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Fabrizio De André: per sempre contro

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- I Vangeli apocrifi<br />

Il concept-album presentato nel 1970 ha come sfondo culturale i Vangeli apocrifi<br />

(scritti non riconosciuti dalla Chiesa documento ufficiale della vita di Gesù): è la storia<br />

dell’infanzia di Maria, della tristezza di Giuseppe, dell’agonia di Gesù Cristo, del<br />

testamento di Tito il ladrone, della dis<strong>per</strong>azione delle madri dei condannati. Con toccante<br />

sensibilità <strong>De</strong> <strong>André</strong> proietta l’ascoltatore nella vita “privata” e “umana” del figlio di Dio,<br />

dipingendolo, secondo appunto i Vangeli apocrifi, come un normale ragazzo con uno<br />

spiccato senso di generosità e umanità. Insomma: Gesù uno di noi.<br />

- Cosa sono e da dove provengono<br />

L’aggettivo “apocrifo”, in greco, significa segreto, nascosto. Sembra che stesse ad<br />

indicare, fino al IV secolo d.C., alcuni scritti che qualche setta cristiana metteva a<br />

disposizione solo degli iniziati, non ritenendo che gli scritti fossero di facile comprensione<br />

<strong>per</strong> le masse. Quando la Chiesa cominciò a distinguere in “ispirata e no” la letteratura di<br />

Cristo, escluse quei testi apocrifi dal codice canonico. Gli apocrifi sembrano colmare il<br />

vuoto dei quattro canonici sull’infanzia di Maria, la storia di Giuseppe, l’infanzia di Gesù e<br />

la storia di Erode e Pilato. Ma la differenza più affascinante è l’attenzione che gli autori<br />

mettono anche sulla natura comunque umana dei loro protagonisti; costoro, e il popolo<br />

che vive con loro, sembrano semidei di vario grado immersi in una meravigliosa e a volte<br />

anche troppo fantastica leggenda, costretti a viverla come umili e martoriati esseri umani<br />

in balia di questa unica commedia umana. La sco<strong>per</strong>ta più entusiasmante, <strong>per</strong> chi legge i<br />

Vangeli apocrifi è che l’immagine di Gesù, da essi trasmessa, non trasfigurata dal mito e<br />

dalle sovrastrutture dogmatiche, è proprio quella che più sazia oggi la nostra sete di<br />

giustizia, di pace e di amore. Gesù non è negli apocrifi la<br />

vittima espiatoria delle nostre colpe ancestrali, né il figlio di<br />

Dio, che vuole essere adorato, ma l’uomo che si è proposto<br />

come esempio <strong>per</strong> insegnarci a vivere con serenità, con la<br />

coscienza tranquilla che non si lascia corrom<strong>per</strong>e e<br />

contaminare dal male.<br />

I più antichi apocrifi erano i Vangeli appartenenti a<br />

comunità giudaiche, sparse fin dagli albori del Cristianesimo in<br />

Palestina e in Siria. La voce di questi primi cristiani è stata<br />

soffocata. <strong>De</strong>i loro Vangeli non rimane che qualche citazione,<br />

talora distorta e malevolmente interpretata, negli scritti<br />

posteriori dei Padri della Chiesa. Per gli Ebioniti<br />

(dall’ebraico “ebionim”, gli “umili”), Gesù era un uomo<br />

giusto che, ispirato da Jahveh come gli antichi profeti biblici,<br />

aveva tuonato <strong>contro</strong> i ricchi, i potenti, i profittatori. La presenza tra i suoi discepoli di<br />

almeno tre Zeloti faceva credere che egli si fosse investito di una missione rivoluzionaria,<br />

che era andata fallita, ma aveva fatto di lui un simbolo sacro.<br />

I Nazareni (da “nazir”, il “separato”) riconoscevano in Gesù un modello di purezza e<br />

di rigore morale, che li teneva separati, non contaminati, dalla corruzione della società. Per<br />

darne segno, essi seguivano un’usanza che si fa risalire a Mosè: un voto <strong>per</strong>enne o<br />

temporaneo di castità e semplicità dei costumi, tenendo <strong>per</strong> tutto il <strong>per</strong>iodo del voto i<br />

capelli intonsi. Il loro nome corrisponde all’epiteto dato a Gesù stesso il “nazareno”, che<br />

non deriva, come comunemente si crede da Nazareth, inesistente a quei tempi, ma<br />

denuncia invece, anche da parte di Gesù, l’osservanza di un simile voto. Altrettanto casti,<br />

poveri, e vegetariani, erano i Nicolani, secondo la tradizione fondati da un diacono dei<br />

primi apostoli, di nome Nicola, e più tardi gli Encratiti, che, rinunciando anche al vino,<br />

commemoravano il ricordo di Gesù cenando con pane e acqua.Questo comportamento di<br />

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