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profilassi antibioti... - Giot

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14gruppo di lavoro linee guida siotlinee guida siotconsigliato un “redosing” quando durante l’intervento siverifichi una considerevole perdita di sangue (superioreai 1500 ml o se è stata eseguita un’emodiluizione oltre i15 ml/kg), naturalmente dopo aver provveduto al riequilibriodelle condizioni circolatorie.durata della <strong>profilassi</strong>Negli ultimi 25 anni una mole di evidenze cliniche si èandata accumulando a favore dell’impiego di una <strong>profilassi</strong><strong>antibioti</strong>ca a breve termine. La già citata revisionesistematica di Glenny 60 che prendeva in esame tutti gliRCT pubblicati tra il 1966 e il 1998, concludeva che nonvi è alcuna evidenza che prolungare la terapia <strong>antibioti</strong>caoltre le 24 ore postoperatorie riduca la percentuale diinfezioni.Diverse altre successive linee guida e direttive basate sullaraccolta di simili evidenze hanno confermato l’indicazionead eseguire una <strong>profilassi</strong> a breve termine, con dosesingola o con un massimo di tre dosi postoperatorie, e comunquelimitata alla prima giornata postoperatoria 1 88-90 .In definitiva un prolungamento della <strong>profilassi</strong> <strong>antibioti</strong>caperioperatoria oltre le 24 ore è inutile in quanto tende adaumentare i costi in assenza di una maggiore efficacianella prevenzione delle infezioni ed espone il paziente alrischio di sviluppare la colite da C. difficile.Inoltre, in una visione più ampia, la <strong>profilassi</strong> prolungataoltre le 24 ore presenta un effetto negativo sulla flora battericadel singolo paziente e del reparto in quanto favoriscela selezione di microrganismi patogeni resistenti allaterapia <strong>antibioti</strong>ca.In questo contesto bisogna sottolineare il fatto che l’efficaciadella somministrazione della dose singola preoperatoriadi <strong>antibioti</strong>co si è andata progressivamente affermandonella letteratura ortopedica per quanto riguarda ilcampo dell’osteosintesi di fratture non esposte. Nel 2004una metanalisi riguardante la chirurgia per fratture dicollo femore (periodo di ricerca 1966-2000) concludevache l’efficacia della <strong>profilassi</strong> <strong>antibioti</strong>ca nei confronti dellariduzione dell’incidenza d’infezione sembrava essereuguale in caso di dose singola preoperatoria o di dosimultiple 91 . Analogamente, in seguito, un’altra metanalisiha preso in considerazione gli studi di confronto tra dosesingola e dosi multiple nelle fratture chiuse 92 . Questa revisionedella letteratura ha sofferto di problemi metodologiciimposti dalla scarsità di lavori specifici sull’argomento,per cui è stato necessario l’accorpamento dei dati, fattoche ha portato ad intervalli di confidenza piuttosto ampiche inficiano parzialmente le conclusioni. Pur con questelimitazioni, espressamente sottolineate dagli autori,sembra che l’impiego di dosi multiple postoperatorie nonfornisca reali vantaggi nei confronti del rischio d’infezione.La dose singola si è dimostrata anche vantaggiosa intermini di costo-efficacia 93 . Sulla base di questi riscontrifigura 1.più la prima somministrazione dell’<strong>antibioti</strong>co è lontanadal momento dell’incisione maggiore è la probabilitàd’infezione.Frequenza infezioni sito chirurgico6543210> -2 -2 -1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 > 10 Oreincisione➟(da Classen et al., 1992; SNLG 17 Antibiotico<strong>profilassi</strong> perioperatoria80 90nell’adulto, mod.)di recente alcuni autori hanno proposto di estendere la<strong>profilassi</strong> <strong>antibioti</strong>ca perioperatoria con singola dose allachirurgia protesica 94 95 .In realtà per quanto concerne questo particolare argomento(dose singola vs. multipla in chirurgia protesica ortopedica)la ricerca sistematica della letteratura ha mostrato, adifferenza della traumatologia delle fratture non esposte,una sorprendente carenza di RCT specifici. È in questi casidi scarsità di prove certe provenienti da studi randomizzaticontrollati che bisogna ricercare altrimenti le miglioriinformazioni disponibili (best available evidence) 96 . Inquest’ottica è stato tenuto in grande considerazione unvasto studio osservazionale di coorte pubblicato nel 2003che riporta i dati che emergono dal registro nazionaledelle protesi norvegese 43 . L’analisi di questa mole di dati(22.170 protesi d’anca nel periodo 1987-2001) dimostraun’incidenza d’infezione leggermente minore nei pazientiche hanno ricevuto una protesi con cemento <strong>antibioti</strong>co euna <strong>profilassi</strong> sistemica con 4 dosi di <strong>antibioti</strong>co il giornodell’intervento. Simili risultati a favore della dose multiplanelle 24 ore erano già stati ottenuti in uno studio randomizzatocontrollato con un campione insufficiente a raggiungererisultati statisticamente significativi 97 .In attesa quindi di ulteriori prove derivanti da studi benideati e ben condotti con campioni adeguati, appare prudentee in linea con le evidenze disponibili consigliareancora, nel campo specifico della chirurgia protesica dianca e di ginocchio, una <strong>profilassi</strong> <strong>antibioti</strong>ca a breve termine(24 ore) con 2-3 dosi postoperatorie di <strong>antibioti</strong>co.

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