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Newsletter 3 - Bioenergetica e società

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C E N T R O S T U D I<strong>Newsletter</strong>Continuano le conferenze che affrontano il tema del “grounding”. Le prossime due conferenze, nella sededel Centro Studi di Psicoterapia, in Via Pisacane 11/3, saranno il 5 Febbraio e il 2 Aprile alle 21. Il temadel 5 Febbraio sarà “La realtà interna”. Concluderemo il 2 Aprile con “La realtà esterna”. In prima paginail report di Maura Rossi sull’incontro di Riomaggiore del 29 Novembre. La giornata esperenziale cheapriva il ciclo di quest’anno. Un grazie sentito all’Ente Parco delle 5 Terre<strong>Newsletter</strong> trimestraleN°3/2009Classi d’esercizioBioenergeticheContinuano le classid’esercizio a Genova ea Chiavari con l’iniziodelle nuove classitenute dai neoconduttori. Perinformazioni ediscrizioni:010 562164Il cerchio deigenitoriL’11 Febbraio inizia aChiavari il cerchio deigenitori, con incontriquindicinali, dalle 21alle 22,30. Il cerchio, apartecipazione gratuita,è aperto a 10 persone.Per info:RitaCompagnoni3386176321Intensivo di classid’esercizioConduce PaolaBacigalupo7 Marzo dalle 9,30 alle12,30.Genova; Centro Studidi Psicoterapia,Via Pisacane 11/3Per info: 0105621643391289031e.mail:pao.bacigalupo@libero.itIl processo di supervisione alla luce della regolazione affettiva.Il tema della regolazione degli affetti, nella tradizione dell’attenzione aiprocessi di autoregolazione corporei, permette di cogliere lo svolgersi dellarelazione terapeutica come strumento di regolazione interattiva chepromuove la crescita personale. Nel corso dei tre incontri esploreremocome sia il transfert che il controtransfert possono essere letti alla luce deiprocessi di regolazione e come le modalità di regolazione influenzano loscambio clinico. Ogni incontro, della durata di tre ore ciascuno, dalle 10alle 13, utilizzerà come strumenti di riflessione e lavoro, la presentazionedi casi e l’analisi della risonanza corporea-emotiva.Genova, Centro Studi di Psicoterapia: 28 Febbraio, 28 Marzo,23 MaggioDott.Nicoletta Cinotti Per info: 3482294869 010 562164e.mail:niccino@libero.itwww.bioenergeticaesocieta.itIncontro con la<strong>Bioenergetica</strong>.L’esperienza diRiomaggioredi Maura RossiVorrei parlare dell’esperienza vissuta aRiomaggiore, grazie all’ospitalità diNicoletta, Paola e Giuseppe, come un buonesempio di “ambiente” bioenergetico. Alcunemie considerazioni sono confermate dalfeedback di persone che partecipavano per laprima volta a un’esperienza di questo tipo ederano certamente digiune di teoria e tecnica.Torre Guardiola è un luogo speciale,abbarbicato su una collina di macchiamediterranea, affacciato su uno dei panoramipiù belli del mondo: tutti i sensi vengonostimolati, basta respirare, annusare, ascoltaree guardare e ci si sente nutriti e sostenuti.L’ambiente ideale per vivere un’esperienzabioenergetica nella sua complessità, che iopercepisco sostanziata da alcuni elementi.Uno di essi è lo stare fisicamente accanto achi è cresciuto personalmente eprofessionalmente nell’esperienza corporea,in generale, e in quella bioenergetica, inparticolare. Questa vicinanza fisica trasmetteun senso di bontà che nasce da unabenevolenza nei confronti del corpo. Perquanto, in analisi, si lavori alladecolpevolizzazione della corporeità, il corporimane tabù: tutta la componente fisica delsetting trasmette che il corpo “è tollerato, madeve stare al suo posto” e che protagonistasarà la parola “sul” corpo, non quella “delcorpo”. Poter fare esperienza, come èaccaduto ad alcuni, in un gruppo così ampiocome quello ospitato a Torre Guardiola, che irumori del corpo non sono “banditi” inquanto inopportuni, non è solo sconvolgenteper chi la fa, richiede anche un ambienterelazionale capace di accostarsi al tabù conatteggiamento accogliente, ma prudente erispettoso (altro elemento propriodell’esperienza bioenergetica).Il contatto con la natura non è soltanto unabella cornice dell’esperienza, ma ne è parteintegrante. Abbiamo trascorso una giornataletteralmente immersi nella natura, abbiamopotuto stare in contatto col nostro corpo, divolta in volta, cullati dalla luce e dal teporedel sole o dal rumore del temporale e dellapioggia. In particolare, il momento deltemporale e della pioggia è arrivato duranteun esercizio che richiamava in molti l’esserepiccini, in un lettino, al caldo della copertina:un senso di protezione, di “non puòsuccedere nulla di male”.Un’altra sensazione che l’ambientebioenergetico mi trasmette come peculiare èche, anche quando si incontrano personenuove, esse hanno qualcosa di familiare.Credo che anche questo passi attraverso ilcorpo, che la percezione di familiarità nascadall’essere vicini a persone che “hannofamiliarità col corpo”.Penso sia, a livello corporeo, ciò che sisperimenta nei gruppi analitici benfunzionanti: ci si sente in contatto con glialtri, quando si è in contatto profondo con sestessi e si comunica a partire da quel contatto.Non è un “esser buoni”, cosa ben nota per isuoi aspetti costrittivi, è un essere bendisposti e curiosi verso qualcosa che non sigiudica sbagliato, ma prezioso.Questa comparazione mi aiuta ad introdurreun altro elemento della complessitàesperienziale bioenergetica: accedere allacomprensione soddisfacendo un bisogno chela parola non può soddisfare.Segue pag. 2N°3/2009www.bioenergeticaesocieta.it 1


C E N T R O S T U D I D I P S I C O T E R A P I AIncontro con la bioenergetica. L’esperienza diRiomaggiore ...segue da pag.1Credo che il bisogno di esser capiti “senzaparole”, che a volte sperimentiamo, venga daquel tempo lontano in cui non avevamodavvero le parole per esprimere il nostrobisogno e dipendevamo totalmente dallacapacità di comprensione “senza parole”dell’altro. La comunicazione bioenergetica èuna risposta a quel lontano bisogno epercepire nell’altro quest’intenzione di“capire senza parole” da risposta a quelpiccolo essere che alberga in noi.Terminerei con un ultimo elementoesperienziale bioenergetico che consideroconsequenziale ai precedenti: la scoperta delcorpo non come fardello, impedimento onemico, ma come un alleato.Questo arricchisce enormemente l’esperienzadi potersi “fidare” dei propri vissuti edemozioni, che costituisce uno dei capisaldidell’analisi. La arricchisce perché le dàfondamento e sostegno.Credo che molte analisi o momenti analiticisiano esperienze tristi, perché ladisattenzione al corpo “in carne e ossa”limita e soffoca la vitalità della relazioneterapeutica. Il corpo non è solo l’ultimaspiaggia in cui si arenano molti percorsi divita e di conoscenza, il corpo è anche il sacrorecinto e custode della nostra intimità piùriposta. Proprio perché, come ogni “luogo”sacro, sfugge e si chiude, se lo forziamo conla ragione.Gregory Bateson, verso la fine dei suoigiorni, scrisse con la figlia Mary Catherine illibro “Dove gli angeli esitano”. In queltempo, lui, che così brillantemente avevadato avvio a un’epistemologia della mente edella comunicazione, riconosceva lalimitazione della ragione nell’accostarsi alsenso del sacro, davanti al quale “anche gliangeli esitano”. Mentre finiva i suoi giorni“in compagnia” del cancro, lui, uomo senzapregiudizi, appassionato e curioso, sentì chelo facevano star meglio le conversazioni conuna vecchia santona che le cure dei medici.Aveva un atteggiamento corporeo aperto esemplice, come il suo modo di andareincontro a lontane culture, esseri umanidistrutti dalla guerra e animali, sempre con ildesiderio di imparare. Senza difficoltàammise di non aver trovato il modo disuperare quel limite. Voglio ricordarlo quiperché l’esperienza bioenergetica sembra siaindicare la soglia del sacro, cioè il nostrocorpo, a partire dall’esperienza preverbale,sia il modo prudente e rispettoso di cui ilsacro ha bisogno per disvelarsi alla nostracoscienza. L’esperienza di Riomaggiore èstato un gustoso e prolungato assaggio di unparticolare ambiente per coloro che siaccostavano ad esso per la prima volta. Soche alcuni dei partecipanti sorriderannoripensando alle leccornie di cui era ricco ilbuffet, ma non è di questo che sto parlando.Preferisco parlare di ambiente, non perché lepersone e le relazioni che gli danno vita nonabbiano importanza, ma perché è come se lerelazioni, che solitamente si evidenzianoattraverso la comunicazione verbale, sifacessero da parte per dar spazio a un mezzocomunicativo diffuso in cui ciascuno puòritrovare il modo del bambino o dell’animaledi percepirsi e muoversi in mezzo agli altri.Quando questo, come a Riomaggiore, sirealizza, allora forse riusciamo, per un po’, afarci addomesticare e condurre dal nostrocorpo, ritrovando e magari anche donandocalore e conforto.L’esperienza delcontatto. Report dellapresentazione di Riomaggioredi Nicoletta CinottiReich ipotizzò che il contatto e il ritiro dalcontatto fossero i due movimenti di base, siadal punto di vista psichico che biologico.Questa idea nasceva dall’osservazione che lavita si muove verso il piacere e si ritira econtrae in condizioni di dolore. Esperienzedolorose croniche possono formare unacorazza che rende difficile muoversi verso ilcontatto. Come dimostravano le sue amebe,il contatto è una esperienza che ha caratteredi simultaneità. Le amebe si muovonosimultaneamente l’una verso l’altra e siritirano simultaneamente l’una dall’altra. Daqui l’idea che ogni fenomeno vivente -essendo tutti gli esseri viventi delle unitàorganismiche - rispondano al criteriodell’oscillazione tra contatto e ritiro. Oggi cirendiamo conto che i fenomeni legati almondo vivente sono fenomenicontemporanei e non sequenziali, comehanno dimostrato Varela e Maturana nelleloro ricerche (Maturana, Varela 1980)Quando siamo capaci di avvicinarci eallontanarci liberamente, protenderci eritirarci senza essere trattenuti dalle nostre“corazze”, siamo in grado di autoregolarci.L'integrazione fornita dall'autoregolazioneviene percepita come un senso di benesserein noi stessi o nelle nostre relazioni, un sensodi vitalità e soprattutto una percezione disignificato. L’autoregolazione nasce da unaesperienza riuscita di regolazione interattivae non viceversa (Schore 2003). Ecco perchè ècosì fondamentale lavorare sul contatto. Noisiamo disponibili a livelli diversi di contatto.In genere tolleriamo un contatto superficialecon tutti. Mano a mano che il contattodiventa più intimo emergono “gusti” e“intolleranze” . Quando sperimentiamo uncontatto intimo ci sentiamo gratificati,sorridiamo, ci rilassiamo. Dentro di noirisuona un “bene”. Un bene che, perchè siapieno, richiede che sia condiviso. Noirispondiamo all’attivazione relazionale edemotiva, con una valutazione primitiva,chepuò assomigliare ad un “bene” o “male”, aseconda della qualità globale dellaconfigurazione percettiva ed emotiva. Da quispesso parte una reazione, che ripetemodalità conosciute, ma non sempreadeguate, di risposta. Queste modalità hannouna emozione di base che attribuisce unsignificato “non conscio” agli eventi.Lavorando sulla “corazza”, sul corpo,facilitiamo due tipi di processi:I. rallentiamo la reazione e perciòaumentiamo la consapevolezza;II.manteniamo il contatto con il momentopresente. Potremmo così scoprire che larisposta attuale è diversa da quellapassata.Questo è il lavoro sulla self-awareness nelcontatto. L’elemento cardine del processo diautoregolazione. Il contatto è una esperienzatrans-modale. Mette insieme diversi registrisensoriali. Mette insieme il nostro senso di sè.E il nostro senso dell’altro. Ci permette di“sentirci insieme”, con noi stessi e con glialtri. Il contatto quindi modula sia l’intimitàcon noi stessi che con gli altri. Quando siamoin contatto sperimentiamo “sintonia”Una ripetizione della primitiva sintonia conla madre. (E questo a volte può complicare lecose). Una ripetizione della primitivasintonia con l’ambiente sociale e naturale (Equesto a volte può complicare le cose).Questa qualità di contatto condiviso richiedepercezione di sè, dell’altro, del gruppo edell’ambiente. La capacità di modularedistanza e vicinanza, tollerando le inevitabilifrustrazioni.Riassumendo possiamo dire che gli“organizzatori” del contatto sono:I. la corazza che regola distanza evicinanza;II.III.IV.il piacere vs. dolore, che regoladistanza e vicinanza, in una alternanzatra espansione e ritiro riparativo. Unaalternanza che in condizioni di salute èun fluire dinamico da un polo all’altro;il grounding che regola il contatto conla realtà, interna ed esterna,il respiro che regola il sentire. Sentire inA.B. significa sentire le emozioni.Questi “organizzatori” modulano e regolanola percezione corporea ed emotiva e, quindi,il contatto con noi stessi, con gli altri, con lacomunità e con l’ambiente. Concludiamolasciando la parola a Lowen:“Entrare incontatto è il processo che mette in grado dipercepire la rigidità e le tensioni che bloccano ilflusso dell’eccitazione e del sentire. Solo avendo lapercezione di una tensione la si può eliminare”Segue pag.32www.bioenergeticaesocieta.it


C E N T R O S T U D I D I P S I C O T E R A P I A“Essere in contatto con il proprio corpo non è unostato di perfezione ma di vitalità. Per quanto sipossa lavorare sul proprio corpo vi sarannosempre delle tensioni che resistono. Ciò non devescoraggiare dall’eseguire gli esercizi. Vuolesemplicemente dire che dobbiamo farliregolarmente se si vuole restare in contatto con ilproprio corpo”. “Gli esercizi comportano dueazioni, una di grounding e l’altra di estensione, ilprotendersi. Protendersi significa allungarsi nontendersi rigidamente” (Lowen A.(1977);Espansione e integrazione del corpo inbioenergetica, Astrolabio)Conoscersi attraversoil movimentodi Paola Bacigalupo“Il cervello è solo uno degli elementi di uncomplesso sistema che è il nostro corpo.Acquisiamo informazioni ed interagiamo con ilmondo attraverso i nostri corpi ed i nostri corpicambiano con –ed in alcuni casi cambiano – iprocessi cognitivi ed emotivi” (Kutas &Federmeier 1998,).L’idea che questo titolo mi suggeriva è laprospettiva di esplorare il contatto con sé apartire dalla percezione dei movimentiespressivi e delle sensazioni corporeeinteriori: fare esperienza di ciò che è presentesenza cercare di cambiarlo o di dargliun’interpretazione.Ciò che sottende questa prospettiva è laconsiderazione che la conoscenza di sé stessinon si riduce ad un semplice atto mentale,ma passa attraverso la connessione tra autoesplorazione, consapevolezza e possibilità diautoespressione attraverso il movimento.Secondo l’approccio dell’Analisi<strong>Bioenergetica</strong>, che si basa sul principioreichiano dell’unità funzionale di mente ecorpo i conflitti psicologici si strutturano nelcorpo come tensioni muscolari che inibisconola consapevolezza e l’espressione deisentimenti inibendo l’impulso e quindi ilmovimento.L’emozione è letteralmente un evento -movimento interno al corpo, bloccare lafunzione della percezione significa negarel’accesso di quel sentimento allaconsapevolezza, ciò comporta la perditadella sensibilità di una parte del nostrocorpo, e quindi una minore capacità diautopercezione,e una riduzione del senso disé.Questa mancanza di contatto produce unadisconnessione tra il Sè corporeo e l’io. llnostro Sé non è una immagine prodotta dalnostro cervello ma un organismo realevivo;è tutta la persona.Secondo la prospettiva neuro-biologica ènella mente che la persona ha la capacità diraccogliere tutte queste funzioni percettive equindi tutta la propria corporeità. Inparticolare l’emisfero destro è centrale perl’elaborazione delle informazioni che sonoricevute direttamente dal nostro corpo.Quest’emisfero opera attraverso un processo“bottom up” , cioè dal basso,originato nelleregioni inconsce sottocorticali o corticali.Queste regioni “ afferiscono alle regionipreconscie più elevate della cortecciacerebrale potendo così completarsi con lacapacità di una introspezione verbalizzatache è propria della corteccia sinistrasuperiore e frontale Questo costituisce ilsubstrato che permette l’integrazione,lacongruenza, l’armonizzazione tra sé eimmagine dell’io.Lowen afferma che il sè è un fenomenobiologico presente dalla nascita , costituitodal corpo e dalle sue funzioni molte dellequali operano al di sotto del livello diconsapevolezza. La coscienza del proprio Sé,invece, si forma attraverso il consolidamentodell’Io, che è un organizzazione mentale, e sidefinisce attraverso la consapevolezza,l’espressione e la padronanza di sé. Desideroconcludere con una sua citazione dal libro“<strong>Bioenergetica</strong>” che esprime in modopoetico e profondo l’essenza di questadualità e della possibilità di integrazione.“Una luce senza ombre è un bagliore doloroso. Sepotessimo illuminare tutto,rischieremmo di creareun “senza” che distruggerebbe la coscienza .Sarebbe come il “flash” di luce nel cervello di unepilettico che precede la convulsione e il black out.Noi continuiamo a spingere la coscienza verso ilvertice della piramide, ma così possiamofacilmente arrivare con leggerezza fino allo statodell’autocoscienza e rimanerne annichiliti. Labioenergetica procede in modo diverso . Espandela coscienza verso il basso e porta così la personapiù vicina all’inconscio. Il nostro scopo non èquello di rendere conscio l’inconscio ma quello direnderlo più familiare e meno spaventante.Quando scendiamo fino a quell’area di confinedove la coscienza del corpo tocca l’inconscio, cirendiamo conto che l’inconscio è la nostra forza,mentre la coscienza è la nostra gloria.Percepiamocon i nostri sensi l’unità della vita e ci rendiamoconto che la vita è il significato della vita.Possiamo anche scendere oltre e permettereall’inconscio di avvolgerci in un bel sonno o in unestatico orgasmo. Ci rinnoveremmo allora nellaprofondità della fonte del nostro essere epotremmo risorgere a un nuovo giorno con unacoscienza espansa che non ha bisogno di rimanereaggrappata alla sua effimera luce per paura delbuio”.Grounding e postura.Report di Riomaggioredi Giuseppe CappellettiComincio dalla definizione loweniana digrounding “…in senso traslato è un modo perdire che la persona ha i piedi per terra, che lapersona sa dove è e sa chi è. In senso più ampio ilgrounding rappresenta il contatto dell'individuocon la realtà base della sua esistenza.”Lowenprende atto della tendenza dell’uomooccidentale ad essere centrato nella partesuperiore del corpo, in particolare nellatesta ; questo comporta che l’uomo vadaperdendo caratteristiche importanti del suofunzionamento ed egli propone di abbassarequesto centro, di portarlo nella parteinferiore del corpo. La posizione di base inbioenergetica, altrimenti detta posizione di“grounding”, prevede che i piedi sianoparalleli, distanti la larghezza del bacino, e leginocchia leggermente flesse sulla stessalinea dei piedi, può aiutare a rendere piùprecisa questa posizione nella distribuzionedel peso del corpo, sentire l'appoggio delpiede su tre punti, il primo corrisponde allatesta del 1° metatarso, il secondo alla testadel 5° metatarso ed il terzo posteriormente,al centro del tallone: nel momento in cuiassumiamo questa posizione e lasciamolibero il corpo di riallinearsi inneschiamouna serie di micro e macro-aggiustamentidella nostra posizione nello spazio (postura).Mi interessa focalizzare l'attenzione su alcunidi questi cambiamenti e sulle conseguenzeche essi comportano nell'assetto posturale,nelle sensazioni viscerali e nei movimentiemozionali, permettendo alla persona diriappropriarsi di quella parte di energia che“sta in basso”.Per esempio, quando cimettiamo in grounding, il bacino gode diuna libertà di movimento maggiore,soprattutto lungo l'asse antero-posteriore, edella possibilità di assumere una posizionepiù comoda, più libera e meno trattenuta,può dondolare come il sedile di un altalenasostenuto da due pali piantati correttamentenel terreno; inoltre lo spazio pelvico è piùfacilmente raggiungibile dall'onda delrespiro, anche in virtù del minor grado ditensione dei muscoli lombari e di quelli dellaparete addominale anteriore, e questacondizione a sua volta amplifica lesensazioni che si generano in questa zona.Sappiamo dalle tradizioni orientali che nelbasso ventre viene collocato il punto diequilibrio della persona, il baricentro, ilpunto di incontro tra alto e basso, tra la testaed i piedi.Un altro aggiustamento importante riguardala posizione ed il movimento del diaframma:la posizione di grounding ed il suo effettosulla posizione del bacino cambianosignificativamente la qualità del movimentorespiratorio: il diaframma è messo nellacondizione migliore di esercitare la suaazione ed il coordinamento del movimentodiaframmatico con quello del bacinorendono l'onda respiratoria più ampia, fluidae potente.La spinta di questa onda è ingenere condizione sufficiente per mantenereaperta la comunicazione tra l'alto ed il basso,tra ciò che sta sotto e ciò che sta sopra ildiaframma, regolando la posizione dellaparte superiore del corpo, sostenendolaquando tende ad una condizione diCENTRO STUDI DI PSICOTERAPIA VIA PISACANE 11/3 GENOVA 010562164 3


C E N T R O S T U D I D I P S I C O T E A P I Aquando invece tende a diventare gonfia epletorica. Non è più necessario “tenere su”,magari mantenendo il torace sempre un po'gonfio, oppure contraendo le spalle, o ancorairrigidendo il collo: il recupero dellepotenzialità fisiche della parte inferiore delcorpo alla causa di una postura armoniosa,permette alla polarità superiore di lavoraremeno e di lavorare meglioSciogliere la “corazza muscolare” che bloccala parte inferiore del corpo armonizza lapostura ed equivale a ristabilire un miglioreequilibrio tra le parti , recuperando allefunzioni dell'organismo la ricchezza dimovimenti sensazioni ed emozioni che lacorazza teneva sequestrati.Concludo con la citazione di un anticoproverbio egiziano che dice:"Il seme non può germogliare verso l'altosenza che al tempo stesso le sue radici siestendano verso il basso".La ricerca inLowen:teoria ,tecnichee metodoNel 1977 Lowen pubblicava un articolo sullarivista “Pulsazioni” dell’Istituto di Bio-Energetica W. Reich. In questo articolodescriveva sinteticamente che cosacontraddistingue la teoria, il metodo e latecnica della bioenergetica. Malgrado sia unarticolo “trentennale” affronta con modernitàgli argomenti di interesse attuale, sia dalpunto di vista scientifico che della riflessionesulle caratteristiche peculiari dell’analisibioenergetica. Lowen riprendel’impostazione classica della riflessioneteorica in psicoterapia: definisce gli elementibase della teoria, il metodo e l’obiettivoterapeutico. ”Dare una definizionedell’analisi bioenergetica significa specificarei principi fondamentali sui quali si basano siala teoria che la tecnica.Penso che questapremessa sia indispensabile perchè si tende aconfondere le tecniche specifiche, di cui si fauso, con la conoscenza che tali tecnichegiustifica. Io non ho mai seguito unprocedimento standardizzato nel trattamentodi un mio qualsiasi paziente.(...)Procedimento e tecnica variano da terapista aterapista. Spero comunque che gli obiettivi ei concetti fondamentali, siano comuni a tutticoloro che si considerano interessati a questolavoro”(Pulsazioni, I, 1977, pag 94). L’articoloprosegue poi affermando i principi teorici dibase, che sono:l’identità funzionale psiche -soma(1), il fatto che ogni organismo è unaunità le cui funzioni vitali sono regolate dalprincipio del piacere(2). Su questo puntotorneremo in uno dei prossimi numeri dellanewsletter quando affronteremo il tema deiprocessi di autoregolazione. Il terzo punto èche pensare in termini di unità significapensare in termini energetici. Questo,afferma Lowen, significa “ che il controllodella salute e della malattia dipende dallaquantità di energia che una persona possiedee dal modo in cui questa energia è usata nelcorpo. Il concetto di energia è un concettoquantitativo. Senza questo fattore qualsiasicomprensione della personalità mancherà difondamento. I fattori qualitativi, da soli, sonotroppo superficiali. ”Illustra poi la differenzacon un esempio:” La parola “collera”descrive una emozione che non è sempre lastessa per tutti gli individui, per tutte lesituazioni. Dire che un paziente è arrabbiatoè una definizione solo qualitativa. Resta davedere quanto intensa, quanto bene diretta equanto prolungata fosse la collera espressa.Solo una concezione energetica ci permette dimisurare la profonditàdell’emozione” (ibidem pag 97). Il quartopunto è che tutte le tensioni di un individuoconfluiscono a formare la sua strutturacaratteriale. “Energia, tensione e caratteresono interdipendenti - prosegue Lowen -poichè il complesso totale delle tensionicontrolla la quantità e l’uso dell’energiacorporea.(...)Poichè il carattere è la sommatotale di tutte le forme di tensione, esso siesprime attraverso l’aspetto e la mobilità delcorpo.”Il quinto principio è il grounding:“essere radicati alla terra vuol dire chel’energia e le emozioni possono liberamentefluire al suolo attraverso le gambe,assicurando all’individuo mobilità, equilibrioe stabilità. Nella misura in cui non è radicato,un individuo ha una vita irreale”(ibidempag.99). L’obiettivo terapeutico per Lowennon è il cambiamento della strutturacaratteriale, un obiettivo che Reich perseguìfino ad un certo punto della sua ricerca.Lowen ritiene che il cambiamento possaessere quantitativo, legato all’avere piùenergia e al rimanere grounded anche difronte a situazioni ed emozioni forti. “Poichèle tensioni non si formano da un giornoall’altro, non possono essere sciolte daun’unica esperienza terapeutica. Leesperienze debbono accompagnarsi ad unapresa di coscienza se si vuole che abbiano uneffetto positivo sulla personalità intrattamento. (...)Mentre è relativamente facilesuscitare emozioni o esperienze in unapersona, è molto più difficile aiutare quellapersona ad integrare tali esperienze a livellocaratteriale”.Il metodo in analisibioenergetica spesso viene identificato con letecniche di lavoro corporeo usate. Su questo,in realtà Lowen ha una visione ampia.Sempre nello stesso articolo afferma: “Se sitengono in mente questi cinque principi nonha importanza il modo in cui si tratta ilpaziente. Nell’armamentario terapeutico c’èposto per ogni tecnica. Tutte funzionano divolta in volta. Nessuna funziona sempre. Ciòche è importante non è quello che facciamoma in che modo comprendiamo la vita e iprocessi vitali, compresi noi stessi”. Un belmodo di concludere l’articolo e un monito anon identificare la bioenergetica con letecniche di lavoro corporeo. La bioenergeticaè una teoria,una poesia e poi anche una“tecnica”. Nicoletta CinottiLo spirito di ricerca diJ. LichtenbergChe cosa guida lo scambio clinico perchè nondegeneri nel futile tentativo di una funzionegenitoriale riparativa o vada tanto avantinelle gratificazioni concrete da sembrare allafine un’adozione?Ritengo che la risposta sitrovi in ciò che io definisco “spirito diricerca”. Lo spirito di ricerca è il giroscopiodel terapeuta e lo aiuta a “raddrizzare”l’impresa terapeutica quando, lottandoanimatamente con le pressioni del pazienteche vuole risposte concrete e gratificanti,perde l’immediatezza dell’esplorazione. Lacapacità del terapeuta di mantenere lo spiritodi ricerca durante una lunga relazione clinicapiena di emozioni dipende dalla suaprofonda fiducia nell’efficaciadell’esplorazione, nelle teorie che lo guidanoe nelle tecniche che impiega.(Brano tratto da:Lichtenberg J.(2005), Mestiere e ispirazione,Cortina Ed.2008, pag XVI)CENTRO STUDI DI PSICOTERAPIA VIA PISACANE 11/3 GENOVA 010562164

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