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Parini e Morgagni: illuminismo, retorica galileiana e salubrità dell'aria

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Gli Scrittori d'Italia – XI Congresso Nazionale dell'ADI<br />

medesima questione, nel secolo precedente, era stata l’oggetto di un<br />

dirompente Discorso di Giovanni Alfonso Borelli, il Delle cagioni delle<br />

febbri maligne 5 , forse il più duro attacco del galileismo alla medicina<br />

ippocratico-galenica. Per spiegare le epidemie seicentesche i medici<br />

tradizionalisti ricorrevano alla teoria miasmatica o a quella astrologica:<br />

le cause delle pestilenze non potevano che risiedere nella corruzione<br />

<strong>dell'aria</strong> e nella conseguente alterazione dell'equilibrio umorale nei corpi<br />

dei pazienti oppure nell'influsso degli astri. L'umidità e il calore venivano<br />

considerati capaci di generare miasmi, secondo quella stessa mentalità<br />

peripatetica putredinista contro cui, limitatamente alla generazione<br />

spontanea degli insetti, si batteranno Redi e poi Vallisneri. Il metodo dei<br />

medici galenisti era stato degradato da Borelli a quello degli imbroglioni<br />

e dei falsari. Dopo aver screditato gli avversari, Borelli aveva rigettato<br />

apertamente l'ipse dixit e propugnato una procedura sperimentale,<br />

incentrata sui corpuscoli. L’insegnamento di Borelli, inoltre, aveva acceso,<br />

intorno alla questione dell’umidità delle zone irrigue, una lunga disputa<br />

nell’ambiente napoletano degli Investiganti: la querelle del 1664 sul Lago<br />

di Agnano. I galenisti attribuivano le febbri epidemiche napoletane alla<br />

macerazione dei lini che si faceva nel lago mentre gli Investiganti<br />

l’escudevano. I borelliani Di Capua e D’Andrea, atomisti, lucreziani,<br />

5 Delle cagioni delle febbri maligne. Discorso di Gio. Alfonso Borrelli Accademico della Fucina,<br />

filosofo, e Professore delle scienze Matematiche nello Studio della Nobile Città di Messina.<br />

Diviso in tre parti: con una appendice della natura della febbre in Comune. Et in fine si<br />

tratta della digestione de' cibi con nuovo metodo, per Gio. Battista Rosso, Cosenza, 1649.

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