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La Risonanza Magnetica Nucleare nei pazienti con protesi ...

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<strong>La</strong> <strong>Risonanza</strong> Indicazioni <strong>Magnetica</strong> alla guida <strong>Nucleare</strong> <strong>nei</strong> <strong>pazienti</strong> <strong>nei</strong> <strong>pazienti</strong> affetti <strong>con</strong> da <strong>protesi</strong> malattia metalliche seno-atriale impiantateTABELLA IPossibili effetti e interazioni tra apparecchiature RMN e dispositivi impiantatiInterazione Stimolatori cardiaci impiantabili CateteriCampo magnetico statico, B 0• Forze magnetiche di trazione e di torsione(intensità: 0,5-1,5 Tesla) (maggiori <strong>nei</strong> defibrillatori)• Interazione <strong>con</strong> l’interruttore magnetico(stimolazione asincrona)• Variazioni nell’elettrocardiogramma• Saturazione dell’induttanza di altovoltaggio (negli ICD)Campo magnetico variabile • Inopportune rilevazioni attivazioni, a causa Differenza di(intensità: fino a 50 mT/m di differenze di potenziale indotte potenziale indottaper msec; freq.: 1 kHz) • Interazione <strong>con</strong> l’interruttore magneticoCampo a radiofrequenza (RF) • Sprogrammazione del pacemaker Riscaldamento(Freq: 21-64 MHz, in funzione • Reset del pacemaker delle punte deidell’intensità del campo B 0) • Stimolazione ad alta frequenza cateteri e del tessuto• Distruzione di componenti (?) circostanteAdattata da Hug J. 4Quali le possibili interazioni<strong>con</strong> i materiali?I potenziali effetti indesiderati prodotti dalla RMNsono correlati all’interazione tra i campi elettromagneticie i materiali ferromagnetici o <strong>con</strong>duttori di cui sonocostruiti i dispositivi (si veda la Tab. I):• campo magnetico statico, B 0: forze di trazione (maggioriai bordi dello scanner) e di torsione (maggiorial suo interno); inibire il funzionamento dell’interruttoremagnetico del dispositivo (reed switch); variazioninell’elettrocardiogramma per il movimentodi parti del corpo (sangue, polmoni, ecc.);• campo magnetico variabile: differenza di potenzialesui cateteri <strong>con</strong> <strong>con</strong>seguente produzione di correntispurie; interferenza elettromagnetica che potrebbeinibire il pacemaker; attivare o inibire l’interruttoremagnetico;• campo pulsato a radiofrequenza: correnti elettricheche possono causare un malfunzionamento dell’interruttoremagnetico oppure riscaldare i materiali<strong>con</strong>duttori (e il tessuto circostante) per deposizionedi potenza nel <strong>con</strong>duttore stesso; indurre variazioninel modo programmato o altre potenziali complicazioninel sistema paziente-dispositivo.Oltre a ciò si deve porre l’attenzione sulla qualità eaffidabilità delle immagini ricavate nell’intorno dell’areaoccupata dalla <strong>protesi</strong>, la cui presenza può alterarle,producendo deformazioni o artefatti. Aspetto che diventairrilevante quando la zona di interesse diagnosti<strong>con</strong>on è quella cardiaca.Nonostante le possibili interazioni tra i campi elettromagneticie i dispositivi impiantati <strong>nei</strong> <strong>pazienti</strong> sianomolteplici, è importante rilevare come esse dipendanofortemente dalle proprietà ferromagnetiche o <strong>con</strong>duttricidei materiali che compongono i dispositivistessi (massa, resistività, dimensioni, orientamento nelcampo o avvolgimento), così come dalle proprietà deicampi elettromagnetici in gioco (potenza, intensità,durata e numero di impulsi nell’unità di tempo, frequenza)e del tessuto irraggiato (resistività elettrica evolume).<strong>La</strong> potenziale pericolosità di questi effetti indesiderati,inoltre, varia <strong>con</strong> il tipo di indagine (numero distrati, loro spessore, risoluzione, ecc.) e il settore anatomicosottoposto a osservazione. Infatti, si <strong>con</strong>sideranoa maggior rischio le indagini che coinvolgono iltorace e a minor rischio le indagini sugli arti, l’addomeo anche la testa del paziente, nelle quali l’intensità deicampi è estremamente più bassa di quella per il corpo229

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