Parini e Morgagni: illuminismo, retorica galileiana e salubrità dell'aria

Gli Scrittori d'Italia – XI Congresso Nazionale dell'ADI
Lo stile dell’argomentazione rivela altresì, nella zona incipitaria, robuste
tracce del galileismo metodologico, con l’esaltazione delle sensate
esperienze a detrimento del principio di autorità:
«Io non intendo però di star qui con sottili teoriche speculazioni indagando i
moti precisi con cui sopraggiungono tali effetti. Per non entrare in dispute (…) mi
restringerò adunque non ad altre ragioni che chiare e facili da intendersi e da
ammettersi, né ad altre autorità che appoggiate al fatto e ad innegabili
osservazioni». (p. XIV)
A prima vista, dunque, questo Parere, improntato dalla ratio illuminista,
sembra confermare esemplarmente la modernità della vicenda
morgagnana. All’epoca di questo tardo testo sulle risaie, Morgagni,
ottantenne, è ormai celebre in tutta Europa per la pubblicazione in due
tomi in folio della summa delle sue ricerche anatomiche: il De sedibus,
et causis morborum per anatomen indagatis, l’opera che verrà
considerata dai patologi dell’Ottocento l’atto di fondazione
dell’anatomia patologica come moderna scienza autonoma.
II. A ben guardare, tuttavia, la “modernità” del testo sulle risaie deve
convivere, in modo apparentemente paradossale, con non pochi
elementi, sia tematici che formali, desunti dalla più attardata delle
tradizioni scientifiche. Dal punto di vista delle strategie retoriche e
discorsive, la promessa iniziale delle “sensate esperienze” viene
puntualmente disattesa nel corso dell’argomentazione. Là dove ci si
aspetterebbe di veder apparire connotati stilistici tipicamente galileiani,
come la retorica dialogica e saggistica della digressione che rovescia i