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il pesaro agosto 2007 ( 16 mb)

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Documento1.qxd 20/08/<strong>2007</strong> 8.29 Pagina <strong>16</strong>l’articoloDALLA SELCE ALLE BIGHE...l'evoluzione del divertimento faneseFANO - Correva l'anno 2004, per essere precisiera <strong>il</strong> 24 luglio 2004 e alle ore 21 piazzaXX Sette<strong>mb</strong>re, a Fano, era già brulicante digiovani anime che di stare a sedere su quellesedie di plastica da giardino proprio nonaveva intenzione. Difatti, quando CarmenConsoli si è catapultata sul palco io ho contribuitoa ricordare a tutti i partecipanti chequello a cui stavano assistendo era un concerto,non la proiezione di un cortometraggio.A un concerto come quello della cantantessa,un concerto a impronta fortementerock si è obbligati a stare in piedi, appiccicati,sudati, accaldati, si ha necessità di muoveregli arti, perché <strong>il</strong> concerto è uno sfogo,quindi si deve urlare, si deve stare vivi, nonaggrappati allo schienale con la testa chinada una parte, fissi come un chiodo conficcatoal muro.Fano si è agghindata per diversi anni ed edizionidi grandi nomi come Alanis Morisette,Coldplay, P.J. Harvey, Patty Smith, VinicioCapossela, Beck, Bjork e via discorrendo.Fano, con la rassegna Il Violino e la Selceche stava diventando un grande evento, tra imesi di giugno e luglio, era una città da ricordare,una città perfetta per l'estate perché agivamocon una ventata di innovazione, nonun'accozzaglia di nomi importanti messi acaso uno vicino all'altro, ma una sperimentazionedi nuovi suoni. Potevamo essere ricordatiper la musica, per la buona musica che sifaceva, per la caparbietà e la dialettica concui trascinavamo i grandi artisti nella nostrapiazza da mercato, che doveva gareggiarecontro San Siro, l'Olimpico, i Festival chegiravano sui grandi numeri. Noi eravamopiccoli e onesti, um<strong>il</strong>i e spettacolari.Facevamo spettacolo, facevamo culturamusicale.Poi non so, qualcosa è crollato. Forse si facevatroppo rumore la sera, forse tutti i fanesiinvece che orgogliosi, reagivano come <strong>il</strong>cliente del bar sotto casa mia, Ma che cazzodi nome è Vinicio? Ma chi ti conosce? Forse,non ditemelo, era questione di Soldi!L'entusiasmo si sgonfia, fino a riesumarequesta gloriosa, scint<strong>il</strong>lante, galoppante Fanodei Cesari, Fano antica, Fano che compraqualche centinaio di buste di Tavernello ecosa c'è di più sano e allegro di una ciuccacollettiva cittadina, mentre la gonnellina daromana inaspettatamente si alza, o la corazzada gladiatore si spezza? Costa poco e tienitutti a bada, una specie di secondo carnevaleimperiale, e la cultura musicale noi la mettiamosotto le ruote della biga. Chissenefrega!E poi, alla fine i giovani fanesi, hanno unlocale sulla spiaggia e si accontentano, perchéassomiglia a una vetrina, tutti vedonotutti e tutto ed è questo <strong>il</strong> vero godimentodell'estate, stare ad ammazzare qualcuno checonosci per sbaglio o di vista, mentre qualcunosta ammazzando te a tua insaputa. Bellacittà Fano, curiosa, stimolante.Noi fanesi siamo un pò come un gregge dipecore, che anche se si apre la porta dell'ov<strong>il</strong>erimaniamo a guardare la via di fuga spaesati,perché nessuno ha <strong>il</strong> coraggio di partireper primo.Io me lo chiedo spesso come mai <strong>il</strong> bar afianco al G.B. è quasi sempre vuoto, in qualsiasiora del giorno e della notte. Magarimentre ci sei passato accanto, l'hai spiatovelocemente e ti sei accorto che non è poicosì male, che in fin dei conti le bottiglie chevuoi vedere inchinate sul bordo del bicchieresono le stesse che ti tentano oltre <strong>il</strong> banconedel G.B. , con la particolarità che qui non s'incassanogomitate al fianco e adesso che guardimeglio, ti rendi conto anche che <strong>il</strong> baristafa la sua porca figura. Eppure dentro non cimetterai mai piede.Il punto è che (forse) noi fanesi abbiamo unacattiva digestione, <strong>il</strong> nuovo e le sorprese cipuntano allo stomaco.Non sappiamo ancora metabolizzare i suoni ele parole, non sappiamo viaggiare.Saltiamo sul posto e allora abbiamo l'impressionedi stare in movimento.di Angela Bacciaglia<strong>16</strong>

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