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“Fenomeno” di Brugada intermittente - Giornale Italiano di ...

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GIAC • Volume 5 • Numero 3 • Settembre 2002chicar<strong>di</strong>a ventricolare polimorfa e dalla fibrillazioneventricolare. L’innesco <strong>di</strong> queste aritmie è tipicamentein<strong>di</strong>pendente dallo stress fisico e mentale, con esor<strong>di</strong>ofrequente durante il riposo notturno. La morte improvvisanon è infrequente come sintomo d’esor<strong>di</strong>o e l’etàme<strong>di</strong>a dei soggetti sintomatici è tra la terza e la quartadecade <strong>di</strong> vita, ma già nella prima infanzia sono descrittieventi fatali. 11 Poiché attualmente l’unica terapiain grado <strong>di</strong> prevenire i sintomi è l’impianto <strong>di</strong> unAICD, 1,12-14 appare <strong>di</strong> vitale importanza una <strong>di</strong>agnosipreclinica dei pazienti asintomatici da sottoporre a stratificazionedel rischio per la prevenzione primaria dellamorte improvvisa.Il mezzo più appropriato per la conferma <strong>di</strong>agnosticaè ancora oggi l’ECG che può mostrare, in soggettisenza car<strong>di</strong>opatia strutturale, le alterazioni tipiche dellasindrome <strong>di</strong> <strong>Brugada</strong> (elevazione del tratto terminaleFIGURA 3IIIIIIaVLaVFV1V2V3V5V6base ajmalina isoproterenoloTest farmacologici: accentuazionedelle alterazioni del tratto ST duranteinfusione <strong>di</strong> ajmalina e normalizzazionedel quadro elettrocar<strong>di</strong>ograficodurante infusione <strong>di</strong> isoproterenolo.del complesso QRS, sopraslivellamento <strong>di</strong>scendente aconvessità superiore del tratto ST, onda T negativa) siain con<strong>di</strong>zioni basali sia dopo somministrazione <strong>di</strong> farmaciche bloccano i canali del so<strong>di</strong>o (ajmalina, flecainide,procainamide, propafenone) o che agiscono sull’equilibriodel tono neurovegetativo (β-bloccanti, stimolantiα-adrenergici, stimolanti i recettori muscarinici). Purtroppo,le alterazioni elettrocar<strong>di</strong>ografiche che caratterizzanola sindrome <strong>di</strong> <strong>Brugada</strong> sono soggette a variazioninel corso del tempo, e sono frequenti le fasi <strong>di</strong>transitoria normalizzazione dell’ECG, che rendono estremamente<strong>di</strong>fficile la stima della reale incidenza <strong>di</strong> questamalattia nella popolazione generale. 15,16 Il nostro casoclinico descrive il riscontro occasionale <strong>di</strong> un fenomenoelettrocar<strong>di</strong>ografico <strong>di</strong> <strong>Brugada</strong> legato all’esecuzione <strong>di</strong>un ECG eseguito per dolore toracico. La concomitanza<strong>di</strong> un sopraslivellamento del tratto ST, non presente aun ECG precedente, e <strong>di</strong> una precor<strong>di</strong>algia persistenteha rappresentato una “trappola” nell’iter <strong>di</strong>agnosticodel nostro paziente che ha portato inizialmente a considerarel’ipotesi <strong>di</strong> un infarto miocar<strong>di</strong>co acuto a sedeanterosettale. In questo caso è probabile che le caratteristichealterazioni dell’ECG siano state esacerbate dall’iperventilazionelegata alla forte sintomatologia dolorosaaccusata dal paziente al momento del ricovero. Laconferma <strong>di</strong>agnostica è venuta dai test farmacologicieseguiti durante il SEF, dove la somministrazione <strong>di</strong>ajmalina ha esacerbato le alterazioni del tratto ST mentrel’isoproterenolo le ha fatte regre<strong>di</strong>re.Quando il nostro paziente venne ricoverato, i criteriper la stratificazione del rischio erano quelli propostidallo schema <strong>di</strong> <strong>Brugada</strong> et al. che prevedeva una sud<strong>di</strong>visionedei pazienti in 4 classi, sulla base <strong>di</strong> caratteristichecliniche e sull’inducibilità al SEF <strong>di</strong> aritmie ventricolarimaligne. 17,18 Secondo questo schema il nostropaziente è stato inquadrato nella categoria D (asintomatico,anamnesi familiare negativa, non inducibilitàal SEF) e quin<strong>di</strong> non è stata posta in<strong>di</strong>cazione all’impianto<strong>di</strong> AICD, ma al controllo clinico perio<strong>di</strong>co pervalutare la comparsa <strong>di</strong> sintomi (in particolare la sincope)legati ad aritmie.La gestione terapeutica <strong>di</strong> questi pazienti costituisceun importante nodo decisionale, soprattutto allaluce <strong>di</strong> alcuni dati che segnalavano in soggetti asintomaticiun elevato rischio (oltre il 30%) <strong>di</strong> sviluppareun arresto car<strong>di</strong>aco nei 2 anni successivi alla <strong>di</strong>agnosi120

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