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All. 1 - Credo del popolo di Dio di Papa Paolo VI.pdf - Masci

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PAOLO <strong>VI</strong>CREDO DEL POPOLO DI DIOSOLENNE PROFESSIONE DI FEDEPronunciata dal <strong>Papa</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>VI</strong> davanti alla Basilica <strong>di</strong> San Pietro il 30 giugno 1968 allachiusura <strong>del</strong>l'Anno <strong>del</strong>la fede e nel <strong>di</strong>ciannovesimo <strong>del</strong> martirio dei santi Apostoli Pietro e<strong>Paolo</strong>.Venerabili fratelli e <strong>di</strong>letti figli,1. Con questa solenne Liturgia Noi conclu<strong>di</strong>amo la celebrazione <strong>del</strong> XIX centenario <strong>del</strong> martirio deisanti Apostoli Pietro e <strong>Paolo</strong>, e <strong>di</strong>amo così all'«Anno <strong>del</strong>la Fede» il suo coronamento: l'avevamode<strong>di</strong>cato alla commemorazione dei santi Apostoli per attestare il Nostro incrollabile proposito <strong>di</strong>fe<strong>del</strong>tà al Deposito <strong>del</strong>la fede (Cf 1 Tm 6, 20) che essi ci hanno trasmesso, e per rafforzare il Nostrodesiderio <strong>di</strong> farne sostanza <strong>di</strong> vita nella situazione storica, in cui si trova la Chiesa pellegrina nelmondo.2. Noi sentiamo pertanto il dovere <strong>di</strong> ringraziare pubblicamente tutti coloro, che hanno risposto alNostro invito, conferendo all'«Anno <strong>del</strong>la Fede» una splen<strong>di</strong>da pienezza, con l'approfon<strong>di</strong>mento<strong>del</strong>la loro personale adesione alla parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, con la rinnovazione <strong>del</strong>la professione <strong>di</strong> fede nellevarie comunità, e con la testimonianza <strong>di</strong> una vita veramente cristiana. Ai Nostri Fratellinell'Episcopato, in modo particolare, e a tutti i fe<strong>del</strong>i <strong>del</strong>la santa Chiesa cattolica, Noi esprimiamo laNostra riconoscenza e impartiamo la Nostra Bene<strong>di</strong>zione.3. Al tempo stesso, Ci sembra che a Noi incomba il dovere <strong>di</strong> adempiere il mandato, affidato daCristo a Pietro, <strong>di</strong> cui siamo il successore, sebbene l'ultimo per merito, <strong>di</strong> confermare cioè nella fedei nostri fratelli (Cf Lc 22, 32). Consapevoli, senza dubbio, <strong>del</strong>la Nostra umana debolezza, ma purecon tutta la forza che un tale mandato imprime nel Nostro spirito, Νοi Ci accingiamo pertanto a fareuna professione <strong>di</strong> fede, a pronunciare un <strong>Credo</strong> che, senza essere una definizione dogmaticapropriamente detta, e pur con qualche sviluppo, richiesto dalle con<strong>di</strong>zioni spirituali <strong>del</strong> nostrotempo, riprende sostanzialmente il <strong>Credo</strong> <strong>di</strong> Nicea, il <strong>Credo</strong> <strong>del</strong>l'immortale tra<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>la santaChiesa <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>.4. Nel far questo, Noi siamo coscienti <strong>del</strong>l'inquietu<strong>di</strong>ne, che agita alcuni ambienti moderni inrelazione alla fede. Essi non si sottraggono all'influsso <strong>di</strong> un mondo in profonda trasformazione, nelquale un così gran numero <strong>di</strong> certezze sono messe in contestazione o in <strong>di</strong>scussione. Ve<strong>di</strong>amo anchedei cattolici che si lasciano prendere da una specie <strong>di</strong> passione per i cambiamenti e le novità. Senzadubbio la Chiesa ha costantemente il dovere <strong>di</strong> proseguire nello sforzo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re e presentare,in modo sempre più confacente alle generazioni che si succedono, gli imperscrutabili misteri <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>,fecon<strong>di</strong> per tutti <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> salvezza. Ma al tempo stesso, pur nell'adempimento <strong>del</strong>l'in<strong>di</strong>spensabiledovere <strong>di</strong> indagine, è necessario avere la massima cura <strong>di</strong> non intaccare gli insegnamenti <strong>del</strong>ladottrina cristiana. Perché ciò vorrebbe <strong>di</strong>re - come purtroppo oggi spesso avviene - ingenerareturbamento e perplessità in molte anime fe<strong>del</strong>i.5. A tale proposito occorre ricordare che al <strong>di</strong> là <strong>del</strong> dato osservabile, scientificamente verificato,l'intelligenza dataci da <strong>Dio</strong> raggiunge la realtà (ciò che è), e non soltanto l'espressione soggettiva<strong>del</strong>le strutture e <strong>del</strong>l'evoluzione <strong>del</strong>la coscienza; e che d'altra parte, il compito <strong>del</strong>l'interpretazione -


<strong>del</strong>l'ermeneutica - è <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> comprendere e <strong>di</strong> enucleare, nel rispetto <strong>del</strong>la parola pronunciata,il significato <strong>di</strong> cui un testo è espressione, e non <strong>di</strong> ricreare in qualche modo questo stessosignificato secondo l'estro <strong>di</strong> ipotesi arbitrarie.6. Ma, soprattutto, Noi mettiamo la nostra incrollabile fiducia nello Spirito Santo, anima <strong>del</strong>laChiesa, e nella fede teologale su cui si fonda la vita <strong>del</strong> corpo mistico. Νοi sappiamo che le animeattendono la parola <strong>del</strong> Vicario <strong>di</strong> Cristo, e Noi veniamo incontro a questa attesa con le istruzioniche normalmente amiamo dare. Ma oggi Ci si offre l'occasione <strong>di</strong> pronunciare una parola piùsolenne.7. In questo giorno, scelto per la conclusione <strong>del</strong>l'anno <strong>del</strong>la fede, in questa festa dei beati ApostoliPietro e <strong>Paolo</strong>, Νοi abbiamo voluto offrire al <strong>Dio</strong> vivente l'omaggio <strong>di</strong> una professione <strong>di</strong> fede. Ecome una volta a Cesarea <strong>di</strong> Filippo l'Apostolo Pietro prese la parola a nome dei do<strong>di</strong>ci perconfessare veramente, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>le umane opinioni, Cristo Figlio <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> vivente, così oggi il suoumile Successore, Pastore <strong>del</strong>la Chiesa universale, eleva la sua voce per rendere, in nome <strong>di</strong> tutto il<strong>popolo</strong> <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, una ferma testimonianza alla Verità <strong>di</strong>vina, affidata alla Chiesa, perché essa ne <strong>di</strong>al'annunzio a tutte le genti.Nοi abbiamo voluto che la Nostra professione <strong>di</strong> fede fosse sufficientemente completa ed esplicita,per rispondere in misura appropriata al bisogno <strong>di</strong> luce, sentito da così gran numero <strong>di</strong> anime fe<strong>del</strong>i,come da tutti coloro che nel mondo, a qualunque famiglia spirituale appartengano, sono in cerca<strong>del</strong>la Verità.A gloria <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> beatissimo e <strong>di</strong> Nostro Signore Gesù Cristo, fiduciosi nell'aiuto <strong>del</strong>la Beata VergineMaria e dei santi Apostoli Pietro e <strong>Paolo</strong>, per il bene e l'e<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>la Chiesa, a nome <strong>di</strong> tutti iPastori e <strong>di</strong> tutti i fe<strong>del</strong>i Noi ora pronunciamo questa professione <strong>di</strong> fede, in piena comunionespirituale con tutti voi, Fratelli e Figli carissimi.PROFESSIONE DI FEDE8. Νοi cre<strong>di</strong>amo in un solo <strong>Dio</strong>, Padre, Figlio e Spirito Santo, Creatore <strong>del</strong>le cose visibili, comequesto mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, <strong>del</strong>le cose invisibili quali sono i puri spiriti,chiamati altresì angeli (Cf CONC. VAT. I, Cost. dogm. Dei Filius: Dz.-Sch. 3002), e Creatore inciascun uomo <strong>del</strong>l'anima spirituale e immortale (Cf Encicl. Humani Generis, AAS 42 (1950), p.575; CONC. LATERAN. V, Dz. Sch. 1440-1441).9. Νοi cre<strong>di</strong>amo che questo unico <strong>Dio</strong> è assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santacome in tutte le sue perfezioni: nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella suaprovvidenza, nella sua volontà e nel suo amore. Egli è Colui che è, com'egli stesso ha rivelato aMosè (Cf Es 3,14); e egli è Amore, come ci insegna l'Apostolo Giovanni (Cf 1 Gv 4, 8): cosicchéquesti due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa realtà <strong>di</strong>vina <strong>di</strong> colui, che havoluto darsi a conoscere a noi, e che abitando in una luce inaccessibile (Cf 1 Tm 6, 16) è in sestesso al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni nome, <strong>di</strong> tutte le cose e <strong>di</strong> ogni intelligenza creata. <strong>Dio</strong> solo può darci laconoscenza giusta e piena <strong>di</strong> se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cuieterna vita nοi siamo chiamati per grazia <strong>di</strong> lui a partecipare, quaggiù nell'oscurità <strong>del</strong>la fede e, oltrela morte, nella luce perpetua, l'eterna vita. I mutui vincoli, che costituiscono eternamente le TrePersone, le quali sono ciascuna l'unico e identico Essere <strong>di</strong>vino, sono la beata vita intima <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> trevolte santo, infinitamente al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutto ciò che nοi possiamo concepire secondo l'umana misura(Cf CONC. VAT. I, Cost. dogm. Dei Filius: Dz.-Sch. 3016). Intanto ren<strong>di</strong>amo grazie alla bontà<strong>di</strong>vina per il fatto che moltissimi credenti possono attestare con nοi, davanti agli uomini, l'Unità <strong>di</strong><strong>Dio</strong>, pur non conoscendo il mistero <strong>del</strong>la Santissima Trinità.


10. Νοi dunque cre<strong>di</strong>amo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, che èeternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio comeloro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone <strong>di</strong>vine, coeterne e coeguali (SymbolumQuicumque: Dz.-Sch. 75), sovrabbondano e si consumano, nella sovreccellenza e nella gloriaproprie <strong>del</strong>l'Essere increato, la vita e la beatitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> perfettamente uno; e sempre deve esserevenerata l'Unità nella Trinità e la Trinità nell'Unità (Ibid.).11. Noi cre<strong>di</strong>amo in nostro signore Gesù Cristo, Figlio <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padreprima <strong>di</strong> tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri; e per mezzo <strong>di</strong> lui tutto è statofatto. Egli si è incarnato per opera <strong>del</strong>lo Spirito Santo nel seno <strong>del</strong>la Vergine Maria, e si è fattouomo: eguale pertanto al Padre secondo la <strong>di</strong>vinità, e inferiore al Padre secondo l'umanità (Ibid.,n. 76), ed egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione <strong>del</strong>le nature, ma per l'unità<strong>del</strong>la persona (Ibid.).12. Egli ha <strong>di</strong>morato in mezzo a noi, pieno <strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong> verità. Egli ha annunciato e instaurato ilRegno <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, e in sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo comandamento nuovo, <strong>di</strong>amarci gli uni gli altri cοm'egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via <strong>del</strong>le Beatitu<strong>di</strong>ni <strong>del</strong> Vangelo:povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete <strong>del</strong>la giustizia, misericor<strong>di</strong>a,purezza <strong>di</strong> cuore, volontà <strong>di</strong> pace, persecuzione sofferta per la giustizia. Egli ha patito sotto PonzioPilato, Agnello <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> che porta sopra <strong>di</strong> sé i peccati <strong>del</strong> mondo, ed è morto per noi sulla Croce,salvandoci col suo sangue redentore. Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzogiorno, elevandoci con la sua Risurrezione alla partecipazione <strong>del</strong>la vita <strong>di</strong>vina, che è la vita <strong>del</strong>lagrazia. Egli è salito al cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giu<strong>di</strong>care i vivi e i morti, ciascunosecondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all'Amore e allaMisericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all'ultimo vi hanno oppostoil loro rifiuto. E il suo Regno non avrà fine.13. Noi cre<strong>di</strong>amo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato colPadre e col Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei Profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la suaRisurrezione e la sua Ascensione al Padre; egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, nepurifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell'intimo<strong>del</strong>l'anima, rende l'uomo capace <strong>di</strong> rispondere all'invito <strong>di</strong> Gesù: Siate perfetti com'è perfetto ilPadre vostro celeste (Cf Mt 5, 48).14. Noi cre<strong>di</strong>amo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, <strong>del</strong> Verbo Incarnato, nostro <strong>Dio</strong> eSalvatore Gesù Cristο (Cf CONC. DI EFESO: Dz.-Sch. 251-252), e che, a motivo <strong>di</strong> questasingolare elezione, essa, in considerazione dei meriti <strong>di</strong> suo Figlio, è stata redenta in modo piùeminente (Cf CONG. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 53), preservata da ogni macchia <strong>del</strong>peccato originale (Cf Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, Acta, parte I, vol. I, 616) e colmata <strong>del</strong> dono<strong>del</strong>la grazia più che tutte le altre creature (Cf Lumen gentium, n. 53).15. Associata ai misteri <strong>del</strong>la Incarnazione e <strong>del</strong>la Redenzione con un vincolo stretto e in<strong>di</strong>ssolubile(Cf Ibid., nn. 53, 58, 61), la Vergine Santissima, l'Immacolata, al termine <strong>del</strong>la sua vita terrena èstata elevata in corpo e anima alla gloria celeste (Cf Cost. ap. Munificentissimus Deus: AAS 42(1950), p. 770) e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura <strong>di</strong> tutti i giusti; e noicre<strong>di</strong>amo che la Madre Santissima <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, nuova Eva, Madre <strong>del</strong>la Chiesa (Cf Lumen gentium, nn.53, 56, 61, 63; PAOLO <strong>VI</strong>, Discorso per la chiusura <strong>del</strong> terzo periodo <strong>del</strong> Concilio Vaticano II:AAS 56 (1964), p. 1016; Esort. Ap. Signum Magnum: AAS 59 (1967), p. 465 e 467), continua incielo il suo ufficio materno riguardo ai membri <strong>di</strong> Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo<strong>del</strong>la vita <strong>di</strong>vina nelle anime dei redenti (Cf Lumen gentium, n. 62; PAOLO <strong>VI</strong>, Esort. Ap. SignumMagnum: AAS 59 (1967), p. 468).


16. Νοi cre<strong>di</strong>amo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da luicommessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa portale conseguenze <strong>di</strong> quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all'inizio nei nostriprogenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l'uomo non conosceva né il male né lamorte. È la natura umana così decaduta, spogliata <strong>del</strong>la grazia che la rivestiva, ferita nelle sueproprie forze naturali e sottomessa al dominio <strong>del</strong>la morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; edè in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Νοi dunque professiamo, col Concilio <strong>di</strong> Trento,che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, non per imitazione, ma perpropagazione, e che esso è proprio a ciascuno (Cf CONC. DI TRENTO, Sess. V, Decr. De pecc.orig.: Dz.-Sch. 1513).17. Νοi cre<strong>di</strong>amo che Nostro Signor Gesù Cristo me<strong>di</strong>ante il Sacrificio <strong>del</strong>la Croce ci ha riscattatidal peccato originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno <strong>di</strong> noi, in maniera tale che,secondo la parola <strong>del</strong>l'Apostolo, là dove aveva abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia(Rm 5, 20).18. Noi cre<strong>di</strong>amo in un solo battesimo, istituito da Nostro Signor Gesù Cristo per la remissione deipeccati. Il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che nοn hanno ancor potutorendersi colpevoli <strong>di</strong> alcun peccato personale, affinché essi, nati privi <strong>del</strong>la grazia soprannaturale,rinascano dall'acqua e dallo Spirito santo alla vita <strong>di</strong>vina in Gesù Cristo (Cf CONC. Dl TRENTO,ibid.: Dz.-Sch. 1514).19. Νοi cre<strong>di</strong>amo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, e<strong>di</strong>ficata da Gesù Cristo sopraquesta pietra, che è Pietro. Essa è il Corpo mistico <strong>di</strong> Cristo, insieme società visibile, costituita <strong>di</strong>organi gerarchici, e comunità spirituale; essa è la Chiesa terrestre, Popolo <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> pellegrinantequaggiù, e la Chiesa ricolma dei beni celesti; essa è il germe e la primizia <strong>del</strong> Regno <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, permezzo <strong>del</strong> quale continuano, nella trama <strong>del</strong>la storia umana, l'opera e i dolori <strong>del</strong>la Redenzione, eche aspira al suo compimento perfetto al <strong>di</strong> là <strong>del</strong> tempo, nella gloria (Cf Lumen gentium, nn. 8 e 5).Nel corso <strong>del</strong> tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa me<strong>di</strong>ante i Sacramenti, che emanano dallasua pienezza (Cf Ibid., nn. 7, 11). E con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi <strong>del</strong>mistero <strong>del</strong>la Morte e <strong>del</strong>la Risurrezione <strong>di</strong> Cristo, nella grazia <strong>del</strong>lo Spirito Santo, che le dona vitae azione (Cf CONC. VAT. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 5, 6; Lumen gentium, nn. 7, 12,50). Essa è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiedealtra vita se non quella <strong>del</strong>la grazia: appunto vivendo <strong>del</strong>la sua vita, i suoi membri si santificano,come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, che impe<strong>di</strong>scono l'irra<strong>di</strong>azione<strong>del</strong>la Sua Santità. Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui ha il potere <strong>di</strong> guarirei suoi figli con il Sangue <strong>di</strong> Cristo ed il dono <strong>del</strong>lo Spirito Santo.20. Erede <strong>del</strong>le promesse <strong>di</strong>vine e figlia <strong>di</strong> Abramo secondo lo Spirito, per mezzo <strong>di</strong> quell'Israele <strong>di</strong>cui custo<strong>di</strong>sce con amore le sacre Scritture e venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli etrasmettitrice, <strong>di</strong> secolo in secolo, <strong>del</strong>la loro parola sempre viva e dei loro poteri <strong>di</strong> Pastori nelSuccessore <strong>di</strong> Pietro e nei Vescovi in comunione con lui; costantemente assistita dallo SpiritoSanto, la Chiesa ha la missione <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>re, insegnare, spiegare e <strong>di</strong>ffondere la verità, che <strong>Dio</strong> hamanifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo <strong>del</strong> SignoreGesù. Noi cre<strong>di</strong>amo tutto ciò che è contenuto nella Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, scritta o tramandata, e che laChiesa propone a credere come <strong>di</strong>vinamente rivelata sia con un giu<strong>di</strong>zio solenne, sia con ilmagistero or<strong>di</strong>narlo e universale (Cf CONC. VAT. I, Cost. Dei Filius: Dz.-Sch. 3011). Νοicre<strong>di</strong>amo nell'infallibilità, <strong>di</strong> cui fruisce il Successore <strong>di</strong> Pietro, quando insegna ex cathedra (CfIbid., Cost. Pastor Aeternus: Dz.-Sch. 3074) come Pastore e Dottore <strong>di</strong> tutti i fe<strong>del</strong>i, e <strong>di</strong> cui èdotato altresì il Collegio dei Vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo (Cf Lumengentium, n. 25).


27. Noi confessiamo che il Regno <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, cominciato quaggiù nella Chiesa <strong>di</strong> Cristo, non è <strong>di</strong>questo mondo (Cf Gv 18, 36), la cui figura passa (Cf 1 Cor 7, 31); e che la sua vera crescita nonpuò esser confusa con il progresso <strong>del</strong>la civiltà, <strong>del</strong>la scienza e <strong>del</strong>la tecnica umane, ma consiste nelconoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze <strong>di</strong> Cristo, nello sperare semprepiù fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all'amore <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, e nel<strong>di</strong>spensare sempre più abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini. Ma è questo stessoamore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente <strong>del</strong> vero bene temporale degli uomini.Mentre non cessa <strong>di</strong> ricordare ai suoi figli che essi non hanno quaggiù stabile <strong>di</strong>mora (Cf Εb 13,14), essa li spinge anche a contribuire - ciascuno secondo la propria vocazione ed i propri mezzi - albene <strong>del</strong>la loro città terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, apro<strong>di</strong>gare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi. L'intensasollecitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la Chiesa, Sposa <strong>di</strong> Cristo, per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le lorosperanze, i loro sforzi e i loro travagli, non è quin<strong>di</strong> altra cosa che il suo grande desiderio <strong>di</strong> esserloro presente per illuminarli con la luce <strong>di</strong> Cristo e adunarli tutti in lui, unico loro Salvatore. Talesollecitu<strong>di</strong>ne non può mai significare che la Chiesa conformi se stessa alle cose <strong>di</strong> questo mondo, oche <strong>di</strong>minuisca l'ardore <strong>del</strong>l'attesa <strong>del</strong> suo Signore e <strong>del</strong> Regno eterno.28. Noi cre<strong>di</strong>amo nella vita eterna. Noi cre<strong>di</strong>amo che le anime dl tutti coloro che muoiono nellagrazia <strong>di</strong> Cristo, sia che debbano ancora esser purificate nel purgatorio, sia che dal momento in cuilasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù in Para<strong>di</strong>so, come egli fece per il Buon Ladrone,costituiscono il Popolo <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> nell'al<strong>di</strong>là <strong>del</strong>la morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nelgiorno <strong>del</strong>la risurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.29. Νοi cre<strong>di</strong>amo che la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>le anime, che sono riunite intorno a Gesù ed a Maria inPara<strong>di</strong>so, forma la Chiesa <strong>del</strong> cielo, dove esse nella beatitu<strong>di</strong>ne eterna vedono <strong>Dio</strong> così com'è e (Cf1 Gv 3, 2; BENEDETTO XII, Cost. Bene<strong>di</strong>ctus Deus: Dz.-Sch. 1000) dove sono anche associate, in<strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong>, con i santi Angeli al governo <strong>di</strong>vino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noied aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitu<strong>di</strong>ne (Cf Cost. dogm. Lumen gentium,n. 49).30. Noi cre<strong>di</strong>amo alla comunione tra tutti i Fe<strong>del</strong>i <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> coloro che sono pellegrini su questaterra, dei defunti che compiono la propria purificazione e dei beati <strong>del</strong> cielo, i quali tutti insiemeformano una sola Chiesa; noi cre<strong>di</strong>amo che in questa comunione l'amore misericor<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> edei suoi Santi ascolta costantemente le nostre preghiere, secondo la parola <strong>di</strong> Gesù: Chiedete ericeverete (Cf Lc 10, 9-10; Gv 16, 24. ). E con la fede e nella speranza, noi atten<strong>di</strong>amo larisurrezione dei morti e la vita <strong>del</strong> mondo che verrà.Sia benedetto <strong>Dio</strong> santo, santo, santo. Amen.Pronunciata davanti alla Basilica <strong>di</strong> San Pietro, il 30 giugno <strong>del</strong>l'anno 1968, sesto <strong>del</strong> NostroPontificato.PAOLO PP. <strong>VI</strong>

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