a moltim<strong>il</strong>iti si debbano i <strong>di</strong>fetti lamentati, e <strong>di</strong>sapprovata e fulminata con ardentiparole la loro acci<strong>di</strong>a, li denunzia tra<strong>di</strong>tori della patria in faccia agli uomini,in faccia a Dio. Queste parole guidano l'oratore a <strong>di</strong>scorrere i beneficii de<strong>il</strong>iberali organamenti del potere sociale, e massime quello del r<strong>il</strong>evamentodella classe povera già conculcata dall'aristocrazia del denaro e del sangue;ma ora i <strong>di</strong>battimenti pubblici hanno cessato la procedura inquisitoria efallace. Ora le associazioni <strong>nei</strong> circoli, la libertà della stampa, lo spiritodell'uguaglianza e della fraternità e della popolare educazione rinnoverannola faccia della terra; e ai beni morali, se gli italiani sapranno <strong>di</strong>fendere lalibertà loro e conquistare la in<strong>di</strong>pendenza, terran <strong>di</strong>etro i beni materiali.Conclude lodando <strong>il</strong> Circolo Italiano <strong>di</strong> quella non curanza dei priv<strong>il</strong>egiatidalla fortuna; <strong>di</strong> quella sua simpatia per gli uomini del lavoro e dellasemplicità <strong>di</strong> spirito, onde gli scioperati, i superbi, i dottrinarii l'appuntano.Il Lazotti, ad altre accuse più gravi e più assurde, risponde - colfatto dell'intrigo dell'alto governo col prete Ricci e C. scoperto e pubblicato373


www.accademiaurbense.it(non certo ad usum Delfini) dal segretario <strong>di</strong> lui - colla condotta delCircolo.Il citta<strong>di</strong>no Priario propone che si richiedano i sindaci dei comunipel soccorso a Venezia e che si notifichino ai soldati, mal ricoverati e costrettia vegliare <strong>il</strong> palazzo ducale, i sentimenti pacifici e fraterni dei citta<strong>di</strong>nicalunniati, se non altro tacitamente, colle apparenze <strong>di</strong> uno statod'asse<strong>di</strong>o.La prima proposta non è addottata. La 2 a ottiene l'assenso del Circolocon applausi ripetuti e fragorosi. Al Priario viene commessa la redazionedello in<strong>di</strong>rizzo ai soldati; e la seduta fu sciolta.SEDUTA DEL 27 SETTEMBRELettosi ed approvato <strong>il</strong> processo verbale, <strong>il</strong> presidente rende ragionedella straor<strong>di</strong>naria convocazione del Circolo. Premessa la professione dellasua fede, accenna <strong>il</strong> fatto dello scritto affisso alle cantonate. Difettante dellafirma, non può essere del Circolo, che i suoi atti suggella col nome de' suoirappresentanti; non può essere del Circolo, che non approva punto quelleaffissioni; non può essere del circolo che aspetta la risposta dei governantisull'in<strong>di</strong>rizzo della cosa pubblica, ossia delle sorti italiane, ed intanto sirestringe ad esporre i mali della patria, a proporne e <strong>di</strong>scutere i rime<strong>di</strong>icon ufficio meramente educativo, ut<strong>il</strong>issimo, più che ad altri, ai reggitoridello Stato, se pur vogliono attendere ai voti del popolo. Se no, sarannoessi, non i membri del Circolo, i provocatori della attiva insurrezionedemocratica.Il Lazotti lamenta l'abuso, la v<strong>il</strong>tà degli affissi anonimi; parla delleinsinuazioni <strong>di</strong> un prete, reduce <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a, a carico dei membri delCircolo Italiano, consiglia la concor<strong>di</strong>a, la <strong>di</strong>gnità dell'azione collettiva,la prudenza dello aspettare i buoni provve<strong>di</strong>menti e le buone occasioni,loda la grandezza del popolo risoluto alle ultime prove per la <strong>di</strong>fesa dellalibertà, per la salvezza d'Italia.Il Cernuschi argutamente <strong>di</strong>sapprova i viva la repubblica, lanciati ascindere gli animi prima che <strong>il</strong> grande imbroglio, che pare inevitab<strong>il</strong>e, ciabbia tutti riuniti <strong>nel</strong> santo proposito <strong>di</strong> morire o salvare l'Italia dal nemicoesterno e dai suoi alleati interni. Il paragone della repubblica collabeltà femmin<strong>il</strong>e cui si tien <strong>di</strong>etro, senza che occorra <strong>di</strong>re ciò che si vuole.Il breve cenno dei mistificatori, che chiamano armistizii Salasco le cessioni,e i tra<strong>di</strong>tori ora salutano Napoleoni, ora piangono imbec<strong>il</strong>li, colpironotutti i congregati. Il suo <strong>di</strong>scorso fu interrotto, fu seguitato da svariatisegni <strong>di</strong> unanime approvazione, da applausi indescrivib<strong>il</strong>i.374


www.accademiaurbense.itIl nostro Bixio rettifica la data del cosl detto armistizio Salasco. Il Cernuschidesidera che <strong>nel</strong> processo verbale si esponga la <strong>di</strong>gnitosa quietedel Circolo, non ostante le provocazioni imprudenti, e peggio, che <strong>di</strong>ederoluogo alla radunanza straor<strong>di</strong>naria. Il Lazotti non consente che si scrivanoparole sulla propria condotta; la propria condotta è testimonianzaa se stessa.Il presidente con gravi parole richiama i congregati al perché dellaseduta. I congregati avevano non a giustificarsi, ma a proclamare percomune norma i loro principii, ad emettere <strong>il</strong> loro giu<strong>di</strong>zio sugli avvenimentidel giorno. Tutto questo fu adempito: non resta che perseverare inquella via che riesce alla meta, e muover dritto, come <strong>il</strong> deve chi non èné imprudente, né timido, chi è forte della sua fede in Dio, <strong>nel</strong> popolo,<strong>nel</strong>l'avvenire. E la seduta fu sciolta.Allegato CCIRCOLO ITALIANO. SEDUTA DEL 30 SETTEMBRE. PRESIDENTE F. DE BONI 1Genova, 4 ottobre 1848.Letto ed approvato <strong>il</strong> processo verbale, <strong>il</strong> presidente annunzia l'arrivodel generale Garibal<strong>di</strong>.Premesse alquante parole <strong>di</strong> riconoscenza e <strong>di</strong> ammirazione all'Eroe<strong>di</strong> Montevideo, propone al Circolo <strong>di</strong> deputare alcuni soci perché lo invitinoad onorare quella seduta. Il De Boni, <strong>il</strong> Pellegrini, <strong>il</strong> Lomellini, deputatia questo, muovono per adempiere <strong>il</strong> mandato.Intanto <strong>il</strong> vicepresidente Lazotti intertiene i congregati con un suoplau<strong>di</strong>tissimo articolo da pubblicarsi circa <strong>il</strong> m<strong>il</strong>ione destinato a Venezia.Ritornano i deputati, e l'aspetto del Generale rapisce gli animi, provocaapplausi fragorosi, lunghi, inesprimib<strong>il</strong>i. Il Garibal<strong>di</strong> risponde confraterno saluto, e s'allegra coi suoi concitta<strong>di</strong>ni perché <strong>di</strong>sposti a <strong>di</strong>fenderela sacrosanta causa d'Italia. Il presidente dà un cenno dei suoi gloriosifatti per la causa della libertà e della patria, trae conforto e speranze<strong>nel</strong>l'avvenire d'Italia; ed esposte le dottrine democratiche del Circolo, giuraa nome <strong>di</strong> tutti i congregati che tutti alla ban<strong>di</strong>era del popolo <strong>nel</strong>le suemani incrollab<strong>il</strong>e si uniranno a conquistare, ciò che solo può un libero braccio,l'in<strong>di</strong>pendenza. Gli evviva al Generale, i segni visib<strong>il</strong>i <strong>di</strong> assenso sono innumerab<strong>il</strong>i.Ed egli nuovamente ringrazia <strong>il</strong> Circolo <strong>di</strong> lo<strong>di</strong>, cui chiama a partei suoi generosi compagni, ed assentiti i principii esposti dal presidente, con1 Foglio volante. Tip. Como.375


www.accademiaurbense.itbrevi parole, che dalla via falsa fin qui tenuta richiamano all'unione deipopoli italiani <strong>nel</strong> principio puramente democratico, si mostra pronto, orche più non è <strong>di</strong>ssenziente la maggioranza della nazione, a procurare <strong>il</strong>trionfo, ricorrendo la carriera dell'armi ed affrontando pur quella del martirio.Il presidente tocca del magico effetto delle sue parole, cui vorrebbe propagateper l'intera penisola, del giuramento prestato, ed anima a vegliareperché una pace obbrobriosa non violi e non contamini <strong>il</strong> territorio italiano.Quin<strong>di</strong> dà lettura d'una lettera sul proposito d'or<strong>di</strong>ni ministeriali adanno dei legionari <strong>di</strong> Mantova, e propone e consiglia che anzi tutto bensi accertino i fatti. Il Bixio altri ne espone, che, come i primi, fanno fremere. i congregati. Un legionario mantovano conferma in parte <strong>il</strong> tenore dellalettera.Il Lazotti, accennato l'inten<strong>di</strong>mento del Radetzky <strong>di</strong> strappare a<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong> delle firme adesive al paterno reggimento austriaco, mostra quantogli giovi quel manifesto del comitato dei soccorsi, che ne annunzia la cessazione,e, scusatene le intenzioni, protesta contro lo stesso a nome dei congregati,i quali consentono alla sua proferta <strong>di</strong> privata assistenza ai fratell<strong>il</strong>ombar<strong>di</strong>-ve<strong>net</strong>i; gli invita quin<strong>di</strong> a formare una commissione che ne espongai bisogni, e si metta a contatto col Circolo sui provve<strong>di</strong>menti opportuni.Il nostro Accame accenna ad uno scritto del conte Castag<strong>net</strong>to, che lamentae prova <strong>il</strong> ministeriale rifiuto del pubblico giu<strong>di</strong>zio, da lui provocato perpurgarsi d'ogni taccia <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento o <strong>di</strong> colpa.Quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> Priario legge l'in<strong>di</strong>rizzo votato alla guarnigione, <strong>il</strong> quale èapplau<strong>di</strong>to e destinato alla stampa, tranne un passo che <strong>di</strong>etro pocheparole del segretario viene soppresso. Il presidente rinforza queste parolecon un <strong>di</strong>scorso sul progresso dell'educazione e della civ<strong>il</strong>tà dei popoli,donde la necessità del governo a popolo, che non può mancare all'avvenire,come Dio non può mancare all'umanità. Segue, accennando alcune proposteda <strong>di</strong>scutersi <strong>nel</strong>la successiva adunanza ed eccitando i buoni a curareche l'in<strong>di</strong>rizzo alla flotta sarda sia munito <strong>di</strong> quante più sottoscrizioni sipossono avere dal popolo. E i congregati si sciolgono acclamando, <strong>di</strong>etrola proposta del Pellegrini, a presidente onorario del Circolo <strong>il</strong> generaleGaribal<strong>di</strong>.Dire del religioso e tacito accompagnamento <strong>di</strong> lui, degli evviva conche fu salutato sul limitare del tetto ospitale, delle impressioni profonde,delle care rimembranze che lasciò <strong>nel</strong> Circolo Italiano la sera del 30 settembre,non è cosa da tentarsi in un breve processo verbale. Giovi <strong>il</strong>chiuderlo con un nuovo evviva all'Eroe <strong>di</strong> S. Antonio, a quel solo cheprotestava colle armi contro <strong>il</strong> cosidetto armistizio, che noi meglio chiamiamoinfame abbandono della causa italiana. Viva Garibal<strong>di</strong>.376


www.accademiaurbense.itAllegato DIL CIRCOLO ITALIANO ALLA GUARNIGIONE DI GENOVA 1Citta<strong>di</strong>ni soldati!Mentre i nemici d'Italia s'adoprano senza posa per innalzare unabarriera fra noi, mentre si tenta ogni sforzo per rendervi avversi alla libertà,per separarvi dalla causa del popolo che è pure la vostra, dobbiamo rivolgercia voi per mettervi in luce la verità, e raffermare quel patto <strong>di</strong> fratellanzache in tempi più lieti solennemente stringemmo.Citta<strong>di</strong>ni soldati! Allorché un ministero, non sappiamo se più i<strong>net</strong>tood antitaliano, vi ritrasse dalle rive del Ticino e <strong>nel</strong> periodo del fatalearmistizio vi assegnò le stanze <strong>di</strong> Genova, voi certo muoveste alla voltadella città nostra, sperando in essa riavervi dalle durate fatiche, e ritornarein breve più vigorosi al cimento. Invece veniste non al riposo, ma anuovi <strong>di</strong>sagi, non all'affettuoso abbandono <strong>di</strong> chi è in braccio al fratello,ma al sospetto e alla <strong>di</strong>ffidenza <strong>di</strong> chi vive in terra nemica; e dovesteatteggiarvi alla minaccia, e star <strong>di</strong> e notte sull'armi non altrimenti chein città asse<strong>di</strong>ata, o alla vig<strong>il</strong>ia d'una battaglia. E perché ciò? Perché altriniega concedervi tregua per accagionar noi d'ogni vostro <strong>di</strong>sagio; perchéaltri vuole stancarvi, molestarvi, torturarvi, per rovesciare su <strong>di</strong> noi lacolpa delle pensate torture, ed aizzare i fratelli contro i fratelli! Ma, su,mandate a vuoto <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno, respingete le.perfide insinuazioni, e ad ogniaccusa che udrete muoverei incontro, rispondete ar<strong>di</strong>tamente: menzogna!Citta<strong>di</strong>ni soldati! Vi si <strong>di</strong>ce che noi vi teniamo <strong>il</strong> broncio, perché lavostra presenza frastorna i nostri <strong>di</strong>segni, tronca le nostre speranze. Ma viuscirono forse della memoria le fraterne accoglienze che vi attesero alvostro ritorno? O vi può entrare in pensiero che i promotori dellaguerra italiana osteggino i pro<strong>di</strong> che l'han combattuta? Ci si susurraall'orecchio che in ogni cosa cerchiamo occasion <strong>di</strong> tumulto, perché siamod'indole turbolenta, irrequita, sovvertitrice. Ma forse ci agitammo non pernecessità ma per vezzo <strong>di</strong> tumultuare, quando si offendeva l'onore d'Italiao si calpestavano i nostri <strong>di</strong>ritti? Forse potevano adoperarsi i mezzi legali,quando i casi non consentivano indugio, e le vie della legge erano lungheo <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i? Forse non dobbiamo custo<strong>di</strong>re gelosamente <strong>il</strong> tesoro della nostralibertà, e propugnare indefessamente l'onor nazionale? Forse noI <strong>di</strong>fenderestevoi pure se si tentasse macchiarlo? E non è forse macchiato? Non èper cagion nostra, se vi si toglie <strong>di</strong> vagare liberamente, se vi si tiene a1 Manifesto. Tipografia Delle Piane.377


www.accademiaurbense.itbivacco <strong>nel</strong>l'atrio del palazzo ducale, se siete condannati ad un continuoapparato <strong>di</strong> guerra, tanto ri<strong>di</strong>colo quanto ingiurioso.Sapete voi chi dovete incolparne? Quelli stessi che vi strapparono lavittoria <strong>di</strong> pugno, che vi sfrondarono sulla fronte gli allori, che vi domaronocolla fame, perché non poterono farvi cadere sotto i colpi del ferro nemico.Eglino sanno che <strong>il</strong> vostro valore rifulse persino <strong>nel</strong>la sconfitta, che la vergogna,onde han voluto coprirvi, ricadde tutta sopra <strong>di</strong> loro ... e si arrovellanoper rendervene partecipi, per rapirvi anche l'onore! Ma no, non viriusciranno, perché voi pure usciste dalle f<strong>il</strong>e del popolo, perché i soldatipiemontesi non sono i satelliti del Borbone, perché giuraste osservanza aquelle franchigie che noi vogliam rispettate, perché i valorosi non si tinseromai le mani <strong>di</strong> sangue civ<strong>il</strong>e; e voi siete tra i valorosi, valorosissimi!Viva la Fratellanza del Popolo coll'Esercito!F<strong>il</strong>ippo De Boni, presidente.Didaco Pellegrini, segretario.Allegato ECIRCOLO ITALIANO. SEDUTA DEL 6 OTTOBRE. PRESIDENTE F. DE BONI:Genova, 11 ottobre 1848.Lettosi <strong>il</strong> processo verbale che viene approvato, <strong>il</strong> presidente prelu<strong>di</strong>acolla storia del governo provvisorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, alla protesta inviata allapresidenza contro la consulta lombarda, ed approvatala, e profferta la suafirma, invita i profughi lombar<strong>di</strong> a soscriverla.Il Boldrini, ufficiale della legion mantovana, con parole sentite ringraziadella fraterna ospitalità <strong>il</strong> popolo genovese; <strong>il</strong> Lazotti nomina e lodaparecchi genovesi, e non tace un pensiero del nostro Albertini sull'alimentoche viene al nostro commercio dai prodotti lombar<strong>di</strong>.Quin<strong>di</strong>, con eloquente <strong>di</strong>scorso cerca le basi della giobertiana confederazionee non trova che si possa sperar <strong>di</strong> buono dalla proposta lega <strong>di</strong>principi, fra i quali <strong>il</strong> bombardatore. Il segretario la teme già stretta, edaccenna alcune opinioni del Gioberti che gli paiono errate. Il Cernuschiprotesta contro una lode tributatagli. Il rev. Montemanni promette al Circolola sorte del biblico grano <strong>di</strong> senapa, raccomandando un catechismopolitico che provi' ai calunniatori come la libertà, la fratellanza, la religionequi si maritano; locché è pur confermato dal nostro Lazotti.3781 Foglio volante. Tip, Dellepiane.


www.accademiaurbense.itIl presidente fa anzi notare che per noi religione e libertà sono unacosa sola, e rispetto alla istruzione popolare, ricorda i <strong>di</strong>scorsi già tenutiin proposito. Ritorna poscia sul tema della spe<strong>di</strong>zione, non a Torino, maa Venezia, dei deputati de' circoli democratici, acciò raccolti in assembleanazionale formulino in terra libera l'idea dell'unità, della in<strong>di</strong>pendenzae della libertà italiana. Il Priario è d'avviso che le <strong>di</strong>scussioni sulleforme politiche non si debbano ricoverare in mezzo alla guerra, sia perchénon <strong>di</strong>struggano, e più non rinfochino le ire, le ost<strong>il</strong>ità contro Venezia.Il Pellegrini rimove <strong>il</strong> timore <strong>di</strong> controversie <strong>di</strong>straenti fra uomini concor<strong>di</strong><strong>nel</strong>la dottrina italiana e parati tutti ad agire, quando occorra; erispetto alle ire, le mostra tali da non potersi vieppiù riscaldare. Il Cernuschiaggiunge osservazioni confermative.Il presidente, dall'elezione del Casati argomenta <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> farconoscere agli elettori <strong>di</strong> provincia i veri fatti contempora<strong>nei</strong>. Il Mainero,richiamando alla deputazione per Venezia, propone <strong>il</strong> Mazzini, <strong>il</strong> Garibal<strong>di</strong>,<strong>il</strong> De Boni. Si delibera <strong>di</strong> scriverne al primo, <strong>di</strong>spensando gli altridue per particolari ragioni.Il presidente accenna quin<strong>di</strong> ad una lettera che vorrebbe espulso dalCircolo un in<strong>di</strong>viduo che ricusava <strong>il</strong> suo obolo a Venezia, all'emigrazio<strong>nel</strong>ombarda, ma fa notare come debbasi colla persuasione e coll'amore, anziche colle violenze materiali commuovere gli animi alla carità citta<strong>di</strong>na.Il Pellegrini aggiunge non potersi dalla <strong>di</strong>vergenza delle opinioni p0­litiche desumere pretesti all'egoismo, mentre <strong>il</strong> Cristianesimo comanda lacarità del soccorso senza con<strong>di</strong>zioni o <strong>di</strong>stinzion <strong>di</strong> persona.Il presidente con alcune parole persuadenti la tolleranza delle opinioni,l'apostolato dell'idea, e col grido viva <strong>il</strong> popolo, sciogliea l'adunanza.Carissimo fratello.162IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOOvada, 6 novembre 1848.Ho letto con piacere che tu fai parte della commissione per ricevere lecommunicazioni del ministero. Non dubito che se queste fossero tali daessere svelate per <strong>il</strong> bene della Nazione, nessuno si ricuserebbe; anzi mi pareche se la commissione noI facesse, la risponsab<strong>il</strong>ità non sarebbe più sulministero, ma sulla detta commissione. E chi sa che <strong>il</strong> ministero, volendoscaricarsi d'un tanto peso, non sia ricorso per questo a siffatto espe<strong>di</strong>ente?379


www.accademiaurbense.itComunque sia, la Nazione ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> avere in qualche modo una spiegazione<strong>di</strong> tanti misteri, e se non l'avrà, dove anderemo? Ne' giorni passatiqui passarono moltissimi soldati, a centinaja. Molti passano alle loro casecon armi e bagagli, sicché i paesi e le campagne sono pieni <strong>di</strong> soldati: notache ve ne sono ancora <strong>di</strong> quelli che fuggirono <strong>nel</strong>la ritirata de' campi lombar<strong>di</strong>e non si sono ancora restituiti a' loro corpi. Però jeri i carabinieriebbero or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrestare i restii, e ne presero tre, e dopo questi arresti,molti si sono determinati a partire, ma prima <strong>di</strong> procedere agli arresti <strong>il</strong>sindaco li volle avvisare, e molti al semplice avviso partirono. Ma <strong>di</strong>mmi unpo', chi è che governa? lo non capisco nulla. I soldati che venivano a casa,molti, non avevano permesso, per <strong>il</strong> che risultava che fossero sempre presenti<strong>nei</strong> corpi. Ora io <strong>di</strong>co, le paghe che correvano sempre per quei soldatiassenti, in che tasche calavano? È chiaro che molti, siano sargenti o ufficialio maggiori, sganasciano a due palmenti e questo dovrebbe porsi in chiaro,perché è proprio un'infamia che, mentre si opprime la nazione con un prestitoforzoso, si debba lasciar mangiare qualche m<strong>il</strong>ione senza chiederneconto. Un'altra cosa poi mi pare pericolosa: <strong>il</strong> lasciar andare a casa conarmi e cartuccie tanti soldati. È vero che alcuni <strong>di</strong>cono che sono <strong>di</strong> passaggio,ma so <strong>di</strong> quelli che da mesi sono a casa,tenere <strong>il</strong> loro schioppo e conmunizioni. Con tanti o<strong>di</strong>i che si fomentano e specialmente contro la civica,tutto questo è pericoloso. Riguardo poi alla <strong>di</strong>sciplina, mi fa stizza <strong>il</strong>vedere che si procede solamente contro i soldati: ma chi la promove questainsubor<strong>di</strong>nazione? I superiori: dunque perché non si puniscono doppiamentegli autori veri? Se le cose vanno <strong>di</strong> questo modo, ripeto dove andremo?Ad<strong>di</strong>o.IgnazioA tergo:Al Sig.r Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.163RELAZIONE DELLA COMMISSIONE ISTITUITA PER RICEVERE LE COMU·NICAZIONI DEL MINISTERO SCRITTA DA BUFFA E LETTA NELLA CAMERADEI DEPUTATI IL 6 NOVEMBRE 1848Signori.La Commissione incaricata <strong>di</strong> u<strong>di</strong>re le comunicazioni de' signori Ministris'accinse all'adempimento del suo mandato, quasi <strong>di</strong>rei, con religiosapaura: perciocché subito s'avvide che formidab<strong>il</strong>e ufficio era quello <strong>di</strong> scen-380


www.accademiaurbense.itdere negli arcani del Governo e riportarne a voi non già un ren<strong>di</strong>conto <strong>di</strong>fatti, ma un giu<strong>di</strong>zio nudo e spoglio <strong>di</strong> tutti quegli argomenti che soli possonorenderne evidente agli occhi vostri la giustizia. Questa delicata considerazionepoteva persuaderei a rimanere piuttosto <strong>di</strong> qua dal vero che aoltrepassarlo; mentre dall'altra parte le con<strong>di</strong>zioni gravi e supreme in cuiversa oggidì la nostra patria, ci consigliavano <strong>di</strong> <strong>di</strong>rvi intiera e nuda laverità quale la sentiamo dentro la. nostra coscienza, anco a rischio <strong>di</strong> venirneseveramente giu<strong>di</strong>cati da voi. Alla prima considerazione anteponemmola seconda; e le nostre parole, lasciato ad<strong>di</strong>etro ogni altro rispetto, vi<strong>di</strong>ranno qual convinzione sia entrata in noi considerando da un lato lecon<strong>di</strong>zioni e le necessità della patria, dall'altro i mezzi or<strong>di</strong>nati a salvarla.Avemmo comunicazione intorno allo stato dell'esercito, delle nostrerelazioni colle altre potenze, dell'interno, delle finanze. Quanto all'arcanodella me<strong>di</strong>azione dal quale pende non solo <strong>il</strong> nostro destino, ma anche <strong>il</strong>vero giu<strong>di</strong>cio a farsi del presente ministero, a quell'arcano non fu tolto <strong>il</strong>suggello neppure davanti a noi. lo non entrerò a narrarvi i fatti che daivarii ministri ci furono esposti; sapete che a ciò si oppone la qualità delnostro mandato, <strong>il</strong> quale propriamente è <strong>di</strong> riferire a voi le conseguenzeche dalla cognizione de' fatti medesimi abbiamo dedotto. E questo faremocon. quella schiettezza che è propria dell'indole nostra, e che si debbe allafiducia della quale ci avete onorati.Primamente la Commissione si occupò <strong>di</strong> ben <strong>di</strong>fIinire quali fosseroi limiti del suo mandato. Doveva essa semplicemente giu<strong>di</strong>care se <strong>il</strong> Ministeroavesse finora sostenuto a ragione davanti alla Camera che l'opportunitàdella guerra non è per anco venuta? oppure spingendosi più oltre,doveva presentarsi a voi per <strong>di</strong>rvi <strong>il</strong> suo parere sulla politica del Gabi<strong>net</strong>to?Le era presente alla memoria avere essa avuto origine da un'inchiestadel deputato Gioia colla quale si eccitava <strong>il</strong> Governo a ripigliare laguerra, <strong>il</strong> che pareva definire <strong>il</strong> suo uffizio <strong>nel</strong> primo de' due mo<strong>di</strong> accennati:senonché <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e poteva riuscire, attesa la somma delicatezza <strong>di</strong>questa materia, <strong>il</strong> dare sopra <strong>di</strong> ciò pubblicamente un giu<strong>di</strong>cio senza incorrerein qualche grave pericolo, e uscire <strong>di</strong> quella riserva che era impostaalla Commissione.Anche è mestieri notare che, qualora la sua sentenza fosse unicamentecaduta sull'opportunità della guerra, poteva avvenire <strong>il</strong> caso chealla maggior parte della commissione non fosse lecito votare né pro,né contro senza mentire e <strong>nel</strong>l'uno e <strong>nel</strong>l'altro modo alla propria coscienza.Di più, considerando che l'opportunità propriamente non consta soltanto<strong>di</strong> quegli elementi estrinseci che <strong>di</strong>pendono da Dio e dalla fortuna, maancora <strong>di</strong> quegli altri che stanno <strong>nel</strong>le mani del Governo e ch'è sua cura381


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong> apparecchiare; e tenendo per fermo che sopra questi, come men noti,anziché sopra quegli altri notissimi a tutti, eravamo chiamati a pronunziare,ci tornava impossib<strong>il</strong>e giu<strong>di</strong>care dell'opportunità, senza involgere inun medesimo giu<strong>di</strong>cio quello che <strong>il</strong> Ministero avesse fatto per promuoverla,e all'uopo afferrarla, che è quanto <strong>di</strong>re la sua politica. E in questo modos'interpretò dalla maggioranza della Commissione <strong>il</strong> proprio mandato.Poiché la <strong>di</strong>scussione fu condotta a questo punto, la raunanza, si <strong>di</strong>visein <strong>di</strong>versi e contraii pareri. Fedele narratore <strong>di</strong> ciò che fu in essa ragionatoe conchiuso, io vi esporrò con eguale schiettezza così l'opinione della maggioranzacome quella della minoranza, e le conclusioni dell'una e dell'altrapropugnate. Comincierò dalla minoranza, la quale fu <strong>di</strong> sei contro otto(Il generale Durando era assente).Si ritenga adunque che la minoranza opinò dapprima la <strong>di</strong>scussionedovere unicamente versare sulla opportunità del fare la guerra: ma poi,condotta la questione del voto della maggioranza sulla politica del Ministero,e lungamente <strong>di</strong>scussa dall'una e dall'altra parte, da ultimo si fecerovarie proposizioni, le une delle quali si riferivano unicamente all'opportunitàdella guerra, le altre alla politica ministeriale: ma <strong>di</strong> queste ultimeavendo la priorità come più generica, fu dalla detta minoranza <strong>di</strong> voti sei,senza esitazione, rigettata.Diverso fu <strong>il</strong> parere della maggioranza. E pigliando le mosse dalla me<strong>di</strong>azione,<strong>di</strong>rò che se <strong>di</strong> quella non ci furono esposte le con<strong>di</strong>zioni positive,dalle negative, che ci vennero notificate, fummo sforzati a conchiudernech'esse non rispondono all'onore della nazione, come noi l'inten<strong>di</strong>amo, nonci danno sufficiente malleveria della sua vera in<strong>di</strong>pendenza. Più ancora:quali che siano quelle con<strong>di</strong>zioni, se non furono accettate dall'Austria pericolante,molto meno lo saranno dall'Austria vincitrice <strong>di</strong> Vienna. La paceonorevole è impossib<strong>il</strong>e.E quando pure volesse riputarsi onorevole una pace che sacrifìchi alcunodei <strong>di</strong>ritti acquistati per <strong>il</strong> voto dell'unione, potrebbe <strong>il</strong> presente Ministeroconchiuderla senza gravi pericoli interni? noi lo neghiamo: perciocchéniun ministero può salvarsi salvoché con quelle gran<strong>di</strong> idee, dellequali fu sempre fermo e pubblico mantenitore. Ora se una tal pace vienfatta da uomini che sempre si mostrarono inchinevoli a terminare <strong>il</strong> granlitigio piuttosto coi protocolli che coll'armi, e vien fatta senza sperimentareun'altra volta la fortuna della guerra, quella pace sarà dal popolo riputatafrutto <strong>di</strong> debolezza anziché <strong>di</strong> necessità i<strong>nel</strong>uttab<strong>il</strong>e; e negli animi sdegnosi,che la Dio mercè non sono pochi, gitterà i semi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> ire, e <strong>di</strong> funesticonsigli.Dall'altro lato, se un tal ministero domani alzerà <strong>il</strong> grido <strong>di</strong> guerra,382


www.accademiaurbense.itsarà dalla Nazione pienamente creduto? troverà in essa tanta fiducia chevoglia seguitarlo con ogni sorta <strong>di</strong> sacrifizi, secondo è necessario a vincere, onon piuttosto la vedrà scorgere con paura che i supremi destini della guerrasiano in quelle mani medesime, che non parvero abbastanza vigorose?E noi, considerando le nostre con<strong>di</strong>zioni presenti quali ci furono espostedal ministero del Re, e riconoscendole per parte almeno come legittimofrutto dell'opera sua, mentre ren<strong>di</strong>amo ampia testimonianza alle intenzionie allo zelo de' signori Ministri, ci sentiamo astretti in coscienza a <strong>di</strong>chiarare,che qualora <strong>il</strong> Governo non venga profondamente mo<strong>di</strong>ficato ne' suoi componenti,non può con isperanza <strong>di</strong> soccorso intraprendere la guerra. Adunquegiusta l'avviso della maggioranza, <strong>il</strong> presente Governo, tal quale sitrova ad essere, non ci può dare né una pace onorevole, né una guerra felice.Questo pel presente: quanto all'avvenire, le comunicazioni <strong>di</strong> uno dei signoriMinistri ci condussero a questa conclusione, che dopo lo spazio <strong>di</strong>poco più <strong>di</strong> due mesi nessuna guerra né felice né infelice sarebbe possib<strong>il</strong>eal presente ministero, e però nessuna pace che non sia più ignomignosa dell'armistizio.Per le quali cose fu da taluno proposta e dalla maggioranza approvatala conclusione presente:La Commissione della Camera} u<strong>di</strong>te le comunicazioni confidenzialifattele dal Ministero presente} <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non approvare gli andamenti ela politica del medesimo.E qui mi è d'uopo, o signori, aggiungere subito l'interpretazione che<strong>di</strong>nnanzi a tutta la Commissione fu data a questa formola da quelli stessiche l'approvarono. Dichiararono cioè che non intendevano punto revocarein dubbio la lealtà, lo zelo, l'amor patrio del Ministero: <strong>di</strong>chiararono ancora(e a questo sopratutto vi prego <strong>di</strong> por mente o signori) che la loro<strong>di</strong>sfiducia ben si riferiva a tutto <strong>il</strong> Ministero, come ente morale, ma chevenendo a particolari, essi trovavano in quello alcuni uomini ai quali serbavanointiera la fiducia loro. E qui giova notare che a questa <strong>di</strong>chiarazioneaderi pure un membro della minoranza.Ingrato ufficio era quello <strong>di</strong> venirvi ad annunziare un tal voto: maconsiderazioni gravissime c'imponevano <strong>il</strong> sacro dovere <strong>di</strong> farlo. Vedevamoper la presente politica <strong>il</strong> Piemonte prossimo a perdere quel primato checolla sua virtù s'era acquistato <strong>nel</strong>le cose d'Italia; vedevamo vicino a perdersii frutti magnifici de' sacrifici sofferti; posta a repentaglio l'unione econ essa la vera e durevole in<strong>di</strong>pendenza d'Italia. Ma più che tutto questo cimosse la paura d'un male gravissimo che fa tremare voi non meno che noi.lo vorrei che le mie parole avessero quella efficacia, vestissero quella solennità,che si conviene a questi momenti gran<strong>di</strong> e terrib<strong>il</strong>i, in cui la nostra383


www.accademiaurbense.itmano sta per dare l'impulso ad avvenimento <strong>di</strong> lunghi secoli; perciocché noisiamo oggidì come un'acqua che scaturisce dalla cima dell'Alpi, che se scendepel piovente meri<strong>di</strong>onale va a metter foce <strong>nel</strong> mare Me<strong>di</strong>terraneo, se pelpiovente settentrionale, corre fino all'oceano. Voi vedete in tutta Europa lemonarchie vac<strong>il</strong>lare dalle fondamenta, ma quando tutte le altre minacciavanorovina, la nostra si afforzò. Perché? perché aveva fatta sua la causanazionale, aveva coi sacrifici, colla fede dei popoli, commisto i sacrifici ela fede propria, aveva giurato con essi o vincere o morire. Ma se quel feliceconnubio fece la sua forza, <strong>il</strong> <strong>di</strong>vorzio farebbe la sua rovina, e i fatti presentivel <strong>di</strong>cono altamente, solo che abbiate occhi per vedere. Quandoscoppiò la rivoluzione lombarda preceduta dalle agitazioni <strong>di</strong> Germania edalla rivoluzione <strong>di</strong> Francia, molti e forti partiti anche tra noi s'argomentavano<strong>di</strong> scalzare la monarchia, e, <strong>di</strong>ciamolo pure apertamente, in alcun<strong>il</strong>uoghi primeggiavano. Ma, appena <strong>il</strong> Principe si fu posto a capo del popolo,que' partiti furono immantinente soffocati, ebbero vergogna e paura <strong>di</strong> mostrarsi;uomini leali, che sempre avevano professato o<strong>di</strong>o alla monarchia,pubblicamente ab<strong>di</strong>cavano la loro fede passata e accettavano la nuova; gratitu<strong>di</strong>nee ammirazione legavano i cuori. Ora, da parecchi mesi (sia giustoovvero ingiusto) s'ingenerò <strong>il</strong> sospetto che <strong>il</strong> Principato, troppo sollecito<strong>di</strong> se stesso, sia apparecchiato <strong>di</strong> ab<strong>di</strong>care per qualche parte quella nob<strong>il</strong>ecausa che l'aveva ringiovanito ed afforzato, abbia cominciato a <strong>di</strong>stinguerela propria esistenza, i propri interessi, dalla esistenza e dagli interessi dellanazione. Ed ecco que' partiti ripullulare più vigorosi, più audaci <strong>di</strong> primae già metter mano ai fatti. Adunque noi sappiamo per prova dove ci cOQducala via finora tenuta, e se più persistiamo in essa, noi vedremo qui,come in tutta Europa, vac<strong>il</strong>lare le fondamenta del trono.Queste sono le dolorose convinzioni che la maggioranza trasse dallanostra conferenza coi signori Ministri; questo è ciò che in coscienza riputammodebito nostro manifestarvi. Dure parole; ma Dio volesse che nonfossero vere. Pensateci e provvedete.Buffa, relatore.164MINUTA DI UNA PROTESTA AL MINISTERO SCRITTA DA BUFFATorino, 15 novembre 1848.ProtestaNoi sottoscntti, In qualità <strong>di</strong> deputati, davanti alla Camera, davantialla Nazione, che qui ci ha mandati, davanti a Dio384


www.accademiaurbense.itProtestiamoche <strong>il</strong> tardare più oltre a decidersi o per la pace o per la guerra riuscirebbeesiziale alla causa italiana ed al Piemonte. A questo, perché non può senzaestrema mina sostenere più a lungo, in tempo <strong>di</strong> pace, <strong>il</strong> <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> cosistraor<strong>di</strong>nario esercito, e le spese enormi, la cessazione de' commerci, <strong>il</strong> malcontento<strong>di</strong> molti, l'irrequietu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tutti, <strong>di</strong>ssanguerebbero <strong>il</strong> Piemonte ene turberebbero, per guise <strong>di</strong>verse, l'interna pace e la libertà. Alla causa italiana,perché, ritardando più a lungo, potrebbero in danno d'Italia racconciars<strong>il</strong>e cose <strong>di</strong> Germania, mutarsi affatto in una o in altra guisa glispiriti <strong>nel</strong>le provincie occupate dal nemico, le quali <strong>nel</strong> tempo medesimo nesarebbero cosi impoverite d'uomini e <strong>di</strong> danaro, da non potere più levare<strong>il</strong> capo né per virtù propria, né per ajuto nostro. Per le quali cose alla fi<strong>net</strong>ornerebbe impossib<strong>il</strong>e la guerra, e possib<strong>il</strong>e solo una pace, più ignominiosadell'armistizio.Che, professando sincera gratitu<strong>di</strong>ne alle due potenze amiche, siamonon<strong>di</strong>meno astretti dalla coscienza a <strong>di</strong>re che noi non poniamo fede alcuna<strong>nei</strong> risultati della me<strong>di</strong>azione; la quale, ora più che mai, non può tornareche a somma ut<strong>il</strong>ità dell'Austria e a sommo danno d'Italia.Che noi riputiamo la guerra necessaria all'onore e alla salvezza dellapatria; e benché amici sopra ogni altra cosa della pace, stimiamo che <strong>nel</strong>lepresenti contingenze da essa, inevitab<strong>il</strong>mente, scaturirebbero sciagure lunghee senza misura più gravi che la guerra coll'Austria.Che noi riputiamo la guerra opportuna, avuto riguardo a tutte quellecircostanze che noi possiamo conoscere, cioè le con<strong>di</strong>zioni attuali <strong>di</strong> Germania,dell'esercito austriaco in Italia, della Lombar<strong>di</strong>a e del Piemonte;lasciando che dell'opportunità quanto ai mezzi materiali e morali, che possiedel'esercito, giu<strong>di</strong>chi e stia pagatore <strong>il</strong> Ministero del Re, che, <strong>nel</strong> corso<strong>di</strong> quasi tre mesi d'armistizio, doveva e poteva <strong>di</strong> essi rifornirlo.Che, qualora protraendo l'armistizio, scoppiasse in Lombar<strong>di</strong>a unanuova rivoluzione senza <strong>di</strong> noi, teniamo per fermo che questa si farebbesotto altra ban<strong>di</strong>era: da quella che noi vi abbiamo inalberato; <strong>di</strong> che sorgerebberogravi pericoli alla causa dell'in<strong>di</strong>pendenza nazionale, infiniti <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>ie una lunga e sanguinosa guerra civ<strong>il</strong>e all'Italia. Per la qual cosa, avendofatto quanto per noi si poteva per mutare <strong>il</strong> funesti consigli del Governo,davanti agli uomini e a Dio, ci <strong>di</strong>chiariamo innocenti <strong>di</strong> que' mali, puri <strong>di</strong>quel sangue.Domenico Buffa2;385


www.accademiaurbense.it165BUFFA AI GENITORICar.mi genitori.Torino, 21 novembre 1848.È un pezzo che non vi ho scritto, ma credete che ho moltissimo a faree tra la camera e le infinite commissioni che mi giungono da ogni parte,mi riesce quasi impossib<strong>il</strong>e rispondere a tutti.Le accuse che ebbi dalla Democrazia italiana hanno per origine Brofferio:con ciò credo svelato abbastanza tutto <strong>il</strong> mistero. La L con cui èsottoscritto l'articolo non significa Lanza, col quale sono amicissimo, maaltri che non conosco e non mi sono curato <strong>di</strong> conoscere. Le mie rispostehano messo a tacere quei signori, i quali erano riusciti ad empire la città<strong>di</strong> quel falso rumore ed anche Genova ed altre provincie. Bisogna sapereche noi dell'opposizione non abbiamo mai voluto con noi, <strong>nel</strong>le nostre privateadunanze, <strong>il</strong> gran BrolJete, sim<strong>il</strong>e all'Eterno che non ha nessun principioe del quale non si conoscono i fini, e ciò perché <strong>il</strong> suo nome, d'incertissimafama, non guastasse <strong>il</strong> nostro. Ed io fui <strong>di</strong> quelli appunto che miopposi alla sua ammissione tra noi, <strong>di</strong>cendo che se ci entrava, entrava conesso la <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a. E non m'ingannava: un solo giorno, per caso, venne tranoi in occasione della seduta segreta della camera, e tentò trascinare l'opposizionea spe<strong>di</strong>enti non già vigorosi, ma ingiusti. lo mi opposi, ed eglisi ven<strong>di</strong>cò facendo scrivere da un suo cagnotto quell'articolo, <strong>il</strong> quale pocomancò non mettesse <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a tra noi. lo però glie la mandai in gola, perchéessendo quello <strong>il</strong> giornale del circolo del quale è presidente BrofIerio, e delquale io pure sono membro, mi vi recai, presi la parola, accennai alle accusedatemi dal giornale del circolo, <strong>di</strong>ssi che sdegnavo <strong>di</strong>fendermi da taliaccuse, e che me ne <strong>di</strong>fendeva abbastanza la mia condotta e l'indole mia,e che quantunque potessi obbligare per legge <strong>il</strong> giornale ad inserire lamia risposta, non<strong>di</strong>meno io ne facevo domanda alla lealtà del circolo; poi<strong>di</strong>e<strong>di</strong> lettura <strong>di</strong> quella mia risposta, e gli stampai sul viso quelle tresolenni mentite. Il circolo applaudì e <strong>il</strong> signor BrofIerio fu ancora obbligatoper convenienza a farmi un complimento, non so con quanto suopiacere.Per Tomasino prenderò l'abbonamento della Gazzetta del popolo,che costa pochissimo ed ha già, mi si <strong>di</strong>ce, 12 m<strong>il</strong>a abbonati. Se Ignaziovuole scrivere qualche articolo pel Mondo Illustrato, io ne parlerò a Retache lo <strong>di</strong>rige; ma bisogna farlo subito, perché, terminato l'anno, <strong>il</strong> Mondofinisce.386


www.accademiaurbense.itDite al majettiere che farò parlare al rnimstro <strong>di</strong> finanza pel sig.Barbero se mi riescirà, ma che io sono <strong>il</strong> peggior uomo che si potessetrovare per questa faccenda, giacché non solo sono in urto con tutto <strong>il</strong>ministero, ma più specialmente con Revel, contro <strong>il</strong> quale, come sapete,ho quasi formulato un atto d'accusa alla camera per violata costituzione.Qui da due sere si fanno assembramenti in piazza Castello gridando:abbasso <strong>il</strong> ministero. ler sera uscì cavalleria, guar<strong>di</strong>a nazionale, birri edogni cosa; fu tolto l'assembramento, e mi si <strong>di</strong>ce che uno avesse tagliataun'orecchia, e un altro rimanesse malconcio da un cavallo per modo chene mori. Ma non so nulla <strong>di</strong> certo, perché come deputato mi tengo lontanoda queste faccende, onde non paja che si faccia non solo opposizione<strong>nel</strong>la camera, ma anche in piazza. Non potete credere che ardore ponevala guar<strong>di</strong>a nazionale a riprimere quel lievissimo e ri<strong>di</strong>colo moto! conche acre ed aspra sollecitu<strong>di</strong>ne, tale da pareggiare le sevizie degli antichibirri! lo non la vi<strong>di</strong> far tanto, quando si facevano ben altre <strong>di</strong>mostrazionial ministero Casati, e alla camera dei deputati; ma, bisogna pure persuadersene:questo è <strong>il</strong> ministero <strong>di</strong> Torino, <strong>il</strong> ministero del suo costato. locredo non<strong>di</strong>meno che gli assembramenti continueranno; vedremo. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo:Al Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.166GIULIO REZASCO A BUFFACarissimo amico.Borghetto <strong>di</strong> Vara, 24 novembre 1848.Rispondo subito alla vostra del 22, benché forse con poca necessità,poiché vedo che non ci sia più quistione <strong>nel</strong>le cose che mi domandate.E primieramente sappiate che pure a me s'affacciò l'osservazione delministro intorno al <strong>di</strong>ritto pubblico, ban<strong>di</strong>to se non osservato dal Piemonte.Ma la confinazione lunigianese riuscirebbe si frastagliata, stando al votodelle singolari parrocchie, riuscirebbe si deforme e incomoda pe' commercie per tutto, ch'io non veggo altro riparo da quello che vi manifestai.Quanto al mezzo d'un secondo squittinio, è inut<strong>il</strong>e ch'io ve ne <strong>di</strong>ca<strong>il</strong> parer mio, poiché questi governi provvisori sono già stati invitati ad387


operarlo; ed invitati con lettera <strong>di</strong> quel bue dell'intendente della Spezia,che non ispecifica chiaro se la seconda votazione debba limitarsi a' comunioccupati arbitrariamente dalla Toscana, oppure sovra tutti che scelsero <strong>il</strong>governo sardo. Il governo <strong>di</strong> Calice rispose all'intendente generale <strong>di</strong> Genovache se lo squittinio si limitava a' paesi quistionati colla Toscana, lorinnoverebbe subito. Ove si <strong>di</strong>stendesse a tutti gli altri, protestò <strong>di</strong> nonvoler far nulla se prima, per una commissione, non si esaminassero gliatti della prima votazione; ciò richiedere l'onore del governo e l'onore personalede' governanti. L'intendente generale non ha ancora risposto, e forsenon risponderà, poiché codesti signori non hanno lingua né inchiostro pe'lunigianesi.Ma volete proprio sapere <strong>il</strong> mio sentimento? eccovelo. Il ministero s'è<strong>di</strong>portato non bene, anzi malissimo. Vi ricorderete le querele <strong>di</strong> questa statecontro gli atti della Toscana, che si tolse una furia <strong>di</strong> paesi senza consultarenessuno. Vi ricorderete che <strong>il</strong> ministero Balbo (se non erro) prese <strong>il</strong>partito che Piemonte e Toscana mandassero lor deputati in Lunigiana adassistere alla votazione <strong>di</strong> tutta questa provincia; cosa non effettuata a cagionede' rovesci, italiani. Ora, fu egli onore del Piemonte <strong>di</strong> con<strong>di</strong>scenderead un nuovo squittinio pe' suoi paesi onde s'impadronl la Toscana? Nonera questo <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> assestare in modo equo e largo tutte le <strong>di</strong>fferenzelunigianesi? Vi so <strong>di</strong>re che molti comuni e ricchi sarebbero del Piemonte,che or sono a brutta forza toscani, come ad esempio <strong>il</strong> famoso Zeri e F<strong>il</strong>attiera.Oltrecciò vi sono altri paesi che non istanno per nessuno. E questiresteranno sempre Il, ricetto <strong>di</strong> spie estensi ed austriache? Giovagal1o, comevi scrissi altra volta, scelse <strong>il</strong> Piemonte, e poi per una solenne violenza intoscanò,E Giovagallo non avrà più ragione? Dite pure, e mostrate la mialettera, che <strong>il</strong> partito preso non è buono: sono pannicelli cal<strong>di</strong> e non più.E <strong>di</strong> onore non c'è punto né poco.Quanto poi alla commissione da sovrintendere allo squittinio, io <strong>di</strong>ciò non capisco nulla, poiché l'intendente non ne parla, e già si sono operatein alcuni luoghi le votazioni senza commissari, ed a quest'ora anche Avenzaavrà dato <strong>il</strong> suo voto. L'intendente raccomandava <strong>di</strong> far subito, e tutti abborracciano;solo Calice tien duro, e vuole innanzi tutto che si verifichi l'attodella prima votazione.Questo scioglie l'altro quesito intorno alla mia persona, se accettassi ono la carica <strong>di</strong> commissario, poiché fanno senza commissari. Ove facesse mestieri,accetterei tal carica e, se son in tutti, credo che in molti luoghi potreigiovare. Quanto me, e forse più, potrebbe esser ut<strong>il</strong>e l'amico mio avv. FedericoGrossi <strong>di</strong> Bolano: e colla sua compagnia, le cose andrebbono anche meglio.388www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itEccovi detto tutto in fretta e furia. Vi ringrazio del ricordarvi <strong>di</strong> mee <strong>di</strong> questa mal condotta provincia. Occupatevene per carità, e scrivetemene.Ad<strong>di</strong>o, dal cuore. Il vostro amico veroGiulioRezascoA tergo:Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino.Caro Buffa.167GIULIO REZASCO A BUFFABorghetto <strong>di</strong> Vara, 25 novembre 1848.Ieri vi scrissi lungamente ed oggi ricevo lettera del presidente delgoverno <strong>di</strong> Calice, la quale in sustanza <strong>di</strong>ce così: che tutte quante le popolazioniche formano <strong>il</strong> cantone <strong>di</strong> Calice, a sentire del secondo squittinio,sono in<strong>di</strong>gnatissime; che <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente vi s'acconceranno, e forse no. Diconoaver dato <strong>il</strong> voto per non ridarlo più, e quietare ed essere una voltaaggregati, invece <strong>di</strong> tante lungaggini e sospensioni. Temono <strong>di</strong> qualche tra<strong>nel</strong>loe salirebbero fino a credere che questa con<strong>di</strong>scendenza del governosardo fosse un accordo segreto per <strong>di</strong>sfarsi <strong>di</strong> loro e cederli alla Toscana;e in ciò si fermano maggiormente al vedere tanti paesi aggregati al granducatosenza squittinio nessuno, e pure dal governo nostro lasciati godereal toscano quietamente. Il che, replico, è uno scandalo veramente brutto.De' paeselli <strong>di</strong> Calice, forse la sola Parana si potrà condurre agevolmenteallo squittinio, per togliersi d'attorno i soldati granducali che l'occuparonoda circa due mesi. Ecco, dolce amico, ove conduce la politica senzaossa né nervi né sangue, la politica de' l<strong>il</strong>iputti e de' bardassa.Nella vostra del 22 mi parlavate dell'elezione da farsi de' commissari.Ora io so che molti giorni innanzi <strong>il</strong> sig. avv. Luigi Battolla dellaPiana ha avuto la carica (almeno così <strong>di</strong>ce lui) <strong>di</strong> agente confidenziale delgoverno in Lunigiana, ed è già attorno, non so a far che. Or come va lafaccenda?Attendo vostre lettere. Intanto state sano ed amatemi. Il vostroamico veroG. RezascoP.S. Badate, ch'io non sono né avvocato, né dottore, né ho cartapecore<strong>di</strong> sorta. Sono un galantuomo e niente più. Ciò vi serva per la389


www.accademiaurbense.it<strong>di</strong>rezione delle lettere. Quanto alla carica <strong>di</strong> commissario, vi replico cheaccetterei, ma sì colla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> avere un compagno.A tergo:Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino.Amico car.mo.168GIULIO REZASCO A BUFFABorghetto, 26 novembre 1848.Volete una prova delle oneste intenzioni toscane, e dell'ignoranza edoppiezza del nostro ministero, <strong>nel</strong>l'accordare <strong>il</strong> secondo squittinio a Lunigianesi?Eccovi uno stampato che gira per tutto, a centinaia <strong>di</strong> copie,tutte provenienti dalla Toscana.Insomma, <strong>di</strong>te pure al signor Pi<strong>nel</strong>li che <strong>il</strong> cantone <strong>di</strong> Calice nonintende d'essere abburattato; non vuole per nessun conto, a nessun patto,<strong>il</strong> secondo squittinio. Gli atti del primo sono in originale presso <strong>il</strong> presidente<strong>di</strong> quel governo, e sono in tanta regolarità, quanta ne potevanoavere i squittinii lombar<strong>di</strong> e ve<strong>net</strong>i.Se <strong>il</strong> governo sardo intende mantenere la parola, lo faccia; ave cheno, lo <strong>di</strong>ca chiaro senza porre mano a sutterfugi. Almeno questa nob<strong>il</strong>tà!È tempo <strong>di</strong> uscirne e uscirne subito; è tempo che le autorità abbianolingua e inchiostro, poiché finora nessuno risponde. Intanto, agenti toscanigirano per tutto, agitano le popolazioni, sub<strong>il</strong>lano. Il governo sardodorme e salmeggia. E perché? Ma per Dio, lo <strong>di</strong>ca. lo quasi mi vergognodella mia citta<strong>di</strong>nanza.Ad<strong>di</strong>o. Scusate le querele, benché giuste; adopratevi voi, quando glialtri non fanno nulla, ed amate <strong>il</strong> vostroRezascoA tergo:Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino.AllegatoITALIANI DI LUNIGIANA! 1Dalla Toscana, che fu mai sempre cuna <strong>di</strong> civ<strong>il</strong>tà e <strong>di</strong> sapere, parti<strong>il</strong> primo grido <strong>di</strong> libertà a destare dal lungo sonno della servitù tutti i3901 Foglio volante a stampa.


www.accademiaurbense.itpopoli d'Italia, chiamandoli a novella politica vita. A questo grido surseroi popoli, e pugnarono e vinsero: ma poi dalle arti nemiche, dalle perfidefro<strong>di</strong> ingannati essi pure, furono vinti; la redenzione della Patria compromessa.Guai, se <strong>nel</strong> momento del pericolo, non vi erano uomini fortie generosi, che rassecurassero le vac<strong>il</strong>lanti speranze, che raffermasserol'amore delle patrie libertà! E questi uomini, o Lunigianesi, furono Toscani.Si: dalla Toscana è dato continuare la opera non fac<strong>il</strong>e del riscatto,ed a Lei, forse, riserbano i Cieli la santa gloria <strong>di</strong> terminarla. Perché da'suoi figli emanò l'italianissimo pensiero <strong>di</strong> proclamare la Costituente, laquale sola potrà unificare la Italica Penisola. Ma, mentre i Subalpini popoli,e quelli dell'antica Metropoli del mondo fanno plauso al patriottico<strong>di</strong>segno, niuno sarà tra voi che si lasci sedurre da subdole arti, da insi<strong>di</strong>osimaneggi.È tempo <strong>di</strong> unione, <strong>di</strong> fratellanza. E se le genti Italiane denno esseretutte unite fra loro, per modo che non formino che un solo invincib<strong>il</strong>epopolo, molto -più dovranno tra loro essere strettamente uniti, con politicovincolo, coloro che ebbero comuni lingua, costumi, rapporti, abitu<strong>di</strong>ni.Lunigianesi! Chi negherà voi essere Toscani? E se tali vi fece natura, comepotreste voi abbandonare <strong>il</strong> civ<strong>il</strong>e consorzio <strong>di</strong> cari fratelli, con dannoimmenso irreparab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> voi, dei vostri posteri? Ah! sperda <strong>il</strong> Cielo sìtriste presentimento! Rima<strong>net</strong>e Toscani, e sarete felici.Car.mi genitori.169BUFFA AI GENITORITorino, 27 novembre 1848.Mi spiace assai che <strong>il</strong> papà abbia avuto qualcuno dei soliti incommo<strong>di</strong>al sopraggiungere del freddo: si abbia riguardo che, del resto, hagià una dura esperienza. Quì abbiamo poca neve e molto freddo, anzimoltissimo.Ieri uscì <strong>nel</strong>la Concor<strong>di</strong>a una <strong>di</strong>chiarazione politica dei deputati dell'opposizione:non vi sono sottoscritti tutti, ne mancano forse otto o <strong>di</strong>eci.Credo l'avrete letta, l'ho fatta io; ma a forza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scuterla e mo<strong>di</strong>ficarlane rimase tutta rappezzata: pure, meglio cosi che niente. Vorrei che vifaceste dare i nomi <strong>di</strong> tutti i miei elettori, che credo se ne conservi la listain codesta comune, e me la mandaste a posta corrente. Ve ne mando perora tre copie, che <strong>di</strong>stribuirete o riterrete: ricevendo la nota suddetta ne391


www.accademiaurbense.itmanderò a tutti gli elettori. Il ministero da qualche tempo sente <strong>il</strong> bisogno<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarsi; so che hanno parlato assai <strong>di</strong> me i ministri e che avevanointenzione <strong>di</strong> chiamarmi a parte del ministero. A me furono fatte apertureda parecchi ministeriali e da Pi<strong>nel</strong>li medesimo, ma, prima che venissero afare la profferta, io mi mostrai così contrario ai loro principii e mostraicosì impossib<strong>il</strong>e la mo<strong>di</strong>ficazione ministeriale, che si astennero dal farel'offerta esplicitamente. Se <strong>il</strong> ministero si cambia e l'opposizione va alpotere, io forse sono invitato a farne parte, ma sono risoluto <strong>di</strong> apparmiper quanto sta in me. Anzi, se mi fosse possib<strong>il</strong>e, vorrei stare almeno unpajo d'anni senza essere neppure deputato, e ciò per aver tempo a farequelli stu<strong>di</strong>i che ad un buon deputato sono in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i e ch'io non hofatto.Ricevetti solamente ieri (domenica) la vostra lettera in cui mi propo<strong>net</strong>ecome dobbiate regolarvi quanto alle elezioni municipali, e siccome<strong>il</strong> corriere parte prima che quello del giorno sia giunto, io non vipoteva rispondere prima d'oggi. L'intenzione d'Ignazio è buona e mi quadrerebbe,ma forse sarebbe bene accettare la legge tal quale sta, poiché,ad ogni modo, è migliore dell'antica. Non<strong>di</strong>meno, torno a <strong>di</strong>re, <strong>il</strong> rifiutomotivato <strong>nel</strong> modo che mi scrivete, sarebbe forse un buon esempio. A <strong>di</strong>re<strong>il</strong> vero io non saprei quale partito consigliarvi.La posta parte. Ad<strong>di</strong>o.DomenicoA tergo: Al Signor Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.AllegatoDICHIARAZIONE POLITICA DEI DEPUTATI DELL'OPPOSIZIONE lSCRITTA DA BUFFATorino, 26 novembre 1848.Gli ultimi avvenimenti dell'Italia centrale fanno fede che i deputatidell'opposizione non s'ingannavano, combattendo la politica del governoe ammonendolo che la via da esso tenuta conduce a rovina. Quella political Questa <strong>di</strong>chiarazione fu pubblicata ne La Concor<strong>di</strong>a del 26 novembre 1848. Diessa si tirarono alcune migliaia <strong>di</strong> esemplari a forma <strong>di</strong> opuscolo (18 X 10) <strong>di</strong> 12 pagine,recanti in calce le firme <strong>di</strong> 57 deputati. Sono state conservate due bozze a stampa. Incalce e a tergo <strong>di</strong> una delle quali si leggono le firme autografe dei deputati dell'opposizione,<strong>nel</strong> seguente or<strong>di</strong>ne: Gioberti, Buffa, Rattazzi, Ra<strong>di</strong>ce, Mellana, Malaspina, FarinaMaurizio, Cornero Giuseppe, Lyon Giuseppe, Massimo Mautino, Costantino Reta,Longoni, Valerio, Cambieri, A. Depretis, Guglia<strong>net</strong>ti, Marti<strong>net</strong>, Barbavara, Cavallini,392


www.accademiaurbense.itincerta e tutta d'aspettazione (quando i tempi la vogliono ar<strong>di</strong>ta e iniziatrice)che era seguitata là, come tra noi, non poteva produrre effetti <strong>di</strong>versi.Epperò, al primo apparire <strong>di</strong> fatti che possono gravemente influire sullecose <strong>di</strong> tutta Italia, al primo sorgere <strong>di</strong> quelle conseguenze che, non creduti,avevamo pronosticato, sentiamo necessità <strong>di</strong> parlare non più solamenteai ministri, ma a tutta la nazione, cosi per un salutare ammonimento<strong>di</strong> questa, come per esonerare le nostre coscienze. Le con<strong>di</strong>zioni della patriasono tali, e tanta è la gravità degli avvenimenti, che ne possono scaturire,che noi riputeremo a colpa <strong>il</strong> tacere. La nazione giu<strong>di</strong>cherà.Chi sono gli uomini che ci governano? che vogliono? a che ci conducono?Quando si agitò <strong>nel</strong>la Camera dei deputati la legge d'unione della Lombar<strong>di</strong>acol Piemonte, sorse un partito ad attraversare quel patto, che doveaporre in sodo per sempre i gran<strong>di</strong> interessi della nazione e con essi quellipure <strong>di</strong> tutte le sue città. Questo partito, legittimo rappresentante dell'aristocrazia,da quella era mosso e guidato; la quale in Piemonte serba piùvive che altrove le sue tra<strong>di</strong>zioni, e, non avendo ancora perduto la voglia,né la speranza <strong>di</strong> dominare, vedeva in quel grande accrescimento del <strong>regno</strong>andare a rompere i suoi vecchi priv<strong>il</strong>egi e perdersi la sua me<strong>di</strong>ocrità d'ingegnoe <strong>di</strong> fortune. Per esso non istette se l'onore del Piemonte non fu postoin compromesso davanti a tutta Italia, trasformando una santa guerra <strong>di</strong>popoli, <strong>di</strong> libertà, d'in<strong>di</strong>pendenza in guerra <strong>di</strong> stati e <strong>di</strong> <strong>di</strong>nastie. Vintodalla maggioranza si tacque; finché togliendo occasione dalle sciagure delnostro esercito, spinse la Camera, stor<strong>di</strong>ta dal dolore e dalla paura <strong>di</strong> peggiorimali per la patria a sancire la famosa legge del 29 luglio invanocombattuta da molti: per la quale i Deputati rassegnavano <strong>nel</strong>le manidel governo i poteri ricevuti dal popolo.Quel partito, prevalendosi della sospensione delle Camere, condusse<strong>il</strong> Ministero Casati, sorto dalla maggioranza, a dare le sue <strong>di</strong>missioni, percollocare al luogo suo uomini che appartenevano alla minoranza: e costoro,prima ancora che quel ministero cessasse <strong>di</strong> essere mallevadore del governodavanti alla nazione, venivano a trattati colle potenze estere, violando cosimanifestamente le guarentigie dello statuto.Salvi, Riccar<strong>di</strong>, Doria, Michelini Alessandro, L. Daziani, Cagnar<strong>di</strong>, Luigi Botta, jostiGiovanni, Avondo, Bunico, Bottone, Biancheri, Fois, Scofferi, G. Lanza, Cadorna, Dalmazzi,Paolo Viora, Ach<strong>il</strong>le Mauri, Francesco Biale, Brofferio, Turcotti. In calce all'opuscolosi leggono ancora, tra i nominativi riportati in or<strong>di</strong>ne alfabetico: Antonini, BastianFrancesco, Benza Elia, Bianchi Alessandro, Brunier Leone, Carquet Francesco, ChenalGiuseppe, Jaquemond dotto Gio., Michelini Gio. Battista, Montezemolo Massimo, PencoG. F<strong>il</strong>ippo, Ract Enrico, Ricci Vincenzo, Ruffini Giovanni, Sineo Riccardo, ValvassoriAngelo.393


www.accademiaurbense.itQuando ebbero raccolto <strong>nel</strong>le mani proprie i poteri straor<strong>di</strong>narii, chegra s'erano preparati colla legge del 29 luglio, si <strong>di</strong>edero a usarne e abusarneampiamente in varii mo<strong>di</strong>, imponendo perfino un gravissimo prestitoforzoso, che non poteva avere alcun giusto motivo salvoché <strong>nel</strong>la necessità<strong>di</strong> sostenere la guerra dell'in<strong>di</strong>pendenza. E mentre la natura stessa e <strong>il</strong>tenore preciso della legge del 29 luglio dovevano consigliarli a servirsenecon somma parsimonia e soltanto in or<strong>di</strong>ne alla guerra, essi ne usaronosenza ritegno alcuno, ne pigliarono occasione a promulgare leggi <strong>di</strong> polizia,d'instruzione pubblica ed altri or<strong>di</strong>namenti interni; e per aver campo adabusarne vieppiù, prorogarono <strong>il</strong> Parlamento un mese oltre <strong>il</strong> termine stab<strong>il</strong>ito.Oltre <strong>di</strong> ciò, dove -<strong>il</strong> ministero Casati, unificando la causa del Piemontecon quella della nazione intera, aveva chiesto ed insistendo avrebbesenza fallo ottenuto dalla Francia un sussi<strong>di</strong>o, i nuovi ministri sostituironoal sussi<strong>di</strong>o la me<strong>di</strong>azione; per la quale venivano posti momentaneamente insicuro gl'interessi del Piemonte malamente intesi, e per contrario si lasciavanoin grande pericolo quelli della nazione. E per quella stolta sicurezzad'una pace qualunque non <strong>di</strong>sut<strong>il</strong>e al Piemonte, non furono con bastevolevigore spinti gli apparecchi <strong>di</strong> guerra, e vennero con poca ut<strong>il</strong>ità sciupatiinfiniti tesori.Pertanto, gli uomini che capitanavano quel partito, <strong>il</strong> quale dal giugnoin poi ciecamente, a nome del Piemonte, avversava la causa nazionale, e<strong>nel</strong>la opinione dei popoli medesimi che oggidl ci governano: e quellapolitica che seguitavano essendo deputati, mantengono ora che sono ministri.Ostentando avere davanti agli occhi sopra ogni cosa la loro provincia,ed essere mossi unicamente da sollecitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> serbare intiera l'in<strong>di</strong>vidualitàpiemontese, rifiutarono la Confederazione Italiana, sostituendovi unalega, che non poteva riuscire e non riuscì, Paurosi soprattutto dell'entusiasmo,nulla fecero per ridestarlo <strong>nel</strong> popolo, <strong>di</strong>menticando che a quelloappunto an<strong>di</strong>amo debitori <strong>di</strong> quei beni che ora go<strong>di</strong>amo, e che è sommastoltezza voler condurre a termine un'impresa con altri mezzi da quelli concui fu bene incominciata. Amatori piuttosto della poca che della moltalibertà, pretestando che per essa non siamo abbastanza maturi, ci <strong>di</strong>ederouna legge municipale che male soccorre ai bisogni presenti, e poco preparaper l'avvenire. E, insomma, in tutti gli atti e in tutta la politica loroestera ed interna, si vede la mano occulta <strong>di</strong> quel partito da cui si lascianogovernare, <strong>il</strong> quale guida gli avvenimenti della Nazione in beneficio dell'aristocrazia,e tenta ogni via per ristorarne <strong>il</strong> <strong>regno</strong>.Ora noi cre<strong>di</strong>amo fermamente che la loro politica non ci possa menaread altri risultati che i seguenti.394


www.accademiaurbense.itPonendo quasi da un lato <strong>il</strong> Piemonte e dall'altro l'Italia, essi lohanno tolto <strong>di</strong> quel luogo cospicuo ch'erasi acquistato, aiutando la Lombar<strong>di</strong>ae la Venezia, e lo faceva come natural capo degli altri stati Italiani;apersero ed aprono la via a <strong>di</strong>ffidenze e <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e fraterne, che sminuisconosenza misura la somma delle forze nazionali, e rincalzano quelle del nimico:perdono la presente occasione, e ci rendono inab<strong>il</strong>i ad afferrare le future.Tenendoci a lungo <strong>nel</strong>lo stato presente, dove abbiamo tutti i gravamidella guerra e niuno dei beni della pace, essi tagliano i nervi della nazione,ed esauriscono ogni sorgente della sua prosperità: intantoché da ultimoci sarà impossib<strong>il</strong>e la guerra, e dalla prepotenza altrui dovremo riceverele con<strong>di</strong>zioni della pace.Col seguire una politica incerta tra <strong>il</strong> Piemonte e l'Italia, tra la me<strong>di</strong>azionee la guerra, senza proporre a se stessi e ai popoli una meta certa edevidente, <strong>di</strong>edero campo a partiti <strong>di</strong>versi, a interessi contrarii <strong>di</strong> svolgersiin tutti gli or<strong>di</strong>ni della società: i quali elementi <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>, moltiplicandosie combattendosi dapprima in segreto, all'ultimo ci condurranno alla guerraciv<strong>il</strong>e. La quale non può mancare, qualora, durando tuttavia questo stato<strong>di</strong> tormentosa incertezza, inasprito pei lunghi <strong>di</strong>sagi l'esercito, vuotatol'erario senza mezzo alcuno <strong>di</strong> rifarlo, stancata la pazienza <strong>di</strong> tutti i partiti,sorgano gli animi inviperiti a ven<strong>di</strong>care tanti vani sacrifìzii, tante speranzedeluse, tanti interessi inut<strong>il</strong>mente offesi.Che se poi la me<strong>di</strong>azione venisse a qualche risultato, non potrebbeessere senza mancare ai due più sacri <strong>di</strong>ritti che s'abbiano i popoli, cioèquello dell' assoluta in<strong>di</strong>pendenza, e quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> se medesimi colproprio voto. Perciocché, quanto al primo <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>ritti, egli è fuori <strong>di</strong>dubbio che non ci sarà concesso per buoni ufficii altrui quello che non fuper l'insurrezione e la guerra; e quanto al secondo se essa, come è certo,non costituisce <strong>il</strong> Regno dell'Alta Italia, impone ai popoli un patto <strong>di</strong>versoda quello ch'essi hanno solennemente votato.Ma inoltre noi ne ve<strong>di</strong>amo nascere l'ultima ruina del Piemonte. Perchése esso venisse, per la me<strong>di</strong>azione, accresciuto <strong>di</strong> territorii, ma rimanessetuttavia qualche parte d'Italia sotto la <strong>di</strong>retta o in<strong>di</strong>retta dominazione straniera,quello riuscirebbe male accetto ai popoli nuovamente aggiunti, o<strong>di</strong>osoa tutti gli altri Italiani, esecrab<strong>il</strong>e alle provincie abbandonate. Di che, senzadubbio, seguiterebbe che le nuove provincie, alla prima occasione, ben prestorifiuterebbero <strong>il</strong> patto per far causa comune con tutte l'altre d'Italia, lasciandosolo <strong>il</strong> Piemonte in quel pericoloso isolamento, ch'esso medesimo si sarebbeprocacciato, con <strong>di</strong>scapito gran<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong> tutti i suoi interessi. E cosi, nonavendo voluto essere a capo d'Italia, né mostrarsi <strong>di</strong> spiriti veramente nazionali,rimarrebbe l'ultima e la men curata delle sue provincie. Che se poi,395


www.accademiaurbense.itper la me<strong>di</strong>azione, venisse a formarsi un Regno Lombardo-Ve<strong>net</strong>o in<strong>di</strong>pendenteallora, trasportato <strong>di</strong> Piemonte in Lombar<strong>di</strong>a <strong>il</strong> centro preponderanted'Italia, comincierebbe un generale smembramento <strong>di</strong> tutte quelle provincieche con otto secoli <strong>di</strong> fatiche e <strong>di</strong> costanza, furono raccolte sotto la casa<strong>di</strong> Savoia: delle quali molte si verrebbero accostando al nuovo <strong>regno</strong>, mossedagli interessi commerciali, dalle loro tra<strong>di</strong>zioni politiche, da consonanzad'usi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>aletti, e quasi <strong>di</strong>remmo da consanguinità; altre sarebbero tratteper altra via in cerca della propria nazionalità, che unite con noi non possonoavere. Perloché <strong>nel</strong>lo spazio <strong>di</strong> pochi anni <strong>il</strong> Piemonte si troverebberidotto a nulla, e Torino, <strong>di</strong> capitale cospicua ch'ella è fra tutte l'altre d'Italia,in breve sarebbe condotta a perdere ogni sua potenza e ricchezza da coloromedesimi, che mostrano averne tanto a cuore la prosperità.Vedendo i danni estremi che pel mal governo <strong>di</strong> costoro sovrastano allanostra patria, noi riproviamo altamente in faccia a tutta la nazione laloro politica, e <strong>di</strong>chiariamo volerla combattere vir<strong>il</strong>mente ora e sempre,opponendo a quella la sua contraria.Epperò, stimando che la vera e durevole ut<strong>il</strong>ità del Piemonte stia <strong>nel</strong>l'essereitaliano, e null'altro ~alvoché italiano, noi avremo sempre davantiagli occhi principalmente <strong>il</strong> bene <strong>di</strong> tutta la nazione e poi quello particolaredella nostra provincia. Quin<strong>di</strong> rifiutiamo fin d'ora qualsiasi patto o trattatoche non importi l'assoluta in<strong>di</strong>pendenza d'Italia, esclusa ogni con<strong>di</strong>zione,che, per qualsiasi modo, possa cagionare una qualche <strong>di</strong>pendenza dallo straniero,sia amministrativa, sia m<strong>il</strong>itare, sia governativa, sia politica. E perché<strong>di</strong>ritto supremo dei popoli è per noi quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> se medesimi, noiterremo sempre fermo a costo ancora de' più gravi sacrificii quanto fu statuitodal loro voto, finché essi con altro voto, egualmente libero, non cancellino<strong>il</strong> primo.Questa è la nostra fede politica, in or<strong>di</strong>ne al <strong>di</strong>ritto; e nulla finora ciprova che in or<strong>di</strong>ne al fatto dobbiamo portare altro giu<strong>di</strong>cio. E certo nonc'indurremo mai a credere <strong>il</strong> contrario, finché questo ci è solo attestato daun governo debole ed incapace, che lasciò rovinare le cose d'Italia, quando<strong>il</strong> farle risorgere era più fac<strong>il</strong>e che non è al presente.A promuovere gli effetti <strong>di</strong> questa nostra politica, cre<strong>di</strong>amo che da unlato si debba, e severamente, reprimere i mal celati tentativi dei nemicidella in<strong>di</strong>pendenza e della libertà, e risuscitare <strong>nel</strong> popolo quell'entusiasmo,che solo è valevole a sostenere e potentemente aiutare l'esercito: dall'altrosia mestieri stringere prontamente una confederazione italiana <strong>nel</strong> modo piùconforme alla libertà dei popoli e alla sicurezza dei principi.Come la libertà municipale è la pietra angolare d'ogni governo veramentelibero, e la sorgente più feconda d'ogni grandezza nazionale, noi ci396


www.accademiaurbense.itstu<strong>di</strong>eremo <strong>di</strong> trasformare, quando venga in <strong>di</strong>scussione, la spuria legge testépromulgata dal presente ministero, in altra più larga e confacente ai tempi,ai popoli italiani, alle tra<strong>di</strong>zioni e alle speranze loro.A questi principii, da noi professati, prevalsero <strong>nel</strong>la Camera quellidel presente Ministero, sostenuto da una maggioranza che noi non cre<strong>di</strong>amolegittima; perciocché manca al Parlamento, forse, la metà dei Deputatiin<strong>di</strong>pendenti, mentre vi siede intiero <strong>il</strong> numero dei funzionarii stipen<strong>di</strong>ati,permesso dalla legge sulla somma totale <strong>di</strong> rappresentanti. E non<strong>di</strong>meno,nonché smarrirei d'animo, fermi al luogo nostro, combatteremo pertinacementela politica ministeriale; acciocché niuno perda fede a quella ban<strong>di</strong>erache noi abbiamo <strong>di</strong>spiegato, e intorno alla quale, in nome della patria,invitiamo i deputati assenti a convenire, e gli elettori a mandarne <strong>di</strong> nuovi<strong>nel</strong>le prossime elezioni.E intanto, davanti al Piemonte, davanti a tutta Italia noi ci <strong>di</strong>chiariamoinnocenti <strong>di</strong> que' mali che la politica presente ci prepara.Carissimo fratello.170IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOOvada, 28 novembre 1848.Ultimamente devi aver ricevuto una nostra lettera in cui ti chiedevamovarii consigli circa la legge municipale, ma ora ti <strong>di</strong>rò come mi sono comportatoe in che modo voglio comportarmi per l'avvenire. lo non volevodare <strong>il</strong> mio voto, ma poi, pensando che poteva recare qualche giovamentoonde scegliere le migliori persone v'andai con G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni, ma penso <strong>di</strong> nonaccettare ad ogni modo nessuna carica. Già da varii giorni non riceviamopiù l'Opinione, sicché siamo ridotti alla sola Gazzetta <strong>di</strong> Genova, che oraè proprio <strong>di</strong>ventata scipita. Ho veduto la bellissima <strong>di</strong>chiarazione o protestache sia dei deputati dell'opposizione, e mi meraviglio come <strong>nel</strong> numero nonvi sieno né Ravina né Bixio, né Berchet; ma questi due ultimi sono forsedel centro?Sta sano e se hai qualche cosa <strong>di</strong> nuovo, scrivici.IgnazioA tergo:Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.397


Carissimo Domenico.www.accademiaurbense.it171IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICO[Ovada, 30 novembre 1848]. 1La lista degli elettori te la manderò <strong>di</strong>mani, perché la posta arrivocosi tar<strong>di</strong>, che non posso copiare tutti i nomi in si poco tempo, però credoche, anche ricevendola postdomani, ti servirà parimente. Le cose che <strong>di</strong>cisul tuo modo <strong>di</strong> comportarti mi paiono giustissime, e sono proprio contento<strong>di</strong> vederti in una via cosi franca e leale. La <strong>di</strong>chiarazione o protesta dell'opposizionepiacque a tutti moltissimo. Riguardo all'accettare o non accettarela carica <strong>di</strong> consigliere, alla quale fui scelto non so con quanti voti,sono sempre dello stesso parere, ma <strong>il</strong> papà la pensa <strong>di</strong>versamente. A tuttii mo<strong>di</strong> dopo pranzo parlerò con G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni e combineremo insieme. Ad<strong>di</strong>osta sano.Ignazio 2A tergo: Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.Caro amico.172GIULIO REZASCO A BUFFABorghetto <strong>di</strong> Vara, 2 <strong>di</strong>cembre 1848.Voi mi scriveste <strong>di</strong> Lunigiana <strong>il</strong> 22 novembre e mi pregaste <strong>di</strong> rispondersubito. lo vi risposi con tre lettere, ma voi mi taceste finora. Oggi ricevo<strong>di</strong>eci copie della <strong>di</strong>chiarazione degli oppositori ministeriali, delle quali viringrazio, e che sarà mia cura <strong>di</strong> spargere ovunque; ma né pur oggi hovostre lettere.Ma io non voglio ristarmi per questo, e ritorno all'assalto.1 Senza data. Timbro postale <strong>di</strong> arrivo: 30 novembre.2 In calce si leggono le seguenti righe della madre del Buffa «Riguardo a quelloche tu scrivi del Ministero, i! papà te ne scrisse bene. In questo Ministero io non accetterei,ma se fosse un altro e liberale, mi ci penserei un poco prima <strong>di</strong> ricusare. Basta,i! Signore ti inspiri, acciò tu possa fare i! tuo bene, ed i! bene della patria. Se tutti <strong>il</strong>iberali ricusassero, povera patria. lo farò fare un triduo alla Madonna acciò ti inspiriper i! meglio. Sento dalla Gazzetta <strong>di</strong> Genova che Napoli intimò guerra a Roma ed allaToscana, e che <strong>il</strong> Papa fuggì. Chi sa come andranno le cose! Il Signore ci protegga! ».398


www.accademiaurbense.itLe cose <strong>di</strong> Lunigiana precipitano: <strong>il</strong> governo toscano corrompe glianimi, promettendo, minacciando, denigrando. Il governo piemontese nonfa nulla e tace.I governi provvisori avrebbero mandato un memoriale al parlamento,ma la condotta del Piemonte è siffatta, che, dubitando dell'esito, non voglionopiù innanzi compromettersi presso la Toscana. Però, sapendo l'amiciziaonde mi avete onorato, e conoscendo la vostra onestà e valore, que' governimi pregarono cal<strong>di</strong>ssimamente, acciocché vi stringessi a fare un'interpellanzain parlamento, e a quest'effetto mi dettero documenti, sovra i qualiabborracciai la nota che v'acchiudo. Rimetto <strong>il</strong> tutto alla vostra prudenza,se prima <strong>di</strong> mover parola <strong>nel</strong>la camera fosse meglio d'interpellare <strong>il</strong> Pi<strong>nel</strong>lie ragguagliarlo d'ogni cosa. Il fatto si è che bisogna pigliare un partito subito,e terminativo, poiché le cose precipitano.Non dubito che prenderete a cuore la causa lunigianese. Sappiate chetutti i lunigianesi non isperano se non in voi in voi solo: quin<strong>di</strong>, vedete,quanto <strong>il</strong> vostro s<strong>il</strong>enzio ci grava. lo attendo vostre lettere con affettoin<strong>di</strong>cib<strong>il</strong>e.Perdonate e operate. Questo vi raccomanda <strong>il</strong> vostro amico veroG. RezascoA tergo: Al Chiarissimo S.r Avv. Domenico Buffa Deputato al Parlamento. Torino.AllegatoINTERPELLANZACaduti i governi modenese e parmigiano, una parte della Lunigiana,per atti testimoniati a quasi unanimità <strong>di</strong> suffragi, richiese l'aggregazio<strong>nei</strong>mme<strong>di</strong>ata col Piemonte; l'altra parte (ed è la maggiore) fu occupata dallaToscana, e presso che interamente senza consultare <strong>il</strong> voto popolare.Il governo piemontese mosse lagnanze <strong>di</strong> ciò al toscano, specialmentedopo veduto che la Toscana occupava tratto tratto colle armi anche i paesiche s'erano de<strong>di</strong>cati al Piemonte. E <strong>il</strong> governo toscano, scrupoloso controgli altri, e niente per sé, rimandava le lagnanze al piemontese, adducendoche le de<strong>di</strong>zioni agli Stati sar<strong>di</strong> non fossero regolari. A troncare le questioni,l'intendente della Spezia con lettera del 5 luglio avvisava i governi provvisor<strong>il</strong>unigianesi che <strong>il</strong> governo del re e quello del granduca avevano elettocommissari, i quali girando tutta quanta la Lunigiana esaminassero lo statovero delle cose, e quin<strong>di</strong> ne facessero relazione, appresso la quale sarebbero399


definitivamente risolute le quistioni. E l'intendente pregava i suddetti governiprovvisori a rendere subitamente <strong>di</strong> pubblica notizia quell'accordo de' duegoverni, <strong>il</strong> che farebbe sim<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> governo toscano <strong>nel</strong>la sua parte <strong>di</strong>Lunigiana. Furono fatti gli avvisi <strong>nel</strong>la Lunigiana sarda; ma <strong>nel</strong>la toscanamancarono. Le popolazioni aspettarono, e i commissari non si videro mai.In questo sopraggiunsero i rovesci della guerra italiana, coronati dall'armistizioSalasco. Allora, <strong>nel</strong> maggiore pericolo e contravvenendo a' patti dellaprotezione, <strong>il</strong> governo piemontese richiamò dalla povera Lunigiana tutti icarabinieri che vi aveva. I governi provvisori se ne lamentarono all'intendentedella Spezia, al ministero, al comitato de' due ducati, al Re, ma niunarisposta. Contuttociò non mutarono le popolazioni; e quando <strong>nel</strong>la prossimitàdella riapertura del parlamento furono rimandati i carabinieri in Lunigiana,le accoglienze popolari che ricevettero que' buoni .soldati, provanoabbastanza che, dove troppo sovente i governi abbandonano i popoli, questiassai <strong>di</strong> rado abbandonano quelli.Se non che <strong>nel</strong> frattempo che la Lunigiana fu priva delle forze sarde,<strong>il</strong> governo toscano (che <strong>nel</strong>lo scompartimento <strong>di</strong> Massa pose tutta interaquella provincia senza riguardo alla volontà pubblica, quasi gli toccasse <strong>di</strong>giure <strong>di</strong>vino) si valse <strong>di</strong> quell'occasione ed occupò m<strong>il</strong>itarmente i paesi<strong>di</strong> Avenza e <strong>di</strong> Parana, che da lunga pezza avevano fatta lor de<strong>di</strong>zione alPiemonte.Però <strong>il</strong> governo sardo, poco innanzi che rimandasse i carabinieri inLunigiana, significava ai governi provvisori con lettera degli 8 ottobre dell'intendentedella Spezia che ben lungi <strong>il</strong> governo <strong>di</strong> S. M. <strong>di</strong> abbandonarele popolazioni <strong>di</strong> Lunigiana che si de<strong>di</strong>carono al Piemonte, accolse con troppapremura le libere votazioni de' lunigianesi per poter acconsentire ad unaoccupazione che fosse a tale voto contraria. Aggiungeva che l'occupazione<strong>di</strong> Parana e Avenza non poteva credersi or<strong>di</strong>nata dal governo toscano, quin<strong>di</strong>farebbe energici uffizi presso <strong>di</strong> lui onde siano repressi gli arbitrii <strong>di</strong> quelletruppe e delle autorità subalterne, e sia rispettato lo statu quo introdotto daquelle votazioni. -Le furono parole: l'occupazione de' due paesi suddetti ele minaccie agli altri continuarono da parte della Toscana. Laonde <strong>il</strong> lOnovembre l'intendente della Spezia scriveva come <strong>il</strong> ministero avesse rafforzatole pratiche; le quali, non sortendo esito buono, <strong>il</strong> governo <strong>di</strong> S.M.,sia a conservazione della propria <strong>di</strong>gnità che per debito contratto verso icomuni della Lunigiana che si posero sotto la protezione sarda, è <strong>di</strong>sposto<strong>di</strong> provvedere con mezzi i più efficaci, onde non riesca vano <strong>il</strong> protettoratoda lui assunto de' comuni lunigianesi.Dopo tutto ciò, ognuno aspettava qualche risoluzione onorevole. Edecco invece che una lettera dell'intendente della Spezia del 16 novembre400www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itavvisava che <strong>il</strong> governo toscano aveva, a suo detto, occupato Parana eAvenza per conservarvi l'or<strong>di</strong>ne, e che con<strong>di</strong>scendeva a non tenere ne' suddett<strong>il</strong>uoghi che alcuni dragoni toscani, i quali in concorrenza dei reali carabinierisar<strong>di</strong> vegliassero al mantenimento del buon or<strong>di</strong>ne, colla con<strong>di</strong>zioneperò che col suffragio universale s'interrogasse novamente la volontà dellepopolazioni, movendo <strong>il</strong> governo toscano qualche obiezione sulla espressionedel primo voto con cui <strong>di</strong>chiararono <strong>di</strong> volersi unire ai nostri Stati. E<strong>di</strong>nsieme con quel <strong>di</strong>spaccio, veniva un proclama dell'intendente generale <strong>di</strong>Genova, in data del 15 novembre, <strong>di</strong>retto generalmente agli Abitanti dellaLunigiana, <strong>nel</strong> quale si annunziava, limitatamente a tutti i comuni lunigianeside<strong>di</strong>cati al Piemonte, l'accordo de' due governi che quelle popolazionidessero mano a una universale e libera votazione, <strong>di</strong>chiarando, regolarmenteed in forma solenne, a quale stato volessero appartenere.È notab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> <strong>di</strong>spaccio dell'intendente non si riferisce se non a'paesi lunigianesi sar<strong>di</strong>, occupati dalla Toscana; mentre <strong>il</strong> proclama dell'intendentegenerale involge tutti i paesi che si de<strong>di</strong>carono al Piemonte, e<strong>nel</strong>la <strong>di</strong>rezione abbraccia tutta la Lunigiana.Ora, <strong>il</strong> delegato toscano a Pontremoli sig. Sabatini, vedendo la generalitàdel proclama, or<strong>di</strong>nò a tutti i sindaci della Lunigiana toscana <strong>di</strong>avvisare le popolazioni della menzogna del medesimo. E fra' sindaci, quello<strong>di</strong> Barbarasco, <strong>nel</strong> suo avviso del 25 novembre minacciava la prigione achiunque affiggesse quel bando o ne procurasse l'esecuzione. E <strong>il</strong> sindaco<strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca, dopo aver osservato <strong>nel</strong> suo avviso del 24 novembre che <strong>il</strong>governo toscano non poteva permettere l'introduzione de' carabinieri sar<strong>di</strong>sotto lo specioso pretesto <strong>di</strong> mantenere la pubblica tranqu<strong>il</strong>lità (pretestoche pur valse al governo toscano per occupare Parana ed Avenza) finivaad<strong>di</strong>tando <strong>il</strong> vantaggio che potrebbe derivare alla Lunigiana se tutta si riunissesotto <strong>il</strong> regime del più benigno principe degli attuali regnanti.E siccome <strong>il</strong> <strong>di</strong>spaccio dell'intendente e <strong>il</strong> suddetto proclama furonomandati in<strong>di</strong>stintamente a tutti i governi provvisori sar<strong>di</strong>, ne avvenne chealcuni comuni, che non avevano l'occupazione toscana, sul dubbio dell'interpretazionerinnovarono lo squittinio, che riuscl felicemente. Altri governipoi, come quel <strong>di</strong> Calice e quel d'Avenza, protestarono non accettare<strong>il</strong> secondo squittinio, sì per l'irritamento che produceva <strong>nel</strong>le popolazioni,e sì per la regolarità del primo voto, i cui registri originali domandaronoche fossero esaminati e giu<strong>di</strong>cati scrupolosamente, e si vedrebbe qual pesopotessero avere le obiezioni toscane. Ma i governi <strong>di</strong> Calice e Avenza nonebbero ancora risposta alla domanda loro giustissima.E questo partito della seconda votazione è prudente, onorevole, giusto?Il governo toscano, valendosi della stanchezza delle popolazioni e della sce-26401


www.accademiaurbense.itmata opinione pubblica che ha <strong>il</strong> Piemonte in questi giorni, e volendo tempoa brigare per travolgere <strong>il</strong> sentimento generale, s'appigliò a questo partito:ma <strong>il</strong> nostro governo, perché l'accettò? Perché l'accettò, <strong>di</strong>cendo volere <strong>il</strong>secondo squittinio che fosse universale, solenne, libero (cosi <strong>il</strong> bando dell'intendentegenerale), quando <strong>il</strong> primo voto fu <strong>di</strong> tutti i capi <strong>di</strong> famiglia,fu dato in piazza alla presenza <strong>di</strong> testimoni del che si fece atto solenne.Fu tanto libero che lo stesso ministro Pi<strong>nel</strong>li, con suo <strong>di</strong>spaccio del 6ottobre, n. 1076, significava all'intendente della Spezia, che <strong>il</strong> governo <strong>di</strong>S.M. accolse con tutta premura le libere votazioni della Lunigiana? Sequeste votazioni furono universali, solenni, libere, se <strong>il</strong> governo sardo nonci trovò mai che <strong>di</strong>re per tanti mesi, perché rinnovarle oggi, e non dar loropiuttosto compimento coll'aggregazione? Come può la Toscana movereobiezioni sulla vali<strong>di</strong>tà del primo voto, essa, che s'impossessò <strong>di</strong> gran parte<strong>di</strong> Lunigiana per semplice consentimento de' governi provvisori, e senzalo squittinio universale? Non si doveva almeno far la cosa pari e, secondolo stanziamento del ministero Balbo, <strong>di</strong>stendere <strong>il</strong> rinnovamento delle votazionia tutti quanti i comuni <strong>di</strong> Lunigiana e toscana e sarda? E non accordatoné pur questo, non era più giusto mandare una deputazione, la quale esaminassei registri originali delle votazioni, conforme chiedono i governi provvisori<strong>di</strong> Avenza e Calice, poiché i popoli non vogliono più sapere d'altrosquittinio?Intanto tre o quattro carabinieri sono ad Avenza a rappresentare l'altaprotezione sarda a fronte non già <strong>di</strong> alcuni dragoni toscani, ma bensì <strong>di</strong>più che cinquanta soldati granducali. Intanto i maneggi ed i raggiri (dallastessa parte de' regi delegati toscani, Sabatini a Pontremoli, Del Me<strong>di</strong>co aMassa) smovono gli animi, aggravando la dappocaggine e l'infedeltà delnostro governo; e proclami toscani piovono in ogni casolare. Intanto, lepopolazioni, vedendosi in dubbio continuo <strong>di</strong> loro sorte, e toccando conmano la niuna cura che si piglia <strong>di</strong> loro <strong>il</strong> governo sardo, a malgrado dellesue promesse, le popolazioni vac<strong>il</strong>lano e temono. I governi provvisori, nonappoggiati validamente dal Piemonte, non corrisposti ne' <strong>carteggi</strong>, inv<strong>il</strong>iti,sono insieme co' popoli <strong>nel</strong> punto <strong>di</strong> male<strong>di</strong>re <strong>il</strong> giorno che si fidarono <strong>di</strong> noi.Poiché <strong>il</strong> ministero tentenna e mostra <strong>di</strong>sconoscere la giustizia e laprudenza, <strong>il</strong> parlamento provveda alla subita aggregazione de' comuni lunigianesiche la domandarono.402


www.accademiaurbense.it173RELAZIONE DI BUFFA INTORNO ALLA PROPOSTA DI UN REGOLAMENTOPER LE TRIBUNE DELLA CAMERA DESTINATE AL PUBBLICO LETTA NELLACAMERA DEI DEPUTATI NELL'ADUNANZA DEL 5 DICEMBRE 1848Signori.Torino, 5 <strong>di</strong>cembre 1848.La commissrone, da VOI incaricata <strong>di</strong> proporvi un provve<strong>di</strong>mento attoa guarentire le nostre tornate da ogni <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne che <strong>il</strong> pubblico potessecagionare, per compiere meglio <strong>il</strong> suo mandato consultò quelle regole chehanno vigore presso i parlamenti <strong>di</strong> quattro fra i più liberi popoli d'Europa,la Francia, <strong>il</strong> Belgio, l'Ingh<strong>il</strong>terra e la Svizzera: ma <strong>nel</strong> farne ritratto peruso nostro non <strong>di</strong>menticò la <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> natura e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni che passatra que' popoli e noi.Ebbe altresì <strong>di</strong>nnanzi alla mente che i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, i quali turbarono alcunedelle nostre sedute passate, non si debbono alla totalità del pubblico, eneppure alla maggiorità <strong>di</strong> esso, ma a pochi in<strong>di</strong>screti o sconsigliati chemale intendono la maestà della rappresentanza nazionale: e che però si deetrovar modo che l'improntitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> pochi non noccia a tutti. Pertanto,visitata la tribuna destinata al pubblico, e riconosciuto che alle tre porteche ora vi danno accesso se ne possono aggiungere altre due, venne inpensiero <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre la tribuna medesima in molte sezioni, e in ciascunaporre persona incaricata <strong>di</strong> vegliare all'or<strong>di</strong>ne, acciocché dove questo venisseturbato da un in<strong>di</strong>viduo o da un'intera sezione, si potesse punire <strong>il</strong> colpevolesenza farne portare la pena agli altri, mandar fuori <strong>il</strong> perturbatore, odanche far sgomberare un'intera sezione, si potesse punire <strong>il</strong> colpevole senzafarne portare la pena agli altri, mandar fuori <strong>il</strong> perturbatore, od anche farsgomberare un'intera sezione, rimanendo piene tutte le altre.Inoltre la commissione pensò che <strong>il</strong> pubblico dee intervenire alle sedutedella Camera, non per giu<strong>di</strong>care ma per u<strong>di</strong>re, serbandosi a profferir poi fuori<strong>di</strong> questo recinto quel giu<strong>di</strong>zio che stimerà più giusto. Essa fu quin<strong>di</strong> unanime<strong>nel</strong> credere che i segni <strong>di</strong> approvazione o <strong>di</strong>sapprovazione permessiai deputati, debbano essere ad ogni modo interdetti al pubblico.


www.accademiaurbense.itCaro mio.174BARTOLOMEO AQUARONE A BUFFAParigi, 13 <strong>di</strong>cembre 1848.S. Germain, rue de Tournon, 7.Dei quin<strong>di</strong>ci quartieri <strong>di</strong> Parigi, do<strong>di</strong>ci hanno già offerto l'esito delloro voto all'hotel de v<strong>il</strong>le. Un'immensa maggiorità è pel Napoleone. Secosi è della metropoli, fa ragione del voto delle campagne influenzate <strong>nel</strong>laloro vita casalinga, tuttavia sotto la pressione delle memorie del tempodell'impero. Per la Francia questa nomina prepara forse dei torbi<strong>di</strong>; all'Italiapuò giovare, siccome colui, <strong>il</strong> Napoleone, che volendo ritornare a monarchia,si <strong>di</strong>sfarà dell'elemento insurrezionale interno, spingendolo contro <strong>il</strong> cannonee la mitraglia al <strong>di</strong> fuori. Vedremo.Ad<strong>di</strong>o. Saluta Ranco. TuoMeoA tergo: Signor Domenico Buffal.l La lettera è stata, ovviamente recata a mano da Parigi a Torino. Il timbro postale<strong>di</strong> partenza reca: Torino 17 <strong>di</strong>cembre. L'in<strong>di</strong>rizzo, a tergo, è completato da altramano: Ministro <strong>di</strong> Agricoltura e Commercio. Genova S.P.M.Ill.mo Sig. Sig. P.ron Col.mo.175FELICE MERLO A BUFFA lTorino, 14 <strong>di</strong>cembre 1848.Mi ascrivo ad onore lo annunziare alla S.V. Ill.ma che la Maestà del Reistituendo in u<strong>di</strong>enza del 12 volgente la Commissione incaricata <strong>di</strong> proporrele basi <strong>di</strong> un equo compenso a darsi ai figli ed alle vedove degli impiegatiora defunti, destituiti per fatti politici a far tempo dal 1821 in poi, aiquali si riferisce l'art. 3° del Decreto reale del 14 ottobre ultimo, si èdegnata nominare l'Ill.ma S.V. in altro de' membri della medesima.Di questa sovrana risoluzione porgendo ragguaglio alla S.V. Ill.ma,pregiomi parteciparle che fanno parte della stessa Commissione S. E. <strong>il</strong> LuogotenenteGenerale Cav. Giacinto <strong>di</strong> Collegno come Presidente, e l'Ill.mo404l Carta intestata: G.de Cancelleria <strong>di</strong> S.M. Divisione 2".


www.accademiaurbense.itCav.e Cibrario, consigliere <strong>nel</strong> Magistrato della Camera de conti, senatoredel Regno, e l'Ill.mo sig. avvocato Demarchi, Vice Presidente della Camerade' Deputati, e dottore Lanza deputato, e la prego <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re i sensi della<strong>di</strong>stintissima stima, coi quali ho l'onore <strong>di</strong> essere della S.V. Ill.ma dev.moobb.mo servitore.F. MerloIn margine: All'Ill.mo Sig. Avv.o Buffa Deputato.Carissimo fratello.176IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOOvada, 14 <strong>di</strong>cembre 1848.Il modo fermo e generoso con cui ti comporti <strong>nel</strong>le attuali circostanze,mi ha veramente commosso; io ti auguro longanimità <strong>nel</strong>la via, che haiintrapreso e un compenso per tante abnegazioni, sebbene non se ne possadesiderar migliore della propria coscienza. Avrai sentito del trionfo <strong>di</strong> Pellegrinia Genova: la Camera ha fatto <strong>il</strong> suo dovere ad approvarne la nominae propugnarne la liberazione, ma intanto ecco un'apoteosi sbocciata fuori,proprio per l'imbec<strong>il</strong>lità, per non <strong>di</strong>re perfi<strong>di</strong>a del governo. Ed ora chene <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> questa Costituente? Genova è per quella proclamata da MontaneIIi,e <strong>il</strong> nuovo Ministero democratico, se pure sarà fatto, sarà per quella<strong>di</strong> Gioberti e Mamiani; io non so come andrà a finire. Quello che mi paresicuro, che la cosa non finirà senza sangue, e poi, e poi dovranno concederela Costituente, la vera e pura Costituente. Genova non s'acqueterà finchénon l'avrà, sicché, se un nuovo ministero non proclamerà quest'ultima, mipare che durerà poco. Non so come la pensino i membri dell'opposizio<strong>nei</strong>ntorno a questo punto, ma certamente qualcuno non mancherà <strong>di</strong> proporrela pura costituente e fra questi mi pare <strong>di</strong> scorgervi già <strong>il</strong> Pellegrini, Brofferioetc. e senza dubbio ora un po' d'audacia è necessaria. Se Roma s'uniscealla Toscana, allora anche <strong>il</strong> Piemonte dovrà aderire; se no, non vedo altroche si possa sciogliere la questione, che col sangue tra governo e citta<strong>di</strong>ni.Dio inspiri, a chi è al reggimento della pubblica cosa, <strong>il</strong> miglior mezzo,onde evitare tali collisioni, ma ripeto <strong>di</strong> nuovo, non ne usciranno senzaabbracciare lealmente la causa del popolo. Intanto quell'aver chiamato Massimod'Azeglio non mi dà guari buon segno della buona volontà del governo:siamo sempre dentro <strong>il</strong> circolo magico e non si vuole uscirne anessun costo. Basta, vedremo.Ignazio405


www.accademiaurbense.itAllegatoMANIFESTO PER LA COSTITUENTE ITALIANA DIFFUSO IN GENOVACitta<strong>di</strong>ni!L'ora della libertà dei popoli è sonata! L'Italia da secoli oppressa dalferreo giogo <strong>di</strong> vandaliche ritorte, è sorta minacciosa dagli antichi tempiridesta, ed ha fatto segno della sua rigenerazione la caduta dei tiranni.Ieri sera, questa nostra Genova si faceva esempio alle altre città consorelle,della grande verità, «che quando i popoli vogliono, i popoli ottengono». Ieri sera un assembramento <strong>di</strong> molte migliaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, che puòasseverarsi, rappresentassero <strong>il</strong> voto universale, faceva, sotto <strong>il</strong> palazzoTursi, una maestosa e solenne <strong>di</strong>mostrazione, domandando un ultimatum, colquale si proponesse a Carlo Alberto e quin<strong>di</strong> al ministero, col veicolo delleCamere, che fosse, <strong>di</strong>etro la maggioranza del voto universale, accordata laCostituente Italiana, venisse nominato un ministero assolutamente democratico,e fosse fatta sod<strong>di</strong>sfazione dell'insulto lanciato dall'intendente generalecontro la maestà del Popolo <strong>nel</strong>la sera del 10 corroTrattasi oggi <strong>di</strong> appoggiare l'ultimatum colla nomina d'una deputazio<strong>nei</strong>rremovib<strong>il</strong>mente democratica, da spe<strong>di</strong>rsi all'uopo a Torino.Egli è perciò, che or si fanno i voti più ardenti perché <strong>il</strong> Popolo, noninferiore alla sua grandezza, accorra alle do<strong>di</strong>ci ore meri<strong>di</strong>ane quest'oggistesso, sotto <strong>il</strong> palazzo Tursi, per confermare irremissib<strong>il</strong>mente la <strong>di</strong>mostrazione<strong>di</strong> ieri sera <strong>nei</strong> suoi effetti, e per procedere alla nomina della tantonecessaria deputazione democratica, che appoggi l'ultimatum.Citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Genova, e voi tutti figli italiani che vi trovate fra noi,accorrete veloci al luogo, dove dovrà la storia fondamentare la prima pietratetragonale del riscatto della Penisola.Viva la Costituente Italiana 1.Genova, 12 <strong>di</strong>cembre 1848.1 Foglio volante. Tipografia Como.177IGNAZIO BUFFA AL FRATELLO DOMENICOOvada, 15 <strong>di</strong>cembre 1848.Carissimo Domenico.In questo momento giunge la tua lettera che ci colma tutti <strong>di</strong> consolazione;a pensare che due anni fa non eri nulla, ed ora, per la sola forza406


www.accademiaurbense.itdel tuo ingegno e del tuo carattere, sei giunto in sì alto posto, e non pareneppur vero. I tempi sono <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>issimi; avrai a quest'ora <strong>di</strong> già saputo lenuove strepitose <strong>di</strong> Roma, e non so se potrà avere esecuzione la costituenteGioberti-Mamiani. Roma e Toscana vogliono la costituente senza restrizioni,col suffragio universale, e se quì non si addotterà, prevedo guai. Nella Gazzettadel popolo ho letto che tra i ministri vi entri Gioia, come può essere?Senza dubbio è una voce e null'altro. La <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Gioberti e deglialtri, <strong>di</strong> non voler accettare se tu non accetti, mi pare una delle maggioriconsolazioni che possa avere un uomo. Id<strong>di</strong>o ti ha ricompensato dell'assistenza,che con tanta carità, hai prestato al babbo ammalato e <strong>di</strong> tutti isacrifizii e <strong>di</strong>spiaceri, che hai sopportato negli anni passati. La mamma,Fanny, Tomasino non sanno trovar parole per esprimerti i loro rallegramenti;essi non mancheranno <strong>di</strong> pregar per te. lo desidero che <strong>il</strong> ministerosia composto <strong>di</strong> tali uomini, come <strong>il</strong> tempo li vuole; voglio <strong>di</strong>re <strong>di</strong> energiae fermezza: lo sarà Ricci? Guerra e costituente sarà <strong>il</strong> vostro programma,dunque energia, coraggio! e soprattutto <strong>il</strong> programma sia franco e le paroleesprimino esattamente le idee, ma, dove sei tu, parole a doppio sensonon se ne scriverà, e questo mi consola. Il babbo <strong>di</strong>ce che per quello chetu possa aver bisogno, è pronto a tutto, scrivi dunque se ti occorre <strong>di</strong>qualche cosa. I libri non occorre che li compri. Già col babbo avevo combinato<strong>di</strong> venire costi, dopo le feste dell'anno nuovo, ma ti saprò <strong>di</strong>r meglioin appresso. Sta sano, e mantienti sempre saldo ne' tuoi principii e <strong>nel</strong>propugnare i <strong>di</strong>ritti del popolo. Ad<strong>di</strong>o, ad<strong>di</strong>o.IgnazioA tergo:Al Sig. Avv.to Domenico Buffa Deputato alla Camera. Torino.AllegatoIL POPOLO AI SOLDATI lFratelli!Genova, 14 <strong>di</strong>cembre 1848.Il criminoso partito, che cerca <strong>di</strong> trarvi in inganno, ci obbliga <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigerv<strong>il</strong>a parola del nostro cuore.A voi si <strong>di</strong>ce che non già <strong>il</strong> popolo è quello che vuole conquistare lalibertà sua, e vostra, ma un'orda <strong>di</strong> susurratori, nemici della patria, e delpubblico bene.Con questo <strong>di</strong>abolico linguaggio si tenta <strong>di</strong> armare <strong>il</strong> vostro bracciocontro i vostri fratelli, e <strong>di</strong> cambiarvi in isgherri, voi <strong>di</strong>fensori dell'onore,lFoglio volante. Tip. Moretti.407


e dell'in<strong>di</strong>pendenza d'Italia. Ah, Dio vi salvi da sì infame macchinazione!Egli è <strong>il</strong> popolo, <strong>il</strong> vero popolo che <strong>di</strong>manda la libertà e la cessazione<strong>di</strong> tante infamie.Ne volete una prova convincente? eccola.Il popolo <strong>di</strong>manda la Costituente Italiana, col suffragio universale.La costituente non è che l'unire tutte le provincie italiane col mezzodei loro rappresentanti, l'unire i 24 m<strong>il</strong>ioni che abitano in questa terra <strong>di</strong>sventura, onde poter alzare una volta la fronte, e non dare ai nostri nemici<strong>il</strong> nostro denaro, i nostri sudori, l'onore nostro.Voi pure fate parte <strong>di</strong> questi 24 m<strong>il</strong>ioni, e non potete perciò chedesiderare vivamente, risolutamente, la costituente, che li unisce insieme.Il suffragio universale non è che <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto per tutti, ricchi e poveri,<strong>di</strong> dare <strong>il</strong> voto per nominare i rappresentanti alla costituente, e provvederealla salute della patria.E voi, che ora siete esclusi dal votare, acquistate col suffragio universale<strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> dare <strong>il</strong> vostro voto come gli altri, e con ragione, perchéniuno ha maggior <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> votare dei <strong>di</strong>fensori della patria.Ma, dunque, <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong>manda <strong>il</strong> giusto; <strong>di</strong>manda non solo <strong>il</strong> suobene, ma anche <strong>il</strong> vostro.Invece <strong>il</strong> partito, che vi eccita a spargere <strong>il</strong> sangue del popolo, è <strong>il</strong>vero vostro nemico, perché combattendo i <strong>di</strong>ritti del popolo, combatte anchei vostri <strong>di</strong>ritti, e vuole mantenere <strong>nel</strong>la schiavitù anche voi.Anzi, vuole darvi l'infamia, perché col rivolgere le vostre armi controi vostri fratelli, vi cambia in soldati dell'Austria, perché vuole la mortedel popolo.Anzi, <strong>il</strong> partito che vi comanda <strong>di</strong> ammazzare i vostri fratelli è l'oppressorenon solo del popolo e <strong>di</strong> voi, ma anche del sovrano, perché l'onoree la gloria del sovrano vogliono che l'austriaco sia cacciato dalla nostrapatria; e invece quel partito cambia <strong>il</strong> sovrano in uno sgherro dell'Austria,e lo vuole carnefice del suo popolo.Ah, ciò non sia mai! Sten<strong>di</strong>amoci, o soldati, la destra; abbracciamoci,perché siamo fratelli, non ci scanniamo l'un coll'altro.Unito <strong>il</strong> popolo ai suoi soldati, l'Italia sarà subito libera; perché l'Italiaunita non ha più da temere dell'austriaco, che regna solo per le nostre<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, e per gli intrighi <strong>di</strong> coloro che vi comandano <strong>di</strong> ammazzare i vostrifratelli. E voi, invece <strong>di</strong> essere tenuti come prigionieri <strong>nel</strong>la città per opprimerla,potrete ben presto ritornare in seno alle vostre famiglie, puri <strong>di</strong>sangue fraterno, benedetti dal popolo, ed abbracciando i vostri genitori,i vostri figli, loro <strong>di</strong>rete, siamo liberi, siamo 'gloriosi. Viva l'unione, Vivala libertà.408www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.it178PIER DIONIGI PINELLI ALL'INTENDENTE GENERALE DI GENOVA[Torino], 15 <strong>di</strong>cembre 1848.lo approvo pienamente la condotta da lei tenuta sin quì <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>icircostanze in cui Ella si è trovato e ne assumo pienamente in faccia alParlamento ed al Paese la risponsab<strong>il</strong>ità intiera. Lo stato <strong>di</strong> incertezza incui ci lascia la crisi ministeriale, la quale si prolunga <strong>di</strong> giorno in giorno,ci impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> dare più energici provve<strong>di</strong>menti con rischio <strong>di</strong> imporre algoverno, che ci deve succedere, una linea <strong>di</strong> condotta che egli non creda<strong>di</strong> dover seguire. Intanto Ella deve continuare a tener fermo. Però, comegià le scrissi, se fosse inevitab<strong>il</strong>e una collisione, che potesse far temere unazuffa sanguinosa, Ella deve ritirarsi colla truppa sui forti, tenendo le portee l'arsenale, confidando l'or<strong>di</strong>ne interno alla guar<strong>di</strong>a nazionale, <strong>di</strong>chiarandolarisponsab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> quanto contro <strong>il</strong> medesimo potesse succedere. Non temanoné Ella né gli altri funzionarii; prima che l'accusa giunga ad essi dovràpassare per noi.Le riconfermo i sensi della pru alta stima.Dev.mo ed obb.mo servitore.Pi<strong>nel</strong>li 1In epigrafe: Ill.mo Sig. Intendente Generale.Car.mo padre.179BUFFA AL PADRETorino, 16 <strong>di</strong>cembre 1848.Vi avviso che oggi Cl presentiamo alle camere. Eccovi <strong>il</strong> mmistero:Gioberti, presidente e ministro interinale degli affari esteri; Sonnaz, guerra;Sineo, interni; Ricci, finanze; Rattazzi, grazia e giustizia; Cadorna, instruzionepubblica; Tecchio (vicentino) lavori pubblici; Buffa, agricoltura e commercio.Vi scriverò più a lungo domani, se potrò. I tempi sono terrib<strong>il</strong>i; ione sento <strong>il</strong> peso immenso, e mi fa tremare. Vi ripeto: pregate per me. Ad<strong>di</strong>o.A tergo: Al Sig.r Stefano Buffa fu Ignazio. Ovada.Domenicol Questa lettera è stata certamente trasmessa da Gustavo Ponza <strong>di</strong> S. Martino,intendente generale <strong>di</strong> Genova al Buffa, appena giunto a Genova in qualità <strong>di</strong> commissariostraor<strong>di</strong>nario con pieni poteri.409


Collega carissimo.www.accademiaurbense.it180SEBASTIANO TECCHIO A BUFFATorino, 17 <strong>di</strong>cembre 1848.Abbiamo scelto Arese per inviato a Parigi, onde presentare le nostrecongratulazioni a Bonaparte.Nella lettera qui acchiusa non è veramente in<strong>di</strong>cato l'oggetto per cu<strong>il</strong>o preghiamo <strong>di</strong> venir subito a Torino: solo gli facciamo fretta che vengaper una missione importante.Tutti ci assicurano ch'egli è molto opportuno: amicissimo <strong>di</strong> Bonaparte.Non sappiamo né <strong>il</strong> nome né l'alloggio, ma cre<strong>di</strong>amo che sia alloggiatoal «Para<strong>di</strong>setto », In ogni caso, potrai chiederne al gabi<strong>net</strong>to <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong>Boeuf, ovvero a Pareto.Tutti ti salutano e san sicuro del tuo trionfo pacifico. Ad<strong>di</strong>o <strong>di</strong> cuore.Tutto tuo. S. TecchioCollega carissimo.181SEBASTIANO TECCHIO A BUFFA 1Torino, 17 <strong>di</strong>cembre 1848.Mi preme assai <strong>di</strong> far pervenire le accluse lettere a Vicenza. Ma siccomeRadetzky, che a quest'ora saprà essere al ministero sardo un vicentino,arresterà a M<strong>il</strong>ano tutte le lettere che vengono da Torino e pur <strong>di</strong>rette aVicenza, e cosi mi valgo della via <strong>di</strong> Genova.Ti prego, dunque, d'impostare a Genova, <strong>il</strong> più presto possib<strong>il</strong>e, ledue lettere.Nulla <strong>di</strong> nuovo. Ti auguro felicità <strong>nel</strong>la tua missione, ed auguro a noi<strong>il</strong> tuo presto ritorno. Tutto tuo.TecchioIn calce: All'Illustr.o Sig.r Domenico Buffa Ministro d'Agricoltura e Commercioe R.o Commissario in Genova.4101 Carta intestata: Ministero dei Lavori Pubblici, Agricoltura e Commercio.


Eccell.o Amico e Ministro.www.accademiaurbense.it182COSTANTINO RETA A BUFFA lTorino, 17 <strong>di</strong>cembre 1848.Vi <strong>di</strong>ssi, alcuni giorni sono, che <strong>il</strong> Mondo Illustrato cesserà col nuovoanno. Esso ha 3000 associati ed esercita molta influenza <strong>nel</strong>le nostre provincie,massime dacché gli <strong>di</strong>e<strong>di</strong> un colore politico, combattendo a tuttaoltranza (colla <strong>di</strong>gnità che conviene alla stampa libera) <strong>il</strong> municipalismo ela politica ministeriale, che lo rappresentava. M'avvi<strong>di</strong> che <strong>il</strong> mio giornaleesercitava molta influenza, dacché non chieste, non sollecitate mi vennerotre deputazioni, ed altre me ne sarebbero venute, come vi potrei far vedereper lettere, se i collegi elettorali fossero stati convocati tutti in un giorno.Aggiunsi, parlandovi del Mondo, che io ne abbisognava come mezzo <strong>di</strong>sussistenza, ripugnandomi, come ben potete immaginare, <strong>di</strong> ricadere in unacarriera da cui mi liberava la libertà. Se vi dovessi ritornare regnando lademocrazia, preferirei un es<strong>il</strong>io volontario.Non pensate che accennando alla mia persona, io intenda sollecitarequalche impiego. Se mi conosceste non ve ne potrebbe cadere <strong>il</strong> sospetto.Ho negato <strong>di</strong> essere storiografo del campo, posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> aver ricusato <strong>il</strong>posto <strong>di</strong> secretario al Senato, perché l'uno e l'altro <strong>di</strong> questi impieghi misapevano del serv<strong>il</strong>e. Ricuserei adesso una carica, se cadesse in pensiero aimiei amici del ministero <strong>di</strong> offrirmela, dacché io preferisco <strong>di</strong> rimaner <strong>nel</strong>laCamera per combattere i vostri nemici, che sono i miei, che son quelli delpopolo.Anzi mi spiacque l'aver u<strong>di</strong>to da Gioberti che molti membri dell'opposizioneavranno cariche <strong>di</strong>plomatiche. Pensai che la plebe titolata ne avrebbeesultato per poter <strong>di</strong>re che l'opposizione è ambiziosa. Non era <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e chela democrazia giungesse al potere, ora è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>issimo conservarlo.Abbiate a cuore la stampa: essa può quanto vuole. Fate che io mipossa conservare i miei 3000 associati e mi avrete reso maggior servizioche sollevandomi ad una carica. E facendo bene a me, a cui date <strong>il</strong> mezzo<strong>di</strong> vivere, avrete reso un piccolo servizio alla buona causa.Il ministero mi potrebbe aiutare in più mo<strong>di</strong>: sovvenire <strong>il</strong> Mondo <strong>di</strong>azioni o <strong>di</strong> associazioni, non converrebbe perché, se lo sapessero i nemicive ne potrebbero rimproverare, Il mezzo più acconcio, sarebbe, a mio avviso,l Carta intestata: Direzione del Giornale Il Mondo Illustrato. G. Pomba e C.E<strong>di</strong>tori.411


www.accademiaurbense.itche si allogasse qualche lavoro al Pomba, a con<strong>di</strong>zione che <strong>il</strong> Mondocontinuasse.Di un ultimo favore vi prego. Se mi potete aiutare <strong>nel</strong> modo che viho detto, renderete un servizio ad un padre <strong>di</strong> famiglia, che ha tre bimbi,colmerete tutta l'ambizione <strong>di</strong> un deputato e <strong>di</strong> un giornalista, <strong>il</strong> quale,dacché scrive ha sempre promosso la causa che ora trionfa. Se vedeste qualche<strong>di</strong>fficoltà, se avreste <strong>il</strong> più rimato dubbio che i mezzi, che vi ho accennato,vi potessero menomamente nuocere come ministro, lacerate questa lettera,ma non <strong>di</strong>te a nessuno che io abbia bisogno <strong>di</strong> lavorare per vivere. Nellasocietà in cui viviamo, ed anche in seno alla democrazia, ciò mi farebbetorto. lo ho già imparato l'arte delle privazioni e ne potrò fare nuovosperimento.Perdonatemi se v'intrattenni troppo a lungo del mio in<strong>di</strong>viduo; miscusa l'intenzione, non chiedendo, né volendo io altro che un mezzo <strong>di</strong>vivere per poter in qualche modo esser ut<strong>il</strong>e ai miei amici ed alla causasantissima, che per essi trionfa. Vostro aff.mo amico e servoCostantino RetaA tergo: A Sua Eccellenza. L'Avvocato Domenico Buffa Ministro <strong>di</strong> Agricoltura eCommercio. Torino.Mio caro e pregiatissimo amico.183LUIGI ALVIGINI A BUFFAGenova, 18 <strong>di</strong>cembre 1848.Il e Yz <strong>di</strong> sera.Voi proponeste sta mane una caletta a pro' <strong>di</strong> Venezia: chiedeste qualesarebbe <strong>il</strong> mezzo più acconcio per conseguire l'intento. Parve che v'aridesse<strong>il</strong> pensiero <strong>di</strong> attuarla con una recita f<strong>il</strong>o o melodrammatica <strong>di</strong> cui vi sarestefatto iniziatore voi stesso con alcune pubbliche parole. Il pensiero è insiemecosì buono quanto opportuno e necessario oltrecché esso <strong>di</strong>mostra l'intimacarità del citta<strong>di</strong>no e la giustizia del ministro. Però, tenuto a calcolo <strong>il</strong> tempoe 'l modo con cui succedeste al ministero Pi<strong>nel</strong>li, ministero tutt'altro chepopolare od italiano, io non vorrei che <strong>il</strong> farvi per pubblico scritto promotored'opera santa, ma che s'ha da consummare principalmente sul teatro,non attiri sul ministero e su voi sogghigno o biasimo, mentre v'ha <strong>il</strong> mezzod'impe<strong>di</strong>r questi, e compiere in ogni modo quel bene e quella opportunità.412


www.accademiaurbense.itLibero qual fui e sarò, per quantunque impiegato amovib<strong>il</strong>e, permettetech'io lo proponga, se non al ministro, all'amico.Il Governo e Genova contrassero obbligazione <strong>di</strong> rispettivamente concederee fornire un m<strong>il</strong>ione a Venezia. Forse non v'ha tempo migliore nemaggior forza <strong>di</strong> quella che è in voi, perché Genova e <strong>il</strong> Governo compianoa quel dovere, sicché Venezia abbia subito soccorso. Voi vedete s'io nonmi opponga al vero. Vedete pure se dando tanto e così opportunamente egiustamente a Genova, non sia ut<strong>il</strong>e al paro opportuno e giusto dar moltoa Venezia, che tanto ha fatto e dà non che a Genova, a Italia e alloro Re.Del resto abbiamo a Genova un impresaro pei teatri, al quale l'idead'un qualunque guadagno dà in sangue, e se guadagno non siavi, tale pursempre che, dove gli si proponga <strong>il</strong> modo con che popolarizzarsi senza scapito,o senza scapito immonarcarsi se giovi (poiché <strong>il</strong> favore del popolo giovasempre a chi se l'ha coll'un mezzo o coll'altro accattato, assecondandone<strong>il</strong> capriccio o la maschia idea dal che avremo o <strong>il</strong> libero o <strong>il</strong> liberticidav<strong>il</strong>issimo) quest'impresario, <strong>di</strong>ceva, n'avrà <strong>di</strong> troppo, e bene<strong>di</strong>rà per suoconto a voi, al ministero, e all'Italia redenta o re<strong>di</strong>mib<strong>il</strong>e, se voi, chiamatolo,lo autorizzerete a <strong>di</strong>re, com'è vostro desiderio e del ministero, <strong>di</strong> provvederea che Venezia sia soccorsa con una rappresentazione, la più adattae meglio br<strong>il</strong>lante.Voi con ciò avrete conseguito l'intento e risparmiate, per ciò che neu<strong>di</strong>i, una critica da coloro che, per essenza retrogra<strong>di</strong>, profitterebbero della. buona fede e semplicità d'un popolo per essenza <strong>di</strong> libertà amantissimo,quanto d'essa per niuna pratica compiuta, ignorante.Or vi piaccia credere che questo mio pensiero è la manifestazione d'unaopinione tutt'affatto in me transitoria perché a cui sia <strong>di</strong> buona fede ètalora prudenza e virtù la transazione, la quale per ottenere quanto mancaall'Italia, vuolsi saggia, come parea <strong>nel</strong>le cose <strong>di</strong> sostanza e matta e frequente<strong>nel</strong>le picciole, siccome questa è.lo credo, per altro, che senza pregiu<strong>di</strong>zio degli avvertiti, altro mezzoanche più capace s'ha quì per provvedere a Venezia soccorso, e a voi lagiusta popolare influenza, col far <strong>di</strong>stribuire, mentre voi foste alla solennerappresentazione teatrale sudetta, della quale non vorrei passarmi, una propostaa vostro nome <strong>di</strong> retribuzione per associazione trimestrale o mens<strong>il</strong>e,<strong>di</strong> un soccorso settimanale dai cinque centesimi a quella somma che megliopiacesse offrire al generoso donatore. Questa offerta, che molto profitterebbea Venezia, oh, non sarebbe, lo giuro, caro prezzo al dolcissimo piacered'aver fatta Genova generosa soccorritrice dell'emula e un tempo nemicaVenezia!Perdonate all'amico ed al citta<strong>di</strong>no la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> quel tempo prezioso,413


www.accademiaurbense.itche pure non è vostro e che vi toglie con la lettura <strong>di</strong> queste poche righea ben altre e forse più pregievoli considerazioni; ma, accettate <strong>di</strong> questo <strong>il</strong>buon desiderio e <strong>il</strong> volere <strong>di</strong> manifestarsi, per quanto lo possa, della patriae <strong>di</strong> voi, devot.mo e obbligatissimo amico e servoavv. Luigi Alvigini184ALCUNI EMIGRATI LOMBARDI A BUFFAGenova, 18 <strong>di</strong>cembre [1848].Albergo <strong>di</strong> Londra.I sottoscritti, parte dell'emigrazione lombarda, prendono appiglio dallacircostanza <strong>di</strong> trovarsi <strong>nel</strong>l'albergo, <strong>nel</strong> quale alloggia <strong>il</strong> Ministro Buffa, adesternargli un fratellevole senso <strong>di</strong> stima e <strong>di</strong> ammirazione pei generosied italiani propositi, espressi <strong>nel</strong> Programma del Ministero novello, dalquale traggono argomento a nuove, e da lungo non sentite, speranze pelmisero loro paese.Franco BorgioLuigi Litta Mo<strong>di</strong>gnaniGiovanni d'AddaGiuseppe MantegazzaCesare BalagniniCarlo F.co RugaCesare BorgiaPaolo LittaGiustina Vesari BorromeoMaria d'AddaElena Litta FerrariEleonora Litta BorgiaGirolamo Litta Mo<strong>di</strong>gnaniElisabetta Litta Castiglioni414


www.accademiaurbense.itINDICI


www.accademiaurbense.itINDICE DEI NOMIAAbel El Kader, 301Accame Nicolò, 44, 200, 351, 353, 356,376Accini Nicola, 199Alberti Federico, 89, 90, 91Albertini Giambattista, 378Albini Giuseppe 161, 371, 373Alfieri <strong>di</strong> Sostegno Cesare, 339Alizeri Federico, 21 n.Alvigini Luigi, 412, 414Amici Giovanni, 199Andena Francesco, 200Ansaldo Giuseppe, 355Ansuini Giovanni, 156Antonini Giacomo 322, 393 n.Aquarone Bartolomeo, 4, 7, 9, io, lO n.,11, 13, 15, 16, 16 n., 18, 21 n., 91,93, 93 n., 103, 104 n., 114, 124,124 n., 128, 131, 132, 146, 148, 149,150, 314, 345, 404Arcangeli Giuseppe, 7 n.Arcelli Alessandro, 63, 63 n., 64, 341Arconati Giuseppe, 147Arduino Cesare, 159Arese Francesco, 410Arrivabene Giovanni, 8 n.Asburgo (casa), 201, 334Att<strong>il</strong>a, 192, 193, 336Augusto Caio Giulio Cesare Ottaviano,201Avet Fedele, 129Avondo Carlo, 392 n.Azeglio, Massimo Taparelli d', 4, 9,lO n., 171, 370, 405Azeglio, Roberto Taparelli d', 15827BBadano Giuseppe, 373Balagnini Cesare, 414Balbi Giacomo, 47 n.Balbi Piovera Giacomo, 13, 14, 15 n.,16 n., 47 n., 89, 90, 101, 111, 162Balbi Senarega Francesco, 15 n., 47 n.Balbo Cesare, 4, 5 n., 7, 9, 9 n., lO,lO n., 41, 49, 53, 102, 123, 171, 256Balbo (ministero), 51 n., 70 n., 73, 388,402Baldassini Giovanni, 239Balestreri Leonida, 31 n., 284 n.Bancalari Stefano, 200Banchero Giuseppe, 196, 205Baratta Carlo, 324Barbavara Luigi, 392 n.Barberis Cam<strong>il</strong>lo, 199Barbero Giambattista, 387Bar<strong>di</strong> Luigi, 116Bartellini P. G., 154, 155Bartelloni Enrico, 154Bartolomei Giampaolo, 155Baschi Baldassarre, 199Baschiera Luigi, 200Bassi Paolo, 335Bassi Ugo, 304Basso Francesco, 298Bastian Francesco, 393 n.Battaglione Severino, 64, 337Battolla Luigi, 389Batt<strong>il</strong>ano Giambattista, 37.3Bava Eusebio, 328Bavastro Antonio, 199Bavastro Giambattista, 199Beltrami Gaspare, 324417


www.accademiaurbense.itBenedek Ludwig von, 188Bensa Maurizio, 13, 21 n" 26, 209, 245Benza Elia, 393Berchet Giovanni, 4, S.n, 49, 217, 397Bernar<strong>di</strong> Giovanni, 239, 266Bernar<strong>di</strong> Vincenzo, 156Berola Emanuele, 199Bersezio Vittorio, 8 n,Bertini Angelo, 157Bettini F<strong>il</strong>ippo, 47Biagioni Pellegrino, 279Biale Francesco, 393 n,Biancheri Fruttuoso, 393 n.Bianchi Alessandro, 393 n,Bianchi Giuseppe, 48 n.Bianchi Giovini Aurelio, 53, 53 n, 257,258, 268, 345Bianchini Angiolo, 233Bignone Ernesto, 199B<strong>il</strong>li Raffaello, 147Binda Antonio, 207Bixio Nino, 13, 44, 200, 350, 351, 352,371, 375, 376, 397Boccardo Gerolamo, 21 n" 44, 200Bodda Enrico, 352, 373Boero Giambattista, 200Boeuf Antonio, 410Boldrini Cesare, 378Bolza Luigi, 206Bonamici Stanislao (Antonio) e compagni(tipografia), 93 n" 94Bonavini Cristoforo, 21 n.Bon Compagni <strong>di</strong> Mombello Carlo, 53,256Bongi Pietro, 242Borelli Giacinto, 200Borgia Cesare, 414Borgio Franco, 414Borlone Luigi, 324Borsino Ulisse, 199Botta Luigi, 395 n.Bottà Pompeo, 324Bottaro Bartolomeo, 355Bottini Rinaldo, 228Bottone Alessandro, 393 n,Bozzano Paolo, 200Bozzola Am<strong>il</strong>care, 328 n.Brescianini Marcello, 83 n.Brofferio Angelo, 76, 79, 81, 83, 83 n"183, 287, 364, 386, 393 n., 405Broglia <strong>di</strong> Casalborgone Mario, 328Broglio Giampietro, 291, 293Bru<strong>net</strong>ti Giovanni, 200Brunier Leone, 393 n,Bruno Gaspare, 332, 342, 343Brusco Onnis Vincenzo, 26, 159, 162,164, 181, 182Bruzzo Giambattista, 200Buffa Bice, 4Buffa Domenico, passimBuffa Fanny, 112, 189, 196, 204, 205,208, 209, 214, 215, 257, 272, 298,314, 333, 339, 359, 407Buffa Francesca, 48 n.Buffa Francesco (Checco), 246, 255, 287Buffa Ignazio, 7 n" 8, 8 n., 10,n" 26,42, 48 n" 85, 89, 99, 100, 185, 186,187, 188 n" 189, 190, 193, 194, 195,196, 197, 198, 201, 202, 205, 209,216, 225, 227, 245, 257, 268, 271,294, 298, 302, 314, 333, 339, 345,346 n., 359, 368, 379, 380, 386, 392,397, 398, 405, 406, 407Buffa Stefano, 184, 189, 193, 196, 204,208, 209, 211, 214, 215, 246, 255,257, 268, 287, 294, 298, 302, 333,339, 367, 38~ 392, 409Buffa Tommaso, 185, 189, 190 n" 193,195, 196, 197, 199, 204, 205, 208,257, 294, 298, 302, 314, 333, 339,359, 386, 407Bunico Benedetto, 393 n,Burlando Antonio, 200Bussi Clemente, 176Bustico Guido, 24 n., 148 n,cCabella Cesare, 13, 21 n,Cabras (padre gesuita), 163Cadei Giovanni, 353Cadolino Ambrogio, 207Cadorna Carlo, 3, 4, 53, 58, 83 n., 312,393 n" 409Cagnar<strong>di</strong> Antonio, 393 n,Caimi (dottore), 277418


www.accademiaurbense.itCambiaggi Livio, 324Cambiaso Giambattista, 42, 186, 199,351, 355Cambieri Giuseppe, 392 n.Camera Giovanni, 48 n.Campagnoli Luigi, 324Campa<strong>nel</strong>la Federico, 13, 44, 199Canale Michele Giuseppe, lO n., 21 n.Cantelli Girolamo, 174Cantoni Pietro, 61 n.Canuti F<strong>il</strong>ippo, 128, 143, 144Capei Pietro, 180Capponi Gino, 5 n., 7, 7 n., 9, 11,94 n.,122, 122 n., 180Capriolo Luigi, 302, 307, 311Cardasi Luigi, 200Carignani Temistocle, 200Carli Francesco, 200Carlo Alberto <strong>di</strong> Savoia Carignano, 11,12, 17, 32, 41, 43, 58, 68, 85, 91,99, 124 n., 125, 133, 135, 147, 160,163, 164, 169, 170, 171, 183, 187,195, 204, 210, 214, 221, 222, 224,225, 229, 232, 234, 240, 241, 244,246, 254, 261, 273, 282, 290, 329,334, 352, 362, 406Carlo II Lodovico <strong>di</strong> Borbone, 173, 362Carminati Illario, 353Carpa<strong>net</strong>o Francesco, 199Carpa<strong>net</strong>o Giambattista, 199Carquet Francesco, 393 n.Carrega Domenico, 200Carrega Giuseppe, 16 n., 47 n.Carutti Domenico, 8, 8 n.Casanova (stamperia), 47 n.Casati Gabrio, 268, 363, 379Casati (ministero), 53, 387, 393, 394Cassini Francesco, 158, 164, 165, 171,172, 182, 184Cassone (tipografia), 299Castag<strong>net</strong>te, Cesare Trabucco <strong>di</strong>, 13,14, 110, 111, 112, 117, 118,317,376Castelli Michelangelo, 9Cattaneo Carlo, 21, 21 n.Cattaneo <strong>di</strong> Belforte Carlo, 48 n.Cattani Andrea, 244Cavallini Gaspare, 392 n.Caveri Antonio, 13, 21 n.Cavour, Cam<strong>il</strong>lo Benso <strong>di</strong>, 15, 52, 53,53 n., 65 n., 76, 79, 81, 85, 123Cecchi Mariano, 10, 95, 95 n., 149Celesia Carlo, 199Celesia Emanuele, 13, 21 n.Centofanti S<strong>il</strong>vestro, 7, 7 n., 8 n.Cereseto Giambattista, 8, lO n., 89 n.,99, 100, 312Ceresole e Panizza, (tipografia), 250Cernuschi Enrico, 351, 352, 353, 354,355, 374, 375, 378, 379Cerruti Francesco, 47 n.Cevasco Giambattista, 21 n.Chenal Giuseppe, 393 n.Chiappara Leonardo, 200Chichizola Bartolomeo, 200Ch<strong>il</strong>ò Carlo, 200Chiodo (ministero), 4Chiossone David, 21 n.Ciampini Raffaele, 119 n.Cibrario Luigi, 405Cicchero Luigi, 373Clerici Giuseppe, 200Cobden Richard, 271Co<strong>di</strong>gnola Arturo, 12 n., 15 n.Collegno, Giacinto Provana <strong>di</strong>, 7, lO n.,150, 214, 217, 218, 226, 268, 287,404Collo (tipografia), 369 n.Collobiano, F<strong>il</strong>iberto Avogadro <strong>di</strong>, 89,124 n.Colombina Antonio, 200Colombo Cristoforo, 151Como (tipografia}, 372 n., 375 n., 406 n.Capello Girolamo, 200Copola Francesco, 200Cornero Giuseppe, 8, 16, 56, 57, 65,83 n., 123, 132, 140, 141, 301, 306,307, 310, 331, 332, 337, 338, 356,357, 392 n.Corrado Giovanni, 249 n.Correnti Cesare, 363Corsini Neri, 241Cosini Giuseppe, 66 n., 231, 262, 263Costa Em<strong>il</strong>io, 5 n., 8 n.Costa Francesco, 200Costa Lorenzo, lO n.Costa-Reghìnì Michele, 221419


www.accademiaurbense.itCosta e Scaravaglio (impresa), 342Crecchi Arturo, 156Crecchi Luigi, 154Croceo Antonio, 21 n., 23, 23 n.Croce Francesco, 200Crotti (colon<strong>nel</strong>lo), 174Curci Carlo Maria, 90Curti e Rissetti (società dei velociferi),89 n., 149DDabormida Giuseppe, 81, 313D'Adda Giovanni, 414D'Adda Maria, 414Dalmazzi Cesare, 393 n.Dall'Ongaro Francesco, 44, 205Dall'Uso Cesare, 154, 156Damasio Ambrogio, 56, 56 n., 302, 307,311 .Daneri Francesco, 44, 199Daneri Giuseppe, 200Dania Andrea, 298Dasso Agostino, 312D'Aste Tommaso, 200Daziani Lodovico, 393 n.De Boni F<strong>il</strong>ippo, 347, 348, 351, 352,354, 369, 371, 372, 375, 378, 379De Cam<strong>il</strong>li Giacomo, 199De Cam<strong>il</strong>li Giovanni, 199De Ferrari Bartolomeo, 200De Ferrari Giuseppe, 262, 263, 264Deferrari Ippolito, 42, 186, 200Della Cella Giuseppe, 200Della Torre Pietro, 200Dellepiane Giuseppe, 200Dellepiane (padre), 304Dellepiane (tipografia), 303 n., 377 n.,378 n.Del Me<strong>di</strong>co (delegato toscano a Massa),402Del Pino Giuseppe, 200Delvecchio Giuseppe, 200Demarchi Gaetano, 353, 405De Negri Felice, 199Demartini Luigi, 200Denotaris Giuseppe, 21 n.Depretis Agostino, 83 n., 392 n.Des Ambrois de Nevache Luigi, 53, 256De Sanctis Francesco, 8 n.Destefani F<strong>il</strong>ippo, 200Devecchi Celestino, 200Deviry (educanda presso le suore delSacro Cuore in Genova), 118Diego (fra), 373Donati Maria, 5Donaver Federico, 12 n.D'Oria Francesco Carlo, 200Doria Giambattista (<strong>di</strong> Dolceacqua},393 n.Doria Giorgio, 6, 12, 13, 14, 42, 44, 89,90, 99, 101, 102, 110, 111, 112, 184,199, 206, 209, 211D'Oria Giovanni, 355Dossena Giovanni, 57, 57 n., 317,318Dossena Pietro, 328, 328 n.Durando Giacomo, 9, 16, 20 n., 21, 24,79,84, 132,140, 141, 150, 171, 322,342, 344, 382Durando Giovanni, 227, 245Durazzo Doria Teresa, 5, 13, 110, 110 n,Durini Giuseppe, 268EElena Domenico, 15 n., 47 n.F'Fa<strong>nel</strong>li Gio Batta, 154Fantoni Gabriele, 292Farina Luigi, 42, 186, 199Farina Maurizio, 392 n.Farini Luigi Carlo, 4, 21, 26, 26 n., 157Farinola Capponi Marianna, 11,94,94 n.Farinola Gent<strong>il</strong>e Francesco, 94 n.Fauriel Claude, 11.Fava Angelo, 21 n., 183Faziola (tipografia), 5 n., 284 n.Federici Giovanni Battista, 292Federici Niccolò, 21 n., 111, 111 n.Feraboli (tipografia), 207Fer<strong>di</strong>nando II <strong>di</strong> Borbone re delle DueSic<strong>il</strong>ie, 35, 38, 171,378Ferrando (tipografia), 10 n., 130 n., 346n., 347 n., 352 n., 354 n.Ferrando Giovanni, 371'420


www.accademiaurbense.itFerrando Tommaso, 161, 190 n., 195Ferrari Nicolao, 200, 352Ferrari Pietro, 324Ferrari Dagardo Luigi, 324Ferraris Luigi, 81Fiastri Giulio, 200Focacci Giambattista, 221Foco Michele, 56, 302, 307, 311Fois Domenico, 393 n.Fontana (tipografia), 119Foresti Felice, 15 n.Foresti Vincenzo, 153Francesco IV <strong>di</strong> Austria-Este, duca <strong>di</strong>Modena e Reggio, 45Francesco V <strong>di</strong> Austria-Este, duca <strong>di</strong> Modenae Reggio, 73, 219, 222, 228, 259,265, 266, 273, 274, 282, 284Frangi Riccardo, 154, 156Franzoni Gamberini Lucetta, 4 n., 5 n.Frascheri Giobatta, 200Fraschini Antonio, 15 n.GGaggioli Pietro, 264, 265Galeotti Leopoldo, 180Galleano Enrico, 199Galleri Celeste, 253Galli Luigi, 253Gallini Carlo, 324Gallo Giovanna, 12 n.Gallo Pietro, 307Galvagno Giovanni F<strong>il</strong>ippo, 81Gandolfi Luigi, 361Gar Tommaso, 149Garibal<strong>di</strong> Giuseppe, 353, 375, 376, 379Garraniga Fulvio, 207Gavazzi Alessandro, 304Gerard Gaetano, 200Gerard Nicolò, 200Gervasoni Edoardo, 199Ghislanzoni (comandante la guar<strong>di</strong>a nazionale<strong>di</strong> Stradella), 321Giangran<strong>di</strong> Gerolamo, 200Giani (tipografia), 246Giannone Pietro, 8 n., 123Gianotti Domenico, 240Gianotti Luigi, 240Gianuè Emanuele, 200, 371Giarelli Domenico, 240Gicareli Domenico, 242Giera Luigi, 154G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni Francesco, 21 n., 89 n., 90, 91,256, 268, 272, 397, 398Gioberti (ministero), 4 n., 16 n., 119Gioberti Vincenzo, 3, 11, 58, 64, 70, 73,73 n., 76, 79, 81, 83, 83 n., 85, 85 n.,90, 99, 112, 119, 129, 160, 171, 268,269, 270, 271, 313, 327 n., 339, 378,392 n., 405, 407, 409, 411Gioberti-Mamiani (costituente), 407Gioia Pietro, 268, 381, 407Giova<strong>net</strong>ti Giacomo, 313Giovannoni Pietro, 243Girar<strong>di</strong>n (de) Ém<strong>il</strong>e, 123Giu<strong>di</strong>ce Gerolamo, 200Giuliani Giambattista, 21 n., 23 n., 355Giulio II, papa, 306Giumeli (canonico), 277Giunti Federico, 10, 21 n.Giusti Giuseppe, lO n.Giustiniani Pantaleo, 303Gloria Francesco, 200Gori Gio Batta, 223Gorleri Giuseppe, 200Granara Giambattista, 199Grasselli Annibale, 207Grasso Leopoldo, 199Gr<strong>il</strong>lo Luigi, 284, 285Grondona Gio Batta, 92, 196Grossi Federico, 51, 65, 66, 66 n., 67,69, 70, 71, 71 n., 72, 72 n., 73, 73 n.,218, 219, 220 n., 222, 224, 225,227, 228, 229, 231, 233, 234, 258,260, 262, 264, 266, 269, 271, 272,274,278,283,284,285,286,289,388Gualco Domenico, 129Guarducci Giovanni, 154Guerrazzi Francesco Domenico, 154, 155,156Guglia<strong>net</strong>ti Francesco, 392 n.Guglielmini Giuseppe, 199Guglielmina Enrico, 12 n.Guidobuono Francesco, 200Guivelli (dottore), 265Guizot François, 29, 166, 167, 168421


www.accademiaurbense.itHHumboldt Alexander von, 129Jaquemoud Giovanni Antonio, 393 n.Jellachich de Bozim Joseph, 367Josti Giovanni, 83 n., 393 n.JLLacordaire Henri Dominique, 93La Farina Giuseppe, 7 n., 116, 131La Marmora, Alessandro Ferrero de, 341La Marmora, Alfonso Ferrero de, 3Lamartine Alphonse (de), 347Lamberti Giuseppe, 15 n.Lambruschini Raffaello, 176Lami Niccolò, 180Lanata Em<strong>il</strong>io, 200Landriani Carlo, 207Landucci Leonida, 180Lanza Giovanni, 83 n., 327 n., 386, 393n., 405Larderel Francesco Giacomo (de), 154Lari Il1ario, 278La Tour, Vittorio Amedeo Sallier de,113Lazotti Ottavio, 347, 352,353,355,369,370, 371, 372, 373, 374, 375, 376,378Lazari Fabrizio, 113, 129Lazzarini Giuseppe, 200Leonar<strong>di</strong> Eugenio, 26, 170, 170 n., 171,171 n., 172, 173, 174Leoni Domenico, 240Leopoldo I <strong>di</strong> Lorena, granduca <strong>di</strong> Toscana,39Leopoldo II <strong>di</strong> Lorena, granduca <strong>di</strong> Toscana,30, 51, 67, 68, 69, 73, 156,169, 171, 180, 235, 237, 239, 244,260, 266, 269, 273Lester Charles Edwards, 151Litta Paolo, 414Litta Borgia Eleonora, 414Litta Castiglioni Elisabetta, 414Litta Ferrari Elena, 414Litta Mo<strong>di</strong>gnani Girolamo, 414Litta Mo<strong>di</strong>gnani Luigi, 414Littar<strong>di</strong> Sauli Teresa, 5Locatelli Fer<strong>di</strong>nando, 269Lomellini Luigi, 44, 199, 350, 351, 370,375Longoni Ambrogio, 392 n.Luciani Giacomo, 89, 112, 118, 128Luciani Giambattista, 369Luigi F<strong>il</strong>ippo d'Orléans, re dei francesi,266Luigi Napoleone, 404, 410Lyon Giuseppe, 392 n.MMachiavelli Paolo, 200Macconi Luigi, 243Madaro Luigi, 16 n.Maffi Maffino, 207Magenta Pietro, 263, 291Maggi Nicolò, 199Magioncalda Nicola, 21 n.Mainero F<strong>il</strong>ippo, 355, 373, 379Malaspina Luigi, 392 n.Malaspina Massimo, 237Malaspina Obizzo, 71 n., 229, 232, 233,234Malatesta Emanuele, 200Malenchini Tito, 154Mameli Goffredo, 12 n., 1.3, 15 n., 42,44, 172, 186, 200Mamiani Terenzio, 4, 8 n., 9, 16, 17, 18,19,23,24,24 n., 26, 26 n., 27, 27 n.,28,29,31, 32, 3~35, 37, 38, 39, 44,123, 128, 131, 140, 148, 152, 157,200, 201, 206, 405Manara Luciano, 322Mancini Franco, 253Manin Daniele, 271Marchio Domenico, 238, 240, 242, 243,244Mantegazza Giuseppe, 414Marengo Luigi, 369Marti<strong>net</strong> Giovanni Lorenzo, 392 n.Martini Fer<strong>di</strong>nando, lO n.Massa Giovanni, 373422


www.accademiaurbense.itMassari Giuseppe, 8 n., 21 n., 124, 141,153, 170 n.Mastacchi Marco, 154Mastacchi Mario, 156Mathieu Antonio, 341Matteucci Carlo, 67, 236, 275, 277Maucci Giambattista, 252, 253Mauri Ach<strong>il</strong>le, 83 n., 363, 364, 364 n.,365, 366, 366 n., 393 n.Mautino Massimo, 392 n.Mayer Enrico, 7 n.Mazzini Giuseppe, 5 n., 6 n., 8 n., 15 n.,23, 305, 379Mazzone Enrico, 200Me<strong>di</strong><strong>nel</strong>li Antonio, 253Mellana F<strong>il</strong>ippo, 55, 83 n., 314, 392 n.Menconi Pietro, 281, 291Merlo Felice, 77, 313, 404, 405Mesto Andrea, 200Metternich-Winneburg Klemens WenzelLothar von, 110, 168Michelini Alessandro, 83 n., 393 n.Michelini Giovanni Battista, 393 n.M<strong>il</strong>la, 156Minto, G<strong>il</strong>bert Elliot Murray Kynymond,Lord, 91Mirasole Giovanni, 199Moja Cristoforo, 56, 56 n., 302, 307,310, 311, 318, 345Mongiar<strong>di</strong>ni Nicola, 373Monta<strong>nel</strong>li Giuseppe, 4, 5 n., 7, 7 n.,8 n., io, 83 n., 148, 205, 368, 405Montecuccoli Albert Raimond Zeno, 363Montemanni Nicola, 378Montesisto Francesco Leonardo, 200Montezemolo, Massimo Cordero <strong>di</strong>, 5 n.,6, 6 n., 7, lO, 132, 393 n.Monticelli Pietro, 199Montorsi Paolo, 199Monzani (dottore modenese), 373Morchio David, 349, 350, 351, 352, 369Morchio Giuseppe, 369Moretti (tipografia), 407 n.Morro Giuseppe, 21 n.Mosto Antonio, 44, 200Mugnaini Quint<strong>il</strong>io, 156Musso Giuseppe, 48 n., 199NNapoleone I, 295, 372Negroni Carlo, 5 n., 21 n., 24, 24 n.,148, 149Nervi Eugenio, 103, 103 n.Nicola I, zar, 338Nigra Costantino, 8Noaro Agostino, 217, 217 n., 218Nocchi Raffaello, 7, lO n., 11, 16, 46,48, 93, 95, 104, 116, 129, 141, 216,245, 314, 345Noli Enrico, 115, 115 n., 123, 124, 132,149, 170 n.Novaro Luigi, 199Nunziante Alessandro, duca <strong>di</strong> Mignano,91Nurra Pietro, 12 n.oOlivari Giuseppe, 200Olivari Luigi, 200Olivieri Giuseppe, 373Omodeo Adolfo, 53Onesti Marco Aurelio, 174Orlan<strong>di</strong>ni Francesco S<strong>il</strong>vio, 7 n.Orsini Angelo, 21 n., 26, 44, 193, 205,206Ozanam Frédéric, 11, 94 n.PPareto Carlo, 200Pareto Ernesto, 200Pareto Lorenzo, 13, 21 n., 41, 49, 73,262, 264, 268, 287, 351, 410Paro<strong>di</strong> G. Adolfo, 200Passalacqua Giuseppe, 195Pastorino Pietro, 200Paulucci F<strong>il</strong>ippo, 112, 118Pavesio (tipografia), 288, 294Pedemonti Cam<strong>il</strong>lo, 200Peirano Luigi, 199Pellegrini Didaco, 303, 306, 347, 351,352, 353, 355, 369, 372, 375, 376,378, 379, 405Pellicciani Valente, 244Pellini, 281423


www.accademiaurbense.itPenco G. F<strong>il</strong>ippo, 393 n.Pepe Guglielmo, 354Perdasi Pietro, 199Perrone-Pi<strong>nel</strong>li (ministero), 3, 76, 85,327 n" 352, 353, 360, 369, 371, 412Pertusio Domenico, 200Pesci Giacomo, 285Pesci Vincenzo, 217, 217 n" 225, 227Petriccioli Giuseppe, 200Pescatore Matteo, 85Piacenza Luigi, 352, 369Piaggio Aurelio, 200Piaggio Enrico, 200Piaggio Giuseppe, 355Piccaluga Giambattista, 21 n,Piccaluga (prete), 373Pienovi Paolo, 200Pienovi Raffaele, 200PineHi Pier Dionigi, 3, 4 n" 59, 60, 62,64 n" 65, 74, 75 n" 77, 78, 81, 84,330, 331, 341, 342, 348, 353, 356,357, 358, 360, 368, 390, 392, 399,402, 409Pi<strong>net</strong>ti Pietro, 199Pio IX papa, 17, 30, 32, 34, 35, 39,41, 42, 43, 47, 92, 93, 94, 99, 113,118, 124 n" 133, 135, 151, 169, 171,192, 235, 244, 246Pirola (tipografia), 211Pittaluga Giuseppe, 200Pizzorno Serafino, 21 n,Plezza Giacomo, 55, 55 n" 56, 57, 256,296, 297, 315Poggi Luigi, 199Pomba Giuseppe, 411 n" 412Ponza <strong>di</strong> San Martino Gustavo, 409 n,Porrini Giulio, 224, 225, 232Porrini Matteo, 251, 253, 277Porro Carlo, 197, 202Potrone Stefano, 199Prasca Stefano Manfredo, 21 n,Predari Francesco, 6 n" 7 n,Priario Luigi, 354, 370, 374, 376, 379Prosperi (tipografia), 6 n,QQueirolo Salvatore, 199Querini (pretore <strong>di</strong> Bagnone), 221RRact Enrico, 393 n.Radetzky Johann joseph Franz Karl, 56,186, 198, 202 204, 227, 295, 363,366, 371, 376, 410Ra<strong>di</strong>ce Alessandro, 246Ra<strong>di</strong>ce Evasio, 363, 392 n,RafIo Andrea, 200Ragaglini (<strong>di</strong> Avenza), 283Raggi Giambattista, 89, 90Ralley<strong>di</strong>er Alphonse, 119Ramacci Luigi, 149Ramognini Francesco, 21 n" 112, 112 n"195, 209Ramorino (me<strong>di</strong>co), 21 n,Ranco Lorenzo, 8, 8 n" lO, lO n" 16,16 n" 18, 26, 26 n., 27, 30, 35, 36,40, 44, 45, 46, 92, 93, 122, 123, 124,124 n" 128, 129, 131, 132, 140, 141,150, 193, 195, 257, 333, 338, 345,346 n" 404Ranco Rina, 314, 356Rattazzi Urbano, 3, 4, 51, 51 n" 52, 53,76, 79, 81, 83 n" 256, 267, 268, 271,392 n" 409Rava Luigi, 26 n.Ravani Enrico, 278Ravina Amedeo, 76, 81, 397Razoli Antonio, 228, 229Rebizzo Bianca, 5Rebora Antonio, 256, 256 n,Remorino Girolamo, 200Restelli Francesco, 363Reta Costantino, 83 n" 386, 392 n" 411,412Revel, Ottavio Thaon <strong>di</strong>, 81, 268, 313,339, 369, 387Rezasco Giulio, 39, 51, 65, 66, 67, 69,70, 70 n., 71 n" 72, 72 n" 73, 74 n"75, 75 n., 220 n" 221, 229, 230, 231,251, 252, 261, 262, 266, 267, 268,269, 274, 275, 278, 279 n., 280 n.,283, 284, 289, 290, 295, 296, 308,309, 359, 361, 365, 387, 389, 390,398, 399Rezzonico Francesco, 363Ricasoli Bettino, 16, 16 n" 17, 175, 180424


www.accademiaurbense.itRicca Francesco, 355Riccar<strong>di</strong> Carlo, 8 n., 393 n.Ricci Alberto, 110Ricci Carlo, 349, 352, 373Ricci Giuliano, 21 n.Ricci Vincenzo, 6, 13, 21, 21 n., 36, 41,49, 54, 70, 71, 83 n., 101, 103, 162,211, 252, 268, 276, 277, 305, 349,369, 370, 393 n., 407, 409Ricor<strong>di</strong> (tipografia), 44, 199Ridella Franco, 12 n.Ridolfi Cosimo, 147, 155, 156Rivara Giambattista, 200Rizzetti Davide, 24 n., 199, 206Robbio Agostino, 61 n.Ro<strong>di</strong>ni Gerolamo, 328, 328 n., 357Romeo Giovanni Andrea, 91Rosellini Fer<strong>di</strong>nando Pio, 13, 14, 21,21 n., 32, 39, 42, 44, 46, 58, 101, 102,103, 110, 111, 117, 118, 184, 199,205, 206, 209, 214, 216, 314, 315,317Rosmini Antonio, 55, 56, 297, 298Rosselli Luigi, 342, 343Rossi Pellegrino, 273Rota Ettore, 12 n.Rubattino Raffaele, 13Ruffini Giovanni, 83 n., 393 n.Ruga Carlo Francesco, 414Ruschi Pietro, 278Rusconi (tipografia), 148sSabatini Enrico, 66, 68, 69, 70, 71, 75,220, 221, 224, 228, 231, 233, 237,238, 259, 260, 261, 265, 266, 269,273, 275, 276, 277, 278, 279 n., 290,401, 402Sacco Giuseppe, 23 n.Salasco, Carlo Canera <strong>di</strong>, 328, 328 n.,346, 349, 354, 375, 400Salinas Diego, 161Salis (colon<strong>nel</strong>lo), 179Salvagnoli Vincenzo, 16, 21, 142Salvi Giacinto, 327, 328 n., 329, 344,345,393 n.Sangui<strong>net</strong>i Francesco, 199Sangui<strong>net</strong>i Nicolò, 200Santarosa, Pietro Derossi <strong>di</strong>,50, 183Sappa Giuseppe, 341Sartorio Luigi, 200Sauli Francesco Maria, 55, 123, 297Savoia Eugenio, principe <strong>di</strong> Carignano,62 n., 89Savonarola Girolamo, 93, 94Sbarbaro Luigi, 199Scarabelli Luciano, 16, 16 n., 175, 181Scarrone Stefano, 200Scemo Enrico, 16 n., 47 n.Schiaffino Marcello, 200Schiepatti {tipografia), 7 n.Sciaccaluga Giuseppe, 200Scialoja Antonio, 20 n., 21Sclopis Federico, 53, 256, 268, 313Scofferi Antonio, 393 n.Sconnio M<strong>il</strong>li, 156 n.Sconnio Paolo, 154, 156, 156 n.Scribani Gianluca, 200Serra Ercole, 119Serra G. Carlo, 16 n., 47 n.Serra Orso, 16 n., 47 n.Serse, 194Settimo Ruggiero, 38Simo<strong>net</strong>ta Francesco, 328 n.Sineo Riccardo, 3, 4, 4 n., 50, 76, 79,81, 83 n., 123, 183, 234, 393 n., 409Siotto Pintor Giovanni, 26, 38Siotto Pintor Giuseppe, 26Solaro della Margarita Clemente, 41, 89,91, 92, 158Sol<strong>di</strong> Teodoro, 297Sonnaz, Ettore Gerbaix de, 4 n., 118,409Soragna, Diofebo Meli-Lupi <strong>di</strong>, 174Souche Giacomo, 200Spadoni Antonio, 223Spaur Giovanni Battista, 39Spinola Massim<strong>il</strong>iano, 199Stara Eugenio, 82 n.Tabarrini Marco, 7, 7 n., 8 n.Ta<strong>di</strong>ni Placido (car<strong>di</strong>nale), 129Tagliavacche Carlo, 199T425


www.accademiaurbense.itTarantola Francesco, 252, 255, 279, 280Tarantola Francesco Antonio, 277Tartara (maggiore della guar<strong>di</strong>a nazionale<strong>di</strong> Tortona), 61, 62 n., 322, 330,332, 343Tecchio Sebastiano, 3, 409, 410Tedeschi Nicola, 200Tell W<strong>il</strong>liam, 371Tenca Carlo, 4Terzaghi (dottore), 353Thouar Pietro, 7 n.Tibal<strong>di</strong> Gaetano, 207Tiragallo Agostino, 292, 293, 293 n.Tommaseo Niccolò, 4, 5 n., 8, 8 no, 123,149Tonchi Fausto, 240To<strong>nel</strong>li Luigi, 309Toni<strong>nel</strong>li Angelo, 7 n.Torchiani Giuseppe, 44Torelli Luigi, 9Torelli Vincenzo, 161 n., 162Toretta Giuseppe, 200Torre Pietro, 200Trabucco Emanuele, 48 no, 199Troia Vincenzo, 21 n.Turcotti Aurelio, 393 n.VVacchelli Giuliano, 207Vaglione Carlo, 199Valerio Domenico, 199Valerio Lorenzo, 5 n., 6, 7, 8, 8 n., lO,15, 16, 76, 79, 81, 81 n., 83 n., 123,140 no, 141, 392 n.Valvassori Angelo, 393 n.Varese Carlo, 23 n.Vassallo Guglielmo, 199Vassallo Michele, 200Velas Vincenzo, 200Vesari Borromeo Giustina, 414Viale Francesco, 199Vieusseux Gian Pietro, 4, 6 no, 7, 7 n.,lO no, 15, 17, 22, 24, 25, 92, 93,104 n., 119, 119 n., 146, 147, 148,149, 152, 153Vignozzi Ers<strong>il</strong>io, 156Vigo Biagio, 200Vigo Giuseppe, 200V<strong>il</strong>lamarina, Emanuele Pes <strong>di</strong>, 23, 90,91, 92, 102, 103Vinciguerra Alessandro, 241, 251, 252,253,277Viora Paolo, 393 noVoigt Georg, 120wWin<strong>di</strong>schgratz Alfred von, 367Wiseman Nicholas Patrick, 93ZZacchia Francesco, 65, 71 n., 234, 260,275Za<strong>nel</strong>la L. Bartolomeo, 199Za<strong>nel</strong>li Leonardo, 233, 255, 280, 296Z<strong>il</strong>eri Giulio, 174Zuccagni Orlan<strong>di</strong>ni Att<strong>il</strong>io, 176426


www.accademiaurbense.itINDICE DEGLI ALLEGATIPetizione a Carlo Alberto letta al Congresso Agrario <strong>di</strong> Casale <strong>il</strong> 30 agosto1847 125Petizione al Re . 126Programma per la celebrazione della ricorrenza del lO <strong>di</strong>cembre in Genova(Genova, 7 <strong>di</strong>cembre 1847) . 130Protesta contro l'occupazione m<strong>il</strong>itare austriaca dei Ducati <strong>di</strong> Modena eParma e contro alcune affermazioni del Guizot. (Parma, lO febbraio1848y . 166Manifesto <strong>di</strong> Buffa ai M<strong>il</strong>anesi. (27 marzo 1848) . 199Copia manoscritta <strong>di</strong> un manifesto del governo provvisorio <strong>di</strong> Cremona(Cremona, 27 marzo 1'848) . 207Copia <strong>di</strong> petizione <strong>di</strong> Federico Grossi alla Camera dei Deputati. 219Schiarimenti sugli affari lunigianesi . 220Il governo provvisorio <strong>di</strong> Barbarasco ai parroci <strong>di</strong> Tresana (Barbarasco,2 maggio 1848) 223Copia del manifesto del delegato toscano in Lunigiana (Aulla, 30 maggio 1848) 223Giulio Porrini a Federico Grossi. (Giovagallo, 3 giugno 1848) 224Il presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> V<strong>il</strong>lafranca a Federico Grossi(Podenzana, 3 giugno 1848y . 228Obizzo Malaspina a Grossi (Podenzana, 14 giugno 1848) . 233Copia <strong>di</strong> circolare del delegato toscano ai sindaci dei comuni della Lunigiana(Pontremoli, 30 marzo 1848) 235Copia <strong>di</strong> manifesto del delegato toscano agli abitanti della Lunigiana (Pontremoli,15 apr<strong>il</strong>e 1848) . 236Il delegato toscano in Pontremoli al presidente del governo provvisorio <strong>di</strong>Monti e Pontebosio (Pontremoli, 28 apr<strong>il</strong>e 1848) . 237Il sindaco <strong>di</strong> Aulla al parroco <strong>di</strong> Vecchietto (Aulla, 23 apr<strong>il</strong>e 1848) . 238Copia dell'atto <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione al Regno Sardo del governo provvisorio <strong>di</strong> Monti(Pieve <strong>di</strong> Monti, 6 maggio 1848) 239427


Copia <strong>di</strong> lettera del governo provvisorio <strong>di</strong> Pieve <strong>di</strong> Monti alle autorità <strong>di</strong>Bagnone (Pieve <strong>di</strong> Monti, 24 maggio 1848) . 240Dichiarazione sui fatti avvenuti in Massa <strong>nei</strong> giorni 13-22-25 apr<strong>il</strong>e 1848(Calice, 17 giugno 1848) 241Dichiarazione sul fatto avvenuto in Fivizzano <strong>nel</strong> maggio 1848 (Pieve<strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848) . 242Dichiarazione sul fatto avvenuto in Pontremoli <strong>nel</strong> maggio 1848 (Pieve<strong>di</strong> Monti, 16 giugno 1848) . 242Dichiarazione sul fatto <strong>di</strong> Pieve <strong>di</strong> Monti del 30 maggio 1848 (Pieve <strong>di</strong>Monti, 14 giugno 1848) . 243Dichiarazione sul fatto <strong>di</strong> Monti del 4 giugno 1848 (Pieve <strong>di</strong> Monti, 16 giugno1848) . 244Avviso <strong>di</strong> Alessandro Ra<strong>di</strong>ce. 246Petizione alla Camera dei Deputati (Torino, 13 giugno 1848) . 247Avviso del Carroccio <strong>di</strong> Casale (Casale, 21 maggio 1848) . 249Petizione alla Camera dei Deputati . 250Copia <strong>di</strong> lettera del pretore <strong>di</strong> Mulazzo al caporale del picchetto <strong>di</strong> Parana(Mulazzo, 16 giugno 1848) . 252Copia <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione testimoniata <strong>di</strong> G.B. Maucci al governo provvisoriodel Cantone <strong>di</strong> Calice (Calice, 23 giugno 1848) . 253Il parroco <strong>di</strong> Parana al presidente del governo provvisorio <strong>di</strong> Calice (Montereggio,16 giugno 1848) . 254Il professore Giuseppe De Ferrari al ministro dell'Interno (Sarzana, 8 luglio1848) . 263Schiarimenti intorno alla Lunigiana . 274Copia <strong>di</strong> lettera del vicario foraneo <strong>di</strong> Mulazzo al parroco <strong>di</strong> Parana (Mulazzo,13 luglio 1848) . 278Copia <strong>di</strong> lettera del parroco <strong>di</strong> Parana al presidente del governo provvisorio<strong>di</strong> Calice (Parana, 15 luglio 1848) . 279Copia <strong>di</strong> ricorso del governo provvisorio <strong>di</strong> Avenza al Ministero dell'Interno(Avenza, 2 luglio 1848) . 280Manifesto del governo provvisorio <strong>di</strong> Avenza (Avenza, 1 0 luglio 1848) . 281Appello al popolo torinese . 288Copia del <strong>di</strong>spaccio ministeriale del 7 apr<strong>il</strong>e 1848 mandato dall'intendentedella Spezia al governo provvisorio <strong>di</strong> Avenza . 290Piemontese all'erta! . 294Morte alla canaglia [Torino] 3 agosto 1848 299Comitato per l'organizzazione della m<strong>il</strong>izia comunale. Or<strong>di</strong>ne del giorno(Alessandria, 8 agosto 1848) 302Avviso <strong>di</strong> Didaco Pellegrini (Genova, 16 luglio 1848) . 303428www.accademiaurbense.it


www.accademiaurbense.itL. To<strong>nel</strong>li a Giulio Rezasco. Veppo, 2 agosto 1848 . 309Lettera <strong>di</strong> un esule lombardo sulla chiamata a Torino della così detta consulta<strong>di</strong> stato <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a (Torino 26 agosto 1848) . 334Protesta per l'occupazione austriaca <strong>di</strong> Piacenza (Castel S. Giovanni, 9 settembre1848) 339Manifesto della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Tortona (Tortona, 20 settembre 1848) . 343Foglio volante <strong>di</strong>ffuso in Genova. Avvertimento al Popolo (Genova, 17 agosto1848) 346Terza radunanza del Circolo Italiano (Genova, 7 settembre 1848) . 347Circolo Italiano. Seduta del 12 settembre. Presidente De Boni (Genova,14 settembre 1848) . 351Circolo Italiano. Seduta del 19 settembre. Presidente F. De Boni (Genova,21 settembre 1848) . 352Circolo Italiano. Seduta del 20 settembre. Presidente F. De Boni (Genova,22 settembre 1848) . 354Pi<strong>nel</strong>li a Buffa (Torino, 6 ottobre 1848) . 357Copia del <strong>di</strong>spaccio del municipio <strong>di</strong> Parma al ministro dell'Interno 361Copia <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spaccio del Consesso civico <strong>di</strong> Parma al Consiglio dei Ministri<strong>di</strong> Torino. 361Circolo Italiano. Seduta del 24 settembre. Presidente De Boni (Genova,27 settembre 1848) . 369Circolo Italiano. Seduta del 26 settembre. Presidente De Boni (Genova,30 settembre 1848) . 372Circolo Italiano. Seduta del 30 settembre. Presidente De Boni (Genova,4 ottobre 1848) . 375Il Circolo Italiano alla guarnigione <strong>di</strong> Genova. 377Circolo Italiano. Seduta del 6 ottobre. Presidente De Boni (Genova, 11 ottobre1848) . 378Italiani <strong>di</strong> Lunigiana! 390Dichiarazione politica dei Deputati dell'opposizione scritta da Buffa (Torino,26 novembre 1848) . 392Interpellanza 399Manifesto per la Costituente Italiana <strong>di</strong>ffuso in Genova (Genova, 12 <strong>di</strong>cembre1848) . 406Il popolo ai soldati (Genova, 14 <strong>di</strong>cembre 1848) . 407429


www.accademiaurbense.itINDICE DEI DOCUMENTIFederico Alberti a Ignazio Buffa (Genova, 28 settembre 1847) . 89Federico Alberti a Francesco G<strong>il</strong>ar<strong>di</strong>ni (Genova, 12 ottobre 1847) . 91Buffa a Bartolomeo Aquarone (Ovada, 17 ottobre 1847) . 92Bartolomeo Aquarone a Buffa (Firenze, 26 ottobre 1847) . 93Pensieri <strong>di</strong> Buffa sulla Lega Italiana (Genova, 30 ottobre 1847)' 95Giambattista Cereseto a Ignazio Buffa ([ Genova], 4 novembre [1847]) 99Giambattista Cereseto a Ignazio Buffa (Genova, 12 novembre 1847) 100Buffa ai genitori (Genova, 13 novembre 1847) . 101Buffa a Bartolomeo Aquarone (Genova, 13 novembre 1847) . 103Appunti del Buffa intorno ad alcuni argomenti da trattare in un giornaleche doveva sollecitare la Lega Italiana (Genova, 15 novembre 1847) 105Buffa ai genitori (Genova, 16 e 17 novembre 1847) . 109Bartolomeo Aquarane a Buffa (Firenze, 17 novembre 1847) 114Raffaello Nocchi a Buffa (Siena, 17 novembre 1847) . 116Buffa ai genitori (Genova, 17 e 18 novembre 1847)' . 117Giampietro Vieusseux a Buffa (Firenze, I" <strong>di</strong>cembre 1847) . 119Lorenzo Ranco a Buffa (Alessandria, I" <strong>di</strong>cembre 1847) . 122Lorenzo Ranco a Buffa ([Alessandria], 4 <strong>di</strong>cembre 1847) . 123Buffa a Bartolomeo Aquarone (Genova, 7 <strong>di</strong>cembre 1847) . 128Bartolomeo Aquarone a Buffa ([Firenze, 14 <strong>di</strong>cembre 1847]) 131Programma <strong>di</strong> massima letto da Buffa alla Società degli azionisti del giornaleLa lega Italiana che si doveva pubblicare a Genova (Genova, 15 <strong>di</strong>cembre1847) 133Scopo e regolamento del giornale La lega Italiana letto da Buffa alla societàdegli azionisti (Genova, 15 <strong>di</strong>cembre 1847) . 135Giuseppe Cornera a Buffa [Torino, 15 <strong>di</strong>cembre 1847] . 140Lorenzo Ranco a Buffa ([Alessandria], 15 <strong>di</strong>cembre 1847) 141Minuta <strong>di</strong> lettera <strong>di</strong> Buffa a Vincenzo Salvagnoli (Genova, 16 <strong>di</strong>cembre 1847) 142430


www.accademiaurbense.itMinuta <strong>di</strong> lettera <strong>di</strong> Buffa al ministro dell'Interno (Torino, 23 <strong>di</strong>cembre 1847) 143Giampietro Vieusseux a Buffa (Firenze, 24 <strong>di</strong>cembre 1847) 146Giampietro Vieusseux a Buffa (Firenze, 27 <strong>di</strong>cembre 1847) 147Carlo Negroni a Buffa (Novara, 3 gennaio 1848) . 148Bartolomeo Aquarone a Buffa (Firenze, 3 gennaio 1848) . 149Giacomo Durando a Buffa (Torino, 5 gennaio 1848) . 150Il console statunitense in Genova al <strong>di</strong>rettore del giornale La lega Italiana(Genova, 7 gennaio 1848) . 151Minuta <strong>di</strong> lettera <strong>di</strong> Buffa al <strong>di</strong>rettore generale delle poste in Toscana (Genova,7 gennaio 1848) . 152Giampietro Vieusseux a Buffa (Firenze, 8 gennaio 1848) . 152Cesare Dall'Uso a Paolo Sconnio (Livorno, 10 gennaio 1848) 154Luigi Carlo Farini a Buffa (Osimo, 11 gennaio 1848) . 157Francesco Cassini a Buffa (Torino, 16 gennaio 1848) . 158Vincenzo Brusco Onnis a Buffa (Cagliari, 24 gennaio 1848) 159L'ammiraglio Albini a Tommaso Ferrando (Genova, 29 gennaio 1848) . 161Il <strong>di</strong>rettore dell'Omnibus <strong>di</strong> Napoli al <strong>di</strong>rettore della Lega Italiana (Napoli,3 febbraio 1848) 161Giacomo Balbi a Buffa [Genova, 8 febbraio 1848] 162Vincenzo Brusco Onnis a Buffa (Cagliari, 8 febbraio 1848) 162Francesco Cassini a Buffa (Torino, 9 febbraio 1848) . 164Un patriota parmigiano alla redazione della Lega Italiana (Parma, 10 febbraio1848) . 165Eugenio Leonar<strong>di</strong> a Buffa (Parma, 11 febbraio 1848) . 170Francesco Cassini a Buffa (Torino, 14 febbraio [1848]) 171Eugenio Leonar<strong>di</strong> a Buffa (Parma, 14 febbraio 1848) . 172Eugenio Leonar<strong>di</strong> a Buffa (Parma, 18 febbraio 1848) . 173Luciano ScarabelIi a Buffa (Firenze, 19 febbraio 1848) . 175Luciano Scarabelli a Buffa (Firenze, 23 e 24 febbraio 1848) 175Vincenzo Brusco Onnis a Buffa (Cagliari, 25-28 febbraio 1848) . 181Francesco Cassini a Buffa (Torino, 10 marzo 1848) 182Buffa ai genitori [Genova, 21 marzo 1848] . 184Buffa al fratello Ignazio [Novi, 21 marzo 1848] . 185Buffa al fratello Ignazio (Voghera, 22 marzo 1848) 185Buffa al fratello Ignazio (S. Martino Siccomario, 22 marzo 1848) . 186Buffa al fratello Ignazio (Gravellone, 22 marzo 1848) . 187Buffa ai genitori (Gravellone, 22 marzo 1848) . 189Ignazio Buffa al fratello Domenico (Genova, 23 marzo 1848) . 189431


www.accademiaurbense.itBuffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 24 marzo 1848) . 190Buffa ai genitori (M<strong>il</strong>ano, 24 marzo 1848) . 193Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 25 marzo 1848) . 194Buffa ai genitori (M<strong>il</strong>ano, 26 marzo 1848) . 195Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 26 marzo 1848) . 196Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848) . 197Buffa al fratello Ignazio [M<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848] 198Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 27 marzo 1848) . 198Terenzio Mamiani a Buffa (Pesaro, 28 marzo [1848]) . 200Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 28 marzo 1848) . 201Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 28 marzo 1848) . 202Buffa ai genitori (M<strong>il</strong>ano, 28 marzo 1848) . 204Ignazio Buffa al fratello Domenico (Genova, 28 marzo 1848) 205Angelo Orsini a Buffa (Genova, 28 marzo 1848) . 205Buffa alla Lega Italiana (M<strong>il</strong>ano, 29 marzo 1848) . 206Buffa ai genitori (Melzo, 29 marzo 1848) . 208Buffa ai genitori (Melzo, 3 apr<strong>il</strong>e 1848) . 208Proclama <strong>di</strong> Giorgio Doria (M<strong>il</strong>ano, 5 apr<strong>il</strong>e 1848) 209Copia <strong>di</strong> lettera <strong>di</strong> Vincenzo Ricci agli azionisti del giornale La Lega Italiana(Torino, 17 apr<strong>il</strong>e 1848) . 211Discorso <strong>di</strong> Buffa agli elettori del collegio <strong>di</strong> Ovada (Ovada, 20 apr<strong>il</strong>e 1848) 212Buffa ai genitori [M<strong>il</strong>ano, 29 apr<strong>il</strong>e 1848] . 214Stefano Buffa al figlio Domenico (Ovada, 30 apr<strong>il</strong>e 1848) . 215Buffa ai genitori (M<strong>il</strong>ano, 30 apr<strong>il</strong>e 1848) . . 215Buffa al fratello Ignazio (M<strong>il</strong>ano, 30 apr<strong>il</strong>e 1848) . 216Giovanni Berchet a Buffa (Torino, 21 maggio 1848) 217Giacinto Collegno a Buffa (M<strong>il</strong>ano, 2 giugno 1848) 217Federico Grossi a Buffa (Bolano, 6 giugno 1848) . 218Vincenzo Pesci a Ignazio Buffa (Rovigo, lO giugno 1848) . 225Federico Grossi a Buffa (Bolano, lO giugno 1848) . 227Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 14 giugno 1848) . 229Giuseppe Cosini a Buffa (Vezzano, 14 giugno 1848) 231Federico Grossi a Buffa (Veppo, 16 e 17 giugno 1848) 231Francesco Zacchia a Buffa (Sarzana, 19 giugno 1848) 234Raffaello Nocchi a Ignazio Buffa (Valeggio, 20 giugno 1848) 245Buffa ai genitori (Torino, 23 giugno 1848) . 245Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 23 giugno 1848) . 251432


www.accademiaurbense.itBuffa ai genitori (Torino, 26 giugno 1848) . 255Buffa ai genitori (Torino, 6 luglio 1848) . 255Aurelio Bianchi Giovini a Buffa (Torino, 7 luglio 1848) 257Federico Grossi a Buffa (Sarzana, 7 luglio 1848) . 258Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 7 luglio 1848) . 261Giuseppe Cosini a Buffa (Vezzano, 10 luglio 1848) 262Federico Grossi a Buffa (Bolano, 11 luglio 1848) . 264Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 11 luglio 1848) . 266Buffa al padre (Torino, 12 luglio 1848) . 267Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 14 luglio 1848) . 268Federico Grossi a Buffa (Sarzana, 15 luglio 1848) . 269Buffa al fratello Ignazio (Torino, 17 luglio 1848) . 271Federico Grossi a Buffa (Sarzana, 19 luglio 1848) . 272Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 19 luglio 1848) . 283Luigi Gr<strong>il</strong>lo a Buffa (Peschiera, 19 luglio 1848) . 284Federico Grossi a Buffa (Sarzana, 22 luglio 1848) . 285Buffa al padre (Torino, 28 luglio 1848) . 287Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 31 luglio 1848) . 289Giampietro Broglio a Buffa (Peschiera, 31 luglio 1848) 291Buffa al padre (Torino, 10 agosto 1848) . 293Giulio Rezasco a Buffa (Sarzana, 10 agosto 1848) . 295Giacomo Plezza a Buffa (Torino, 2 agosto 1848) 296Buffa al padre (Torino, 3 agosto 1848) 297Buffa al padre (Torino, 5 agosto 1848) . 298Buffa al padre (Torino, 8 agosto 1848) . 301Circolare <strong>di</strong> Giuseppe Cornero e Buffa ai sindaci dei comuni della Divisione<strong>di</strong> Alessandria (Alessandria, 9 agosto 1848) . 306Manifesto per la guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Alessandria (Alessandria, 9 agosto 1848) 307Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto, 10 agosto 1848) . 308Giuseppe Cornero a Buffa (Rocca d'Arazzo, 10 agosto 1848) . 310Manifesto <strong>di</strong> Buffa (Alessandria, 10 agosto 1848) . 310Proclama <strong>di</strong> Buffa per la guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Alessandria (Alessandria,11 agosto 1848) 311Giambattista Cereseto a Buffa (Ovada, 11 agosto 1848) . 312Carlo Cadorna a Buffa (Torino, 12 agosto 1848) . 312Ignazio Buffa al fratello Domenico [Ovada, 13 agosto 1848] 314Giacomo Plezza a Buffa (Torino, 13 agosto 1848) . 31528433


www.accademiaurbense.itFer<strong>di</strong>nando Pio Rosellini a Buffa (Alessandria, 14 agosto 1848) 315Giovanni Dossena a Buffa (Alessandria, 14 agosto 1848) . 317Manifesto <strong>di</strong> Buffa (Tortona, 15 agosto 1848) . 319Il maggiore comandante la guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Stradella a Buffa (Stradella,23 agosto 1848) 319Il maggiore della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Tortona a Buffa (Tortona, 24 agosto1848) 321Manifesto <strong>di</strong> Buffa per la guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Voghera (Voghera, 25 agosto1848) 322Circolare a stampa <strong>di</strong> Buffa ai parroci della provincia <strong>di</strong> Voghera (Voghera,26 agosto 1848) 325Minuta <strong>di</strong> lettera <strong>di</strong> Buffa al sindaco <strong>di</strong> Casteggio (Casteggio, 26 agosto 1848) 326Giacinto Salvi a Buffa (Voghera, 27 agosto [1848]) . 327Il maggiore della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Tortona a Buffa (Tortona, 28 agosto1848) 329Giuseppe Cornero a Buffa (Alessandria, 2 settembre 1848) . 331Il maggiore della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Tortona a Buffa (Tortona, 4 settembre1848) . 332Buffa ai genitori (Voghera, 7 settembre 1848) . 333Severino Battaglione a Buffa (Torino, 12 settembre 1848) . 337Lorenzo Ranco a Buffa (Alessandria, 13 settembre 1848) . 338Buffa ai genitori (Torino, 19 settembre 1848) . 338Pier Dionigi Pi<strong>nel</strong>li a Buffa (Torino, 22 settembre 1848) . 341Il maggiore della guar<strong>di</strong>a nazionale <strong>di</strong> Tortona a Buffa (Tortona, 22 settembre1848) 342Giacinto Salvi a Buffa (Novi, 24 settembre [1848]) . 344Ignazio Buffa al fratello Domenico (Ovada, 25 settembre 1848) 345Pier Dionigi Pi<strong>nel</strong>li a Buffa (Torino, 6 ottobre 1848) . 356Giuseppe Cornero a Buffa (Alessandria, 7 ottobre 1848) 356L'intendente generale <strong>di</strong> Alessandria a Buffa (Alessandria, 8 ottobre 1848). 357Buffa ai genitori (Torino, 22 ottobre 1848) . 358Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto <strong>di</strong> Vara, 27 ottobre 1848) . 359Ach<strong>il</strong>le Mauri a Buffa (Torino, 28 ottobre 1848) . 363Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto <strong>di</strong> Vara, 29 ottobre 1848) 365Ach<strong>il</strong>le Mauri a Buffa (Torino, 29 ottobre 1848) . 365Ach<strong>il</strong>le Mauri a Buffa [Torino, 30 ottobre 1848] . 366Buffa ai genitori (Torino, 2 novembre 1848) . 367Ignazio Buffa al fratello Domenico [Ovada, 3 novembre 1848] 368434


www.accademiaurbense.itIgnazio Buffa al fratello Domenico (Ovada, 6 novembre 1848) . 379Relazione della Commissione istituita per ricevere le comunicazioni del Ministeroscritta da Buffa e letta <strong>nel</strong>la Camera dei Deputati <strong>il</strong> 6 novembre1848 380Minuta <strong>di</strong> una protesta al Ministero scritta da Buffa (Torino, 15 novembrelM8) . .384Buffa ai genitori (Torino, 21 novembre 1848) . 386Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto <strong>di</strong> Vara, 24 novembre 1848) . 387Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto <strong>di</strong> Vara, 25 novembre 1848) 389Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto, 26 novembre 1848) . 390Buffa ai genitori (Torino, 27 novembre 1848) . 391Ignazio Buffa al fratello Domenico (Ovada, 28 novembre 1848) 397Ignazio Buffa al fratello Domenico [Ovada, 30 novembre 1848] 398Giulio Rezasco a Buffa (Borghetto <strong>di</strong> Vara, 2 <strong>di</strong>cembre 1848) . 398Relazione <strong>di</strong> Buffa intorno alla proposta <strong>di</strong> un regolamento per le tribunedella Camera destinate al pubblico letta <strong>nel</strong>la Camera dei Deputati <strong>nel</strong>l'adunanzadel 5 <strong>di</strong>cembre 1848 . 403Bartolomeo Aquarone a Buffa (Parigi, 13 <strong>di</strong>cembre lM8) . 404Felice Merlo a Buffa (Torino, 14 <strong>di</strong>cembre 1848) . 404Ignazio Buffa al fratello Domenico (Ovada, 14 <strong>di</strong>cembre 1848) . 405Ignazio Buffa al fratello Domenico (Ovada, 15 <strong>di</strong>cembre 1848) . 406Pier Dionigi Pi<strong>nel</strong>li all'intendente generale <strong>di</strong> Genova ([Torino], 15 <strong>di</strong>cembre1848) 409Buffa al padre (Torino, 16 <strong>di</strong>cembre 1848) 409Sebastiano Tecchio a Buffa (Torino, 17 <strong>di</strong>cembre 1848) 410Sebastiano Tecchio a Buffa (Torino, 17 <strong>di</strong>cembre 1848) 410Costantino Reta a Buffa (Torino, 17 <strong>di</strong>cembre 1848) . 411Luigi Alvigini a Buffa (Genova, 18 <strong>di</strong>cembre 1848) . 412Alcuni emigrati lombar<strong>di</strong> a Buffa (Genova, 18 <strong>di</strong>cembre [1848]) . 4144.35


www.accademiaurbense.itINDICEIntroduzione 11. Formazione spirituale <strong>di</strong> Domenico Buffa 52. La fondazione del giornale politico genovese La Lega Italiana. 123. La tematica politica de La Lega Italiana dal gennaio al marzo 1848 314. Domenico Buffa e i volontari genovesi in Lombar<strong>di</strong>a 425. Il noviziato parlamentare <strong>di</strong> Domenico Buffa. 486. L'organizzazione della Guar<strong>di</strong>a Nazionale <strong>nel</strong>la Divisione amministrativa<strong>di</strong> Alessandria . 5}7. La questione della Lunigiana <strong>nel</strong>le lettere e <strong>nel</strong>le relazioni <strong>di</strong> FedericoGrossi e <strong>di</strong> Giulio Rezasco . 658. L'opposizione democratica al Ministero Perrone-Pi<strong>nel</strong>li . 76Carteggio 86In<strong>di</strong>ce dei nomi . 417In<strong>di</strong>ce degli allegati . 421In<strong>di</strong>ce dei documenti 430437


www.accademiaurbense.itFinito <strong>di</strong> stampare <strong>il</strong> 9 settembre I966<strong>nel</strong>la Tipografia .. Tiferno Grafica" - Citta <strong>di</strong> CastelloIl'

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