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La Risonanza Magnetica Nucleare nei pazienti con protesi ...

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<strong>La</strong> <strong>Risonanza</strong> Indicazioni <strong>Magnetica</strong> alla guida <strong>Nucleare</strong> <strong>nei</strong> <strong>pazienti</strong> <strong>nei</strong> <strong>pazienti</strong> affetti <strong>con</strong> da <strong>protesi</strong> malattia metalliche seno-atriale impiantateme, che preleva il calore dall’area interessata (effettoradiatore). Oggi molti costruttori di valvole meccanicheeseguono test di funzionamento sottoponendo le<strong>protesi</strong> a un campo magnetico statico di 3 T, per cui èimportante verificare i parametri costruttivi.Stimolatori cardiaci impiantabiliA tutt’oggi la presenza di un pacemaker impiantatoè <strong>con</strong>siderata una <strong>con</strong>troindicazione alla risonanzamagnetica: pertanto è necessario ricorrere a metodi diagnosticialternativi, che in questo caso sono sempre dapreferire alla RMN.Sia i pacemaker sia i defibrillatori sono dispositiviche elaborano segnali elettrici e sono pertanto intrinsecamentesensibili ai campi elettromagnetici. Le vie preferenzialidi interferenza tra un dispositivo impiantatoe una sorgente elettromagnetica esterna sono costituitedai cateteri, dalle antenne per telemetria, dall’interruttoremagnetico, dai sensori rate responsive, cioè da queglielementi che comunicano <strong>con</strong> l’esterno.Tuttavia il circuito elettronico è <strong>con</strong>tenuto all’internodi un <strong>con</strong>tenitore di titanio che lo isola dai campielettrici esterni. Anche il corpo umano svolge una notevolefunzione schermante sui cateteri stessi, rendendomolto difficile il rilevamento di segnali elettrici provenientidall’ambiente circostante il paziente (purchénon siano intensi come quelli della RMN).Per quanto riguarda i sensori rate responsive è notoche nella peggiore delle ipotesi possono aumentare lafrequenza di stimolazione fino all’upper rate, senza causareproblemi potenzialmente pericolosi per la vita delpaziente, ma solo sintomi. 10-12 L’eventuale aumento difrequenza viene comunque limitato alla massima frequenzaprogrammata, giudicata intrinsecamente sicuraper il paziente. È comunque buona norma disattivarliprima di effettuare una RMN: ciò <strong>con</strong>sente quantomenodi eliminare una variabile <strong>con</strong>fondente nel casodi ritmo irregolare durante l’esame.Anche per quanto riguarda l’antenna ricetrasmittentesi possono escludere effetti potenzialmente deleteriperché lo stimolatore accetta solo dati che siano strutturati<strong>con</strong> un codice particolare, tipico di ogni modello,per cui è improbabile che possano essere generati segnalidi interferenza compatibili <strong>con</strong> i codici di protezioneutilizzati. Le ultime generazioni di pacemaker,inoltre, sono realizzate in modo tale da costituire unrobusto sbarramento hardware e software in tal senso.L’interruttore magnetico invece può interferire <strong>con</strong>il campo magnetico statico della RMN e <strong>con</strong>vertire lostimolatore in modalità asincrona e il defibrillatore instandby. Ciò è quanto è accaduto nella maggioranzadei lavori riportati in letteratura, anche se ciò può anchenon accadere se la direzione di sensibilità del sensoreinterno non è <strong>con</strong>corde <strong>con</strong> quella del campo esterno.13 In quest’ultimo caso lo stimolatore non si <strong>con</strong>vertein modalità asincrona, lascia abilitati i canali disensing e può risentire significativamente delle interferenzeelettromagnetiche prodotte durante l’esame. Inquesta situazione non è possibile prevedere il funzionamentodel dispositivo che può essere del tutto normaleo essere inibito totalmente o eseguire il trackingdei segnali rilevati nel canale atriale. Se invece lo stimolatoresi pone in modalità “magnete” per effetto delcampo statico, i segnali elettrici indotti sui cateteri dalcampo magnetico variabile e da quello a radiofrequenzanon sono in grado di interferire <strong>con</strong> il sensing (perchégià escluso) e il pacemaker stimola asincronamentealla frequenza magnetica.Nel caso di defibrillatori impiantabili il rilevamentodel campo magnetico da parte del relativo sensore disabilitale terapie. Per <strong>con</strong>tro, il non rilevamento delmedesimo permetterebbe al defibrillatore di attivarsierroneamente qualora dovesse rilevare segnali spuriprodotti dai campi elettromagnetici emessi durantel’esame. Nel primo caso il paziente non può essere defibrillatoautomaticamente nell’eventualità di una tachicardiareale, mentre nel se<strong>con</strong>do caso rischia di ricevereuno shock inappropriato. In generale la loro sensibilitàè maggiore rispetto ai pacemaker.Oltre a ciò il campo magnetico statico della RMNgenera forze meccaniche di trazione e torsione su alcunicomponenti ferromagnetici della batteria (di maggioridimensioni <strong>nei</strong> defibrillatori) e dell’interruttoremagnetico. Le valutazioni pubblicate sugli effetti meccanici(traslazione o rotazione del dispositivo) permettonodi escludere dislocazioni e danni ai pacemakerprodotti dopo il 1995, grazie al fatto che le dimensionisono relativamente piccole, mentre non possono essereesclusi a priori effetti dannosi sui defibrillatori, che233

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