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LA COMPAGNIA BARRACELLARE - Quiberchidda.it

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periodico di cultura e informazionegiugno 2006 a. XII, n. 3 [66]<strong>LA</strong> <strong>COMPAGNIA</strong> BARRACEL<strong>LA</strong>REattiv<strong>it</strong>à di prevenzione al servizio del paesedi Giovanni CasuI lettori più attenti ricorderanno diversi articoli pubblicati su queste pagine su documenti di diversisecoli fa, che avevano per oggetto l’attiv<strong>it</strong>à dei barracelli.Anche il libro sulla Cronaca di Berchidda, ed<strong>it</strong>o di recente, dedica numerose pagine alla ricostruzionedell’attiv<strong>it</strong>à di questo corpo di polizia rurale che da qualche tempo è stato ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o. Dallasua attiv<strong>it</strong>à cominciano a derivare numerosi effetti pos<strong>it</strong>ivi in mer<strong>it</strong>o alla difesa della proprietà controle attiv<strong>it</strong>à della malav<strong>it</strong>a locale.Il cap<strong>it</strong>ano dei barracelli ha accettato il nostro inv<strong>it</strong>o di fare il punto sul ruolo che il corpo sta svolgendoe su quali saranno gli sviluppi futuri della sua attiv<strong>it</strong>à.Negli ultimi anni il numero deifurti di bestiame e di razzieavvenute nel terr<strong>it</strong>orio di Berchiddae dintorni era aumentato,tant'è che il nostro Comune equelli circostanti hanno riattivato unservizio di vigilanza che per tantotempo era stato sospeso. Perciò il18 dicembre del 2001 il Comune diBerchidda ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la compagniabarracellare per la salvaguardiae il controllo dei terr<strong>it</strong>ori perifericidel paese, del bestiame e dei varibeni degli ab<strong>it</strong>anti diBerchidda, ponendo undeterminante freno aifurti che rappresentanoormai avvenimenti occasionali.La Compagnia Barracellaredi Berchiddacomprende:1 Cap<strong>it</strong>ano2 TenentiDa un minimo di 10 adun massimo di 150Barraceli!1 SegretarioII Cap<strong>it</strong>ano dirige la suddetta compagnia;è responsabile verso il Sindacodel corretto svolgimento delservizio, della disciplina e dell'impiegotecnico-operativo degli addettiche la compongono. In caso di assenza,il suo comp<strong>it</strong>o viene svoltodall'ufficiale più anziano.Il Cap<strong>it</strong>ano della Compagnia barracellaredeve possedere i seguentirequis<strong>it</strong>i:– avere più di 25 anni– aver fatto parte di una compagniaper più di 5 anni– avere un’ottima conoscenza delterr<strong>it</strong>orio e dell'ambiente nel quale lacompagnia opera.I barracelli devono essere maggiorenni,godere dei dir<strong>it</strong>ti civili e pol<strong>it</strong>ici,saper leggere e scrivere, possedereidone<strong>it</strong>à fisica, avere il portod'armi, il congedo mil<strong>it</strong>are e il certificatodi tiro a segno.I componenti che contravvengono aipropri doveri sono soggetti a sanzionidisciplinari come: l’ammonimento,la sospensione, la sanzione pecuniariae l'esclusione dalla compagnia.Attualmente a Berchidda è compostada:Cap<strong>it</strong>ano: Giovanni CasuTenenti: G. Franco Sircana e FrancescoMeloniSegretaria: Maria ZanzuAderiscono al corpo circa 80 Barracelliai quali il Comune fornisce dueauto, un modulo antincendio fuoristradae un Bremakcon serbatoio a spegnimento,forn<strong>it</strong>o dall'EnteContinuaa p. 3interno...Olio, torrone, gelato p. 2Anagramma p. 2Scuola di Jazz a Nuoro p. 3L’asparago p. 4S’umbra mia p. 5Lettere alla redazione p. 6Rimedi per l’obes<strong>it</strong>à p. 6Intrighi e misteri a Berchidda p. 7Scuola e teatro p. 8Sa dom<strong>it</strong>ta ‘e Minnannu Melone p. 9Farfalle di luce e ali di libellula p. 9La dissoluzione della Jugoslavia p. 10


Pagina 2 a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006OLIO, TORRONE, GE<strong>LA</strong>TOdi Lillino FresuI primi espedienti dei berchiddesi in campo cosmetico.Vend<strong>it</strong>ori di piccole felic<strong>it</strong>à alla festa diSan Sebastiano. La ricerca di divertimenti quotidianiispirati ad un modo di vivere semplice e conpoche pretese.Ricordo che la maggior partedei giovani, quelli che avevanoi capelli ribelli, cercavanodi tenerli un po' composti conl'olio di oliva. Diventavano propriolucidi, essendo in genere il coloredei capelli neri, ed era una meravigliavederli in chi li aveva ondulati.Però, se di giovani ce n'erano moltie tutti erano imbrattati di olio, si sentival'odore delfr<strong>it</strong>to come inuna cucina mil<strong>it</strong>are...Vendevanoacqua di coloniae brillantina,ma quellacostava ed igiovani eranoun po' restii adimbrillantinarsimentre l'olio dioliva era piùmaschio, salvose la quant<strong>it</strong>ànon era bendosata, ed alloracolava nelcolletto dellacamicia mentrea casa rimanevanoleseadas crude!Perché in genere si aveva una bottigliettada un quarto di l<strong>it</strong>ro e, fin<strong>it</strong>aquella, giompiamus a s'ampullamanna all'insaputa della mammache l'olio allora lo comprava da certiche venivano da Sorso o Sennori,perché qui a Berchidda ce n'era pocoe ne compravamo un l<strong>it</strong>ro oppuremezzo l<strong>it</strong>ro o qualche quarto per l'insalata,mentre i capelli non erano dicerto in conto!Quelli che venivano a vendere l'olioerano chiamati sos ozualmanajos.Per lo più erano vest<strong>it</strong>i di fustagnogrigio chiaro. Venivano in treno eportavano forse un paio di bidoni dadieci l<strong>it</strong>ri di olio buono. Giravano ilpaese gridando forte "Ozu almanu".Avevano il bidone appos<strong>it</strong>o, con letre misure: l<strong>it</strong>ro, mezzo l<strong>it</strong>ro e unquarto di l<strong>it</strong>ro. Se consumavano ilprimo bidoncino i vend<strong>it</strong>ori prendevanol'altro, che probabilmente lasciavanoin qualche casa di amici.Ma era utile che venissero, essendol'olio un alimento basilare per cucinaregli alimenti– intervallatoa voltedallo strutto –ed anche per icapelli dei giovani,ma nonsaprei dire sene usavanoanche le donne(ma forseno).In piazza, neigiorni della festa,non mancavail torroneche ogni famigliaacquistavaperché nonera tutti i giorniche si mangiavail torrone.Difatti, fin<strong>it</strong>i quei pochi soldi intasca, certi ragazzi lo rubavano nellebancarelle. Si mettevano in filadavanti al banco di vend<strong>it</strong>a con lamerce esposta ed uno, da dietro,infilava la mano tra due amici e neprendeva tante fette. Se il torronaiosi distraeva ne prendevano anchequalche pezzo grosso! Poi scappavanoe se si accorgeva che mancavail torrone o se aveva individuatoil ladruncolo, il torronaio lo inseguivae gli altri ne rubavano dell'altro.Però il vedere esposti i pezzi grossidi torrone non era cosa frequente,perché in genere li facevano a pez-zetti piccoli e li mettevano in filadoppia, almeno una ventina, e livendevano ad un soldo l'uno ev<strong>it</strong>andocosì di mettere sul tavolo pezzida uno o due chili circa. Il pezzo piùgrosso, quando era ancora intiero,poteva pesare anche 10/15 chili. Supane mannu 'e su turrone venivarimesso nella bisaccia e siccome aquel tempo c'erano moltissime mosche,i piccoli pezzi li coprivano conuna reticella di filo bianco.Il gelato, invece lo portava da Terranovauna donna e lo vendeva aquadretti, con la striscia dell'ostia inambo le parti. Era color rosso vivo.tutto ghiaccio, senza sapore e nonmolto pul<strong>it</strong>o, ma i ragazzi non ci badavano.Le bancarelle dei giocattolinon mancavano: cavallini con legambe dr<strong>it</strong>te fissati ad una tavolettarettangolare o a volte con le rotelline.Vendevano portamonete, bamboledi stracci, coltellini che tutti iragazzi compravano e con una cateninali facevano pendere dalla cintoladei pantaloni. Servivano per tagliaree sbucciare i fichi d'india.Quando si andava per mangiarli e liprendevamo dalle pale dicevamo diandare a coccoare. I coltellini servivanoanche per fare sos frusciolos, ifischietti di canne o di steli vuoti dierba alta che chiamavamo elva trigale.Facevamo pure le forcine per i“tiralastici” e altre cosette; carri agricolidi ferula, bastoncini intarsiaticon lavoretti disegnati, ecc.ANAGRAMMASARUGHEMISSA2-10quartiere(soluzione nel prossimo numero)Anagramma di aprile:Salvar tana = Sant’Alvara


a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006IlPagina 3Scuola di jazz a Nuoro dal 23 agosto al 2 settembreattiv<strong>it</strong>à didattiche e una ricca rassegna di concertidi Riccardo SgualdiniSeminario Nuoro Jazz diventa maggiorenne: dal23 agosto al 2 settembre l’iniziativa didattica organizzatadall'Ente Musicale di Nuoro con la direzioneartistica di Paolo Fresu festeggia la suaedizione numero diciotto. Un’edizione che coincidecon un’altra ricorrenza importante per il sodalizio culturaleche fa base nel capoluogo barbaricino: il decennaledella scomparsa di Antonietta Chironi, ideatrice efondatrice, nel 1989, del Seminario Jazz nuorese.Con una dedica alla sua prima artefice, l’appuntamentodel prossimo agosto si presenta al varo ricalcando laformula consueta: undici, intense giornate da dedicarealla teoria e alla pratica della musica d’improvvisazionecon tanti jazzisti di fama nel ruolo di docenti. E, comesempre, accanto alle attiv<strong>it</strong>à didattiche (concentrate nellaScuola Civica di Musica "Antonietta Chironi", in viaTolmino), un ricco cartellone diconcerti per festeggiare degnamentele prime diciotto candeline.Una formula consolidata epremiata da un costante segu<strong>it</strong>odi iscr<strong>it</strong>ti: sono ormai quasi duemilai giovani musicisti passati inquesti anni dalle parti del Seminarionuorese per perfezionare lapropria competenza del jazz. Unnumero di allievi che testimonia ilsuccesso di una delle iniziativepiù importanti oggi in Italia nelcampo della didattica jazz, e cheanche quest’anno può vantarefra i suoi insegnanti musicisti delcalibro di Tino Tracanna (per il corso di sassofono),Maria Pia De V<strong>it</strong>o (canto), Roberto Cipelli (pianofortee tastiere), Attilio Zanchi (contrabbasso), Tomaso Lama(ch<strong>it</strong>arra), Ettore Fioravanti (batteria) RiccardoParrucci (flauto e tecnica Alexander) ed Elisabetta Antonini(propedeutica al canto jazz), oltre allo stesso PaoloFresu (tromba e flicorno). Accanto ai corsi strumentali,quelli teorici di Bruno Tommaso ("I segnali di CharlesMingus"), Corrado Guarino (musica d'insieme),Giovanni Agostino Frassetto (flauto e corso di base diarmonia e tecnica dell’improvvisazione) e Luca Bragalini("Jazz plays Jazz: storia della musica jazz attraversoi tributi" il t<strong>it</strong>olo del suo corso di quest’anno).A completare l’offerta didattica, il programma prevedeanche quest’anno due masterclass: la prima è al sol<strong>it</strong>oaffidata a un nome di spicco della scena jazzistica internazionale:dopo Miroslav V<strong>it</strong>ous, Butch Morris, Airto Moreira,Uri Caine e John Abercrombie, protagonisti nellescorse edizioni, a salire in cattedra (dal 29 al 31 agosto)sarà il cantante belga David Linx coadiuvato dal pianistaolandese Diederik Wissels, suo ab<strong>it</strong>uale partnermusicale. Con la seconda masterclass (in programma il31 agosto) prosegue invece il consueto percorso nellamusica tradizionale sarda: a Gavino Murgia, sassofonistanuorese (già allievo della prima edizione del Semi-nario) attento al patrimonio etnomusicale isolano, ilcomp<strong>it</strong>o di mettere in relazione suoni e tradizioni di elauneddas e sassofoni.Forti della pos<strong>it</strong>iva esperienza dell’anno passato, r<strong>it</strong>ornanoanche il seminario di fotografia jazz curato daPino Ninfa (dal 28 agosto al 2 settembre, in collaborazionecon PIM; informazioni: fipha@tin.<strong>it</strong>), e quello di"baile flamenco": dopo Carmen Cortès, è ora il turnodella danzatrice Chiqui de Jerez (informazioni e iscrizioni:cell. 339 733 27 03, e-mail: adagrifoni@libero.<strong>it</strong>).Parallelamente al f<strong>it</strong>to palinsesto di attiv<strong>it</strong>à didattiche,l’immancabile rassegna di concerti serali proporrà anchequest’estate a Nuoro un’ampia passerella di musicistie gruppi di primo piano del jazz <strong>it</strong>aliano e internazionale.Nel manifesto degli appuntamentispiccano nomi prestigiosi:Carla Bley, Steve Swallow,Andy Sheppard OrchestraJazz della Sardegna, EightCaught Playing, FrancescoCafiso, Riccardo Arrighini, EnzoZunino, Stefano Bagnoli,Ettore Fioravanti, Tino Tracanna,Achille Succi, GiuseppeCaruso, Stefano De Bonis,Giovanni Maier, Andy Sheppard,R<strong>it</strong>a Marcotulli, StefanoBattaglia, Salvatore Maiore,Roberto Dani, Paolino DallaPorta, Gianluca Petrella, Achille Succi, RobertoCecchetto, Francesco Sotgiu, Roberto CipelliAttilio Zanchi, Philippe Garcia, Paolo Fresu, GianmariaTesta, Gavino Murgia, David Linx, DiederikWissels, Luciano Biondini, Jarrod Cagwin, SimonettaSoro, Alberto Masala, Giacomo Verde, Linx eWissels ,Marcella Carboni, Elisabetta Lacorte, SimoneDionigi Pala, Andy Sheppard, Maria Pia DeV<strong>it</strong>o, Gianmaria Testa.La diciottesima edizione del Seminario Jazz è organizzatacon il contributo dell’Assessorato allo Spettacolo eAttiv<strong>it</strong>à Culturali della Regione Autonoma della Sardegna,dell’Assessorato alla Cultura della Provincia diNuoro, dell’Assessorato alla Cultura e alle Pol<strong>it</strong>iche E-ducative del Comune di Nuoro e della FondazioneBanco di Sardegna, con la collaborazione dell'Ist<strong>it</strong>utoSuperiore Regionale Etnografico, del Comune diMamoiada e dell’Hotel Su Gologone di Oliena.L’iscrizione ai corsi costa 200 euro; 100 euro, invece,la quota per seguire la sola masterclass di David Linx.160 euro è la retta per il seminario di fotografia di PinoNinfa, mentre per quello di flamenco di Chiqui de Jerezsi va dai 165 ai 245 euro.


a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006La Compagnia barracellareContinua da p. 1Pagina 5zia rurale, che risale ad un’antica tradizione sarda. Lasua attiv<strong>it</strong>à, che viene svolta con costanza e impegno,garantisce la custodia dei beni agricoli e degli animali,oltre che la sicurezza delle altre attiv<strong>it</strong>à artigianali s<strong>it</strong>e inzona industriale, assicura pertanto tranquill<strong>it</strong>à a quantisvolgono attiv<strong>it</strong>à legate al terr<strong>it</strong>orio.Oggi sono stati raggiuntialcuni risultati concreti:1 l'aver individuato sul nascere diversiincendi che con tempestivo interventosono stati spenti2 aver intercettato e circoscr<strong>it</strong>to ladricon auto e mezzi carichi di refurtiva(pecore, agnelli, v<strong>it</strong>elli, attrezzature a-gricole per la lavorazione meccanicaed altro) costringendoli alla fuga, permettendocosì di recuperare la refurtivae gli stessi automezzi che semprerisultano rubati.Si spera che questa volontà dì sacrificionon venga a mancare affinché lacomun<strong>it</strong>à continui ad avere i beneficiprodotti dalla compagnia. Si potrannocosì creare nuove condizioni per unaconvivenza tranquilla, assicurando laprotezione, respingendo e scongiurandola azioni malav<strong>it</strong>ose.Uno dei motivi che ci ha spinto a pubblicare nella rete Internet il s<strong>it</strong>oWeb.tiscali.<strong>it</strong>/piazzadelpopoloè dovuto all’esigenza di consentire a quanti vogliono leggere le pagine delgiornale e trovano difficoltà a procurarsi il modello cartaceo (la distribuzioneè affidata al volontariato) di poter soddisfare alla loro esigenza.Emigrati, studenti fuori sede, lettori che hanno scelto di trasferire la propriaresidenza lontano dal paese, o semplicemente amici del paese di Berchidda,iniziano a vis<strong>it</strong>are il nostro s<strong>it</strong>o dove trovano tutto ciò che riguarda lapubblicazione a partire dal primo numero del 2006, oltre a riferimenti indicizzatidegli anni precedenti.Tra questi lettori della rete, (che in poco tempo hanno superato il numero di300), alcuni ci hanno fatto conoscere, chi a voce, chi in forma scr<strong>it</strong>ta, il lororingraziamento per il nuovo servizioofferto.Tra queste lettere ne abbiamo sceltoalcune che le rappresentano tutte.Foreste della sede provinciale dì Sassari.Il servizio si svolge in notturna e in diurna. Le operazioninotturne sono garant<strong>it</strong>e annualmentecon un servizio di 6/7 ore algiorno, svolto da 2 distinte pattugliein perlustrazione di tutto il terr<strong>it</strong>orioperiferico del paese.Il servizio diurno, di circa 8 ore, vienesvolto dalle pattuglie della medesimacompagnia per la prevenzionedegli incendi. Inoltre, durantela prima quindicina del mese di a-gosto, in occasione del Time inJazz, il Festival internazionale dellamusica Jazz che si svolge ogni annoa Berchidda, la compagnia barracellare,in collaborazione conl'ente comunale, adempie alla sicurezzae all'ordine delle aree destinateal parcheggio delle auto.La compagnia barracellare può essereconsiderata una sorta di poliighellonavoin rete e praticamenteper caso ho (ri)Bscoperto il s<strong>it</strong>o di Piazza delPopolo. (Ri) perchè sapevodell'esistenza ma mi ero sempre dimenticatodi vederlo.Che bello! Prima di catapultarmi amille sugli aneddoti di Tonino Fresu,mi complimento, vi faccio tanti auguridi buon proseguimento, e speropoi di trovare qualcosa di interessanteda proporvi per i prossimi numeri.Ciao,FabrizioMiunisco anch’io ai complimentiche so avete ricevutoda Fabrizio per l’ingressoin rete di Piazza del Popolo,che permetterà anche a noi,ormai lontani da Berchidda per ragionidiverse, di partecipare alla v<strong>it</strong>asociale e culturale del paese.Magari potrà essere anche uno stimoloper contribuire in qualche modoa questa pubblicazione che continuaa offrire occasioni di conoscenzae confronto costruttivo.Per ora mi lim<strong>it</strong>erò a passare la domenicaleggendovi da Bologna,sentendomi anch’io in Piazza con lagente che passeggia all’usc<strong>it</strong>a dellamessa.Un saluto a tuttiGian PaoloS’UMBRA MIAAndo peri custu mundutrazende s’esistenziabarria de pensamentos e de gosos.S’umbra mia addainanti,romasa, longa e poderosa,de ghia mi faghet, quidada,in sos caminos de sa vida.E penso a cuss’umbra lizeracumpanza mia fidele,chi mi la giutto infattuda e su manzanu ch<strong>it</strong>to,mudende sempre formas e maneras.Biad’a tie, umbra, chi no has pesune coro ne fastizos ne affettos,no t’istraccas mancu in logos trettose unu lamentu mai t’hapo intesu.E penso contemplende s’umbra miachi como mi caminat a fiancos,e si mi ‘olto, issa no bidet s’orade mi sighire in tundusutta e subra, a mie,ch’intantu penso catecantu,pro cantos annos mi sigat ancora.Salvatore SiniPremiata al ConcorsoA.C.L.I. Sardegna, novembre 2004


a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006INTRIGHI E MISTERIa Berchidda nell’800di Giuseppe Melon<strong>it</strong>erreno che ha assolutamente unvalore nullo”.Il Marogna si scaglia ancora controgli amministratori del paese, la cuiarroganza, sostiene, si può trovarenelle parole che il segretario CossuMundula gli ripeteva frequentemente:“Berchidda faceva a modo suoperché poteva”. Intendeva dire che ilpaese si sentiva forte, ricco.Il 12 aprile il sindaco Piga rinnovòl’inv<strong>it</strong>o al Marogna per una nuovadefinizione dei lotti di diverso valore,ma questi si rivolse direttamente alPrefetto esponendo le sue lamentelein mer<strong>it</strong>o all’operato degli amministratori.Fu allora che il signor Grisoni,che nel paese poteva essereconsiderato “il vertice della pietra filosofale”,sebbene non più sindaco,volle dire la sua scrivendo la letteradel 2 maggio che abbiamo già analizzato.Il Marogna inv<strong>it</strong>a il fratello a non daremolta importanza a questa lettera,in quanto scr<strong>it</strong>ta da persona chenon aveva alcuna delega specificadal Comune, e di non curarsi, in generaledi altri “pettegolezzi da donnicciuola”.Seguì un altrocarteggio nelquale il 15maggio Marognascrisse alPrefetto esponendoil suopunto di vistae minacciandoazioni legalicontro il Comune,nei confrontidel qualevantava ancoraconsistenti cred<strong>it</strong>i.Il prefetto ripose il 21 maggio riconoscendoil dir<strong>it</strong>to dell’amministrazionedi Berchidda di ricorrere ad una nuovadivisione dei lotti; non si esprimevain mer<strong>it</strong>o alla correttezza dellaposizione del Marogna ma ne rispettaval’intenzione di far valere i suoidir<strong>it</strong>ti.A conclusione dell’ultima lettera delnostro carteggio al fratello Giuseprascorseun mese e mezzo eil pagamento non veniva effettuato.A quel punto il MarognaTinoltrò un sollec<strong>it</strong>o al nuovosindaco, Pietro Piga, che era succedutoal Grisoni. Sospettava che dietroil nuovo capo dell’amministrazioneberchiddese ci fosse ancora lamano del vecchio sindaco. Di lui osservava:“Pietro Piga, uomo ded<strong>it</strong>o aipropri affari, e che non si è mai dedicatoné alle lettere, né alle muse” eaggiungeva “io ho ferma fiducia chela fonte sia sempre la stessa, quantunqueabbia cambiato nome”.Pietro Piga gli rispondeva il 20 marzo1872 in questi termini. Era necessarioascoltare “le vive istanze scr<strong>it</strong>tee verbali dei comunisti (gli assegnataridelle terre comuni n.d.r.)” chechiedevano una nuova stima sull’equivalenzadei lotti. La s<strong>it</strong>uazione sifaceva preoccupante; bisognava“rassodare la popolazione che parevavolesse tendere ad una sommossain conseguenza di continui assembramentinei luoghi pubblici”. Ilsindaco ricordava al geometra quelleche, secondo lui erano sue responsabil<strong>it</strong>à.Il Marogna si giustificò ancora. Notavache qualche differenza tra lotto elotto era comprensibile, poiché in o-perazioni di tale spessore non erapossibile operare con “rigorosa esattezza”.Scaricava le colpe sui per<strong>it</strong>i“perché essi solo analizzarono il terrenoed essi solo ne diedero il prezzorelativo”. Il lavoro del Marogna siera lim<strong>it</strong>ato, quindi, ad attribuire lasuperficie in rapporto ai valori segnalatidai per<strong>it</strong>i; per<strong>it</strong>i “ch’essa amministrazioneaveva prescelti e sui qualiriponeva ogni fiducia”.D’altra parte, notava, il regolamentodi riferimento non prevedeva che ilotti dovessero essere “esattissimamentetutti di egual valore”, ma“possibilmente di valore eguale”. Comepotevano i lotti essere tutti di u-guale valore se “l’AmministrazioneComunale, volendo trar part<strong>it</strong>o diquelle squallide gole dei contraffortidel Limbara, commetteva una solennissimaimprudenza nel dividere unPagina 7Si conclude l’analisi del carteggiodi Angelo Marogna a propos<strong>it</strong>odel contrasto con l’amministrazionecomunale diBerchidda, in mer<strong>it</strong>o alla divisionedei prati comunali, allametà dell’800. Le altre partisono state pubblicate nei numeridi dicembre 2005, febbraioe aprile 2006.L’intero articolo è consultabilesul s<strong>it</strong>o:web.tiscali.<strong>it</strong>/piazzadelpopolope, Angelo Marogna si lascia andaread uno sfogo pieno di livore e dimale parole nei confronti dei berchiddesi.Ad essi attribuisce “crassaignoranza”, “privati intrighi”, “odi personali”,e li definisce in conclusione“un’accozzaglia di gente”.Il Marogna terminava la sua letteracon un riepilogo dei singoli punt<strong>it</strong>rattati in forma anal<strong>it</strong>ica in questepagine e con un auspicio: “Il giudizioal pubblico, e se ne accorgerà aiTribunali”.In conclusione, dall’analisi del carteggiodel geometra Marogna emerge,pur con le dovute eccezioni, ungiudizio fortemente negativo sull’-ambiente di Berchidda nel quale s<strong>it</strong>rovò ad operarealla metàdell’800 e suisuoi amministratori.Sono considerazionichematurarono nelcorso di unacomplessa o-perazione diridistribuzionedelle terre comuni.Questa,come è risaputoe come la documentazione – siapur di parte – qui esaminata, conferma,non sempre si sviluppò con cr<strong>it</strong>eridi equ<strong>it</strong>à e onestà, ma privilegiòspesso chi aveva più influenza e poterepersonale.L’intera materia potrebbe (e dovrà)essere studiata ulteriormente attraversol’esame della consistente documentazioneconservata nell’ArchivioComunale o in altri archivi.


Pagina 8 a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006IL TEATRO NEL<strong>LA</strong> SCUO<strong>LA</strong>CONFERMA DI UNA TRADIZIONEDINAMICA E FORMATIVAdi Giuseppe SiniLascuola primaria dell’ist<strong>it</strong>utocomprensivo di Berchiddaha avviato, all’inizio dell’annoscolastico, un laboratoriodi sperimentazione teatrale allo scopodi offrire ad alunni e insegnantinuove opportun<strong>it</strong>à formative. Allabase dell’iniziativa la creazione di u-n’attiv<strong>it</strong>à multidisciplinare realizzatacon l’intento di sviluppare il sensocorporeo e favorire un’ampia gammad’atteggiamenti. Tra le final<strong>it</strong>àpreviste la costruzione di forme nuovedi cooperazione e di sensibilizzazione.L’incarico di coordinarele attiv<strong>it</strong>à didatticheè statoaffidato all’associazioneteatrale“La lunaAntica” presiedutoda GianGiorgio Cadoni eSara Canu. Dagennaio a giugnoSara e Gian Giorgiohanno fatto spola traSassari e Berchidda e altermine del proprio lavorohanno messo in scena, con lapreziosa collaborazione di tutte le insegnantie del personale scolastico,Cappuccetto Rosso (classe prima)Pinocchio (classi seconde), La bellae la bestia (classe terza), Il conigliettoche aveva sempre paura (classiquarte) e, infine, Robin Hood (classiquinte).La rappresentazione di storie particolarmenteconosciute e amate daibambini ha determinato processid’immaginazione e d’immedesimazioneche hanno arricch<strong>it</strong>o lapersonal<strong>it</strong>à di ciascuno e sviluppatoun’ampia gamma d’atteggiamenti.Quest’esperienza ha permesso dicreare ruoli nuovi offrendo agli alunni,anche a quelli più demotivati, lapossibil<strong>it</strong>à di acquisire fiducia in sestessi e di evidenziare qual<strong>it</strong>à interpretativespesso sorprendenti.L’attiv<strong>it</strong>à si è articolata in diverse fasiprogettuali e, per la prima volta, hacoinvolto tutti gli alunni della scuolaelementare. Oltre 130 bambini si sonoalternati nel palcoscenico dell’aud<strong>it</strong>oriume, nell’affrontare s<strong>it</strong>uazioninuove e problematiche, hanno consolidatoproprie sicurezze.Importante anche il processo socializzanteche si è determinato tra i diversiinterpreti chiamati a forme dicollaborazione, di aiuto reciproco edi comprensione. Tutti i bambinihanno avuto modo di rafforzare rapportiinterattivi e di maturare opportun<strong>it</strong>àespressive e occasioni comunicative.Educare i bambini all’artedello spettacolo consentedi integrare processicurricolaricon percorsi progettualiche sollec<strong>it</strong>anol’intelligenza,la cogn<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à e l’emotiv<strong>it</strong>à.Durante la faseiniziale è statosvolto un lavorodi propedeuticache ha forn<strong>it</strong>o adocenti e alunni imezzi necessari allarealizzazione deivari spettacoli: esercizi diconoscenza dello spazio, propedeuticateatrale, esercizi sulla voce esulle sue varie modulazioni, improvvisazioniguidate e giochi, nozioni diconoscenza del proprio corpo e dellesue potenzial<strong>it</strong>à. Importanteanche lo sviluppodel senso corporeo:interpretare u-na parte significacontrollare le parole,i toni, l’espressionedel viso,la posizionedel proprio corpo,atteggiamenti tuttiche guidano i bambinia costruire la propria i-dent<strong>it</strong>à.E’ segu<strong>it</strong>a la fase preparatoria deglispettacoli con l’assegnazione deiruoli ai bambini in base alle caratteristichedi ciascuno. Infine la realizzazionee lo studio dei copioni redattiin base alle capac<strong>it</strong>à espressivee apprend<strong>it</strong>ive dei piccoli interpreti.Infine la messa a punto defin<strong>it</strong>ivacon le entrate e le usc<strong>it</strong>e di scenadei personaggi, gli attacchi le intonazionie la mimica.Durante le varie rappresentazioni lasimpatia dei protagonisti ha immediatamentecatturato l'attenzione diun pubblico sempre numerosissimoe partecipe all'evolversi degli eventi.Tutti i ragazzi si sono superati dimostrandouna padronanza scenicadavvero sorprendente.Il principale mer<strong>it</strong>o dei bambini èconsist<strong>it</strong>o nell’essere riusc<strong>it</strong>i a riproporrealcuni aspetti della v<strong>it</strong>a conimmediatezza scoprendo l'incisiv<strong>it</strong>àdi un nuovo codice espressivo ematurando un’esperienza molto e-ducativa e socializzante.Durante le diverse serate sono statiraccolti dei fondi che sono stati devolutiall’UNICEF secondo una tradizioneconsolidata negli anni.Al termine Gian Giorgio e Sara hannoringraziato tutti per la bellissimaesperienza vissuta con una sottolineaturaparticolare per tutti i bambini:“Grazie ai bambini dal primo all’ultimo,grazie con le lacrime agliocchi perché abbiamo terminato unlavoro che avremo desiderato fosseeterno, perché mai e poi mai rinunceremoai loro sorrisi alla loroallegria, all’ingenu<strong>it</strong>àbambinesca e allaloro intelligenzafervida, all’immaginazione,alle grida,ai giochi, allediscussioni, al confrontocon loro…grazie bambini, davvero,senza retoricanon vi dimenticheremo…”.Particolarmente toccantela dedica che lo stessoGian Giorgio ha voluto rivolgere alpadre, l’indimenticabile Enzo Cadoni“persona che non c’è più e graziealla quale noi oggi siamo qui: grazieEnzo…”.


a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006QFARFALLE DI LUCEE ALI DI LIBELLU<strong>LA</strong>di Sveva Tavernauesta sera sono stata a sentire“A SOLO” di Paolo Fresuall’Aud<strong>it</strong>orium-Parco dellaMusica… Sono appena tornata.E’ stato meraviglioso, indimenticabilerivivere gli attimi folgoranti che, aBerchidda, mi hanno fatto sognareper tre giorni!Paolo ha suonato con delle basi di“sottofondo”; morbido, caldo il suoinnesto nel vivo di note limpide. Lesue mani, sui pistoni della tromba,sembravano farfalle di luce e le d<strong>it</strong>aali di libellula impazz<strong>it</strong>a di v<strong>it</strong>a!Ero talmente vicina che potevo seguirei suoi movimenti/suoni. Sentireil tac.tac dei pistoni. Il suo corpo teso,agile, sembrava fluttuare nell’acquanera d’ombra. Ho ascoltato ilsuo spir<strong>it</strong>o dolce donarsi completamente,come sempre.Alla fine del concerto ha raccontatoun aneddoto molto carino sul suoviaggio da Bologra a Roma. Su untreno apparentemente vuoto, triste,ha conosciuto, insieme ad AntonelloSalis, un ferroviere che ha preparatoper loro delle lasagne calde.Musica di fondo… è il senso di questopiccolo racconto: “Da soli si stabene, ma in compagnia è meglio…”.Questa è stata la nota umana concui Paolo ha chiuso il concerto, dopoaver detto che è stata per lui unadelle serate più importanti della suav<strong>it</strong>a. Si vedeva!Per me la sua arte è un regalo. Forseperché mi ricorda mio nonno paterno,che è stato prima tromba alTeatro dell’Opera di Roma.Ecco, il gesto del trombettista è inme sin da bimba, con i suoi movimentie quelle espressioni sospese.Tutto il corpo teso a liberare ideesuono!Bellissimo… Berchidda a Roma peruna sera, con Paolo.Pagina 9L’autrice di questo articoloha vis<strong>it</strong>ato il nostro paesein occasione della manifestazionejazzistica dell’estatescorsa. E’ rimasta affascinatadall’atmosferadella musica e del paese,come ci ha raccontato neisuoi articoli pubblicati neinumeri passati.E’ rimasta in corrispondenzacon nostri conc<strong>it</strong>tadiniai quali ha inviato ancoraringraziamenti e ladescrizione di una suanuova esperienza musicalenel corso della quale ha a-vuto ancora modo di apprezzarel’esibizione diPaolo Fresu in un concertotenuto a Roma. Ha acconsent<strong>it</strong>oad allargare a tuttii lettori le sue osservazioniin mer<strong>it</strong>o.SA DOMITTA‘E MINNANNU MELONEdi Antonio GrixoniEst’ ancora meda bella sa dom<strong>it</strong>ta‘e s’amigu caru Minnannu MeloneEd eo l’happo meda affezioneCa mi paret che cappella bene<strong>it</strong>ta.Cantas voltas nos semus vidosSettidos in sa ziminera, in sa gianna.Isse tottu etzu, a pompa mannafattendhemi contos de cazza e de bandidos.Ma in sa dom<strong>it</strong>ta sun remonidosSos pius bellos e caros affettosCa inie sun tottu sos segretosEi sos carignos dados e retzidos.In sa dom<strong>it</strong>ta sacra che prammaIn silenziu che fide ausentadaB’est impressa sa segreta cuntrestadaChi che columbos si fatteini babbu e mamma.In cussa dom<strong>it</strong>ta tantu amoreB’happo appresu pro ispir<strong>it</strong>u ‘e guidaE s’in seddha so ancora in sa vidaLu devo tottu a issa, cuss’onore.Ricchesa chi su tempus no cancellatTottu fruttu nadu dai su veru amoreE cun isse sos istiles de su valoreC’abbelini ammentos e parentela.Oh! Dom<strong>it</strong>ta chi m’has vidu appena nadu!Innotzente messazzeru ‘e allegria;Grazie meda pro sa tanta poesiaChi cun estru dai coro m’has contadu.Dulches ammentos de oghes amenasOe che tandho in coro ligadas,Sa pabassa, sa ua madura appiccadaEi sas cubas de inu onu pienas.Mendhula, cariga e pabassinos,Mele, abbattu, tiliccas, casadinasBundhantes, saboridas coghinasEi s’abba frisca in sos cadinos.Ei su fusile cun sa caltucceraA unu giau appiccados in su muruChi pariana nendhe: “Antoni, tue puruNo t’abbandones dai custa caminera”.Su bi pensare mi ponet s’inninnisgiu‘e cussu tempus connottu e passadu;Su sorigalzu ‘e linna in su sostre paraduEi sos upos fattos de oltisgiu.Ciao, dom<strong>it</strong>ta, ca mi ses caraA ti onorare onz’ora m’impreo;Inue ses tue happìa esser’eoFin’a sa trista ora ‘e sa bara!


Pagina 10 a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006<strong>LA</strong> DISSOLUZIONE DEL<strong>LA</strong> JUGOS<strong>LA</strong>VIAUna guerra part<strong>it</strong>a da lontanodi Roberto ModdeIn questi ultimi decenni abbiamo assist<strong>it</strong>o alla ridefinizione dei confini di numerosi statidell’Europa orientale.Abbiamo segu<strong>it</strong>o sugli organi di informazione i reportage, i racconti, i resoconti, di guerreche sembrano lontane ma che si svolgono a pochi chilometri dai nostri confini.Con questo articolo abbiamo l’occasione di seguire la ricostruzione degli eventi che hannoportato alla scomparsa della vecchia Jugoslavia e alla nasc<strong>it</strong>a di numerosi stati indipendenti(ultimo il Montenegro, solo un mese fa).Di queste pagine di storia è testimone oculare Roberto Modde, che è stato a lungo in Bosnia.Il suo racconto ricostruisce fatti drammatici, pur con i lim<strong>it</strong>i determinati dalla riservatezzache è tenuto ad osservare in conseguenza della delicatezza dei comp<strong>it</strong>i che ha svoltoin quelle regioni.Sarajevo 18 Agosto 2005opo oltre 200 giorni di permanenzain terra Bosniaca, hoD r<strong>it</strong>enuto di poter scrivere unriassunto molto personale d<strong>it</strong>utto ciò che da me è stato visto osent<strong>it</strong>o, e dei presunti motivi chehanno scatenato questa assurdaguerra, sempre che unaguerra con massacri di donnevecchi e bambini indifesi abbiadei motivi e delle giustificazioniper essere combattuta.Ho maturatole mie conoscenze dopoaver preso appunti da decine dicopie dell’Avaz (ora il principalequotidiano Bosniaco, durante laguerra era l’Oslobodenje), custod<strong>it</strong>enegli archivi dellaSFOR – M.S.U. (MultinationalSpecialized Un<strong>it</strong>) ora EUFOR –I.P.U. nucleo di Polizie un<strong>it</strong>e Europeesotto controllo Statun<strong>it</strong>ense dicui facciamo parte noi Carabinierinelle missioni nei Balcani. Mi sonobasato anche su varie testimonianzedi sacerdoti, sindaci, ed altri personaggicomunque affidabili a prescindereda Etnia o Religione, aiutato inquesta ricerca dagli interpreti di Butmir2 di Ilidza, quartiere a sud di Sarajevo,roccaforte dei Carabinieri edell’Eserc<strong>it</strong>o Italiano.Nella mia ricostruzione ho scelto d<strong>it</strong>ralasciare i particolari più crudi perchéanche i bambini possano leggerequeste pagine, per non dimenticare.La tanto pubblicizzata guerra di reli-gione credo sia stata soltanto unpretesto per nascondere la pol<strong>it</strong>icadi allargamento dei propri confiniche Serbia e Croazia intendevanorealizzare ai danni dell’etnia più debole,sia sul piano economico chesu quello organizzativo, quella dellaBosnia Musulmana.Una s<strong>it</strong>uazione che mi ha molto colp<strong>it</strong>oè il fatto che nella chiesa Ortodossapiù grande di Sarajevo, costru<strong>it</strong>anel 1868 e dedicata alla SantissimaMadonna, una dedica diceche la stessa è stata costru<strong>it</strong>a con ladonazione di un Sultano Turco e diun gran Visir Bosniaco, Topal SerifOsman Pascià (chiaramente di ReligioneIslamica). La Cattedrale Cristiana“Romana” di Sarajevo, dedicataal Sacro Cuore di Gesù, è statacostru<strong>it</strong>a su una caserma di Giannizzeridell’impero Ottomano donatadagli stessi Turchi. In Bosnia ci sonodecine di esempi di tolleranza religiosa.Tornando un po’ indietro nel tempo,va ricordato l’avvento al potere nel1941, in segu<strong>it</strong>o ad un colpo di stato,del Marxista-Leninista JosipBroz, più conosciuto con lo pseudonimodi T<strong>it</strong>o, fautore della grandeJugoslavia, già Segretario Generaledei comunisti Jugoslavi. T<strong>it</strong>o tennein pugno la Federazione di stati cheformavano quella che oggi è laex Jugoslavia per quarant’anni,fino al 1980, anno della sua morte,reprimendo nel sangue qualsiasiforma di protesta. Tra le piùnote, la strage ai danni dei nazionalistidel Kosovo nel 1968 econtro indipendentisti Croati nel1971, come risulta dagli archiviNATO di Tuzla. Inoltre fece eliminareo esiliare leader pol<strong>it</strong>icidemocratici o liberali o chiunquetentasse di destabilizzare il suo“impero” e la sua idea di comun<strong>it</strong>àdi popoli diversi in grado di convivereall’interno di un unico stato.Fa impressione vedere oggi le sueex proprietà, su tutte l’aeroporto diTuzla il più grande di tutta la ex Jugoslaviacon i suoi 20 Km di piste eil parco personale di caccia del d<strong>it</strong>tatore,oltre 1.000 Km² (Qualcosa come5 volte l’intero terr<strong>it</strong>orio Berchiddese);il tutto in un paesaggio alpinodove T<strong>it</strong>o si dilettava nell’abbattereorsi, cervi e cinghiali. Questo parcosi trova a Kladani, 60 Km a sud diTuzla, nel nord est della Bosnia. Nonostanteciò, per capire tutto l’orroredi questa guerra, basta dialogarecon i nativi che dicono, senza mezz<strong>it</strong>ermini, che rimpiangono comunque


a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006i tempi della d<strong>it</strong>tatura di T<strong>it</strong>o.Che questa guerra sia part<strong>it</strong>a dalontano lo si può capire dal fatto chegià dagli anni Settanta ai vertici deivari Ministeri, nonché dell’armataJugoslava, vi si trovavano Serbo-Bosniaci che arruolavano solamenteo in stragrande maggioranza soldatidi Etnia Serba.Tra il 1989 ed il 1990 la stabil<strong>it</strong>à dellaJugoslavia veniva messa in discussionedalle Repubbliche chepretendevano la loro indipendenza,Vojvodina e Macedonia su tutte.A quei tempi, anche per le conseguenzedella crisi nel Golfo Persico,con le sanzioni imposte dall’ONU all’Iraq,che colpirono duramente gliinteressi Jugoslavi nel paese Mediorientale,si verificarono difficoltàeconomiche (il 60% delle entrateandava agli armamenti) e nel paesene derivò un grave caos pol<strong>it</strong>ico.Tra novembre e dicembre 1990 sisvolsero le elezioni pol<strong>it</strong>iche; in Bosniavinsero tre part<strong>it</strong>i a carattereetnico-nazionale, il HDZ, dipendentedalla Croazia, con a capo il suofondatore Stipe Mesic (delfino delPresidente Croato Tudjman), il part<strong>it</strong>oMusulmano di Alija Izetbegovice la coalizione Serba guidata daRadovan Karadzic.In Serbia vinse Slobodan Miloseviccon il suo part<strong>it</strong>o socialista; in Montenegrosi impose Momir Bulatovicdella lega comunista; in Macedoniaera già al potere Markovic, anche luidell’area comunista. Gli unici ad avviareun discorso di democrazia interetnicafurono i trenta part<strong>it</strong>i di opposizionecreatisi a Sarajevo, tuttidell’area Musulmana, ma gli oltre 40anni di d<strong>it</strong>tatura comunista avevanocancellato qualunque forma di dialogocon le minoranze etniche.Nel gennaio 1991 Slovenia e Croaziaavviarono un discorso di indipendenza;tutto precip<strong>it</strong>ò quando ilCroato Mesic avrebbe dovuto diventarepresidente della Federazione(secondo il sistema a rotazione doveogni part<strong>it</strong>o a turno governavaper quattro mesi), il Serbo SlobodanMilosevic, che controllava i voti deglialtri stati si oppose alla sua elezione.In questa s<strong>it</strong>uazione di confusionetotale, nel Giugno 1991, i Parlamentidi Slovenia e Croazia votaronoper l’indipendenza; la guerra iniziòcosí con la Slovenia che prese ilcontrollo dei confini con Austria Ungheriae Italia.In realtà la Serbia aveva un altroprogetto: quello cioè di staccarsi dagliStati fino ad allora autonomi, Vojvodina,Slovenia, Macedonia, la Bosniadal canto suo capì che la Serbiavoleva estendersi all’interno deisuoi confini essendo la popolazioneBosniaca per il 45% Serba, perciòrichiamò a casa i pochi soldati Bosniacifacenti parte dell’armata Jugoslava.Nacque in questo clima laspartizione della Bosnia. Croati eSerbi si scontrarono per il controllodella Krajina (la parte più ricca), aiconfini Ovest della Bosnia.Scontri tra bande armate e criminal<strong>it</strong>àcomune crearono in breve tempouna polveriera. Tutti i gruppi dirigentidelle varie etnie stabilivano solo ifatti compiuti (come dire; ho occupatoquesta regione quindi adesso èmia).La distruzione di Vukovar l’assediodi Zara e i bombardamenti su Dubrovnik(estremo sud della Croazia)creò nei Croati un profondo odio anti-Serbo(loro primi alleati da sempre).Ante Markovic (Macedone) inquel momento Presidente (per rotazione)della Jugoslavia, si dimisedecretando la fine dell’ultimo governoJugoslavo.Nel marzo 1992 si svolse in Bosniaun referendum per la sua indipendenzache raccolse il consenso diCroati e Musulmani, i Serbi si astennerodal voto; a questo punto la s<strong>it</strong>uazionedivenne incontrollabile e laBosnia fu travolta dalla guerra. Nell’-aprile 1992 i Serbo-Bosniaci proclamaronola nasc<strong>it</strong>a della Srpska ( Repubblicadei Serbi di Bosnia), concap<strong>it</strong>ale Pale, 40 Km a est di Sarajevo,luogo di residenza di RadovanKaradzic).I Bosniaco-Musulmani erano allosbando, non avendo leader carismaticiné punti di riferimento, Le migliaiadi Ebrei di Sarajevo furonoPagina 11portati all’estero con un ponte aereoorganizzato da Israele. Gli USA riconobberole Repubbliche di Slovenia,Croazia e Bosnia.I Serbi costruirono campi di concentramento(orrendi i filmati delle torturee delle sevizie). Procedettero amassacri della popolazione Musulmana,fecero ricorso a stupri dimassa (madri e figlie assieme) alloscopo di terrorizzare la popolazionee rendere irreversibile il processo dipulizia etnica avviato.Gli orfanotrofi di Sarajevo sono pienidi testimonianze viventi di questoorrore, migliaia di bambini nati dallaviolenza che i soldati Serbi hannousato nei confronti delle donne bosniachedi etnia Musulmana, chehanno portato a termine le —purtroppo in questo contesto dolorose— gravidanze, abbandonando lepiccole v<strong>it</strong>time.Migliaia sono le donne morte suicideper non aver retto all’umiliazionee alla vergogna.I Croati ed i Musulmani, fino aquel momento alleati, iniziarono acombattersi appena i Musulmanisi accorsero che Zagabria si eraaccordata con Belgrado per avereil sud del paese, l’Herzegovina. ICroati in questo contesto bombardaronoMostar, principale c<strong>it</strong>tà ecapoluogo di quest’area, dove distrusseroanche il famoso ponteTurco. Nel centro della Bosnia ebberola meglio i Musulmani, checacciarono i Croati verso nord.A questo punto ci fu una frattura tragli stessi Musulmani, Alija IzetbegovicPresidente Bosniaco ed il suo viceAbdic, con le loro rispettive fazionisi combatterono per il controllo diciò che restava della Bosnia.Ci fu una frattura anche tra i Serbi,Milosevic (presidente Serbo) e Karadzic(leader Serbo-Bosniaco). Ilprimo voleva dominare, e quindi assorbire,la Bosnia all’interno dellaSerbia; il secondo essere l’unicopresidente (d<strong>it</strong>tatore) della RepubblicaSerba di Bosnia.Nel frattempo gli Stati Un<strong>it</strong>i, visto iltotale disinteresse della Germania,che in quel momento controllava mil<strong>it</strong>armenteil sud Europa, decise diintervenire nei Balcani, anche perchéil confl<strong>it</strong>to si era esteso al Kosovodove la popolazione, prevalentementeAlbanese, fu ricacciatain Macedonia,risvegliando antichi odi,continuaa p. 12


Pagina 12 a. XII, n. 3 [66] - giugno 2006<strong>LA</strong> DISSOLUZIONE DEL<strong>LA</strong> JUGOS<strong>LA</strong>VIAContinua da p. 11ed alterando gli equilibri che fino adallora avevano garant<strong>it</strong>o la convivenzatra differenti etnie. Si stabilironobasi Statun<strong>it</strong>ensi in Croazia, con iCroati che ricacciarono i Serbi fuoridalla Krajina croata, riconquistandola.R<strong>it</strong>ornando qualche anno indietro,esattamente al 2 maggio 1992quando i nazionalisti Serbo-Bosniacisostenuti dall’Eserc<strong>it</strong>o Jugoslavo siinstallarono sulle alture di Sarajevoimponendole un lungo assedio, varicordato che furono posizionati sulMonte Igman 260 carri armati e 120mortai; all’interno della c<strong>it</strong>tà eranoasserragliati 500.000 c<strong>it</strong>tadini.Tutti i giorni venivano lanciati sullac<strong>it</strong>tà 4.000 proiettili e gli obiettivi eranoospedali, scuole, moschee, chiese,sinagoghe, biblioteche, musei,mercati e tutti quei luoghi dove i c<strong>it</strong>tadinierano in codaper acquistare il paneo rifornirsi d’acqua.I Serbi distrusserouffici postali, collegament<strong>it</strong>elefonici,elettrici e del gas.Il tutto si svolgeva aun’ora d’aereo daRoma, ed appena180 Km da Vienna,comunque al centrodella civilissima emoralista Europa.Dopo un ultimomassacro al mercatodi Sarajevo, laNATO intervenne defin<strong>it</strong>ivamente.Il 26 febbraio 1996 gli Stati Un<strong>it</strong>i diBill Clinton, con l’operazione denominata“Deliberate Force”, in segu<strong>it</strong>oa massicci bombardamenti spazzaronovia in pochi giorni i Serbi, ponendofine a questo assedio.A Sarajevo erano stati uccise 1-0.615 persone, di cui 1.601 bambini.Più di 50.000 furono i fer<strong>it</strong>i, di cui l’8-0% rimasti invalidi permanenti. Fuun assedio durato 1.395 giorni, il piùlungo che la storia contemporanearicordi.A questo punto gli USA convocaronoi leader di Serbia, Croazia e Bosniaa Dayton (base mil<strong>it</strong>are dell’Ohio)e li costrinsero a firmare un accordoper la cessazione delle ostil<strong>it</strong>à.La Bosnia Herzegovina vennecost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a in stato un<strong>it</strong>ario formatoda due ent<strong>it</strong>à, la Federazione di BosniaH. che racchiude l’etnia Musulmanae, la Repubblica Serba(Srpska) ognuna con una propriacost<strong>it</strong>uzione.Alla fine del confl<strong>it</strong>to in Bosnia sicontarono oltre 200.000 morti di cuicirca 8.000 in due soli giorni, la rappresagliadei serbi nella c<strong>it</strong>tà di Srebrenica,circa 80 Km. A est di Tuzla,ossia nel nord est del paese sulconfine Serbo, dove furono massacratetra le altre, intere scolaresche,osp<strong>it</strong>i di case di riposo e qualunquepersona in quel luogo avesse comeunica colpa quella di essere di etniaMusulmana sul confine Serbo. Oltre3.000.000 tra profughi e rifugiati euna marea di invalidi permanenti. Iltribunale dell’Aja (c<strong>it</strong>tà Olandese sededella corteinternazionaledi giustizia) avviòa questopunto un’azionecontro criminidi guerra,crimini control’uman<strong>it</strong>à e genocidio,controtutti i responsabilidel massacro.Alle ore 4.38del mattino del1°Aprile 2001con l’accusa di:crimini di guerra,crimini contro l’uman<strong>it</strong>à, deportazione,persecuzione, genocidio estrage, viene arrestato a BelgradoSlobodan Milosevic, l’arch<strong>it</strong>etto delmassacro Bosniaco e Kosovaro. Aseguire finiscono all’Aja, Milan Milutinovic,ministro degli esteri del governodi Belgrado, Bobetko, Borovcanin,Beara, Meakic tutti comandantidi polizie locali e pol<strong>it</strong>ici cheavallarono il massacro, i fratelli Lukicgestori di alcuni campi di sterminio,catturati in Argentina nell’estate2005, Ante Gotovina generale dell’-eserc<strong>it</strong>o Croato-Bosniaco responsabiledei massacri in Herzegovinacatturato alle Canarie il 6 dicembre2005. Nel 1998 si suicida in carcerel’ex sindaco di Vukovar Slavko Dokmanovic.Il 6 marzo 2006 s’impiccain un carcere olandese il leader deiSerbi di Croazia Milan Babic. Ancoraoggi mancano all’appello i numeri1 e 2 della lista dei macellai dei Balcani,Radovan Karadzic e RatkoMladic rispettivamente leader Serbo-Bosniacoe Generale Comandantedello stesso eserc<strong>it</strong>o. Sulla lorotesta pende una taglia da5.000.000 € ciascuno per essere gliorganizzatori e gli autori di migliaiadi massacri. Assieme a loro sonoancora lat<strong>it</strong>anti un altro migliaio dipersonaggi che hanno avuto ruolioperativi nel mattatoio dei Balcani.Al centro di Sarajevo nel quartiere diMarijin dvor, si trovavano i due piùalti palazzi della c<strong>it</strong>tà, i c<strong>it</strong>tadini chiamavanoquesti due grattacieli con inomi di due famosi umoristi Bosniaci:Momo e Uzeir. I nomi appartengonoa due etnie diverse e simbolicamenterappresentavano la convivenzamultietnica in c<strong>it</strong>tà. Nessunosapeva quale dei due fosse Momo equale Uzeir: allora i Serbi li distrusseroentrambi.Direttore:Giuseppe SiniComposizione:Giuseppe MeloniSegreteria di redazione:Maddalena CorriasHanno collaborato:Giovanni Casu, Fabrizio Crasta,Giampaolo Crasta, Lillino Fresu,Tonino Fresu, Antonio Grixoni,Roberto Modde, Riccardo Sgualdini,Salvatore Sini, Sveva Taverna,Giuseppe Vargiu.Stampato in proprioBerchidda, giugno 2006Registrazione Tribunale di Tempion. 85 del 7-6-96piazza del popolo non ha scopo di lucroIndirizzo e-mailgius.sini@tiscali.<strong>it</strong>Indirizzo Internetweb.tiscali.<strong>it</strong>/piazzadelpopolo(in rete da fine luglio)S<strong>it</strong>o indicizzato: webspace.tiscali.<strong>it</strong>www.chirca.<strong>it</strong>

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