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Tokusho - Bellavite

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INTERVISTA Francesco MandelliCONQUELLAFACCIAUN PO’COSÌLo conosciamo come il Nongio, nomignolo affibiatogli da Andrea Pezzial suo debutto su MTV, nel programma <strong>Tokusho</strong> (correva l’anno 1998).Non-giovane, per dire che Francesco Mandelli non era l’ennesimo VJ,assoldato per infrangere cuori teen, lanciando hit musicali.Francesco è qualcosa di più. Per esempio un conduttoreche ci mette sempre del suo, che ha sempre qualcosa da dire,nel modo più schietto possibile. Se ci scappa un sorriso poi…di Silvia GaleazziVivere 11


INTERVISTA Francesco MandelliFrancesco nasce a Erba, nel 1979, sottoil segno dell’Ariete. Il padre gli ha trasmessola passione per la Formula 1, ilsuo eroe è Gilles Villeneuve. Suona per dilettonegli Orange, il gruppo indie natocome cover band degli Oasis, ma che orabrilla di luce propria. Potevamo incontrarloin uno studio, taccuino alla mano, pronto perrisolvere il nostro complesso di Edipo, peccatoche condurre programmi di successo suMTV è diventato un lavoro a tempo pieno. Ilragazzo dall’aria un po’ dandy, ciuffo romanticoe sguardo disincantato, ha la faccia giustaanche per il cinema: lo ricordiamo,bravissimo, in “Manuale d’amore” e divertentenei cinepanettoni “Natale a NY” e “Natalea Miami”. A gennaio reciterà nel film diVenier “Generazione Mille Euro”, tratto dallibro scritto da Antonio Incorvaia e AlessandroRimassa (nel cast Paolo Villaggio, CarolinaCrescentini, Francesca Inaudi). Francesco viaggiaper il mondo, racconta i giovani e la musica, e cerca dicomunicare la sua visione delle cose con un fare ironico,mai banale, elegantemente rock n’roll. Tutti i lunedì, alle14.00 su MTV, va in onda con Lazarus, un programmaon the road condotto insieme all’amico-collega AlessandroCattelan.Francesco, è un duro lavoro, ma qualcuno dovràpur farlo. Come è andata l’avventura di Lazarus?È stata un’esperienza intensa, piena di imprevisti e avventure,e tra i mille spostamenti e le tante persone incontrateabbiamo avuto anche le nostre giornate no.Lazarus è costruito attorno alle tappe del nostro viaggioin America attraverso i luoghi in cui i grandi artistisono morti, diventando eterni. Da Seattle a New York,passando per Portland, San Francisco, Los Angeles, LasVegas, Nashville, Memphis. Quando ho riguardato laprima puntata (andata in onda il 15 settembre, ndr),che ha coinciso con il primo giorno di riprese, ho rivissutotutte le emozioni di quei primi momenti incasinati.Abbiamo cominciato a rodare dalla terza tappa in poi.Questo viaggio è stata un’evoluzione continua, la nostraconsapevolezza aumentava col passare dei giorni.Il momento più bello?In macchina da San Francisco a Los Angeles, un fantasticoon the road sulla costa californiana. Cercavamodi prepararci il meno possibile, per salvare la spontaneitàe riprendere il reale corso degli eventi, e in quellapuntata ci siamo riusciti in pieno. Ci siamo persi, la poliziaci ha fermati, ed eravamo stanchi morti, eppure laserotonina era al massimo, grazie al paesaggio e allaVIAGGIO TRAGLI IMMORTALIDEL ROCKLazarus è il programmaon the road negli Usadi Alessandro Cattelane Francesco Mandelli, inonda su MTV. I due VJhanno toccato i luoghiin cui grandi artistisono venuti a mancareper diventareimmortali: dalla Seattledi Kurt Cobain e JimiHendrix, alla LosAngeles di MarilynMonroe e JimMorrison, passando perla Las Vegas di 2pac, laMemphis di Elvis e laNew York di HeathLedger e Malcom X.bella atmosfera nel gruppo. È lapuntata che preferisco, perchéè la più fedele all’idea del programma:racconti di viaggio didue amici in giro per l’America,in un mese di cazzeggio e avventura,incontri interessanti eposti incredibili. Girare Lazarusnon è stato facile, ma abbiamocercato di essere veri.Il viaggio in America incerca di avventura e di arricchimentoè il sogno ditutti. Ma da Kerouac a oggine è passato di tempo, oragli americani aspettano disapere chi sarà il nuovo Presidente e intanto annaspanoin una spaventosa crisi finanziaria. Cheatmosfera hai respirato laggiù?Non voglio fare l’esperto, posso solo raccontarti che lavoglia di un forte cambiamento è tangibile tra le personeche incontri. Obama è vissuto come una rockstar,un’icona da stampare sulle magliette, un uomo in cuicredere. Ma non conosco l’America del Midwest, tantomenola complessità di un Paese culturalmente diversoda noi, e non sono in grado di dire chi la spunterà traObama e McCain, vedremo. A Los Angeles ho visto glihomeless, e sono rimasto colpito dal fatto che laggiù lamiseria la puoi toccare con mano, perché la gente poveravive per strada in condizioni da terzo mondo. Eravamosul famoso canale che divide la città in due, l’EastSide e il West Side, quando ho visto una famiglia uscire12 Vivere


INTERVISTA Francesco Mandelli“da un buco, scavato su un argine delcanale, forse un punto di scolo. Quellaera la loro casa. Dell’America mi hacolpito anche la cultura della violenza,un tema che abbiamo affrontato nellapuntata dedicata alle gang, gruppi diragazzi che insanguinano una guerraviolenta. Un fenomeno che purtropposta arrivando anche da noi.Lasciamo da parte l’Amercia eparliamo un po’ di te. Ormai sonodieci anni che fai televisione. Da quando hai esorditocon Andrea Pezzi, cosa è cambiato nel tuomodo di condurre?Non mi sono mai considerato un VJ, del resto anche AndreaPezzi me lo diceva sempre: “guardaci… siamo diversi!”.Cerco di fare TV senza troppe costruzioni,mettendo la mia personalità in tutte le cose che faccio.Non c’è un modo brutto o bello di fare televisione, ma seconduco un programma deve essere come dico io. Daquando ho iniziato a fare TV lo schermo si è affollato digente che vuole diventare famosa, programmi come ilGrande Fratello e Amici hanno spalancato alla genteNon mi sonomai consideratoun VJ, del restoanche AndreaPezzi me lodiceva sempre:guardaci…siamo diversi!le porte dello spettacolo, ma io ho sempre voluto tenerela testa fuori dal mucchio.Se non avessi un posto fisso in TV avresti fatto lopsicologo?Ho lasciato psicologia dopo circa un anno e mezzo,quando MTV è diventato un lavoro, che mi soddisfa emi fa svegliare contento la mattina. Adesso che ci penso,ho scelto psicologia perché già dopo il liceo mi sentivoportato a comunicare con la gente. Dici che è stata unascelta terapeutica?Può darsi, ma a qualcosa dovevi pur rinunciare.Tra impegni in TV, in radio e sui set cinematografici,c’è anche il tuo gruppo, gliOrange. Riesci a star dietro atutto?Ma va! Sono sempre in sbattimento espesso anche in ritardo. Faccio unsacco di cose, sono curioso e mipiace esplorare. Il gruppo è il nostrodivertimento, un impegno che nonha nulla a che vedere con il lavoro. Cipiace suonare in giro, siamo andatiad ogni tipo di feste e locali, ultimamentericonosciamo le facce di chi cisegue con più attenzione. Per loro, eper tutti quelli che vorranno, sta per”uscire un disco, prodotto da un’etichettaindipendente. Oh… non pensareche aspiriamo a passare su MTV,non ci riteniamo dei professionisti!Che rapporto hai con Monza?Ottimo, era la meta di evasione per me e i miei amici,quando andare a Milano era come andare a NY! Sonoappassionato di Formula 1, mi sveglio presto per seguirele gare all’autodromo, in un parco bellissimo, ma cheposso volere di più?Il tuo eroe è il funambolico Gilles Villeneuve…Villeneuve era un eroe. Se fosse morto in America, e quivedi che si chiude il cerchio, sarei andato a visitare lasua tomba. Era un eroe romantico, non si capiva bene sefosse un pilota puro. Aveva qualcosa in più. 14 Vivere

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