Pagina 2 a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006OLIO, TORRONE, GE<strong>LA</strong>TOdi Lillino FresuI primi espedienti dei berchiddesi in campo cosmetico.Vend<strong>it</strong>ori di piccole felic<strong>it</strong>à alla festa diSan Sebastiano. La ricerca di divertimenti quotidianiispirati ad un modo di vivere semplice e conpoche pretese.Ricordo che la maggior partedei giovani, quelli che avevanoi capelli ribelli, cercavanodi tenerli un po' composti conl'olio di oliva. Diventavano propriolucidi, essendo in genere il coloredei capelli neri, ed era una meravigliavederli in chi li aveva ondulati.Però, se di giovani ce n'erano moltie tutti erano imbrattati di olio, si sentival'odore delfr<strong>it</strong>to come inuna cucina mil<strong>it</strong>are...Vendevanoacqua di coloniae brillantina,ma quellacostava ed igiovani eranoun po' restii adimbrillantinarsimentre l'olio dioliva era piùmaschio, salvose la quant<strong>it</strong>ànon era bendosata, ed alloracolava nelcolletto dellacamicia mentrea casa rimanevanoleseadas crude!Perché in genere si aveva una bottigliettada un quarto di l<strong>it</strong>ro e, fin<strong>it</strong>aquella, giompiamus a s'ampullamanna all'insaputa della mammache l'olio allora lo comprava da certiche venivano da Sorso o Sennori,perché qui a Berchidda ce n'era pocoe ne compravamo un l<strong>it</strong>ro oppuremezzo l<strong>it</strong>ro o qualche quarto per l'insalata,mentre i capelli non erano dicerto in conto!Quelli che venivano a vendere l'olioerano chiamati sos ozualmanajos.Per lo più erano vest<strong>it</strong>i di fustagnogrigio chiaro. Venivano in treno eportavano forse un paio di bidoni dadieci l<strong>it</strong>ri di olio buono. Giravano ilpaese gridando forte "Ozu almanu".Avevano il bidone appos<strong>it</strong>o, con letre misure: l<strong>it</strong>ro, mezzo l<strong>it</strong>ro e unquarto di l<strong>it</strong>ro. Se consumavano ilprimo bidoncino i vend<strong>it</strong>ori prendevanol'altro, che probabilmente lasciavanoin qualche casa di amici.Ma era utile che venissero, essendol'olio un alimento basilare per cucinaregli alimenti– intervallatoa voltedallo strutto –ed anche per icapelli dei giovani,ma nonsaprei dire sene usavanoanche le donne(ma forseno).In piazza, neigiorni della festa,non mancavail torroneche ogni famigliaacquistavaperché nonera tutti i giorniche si mangiavail torrone.Difatti, fin<strong>it</strong>i quei pochi soldi intasca, certi ragazzi lo rubavano nellebancarelle. Si mettevano in filadavanti al banco di vend<strong>it</strong>a con lamerce esposta ed uno, da dietro,infilava la mano tra due amici e neprendeva tante fette. Se il torronaiosi distraeva ne prendevano anchequalche pezzo grosso! Poi scappavanoe se si accorgeva che mancavail torrone o se aveva individuatoil ladruncolo, il torronaio lo inseguivae gli altri ne rubavano dell'altro.Però il vedere esposti i pezzi grossidi torrone non era cosa frequente,perché in genere li facevano a pez-zetti piccoli e li mettevano in filadoppia, almeno una ventina, e livendevano ad un soldo l'uno ev<strong>it</strong>andocosì di mettere sul tavolo pezzida uno o due chili circa. Il pezzo piùgrosso, quando era ancora intiero,poteva pesare anche 10/15 chili. Supane mannu 'e su turrone venivarimesso nella bisaccia e siccome aquel tempo c'erano moltissime mosche,i piccoli pezzi li coprivano conuna reticella di filo bianco.Il gelato, invece lo portava da Terranovauna donna e lo vendeva aquadretti, con la striscia dell'ostia inambo le parti. Era color rosso vivo.tutto ghiaccio, senza sapore e nonmolto pul<strong>it</strong>o, ma i ragazzi non ci badavano.Le bancarelle dei giocattolinon mancavano: cavallini con legambe dr<strong>it</strong>te fissati ad una tavolettarettangolare o a volte con le rotelline.Vendevano portamonete, bamboledi stracci, coltellini che tutti iragazzi compravano e con una cateninali facevano pendere dalla cintoladei pantaloni. Servivano per tagliaree sbucciare i fichi d'india.Quando si andava per mangiarli e liprendevamo dalle pale dicevamo diandare a coccoare. I coltellini servivanoanche per fare sos frusciolos, ifischietti di canne o di steli vuoti dierba alta che chiamavamo elva trigale.Facevamo pure le forcine per i“tiralastici” e altre cosette; carri agricolidi ferula, bastoncini intarsiaticon lavoretti disegnati, ecc.ANAGRAMMASARUGHEMISSA2-10quartiere(soluzione nel prossimo numero)Anagramma di aprile:Salvar tana = Sant’Alvara
a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006IlPagina 3Scuola di jazz a Nuoro dal 23 agosto al 2 settembreattiv<strong>it</strong>à didattiche e una ricca rassegna di concertidi Riccardo SgualdiniSeminario Nuoro Jazz diventa maggiorenne: dal23 agosto al 2 settembre l’iniziativa didattica organizzatadall'Ente Musicale di Nuoro con la direzioneartistica di Paolo Fresu festeggia la suaedizione numero diciotto. Un’edizione che coincidecon un’altra ricorrenza importante per il sodalizio culturaleche fa base nel capoluogo barbaricino: il decennaledella scomparsa di Antonietta Chironi, ideatrice efondatrice, nel 1989, del Seminario Jazz nuorese.Con una dedica alla sua prima artefice, l’appuntamentodel prossimo agosto si presenta al varo ricalcando laformula consueta: undici, intense giornate da dedicarealla teoria e alla pratica della musica d’improvvisazionecon tanti jazzisti di fama nel ruolo di docenti. E, comesempre, accanto alle attiv<strong>it</strong>à didattiche (concentrate nellaScuola Civica di Musica "Antonietta Chironi", in viaTolmino), un ricco cartellone diconcerti per festeggiare degnamentele prime diciotto candeline.Una formula consolidata epremiata da un costante segu<strong>it</strong>odi iscr<strong>it</strong>ti: sono ormai quasi duemilai giovani musicisti passati inquesti anni dalle parti del Seminarionuorese per perfezionare lapropria competenza del jazz. Unnumero di allievi che testimonia ilsuccesso di una delle iniziativepiù importanti oggi in Italia nelcampo della didattica jazz, e cheanche quest’anno può vantarefra i suoi insegnanti musicisti delcalibro di Tino Tracanna (per il corso di sassofono),Maria Pia De V<strong>it</strong>o (canto), Roberto Cipelli (pianofortee tastiere), Attilio Zanchi (contrabbasso), Tomaso Lama(ch<strong>it</strong>arra), Ettore Fioravanti (batteria) RiccardoParrucci (flauto e tecnica Alexander) ed Elisabetta Antonini(propedeutica al canto jazz), oltre allo stesso PaoloFresu (tromba e flicorno). Accanto ai corsi strumentali,quelli teorici di Bruno Tommaso ("I segnali di CharlesMingus"), Corrado Guarino (musica d'insieme),Giovanni Agostino Frassetto (flauto e corso di base diarmonia e tecnica dell’improvvisazione) e Luca Bragalini("Jazz plays Jazz: storia della musica jazz attraversoi tributi" il t<strong>it</strong>olo del suo corso di quest’anno).A completare l’offerta didattica, il programma prevedeanche quest’anno due masterclass: la prima è al sol<strong>it</strong>oaffidata a un nome di spicco della scena jazzistica internazionale:dopo Miroslav V<strong>it</strong>ous, Butch Morris, Airto Moreira,Uri Caine e John Abercrombie, protagonisti nellescorse edizioni, a salire in cattedra (dal 29 al 31 agosto)sarà il cantante belga David Linx coadiuvato dal pianistaolandese Diederik Wissels, suo ab<strong>it</strong>uale partnermusicale. Con la seconda masterclass (in programma il31 agosto) prosegue invece il consueto percorso nellamusica tradizionale sarda: a Gavino Murgia, sassofonistanuorese (già allievo della prima edizione del Semi-nario) attento al patrimonio etnomusicale isolano, ilcomp<strong>it</strong>o di mettere in relazione suoni e tradizioni di elauneddas e sassofoni.Forti della pos<strong>it</strong>iva esperienza dell’anno passato, r<strong>it</strong>ornanoanche il seminario di fotografia jazz curato daPino Ninfa (dal 28 agosto al 2 settembre, in collaborazionecon PIM; informazioni: fipha@tin.<strong>it</strong>), e quello di"baile flamenco": dopo Carmen Cortès, è ora il turnodella danzatrice Chiqui de Jerez (informazioni e iscrizioni:cell. 339 733 27 03, e-mail: adagrifoni@libero.<strong>it</strong>).Parallelamente al f<strong>it</strong>to palinsesto di attiv<strong>it</strong>à didattiche,l’immancabile rassegna di concerti serali proporrà anchequest’estate a Nuoro un’ampia passerella di musicistie gruppi di primo piano del jazz <strong>it</strong>aliano e internazionale.Nel manifesto degli appuntamentispiccano nomi prestigiosi:Carla Bley, Steve Swallow,Andy Sheppard OrchestraJazz della Sardegna, EightCaught Playing, FrancescoCafiso, Riccardo Arrighini, EnzoZunino, Stefano Bagnoli,Ettore Fioravanti, Tino Tracanna,Achille Succi, GiuseppeCaruso, Stefano De Bonis,Giovanni Maier, Andy Sheppard,R<strong>it</strong>a Marcotulli, StefanoBattaglia, Salvatore Maiore,Roberto Dani, Paolino DallaPorta, Gianluca Petrella, Achille Succi, RobertoCecchetto, Francesco Sotgiu, Roberto CipelliAttilio Zanchi, Philippe Garcia, Paolo Fresu, GianmariaTesta, Gavino Murgia, David Linx, DiederikWissels, Luciano Biondini, Jarrod Cagwin, SimonettaSoro, Alberto Masala, Giacomo Verde, Linx eWissels ,Marcella Carboni, Elisabetta Lacorte, SimoneDionigi Pala, Andy Sheppard, Maria Pia DeV<strong>it</strong>o, Gianmaria Testa.La diciottesima edizione del Seminario Jazz è organizzatacon il contributo dell’Assessorato allo Spettacolo eAttiv<strong>it</strong>à Culturali della Regione Autonoma della Sardegna,dell’Assessorato alla Cultura della Provincia diNuoro, dell’Assessorato alla Cultura e alle Pol<strong>it</strong>iche E-ducative del Comune di Nuoro e della FondazioneBanco di Sardegna, con la collaborazione dell'Ist<strong>it</strong>utoSuperiore Regionale Etnografico, del Comune diMamoiada e dell’Hotel Su Gologone di Oliena.L’iscrizione ai corsi costa 200 euro; 100 euro, invece,la quota per seguire la sola masterclass di David Linx.160 euro è la retta per il seminario di fotografia di PinoNinfa, mentre per quello di flamenco di Chiqui de Jerezsi va dai 165 ai 245 euro.