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terra trentina - Riviste - Provincia autonoma di Trento

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Terra Trentina


S O M M A R I OTerra Trentina3 PRIMO PIANOScopazzi del melo: nuovo programma triennaleper la lotta alla patologia5 PROMOZIIONE INIZIATIVEPalazzo Roccabruna: enoteca provinciale del Trentino10 METEO INIZIATIVEMeteotrentino compie <strong>di</strong>eci anniLATTIERO-CASEARI13 Mostra concorso dei formaggi <strong>di</strong> malga17 Ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> latte crudo21 FORESTE/legnameLa ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> legname nei primi nove mesi del 200724 foreste/iniziativeUn’occasione in più per imparare a lavorare nei boschi27 ricerca/insettici<strong>di</strong>Suscettibilità agli insettici<strong>di</strong> delle popolazioni<strong>di</strong> carpocapsa trentine34 ricerca/enologiaUna selezione <strong>di</strong> batteri malolattici da vini trentinicommercializzata in tutto il mondo43 cibo e saluteRa<strong>di</strong>cali liberi, colesterolo e aterosclerosinotizie19 Fatti previsioni26 Tecnica flash31 Brevi44 Scadenze38 Europa informa40 Notizie dall’Istituto Agrario45 orto&<strong>di</strong>ntorniil cardo degli orticoltoriTERRATRENTINAPROVINCIAAUTONOMADI TRENTO10/2007Mensile <strong>di</strong> economia e tecnicadell’agricolturaOrgano dell’Assessorato provincialeall’agricoltura <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>Reg. Trib. <strong>Trento</strong> n. 41 del 29.8.1955Direttore responsabileAlberto FaustiniCoor<strong>di</strong>natore tecnicoSergio FerrariSegreteria <strong>di</strong> redazioneDaniela PolettiRedazionePiazza Dante, 1538100 TRENTOTel. 0461.494614-492670Fax 0461-494615COMITATO DI DIREZIONEMauro FezziDipartimento agricoltura e alimentazioneFabrizio DagostinServizio aziende agricole e territorio ruraleMarta Da ViàServizio promozione delle attività agricoleAlberto GiacomoniIncarico speciale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, verifica e attuazionedell’Organismo pagatore regionaleGiovanni De SilvestroServizio promozione delle attività agricoleGiuliano DorigattiServizio aziende agricole e territorio ruraleRomano MasèDipartimento risorse forestali e montaneMichele PontaltiCentro per l’assistenza tecnica – IASMASilvia CeschiniUfficio stampa – IASMAFotocomposizione e stampaTipografia E<strong>di</strong>trice Temi s.a.s<strong>di</strong> Bacchi Riccardo & C.Via Maccani, 108/12 – <strong>Trento</strong>


Campagna 2007: entro il 12 <strong>di</strong>cembre le domande per ottenere l’indennizzoSCOPAZZI DEL MELONUOVO PROGRAMMA TRIENNALEPER LA LOTTA ALLA PATOLOGIAPRIMO PIANOEstirpazione <strong>di</strong> piante <strong>di</strong> melo affette da scopazziCon due delibere che portano la firmadell’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini,la Giunta provinciale ha approvato un nuovoprogramma, valido per il triennio 2007-2009,per la lotta alla malattia Apple proliferation,nota come “scopazzi del melo”, e la <strong>di</strong>sciplinarelativa all’estirpazione degli impianti colpiti.<strong>di</strong> Corrado ZanettiDai monitoraggi realizzati emergeun trend in continua crescitadella patologia fino all’anno2004. Nell’anno 2005 per la primavolta si sono avuti segnali <strong>di</strong>controtendenza, che si sono consolidaticon il monitoraggio dell’autunno2006. Occorre dunqueproseguire nello sforzo intrapresocon l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre al minimol’incidenza della patologia.L’intensa attività <strong>di</strong> ricerca condottadall’Istituto Agrario <strong>di</strong> SanMichele all’A<strong>di</strong>ge, le importantiscoperte, quali l’in<strong>di</strong>viduazionedel vettore (psilla) e la lottaalla malattia restano gli strumentida privilegiare per consolidarele basi per la risoluzione del problema,che risulta ancora a livellipreoccupanti.Questi gli obiettivi del programmaapprovato dalla Giunta:sostenere la prevenzione e<strong>di</strong>l controllo della <strong>di</strong>ffusione dellafitoplasmosi; salvaguardare laproduzione sia dal punto <strong>di</strong> vistafitosanitario che qualitativo;garantire la produzione <strong>di</strong> materialevivaistico sano; indennizzaregli agricoltori per la per<strong>di</strong>tacausata dall’evento calamitoso <strong>di</strong>origine parassitaria. Tutto ciò alloscopo <strong>di</strong> evitare l’abbandonodella frutticoltura e delle aziendea seguito della patologia, evitare<strong>di</strong> conseguenza il degrado dellesuperfici abbandonate ed undecremento occupazionale dellearee interessate.Gli interventi saranno <strong>di</strong> tipo preventivo(controllo) e <strong>di</strong> profilassi(era<strong>di</strong>cazione) con indennizzodelle per<strong>di</strong>te imputabili alla malattia.La prevenzione consisteràprincipalmente nella costituzione<strong>di</strong> apposite reti <strong>di</strong> informazioneagli agricoltori sulla patologia,nella pre<strong>di</strong>sposizione e attuazione<strong>di</strong> specifici piani <strong>di</strong> monitoraggio,nella messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong>materiale vivaistico sicuramentesano e, qualora la ricerca lo renda<strong>di</strong>sponibile, resistente alla patologiae nella lotta ai vettori.Per quanto riguarda l’eliminazionedai frutteti delle piante infette,ogni proprietario o conduttore<strong>di</strong> un frutteto ha l’obbligo <strong>di</strong>estirpare ogni pianta sintomaticapresente sul proprio fondo.Considerato che i residui vitali <strong>di</strong>apparato ra<strong>di</strong>cale rappresenta-Terra Trentina


PRIMO PIAN0Terra Trentinano una fonte <strong>di</strong> potenziale <strong>di</strong>ffusionedella malattia, nella fase<strong>di</strong> estirpo gli operatori agricolidevono assicurare l’accuratapulizia del campo da tali residuie da possibili ricacci. Poichédal monitoraggio effettuato negliultimi anni, al fine <strong>di</strong> verificarel’evoluzione epidemiologica dellamalattia, emerge che negli impianticon un’età superiore a 25anni, l’incidenza della malattia ème<strong>di</strong>amente superiore al 20 percento, si è operata una <strong>di</strong>stinzionetra impianti <strong>di</strong> età superioree impianti <strong>di</strong> età inferiore a 25anni: per gli impianti frutticoli <strong>di</strong>età uguale o superiore a 25 anni,la Giunta provinciale già lo scorsoanno ha imposto un programmaquadriennale <strong>di</strong> estirpo obbligatorio,totale o parziale, deifrutteti che presentano un’incidenzadella malattia superiore al20 per cento. Solo qualora in unamedesima azienda la percentuale<strong>di</strong> superficie da estirpare sia pario superiore al 60 per cento degliimpianti in produzione, conEtà impianto(anni)Massimaleper ettaro(Euro)riferimento alla sola coltura delmelo, può essere accordata unaspecifica riprogrammazione degliestirpi nell’ambito sempre delmedesimo quadriennio.Per impianti frutticoli <strong>di</strong> età inferioreai 25 anni, invece, c’èl’obbligo <strong>di</strong> estirpazione <strong>di</strong> ognipianta sintomatica, ma, qualorale unità produttive presentinouna quantità <strong>di</strong> piante infette superioreal 20 per cento, rimanecomunque l’obbligo <strong>di</strong> estirpazionedell’intero impianto. Soloqualora in una medesima aziendala percentuale <strong>di</strong> superficieda estirpare sia pari o superioreal 60 per cento degli impianti inproduzione, può essere accordatauna specifica riprogrammazionedegli estirpi nell’ambito sempredel medesimo quadriennio.Anche i frutteti abbandonati devonoessere estirpati totalmenteo parzialmente (piante singole),qualora presentino una quantità<strong>di</strong> piante infette rispettivamentesuperiore o inferiore al 20 percento.Massimale per ettaroper gli impianti abbandonatia causa della forte presenzadella fitoplasmosi (Euro/ha)1 – 15 12.430 4.000Oltre 15 9.572 4.000Trattamento contro le psilleQuali le misure <strong>di</strong> sostegno alleaziende agricole? All’indennizzodelle per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to dovuteall’abbattimento e <strong>di</strong>struzionedegli impianti infetti hanno <strong>di</strong>rittotutti i conduttori <strong>di</strong> aziendeagricole nonché i possessoria qualsiasi titolo <strong>di</strong> materiale vegetale<strong>di</strong> specie e varietà <strong>di</strong> meloche risultano infette dalla fitopatologia.L’entità massima dell’interventosarà pari al 70 per centodel valore ammissibile, calcolatain funzione del mancato red<strong>di</strong>todovuto all’abbattimento e alla <strong>di</strong>struzionedelle piante, come in<strong>di</strong>catonella tabella.Qualora le risorse finanziarie nell’esercizio<strong>di</strong> riferimento fosseroinsufficienti per sod<strong>di</strong>sfare completamentele domande, si provvederàad una riduzione dellapercentuale <strong>di</strong> contributo in mododa consentire il finanziamento<strong>di</strong> tutte le domande ammissibili.I termini per la presentazionedelle domande sono così fissati:• campagna 2007: entro il 12 <strong>di</strong>cembre2007 o comunque entro30 giorni dalla pubblicazionesul Bollettino Ufficialedella Regione della deliberaoggi approvata dalla Giunta;• campagna 2008: entro il 30novembre 2008;• campagna 2009. Entro il 30novembre 2009.Saranno ammesse all’indennizzosolo le richieste riferite ad estirpazioni:• già effettuate a partire dall’1settembre 2006 o da effettuarsientro il 31 <strong>di</strong>cembre 2007per le domande riguardanti lacampagna 2007;• da effettuarsi entro il 31 <strong>di</strong>cembre2008 per le domanderiguardanti la campagna2008;• da effettuarsi entro il 31 <strong>di</strong>cembre2009 per le domanderiguardanti la campagna2009.


La struttura è stata presentata ufficialmente il 28 settembre 2007palazzo roccabrunaenoteca provincialedel trentinoPROMOZIONE INIZIATIVEA due passi da Piazza Duomo,lungo via SS. Trinità, sorge PalazzoRoccabruna, splen<strong>di</strong>da <strong>di</strong>moracinquecentesca, <strong>di</strong> proprietà dellaCamera <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>,<strong>di</strong>venuta, dopo un lungo e accuratorestauro, sede <strong>di</strong> un’intensaattività <strong>di</strong> promozione del territorioe dei suoi prodotti, scan<strong>di</strong>tada mostre, seminari e manifestazionienogastronomiche. Le iniziative<strong>di</strong> Palazzo Roccabruna, ormainote ad un ampio pubblico,non solo a quello degli appassionatidel gusto, possono vantareoggi un elemento <strong>di</strong> richiamo inpiù, grazie alla recente inaugurazione,nelle sale del piano <strong>terra</strong>,dell’Enoteca provinciale del Trentino.La struttura, presentata ufficialmenteil 28 settembre scorso,rappresenta il completamento<strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> valorizzazionedella produzione vitivinicola localeavviato nel 2004 con “Bollicinesu <strong>Trento</strong>”, l’evento che ha salutatol’apertura del Palazzo conla grande festa del <strong>Trento</strong> Doc, ilfiore all’occhiello della tra<strong>di</strong>zionespumantistica <strong>trentina</strong>. L’Enoteca,che nasce sulla base <strong>di</strong> una solidaintesa fra Camera <strong>di</strong> Commercioe <strong>Provincia</strong>, si propone qualespazio permanente <strong>di</strong> rappresentanzadelle produzioni vitivinicolepiù significative, centro <strong>di</strong> valorizzazionedell’identità enologicalocale e luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> unapproccio moderno ed evoluto alconsumo del vino.Insieme traguardo e punto <strong>di</strong>Vetrina prestigiosa per i prodottidella nostra <strong>terra</strong>, anche per la corniceelegante e raffinata in cui è inserita,l’Enoteca ha il duplice obiettivo <strong>di</strong> comunicarela particolare vocazione del Trentinoa produrre vini <strong>di</strong> qualitàe <strong>di</strong> offrire ai visitatori la possibilità <strong>di</strong> sceglierefra un elevato numero <strong>di</strong> etichettePaolo MilaniTerra Trentina


promozione iniziativeTerra Trentinapartenza, l’Enoteca segna da unlato il coronamento <strong>di</strong> un impegnoda parte dell’ente pubblicoche parte da lontano, dagli anniCinquanta-Sessanta con la costituzione,presso la Camera <strong>di</strong>Commercio <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, del Comitatovitivinicolo provinciale, perproseguire poi con la gestionedell’Albo vigneti e dell’anagrafevitivinicola e culminare infine, inquesti anni, con le recenti competenzenel campo del marketingterritoriale. Dall’altro, l’Enoteca èun’opportunità per il futuro: èl’occasione per una crescita culturaleche coinvolga l’intero sistemaeconomico, dai produttori aiconsumatori, dagli operatori dell’accoglienzae della ristorazionea quelli della <strong>di</strong>stribuzione, dalpubblico al privato, nell’intento<strong>di</strong> attivare una logica <strong>di</strong> sistemache raccor<strong>di</strong>, integri e valorizzi ipunti <strong>di</strong> forza dell’identità enogastronomicalocale. Non a caso lanuova struttura si can<strong>di</strong>da ad entrarea far parte della rete delleenoteche regionali promossa daBuonitalia Spa, società costituitaAdriano Dalpez,presidente CCIAALa collezione storicadal Ministero delle Politiche Agricolee Forestali per la promozionedel patrimonio enogastronomiconazionale: in tale contestoistituzionale essa aspira a <strong>di</strong>ventaresede <strong>di</strong> incontri e confronticon altre realtà italiane ed estereallo scopo <strong>di</strong> rafforzare l’immaginevitivinicola del territorio qualevalore aggiunto rispetto alla propostaturistica complessiva.Vetrina prestigiosa per i prodottidella nostra <strong>terra</strong>, anche per lacornice elegante e raffinata in cuiè inserita, l’Enoteca ha l’obiettivo<strong>di</strong> comunicare la particolare vocazionedella nostra provincia per leproduzioni <strong>di</strong> qualità offrendo aiconsumatori la possibilità <strong>di</strong> sceglierefra un elevato numero <strong>di</strong>etichette in rappresentanza <strong>di</strong> tuttele cantine trentine. Nei giorni <strong>di</strong>apertura (giovedì e sabato dalle 17alle 21) e durante gli eventi cheanimano l’attività del Palazzo, èpossibile scoprire, con l’assistenza<strong>di</strong> sommelier e <strong>di</strong> personale qualificato,l’infinita ricchezza <strong>di</strong> profumie <strong>di</strong> sapori dei vini trentini edei prodotti ad essi abbinati. Attraversoun’ampia scelta <strong>di</strong> brochure,cataloghi e volumi ci si può immergerein un’affascinante esplorazionedegli aspetti peculiari dellanostra tra<strong>di</strong>zione enogastronomica.E proprio per dare risalto alla<strong>di</strong>mensione culturale <strong>di</strong> questaattività, in occasione dell’inaugurazione,è stato presentato ancheil primo volume <strong>di</strong> una collana <strong>di</strong>approfon<strong>di</strong>menti dal titolo i “Quadernidell’Enoteca” che nasce alloscopo <strong>di</strong> proporre il mondo delvino quale simbolo <strong>di</strong> una precisaidentità culturale, parte integrantedella storia della nostra comunità.Il primo numero della collana,“Cinquant’anni <strong>di</strong> vitienologia


Mauro Leveghi, coor<strong>di</strong>natore degli eventi <strong>di</strong> Palazzo Roccabruna<strong>trentina</strong>; le etichette raccontano”,ripercorre attraverso i contributidegli autori (Umberto Benetti,Erman Bona, Mauro Leveghi, EnzoMerz, Nereo Pederzolli, ItaloRoncador, Francesco Spagnolli eSandra Tafner) le tappe principalidell’evoluzione della viticoltura<strong>trentina</strong>, a partire dagli anni Cinquantae Sessanta, con l’istituzionedelle Doc, la sfida dei bordolesi,l’affermarsi <strong>di</strong> una solida tra<strong>di</strong>zionespumantistica, l’opera dellaConfraternita della Vite e del Vino,fino ai giorni nostri, con l’impegnodell’ente pubblico nel campo dellapromozione territoriale.L’opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione affidataalle pubblicazioni e al sito internet(www.enotecadeltrentino.it) si affianca all’intenso calendario<strong>di</strong> manifestazioni, incontri, seminari,laboratori e degustazioniche mirano a fornire la più ampiapossibilità <strong>di</strong> scelta fra formule <strong>di</strong>verse<strong>di</strong> avvicinamento al mondodel vino. Iniziative, queste, tutteaccomunate dalla medesima esigenza<strong>di</strong> informazione, equilibrioe moderazione, elementi insostituibili<strong>di</strong> una cultura <strong>di</strong> prodottooggi avvertita come necessaria ein<strong>di</strong>fferibile alla luce dei rischi edei costi sociali derivanti da formesempre più frequenti <strong>di</strong> abuso<strong>di</strong> bevande alcoliche.Completano gli aspetti qualificantidell’Enoteca le due splen<strong>di</strong>decollezioni che rappresentanoun vero e proprio punto<strong>di</strong> incontro fra passato, presentee futuro dell’enologia <strong>trentina</strong>.Esposta al pubblico nelle sale <strong>di</strong>degustazione, si può ammirare la“Collezione storica”, una preziosaraccolta <strong>di</strong> 560 bottiglie <strong>di</strong> vinitrentini, pezzi unici, esemplarirari o mai entrati in commercio,che riflettono nella grafica delleetichette, nell’uso delle denominazioni,nella scelta dei nomi, lastoria <strong>di</strong> un territorio alla ricercadella qualità e della propriaidentità vitivinicola. Nella raccolta,che è destinata a crescere neglianni, sono rappresentate circa110 cantine, una <strong>trentina</strong> dellequali ormai scomparse. Una sezioneparticolare comprende tuttii vini premiati nelle ventiquattroe<strong>di</strong>zioni del concorso della Confraternitadella vite e del vino <strong>di</strong><strong>Trento</strong>, e le quattro rare bottiglieche compongono la Riserva delCapitolo della Confraternita.Speculare alla Collezione storica,ma proiettata verso il futuro è la“Cantina storica”, un’ampia selezione<strong>di</strong> bottiglie pregiate, prodottein anni recenti, custo<strong>di</strong>tenei sot<strong>terra</strong>nei cinquecenteschidel palazzo, ed accuratamenteconservate per essere destinatead un lungo invecchiamentoal fine <strong>di</strong> rendere un giorno testimonianzaeloquente del livelloqualitativo oggi raggiunto dallanostra vitivinicoltura.Un in<strong>di</strong>ssolubile intreccio <strong>di</strong> passato,presente e futuro, enfatizzatodalla prestigiosa cornice <strong>di</strong>uno dei più importanti e<strong>di</strong>ficid’epoca conciliare e dal fascino<strong>di</strong> un prodotto che nasce dall’incontrofra passione, tra<strong>di</strong>zione eterritorio: questi gli ingre<strong>di</strong>enti<strong>di</strong> una ricetta che fa dell’EnotecaTerra Trentina


promozione iniziativeTerra Trentinaprovinciale del Trentino il luogoideale dove scoprire qualcosa <strong>di</strong>più della nostra identità <strong>trentina</strong>.La Collezione storica:alcune curiositàL’Enoteca provinciale del Trentinovanta una particolarità tantointeressante quanto rara in altreanaloghe realtà presenti nelnostro Paese. Si tratta della collezionestorica composta da 560bottiglie – tra cui tutti i vini premiatidalla Confraternita della Vitee del Vino <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> e le quattropreziose Riserve del Capitolodella Confraternita – che documentanol’evoluzione della nostravitienologia a partire daglianni Quaranta. Non una selezionedelle etichette migliori, quin<strong>di</strong>,ma un’ampia raccolta <strong>di</strong> bottiglie,destinata a crescere, che permette<strong>di</strong> ricostruire buona parte dellarecente storia del vino trentino.Si tratta <strong>di</strong> bottiglie più o menorare, alcune delle quali ad<strong>di</strong>ritturamai entrate in commercio, comeil Riesling della Confraternitadel 1971 che aveva solo finalitàpromozionali. Ormai introvabilisul mercato del collezionismosono anche il Vino Natalinodelle Cantine Marchetti <strong>di</strong> Avio,prodotto in opposizione al VinoPasqualino – il vino dolce dellaSettimana Santa – e il Cabernet<strong>di</strong> San Michele dei F.lli Endrizzidel 1966, venduto all’epoca quasitutto ad un grossista <strong>di</strong> Genova.Altra rarità è il <strong>Trento</strong>, prodottodalla Cantina Bonvecchio, un vinoche nella scelta del nome anticipavagià la filosofia delle denominazioni<strong>di</strong> origine. Numerosesono anche le bottiglie con etichettesingolari: alcune alludonoalla conformazione del territoriod’origine (lo Sgreben della VinicolaSociale <strong>di</strong> Aldeno del 1972,il Vin del poggio del 1971, il Vinde costera), altre alla passione deiviticoltori quale garanzia <strong>di</strong> qualità(El vin de la me caneva, nostroLa collezione storica con più <strong>di</strong> 500 bottiglie (etichette)vino da pasto prodotto da madrenatura ed allevato amorosamenteper la gioia <strong>di</strong> amici e clienti,delle Cantine Schirripa), altreancora ai sorprendenti effetti delprezioso contenuto (Vin del profeta,delle Cantine Salvetta). Nonmancano poi i primi esemplari <strong>di</strong>vini che hanno fatto la storia <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> cantine trentine (come ilFojaneghe del 1961 delle cantineConti Bossi Fedrigotti o il CastelSan Michele del 1959 dell’Istitutoagrario <strong>di</strong> S. Michele all’A<strong>di</strong>ge).Una vera e propria curiositàenologica è il Marzemino Docnella versione “passita” e “passitaspumantizzata” della CantinaBongiovanni <strong>di</strong> Avio; numerosaè anche la schiera degli spumanti,a partire da uno storico GiulioFerrari Brut Brut del 1943, cui siaggiungono i Vini Santi <strong>di</strong> alcunicelebri produttori come Torboli,Roncher e Marchetti.Due i criteri principali per la selezione:contenuto e visibilità dell’etichetta,ma anche valore dellatestimonianza enologica per ilterritorio.Palazzo Roccabruna: la storiaI Roccabruna, una delle più antichefamiglie nobili del Trentino,traggono il loro nome da unoscuro castello <strong>di</strong> pietre porfiricheesistito nel perginese a Sud-Est <strong>di</strong> Nogarè, dove ancor oggiuno spuntone roccioso chiamatolocalmente le Ròche ne conservamemoria.Nel corso del Cinquecento il canonicoGerolamo II, uno dei personaggipiù illustri della famiglia,animato da una decisa volontà <strong>di</strong>rifondare le fortune della casataindebolita da larga <strong>di</strong>scendenza,provvede ad accentrare su <strong>di</strong> sée sul fratello Giacomo IV varieproprietà e titoli.In un’epoca che tendeva alla nobilitazioneper architecturam,Gerolamo, procura alla famigliauna sede prestigiosa, PalazzoRoccabruna, accorpando alcuneunità abitative preesistenti delquartiere <strong>di</strong> Borgo Nuovo, acquisitein fasi successive tra il 1557e il 1559 e ristrutturate entro uncomplesso formale organico,conforme al gusto dell’epoca.


L’intervento del Canonico bens’inserisce in quel processo <strong>di</strong> rinnovamentourbano maturato nelclima politico-culturale che preparail Concilio <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, eventocruciale per la storia mon<strong>di</strong>ale eprepotente impulso alla modernizzazionedella città.Il Palazzo offre un esempio elequentedella <strong>di</strong>mensione e dellaportata <strong>di</strong> questa renovatio urbis.La sua facciata, <strong>di</strong> chiara improntamanieristica, risolve in un’armonicacomposizione, articolatasul portale, la <strong>di</strong>versa organizzazionedelle masse laterali.Elemento centrale nella composizione,il portale è una realizzazione<strong>di</strong> notevole interesse: in unefficace bugnato a rilievo, essofornisce la base d’appoggio perl’elegante balcone con balaustrain pietra che lo sormonta. Unostemma Roccabruna campeggiasull’archivolto. A sovrastare ilbalcone, sullo stesso asse, spiccal’emblema del car<strong>di</strong>nale CristoforoMadruzzo; più in basso, sottoil mascherone, un cartiglio con ilmotto celebrativo “tu decus omnemeum” (“in te è tutto il mioonore”) esprime il riconoscenteomaggio <strong>di</strong> Gerolamo II Roccabrunaal potente protettore.Attraverso il portale in bugnatosi accede ad un lungo andronecoronato da lunette laterali dovetrovano spazio i busti <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ciCesari.Al piano nobile si apre quella chesenza dubbio è la sala <strong>di</strong> maggiorprestigio <strong>di</strong> Palazzo Roccabruna,la Sala del Conte <strong>di</strong> Luna cosìchiamata in onore dell’illustreospite che vi soggiornò nelle ultimefasi del Concilio <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.Ambasciatore e oratore del re <strong>di</strong>Spagna Filippo II presso il Concilio,il Conte <strong>di</strong> Luna, Clau<strong>di</strong>oFernandez de Quiñones, presein affitto il Palazzo per cinquantascu<strong>di</strong> al mese dal gennaio all’aprile1563. Per l’incarico da luisvolto in città, il Conte <strong>di</strong> Lunafu sicuramente al centro della vitapolitico-religiosa dell’epoca econ lui lo fu lo stesso palazzocon il suo splen<strong>di</strong>do salone.All’interno un complesso apparatodecorativo riveste completamentepareti e soffitto. Nellafascia inferiore una vivace decorazionemoltiplica ripetitivamenteun modulo con l’impresadel canonico Gerolamo II: unsole giallo, tra<strong>di</strong>zionalmente raffiguratocon sembianza <strong>di</strong> voltoumano, e un eliotropio fioritocon il motto Nec sorte movebor(“neppure la sorte mi smuoverà”),composti all’interno <strong>di</strong> crociritmicamente alternanti in cui ilmotto è espresso in forma enigmaticadalle lettere N, S, M postesui fiori. Una banda gialla segnail margine della decorazionecompletata in basso da una fittasequenza <strong>di</strong> nappe a suggerireun finto panneggio.A chiudere le pareti un fregiocontinuo con un criptogrammaintercalato da creature fantastiche,eliotropi e soli. Conferiscemonumentalità alla sala un imponentecaminetto rinascimentale,sorretto da pilastri a volutedecorate a scaglia. Sopra <strong>di</strong> essooggi campeggia lo stemma dellafamiglia Sardagna risalente alXIX secolo, epoca in cui il Palazzo<strong>di</strong>venne loro proprietà.Ricopre la sala un bellissimo soffittoligneo a cassettoni ottagonalicon fioroni a rilievo.Oltre la parete a sera si apre lacappella gentilizia de<strong>di</strong>cata a SanGerolamo, protettore del Canonico.Esterna al Palazzo e costruita aponte sopra Vicolo Gaudenti, lacappella è oggi uno dei pochioratori.citta<strong>di</strong>ni che conservano un completoe raffinato apparato pittoricodella seconda metà del Cinquecento.Le pareti illustranoepiso<strong>di</strong> della vita del Santo eaneddoti popolari legati alla sualeggenda. Completano il pianonobile alcune sale con decorazionisette-ottocentesche.Alla morte del Canonico, nel1599, il Palazzo rimase proprietàdella famiglia fino al 1735,quando, morto l’ultimo dei Roccabruna,Giacomo VIII, l’immobilepassò ai Gaudenti. Questilo vendettero nel 1824 a TommasoRungg, podestà <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.Nel 1835 fu acquistato dai Sardagnade Hohenstein che lo tennero,provvedendo a restaurarlodei guasti della Prima guerramon<strong>di</strong>ale fino al 1935, quandolo cedettero a Giuseppe Prada.E della famiglia Prada rimase finoal 1988, quando in pessimostato <strong>di</strong> conservazione fu nuovamentevenduto. Solo dopo alcunialtri passaggi <strong>di</strong> proprietà, l’e<strong>di</strong>ficio<strong>di</strong>venne nel febbraio del2002 parte importante del patrimonioimmobiliare della Camera<strong>di</strong> Commercio I.A.A. <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>Gli appuntamentidell’EnotecaL’Enoteca provinciale del Trentinoapre il giovedì e il sabato dalle17.00 alle 21.00 e sempre durantegli eventi promozionali cheanimano la vita <strong>di</strong> Palazzo Roccabruna.Tutti i giovedì alle 18.00la struttura propone un approfon<strong>di</strong>mentode<strong>di</strong>cato ai principalivini del nostro territorio (“I giovedìdell’Enoteca”). A partire dalprossimo anno il programma saràarricchito da incontri con i produttori(sabato) e da incontri musicali(domenica). Da non perderea partire dal 22 novembre 2007la grande festa del <strong>Trento</strong> DOC,“Bollicine su <strong>Trento</strong>” con un’originalemostra de<strong>di</strong>cata al brin<strong>di</strong>sinella storia del cinema dal titolo“Cinema… Cin Cin!”Per informazionie prenotazioni 0461 887101www.palazzoroccabruna.itwww.enotecadeltrentino.itTerra Trentina


meteo iniziativeÈ stato fondato nel giugno del 1997METEOTRENTINOCOMPIE DIECI ANNILa recente manifestazione “PorteAperte a Meteotrentino” ci porgel’occasione <strong>di</strong> parlare del popolareservizio meteorologico della<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, cui partecipadalla sua fondazione, nel giugnodel 1997, anche l’Istituto Agrario<strong>di</strong> S. Michele. “L’unione deglisforzi e delle risorse a <strong>di</strong>sposizionedei due enti ha creato un’unità<strong>di</strong> analisi e previsione meteorologicafocalizzata sulle peculiaricaratteristiche del nostro territorio”,ha ricordato il Presidente dellaPAT Lorenzo Dellai in occasionedell’inaugurazione delle “PorteAperte” lo scorso 5 ottobre. CircaI tempi sono maturi per l’approfon<strong>di</strong>mentodelle attività <strong>di</strong> Meteotrentinosulla climatologia nei suoi <strong>di</strong>versi aspetti,primo fra tutti quello relativoagli scenari climatici globaliEmanuele EccelIstituto Agrario <strong>di</strong> S. Michele all’A<strong>di</strong>geAlberto Trenti<strong>Provincia</strong> Autonoma <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>1.500 persone hanno visitato congrande interesse la sede e gli standespositivi (erano presenti anchequelli dell’Istituto Agrario, del MuseoTridentino <strong>di</strong> Scienze Naturalie del settore provinciale competentein materia idraulica) ricchi <strong>di</strong>strumenti, materiale tecnico e documentiau<strong>di</strong>ovisivi; il tutto con ilcostante supporto dei tecnici chehanno fornito i chiarimenti e gliapprofon<strong>di</strong>menti richiesti.Terra Trentina10


Stand espositivo della giornata “Porte aperte”In effetti le sinergie <strong>di</strong> Meteotrentinosi sono sviluppate avvantaggiandosidell’esperienza e delledotazioni della <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong>,soprattutto in termini <strong>di</strong> risorseumane, strumentali, economiche, edel lavoro svolto a S. Michele conla rete <strong>di</strong> stazioni meteorologiche,con l’esperienza in agrometeorologiae con l’attività <strong>di</strong> ricerca applicata.Negli anni successivi si è viavia rafforzata la dotazione <strong>di</strong> personalee <strong>di</strong> mezzi, soprattutto daparte della <strong>Provincia</strong>, fino ad arrivarea gennaio 2005 quando, inconcomitanza con l’attivazione delcentro funzionale <strong>di</strong> protezione civileprovinciale, Meteotrentino haaccorpato anche personale provenienteda quello che per trent’anniera stato l’Ufficio idrografico. OggiMeteotrentino, oltre al <strong>di</strong>rettoreed a due amministrativi, conta<strong>di</strong>ciassette tecnici sud<strong>di</strong>visi inquattro aree <strong>di</strong> lavoro: previsionimeteo, nivo-glaciologia, stazionimeteo e informatica. Meteotrentinosi è inoltre inserito a pieno titolonel contesto dei centri meteorologicinazionali e transfrontalieri<strong>di</strong> tutto l’arco alpino, con i qualiha sviluppato vari progetti <strong>di</strong> rilevanzaeuropea, instaurando strettie duraturi rapporti <strong>di</strong> collaborazione.Il grande pubblico ben conosce ilprincipale “prodotto” dell’attività<strong>di</strong> Meteotrentino, il bollettino meteorologico“or<strong>di</strong>nario”, che vieneemesso quoti<strong>di</strong>anamente e <strong>di</strong>ffusoper mezzo <strong>di</strong> canali <strong>di</strong>versi. Dall’iniziodell’attività, <strong>di</strong>eci anni fa,la previsione meteo è andata tuttaviaarricchendosi <strong>di</strong> nuovi contenutie nuove forme: dal semplicebollettino meteo emesso nei giorniferiali, più quello altrettanto tra<strong>di</strong>zionaledelle valanghe, si è passatiall’operatività 365 giorni l’anno,all’organizzazione delle allerte meteo,anche nell’ambito dei protocollinazionali. Negli anni si sonoaggiunti nuovi bollettini: quelliin inglese e tedesco (generati semi-automaticamentee prevalentementebasati sulla grafica), quelloper la montagna (che sostituisceil Bollettino Valanghe durante lastagione estiva), quello per l’AltoGarda, specificatamente pensatoper un’utenza turistica, il bollettinoprobabilistico per la protezione civile,i due bollettini sintetici, emessianche ad uso dei me<strong>di</strong>a, uno deiquali è <strong>di</strong>sponibile al primo mattino.Tutto questo si traduce quoti<strong>di</strong>anamentein circa 5.000 accessial sito internet, 3.000 messaggi <strong>di</strong>posta elettronica, 500 spe<strong>di</strong>zioni amezzo fax e 100 chiamate vocali;Oltre ai bollettini veri e propri, altreapplicazioni previsionali si sonovia via aggiunte ai prodottiemessi quoti<strong>di</strong>anamente da Meteotrentino,come le previsioni perl’area dolomitica, emesse in modocoor<strong>di</strong>nato con i servizi meteo <strong>di</strong>Bolzano ed Arabba e le emissionioccasionali a supporto <strong>di</strong> manifestazionisportive <strong>di</strong> rilievo.Soprattutto pensate per l’utenzaagricola sono le previsioni <strong>di</strong>temperature massime e minimee le previsioni del gelo primaverile(entrambe <strong>di</strong>sponibili sul sitoweb dell’Istituto Agrario e generatea partire da dati forniti da Meteotrentino).Le previsioni <strong>di</strong> gelatasono parte <strong>di</strong> un pacchetto <strong>di</strong>servizi forniti dal Centro AgrometeorologicoIASMA, che comprendeanche l’allertamento e la fornitura<strong>di</strong> dati meteo via SMS.Sempre via SMS, come novità è dasegnalare l’attivazione, da poche settimane,<strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> previsionimeteorologiche “particolarmentesintetiche”, che punta a descriverel’evoluzione meteorologica dei gior-Terra Trentina11


meteo iniziativeTerra Trentina12ni seguenti nei suoi aspetti più rilevanti.Tra i prodotti che si spera <strong>di</strong>poter varare in un futuro non troppolontano spicca un bollettino “a lungotermine”, emesso una volta a settimanae riferito alle con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>eprevalenti per ognuna delle tre settimanesuccessive. Si tratta dell’interpretazione<strong>di</strong> mappe <strong>di</strong> “anomalia”prevista <strong>di</strong> temperatura e precipitazioni,fornite dal Centro MeteorologicoEuropeo (ECMWF) e calibratepoi per la realtà climatica <strong>trentina</strong>. Legrosse incertezze che ancora pesanosull’affidabilità <strong>di</strong> tali previsioni hannoconsigliato però <strong>di</strong> prolungare lafase <strong>di</strong> test del prodotto prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgarloall’utenza generale. Attualmenteil bollettino è in fase <strong>di</strong> sperimentazione;è intuitivo il potenziale<strong>di</strong> questo prodotto per la pianificazionedelle attività agricole.Forse potrà sembrare ad alcuni pocoutile (tutt’altro, nella realtà), maMeteotrentino si occupa anche <strong>di</strong>registrare un “bollettino in chiaro”dello svolgimento meteorologicogiornaliero: l’andamento meteorologicoosservato ogni giornoè descritto in formato testo, in unarchivio <strong>di</strong>sponibile anche in lineasulle pagine web, e che, a gran<strong>di</strong>linee, consente <strong>di</strong> conoscere,associato alle misure meteorologiche<strong>di</strong>sponibili dalle stazioni, qualetempo ha interessato il Trentinoin ognuno dei giorni che partonodal 1° gennaio 2000. Accompagnataa questa raccolta <strong>di</strong> osservazionisi trova, per lo stesso periodo,l’analisi meteorologica riassuntivamensile, corredata <strong>di</strong> valori in tabellee grafici.Per ciò che riguarda il ruolo piùspecifico dell’Istituto Agrario, lafornitura <strong>di</strong> dati meteorologici misuratipresso la rete meteo <strong>di</strong> IA-SMA, che conta circa 80 stazioni,ha costituito per anni l’ossatura delrilievo meteorologico trentino intempo reale, affiancando la tra<strong>di</strong>zionalerete termo-pluviometricaprovinciale. Via via che la rete PATè stata resa <strong>di</strong>sponibile in temporeale, e soprattutto con il prossimotrasferimento <strong>di</strong> una parte della reteIASMA verso la gestione PAT,con una rete collegata via ra<strong>di</strong>o adelevata frequenza <strong>di</strong> aggiornamento,si è ulteriormente consolidatala standar<strong>di</strong>zzazione della raccoltae gestione del dato.Ma Meteotrentino è, sempre più,anche climatologia. Dal tra<strong>di</strong>zionaleimpegno dell’Istituto Agrarioin questo campo, prevalentementelegato ai rapporti perio<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> utilitàagricola e alle caratterizzazioniclimatiche richieste per gli scopipiù <strong>di</strong>versi, sia scientifici che applicativi,si sta passando progressivamentead un livello qualitativopiù elevato. Come testimonia lacostituzione <strong>di</strong> alcuni tavoli <strong>di</strong> lavoroprovinciali sul cambiamentoclimatico, che hanno preso il viala scorsa primavera, la richiesta <strong>di</strong>informazione climatica è <strong>di</strong>ffusa eurgente. I tempi sono maturi perl’approfon<strong>di</strong>mento delle attività <strong>di</strong>Meteotrentino alla climatologia neisuoi <strong>di</strong>versi aspetti, primo tra tuttiquello relativo agli scenari climaticiglobali che, spesso con accentifortemente allarmistici, ci vengonoquoti<strong>di</strong>anamente proposti.Una rete collaborativa tra gli entiche, a vario titolo, si occupano<strong>di</strong> climatologia e delle sue implicazionisugli agro-ecosistemi, saràl’impianto organizzativo su cuisi dovranno sviluppare i progetti<strong>di</strong> ricerca che hanno, allo stato attuale,ottenuto un preliminare vialibera da parte della <strong>Provincia</strong>, eche chiedono <strong>di</strong> essere finanziati:bio<strong>di</strong>versità, ambiente forestale, sistemiagrari, saranno stu<strong>di</strong>ati anchedal punto <strong>di</strong> vista del cambiamentoglobale. Per questo più chemai oggi la collaborazione tra entiin campo meteorologico e climaticoappare un’opportunità da coglieree da far fruttare al meglio.In<strong>di</strong>rizzi internet:Meteotrentino:www.meteotrentino.itCentro Agrometeorologico IASMA:http://meteo.iasma.it/meteo/


Ottava e<strong>di</strong>zione (21-23 settembre 2007)mostra concorsodei formaggi <strong>di</strong> malgadella provincia <strong>di</strong> trentoLAttiero/caseariNell’ambito delle <strong>di</strong>verse iniziativeattivate dal Centro AssistenzaTecnica dell’Istituto Agrario <strong>di</strong>San Michele all’A<strong>di</strong>ge a favoredegli operatori <strong>di</strong> malga, anchequest’anno l’Ufficio Zootecniae produzioni foraggere ha resopossibile, per mezzo del suo apportotecnico ed organizzativo,la realizzazione dell’ottavo Concorso<strong>Provincia</strong>le per formaggi<strong>di</strong> malga, promosso da TrentinoS.p.a. e realizzato a Cavalese nell’ambitodella ormai tra<strong>di</strong>zionaleDesmontegada delle caore.All’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest’anno si sonoiscritte 36 malghe e 11 caseificicon 52 formaggi <strong>di</strong> vacca eotto <strong>di</strong> capra: una partecipazionefra le più numerose nella purbreve storia del Concorso, caratterizzatadalla presenza <strong>di</strong> unbuon numero <strong>di</strong> presenze “storiche”ma anche <strong>di</strong> malghe che,per la prima volta, hanno deciso<strong>di</strong> provare questa avventura.Nel corso della stagione estiva,proseguendo quanto avviatonella e<strong>di</strong>zione scorsa, tutti iformaggi partecipanti sono staticontrollati e marchiati dai tecnicidel Centro per l’Assistenza Tecnicadell’Istituto Agrario che hannofatto visita, durante l’alpeggio,a tutte le malghe e caseificiiscritti al concorso. I sopralluoghisono stati spesso occasione peruno scambio <strong>di</strong> informazioni tecnichee per l’avvio <strong>di</strong> veri e propriinterventi <strong>di</strong> consulenza allacaseificazione.I risultati <strong>di</strong> questa e<strong>di</strong>zione del concorsovedono premiati in modo particolarei formaggi provenienti dall’altopianodelle Vezzene, confermando <strong>di</strong> fattoquanto scriveva il cattedratico ambulanteSocrate Gilberti nel 1930 sulle potenzialitàgastronomiche del formaggio VezzenaGli esperti al lavoro: ogni formaggio è valutato sia per il suo aspetto che per lesue caratteristiche organoletticheAngelo PecileUfficio Zootecnia e produzioni foraggere – Centro Assistenza Tecnica – IASMAMarco VettoriUfficio periferico <strong>di</strong> Cavalese – Servizio Aziende agricole e territorio rurale – PATStefano RubinoTrentino S.p.a.Terra Trentina13


LAttiero/caseariTerra Trentina148ª MOSTRA CONCORSO DEI FORMAGGI DI MALGA DELLAPROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOCavalese, 22 - 23 settembre 2007MALGA COMUNE CASAROAvalina Roncone Fioroni Fer<strong>di</strong>nandoBasson <strong>di</strong> sotto Levico Terme Cunico GirolamoBoer Soraga De Nar<strong>di</strong>n GiovanniBordolona Cis Cavallari GiuseppeBordolona Alta Cis Dell’eva FaustoBrigolina <strong>Trento</strong> Baccoli FiorenzoCambroncoi S. Orsola Bertin Na<strong>di</strong>aCengle<strong>di</strong>no e Lodranega Tione Bertelli DomenicoCenon <strong>di</strong> sopra Scurelle Borgogno GiacintoCima Verle Levico Terme Foradori DamianoCloz Cloz Streit AngelikaColo / Cavé Ronchi Valsugana Pompermaier MarcoContrin Pozza <strong>di</strong> Fassa Haselrieder KonradD’Arnò Breguzzo Bazzoli GervasoFratte Levico Terme Cetto FerruccioGuì Concei Baruzzi GiulianoMisone <strong>di</strong> Tenno Tenno Santoni AndreaMonte Sole Rabbi Casna GuidoMovlina Bleggio inferiore Iori NatalePalù Levico Terme Lorenzini PaoloPletzn-Perg (Valcava) Fierozzo Moltrer AldoPostesina/Costo <strong>di</strong> sotto Levico Terme Zanoni VitoSass Valfloriana Giovannini AndreaScura Grigno Paterno GennySenage Bolentina Malè Schwienbacher PeterStabolone e Rolla Praso Daone Valentini ElioStavél “F. Denza” - Rifugio Vermiglio Dezulian MircoStramaiolo Bedollo Conci PietroStrino Vermiglio Dalpiaz MarcoTovre Molveno Moraschini DamianoTrenca Roncegno Hueller RobertoTuena Tuenno Alessandri LucaValcomasine Peio Laffranchi ValerioValcoperta Grigno Cenci AntonioValfontane Castello Tesino Parotto AdrianaZeledria Bocenago Campiglio Zulberti EnricoÈ opportuno rimarcare che ilsupporto tecnico ed organizzativoal Concorso è inserito in uncontesto <strong>di</strong> iniziative realizzateda IASMA e fra <strong>di</strong> loro coor<strong>di</strong>nate,tutte finalizzate a fornireagli operatori <strong>di</strong> malga un supportotecnico completo sulle <strong>di</strong>verseproblematiche che devonoaffrontare: dalla gestione del pascolo,alle tematiche dell’integrazionealimentare, alle attrezzatureed alle modalità <strong>di</strong> mungiturafino alla caseificazione con tuttele problematiche tecniche e<strong>di</strong>gienico – sanitarie connesse. Le<strong>di</strong>verse iniziative si concretizzanoin momenti <strong>di</strong> formazione e<strong>di</strong> aggiornamento oltre che negliinterventi <strong>di</strong> consulenza, e sonorealizzate in concerto con l’IstitutoZooprofilattico, i Servizi Veterinaripubblici, il Concast Trentingrana,la Federazione <strong>Provincia</strong>leAllevatori.Le novità 2007La giuria, composta da qualificatiesperti del settore, è stata in parterinnovata con l’ingresso <strong>di</strong> unnuovo gruppo <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci che,hanno conseguito il titolo <strong>di</strong> Assaggiatori<strong>di</strong> Formaggi partecipandoal primo corso dell’ONAF(Organizzazione Nazionale Assaggiatori<strong>di</strong> Formaggio) attivatograzie al supporto dell’Accademiad’Impresa ed all’interventodel Consorzio dei Comuni nell’ambitodel progetto la Montagna<strong>di</strong> latte: questo gruppo èandato così ad arricchire la compagine<strong>di</strong> persone esperte delletecniche <strong>di</strong> degustazione e buoniconoscitori della tipologia formaggi<strong>di</strong> malga <strong>di</strong> cui è compostala giuria.La mostra dei formaggi in concorsoè stata affiancata da un’esposizionede<strong>di</strong>cata ai piccoli produttoriaziendali <strong>di</strong> formaggio<strong>di</strong> capra della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>:una giusta attenzione a questosettore, tenuto conto che il


CASEIFICIO COMUNE CASAROCampitello Campitello Moran<strong>di</strong>ri AngeloCasearia Monti Trentini Grigno Scalco CostanteDegli Altipiani e del Vezzena Lavarone Bertacchini RodolfoPinzolo - Fiavé - Rovereto Rovereto Baldessarelli IvanPredazzo e Moena Predazzo Campi WalterPrimieroConcorso è ospite della Desmontegadade le caore. In questo casonon si è trattato <strong>di</strong> un concorso,ma <strong>di</strong> una vetrina dovequeste piccole produzioni si sonopresentate a un pubblico piùvasto.Nella giornata <strong>di</strong> sabato sono statirealizzati i previsti “Incontri <strong>di</strong>degustazione”, organizzati daTrentino Spa, che hanno offertola possibilità <strong>di</strong> assaggi “guidati”a base <strong>di</strong> produzioni tipiche trentinee vini <strong>di</strong> elevata qualità .Novità assoluta <strong>di</strong> quest’anno sonostati invece la mostra-mercatoe gli “incontri con l’autore”:alcuni produttori, che hannodato la loro <strong>di</strong>sponibilità, si sonoFiera <strong>di</strong> PrimieroPradel Valerio,Cosner CesareSabbionara Avio Caden RenatoSapori Valle del Chiese Roncone Bazzoli Andrea<strong>Trento</strong> - Borgo Borgo Valsugana Zottele FiorenzoTurnario <strong>di</strong> Peio Peio Pegoletti BrunoVal <strong>di</strong> Fiemme Cavalese Campi Paolopresentati <strong>di</strong>rettamente al pubblicoillustrando l’attività <strong>di</strong> malga eil loro formaggio, in un piacevolecontatto <strong>di</strong>retto fra produttoree consumatore: la possibilità<strong>di</strong> acquistare i loro prodotti come<strong>di</strong> quelli degli aderenti alla Stradadei Formaggi delle Dolomiti,è stata utilizzata da molti visitatoriche hanno così potuto concluderecon un acquisto gli assaggieffettuati durante la visitaalla mostra.I numerosi visitatori della mostrahanno inoltre potuto ritirarecopia della cartina tascabiledel Trentino, contenente tuttele informazioni logistiche perpoter raggiungere le malghe daUno dei fondamentali ingre<strong>di</strong>enti dei formaggi <strong>di</strong> malga: il pascoloformaggio, allestita da TrentinoS.p.a. con la consulenza tecnica<strong>di</strong> IASMA.I patecipanti ed i risultatiNelle tabelle allegate sono elencatii formaggi che sono stati presentatial concorso sud<strong>di</strong>visi nelle<strong>di</strong>verse categorie provenientidalle 36 malghe e 11 caseificipartecipanti, nonché le malghe ei caseifici con i relativi casari:Categorie concorson°Form.Nostrano <strong>di</strong> Malga 31Nostrano <strong>di</strong> Caseificio 6Nostrano CL <strong>di</strong> Caseificio 4Caprino <strong>di</strong> Malga e Caseificio 8Stagionato <strong>di</strong> Malga 8Stagionato <strong>di</strong> Caseificio 3Totale formaggi 60La premiazione della 8ª MostraConcorso si è tenuta domenica23 settembre, ad ore 11.00,presso il Palacongressi <strong>di</strong> Cavalese,alla presenza <strong>di</strong> autorità politiche,tecnici, addetti al settore evisitatori. I casari <strong>di</strong> malga eranopresenti in buon numero confermandoin questo modo la bontàdella scelta <strong>di</strong> effettuare le premiazionila domenica mattina.I risultati <strong>di</strong> questa e<strong>di</strong>zione delConcorso vedono premiati in modoparticolare i formaggi provenientidall’Altopiano delle Vezzene:va segnalato peraltro che questo èil primo anno in cui si è verificatauna partecipazione così numerosa<strong>di</strong> malghe dell’Altopiano.Data per scontata la serietà e lacompetenza della giuria, si puòaffermare che, almeno per quest’anno,è stato confermato quelloche, nel lontano 1930, scriveval’ingegner Socrate Gilberti dellaCattedra Ambulante <strong>di</strong> Agricoltura<strong>di</strong> <strong>Trento</strong> definendo il Vezzenacome il miglior formaggio <strong>di</strong> malgaperché “…ottimo formaggio datavola dal quarto all’ottavo mese esuperbo formaggio da grattugiaredal secondo al terzo anno”.Terra Trentina15


lattiero/caseari8ª MOSTRA CONCORSO DEI FORMAGGI DI MALGADELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOCATEGORIA: NOSTRANO DI MALGACavalese, 22 - 23 settembre 2007Classifica MALGA COMUNE CASARO1° POSTESINA / COSTO DI SOTTO LEVICO TERME ZANONI VITO2° BASSON DI SOTTO LEVICO TERME CUNICO GIROLAMO3° CIMA VERLE LEVICO TERME FORADORI DAMIANO4° VALCOPERTA GRIGNO CENCI ANTONIO5° PALU’ LEVICO TERME LORENZINI PAOLOCATEGORIA: NOSTRANO CASEIFICIOClassifica MALGA COMUNE CASARO1° CASEARIA MONTI TRENTINO GRIGNO SCALCO COSTANTE2° TRENTO - BORGO BORGO VALSUGANA ZOTTELE FIORENZO3° SABBIONARA AVIO CADEN RENATOCATEGORIA: STAGIONATO DI MALGAClassifica MALGA COMUNE CASARO1° BASSON DI SOTTO LEVICO TERME CUNICO GIROLAMO2° VALCOPERTA GRIGNO CENCI ANTONIO3° FRATTE LEVICO TERME CETTO FERRUCCIOCATEGORIA: STAGIONATO CASEIFICIOClassifica MALGA COMUNE CASARO1° SABBIONARA AVIO CADEN RENATOCATEGORIA: CROSTA LAVATAClassifica MALGA COMUNE CASARO1° PREDAZZO - MOENA PREDAZZO CAMPI WALTERCATEGORIA: NOSTRANO CAPRINOClassifica MALGA COMUNE CASARO1° MISONE DI TENNO TENNO SANTONI ANDREATerra Trentina162° GUÌ CONCEI BARUZZI GIULIANO3° MOVLINA BLEGGIO INFERIORE IORI NATALE


Un’opportunità per gli allevatori trentiniVENDITA DIRETTADI LATTE CRUDOLAttiero/caseariLa riduzione dei red<strong>di</strong>ti degli allevamentizootecnici dovuta allaforbice verificatasi tra i prezzidel latte conferito ai consorzio all’industria lattiero-casearia edai costi <strong>di</strong> produzione in costantee forte ascesa, determina la chiusura<strong>di</strong> molti allevamenti e la ricerca<strong>di</strong> integrazioni al red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>quelli che rimangono faticosamentein attività.Le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge Italianee della Comunità Europea permettonoai produttori <strong>di</strong> vendere<strong>di</strong>rettamente al consumatore illatte aziendale. Questa opportunitàpuò avvantaggiare l’allevatorezootecnico ed offrire al clienteun prodotto fresco, sano e genuino.Sicuramente la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettadel latte aziendale rappresentauna delle scelte che, se ben ponderata,organizzata e promossa,permette <strong>di</strong> recuperare valoreaggiunto. Il sistema <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>taprevede l’istallazione in aziendaod in luoghi particolarmente frequentatidal pubblico <strong>di</strong> <strong>di</strong>stributoriautomatici.Oltre a costituire una valida risorsa economicaper le aziende zootecniche, la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettapuò rappresentare un anello importanteper la completa integrazionedei settori agricolo e turistico,contribuendo alla qualificazionedell’offerta <strong>di</strong> entrambi i compartiGianantonio Tonelli e Maurizio ValerServizio Aziende Agricole e Territorio Rurale/PATLe norme provincialiLa provincia <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>con deliberazione della giuntaprovinciale n. 1835 del 08 settembre2006 ha fissato le <strong>di</strong>rettive perla ven<strong>di</strong>ta al consumatore finale<strong>di</strong> latte crudo vaccino, ovino, caprinoe bufalino. Con la deliberazione1835 vengono applicati ilReg. (CE) n. 852/2004 relativo all’igienedei prodotti alimentari ,nonché il Reg. (CE) n. 853/2004Terra Trentina17


LAttiero/casearilettiche e nutrizionali del latteappena munto. Il latte crudo èpiù ricco <strong>di</strong> vitamine e <strong>di</strong> proteinerispetto a quello pastorizzato,ed il grasso che non ha subitoil processo <strong>di</strong> omogeinizzazioneconferisce un gusto più pieno esapido <strong>di</strong> quello confezionato.Terra Trentina18concernente i requisiti microbiologicidel prodotto in ven<strong>di</strong>ta.Per iniziare l’attività<strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettaIl produttore deve:– comunicare l’inizio attività <strong>di</strong>ven<strong>di</strong>ta per mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stributoreautomatico, al Sindacodel Comune dove vienecollocato il <strong>di</strong>stributore automatico,ai sensi del decretolegislativo 18 maggio 2001,n. 228 e della L.P. 8 maggio2000 n. 4 (deliberazioni dellaGiunta provinciale n. 662del 23.02.2001 n. 3386 del14.12.2001);– provvedere alla registrazionedell’attività <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta pressol’Azienda provinciale peri servizi sanitari ai sensi delReg. (CE) n. 852/2004;– rispettare le con<strong>di</strong>zioni o requisitiigienici dell’allegato II,capitolo III del Reg. (CE) n.852/2004 per la commercializzazionedegli alimenti con<strong>di</strong>stributori automatici.Il trasporto del latte crudo dalluogo <strong>di</strong> produzione al <strong>di</strong>stributoredeve rispettare le prescrizionidel Reg. (CE) n. 852/2004, ilrifornimento deve essere giornalieroed il latte rimanente a finegiornata qualora non smaltitocome sottoprodotto, deve esserepastorizzato prima della successivacommercializzazione o sottopostoa caseificazione.La ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> latte crudo me<strong>di</strong>ante<strong>di</strong>stributori automatici deveessere accompagnata da informazioniessenziali circa il tipo <strong>di</strong>latte crudo (vaccino, caprino,…),sulle generalità del produttore(ragione sociale, sede dell’allevamento),sulle modalità <strong>di</strong> conservazionea domicilio (in frigoriferofra i 0° C ed i 4°C), e sullascadenza entro la quale il prodottodeve essere consumato.Un prodotto sano e genuinoL’azienda produttrice deve averedei requisiti igienico sanitari talida tutelare la salute pubblica conla garanzia <strong>di</strong> fornitura <strong>di</strong> un prodottosano e genuino.Il latte crudo deve pertanto essereconservato a temperatura controllatae pertanto dopo la mungiturae la filtrazione deve essereimme<strong>di</strong>atamente refrigerato a 4°C. Con tali accorgimenti il latteche non ha subito trattamenti termicie <strong>di</strong> omogeinizzazione conservale carattereristiche organo-Autocontrollo e requisitiigienico-sanitariPer il legislatore comunitario latutela della salute è affidata <strong>di</strong>rettamenteal produttore ed al serviziopubblico competente per ilcontrollo ufficiale.Il latte crudo destinato ai <strong>di</strong>stributoriautomatici deve possederedelle caratteristiche chimicofisichee microbiologiche <strong>di</strong> altaqualità e pertanto deve rispettaredeterminati parametri fissati dallegislatore:Il contenuto in germi alla temperatura<strong>di</strong> 30° C non deve esseresuperiore a 50.000 per ml per illatte bovino e a 500.000 per il latteovino e caprino come me<strong>di</strong>ageometrica dei rilevamenti su unperiodo <strong>di</strong> due mesi con almenodue prelievi mensili.Il contenuto <strong>di</strong> cellule somatichenon deve essere superiore alle300.000 per ml come me<strong>di</strong>a suun periodo <strong>di</strong> 3 mesi con almenoun campionamento mensile.L’azienda deve effettuare controllisulle feci e sul latte deglianimali per escludere la presenza<strong>di</strong> Escherichia Coli O157, <strong>di</strong>Campylobacter jejuni e <strong>di</strong> Listeriamonocytogenes ed eventualmenteescludere dalla produzioneper la ven<strong>di</strong>ta del latte crudoi soggetti in<strong>di</strong>viduati nei controlliprogrammati.Il piano <strong>di</strong> autocontrollo devegarantire anche sulla presenza <strong>di</strong>aflatossine limitata a 50 ppt, deiresidui <strong>di</strong> molecole <strong>di</strong> antibattericoo chemioterapico, sulle procedure<strong>di</strong> pulizia e sanificazionedei locali, degli strumenti e delleattrezzature utilizzate per lo


stoccaggio, la conservazione e<strong>di</strong>l trasporto del latte refrigerato,nonché sulla sanificazione degliapparecchi <strong>di</strong>stributori.Il <strong>di</strong>stributore automaticoIl locale o la struttura che ospitail <strong>di</strong>stributore del latte deve averei requisiti igienico-sanitari previstiper la lavorazione e la ven<strong>di</strong>tadei prodotti alimentari e deveottenere la relativa autorizzazionesanitaria dall’ASL (art. 2, legge n.283/62 e successive mo<strong>di</strong>fiche).Qualora il <strong>di</strong>stributore automaticovenga collocato in un luogopubblico non vigilato è opportunoche la struttura <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> sistemicontro l’intrusione per evitarevandalismi, contaminazionidel prodotto e furti degli incassi.Il <strong>di</strong>stributore del latte automatico,oltre a garantire l’igienee la conservazione del prodottomantenendo la temperatura a4°C, deve permettere un utilizzosemplice ed intuitivo al consumatore,evitare l’affioramento delgrasso me<strong>di</strong>ante l’intervento <strong>di</strong>un agitatore programmabile, <strong>di</strong>sporre<strong>di</strong> sistemi semplici ed efficientiper la pulizia e la <strong>di</strong>sinfezionesia esterna che interna,effettuare l’erogazione precisadel latte. L’impianto <strong>di</strong> pescaggioed emissione dopo l’erogazionedeve essere lavato e <strong>di</strong>sinfettato.Quando il <strong>di</strong>stributore è collocatoin azienda, il collegamentoalla vasca <strong>di</strong> refrigerazione dellatte è <strong>di</strong>retto ed il locale devepresentare le migliori con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> pulizia ed igiene. La <strong>di</strong>sponibilitàper il cliente <strong>di</strong> un lavaboe <strong>di</strong> carta per asciugare le manipermette al cliente <strong>di</strong> lavarsi nelcaso in cui durante le operazioni<strong>di</strong> riempimento si sporchi accidentalmente.Gli insetti devonoessere tenuti sotto controllo conle apposite apparecchiature.Distribuzione del latte crudoin luogo pubblicoL’istallazione del <strong>di</strong>stributore automaticoin luogo <strong>di</strong>stante dall’aziendarichiede maggior impegnoeconomico e logistico.L’apparecchiatura richiede l’allacciamentoalle reti idrica ed elettricaed alla rete <strong>di</strong> scarico delleacque <strong>di</strong> lavaggio; deve esseredotata <strong>di</strong> un gruppo elettrogenoche garantisca la continuità <strong>di</strong>erogazione dell’energia elettricain caso <strong>di</strong> black-out alla rete.FATTI/PREVISIONI• Nostrano della Val <strong>di</strong> Fiemme, Nostrano Fassanoo Spretz Saorì e Nostrano del Primiero sononomi <strong>di</strong>versi che in<strong>di</strong>cano un unico tipo<strong>di</strong> formaggio prodotto nelle Valli <strong>di</strong> Fiemme e<strong>di</strong> Fassa e nella zona del Primiero per il qualeè stato richiesto il riconoscimento della DopPuzzone <strong>di</strong> Moena. Attualmente sono 73 milai quintali <strong>di</strong> latte bovino impiegati per produrre68 mila forme <strong>di</strong> formaggio del peso unitario<strong>di</strong> 9-13 chilogrammi. Il valore economico è<strong>di</strong> 5 milioni <strong>di</strong> euro.• La Commissione europea ha approvato il pianosanitario attivato dai servizi veterinari della<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> per ridurre l’incidenzadella IBR, cioè della rinotracheite infettivadei bovini. Il piano è stato avviato nel 1997.Considerati i risultati positivi raggiunti, la Commissioneha concesso alla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>il <strong>di</strong>ritto ad attivare le cosiddette garanzie <strong>di</strong>accesso. I bovini acquistati fuori dal Trentinodevono provenire da zone e stalle per le qualipuò essere certificato un sufficiente grado <strong>di</strong>sanità da IBR.• Gli allevatori <strong>di</strong> bovini <strong>di</strong> razza Bruna che operanoin Trentino riescono ad assicurare la quota<strong>di</strong> rimonta, cioè la sostituzione con giovanebestiame <strong>di</strong> capi a fine carriera, con soggettida vita allevati nella propria stalla. In caso<strong>di</strong> insufficiente <strong>di</strong>sponibilità acquistano giovanisoggetti alle aste che si svolgono in provincia<strong>di</strong> Bolzano. Per la Pezzata nera o Frisona gliallevatori devono invece fare acquisto fuori dalTrentino, soprattutto in Germania che però hadovuto sospendere l’esportazione a causa dellamalattia della lingua blu.• L’Agenzia provinciale per i pagamenti in agricolturaattivata con delibera della Giunta provinciale<strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha iniziato ad operare dal 1° ottobre2007, ma solo per quanto riguarda la gestionedei fascicoli aziendali. Potrà lavorare a pieno regimedopo il riconoscimento da parte del Ministeroper le politiche agricole occupandosi dellagestione e liquidazione <strong>di</strong> tutti i finanziamentiprevisti dal Piano <strong>di</strong> sviluppo rurale 2007-2013.Gestirà <strong>di</strong>rettamente un cumulo <strong>di</strong> interventi finanziaripari a 50-70 milioni <strong>di</strong> euro all’anno.Terra Trentina19


lattiero/caseariLe strutture prefabbricate in commercionormalmente realizzatecon materiali isolanti propongonosoluzioni varie. La loro collocazionepresso centri commerciali,strade e vie a forte passaggio,località turistiche oppure su unitàmobili montate su autotelaio ofurgone, facilitano il contatto traproduttore e consumatore consod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> entrambi: l’allevatorevede aumentare il propriored<strong>di</strong>to ed il cliente trova l’opportunità<strong>di</strong> riscoprire un prodotto<strong>di</strong>menticato con tutte le suecaratteristiche <strong>di</strong> originalità, freschezza,genuinità e salubrità introvabilisui banconi dei negozi.L’apparecchiatura deve <strong>di</strong>sporre<strong>di</strong> sensori e <strong>di</strong> allarmi che avvisinoconsumatore e produttorequalora si verifichino dei malfunzionamenti.Nella stagione invernale,se il <strong>di</strong>stributore è all’apertoe la temperatura scende sotto lozero termico, è necessaria la presenza<strong>di</strong> una resistenza antigeloautomatica.Nuove opportunità per consumatorie gastronomiaL’opportunità <strong>di</strong> acquistare lattefresco crudo, offre ai gestori <strong>di</strong>locali <strong>di</strong> ristorazione, bar, ecc <strong>di</strong>produrre in proprio prodotti comelo yogurt, il gelato, le ricotteed i formaggi freschi riqualificandola loro offerta gastronomica eproponendo ai clienti l’occasione<strong>di</strong> riscoprire sapori ormai <strong>di</strong>men-ticati. Conclu<strong>di</strong>amo auspicandoche la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta del lattefresco crudo oltre a costituireuna valida risorsa economica perle aziende zootecniche, possarappresentare un anello importanteper la completa integrazionedei settori agricolo e turisticocontribuendo alla qualificazionedell’offerta turistico e gastronomicadel Trentino.Terra Trentina20


Nota dell’Ufficio valorizzazione della filiera foresta-legnoLa VENDITa DI LEGNAMENEI PRIMI NOVE MESIDEL 2007foreste/legnameIl 2006 ha rappresentato un anno<strong>di</strong> forte ripresa del mercato dellegname: sia il prezzo del legnameallestito (me<strong>di</strong>a 2006 89.70Euro/m³) che <strong>di</strong> quello in pie<strong>di</strong>(me<strong>di</strong>a 2006 55.85 Euro/m³) sonorisaliti ai massimi storici del1995, recuperando la fase <strong>di</strong>scendenteche aveva caratterizzati glianni dal 1996 in poi, come illustratonel grafico seguente.Francesco DellagiacomaUfficio Filiera Foresta Legno – Servizio Foreste e FaunaLa valutazione complessiva del mercatoè positiva per la sostanziale tenuta nel corsodel 2007, nonostante l’eccedente offerta<strong>di</strong> legname proveniente da schiantia livello europeo. Ci sono buone prospettiveper la parte finale dell’annoIl 2006 è stato caratterizzato dallaven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una notevole quantità<strong>di</strong> legname, in particolare deilotti in pie<strong>di</strong>, in quanto le favorevolicon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> mercato hannoportato alla ven<strong>di</strong>ta –e all’utilizzazione-del legname non vendutoe non utilizzato negli anniprecedenti e hanno spinto i proprietariad ulteriori utilizzazioni./m3100,0090,0080,0070,0060,0050,00Prezzo del legname – valore correnteLa quantità del legname vendutoa strada presenta delle oscillazioniminori, perché gli aspetti organizzativipesano <strong>di</strong> più e le con<strong>di</strong>zionidel mercato hanno unainfluenza maggiore e più <strong>di</strong>rettasulle quantità vendute in pie<strong>di</strong>.40,0030,0020,0010,000,00198019821984198619881990legname in pie<strong>di</strong>legname allestito19921994199619982000200220042006Il 2007 è iniziato con il cicloneKyrill, che a gennaio ha provocatoin Europa alcune decine <strong>di</strong> vittimee provocato schianti per circa50-60 milioni m³ <strong>di</strong> legname.A <strong>di</strong>fferenza che in passato questavolta gli schianti, verificatisi inuna congiuntura favorevole peril mercato del legno, hanno provocatosolo una parziale riduzio-200.000180.000160.000140.000120.000100.00080.00060.00040.00020.00001981198219831984198519861987198819891990Quantità vendute1991199219931994199519961997199819992000200120022003200420052006ven<strong>di</strong>tein pie<strong>di</strong>ven<strong>di</strong>tea stradaTerra Trentina21


foreste/legnamine delle quantità richieste e delprezzo del legname. Un risultatomolto <strong>di</strong>verso rispetto agli effettidegli schianti del 2000 o del1990-91, anche grazie al comportamentopiù me<strong>di</strong>ato degli operatoridel settore, sia proprietariforestali che acquirenti. Sul mercatocentro europeo hanno influitoinoltre certamente anche lemaggiori capacità produttive realizzatein anni recenti, in particolarein Baviera.70.00060.00050.00040.00030.00020.00010.0000Il 2007 è dunque iniziato conscorte <strong>di</strong> legname da venderemolto ridotte e l’aspettativa <strong>di</strong>una certa riduzione del prezzo:dunque con una previsione <strong>di</strong>quantità e prezzi inferiori all’annoprecedente. In realtà il mercatonel corso dell’anno ha tenutopiuttosto bene: non si ripeterannole quantità vendute nel 2006e ci sarà una –peraltro modestariduzionedei prezzi me<strong>di</strong>. È peròconfortante osservare che lacontrazione dei prezzi è limitatae che ha interessato <strong>di</strong> più il legnamea strada, <strong>di</strong>sponibile imme<strong>di</strong>atamente,mentre è stata inferioreper il legname venduto inpie<strong>di</strong>, <strong>di</strong>sponibile nel prossimofuturo, anche in base alle necessità<strong>di</strong> lavoro dell’acquirente. Unsegno evidente che gli operatorisi aspettavano -e si aspettanounaripresa del mercato nel futuroprossimo.I trim 06 II trim 06 III trim 06 IV trim 06 I trim 07 II trim 07 III trim 07ven<strong>di</strong>te in pie<strong>di</strong>, m_Il grafico mostra le quantità venduterilevate dal servizio Forestee Fauna: per le ven<strong>di</strong>te inpie<strong>di</strong> il dato gennaio-settembre2007 è al 56% rispetto all’annoVen<strong>di</strong>te 2006/2007 – quantità2007gen-settven<strong>di</strong>te a strada, m_precedente (70.800 m³ rispetto a127.400 m³) mentre per le ven<strong>di</strong>tea strada il dato è superioredel 21% (43.200 m³ rispetto a35.500 m³).2006gen-settvariazioneven<strong>di</strong>te in pie<strong>di</strong>, m 3 70.807 127.444 -44,4%prezzo me<strong>di</strong>o 55,05 52,45 4,97%ven<strong>di</strong>te a strada, m 3 43.233 35.549 21,62%prezzo me<strong>di</strong>o 79,06 83,15 -4,9%Terra Trentina22


Interessante è anche il confrontodei prezzi, riportato nel graficoseguente: per il legname in pie<strong>di</strong>nel corso del 2006 si è avuto unaumento molto forte (+27 Euro/m³, pari 75% del valore iniziale)fra il I e il III trimestre; nel corsodel I e II trimestre 2007 è seguitauna riduzione consistente (-14Euro/m³) mentre nel III trimestreha poi fatto seguito una ripresasignificativa (+7 Euro/m³). Simili,ma più lente le oscillazionidel prezzo del legname fatturato:l’aumento del 2006 è stato <strong>di</strong>20 Euro/m³ (+25%), con una riduzionedella stessa entità nel I eII trimestre 2007 e una ripresa <strong>di</strong>6 Euro nel III trimestre.I dati dei mercati locali dellaCamera <strong>di</strong> Commercio, Industriae AgricolturaIl quadro dei mercati locali (soloven<strong>di</strong>te a strada, aderendo alprogetto legno che CCIAA operaper incarico della provincia, comeprevisto dall’art. 12 bis dellaLP 48/78) dà un quadro sostanzialmenteuguale: i dati non sonouguali, in quanto quelli <strong>di</strong> CCIAAsi riferiscono alle sole ven<strong>di</strong>tenell’ambito del progetto legno;e riguardano anche ven<strong>di</strong>te sullabase dei quantitativi presunti,relativi ad utilizzazioni non ancoraeffettuate, stimati nel progetto<strong>di</strong> taglio e dal proprietario. I datidel servizio Foreste e Fauna riguardanoinvece tutte le ven<strong>di</strong>te<strong>di</strong> legname rilevate dalle stazioniforestali (ci sono alcuni proprietariche vendono a strada100,00095,00090,00085,00080,00075,00070,00065,00060,00055,00050,000CCIAA prezzi ven<strong>di</strong>taper conto proprio, senza utilizzareil servizio <strong>di</strong> CCIAA); e generalmenteriguardano dati definitivi,ad utilizzazione e misurazioneconcluse.La valutazione complessiva delmercato è dunque positiva: perla sostanziale tenuta nel corsodel 2007, che poteva presentarsicon <strong>di</strong>fficoltà rilevanti a seguitodei danni provocati da Kyrill.Con delle buone prospettive perla parte finale dell’anno.dati CCIAAdati Servizio ForesteI trim 06 II tri 06 III trim 06 IV trim 06 I trim 07 II tri 07 III trim 07Terra Trentina23


foreste/iniziativeCorso teorico-pratico sull’utilizzazione del patrimonio boschivoUN’OCCASIONE IN PIùPER IMPARAREA LAVORARE NEI BOSCHILa collaborazione instaurata ormaida più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni, tra ilServizio Foreste e fauna della<strong>Provincia</strong> Autonoma <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> el’Istituto Professionale per l’Agricolturae l’Ambiente <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge continua ad essereoccasione <strong>di</strong> confronto edarricchimento per tutti gli studentiche scelgono il percorso <strong>di</strong>formazione per Esperto forestale-ambientale.Davide PozzoServizio Foreste e fauna/PATAppena terminati gli esamidella maturità 2007, <strong>di</strong>eci “ex allievi”dell’Istituto Professionale per l’Agricolturae l’Ambiente (nove della Scuola <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge ed uno <strong>di</strong> Feltre),hanno vissuto per due intere settimane,un’esperienza formativa particolare.Terra Trentina24


Rinnovando ed arricchendo <strong>di</strong>contenuti l’esperienza maturatain due iniziative realizzate neglianni scorsi, nell’intero periododal nove al venti luglio scorso,si è concretizzato nei boschi delComune <strong>di</strong> Folgaria un nuovocorso pratico <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento,in materia <strong>di</strong> organizzazione,tecnica e sicurezza dei lavori <strong>di</strong>raccolta della produzione legnosanei boschi <strong>di</strong> montagna.Dopo un periodo <strong>di</strong> sospensione<strong>di</strong> questa attività extra scolastica,a causa della mancanza <strong>di</strong> interessamentoda parte degli studentidegli ultimi quattro anni, inoccasione <strong>di</strong> alcuni incontri informativisulla filiera foresta-legno,organizzati per tutti gli studentidurante l’anno scolastico2006/2007 e tenuti da alcuni funzionaridell’Ufficio Filiera forestalegnodella <strong>Provincia</strong>, è riemersauna nuova richiesta da parte <strong>di</strong>alcuni studenti dell’ultimo anno.Un gruppo <strong>di</strong> ragazzi particolarmenteinteressati a questi argomenti,ha chiesto se al <strong>di</strong> fuoridei programmi e delle attività organizzateper tutti, fosse possibileavere l’opportunità <strong>di</strong> acquisiredelle competenze pratiche, aloro avviso utili per entrare nelsettore delle professioni forestali.La proposta è apparsa interessante,perché manifestava l’interesseverso un’occupazione nelsettore delle utilizzazioni forestali,raro per una figura professionalecome quella dell’esperto forestale-ambientaleche invece hasempre considerato come unicaopportunità occupazionale, le figure<strong>di</strong> agente del Corpo forestaleo quella <strong>di</strong> custode forestale, equin<strong>di</strong> in ogni caso nella pubblicaamministrazione.Alla luce dei processi <strong>di</strong> razionalizzazionee contenimento dellaspesa in atto preve<strong>di</strong>bili nel prossimofuturo, lo sbocco professionaledell’esperto forestale-ambientalenon può essere garantitodalle sole possibilità offerte dall’entepubblico.Va ricordato invece che il settoredelle utilizzazioni e dei lavoriforestali è in una fase <strong>di</strong> trasformazioneorganizzativa, con unacrescente razionalizzazione delleoperazioni, anche per il sempremaggior ricorso alla meccanizzazione.Tutto ciò crea nuovi spazi per leimprese forestali private e dunquenuove possibilità occupazionaliper i <strong>di</strong>plomati.Pertanto, nelle due settimane in<strong>di</strong>viduate,i nove “ex allievi” <strong>di</strong>San Michele ed un loro collegache, pur risiedendo in Trentino,ha stu<strong>di</strong>ato presso l’Istituto<strong>di</strong> Feltre (BL), alternando breviintroduzioni teoriche e consistentiperio<strong>di</strong> <strong>di</strong> attività pratica<strong>di</strong> esercitazione, hanno arricchi-Terra Trentina25


to il loro bagaglio <strong>di</strong> conoscenzee competenze sui seguenti argomenti:– Regolamentazione delle utilizzazioniforestali (leggi, prescrizioni,capitolati, usi e consuetu<strong>di</strong>ni)– Conoscenza delle principalimacchine ed attrezzature peril taglio e la raccolta <strong>di</strong> legnae legname– Manutenzione della motosega– Gestione della sicurezza (in<strong>di</strong>viduazionedei rischi, definizioneed applicazione dellemisure <strong>di</strong> prevenzione e protezione)– Gestione delle emergenzeconseguenti ad un incidentelavorativo– Tecnica <strong>di</strong> abbattimento edallestimento degli alberi forestalie principi organizzatividelle operazioni (per operarein situazioni normali e speciali)– Tecnica e organizzazione dell’esboscocon trattore e verricello– Tecnica e organizzazione dell’esboscocon gru a cavo forestale(teleferica pescante)– Pianificazione dell’esboscocon gru a cavo forestale(compreso l’in<strong>di</strong>viduazioneed il tracciamento dellelinee)– Valorizzazione della produzionelegnosa dei boschi(prodotti legnosi forestali, sistemi<strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta e misurazione,classificazione qualitativae <strong>di</strong>mensionale del legname)L’attività è stata organizzata erealizzata dall’Ufficio Filiera foresta-legnodel Servizio Foreste efauna della <strong>Provincia</strong> che da più<strong>di</strong> vent’anni si occupa della qualificazionee dell’aggiornamentodegli operatori forestali (sia delsettore pubblico che privato),nonché dei tecnici e del personale<strong>di</strong> vigilanza, in materia <strong>di</strong> meccanizzazionee tecniche <strong>di</strong> utilizzazionedei patrimoni forestali.Con questa attività, in<strong>di</strong>rizzata adutenti sostanzialmente <strong>di</strong>versi dalclassico “target”, in quanto nonancora impiegati nel settore dellagestione forestale, ma titolati adentrare nel comparto per il possesso<strong>di</strong> un <strong>di</strong>ploma specifico,si è voluto contribuire concretamentealla formazione <strong>di</strong> alcunigiovani che per l’interessamento<strong>di</strong>mostrato e per i risultati conseguitifinora, hanno <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> possedere la propensione ele abilità necessarie per lavorarecon successo e sod<strong>di</strong>sfazione, siain qualità <strong>di</strong> tecnici che <strong>di</strong> operatorispecializzati nel settore delleutilizzazioni forestali.Terra Trentina26TECNICA FLASH• Lo stor<strong>di</strong>tore elettricoè usato dagli addettidell’Ufficio faunisticodella <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> <strong>Trento</strong> per catturaretrote od altre specie<strong>di</strong> pesci pregiatida utilizzare come riproduttorie produrreuova embrionate oavannotti da ripopolamento.Funziona acorrente continua a<strong>di</strong>mpulsi ed ha una potenza<strong>di</strong> 500-600 volt.La scarica elettricaprodotta dai due poliimmessi nell’acqua ètanto più forte quantopiù alta è la conducibilitàdovuta alla presenza<strong>di</strong> sali <strong>di</strong>sciolti.Nelle acque povere <strong>di</strong>sali gli operatori devonoversare a monteun sacco <strong>di</strong> materialesalino. Ciò avviene,ad esempio, nelle acquesuperficiali dellaValle dei Mocheni.• Tra le operazioni daeseguire in fase <strong>di</strong>rinnovo <strong>di</strong> un vignetoe <strong>di</strong> preparazione delterreno che ospiterànuove viti risulta fondamentalela <strong>di</strong>stribuzionee l’in<strong>terra</strong>mento<strong>di</strong> letame bovino. Laquantità consigliatadai tecnici è <strong>di</strong> 1200-1300 quintali a ettaro,se il terreno è scioltoe quin<strong>di</strong> poco strutturatoe <strong>di</strong> 700-800quintali, se invece èargilloso e quin<strong>di</strong> piùcompatto.• La cantina sociale LaVis e Valle <strong>di</strong> Cembraha avuto in conferimentoda 6 viticoltoriassociati uve dellavendemmia 2007raccolte con vendemmiatricemeccanica.L’enologo Corrado Aldrighettiche coor<strong>di</strong>nal’Ufficio viticolo <strong>di</strong>ceche l’uva vendemmiataera pulita da fogliee residui <strong>di</strong> vegetazionee i grappoli risultavanointegri. Le varietàinteressate eranoPinot grigio, Chardonnay,Cabernet Sauvignone Merlot. Lamacchina vendemmiatriceconsente <strong>di</strong>raccogliere l’uva <strong>di</strong>4 ettari <strong>di</strong> vigneto algiorno, coinvolgendo3 persone. La forma <strong>di</strong>allevamento deve essere<strong>di</strong> tipo verticale.• L’acido ossalico è almomento il prodottoche assicura la maggioreefficacia neiconfronti della varroao acaro succhiasanguedelle api. Loafferma il dr. FrancoGatti, me<strong>di</strong>co veterinariodella Aziendasanitaria per la provincia<strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, chesi occupa dei proble-


Suscettibilitàagli insettici<strong>di</strong>delle popolazioni<strong>di</strong> carpocapsa trentine:messa a punto del metodoe risultati del monitoraggioricerca/insettici<strong>di</strong>Clau<strong>di</strong>o Ioriatti, Silvia Schmidt Monica Sofia,Cristina TomasiIstituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge, Centro SperimentaleIntroduzioneLa carpocapsa è il fitofago principaledel melo, quello che tecnicamenteviene definito insettochiave, verso il quale non è possibileallentare la nostra attenzionepena il rischio <strong>di</strong> ritrovarsicon ingenti danni alla produzione.Questo vale non solo per ilTrentino; la stessa situazione <strong>di</strong>pericolo si riscontra in altre areefrutticole, a livello mon<strong>di</strong>ale, dovesi coltivino le principali specieospiti, vale a <strong>di</strong>re oltre al melo,anche il pero e il noce.La gestione della <strong>di</strong>fesa da questofitofago richiede spesso l’applicazioneripetuta <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong>nel corso della stagione. Nellanostra regione, così come nellemaggiori aree frutticole mon<strong>di</strong>ali(USA, Australia, Sud Africa) larecente introduzione della confusionesessuale ha consentitomi sanitari degli alveari.L’esito è con<strong>di</strong>zionatoda tre fatticoncomitanti: trattamentoin assenza <strong>di</strong>covata quando le varroesi trovano sul corpodelle api e nondelle larve o delle pupenelle cellette deifavi; contemporaneitàdell’intervento daparte <strong>di</strong> tutti gli apicoltoridella stessa zona;corretta manualità<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delprodotto che deve arrivarea contatto conil corpo delle api.• Un ettaro <strong>di</strong> terrenoa<strong>di</strong>bito a vivaio viticoloospita 150 mila barbatelle.In 6 ore <strong>di</strong> lavoroun gruppo <strong>di</strong> 8persone che <strong>di</strong>spongono<strong>di</strong> trattrice agricolae <strong>di</strong> attrezzatureadatte per lo s<strong>terra</strong>mento,la selezione,la legatura a mazzi, lacartellinatura e il trasportoin magazzino,riesce a levare dal terrenoe lavorare da 100a 120 mila barbatelle.• Si chiama arieggiatoredel terreno l’erpice alame verticali provatonel vigneto <strong>di</strong> MasoFranch alle porte dellaVal <strong>di</strong> Cembra allapresenza <strong>di</strong> una <strong>trentina</strong><strong>di</strong> viticoltori socidella cantina La Vis eValle <strong>di</strong> Cembra. L’erpicetaglia il terrenoa fette alla profon<strong>di</strong>tà<strong>di</strong> 40-50 centimetrisenza rivoltarle. Lefa solo vibrare alzandole<strong>di</strong> 5-10 centimetri,tanto da far entrarel’aria e rompere imacropori. L’attrezzo,<strong>di</strong>ce il tecnico viticolodella cantina CorradoAldrighetti, è usato daqualche anno in AltoA<strong>di</strong>ge nei vigneti biologicie bio<strong>di</strong>namici.Costa 4-5 mila euro inbase alla grandezza,può essere acquistatoe utilizzato anche collettivamente.• La mosca delle olive èstata tenuta sotto controlloin tutto il BassoSarca grazie allaesposizione <strong>di</strong> 50 milatrappole innescatecon feromone attrattivoe coperte <strong>di</strong>insetticida che uccidele mosche che nevengono a contatto.Le trappole sono state<strong>di</strong>stribuite ed espostein due perio<strong>di</strong>:metà ai primi <strong>di</strong> luglio,metà dopo ferragosto.L’effetto è statoparziale solo in alcunezone <strong>di</strong> fondovallee nei centri abitati dovesi trovano piante<strong>di</strong> olivo isolate. I fruttibacati non superanoil 10-15%.Terra Trentina27


icerca/insettici<strong>di</strong><strong>di</strong> ridurre significativamente l’impiego<strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> che, secondole più accre<strong>di</strong>tate stime, sarebbecomplessivamente superioreal 50%. Ciò nonostante, l’applicazione<strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> rimane ancorauna pratica in<strong>di</strong>spensabile,anche se i processi <strong>di</strong> ri-registrazioneeuropea e i fenomeni <strong>di</strong> resistenza,riducono costantementela gamma <strong>di</strong> formulati a <strong>di</strong>sposizionedel frutticoltore. Casi <strong>di</strong>resistenza sono segnalati semprepiù frequentemente a carico dellemaggiori famiglie <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong>,e qualche volta ciò si verifica ancheprima della loro introduzionenella pratica a causa del fenomenodella resistenza incrociata. Ilrischio <strong>di</strong> comparsa <strong>di</strong> resistenzaè tanto più elevato quanto maggioreè il numero <strong>di</strong> trattamentiche vengono eseguiti. In questosenso quin<strong>di</strong>, il rischio è superioreladdove, per cause climatiche,e pertanto in<strong>di</strong>pendenti dalla nostravolontà, l’insetto risulta esserepiù virulento. Ci sono peròanche delle altre cause che possonofavorire la comparsa <strong>di</strong> resistenza,delle quali è in<strong>di</strong>spensabiletener conto e sulle qualiè possibile intervenire in manieracorrettiva adottando opportunestrategie <strong>di</strong> intervento. Questestrategie sono co<strong>di</strong>ficate a livellomon<strong>di</strong>ale e vanno sotto il nome<strong>di</strong> IRM (integrated resistance management),vale a <strong>di</strong>re gestioneintegrata della resistenza.È opportuno tener presente chetaluni formulati hanno una attivitàparticolarmente persistentee, pertanto, espongono l’insettoad un costante contatto con l’insetticida;ciò favorisce la comparsa<strong>di</strong> resistenza. Quando si parla<strong>di</strong> attività dell’insetticida nonsi deve pensare che essa sia limitataall’effetto esercitato sullosta<strong>di</strong>o dell’insetto ritenuto il bersagliodei nostri trattamenti. Moltospesso l’attività insetticida totaleinclude sia l’effetto <strong>di</strong>retto suuno o più sta<strong>di</strong> bersaglio, ma anchela potenziale interazione conuno o più aspetti comportamentalidel fitofago. Per quasi tuttele classi <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> sono statidocumentati effetti subletali sulcomportamento riproduttivo degliadulti e sull’ovodeposizione.Questi effetti subletali possonopersistere per mesi dopo il trattamentocome per esempio abbiamo<strong>di</strong>mostrato in passato perprodotti quali gli inibitori dellasintesi della chitina (es. <strong>di</strong>milin)gli ormono-simili (insegar, mimic). Se da un lato queste caratteristichepossono avere dei risvoltiindubbiamente positivi perla <strong>di</strong>fesa, soprattutto laddove gestitaa livello territoriale, comenel caso del Trentino, dall’altrola loro lunga persistenza esponel’insetticida ad un alto rischio<strong>di</strong> resistenza che deve essere opportunamenteconsiderato quandosi mettono a punto le strategie<strong>di</strong> controllo.A questo proposito, l’allentamentodella pressione <strong>di</strong> selezioneme<strong>di</strong>ante la rigorosa applicazionedei concetti IRM contribuiràsicuramente a preservare lasuscettibilità nelle popolazionidel fitofago e quin<strong>di</strong> a mantenereelevata l’efficacia degli insettici<strong>di</strong>.Fra questi ricor<strong>di</strong>amo nonFigura 1Mortalità delle larve svernati trattate con una dose <strong>di</strong>scriminante <strong>di</strong> tebufenozide tecnico <strong>di</strong>luito in acetone120Terra Trentina28mortalità larve100806040200S.MicheleRoncafort0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70campioniromagnanofriuliborgoI campioni <strong>di</strong> larve sono stati raccolti in <strong>di</strong>versi frutteti trentini me<strong>di</strong>ante fasce trappola nel periodo 2002- 2006. Sonoevidenziati i dati relativi alle popolazioni riscontrate meno suscettibili.. Rosso = Basso Sarca, blu = <strong>Trento</strong> Nord; Verde= <strong>Trento</strong> Sud; Giallo = Valle <strong>di</strong> Non; Fuxia = Val <strong>di</strong> Sole; bianco = Valsugana. Per confronto si riporta la mortalità registratain tre campioni raccolti in frutteti del Friuli e due dell’Emilia Romagna, nei quali si erano registrate per<strong>di</strong>te significatived’efficacia.E.R.


solo l’utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lottabiologici (virus) o biotecnologici(confusione sessuale), ma anche,laddove il ricorso ai primi nonsia possibile, l’opportuna alternanzadegli insettici<strong>di</strong> impiegatisulle successive generazioni <strong>di</strong>carpocapsa, la scelta ottimale delmomento <strong>di</strong> intervento e l’adozionedelle adeguate modalità <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuzione della miscela.L’efficacia delle strategie antiresistenzadovrebbe essere costantementemonitorata me<strong>di</strong>ante larilevazione del livello <strong>di</strong> suscettibilitàagli insettici<strong>di</strong> delle popolazioni<strong>di</strong> carpocapsa oggetto deitrattamenti. Questa attività è tantopiù importante se si <strong>di</strong>mostrain grado <strong>di</strong> rilevare precocementeeventuali per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> efficacia.In questo caso infatti, sarà ancorapossibile intervenire con azionicorrettive valide, non efficacise applicate tar<strong>di</strong>vamente su situazionidegenerate, che si manifestanocon evidenti per<strong>di</strong>te <strong>di</strong>efficacia dei prodotti in campo.Messa a punto del metodoIn questo contesto si inseriscel’attività <strong>di</strong> ricerca intrapresadal <strong>di</strong>partimento per la protezionedelle piante del Centrosperimentale <strong>di</strong> IASMA, in collaborazionecon l’INRA <strong>di</strong> Avignone(Francia) e Agroscope Changins(Svizzera), e volta a metterea punto un metodo in grado <strong>di</strong>rilevare precocemente la per<strong>di</strong>ta<strong>di</strong> suscettibilità delle popolazioni<strong>di</strong> carpocapsa.Il metodo prevede l’esposizionedelle larve svernanti <strong>di</strong> carpocapsa,recuperate dal fruttetome<strong>di</strong>ante le fasce trappola <strong>di</strong>cartone ondulato, ad una dosenota <strong>di</strong> insetticida. L’insetticidascelto allo scopo è stato il tebufenozide(mimic) in quanto prodottoesemplificativo <strong>di</strong> una serie<strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> che presentanoaspetti positivi che li fanno pre<strong>di</strong>ligerenella scelta (bassa tossicità,elevata selettività, ottimaefficacia) e aspetti problematiciper l’insorgenza della resistenzaquali appunto la lunga persistenzad’azione e la significativapresenza <strong>di</strong> effetti subletali sullasfera riproduttiva degli adulti<strong>di</strong> carpocapsa. La dose <strong>di</strong> prodottoda utilizzare, definita dose<strong>di</strong>scriminante, è stata in<strong>di</strong>viduatame<strong>di</strong>ante biosaggi preliminaripresso la stazione <strong>di</strong> ricerca svizzeradall’equipe del collega PierreJoseph Charmillot. Se la popolazionedell’insetto fosse statasensibile, la dose <strong>di</strong> insetticidascelta avrebbe dovuto determinareuna mortalità pari al 95%delle larve trattate. Appare subitoevidente che il metodo propostoprevede il trattamento <strong>di</strong>uno sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sviluppo dell’insettoquantomeno inconsueto. Nonè infatti previsto che venganoeseguiti nella pratica trattamenticontro le larve svernanti; Questosta<strong>di</strong>o non è stato “scelto” inquanto rientrante fra quelli bersagliodei trattamenti, ma per lafacilità con la quale era possibilereperirlo. Si trattava quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>verificare se ci fosse una correlazionefra la suscettibilità dellelarve svernanti e quella dellelarve neonate, bersaglio principaledei trattamenti con tebufenozide.Questa parte <strong>di</strong> lavoroè stata fatta presso i laboratori<strong>di</strong> IASMA, e ha previsto l’allevamento<strong>di</strong> quattro popolazioni<strong>di</strong> carpocapsa, raccolte in quattrozone del Trentino soggette auna <strong>di</strong>versa pressione <strong>di</strong> trattamenti.Le popolazioni erano stateraccolte a S.Michele a/A, Roncafort,Revò e Vervò. I frutteti <strong>di</strong>S. Michele e Roncafort sono normalmentetrattati 5-7 volte perstagione con insettici<strong>di</strong> per controllarela carpocapsa, quelli <strong>di</strong>Revò e Vervò, a causa della loroaltitu<strong>di</strong>ne e della conseguenteridotta attività <strong>di</strong> carpocapsa,sono stati oggetto <strong>di</strong> una ridottapressione <strong>di</strong> trattamenti chein base alle informazioni assuntein loco era rispettivamente <strong>di</strong>3 e 2 trattamenti per stagione.Le larve neonate dall’allevamento<strong>di</strong> queste quattro popolazioni<strong>di</strong> carpocapsa sono state messead alimentarsi su mele trattatecon una seconda dose <strong>di</strong>scriminate,preliminarmente messa apunto presso i nostri laboratori,registrandone quin<strong>di</strong> la sopravvivenzadopo due settimane <strong>di</strong>esposizione. Infine un campione<strong>di</strong> larve delle quattro popolazioniè stato inviato preso i laboratoridell’INRA <strong>di</strong> Avignone doveil gruppo <strong>di</strong> ricerca coor<strong>di</strong>natodal collega Benoît Sauphanor siè specializzato nella in<strong>di</strong>viduazionedei meccanismi biochimiciresponsabili della resistenzaagli insettici<strong>di</strong>. Presso questi laboratori,sulle larve trentine sonostate eseguite delle analisi alfine <strong>di</strong> determinare il livello dell’attivitàenzimatica responsabiledella inattivazione delle molecoleinsetticide. Si sa infatti, daprecedenti stu<strong>di</strong>, che il meccanismo<strong>di</strong> resistenza più <strong>di</strong>ffusoin carpocapsa è quello connessocon un incremento dell’attivitàdel metabolismo enzimaticoche porta ad una accelerazionedella degradazione della molecolainsetticida da parte dell’insetto.I risultati dei biosaggi compiutisulle larve svenanti attestavanouna certa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> suscettibilitàdelle popolazioni <strong>di</strong> S.Michelee Roncafort, nelle quali circa i50% degli in<strong>di</strong>vidui risultavanosopravvivere alla dose <strong>di</strong>scriminante.Dose <strong>di</strong>scriminante cheimpiegata sulla popolazione suscettibile<strong>di</strong> laboratorio usata dariferimento così come sulle popolazioni<strong>di</strong> Revò e Vervo avevacausato il 100% <strong>di</strong> mortalità. Laripetizione del biosaggio l’annosuccessivo non aveva sostanzialmentemo<strong>di</strong>ficato le conclusioni:Terra Trentina29


icerca/insettici<strong>di</strong>mortalità larve120100806040200Figura 2Si riportano i dati relativi alla suscettibilità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> zone ritenute omogeneeed espressa come mortalità larvale del campione cumulatoS.MicheleromagnanoRoncafort0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70friuliborgoE.R.campioniGli asterischi evidenziano delle <strong>di</strong>fferenze statisticamente significative (test χ 2 ; P


Risultati del monitoraggio territorialesul livello <strong>di</strong> suscettibilitàdelle popolazioni <strong>di</strong> carpocapsaA partire dal 2002 e fino al 2006,con l’aiuto dei tecnici <strong>di</strong> zona sonostati raccolti 60 campioni <strong>di</strong>larve svernati <strong>di</strong> carpocapsa chesono stati sottoposti al biosaggiodescritto precedentemente. I risultatidell’indagine sono espostiin figura 1. I <strong>di</strong>versi campioni<strong>di</strong> larve sono stati raggruppatiper zone <strong>di</strong> provenienza, riconoscibilinella figura perché evidenziaticon colori <strong>di</strong>versi. Nellastessa figura sono riportati 5campioni <strong>di</strong> larve, provenienti da3 frutteti del Friuli e da due dall’EmiliaRomagna, nei quali eranostati segnalati dei significativicasi <strong>di</strong> inefficacia dei trattamenti.Appare subito chiaro che lamortalità delle larve dei campionitrentini è nettamente superiorerispetto a quella dei campioniraccolti fuori provincia. Il secondoaspetto, evidente dall’esamedella figura, è che fra i campionitrentini ce ne sono alcuni che si<strong>di</strong>scostano nettamente dalla tendenzagenerale e precisamente:S. Michele, Roncafort, Borgo eRomagnano (in quest’ultimo casoun solo campione).Difficile è poter <strong>di</strong>scutere il risultatorelativo ad ogni signolofrutteto; per fare questo sarebbenecessario poter <strong>di</strong>sporre delleinformazioni relativamente allastoria dei trattamenti, cosa chenon è possibile se non per un limitatonumero <strong>di</strong> casi. Abbiamoquin<strong>di</strong> preferito raggruppare i datiper zone <strong>di</strong> provenienza, ritenuteomogenee per la virulenzadell’insetto o per l’intensità dellapressione dei trattamenti. I dati,riportati in figura 2 evidenzianodelle significative <strong>di</strong>fferenze<strong>di</strong> suscettibilità fra le popolazionicampionate. Le popolazioni trentinepresentano comunque deilivelli <strong>di</strong> suscettibilità significativamentesuperiori a quelli me<strong>di</strong>delle popolazioni friulane edemiliane utilizzati come referenti.Da questi dati è possibile ricavarealcune informazioni che riteniamoutile segnalare.1) Le popolazioni <strong>di</strong> carpocapsaprovenienti dalle valli delNoce si <strong>di</strong>mostrano altamentesuscettibili. Situazione similesi riscontra anche in Valsuganadove, ad eccezione delfrutteto sperimentale <strong>di</strong> Spagolle,tutti i campioni raccolti<strong>di</strong>mostravano <strong>di</strong> possedereuna elevata suscettibilità all’insetticida.In queste zone,per ragioni climatiche, la virulenzadel carpofago è limitatae il suo controllo richiedel’esecuzione <strong>di</strong> non più <strong>di</strong> 1-3trattamenti insettici<strong>di</strong> per stagione.2) Un elevato grado <strong>di</strong> suscettibilitàal prodotto è stata costantementerilevata anchenei campioni provenienti dallazona attorno a Volano dovesi potrebbe pensare che lecon<strong>di</strong>zioni climatiche sianopiù favorevoli allo sviluppodell’insetto. In realtà si tratta<strong>di</strong> una frutticoltura giova-brevi• I terreni agricoli dati in affitto in provincia <strong>di</strong><strong>Trento</strong> rappresentano il 10-11% della superficieagricola utilizzabile. Il dato si riferisce a terrenioccupati da coltivazioni da alto red<strong>di</strong>to, inparticolare vigneto e/o frutteto. La percentualeè molto più elevata se si contano anche i pratida falciare. In questo caso è <strong>di</strong>fficile calcolarela percentuale esatta perché molti contratti<strong>di</strong> affitto non vengono registrati.• Il prof. Stefano Bovolenta, docente <strong>di</strong> alpicolturaall’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, è il nuovo presidentedell’Associazione nazionale SOZOOALPche si occupa <strong>di</strong> problemi legati alla zootecniadell’arco alpino. L’ufficio <strong>di</strong> segreteria rimaneallocato presso l’Istituto Agrario <strong>di</strong> S. Micheleed è stato nuovamente affidato al perito agrarioWalter Ventura.• La sindrome influenzale dei bovini è compresanella sintomatologia indotta dalla rinotracheiteinfettiva in<strong>di</strong>cata con la sigla IBR. La vaccinazioneè ammessa solo sui capi bovini positiviche sono complessivamente 3 mila 200 su untotale <strong>di</strong> 45 mila soggetti. Essi sono <strong>di</strong>stribuitiin 140 stalle che rappresentano il 10% degli allevamentiancora attivi in provincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.• Il Nosema ceranae, protozoo o micete che provocagravi <strong>di</strong>sturbi intestinali nell’Apis ceranaallevata in estremo Oriente non è mai stato riscontratoin Trentino. Lo afferma il dr. FrancoGatti, me<strong>di</strong>co veterinario dell’Azienda sanitariadella provincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> che segue da anni ilcomparto apistico. Appartiene alla stessa famigliadel Nosema dell’ape nostrana, ma è assaipiù aggressivo. A livello mon<strong>di</strong>ale è stato chiamatoin causa per spiegare la cosiddetta sindromeda spopolamento degli alveari. Si tratta<strong>di</strong> una ipotesi da verificare.Terra Trentina31


icerca/insettici<strong>di</strong>Terra Trentina32ne, iniziata verso gli anni ottantadove fino a poco tempofà il controllo della carpocapsarichiedeva da uno a 3 trattamentiper stagione. La situazionepertanto risulta moltosimile a quella vista per laValsugana e per le valli delNoce, anche per quanto riguardala pressione dei trattamenti.3) Nettamente <strong>di</strong>versa la situazionenelle altre zone dovela mortalità delle larve è risultatastatisticamente inferiorealle attese. E’ innanzituttoda <strong>di</strong>re che tutte queste zone(ad eccezione <strong>di</strong> Borgoche <strong>di</strong>scuteremo a parte) sonoaccomunate da con<strong>di</strong>zioniclimatiche nettamente più favorevolirispetto a quelle precedentemente<strong>di</strong>scusse e, <strong>di</strong>conseguenza, la pressione deitrattamenti è significativamentesuperiore. Fra le zone nellequali è massima la pressionedei trattamenti è senz’altro daricordare l’imme<strong>di</strong>ata periferiadella città <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> (Roncaforte Romagnano), dove lapresenza <strong>di</strong> frequente ed intensailluminazione pubblicafavorisce l’attività riproduttiva<strong>di</strong> carpocapsa. Inoltre la <strong>di</strong>mensionenormalmente ridottadegli appezzamenti impe<strong>di</strong>sce<strong>di</strong> avvantaggiarsi deglieffetti subletali dei prodotti richiedendo,<strong>di</strong> conseguenza,una maggior frequenza deitrattamenti. Diverso il caso <strong>di</strong>S.Michele dove l’intensità deitrattamenti è legata ad esigenzesperimentali. Più attenuatala pressione dei trattamentinella zona frutticole del bassoSarca benché, anche in questocontesto, la ridotta <strong>di</strong>mensionedelle aree frutticole attenuil’efficacia complessivadegli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. Questo,unitamente ad un generaleinnalzamento delle temperatureregistrate negli ultimianni, spiega forse la ridottasuscettibilità delle popolazionicampionate nel 2006.4) Per quanto riguarda la zona<strong>di</strong> Borgo, i dati si riferisconoad una singola azienda,quella <strong>di</strong> Spagolle, nellaquale sembra sia presenteuna popolazione <strong>di</strong> carpocapsala cui suscettibilità <strong>di</strong>fferisceda quella me<strong>di</strong>a dellazona. In realtà i dati anomalisi riferiscono a due annate,mentre per le altre due annateil dato rientrerebbe nellanorma: E’ pertanto opportuno,trattandosi <strong>di</strong> una singolaazienda, che prima <strong>di</strong> trarredelle considerazioni conclusivesi proceda ad ulterioriverifiche.5) Infine abbiamo <strong>di</strong>viso la zonaa nord <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, che dalpunto <strong>di</strong> vista climatico e <strong>di</strong>conseguenza per lo sviluppodella carpocapsa si può ritenerepiuttosto omogenea,in due gran<strong>di</strong> zone: una dovela <strong>di</strong>fesa è esclusivamentechimica, l’altra dove la pressionedei trattamenti è ridottaper effetto dell’applicazionecontinua o saltuaria dellaconfusione sessuale. Sebbenela variabilità dei campioni <strong>di</strong>larve analizzate sia piuttostoelevata in funzione del fruttetocampionato e dell’annata,la <strong>di</strong>fferenza fra la suscettibilitàme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> questi due gran<strong>di</strong>campioni (66% <strong>di</strong> mortalitànel convenzionale contro81% nella confusione sessuale)è statisticamente significativa.ConclusioniInnanzitutto è necessario riba<strong>di</strong>recome, a causa del meccanismo<strong>di</strong> resistenza coinvolto(incremento dell’attività attivitàenzimatica <strong>di</strong> tipo MFO), le considerazioniche vengono fatte aconclusione <strong>di</strong> questo lavoro riguardanoin maniera in<strong>di</strong>scriminatatutti le classi <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> attualmentein commercio e nonsolo il tebufenozide utilizzato inquesto stu<strong>di</strong>o, per le ragioni giàpiù sopra espresse. Fatta questapremessa, lo stu<strong>di</strong>o qui presentatoci consente <strong>di</strong> fare le seguenticonsiderazioni.– Il processo <strong>di</strong> selezione versopopolazioni <strong>di</strong> carpocapsaresistenti è in atto anchein Trentino benché, peril momento, la situazione siaben al <strong>di</strong> sotto dei preoccupantilivelli riscontrati in altreregioni frutticole italianeed europee. A questo livellola per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> suscettibilità <strong>di</strong>fficilmentesi traduce in una ridottaefficacia in campo; piùprobabile è che in campo, inquesto sta<strong>di</strong>o iniziale dell’affermarsidel fenomeno, essosi traduca in una riduzionedella persistenza d’azionedel prodotto. Questa riduzione<strong>di</strong> persistenza, pur presente,è ben <strong>di</strong>fficilmente percettibilecon le osservazioni incampo, in quanto coperta dafattori <strong>di</strong> variabilità ben piùappariscenti, quali quelli dovutialla <strong>di</strong>versa densità e virulenzadel fitofago a seguitodelle variabilità climatiche.– La velocità <strong>di</strong> affermazionedella resistenza è tanto piùelevata quanto più numerosisono i trattamenti insettici<strong>di</strong>che vengono applicati.– E’ possibile ritardare la comparsadella resistenza se si allentala pressione <strong>di</strong> selezioneme<strong>di</strong>ante l’adozione dellaconfusione sessuale o, dovequesto non è possibile, me<strong>di</strong>antela sostituzione <strong>di</strong> taluniinterventi a base <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong><strong>di</strong> natura chimica con applicazioni<strong>di</strong> virus della granulosi.


RingraziamentiSi ringraziano i tecnici del Centro<strong>di</strong> Assistenza Tecnica per la collaborazionefornita nella raccoltadelle larve in campo e per i suggerimentia commento dei risultaticonseguiti.Bibliografiaper approfon<strong>di</strong>mentiIoriatti C. Bouvier J.C. (2000).La resistenza agli insettici<strong>di</strong>;il caso della carpocapsa (Cy<strong>di</strong>apomonella L.). InformatoreFitopatologico 9: 5-10.Ioriatti C., Sauphanor B., CainelliR., Rizzi C., Tasin M.(2000): Cy<strong>di</strong>a pomonella L.:primo caso <strong>di</strong> resistenza a <strong>di</strong>-flubenzuron in trentino: AttiGiornate Fitopatologiche:319-326Charmillot P.J., Pasquier D., GrelaC., Genini M., Olivier R.,Ioriatti C., Butturini A. (2003).Résistance du carpocapse Cy<strong>di</strong>apomonella aux insecticides:test par applicationtopique sur des larves <strong>di</strong>apausantescollectées en automne2002. Revue suisse Vitic. Arboric.Hortic. 35 (6): 363-368Ioriatti C, Charmillot P.J., FornoF., Matte<strong>di</strong> L., Pasquier D.,Rizzi C. (2005). Control of Codlingmoth Cy<strong>di</strong>a pomonellaL. using insecticides: field efficacyin relation to the susceptibilityof the insect. BulletinIOBC/WPRS. 28 (7): 259-264Ioriatti C., Tasin M., CharmillotP.J., Reyes M., Sauphanor B.(2007). Early detection of resistanceto tebufenozide infield populations of Cy<strong>di</strong>apomonella L.: methods andmechanisms. J. Appl. Entomol.131(7): 453-459Reyes M., Charmillot P.J., IoriattiC., Olivares J., PasqualiniE., Franck P., Sauphanor B.(2007) Diversity of insecticideresistance mechanisms andspectrum in European populationsof the Codling moth,Cy<strong>di</strong>a pomonella. Pest ManagementScience 63: 890-902GLOSSARIOIRM: integrated resistance management. Letteralmentesignifica “gestione integrata della resistenza”.Con questa definizione si intende <strong>di</strong>reche il fenomeno della resistenza ai fitofarmacinon si risolve esclusivamente me<strong>di</strong>ante l’alternanza<strong>di</strong> prodotti chimici, ma richiede un approcciointegrato che preveda anche l’ottimalescelta dei momenti e delle modalità <strong>di</strong> intervento,l’uso <strong>di</strong> metodo biologici o biotecnologicinonché l’inserimento nella strategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<strong>di</strong> pratiche agronomiche volte a ridurre lavirulenza del organismo nocivo.Tebufenozide (Mimic, Confirm): si tratta <strong>di</strong> uninsetticida definito ormono-simile in quantomima l’azione dell’ormone della muta. La manifestazionepiù macroscopica è l’interferenzasullo sviluppo delle larve che sono portate amorte in occasione della prima muta successivaall’esposizione al prodotto. E’ stato anche<strong>di</strong>mostrato che il prodotto manifesta una certaazione ovicida se presente sulla superficefogliare prima che l’uovo vi sia deposto. Inoltre,è in grado <strong>di</strong> sterilizzare maschi e femmineche rimangano contatto con la vegetazionetrattata per un certo numero <strong>di</strong> ore.Dose <strong>di</strong>scriminante: definita anche dose <strong>di</strong>agnostica,è quella quantità <strong>di</strong> prodotto che èin grado <strong>di</strong> causare la morte <strong>di</strong> una parte significativadegli in<strong>di</strong>vidui esposti. Per la <strong>di</strong>agnosidella resistenza normalmente si utilizzauna quantità <strong>di</strong> prodotto in grado <strong>di</strong> causarela morte del 95-99% <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui della razzasuscettibile. Per una data specie <strong>di</strong> insettoè necessario mettere a punto una dose <strong>di</strong>scriminanteper ciascun sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sviluppo (uovo,larva neonata, larva svernante, adulto) che ciinteressa monitorare.Meccanismo <strong>di</strong> resistenza: gli insetti possonosviluppare resistenza agli insettici<strong>di</strong> attraversouna mo<strong>di</strong>ficazione del sito d’azione o me<strong>di</strong>anteun’alterazione del metabolismo enzimaticoresponsabile della naturale degradazione dellemolecole tossiche. Nel primo caso l’insetticidanon funziona più perchè non è in grado<strong>di</strong> legarsi al sito bersaglio e svolgere cosìla sua azione tossica. Questo meccanismo èstato rinvenuto in casi <strong>di</strong> resistenza <strong>di</strong> insettiai piretroi<strong>di</strong> e agli esteri fosforici. Nel secondocaso gli insetti resistenti aumentano la loropotenzialità <strong>di</strong> degradazione, aumentandola produzione <strong>di</strong> enzimi che vanno a demolirele sostanze tossiche. Un complesso enzimaticospesso coinvolto in questi meccanismi è quelloresponsabile dell’ossidazione delle molecoletossiche e che viene denominato “ossidasi afunzione mista” (MFO).Terra Trentina33


icerca/enologiaUNA SELEZIONEDI BATTERI MALOLATTICIDA VINI TRENTINICOMMERCIALIZZATAIN TUTTO IL MONDOTerra Trentina34Raffaele Guzzon, Elisa Poznanski, Agostino CavazzaIstituto Agrario <strong>di</strong> S. Michele – Dipartimento Qualità AgroalimentareCinzia ZiniCAVIT s.c.a.r.l. <strong>Trento</strong>Paola Vagnoli3 Lallemand ItaliaI batteri lattici nel vino ela fermentazione malolatticaLa fermentazione malolattica(FML) è un processo biologicomolto importante per la qualitàdel vino. Avviene grazie allapresenza e all’attività <strong>di</strong> alcunibatteri lattici, in particolare dellaspecie Oenococcus oeni. Questibatteri contengono nel citoplasmal’enzima malolattico chepermette la conversione dell’acidomalico in acido lattico, contribuendoa innalzare il pH delvino, con aumento della morbidezza,riduzione delle sensazioniamare, e maggiore complessitàaromatica del vino. Per assicurareun regolare svolgimento dellaFML è possibile adottare appropriatetecniche enologiche,tra cui anche inoculare colturemicrobiche starter, come già avvieneper la fermentazione alcolica.Tra i batteri malolattici, Oenococcusoeni è la specie che meglioriesce, adattandosi alla composizionechimica del vino,spesso ostile per la presenza <strong>di</strong>anidride solforosa, alcol e <strong>di</strong> unpH fortemente acido, a cresceree a concludere con successola FML. Anche i ceppi <strong>di</strong> O. oenipiù resistenti si possono trovarecomunque in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà,tanto che la fermentazionemalolattica può protrarsi per<strong>di</strong>verse settimane. Un decorsocosì lungo è incompatibile conuna buona gestione della vinificazione,in particolare per i viniNovelli o i vini base spumante,e rappresenta comunque unrischio per tutti i vini <strong>di</strong> qualità,dal momento che la FML haluogo nel periodo autunnale edeventuali abbassamenti <strong>di</strong> temperaturapossono determinare ilsuo arresto e quin<strong>di</strong> la potenzialeinstabilità del vino, fino allasuccessiva primavera.È evidente dunque che la gestionedella FML non è semplice, eche il verificarsi <strong>di</strong> una combinazioneimpropria <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> pH,alcol e anidride solforosa nel vino,può inibire l’attività anchedei ceppi più resistenti.A parte l’attento dosaggio del-


l’anidride solforosa, pochi altristrumenti sono attualmente<strong>di</strong>sponibili per la gestione dellaFML. La domanda <strong>di</strong> colturestarter efficaci è pertanto consistente,in particolare nelle regionisettentrionali, dove le vinificazionisi protraggono fino aperio<strong>di</strong> in cui le temperature incantina possono abbassarsi drasticamente.Tra queste regioni laprovincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha da sempremostrato una sensibilità particolarea queste problematiche,dal momento che è una zona <strong>di</strong>produzione <strong>di</strong> vini novelli e <strong>di</strong>vini basi spumante, in entrambii quali la FML deve essere gestitacon particolare attenzione,per ragioni <strong>di</strong> tempo (vini novelli)o <strong>di</strong> bassi pH (basi spumante).Per rispondere a queste problematichee alle sollecitazioniche venivano da <strong>di</strong>verse cantinetrentine, dal 1999 ad oggi IstitutoAgrario <strong>di</strong> S. Michele all’A<strong>di</strong>ge(IASMA) e Cavit hanno intrapresoun progetto <strong>di</strong> ricerca voltoalla selezione <strong>di</strong> colture battericheper la FML in con<strong>di</strong>zioni limitanti.Nel 2004 si è inserita nelprogetto la Lallemand, multinazionalecanadese che producecolture starter, che ha dato unrespiro internazionale alla ricerca.L’attività <strong>di</strong> selezionein laboratorioDurante la vendemmia 1999, iricercatori dell’ Istituto Agrario<strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge hannosvolto una vasta attività <strong>di</strong>campionamento, presso le cantinesociali trentine consociatein CAVIT, raccogliendo numerosicampioni <strong>di</strong> vino che avevanosvolto la FML senza inoculo <strong>di</strong>colture batteriche commerciali.Da questi vini è stato possibileisolare più <strong>di</strong> 300 ceppi <strong>di</strong> batterilattici, che sono stati catalogatiper le loro caratteristiche morfologichee raccolti in collezione.Come primo criterio <strong>di</strong> selezionesi è valutata la capacità <strong>di</strong>crescita dei batteri lattici in vinisolfitati con pH minore <strong>di</strong> 3. Trai 315 ceppi isolati sono stati in<strong>di</strong>viduatii 15 che in queste con<strong>di</strong>zionipresentavano la maggiorevigoria fermentativa.Questi 15 ceppi sono stati successivamenteinoculati, in laboratorio,in terreno colturale liquidonel quale uno dei 4 fattorilimitanti presenti nel vino, l’aci<strong>di</strong>tà,l’alcol, l’anidride solforosae la temperatura <strong>di</strong> fermentazioneera stato variato per un totale16 <strong>di</strong>verse tesi sperimentali.Questa serie <strong>di</strong> test ha permesso<strong>di</strong> valutare i limiti <strong>di</strong> sviluppo deibatteri lattici selezionati, e quin<strong>di</strong>la loro resistenza in con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong>fficili, e <strong>di</strong> identificare qualifattori erano <strong>di</strong> maggiore ostacoloallo sviluppo nelle con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> cantina. I risultati complessividella prova, espressi comeintervallo <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> ciascunceppo in presenza <strong>di</strong> ogni fattorelimitante, sono riportati in tabella1.Tutti i batteri in esame si sono<strong>di</strong>mostrati capaci <strong>di</strong> crescere atemperature intorno a 20°C, risultandoperò limitati da temperaturesuperiori ai 30°C. Tre ceppibatterici, siglati S11, S31 e M1hanno <strong>di</strong>mostrato un’elevata vigoriagià a 15°C.Il pH si è confermato un fattorefortemente limitante lo sviluppobatterico. Ai valori più bassi(2.9 e 3.1) tutti i ceppi hannoavuto <strong>di</strong>fficoltà a svilupparsi,ad eccezione <strong>di</strong> tre, siglati T31,Pn4 ed F3. Valori <strong>di</strong> pH superiorinon hanno in nessun caso creatoproblemi allo sviluppo batterico.L’alcol, alle concentrazioni tipichedel vino, e fino a 14 gra<strong>di</strong>alcolici, non ha mai ostacolatolo sviluppo batterico.La crescita in presenza <strong>di</strong> anidridesolforosa è stata monitorataesclusivamente in vino, perchéil terreno sintetico utilizzatoper le precedenti tesi tendeva arenderne nullo l’effetto antisettico.L’anidride solforosa ha <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> avere una forte capacitàbatteriostatica, causandoun netto ritardo dell’avvio dellaFML. Anche in questo caso sisono potuti osservare comportamenti<strong>di</strong>versi quando le con<strong>di</strong>zioniambientali hanno impostouna pressione selettiva. In particolaresi è osservata una crescitaparticolarmente vigorosa deiceppi T41, T61 e Pn4, mentrequella dei ceppi M1, S11 e S31 èrisultata più debole.I risultati <strong>di</strong> questa serie <strong>di</strong> provehanno permesso <strong>di</strong> selezio-Tabella 1 – Limiti <strong>di</strong> crescita dei batteri lattici selezionati da IASMA,in presenza <strong>di</strong> fattori limitanti tipici del vino: temperatura del vino, aci<strong>di</strong>tà (espressacome valore <strong>di</strong> pH), concentrazione <strong>di</strong> etanolo e concentrazione <strong>di</strong> anidride solforosaSigla del ceppo IASMA M1 Pn4 F3 T41 T61 S31 S11 S1 T31 T56Temperature min. (C°) 15 19 20 20 20 15 15 20 20 20pH (limite minimo) 3,3 3,1 3,1 3,3 3,3 3,3 3,3 3,3 3,1 3,3Etanolo (% max) 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14SO 2tot. max (mg/l) 40 60 60 60 60 40 40 40 40 40Terra Trentina35


icerca/enologianare i 6 ceppi migliori, in<strong>di</strong>caticon le sigle Pn4, F3, M1, S31,T41 e T61, che sono stati successivamenteimpiegati in prove <strong>di</strong>microvinificazione e nelle vinificazioniin scala pilota effettuatenelle cantine che hanno partecipatoal progetto.Prove <strong>di</strong> vinificazionein scala <strong>di</strong> cantinaPer le prove <strong>di</strong> cantina, condottetra il 2001 e il 2004, sono statiimpiegati i sei ceppi battericiprecedentemente selezionati,cioè i ceppi M1 e S31, che avevanoespresso un rapido avvio<strong>di</strong> fermentazione ed una crescitaparticolarmente vigorosa, ei ceppi T41, T61, F3 e Pn4 cheavevano manifestato una buonaresistenza all’anidride solforosacon pH particolarmente bassi.Questi batteri sono stati usatisempre tutti insieme, in miscela,allo scopo <strong>di</strong> verificare qualifossero i ceppi più resistenti,cioè quelli dominanti alla finedella FML.I volumi vinificati in <strong>di</strong>eci cantineerano compresi tra i 5 e i100 hl, ed erano costituiti da vinibianchi, vini base spumante,vini rossi e vini novelli.I ceppi della selezione IASMAsono stati messi a confronto conpreparati commerciali liofilizzati,inoculati negli stessi vini impiegatiper le prove IASMA. I risultaticomplessivi delle vinificazionisperimentali sono in<strong>di</strong>cati intabella 2. La percentuale <strong>di</strong> successo,inteso come completosvolgimento della FML in meno<strong>di</strong> 30 giorni, è stata maggiore neiceppi IASMA, rispetto ai ceppicommerciali. Tali risultati sonoprobabilmente da attribuire, oltreche all’alta resistenza dei microrganismiIASMA a con<strong>di</strong>zioniambientali ostili, alla maggiorepossibilità <strong>di</strong> adattamento chehanno le colture liquide, utilizzatein queste prove, rispetto aquelle liofilizzate. Le biomasseliquide, formate da batteri latticiIASMA, sono state infatti realizzatecon l’aggiunta <strong>di</strong> quantitàvia via maggiori <strong>di</strong> mosto-vinoin fermentazione alla colturabatterica iniziale preparata inlaboratorio, fino ad ottenere unvolume sufficiente ad inoculareil vino in cantina. Questo protocollo<strong>di</strong> preparazione consenteun graduale adattamento deimicrorganismi ai fattori limitantipresenti in vino, favorendo laloro crescita anche in con<strong>di</strong>zioniambientali limitanti.Con le biomasse prodotte con iceppi IASMA sono state portatea termine l’80% delle FML, <strong>di</strong> cuiil 60% in meno <strong>di</strong> 30 giorni, unapercentuale superiore a quellaosservata nelle prove inoculatecon ceppi commerciali, dove leFML svolte in meno <strong>di</strong> 30 giornisono state il 30% (Tabella 2). Gliinsuccessi osservati sono motivatidalla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestione dellebiomasse liquide e dall’eccessivaconcentrazione <strong>di</strong> anidridesolforosa in alcuni vini. Concentrazionimolto elevate <strong>di</strong> anidridesolforosa, superiori a 60 mg/l al momento dell’inoculo, hannoinvece sempre rappresentatoun ostacolo all’avvio della FML.Inoltre nelle prove condotte adalta concentrazione <strong>di</strong> SO2 si èregistrato anche un aumento significativodell’aci<strong>di</strong>tà volatileprodotta durante la FML.La velocità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fermentazionedei batteri IASMA è statasuperiore rispetto ai ceppi commercialitestati. Questi dati fannosupporre che i ceppi battericiselezionati abbiano ottime capacità<strong>di</strong> adattamento alle con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> cantina.Tabella 2 – Risultati delle vinificazioni sperimentali condotte in 7 cantine sociali trentinenelle vendemmie 2001-2004, or<strong>di</strong>nati per concentrazione iniziale <strong>di</strong> anidride solforosanel vino. L’aumento <strong>di</strong> anidride solforosa riduce l’attività dei batteri lattici,tuttavia i batteri IASMA <strong>di</strong>mostrano <strong>di</strong> avere una maggiore resistenza ed efficacia,rispetto ad altri ceppi commerciali.BIOMASSA LIQUIDA (miscela <strong>di</strong> 6 ceppi batterici selezionati da IASMA)Concentrazione<strong>di</strong> SO 2nel vinoNumero <strong>di</strong> FMLProve positive(FML < 30 gg.)Durata me<strong>di</strong>a(giorni)Incremento me<strong>di</strong>odell’aci<strong>di</strong>tà volatile (g/l)da 10 a 40 mg/l 10 7 10,5 0,09Terra Trentina36da 40 a 60 mg/l 6 6 7,5 0,06oltre 60 mg/l 6 2 35 0,10Concentrazione<strong>di</strong> SO 2nel vinoCEPPI COMMERCIALI LIOFILIZZATINumero <strong>di</strong> FMLProve positive(FML < 30 gg.)Durata me<strong>di</strong>a(giorni)Incremento me<strong>di</strong>odell’aci<strong>di</strong>tà volatile (g/l)da 10 a 40 mg/l 14 7 22,5 0,12da 40 a 60 mg/l 4 1 33 0,13


Figura 1Vinificazione sperimentale condotta presso la cantina dell’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge,su vino Rebo della vendemmia 2006Concentrazione Acido Malico (g/l)32,521,510,5vino non inoculatoPn4 IASMA liofilizzatoCeppo commerciale00 5 10 15 20 25 30Durata fermentazione malolattica (giorni)Nonostante l’alta gradazione alcolica (14.5%), il ceppo IASMA Pn4 ha fermentato in tempo minore rispetto ad un ceppocommerciale, la FML spontanea si è arrestata lasciando nel vino 1.5 g/l <strong>di</strong> acido malico.La presenza al termine dellaFML dei ceppi selezionati da IA-SMA e inoculati nelle vinificazionisperimentali è stata verificatacon tecniche <strong>di</strong> biologia molecolare,che hanno permesso <strong>di</strong>rintracciare i batteri lattici inoculatiIASMA nei vini a fine FML,<strong>di</strong>mostrando la loro efficacia e lacapacità <strong>di</strong> prevalere sulle floremicrobiche presenti naturalmentenel vino.Con l’ingresso nel progetto <strong>di</strong>un’azienda multinazionale produttrice<strong>di</strong> colture starter, è statopossibile approfon<strong>di</strong>re ulteriormentela caratterizzazionedei ceppi, fino ad in<strong>di</strong>viduare ilmigliore della miscela, ed arrivarealla produzione industriale<strong>di</strong> quel ceppo, siglato Pn4. Nelleultime vendemmie, dal 2005a oggi, l’attività sperimentale incantina è proseguita utilizzandoesclusivamente il ceppo Pn4,dotato <strong>di</strong> buona attitu<strong>di</strong>ne allacrescita e ai trattamenti <strong>di</strong> liofilizzazione,oltre alle già citateresistenze ai fattori limitanti. Si èinfatti ritenuto opportuno testarel’attività del ceppo battericodopo trattamento <strong>di</strong> liofilizzazionee con inoculo <strong>di</strong>retto. Questotipo <strong>di</strong> cultura starter permetteinfatti una gestione molto semplicedella conservazione deibatteri e del successivo inoculoin vino, per avviare la FML. Anchein questo caso le fermentazionihanno coinvolto le cantinesociali trentine e la cantina <strong>di</strong>IASMA e hanno previsto il confrontotra quelle <strong>di</strong> ceppo PN4e quelle <strong>di</strong> altri preparati commerciali(figura n. 1). Il ceppoPn4 in forma liofilizzata ha confermatole caratteristiche emersenelle precedenti vendemmie:le FML inoculate con questo microrganismosono state più rapide<strong>di</strong> quelle svolte con i ceppicommerciali testati. In nessuncaso si sono osservati arresti <strong>di</strong>fermentazione o innalzamentidell’aci<strong>di</strong>tà volatile del vino.L’analisi organolettica dei viniha permesso <strong>di</strong> verificare che ilceppo Pn4 rispetta le note tipichedelle varietà d’uva <strong>di</strong> provenienzadel vino, pur donandomaggiore complessità e strutturaal vino finito. Risultati analoghisono stati ottenuti in Germaniae negli Stati Uniti, su vini particolarmente“<strong>di</strong>fficili” nei quali ibatteri IASMA hanno <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> avere caratteristiche estremamenteinteressanti.ConclusioniIl lavoro <strong>di</strong> selezione presentatoha dato risultati positivi. Oltreall’allestimento <strong>di</strong> una preziosacollezione <strong>di</strong> ceppi <strong>di</strong> O. oeni,fonte <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità per successiveattività <strong>di</strong> ricerca e selezione,l’approccio proposto, con attivitàcoor<strong>di</strong>nate in laboratorio ein cantina, ha permesso <strong>di</strong> ottenerein tempi brevi un ceppoatto a svolgere la FML in con<strong>di</strong>zioniambientali <strong>di</strong>fficili, garantendonel contempo un eccellenterisultato del vino finito.L’approccio molecolare ha garantitola tracciabilità dei microrganismidurante fermentazione,mentre la verifica nelle cantinesociali trentine delle caratteristichedei ceppi selezionati da IA-SMA, ha consentito <strong>di</strong> garantirel’efficacia del ceppo Pn4 propostoda oggi sul mercato.Terra Trentina37


A cura <strong>di</strong> “Europe Direct – Carrefour Europeo Alpi”(Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge)<strong>di</strong> Silvia Ceschinie Giancarlo OrsingherTerra Trentina38IL PROGETTO “BILANCIO-SALUTE” DELLA PAC“La politica agraria comune (PAC) è cambiatara<strong>di</strong>calmente negli ultimi quin<strong>di</strong>ci anni, ma puòancora essere mo<strong>di</strong>ficata per guadagnare legittimitàe rispondere meglio ai nuovi problemi,tra cui cambiamento climatico, gestione delle risorseidriche e crescita del mercato dei biocarburanti.Occorre approfittare delle clausole <strong>di</strong>revisione previste nella riforma del 2003 per introdurreadeguamenti che siano in fase con ilmercato e con altre evoluzioni”.È quanto si legge nella versione provvisoria, attualmentein consultazione tra i servizi della comunicazione,che la Commissione europea dovràadottare prossimamente sul “bilancio <strong>di</strong> salute”della PAC. Alla luce delle reazioni dei ministrieuropei a questa comunicazione, la Commissionepresenterà proposte legislative <strong>di</strong> revisionedella PAC a maggio 2008, in prospettiva <strong>di</strong> unaccordo politico al Consiglio Agricoltura sottoPresidenza francese (luglio-<strong>di</strong>cembre 2008).I servizi <strong>di</strong> Mariann Fischer Boel, commissario all’agricoltura,ritengono che si debbano affrontaretre temi in occasione del bilancio <strong>di</strong> salute dellaPAC: come rendere il regime <strong>di</strong> pagamentounico (RPU) “più efficace e più semplice”; comerendere gli strumenti <strong>di</strong> sostegno sempre vali<strong>di</strong>in un’economia mon<strong>di</strong>alizzata e in un’Europa <strong>di</strong>ventisette Stati; come affrontare i nuovi problemiadattandosi ai nuovi rischi e ai nuovi sbocchi.145,2 MILIONI DI EURODI FONDI COMUNITARI DA RIMBORSARELa Commissione europea ha deciso <strong>di</strong> esigereda un<strong>di</strong>ci stati membri il rimborso <strong>di</strong> 145,2 milioni<strong>di</strong> euro <strong>di</strong> spese agricole ritenute irregolari.L’Italia è il paese più colpito da questa decisionee dovrà restituire 83,4 milioni <strong>di</strong> euro (<strong>di</strong>cui 76,4 milioni per via <strong>di</strong> carenze nei controllidella produzione d’olio d’oliva). Segue la Franciacon 50,7 milioni <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> cui 49,7 perinosservanza <strong>di</strong> determinate regole sul riconoscimentodelle organizzazioni <strong>di</strong> produttori del settoreortofrutticolo. Inoltre, l’Italia dovrà rendere6,2 milioni <strong>di</strong> euro per via <strong>di</strong> carenze nella sorveglianzadella produzione <strong>di</strong> foraggi essiccatie la Svezia dovrà rimborsare 3,7 milioni <strong>di</strong> europer via dell’insufficienza dei controlli degli aiutialla superficie. Altri Stati membri sono denunciatida questa decisione <strong>di</strong> ristabilimento dei conti,ma gli importi sono irrilevanti.PENALI A SETTE PAESICHE HANNO SUPERATO LE QUOTE LATTEStando alle stime provvisorie della Commissioneeuropea, sette Stati membri dell’UE avrebberosuperato le loro quote latte per un totale <strong>di</strong> circa774.000 tonnellate (consegne e ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong>rette)durante la campagna <strong>di</strong> commercializzazione2006-2007.L’importo totale dei prelievi dovuti dai produttori<strong>di</strong> questi paesi è pari a 221 milioni <strong>di</strong> euro,rispetto a 355 milioni <strong>di</strong> euro l’anno scorso.L’80% delle penali riguarda l’Italia.Ogni paese riceve due quantità <strong>di</strong> riferimento(quote), una per le consegne alle latterie, l’altraper la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta ai consumatori. Per quantoriguarda le consegne, la quota <strong>di</strong>sponibile allelatterie è <strong>di</strong> 137 milioni <strong>di</strong> tonnellate (sud<strong>di</strong>visa


tra 808.162 produttori attivi) per l’insieme dell’UE-25nel periodo 2006-2007. Stando alle <strong>di</strong>chiarazionicomunicate alla Commissione, settepaesi (Austria, Cipro, Danimarca, Italia, Germania,Lussemburgo e Paesi Bassi) avrebbero superatole loro quote <strong>di</strong> fornitura, complessivamente<strong>di</strong> 773.728 tonnellate, il che corrisponde adun importo totale <strong>di</strong> penali pari a 220,8 milioni<strong>di</strong> euro.I paesi maggiormente interessati sono l’Italia(con un superamento <strong>di</strong> 617.623 tonnellate,per un importo <strong>di</strong> penali pari a 176,2 milioni <strong>di</strong>euro), l’Austria (86.715 tonnellate, 24,7 milioni<strong>di</strong> euro), i Paesi Bassi (30.751 tonnellate, ossiauna penale <strong>di</strong> 8,7 milioni <strong>di</strong> euro), la Danimarca(28.620 tonnellate, penale <strong>di</strong> 8,1 milioni <strong>di</strong>euro) e la Germania (superamento <strong>di</strong> 8.656 tonnellate,con una penale <strong>di</strong> 2,5 milioni <strong>di</strong> euro).RIDOTTI GLI AIUTIALLE COLTURE ENERGETICHEIl Comitato <strong>di</strong> gestione per i pagamenti <strong>di</strong>retti siè espresso unanimemente a favore <strong>di</strong> una propostadella Commissione europea volta a ridurrele superfici per le quali ogni singolo agricoltorepuò chiedere l’aiuto speciale per colture energetiche,in quanto è stata superata la soglia <strong>di</strong> 2milioni <strong>di</strong> ettari che permette <strong>di</strong> beneficiare delcontributo.In caso <strong>di</strong> superamento, la superficie per la qualeciascun agricoltore può richiedere l’aiuto è ridottaproporzionalmente, applicando un coefficientetale da garantire che non sia superatolo stanziamento <strong>di</strong>sponibile <strong>di</strong> 90 milioni <strong>di</strong> euro.Nel 2007 la superficie in questione ha raggiuntocirca 2,84 milioni <strong>di</strong> ettari, imponendol’applicazione <strong>di</strong> un coefficiente <strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong>0,70337. In altri termini, gli agricoltori riceverannoun aiuto <strong>di</strong> 45 euro per ettaro per pocopiù del 70% della superficie per cui hanno richiestol’aiuto.I dati trasmessi dagli Stati membri in<strong>di</strong>cano quest’announ aumento delle domande, che hannointeressato approssimativamente 2,84 milioni <strong>di</strong>ettari. Quest’anno, per la prima volta, 10 dei“nuovi” Stati membri che applicano il regime <strong>di</strong>pagamento unico per superficie (RPUS) sono statiammessi a beneficiare dell’aiuto <strong>di</strong> cui soprae, <strong>di</strong> conseguenza, la superficie massima comunitariaammissibile è stata aumentata da 1,5 a2,0 milioni <strong>di</strong> ettari.PAGAMENTO DELLE RESTITUZIONI,LASSISMI NEI CONTROLLIIn una relazione speciale la Corte dei Conti europeadenuncia lassismo nei controlli delle merciidonee per il versamento delle restituzioniall’esportazione. L’importo delle restituzioni accordatodal bilancio comunitario è calato negliultimi anni, ma rimane importante: tre miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong>euro nel 2005 (rispetto ai 9,8 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro nel1988) e ancora 2,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro nel 2006.Le restituzioni all’esportazione sono sovvenzioniversate agli esportatori <strong>di</strong> prodotti agricoli percompensare la <strong>di</strong>fferenza esistente tra i prezzidel mercati interno comunitario ed i prezzi, inferiori,praticati sul mercato mon<strong>di</strong>ale. Per tutelaregli interessi finanziarie della Comunità è statocreato, nel 1990, un sistema <strong>di</strong> controllo, cheabbina controlli fisici <strong>di</strong> sostituzione con controllidei dossier <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> pagamento.Per i controlli fisici, la Corte ha constatato che gliStati membri hanno rispettato l’obbligo <strong>di</strong> sottoporreil 5% delle <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> esportazione acontrolli fisici, ma ha aggiornato le carenze nelleprocedure: i controlli fisici sul luogo <strong>di</strong> carico(spesso nei magazzini degli esportatori) sonostati “ampiamente preve<strong>di</strong>bili” in numerosi paesi(Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Italia,Paesi Bassi e Regno Unito).AUTOMOBILI, VERSO VEICOLI INTELLIGENTIPIÙ SICURI E VERDILa Commissione europea ha presentato la suanuova comunicazione sull’iniziativa “veicoli intelligenti”.Il documento espone i nuovi progetti chela Commissione patrocinerà per intensificare iprogressi realizzati dall’adozione nel febbraio2006 della prima comunicazione, nel contestodella strategia “2020”. Le principali priorità restanola progettazione <strong>di</strong> veicoli più sicuri, piùecologici e più intelligenti.Sistemi “intelligenti” – tecnologie per la prevenzioned’incidenti. La Commissione invita gli Statimembri a continuare a ratificare l’accordo sul sistemaautomatico <strong>di</strong> chiamata d’urgenza a bordo“eCall” e prevede misure regolamentari per il2008 per accelerare il processo. Finora, più <strong>di</strong>50 parti interessate hanno firmato l’accordo, oltrea Germania, Austria, Cipro, Finlan<strong>di</strong>a, Grecia,Islanda, Italia, Lituania, Norvegia, Slovenia,Svezia e Svizzera. Il Portogallo, i Paesi Bassi ela Repubblica ceca vi hanno appena aderito.“eCall” dovrebbe permettere <strong>di</strong> salvare 2.500vite l’anno. L’industria automobilistica è invitatadal lato suo a munire automaticamente, già dal2010, le vetture del sistema “eCall”. La Commissioneorganizzerà inoltre, quest’anno, una consultazionein vista <strong>di</strong> munire il più rapidamentepossibile gli autoveicoli <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> controlloelettronico della stabilità (ESC), che potrebberoridurre <strong>di</strong> 4.000 unità il numero <strong>di</strong> morti ed evitarecirca 100.000 incidenti stradali.Terra Trentina39


notizieTerra Trentina40Gianni Zorzinotizie DALL’ISTITUTOAGRARIO“Bollino <strong>di</strong> qualita’” per i lievitidel vino: avviata la certificazioneIASMA-AQAL’aggiunta <strong>di</strong> lievito al mosto èuna pratica quasi universale peravviare la fermentazione. In commercioperò esistono quasi 200<strong>di</strong>versi preparati <strong>di</strong> lievito seccoed un’offerta così ricca può <strong>di</strong>sorientaregli enologi, che spessonon possono confrontare i prodottipresenti sul mercato e verificarela loro qualità.Per superare questo inconvenientel’Istituto Agrario <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge, partendo dagli standardprevisti dal Co<strong>di</strong>ce enologico internazionaledell’Organizzazioneinternazionale della vite e delvino, ha fissato alcuni parametririgorosi per la vitalità dei lieviti.In questo modo i preparatiper la fermentazione alcolica dotati<strong>di</strong> particolare vitalità e purezzae poco contaminati da batteripotranno fregiarsi <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong>“bollino <strong>di</strong> qualità”. L’obiettivo èarricchire la gamma dei lieviti <strong>di</strong>qualità a <strong>di</strong>sposizione degli enologinel processo <strong>di</strong> vinificazione,facilitandone la scelta.L’organismo <strong>di</strong> certificazioneAQA ha già certificato la conformitàdei primi lieviti autorizzandoi produttori ad inserire nell’etichettala <strong>di</strong>citura “Istituto Agrario<strong>di</strong> S. Michele all’A<strong>di</strong>ge: lieviti secchiattivi (LSA) ad alta vitalità epurezza”, garantendo così aglienologi che utilizzano il lievito ilrispetto dei requisiti. La Ever <strong>di</strong>Pramaggiore (Venezia) è la primaazienda che ha deciso <strong>di</strong> certificarei suoi prodotti secondo lanuova specifica.L’Unità microbiologia e tecnologiealimentari del Centro Sperimentaledell’Istituto Agrario <strong>di</strong>San Michele all’A<strong>di</strong>ge vanta unadecennale esperienza nel controllodei lieviti e annualmenteriporta sul sito www.iasma.it i risultati<strong>di</strong> vitalità/mortalità, contaminazione(da altri lieviti, batterie muffe) e performance enologiche<strong>di</strong> 25 preparati scelti fraquelli più usati in provincia.Zorzi-Salmaso,cambio <strong>di</strong> verticeal Dipartimento AmbienteCambio <strong>di</strong> vertice al DipartimentoValorizzazione Risorse Naturalidel Centro Sperimentale dell’IstitutoAgrario. Gianni Zorziva in pensione e al vertice dellastruttura subentra con funzione<strong>di</strong> sostituto coor<strong>di</strong>natore NicoSalmaso, responsabile dell’Unitàlimnologia e pescicoltura.Gianni Zorzi, prima come insegnantee poi come ricercatore, halavorato 36 anni all’Istituto Agrarioed ha attivato e coor<strong>di</strong>natoil <strong>di</strong>partimento che si occupa <strong>di</strong>Silvia CeschiniUfficio Stampa – IASMAvalorizzare le risorse ambientalitrentine (aria, acqua, suolo eforeste): dal miglioramento dellaqualità dei laghi trentini allostu<strong>di</strong>o del clima e dell’aria, daglistu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fattibilità per gli impianti<strong>di</strong> biogas ai progetto relativiall’energia rinnovabile, dagliimpianti <strong>di</strong> compostaggio allostu<strong>di</strong>o dei meccanismi per migliorarel’irrigazione, al monitoraggiodelle foreste e all’in<strong>di</strong>viduazionedelle sue malattie.Nato a Tesero, classe 1946, ricercatoreagronomo <strong>di</strong> terza fascia,Zorzi ha curato gli aspettiprogettuali, impiantistici, tecnologicie gestionali del settore relativiai trattamenti biologici <strong>di</strong>rifiuti e residui e quelli connessicon l’impiego agronomico deiprodotti, è stato membro <strong>di</strong> commissionitecniche e legislativeprovinciali e nazionali, coor<strong>di</strong>natoredel Comitato tecnico-scienti-Nico Salmaso


fico del Consorzio italiano Compostatori(CIC) e del Consiglionazionale per il Compostaggio.Ha assunto incarichi <strong>di</strong> docenzapresso l’Università degli Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> <strong>Trento</strong> (Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria,corso “trattamenti biologici <strong>di</strong>frazioni organiche <strong>di</strong> rifiuti”); haorganizzato ed è stato membrodel comitato scientifico <strong>di</strong> numerosicorsi, convegni, simposinazionali e internazionali. Autore<strong>di</strong> numerose pubblicazioni inmateria e referente per Iasma all’internodel Distretto TecnologicoTrentino, è l’ideatore del progettorelativo alla creazione <strong>di</strong> unparco dell’energia sostenibile all’IstitutoAgrario.Nico Salmaso, responsabile dell’Unitàlimnologia e pescicolturadell’Istituto Agrario, è ricercatore<strong>di</strong> seconda fascia. Classe 1963,padovano, laureato in ScienzeNaturali e con un dottoratoin <strong>di</strong> ricerca in ecologia, Salmasoha acquisito una notevoleesperienza nel campo della tassonomiaed ecologia della microflorad’acqua dolce e ha effettuatonumerose ricerche negliambienti lacustri e fluviali NordItalia (Lago <strong>di</strong> Garda e altri laghiprofon<strong>di</strong> sudalpini; Fiume A<strong>di</strong>ge(Lago <strong>di</strong> Garda e fiume A<strong>di</strong>ge).Autore e revisore <strong>di</strong> prestigioseriviste scientifiche del settore,è membro della SIL (InternationalAssociation of Theoreticaland Applied Limnology), ASLO(American Society of Limnology& Oceanography), SITE (Societàitaliana <strong>di</strong> Ecologia), AIOL (Associazioneitaliana <strong>di</strong> Oceanologiae Limnologia). Dall’ottobre 2004è membro del Consiglio Direttivodell’AIOL.Viticoltura biologicaa “biolife”Si è svolto, recentemente, pressoil Centro Congressi <strong>di</strong> Bolzano,nell’ambito della fiera delprodotto biologico “Biolife”, l’incontrotecnico de<strong>di</strong>cato alla viticolturabiologica promosso dall’IstitutoAgrario <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge. L’appuntamento, rivoltoa viticoltori e tecnici, è statocoor<strong>di</strong>nato da Enzo Mescalchin,<strong>di</strong>rettore dell’Ufficio Viticolturadel Centro per l’Assistenza Tecnicadell’Istituto Agrario, ed ha vistol’intervento <strong>di</strong> Agostino Cavazza,responsabile dell’Unità microbiologiae tecnologie alimentari delCentro Sperimentale, con una relazionetecnica sulle cinetiche <strong>di</strong>fermentazione in mosti con <strong>di</strong>versicontenuti <strong>di</strong> rame: un problemache coinvolge tutti i viticoltoribiologici dato che il rame costituisceuno dei prodotti principalidella <strong>di</strong>fesa fitosanitaria. LéviteDominique, ricercatore del FIBL,centro <strong>di</strong> ricerca svizzero specializzatoin agricoltura biologica, hapresentato un confronto tra vignetibiologici e bio<strong>di</strong>namici. Si tratta<strong>di</strong> una tematica piuttosto sentitain questi ultimi tempi in quanto,anche a livello regionale, <strong>di</strong>verseaziende stanno valutando la possibilità<strong>di</strong> introdurre un sistema<strong>di</strong> coltivazione ispirato alla bio<strong>di</strong>namica.Infine, Cristina Michelonidell’Associazione italiana perl’agricoltura biologica, ha spiegatoa che punto è l’iter del regolamentoeuropeo sulla vinificazionebiologica. Una volta approvatala normativa europea, sarà consentitoin<strong>di</strong>care in etichetta la <strong>di</strong>citura“vino biologico”, cosa cheal momento non è permessa datoche la certificazione riguarda lemodalità <strong>di</strong> produzione delle uvema non la loro trasformazione.Coltivazione della vite e produzionedel vino, pronti cinquenuovi specialistiDal telerilevamento per gestire laviticoltura <strong>di</strong> precisione allo stu<strong>di</strong>odelle malattie che colpisconola vite, dalla valutazione dei trattamentiper combattere gli insettidannosi al confronto fra tecniche<strong>di</strong> potatura e <strong>di</strong> allevamentosu varietà autoctone del Trentino,in particolare Lagrein, Marzeminoe Rebo.Sono alcuni dei temi trattati nelletesi dei cinque studenti, <strong>di</strong>cui quattro trentini e un veneto,che oggi si sono laureati, pressola sala del Capitolo dell’IstitutoAgrario, in viticoltura ed enologia,corso attivato dal ConsorzioInteruniversitario denominato“Iniziative universitarie nei settoriAgro-Alimentare, Viti-Vinico-Terra Trentina41


notizieI nuovi cinque dottori in viticoltura ed enologiaTerra Trentina42lo e relative Attività Industriali”comprendente l’Istituto Agrario,l’Università <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> (Facoltà <strong>di</strong>Ingegneria), l’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne(Facoltà <strong>di</strong> Agraria) nonché la Fachhochschule<strong>di</strong> Wiesbaden sede<strong>di</strong> Geisenheim. I giovani, tuttiiscritti al Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneriadelle Industrie alimentari<strong>di</strong> <strong>Trento</strong> – percorso <strong>di</strong>datticoin viticoltura ed enologia, hannoseguito le lezioni presso l’ateneotrentino e l’Istituto Agrario <strong>di</strong> SanMichele all’A<strong>di</strong>ge, frequentandoil terzo anno presso la facoltà <strong>di</strong>Agraria <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne. Al conferimentodel titolo <strong>di</strong> “dottore in viticolturaed enologia” erano presenti,accanto alla commissione <strong>di</strong> laurea,il <strong>di</strong>rettore generale dell’IstitutoAgrario, Alessandro Dini, ildecano della Fachhochschule<strong>di</strong> Wiesbaden- Geisenheim, OtmarLöhnertz e l’ex decano, KarlBayer, il <strong>di</strong>rettore del Corso <strong>di</strong>laurea in viticoltura ed enologiadell’ateneo <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, Roberto Zironi.I nuovi dottori sono:• Daniele BergamoNanno (<strong>Trento</strong>)“Valutazione della tossicità <strong>di</strong> rynaxypyrsu uova <strong>di</strong> lobesia botrana(lepidoptera tortricidae): stu<strong>di</strong><strong>di</strong> laboratorio e semicampo”.Relatori: dott. Clau<strong>di</strong>o Ioriatti eprof. Pietro Zan<strong>di</strong>giacomo; correlatrice:phd Federica Trona• Nicola ButteriniCognola (<strong>Trento</strong>)“Sopravvivenza <strong>di</strong> microrganismiantagonisti dell’oi<strong>di</strong>o dellavite in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> campo”.Relatori: dott. Ilaria Pertot e prof.Ruggero Osler; correlatore: DarioAngeli.• Luca FaettiniSan Pietro in Cariano(Verona)“Confronto tra tecniche <strong>di</strong> potaturae <strong>di</strong> allevamento su varietàautoctone del Trentino (Lagrein,Marzemino e Rebo), effetti sullaproduttività, la composizione deimosti e il potenziale fenolico dellebacche”. Relatori: dott. MassimoBertamini e prof. Enrico Peterlunger• Andrea Pran<strong>di</strong>Arco (<strong>Trento</strong>)“Recettività delle ferite <strong>di</strong> potaturaall’infezione artificiale <strong>di</strong> PhaeomoniellaChlamydospora crouset w. gams e PhaeoacremoniumAleophilum w. gams, crous, m.j.wingf et l. mugnai, agenti causalidel mal dell’esca della vite”. Relatori:prof. Ruggero Osler e prof.ssaIlaria Pertot; correlatrice: dott.ssaLorenza Michelon• Matteo SecchiRovereto (<strong>Trento</strong>)“Telerilevamento e sistemi gis perla gestione della viticoltura <strong>di</strong>precisione. Relatori: dott. MassimoBertamini e prof. Enrico Peterlunger.


RADICALI LIBERI,COLESTEROLOE ATEROSCLEROSIcibo e salute<strong>di</strong> Prof. Carmelo Brunoinsegnante <strong>di</strong> chimicaall’ITI “Buonarroti” <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>Come abbiamo accennato nell’ultimoarticolo, anche i ra<strong>di</strong>caliliberi hanno un ruolo non secondarionella formazione dellaplacca aterosclerotica.Gli stu<strong>di</strong>osi hanno scoperto che,a provocare la formazione dellaplacca non è tanto il colesterolo“cattivo” intatto, quanto il colesterolo“cattivo” che è stato primaossidato. C’è da chiedersi:chi può provocare tale ossidazione?Sono quei “rompiscatole” <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>cali liberi.Quin<strong>di</strong>, sono proprio loro “i teppistidella biochimica” che, oltrea cannoneggiare le membranedelle cellule, il DNA e le proteine,aggre<strong>di</strong>scono il colesteroloLDL (cattivo), compiendo il primopasso <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> eventiche porteranno alla formazionedella placca aterosclerotica. Èil colesterolo LDL-ossidato che siaccumula sulle pareti delle arteriedanneggiate.Sul luogo del delitto arrivano anchei macrofagi che <strong>di</strong>voranol’LDL-ossidato e si depositanoanch’essi sulle pareti , formandoin tal modo su <strong>di</strong> esse uno strato<strong>di</strong> grasso, che può <strong>di</strong>ventaresempre più spesso.Questa è l’ipotesi ossidativa dell’aterosclerosi.L’ipotesi ossidativaè complementare rispetto allaprecedente ipotesi lipi<strong>di</strong>ca. Assiemecontribuiscono a spiegarein maniera più esauriente il complessofenomeno dell’aterosclerosi.Ra<strong>di</strong>cali liberi e colesterolovanno a braccetto,ma a nostre spese!In conclusione, possiamo <strong>di</strong>reche l’iniziale ipotesi lipi<strong>di</strong>ca dell’aterosclerosi(cioè che un forteconsumo <strong>di</strong> grassi saturi aumentail tasso <strong>di</strong> colesterolo nel sangueche, a sua volta, provoca la formazionedella placca aterosclerotica,da cui derivano gli infarti)da sola non è in grado <strong>di</strong> spiegareil complesso fenomeno dellemalattie car<strong>di</strong>o-vascolari.Il quadro è, in realtà, più complessoperché bisogna tener presenteil rapporto tra colesteroloLDL (cattivo) e HDL (buono) enon solo il colesterolo totale, masoprattutto il ruolo del colesteroloLDL-ossidato a causa dei ra<strong>di</strong>caliliberi; quin<strong>di</strong> la presenza degliantiossidanti è benefica in quantoin grado <strong>di</strong> neutralizzare i ra-Terra Trentina43


Terra Trentina44<strong>di</strong>cali liberi e perciò <strong>di</strong> ridurrela quantità <strong>di</strong> LDL-ossidato e, <strong>di</strong>conseguenza, l’aterosclerosi.Bisogna contemporaneamenteprendere in considerazioneil ruolo dell’acido oleico (olio<strong>di</strong> oliva) e degli omega-3 (pescie semi <strong>di</strong> lino) che riducono laplacca aterosclerotica, degli aci<strong>di</strong>TRANS (margarine) responsabilidel suo aumento,e infine, dell’acidolinoleico (oli <strong>di</strong> semi) cheriduce non solo il colesterolo totalema anche l’HDL (buono).Oli <strong>di</strong> semi e aci<strong>di</strong> grassi polinsaturi:dalle stelle alle stalle?La Scienza ha visto, per un certoperiodo, nei grassi polinsaturipresenti negli oli <strong>di</strong> semi , la migliore<strong>di</strong>fesa contro l’aterosclerosie l’eccesso <strong>di</strong> colesterolo.L’acido linoleico sembrava untoccasana. Le <strong>di</strong>tte <strong>di</strong> oli <strong>di</strong> semipubblicizzavano sui giornali l’altapercentuale <strong>di</strong> tale acido nei loroprodotti. Ciò portò negli anni’70 ad un vero e proprio boomnel consumo <strong>di</strong> oli <strong>di</strong> semi. Poi,ad un certo punto, dai centri <strong>di</strong> ricercaarriva il contror<strong>di</strong>ne: è veroche gli oli <strong>di</strong> semi sono anticolesterolo,ma non lo sono in modoselettivo. Abbassano sia il colesterolo“cattivo” sia quello “buono”!Da qui l’invito a non esagerarecon gli oli <strong>di</strong> semi, anche inconsiderazione del fatto che essisono facilmente ossidabili, producendora<strong>di</strong>cali liberi (potentiaggressori delle cellule e causadel loro invecchiamento).Ad<strong>di</strong>rittura pare che gli aci<strong>di</strong>polinsaturi siano più pericolosidegli aci<strong>di</strong> grassi saturi (grassianimali) per quanto riguarda ilrischio <strong>di</strong> cancro.Nel prossimo articolo vedremogli effetti benefici dell’olio extravergine<strong>di</strong> oliva e dei grassi deipesci e quelli “non benefici” dellemargarine e degli aci<strong>di</strong> grassitrans.scadenze• L’Ufficio vigilanza produzioni agroalimentari dell’Assessorato provincialeall’agricoltura <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha dato parere favorevole alla richiestadella DOP per il formaggio Puzzone <strong>di</strong> Moena che l’appositocomitato promotore ha già inviato a Roma nel mese <strong>di</strong> luglio<strong>di</strong> quest’anno. Analoga approvazione è stata espressa dalla <strong>Provincia</strong><strong>di</strong> Bolzano interessata alla denominazione in quanto i paesi <strong>di</strong>Trodena e Anterivo, che conferiscono da sempre il latte bovino alcaseificio <strong>di</strong> Cavalese, sono geograficamente compresi nel territorioaltoatesino. Il Ministero per le politiche agricole, alimentari aforestali ha tempo 120 giorni per esaminare la documentazione efissare la data della pubblica au<strong>di</strong>zione prevista dalla procedura.• Il Servizio promozione delle attività agricole della <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong><strong>di</strong> <strong>Trento</strong> è <strong>di</strong>sponibile ad accogliere e finanziare anche peril 2008 prove <strong>di</strong>mostrative in tutti i settori produttivi dell’agricolturabiologica e convenzionale. Le domande con la descrizione delleprove devono essere presentate all’Ufficio per le produzioni biologicheentro il 31 <strong>di</strong>cembre 2007. Informazioni <strong>di</strong> dettaglio si possonoavere telefonando al numero 0461-495911.• L’ammontare dei premi <strong>di</strong> assicurazione incassati dalle compagnieche hanno operato in Trentino nella stagione 2007 è <strong>di</strong> 29 milioni821 mila 458 euro. La quota a carico degli agricoltori è <strong>di</strong> 7 milioni426 mila euro. Il totale dei risarcimenti per danni provocati da varieavversità atmosferiche in 2 mila aziende agricole su 7 mila assicurateammonta a 16 milioni 700 mila euro.• La commissione per l’equo canone che affianca l’Ufficio proprietà<strong>di</strong>retto coltivatrice della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha stabilito che nelrinnovare il contratto <strong>di</strong> affitto il proprietario può chiedere per il2008 un aumento <strong>di</strong> canone dell’1,96%. Si tratta <strong>di</strong> una cifra puramentein<strong>di</strong>cativa, perché i contratti <strong>di</strong> affitto sono sottoscritti in derogaalla legge dopo che la Suprema corte ha abolito l’equo canone.• Il <strong>di</strong>sciplinare tecnico-economico che dovrà regolare la concessionein affitto a terzi <strong>di</strong> malghe <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> comuni e amministrazioni<strong>di</strong> beni <strong>di</strong> usi civici dovrebbe essere approvato dalla Giuntaprovinciale <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> entro la fine del 2007. Verifiche <strong>di</strong> caratteregiuri<strong>di</strong>co ne hanno frenato finora il varo definitivo. Il documentoè atteso da molti amministratori pubblici che pensano già all’assegnazionea terzi <strong>di</strong> malghe e alpeggi per il 2008. Con il predetto<strong>di</strong>sciplinare la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> vuole evitare che i pascoli sianodati in affitto a canoni allettanti ad allevatori non trentini chehanno bisogno <strong>di</strong> gestire molti ettari <strong>di</strong> superficie alpestre solo perfruire <strong>di</strong> aiuti <strong>di</strong>retti all’allevamento da parte dell’Unione Europea,ma che trascurano la manutenzione delle strutture e il mantenimentodel pascolo.


IL CARDODEGLI ORTICOLTORIFra i numerosi ortaggi che si trovanosul mercato in questa stagionee che si possono conservaremolto bene durante i mesifred<strong>di</strong>, un posto <strong>di</strong> riguardo meritaanche il cardo degli orticoltori,definito per la sua altezza “ilgigante delle verdure”.Questo gustoso ortaggio è dotato,come il “fratello” carciofo, <strong>di</strong>ottime proprietà <strong>di</strong>etetiche e me<strong>di</strong>cinalie se ne consiglia pertanto,laddove lo consentano le con<strong>di</strong>zioniclimatiche, la coltivazioneanche nell’orto <strong>di</strong> famiglia.Il nome <strong>di</strong> cardo viene solitamenteattribuito a varie specie spinosedella famiglia delle Composite,per la maggior parte membridel genere Cynara. Questo generecomprende circa do<strong>di</strong>cispecie <strong>di</strong> piante erbacee perenni<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, originariedelle regioni me<strong>di</strong><strong>terra</strong>nee, dellequali le più “sfruttate” in cucinasono, per l’appunto, il cardo (Cynaracardunculus) e il carciofo(C. scolymus).Iris FontanariTerra Trentina45Note botaniche e colturaliIl cardo degli orticoltori è dettoanche carduccio ed è, comes’è detto, molto simile al carciofo:il fogliame è pressoché identico,tanto che alcuni botanici loconsiderano una varietà del secondo.Il cardo però raggiungeuno sviluppo maggiore in altezza(1,50 – 2 m) e le sue foglie – checostituiscono il prodotto utilizzatonell’alimentazione – hannonervature (costole) e picciolomolto più spessi e carnosi.Esistono varietà <strong>di</strong> cardo con spinee senza spine e varietà concostole piene e semipiene. Essendosiaffinate le tecniche <strong>di</strong>produzione, attualmente si trovanosul mercato quasi esclusivamentecar<strong>di</strong> bianchi, che sonostati sottoposti al processo d’imbianchimentofacendoli crescerein assenza <strong>di</strong> luce. In particolare,in Piemonte si produconocar<strong>di</strong> bianchi, teneri e dolci, specialiper il consumo crudo, comeil “Riccio <strong>di</strong> Asti”, il “Gobbo delMonferrato”, lo “Spadone”, ricavatiincurvando i cespi e seppellendoliin buche naturali.Più ver<strong>di</strong> e fibrose sono le speciecoltivate in Toscana, nel Lazioe in Umbria. Altre varietà sonopresenti in Puglia, nelle Marche,in Romagna e nel Veneto.Fra i molti tipi <strong>di</strong> car<strong>di</strong> coltivatinel nostro Paese vi sono: il “Bolognese”,senza spine, con costolepiene <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a grossezza; ilcardo “<strong>di</strong> Chieri”, <strong>di</strong>ffuso in Piemonte,privo <strong>di</strong> spine e <strong>di</strong> facileconservazione; il cardo “<strong>di</strong>Tours”, pregiato ma poco <strong>di</strong>ffusoperché spinoso; il “Pieno inermea costa bianca”, molto coltivatoper la bontà delle costole; il “Mostruoso<strong>di</strong> Romagna” ecc.Di solito il cardo si semina all’iniziodella primavera, mettendo isemi in buchette, alla <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> circa un metro l’una dall’altra,scavate su file pure <strong>di</strong>stantiun metro fra loro. In ogni buchettaandranno poi messi 3 o 4semi. Il terreno, opportunamentearato e ben concimato, dovrà risultareprofondo, fertile e <strong>di</strong> facilesgrondo.Dopo la nascita, le piantine vanno<strong>di</strong>radate lasciando, in ogni buca,la più sviluppata del gruppo.Seguiranno poi sarchiature e conorto&<strong>di</strong>ntorni


orto&<strong>di</strong>ntornicimazioni in copertura e, se necessario,anche delle irrigazioni.L’imbianchimentoL’imbianchimento dei car<strong>di</strong> siottiene in autunno, legando lefoglie a fascio attorno all’assecentrale <strong>di</strong> ciascuna pianta e rincalzandofino a due terzi dell’altezza;oppure si può coricare ilcardo entro una fossa scavata <strong>di</strong>fianco, ricoprendolo poi con <strong>terra</strong>e lasciandone scoperta solo laparte apicale; in altri casi, si avvolgela pianta con paglia o cartao materiali <strong>di</strong> plastica vari e si legaopportunamente.I car<strong>di</strong> rimangono in queste con<strong>di</strong>zioniper un periodo variabilea seconda della temperatura: unadecina <strong>di</strong> giorni in settembre, ildoppio in novembre. Al momentodella raccolta, il cardo viene estirpato,privato delle ra<strong>di</strong>ci, delle foglieesterne e della parte apicale.Nelle zone meno fredde, questoortaggio si raccoglie dall’autunnofino all’inverno mentre, nellezone con inverni particolarmenterigi<strong>di</strong>, la raccolta si fa per tempo,estirpando le piante per conservarlecon le ra<strong>di</strong>ci dentro sabbiao materiali organici inumi<strong>di</strong>ti.Poiché i car<strong>di</strong> fioriscono generalmenteal secondo anno <strong>di</strong> vita,per la riproduzione del seme saràconveniente lasciare nel campole piante migliori opportunamenteprotette.Si deve, inoltre, ricordare che lasiccità favorisce la fioritura precocenel primo anno ed è perciòutile irrigare durante l’estate.Come conservarliI car<strong>di</strong> si possono conservare anchelasciandoli nel campo e fasciandolicon delle carte spesseche serviranno sia a proteggerlidal freddo sia a favorire l’imbianchimento.Il proce<strong>di</strong>mento è il seguente:quando le foglie <strong>di</strong> ciascuna piantacominceranno a prostrarsi a <strong>terra</strong>,si elimineranno quelle più esternenon commestibili e si stringerannole altre con dei legacci inun unico fascio. Dopo una decina<strong>di</strong> giorni le piante si avvolgerannocon la carta o con cartoni lasciandolibero solo il ciuffo in alto. Infinesi rincalzeranno.Nelle località molto fredde e piovose,gli agricoltori preferisconoconservare i car<strong>di</strong> in cantina. Dopoaver strappato i car<strong>di</strong> dal terrenocon un po’ delle loro ra<strong>di</strong>cied aver eliminato le foglie piùesterne, li legano e li sistemanonella sabbia umida per circa unterzo delle loro lunghezza. Durantei mesi della sosta in cantina– periodo nel quale ha luogoanche l’imbianchimento – mantengonocostantemente umida lasabbia per non far avvizzire l’ortaggio.I car<strong>di</strong> sono ottimi se gustati immergendonele foglie crude nellafamosa “bagnacauda” piemontese.A questo scopo, si possonopure conservare al naturale, secondouna facile ricetta.Occorrono: 1 kg <strong>di</strong> car<strong>di</strong>, 3 limoni,una manciata <strong>di</strong> sale grosso.Pulire i car<strong>di</strong>, eliminando le costedure o avariate e togliendo i fili,tagliarli a pezzi regolari <strong>di</strong> 6-7 cm<strong>di</strong> lunghezza, immergendoli manmano in acqua acidulata col succo<strong>di</strong> un limone.Far bollire abbondante acqua,unire il succo <strong>di</strong> due limoni e ilsale. Immergervi i car<strong>di</strong> e lasciarlicuocere per 3 o 4 minuti. Sollevarlipoi con una schiumarolae stenderli ad asciugare su <strong>di</strong>un telo, sostituendolo quando èumido.Appena si saranno un po’ intiepi<strong>di</strong>ti,sistemarli con cura in vasi<strong>di</strong> vetro, senza pigiarli. Lasciar riposarel’acqua <strong>di</strong> cottura per fardepositare ogni impurità, quin<strong>di</strong>con un mestolo versare sui car<strong>di</strong>il liquido rimasto in superficie finoa coprirli del tutto.Chiudere ermeticamente e sterilizzareper 90 minuti, se si tratta<strong>di</strong> vasi piccoli; 110 minuti, segran<strong>di</strong>.Terra Trentina46


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