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Alto Casertano terra di mezzo (pdf, 591 kB) - L'Informatore Agrario

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I LUOGHI DIPRODUZIONECAMPANIA ▸ TRA PARCHI NATURALI E SPECIALITÀ GASTRONOMICHE<strong>Alto</strong> <strong>Casertano</strong><strong>terra</strong> <strong>di</strong> <strong>mezzo</strong><strong>di</strong> PINO LOPERFIDO<strong>di</strong> VITO VERRASTRO<strong>Casertano</strong> è una classica «<strong>terra</strong> <strong>di</strong> <strong>mezzo</strong>», <strong>di</strong>stesatra due gran<strong>di</strong> fiumi in un Sud dal cuore antico chetende a slanciarsi verso il Centro.L’<strong>Alto</strong>Poco rispettosa dei confini che la geografia classica vorrebbeimporle e perennemente in bilico tra tra<strong>di</strong>zione e innovazione,è il lembo campano che si proietta in Molise, racchiusotra il Garigliano e il Volturno. Di essa scrisse anche PierpaoloPasolini nel 1956, definendola «Terra <strong>di</strong> lavoro» nell’omonimopoemetto; ma la povertà descritta dal poeta e regista è nel tempo<strong>di</strong>venuta ricchezza: quella <strong>di</strong> uno scrigno che ha fatto della<strong>di</strong>fesa della natura e della cultura, del gusto e dei sapori autentici,la sua forza.CAPITOLI DELL’UNITÀ NAZIONALEGli abitanti dell’<strong>Alto</strong> <strong>Casertano</strong> si sentono <strong>di</strong>fferenti dal restodei campani negli usi, nei costumi e nel modo <strong>di</strong> pensare. C’èQuesto lembo della Campania si stacca siageograficamente sia culturalmente dal restodella regione. Abitato da gente laboriosa, offreitinerari naturalistici e gastronomici,ma anche storici e antropologiciun orgoglio <strong>di</strong>verso, un «sentire» che non sfocia quasi mai nelvittimismo, ma piuttosto tende a costruire e a unire, più che a<strong>di</strong>videre o a contrapporre. È l’ere<strong>di</strong>tà della Storia, quella conla «s» maiuscola, probabilmente, a manifestarsi. L’Unità d’Italiaper esempio si concretizzò da queste parti con il famoso incontro<strong>di</strong> Teano tra Vittorio Emanuele e Garibal<strong>di</strong>, avvenuto il 26ottobre 1860, che chiuse la spe<strong>di</strong>zione dei Mille.Qui si visse la <strong>di</strong>sperata insurrezione dei lealisti borbonici e laspietata repressione del brigantaggio, che lacerò queste terre esvuotò tanti paesi. E ancora, nell’ottobre 1943 questo territoriofu teatro <strong>di</strong> lutti e <strong>di</strong>struzioni, prima che, con la «battaglia <strong>di</strong>44 - 4/2010© 2010 Copyright E<strong>di</strong>zioni L’Informatore <strong>Agrario</strong> S.r.l.


IL SUINO NERO «CASERTANA»Tra gli animali da proteggere dal rischio estinzione vi è ilsuino nero «Casertana» Tgaa (Tipo genetico autoctono antico)che deriva dall’incrocio del suino domestico con quelloin<strong>di</strong>ano o appartenente alla cosiddetta razza Romanica,<strong>di</strong>ffusa in Nord Africa, Portogallo,Spagna, Italia e nel Sud-ovestdella Francia. Le sue origini sonomolto antiche, come confermanole raffigurazioni in sculture e affreschi<strong>di</strong> epoca romana.Dotato <strong>di</strong> grande adattabilità agliambienti poveri della Campania,in modo particolare nelle zonecollinari della provincia <strong>di</strong> Caserta,è interessante per l’attitu<strong>di</strong>neal pascolamento, la qualitàdelle carni adatte alla trasformazione,la capacità <strong>di</strong> valorizzarealimenti poveri. L’alimentazionedel suino nero Casertana si basaprevalentemente sull’utilizzo <strong>di</strong> risorselocali, permettendo così <strong>di</strong>mantenere vivo il rapporto dell’animale con il territorio, favorendoal tempo stesso lo sviluppo sostenibile <strong>di</strong> bioterritorieconomicamente marginali le cui <strong>di</strong>sponibilità alimentariandrebbero perdute.Dei 498 soggetti esistenti in Italia, ben 247 sono nel <strong>Casertano</strong>,all’interno <strong>di</strong> 12 aziende. Recuperare il suino neroCasertana offre <strong>di</strong>versi vantaggi: può costituire fonte <strong>di</strong>red<strong>di</strong>to per le popolazioni locali e contribuire alla salvaguar<strong>di</strong>aagro-ecologica del territorio.Il Consdabi (Consorzio per la sperimentazione, <strong>di</strong>vulgazionee applicazione <strong>di</strong> biotecniche innovative) <strong>di</strong> Benevento,in collaborazione con l’Assessorato agricoltura della RegioneCampania, si sta adoperando da anni per il recuperoe per la valorizzazione produttiva <strong>di</strong> questo suino, nellaconvinzione che possa svolgere un ruolo car<strong>di</strong>ne per la sostenibilitàsalutistica e sanitaria, con riflessi positivi anchesull’economia.•co) e l’aggiornamento <strong>di</strong> altri già esistenti (il Piano della bio<strong>di</strong>versità)che permetteranno <strong>di</strong> ottimizzare le enormi potenzialitàdell’area: «C’è una straor<strong>di</strong>naria ricchezza naturalistica, storica,archeologica e gastronomica che va messa a sistema» spiega.«Parlando <strong>di</strong> produzioni locali, c’è un paniere <strong>di</strong> eccellenze cheva tutelato e valorizzato, a partire da autentiche rarità come lalenticchia <strong>di</strong> Valle Agricola».LA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANAUn <strong>di</strong>scorso a parte merita la mozzarella <strong>di</strong> bufala, vera reginadell’economia dell’<strong>Alto</strong> <strong>Casertano</strong>. Il Consorzio <strong>di</strong> tutela dellaMozzarella <strong>di</strong> Bufala Campana dop – organismo riconosciutodal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali perla tutela, la vigilanza, la valorizzazione e la promozione <strong>di</strong> questadenominazione <strong>di</strong> origine protetta – è il quarto consorziod’Italia e il primo da Bologna alla Sicilia per <strong>di</strong>mensioni economiche:120 caseifici, 2.000 allevamenti e 20.000 addetti producono500 milioni <strong>di</strong> fatturato annuo, con performance in grado<strong>di</strong> abbattere anche la crisi degli ultimi anni.I continui attacchi me<strong>di</strong>atici che da alcuni anni si registrano aidanni dell’immagine dell’«oro bianco» campano hanno indottoil Consorzio a scavare una trincea forte per <strong>di</strong>fferenziare unprodotto al top della gamma rispettoa tutto ciò che non lo è: «Stiamomarcando con decisione la <strong>di</strong>fferenzatra la Mozzarella <strong>di</strong> Bufala Campanadop e gli altri prodotti generici chetroppo spesso vengono confusi e accostatial nostro» spiega il neo<strong>di</strong>rettoregenerale, Antonio Lucisano, esperto<strong>di</strong> qualità e marketing delle produzionialimentari. «Lo dobbiamo a noistessi, ma soprattutto ai consumatorie in particolare a chi ignora che lanostra mozzarella è sottoposta a rigorosissimicontrolli che ne certificanola salubrità. Ci siamo attivati con unastrategia <strong>di</strong> fondo chiara, che prevedeun’assidua vigilanza sul territorio e allostesso tempo altissimi standard in tutti i passaggi della filiera,a partire dalla produzione <strong>di</strong> un latte <strong>di</strong> massima qualità.Nel contempo stiamo operando una grande rivoluzione nelConsorzio favorendo la partecipazione degli allevatori, che sarannorappresentati per la prima volta in seno al nuovo consiglio<strong>di</strong> amministrazione, e intensificando le collaborazioni conil Ministero, la Regione Campania e le organizzazioni agricole.Il 2011 dovrà essere l’anno della svolta».CARNI, INSACCATI E VINI ANTICHI E MODERNIDire bufala naturalmente significa anche parlare della produzione<strong>di</strong> carne pregiata, così come lo sono quelle <strong>di</strong> agnello e <strong>di</strong>capretto che devono la loro genuinità agli incontaminati pascolidell’intera area dell’<strong>Alto</strong> <strong>Casertano</strong>.Significativa è anche la produzione <strong>di</strong> insaccati come la soppressata,le salsicce fresche e stagionate, i capicolli, i salami, i prosciutti,da accompagnare magari al più famoso tra i vini dell’antichità,il Falerno. Ma anche il Caleno e il Faustiniano (lodatida Orazio, Virgilio, Catone, Plinio) e lo Statano, il Trebulano,il Caucino, il Petrino, il Razzese erano prodotti nella provincia<strong>di</strong> Caserta. Fin dal 750 a.C., del resto, le prime viti greche trasportateda antichi colonizzatori approdarono non lontano daqui, a Pitecusa (Ischia), a Cuma, a Poseidonia, a Elea, e da questezone si <strong>di</strong>ffusero in Italia e nel mondo.Oggi il clima mite, le moderate piogge, la scarsa umi<strong>di</strong>tà, i terreni<strong>di</strong> natura vulcanica garantiscono la produzione <strong>di</strong> uve ricche<strong>di</strong> zucchero e <strong>di</strong> intensi aromi; la razionalizzazione dei sistemicolturali consente <strong>di</strong> valorizzare appieno le caratteristichedei vitigni e la vocazione alla viticoltura <strong>di</strong> questi territori. Tuttequeste con<strong>di</strong>zioni favoriscono vini <strong>di</strong> pregio, ricchi <strong>di</strong> profumie <strong>di</strong> carattere, unici e inimitabili come il Falerno del Massico,l’Asprinio <strong>di</strong> Aversa e il Galluccio, le tre doc casertane.E se è una realtà che la provincia <strong>di</strong> Caserta sia la meno vitatatra quelle campane, è anche vero che sul piano della qualità46 - 4/2010© 2010 Copyright E<strong>di</strong>zioni L’Informatore <strong>Agrario</strong> S.r.l.


Lago Matese visto salendo al Monte Milettoi prodotti occupano un posto <strong>di</strong> primissimo piano nel contestoenologico regionale, rappresentando produzioni <strong>di</strong> eccellente livelloqualitativo e <strong>di</strong> grande tra<strong>di</strong>zione a cui si affiancano vinimeno noti, ma potenzialmente molto interessanti, come il Pallagrelloe il Casavecchia.OLIO E MOLTO ALTROIl terreno, il clima e le tecniche <strong>di</strong> lavorazione spesso tra<strong>di</strong>zionalifavoriscono anche la produzione <strong>di</strong> un olio dal sapore caratteristico,con bassissima aci<strong>di</strong>tà e dalle buone proprietà nutritive(come l’alto tasso <strong>di</strong> sostanze antiossidanti), che occupa un postoimportante nell’economia agricola della zona, grazie anchealla selezione <strong>di</strong> cultivar, cioè <strong>di</strong> varietà coltivate <strong>di</strong> olive operatanel tempo dagli agricoltori e che rappresentano un patrimonio<strong>di</strong> gusti e sapori.L’olio extravergine <strong>di</strong> oliva Terre Aurunche, la cui dop è in corso<strong>di</strong> registrazione presso l’Unione Europea (con protezionetransitoria nazionale) è prodotto con i tra<strong>di</strong>zionali meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavorazione,quali la raccolta a mano delle olive e la molitura. Lacultivar dominante è la Sessana e l’olio che ne deriva è fruttato,Per i visitatori dell’<strong>Alto</strong> <strong>Casertano</strong> è d’obbligoprovare la carne <strong>di</strong> bufalaleggermente piccante, con sentori <strong>di</strong> carciofo e mandorla. Particolarmenteintenso anche l’extravergine <strong>di</strong> oliva delle Collinematesine e caiatine, altro prodotto tipico.Ortaggi, come le patate, i broccoletti e i legumi, tra cui le lenticchie,l’aglio e le cipolle <strong>di</strong> Alife completano il paniere che si rappresentacome un’esplosione <strong>di</strong> gusti a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> chiunquedecida <strong>di</strong> trascorrere qualche giorno nell’<strong>Alto</strong> <strong>Casertano</strong>.Noi consigliamo <strong>di</strong> fermarsi almeno un week end, per scoprireuna parte <strong>di</strong> un patrimonio ricco anche <strong>di</strong> simboli, leggende esuperstizioni e che provoca emozioni, quelle che solo il senso <strong>di</strong>viaggiare attraverso la storia può regalare.Vito VerrastroPer le fotografie del Parco del Matese si ringraziano AntoniettaFerrazzano e Marilena Norato.INFODove mangiare• Ristorante Vairo del Volturno - Via IV Novembre,60 - Vairano Patenora (CE) - Tel. 0823.643018Fax 0823.643018 - www.vairodelvolturno.com• La Caveja - Via Santissima Annunziata, 13Pietravairano (CE) - Tel. 0823.984824• Ristorantino Fortezza Normanna - Via Madonna<strong>di</strong> Loreto, 12 - Vairano Patenora (CE)Tel. e fax 0823.985140 - www.fortezzanormanna.itDove dormire• Masseria Giò Sole - Via Giar<strong>di</strong>ni, 31 - Capua (CE)Tel. 0823.96.11.08 - www.masseriagiosole.com• Borgo Montanaro - Via De Renzis, 32Francolise (CE) - Tel. 0823.883001Cell. 328.1410378 - www.borgomontanaro.it• Masseria Pietra Chiara - Via Palombi, 26Sessa Aurunca (CE) - Tel. 0823.70.63.96www.pietrachiara.com• Relais La Vigna - S.S. Domitiana, 18 - Cellole (CE)Tel. 0823.93.20.88 - www.villamatilde.it4/2010 -47© 2010 Copyright E<strong>di</strong>zioni L’Informatore <strong>Agrario</strong> S.r.l.

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