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Arte ed estetica in Nelson Goodman - Università Degli Studi Di ...

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una volta dato, appunto, un sistema simbolico. Così, «dire che i sistemi<br />

simbolici sono congegni non è dire […] che possiamo renderli<br />

tali attraverso una mera stipulazione» (RP, 11). I sistemi l<strong>in</strong>guistici e<br />

quelli non-l<strong>in</strong>guistici sono entrambi arbitrari, non perché frutto di<br />

una nostra convenzione, ma perché non esistono relazioni naturali o<br />

proprietà <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche ai segni. Per questo «non posso rendere questi<br />

oggetti rossi chiamandoli rossi – applicando il term<strong>in</strong>e “rosso”. D’altro<br />

canto la l<strong>in</strong>gua italiana li rende bianchi applicando il term<strong>in</strong>e “bianco”,<br />

ma l’applicazione del term<strong>in</strong>e “bianco” non è dettata dal loro essere<br />

già bianchi, qualsiasi cosa possa significare» (MM, 49). Ma allora «i<br />

sistemi simbolici sono artefatti» (RP, 11), perché «l’etichettatura delle<br />

etichette non dipende da ciò di cui esse sono etichette» (LA, 34).<br />

Ogni sistema costruisce un mondo, e «la scelta tra i sistemi è libera»<br />

(LA, 42), perché regole e decisioni si danno solo all’<strong>in</strong>terno di<br />

un sistema, e non esistono “super-regole” o “super-ord<strong>in</strong>i”. Tuttavia,<br />

se ogni regola e ogni decisione «è regolata dall’uso proprio a quel<br />

sistema», è anche vero che ogni decisione «contemporaneamente lo<br />

regola» 56 : tra regola e applicazione, tra regola e uso, c’è un reciproco<br />

rimando, perché le regole esistono solo <strong>in</strong> quanto vigono pragmaticamente<br />

<strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato sistema e <strong>in</strong> questo senso regolano e sono<br />

regolate dagli usi e dalle applicazioni che di volta <strong>in</strong> volta facciamo 57 .<br />

Per questo «il significato di un simbolo dipende dal suo uso, dal suo<br />

contesto e dalla sua storia, così come dalla s<strong>in</strong>tassi e dalla semantica<br />

dei l<strong>in</strong>guaggi o dei sistemi simbolici ai quali appartiene. Il l<strong>in</strong>guaggio<br />

è troppo <strong>in</strong>gegnoso per essere <strong>in</strong>trappolato <strong>in</strong> un astratto sistema generale<br />

di regole» (CS, 222).<br />

Se <strong>in</strong> virtù di questa radicale arbitrarietà dei segni non possiamo<br />

affidarci alla relazione di somiglianza né a quella di corrispondenza,<br />

se la relazione simbolica non è neutra né naturale, se non c’è alcuna<br />

differenza tra segni naturali e segni convenzionali, e se non possiamo<br />

fare appello a proprietà <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche, formali o materiali 58 , per dist<strong>in</strong>guere<br />

le parole dalle immag<strong>in</strong>i o, nella term<strong>in</strong>ologia di <strong>Goodman</strong>,<br />

le “descrizioni” dalle “rappresentazioni”, dobbiamo cercare la loro<br />

differenza <strong>in</strong> un’altra direzione: nel diverso modo di funzionare dei<br />

sistemi l<strong>in</strong>guistici e di quelli non-l<strong>in</strong>guistici.<br />

Sappiamo che «rappresentare è sicuramente riferirsi, stare <strong>in</strong><br />

luogo di, simboleggiare» (WW, 69) – da questo punto di vista «le<br />

rappresentazioni sono figure che funzionano pressoché allo stesso<br />

modo delle descrizioni» (LA, 34) – e sappiamo anche che un segno<br />

è una rappresentazione <strong>in</strong>dipendentemente dalla sua somiglianza con<br />

il referente, dal momento che «un simbolo siffatto può essere una<br />

rappresentazione anche se non denota alcunché» (LA, 196) – come<br />

accade, ad esempio, con le f<strong>in</strong>zioni. Inoltre, sappiamo che non esistono<br />

proprietà <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche, perché quello che dist<strong>in</strong>gue le descrizioni<br />

dalle rappresentazioni «non ha nulla a che v<strong>ed</strong>ere con la loro strut-<br />

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