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Giugno 2011 - Comune di Scandiano

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20unità d’italia“L’Italia non può essere soloun Paese <strong>di</strong>vertente”Romano Pro<strong>di</strong> e Alberto Melloni protagonisti a Scan<strong>di</strong>anoMelloni a Scan<strong>di</strong>ano: “Riscattiamo ilmito del Risorgimento”Teatro Boiardo gremito all’inverosimileper la conferenza del prof. RomanoPro<strong>di</strong> martedì 7 giugno a Scan<strong>di</strong>ano,de<strong>di</strong>cata al tema dello sviluppo economiconei 150 anni dell’Unità nazionale.Dopo un aperitivo con gli impren<strong>di</strong>toridel territorio consumato in Casa Spallanzani,il professore originario <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>anoè stato accolto da una folla inpie<strong>di</strong> ad applau<strong>di</strong>rlo, prima <strong>di</strong> salire sulpalco accompagnato dal Sindaco AlessioMammi che lo ha salutato e ringraziato:molti Sindaci, autorità e amministratori.Pro<strong>di</strong> ha poi parlato per quasidue ore in una conversazione dai toniinformali - a tratti gravosa a tratti ironica– moderato da Azio Sezzi, esperto <strong>di</strong>tematiche dello sviluppo economico. Enello svolgere e approfon<strong>di</strong>re in chiavedualistica temi car<strong>di</strong>ne per l’Italia qualiil rapporto tra pubblico e privato, l’impresae il resto del lavoro, il Nord e ilSud, l’Italia vista dal binocolo internazionaleed europeo, Pro<strong>di</strong> ha tracciatoun quadro a tinte reali, fosche in alcunimomenti. In un contesto europeo<strong>di</strong> profonda stagnazione, l’Italia “lecui innovazioni hanno sempre avutospinta da necessità, in pochissimi casida autonome iniziative” è costretta a<strong>di</strong>nseguire e galleggia a vista, ultima traIn Italia dopo150 anni nonabbiamo ancoral’uniformitàsocialepaesi del vecchio mondo che a loro voltalasciano sul campo alcune lunghezzein tema <strong>di</strong> sviluppo nei confronti delnuovo polo mon<strong>di</strong>ale, l’Asia. Un’Italiafatta <strong>di</strong> piccole imprese che paganoalla globalizzazione un’eccessiva frammentazionein termini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni, tecnologie,fatturato; un sistema dei Distrettiche è in profonda <strong>di</strong>fficoltà, investitodai cambiamenti strutturali del mondoeconomico e finanziario.Pro<strong>di</strong> arricchisce <strong>di</strong> esempi e riman<strong>di</strong>alla situazione attuale le sue considerazioni:<strong>di</strong> grande effetto la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> attrattivitàdel porto <strong>di</strong> Gioia Tauro: “eratra i più strutturati del Me<strong>di</strong>terraneo,sicuramente il meglio posizionato nelnostro Paese. Oggi perde la più grandeazienda <strong>di</strong> container mon<strong>di</strong>ale che visvolgeva il proprio commercio.Quasi un centinaio <strong>di</strong> persone si sono trovatenel salone d’onore della Rocca deiBoiardo <strong>di</strong> Scan<strong>di</strong>ano per ascoltare la conferenzasul 150mo dell’Unità del prof. AlbertoMelloni. Dopo l’intervento <strong>di</strong> salutoe <strong>di</strong> ringraziamento dell’assessore alla culturaGiulia Iotti, Melloni ha approfon<strong>di</strong>toalcuni temi sulla storia dell’Unità, lasciandospazio anche a quegli argomenti che dasempre ripercorrono il suo percorso professionalee universitario come il rapporto tralo Stato e la Chiesa. Il prof. Melloni - cheè or<strong>di</strong>nario presso l’Università degli stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia - ha subito evidenziatocome nella narrazione nazionale,fin dai primi anni dell’Unità, vi siano statedue versioni dell’Italia, una più deamicisianaa sostenere il mito dell’Italia migliore,produttiva, legata alla famiglia e ai valorisociali, e un’altra negativa che da sempreha raccontato l’Italia “marcia”, incapace <strong>di</strong>reagire e riscattare se stessa. “In 150 anniabbiamo combattuto l’analfabetismo, costruitoinfrastrutture, siamo <strong>di</strong>ventati trale 10 più importanti potenze mon<strong>di</strong>ali, edato vita a un sistema sanitario pubblico<strong>di</strong> ottimo livello: sono pochissimi i paesiche hanno saputo fare tutto questo”. Daglianni sessanta gli italiani imparano unpatriottismo che Melloni definisce “allungatocome un bro<strong>di</strong>no”, fatto <strong>di</strong> canzoni,luoghi comuni e falsi storici: oggi le nuovegenerazioni perdono interi pezzi <strong>di</strong> storia,anche quella repubblicana, “I miei studentiall’università, seppur provenienti da buonescuole, sono per lo più convinti che AldoMoro fosse il segretario del PCI: hannoquadri <strong>di</strong> conoscenze, ma non i chio<strong>di</strong> <strong>di</strong>cultura generale sui quali appenderli”.

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