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la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>mensile, anno ivMilanon.1 – <strong>gennaio</strong> 2012UTOPIANel Seicentotra economiae libertà<strong>di</strong> gianluca montinaroGIORDANO BRUNOLa bibliothèqueintérieure nelleletture del Nolano<strong>di</strong> annette popel pozzoANTEPRIMADo<strong>di</strong>ci legaturestoriche perevocarne mille<strong>di</strong> federico macchiLA MOSTRAMario De Michelinel ricordo<strong>di</strong> una “figlioccia”<strong>di</strong> anty panseraIL NOVECENTOLa prima BUR,un’epopeaa tutto grigio<strong>di</strong> paola maria farina


la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> - MilanoMENSILE DI BIBLIOFILIA – ANNO IV – N.1/28 – MILANO, GENNAIO 2012Sommario41020272946L’Utopia: prìncipi e princìpiUN “OSCURO” TRATTATODI ECONOMIA E LIBERTÀ<strong>di</strong> Gianluca MontinaroBvS: omaggio all’oggetto libroIL NOSTRO CENSIMENTODI LEGATURE STORICHE<strong>di</strong> Federico MacchiBvS: il Fondo AnticoPER UNA BIBLIOTECADI GIORDANO BRUNO<strong>di</strong> Annette Popel PozzoBvS: la mostra in corsoMARIO DE MICHELI,L’UOMO E IL MAESTRO<strong>di</strong> Anty Pansera *IN SEDICESIMO - Le rubricheOMAGGIO A DE MICHELI,CATALOGHI, SPIGOLATURE,L’INTERVISTA D’AUTORE,RECENSIONI, MOSTRE, ASTEBvS: rarità per bibliofiliHUBERT-MARTIN CAZINTRA CENSURA ELIVRES PHILOSOPHIQUES<strong>di</strong> Arianna Calò53586368BvS: il libro ritrovatoLA RIVOLUZIONARIAHISTORIA DEL CONCILIOTRIDENTINO DI SARPI<strong>di</strong> Beatrice PorcheraBvS: il NovecentoTUTTE LE SFUMATUREDEL GRIGIO: L’IMPRESADELLA PRIMA “BUR”<strong>di</strong> Paola Maria FarinaBvS: il Fondo EmerotecaL’ «ANTOLOGIA» DIVIEUSSEUXEVOLUZIONISTA E“ITALIANA”<strong>di</strong> Valentina ContiBvS: nuove schedeRECENTI ACQUISIZIONIDELLA BIBLIOTECADI VIA SENATO* tratto dal catalogo BVSDa Picasso a Guttuso. L’artesecondo Mario De Micheli


Consiglio <strong>di</strong> amministrazione della<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Marcello Dell’Utri (presidente)Giuliano Adreani, Carlo Carena,Fedele Confalonieri, Maurizio Costa,Ennio Doris, Fabio Pierotti Cei,Fulvio Pravadelli, Miranda Ratti,Carlo TognoliSegretario GeneraleAngelo De TomasiCollegio dei Revisori dei contiAchille Frattini (presidente)Gianfranco Polerani,Francesco Antonio Giampaolo<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Elena Bellini segreteria mostreArianna Calò sala consultazioneValentina Conti stu<strong>di</strong>o bibliograficoSonia Corain segreteria teatroGiacomo Corvaglia sala consultazioneMargherita Dell’Utri sala consultazionePaola Maria Farina stu<strong>di</strong>o bibliograficoClau<strong>di</strong>o Ferri <strong>di</strong>rettoreLuciano Ghirelli servizi generaliLaura Mariani Conti archivioMalaparteMatteo Noja responsabile dell’archivioe del fondo modernoDonatella Oggioni responsabile teatroe ufficio stampaAnnette Popel Pozzo responsabiledel fondo anticoBeatrice Porchera sala CampanellaGau<strong>di</strong>o Saracino servizi generaliDirettore responsabileAngelo CrespiUfficio <strong>di</strong> redazioneMatteo TosiProgetto grafico e impaginazioneElena BuffaCoor<strong>di</strong>namento pubblicitàMargherita SavareseFotolito e stampaGalli Thierry, MilanoReferenze fotograficheSaporetti Immagini d’Arte Snc,MilanoL’e<strong>di</strong>tore si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>sponibilea regolare eventuali <strong>di</strong>ritti perimmagini o testi <strong>di</strong> cui non sia statopossibile reperire la fonteImmagine in copertina:Legature storiche conservate pressola <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Organizzazione Mostra del Libro Anticoe del Salone del Libro UsatoInes LattuadaMargherita SavareseUfficio StampaEx Libris ComunicazioneDirezione e redazioneVia <strong>Senato</strong>, 14 – 20121 MilanoTel. 02 76215318Fax 02 782387segreteria@biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itwww.biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itBollettino mensile della<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano<strong>di</strong>stribuito gratuitamenteStampato in Italia© 2012 – <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>E<strong>di</strong>zioni – Tutti i <strong>di</strong>ritti riservatiQuesto perio<strong>di</strong>co è associato allaUnione Stampa Perio<strong>di</strong>ca ItalianaReg. Trib. <strong>di</strong> Milano n. 104 del11/03/2009


Del resto, i miei libri io li scrivoper me, per il bisogno e la sod<strong>di</strong>sfazione<strong>di</strong> tener nota dei miei pensieri, come si fad’un “giornale intimo”. Perché li pubblichi?,si domanderà. Per la stessa ragione,rispondo, per cui si trova sod<strong>di</strong>sfazionenel trascrivere o far trascrivere i propripensieri dallo “zibaldone” informee pieno <strong>di</strong> cancellature in “bella copia”,“in pulito”, con nitida calligrafia, su cartauniforme. Li stampo, cioè, per vederli“messi in bello”. Considero la stampa deimiei pensieri – la pubblicazione dei mieilibri – unicamente come la “bella copia”<strong>di</strong> quelli, nella quale ho piacere <strong>di</strong> vederlitrascritti. Sono pago che essi sod<strong>di</strong>sfinome perché sono l’espressione <strong>di</strong> ciòche penso, e contento poi oltre ognimia aspettativa se tutt’al più essi destanouna piccola eco amichevole in qualcheraro spirito, vicino o lontano, che abbiala medesima tonalità del mio.Giuseppe RensiLa filosofia dell’assurdo (pag. 21-22)E<strong>di</strong>zioni Corbaccio, Milano, 1937


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 5L’Utopia: prìncipi e princìpiUN “OSCURO” TRATTATODI ECONOMIA E LIBERTÀL’opera secentesca del calabrese Antonio Serra, poi “unto” dal GalianiGIANLUCA MONTINAROSerra, Antonio, Breve trattatodella cause, che possonofar abbondare li regni d’oro,& argento. Dove non sono minierecon applicatione al regno<strong>di</strong> Napoli. Del dottor AntonioSerra, della città <strong>di</strong> Cosenza.Diviso in tre parti, Napoli,Scorriggio, Lazzaro, 1613.4to; pp. [8], 147, [1].Quando, nel 1750, il già celebreFer<strong>di</strong>nando Galianipubblica a Napoli il nototrattato Della moneta (fra i testi car<strong>di</strong>nedella scuola economica settecentesca)tributa a un ancora illustre sconosciutouna pagina <strong>di</strong> grande elogio:«Il dottor Antonio Serra, Cosentino,nel 1613, presso Lazzaro Scorriggiopubblicò un Breve trattato delle cause, che possono farabbondare li regni d’oro, e d’argento dove non sono miniere;coll’applicazione al Regno <strong>di</strong> Napoli, <strong>di</strong>viso intre parti. Chiunque leggerà questo trattato resteràsicuramente sorpreso e ammirato in vederequanto in un secolo <strong>di</strong> totale ignoranza dellaA sinistra: frontespizio della prima e<strong>di</strong>zione del Brevetrattato (1613) <strong>di</strong> Antonio Serra. Sopra il frontespizio delBreve trattato nella ristampa contenuta nella collanaScrittori classici italiani <strong>di</strong> economia politica (1803)scienza economica, avesse il suo autorechiara e giuste le idee della materia,<strong>di</strong> cui scrisse, e quanto sanamentegiu<strong>di</strong>casse delle cause de’ nostrimali, e de’ soli rime<strong>di</strong> efficaci.[…] Io non dubiterò <strong>di</strong> collocarlonel rango del primo, e più antico,scrittore della scienza politico-economica.[…] Quest’uomo, ch’io ar<strong>di</strong>scocomparare al Melon de’ Francesi,e in questa parte al Locke degl’Inglesi,e che li supera ambedueper aver vissuto tanto tempo prima ein un secolo <strong>di</strong> tenebre e <strong>di</strong> errorinella scienza economica; quest’uomo<strong>di</strong> così perspicace intelletto, <strong>di</strong>così sano giu<strong>di</strong>zio, fu <strong>di</strong>sprezzatomentre visse, ed è rimasto dopomorto <strong>di</strong>menticato insieme con il <strong>di</strong>lui libro». 1Grazie al <strong>via</strong>tico <strong>di</strong> Galiani, illuminista <strong>di</strong> solida fedenoto già in ambiti internazionali, il nome e l’opera <strong>di</strong>Antonio Serra iniziano a circolare, <strong>di</strong>venendo presto conosciuti.Numerose sono le pagine scritte su <strong>di</strong> lui in ambitoanglosassone 2 e in ambito tedesco. 3 Il definitivo sigillo<strong>di</strong> interesse, però, viene dato ad Antonio Serra da BenedettoCroce che, nella sua Storia del Regno <strong>di</strong> Napoli, scrive:«Antonio Serra, calabrese <strong>di</strong> Cosenza, nel 1613,mandò fuori dalle carceri della Vicaria, dove stava rinchiuso,un saggio <strong>di</strong> economia con applicazione specialeal Regno <strong>di</strong> Napoli, e del quale non si sa altro se non


6 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Fer<strong>di</strong>nando Galiani, Della moneta libri cinque, Napoli, 1750che era colà già da un anno, accusato <strong>di</strong> falsa moneta,per esserglisi trovato in casa un pezzo <strong>di</strong> oro o <strong>di</strong> lega eche, quattro anni dopo, avendo ottenuto <strong>di</strong> parlare conil viceré duca <strong>di</strong> Ossuna per comunicargli cose utili alloStato, fu u<strong>di</strong>to, presenti i consiglieri, ma, giu<strong>di</strong>candosiche avesse detto “ciarle e chiacchiere senz’altro concludere”,fu rimandato in carcere.Morì nel carcere? Quali erano state le vicendedella sua vita? Un suo amico, in certi <strong>di</strong>stici <strong>di</strong> fronte alsuo libro, lo <strong>di</strong>ce “adusato da lungo tempo a patire sfortunae povertà”, e ora “giacente atterrito e stretto daduri ferri il piede”. Forse quel pezzettino d’oro o <strong>di</strong> legaegli lo serbava per ragioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o; e l’accusa, o piuttostoil sospetto che ci era stato gettato in carcere, certamentenon fu mai comprovata, e sembra che non avessefondamento. Forse sull’uomo <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>s’inseriva in lui un ingenuo, un fantastico, un progettista.Fors’anche, la miseria lo trasse a errori e colpe, crudelmenteespiate. Confesso che molte volte mi accade<strong>di</strong> perdermi con l’immaginazione in quella figura, presodall’impero <strong>di</strong> penetrare il suo mistero, preso da desertapietà verso quell’uomo vituperato e <strong>di</strong>sonorato, equasi da un umano rimorso per le tremende ingiustiziealle quali la società, ignara e sconsiderata, si lascia andare,travolgendo e calpestando i germi della vita, virtùd’intelligenza e <strong>di</strong> cuore». 4In effetti la figura <strong>di</strong> Antonio Serra è misteriosacome poche e le notizie sulla sua vita sono scarse. Dopoessersi addottorato forse in teologia e in legge, raggiungeNapoli e lì pare legarsi al suo conterraneo TommasoCampanella. Il frate, allora trentenne, stava ordendola nota “congiura” per liberare le terre calabredalla Spagna. Scoperto, Campanella viene condannatoa una lunghissima prigionia durante la quale componele sue opere più importanti.Anche Serra subisce lo stesso destino. Tradottonel carcere della Vicaria viene torturato e condannatoall’ergastolo. Di lui, dopo la stampa del Breve trattato edopo l’u<strong>di</strong>enza con il duca <strong>di</strong> Ossuna, non si sa più nulla.Il mistero si infittisce ancor <strong>di</strong> più sulle sue opere. DiSerra è certa la paternità del solo Breve trattato. Mamolti <strong>di</strong> coloro che su <strong>di</strong> lui hanno scritto, citando unaccenno contenuto nel Breve trattato circa un’opera intitolataDella forza dell’ignoranza, 5 lo hanno immaginatoautore <strong>di</strong> numerosi libri ora andati perduti (o perlomenonon ancora in<strong>di</strong>viduati). Probabilmente impressoin pochi esemplari, il Breve trattato fu in buona parteignorato o <strong>di</strong>strutto già negli anni imme<strong>di</strong>atamentesuccessivi alla stampa (la detenzione dell’autore nondeponeva a favore della conservazione del suo lavoro).Di questo testo, un in 4to <strong>di</strong> 156 pagine, si conservanoora al mondo pochissime copie. Una <strong>di</strong> esse giace nelFondo Antico della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>.Opera d’utopia, il libro <strong>di</strong> Serra si propone <strong>di</strong> indagarequali siano, per uno Stato, le vere sorgenti <strong>di</strong> ricchezza.Secondo Serra esse non sono da ricercare nelsolo possesso <strong>di</strong> “miniere” (ovvero <strong>di</strong> materie prime),ma anche nelle attività artigiane e industriali della popolazione(ovvero nella capacità <strong>di</strong> trasformazione del-


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 7le materie prime) e quin<strong>di</strong> nella libertà del commercio(ovvero nella possibilità <strong>di</strong> scambiare i prodotti). Altrettantoimportanti, per Serra, sono poi il buongovernoe la saggia amministrazione statale. Dovrebbe esserelo Stato, attento ma non invasivo, giusto ma non elefantiaco,a farsi garante delle libertà in<strong>di</strong>viduali dallequali <strong>di</strong>scendono il libero esercizio economico, la prosperità<strong>di</strong>ffusa e quin<strong>di</strong> la ricchezza della nazione.In sostanza, secondo la visione positivamenteutopica <strong>di</strong> Serra, il circolo virtuoso del benessere <strong>di</strong>ffusosarebbe innescato dai singoli citta<strong>di</strong>ni, ovvero dallapiù piccola e più “vera” componente dello Stato. PerSerra, al contrario <strong>di</strong> quello che Marx avrebbe propugnatodue secoli dopo, non esiste una astratta <strong>di</strong>mensionesociale (la “classe”) chiamata, in modo quasi finalistico,a creare e garantire il benessere dello Stato; Statoche, totalitario, porrebbe come unico obbiettivo ilsoffocamento della libertà in<strong>di</strong>viduale a favore <strong>di</strong> unpresunto e “superiore” benessere sociale (ovvero <strong>di</strong> sestesso, in una raggiunta identità fra classe e Stato).La crepuscolare situazione della penisola italiana,caduta nel giro <strong>di</strong> pochi decenni dalle autonomie citta<strong>di</strong>nee regionali dell’Umanesimo alla totale assenza <strong>di</strong>iniziativa politica, aveva innestato una vasta <strong>di</strong>scussionesulla ragion <strong>di</strong> Stato e sulla moralità del potere, arrivandoa coinvolgere ampi strati della società fra fineCinquecento e Seicento.Nel 1621, un fine intellettuale come LudovicoZuccolo giunge a ironizzare su come non solo «i consiglierinelle corti e i dottori nelle scuole, ma i barbieriezian<strong>di</strong>o e gli altri più vili artefici nelle boteghe e nei ritroviloro <strong>di</strong>scorrono e questionano della ragion <strong>di</strong> Statoe si danno a credere <strong>di</strong> conoscere quali cose si faccianoper ragione <strong>di</strong> Stato e quali no». 6 Anche il trattato <strong>di</strong>Antonio Serra, ov<strong>via</strong>mente, vive nel comune sentire <strong>di</strong>questo scorcio <strong>di</strong> secolo. Il pensatore cosentino apre ilsuo lavoro con una riflessione analoga, ma più ampia, aquella <strong>di</strong> Zuccolo.«Dispor bene una republica ovvero governar regnie rime<strong>di</strong>are ai <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni che possono nascere o ai <strong>di</strong>fettiche vi sono, pare che sia quasi - e senza quasi - cosacommune a tutti e che ciascuno presuma ciò intendere,<strong>di</strong> modo che a qualsivoglia pericolo che gli soprastasse,e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile rime<strong>di</strong>o, si offrirebbe a ritrovar prontoespe<strong>di</strong>ente ancor che rozzo i<strong>di</strong>ota, e <strong>di</strong>rebbe che si deveF. Galiani, Della moneta libri cinque, incipit dell’introduzionefar questa provvisione, promulgar questa legge, e che sea lui toccasse governare provvederebbe in quel modo ecosa simile: succedendo il contrario in qualsivoglia altrascienza ed arte, che nessuno ar<strong>di</strong>sce trattarne se primanon ha acquistato l’abito o l’esercizio <strong>di</strong> quelle intutto o in parte. […] E benché tanto il saper governarregni, quanto conoscere <strong>di</strong>stintamente la giustizia sipretenda intendersi universalmente da tutti, non perquesto intendo concedere che in sé siano facili da conoscersie che si conoscano, ma tutto il contrario: che laconoscenza dell’uno e dell’altro sia <strong>di</strong>fficilissima. E inquanto a saper governar regni a me pare che con ogniragione si possa comparare alla <strong>di</strong>fficoltà e incertezzadella me<strong>di</strong>cina, e che benissimo se gli possa appropriarequel che Ippocrate <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> quella: l’arte lunga, la vitabreve, il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong>fficile, l’esperienza pericolosa e


8 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012l’occasione subitanea, come <strong>di</strong>scorrendo ogni saviogiu<strong>di</strong>zio può comprendere». 7La riflessione <strong>di</strong> Serra prosegue con la constatazione<strong>di</strong> come, in Italia, non vi siano miniere d’oro ed’argento e che, quin<strong>di</strong>, l’unico modo per creare benessere<strong>di</strong>ffuso debba ricercarsi nelle attività umane(«quantità <strong>di</strong> artifici, qualità <strong>di</strong> genti, traffico grande <strong>di</strong>negozi e provisione <strong>di</strong> quel che governa»). 8Quest’ultimo è appannaggio <strong>di</strong> colui che detieneil potere «il quale considerando la <strong>di</strong>sposizione del suoStato, e li <strong>di</strong>versi accidenti che in quello si trovano, edegli Stati convicini e lontani coi quali si ha o può avercommercio dal suo regno, […] applica <strong>di</strong>verse provvisionisecondo li <strong>di</strong>versi effetti che vuol causare, rimovendogli impe<strong>di</strong>menti che potrebbero ostare all’effettoche si desidera. Ma come si <strong>di</strong>sse nel proemio non ècosì facile saper bene <strong>di</strong>sporre questo accidente, e bisognaa quel che governa considerar bene non una solacosa ma molte, e aver riguardo agli inconvenienti e altrieffetti che possono essere causati». 9A queste considerazioni (che nell’attuale frangenteeconomico che sta investendo il mondo occidentalesuonano come monito alla riflessione e all’azionepuntuale da parte dei governi) è da far risalire, secondoSerra, la <strong>di</strong>ffusa povertà del vicereame napoletano all’iniziodel XVII secolo. Inoltre, aggiunge Serra, dal punto<strong>di</strong> vista meramente economico-commerciale, il <strong>di</strong>savanzonella bilancia dei pagamenti aumenta una situazionefallimentare che, superficialmente, altri economistidel tempo (fra cui Marco Antonio De Santis,con cui Serra polemizza apertamente nel Breve trattato)imputavano al solo tasso <strong>di</strong> cambio sfavorevole.Dal punto <strong>di</strong> vista della forma dello Stato, Serra (comealtri suo contemporanei) in<strong>di</strong>vidua nella costituzionemista veneziana la scelta migliore. La Serenissima, mito<strong>di</strong> libertà, è l’unico Stato che riesce a contemperare la formamonarchica, con quella aristocratica e popolare. Questasostanziale armonia si riverbera in tutta l’organizzazionestatale e nella vita civile. Anche l’economia, attraversol’esercizio del commercio, ne trae beneficio.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 9Nella pagina accanto: particolare del ritratto <strong>di</strong> TommasoCampanella (1568-1639) <strong>di</strong>pinto a olio su tela da un pittore<strong>di</strong> scuola francese nel 1639 e conservato presso la<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>; ritratto <strong>di</strong> BenedettoCroce (1866-1952).A destra: A. Serra, Breve trattato (1613), lettera de<strong>di</strong>catoriaLa classe politica veneziana, essendo in buonaparte costituita da mercanti e da famiglie borghesi <strong>di</strong>recente nobiltà, pone la ricerca del benessere in rapporto<strong>di</strong>retto con il corretto funzionamento delle magistrature,in massima parte accessibili attraverso perio<strong>di</strong>cheelezioni.«Il governo <strong>di</strong> Venezia, essendosi atteso al principiodella sua propagazione a governar bene, avendo peroggetto il benessere pubblico, ha instituito più e <strong>di</strong>versior<strong>di</strong>ni, con farne d’ognora nuovi, migliorando o togliendoi passati secondo è parso espe<strong>di</strong>ente, particolarmentesopra la creazione <strong>di</strong> magistrati a reggimenti<strong>di</strong> quella, che s’è mai ritrovato in altre signorie ed repubblichesimil modo <strong>di</strong> creare magistrati; e come l’esperienzaha <strong>di</strong>mostrato non vi è stato dominio o repubblicaal mondo che abbia tanto durato, quanto hadurato e dura Venezia che ancora è vergine, e sono circamille e duecento anni che è e<strong>di</strong>ficata dopo quel flagello<strong>di</strong> Attila. Dico dunque che in quella l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> crearemagistrati è in tanta perfezione, che è impossibile chealcuno vi si possa creare per subor<strong>di</strong>nazione o compiacenza,né ascende a grado supremo persona che non siasperimentata negl’infimi e me<strong>di</strong>ocri, e che in nessuno<strong>di</strong> quelli abbia fatto malamente». 10L’ammirazione per Venezia trova poi una spiegazionenella teoria stessa <strong>di</strong> Serra. Superando lo schematismoancora me<strong>di</strong>evale che concepiva la ricchezza comestatico possesso <strong>di</strong> un bene prezioso in sé, Serra teorizzail benessere come puro momento <strong>di</strong> “trasformazione”,sia esso <strong>di</strong> lavorazione o <strong>di</strong> semplice commercio,svincolandolo dall’oggetto. E la modernità delpensiero <strong>di</strong> Serra risiede proprio in questo: nell’essereda un lato precursore del mercantilismo e, dall’altro,suo acerrimo nemico. Il mercantilismo colonialeavrebbe portato presto, all’inizio del XVIII secolo, lepotenze europee a misurarsi con perniciosi monopoli.Intuendo quanto pericoloso avrebbe potuto essere unapproccio meramente commerciale (che avrebbe limitatoin ambito economico le libertà personali), Serrapone come contraltare il buongoverno. E soprattutto lalibertà dell’agire dell’in<strong>di</strong>viduo.NOTE1F. Galiani, Della moneta, In Napoli, pressoGiuseppe Raimon<strong>di</strong>, 1750, p. 104.2Cfr. E. Roll, Storia del pensiero economico;J. Schumpeter, Storia dell’analisi economica;J. Galbraith, Storia dell’economia; ecc.3Cfr. K. Marx, Anti-Duhring (in questo testola teoria mercantilista <strong>di</strong> Serra è criticataferocemente come nemica della rivoluzioneproletaria), ecc.4B. Croce, Storia del Regno <strong>di</strong> Napoli, Bari,Laterza, 1966. p. 139.5A. Serra, Breve trattato, libro III, cap. IV inScrittori classici italiani <strong>di</strong> economia politica,parte antica, I, Roma, Bizzarri, 1965 (ristampaanastatica Collezione Custo<strong>di</strong>), p. 152.6L. ZUCCOLO, Della ragion <strong>di</strong> Stato in Politicie moralisti del Seicento, a c. <strong>di</strong> B. Croce e S. Caramella,Bari, Laterza, 1930, p. 25.7A. Serra, Breve trattato, proemio, cit., pp.9-12.8Ibidem, p. 23.9Ib., p. 34.10Ib., pp. 50-51.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 11BvS: omaggio all’oggetto libroIL NOSTRO CENSIMENTODI LEGATURE STORICHEUna prima selezione <strong>di</strong> 12 significative “coperte” dei secoli XV-XXFEDERICO MACCHITra le raccolte della <strong>Biblioteca</strong><strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> assumonooggi rilievo le legaturestoriche, <strong>di</strong>verse centinaia inaspettateper numero e qualità, come attestail recente censimento: 12 traqueste, prodotte nell’arco <strong>di</strong> 6 secoli(XV-XX) sono qui in anteprimapresentate.Nata per la necessità <strong>di</strong> proteggereil contenuto del libro, la legaturasi è andata tutta<strong>via</strong> trasformandonel corso dei secoli per dareornamento ai libri stessi, seguendo<strong>via</strong> <strong>via</strong> mode e stili. Fatta eccezioneper le coperte che recano impressoil nome del possessore, un motto,un’impresa, uno stemma o la firmadel legatore (in generale non primadel Settecento tranne in area nor<strong>di</strong>ca),il loro riconoscimento è spessoarduo, posto che i volumi non eranolegati tranne eccezioni dall’e<strong>di</strong>tore,ma nel luogo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, spesso a curadello stesso acquirente.La ricerca per una loro collocazionecronologica, topografica ostilistica, può tutta<strong>via</strong> avvalersi <strong>di</strong>alcuni elementi in<strong>di</strong>cativi quali iferri e gli schemi compositivi delladecorazione, la tecnica esecutiva, imateriali utilizzati, la filigrana delle10Nella pagina accanto: (fig.7)legatura del secondo (?) quartodel secolo XVIII, eseguita a Parigi (?),sul testo <strong>di</strong> Louis Senault, Heuresnouvelles tirées de la Sainte Ecritureécrites et gravées par L. Senault(Parigi, Louis Senault,sd [i.e. 1680 o dopo]).Sopra: (fig.10) legatura della secondametà del secolo XIX su unamiscellanea che comprendel’Historiarum memorabilium ex Genesidescriptio <strong>di</strong> Guillaume Para<strong>di</strong>n,e l’Historiarum memorabiliumex Exodo <strong>di</strong> Willem Borluyt,entrambi stampati a Lioneda Jean de Tournes nel 1558carte <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a e il confronto congli esemplari <strong>di</strong> accertata provenienza.Apre la rassegna un manufattoitaliano (fig. 1) in marocchino verosimilmenteprodotto a Bologna 1 trala fine del Quattrocento e l’inizio delCinquecento in cuoio <strong>di</strong> capra su assidecorato a secco (non in oro) la cuiparticolarità risiede nel decoro <strong>di</strong>transizione: da quello quattrocentescoastratto a cordami <strong>di</strong> gusto moresconello specchio, a quello rinascimentale,costituito dai viticci alnaturale nella cornice.Se i fermagli a palmetta sulpiatto posteriore rientrano nel noverodella produzione italiana, <strong>di</strong>non casuale approntamento germanicomeri<strong>di</strong>onale sono invece i cantonalia protezione dei piatti, comesuggeriscono i bottoni a cupola 2 : iprimi tipografi che lavorarono inItalia furono spesso artigiani tedeschi,invogliati dal favorevole mercatoitaliano, accanto ai quali si mosseroprobabilmente anche legatorigermanici che lavorarono secondogli usi e i gusti del paese d’origine.Di area tedesca la legatura


12 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012successiva (fig. 2), latamente coeva, che presenta leusuali caratteristiche del tempo: pelle <strong>di</strong> porco su assilignee, dorso a nervi rilevati, taglio grezzo, coppia <strong>di</strong>fermagli con aggancio un tempo sul piatto anteriore ericco decoro a secco. Il tipico fregio a cuore trafitto, allegoriadell’amore <strong>di</strong>vino, è noto in almeno 130 varianti:alcune sue minute caratteristiche lasciano tutta<strong>via</strong>intuire una probabile esecuzione <strong>di</strong> Norimberga 3 . Lelosanghe realizzate a placca nello specchio, circostanzatestimoniata dalla regolarità esecutiva, e non con singolipunzoni giustapposti, testimonia già allora l’esigenza<strong>di</strong> velocizzare la decorazione dei libri, notoriamentericca in area nor<strong>di</strong>ca.Introduce il Cinquecento un infrequente esempioveneziano (fig. 3) in marocchino, anche per il circoscrittoformato, prodotto nel periodo 1560-1570, riferibileall’ignoto “Maestro delle moresche vuote”, contrad<strong>di</strong>stintodall’adozione appunto <strong>di</strong> fregi muti <strong>di</strong> gustoorientaleggiante <strong>di</strong>sposti entro eleganti schemi dallelimitate varianti.Affiancano la trentina 4 <strong>di</strong> legature censite, ulterioriesemplari <strong>di</strong> analogo gusto ma prodotti da un imprecisatonumero <strong>di</strong> altre botteghe locali. In evidenza ildorso tipicamente italiano, caratterizzato da nervistrutturali alternati a mezzi nervi apparenti, in realtàspesso costituiti da semplici strisce in cuoio, per darel’impressione <strong>di</strong> un lavoro accuratamente realizzato.Prodotta in Spagna verso il 1575, la quarta legatura(fig. 4) in corame decorata a secco e a foglia d’oro,come attestano in particolare la testina <strong>di</strong> guerriero 5dorata al centro dello specchio e in generale l’impiantoornamentale del tipo “plateresco”, stile affermatosi trail 1520 e il 1590 circa, derivato dai motivi presenti sullesuppellettili in argento, plata appunto in spagnolo, econnotato da una decorazione prevalentemente a secco;fino a tre cornici concentriche anche brunite, orna-Da sinistra: (fig.2) legatura della fine del XV- inizio XVI secolo eseguita a Norimberga (?) su una prima e<strong>di</strong>zione delleopere latine <strong>di</strong> Angelo Poliziano, Omnia opera, Venezia, Aldo Manuzio il vecchio, 1498; (fig.5) legatura del 1605 circaeseguita in Anversa (?), sulla prima e<strong>di</strong>zione dell’Occasio arrepta. Neglecta. Huius commoda: illius incommoda, <strong>di</strong> Jan David(Anversa, Officina Plantiniana & Iohannes Moretus, 1605)2 5


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 134 12Sopra da sinistra: (fig.4) legatura del 1575 circa eseguita in Spagna, su un’opera che comprende l’Orlando innamorato, del sig.Matteo Maria Boiardo conte <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>ano, insieme co i tre libri <strong>di</strong> Nicolò de gli Agostini, nuovamente riformato per M.Lodovico Domenichi (Bologna, Vincenzo & Bernar<strong>di</strong>no Viani, 1571-1572); (fig.12) legatura del 1992 eseguita a Parigi daAlain Devauchelle, su Thomas More, Utopia, Alpignano, Alberto Tallone, 1989. Copia no. I/24 su carta Sant’Ilario teintéete con personaggi entro medaglioni, faretre, frecce, archi,corazze, trofei, teste <strong>di</strong> toro, tartarughe; spazio rettangolarecentrale in cui viene impressa una numerosavarietà <strong>di</strong> singoli, piccoli ferri (i vasi fioriti, l’agnellocrucifero, il leone passante, la cicogna, la croce a baseallargata), il cui numero e la cui varietà sono lasciati allalibera inventiva del legatore.Verosimilmente confezionato in Anversa verso il1605, il successivo costrutto (fig. 5) in pergamena, nobilitatodal misurato decoro a cornice cordonata e aplacca centrale impressa a bilanciere, la cui doraturaspesso a foglia d’oro <strong>di</strong> elevata caratura, è stata abilmenteeseguita. Le irregolarità del materiale <strong>di</strong> coperturaillustrano le numerosi variabili alle quali soggiaceil relativo approntamento. Legatura strettamente coevacon il testo: con riguardo a un analogo volume 6 custo<strong>di</strong>toalla <strong>Biblioteca</strong> Nazionale del Lussemburgo,una lettera dell’autore del libro in data 16 settembre1608, medesimo anno <strong>di</strong> stampa del testo, ne documentala produzione in Anversa, molto probabilmente nellastessa officina Plantiniana.In linea con la fastosa decorazione barocca, la copertaseicentesca (fig. 6) in marocchino cre<strong>di</strong>bilmenteprodotta a Roma verso la metà del secolo: sembrano attestarlole spolette 7 (motivi costituiti da un filetto sempliceo doppio, regolarmente intervallato da un breve trattospiraliforme) nella cornice esterna, le ampie corolle svasatenegli angoli interni del rettangolo centrale e le astefogliate 7 con coppie <strong>di</strong> puntini pieni nella cartella centrale.Lo stesso impianto decorativo <strong>di</strong> tipo postfanfare, adottatonel XVII e nel XVIII secolo in Francia e in tutta Europache prende a modello lo schema a compartimentimultipli riccamente ornati con numerosi piccoli ferri dellostile à la fanfare, in essere a Parigi dal 1560 al 1630 circa,depone in favore <strong>di</strong> un’origine capitolina: sin dal Quattrocento,la città fu infatti meta <strong>di</strong> artigiani e <strong>di</strong> artisti stra-


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 159Nella pagina accanto: (fig.1) legatura della fine delXV- inizio XVI secolo eseguita a Bologna (?) su una primae<strong>di</strong>zione delle Epistole <strong>di</strong> Marsilio Ficino (Venezia, MatteoCapcasa <strong>di</strong> Codeca, per Hieronymus Blondus, 1495).Sopra: (fig.9) legatura del primo quarto del secolo XIX,eseguita a Milano da Luigi Lo<strong>di</strong>giani su Gaius Iulius Caesar,C. Iulii Cæsaris quæ extant ex emendatione Ios. Scaligeri,Leida, Bonaventura & Abraham Elzevier, 1635.A destra: (fig.8) legatura del secolo XVIII, eseguita a Roma (?)su una Raccolta <strong>di</strong> rime <strong>di</strong> poeti napoletani non piu ancorastampate, e de<strong>di</strong>cate all’Illustriss. ed eccellentiss. sig. GirolamoOnero Cavaniglia de’ Principi <strong>di</strong> Troja (Napoli, Domenico-Antonio Parrino, 1602)nieri alla ricerca <strong>di</strong> remunerative committenze presso lacorte papale, principi e facoltosi prelati. L’esecuzione interamenterealizzata a filetti <strong>di</strong>ritti e curvi, talora caratterizzatada incertezze, ne testimonia la <strong>di</strong>fficoltà: i loropunti <strong>di</strong> contatto sono stati in particolare mascherati dall’utilizzo<strong>di</strong> cerchielli pieni, così da risolvere il problema.Persiste negli interstizi tra i compartimenti, la traccia <strong>di</strong>una pasta <strong>di</strong> cera bruna, in origine utilizzata a creare un8


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 21BvS: il Fondo AnticoPER UNA BIBLIOTECADI GIORDANO BRUNOLe letture del Nolano attraverso i testi custo<strong>di</strong>ti presso la <strong>Biblioteca</strong>ANNETTE POPEL POZZOper cui son liberoin suggettione,«Quellacontento in pena,ricco ne la necessitade, et vivo ne lamorte: quella per cui non invi<strong>di</strong>o aquei che son servi nella libertà, hanpena ne i’ piaceri, son poveri ne le ricchezze,et morti ne la vita». Questeparole <strong>di</strong> Giordano Bruno (1548-1600) usate nell’epistola proemiale<strong>di</strong> De l’infinito, universo et mon<strong>di</strong> del1584 anticipano il fatto che – una voltaarso vivo perché giu<strong>di</strong>cato«ereticoimpenitente pertinace ed ostinato» 1il 17 febbraio 1600 a Campo dei Fiori,con i suoi libri e manoscritti bruciatiugualmente e gli Opera omniamessi imme<strong>di</strong>atamente all’In<strong>di</strong>ce – lasua nuova filosofia sarebbe stata più viva <strong>di</strong> prima, l’esattocontrario, dunque, dell’annichilazione del suo pensieroauspicata dal Sant’Uffizio.Ma quali sono gli autori, i testi, i libri e i pensieri cheformano e influenzano la “nolana filosofia”?Oltre ai volumi che facevano parte della bibliotecadel convento <strong>di</strong> San Domenico Maggiore a Napoli, deiquali si hanno numerose tracce seguendo le vie dei cataloghie delle provenienze, e oltre alle numerose in<strong>di</strong>cazionidate dallo stesso Bruno nelle deposizioni raccolte durantele varie fasi del suo processo, prima a Venezia e poi Roma,aiutano la ricostruzione delle fonti bruniane le moltecitazioni <strong>di</strong> autori e titoli intrecciate nelle sue opere.Grazie al progetto “La <strong>Biblioteca</strong> ideale <strong>di</strong> GiordanoBruno”, intrapreso dal Comitato nazionale per le cele-Nella pagina accanto: ritratto <strong>di</strong> Giordano Brunoin Opere <strong>di</strong> Giordano Bruno, e<strong>di</strong>zione a cura <strong>di</strong> AdolphWagner, Lipsia, Weidmann, 1830. Va sottolineatoche non esiste alcuna raffigurazione delle effettivesembianze <strong>di</strong> Bruno, ma che l’iconografia è del tuttoimmaginaria, basandosi su una rivisitazione<strong>di</strong> un’incisione settecentesca d’impronta tedesca.Sopra da sinistra: frontespizio della prima rara e<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> De natura iuxta propria principa <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no Telesio,stampata da Blado nel 1565;Il Dialogo <strong>di</strong> Lodovico Dolce (Venezia, Sessa, 1562),che pur presentandosi comeopera autonoma non è in realtà che la versione ampliatadel trattato Congestorium artificiosae memoriae<strong>di</strong> Johann Host von Romberch


22 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Da sinistra: capolettera all’incipit <strong>di</strong> Parva Naturalia <strong>di</strong> Albertus Magnus nella traduzione <strong>di</strong> Marco Antonio Zimara(Venezia, ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Otta<strong>via</strong>no Scoto, 1517); frontespizio della rarissima prima e<strong>di</strong>zione dell’Arca<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Iacopo Sannazzaro(Napoli, Sigismondo Mayr, 1504). Bruno cita versi del testo nell’Asino cillenicobrazioni <strong>di</strong> Giordano Bruno nel quarto centenario dellamorte, molto è stato fatto in questa <strong>di</strong>rezione e si ha un’ideaabbastanza chiara delle sue abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> lettura. 2 «Ripercorrereanaliticamente le letture del Bruno è impresa<strong>di</strong>sperata», precisava tutta<strong>via</strong> Eugenio Garin. 3 Detto questo,e considerando le ovvie ragioni <strong>di</strong> spazio, questo contributosi limita a illustrare alcuni motivi salienti <strong>di</strong> quella«bibliothèque intérieure qu’il portait avec lui à traversl’Europe», 4 che in <strong>di</strong>versi casi è rappresentata in volumiconservati presso la BvS, frutto degli stu<strong>di</strong> giovanili nel sopracitato convento partenopeo e dei continui e molteplicistimoli accumulati durante la sua peregrinatio da Nola aNapoli, poi Ginevra, Parigi, Londra e Oxford, Wittenberg,Praga, Helmstedt, Francoforte, Venezia e Roma.Nato nella prima metà del 1548 a Nola, piccoloborgo situato nella pianura a nord-est del Vesuvio, Brunoriceve una formazione scolastica elementare nellasua città natale. Va ricordato come breve excursus checelebri concitta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Bruno furono un intimo amico<strong>di</strong> Erasmo e <strong>di</strong> Aldo Manuzio, l’umanista AmbrogioLeone (1458/1459-1525), che rese omaggio alla suacittà natale con l’opera De Nola (1514), descrivendoNola antica e contemporanea, e il poeta d’ispirazionepetrarchesca Luigi Tansillo (1510-1568). Bruno chiamal’ultimo non soltanto “il nolano Tansillo”, ma adoperapassi del Vendemmiatore, del Canzoniere e delle Poesieliriche e amorose nelle proprie opere italiane. Soprattuttola lirica d’amore merita particolare attenzione, vistoche nella prima parte del De gli eroici furori è Tansillol’interlocutore che illustra la concezione brunianadell’amore speculativo. Inoltre il filosofo nolano inseriscesonetti del Canzoniere <strong>di</strong> Tansillo tra quelli che caratterizzanol’argomentazione dei Furori.Forse già prima del 1562 ritro<strong>via</strong>mo il nostro filosofoa Napoli, dove inizia gli stu<strong>di</strong> dai domenicani <strong>di</strong> SanDomenico Maggiore, celebre per la sua prestigiosa biblioteca.«Considerata fin dal XV secolo tra le bibliotechenapoletane “più ragguardevoli”, la “Libraria” <strong>di</strong> SanDomenico Maggiore si era potuta arricchire nel corso deltempo sia me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>verse acquisizioni e donazioni private,sia grazie anche a vari lasciti <strong>di</strong> frati del convento e <strong>di</strong>lettori dello Stu<strong>di</strong>o, mentre si era potuto contare sullaven<strong>di</strong>ta dei numerosi doppioni per finanziare nuove acquisizioni».5 Tra i lasciti più prestigiosi va ricordato il


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 25Da sinistra: una delle prime vedute dell’esterno <strong>di</strong> una libreria, contenuta nel Dialogo <strong>di</strong> Dolce; frontespizio della primae<strong>di</strong>zione in volgare della Magia naturalis <strong>di</strong> Giovanni Battista Della Porta, Venezia, Ludovico Avanzi, 1560gnoseologica e nella prospettiva <strong>di</strong> un’arte inventiva, instretto collegamento con l’arte combinatoria lulliana». 12La profonda e continua riflessione su Lullo è confermatadal fatto che Bruno citi trentuno opere del filosofo spagnolo.Del resto, durante il Processo, il filosofo <strong>di</strong>chiarò«ché bene ho tenuto apresso <strong>di</strong> me altri libri de auttoridannati, come <strong>di</strong> Raimondo Lullio et altri, che hannotrattato <strong>di</strong> materie filosofiche». 13Per quanto riguarda l’ars memoriae, oltre a Lullo,Bruno sicuramente conosceva altri testi fondamentali alui più vicini nel tempo, come il Dialogo <strong>di</strong> LodovicoDolce nella prima e<strong>di</strong>zione del 1562, che pur presentandosicome opera autonoma non è in realtà che la versioneampliata del Congestorium artificiosae memoriae <strong>di</strong> JohannHost von Romberch (1480-1532/1533), del quale riprendeanche numerosi <strong>di</strong>agrammi e illustrazioni xilo-NOTE1Luigi Firpo, Il processo <strong>di</strong> Giordano Bruno,a cura <strong>di</strong> Diego Quaglioni, Roma, Salernoe<strong>di</strong>trice, 1993, copia parziale della sentenza,destinata al governatore <strong>di</strong> Roma (Roma, 8febbraio 1600), p. 342.2La biblioteca ideale <strong>di</strong> Giordano Bruno.L’opera e le fonti (http://bibliotecaideale.signum.sns.it/index.php;controllato 16-12-2011).3Eugenio Garin, Storia della filosofia italiana,Torino, Einau<strong>di</strong>, 1966, vol. 2, p. 672.4Christian Bartholmèss, Jordano Bruno,Parigi, Librairie philosophique de Ladrange,1846-1847, vol. 2, p. 307.5Giordano Bruno, Gli anni napoletani e la‘peregrinatio’ europea, a cura <strong>di</strong> Eugenio Canone,Cassino, Università degli Stu<strong>di</strong>, 1992, p. 191.


26 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Sopra da sinistra: frontespizio dell’e<strong>di</strong>zione lionese del 1517 dell’Ars magna generalis lulliana; Ramón Lull, Arbor scientiæ, sl[i.e. Lione?]; [nessun e<strong>di</strong>tore]; 1515 [i.e. 1595?]grafiche. Particolarmente interessante la raffigurazionesul verso della carta E 3 , che contiene quella che Taubertsostiene essere una delle prime rappresentazioni dell’esterno<strong>di</strong> una libreria o biblioteca. 14Rilevante per Bruno anche l’esperienza dell’Idea deltheatro <strong>di</strong> Giulio Camillo (presso la nostra biblioteca laprima e<strong>di</strong>zione postuma a cura <strong>di</strong> Lodovico Domenichi,Firenze, Lorenzo Torrentino, 1550), che presenta «uncomplesso labirinto, in cui retorica e metafisica, pittura epoesia, alchimia e trasmutazione nel <strong>di</strong>vino, si intreccianoin modo inestricabile». 15Riguardo agli anni della formazione napoletana,«si può quin<strong>di</strong> constatare sin dall’inizio una duplicità <strong>di</strong>componenti, tra<strong>di</strong>zionalmente per lo più contrastanti,che si manterranno vive nella sua opera: aristotelismo eplatonismo, ma anche averroismo e lullismo». 166Bruno, 1992, pp. 191-246.7Firpo, 1993, doc. 9, p. 156.8Lucien Auvray, Giordano Bruno à Parisd’après le témoignage d’un contemporain(1585-1586), in: Mémoires de la Société del’Histoire de Paris et de l’Ile-de-France 27(1900), p. 295.9Eugenio Canone, Introduzione, in: GiordanoBruno 1548-1600, Mostra storico documentaria,Roma, Olschki, 2000, p. XIX.10Canone, 2000, p. 2.11Canone, 2000, p. 23.12Canone, 2000, p. 24.13Firpo, 1993, doc. 14, p. 177.14Sigfred Taubert, Bibliopola, Picturesand Texts about the Book Trade, Hamburg,Hauswedell, 1966, vol. 2, pp. 18-19.15Lina Bolzoni, Introduzione a Lo spettacolodella memoria, in: Giulio Camillo, L’ideadel theatro, Palermo, Sellerio, 1991, p. 18.16Canone, 2000, p. XX.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 27BvS: la mostra in corsoMARIO DE MICHELI,L’UOMO E IL MAESTROIl grande critico attraverso il ricordo <strong>di</strong> una “figlioccia” d’eccezionePer me bambina era il papà <strong>di</strong>Gioxe e <strong>di</strong> Anna. Compagni <strong>di</strong>gioco, in <strong>via</strong> Solferino 22, un“telefono” con fili e latte a metterci incontatto fra il loro balcone, al quartopiano, e le nostre finestre, al terzo, ocon il grande terrazzo <strong>di</strong> mio nonno,al secondo.I De Micheli occupavano laparte ricostruita della casa, ad angolosu <strong>via</strong> Montebello, quella <strong>di</strong>struttadalle bombe della Seconda guerramon<strong>di</strong>ale: proprio l’appartamentodove erano vissuti la mia bisnonnaCecilia Andreoni e quel Cesare, classe1903, pittore futurista, che avevaCasa d’Arte all’11 sempre <strong>di</strong> <strong>via</strong> Solferinoe che era scappato <strong>di</strong> casa perunirsi a D’Annunzio a Fiume (1919)e poi era stato attendente al seguitodel Generale Graziani (1922-1923)in quel della Libia.E si incontravano Mario, grande, burbero, la vocetonante, e la solare Ada – sua moglie, che <strong>di</strong> cognome facevaTommasi, le sue competenze e professionalità forseoffuscate dalla “fama” del marito – sulle scale o in ascensore.Ma cosa in realtà facesse Mario e chi fosse l’ho scopertomolti anni dopo: all’epoca al liceo non si stu<strong>di</strong>ava lastoria dell’arte del Novecento, tanto più le “avanguar<strong>di</strong>e”.Soltanto all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, meglioall’Istituto Paolo d’Ancona, con Marco Rosci permettere a punto la mia tesi (Gustave Courbet: ideologia eprassi artistica, un titolo che ben testimonia il clima delANTY PANSERAMarino Marini, Giovinetta, 1940[dall’archivio fotografico <strong>di</strong> M. DeMicheli; sul retro della foto è scritto:“Marino Marini figura (particolare)(coll. Cardazzo – Venezia)”]tempo, 1969-1971!) “scopro” MarioDe Micheli. Me ne mette sulle tracce– dall’appartamento <strong>di</strong> fianco al nostro,al terzo piano – Luigi De Nar<strong>di</strong>s,docente <strong>di</strong> letteratura francese inStatale (e allora anche preside dellaFacoltà): «Scusa, certo che ti aiuto,ma perché non sali da Mario?».Ed ecco il grande appartamento,ricolmo <strong>di</strong> libri ovunque, sugliscaffali, sui tavoli, per terra… un fantasticoantro dove ho imparato a conosceree ad apprezzare le competenzee l’impegno civile dei De Michelitutti – padre, madre, figli – delquale – spero – resta memoria attivaanche nel mio lavoro (incrociando lascientificità della ricerca e l’attenzionealle fonti che, in parallelo, mi inculcavanoRosci e Marisa Dalai Emiliani…).E non solo: una casa aperta,nel senso più ampio e affettuoso deltermine, dove capitava <strong>di</strong> passare dallo stu<strong>di</strong>o alla convi<strong>via</strong>lità,dalla scrivania alla tavola imban<strong>di</strong>ta per ospiti nonprevisti, a chiudere la serata con canti della tra<strong>di</strong>zione popolarema anche politica e anarchica, e arie d’opera intonaticon voce possente da Mario e il controcanto sottile <strong>di</strong>Ada… O, ancora, ad ascoltare Mario che leggeva da consumatoattore le poesie <strong>di</strong> Sandro Penna, <strong>di</strong> Mario Luzi,ma anche <strong>di</strong> ignoti poeti rumeni che aveva tradotto e fattopubblicare personalmente…Laureata nel giugno 1971, Mario mi chiede <strong>di</strong> affiancarlocome “addetta alle esercitazioni” alla facoltà <strong>di</strong>


28 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Sopra: Marino Marini, Miracolo, 1953-54 [dall’archiviofotografico <strong>di</strong> M. De Micheli]Architettura del Politecnico milanese, dove insegnavaLetteratura italiana… Erano anni <strong>di</strong> contestazione, certamente,ma anche <strong>di</strong> vitale confronto con gli studenti:Guernica riproposta in un atrio della Facoltà, le lezioni <strong>di</strong>Mario ad affrontare temi <strong>di</strong> grande respiro – L’intellettualeitaliano nella vicenda culturale e della storia, L’artistae l’intellettuale nel rapporto con la società attuale – ol’analisi <strong>di</strong> figure allora sconosciute. Giuseppe Scalarini,ad esempio, o Kathe Kollwitz, la grande scultrice tedesca<strong>di</strong> fatto ignorata, così come molti altri artisti europei dalui proposti e fatti conoscere anche in mostre collettive epersonali. Basti qui ricordare gli stu<strong>di</strong> su Grosz, Dix,Beckmann, su quella Nuova Oggettività che rappresentòl’ultimo lampo d’arte e <strong>di</strong> libertà nella Germania primadella notte hitleriana… E ancora: Mario ci ha fatto conoscereil lato realistico e dolente dell’America della Depressionenelle immagini <strong>di</strong> Wood, Benton, Hopper, e lefiamme rivoluzionarie del Messico <strong>di</strong> Rivera, Siqueiros,Orozco… Quale ne sia il giu<strong>di</strong>zio attuale, era giusto allora– e oggi – che anche questo aspetto dell’arte modernadel nuovo continente (non soltanto Pollock, insomma e isuoi ere<strong>di</strong>) venisse fatto conoscere in Europa, e in Italia,soprattutto, dove il <strong>di</strong>battito artistico si stava incartandosu problemi meramente nominalistici o, peggio, sull’ascesao la caduta delle varie “mode”…Ma torniamo al mio rapporto con Mario all’università.Mio compito curare le <strong>di</strong>spense, che ho firmato congrande orgoglio, così come alcuni lavori per i quali mivolle al fianco, come la particolare “antologia <strong>di</strong>datticacon <strong>di</strong>apositive a colori e testi critici” , una collana anticipatricedegli attuali dvd, che Mario ideò e curò per la Videotecadelle e<strong>di</strong>zioni Capitol <strong>di</strong> Bologna. E mi affidò Sironie Carrà…E, quasi in parallelo, mentre iniziavo a insegnareStoria dell’arte all’ISA <strong>di</strong> Monza, ecco l’avventura <strong>di</strong> ArteContro,la rivista fondata da De Micheli nel 1973 e cheha rappresentato per me una grande scuola. Stimolanti leriunioni <strong>di</strong> redazione, in corso <strong>di</strong> Porta Romana, in unospazio offerto dallo Stu<strong>di</strong>o MID design/comunicazionivisive, che ne curava la grafica, gli incontri con gli artisti,la messa a punto delle “cartelle” con le grafiche dei piùimportanti nomi del Realismo per sostenere l’iniziativa…la preparazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> mostre.(En passant, fu lì, intorno alla rivista, che il miocammino si incrociò con quello <strong>di</strong> Giovanna Bergamaschi,e<strong>di</strong>tor per le pubblicazioni d’arte della Fabbri e redattrice“personale” <strong>di</strong> Mario. Lo <strong>di</strong>venterà anche perme, per oltre trent’anni…)Pian piano, però, Monza e il design mi hanno sottrattoall’arte figurativa: gli approfon<strong>di</strong>menti necessariper insegnare all’Istituto d’Arte, gli incontri con i designer,il tema/problema della formazione <strong>di</strong> questa particolarefigura, il coinvolgimento nel “tavolo” sull’EnteTriennale (grazie all’Associazione per il Disegno Industriale)e la preparazione poi del mio primo saggio, Storiae cronaca della Triennale (Longanesi, 1978), mi hanno allontanatodal Politecnico (dove rientrerò come docente<strong>di</strong> Storia del design <strong>di</strong>ciotto anni dopo), da ArteContro –che comunque chiude nel 1978 – e <strong>di</strong> fatto da Mario. Cheforse ha visto questi miei nuovi interessi, questo mio “allontanamento”,come un tra<strong>di</strong>mento.Per me, al contrario, la sua lezione umana, la sua attenzionealla pluralità dei linguaggi e alle <strong>di</strong>verse matriciculturali (ferme restando le sue convinzioni politiche esociali sul ruolo emancipatore, e a volte profetico, dell’arte)restano un punto fermo nel mio itinerario <strong>di</strong> lavoro,pur rivolto ad altre tipologie espressive, così come il costanterapporto con il fare, la teoria a non <strong>di</strong>menticare maila prassi, l’estetica e l’etica coniugate insieme, così comeMario suggeriva e operava.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 29inSEDICESIMOOMAGGIO A MARIO DE MICHELI – CATALOGHI – SPIGOLATURE –L’INTERVISTA D’AUTORE – RECENSIONI – MOSTRE – ASTELABORATORI, VISITE GUIDATE, INCONTRI TEMATICIE CONFERENZE PER “CAPIRE” MARIO DE MICHELIDa <strong>di</strong>cembre ad aprile, i nostri usuali approfon<strong>di</strong>menti della mostraMario De Micheli [1914-2004]è stato uno dei più importanticritici italiani dell’artedel secondo Novecento.Il suo lavoro, impegnatosocialmente e scientificamente, hacontribuito più <strong>di</strong> altri alla formazionee all’affermazione della pittura e dellascultura in Italia. Ha approfon<strong>di</strong>to con isuoi scritti e le sue idee il tema dell’arteinserita nella società, privilegiando ogniforma che esprimesse i valori universali,umani ed esistenziali, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogniestetismo e categoria stilistica.La mostra che la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong><strong>Senato</strong> organizza – proprio mentre rendeconsultabili i libri del Fondo De Micheli –vuole essere un affettuoso omaggioalla sua figura, al suo ruolo <strong>di</strong> criticomilitante, alla totale de<strong>di</strong>zione che egli haprestato al lavoro e all’arte.Attraverso i libri che ha scritto,le fotografie che ha raccolto -e che documentano in maniera <strong>di</strong>retta ciòche dell’arte egli ha vissuto in primapersona - e le opere degli artisti che egliha amato e pre<strong>di</strong>letto, scegliendoli comemaestri o compagni <strong>di</strong> strada, abbiamovoluto ripercorrere la sua vita, dal suoarrivo a Milano sino alla fine.Nel farlo abbiamo idealmentesud<strong>di</strong>viso il percorso dell’esposizionein quattro momenti.PER INFORMAZIONIE PRENOTAZIONI<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Tel. 02/76215323-314ufficiostampa@biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itwww.biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itLA MOSTRA È APERTADAL 25 NOVEMBRE 2011AL 15 APRILE 2012<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong><strong>via</strong> <strong>Senato</strong> 14, Milanoda martedì a domenicaorario continuato 10-18lunedì chiusoLa mostra è chiusa nei giorni:24-25-26-31 <strong>di</strong>cembre 20111-2 <strong>gennaio</strong> e 8-9 aprile 2012INGRESSO LIBEROIl primo momento, Gli anni <strong>di</strong>Corrente, nel quale Mario De Micheli,appena giunto a Milano dalla natìaGenova, conosce e stringe amicizia coni membri del gruppo legato alla rivista“Corrente, fondata da Ernesto Treccani.Sono gli anni che preludono alla trage<strong>di</strong>adella guerra e che vedono restringersiogni libertà espressiva.Guidati idealmente da intellettualicome Edoardo Persico e Giorgio Labò,allievi <strong>di</strong> maestri come il filosofo AntonioBanfi, i giovani artisti – Treccani, RenatoBirolli, Renato Guttuso, GiuseppeMigneco, Giacomo Manzù, Aligi Sassu,per citarne solo alcuni, ma anche gliscrittori Salvatore Quasimodo, ElioVittorini, i critici Luciano Anceschi e CarloBo – si ritrovano sotto l’egida della rivistaa <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> vita e filosofia, a ragionare<strong>di</strong> pittura, poesia e politica, e soprattutto<strong>di</strong> libertà. Con essi, Mario De Micheli,apprende e insegna, come tutti.Pur non facendo in tempoa collaborare alla rivista – chiusa dalregime all’inizio della guerra come quasitutte le riviste <strong>di</strong> cultura –, partecipa allee<strong>di</strong>zioni che ne portano il nome, conoscela pittura e la scultura grazie agli artistiche danno vita alla Bottega <strong>di</strong> Corrente,in <strong>via</strong> Spiga. Saranno anni concitati maformativi, nei quali, partigiano egli stesso,conoscerà anche la prigione.


30la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Il secondo momento, Il nuovorealismo, lo vede uscire dalla guerra conla coscienza che Picasso e la suaGuernica sono il presente ma soprattuttol’avvenire dell’arte. La sua generazioneviene positivamente sconvolta dallapotenza espressiva del pittore spagnolo.Negli artisti si forma la convinzione chesia necessario <strong>di</strong>pingere e scolpire cosìcome si vive, prendendo coscienza dellarealtà, piuttosto che attribuirle significatia essa estranei. I pittori che hannovissuto gli orrori della guerra, che hannolottato come partigiani e che hannosofferto fame e prigionia, voglionodescrivere ciò che li circonda così come è.Partendo da queste posizioni, DeMicheli sarà attento e raffinato interprete<strong>di</strong> quanto avverrà nel campo delle arti inItalia e nel mondo negli anni che vannodalla fine della guerra alla fine degli anniSessanta. Collabora alla grande mostra<strong>di</strong> Picasso a Roma nel 1953 e l’anno dopoporta Guernica a Milano. Sarà poi tra iprimi a intuire la rilevanza internazionale<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> artisti milanesi che,insieme al critico Marco Valsecchi,definirà del “realismo esistenziale”.Sono anni in cui la noia <strong>di</strong> viveree il vedere deluse tutte le speranze delDopoguerra porteranno a visioni moltointrospettive del reale e dell’esistente.Il terzo momento, Lacontestazione e le gran<strong>di</strong> mostre, sisnoda lungo gli anni Settanta e Ottanta evede il consolidamento della sua fama <strong>di</strong>critico, il suo impegno politico sottola ban<strong>di</strong>era del Partito Comunista,la cattedra <strong>di</strong> Sociologia dell’arteal Politecnico <strong>di</strong> Milano. Per lui l’arte deveessere socialmente responsabile, e nelmomento della contestazione gli artistinon possono essere neutrali.Questo è anche il suo impegnonell’insegnamento, trasmettere la culturacome partecipazione consapevoleal proprio tempo e alla propria società;ed è il motivo <strong>di</strong> alcune mostre, comeArte Contro. 1945-1970: dal realismo allacontestazione. Ma sono anche anni in cuiil suo lavoro viene apprezzato nel mondo,cura monografie de<strong>di</strong>cate a Picasso,Manzù, Guttuso e gli vengono affidategran<strong>di</strong> mostre che animano la scenaitalica: Siqueiros a Firenze (1976), Orozcoa Siena (1981), Marino Marini a Venezia(1983), Arturo Martini a Milano (1989),Henry Moore ancora a Milano (1989).L’ultimo momento, La presenzaumana nell’arte, va dagli anni Novantain poi, nei quali raffina pensiero e azione.È ormai un punto <strong>di</strong> riferimento per tuttoil mondo dell’arte, senza <strong>di</strong>menticare ilcontatto con gli artisti, che sono semprestati al centro della sua scrittura.Per lui, gli artisti sono il motivodell’arte stessa: è la loro presenza,l’esposizione del loro vissuto, il verovalore aggiunto <strong>di</strong> ogni opera.Ognuna <strong>di</strong> queste sezioni presentai volumi e i cataloghi più significativiscritti da Mario De Micheli, ed è illustrataPER INFORMAZIONI SULLA MOSTRA E ATTIVITÀ DIDATTICHE:<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>, telefono 02 76215314-318-323ufficiostampa@biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.it – www.biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itPER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI VISITE GUIDATE GRUPPI E SCUOLE:Opera d’Arte Società Cooperativa a r. l. – Telefono 02 45487400Tutti i gruppi, (scolastici e pubblico adulto), che intendano visitare la mostraliberamente o con una propria guida, hanno l’obbligo <strong>di</strong> prenotareanticipatamente l’ingresso.LA PRENOTAZIONE E L’INGRESSO ALLA MOSTRA SONO GRATUITI.da opere degli artisti che lo hanno piùinfluenzato: Birolli, Francese, Ghinzani,Grosz, Guttuso, Kollwitz, Manzù, Martini,Picasso, Vaglieri, Zigaina.Accanto ai bei <strong>di</strong>pinti e sculture –provenienti da Gallerie e collezioni private–, sono esposte numerose foto cherappresentano un’ine<strong>di</strong>ta testimonianza<strong>di</strong>retta del mondo frequentato dal critico,degli atelier, delle opere “promosse”da Mario De Micheli: dagli amici Guttuso,Vaglieri e Francese ai pittori <strong>di</strong> muralesmessicani, come Siqueiros e Orozco.Un’ampia scelta <strong>di</strong> documentioriginali permette <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re i suoirapporti con artisti, scrittori e politici.Corredano il percorso due videoche presentano le lezioni <strong>di</strong> Mario DeMicheli de<strong>di</strong>cate a Corrente e ai suoiartisti e alla Guernica <strong>di</strong> Picasso.Il catalogo, e<strong>di</strong>to da BvS E<strong>di</strong>zioni,contiene la sua biografia, scritta dal figlioGioxe, e alcuni saggi sulla sua figura esulla sua attività, scritti da Giorgio Seveso,Silvio Riolfo Marengo ed Elena Lissoni.In appen<strong>di</strong>ce vi saranno alcunetestimonianze scritte da chi ha avuto lafortuna <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e lavorare con lui: laprofessoressa Anty Pansera, la critica estorica dell’arte Elena Pontiggia e loscultore Alberto Ghinzani.Completa il catalogo la bibliografiacompleta delle opere <strong>di</strong> Mario De Micheliuscite a stampa (escluse quelle in rivista ogiornale).La prestigiosa biblioteca <strong>di</strong>Mario De Micheli – con il relativoarchivio fotografico e documentario, verae propria “biblioteca d’autore” – è giuntaalla BvS nella seconda metà del 2010 ed ècomposta da oltre 25.000 libri(monografie, opuscoli, cataloghi) e 300testate: la viva testimonianza dei suoipercorsi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e molteplici interessi.Una raffinata collezione, specchio deicambiamenti storici, sociali e artistici <strong>di</strong>quasi un secolo in Italia e in Europa.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 31ATTIVITÀ DIDATTICHE<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>in collaborazione con Opera d’ArtePer tutta la durata della mostra sonopreviste numerose attività <strong>di</strong>datticherivolte alle Scuole, ai singoli visitatori,ai gruppi <strong>di</strong> adulti e ai bambini.VISITA - LABORATORIOSCUOLA PRIMARIAMario e i suoi amici pittoriUn incontro con gli artisti più amati daMario De Micheli, <strong>di</strong> cui scopriremo isegreti sperimentando alcune tecnichecreative da loro impiegate. È possibilescegliere il tema preferito tra i 3 proposti:• Incontro con Pablo Picasso:<strong>di</strong>segno e collage• Incontro con Renato Guttuso:luci e colori della realtà• Incontro con Renato Birolli:dalla forma alle macchie,<strong>via</strong>ggio verso la pittura astrattaDurata: 1 ora e 30’Costo: € 7,00 a bambinoVISITA GUIDATA SCUOLASECONDARIA DI I E II GRADOIl curioso dell’arte:come nasce una collezionePartendo dalle celebri opere in mostra,verremo guidati alla scoperta <strong>di</strong> unacollezione <strong>di</strong> opere e testi che ci mostranocome nasce una collezione, come si può“leggere” e stu<strong>di</strong>are un’opera d’arte, comesi “critica” un artista, per comprenderemeglio il concetto stesso <strong>di</strong> bene culturalee le sue modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e tutela.Durata: 1 ora Costo: € 3,00 a personaVISITA GUIDATA - GRUPPIArte e parola.Il mondo <strong>di</strong> Mario De MicheliNiente <strong>di</strong> meglio delle sue stesse parole,<strong>di</strong> cui la mostra presenta un’ampiadocumentazione, potranno illustrareil cammino della critica d’arte e introdurciai maestri del Novecento. L’osservazionedelle opere sarà accompagnata dariferimenti ai testi <strong>di</strong> De Micheli, checi apriranno inaspettate letture dell’artee degli artisti dell’età contemporanea.Durata: 1 ora Costo: € 5,00 a persona(minimo 15 persone)VISITA - LABORATORIOPER BAMBINIMario e i suoi amici pittori(su prenotazione, tel. 02.45487400;bambini dai 5 agli 11 anni)Un calendario <strong>di</strong> 3 incontri, de<strong>di</strong>cati agliartisti più amati da De Micheli, <strong>di</strong> cuiscopriremo i segreti sperimentando alcunetecniche creative da loro impiegate.Mentre i bambini sono in laboratorio,i genitori possono visitare la mostra.• Incontro con Renato Guttuso:luci e colori della realtàSabato 21 <strong>gennaio</strong>, Sabato 17 marzo• Incontro con Renato Birolli:dalla forma alle macchie,<strong>via</strong>ggio verso la pittura astrattaSabato 11 febbraio, Sabato 14 aprile• Incontro con Pablo Picasso:<strong>di</strong>segno e collageSabato 3 marzoOrario: 15.30Durata: 1 ora e 30’Costo: € 7,00 a bambinoVISITE GUIDATESINGOLI VISITATORI(su prenotazione, tel. 02.45487400)Sabato 7, Domenica 22 <strong>gennaio</strong>Sabato 4, 18 febbraioDomenica 4, Sabato 31 marzoDomenica 15 aprileOrario: 15.30 Durata: 50’Costo: € 5,00CONFERENZABellezza, passione e libertà:l’arte secondo De MicheliLunedì 16 <strong>gennaio</strong>Lunedì 12 marzoore 18.00Aula Magna, <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>ingresso libero senza prenotazionefino a esaurimento postiDurata: 1 ora circaIncontrare Mario De Micheli non èincontrare solo un critico d’arte,ma permette <strong>di</strong> ripercorrere una vicendaumana d’eccezione che ci porta attraversol’arte e la storia del Novecento.Le immagini degli artisti amatie conosciuti da De Micheli ciaccompagneranno in questo <strong>via</strong>ggio nellastoria e nella cultura del “secolo breve”,con le sue luci e le sue contrad<strong>di</strong>zioni.La conferenza può essere inoltreeffettuata su richiesta per Scuolee per Gruppi (minimo 15 persone)INCONTRI TEMATICIore 18.00Aula Magna, <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>ingresso libero senza prenotazionefino a esaurimento postiElena PontiggiaParlare d’arte.De Micheli e la storia dell’arte oggiMartedì 24 <strong>gennaio</strong>Gioxe De Micheli ed Elena LissoniMario De Micheli. Realismo e poesiaLunedì 6 febbraioAnty PanseraIl “comunista” del quarto pianoLunedì 13 febbraioDurata: 1 ora circa


32la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012IL CATALOGODEGLI ANTICHILibri da leggereper comprare libri<strong>di</strong> annette popel pozzoCENTO “MERAVIGLIE” PER UNBATTESIMO IN GRANDE STILELibreria Galleria DemetraSette Secoli <strong>di</strong> Libri – Catalogo 1(Autunno 2011)Il primo catalogo dell’appenainaugurata libreria antiquaria e galleriaDemetra <strong>di</strong> Milano presenta 100 operea stampa, che spaziano dall’incunaboloFasciculus temporum <strong>di</strong> WernerRolewinck nell’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Venezia,Erhard Ratdolt del 1485 (un veroe proprio bestseller cinquecentescoconsiderando che dalla princepsdel 1474 fino al 1485 furono stampate18 e<strong>di</strong>zioni in soltanto 11 anni) finoa esempi <strong>di</strong> libri-sculture in copieuniche del 2011 (Elements of BotanyBookmobile e Bright FeathersBookmobile <strong>di</strong> Lisa Occhipinti, €210 e€180; Love <strong>di</strong> Isaac Salazar, €550).Segnaliamo anche la prima rarae<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> De subtilitate <strong>di</strong> GirolamoCardano, stampata nel 1550a Norimberga da Johann Petreius, checontrariamente alle più <strong>di</strong>ffuse e<strong>di</strong>zioniposteriori è <strong>di</strong>fficilmente reperibilesul mercato o in asta (€9.500 inlegatura coeva <strong>di</strong> pergamena floscia).L’opera, iniziata già nel 1534, e <strong>di</strong>visain ventuno libri, rappresenta una sorta<strong>di</strong> mastodontica enciclope<strong>di</strong>a dellescienze naturali che tratta argomentidalla cosmologia alla costruzione<strong>di</strong> macchine, dalle leggi della meccanicaalla criptologia, dall’utilità delle scienzedella natura al nefasto influssodei demoni.Una sorta <strong>di</strong> appen<strong>di</strong>ce, il De rerumvarietate, iniziata nel 1538 conla collaborazione <strong>di</strong> Lodovico Ferrari,fu pubblicata a Basilea nel 1557.Libreria Galleria Demetra<strong>via</strong> Fiori Oscuri 3 – 20121 MilanoLibreria.galleria.demetra@gmail.comDUEMILA TITOLI E ANCORA,CE N’È PER TUTTI I GUSTILibreria Antiquaria Me<strong>di</strong>olanumLista M: Gastronomia – Agricoltura –Caccia – Giochi – Arte esoterica – Varia;Geografia – Viaggi; Letteratura –Filologia; Politica – Storia – Risorgimento.Un’impressionante “lista” <strong>di</strong> quasi2.000 titoli. Curiosa l’operasul vampirismo in prima e<strong>di</strong>zioneitaliana dell’abate Antoine AugustinCalmet: Dissertazioni sopra leapparizioni de’ spiriti, e sopra i vampiri, oi re<strong>di</strong>vivi d’Ungheria, <strong>di</strong> Nora<strong>via</strong> (Venezia,Occhi, 1756; €800 in legatura coeva<strong>di</strong> mezza pergamena). Quasi <strong>di</strong> carattereenciclope<strong>di</strong>co, Calmet raccoglie nel suovolume tutte le testimonianzee le leggende sui vampiri, che secondol’abate sono dei veri e propri demoni,conservando dopo la morte una veraesistenza.Altra opera particolare quellain prima e unica e<strong>di</strong>zione dell’abateGiovanni Battista Occhiolini, Memoriesopra il meraviglioso frutto Americanochiamato volgarmente patata ossiapomo <strong>di</strong> terra con la descrizione dellamaniera <strong>di</strong> piantarlo, coltivarlo, del <strong>di</strong> luivantaggio, del modo <strong>di</strong> ridurlo a farina,ed a pane, <strong>di</strong> cavarne amido, cipria,<strong>di</strong> farne salde, bosima &c., Roma, PaoloGiunchi, 1784 (€400, legaturain brossura coeva). Si tratta <strong>di</strong> uno deiprimi tre libri scritti in Italia sulla patata.L’Autore, priore a San Giovanniin Laterano, si occupò tra l’altro dellamensa dei poveri, un fatto che spiegaquesta sua idea <strong>di</strong> rendere la patata<strong>di</strong> dominio pubblico.Conosciuta dagli spagnoli sin daiprimi decenni del secolo XVI, la<strong>di</strong>ffusione del frutto, anche influenzatada una <strong>di</strong>ffidenza nei confronti <strong>di</strong> ciòche cresce sottoterra, fu lenta,e ottenne infatti soltanto nel Settecentouna maggior conoscenza. Oltrea Occhiolini fu l’economista AntonioZanon a condurre una battagliaper l’introduzione della patatanell’agricoltura della pianura friulana.Libreria Antiquaria Me<strong>di</strong>olanumVia del Carmine 1 – 20121 Milanowww.libreriame<strong>di</strong>olanum.com


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 33IL CATALOGODEI MODERNILibri da leggereper comprare libri<strong>di</strong> matteo nojaUN IMMAGINIFICO ESORDIOISPIRATO ALLE AVANGUARDIELibrairie l’Arron<strong>di</strong> - Thomas RossignolCatalogue n° 1Nuova libreria, primo catalogo:promette bene. La libreria è la “L’Arron<strong>di</strong>”<strong>di</strong> Viroflay, citta<strong>di</strong>na a metà stradatra Parigi e Versailles. Specializzatanelle avanguar<strong>di</strong>e del XX secolo, la libreriapropone e<strong>di</strong>zioni moderne illustrate,e<strong>di</strong>zioni originali, volumi <strong>di</strong> fotografia.Le opere sono scelte da ThomasRossignol, «la cui formazione universitariae l'assidua collaborazione con le piùprestigiose librerie parigine assicurano albibliofilo piu esigente tutte le garanzie <strong>di</strong>una elevata professionalità». Guardandola cura del catalogo n. 1, possiamo fidarci.Dieci libri illustrati e poetici del XXsecolo. Spaventa un po’ quel “XX secolo”:rende tutto più lontano ma allo stessotempo accresce l’autorità delle opereche an<strong>di</strong>amo a vedere. Dal primo librod’artista <strong>di</strong> Francis Picabia, che raccogliealcune sue prove giovanili inciseall’acquaforte, precedenti alla rotturacon l’impressionismo che avverrà proprionell’anno <strong>di</strong> stampa del volume, il 1908(Le peintre et l’acquafortiste, Paris, EugèneRey, 1908; sei acqueforti originali, espostenei <strong>di</strong>fferenti Salon della graficacui partecipò Picabia dal 1905 al 1908;e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> 250 copie, una delle 240numerate; €1.200,00).La seconda opera che presentataè XX dessins (Paris, Société généraled’impression, 1912; 20 tavole scioltein b/n, raccolte in astuccio; €3.800)<strong>di</strong> quello che viene considerato il maggiorpittore portoghese del ’900, Amedeode Sousa-Cardoso (1887-1918). Amico<strong>di</strong> Amedeo Mo<strong>di</strong>gliani, <strong>di</strong> cui con<strong>di</strong>videval’atelier, egli fu protagonista della scenaartistica parigina dal 1905 sino allamorte. «Combinando cubismo orfico,paesaggi esotici e naïfs del doganiereRousseau, allungamento elegantedei corpi alla Mo<strong>di</strong>gliani, stilizzazionidecorative art nouveau alla AubreyBeardsley, contrasto chiaro scuropronunciato alla Raoul Dufy, percettibilevelocità d’ispirazione futurista, la qualitàinventiva non apparentano questo albuma nessun movimento ma li sintetizza tuttiperfettamente» [dal testo del catalogo].Numero 5 del catalogo, un’operadella musa surrealista Lise Hirtz, Imagesdans le dos du cocher (Paris, É<strong>di</strong>tions desFeuilles Libres, 1922; tiratura unica <strong>di</strong> 50copie su Hollande van Gelder, esemplaren. 23; €1500). Mentre stava scrivendoil suo libro autobiografico Nadja (1928),André Breton domandò a Lise Hitz,che corteggiava tanto follemente quantoinutilmente, <strong>di</strong> lasciargli uno dei suoiguanti blu, che ne avrebbe fattola ban<strong>di</strong>era del movimento surrealista:da allora in poi lei sarà ricordata comela “Dame au gant bleu”.Al numero 8, La terre inquiète(Paris, É<strong>di</strong>tiont du dragon, 1955; €3500),raccolta <strong>di</strong> 5 poemi del poeta antillano,recentemente scomparso, ÈdouardGlissant (1928-2011), illustratada 4 litografie <strong>di</strong> Wilfredo Lam.Glissant, anticolonialista e <strong>di</strong>fensore dellacultura delle isole, aderì al movimento<strong>di</strong> Aimé Césaire, Negritu<strong>di</strong>ne prima<strong>di</strong> elaborare una sua teoria per definiremeglio il concetto <strong>di</strong> antillanità, ponendoil problema della identità culturaledelle Antille come identità multipla.Fu sempre attivo politicamente e ancoraoggi il suo esempio è seguito soprattuttonegli ambienti autonomisti ed ecologisti.Lam, artista d’origine cubana e <strong>di</strong> culturacreola, impegnato nel 1936 nella Spagnarepubblicana e nel 1959 a fianco <strong>di</strong> FidelCastro, sarà sempre inquietamentein <strong>via</strong>ggio, dall’Avana a New York, finoa quando a Parigi, troverà in PabloPicasso l’amico sincero capace <strong>di</strong> imporloartisticamente negli ambientiche contano. L’esemplare in ven<strong>di</strong>ta èquello offerto da Lam, nel 1957, all’artistamilanese Roberto Crippa, con un <strong>di</strong>segnooriginale al frontespizio. Crippa (1921-72)fu esponente <strong>di</strong> spicco del movimentospazialista toerizzato da Lucio Fontana,tra Buenos Aires e Milano.Al numero 9 una curiosa opera<strong>di</strong> Christian Boltanski, Inventaire desobjets ayant appartenu à une femme deBois-Colombes (Paris, Centre nationald’art contemporain, 1974; 310 fotografieorig. in b/n; €750). L’artista, ora notoin tutto il mondo, che ha rappresentatola Francia lo scorso anno alla Biennale<strong>di</strong> Venezia, comincia negli anni ’70ad abbandonare la pittura e a interessarsialla memoria collettiva e in particolareall’Olocausto. Si de<strong>di</strong>ca perciò a comporreuna serie <strong>di</strong> inventari d’oggettiappartenuti ad anonimi personaggicome fossero uno stu<strong>di</strong>o sociologico,un racconto senza parole, con lo scopo<strong>di</strong> lasciare «una traccia <strong>di</strong> tutti gli istantidella nostra vita, <strong>di</strong> tutti gli oggettiche ci hanno circondato, <strong>di</strong> tutto ciòche abbiamo detto e <strong>di</strong> tutto ciò che<strong>di</strong> noi è stato detto». Citato come un veroe proprio libro d’artista, questo inventarioè esempio dell’artista <strong>di</strong> volerdesacralizzare l’oggetto-libro, evitando<strong>di</strong> giustificare la tiratura, rifiutando<strong>di</strong> firmare gli esemplari, arrivando persinoa rie<strong>di</strong>tare l’identica opera.Librairie l’Arron<strong>di</strong> - Thomas Rossignol8, Avenue du Général Leclerc -78220, Viroflay - tel. +33(0)6.07048924contact@librairie-larron<strong>di</strong>.frwww.librairie-larron<strong>di</strong>.fr


34la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012ET AB HIC ET AB HOCCascasse il mondo, almeno questericorrenze saranno pur da celebrare<strong>di</strong> laura mariani conti e matteo noja L’anno appena incominciato, finedel mondo a parte, è ricco <strong>di</strong> anniversari.Se <strong>di</strong> Pascoli, che nel 1912 purtroppomorì, parleremo nei numeri a venire,anche perché argomento <strong>di</strong> una nostraprossima mostra, non possiamo tacereun bimillenario. Duemila anni fa,il 31 agosto del 12 d.C., nascevaCaio Giulio Cesare Germanico, notocome Caligola. Personaggio controversoma emblematico (<strong>di</strong> cui poco si conoscee il poco tramandato rimane intorbidatoda interessi e pregiu<strong>di</strong>zi), è protagonista<strong>di</strong> un dramma <strong>di</strong> Albert Camus, nel qualela sua lucida follia si erge a metaforadel delirio che genera il potere.L’autore della Peste – che lavoròa quest’opera più <strong>di</strong> vent’anni – fa <strong>di</strong>re aCaligola: «mi sono sentito all'improvvisoun bisogno <strong>di</strong> impossibile. Le cose cosìcome sono non mi sembranosod<strong>di</strong>sfacenti. [...] È vero,ma non lo sapevo prima. Adesso lo so.Questo mondo così com'è fatto non èsopportabile. Ho bisogno della luna,o della felicità o dell'immortalità,<strong>di</strong> qualcosa che sia demente forse,ma che non sia <strong>di</strong> questo mondo»(la prima e<strong>di</strong>zione italiana apparein un numero monografico della rivistateatrale “Sipario”, anno 1, n. 2, 1946). Il 2 <strong>gennaio</strong> del 1912, cento anni fa,nasceva Giulio Einau<strong>di</strong>. Suo padre Luigi,liberale, noto economista e bibliofilo,sarà il primo presidente della Repubblica:quando suo figlio gli annuncerà nel ’33<strong>di</strong> voler fare l’e<strong>di</strong>tore, <strong>di</strong>rà all’amicoAugusto Monti: «Sa una cosa,professore? Il mio Giulio si è scopertola bozza del lanciatore <strong>di</strong> libri e riviste...».Nel mondo culturale italiano,Giulio Einau<strong>di</strong> è una delle figure<strong>di</strong> riferimento; la sua attività è stataorigine <strong>di</strong> gran parte della culturadel secondo Dopoguerra. «A questoproposito ricordo che nel 1568 il filosofoPierre de la Raméè, elogiando l’ospitalitàricevuta dall’Università <strong>di</strong> Basilea,scriveva: “Invero, se anche dobbiamoporre un limite alle lo<strong>di</strong> dell’università,tutta<strong>via</strong> non possiamo <strong>di</strong>menticarel’e<strong>di</strong>toria nata e formata da questaUniversità, genitrice ed ospite <strong>di</strong> tanti etanto gran<strong>di</strong> vali<strong>di</strong> ingegni, e quin<strong>di</strong><strong>di</strong>venuta nutrimento <strong>di</strong> numerosissimicitta<strong>di</strong>ni e patrimonio indubitabile”. Neglianni ’33-’43 per contro, alcuni e<strong>di</strong>torifurono veri e propri supplentidell’Università e come tali generatori <strong>di</strong>vali<strong>di</strong> ingegni. È nota la frenetica attività<strong>di</strong> Piero Gobetti nei primi anni venti,quella poderosa <strong>di</strong> Benedetto Croce nellaLaterza, quella dell’Einau<strong>di</strong> che affidavatraduzioni e cure <strong>di</strong> testi <strong>di</strong> autori nonamati dal regime ad intellettuali nonallineati…» [Lectio <strong>di</strong> G. Einau<strong>di</strong> per ilconferimento della laurea honoris causa,Università <strong>di</strong> Trento, 11 <strong>di</strong>cembre 1997]. Renato Guttuso è stato sicuramenteuno degli artisti italiani più apprezzatidel ’900. Nato a Bagheria nel <strong>di</strong>cembre1911, fu una delle voci più eloquentidella generazione che, vissutidrammaticamente gli anni del Secondoconflitto, si schierò per il realismoin arte e per l’impegno morale che essocomportava. «non concepisco <strong>di</strong>stinzionetra “ragione poetica” e “ragione civile”, …credo nell’oggettività del mondo(o del reale, senza occuparmidella <strong>di</strong>stinzione tra i due termini) e cheperciò io, soggetto, riesco a vedermi solose mi rendo conto <strong>di</strong> essere un oggetto.Inoltre credo al legame tra presentee memoria: la “memoria” è il nostro verospazio, ma non per me sotto il segnodel sogno all’in<strong>di</strong>etro o come nostalgia;piuttosto come strumento <strong>di</strong> ricognizionedel proprio presente. Credo cioè allamaterialità della memoria. Così comecredo che “un’opera d’arte non è eccelsase non è nello stesso tempo un simboloe l’esatta espressione della realtà”, come<strong>di</strong>ce Maupassant a proposito della Venere<strong>di</strong> Siracusa» [dalla Prefazione a Mestiere<strong>di</strong> pittore. Scritti sull’arte e la società, Bari,De Donato, 1972]. Tra i nati nel 1912, anche GianfrancoContini. Insegnò in varie Università;durante la guerra partecipò, comerappresentante del Partito d’Azione,alla Repubblica dell’Ossola.Critico letterario tra i maggiori del ’900,indagò sulla nostra letteratura, da Dantee Petrarca sino a Montale e Gadda;fu padre <strong>di</strong> quella cosiddetta critica dellevarianti, che egli derivò dagli esempi<strong>di</strong> Vossler e Spitzer. In un vecchio libro,Un anno <strong>di</strong> letteratura (Firenze,Le Monnier, 1942), tro<strong>via</strong>mo un brevesaggio sull’insegnamento dove scrive:«…insegno in un’università straniera[Friburgo, 1935, n.d.r.], fabbricatasu schemi germanici ancien régime,con scarsezza d’esami e d’obblighie con esercitazioni abbondanti,e non noto <strong>di</strong>fferenze rispetto alla me<strong>di</strong>adelle nostre scolaresche, nell’or<strong>di</strong>ned’una libera formazione intellettuale.È questione d’uomini: <strong>di</strong> maestri più chein altra epoca fraterni e, se fosse lecito<strong>di</strong>re, e nell’accezione accennata,“<strong>di</strong>sperati”. Ogni problema pedagogicoè d’amore, da Platone in giù…;oggi più esplicitamente che mai».


36la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012L’intervista d’autoreCHE ALFREDO CASTELLI ACCUMULILIBRI NON È CERTO UN MISTEROAncora più curioso ed ecletticodei personaggi cui ha dato vita,Alfredo Castelli - professione:autore, specializzazione: tutto - nel corsodella sua frastagliata carriera ha lavoratoper la “letteratura <strong>di</strong>segnata” in ogni suaforma: fumetti, cinema, ra<strong>di</strong>o, televisione,pubblicità. Per la fiction in genere,e per ogni genere <strong>di</strong> fiction: dall’horrorall’avventura, dalla fantascienzaal fantasy. E per acquisire le informazionie le competenze necessarie per dareconoscenze e cre<strong>di</strong>bilità (attraversomigliaia <strong>di</strong> storie) ai propri personaggi,Alfredo Castelli ha finito - più per piacereche per dovere, in realtà -con l’acquistare decine <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> volumi che trattano tutto ciò <strong>di</strong> cuiper mestiere gli è capitato <strong>di</strong> occuparsi:letteratura, storia, filosofia, mitologia,cinema, televisione, teatro, mass-me<strong>di</strong>a...E fumetti, ça va sans <strong>di</strong>re, essendoAlfredo Castelli - milanese, annata 1947- una delle colonne portanti del fumettoitaliano.Nel 1982, ha creato MartinMystère, “il detective dell’impossibile”,uno degli eroi <strong>di</strong> carta più amati negliultimi decenni. Ma non solo: hainventato la prima fanzine del fumettoitaliano, Comics Club 104, ha curato testie <strong>di</strong>segni della striscia umoristicaScheletrino, ha scritto per Diabolik, haideato tutta una serie <strong>di</strong> personaggi cheper anni hanno fatto la fortuna delCorriere dei ragazzi, ha scritto testi <strong>di</strong>serie Tv, <strong>di</strong> Carosellie <strong>di</strong> cartoni animati.Ha anche creato e <strong>di</strong>retto<strong>di</strong> luigi mascheroninumerose riviste, tra le quali Horror (uncult, era il 1969), ha firmato celebrinumeri <strong>di</strong> Zagor, Ken Parker e Mister No...Poi è arrivato il figlio pre<strong>di</strong>letto, MartinMystère, al quale ha trasmesso il genedell’inclinazione all’avventura, al“mistero” e alla ricerca della Conoscenza.E poi ha scritto centinaia <strong>di</strong> storie,migliaia <strong>di</strong> articoli, decine <strong>di</strong> libri. Tra cuiun dettagliato stu<strong>di</strong>o storico-filologicosulle origini del fumetto: Eccoci ancoraqui (del 2006, la più ampia raccolta<strong>di</strong>sponibile al mondo <strong>di</strong> immaginie documenti relativi ai comics americanitra fine ’800 e primi del ’900) e unrecentissimo volume che celebra unadelle icone più minacciose della narrativapoliziesca: Fantomas. Un secolo <strong>di</strong> terrore.E per Castelli, mezzo secolo - da quandoaveva 18 anni e già scriveva per la rivistaLinus a oggi - <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ricerche,curiosità da sod<strong>di</strong>sfare e passioni daappagare. Raccogliendo libri <strong>di</strong> tutti i tipi.In realtà il termine appropriato è“accumulare”. Io non sono un bibliofilo,né un collezionista. Sono unaccumulatore <strong>di</strong> libri. Compro <strong>di</strong> tutto, masenza alcun interesse per una primae<strong>di</strong>zione, o una collana particolare. Miinteressa un autore, un argomento,magari si tratta solo <strong>di</strong> consultare unmanuale storico su un certo periodo, o iltesto preciso <strong>di</strong> una poesia, o unacanzone. In questo senso “raccatto” <strong>di</strong>tutto, accumulo carta, impigno volumi,riempio la casa, e poi il garage, e poi lacantina.Cosa “accumula” in particolare?Pensando ai suoi interessiprofessionali, immagino tutto ciò cheriguarda i fumetti e il “mistero”.Sì, ma non solo, o meglio,non in particolare. Nel senso che nonsono un “misteriofilo”: il mistero è untema affascinate, ma non copre tutti imiei interessi, che sono molto più vastie “<strong>di</strong>sorganici”. In realtà, sfogliandogli scaffali della mia biblioteca miaccorgo che non esistono limiti, né areeprecise, né percorsi logici: la sezione“Geografia”, dove ho moltissimi titoli suCina e Giappone, è accanto ai libri sulcinema, poi si passa alla sezione“Religione”, dove spiccano i testi su Israelee l’Ebraismo, poi si arriva a una sezioneparticolarmente ampia de<strong>di</strong>cata allatelevisione in tutti i Paesi del mondo,dopo c’è il giornalismo, soprattuttoamericano, ed ecco il settore riservato ailibri sulle stranezze e misteri...


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 37E dentro cosa c’è?Qui davvero c’è <strong>di</strong> tutto:la fantarcheologia, l’ufologia, i miti e leleggende, la fantascienza, l’antropologiae il folklore, i libri illustrati, gli atlanti <strong>di</strong>terre fantastiche...Sembra la libreria <strong>di</strong> MartinMystère...Infatti! Al museo del Fumetto <strong>di</strong>Lucca c’è una ricostruzione in grandezzanaturale dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Martin Mystère,e la libreria <strong>di</strong>etro la sua scrivania,un grosso mobile <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> metriper due, con 5-6 scaffali, contiene libriveri. E sono tutti miei. Sono “in uso” almuseo, ma rimangono miei...Crede siano ancora suoi? A mesembrano perduti.Dice? Forse sì. In realtà sa qualisono i “libri perduti”? Quelli cheperio<strong>di</strong>camente si mettono negliscatoloni per far spazio ai nuovi arrivi, e simettono in cantina, o in garage... Di solitoquegli scatoloni non si riaprono più, equei libri sono morti. Mi è appenaricapitato: a Natale ho fatto 25 casse,finite nel “corridoio dei libri perduti”.Quando ha iniziato adaccatastare libri?Un’abitu<strong>di</strong>ne nata quando eroragazzino: ho 65 anni, togliamo i primi<strong>di</strong>eci in cui non sapevo leggere, <strong>di</strong>ciamoche sono 55 anni che do la caccia ai libri.E non ho mai smesso. Semmai - come chitenta <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> fumare - oggi cerco<strong>di</strong> darmi una regolata. Una volta hotentato una misurazione “a centimetri”,contandoi metri <strong>di</strong> scaffalatura che percorronocasa mia, ed eravamo sui ventimila circa.Oltre, non si può andare: <strong>di</strong> solito mancauna delle tre cose essenziali per unbibliomane.Ossia?Lo spazio. I sol<strong>di</strong> e una mogliepaziente, in qualche modo si trovano...Il suo pezzo più prezioso?Impossibile rispondere, sarebbecome scegliere la storia <strong>di</strong> Martin Mystèrea cui sono più affezionato. Ne ho curateoltre 200, e mi piacciono tutte, per unaspetto o per altro. E così mi capita per ilibri: ora per esempio mi piacciono i libriillustrati dell’800, come quelli delfrancese Albert Rorida, il creatore <strong>di</strong>Saturnino Farandola, uno che dovevaavere sette vite per fare tutto quello cheha fatto nella sua carriera <strong>di</strong> scrittore,illustratore, giornalista, caricaturista,litografo... E poi, io, <strong>di</strong> ognuno dei mieilibri mi ricordo tutto: perché l’hocomprato, chi me l’ha regalato, dove l’hocomprato...Ecco: dove li compra, i libri?Ormai molto su Internet: Amazone i vari siti specializzati, che sonocomo<strong>di</strong>. Sì, forse tolgono il gusto dellaricerca, ma non del tutto. E poi mercati emercatini, librerie antiquarie, e un po’meno nelle librerie tra<strong>di</strong>zionali... Oraquando entro in un bookstore mi irritavedere intere pareti de<strong>di</strong>cate ai libri sulGraal, i Templari, la Maddalena... È da 30anni che ogni anno per prepararel’Almanacco del Mistero<strong>di</strong> Martin Mystère vado in cerca <strong>di</strong> titoli“strani” da recensire. Una volta facevofatica a trovarne <strong>di</strong>eci, oggi sembra cheesistano solo libri sui misteri delVaticano, l’enigma <strong>di</strong> Leonardo, laGrande Piramide... Penso che lastragrande maggioranza morirà sugliscaffali. Giustamente. I libri chemeritano <strong>di</strong> vivere sono davvero pochi.Quelli che alla fine accumula.Orami la mia pulsione nei confrontidei libri è trovare quelli interessanti e farliristampare, così da metterli nelle mani <strong>di</strong>chi non li conosce. Recentemente hoproposto a un e<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> ristampare unararità bibliografica, s’intitola 5 anni <strong>di</strong>governo Togliatti, è un pamphletanonimo del 1953, caso curioso <strong>di</strong>fantapolitica italiana... I libri mi piace farliconoscere anche agli altri, oltre chetenerli per me.Sta <strong>di</strong>cendo che da grande vuolfare l’e<strong>di</strong>tore?No, sono ancora sano <strong>di</strong> mente.


40la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012L’IMPRESA CHE SI FA CULTURAAbbiamo partecipato alla decima e<strong>di</strong>zionedella “Settimana della cultura d’impresa”<strong>di</strong> valentina conti e giacomo corvagliaTra il 21 e il 28 novembre 2011, inoccasione del decimo anniversariodell’associazione “Museimpresa”e della decima e<strong>di</strong>zione della “Settimanadella cultura d’impresa”, si sono tenutein tutta Italia una serie d’iniziative, comerassegne cinematografiche, workshop,mostre, visite guidate, convegni e <strong>di</strong>battiti,volte a ricordare la storia del nostro Paeseattraverso il patrimonio culturale raccoltonegli archivi e nei musei <strong>di</strong> impreseitaliane. In questa occasione, il fondo<strong>di</strong> Storia dell’Impresa in Italia dall’Unitàa oggi della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> –costituito da circa 7.000 volumi checomprendono pubblicazioni giubilari,monografie storiche, cataloghidell’impren<strong>di</strong>toria – ha ricevuto <strong>di</strong>versedonazioni da alcune importanti aziende.In particolare, la Fratelli Alinari.<strong>Fondazione</strong> per la storia della fotografiaha donato il libro Fratelli Alinari: dallafotografia all’immagine 1852-2002(Alinari, Firenze, 2002), e<strong>di</strong>to in occasionedei 150 anni dell’azienda; la Banca<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo <strong>di</strong> Triuggioha contribuito con l’invio della raccoltaM. Sala, 1900-1960 cartoline d’epoca.Triuggio e le sue frazioni. Tregasio-Canonica-Rancate- Ponte, 2011, e Kartellha gentilmente donato e<strong>di</strong>zioni relativealla propria storia aziendale e a quella delMuseo Kartell, in<strong>via</strong>ndo i seguenti volumi:Centrokappa, La se<strong>di</strong>a in materiale plasticomostra internazionale, 10 settembre-30ottobre 1975 (Kartell Spa, Noviglio, 1975);Centrokappa, Il design italiano degli anniCinquanta (Kartell Spa, Noviglio, 1977);A. Morello, A. Castelli Ferrieri, Plasticand design (Arca<strong>di</strong>a e<strong>di</strong>zioni, Milano,1984); Centrokappa, 1949-1984. Progettiper il presente (Kartell Spa, Noviglio, 1984);M. L. Jousset, E. Védrenne, V. Guillame, LaDonation Kartell. Un environment enplastique (E<strong>di</strong>tion du Centre Pompidou,2000); G. Castelli, P. Antonelli, F. Picchi, Lafabbrica del design. Conversazionicon i protagonisti del design italiano (Skira,Milano, 2007); Museimpresa, Turismoindustriale in Italia. Conservazione,innovazione e creatività nei luoghi dellacultura d’impresa italiana (Touring ClubItaliano, 2008); AA. VV., Kartell, un’anima150 volti, (Skira, Milano, 2009); KartellMuseo, (Kartell Spa, Milano, 2010). Tuttiquesti testi, naturalmente, sono statiinseriti nel catalogo del relativo fondodella <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> e messi a<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti coloro che volesseroconsultarli per ricerche, stu<strong>di</strong> e tesi <strong>di</strong>laurea. Tale opportunità è aperta a tuttele aziende italiane che intendesserocontribuire all’arricchimento del fondocon la donazione dei propri giubilari.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 41PAGINE CHE PARLANO DI LIBRITra le nuove “chicche” <strong>di</strong> Bibliohaus,un bell’omaggio a Cesarino Branduani<strong>di</strong> matteo nojaIl Natale scorso è stato allietato da unaserie <strong>di</strong> bei libri usciti presso le e<strong>di</strong>zioniBiblohaus, tra cui molte novità.Un testo <strong>di</strong> Echaurren, molto interessantee scritto con una verve che <strong>di</strong>fficilmentesi trova nei bibliofili, sui suoi libri“introvabili”, su quei volumi dellacollezione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>zioni futuriste, <strong>di</strong> autori<strong>di</strong> secondo piano rispetto ai nomistraconosciuti, ma irreperibili, quasi copieuniche, coll’andare del tempoe il <strong>di</strong>leguarsi delle memorie.La ristampa del mitico catalogo <strong>di</strong> Tallonedel 1960, opera che attende da tempo<strong>di</strong> esser completata finalmente con tuttele numerose nuove e<strong>di</strong>zioni. Un deliziosolibro <strong>di</strong> Massimo Gatta sui mestieridel libro nei libri, che ci propone un gioco<strong>di</strong> specchi da far impalli<strong>di</strong>re e arretrareinorri<strong>di</strong>to Borges. Sempre Gatta ci narradelle e<strong>di</strong>zioni fuori catalogo curate dallacasa e<strong>di</strong>trice Einau<strong>di</strong>, molto spesso comedono agli amici della casa e<strong>di</strong>triceo ai librai, che pure e<strong>di</strong>te in poche copie,hanno avuto gran<strong>di</strong>ssima importanza peril <strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> quel marchio e dell’ideaculturale che sottostava allo “struzzo”,quello spiritus che riuscì a <strong>di</strong>gerire anchele cose più dure. Libretto ancora più caroperché uscito nel centenario della nascita<strong>di</strong> Giulio Einau<strong>di</strong>.Ancora, la ristampa del primocatalogo della Libreria Antiquaria Saba,un importante repertorio sulle bibliografiein Abruzzo, il libro <strong>di</strong> Ugo Rozzo sul “furorbibliographicus”, un <strong>di</strong>vertente raccontosulle avventure <strong>di</strong> un collezionista<strong>di</strong> cartoline che prende a pretestol’oggetto del proprio amore per prenderein giro bonariamente (sapendo che ognicollezione è un atto immotivato, quasiirrinunciabile, che nasce da un’intimanecessità) tutti i collezionismi...I libri <strong>di</strong> Biblohaus li abbiamoincontrati al Salone del libro usato chesi è tenuto in Fiera a Milano dal 7 al 10<strong>di</strong>cembre scorso. In quell’occasione,la casa e<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> Macerata ha stampatofuori commercio, in 50 copie numerate,anche un volumetto de<strong>di</strong>cato a unafigura mitica del mondo librario milanese,Cesarino Branduani.Per chi l’ha conosciuto, anche solo<strong>di</strong> sfuggita e con molta soggezione, <strong>di</strong>etroal bancone della sua ultima e ormaiscomparsa libreria in <strong>via</strong> Sant’Andreaa Milano (nel mezzo del quadrilatero dellamoda), egli è stato un esempio <strong>di</strong> cosaera, e forse dovrebbe essere un libraio.Si <strong>di</strong>rà, era un libraio antico; mi piacesottolineare: era un libraio. Con il suo visoa punto interrogativo, come un gufoassonnato, prima ancora che il clienteriuscisse a proferir verbo, egli era giàriuscito ad ammannirgli l’ultimo romanzo,il recentissimo saggio, la biografiaaggiornata. Il cliente non se ne rendevaconto, ma era felice, perché Branduaniaveva saputo interpretare alla perfezione isuoi desideri, anche se inespressi.Dotato <strong>di</strong> una memoria cheper i tempi che corriamo può esseredefinita pro<strong>di</strong>giosa (non aveva altrocomputer che la sua mente), avevacominciato a lavorare alla Libreria Hoeplinel 1907, quando ancora indossavai pantaloni corti, e in quel negozio,nella Galleria De Cristoforis primae in corso Matteotti dopo, aveva percorsotutta la trafila professionale, da garzonefino ad arrivare a essere il <strong>di</strong>rettore, e finoa festeggiare e superare le nozze d’orocol mondo dei libri.Storie d’altri tempi, forse, storie,appunto, <strong>di</strong> una professione che nonesiste più. Storie <strong>di</strong> un personaggioche “omo sanza lettere” riuscì a farsiamici le migliori menti del suo tempo, ipiù affermati scrittori e scrittrici,i giornalisti più in vista, <strong>di</strong>ventando<strong>di</strong> quel mondo letterario, come <strong>di</strong>cevaMontanelli, il confessore laico.Con quell’umile sapiente memoria che èstata forse il segreto del suo successo.Nel libretto <strong>di</strong> Biblohaus, vengonoriproposti in anastatica alcuni scrittia lui de<strong>di</strong>cati e alcuni documenti suoi;gli scritti, quasi introvabili anchenelle biblioteche, sono <strong>di</strong> personaggicome Montanelli, che gli era amicissimo,o <strong>di</strong> Fernando Mezzetti, giornalistae critico letterario tra i più affermatia Milano.Quello che ci piace ricordare,con una breve citazione, è quello <strong>di</strong> EnzoTortora, lo sfortunato ma bravissimogiornalista che era anche bibliofiloaccanito: «“Libraio” è un nome magico,ma sempre più <strong>di</strong>fficile da portare. Quelladel libraio che <strong>di</strong>venta del suo clientel’amico o il confessore, l’aio, il tutore,è una razza in <strong>via</strong> <strong>di</strong> irrime<strong>di</strong>abileestinzione. Non ci fosse lui, nel suonegozio <strong>di</strong> <strong>via</strong> Sant’Andrea, a un passoda Montenapoleone, forse tutti i libriche si vendono a Milano sarebberosemplici pacchetti da aprire a casa,con comodo, per vedere che roba ci stadentro. Lui è Cesarino Branduani, <strong>di</strong> 74anni, che se ne sta alla cassa con la<strong>di</strong>ligenza <strong>di</strong> un ventenne, ha un visounico e un’esperienza senza pari».Cesarino Branduani, “Il libraioe altri scritti” (a cura <strong>di</strong> Massimo Gattae Fabrizio Mugnaini), Macerata,Biblohaus, 2011. Tiratura limitata <strong>di</strong> 50copie. pp.68, s.i.p.


L’impegno <strong>di</strong> Med6.000 spot gr


iaset per il socialeatuiti all’anno6.000i passaggi tv che Me<strong>di</strong>aset, in collaborazione conPublitalia’80, de<strong>di</strong>ca ogni anno a campagne <strong>di</strong> carattere sociale.Gli spot sono assegnati gratuitamente ad associazioni ed entino profit che necessitano <strong>di</strong> visibilità per le proprie attività.250i soggetti interessati nel 2008 da questa iniziativa.Inoltre la Direzione Creativa Me<strong>di</strong>aset produce ogni anno,utilizzando le proprie risorse, campagne per sensibilizzarel'opinione pubblica su temi <strong>di</strong> carattere civile e sociale.3società - RTI SpA, Mondadori SpA e Medusa SpA costituitenella Onlus Me<strong>di</strong>afriends per svolgere attività <strong>di</strong> ideazione,realizzazione e promozione <strong>di</strong> eventi per la raccoltafon<strong>di</strong> da destinare a progetti <strong>di</strong> interesse collettivo.


44la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012ASTE, FIERE E MOSTRE-MERCATOUna piccola retrospettiva degli incantipiù significativi tra novembre e <strong>di</strong>cembre<strong>di</strong> annette popel pozzo COMIC STRIPS:THE UNIVERSE OF THECREATOR OF TINTINAsta del 26 novembre,Parigi - www.artcurial.comIl <strong>di</strong>partimento de<strong>di</strong>cato ai fumetti daArtcurial, creato nel 2005, si <strong>di</strong>mostra unsuccesso continuato. Tra i 430 lotti segnaliamoun <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Hergé, realizzatoper l’e<strong>di</strong>zione Le Secret de la Licorne (Castermann,1943; l’opera dell’artista belgaè stata recentemente immortalata nell’omonimofilm <strong>di</strong> Steven Spielberg) e aggiu<strong>di</strong>catoper €168.907 su una base <strong>di</strong>stima <strong>di</strong> €35.000-40.000. MUSIC AND CONTINENTALBOOKS AND MANUSCRIPTSAsta del 30 novembre,Londra - www.sothebys.comLa regola d’oro si conferma anchequesta volta: i libri mitici non hannoprezzo e ottengono buoni risultati nonostantela generale debolezza del mercato.Una copia della mitica prima e<strong>di</strong>zione Derevolutionibus orbium coelestium (Le rivoluzionidei corpi celesti), “a landmark inhuman thought” (PMM), <strong>di</strong> Niccolò Copernico,stampata da Johann Petreius aNorimberga nel 1543, senza errata (delle279 copie censite da Gingerich soltanto86 presentano l’errata), proveniente dallaBibliotheca Philosophica Hermetica <strong>di</strong>Amsterdam (in precedenza copia <strong>di</strong> HansKraus e Helmut Schumann, venduta nel1983 da Reiss e Auvermann) è stata aggiu<strong>di</strong>cataper £825.250 sulla base <strong>di</strong> unastima <strong>di</strong> £500.000 (lotto 6, in legatura seicentesca,267x187 mm). Tre anni fa un altroesemplare dell’opera che contiene l’esposizionedel sistema eliocentrico copernicano,in strepitosa legatura coeva epiù marginoso rispetto al presente esemplare,fu aggiu<strong>di</strong>cato da Christie’s perl’impressionante somma <strong>di</strong> $2.210.500. ROMA 68: BOOKS,AUTOGRAPHS AND PRINTSAsta del 14 <strong>di</strong>cembre, Romawww.bloomsburyauctions.comLa casa d’asta con sede a Londra e Roma<strong>di</strong>chiara che la stagione 2011 si è conclusacon un buon risultato nel settore deilibri. Un corpus <strong>di</strong> 26 tra lettere e biglietti<strong>di</strong> Dino Buzzati, 10 <strong>di</strong>segni incorniciati ealtri a fogli sciolti, 25 cartoline, 3 blocchi<strong>di</strong> appunti, 20 fotografie etc. (lotto 3) èstato aggiu<strong>di</strong>cato per €26.250 sulla base<strong>di</strong> una stima bassa <strong>di</strong> €4.000-5.000. Unaprima e<strong>di</strong>zione della Comme<strong>di</strong>a dantescacon il commento <strong>di</strong> Vellutello del 1544,uscita dai torchi <strong>di</strong> Francesco Marcolini,con le celebri illustrazioni forse dovuteallo stesso Marcolini, abile <strong>di</strong>segnatore eamico <strong>di</strong> Tiziano, è stata aggiu<strong>di</strong>cata per€5.625 (stima €4.500-5.000, lotto 74,legatura seicentesca).È invece rimasta invenduta una collezione<strong>di</strong> circa 130 e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Pinocchio,italiane e straniere, nelle principali linguedel mondo, contenente tra l’altro la secondae<strong>di</strong>zione americana, stampata aNew York, Ginn & Company, 1904, e illustratada Charles Copeland in tela e<strong>di</strong>toriale(stima €9.000-10.000). FINE BOOKS ANDMANUSCRIPTSAsta del 15 <strong>di</strong>cembre, NewYork - www.bonhams.comUn set <strong>di</strong> 5 opere <strong>di</strong> Charles Dickens,uniformemente rilegate da Henry Sotheranin marocchino con motivi intarsiati (AChristmas Carol in prima tiratura, TheChimes in prima tiratura, The Cricket onthe Hearth in prima e<strong>di</strong>zione, The Battleof Life in prima e<strong>di</strong>zione, e The HauntedMan and the Ghost's Bargain in primae<strong>di</strong>zione), è stato aggiu<strong>di</strong>cato per$10.625 (lotto 5178). ENGLISH LITERATURE,HISTORY, PRIVATE PRESS,CHILDREN’S BOOKS& ILLUSTRATIONSAsta del 15 <strong>di</strong>cembreLondra - www.sothebys.comIl prezzo <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione per unacopia della prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Charles Darwin,The variation of animals and plantsunder domestication (Londra, John Murray,1868) è stato <strong>di</strong> £61.250 sulla base <strong>di</strong>una stima <strong>di</strong> £15.000-20.000 (lotto 15).La copia, facente parte <strong>di</strong> una tiratura <strong>di</strong>1.500 esemplari, reca la de<strong>di</strong>ca manoscritta<strong>di</strong> Darwin a sua figlia Henrietta.


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<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 47BvS: rarità per bibliofiliHubert-Martin Cazin tracensura e livres philosophiquesLe coquettes é<strong>di</strong>tions <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>tore misconosciuto ma ricercatoARIANNA CALÒcano nell’attribuirgli con forsetroppa leggerezza buona parte del-Nella pagina accanto: antiporta incisaper l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Cazin del 1785 dellePoësies de M. Bérenger.Sopra: frontespizio inciso del Pastorfido <strong>di</strong> Guarini, una delle sue e<strong>di</strong>zioniappartenenti alla collezione dei poetiitalianiUna convenzione tra bibliofilivuole che i piccoli formatiin 18mo siano chiamati“cazin” e, allo stesso modo,cazinophiles gli appassionati collezionisti<strong>di</strong> questi piccoli volumi,molto in auge nella Francia dell’ultimoquarto del Settecento. Un’altraconvenzione vuole che l’eponimoinventore <strong>di</strong> questo formato siaHubert-Martin Cazin (1724-1795), la cui fama riposa «sur l’é<strong>di</strong>tionou la reé<strong>di</strong>tion de livres auxquelsla Censure faisat la guerre», 1ricercati dai collezionisti per la nettezzatipografica, l’alta qualità delleincisioni, e per la delizia nel ritrovarela perfezione in un così piccoloformato.«Sans archives professionnelles,sans portrait et sanssépulture», 2 questo il non-lascito aiposteri del libraio originario <strong>di</strong>Reims, tre fondamentali mancanzeche rendono intricata ed enigmaticala sua figura, nonostante le poche(ma consistenti) pubblicazioni<strong>di</strong> eru<strong>di</strong>ti bibliografi e cazinophilesdel secolo successivo. Queste, <strong>di</strong>fatto, ignorano la biografia esatta <strong>di</strong>Cazin, ricamando una vita sin tropporomanzata, ma soprattutto peclee<strong>di</strong>zioni in piccolo formato a luicontemporanee. Un nutrito fondo<strong>di</strong> “coquettes é<strong>di</strong>tions” in 18mo èconservato nella <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong><strong>Senato</strong>, e bene illustrano la carrierae i lati meno conosciuti dell’attivitàe<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> Cazin.Di una famiglia originaria <strong>di</strong>Sainte-Ménehould, Hubert-MartinCazin nasce a Reims il 22 maggio1724, settimo figlio <strong>di</strong> JacquesCazin, libraio in rue des Tapissiers.Viene appuntato libraio 3 e rilegatorenel 1755, succedendo al padredeceduto quattro mesi prima. Nel1759 inaugura la tormentata serie<strong>di</strong> denunce, trattenute e detenzioniche contribuiranno a crearne la fama:è destituito dalla professione acausa <strong>di</strong> un arresto deciso dal Consiglio<strong>di</strong> Stato, con l’accusa <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta<strong>di</strong> “libri proibiti”. Si trattava <strong>di</strong>testi e<strong>di</strong>ti principalmente in Olandae in Svizzera, riuniti in cataloghiche circolavano <strong>di</strong>scretamente trariven<strong>di</strong>tori e colporteurs sotto l’etichetta<strong>di</strong> “livres philosophiques”;non testi filosofici stricto sensu, maopere che intaccavano il comunesentire in materia <strong>di</strong> proibito, illecito,tabù: «livres qui blessent la religion,l’Etat, et les moeurs». 4


48 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Seconda impressione del testo Lettres et épitres amoreuses […], già presente nel catalogo Valade. Cazin ne ere<strong>di</strong>ta lepiastre in rame e vi pone il proprio nomeL’espressione era <strong>di</strong>ventatacomune tra librai e riven<strong>di</strong>tori, benconsapevoli del rischio che ne comportavala ven<strong>di</strong>ta; Cazin tutta<strong>via</strong>inizia sin da subito a de<strong>di</strong>carsi a questotipo <strong>di</strong> commercio, facendo circolaree<strong>di</strong>zioni fornitegli dai fratelliCramer <strong>di</strong> Ginevra – e<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> Voltaire–, Pierre Rousseau, e le Societàtipografiche <strong>di</strong> Bouillon e <strong>di</strong> Neuchâtel,risoluto ad aumentare il volumed’affari della sua libreria.Grazie all’intercessione delpotente cognato, Nicolas Gerbault,procuratore al baliato ducale, Cazinevita l’arresto ed è riabilitato; tutta<strong>via</strong>nel 1764 altre perquisizioni provanol’esistenza <strong>di</strong> altri fornitori nei<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Reims, e Cazin è destituitouna seconda volta. Ancora nel1776, nel mezzo <strong>di</strong> perquisizionicondotte in provincia su richiesta <strong>di</strong>alcuni librai parigini, Cazin è denunciato,arrestato e condotto allaBastiglia, rimanendovi imprigionatoper oltre due mesi. Solo un decenniopiù tar<strong>di</strong> avrebbe varcato piùe più volte i cancelli della prigioneparigina, ma in veste <strong>di</strong> sorvegliantealla <strong>di</strong>struzione dei libri sequestratidalle autorità; l’incarico gli valse la<strong>di</strong>ffusione dell’aneddoto della “valigiasempre pronta”, spesso raccontatodai suoi successori forse acreare la leggenda del libraio perseguitatodalla censura poliziesca. 5


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 49Frontespizio e antiporta incisa per l’e<strong>di</strong>zione in ventuno canti de La Pucelle d’Orléans, 1780. Una delle più belle e<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> Cazin per Brissart-Binet, appartiene in realtà alla collezione <strong>di</strong> Valade, Lamy e PissotIl 1762 è l’anno che vede ilbattesimo <strong>di</strong> Cazin come e<strong>di</strong>tore, 6 il1773 l’impianto <strong>di</strong> una propria libreriain place Royale, nel centrodella citta<strong>di</strong>na natale, e il 1774 lanomina ufficiale a “libraire de l’Université”.Pur continuando a curare leproprie e<strong>di</strong>zioni a Reims, nel 1779,durante uno dei suoi frequenti<strong>via</strong>ggi a Parigi, Cazin entra in contattocon il libraio e stampatore Jacques-FrançoisValade (fl. 1784-1798), che da poco in rue des Noyersaveva intrapreso la stampa <strong>di</strong>una collezione <strong>di</strong> testi in 18mo assiemea Pierre Michel Lamy e NoëlJacques Pissot (1724-1804), similinel formato alle collezioni e<strong>di</strong>te aLilla da Lehoucq, a Lione da Aiméde La Roche e a Orléans da Couretde Villeneuve.Cazin si trasferisce nella capitaleda lì a poco, nel 1781, lasciandola gestione della propria libreria aReims alla moglie Marie Françoise,che l’avrebbe mantenuta fino al1788. Il sodalizio tra l’e<strong>di</strong>tore remensee lo stampatore parigino èufficializzato nel 1782, con l’associazione<strong>di</strong> Cazin all’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> alcunititoli della collezione parigina<strong>di</strong> Valade (primo titolo e<strong>di</strong>to: Je nesais quoi par je ne sais qui, attribuito


50 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012“Livre philosophique” tra i più <strong>di</strong>ffusi, Bélisaire rientra nel catalogo dellee<strong>di</strong>zioni in 18mo <strong>di</strong> Valadeall’abate Maquin) e si evolve dueanni più tar<strong>di</strong> nella <strong>di</strong>rezione temporaneadella collezione stampatada Valade in 18mo.In un clima <strong>di</strong> controlli ancorapiù capillari sulla natura dei testicircolanti in Francia, Cazin è costrettoa lasciare il commercio dei“livres philosophiques” e, <strong>di</strong> riflesso,l’impresa del sodale Valade.A partire dal 1784 Cazin fastampare a Reims la sua prima collezionein 18mo, dal titolo “Petitebibliothèque de campagne ou collectionde romans”, con la raccolta,in ventitré volumi non ornati da figure,delle opere del padre dellaletteratura inglese, Henry Fiel<strong>di</strong>ng.Un ventiquattresimo volumecontiene le Passions du jeune Werther<strong>di</strong> Goethe, una delle rare primee<strong>di</strong>zioni in francese del testo. Glianni dal 1785 al 1787 lo vedonoe<strong>di</strong>tare la collezione in <strong>di</strong>ciotto volumidei poeti italiani, con “e si vendealla continuazione della Raccolta<strong>di</strong> Cazin” impresso al frontespizio,stampati a Orléans da Charles-Abraham-Isaac Jacob, detto l’Aîné.Nel 1786 Cazin decide <strong>di</strong> sopprimerei cataloghi trimestrali <strong>di</strong>Valade (l’ultimo reca la data del <strong>di</strong>cembre1785), proponendo i propri– nel 1788, nel 1789 e nel 1793; partedei titoli dell’originaria serie ètutta<strong>via</strong> mantenuta, come <strong>di</strong>mostranole tavole incise in antiportaspesso recanti l’in<strong>di</strong>cazione ag-NOTE1CHRISTIAN GALANTARIS, Manuel de la bibliophilie.Du goût de la lecture à l’amour du livre,Parigi, É<strong>di</strong>tions des Cendres, 1997, p. 98.2JEAN PAUL FONTAINE, Un célèbre rémois.Hubert-Martin Cazin, in «La Vie en Champagne»,n. 55, giugno-settembre 2008, pp. 48-50.3Da ricordare che nella Francia del Settecentostampatori e librai costituivano duemestieri ben <strong>di</strong>stinti, tutta<strong>via</strong> raggruppatinella stessa corporazione, dalla quale i rilegatorifurono invece esclusi nel corso del Seicento.L’e<strong>di</strong>tore si collocava a metà tra le dueprofessioni; Cazin poteva dunque essere e<strong>di</strong>toree libraio senza essere stampatore.4ROBERTDARNTON, DANIELROCHE, Revolutionin print. The press in France, 1775-1800, Berkeleye Los Angeles, University of CaliforniaPress, 1989. Cazin è citato alle pp. 29-31 con ilresoconto <strong>di</strong> un interrogatorio alla Bastiglia.5«Cazin était frondeur par goût, dut serendre plus d’une fois à la Bastille, [...] mais il yétait habitué et en avait pris philosophiquementson parti. Il <strong>di</strong>sait comme Smylax: Jefronde le pouvoir sans craindre la censure» cit.in La Bibliographie alsacienne. Gazette littéraire,historique, artistique, Strasburgo, Imprimeriede Veuve Berger-Levrault, 1862-1869, II, n. 1, p. 52.6Pubblicò il Methode nouvelle, courte etfacile pour apprendre le plain-chant, dell’abateHenry Hardouin, con l’aiuto dell’amicoPierre Thésin, stampatore a Charleville e, nel1769, le Recherches sur l’état monastiques etecclésiastiques, attribuite a Nicolas de Malebranche,e<strong>di</strong>te con Jean-Baptiste Dessain.7Circostanza testimoniata anche da A.CORROËNNE, Manuel du Cazinophile. Le Petitformatà figures. Collection parisienne in-18,Parigi, presso l’Autore, 1778, p. 88, dove fanotare che l’incisione «E<strong>di</strong>tion de Cazin» ap-


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 51Antiporta e frontespizio de La Henriade en <strong>di</strong>x chants, 1781, con luogo <strong>di</strong>stampa portato a Londra. Uno dei titoli della collezione <strong>di</strong> Valade alla qualecollabora Cazintriottismo tale da porre l’iscrizione«Remus sum, et nil remense a mealienum puto» al frontespizio, haattribuito allo stampatore la quasitotalità delle e<strong>di</strong>zioni in 18mo egiunta “E<strong>di</strong>tion de Cazin”: per evitarela ristampa del frontespizio,Cazin preferisce far incidere il proprionome sulle lastre in rame cedutedalla vedova Valade insiemealla collezione dei testi, contrassegnandocosì la seconda impressione.7 Dal 1787 fa stampare alcuni titoliin Svizzera, a Ginevra e Losanna,mentre dal 1790 la lista dellee<strong>di</strong>zioni inizia ad assottigliarsi, sinoall’ultimo testo, in tre volumi, leŒuvres <strong>di</strong> Colardeau del 1793.La biografia <strong>di</strong> Cazin solo recentementeè stata ricostruita neldettaglio, 8 e così, con maggiore accuratezza,il catalogo delle e<strong>di</strong>zionia lui attribuibili con certezza.L’Ottocento è stato un secolomalato <strong>di</strong> cazinophilie, patologia bibliofilache ha spesso colto queglistu<strong>di</strong>osi che pure hanno de<strong>di</strong>catosforzi notevoli alla figura <strong>di</strong>menticatadell’e<strong>di</strong>tore remense. Il principaletra questi, per fama e per autorevolezza,è certamente Charles-Antoine Brissart Binet, il primo adaver pubblicato un repertorio biobibliografico– Cazin. Sa vie et sese<strong>di</strong>tions par un cazinophile (Cazinopolis[Reims], 1863 e 1877) 9 – non atorto, un secolo più tar<strong>di</strong>, giu<strong>di</strong>cato“déconcertant”: 10 guidato da un paparefortemente più scura rispetto alla vignettaincisa.8Cfr. i lavori <strong>di</strong> Jean Fontaine, oltre al citatoarticolo su «La Vie en Champagne»: voce“Cazin” nel Dictionnaire encyclopé<strong>di</strong>que duLivre, É<strong>di</strong>tions du Cercle de la Librairie, 2002,pp. 478-479; Hubert-Martin Cazin, libraire –é<strong>di</strong>teur (1724-1795). Catalogue de l’expositionorganisée à la Bibliothèque municipalede Reims […], Reims, 1995; <strong>di</strong> prossima uscita:Cazin. L’éponyme galvaudé per la Nouvellerevue des livres anciens.9Anticipato, qualche anno prima, dalpreparatorio Cazin, marchand libraire rémois.Essai sur sa vie et ses é<strong>di</strong>tions, Bruxelles,F. Heussner, 186010JEAN PAUL FONTAINE, Hubert-Martin Cazin,libraire – é<strong>di</strong>teur (1724-1795), op. cit. p.75.11«Ami des encyclopé<strong>di</strong>stes, des artisteset des ésprits avancés, Cazin trouva le moyend’échapper aux poursuites en mettant sur seslivres des addresses fictives: Londres, Amsterdam,Genève, Venise.. Les cinq cents ouvragesqu’on le attribue […]» in C. GALANTARIS,Manuel de bibliophilie, op. cit., p. 193.12A. CORROËNNE, op. cit., p. 170.13L’unica, possibile, eccezione è un testomarcato Londra, 1780 per il quale Fontainescrive: «C’esta vraisemblement Cazin quiajouta à certain exemplaires de La Pucelled’Orléans, poème héroï-comique en <strong>di</strong>x-huitchants, sortie des presses de Valade, une suiteanglais de <strong>di</strong>x-huit gravures tres libres dugenre priapique». J. FONTAINE, Hubert-MartinCazin, op. cit., p. 36. Un esemplare come quelloqui descritto faceva parte della collezione<strong>di</strong> libri erotici <strong>di</strong> Gérard Nordmann, cfr. il catalogod’asta Christie’s Bibliothèque érotiqueGérard Nordmann. Première partie, Jeu<strong>di</strong> 27avril 2006, lotto n. 427.14Ibidem.


52 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Frontespizio inciso e antiporta <strong>di</strong> questa e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> argomento erotico sin da subito smascherata come falso Elzevier, ericondotta alla collezione parigina dei formati in 18mo24mo circolanti in Francia, e contribuitopiù <strong>di</strong> altri alla creazione <strong>di</strong>una biografia se non fittizia, quantomenoinesatta, protrattasi conlunga eco in tempi più recenti. 11Passò invece quasi sotto silenzioil lavoro <strong>di</strong> Corroënne, condottocon maggiore acribia e fedeltà ai documentioriginali, che stimò la produzione<strong>di</strong> Cazin in poco meno <strong>di</strong>trecento e<strong>di</strong>zioni, «c’est à <strong>di</strong>re è plusde deux tiers de la collection complètedes petits formats de Paris», 12ridotte a sole 123 dagli ultimi stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Jean Fontaine; costui smascherala consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> attribuire il meritoa Cazin dell’invenzione del piccoloformato (<strong>di</strong> fatto, Valade loprecede) e riconduce con maggioreesattezza le e<strong>di</strong>zioni alla biografiaesatta dello stampatore: Cazin usafalsi luoghi <strong>di</strong> stampa per alcuni “livresphilosophiques”, o alcuni romanzigiu<strong>di</strong>cati immorali, ma l’e<strong>di</strong>zione,su tutti, <strong>di</strong> testi pornograficigli è stata attribuita senza prove. 13Con l’immutato fascino e ilmistero verso le pubblicazioni proibite,«les cazinophiles ont enfin lesmoyens de rendre à Cazin ce qui appartientà Cazin». 14


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 53BvS: il libro ritrovatoLa rivoluzionaria Historiadel concilio tridentino <strong>di</strong> SarpiUna della maggiori opere della storiografia italiana e mon<strong>di</strong>aleBEATRICE PORCHERA«Il proponimento mio è <strong>di</strong>scrivere l’istoria del conciliotridentino, imperocché,quantunque molti celebri istoricidel secol nostro nelli loro scrittiabbiano toccato qualche particolarsuccesso in quello, e Gioanni Sleidano,1 <strong>di</strong>ligentissimo autore, abbia conesquisita <strong>di</strong>ligenza narrato le causeantecedenti, non<strong>di</strong>meno, quandobene fossero tutti raccolti insieme,non si componerebbe un’intieranarrazione». 2 È con queste chiarelettere che il servita veneziano PaoloSarpi (1552-1623) <strong>di</strong>ede inizio al testoconsiderato «una delle maggioriopere storiografiche italiane», 3 l’Istoriadel concilio tridentino.Il tono è pacato, <strong>di</strong>scorsivo, maal lettore basta far correre lo sguardo<strong>di</strong> poche righe per avvertire un bruscocambiamento, comprendere iltema e lo scopo del libro e coglieretutta la delusione che il Concilio <strong>di</strong>Trento aveva suscitato nel frate e inchi, come lui, aveva visto in esso unapossibilità <strong>di</strong> rinnovamento spiritualee strutturale della Chiesa: 4 «Raccontaròle cause e li maneggi d’unaconvocazione ecclesiastica, nel corso<strong>di</strong> ventidue anni [1523-1545], per <strong>di</strong>versifini e con vari mezzi da chi procacciatae sollecitata, da chi impe<strong>di</strong>tae <strong>di</strong>fferita, e per anni <strong>di</strong>ciotto [1545-1563] ora adunata, ora <strong>di</strong>sciolta,sempre celebrata con vari fini, e cheha sortito forma e compimento tuttocontrario al <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> chi l’ha procuratae al timore <strong>di</strong> chi con ogni stu-<strong>di</strong>o l’ha <strong>di</strong>sturbata: chiaro documentoper rassegnare li pensieri in Dio enon fidarsi della prudenza umana». 5Parole dure, uscite dalla penna <strong>di</strong> uncattolico <strong>di</strong> salda fede in Dio, ma nonnella Chiesa fatta <strong>di</strong> uomini.Paolo Sarpi, al secolo Pietro,nacque a Venezia nel 1552. Dopoaver ricevuto una prima formazionedallo zio sacerdote Ambrogio Morelli,fu av<strong>via</strong>to agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> filosofia,teologia, matematica, greco edDa sinistra: frontespizio dell’e<strong>di</strong>tioprinceps dell’Historia del conciliotridentino […], Londra, John Bill,1619; ritratto <strong>di</strong> Paolo Sarpicontenuto nella Galleria storicauniversale <strong>di</strong> ritratti […], Milano,Sonzogno, [1888-1893]


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 55Nella pagina accanto: raffigurazione <strong>di</strong> cinque dei nove pontefici durante il pontificato dei quali ebbe luogo il concilio<strong>di</strong> Trento. Sopra da sinistra: vignetta incisa in rame raffigurante Paolo Sarpi de<strong>di</strong>to alla stesura dell’Istoria; frontespiziodel vol. I delle Opere […], Verona, Marco Moroni, 1761-1768ebraico da padre Giovanni MariaCappella. Entrò nell’or<strong>di</strong>ne dei Servi<strong>di</strong> Maria nel 1566 e, <strong>di</strong>stintosi benpresto nelle <strong>di</strong>spute teologiche, ricevettela nomina <strong>di</strong> teologo del duca<strong>di</strong> Mantova Guglielmo Gonzaga e <strong>di</strong>lettore <strong>di</strong> teologia positiva.Durante il suo soggiorno mantovanoconobbe Camillo Olivo, cheera stato segretario <strong>di</strong> Ercole Gonzaga,legato pontificio e presidente delconcilio <strong>di</strong> Trento tra il 1561 e il1563. Nel 1577 lasciò Mantova e si<strong>di</strong>resse a Milano dove entrò in contattocon Carlo Borromeo. Gli anniseguenti lo vedono a Venezia, Padova,Roma, investito <strong>di</strong> importanti incarichi.Proposto nel 1593 come vescovo<strong>di</strong> Milopotamo e nel 1600 e1601 come vescovo <strong>di</strong> Caorle o <strong>di</strong>Nona, gli fu rifiutata la nomina daClemente VIII a causa delle relazionida lui intrattenute con gli “eretici”.Nell’ultimo decennio del secoloSarpi maturò un progressivo<strong>di</strong>stacco dalla Chiesa. Il 28 <strong>gennaio</strong>del 1606 venne nominato teologo ecanonista della Repubblica <strong>di</strong> Venezia,stato <strong>di</strong> cui rimase fedele servitoreper tutta la vita. Sono gli anni dell’Interdettoe della “guerra dellescritture”. 6 L’ostilità della Chiesa neisuoi confronti crebbe: i suoi scrittifurono condannati al rogo ed eglivenne scomunicato. Non solo: nell’autunnodel 1607 alcuni fanaticicurialisti lo colpirono al collo con trepugnalate mentre scendeva dal ponte<strong>di</strong> Santa Fosca.Autore <strong>di</strong> numerosi scritti, neglianni Dieci del ’600 Sarpi si de<strong>di</strong>còalla stesura della sua opera più im-


56 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Antiporta del vol. I delle Opere […], Verona, Marco Moroni, 1761-1768, conritratto dell’autore inciso in ramepalesasse, né la riforma del papato, &della Chiesa si trattasse, preceduta dauna lettera de<strong>di</strong>catoria a Giacomo Ida lui scritta. 7 «Alla Istoria del conciliotridentino era affidato il compito <strong>di</strong>illuminare, o <strong>di</strong> ammonire, quanti,cattolici o protestanti, nutrissero ancoraillusioni sulla realtà religiosa eistituzionale della Chiesa <strong>di</strong> Roma oignorassero i fini del papato o nutrisseroillusioni sulla possibilità <strong>di</strong> unaattuale riconciliazione». 8Il 22 novembre 1619 l’operaera già stata collocata nell’In<strong>di</strong>ce deilibri proibiti e non si tardò ad avanzarel’ipotesi che l’autore coincidessecon Paolo Sarpi.Le gran<strong>di</strong> opere storiche a cui ilfrate guardò per la compilazione delproprio lavoro, oltre ai Commentarii<strong>di</strong> Giovanni Sleidano, furono: la Storiad’Italia <strong>di</strong> Francesco Guicciar<strong>di</strong>ni;le Historiae sui temporis, La vita <strong>di</strong>Adriano VI, La vita <strong>di</strong> Pompeo Colonna<strong>di</strong> Paolo Giovio; l’Istoria de’ suoi tempi<strong>di</strong> Giovanni Battista Adriani; l’Istoriadelle vite dei pontefici <strong>di</strong> Onofrio Panvinoe le Historiae sui temporis <strong>di</strong> JacquesAuguste de Thou. 9L’opera venne strutturata inotto libri, privi <strong>di</strong> una sud<strong>di</strong>visione incapitoli e paragrafi, che abbracciavanoil periodo intercorso tra il 1500 eil 1563. Sarpi narrò non solo la vicendadel concilio, ma anche i momentipreparatori e quelli intercorsitra le <strong>di</strong>verse convocazioni: gli avvenimentireligiosi e politici che portaronoa Trento nel 1545 e gli intervallifurono trattati in modo sintetico,mentre dettagliata è la descrizionedello svolgimento del concilio.Ne risultò una narrazione “amisura d’uomo”, in cui i <strong>di</strong>versi protagonisti,fossero essi cattolici o riformati,vennero rappresentati nellaloro realtà <strong>di</strong> uomini còlti dal dubportante:appunto l’Istoria del conciliotridentino.La prima e<strong>di</strong>zione del testo –conservata presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong><strong>Senato</strong> – venne stampata a Londrada John Bill, stampatore reale, nel1619, con lo pseudonimo PietroSoave Polano, anagramma <strong>di</strong> PaoloSarpio veneto. Il curatore dell’opera,Marc’Antonio De Dominis, exarcivescovo <strong>di</strong> Spalato passato alprotestantesimo nel 1616, la fecepubblicare con il titolo Historia delconcilio tridentino, nella quale si scopronotutti gl’artificii della corte <strong>di</strong> Roma,per impe<strong>di</strong>re che né la verità <strong>di</strong> dogmi si


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 57bio, soggetti a debolezze, ripensamentie contrad<strong>di</strong>zioni.Tramite l’Istoria, Sarpi pose inevidenza la <strong>di</strong>stanza tra la purezzaoriginale della parola evangelica e lacorruzione della Chiesa sempre piùinteressata al potere temporale; sottolineòla progressiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> autonomiadel concilio a favore <strong>di</strong> unampliamento dell’autorità pontificia;<strong>di</strong>ede voce alla volontà <strong>di</strong> riformaspirituale e strutturale propria <strong>di</strong>molti cattolici, desiderosi <strong>di</strong> ricomporrela frattura con i protestanti.In Europa l’opera conobbe finda subito una larga <strong>di</strong>ffusione, testimoniataanche dalle traduzioni in latino,francese, tedesco e inglese, main Italia fu pubblicata solo nella secondametà del ’700. A Verona MarcoMoroni la stampò dapprima(1761) separatamente, in due tomi,poi nel I e II volume delle Opere <strong>di</strong>Paolo Sarpi – conservate presso laBvS – uscite in otto tomi tra il 1761 eil 1768 (falsi erano il luogo <strong>di</strong> stampae il nome dello stampatore, «InHelmstat. Per Jacopo Mulleri»).Moroni, orgoglioso della propriae<strong>di</strong>zione, nel testo introduttivocontenuto nel I tomo delle Opere, Lostampatore agli eru<strong>di</strong>ti e cortesi leggitori,scrisse: «riducendomi all’economicodella presente e<strong>di</strong>zione, renderòconto delle attenzioni, che ho impiegate,ond’ella non solo pareggiassele più celebri stampe, che <strong>di</strong> questaStoria si fecero successivamente entrolo spazio <strong>di</strong> un secolo e mezzonelle più cospicue città d’Europa, maper varj capi le superasse ezian<strong>di</strong>o». 10E proseguì: «non ho tralasciato <strong>di</strong>estendere le mie <strong>di</strong>ligenze […],avendovi <strong>di</strong> più aggiunto (inciso davalente scultore) un vero ritratto delSarpi, le sue vignette ad ogni libro, lequali rappresentano il fatto più interessantedescritto in esso, ed i ritrattide’ pontefici, sotto de’ quali si progettò,si adunò, e si chiuse il concilio;i quali ritratti sono stati da medaglie,che furono del celebre Museo Soranzo,ora posseduto dall’eru<strong>di</strong>to signorAmadeo Svvajer [sic], che gentilmentea me comunicolle. Fin adora questa Storia uscita non è stampatacon siffatti, ed altri ornamenti;ed io posso gloriarmi <strong>di</strong> essere stato ilprimo, che abbia pensato a produrladecorata in tal guisa». 11 Non pagoaggiunse poi: «Ma quello <strong>di</strong> che voglioparlare, e che rende senza contrastola mia e<strong>di</strong>zione superiore adogn’altra finora fatta, si è ch’ella, dachi voglia con animo spregiu<strong>di</strong>catoesaminarla e confrontarla, si troveràesser infinitamente più corretta <strong>di</strong>tutte, senza nemmeno escluderequella <strong>di</strong> Londra pubblicata nel 1619da Marcantonio de Dominis. Aggiungeròinoltre, che non poche <strong>di</strong>queste correzioni sono state fatte anorma <strong>di</strong> una nota <strong>di</strong> pugno <strong>di</strong> f. FulgenzioMicanzio <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> f. Paolo;e che nel resto si è ridotta nell’ortografiaall’uso moderno, per l’effetto<strong>di</strong> rendere più intelligibili i sentimentidell’autore, e più gradevole lalezione dell’opera». 12In realtà l’e<strong>di</strong>zione veronese,nonostante le accortezze dell’e<strong>di</strong>tore,risultò <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e scorretta, maripropose in Italia, nell’ormai avanzato’700, l’opera che aveva reso«partecipe la storiografia della rivoluzionescientifica del Seicento». 13NOTE1Johann Philippi (ca.1506-1566), nato aSchleiden e per questo latinizzato in Sleidanus,scrisse il De statu religionis et reipublicaeCarolo V Caesare commentarii.2P. SARPI, Istoria del concilio tridentino,introduzione <strong>di</strong> R. Pecchioli, vol. I, Firenze,Sansoni, 1982 2 , p. 3.3F. GOVI, I classici che hanno fatto l’Italia.Per un nuovo canone bio-bibliografico degliautori italiani, Modena, Giorgio Regnani,2010, p. 158.4Cfr. Storici, politici e moralisti del Seicento,t. I, P. SARPI, Opere, a cura <strong>di</strong> G. e L. Cozzi,Milano-Napoli, Ricciar<strong>di</strong>, 1969, p. 732.5P. SARPI, Istoria del concilio tridentino,p. 3.6Cfr. G. COZZI, Paolo Sarpi, in Storia dellaletteratura italiana, a cura <strong>di</strong> E. Cecchi, N.Sapegno, vol. V, Il Seicento, Milano, Garzanti,1967, pp. 421-432.7«Il fatto che nella e<strong>di</strong>zione ginevrinadel 1629, che si presentava come “riveduta ecorretta dall’autore”, non compaiano néquel sottotitolo, né la lettera de<strong>di</strong>catoria delDe Dominis, induce a ritenere che il Sarpinon gra<strong>di</strong>sse né l’uno né l’altra», in Storici,politici e moralisti del Seicento, t. I, P. SARPI,Opere, p. 729n.8Ibidem.9Cfr. C. VIVANTI, Introduzione a P. SARPI,Istoria del concilio tridentino, Torino, Einau<strong>di</strong>,1974, p. LXXIV e P. GUARAGNELLA, Il servitamelanconico. Paolo Sarpi e l’«arte delloscrittore», Milano, Franco Angeli, 2011, p.105.10P. SARPI, Opere <strong>di</strong> f. Paolo Sarpi servitateologo e consultore della Serenissima Repubblica<strong>di</strong> Venezia, vol. I, Helmstedt [i.e. Verona],Jakob Müller [i.e. Marco Moroni],1761-1768, c. *2r.11Ibi, c. *2v.12Ibidem.13Storici, politici e moralisti del Seicento,t. I, P. SARPI, Opere, p. 737.


58 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012BvS: il NovecentoTutte le sfumature del grigio:l’impresa della prima “BUR”La collana che ha rivoluzionato l’e<strong>di</strong>toria in Italia nel dopoguerraLa fine del secondo conflittomon<strong>di</strong>ale recò con sé un desiderio<strong>di</strong> rinascita e un fervore<strong>di</strong> rinnovamento che coinvolseroil nostro Paese sotto molti punti<strong>di</strong> vista; l’ansia <strong>di</strong> novità animavaanche scrittori, intellettuali ed e<strong>di</strong>tori,impegnati a dare maggior respiroalla cultura italiana, aprendolaalle istanze della democrazia.«L’e<strong>di</strong>toria, le istituzioni culturali,la società letteraria venivano acreare un connubio molto stretto,cementato da un’identica tensione,da uno stesso entusiasmo, da un comunedesiderio d’avventura e scopertadopo anni <strong>di</strong> oppressione egrigiore»: 1 è in questa atmosfera chesi moltiplicarono iniziative e<strong>di</strong>torialidestinate a raggiungere un successoassai rilevante e a conquistarenuove fasce <strong>di</strong> lettori. L’industria librariasi trovava, quin<strong>di</strong>, pienamenteinserita nel nuovo assetto (culturale,politico e sociale) dell’Italia deldopoguerra: «ne assecondava lo spirito,ne interpretava i bisogni, ne sostenevacon forza l’impegno <strong>di</strong> rinnovamento».2Le case e<strong>di</strong>trici si apprestavanocosì ad affrontare con fiducia ilmercato del libro che la ricostruzionepost-bellica sembrava aprire aprospettive più rosee, nonostante iPAOLA MARIA FARINAUn’immagine <strong>di</strong> Paolo Lecaldano,responsabile e<strong>di</strong>toriale della primaserie dei “grigi” della “<strong>Biblioteca</strong>Universale Rizzoli”dati sulla lettura nel Belpaese fosseroancora scoraggianti. 3Nel 1949 nasceva la “<strong>Biblioteca</strong>Universale Rizzoli” (presso la <strong>Biblioteca</strong><strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> si conserva laprima serie completa), comunementenota con la sigla BUR, primacollana in Italia a concretizzare unprogetto articolato <strong>di</strong> letteraturache avrebbe compreso testi dall’an-tichità classica alla contemporaneità,annoverando i più gran<strong>di</strong> nomidel patrimonio letterario dell’umanitàintera; il piano dell’opera fu caratterizzato,fin dalle origini, dall’estensionetemporale, dall’ampiezzadelle scelte contenutistiche e dallafrequenza delle pubblicazioni.Furono Luigi Rusca e PaoloLecaldano a convincere l’e<strong>di</strong>toreAngelo Rizzoli, che aveva costruitola sua fortuna con la stampa perio<strong>di</strong>ca,a dar vita a una collana <strong>di</strong> classiciitaliani e stranieri, in formato tascabilee a prezzo molto contenuto, destinataal grande pubblico.Il progetto, preparato da Lecaldanoe caldeggiato da Rusca, incuriosìRizzoli: «la possibilità <strong>di</strong> offrirecultura anche a chi non avessemolti sol<strong>di</strong> sembrò all’e<strong>di</strong>tore milanesepiù importante <strong>di</strong> qualsiasi prospettiva<strong>di</strong> profitto». 4 La sfida nonera certo cosa da poco: si trattava <strong>di</strong>conquistare e fidelizzare un pubblicoquanto più ampio possibile finoad allora estraneo, o comunque nonspecialista né avvezzo alla praticadella lettura, ma potenzialmente interessatoal libro; comprensibile,dunque, una certa perplessità inizialedell’e<strong>di</strong>tore, che decise alla fine <strong>di</strong>tentare l’impresa 5 che ottenne da subitorisultati <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>mensioni da


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 59Da sinistra: la copertina del primo e dell’ultimo titolo della prima serie della “<strong>Biblioteca</strong> Universale Rizzoli” (1949-1972);nella collana ampio spazio è riservato alle gran<strong>di</strong> opere della letteratura italianasconcertare gli stessi ideatori. 6Sia Rusca sia Lecaldano eranogià stati protagonisti <strong>di</strong> altre fortunateiniziative e<strong>di</strong>toriali e provenivanoentrambi dall’universo mondadoriano.Il primo, industriale dellaricca borghesia milanese e appassionatostu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> letterature classiche,approdò in Rizzoli dopo avercurato per Mondadori alcune collane<strong>di</strong> successo, tra le quali i “Librigialli”, gli “Omnibus” e la “Medusa”;il secondo, letterato napoletanoformatosi all’ombra <strong>di</strong> BenedettoCroce e critico d’arte, era stato segretariodella presidenza dellaMondadori durante la guerra e ricoprìl’incarico <strong>di</strong> responsabile e<strong>di</strong>torialedell’intera prima serie dellaBUR (1949-1972), i celebri “grigi”.I primi volumi della “<strong>Biblioteca</strong>Universale Rizzoli” uscirono conla data <strong>di</strong> <strong>gennaio</strong> 1949 (in verità furono<strong>di</strong>stribuiti a partire dal mese <strong>di</strong>maggio dello stesso anno) in formatotascabile (10,5x15,7 cm) e con unaa <strong>di</strong>r poco sobria copertina color grigiopolvere su cui campeggiava l’elegantee severo carattere Bodoni,«piccoli libri dall’aspetto spartano,dalla rilegatura che tendeva a cedereun po’ e che ben presto assumevanoun’aria piacevolmente vissuta». 7All’interno la pagina era fitta<strong>di</strong> caratteri Times in corpo otto, cosache permetteva <strong>di</strong> contenere ilnumero dei fogli <strong>di</strong> stampa necessarie quin<strong>di</strong> i costi <strong>di</strong> produzione e ven<strong>di</strong>ta;gli apparati <strong>di</strong> commento e lenote erano sostanziali, chiari, mabrevi.Semplicità, povertà e austeritànell’aspetto materiale dei volumierano parte integrante del pianodell’opera oltre che funzionali alconseguimento degli obiettivi stabiliti;il «risultato che si voleva raggiungere,del resto, era quello <strong>di</strong>portare l’attenzione sul testo e quin<strong>di</strong><strong>di</strong> spingere alla lettura, non <strong>di</strong> entrarein possesso <strong>di</strong> un libro che, comeoggetto, non poteva nasconderela propria modestia». 8Per raggiungere un nuovo bacino<strong>di</strong> lettori era fondamentale cheil prezzo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta fosse mantenutobasso, in modo da permettere ancheai meno abbienti <strong>di</strong> comprare queilibretti, il cui costo era calcolato secondouna formula ine<strong>di</strong>ta in Italiache Lecaldano prese a prestito dallacollana economica tedesca “Reclam”:ogni volume veniva consideratocome un prodotto modulare,tale per cui il modulo base era costituitoda 100 pagine con un costo paria 50 lire, 9 mentre il prezzo finale erain rapporto al numero <strong>di</strong> modulisuccessivi. In questo modo, volumi<strong>di</strong> 200, 300, 400 pagine costavano,rispettivamente, il doppio, il triplo,


60 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012A sinistra: pagina con la<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> intenti, lecaratteristiche fondamentali dellacollana e i prezzi, presente neivolumi BUR.Nella pagina accanto, sopra: alcuninumeri della BUR che <strong>di</strong>mostrano lavarietà delle scelte <strong>di</strong> Rusca eLecaldano in merito alle opere dapubblicare all’interno della collana.Sotto: alcuni dei volumetti BUR dellacollezione conservata presso la<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>. Per il loroparticolare formato, la casa e<strong>di</strong>tricedecise <strong>di</strong> far realizzare e mettere inven<strong>di</strong>ta degli scaffali componibili incompensato rivestito <strong>di</strong> mogano,montabili sia orizzontalmente siaverticalmente, adatti a ospitarel’intera collana in maniera perfettail quadruplo del prezzo base. 10 ARizzoli piacque la formula e approvòun programma <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong>1.000 pagine mensili, per un totale<strong>di</strong> circa 60 titoli annui.Il prezzo era solo una dellecinque caratteristiche segnalate inbella evidenza in testa all’Elenco <strong>di</strong>volumi pubblicati, posto solitamentealla fine <strong>di</strong> ciascuna pubblicazione;oltre al basso costo eranoin<strong>di</strong>cati come punti <strong>di</strong> forza dellacollana la selezione accurata dei testiin versione rigorosamente integrale,la <strong>di</strong>ligente cura della composizionee della stampa, la preparazionepuntuale delle traduzioni(fedeli al testo originale e conformial gusto moderno) e la presenza <strong>di</strong>note introduttive, appen<strong>di</strong>ci, bibliografie,in<strong>di</strong>ci e repertori aggiornati.11I titoli proposti, tutti fuori <strong>di</strong>rittid’autore, arricchiti <strong>di</strong> apparatiinformativi ben curati, ebbero imme<strong>di</strong>atosuccesso, a partire dallaprima opera pubblicata, I promessisposi, che giunse nel 1956 all’un<strong>di</strong>cesimae<strong>di</strong>zione, esaurendo alla finedegli anni Sessanta quasi150.000 copie; la tiratura me<strong>di</strong>a sistabilizzò durante gli anni Cinquantasulle 20.000 copie, con punte<strong>di</strong> 30.000, scendendo a 12.000-15.000 nel decennio successivo. 12Ai dati delle alte tirature corrispondevanoquelli delle ven<strong>di</strong>te: secondoquanto Lecaldano ha raccontato,alla libreria Mondadori in Galleriaa Milano si <strong>di</strong>ceva che i libridella BUR venivano venduti come


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 61fossero panini.L’impostazione della collanafu prevalentemente letteraria, condue linee <strong>di</strong> sviluppo principali in<strong>di</strong>viduabili:da un lato, la proposta <strong>di</strong>testi classici della letteratura antica,greca e latina, e della tra<strong>di</strong>zione letterariaitaliana, dall’altro, la traduzione<strong>di</strong> romanzi del Settecento edell’Ottocento, soprattutto francesi,inglesi e russi. 13I numerosi titoli ottocenteschiconfermano l’impianto romanticoe idealistico della collezione,che contempla, nei suoi 822 titoli, igran<strong>di</strong> scrittori <strong>di</strong> più larga letturanelle scuole, scrittori risorgimentalie poeti italici del passato (soprattuttoCinquecento, Settecento e Ottocento,con scarsa attenzione al Seicentoe al Novecento), affiancati dainarratori stranieri. 14Per coniugare mezzi modesti equalità <strong>di</strong> contenuti, Lecaldano eRusca, non potendo servirsi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osio scrittori noti, si rivolsero agiovani <strong>di</strong> talento affinché curasserole traduzioni e gli apparati paratestuali;si trattava per lo più <strong>di</strong> docentiuniversitari, insegnanti dellescuole superiori e intellettuali che siaffacciavano allora nel mondo dellacultura, come per esempio OresteDel Buono, che tradusse per BURtutto Maupassant.Le introduzioni, più esplicativeche valutative, «non ambivano aoffrire interpretazioni nuove o originali,ma davano le informazionifondamentali per collocare un autorenel proprio tempo e un’operadentro la storia del proprioautore». 15 Il rispetto del testo, pubblicatosempre integralmente, e l’attenzionealle esigenze del lettorecontribuirono in maniera fondamentaleal successo della collana,con e<strong>di</strong>zioni il più possibile rigorose,16 e convinsero l’Unesco a proclamarel’impresa <strong>di</strong> Rizzoli «iniziativad’importanza e d’interesse mon<strong>di</strong>ale»nel marzo 1952.Durante gli anni Sessanta siregistrò un certo declino della BURe le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>vennero evidenti so-


62 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012I tre artefici della BUR: Luigi Rusca, Angelo Rizzoli e Paolo Lecaldano inoccasione dei <strong>di</strong>eci anni della collana nel 1959 (Archivio Immagini RCS Perio<strong>di</strong>ci)prattutto dopo l’uscita della collana“Oscar Mondadori” (aprile 1965);quest’ultima rispondeva a richiesteculturali ormai cambiate, ricorrevaall’e<strong>di</strong>cola come canale <strong>di</strong>stributivoe raccoglieva il desiderio <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong>testi contemporanei.I nuovi lettori, cresciuti sull’ondadell’aumento dei consumi,erano sempre più attratti dai prodottipromossi dai me<strong>di</strong>a e dalla pubblicità.Al confronto, la BUR iniziavaa mostrare il limite dei suoi vent’annie con la sua veste povera risultavaormai obsoleta; la cessazioneufficiale della pubblicazione dei“grigi” fu <strong>di</strong>chiarata nell’aprile del1972.Si concludeva così, dopo duedecenni, la stagione in cui la “<strong>Biblioteca</strong>Universale Rizzoli” aveva interpretatoperfettamente, e <strong>di</strong> fattosenza rivali, le ambizioni e le esigenzedei lettori italiani. Una nuova serie,rinnovata nella grafica e nei contenuti,fu inaugurata due anni dopo,nel 1974, per volontà <strong>di</strong> Evaldo Violo,responsabile della seconda serieBUR, e del nuovo <strong>di</strong>rettore e<strong>di</strong>toriale<strong>di</strong> Rizzoli, Mario Spagnol: maquesta è tutta un’altra storia.NOTE1ALBERTO CADIOLI – GIULIANO VIGINI, Storiadell’e<strong>di</strong>toria italiana dall’Unità ad oggi. Unprofilo introduttivo, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica,2004 (I mestieri del libro. Fuori collana),pp. 88-89.2Ibi, p. 96.3«Secondo un’indagine Doxa condottanell’aprile del 1947, il 41% degli intervistatinon aveva mai letto un libro, e il 25% non neaveva letti nei tre mesi precedenti l’inchiesta[…] Non <strong>di</strong>versa la situazione <strong>di</strong> una successivaindagine dell’ottobre del 1949» (ALBERTOCADIOLI, Esame <strong>di</strong> una collana universale, in“Belfagor. Rassegna <strong>di</strong> varia umanità” fondatada Luigi Russo e <strong>di</strong>retta da Carlo Fer<strong>di</strong>nandoRusso, Firenze, Leo S. Olschki, anno XLV, n.4 – luglio 1990, p. 467).4LUCIANO SIMONELLI, Quei libri venduticome panini. I quarant’anni della Bur, in “Millelibri.Il piacere <strong>di</strong> leggere”, Milano, E<strong>di</strong>torialeGiorgio Mondadori, anno III, n. 25 (<strong>di</strong>cembre1989), p. 85.5Si racconta che Rizzoli, facendo uncenno d’assenso con la testa, sentenziò: «Cometutti hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> comprarsi il pane, lohanno pure <strong>di</strong> accedere a queste gran<strong>di</strong> operedel pensiero» (Ibidem).6GIOVANNI RAGONE, Tascabile e nuovi lettori,in Storia dell’e<strong>di</strong>toria nell’Italia contemporanea,a cura <strong>di</strong> Gabriele Turi, Firenze, Giunti,1997 (Saggi Giunti), p. 462.7L. SIMONELLI, Quei libri venduti comepanini,pp. 85-86.8ALBERTO CADIOLI, La prima BUR: i libriche tutti dovrebbero leggere. 1949-1972, in<strong>Biblioteca</strong> Universale Rizzoli. 60 anni in 367copertine, a cura <strong>di</strong> Alberto Ca<strong>di</strong>oli – MarcoFumagalli – Isotta Piazza – Marta Sironi, Milano,BUR, 2009, p. 14.9In seguito, il costo fu alzato a 60 lire.10Il dato è particolarmente significativose si tiene presente che all’epoca un quoti<strong>di</strong>anocostava 15 lire, una rivista 50 lire e unvolume <strong>di</strong> narrativa me<strong>di</strong>amente fra le 400 ele 500 lire (OLIVIERO DILIBERTO, Nostalgia del grigio.60 anni <strong>di</strong> BUR, a cura <strong>di</strong> Massimo Gatta,introduzione <strong>di</strong> Marco Santoro, [s.l.], Bibliohaus,2009, p. VII).11Ibi, pp. VII-IX.12A. CADIOLI, Esame <strong>di</strong> una collana universale,p. 469.13A. CADIOLI, La prima BUR, p. 16.14Cfr. ALBERTO CADIOLI, La <strong>Biblioteca</strong> UniversaleRizzoli nella cultura del dopoguerra, in1949-1999. Catalogo storico, a cura <strong>di</strong> LauraTarantini, Milano, BUR, 1999, pp. XVII-XVIII.15A. CADIOLI, La prima BUR,p. 20.16A. CADIOLI, La <strong>Biblioteca</strong> UniversaleRizzoli nella cultura del dopoguerra, p. XVI.


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 63BvS: il Fondo EmerotecaL’«Antologia» <strong>di</strong> Vieusseuxevoluzionista e “italiana”Una rivista ottocentesca per educare le coscienze alla libertàAttraverso le rivoluzioni del1820-21 in Spagna e Italia,quelle del 1830-31 in Polonia,Belgio e Italia e la guerra d’in<strong>di</strong>pendenzagreca, cominciò ad affermarsiin Europa il valore dell’identitàdei popoli.Negli stessi anni, a Firenze, intrapresela sua pubblicazione la rivista«Antologia», che fu un’importantetestimonianza <strong>di</strong> tale cambiamento,nata grazie all’ispirazione <strong>di</strong>Gino Capponi (1792-1876) e allospirito impren<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> GiovanPietro Vieusseux (1779-1863).L’idea <strong>di</strong> fondare nella Penisolaun giornale o un perio<strong>di</strong>co che potesse<strong>di</strong>venire un centro <strong>di</strong> culturaper tutti coloro che aspiravano allalibertà e all’unità da raggiungere attraversola graduale conquista dellein<strong>di</strong>pendenze politiche nacque subitodopo la restaurazione dei vari statio governi feu<strong>di</strong> dell’Impero austriaco.L’unico stato in cui fosse possibilestampare un giornale <strong>di</strong> tale orientamentoideologico era il Granducato<strong>di</strong> Toscana, governato da Fer<strong>di</strong>nandoIV, fratello dell’Imperatoreaustriaco, ma molto permissivo sottol’aspetto morale e politico.Il primo esperimento <strong>di</strong> giornale“italiano” fu «Il Saggiatore»,stampato da Lorenzo Collini (1764-VALENTINA CONTIFrontespizio del primo numero dellarivista «Antologia» datato 1 <strong>gennaio</strong>18211829) nell’aprile 1819. La pubblicazionenon ebbe però successo e cessò<strong>di</strong> essere stampata alla fine dellostesso anno. Amico fraterno <strong>di</strong> Collini,Ugo Foscolo (all’epoca esiliatoa Londra) fu incaricato <strong>di</strong> scrivereper il generale Fiquelmont un Pareresulla istituzione <strong>di</strong> un giornale letterariodal titolo Documenti <strong>di</strong> letteraturain cui affermò: «Piglierai segnatamente<strong>di</strong> mira i costumi e i caratteriri<strong>di</strong>coli non tanto degli in<strong>di</strong>viduiquanto delle classi delle nazioni. Ribattiil chiodo contro le abitu<strong>di</strong>ni pedanteschedella educazione letterariae sulla riforma della educazionefemminile. Alla tua opera perio<strong>di</strong>ca,dovendo essere nazionale, convienela lingua elegantemente e intelligentementescritta della nazione».Il testo arrivò nelle mani <strong>di</strong> GinoCapponi, che, animato dalle stesseambizioni, utilizzò il Parere, perorganizzare il progetto <strong>di</strong> un suogiornale nazionale che avrebbe avutoil titolo <strong>di</strong> «Archivio <strong>di</strong> Letteratura».Tornato a Firenze nel 1820tentò <strong>di</strong> attuare il progetto ideato aLondra, ma fu tanto puro nelle intenzioni,quanto incapace nella realizzazionedel giornale. Fu alloraGiovan Pietro Vieusseux, commercianteginevrino già conosciuto nelpanorama culturale del granducatoper la creazione <strong>di</strong> un Gabinetto <strong>di</strong>lettura con servizi <strong>di</strong> biblioteca circolante,che nel 1821 riuscì a portarea compimento le idee <strong>di</strong> LorenzoCollini e Gino Capponi, realizzandocosì il suo sogno <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi a unostile <strong>di</strong> vita più filosofico. Il 1° gen-


64 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Prospetto <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> un aerostato. La rivista si occupava spesso della pubblicizzazione <strong>di</strong> innovazioni scientifiche etecnologichenaio pubblicò a Firenze il primo fascicolo<strong>di</strong> una rivista intitolata «Antologia,ossia scelta <strong>di</strong> opuscoli d’ogniletteratura tradotti in italiano»;scelse un nome anonimo per non attirareeccessivamente l’attenzionedella censura del governo austriaco,molto severo contro la pubblicazione<strong>di</strong> testi dai contenuti sovversivi.Per i primi numeri si trattò solo<strong>di</strong> una raccolta <strong>di</strong> traduzioni <strong>di</strong> articolipresi dalla francese «RevueEnciclope<strong>di</strong>que», o dalle inglesi«Quaterley Review» e «E<strong>di</strong>mburgReview», ma già nel terzo numerocomparve un Avvertimento anonimo,ma scritto da Giovan BattistaNiccolini (1782-1861), nel quale siprospettava la pubblicazione <strong>di</strong> articolioriginali perché il giornale miravaa scopi educativi che non potevanoessere raggiunti con semplicitraduzioni.Vieusseux si comportò strategicamentecreando un giornale cheavrebbe raggiunto i suoi scopi e lasua autonomia gradualmente, pernon incorrere nelle sanzioni dellacensura, rappresentata all’epoca daAurelio Puccini (1773-1840) e PadreMauro Bernar<strong>di</strong>ni.I primi scritti originali furonoun saggio <strong>di</strong> Michele Leoni su GiulioPerticari e uno <strong>di</strong> Giuseppe Gazzerisulla forza <strong>di</strong> attrazione.Nel <strong>gennaio</strong> del 1822 Vieusseuxpubblicò un proemio intitolatoAi lettori che aveva la funzione <strong>di</strong> articoloprogrammatico del mensile.In esso l’e<strong>di</strong>tore spiegava che il suodesiderio era che «Antologia» <strong>di</strong>venisseun giornale nazionale e che <strong>di</strong>ffondessenella Penisola i principi <strong>di</strong>ogni progresso culturale, scientifico,politico e letterario accaduto oltrei confini. Scriveva Vieusseux:«prendo fidanza che l’Antologia <strong>di</strong>verràin breve tutta nazionale, onde


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 65Da sinistra: ritratto litografico <strong>di</strong> Giuseppe Rad<strong>di</strong>, naturalista fiorentino noto per i suoi erbari; litografia su paginaripiegata <strong>di</strong> una Gran<strong>di</strong>flora. Anche la botanica era un argomento trattato dall’«Antologia»giustificar completamente l’aspettativade’ miei Associati. […] Io rinnovoa tutti gli scrittori italiani le miepreghiere <strong>di</strong> considerar l’Antologiacome una collezione nazionale, prestasempre a pubblicare i bei fruttidel loro ingegno, dei loro stu<strong>di</strong>, delleloro osservazioni. […] L’ Antologia èuna collezione consacrata a far conoscereciò che può interessare gliamici dell’umanità e delle buone <strong>di</strong>scipline,relativamente alle lettere,alle scienze e alle arti». 1La nostra <strong>Biblioteca</strong> possiedetutto il pubblicato del giornale dalprimo numero del 1° <strong>gennaio</strong> 1821al 31 <strong>di</strong>cembre 1832 (i numeri <strong>di</strong><strong>gennaio</strong> e febbraio del 1833 furonostampati ma mai pubblicati). I 144fascicoli sono raccolti per 48 trimestririlegati in 24 volumi. La raccoltaacquista valore anche per il fatto chenel fascicolo CXXX, alla pagina 97,si trovano 5 fogli con il Discorso accademicointorno alla storia della modernaGrecia del generale P. Colletta solitamenteassenti perché censurati, mapresenti in questo esemplare e precedutida un foglietto manoscrittocon questo testo: «Questi cinque fogliettinon sono stati approvati dallacensura e mancano generalmentealle altre copie dell’Antologia. Ilproprietario <strong>di</strong> questa copia ha potutorecuperarli fra la spazzatura dellastamperia ma conviene usarne con ladovuta cautela».L’«Antologia» <strong>di</strong> norma eravenduta in fascicoli mensili <strong>di</strong> 150-200 pagine e, influenzata dall’enciclope<strong>di</strong>smoilluminista, trattava argomenti<strong>di</strong> vario genere. Il giornalefu molto restio a pubblicare componimentipoetici e testi <strong>di</strong> prosa lette-


66 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012La linguistica era una materia moltoimportante. Gli stu<strong>di</strong> sui simboligeroglifici apparvero su <strong>di</strong>versinumeri della rivista.Nella pagina accanto: foglio ripiegatocon Carta itineraria delle scoperte fattenel 1823. La geografia era ritenuta daVieusseux una “scienza fecondad’importanti resultamenti […]Noi prenderemo frequente occasione<strong>di</strong> rammentare ai nostri lettoriquanto importi e sia utile il benconoscere, prima degli altri, il paeseove nascemmo”raria, ma furono molti gli articoli <strong>di</strong>critica letteraria e d’arte, uno solo <strong>di</strong>critica musicale.Comparvero scritti <strong>di</strong> filosofia,economia, statistica, pedagogia,educazione, morale, questi argomentierano particolarmente cari aVieusseux, il quale auspicava cheogni articolo avesse scopi educativi.La sezione de<strong>di</strong>cata al Bollettinoscientifico si occupava <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina,fisica, chimica, matematica, astronomia,geografia e informazioni sullenuove scoperte sia scientifiche siaterritoriali, ebbe un gran<strong>di</strong>ssimosuccesso e, attraverso la spiegazione<strong>di</strong> esperimenti come l’invenzionedell’aerostato, <strong>di</strong>ffondeva l’idea <strong>di</strong>progresso, parola che proprio graziea Vieusseux assunse il valore positivoe sostanziale che ancora conserva.Anche il <strong>di</strong>ritto e la politica furonotemi ben noti alle pennedell’«Antologia», sulle cui pagineapparvero polemiche contro la pena<strong>di</strong> morte, la confisca dei beni e scrittiin cui predominava l’auspicio <strong>di</strong>un’unità spirituale europea che dovevaavere come presupposto l’unitàd’Italia, nonostante Vieusseux pertutelarsi scrivesse: «A noi non pertiene<strong>di</strong> parlare della politica propriamentedetta: ma se certi gran<strong>di</strong>avvenimenti, come quelli che si sonomanifestati nell’impero turco o nell’Americapossono <strong>di</strong>rettamente influiresulla civiltà, sulle arti, sul commercio,sull’agricoltura, sulle scienze[…] allora la politica <strong>di</strong>verrebbe <strong>di</strong>nostra pertinenza». 2All’«Antologia» collaboraronopersonaggi importanti comeGiuseppe Mazzini (con due articoliincentrati sulla letteratura europea esul dramma storico), Gabriele Pepe,Pietro Colletta, Pietro Giordani,Raffaello Lambruschini, GiandomenicoRomagnosi, Michele Leoni,Carlo Cattaneo e Leopoldo Cicognara,per citare solo alcuni nomi, ele due “colonne portanti” del gior-


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 67nale Giuseppe Montani e NiccolòTommaseo, che fornirono un ingentenumero <strong>di</strong> articoli e recensioni.Nonostante si avvalesse dellacollaborazione <strong>di</strong> Mazzini, «Antologia»non fu un giornale rivoluzionario,ma piuttosto evoluzionista. Loscopo <strong>di</strong> Vieusseux e dei suoi collaboratorifu <strong>di</strong> preparare le coscienzee gli intelletti alle esperienze futuresu un piano nazionale e contemporaneamenteeuropeo.Fu questo il concetto veramenteoriginale che caratterizzò l’«Antologia»:costruire l’unità d’Italia su <strong>di</strong>una base europea e non su un’idea nazionale,o peggio, nazionalistica,estremismo che rappresenta spessouna barriera alle affermazioni <strong>di</strong>principi sociali decisivi per il benesseredei popoli, tutto ciò mantenendouna profonda fede nel primatoculturale italiano. Il <strong>di</strong>rettore Vieusseuxnon pubblicò mai un articoloche non fosse conforme ai principifondamentali <strong>di</strong> «Antologia», convintoche la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tali principiavrebbe portato un processo educativodelle coscienze dei lettori, preparandolia un cambiamento politico.Negli anni Trenta dell’Ottocentoqueste idee destarono il legittimosospetto della censura granducaleche, dopo aver sostituito il censoreAurelio Puccini con il più severoTorello Ciantelli, mandò il conteSarau a Firenze per vigilare e imporreuna politica più intransigente.Iniziarono a essere esiliati alcunicollaboratori come Benci, Giordanoe Colletta con l’accusa <strong>di</strong> essere deirivoluzionari, ma furono altri giornalitra cui la «Voce della Verità» e la«Voce della Ragione» a polemizzarecontro «Antologia» e a chiederne lasoppressione.Fu un articolo del Tommaseo,pubblicato sul numero <strong>di</strong> settembredel 1832, che scatenò le ire del reazionarioConte Monaldo. Le lamentalearrivarono al governo austriaco ecrearono l’occasione, più che la causa,per la chiusura della rivista. Il 26marzo 1833 Giovanni Bologna, succedutoal Ciantelli alla Presidenzadel Buon Governo, emanò un decreto<strong>di</strong> soppressione <strong>di</strong> «Antologia».La sua fine generò proteste intutta la Penisola come scrisse GiulianoRicci: «Italia tutta innori<strong>di</strong>scea questo sfregio novello e il suo gridonon è più <strong>di</strong> lamento, ma <strong>di</strong> vendetta».Fu la fine del perio<strong>di</strong>co più rappresentativodella prima metà dell’Ottocento,ma l’eco dell’«Antologia»non si esaurì con la sua pubblicazioneperché le sue idee, ormai insitenelle coscienze degli italiani,crearono le basi per l’unificazionepolitica.NOTE1GIOVAN PIETRO VIEUSSEUX, Ai lettori, in «Antologia»n . XIII, <strong>gennaio</strong>1822, p. 3.2G. P. VIEUSSEUX, Ai lettori, in «Antologia»n . XIII, <strong>gennaio</strong>1822, p. 12.3Cfr. EMILIANO ZAZO, Antologia dell’Antologia(1821-1832). Rassegna <strong>di</strong> una rivista,Milano, Bompiani, 1945.


68 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012BvS: nuove schedeRecenti acquisizioni della<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Da una princeps dell’Alberti alla fotografia contemporaneaArianna Calò, Valentina Conti,Giacomo Corvaglia, MargheritaDell’Utri, Paola Maria Farina,Annette Popel Pozzoe Beatrice PorcheraAlberti, Leon Battista (1404-1472).Leo Baptista De Albertis FlorentinusDe principe. Roma, EtienneGuillery, 1520.Una delle due e<strong>di</strong>tiones principesdell’opera scritta sicuramente primadel 1450, ma pubblicata rispettivamentea Roma nel 1520 da EtienneGuillery in folio e da Giacomo Mazzocchiin quarto. Sul frontespizio ein fine illustrazione xilografica <strong>di</strong>una menorah con scritta in caratteriebraici. «L’attività del G. coincidecronologicamente con quella del tipografoGiacomo Mazzocchi ed entrambisi qualificano come librai dell’Università<strong>di</strong> Roma. Oltre questoincarico, il G. fu, come gli altri tipografiromani, in rapporti <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenzadalla Curia pontificia, dallaquale ottenne varie commissioni,come conferma una parte notevoledella sua produzione [...] Nel 1520, il1° novembre, stampò il De principe <strong>di</strong>Leon Battista Alberti, che fu impressoin quell’anno anche da GiacomoMazzocchi. I due tipografi ottenneroun privilegio comune <strong>di</strong> Leone X,datato 12 ag. 1520, a <strong>di</strong>mostrazioneche in quel momento Mazzocchi e ilG. erano i due maggiori stampatorisulla piazza. Le due e<strong>di</strong>zioni sono informato <strong>di</strong>verso, in folio per il G. e inquarto per Mazzocchi, nell’e<strong>di</strong>zionedel Mazzocchi il titolo è Momus sivede principe». (DBI 61, pp. 495 e 497).Alberti, Momo, Milano, SilvioBerlusconi, 2007 (<strong>Biblioteca</strong> dell’Utopia,17). DBI 1, pp. 702-713. DBI61, pp. 495-498. (A.P.P.)Bosi, Stefano; Savoia, Enzo (acura <strong>di</strong>).Giovanni Bol<strong>di</strong>ni. Capolavori eopere ine<strong>di</strong>te dall’Atelier dell’artista.Crocetta del Montello – Milano,Antiga E<strong>di</strong>zioni - Bottegantica srl,2011.Catalogo interamente illustratodella Mostra tenutasi a Milanopresso la Galleria Bottegantica (25febbraio - 30 aprile 2011) e in seguitoa Parigi presso Maurizio Nobile Antiques(14 settembre - 26 novembre2011). Durante l’esposizione, che haregistrato un enorme successo <strong>di</strong>pubblico, i visitatori hanno avuto lapossibilità <strong>di</strong> ammirare e apprezzarenumerosi capolavori <strong>di</strong> GiovanniBol<strong>di</strong>ni (1842-1931) e un cospicuogruppo <strong>di</strong> quadri ine<strong>di</strong>ti o poco conosciutidello stesso artista ferrarese,provenienti dal suo stu<strong>di</strong>o e autenticatidalla moglie Emilia Cardona.(P.M.F.)Burgio, Niccolò (1741-1834).Lettere critiche scritte ad unadama in Livorno da Jante Cererianopastore arcade a sua eccellenza signoreMarcello Felice Fortunato fisicaroprovenzano e staiti de’ conti <strong>di</strong> SantaSeverina barone del Feudo della Cud<strong>di</strong>a,e <strong>di</strong> quei <strong>di</strong> Rifalzafi, Balati, edella Salina, così detta, <strong>di</strong> Caraffa; signoredella Zafarana, Ficarella,Amendola, Burraina, Ricalcata, Rizzuto,e del Cassaro; cavaliere del SacroOr<strong>di</strong>ne Gerosolimitano, e Patriziodella invittissima, e fedelissimacittà <strong>di</strong> Trapani nel Regno <strong>di</strong> Sicilia.Berna [i.e. Livorno], [s.n.] [maGiuseppe Aubert, Tipografia Coltellini],1777.Prima rara e<strong>di</strong>zione. «In questelettere l’autore in bel modo va


✁la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>Milanogen- 69Questo “bollettino” mensile è <strong>di</strong>stribuitogratuitamente presso la sede della <strong>Biblioteca</strong>in <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> 14 a Milano.Chi volesse riceverloal proprio domicilio,può farne richiestarimborsando solamentele spese postali <strong>di</strong> 20 europer l’invio dei 10 numeriMODALITÀ DI PAGAMENTO:• In<strong>via</strong>re la scheda <strong>di</strong> abbonamento sottostante, unitamentea un assegno bancario intestato a “<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>”• Pagamento in contanti presso la nostra sede:<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>, <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> 14, Milanola <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>MilanoNomeCognomein<strong>di</strong>rizzo a cui si intende ricevere la rivistatelefonomailfirmaconsento che i miei dati personali siano trasmessi ad altre aziende <strong>di</strong> vostra fiducia per in<strong>via</strong>rmi vantaggiose offertecommerciali (Legge 675/96) Barri la casella se intende rinunciare a queste opportunità


70 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012motteggiando gli usi e costumi deitempi per migliorarli. Si occupa dell’utiledelle pubbliche conversazioni,della scelta delle mogli, de’ giuochi,de’ testamenti, delle facezie, delleprimogeniture ec. L’autore abbonda<strong>di</strong> cognizioni, descrive con vivacitài ranci<strong>di</strong>, o rei costumi de’tempi e con tratti spiritosi il punge.Le sue lettere sono lunghe, e ristuccanoper quei passi latini e per queiriboli toscani che vi frammette»(Mira I, p. 137).Mira I, p. 137. Parenti, pp. 37-38. (B.P.)Coferati, Matteo (1638-1703).Manuale degli invitatorj co’ suoiSalmi da cantarsi nell’Ore Canonicheper ciascheduna Festa, e Feria <strong>di</strong> tuttol’Anno: nell’Ufizio parvo della BeatissimaVergine, e de’ Morti. […]. Firenze,Michele Nestenus, ad istanza <strong>di</strong> SebastianoScaletti, 1718.L’opera, in seconda e<strong>di</strong>zione,raccoglie i salmi da cantare nelleore canoniche per ogni festa e feriadell’anno, gli uffici della Beata Verginee dei Morti; il testo, che presentaun’impostazione <strong>di</strong>dattica edè accompagnato da una chiara notazionemusicale su tetragrammi, èstato ampiamente utilizzato nelleScholae cantorum e ha suscitato nelcorso dei secoli un vivo interessepresso gli stu<strong>di</strong>osi del canto ecclesiastico.(P.M.F.)Consiglio, Alberto (a cura <strong>di</strong>).Antologia dei poeti napoletani. [Milano],Mondadori, [1973] (VariaGran<strong>di</strong> Opere).Prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> una raccolta<strong>di</strong> poesie in <strong>di</strong>aletto accompagnateda tavole con vedute <strong>di</strong> Napoli e delsuo golfo e da riproduzioni <strong>di</strong> spartiti<strong>di</strong> canzoni popolari partenopee, cheornano anche i risguar<strong>di</strong>. (P.M.F.)Corti, Egon; de Brosses, Charles(1709-1777).Panatenee pompeiane. Milano,Franco Maria Ricci, 1987.Volume e<strong>di</strong>to a presentazionedel festival <strong>di</strong> musica classica organizzatoa Pompei (agosto-settembre1987) in concomitanza con il progressodei lavori <strong>di</strong> esplorazione archeologicadella Villa dei Papiri <strong>di</strong>Ercolano. Pubblicato sotto l’AltoPatronato del Presidente della RepubblicaItaliana e con il patrociniodella Presidenza del Consiglio deiMinistri, è stampato su carta a manoazzurrina appositamente realizzataalla forma tonda dalle Cartiere Miliani<strong>di</strong> Fabriano, con i testi compostiin caratteri bodoniani. (A.C.)Della Porta, Giovan Battista(ca. 1535-1615).De i miracoli et maravigliosi effettidalla natura prodotti. Libri IIII, <strong>di</strong>Giovanbattista Porta napolitano, novamentetradotti <strong>di</strong> latino in lingua volgare,& con molta fatica illustrati. Venezia,Ludovico Avanzi, 1560.Prima e<strong>di</strong>zione della traduzionein volgare della Magia naturalis,pubblicata nel 1558 a Napoli ede<strong>di</strong>cata al re Filippo II. Si trattadella prima opera <strong>di</strong> caratterescientifico <strong>di</strong> Della Porta, «scrittaforse su sollecitazione dell’e<strong>di</strong>toreMatteo Cancer, e con cui si proponeva<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la vali<strong>di</strong>tà dellamagia come strumento <strong>di</strong> conoscenzadelle cause dei fenomeni naturali.Tutta<strong>via</strong>, non sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong>questo lavoro, il D. decise <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>rela propria conoscenza edesperienza nel campo della fenomenologianaturale; a tale scopo, inquesti anni, promosse la fondazione<strong>di</strong> una accademia, chiamata deiSecreti, con la quale intendeva riunirei più famosi filosofi e scienziatidel tempo perché si de<strong>di</strong>casserointeramente allo stu<strong>di</strong>o dellecause dei fenomeni naturali. L’accessoall’accademia – la cui sede fuposta nel palazzo napoletano del D.– era riservato solo a chi avesse offertoun valido contributo alla conoscenzao spiegazione <strong>di</strong> un avvenimentonaturale fino ad allora rimastoocculto o ignoto» (DBI 37,p. 170 ).DBI 37, pp. 170-182. Riccar<strong>di</strong>II, 307. (A.P.P.)Dandolo, Tullio (1801-1870)(a cura <strong>di</strong>).La signora <strong>di</strong> Monza e le streghedel Tirolo. Processi famosi del secolo decimosettimoper la prima volta cavati dallefilze originali per cura del C. T. Dandolocavaliere dell’or<strong>di</strong>ne pontificio <strong>di</strong>San Gregorio Magno dell’Or<strong>di</strong>ne santode’ santi Maurizio e Lazaro dottore inambo le leggi e socio <strong>di</strong> molte accademie.Milano, Boniar<strong>di</strong>-Pogliani <strong>di</strong> ErmenegildoBesozzi, 1855.La curia milanese concesse alsolo Tullio Dandolo la consultazionedell’incartamento processualesu Virginia Maria Leyva, fascicoloche poi fu segregato ancora per unsecolo. L’e<strong>di</strong>zione propone il processo<strong>di</strong> suor Maria Virginia Leyvae altre testimonianze su processirealmente accaduti in Tirolo controdonne accusate <strong>di</strong> stregoneria.Si tratta <strong>di</strong> un’e<strong>di</strong>zione originalecon sette tavole litografiche realizzatedal Corbetta. All’antiporta, ritratto<strong>di</strong> Virginia de Leyva, personaggioda cui fu tratta la manzonianaMonaca <strong>di</strong> Monza, litografiarealizzata da <strong>di</strong>segno del Focositratto dal noto <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Daniele


<strong>gennaio</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 71Crespi. (V.C.)Dulaurens, Henri Joseph(1719-1793).L’Arretin moderne. Premierepartie [-Seconde partie]. Roma [i.e.Amsterdam o Francia?], aux dépensde la Congrégation de l’Index [i.e.Marc Michel Rey?], 1774. 2 volumiin 1 tomo.L’opera, già pubblicata con il titoloL’Arretin, venne poi reimpressacon il titolo L’Arretin moderne a partiredal 1772. Il luogo <strong>di</strong> stampa è falsoe il nome dell’e<strong>di</strong>tore immaginario.«Ce livre est une critique vive et assezgaillarde des principales histoires dela Bible. […] En un mot, le volumetout entier est plutôt une critique facétieusede la Bible et des institutionscléricales qu’un livre simplementgaillard» (Gay I, coll. 263-264).Barbier I, col. 270. Gay I, coll.263-264. (B.P.)Forcella, Vincenzo (1837-1906).Spectacula ossia caroselli, tornei,cavalcate e ingressi trionfali. Opera illustratacon incisioni tolte da antiche stampe.Milano, Max Kantorowicz, 1896.Prima e unica e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest’operache, come prospettato daLodovico Corio nell’Introduzione,avrebbe dovuto constare <strong>di</strong> una serie<strong>di</strong> volumi de<strong>di</strong>cati alla rievocazione<strong>di</strong> feste pubbliche, religiose e <strong>di</strong> cortedei secoli passati. Il progetto rimasetutta<strong>via</strong> <strong>di</strong>satteso, fermandosi allastampa <strong>di</strong> quest’unico volume. Il testo,intercalato da dettagliate descrizionie riproduzioni <strong>di</strong> antiche stampe,è sud<strong>di</strong>viso in tre capitoli, a illustraretre importanti e sfarzosi eventimondani dell’Europa seicentesca:Amore e Gloria, con il racconto <strong>di</strong> unafesta d’armi a cavallo celebrata a Milanonel 1669; Corsa del Saracino, festafatta in Roma il 25 febbraio 1634;La contesa dell’aria e dell’acqua, festa acavallo celebrata a Vienna nel 1667.Sull’Autore (Tarquinia, 1837 - Milano,1906) cfr. DBI 48, pp. 785-87.(A.C.)Gad<strong>di</strong>, Luigi.Nel XXV anniversario dell’Associazionefra gli industriali metallurgiciitaliani. Milano, L’Eroica, 1925.Bellissimo giubilare stampatoda L’Eroica per incarico dell’Associazionetra gli Industriali MetallurgiciItaliani in 1.500 copie numeratea mano, copia N. 989. Il volume ècorredato da 13 incisioni in b/n <strong>di</strong>Aldo Patocchi. (G.C.)Gattoni, Giulio Cesare.Giornale della società d’incoraggiamentodelle scienze e delle arti stabilitain Milano. Tomo III N. III Luglio1808. Milano, Cairo e Compagno,1808.Estratto del Giornale della societàd’incoraggiamento delle scienze e dellearti, contenente il primo resocontodell’unico parafulmine issato in Comonel XIX sec. e la narrazione <strong>di</strong>due racconti dettagliati <strong>di</strong> fulmini. Èallegata una tavola protolitograficaripiegata fuori testo alla fine dell’opuscolo.Si tratta <strong>di</strong> una delle primetavole stampate in Italia con la tecnicalitografica. (V.C.)Gualan<strong>di</strong>, Giovanni Bernardo(m. ca. 1570).De optimo principe <strong>di</strong>alogus. AuthoreIoan. Bernardo Gualando Fiorentino.Eiusdem de liberali institutione<strong>di</strong>alogus. Oratio in honorem ss. Cosmi &Damiani, eodem authore.Firenze, Lorenzo Torrentino,1561.Prima e<strong>di</strong>zione. Il De optimoprincipe <strong>di</strong>alogus è preceduto da unalettera <strong>di</strong> de<strong>di</strong>ca a Cosimo de’ Me<strong>di</strong>ci,seguita da una prefazione a FrancescoII Sforza. L’opera comprende,oltre al De optimo principe(pp. 6-123),anche il De liberali institutione <strong>di</strong>alogus(pp. 124-167), sempre in<strong>di</strong>rizzatoa Cosimo de’ Me<strong>di</strong>ci (la de<strong>di</strong>ca èda Firenze, ottobre 1531), e l’Oratioin honorem ss. Cosmi et Damiani (pp.168-182). «Nel ms. H.VI.16 della<strong>Biblioteca</strong> nazionale <strong>di</strong> Torino ci ègiunto il “De vera felicitate <strong>di</strong>alogus”,con de<strong>di</strong>ca a Emanuele Filiberto<strong>di</strong> Savoia del marzo 1563 (nel febbraioil Savoia era entrato a Torino,proclamata capitale del Ducato); mail <strong>di</strong>alogo è da ricondurre a più <strong>di</strong>trent’anni prima: a conclusione del“De liberali institutione” (la cui prefazioneè datata 1531) vi è infatti unriferimento preciso dell’autore a unsuo “<strong>di</strong>alogo de vera felicitate” e allamateria ivi trattata (p. 141)» (DBI60, pp. 139-141). (A.P.P.)Leopar<strong>di</strong>, Giacomo (1798-1837).Opere ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Giacomo Leopar<strong>di</strong>pubblicate sugli autografi recanatensida Giuseppe Cugnoni. Vol. I. [-Vol. II.].Halle, Max Niemeyer, 1878-1880. 2volumi.Prima e<strong>di</strong>zione dell’opera curatadal letterato e latinista GiuseppeCugnoni (1824-1908). Nell’ambitodella sua attività <strong>di</strong> curatore ede<strong>di</strong>tore, le Opere ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> GiacomoLeopar<strong>di</strong> rappresentarono la pubblicazionepiù significativa. Esse«riguardano alcune opere filologichedel giovane Leopar<strong>di</strong> e, in particolare,tre lavori eru<strong>di</strong>ti, la Storiadell’astronomia, Esichio Milesio e iRetori (cioè Commentarii de vita etscriptis rhetorum quorundam qui Il p.


72la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>gennaio</strong> 2012Ch. saec. vel primo declinante vixerunt)e due traduzioni, <strong>di</strong> Frontone,con un <strong>di</strong>scorso introduttivo, e <strong>di</strong>Dionigi, accompagnata da una Letteraa Pietro Giordani, quest’ultimatratta da un manoscritto conservatoa Firenze. Fu questo un lavoro <strong>di</strong>indubbia e obiettiva utilità, anchese il C. si <strong>di</strong>mostrò non eccellentee<strong>di</strong>tore limitandosi al riscontro deimanoscritti recanatesi e trascurandoquelli affidati dal poeta al de Sinner,con correzioni e aggiunte dellostesso Leopar<strong>di</strong>, così come non sipreoccupò <strong>di</strong> emendare il testo daitroppi errori commessi da tipografiche non conoscevano l’italiano»(DBI 31, p. 340). Clemente Benedettuccia tal proposito scrive:«Questa pubblicazione […] porta aluce erculee fatiche del giovinettoquin<strong>di</strong>cenne e <strong>di</strong>ciassettenne, […]un Leopar<strong>di</strong> tutto de<strong>di</strong>to alla oscurae pellegrina eru<strong>di</strong>zione intornoagli scrittori dei bassi tempi».DBI 31, p. 340. Benedettucci60. (B.P.)Perruggini, P. Michele; Cammarella,Maddalena; Franchini, Sil<strong>via</strong>;Strisciuglio, Antonio (a cura <strong>di</strong>).La Bibbia. Libro <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> cultura.Mostra Biblica. Percorso storico,e<strong>di</strong>zioni antiche e <strong>di</strong> pregio, incisionid’arte. [S.l.], [s.n.] (Grafiche Augelli),[s.d.].Catalogo della mostra curatada padre Michele Perruggini e articolatain tre itinerari: quello storico,comprendente un percorso storico-<strong>di</strong>datticosulle vicende del popolod’Israele <strong>di</strong> cui vengono evidenziatele tappe principali attraversopreziose testimonianze;quello bibliografico, con esposizione<strong>di</strong> numerose e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pregio<strong>di</strong> Bibbie e altri testi, come la BibliaSacra Veteris et Novi Testamentum <strong>di</strong>Laurentius Seuberlich del 1602;infine, quello iconografico, conuna ricca rassegna <strong>di</strong> illustrazionixilografiche con soggetto biblicorealizzate dai più gran<strong>di</strong> maestri del’400 e del ’500. (P.M.F.)Santarella, Luigi.Arte e tecnica nella evoluzione deiponti. I ponti in legno, in pietra, in ferro,in cemento armato. Milano, Hoepli,1933.E<strong>di</strong>zione a cura <strong>di</strong> R. Politecnico<strong>di</strong> Milano. Scuola <strong>di</strong> specializzazioneper le costruzioni in cementoarmato. Il volume è il 13° dellacollana “Atti ricerche stu<strong>di</strong> della RegiaScuola d’Ingegneria”. Secondaraccolta (1932) in due volumi inseparabili.Con 280 illustrazioni inb/n raffiguranti ponti. Brossura e<strong>di</strong>torialecon rarissima sovraccoperta<strong>di</strong>segnata da Gargiuolo. (G.C.)Scu<strong>di</strong>ero, Maurizio (presentazionea cura <strong>di</strong>).Scepi over scepi = Scepi su scepi.The Over Ad’Art by Franco Scepi. Milano,Bocca, 2011.Volume completamente de<strong>di</strong>catoal multiforme eclettico artistaFranco Scepi. Riccamente illustratocon immagini a colori e in b/n. Brossuracon alette in sacchetto <strong>di</strong> plasticacon cerniera. Volume de<strong>di</strong>cato allaSignora Rosanna Garavaglia eredeCampari. (G.C.)Sozzani, Franca (a cura <strong>di</strong>)Kartell. 150 items. 150 artworks.Milano, Skira, 2002.150 immagini e interpretazioniartistiche <strong>di</strong> oggetti e mobili<strong>di</strong> uso quoti<strong>di</strong>ano. Un raccoglitore<strong>di</strong> lavori unici. Un’incre<strong>di</strong>bile sequenza<strong>di</strong> oggetti rivisitati in chiavefantastica e astratta dalle loro funzionireali. Direzione artistica: LucaStoppini. Regesto e glossario acura <strong>di</strong> Simona Romano. Si ringraziaRu<strong>di</strong> von Wedel. (M.D.U.)Verna, Gianni (1942-); Schialvino,Gianfranco (a cura <strong>di</strong>).Smens. Ozegna e RivaroloCanavese, Nuova Xilografia, 1997-2003.Tutto il pubblicato (11 numeri)della rivista “Smens pagine & figure”,semestrale <strong>di</strong> Nuova Xilografia;esemplare n. 234 <strong>di</strong> una tiratura limitataa 270 (n. XI es. 51/100), stampatisu carta a mano. «Smens? Non èun acronimo, ma una parola che corteggiala “S”. La corteggia per amoredella linea curva, sensuale nel significato<strong>di</strong> dar senso alla vita, e perché ricordail lavoro <strong>di</strong> sgorbia sopra le tavolette<strong>di</strong> bosso e <strong>di</strong> pero». Così nelleparole <strong>di</strong> Gianfranco Schialvino,promotore dal 1997, insieme all’amicoGianni Verna, <strong>di</strong> questa pubblicazione“artigianale”, che pone lexilografie originali <strong>di</strong> maestri comeRemo Wolf, Bortnikov, Bertrand acommento dei testi ine<strong>di</strong>ti ora <strong>di</strong> FedericoZeri, ora <strong>di</strong> Ravasi, <strong>di</strong> NicoOrengo, <strong>di</strong> Luzi o <strong>di</strong> Elémire Zolla.(A.C.)Seller, Lodovico (a cura <strong>di</strong>).Discorsi <strong>di</strong> Mass. Robespierrepronunciati nell’anno II. della RivoluzioneFrancese. Tradotti dal franceseda Lodovico Seller. Milano, TipografiaMilanese in Contrada Nuova,[1800-1801].Potrebbe trattarsi della primatraduzione italiana, a lungo non piùristampata. Testo molto interessanteper l’ampio approfon<strong>di</strong>mento sullefeste nazionali rivoluzionarie. (V.C.)

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