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La parata della politica mondiale al vertice Fao sulla crisi alimentare

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ATTUALITÀPRIMA PAGINAADOPO LA FAO TOCCHERÀ ALL’OCSE DISCUTERE DELLA SITUAZIONE MONDIALEAlla ricerca di una «ricetta» contro la <strong>crisi</strong>Da qu<strong>al</strong>che anno due miliardi di persone mangiano meglio e dipiù, e una serie di transitorie disavventure meteorologiche e didiscutibili scelte di produzione hanno limitato l’offerta <strong>mondi<strong>al</strong>e</strong>di prodotti agricoli: quanto basta per innescare una catena ditragici «inconvenienti» a danno dei più poveri del pianeta, di cuinessuno – tecnici o governanti – si è accorto finché il fenomenonon ha assunto una dimensione ai limiti dell’incontrollabile.Ora tutti rassicurano: i prezzi sono destinati a scendere, anchese non torneranno ai livelli (per<strong>al</strong>tro troppo bassi) di un quinquenniofa, i nuovi utilizzi di t<strong>al</strong>uni prodotti energetici sonotroppo modesti per togliere cibo agli affamati, ma occorre nelfrattempo evitare provvedimenti tappabuchi che possono scoraggiareun rimb<strong>al</strong>zo delle produzioni loc<strong>al</strong>i. Se ne è discussoper tre giorni <strong>al</strong> <strong>vertice</strong> <strong>della</strong> <strong>Fao</strong>, che ha visto delegati <strong>al</strong> massimolivello di 183 Paesi fare a gara per presentare piani (di spesa,più che d’azione) che prospettano il superamento delle difficoltàcontingenti.<strong>La</strong> liturgia <strong>della</strong> sessione di Roma si è sdoppiatain una serie di auspici, da una parte, e di proposteoperative d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, spesso intrecciati a seconda delleconvenienze di ciascuno. Tra i primi, la ricerca delconsenso – <strong>politica</strong>mente quanto meno insolito – traStati Uniti e Brasile <strong>sulla</strong> massimizzazione del ricorso<strong>al</strong>le colture destinate <strong>al</strong>la produzione di biocarburanti,oltre che il fatto, di cui di solito non si parla,del crescente ruolo brasiliano nell’export <strong>mondi<strong>al</strong>e</strong>di carni. Tra le seconde, le istanze per eliminare ledistorsioni (tutte da provare) dovute <strong>al</strong>le sovvenzionidell’agricoltura dei Paesi ricchi, stimate d<strong>al</strong> direttoregener<strong>al</strong>e <strong>della</strong> <strong>Fao</strong>, il seneg<strong>al</strong>ese Jacques Diouf, inesattamente 276 miliardi di dollari annui.Ciò si traduce, ha detto Diouf, nel dirottamento di100 milioni di tonnellate annue di cere<strong>al</strong>i <strong>al</strong>la produzionedi biocarburanti, <strong>al</strong> costo (in sovvenzioni) di 11-12 miliardidi dollari. <strong>La</strong> ricetta, ha ancora aggiunto, potrebbe essere lostanziamento di 30 miliardi di dollari annui (meno <strong>della</strong> metàdel costo <strong>della</strong> pac), per garantire un assetto più stabile e duraturo<strong>al</strong> sistema agricolo <strong>mondi<strong>al</strong>e</strong>, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e Bruxelles ha fattocapire di essere pronta a contribuire.Secondo Ed Schafer, segretario Usa <strong>al</strong>l’agricoltura, la domandadi materie prime per biocarburanti contribuisce solamenteJacques Diouf.Foto <strong>Fao</strong>per il 3% ai rincari glob<strong>al</strong>i dei prezzi. Secondo <strong>al</strong>tre stime, invece,questa cifra si collocherebbe tra il 30 e il 60%.Tutti questi numeri in libertà si basano su v<strong>al</strong>utazioni rispettabili,av<strong>al</strong>late da istituzioni considerate tra le più serie. Il florilegiodi cifre si basa essenzi<strong>al</strong>mente, sembra, sulle variabiliderivate d<strong>al</strong>la relazione Ocse sull’evoluzione dell’agricoltura<strong>mondi<strong>al</strong>e</strong>, un periodico testo di riferimento finora molto pococontestato. L’edizione di quest’anno ha avuto il torto, forse,di uscire subito prima <strong>della</strong> sessione <strong>della</strong> <strong>Fao</strong>, offrendo ildestro ad adattamenti interpretativi in una tribuna dominatada fattori emotivi.Comunque, lo studio Ocse, con tutte le sue riserve e i suoicondizion<strong>al</strong>i, conferma un prossimo, anche se non immediato,riflusso dei prezzi, combinato con sostanziosi aumenti delleproduzioni e delle rese.Subito dopo il <strong>vertice</strong> <strong>Fao</strong>, ne discuteranno a Parigi (certo conmeno teatr<strong>al</strong>ità) i ministri dei Paesi Ocse, che prenderannoatto del fatto che i prezzi del riso dovrebberoaumentare rispetto <strong>al</strong>lo scorso anno soltanto del 10%,quelli del fumento del 20%, quelli dei semi oleosi edei cere<strong>al</strong>i minori del 30%, mentre per gli oli veget<strong>al</strong>isi potrebbe arrivare <strong>al</strong> 50%. Il tutto in un contesto dimutate abitudini <strong>al</strong>imentari, di prezzi del petrolio <strong>al</strong>lestelle, di speculazioni finanziarie, di basso livello dellescorte e di crescente pressione demografica.Per non parlare delle non univoche politiche di stimolo<strong>al</strong>la produzione di biocarburanti, che comunquein un decennio dovrebbe più che raddoppiare,in attesa di nuove tecnologie che permettano anchel’utilizzo di materie prime cellulosiche. I rincari dovrebberonatur<strong>al</strong>mente, si sottolinea, beneficiare uncerto strato di agricoltori – esclusi forse quelli chesi dedicano soltanto a colture non <strong>al</strong>imentari – cheassumeranno, nei Paesi ora <strong>al</strong>l’inizio del loro sviluppo, un ruolomolto importante: un nuovo «ceto medio» <strong>mondi<strong>al</strong>e</strong>, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>esi teme si possa opporre una battaglia (di retroguardia?) daparte dei Paesi ricchi, le cui protezioni sono fat<strong>al</strong>mente destinatea una fortissima erosione, ma che natur<strong>al</strong>mente manterrannoun certo vantaggio in fatto di tecnologie di produzionee soprattutto di trasformazione, sia di prodotti agro<strong>al</strong>imentarisia di biocarburanti.C.S.Il presidente egiziano, Hosni Mubarak, h<strong>al</strong>anciato un appello per «un partenariato glob<strong>al</strong>e»per cercare di risolvere la <strong>crisi</strong> <strong>al</strong>imentarein discussione <strong>al</strong> <strong>vertice</strong> <strong>Fao</strong> di Roma.«Come possiamo spiegare <strong>al</strong>le persone dibuon senso che non è stato possibile reperire30 miliardi di dollari l’anno per consentirea 862 milioni di affamati di godere diun fondament<strong>al</strong>e diritto umano, il diritto<strong>al</strong> cibo e quindi il diritto <strong>al</strong>la vita?» ha sottolineatoJacques Diouf, direttore gener<strong>al</strong>e<strong>della</strong> <strong>Fao</strong>.Più concreta appare però la ricetta di LennartBage, presidente del Fondo internazion<strong>al</strong>eper lo sviluppo agricolo (Ifad), il qu<strong>al</strong>esollecita aiuti concreti e progetti di mediolungoperiodo per 450 milioni di piccole fattorieche vanno messe in grado di aumentarela produttività. «Se contadini e pastori nonriescono a vivere dei prodotti <strong>della</strong> loro terra– ha sottolineato Bage – sono costretti amettersi in movimento verso le città con ilrischio di vivere in miseria».L’utilità o meno degli ogm è stato uno deitemi affrontati nel corso del <strong>vertice</strong>. A questoproposito il ministro delle politiche agricoleLuca Zaia, avviatosi <strong>al</strong>la riunione <strong>della</strong> <strong>Fao</strong>con il commissario <strong>al</strong>l’agricoltura MariannFischer Boel dopo un incontro bilater<strong>al</strong>e <strong>al</strong>Ministero, ha dichiarato che «mettere avantila fame nel mondo per giustificare gli ogmmi sembra azzardato».In concomitanza con il summit <strong>della</strong> <strong>Fao</strong> si èsvolto a Roma Terra Petra, un contro<strong>vertice</strong> diorganizzazioni non governative (ong) e movimenticontadini. Ai capi di Stato e di Governopresenti <strong>al</strong>l’incontro <strong>Fao</strong>, Terra Petra proponeuffici<strong>al</strong>mente di «istituire in ambito Onuuna nuova commissione Nord-Sud che sarebbemolto più democratica <strong>della</strong> task force propostada Ban Ki-Moon»; così si è espresso AntonioOnorati, presidente di Crocevia e portavoce delcoordinamento <strong>sulla</strong> sovranità <strong>al</strong>imentare cherappresenta 400 milioni di contadini. •Letizia Martirano23/2008 • L’Informatore Agrario9

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