Parini e Morgagni: illuminismo, retorica galileiana e salubrità dell'aria
Parini e Morgagni: illuminismo, retorica galileiana e salubrità dell'aria
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Gli Scrittori d'Italia – XI Congresso Nazionale dell'ADI<br />
La regressione a uno schema umorale e putredinista derivava<br />
dall’incondizionata preminenza accordata da Redi ai dati forniti dalla<br />
natura rispetto all’inchiesta del soggetto, e al controllo empirico rispetto<br />
all’impostazione ipotetico deduttiva di scuola <strong>galileiana</strong>. La<br />
modernizzazione primo-settecentesca della scienza medico-biologica<br />
passò insomma attraverso un filtro cautelativo fin troppo attento a<br />
smussare ogni punta considerara filosoficamente compromettente.<br />
Diversa era stata la lezione borelliana: un uso più spregiudicato della<br />
ragione della nuova scienza, non privo di conseguenze pericolosamente<br />
interdisciplinari, perfino antiteologiche. A Napoli del resto – dove i<br />
medici e gli scienziati non tacevano questo loro orientamento – il<br />
sospetto di materialismo aveva scatenato i processi inquisitoriali contro<br />
gli “ateisti” tra il 1688 e il 1697 e le aspre prediche di Giacomo Lubrano.<br />
IV. Il galileismo biologico del Seicento aveva affidato una difficile<br />
eredità alla scienza settecentesca: la circolazione del sangue, l’anatomia<br />
minuta o “sottile”, l’avversione per ogni forma di generazione<br />
spontanea, il rapporto visibile-invisibile come momento ermeneutico, la<br />
trasmissione su base corpuscolare delle epidemie.<br />
Anche nel campo della storia della scienza, tuttavia, una rottura<br />
epistemologica, con l’apparire di nuove problematiche e di nuovi<br />
oggetti e modelli, fa coesistere il vecchio e il nuovo e pone gli scienziati<br />
e gli scrittori di cose scientifiche, nelle condizioni paradossali di<br />
esprimere nuovi concetti nelle vecchie forme discorsive.