il modello di Schilling e la proposta di - Economia Aziendale Online
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Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità:<strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e<strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>Manuel Bor<strong>di</strong>gnonVia Semonzetto, 4; 31030 Borso del Grappa (TV)Ema<strong>il</strong>: manuel.bor<strong>di</strong>gnon@gma<strong>il</strong>.comSommario – 1. Il concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità – 2. La <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità – 3. Il <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling – 3.1 Laseparab<strong>il</strong>ità dei componenti e <strong>la</strong> specificità sinergica – 3.2 L’eterogeneità degli input e l’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda- 3.3 Il livello <strong>di</strong> “urgency” – 4. Alcune considerazioni sul <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling – 5. La <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo<strong>modello</strong> – 5.1 Le caratteristiche del contesto – 5.2 Le caratteristiche del sistema – 5.3 Le <strong>di</strong>namiche e le interazionitra sistema e contesto e <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> adattamento reciproco tra questi ultimi – 6. ConclusioniAbstractSoprattutto negli ultimi anni, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità ha suscitato un certo interesse sia in letteratura che nel<strong>la</strong> praticamanageriale.L’importanza <strong>di</strong> tale tema <strong>di</strong>venta ancora più crescente se si considera <strong>la</strong> sempre maggiore <strong>di</strong>ffusione (talvolta ancheinconsapevole) dell’approccio modu<strong>la</strong>re all’interno delle imprese.Diviene quin<strong>di</strong> cruciale prendere in considerazione quali sono i fattori che possono indurre o meno un’azienda adadottare una qualche forma <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità.Il presente articolo, dopo aver definito <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità, richiamando brevemente alcuni contributi (Ulrich,1995; Ulrich ed Eppinger, 1995; Baldwin e C<strong>la</strong>rk, 2000; ecc.), ed aver evidenziato <strong>la</strong> pervasività e <strong>la</strong>inter<strong>di</strong>sciplinarietà dell’approccio modu<strong>la</strong>re, analizza alcune delle forze e delle variab<strong>il</strong>i che possono favorire odostaco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> “migrazione” <strong>di</strong> un sistema (un bene, un servizio, un’organizzazione, ecc.) verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità,ut<strong>il</strong>izzando a tale scopo <strong>il</strong> <strong>modello</strong> proposto da Sch<strong>il</strong>ling qualche anno fa e proponendo a sua volta un nuovo<strong>modello</strong>.In partico<strong>la</strong>re, <strong>il</strong> <strong>modello</strong> proposto e le considerazioni svolte nell’ambito del presente articolo hanno come principalefine quello <strong>di</strong> evidenziare, in primo luogo, che <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità non rappresenta una semplice opzione, bensì una sceltache comporta un grande impatto sulle strategie e sugli equ<strong>il</strong>ibri dell’impresa e, in secondo luogo, <strong>il</strong> fatto che undeterminato fattore non solo può determinare al tempo stesso sia spinte negative che positive verso un approcciomodu<strong>la</strong>re, ma anche comportare influenze <strong>di</strong>fferenti in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> situazione specifica considerata (contesto in cu<strong>il</strong>’azienda opera, obiettivi dell’impresa, ecc.).1 - Il concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>ritàLa modu<strong>la</strong>rità rappresenta un concetto secondo <strong>il</strong> quale un prodotto, un’organizzazione, unprocesso, o più in generale, un sistema, possono essere progettati o analizzati in maniera tale dapoter in<strong>di</strong>viduare al loro interno dei moduli fisicamente o logicamente separab<strong>il</strong>i, posti ininterazione tra loro attraverso delle interfacce.Tale concetto non è recente, ma soprattutto non è da ricondursi soltanto al campo tecnologicoed economico. La modu<strong>la</strong>rità è infatti un concetto pervasivo e inter<strong>di</strong>sciplinare che trova- © 2003 p. 1
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>applicazione anche in altri campi quali l’arte, <strong>la</strong> linguistica, le istituzioni sociali, l’ambitoformativo e quello dell’appren<strong>di</strong>mento, <strong>la</strong> robotica, l’intelligenza artificiale, <strong>la</strong> psicologia e lescienze cognitive, <strong>la</strong> matematica 1 , <strong>la</strong> biologia 2 , ecc. (In partico<strong>la</strong>re, con riferimento al<strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità nell’ambito del<strong>la</strong> psicologia e delle scienze cognitive si veda <strong>il</strong> quadro 1).Quadro 1 - La modu<strong>la</strong>rità nel<strong>la</strong> psicologia e <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> menteIl tema del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità è da lungo tempo al centro del <strong>di</strong>battito nelle scienze cognitive. In partico<strong>la</strong>re, icognitivisti considerano <strong>il</strong> cervello non come un sistema equipotenziale e globalmente coinvolto da qualsiasitipo <strong>di</strong> attività svolta da un in<strong>di</strong>viduo, bensì come un sistema organizzato in aree fortemente specializzate,ognuna delle quali realizza determinate c<strong>la</strong>ssi <strong>di</strong> operazioni richieste da processi più complessi. In altritermini, <strong>la</strong> mente sarebbe organizzata in moduli cognitivi che, caratterizzati da una re<strong>la</strong>tiva in<strong>di</strong>pendenza,sono in grado <strong>di</strong> assemb<strong>la</strong>rsi, combinarsi e model<strong>la</strong>rsi in modo adattivo, in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> realtà ambientale(tecnologica, sociale, ecologica, ecc.) in cui vive l’in<strong>di</strong>viduo. Va comunque r<strong>il</strong>evato che <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità nelcampo delle scienze del<strong>la</strong> psicologia e del<strong>la</strong> mente umana costituisce sicuramente un tema moltocontroverso, in quanto ai cognitivisti, si contrappongono <strong>il</strong> connessionismo e gli empiristi, i qualiconcepiscono <strong>la</strong> mente non come un sistema organizzato in moduli, bensì come un sistema “olistico”caratterizzato da innumerevoli interazioni fisico chimiche. «It is not controversial that important aspects ofperception are modu<strong>la</strong>r; they are subserved by de<strong>di</strong>cated, specialized and perhaps even informationallyautonomous mechanisms. But the suggestion that belief fixation might be modu<strong>la</strong>r is controversial» [Currie eSterelny, 2000, 146].Sebbene l’ipotesi che <strong>il</strong> cervello sia costituito da moduli (più o meno in<strong>di</strong>pendenti tra loro) abbia assuntoun certo r<strong>il</strong>ievo negli ultimi quarant’anni, <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> mente modu<strong>la</strong>re fu proposto già nel<strong>la</strong> prima metàdell’800 dall’anatomista e fisiologo tedesco Franz Joseph Gall (1758-1828), <strong>il</strong> quale affermò che l’organodel<strong>la</strong> mente coincideva con <strong>il</strong> cervello e che quest’ultimo era strutturato in aree specifiche e in<strong>di</strong>pendenti,nelle quali vi era un insieme <strong>di</strong> facoltà localizzate.In seguito, altri stu<strong>di</strong>osi confermarono, perlomeno in parte, <strong>la</strong> teoria <strong>di</strong> Gall. In partico<strong>la</strong>re, <strong>il</strong> neurologo eantropologo francese Pierre-Paul Broca (1824-1880), attraverso un esame autoptico ad un suo pazienteaffetto da problemi <strong>di</strong> afasia, riscontrò alcune lesioni cerebrali localizzate in un’area specifica del lobofrontale sinistro del cervello. Questa ed altre analisi in pazienti che presentavano sim<strong>il</strong>i <strong>di</strong>sturbi dellinguaggio indussero Broca formu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> teoria secondo <strong>la</strong> quale quel<strong>la</strong> specifica area del lobo frontale <strong>di</strong>sinistra era <strong>la</strong> “sede” del linguaggio umano. Tale teoria avvalorò <strong>la</strong> tesi secondo <strong>la</strong> quale le funzionicognitive sono localizzate in aree <strong>di</strong>stinte e specifiche del cervello.1 L’adozione del concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità in matematica va attribuito a Carl Friedrich Gauss (1777-1855). Gauss nelsuo trattato “Disquisitiones Arithmeticae”, pubblicato nel 1801, introdusse <strong>la</strong> teoria dei numeri congruenti, teoriadal<strong>la</strong> quale nacque l’aritmetica modu<strong>la</strong>re.2 Nel campo del<strong>la</strong> biologia, <strong>il</strong> termine modu<strong>la</strong>rità è stato concepito e ut<strong>il</strong>izzato in mo<strong>di</strong> molteplici, così come <strong>la</strong>stessa definizione del concetto <strong>di</strong> modulo non è univoca. Per esempio, mentre <strong>la</strong> biologia evoluzionistica canalizza <strong>la</strong>sua attenzione sulle origini evolutive del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità degli organismi, focalizzandosi sui cosiddetti moduli evolutivi,<strong>la</strong> biologia dello sv<strong>il</strong>uppo ha come principale interesse l’analisi dei cosiddetti moduli <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo, concependo questiultimi come una combinazione <strong>di</strong> componenti (geni, ecc.) atti a svolgere un determinato processo e funzione.Alcuni stu<strong>di</strong>osi biologi anziché fornire una definizione <strong>di</strong> modulo, hanno proposto una serie <strong>di</strong> caratteristiche chedovrebbe possedere quest’ultimo. Ad esempio, secondo Rudulf A. Raff (1996), un modulo <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo dovrebbeessere caratterizzato da: una specificazione genetica <strong>di</strong>screta, un’organizzazione gerarchica, dall’interazione con altrimoduli, ecc.In ogni caso, con riferimento al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, gli aspetti principali sui quali sembra porre r<strong>il</strong>ievo <strong>la</strong> biologiariguardano:- l’origine evolutiva del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, mostrando partico<strong>la</strong>re attenzione ai meccanismi che favoriscono oimpe<strong>di</strong>scono l’emergere evolutivo del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità;- i benefici e gli svantaggi del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità;- <strong>il</strong> ruolo del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità nell’evoluzione biologica.- © 2003 p. 2
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>Ma probab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> contributo più noto (e forse anche quello più <strong>di</strong>scusso e criticato) in questo campo,anche se sul piano più strettamente psicologico, è quello Jerry A<strong>la</strong>n Fodor con <strong>il</strong> suo libro “The modu<strong>la</strong>rity ofmind” (1983). Tale stu<strong>di</strong>oso sostiene che vi sono certe aree del cervello che sono pre<strong>di</strong>sposte biologicamenteper svolgere determinati processi computazionali in modo quasi in<strong>di</strong>pendente.Va subito r<strong>il</strong>evato che Fodor non ritiene che <strong>il</strong> <strong>modello</strong> modu<strong>la</strong>re sia applicab<strong>il</strong>e al<strong>la</strong> mente e quin<strong>di</strong> alcervello nel<strong>la</strong> sua globalità; egli evidenzia piuttosto come <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità sia ipotizzab<strong>il</strong>e soprattutto per isistemi periferici, cioè quelli che hanno <strong>il</strong> compito <strong>di</strong> interpretare i segnali neurali in modo da renderliaccessib<strong>il</strong>i ai sistemi centrali. Al contrario, i sistemi centrali, a causa delle loro caratteristiche <strong>di</strong> complessitàe <strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e necessità <strong>di</strong> interscambiare le informazioni in modo reciproco, non sarebbero compatib<strong>il</strong>icon un’organizzazione strutturata per moduli.Fodor definisce “modulo cognitivo” un componente <strong>di</strong> un sistema più complesso che gode delle seguentiproprietà:- domain specific: secondo tale proprietà, lo stesso componente funzionale non può trattare input esternial dominio per <strong>il</strong> quale è designato. In altri termini, una determinata area o componente funzionale (modulo)del cervello risponde soltanto ad una determinata c<strong>la</strong>sse <strong>di</strong> input (tale proprietà è in parte paragonab<strong>il</strong>e al<strong>la</strong>re<strong>la</strong>zione biunivoca tra componente e funzione che verrà descritta in questo paragrafo con riferimento allearchitetture <strong>di</strong> prodotto modu<strong>la</strong>ri);- innately specified: tale proprietà sostiene che <strong>la</strong> struttura <strong>di</strong> un modulo non è frutto del processo <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento caratterizzante un in<strong>di</strong>viduo, bensì è innata (geneticamente co<strong>di</strong>ficata); i moduli sono cioèdeterminati geneticamente;- not assembled: i moduli non sono assembled, cioè non sono un sistema costituito dall’unione <strong>di</strong> uninsieme <strong>di</strong> processi più elementari. Secondo tale proprietà l’architettura virtuale <strong>di</strong> un modulo corrispondeinvece in modo re<strong>la</strong>tivamente <strong>di</strong>retto al<strong>la</strong> sua implementazione neurale;- neurologically hardwired: questa proprietà, in stretta re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> specificità <strong>di</strong> dominio <strong>di</strong> unmodulo (domain specific), afferma che i moduli sono associati a meccanismi neurali specifici e localizzab<strong>il</strong>i;- informationally encapsu<strong>la</strong>ted: un modulo o un sistema viene definito “incapsu<strong>la</strong>to” se non riceveinformazioni da altri moduli o sistemi. Ciò consente ai <strong>di</strong>versi moduli cognitivi <strong>di</strong> operare velocemente inquanto non subiscono interferenze da parte <strong>di</strong> altri moduli o sistemi tali da aver conseguenze sul<strong>la</strong> durata delprocesso. Secondo Fodor l’essenza del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità dei sistemi cognitivi (per lo meno quelli periferici) staproprio in tale caratteristica;- computationally autonomous: secondo tale caratteristica, un componente si definiscecomputazionalmente autonomo se non con<strong>di</strong>vide con altri componenti risorse comuni (quali ad esempiobuffer <strong>di</strong> memoria, meccanismi attenzionali, ecc.). (Tale proprietà è paragonab<strong>il</strong>e all’in<strong>di</strong>pendenza delmodulo nell’architettura <strong>di</strong> prodotto; aspetto quest’ultimo, che verrà descritto successivamente in questoparagrafo).Secondo Fodor le proprietà qui sopra presentate consentono <strong>di</strong> definire un sistema modu<strong>la</strong>re. Tuttavia,come lo stesso Fodor afferma, ognuna <strong>di</strong> tali proprietà può essere presente in un sistema in <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong>, cosìcome lo stesso concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità non è un concetto <strong>di</strong>cotomico.Altri importanti contributi riguardanti <strong>il</strong> tema del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità nelle scienze cognitive sono stati forniti damolti stu<strong>di</strong>osi, tra i quali Max Colthearth ( “Modu<strong>la</strong>rity and cognition” [1999]), Charles Hulme e Margaret J.Snowling (“Deficits in output phonology: An exp<strong>la</strong>nation of rea<strong>di</strong>ng fa<strong>il</strong>ure?, [1992]), Howard Gardner(“Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences” [1993]), ecc.Inoltre, come ha r<strong>il</strong>evato Sch<strong>il</strong>ling 3 (2000), molto raramente un sistema presenta all’internodel<strong>la</strong> sua architettura elementi fisicamente o logicamente assolutamente non separab<strong>il</strong>i o nonricombinab<strong>il</strong>i tra loro. Ne consegue che <strong>la</strong> quasi totalità dei sistemi presenta un grado, più o meno3 «Since all system are characterized by some degree of coupling (whether loose or tight) between components, andvery few systems have components that are completely inseparable and cannot be recombined, almost all systemsare, to some degree, modu<strong>la</strong>r» [Sch<strong>il</strong>ling, 2000, 312].- © 2003 p. 3
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>elevato, <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità.Emerge pertanto <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> rispondere al seguente interrogativo, al fine <strong>di</strong> poter trattare inmodo ut<strong>il</strong>e, efficace ed adeguato <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, le sue implicazioni e i suoi effetti nel campoeconomico aziendale: quando un sistema può essere definito modu<strong>la</strong>re?Per trovare una valida risposta a questa domanda, si ritiene necessario in<strong>di</strong>viduare glielementi caratterizzanti una struttura modu<strong>la</strong>re per poter così definire in modo chiaro e nonambiguo <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità.A tal proposito, un primo passo consiste nel considerare l’architettura <strong>di</strong> prodotto 4 , <strong>la</strong> quale,come afferma Simon (Simon, 1962), costituisce <strong>la</strong> chiave <strong>di</strong> comprensione <strong>di</strong> ogni sistemacomplesso.In tale ambito si <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> partico<strong>la</strong>re ut<strong>il</strong>ità <strong>il</strong> contributo <strong>di</strong> Ulrich (Ulrich, 1995), <strong>il</strong> qualedefinisce l’architettura prodotto come «the scheme by which the function of a product is allocatedto physical component» (Ulrich, 1995: 422).L’architettura <strong>di</strong> prodotto può essere descritta e definita attraverso <strong>la</strong> considerazione deiseguenti aspetti (Ulrich, 1995):- gli elementi funzionali (o funzioni) del prodotto. Le funzioni costituiscono le operazioni che,nel loro insieme, vanno ad implementare le prestazioni <strong>di</strong> un prodotto;- <strong>la</strong> mappatura delle re<strong>la</strong>zioni tra gli elementi funzionali e i componenti del prodotto. Uncomponente è una qualsiasi regione del prodotto logicamente <strong>di</strong>stinta. Non è necessario quin<strong>di</strong>che un componente per essere definito tale debba essere separab<strong>il</strong>e in una parte fisicamenteautonoma. Al concetto <strong>di</strong> componente si accompagnano quelli <strong>di</strong> subsistema e <strong>di</strong> componenteelementare. Il subsistema è una regione fisicamente o logicamente <strong>di</strong>stinta a cui è legata unaspecifica funzione. Esso può comprendere <strong>di</strong>versi componenti tra loro collegati e si riferisce adun livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione meno dettagliato rispetto a quello in cui si vanno ad in<strong>di</strong>viduarequesti ultimi. Il componente elementare è invece un componente non ulteriormente scomponib<strong>il</strong>eottenuto al massimo livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione, detto livello iota;- le interfacce tra i componenti. L’interfaccia è ciò che connette a sistema due o piùcomponenti e che descrive come questi ultimi interagiscono tra loro. Considerato che due o piùcomponenti possono essere posti in re<strong>la</strong>zione anche senza una connessione fisica, <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong>interfaccia non può essere limitato a ciò che connette fisicamente due o più componenti. Non acaso, nel definire l’interfaccia si è posta l’attenzione sull’“interazione” e non sul<strong>la</strong> “connessionefisica” tra componenti. Da tale considerazione emerge che l’interfaccia è costituita da unprotocollo <strong>di</strong> collegamento che assicura l’interazione tra due o più componenti e, solo qualorasussista un legame fisico tra le parti, da una «connessione geometrica» (Ulrich, 1995: 421).4 Le considerazioni che seguono con riferimento all’architettura, sebbene siano riferite principalmente al prodotto,possono essere considerate valide e ut<strong>il</strong>i per qualsiasi tipo <strong>di</strong> sistema.- © 2003 p. 4
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>Le interfacce, a seconda del tipo <strong>di</strong> legame da loro creato, possono consentire l’a<strong>di</strong>acenzafisica tra due o più componenti e/o permettere tra questi ultimi lo scambio <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong>materiali, <strong>di</strong> informazioni, ecc.Definito <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> architettura, si possono ora meglio comprendere alcuni aspettiriguardanti <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, in partico<strong>la</strong>re considerando i due estremi dell’insieme delleconfigurazioni architetturali che può assumere un prodotto: l’architettura integrale e l’architetturamodu<strong>la</strong>re.L’architettura integrale è tale quando presenta almeno in parte 5 le seguenticaratteristiche/proprietà (Ulrich, 1995; Ulrich & Eppinger, 1995):- <strong>la</strong> mappatura delle re<strong>la</strong>zioni tra gli elementi funzionali e i componenti è complessa;- le interazioni tra i <strong>di</strong>versi componenti non sono ben definite;- le interfacce tra i componenti sono <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente identificab<strong>il</strong>i e/o non sono <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i(«coupled interface» (Ulrich, 1995: 423)).Con riferimento al<strong>la</strong> prima caratteristica, una mappatura funzioni-componenti complessa siha qualora, all’interno dell’architettura <strong>di</strong> un prodotto, una funzione sia implementata da più <strong>di</strong> uncomponente oppure quando ciascun componente svolge due o più elementi funzionali. In altritermini, una mappatura funzioni-componenti si definisce complessa quando presenta re<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong>tipo uno a molti e/o molti ad uno.Strettamente connessa al<strong>la</strong> proprietà appena descritta, è l’interazione non ben definita tra icomponenti. Il fatto che più elementi funzionali siano svolti da un solo componente e viceversacomporta che <strong>il</strong> numero e <strong>la</strong> natura delle interazioni, all’interno <strong>di</strong> un’architettura <strong>di</strong> prodotto,siano tali da rendere le re<strong>la</strong>zioni tra i componenti complesse, non ben definite e, <strong>di</strong> conseguenza,non fac<strong>il</strong>mente identificab<strong>il</strong>i.Infine, l’ultima proprietà riguardante un’architettura integrale è re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà oall’impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccoppiare i componenti <strong>di</strong> un prodotto. Tale caratteristica può risultaredal manifestarsi delle seguenti situazioni:- <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong> numero delle interazioni tra due o più componenti rendono i confini tra questiultimi non chiaramente definib<strong>il</strong>i o in<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>i;- le interfacce tra due o più componenti sono tali da richiedere, qualora venga mo<strong>di</strong>ficato uncomponente, l’adattamento e quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> mo<strong>di</strong>fica dell’altro o degli altri componenti;5 In letteratura, molti stu<strong>di</strong>osi, nel citare le proprietà caratterizzanti un’architettura integrale, affermano che èsufficiente anche <strong>il</strong> verificarsi <strong>di</strong> una soltanto <strong>di</strong> queste proprietà.A parere <strong>di</strong> chi scrive, è preferib<strong>il</strong>e affermare che tali proprietà in un’architettura integrata devono essere/sonopresenti almeno in parte, in quanto le proprietà qui descritte sono strettamente connesse tra loro e quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> verificarsi<strong>di</strong> una implica automaticamente <strong>la</strong> presenza almeno parziale delle altre.- © 2003 p. 5
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>- l’architettura del prodotto presenta caratteristiche tali da comportare l’assoluta nonseparab<strong>il</strong>ità tra i componenti.L’altro estremo dell’insieme delle configurazioni architetturali assumib<strong>il</strong>i da un prodotto,come è già stato detto, è costituito dall’architettura modu<strong>la</strong>re. Affinché un’architettura <strong>di</strong> prodottopossa definirsi modu<strong>la</strong>re deve essere caratterizzata dalle seguenti con<strong>di</strong>zioni (Ulrich, 1995;Ulrich & Eppinger, 1995):- <strong>la</strong> mappattura delle re<strong>la</strong>zioni tra gli elementi funzionali e i componenti è semplice;- le interazioni tra i <strong>di</strong>versi componenti sono ben definite;- le interfacce tra i componenti sono fac<strong>il</strong>mente identificab<strong>il</strong>i e <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i («de-cople<strong>di</strong>nterface» (Ulrich, 1995: 423)).La prima con<strong>di</strong>zione prevede che ogni componente implementi per intero una o pochefunzioni e viceversa. Se tra componenti e funzioni vi è una re<strong>la</strong>zione biunivoca (re<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> tipouno a uno), ossia ogni componente implementa una so<strong>la</strong> funzione e ciascun elemento funzionaleè svolto esclusivamente da un determinato componente, si è in presenza <strong>di</strong> un’architetturaperfettamente modu<strong>la</strong>re.Specu<strong>la</strong>rmente alle considerazioni svolte con riferimento all’architettura integrale, <strong>la</strong> secondacon<strong>di</strong>zione, interazioni tra componenti ben definite, è strettamente connessa al<strong>la</strong> proprietà appenadescritta. Infatti, se lo schema <strong>di</strong> allocazione funzioni-componenti è semplice, <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong>numero delle interazioni tra i componenti saranno tali da risultare chiaramente definib<strong>il</strong>i efac<strong>il</strong>mente identificab<strong>il</strong>i. Ciò consente una maggior capacità nel comprendere le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong>re<strong>la</strong>zione tra i componenti, con conseguente riduzione del rischio <strong>di</strong> esistenza <strong>di</strong> interazioni nonpreviste e <strong>di</strong> effetti non desiderati.Infine, l’ultima con<strong>di</strong>zione prevede che le interfacce tra i componenti siano fac<strong>il</strong>mentein<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>i e <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i. Affinché tale con<strong>di</strong>zione caratterizzi un’architettura <strong>di</strong> prodotto ènecessario, da un <strong>la</strong>to, che i confini tra i componenti siano fac<strong>il</strong>mente e chiaramente in<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>ie, dall’altro, che qualunque mo<strong>di</strong>fica effettuata su un componente non comporti alcunaalterazione all’interfaccia <strong>di</strong> collegamento con gli altri componenti. Tale caratteristica, in primoluogo, rende i componenti tra loro in<strong>di</strong>pendenti e, in secondo luogo, costituisce l’elemento chiaveaffinché vi siano le con<strong>di</strong>zioni per <strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità dei componenti. Questi ultimi nell’ambitodell’architettura modu<strong>la</strong>re vengono definiti moduli, ossia unità o porzioni <strong>di</strong> prodotto i cuielementi strutturali sono fortemente connessi tra loro e debolmente connessi rispetto agli altrielementi delle altre unità o porzioni <strong>di</strong> prodotto, (Baldwin & C<strong>la</strong>rk, 2000).In estrema sintesi, un’architettura <strong>di</strong> prodotto modu<strong>la</strong>re si contrappone ad un’architettura <strong>di</strong>tipo integrato in quanto, da un <strong>la</strong>to, ogni suo componente implementa, per intero, una o pochefunzioni e quin<strong>di</strong> vi è una chiara e precisa definizione delle interazioni tra i componenti e,- © 2003 p. 6
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>dall’altro, le interfacce sono fac<strong>il</strong>mente in<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>i e <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i. Al contrario, inun’architettura <strong>di</strong> tipo integrato, più elementi funzionali possono essere implementati da un unicocomponente e viceversa, le re<strong>la</strong>zioni tra i componenti possono non essere chiaramente definite ele interfacce non sono <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i 6 .La tabel<strong>la</strong> 1 sintetizza alcune caratteristiche dell’architettura integrale e <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>re.La descrizione del concetto <strong>di</strong> architettura <strong>di</strong> prodotto e l’analisi delle caratteristichedell’architettura modu<strong>la</strong>re e <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> integrata hanno consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare alcuni elementicaratterizzanti <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: le interfacce, i moduli, <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tendente al<strong>la</strong> biunivocità tracomponenti e funzioni, l’in<strong>di</strong>pendenza tra i moduli.Tabel<strong>la</strong> 1 – Caratteristiche dell’architettura integrale e dell’architettura modu<strong>la</strong>reArchitetturaperfettamente integraleTipo <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni tra componenti e funzioni Uno a molti o molti ad uno Uno ad unoArchitetturaperfettamente modu<strong>la</strong>reInterazioni tra i componenti Complesse e non definite Semplici e definiteTipo <strong>di</strong> interfaccia Coupled De-coupledPossib<strong>il</strong>ità varianti <strong>di</strong> prodotto Bassa AltaIdentificab<strong>il</strong>ità dei confini tra i componenti Diffic<strong>il</strong>e Fac<strong>il</strong>e e chiaraEffetti mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> un componente Dispersi LocalizzatiSeparab<strong>il</strong>ità dei componenti Bassa AltaSostituib<strong>il</strong>ità dei componenti Bassa AltaRicomponib<strong>il</strong>ità dei componenti Bassa AltaSpecificità sinergica del sistema Alta BassaFONTE: adattamento da Mikko<strong>la</strong> (2006: 131).Ulteriori elementi e considerazioni si possono trarre dalle molte riflessioni e definizioniriguardanti <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità presenti in letteratura. Se ne riportano qui <strong>di</strong> seguito alcune:- modu<strong>la</strong>rity «is a continuum describing the degree to which a system’s components can beseparated and recombined, and it refers both to the tightness of coupling between componentsand the degree to which the “rules” of the system architecture enable (or prohibit) the mixingand matching of components» (Sch<strong>il</strong>ling, 2000: 312);- «modu<strong>la</strong>rity: bu<strong>il</strong><strong>di</strong>ng a complex product or process from smaller subsystems that can bedesigned independently yet function together as a whole» (Baldwin & C<strong>la</strong>rk, 1997: 84);- «modu<strong>la</strong>rity refers to an approach to organize complex product and process efficiently […]by decomposing complex tasks into simpler portions to allow the tasks to be managed6 In ogni caso, <strong>il</strong> riconoscimento <strong>di</strong> un’architettura come modu<strong>la</strong>re o integrale <strong>di</strong>pende in buona parte dal livellogerarchico <strong>di</strong> prodotto preso in considerazione.- © 2003 p. 7
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>independently and yet work together as a whole without compromising performance» (Mikko<strong>la</strong>,2006: 128);- «modu<strong>la</strong>rity is a concept in product design where the final product is bu<strong>il</strong>t from a number ofproduct modules» (Mukhopadhyay & Setoputro, 2005: 497);- «modu<strong>la</strong>rity is a special form of design which intentionally create a high degree ofindependence or “loose coupling” between component designs by standar<strong>di</strong>sing componentinterface specifications» (Sanchez & Mahoney, 1996: 65);- «the term “modu<strong>la</strong>rity” in<strong>di</strong>cates a high degree of independence among in<strong>di</strong>vidual elements,excellent general usab<strong>il</strong>ity, and seamless interfacing between elements. Moreover, separateelement groups can be assembled into hierarchical system, and the system can also bedecomposed into the original element groups» (Bi & Zhang, 2001: 381);- «modu<strong>la</strong>rity refers to an ab<strong>il</strong>ity to “decompose” technological and organizational systemssuch that the internal functioning of one subsystem does not significantly affect the functioning ofthe others in short term. […] Such ab<strong>il</strong>ity fac<strong>il</strong>itates the retention and reuse of systemcomponents» (Garud & Kumaraswamy, 2003: 68);- «un sistema […] si definisce modu<strong>la</strong>re se è scomponib<strong>il</strong>e in unità (dette appunto moduli) chesvolgono precise funzioni e che interfacciandosi tramite protocolli standard permettono alprodotto <strong>di</strong> svolgere <strong>il</strong> complesso delle funzioni per cui è stato progettato» (Cabigiosu, Camuffo& Cappel<strong>la</strong>ri, 2005: 21).Queste ed altre considerazioni presenti in letteratura, sebbene considerino <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità da<strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista, sembrano focalizzarsi su una serie <strong>di</strong> aspetti, che verranno in parte qui <strong>di</strong>seguito analizzati:- <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità ha come fini principali <strong>la</strong> riduzione del<strong>la</strong> complessità e l’aumento del<strong>la</strong>flessib<strong>il</strong>ità in re<strong>la</strong>zione alle esigenze dell’ambiente.Una struttura modu<strong>la</strong>re consente <strong>di</strong> ridurre <strong>la</strong> complessità <strong>di</strong> un sistema in quanto permette, inprimo luogo, <strong>di</strong> semplificare le re<strong>la</strong>zioni e quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> natura delle interazioni tra componenti etra componenti e funzioni e, in secondo luogo, <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre <strong>il</strong> sistema in subsistemi,rendendo più fac<strong>il</strong>mente in<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>i le re<strong>la</strong>zioni causa-effetto all’interno del sistema stesso.Per quanto riguarda invece <strong>la</strong> flessib<strong>il</strong>ità, lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re, consentendo 7<strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità, <strong>la</strong> ricomponib<strong>il</strong>ità, <strong>la</strong> sostituib<strong>il</strong>ità, <strong>la</strong> mo<strong>di</strong>ficab<strong>il</strong>ità e l’aggiunta ol’eliminazione dei moduli, può contribuire a rendere un sistema molto flessib<strong>il</strong>e;7 Tali possib<strong>il</strong>ità sono tanto più elevate quanto maggiore è <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità caratterizzante un sistema.- © 2003 p. 8
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>- <strong>la</strong> struttura gerarchica <strong>di</strong> un sistema: secondo Simon (1962), gran parte dei sistemicomplessi, che vi sono in natura o che sono stati creati dall’uomo, sono caratterizzati daun’organizzazione gerarchica, in cui è possib<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>viduare un insieme <strong>di</strong> parti, che a loro voltasono ancora scomponib<strong>il</strong>i in altre parti, e così via. A volte <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> questi livelli gerarchici èmolto elevato, ad<strong>di</strong>rittura incalco<strong>la</strong>b<strong>il</strong>e, altre può essere piccolo, ma in ogni caso <strong>la</strong> caratteristicafondamentale è che ad ogni livello gerarchico le interazioni tra gli elementi che costituiscono unastessa parte sono molto più intense delle interazioni tra gli elementi appartenenti a parti <strong>di</strong>verse. Ilconcetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità si fonda proprio su tale caratteristica;- <strong>la</strong> scomposizione <strong>di</strong> un sistema in moduli;- <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni chiare e definite tra le funzioni svolte da un sistema e i moduli <strong>di</strong> cuiè composto;- l’in<strong>di</strong>pendenza tra i moduli: tale proprietà deriva dal<strong>la</strong> forte connessione interna e dal<strong>la</strong>elevata in<strong>di</strong>pendenza esterna che caratterizzano i moduli. L’in<strong>di</strong>pendenza tra i moduli, assiemeal<strong>la</strong> natura delle interfacce, influenza <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità, <strong>di</strong> ricomponib<strong>il</strong>ità e <strong>di</strong> sostituib<strong>il</strong>itàtra i moduli così come anche <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> aggiunta o eliminazione <strong>di</strong> questi ultimi;- l’importanza delle interfacce: le interfacce, assieme ai moduli, costituiscono uno tra iprincipali elementi caratterizzanti un’architettura modu<strong>la</strong>re. L’interfaccia è quel concetto checonsente l’in<strong>di</strong>pendenza tra i moduli. La specificazione delle interfacce prevede <strong>la</strong> definizione deiparametri secondo i quali un modulo interagisce con gli altri. In altri termini, l’interfacciacostituisce l’insieme dei parametri visib<strong>il</strong>i (visib<strong>il</strong>e parameters) all’interno <strong>di</strong> un sistema(Baldwin & C<strong>la</strong>rk, 2000);- <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> standard: in un’architettura modu<strong>la</strong>re lo standard può essere riferito al moduloo all’interfaccia. La modu<strong>la</strong>rità, attraverso tale caratteristica, da un <strong>la</strong>to, offre <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>ut<strong>il</strong>izzare uno o più moduli in <strong>di</strong>verse varianti <strong>di</strong> prodotto e, dall’altro, con lo standard <strong>di</strong>interfaccia aumenta l’interscambiab<strong>il</strong>ità dei componenti (si pensi all’esempio dei mattonciniLego);- <strong>il</strong> ruolo fondamentale dell’architettura: l’architettura costituisce l’“inte<strong>la</strong>iatura” concettuale<strong>di</strong> un sistema. Essa, oltre a definire i collegamenti (fisici o logici) e le interazioni tra i moduli,specifica <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni tra moduli e le funzioni che svolgono questi ultimi.L’insieme delle considerazioni finora svolte ha contribuito a fornire alcuni elementi ut<strong>il</strong>i perdefinire con maggior chiarezza <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità. In linea <strong>di</strong> massima, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>ritàcostituisce un concetto secondo <strong>il</strong> quale un sistema può essere progettato o analizzato in manieratale da poter essere scomponib<strong>il</strong>e in moduli fisicamente o logicamente separab<strong>il</strong>i (i qualisvolgono precise funzioni e sono caratterizzati da un elevato grado <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza) posti ininterazione tra loro attraverso delle interfacce <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i, <strong>la</strong> cui natura consente un grado più- © 2003 p. 9
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>o meno elevato <strong>di</strong> interscambiab<strong>il</strong>ità tra i componenti. Tale approccio, semplificando <strong>la</strong> strutturadelle re<strong>la</strong>zioni causa ed effetto all’interno dell’architettura del sistema e rendendo possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong>mo<strong>di</strong>fica, <strong>la</strong> sostituzione, l’aggiunta o l’eliminazione <strong>di</strong> uno o più moduli senza effetti sugli altricomponenti o sul<strong>la</strong> struttura stessa, consente <strong>di</strong> far fronte al<strong>la</strong> complessità e alle esigenze <strong>di</strong>flessib<strong>il</strong>ità, in un modo tanto più efficace quanto più elevato è <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità (o <strong>di</strong>modu<strong>la</strong>rizzazione).2 - La <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>ritàLa pervasività e <strong>la</strong> grande <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, assieme all’incremento del numero e del<strong>la</strong>consistenza dei fattori che ne hanno aumentato <strong>la</strong> necessità, hanno portato alcuni stu<strong>di</strong>osi(Baldwin & C<strong>la</strong>rk, 1997; O’Grady, 1999; Garud, Kumaraswamy & Langlois, 2003; ecc.) adefinire questo periodo come l’“era del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità” 8 . Ciò tuttavia non significa che in futuro <strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità sostituirà completamente l’integralità, né che <strong>la</strong> prima sia sempre da ritenersi idealerispetto al<strong>la</strong> seconda. «Modu<strong>la</strong>rity is not an end state of technological evolution. Everyarchitecture contains a technical performance limit» (Chesbrough, 2003: 192).A parere <strong>di</strong> chi scrive, più che par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> “era del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità”, è opportuno par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> un’erain cui, riconosciuta l’importanza del ruolo dell’architettura <strong>di</strong> sistema da parte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi 9 eimprese, si sta sempre più cercando <strong>di</strong> comprendere e approfon<strong>di</strong>re i risvolti e le implicazioniderivanti dal tipo <strong>di</strong> configurazione <strong>di</strong> prodotto, al fine <strong>di</strong> cogliere i vincoli e le opportunità adesso connesse. L’architettura <strong>di</strong> prodotto comporta infatti importanti ripercussioni, oltre che sulleperformance e sul<strong>la</strong> flessib<strong>il</strong>ità evolutiva del prodotto stesso, anche sull’assetto organizzativo,sul<strong>la</strong> capacità innovativa e sulle scelte dell’impresa. «The choice of product architecture hasbroad implications for product performance, product change, product variety, andmanufacturab<strong>il</strong>ity. Product architecture is also strongly coupled to the firm’s developmentcapab<strong>il</strong>ity, manufacturing specialties, and product strategy» (Pimmler & Eppinger, 1994: 1). Lamaggior attenzione 10 posta all’architettura <strong>di</strong> prodotto e ai risvolti <strong>di</strong> quest’ultima ha consentito <strong>di</strong>8 Garud, Kumaraswamy e Langlois affermano: «There is no doubt that we are living in a modu<strong>la</strong>r age» [Garud,Kumaraswamy e Langlois, 2003, 8].9 In tale ambito, tra i contributi più importanti vi sono quelli <strong>di</strong> Simon e Ulrich, in partico<strong>la</strong>re:SIMON HERBERT A. (1962) “The architecture of complexity”, in Procee<strong>di</strong>ngs of the American Ph<strong>il</strong>osophicalSociety;ULRICH KARL (1995) “The rule of product architecture in the manufacturing firm”, in Research Policy, Vol. 24,pagg. 419-440.10 Il riconoscimento solo recente del<strong>la</strong> grande influenza dell’architettura <strong>di</strong> prodotto sull’attività d’impresa èriscontrab<strong>il</strong>e anche da quanto scritto da Ulrich: «we <strong>di</strong>scovered that the architecture of the product […] was acritical determinant of the ab<strong>il</strong>ity to create product variety. This fact surprised us because, through the early 1990s,most of literature on product variety emphasized the role of production process flexib<strong>il</strong>ity, but <strong>di</strong>d not <strong>di</strong>scuss thearchitecture of the product» [Ulrich, 2003, 146].- © 2003 p. 10
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>cogliere maggiormente alcune potenzialità del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità e ciò, unitamente ad altri fattori, haportato ad una <strong>di</strong>ffusione crescente dell’approccio modu<strong>la</strong>re. Ma nel<strong>la</strong> realtà attuale vi sonospinte contrapposte che portano nell’una (incremento del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità) e nell’altra <strong>di</strong>rezione(incremento dell’integralità). Infatti, se in alcuni settori si sta sempre più adottando un approcciomodu<strong>la</strong>re, in altri si sta sempre più migrando verso l’integralità. «In organizational systems,researchers have noted that whereas in many industries firms appear to be <strong>di</strong>saggregating, otherindustries (e.g., banking and health care) are characterized by increasing consolidation an<strong>di</strong>ntegration» (Sch<strong>il</strong>ling, 2000: 313).Non solo l’approccio modu<strong>la</strong>re non si sta <strong>di</strong>ffondendo a scapito <strong>di</strong> quello integrale, mamodu<strong>la</strong>rità e integralità coesistono all’interno <strong>di</strong> un sistema e non sono quin<strong>di</strong> alternativi tra loro.«Most products or systems w<strong>il</strong>l embody hybrid modu<strong>la</strong>r-integral architectures. […]. In mostcases the choice w<strong>il</strong>l not be between a completely modu<strong>la</strong>r o completely integral architecture, butrather w<strong>il</strong>l be focused on witch functional elements should be treated in a modu<strong>la</strong>r way andwhich should be treated in an integral way» (Ulrich, 1995: 433 e 437). In linea <strong>di</strong> massima,quin<strong>di</strong>, non esistono prodotti o sistemi perfettamente modu<strong>la</strong>ri o modu<strong>la</strong>rizzab<strong>il</strong>i e altritotalmente integrali. La modu<strong>la</strong>rità non costituisce un concetto <strong>di</strong>cotomico. Al contrario, vi sonoprodotti caratterizzati da un <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità o grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rizzazione 11 . Inoltre, <strong>il</strong>livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità che caratterizza un prodotto può variare nel tempo in re<strong>la</strong>zione, per esempio,alle esigenze del mercato, all’evoluzione dell’impresa, alle conoscenze e alle tecnologie<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i, ecc. In più, un bene o servizio può essere caratterizzato al suo interno da livelli <strong>di</strong>modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong>versi. Ciò non soltanto perché si riscontra in genere una corre<strong>la</strong>zione negativa tragrado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità e livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione (più si scende nel dettaglio, minore sarà <strong>il</strong> grado<strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità 12 ), ma anche perché un sistema può essere composto da dei subsistemi che possonopresentare caratteristiche tali da essere ognuno più o meno pre<strong>di</strong>sposti verso una strutturamodu<strong>la</strong>re.Pertanto, nel porre attenzione sul<strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, risulta necessariocomprendere quali aspetti inducono un sistema verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità e quali verso l’integralità. Atal fine, si ritiene importante in<strong>di</strong>viduare quali sono le forze, le variab<strong>il</strong>i e i fattori che possonoportare un sistema verso un incremento del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità o un incremento dell’integralità.In questo ambito, un contributo molto importante è stato fornito da Melissa Sch<strong>il</strong>ling(Sch<strong>il</strong>ling, 2000), <strong>la</strong> quale ha proposto un <strong>modello</strong> in cui vengono in<strong>di</strong>viduati e ricondotti a dellecategorie alcuni dei fattori/forze e dei legami causa-effetto determinanti <strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un11 Si par<strong>la</strong> <strong>di</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità quando si analizza <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità presente in un sistema, mentre si par<strong>la</strong> <strong>di</strong>grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rizzazione quando ci si riferisce al livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità che può raggiungere un sistema.- © 2003 p. 11
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>sistema verso una struttura modu<strong>la</strong>re o integrale.3 - Il <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>lingSch<strong>il</strong>ling ha costruito <strong>il</strong> suo <strong>modello</strong> partendo dal presupposto che per in<strong>di</strong>viduare le forze e ifattori che inducono, pre<strong>di</strong>spongono e agevo<strong>la</strong>no un sistema nell’assunzione <strong>di</strong> unaconfigurazione maggiormente modu<strong>la</strong>re, è necessario prendere in considerazione <strong>il</strong> rapporto tra <strong>il</strong>sistema e <strong>il</strong> suo contesto. Un sistema può essere definito come un’entità composta da elementi, iquali sono: gerarchicamente organizzati, interre<strong>la</strong>ti tra loro e finalizzati ad uno o più obiettivi. Ilcontesto costituisce invece l’ambito all’interno del quale <strong>il</strong> sistema si colloca. Il concetto <strong>di</strong>sistema e quello <strong>di</strong> contesto sono re<strong>la</strong>tivi, in quanto variano a seconda del livello <strong>di</strong> analisi presoin considerazione. Infatti, un’impresa, ad esempio, da un <strong>la</strong>to, può rappresentare <strong>il</strong> contestoall’interno del quale sono collocati le <strong>di</strong>verse aree aziendali (sistemi) e, dall’altro, può costituireun sistema collocato nell’ambito <strong>di</strong> un determinato settore o mercato (contesto).In generale, un sistema, per poter sopravvivere e operare in modo efficiente ed efficace, devenecessariamente attuare un processo <strong>di</strong> adattamento reciproco con <strong>il</strong> proprio contesto (Alexander,1964). Il processo <strong>di</strong> adattamento tra sistema e contesto deve essere reciproco in quanto, da un<strong>la</strong>to, <strong>il</strong> sistema deve adeguarsi alle <strong>di</strong>namiche e alle forze (spesso contrapposte tra loro) create dalcontesto e, dall’altro, <strong>il</strong> sistema con le sue caratteristiche e i suoi mutamenti <strong>di</strong> stato influenza asua volta <strong>il</strong> contesto all’interno del quale è inserito. Un’impresa, ad esempio, può essere costrettadall’ambiente competitivo in cui opera a determinate scelte, ma tali scelte possono a loro voltacausare dei cambiamenti nell’ambiente competitivo stesso.In re<strong>la</strong>zione al rapporto tra sistema e contesto, devono essere evidenziati due aspetti. In primoluogo, <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> adattamento reciproco (o <strong>di</strong> fitness) non è ottimale, in quanto ai continuiadeguamenti del sistema alle evoluzioni del contesto e del contesto alle evoluzioni del sistema sioppongono dei meccanismi <strong>di</strong> inerzia che contrastano <strong>il</strong> processo <strong>di</strong> adattamento. All’interno <strong>di</strong>un’impresa, ad esempio, si creano delle routine e degli equ<strong>il</strong>ibri (<strong>di</strong> potere, <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zione, ecc.) talida costituire dei vincoli e delle resistenze alle possib<strong>il</strong>i esigenze <strong>di</strong> cambiamento, che sempre piùspesso si manifestano. La stessa cultura aziendale tende ad agire per preservare se stessa. Insecondo luogo, <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> fitness raggiunto costituisce una posizione <strong>di</strong> equ<strong>il</strong>ibrio mutab<strong>il</strong>e neltempo in re<strong>la</strong>zione alle <strong>di</strong>namiche che si vengono a creare tra sistema e contesto.Sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> tali considerazioni, <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità verso cui tende un sistema varierà inre<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> quest’ultimo <strong>di</strong> adattarsi al contesto grazie all’ut<strong>il</strong>izzo <strong>di</strong> un approccio12 Si fa notare che <strong>il</strong> modulo (elemento car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> qualsiasi struttura modu<strong>la</strong>re), ossia un’unità o una porzione <strong>di</strong>prodotto i cui elementi strutturali sono fortemente connessi tra loro e debolmente connessi rispetto agli altri elementidelle altre unità o porzioni <strong>di</strong> prodotto, presenta per definizione caratteristiche <strong>di</strong> integralità al suo interno.- © 2003 p. 12
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>modu<strong>la</strong>re. In altri termini, <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità acquisito o acquisib<strong>il</strong>e da un sistema sarà tantopiù elevato quanto più una struttura modu<strong>la</strong>re si <strong>di</strong>mostrerà funzionale al raggiungimento <strong>di</strong> ungrado <strong>di</strong> adattamento reciproco tra sistema e contesto che sia <strong>il</strong> più sod<strong>di</strong>sfacente possib<strong>il</strong>e. Inquesto senso, una configurazione modu<strong>la</strong>re presenta un livello <strong>di</strong> funzionalità <strong>di</strong>verso, e quin<strong>di</strong>un <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> adottab<strong>il</strong>ità, in re<strong>la</strong>zione al tipo <strong>di</strong> sistema e al tipo <strong>di</strong> contesto preso inconsiderazione.Nel considerare <strong>il</strong> rapporto tra sistema e contesto e l’influenza che <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità puòesercitare nell’ambito <strong>di</strong> questo rapporto, Sch<strong>il</strong>ling in<strong>di</strong>vidua tre “<strong>di</strong>mensioni”, le quali nel lororeciproco interagire, inducono un sistema, sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> un livello <strong>di</strong> fitness sod<strong>di</strong>sfacente, versouna maggiore o minore modu<strong>la</strong>rità:- <strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità dei componenti e <strong>la</strong> «specificità sinergica»;- l’eterogeneità degli input e l’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda;- <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> «urgenza» (urgency).Qui <strong>di</strong> seguito, tali <strong>di</strong>mensioni verranno analizzate singo<strong>la</strong>rmente, prima, svolgendo delleconsiderazioni generali legate a qualsiasi tipo <strong>di</strong> sistema (organismo biologico, bene, servizio,organizzazione, processo), e poi in maniera più specifica con riferimento al prodotto e al campoeconomico aziendale.3.1 - La separab<strong>il</strong>ità dei componenti e <strong>la</strong> specificità sinergicaLa modu<strong>la</strong>rità fonda alcuni dei suoi benefici sul<strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità, ossia sul<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>scomporre un sistema attraverso dei processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione, senza che <strong>la</strong> successivaricomposizione (ritorno al<strong>la</strong> configurazione <strong>di</strong> sistema originaria) o ricombinazione (creazione <strong>di</strong>configurazioni nuove o <strong>di</strong>verse) pregiu<strong>di</strong>chi <strong>la</strong> funzionalità del sistema. È infatti grazie al<strong>la</strong>possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> scombinare e ricomporre i moduli che <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità consente <strong>di</strong> operarecambiamenti nell’architettura <strong>di</strong> un sistema, rendendo<strong>la</strong> così meno complessa e/o più flessib<strong>il</strong>e.Considerato che alcuni sistemi sono re<strong>la</strong>tivamente inseparab<strong>il</strong>i mentre altri possono esserefac<strong>il</strong>mente scomposti, <strong>di</strong>venta fondamentale in<strong>di</strong>viduare <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un sistema alfine <strong>di</strong> comprendere quanto quest’ultimo è o può <strong>di</strong>ventare modu<strong>la</strong>re. Occorre quin<strong>di</strong> fornire unarisposta ai seguenti interrogativi: in che misura un sistema è scomponib<strong>il</strong>e? E una voltascomposto, tale sistema può essere riportato al<strong>la</strong> configurazione originaria con per<strong>di</strong>te <strong>di</strong>funzionalità nulle o minime? È possib<strong>il</strong>e approdare a nuove configurazioni?Gran parte delle risposte a tali interrogativi sono legate al<strong>la</strong> «specificità sinergica» (Sch<strong>il</strong>ling,2000) che può caratterizzare un sistema. Si ha specificità sinergica quando i legami e leinterazioni tra i componenti <strong>di</strong> un sistema sono tali da rendere <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente attuab<strong>il</strong>i <strong>la</strong>- © 2003 p. 13
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>scomposizione e <strong>la</strong> ricombinazione <strong>di</strong> quest’ultimo, in quanto <strong>la</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzionalità sarebbeelevata. In altri termini, <strong>la</strong> specificità sinergica caratterizzante un sistema si traduce in unrapporto <strong>di</strong> sinergica specificità tra i componenti, che rende subottimale qualsiasi soluzionederivante da processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione e <strong>di</strong> ricombinazione, rispetto al<strong>la</strong> configurazioneoriginaria. Ogni componente e ogni rapporto tra i <strong>di</strong>versi componenti è specifico a quel datosistema, <strong>di</strong> conseguenza qualsiasi intervento <strong>di</strong> scomposizione e ricombinazione dell’architetturacomporterebbe una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzionalità.Si comprende quin<strong>di</strong> che <strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità è funzione inversa del<strong>la</strong> specificità sinergica; epertanto, quanto più un sistema è caratterizzato da specificità sinergica, tanto meno tale sistematenderà verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rizzazione. La specificità sinergica determina quin<strong>di</strong> una spinta negativaverso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità.In ogni caso, <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> specificità sinergica <strong>di</strong> un sistema non costituisce una caratteristicaimmutab<strong>il</strong>e nel tempo. Le possib<strong>il</strong>i evoluzioni del sistema o le evoluzioni del contesto o <strong>il</strong>rapporto tra tali evoluzioni possono mo<strong>di</strong>ficare nel tempo <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> specificità sinergica. Nuoveconoscenze, tecnologie, ecc., possono infatti rendere i componenti presenti all’interno <strong>di</strong> unsistema più in<strong>di</strong>pendenti tra loro e meno de<strong>di</strong>cati, con <strong>la</strong> conseguente riduzione del grado <strong>di</strong>specificità sinergica. Viceversa, <strong>il</strong> contesto e <strong>il</strong> sistema possono evolvere in un modo tale dacomportare un incremento del<strong>la</strong> specificità sinergica e quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione del<strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità.Passando dal concetto più generale <strong>di</strong> sistema a quello più specifico <strong>di</strong> prodotto, Sch<strong>il</strong>lingin<strong>di</strong>vidua alcuni fattori che influiscono sul<strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità: <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> funzionalità legato al<strong>la</strong>specificità sinergica che caratterizza un prodotto e l’atteggiamento e <strong>la</strong> pre<strong>di</strong>sposizione dei clientiverso un sistema modu<strong>la</strong>re.Con riferimento al primo aspetto, maggiore è <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> funzionalità connesso al<strong>la</strong>specificità sinergica caratterizzante le interazioni e i legami tra i componenti, minore sarà <strong>la</strong>spinta <strong>di</strong> un prodotto verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità.Per quanto concerne l’atteggiamento e <strong>la</strong> pre<strong>di</strong>sposizione dei clienti verso un bene o serviziomodu<strong>la</strong>re, si pone in r<strong>il</strong>ievo come <strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>penda anche dall’ut<strong>il</strong>ità derivantedal<strong>la</strong> sua scomposizione. In altri termini, non è sufficiente che un prodotto sia scomponib<strong>il</strong>e conper<strong>di</strong>te nulle o minime <strong>di</strong> funzionalità, ma è anche necessario che tale separab<strong>il</strong>ità sia richiesta opreferib<strong>il</strong>e per i clienti. Il livello <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>pende quin<strong>di</strong> anche da quanto le possib<strong>il</strong>itàofferte dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità sono desiderab<strong>il</strong>i da parte del cliente. Il cliente nell’approcciarsi aiprodotti scomponib<strong>il</strong>i dovrà <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una buona conoscenza in merito ai <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong>componenti e a come questi ultimi interagiscono tra loro, altrimenti non sarà in grado <strong>di</strong> sfruttarele opportunità e i benefici offerti dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, soprattutto dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità in uso (Baldwin &C<strong>la</strong>rk, 1997). Si comprende quin<strong>di</strong> che quanto più <strong>il</strong> cliente <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> conoscenze in merito al<strong>la</strong>- © 2003 p. 14
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>qualità e alle performance dei <strong>di</strong>versi componenti e alle interazioni tra questi ultimi, minorisaranno le sue <strong>di</strong>fficoltà nel<strong>la</strong> scelta dei componenti e nel loro assemb<strong>la</strong>ggio e maggiore sarà <strong>la</strong>spinta del prodotto verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità.Al contrario, per <strong>il</strong> cliente saranno preferib<strong>il</strong>i soluzioni <strong>di</strong> tipo integrato, dove <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong>numero delle interazioni tra i componenti saranno tali da rendere le re<strong>la</strong>zioni tra questi ultimicomplesse e incerte e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente comprensib<strong>il</strong>i.3.2 - L’eterogeneità degli input e l’eterogeneità del<strong>la</strong> domandaL’eterogeneità degli input e l’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda costituiscono due importanticon<strong>di</strong>zioni, affinché <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> creare molteplici configurazioni attraverso l’impiego <strong>di</strong> unapproccio modu<strong>la</strong>re sia funzionale al miglioramento del livello <strong>di</strong> fitness tra sistema e contesto.Da un <strong>la</strong>to, quanto più gli input <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i per <strong>la</strong> composizione <strong>di</strong> un sistema sonoeterogenei, tanto più elevato sarà <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> configurazioni ottenib<strong>il</strong>i e, dall’altro, quanto più <strong>la</strong>domanda è eterogenea, tanto più saranno richieste configurazioni <strong>di</strong>verse.È importante far notare come l’eterogeneità degli input e l’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda nonsolo si rafforzano l’una con l’altra, ma affinché tali con<strong>di</strong>zioni siano funzionali all’aumento dellivello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema devono essere contemporaneamente presenti. Infatti, <strong>la</strong>possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> creare molteplici configurazioni <strong>di</strong> prodotto grazie ad un’elevata eterogeneità degliinput risulta abbastanza inut<strong>il</strong>e a fronte <strong>di</strong> una domanda omogenea, così come una domanda<strong>di</strong>versificata in presenza <strong>di</strong> una scarsa varietà <strong>di</strong> fattori non è sod<strong>di</strong>sfab<strong>il</strong>e poiché <strong>il</strong> numero <strong>di</strong>configurazioni ottenib<strong>il</strong>i non potrà essere elevato. Di conseguenza, eterogeneità degli input edeterogeneità del<strong>la</strong> domanda si rafforzano, ma anche si indeboliscono a vicenda.Alcune considerazioni più specifiche si possono svolgere con riferimento al sistema prodottoe al campo economico aziendale.Per quanto riguarda l’eterogeneità degli input, Sch<strong>il</strong>ling riconduce quest’ultima al<strong>la</strong> <strong>di</strong>versitàdelle opzioni tecnologiche <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i in un dato contesto e al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> un certo grado <strong>di</strong><strong>di</strong>fferenziazione delle capacità da parte delle imprese.Quando in un dato ambiente competitivo sono presenti più opzioni tecnologiche incorporab<strong>il</strong>iin un prodotto, una struttura modu<strong>la</strong>re aumenta certamente <strong>la</strong> sua attrattività. Un’ampia gammadelle opzioni tecnologiche infatti contribuisce all’incremento dell’eterogeneità degli input<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i, rendendo <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità maggiormente preferib<strong>il</strong>e sia per i clienti che per le imprese.Per quanto riguarda i clienti, l’aumento dell’eterogeneità degli input <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i incrementa <strong>la</strong>varietà delle soluzioni ottenib<strong>il</strong>i. La modu<strong>la</strong>rità, consente <strong>di</strong> inglobare le <strong>di</strong>verse soluzionitecnologiche in componenti modu<strong>la</strong>ri compatib<strong>il</strong>i e quin<strong>di</strong> combinab<strong>il</strong>i tra loro, garantendo così- © 2003 p. 15
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>al cliente una maggiore flessib<strong>il</strong>ità e varietà nel<strong>la</strong> scelta del<strong>la</strong> configurazione <strong>di</strong> prodotto. Per ciòche concerne le imprese, un prodotto caratterizzato dal<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tecnologie (si pensi,per esempio, a quei beni composti da parti meccaniche, elettroniche, ecc.) richiede molto spessoper <strong>la</strong> sua produzione conoscenze molteplici e <strong>di</strong>fferenziate, conoscenze che sempre piùfrequentemente <strong>la</strong> singo<strong>la</strong> impresa ha <strong>di</strong>fficoltà a possedere.Un approccio modu<strong>la</strong>re, attraverso <strong>la</strong> scomposizione del prodotto in moduli, permette <strong>di</strong>affidare rispettivamente ad ogni impresa <strong>il</strong> componente per <strong>il</strong> quale <strong>di</strong>spone delle conoscenzenecessarie per <strong>la</strong> sua produzione.Strettamente connessa a quest’ultima affermazione è <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione delle capacità delleimprese. Quanto più le aziende operanti in un determinato settore presentano competenze,capacità e conoscenze <strong>di</strong>verse, tanto più elevati saranno i benefici derivanti da una loro eventualecol<strong>la</strong>borazione.Viceversa, se le imprese presentano capacità omogenee, i benefici che si possono trarre dalleopportunità <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazione possib<strong>il</strong>i grazie allo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re sarannomarginali.Va inoltre r<strong>il</strong>evato che <strong>la</strong> <strong>di</strong>versità delle opzioni tecnologiche e <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dellecapacità delle imprese si rafforzano a vicenda. Infatti, quanto più sono presenti <strong>di</strong>verse opzionitecnologiche, tanto più le imprese <strong>di</strong>sporranno <strong>di</strong> conoscenze e capacità <strong>di</strong>verse. E quanto più leimprese <strong>di</strong>sporranno <strong>di</strong> conoscenze e capacità <strong>di</strong>verse, tanto più vi sarà <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> creare<strong>di</strong>verse opzioni tecnologiche.Per <strong>di</strong> più si evidenzia che, se da un <strong>la</strong>to <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opzioni tecnologiche e <strong>di</strong>capacità delle imprese <strong>di</strong>fferenziate contribuisce ad incrementare <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>ritàcaratterizzante un sistema, dall’altro, lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re costituisce a sua voltauna spinta verso <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione delle capacità delle imprese e l’aumento del<strong>la</strong> <strong>di</strong>versità delleopzioni tecnologiche. Infatti, <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità offerta dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità alle imprese <strong>di</strong> concentrarsinel modulo o nei moduli per <strong>la</strong> cui produzione <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> adeguate competenze e conoscenze,favorisce <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione delle capacità delle imprese stesse, aumentando così <strong>di</strong> conseguenzaanche <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> creare e sfruttare <strong>di</strong>verse soluzioni tecnologiche.Con riferimento all’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda legata al sistema prodotto, si evidenzia comein presenza <strong>di</strong> una domanda molto <strong>di</strong>fferenziata, l’impresa o le imprese siano costrette asv<strong>il</strong>uppare molteplici soluzioni <strong>di</strong> prodotto, e come, <strong>di</strong> fronte a tale necessità un approccio <strong>di</strong> tipointegrale risulterebbe troppo rigido e costoso. Al contrario, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, come è già statoevidenziato in precedenza, consente (in genere) <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare molteplici soluzioni in modoflessib<strong>il</strong>e e poco costoso.- © 2003 p. 16
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>3.3 - Il livello <strong>di</strong> “urgency”La velocità e <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> intensità con cui un sistema risponde ai cambiamenti del contesto eviceversa, attuando così un processo <strong>di</strong> adattamento reciproco, <strong>di</strong>pendono anche dal livello <strong>di</strong>urgenza o «urgency» (Sch<strong>il</strong>ling, 2000). Il livello <strong>di</strong> urgenza può essere definito comequell’insieme <strong>di</strong> pressioni che contrastano l’inerzia al cambiamento caratterizzante un sistema,inducendo quest’ultimo ad adeguarsi con una certa rapi<strong>di</strong>tà alle influenze esterne e aicambiamenti del contesto.Pertanto, quanto più <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> urgenza sarà elevato, tanto più <strong>il</strong> sistema dovrà attuare inmodo repentino dei mutamenti <strong>di</strong> stato, al fine <strong>di</strong> raggiungere nuovamente un rapporto <strong>di</strong>equ<strong>il</strong>ibrio con <strong>il</strong> contesto. Un elevato livello <strong>di</strong> urgency, poiché richiede una certa capacità <strong>di</strong>adattamento alle evoluzioni e alle influenze del contesto, induce un sistema verso una strutturapiù modu<strong>la</strong>re. Infatti, rispetto all’integralità, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità in genere garantisce al sistema unamaggior flessib<strong>il</strong>ità.Per quanto riguarda <strong>il</strong> prodotto e le imprese, secondo Sch<strong>il</strong>ling i principali fattori checontribuiscono ad aumentare <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> urgenza sono <strong>la</strong> rapi<strong>di</strong>tà nel cambiamento tecnologico el’intensità competitiva.La rapi<strong>di</strong>tà nel cambiamento tecnologico è causa e allo stesso tempo effetto del<strong>la</strong> nascita edell’evoluzione <strong>di</strong> molteplici tecnologie. Tale aspetto, unitamente al<strong>la</strong> necessità sempre crescente<strong>di</strong> inglobare più tecnologie nello stesso prodotto, crea alle imprese, oltre che un elevato bisogno<strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità, anche esigenze <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità sia tra le <strong>di</strong>verse tecnologie, sia tra una tecnologia e<strong>la</strong> sua evoluzione. Un approccio modu<strong>la</strong>re può consentire alle imprese <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare tali esigenze<strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità e <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità, poiché, grazie al<strong>la</strong> separab<strong>il</strong>ità dei componenti e tramite l’ut<strong>il</strong>izzo<strong>di</strong> interfacce standard, consente, in primo luogo, <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare un prodotto senza doverriprogettare <strong>la</strong> sua architettura e, in secondo luogo, <strong>di</strong> rendere compatib<strong>il</strong>i tra loro <strong>di</strong>versetecnologie. Un altro aspetto da r<strong>il</strong>evare, è che <strong>il</strong> manifestarsi <strong>di</strong> rapi<strong>di</strong> cambiamenti tecnologicicontribuisce ad incrementare sia l’eterogeneità degli input che l’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda (duecon<strong>di</strong>zioni che, come si è evidenziato in precedenza, spingono <strong>il</strong> sistema verso una struttura piùmodu<strong>la</strong>re). L’aumento delle opzioni tecnologiche, infatti, da un <strong>la</strong>to, fa crescere <strong>il</strong> fabbisogno <strong>di</strong>competenze e conoscenze delle imprese, inducendo queste ultime a specializzarsi e <strong>di</strong>conseguenza a <strong>di</strong>fferenziare le loro capacità e, dall’altro, amplia le possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> scelta per iclienti, innescando una <strong>di</strong>versificazione delle loro esigenze e quin<strong>di</strong> del<strong>la</strong> domanda.Da tali considerazioni si comprende pertanto che <strong>la</strong> rapi<strong>di</strong>tà nel cambiamento tecnologicomolto spesso induce un sistema <strong>di</strong>rettamente (creando esigenze <strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità e <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>itàtra le <strong>di</strong>verse tecnologie) o in<strong>di</strong>rettamente (aumentando sia l’eterogeneità degli input chel’eterogeneità del<strong>la</strong> domanda) verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità.- © 2003 p. 17
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>Per quanto riguarda l’intensità competitiva, si r<strong>il</strong>eva che quanto più <strong>la</strong> concorrenza in undeterminato contesto è elevata, tanto maggiori saranno per le imprese <strong>la</strong> pressione sui costi e lenecessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione. Di conseguenza, in contesti altamente competitivi, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>ritàpuò aumentare <strong>la</strong> sua attrattività. Ciò in quanto l’impiego <strong>di</strong> approccio modu<strong>la</strong>re, consentendo ingenere un’elevata varietà a basso costo, può offrire sia opportunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione chepossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> riduzione dei costi.Si comprende quin<strong>di</strong> che l’intensità competitiva molto spesso costituisce una spinta positivaverso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità.4 - Alcune considerazioni sul <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>lingIl <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling, qui sintetizzato e rappresentato nel<strong>la</strong> figura 1, costituisce un contributomolto importante, poiché rappresenta uno dei primi e dei principali tentativi nel proporre unateoria generale del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità dei sistemi. Tale <strong>modello</strong> infatti pone le basi per l’in<strong>di</strong>viduazionee l’analisi <strong>di</strong> quei fattori che possono favorire od ostaco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema verso unastruttura modu<strong>la</strong>re.A parere <strong>di</strong> chi scrive, Sch<strong>il</strong>ling ha avuto <strong>il</strong> merito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nel rapporto tra sistema econtesto e nel<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> adattamento reciproco tra questi ultimi, <strong>la</strong> chiave <strong>di</strong> analisi peridentificare e valutare i fattori che influenzano <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità verso cui tende <strong>il</strong> sistema.In altri termini, <strong>il</strong> <strong>modello</strong> ha <strong>il</strong> pregio <strong>di</strong> partire dal presupposto che <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>ritàacquisito o acquisib<strong>il</strong>e da un sistema <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> capacità del sistema stesso <strong>di</strong> adattarsi alcontesto grazie all’ut<strong>il</strong>izzo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re. Un ulteriore aspetto positivo èriconducib<strong>il</strong>e al fatto che <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling può essere applicato al<strong>la</strong> generalità dei sistemi(organismi biologici, istituzioni e organizzazioni, prodotti, ecc.). In più, le tre “<strong>di</strong>mensioni”proposte nel <strong>modello</strong> (separab<strong>il</strong>ità e specificità sinergica, eterogeneità degli input ed eterogeneitàdel<strong>la</strong> domanda, livello <strong>di</strong> urgenza) consentono <strong>di</strong> focalizzare l’attenzione su alcuni dei principalifattori che influiscono sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema.Tuttavia, <strong>il</strong> contributo <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling, nonostante <strong>la</strong> sua grande vali<strong>di</strong>tà, può presentare alcun<strong>il</strong>imiti <strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> crescente complessità del<strong>la</strong> realtà in cui gran parte dei sistemi e dei contesti sicollocano.In primo luogo, <strong>la</strong> costruzione <strong>di</strong> schemi che si propongano <strong>di</strong> rappresentare in modo linearele <strong>di</strong>namiche causa-effetto <strong>di</strong> una data realtà, risulta sempre più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e (e spesso poco ut<strong>il</strong>e oad<strong>di</strong>rittura fuorviante). In partico<strong>la</strong>re, per quanto riguarda <strong>la</strong> considerazione e l’analisi dei fattoriche influiscono sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema, si deve tener presente che:- i rapporti e i legami tra le forze favorevoli o contrarie al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità e ciò verso cui tende un- © 2003 p. 18
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>sistema (struttura più modu<strong>la</strong>re o più integrale) non sono lineari e spesso non sono fac<strong>il</strong>mentein<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>i;- qualsiasi fattore influente sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema esercita <strong>di</strong>rettamente oin<strong>di</strong>rettamente un’influenza più o meno elevata anche sugli altri fattori. Di conseguenza, glieffetti <strong>di</strong> un fattore possono essere ambigui (un fattore può cioè determinare al tempo stesso siaspinte verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, sia spinte verso l’integralità);- inevitab<strong>il</strong>mente e comprensib<strong>il</strong>mente non si possono in<strong>di</strong>viduare a priori tutte le forze e le<strong>di</strong>namiche che influiscono sul<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità o l’integralità,poiché le caratteristiche dell’ambiente attuale sono tali da rendere quest’ultimo estremamentecomplesso e quin<strong>di</strong> in continua evoluzione. Da ciò ne consegue <strong>il</strong> continuo sorgere <strong>di</strong> nuoviaspetti e implicazioni che mo<strong>di</strong>ficano i fattori e i loro effetti sul<strong>la</strong> migrazione del sistema.Figura 1 – Il <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling delle forze favorevoli o contrarie al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>ritàLa <strong>di</strong>fferenziazione dellecapacità delle imprese e<strong>la</strong> <strong>di</strong>versità delle opzioni+tecnologiche <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>isul mercato si rinforzanoreciprocamenteLo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> prodotti con unastruttura modu<strong>la</strong>re incrementa a suavolta <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dellecapacità delle imprese e <strong>la</strong> <strong>di</strong>versitàdelle opzioni tecnologiche<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i sul mercato+Eterogeneità degli input‣<strong>di</strong>fferenziazione dellecapacità delle imprese+‣<strong>di</strong>versificazione nelle opzionitecnologiche presenti in undato contesto+Sistemi più modu<strong>la</strong>ri-Specificità sinergica•per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzionalità derivante dal<strong>la</strong>scomposizione del sistema;•livello <strong>di</strong> funzionalità connesso al<strong>la</strong>specificità sinergica caratterizzante leinterazioni e i legami tra i componenti;•<strong>di</strong>fficoltà per i clienti nel comprenderele <strong>di</strong>namiche e le caratteristiche <strong>di</strong> unprodotto modu<strong>la</strong>re e nel sfruttare leopportunità offerte dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità;•<strong>di</strong>fficoltà da parte dei clientinell’assemb<strong>la</strong>ggio del prodotto a partireda un insieme <strong>di</strong> moduli+++Livello <strong>di</strong> urgenzarapi<strong>di</strong>tà nel cambiamentotecnologicolivello <strong>di</strong> intensità competitiva+Eterogeneità domandaeterogeneità nelle esigenze enelle richieste dei clientirispetto alle caratteristiche ealle funzioni del prodotto+Effetti <strong>di</strong>rettiEffetti in<strong>di</strong>retti+ forza positiva verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità- forza negativa verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità+Eterogeneità negli input e domandaeterogenea si rafforzano reciprocamenteFONTE: rie<strong>la</strong>borazione da Sch<strong>il</strong>ling (2000: 321)L’insieme <strong>di</strong> tali considerazioni fanno comprendere come non sia possib<strong>il</strong>e determinare inmodo univoco e lineare gli effetti <strong>di</strong> un determinato fattore sul<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema (verso- © 2003 p. 19
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong><strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità o l’integralità). Come si vedrà in seguito, un’elevata intensità competitiva, cosìcome una domanda molto eterogenea o <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opzioni tecnologiche, nonnecessariamente comportano una spinta favorevole verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Ad esempio, incon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> forte concorrenza, lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio integrale potrebbe risultarepreferib<strong>il</strong>e, in quanto renderebbe <strong>il</strong> prodotto più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente imitab<strong>il</strong>e. Inoltre, non solo unfattore può presentare effetti ambigui (spingere cioè un sistema sia verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità che versol’integralità), ma <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong> numero dei fattori e gli effetti <strong>di</strong> questi ultimi sono variab<strong>il</strong>i, acausa del<strong>la</strong> continua evoluzione del sistema, del contesto e del rapporto tra questi ultimi.In secondo luogo, sebbene <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling consenta <strong>di</strong> porre attenzione su alcuni deiprincipali fattori che possono influire sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema, alcune variab<strong>il</strong>i oforze non vengono prese in considerazione e non possono nemmeno essere ricomprese all’interno<strong>di</strong> una delle tre “<strong>di</strong>mensioni” proposte da Sch<strong>il</strong>ling. Ad esempio, aspetti chiave quali <strong>il</strong> livello <strong>di</strong>complessità <strong>di</strong> un sistema o <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra sistemi non vengono presi inconsiderazione o comunque non vengono adeguatamente considerati o contestualizzati.La struttura del <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling presenta quin<strong>di</strong> dei limiti in quanto, da un <strong>la</strong>to, nonpermette <strong>di</strong> considerare e ricomprendere al suo interno alcune importanti forze che influenzano <strong>il</strong>livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema e, dall’altro, non consente <strong>di</strong> evidenziare abbastanzal’ambiguità degli effetti derivante dal<strong>la</strong> quasi totalità dei fattori. La circo<strong>la</strong>rità delle re<strong>la</strong>zionievidenziata 13 da Sch<strong>il</strong>ling non è infatti sufficiente per mettere in evidenza l’ambiguità deglieffetti. Riconoscere, ad esempio, che l’effetto <strong>di</strong> un determinato fattore può aumentare l’intensitàdel fattore stesso, non consente <strong>di</strong> porre abbastanza in r<strong>il</strong>ievo <strong>il</strong> fatto che un determinato fattorepuò, non soltanto comportare spinte sia negative che positive verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, ma ancheesercitare un livello <strong>di</strong> influenza più o meno elevato sugli altri fattori. Vi è pertanto <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong>creare un <strong>modello</strong> che sia caratterizzato da una struttura aperta in grado sia <strong>di</strong> ricomprendere ec<strong>la</strong>ssificare al suo interno tutti i possib<strong>il</strong>i fattori (anche quelli che potrebbero sorgere o esserein<strong>di</strong>viduati in un secondo momento) che possono influire sul<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema versouna struttura più modu<strong>la</strong>re o più integrale, sia <strong>di</strong> riconoscere e <strong>di</strong> evidenziare che gran parte deifattori comportano in realtà effetti ambigui.Partendo dalle considerazioni appena svolte, si propone qui <strong>di</strong> seguito un nuovo <strong>modello</strong>, <strong>il</strong>cui scopo non è certamente quello superare i limiti appena esposti, bensì quello <strong>di</strong> fornire deglispunti per andare in tale <strong>di</strong>rezione.13 «The model also yields some operationalization challenges because of the circu<strong>la</strong>rity of the re<strong>la</strong>tionship. A factormight increase the likelihood of modu<strong>la</strong>rity, which, in turn, would increase the intensity of the factor» [Sch<strong>il</strong>ling,2000, 332].- © 2003 p. 20
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>5 - La <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>Qualsiasi schema o <strong>modello</strong> per definizione costituisce una semplificazione del<strong>la</strong> realtà e cometale non può essere in grado <strong>di</strong> considerare tutte le variab<strong>il</strong>i e le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> una determinatasituazione. Fatta tale premessa, <strong>il</strong> <strong>modello</strong> che qui si propone (Fig. 3) ha <strong>il</strong> fine <strong>di</strong> costituire unoschema logico che consenta <strong>di</strong> prendere in considerazione e analizzare <strong>il</strong> rapporto tra sistema econtesto, allo scopo <strong>di</strong> comprendere i fattori e le variab<strong>il</strong>i che possono indurre un sistema versouna struttura maggiormente modu<strong>la</strong>re o integrale.Tale <strong>modello</strong> è fondato su alcuni assunti presenti nel <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling. In partico<strong>la</strong>re, siparte dal presupposto che <strong>la</strong> chiave <strong>di</strong> analisi, per identificare e valutare i fattori e le forze cheinfluiscono sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema, è costituita dal rapporto tra sistema e contestoe dal<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> adattamento reciproco tra questi ultimi.Figura 2 – Il rapporto tra sistema e contesto e l’influenza <strong>di</strong> tale rapporto sul livello <strong>di</strong>modu<strong>la</strong>ritàCONTESTOSISTEMA<strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> sistema e quello <strong>di</strong> contesto sono re<strong>la</strong>tivi. Ciò che può esserecontesto ad un dato livello <strong>di</strong> analisi, può costituire sistema in un livello <strong>di</strong> analisisuperiore;un sistema, per poter sopravvivere e operare in modo efficiente ed efficace, devenecessariamente adattarsi al contesto e alle evoluzioni <strong>di</strong> quest’ultimo;ogni sistema influenza e a sua volta è influenzato dal proprio contesto;tra sistema e contesto vi deve essere un processo <strong>di</strong> adattamento reciproco;<strong>il</strong> grado <strong>di</strong> adattamento reciproco (o <strong>di</strong> fitness) tra sistema e contesto non èottimale, in quanto i sistemi sono spesso caratterizzati da inerzia al cambiamento;<strong>il</strong> grado <strong>di</strong> adattamento reciproco costituisce una posizione <strong>di</strong> equ<strong>il</strong>ibrio mutab<strong>il</strong>enel tempo in re<strong>la</strong>zione alle <strong>di</strong>namiche che si vengono a creare tra sistema eambiente;<strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità acquisito o acquisib<strong>il</strong>e dal sistema varia in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong>capacità del sistema <strong>di</strong> adattarsi al contesto grazie all’ut<strong>il</strong>izzo <strong>di</strong> un approcciomodu<strong>la</strong>re.Nel<strong>la</strong> figura 2, vengono riprese e sintetizzate alcune considerazioni (svolte in precedenza conriferimento al <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling) re<strong>la</strong>tive al rapporto tra sistema e contesto e all’influenza <strong>di</strong>tale rapporto sul livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità.L’interazione tra sistema e contesto con le loro rispettive caratteristiche determina <strong>la</strong>soluzione strutturale (incremento del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità o dell’integralità) che consente <strong>di</strong> raggiungere<strong>il</strong> maggior grado <strong>di</strong> fitness (Fig. 3).Pertanto, sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> quest’ultima considerazione, le forze in<strong>di</strong>viduab<strong>il</strong>i che influiscono sultipo <strong>di</strong> struttura assunta o assumib<strong>il</strong>e dal sistema possono essere ricondotte a:- © 2003 p. 21
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>- le caratteristiche del contesto;- le caratteristiche del sistema;- le <strong>di</strong>namiche e le interazioni tra le caratteristiche del sistema e le caratteristiche del contesto;- <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> adattamento reciproco tra sistema e contesto.Figura 3 – I fattori e le <strong>di</strong>namiche che influiscono sul<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema verso unastruttura modu<strong>la</strong>re oppure integraleAmbiente o contestoCaratteristiche dell’ambienteConoscenze e tecnologie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i;Esigenze e richieste dei consumatori;Il livello <strong>di</strong> intensità competitiva;Ciclo <strong>di</strong> vita del prodotto;Tendenze evolutive/velocità <strong>di</strong>cambiamento;Il livello <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra sistemi;Ecc.;Il sistema tendeverso una strutturapiù integraleDinamiche e interazioni trasistema e ambienteLivello <strong>di</strong> adattamento(fitness) tra sistema e ambienteSistemaCaratteristiche del sistemaSeparab<strong>il</strong>ità del sistema (specificitàsinergica);Risorse <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i;Inerzia/urgenza del sistema;Obiettivi del sistema;Livello <strong>di</strong> complessità del sistema;Ecc;Il sistema tendeverso una strutturapiù modu<strong>la</strong>reQueste quattro categorie/<strong>di</strong>mensioni e <strong>il</strong> loro reciproco interagire determinano <strong>la</strong> tendenza <strong>di</strong>un sistema verso una struttura più modu<strong>la</strong>re o più integrale.Nel prendere in considerazione tali categorie/<strong>di</strong>mensioni, alcune variab<strong>il</strong>i/forze consideratenel <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling verranno riconsiderate, anche se verranno contestualizzate in un modo<strong>di</strong>verso. Inoltre, si farà notare come <strong>la</strong> quasi totalità dei fattori e delle variab<strong>il</strong>i possa determinareuna spinta ambigua (cioè indurre un sistema sia verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità che verso l’integralità) ocomunque variab<strong>il</strong>e, a seconda del tipo <strong>di</strong> sistema e <strong>di</strong> contesto e del tipo <strong>di</strong> situazione analizzati.- © 2003 p. 22
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>Il <strong>modello</strong> può essere rivolto al<strong>la</strong> generalità dei sistemi 14 ; qui tuttavia, esso verrà trattatosvolgendo delle considerazioni a titolo esemplificativo legate principalmente ai sistemiriguardanti l’ambito economico aziendale, trattando aspetti talvolta più strettamente legati alprodotto e talvolta maggiormente connessi all’impresa e al<strong>la</strong> sua organizzazione.5.1 - Le caratteristiche del contestoPer quanto concerne le caratteristiche del contesto, molte sono le variab<strong>il</strong>i e i fattori che possonoinfluire sul<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> un sistema verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, in re<strong>la</strong>zione anche al tipo <strong>di</strong> sistema e<strong>di</strong> contesto preso in considerazione. In linea <strong>di</strong> massima, con <strong>la</strong> consapevolezza però che non èpossib<strong>il</strong>e fornire un elenco esaustivo, si può porre l’attenzione sui seguenti aspetti:- le conoscenze e le tecnologie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i in un dato contesto;- le esigenze e le richieste dei clienti;- <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> intensità competitiva;- lo sta<strong>di</strong>o del ciclo <strong>di</strong> vita in cui si trova <strong>il</strong> prodotto;- le tendenze evolutive del contesto e <strong>la</strong> sua velocità <strong>di</strong> cambiamento;- <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra i sistemi all’interno del contesto.Con riferimento alle conoscenze e alle tecnologie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i in un dato contesto, si r<strong>il</strong>evacome nel corso degli anni <strong>la</strong> creazione e <strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> nuove conoscenze e lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> alcuneinnovazioni abbiano favorito un incremento del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Il corpo umano, ad esempio, grazieai risultati ottenuti in ambito scientifico (biologia, me<strong>di</strong>cina, chimica, ecc.) e alle possib<strong>il</strong>itàofferte dai progressi tecnologici, è <strong>di</strong>ventato maggiormente modu<strong>la</strong>re, pur senza essere stato14 Lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re può infatti riguardare le seguenti categorie (categorie le quali possonoessere ricomprese all’interno del concetto <strong>di</strong> sistema):• un bene: in tale categoria si vogliono comprendere tutti gli elementi caratterizzati da un certo grado <strong>di</strong>tangib<strong>il</strong>ità ut<strong>il</strong>i per sod<strong>di</strong>sfare uno o più bisogni. Gli esempi riscontrab<strong>il</strong>i in questo ambito sono moltissimi epossono riguardare, anche se con <strong>di</strong>versa intensità, qualsiasi bene (automob<strong>il</strong>i, costruzioni ed<strong>il</strong>i, beni alimentari,vestiti, beni elettronici, arredamento, ecc.);• un servizio: ci si riferisce a quei prodotti che si <strong>di</strong>stinguono da quelli presenti nel<strong>la</strong> categoria precedenteperché caratterizzati, oltre che da un elevato grado <strong>di</strong> intangib<strong>il</strong>ità, anche da una forte componente umana e da uncerto livello <strong>di</strong> interazione e <strong>di</strong> simultaneità tra produzione e consumo;• una conoscenza: con tale termine si vogliono qui comprendere le teorie, le informazioni, i dati, leconoscenze, ecc.;• un processo: per processo si intende un insieme <strong>di</strong> attività coor<strong>di</strong>nato tra loro finalizzate ad un determinatoobiettivo;• un organismo biologico: strutture modu<strong>la</strong>ri e <strong>il</strong> concetto stesso <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità sono riscontrab<strong>il</strong>i anche neicampi del<strong>la</strong> biologia e del corpo umano;• un’organizzazione: possono rientrare in questa categoria qualsiasi istituzione sociale, l’organizzazione <strong>di</strong>un’impresa, ecc.- © 2003 p. 23
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>oggetto <strong>di</strong> interventi a livello architetturale che ne abbiano mo<strong>di</strong>ficato <strong>la</strong> struttura. La conoscenzasempre maggiore dell’organismo umano ha permesso <strong>di</strong> comprendere che <strong>il</strong> nostro corpo è inrealtà più modu<strong>la</strong>re e meno integrale <strong>di</strong> quanto si ritenesse in passato. Il trapianto <strong>di</strong> organicostituisce soltanto uno dei principali esempi del<strong>la</strong> maggiore consapevolezza del<strong>la</strong> strutturamodu<strong>la</strong>re del corpo umano. Ed è sempre grazie allo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> nuove conoscenze e <strong>di</strong> nuovetecnologie che moltissimi prodotti (<strong>la</strong> bicicletta, <strong>il</strong> computer, le automob<strong>il</strong>i, solo per citarnealcuni) sono caratterizzati da un livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità crescente. Occorre inoltre evidenziare <strong>il</strong>ruolo partico<strong>la</strong>rmente importante ricoperto dalle tecnologie ICT (Information andCommunication Technology), le quali certamente hanno favorito lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approcciomodu<strong>la</strong>re a livello organizzativo, non soltanto all’interno del<strong>la</strong> singo<strong>la</strong> impresa, ma anche nelrapporto tra imprese, consentendo una <strong>di</strong>ffusione sempre maggiore del<strong>la</strong> struttura a rete. In ognicaso, è necessario far notare che <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> nuove conoscenze e <strong>di</strong> nuove tecnologie se daun <strong>la</strong>to può favorire <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, dall’altro può agevo<strong>la</strong>re anche l’adozione <strong>di</strong> un approcciointegrale. Infatti, negli ultimi anni alcune innovazioni tecnologiche hanno permesso <strong>di</strong> renderemeno costoso <strong>il</strong> rapporto tra varietà <strong>di</strong> prodotto e integralità. «For example, a computercontrolled<strong>la</strong>ser cutting system can cut along an arbitrar<strong>il</strong>y specified trajectory. This flexib<strong>il</strong>ityallows systems incorporating these processes to create products that can be infinitely varied withrespect to one or more properties. This ab<strong>il</strong>ity to continuously vary the properties of componentsby flexible process provides a subtle <strong>di</strong>stinction between the variety that can be created byassembling products from a finite set of component alternatives, and the variety that can becreated by flexible component production processes» (Ulrich, 1995: 430). Queste e molte altreconsiderazioni che si potrebbero svolgere in re<strong>la</strong>zione a tale aspetto fanno comprendere come leconoscenze e le tecnologie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i <strong>di</strong> per sé possono far migrare un sistema verso unastruttura più integrale o più modu<strong>la</strong>re.Quest’ultima affermazione risulta valida anche prendendo in considerazione le esigenze e lerichieste dei clienti. Ad esempio, una domanda molto eterogenea può richiedere, a seconda deicasi, l’adozione <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re oppure integrale. Come è già stato evidenziato,esigenze <strong>di</strong> varietà elevata possono essere sod<strong>di</strong>sfatte con soluzioni che sono anche efficientisotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o economico tramite <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, grazie al<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> combinare un setdefinito <strong>di</strong> moduli nel<strong>la</strong> realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse configurazioni finali 15 . Tuttavia, in alcuni casi lecaratteristiche <strong>di</strong> determinati prodotti e <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong> livello dell’eterogeneità del<strong>la</strong> domandapossono essere tali da non consentire o da non rendere preferib<strong>il</strong>e nemmeno <strong>la</strong> standar<strong>di</strong>zzazione15 La B<strong>la</strong>ck & Decker (Pine, 1997), per esempio, sv<strong>il</strong>uppando un approccio maggiormente modu<strong>la</strong>re è riuscita aprodurre un’intera linea <strong>di</strong> 122 prodotti (trapani, levigatrici, sabbiatrici, seghe circo<strong>la</strong>ri, ecc.) in centinaia <strong>di</strong> varianti,impiegando un numero <strong>di</strong> componenti re<strong>la</strong>tivamente ristretto. In partico<strong>la</strong>re, tutti i modelli erano composti <strong>di</strong> unmotore elettrico che apparteneva ad un’unica linea (cambiava solo <strong>la</strong> potenza, da 60W a 650W, e <strong>la</strong> corrispondentelunghezza, da circa 2 cm a 5 m). Ciò, come si può comprendere, ha consentito al<strong>la</strong> B<strong>la</strong>ck & Decker proporsi sulmercato con un’offerta maggiormente <strong>di</strong>fferenziata accompagnata da una contestuale riduzione dei costi.- © 2003 p. 24
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong><strong>di</strong> modulo o <strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> interfacce <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i, richiedendo <strong>di</strong> conseguenza <strong>la</strong> costruzioneex novo del prodotto per ogni categoria <strong>di</strong> consumatori o ad<strong>di</strong>rittura per ogni singolo cliente. Intali con<strong>di</strong>zioni, l’approccio integrale risulterebbe più adeguato. Sempre con riferimento al cliente,è importante considerare <strong>il</strong> suo livello <strong>di</strong> conoscenza del prodotto. Frequentemente, infatti, <strong>il</strong>cliente per poter sfruttare le opportunità e i benefici offerti dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità deve <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> unabuona conoscenza in merito al<strong>la</strong> qualità e alle performance dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> componenti e acome questi ultimi interagiscono tra loro. Soltanto in questo caso egli sarà in grado <strong>di</strong> cogliere <strong>la</strong><strong>di</strong>fferenza tra le <strong>di</strong>verse soluzioni modu<strong>la</strong>ri <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i 16 . Altrimenti, per <strong>il</strong> cliente sarannopreferib<strong>il</strong>i soluzioni <strong>di</strong> tipo integrato. Il grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un prodotto, inoltre, <strong>di</strong>pende nonsoltanto dal livello <strong>di</strong> conoscenza del cliente, ma anche dal suo atteggiamento e dal<strong>la</strong> suapre<strong>di</strong>sposizione verso i prodotti modu<strong>la</strong>ri. Il livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità, quin<strong>di</strong>, varia anche in re<strong>la</strong>zionea quanto le opportunità offerte da un approccio modu<strong>la</strong>re sono richieste o desiderab<strong>il</strong>i da parte delcliente.Anche <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> intensità competitiva costituisce una variab<strong>il</strong>e determinante nel<strong>la</strong>migrazione o meno <strong>di</strong> un sistema verso una struttura modu<strong>la</strong>re. Una concorrenza elevata richiedealle imprese <strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> creare dei vantaggi competitivi, pena l’esclusione dal mercato.Un’impresa può <strong>di</strong>stinguersi attuando un abbassamento dei costi o <strong>di</strong>fferenziando <strong>la</strong> propriaofferta rispetto a quel<strong>la</strong> dei concorrenti (Porter, 1987). Con riferimento al<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> ridurre icosti, sia <strong>la</strong> struttura modu<strong>la</strong>re che quel<strong>la</strong> integrale possono risultare adeguate. La modu<strong>la</strong>ritàinfatti può offrire alle imprese benefici quali una maggior flessib<strong>il</strong>ità produttiva, <strong>la</strong> riduzione deltime to market, economie <strong>di</strong> sca<strong>la</strong> sul componente, <strong>la</strong> riduzione delle scorte, economie <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento, ecc. Tali benefici si traducono anche (ma non soltanto) in un abbassamento deicosti per l’azienda. Un’elevata pressione sui costi determinata da una forte concorrenza puòquin<strong>di</strong> indurre un’impresa ad adottare un approccio modu<strong>la</strong>re. Tuttavia, in alcuni casi e per alcuniprodotti, l’integralità può risultare meno costosa del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Può accadere infatti che i costi<strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong> progettazione, dei test, <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, ecc., per creare e gestire un prodottocaratterizzato da una struttura modu<strong>la</strong>re siano più elevati <strong>di</strong> quelli che si sosterrebbero adottandoun approccio integrale. Per quanto riguarda <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’offerta dell’impresa, essa puòessere ottenuta in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>: migliorando le caratteristiche del bene o del servizio (prestazioni,affidab<strong>il</strong>ità, ecc.), aumentando l’immagine e <strong>il</strong> prestigio del prodotto, <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> servizio, <strong>la</strong>varietà, <strong>la</strong> personalizzazione, riducendo i tempi <strong>di</strong> consegna, ecc. L’impiego del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità può16 Un esempio in grado <strong>di</strong> chiarire tale aspetto può essere fornito dai prodotti informatici. Sicuramente, uno deifattori che permesso lo sv<strong>il</strong>uppo dell’offerta dei computer assemb<strong>la</strong>ti (computer ottenuti attraverso una <strong>di</strong>versacombinazione <strong>di</strong> schede madri, schede video, schede au<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>schi rigi<strong>di</strong>, RAM, ecc.), è stata <strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> massadelle conoscenze a livello informatico nel mondo dei consumatori. La stessa Dell (www.dell.com), che fonda <strong>il</strong>proprio business sull’offerta <strong>di</strong> tali prodotti via internet, non avrebbe avuto <strong>il</strong> successo ottenuto se i potenziali clientinon fossero stati in grado <strong>di</strong> “tradurre” le proprie esigenze in caratteristiche/attributi specifici sul<strong>la</strong> base dei qualiscegliere i <strong>di</strong>versi componenti per comporre in modo personalizzato <strong>il</strong> proprio computer.- © 2003 p. 25
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>consentire <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare <strong>il</strong> prodotto in tutti i mo<strong>di</strong> appena elencati. Una struttura modu<strong>la</strong>re,infatti, da un <strong>la</strong>to, grazie al<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> intervenire in modo localizzato sull’architettura <strong>di</strong>prodotto, può consentire sia <strong>di</strong> aggiornare <strong>il</strong> prodotto migliorandone così le prestazioni, sia unamaggiore riparab<strong>il</strong>ità e, dall’altro, può garantire una maggiore affidab<strong>il</strong>ità grazie allo standard <strong>di</strong>modulo. La possib<strong>il</strong>ità poi <strong>di</strong> ottenere configurazioni <strong>di</strong> prodotto <strong>di</strong>verse partendo dal<strong>la</strong>combinazione <strong>di</strong> un set definito <strong>di</strong> moduli permette all’impresa <strong>di</strong> offrire una varietà elevata abasso costo. Al cliente, inoltre, un approccio modu<strong>la</strong>re può garantire un certo gradopersonalizzazione, consentendogli, per esempio, l’opportunità <strong>di</strong> essere coinvolto nel<strong>la</strong> scelta deimoduli che compongono <strong>il</strong> prodotto (personalizzazione del<strong>la</strong> configurazione <strong>di</strong> prodotto) oad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> partecipare al<strong>la</strong> definizione delle specifiche e al<strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> uno o più moduli(personalizzazione <strong>di</strong> modulo). Tuttavia, sebbene <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità consenta in più mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>di</strong>fferenziare l’offerta dell’impresa, nel<strong>la</strong> realtà si può notare come non <strong>di</strong> rado le imprese per<strong>di</strong>fferenziarsi si avvalgano <strong>di</strong> una struttura integrale. Ciò in quanto molto spesso un prodottocaratterizzato da un’architettura integrale risulta più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e da imitare e consente livelli <strong>di</strong>performance più elevati 17 .Un ulteriore aspetto da prendere in considerazione è lo sta<strong>di</strong>o del ciclo <strong>di</strong> vita in cui si trova<strong>il</strong> prodotto. Le spinte verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, possono variare <strong>di</strong> natura e <strong>di</strong> intensità a seconda che <strong>il</strong>prodotto sia in fase <strong>di</strong> introduzione, sv<strong>il</strong>uppo, maturità, saturazione o declino 18 . Ad esempio,quando <strong>il</strong> bene o servizio si trova in fase <strong>di</strong> maturità/saturazione, in genere, sia l’imprese che iconsumatori, anche se con gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> maggiori conoscenze in merito alprodotto e alle sue problematiche. Inoltre, è in questa fase che risulta sempre più necessarioproporre delle varianti <strong>di</strong> prodotto, al fine <strong>di</strong> far fronte, da un <strong>la</strong>to, alle nuove richieste dei clienti,i quali, <strong>di</strong>sponendo <strong>di</strong> una maggior consapevolezza delle caratteristiche del prodotto e delle loroesigenze in re<strong>la</strong>zione al bisogno che quest’ultimo va a sod<strong>di</strong>sfare, si sono fatti più esigenti e,dall’altro, al<strong>la</strong> necessità delle imprese <strong>di</strong> contrastare <strong>il</strong> rallentamento delle ven<strong>di</strong>te. In più, è17 La maggiore <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> imitazione dei prodotti integrali può essere per esempio ricondotta al<strong>la</strong> mappatura dellere<strong>la</strong>zioni (tra componenti e tra componenti e funzioni) partico<strong>la</strong>rmente complessa (come si è r<strong>il</strong>evato nel paragrafo 1,è questa una delle peculiarità dei sistemi integrali), che rende meno agevoli eventuali processi <strong>di</strong> riverse engineeringda parte dei concorrenti.Per quanto riguarda le prestazioni, rispetto all’architettura modu<strong>la</strong>re, quel<strong>la</strong> integrale può garantire livelli <strong>di</strong>performance maggiori in quei prodotti le cui caratteristiche rendono necessari rapporti de<strong>di</strong>cati tra gli specificicomponenti (specificità sinergica <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling, 2000).18 Il ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> prodotto rappresenta uno schema concettuale che considera le variazioni delle quantità <strong>di</strong>prodotto vendute in re<strong>la</strong>zione al trascorrere del tempo. Il ciclo <strong>di</strong> vita può essere riferito ad una specifica variante <strong>di</strong>prodotto realizzata da una determinata impresa, ad una marca, ad un settore, ecc., e <strong>la</strong> lunghezza delle fasi <strong>di</strong> cui sicompone (introduzione, sv<strong>il</strong>uppo, maturità, saturazione e declino) può variare in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> situazioneconsiderata. È importante precisare che tali fasi hanno una valenza meramente descrittiva e nel<strong>la</strong> realtà nonpresentano dei confini definiti. Inoltre, <strong>il</strong> ciclo <strong>di</strong> vita non è soltanto <strong>il</strong> risultato dello sv<strong>il</strong>uppo “naturale” del mercato,ma <strong>di</strong>pende anche dalle strategie <strong>di</strong> marketing adottate dalle imprese. Non <strong>di</strong> rado infatti, l’obsolescenza dei prodottiè provocata e programmata dalle stesse imprese.- © 2003 p. 26
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>proprio quando <strong>il</strong> prodotto ha raggiunto un determinato livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione/saturazione che leimprese avvertono <strong>la</strong> necessità crescente <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare delle alleanze al fine <strong>di</strong> migliorare l’offertaal cliente. La maggior conoscenza del prodotto, <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> proporre un numero sempre piùelevato <strong>di</strong> varianti <strong>di</strong> prodotto e l’esigenza da parte delle imprese <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare delle alleanzepossono costituire dei fattori <strong>di</strong> spinta verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Come si è già evidenziato, affinché sipossa sv<strong>il</strong>uppare un approccio modu<strong>la</strong>re, è necessaria una conoscenza elevata del prodotto sia daparte dell’impresa, che deve essere in grado <strong>di</strong> comprendere le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zione tra i <strong>di</strong>versicomponenti, al fine <strong>di</strong> poter creare o mo<strong>di</strong>ficare <strong>la</strong> struttura in modo da render<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>re, sia daparte del cliente che, per poter cogliere e sfruttare le opportunità e i benefici offerti dal<strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità, deve conoscere <strong>la</strong> qualità e <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> performance dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> modulo. Inoltre<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, grazie al<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> scomporre <strong>il</strong> prodotto in moduli, consente sia <strong>di</strong> coniugaretra loro esigenze <strong>di</strong> varietà e <strong>di</strong> costo, sia <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare alleanze offrendo a ciascuna impresa <strong>la</strong>possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> produrre <strong>il</strong> modulo o i moduli per <strong>la</strong> cui produzione <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> maggiori risorse ecapacità. Considerazioni opposte si devono svolgere quando un determinato tipo <strong>di</strong> prodotto èstato appena introdotto nel mercato. In questo caso, spesso le conoscenze del prodotto, soprattuttoda parte del cliente, sono minime e l’esigenza <strong>di</strong> proporre delle varianti <strong>di</strong> prodotto non è cosìelevata come lo è invece in fase <strong>di</strong> maturità o <strong>di</strong> saturazione. In tale situazione, l’approcciointegrale può risultare più adeguato o ad<strong>di</strong>rittura l’unica scelta percorrib<strong>il</strong>e, in quanto mancanoparte dei presupposti per lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re. Diverse conclusioni si devonoraggiungere invece per quanto riguarda l’esigenza da parte delle imprese <strong>di</strong> instaurare dellealleanze. Spesso, è anche e soprattutto nel<strong>la</strong> fase <strong>di</strong> creazione e <strong>di</strong> <strong>la</strong>ncio <strong>di</strong> un prodotto che vi è <strong>la</strong>necessità <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare delle col<strong>la</strong>borazioni tra imprese al fine <strong>di</strong> sopperire al<strong>la</strong> carenza <strong>di</strong> risorse(conoscenze, competenze e capacità, risorse finanziarie, materie prime, tecnologie, ecc.) che <strong>la</strong>singo<strong>la</strong> impresa dovrebbe fronteggiare. Va infine r<strong>il</strong>evato che anche in mercati maturi, in alcunicasi, le aspettative <strong>di</strong> performance <strong>di</strong> prodotto sempre maggiori da parte dei clienti, unitamentealle spinte <strong>di</strong> miniaturizzazione presenti in molti settori, possono rendere preferib<strong>il</strong>e lo sv<strong>il</strong>uppo<strong>di</strong> un approccio integrale.La soluzione strutturale (modu<strong>la</strong>re o integrale) verso cui può tendere un sistema <strong>di</strong>pendeanche dalle tendenze evolutive del contesto e dal<strong>la</strong> sua velocità <strong>di</strong> cambiamento (economico,tecnologico, demografico, ambientale, ecc.). Ad esempio, una domanda e un’offerta sempre piùglobalizzate, potrebbero aver contribuito ad aumentare <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> attuare processi <strong>di</strong>outsourcing, favorendo così in alcuni casi <strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re, mentre <strong>la</strong>crescente spinta verso <strong>la</strong> miniaturizzazione dei prodotti potrebbe aver indotto molti sistemiall’adozione <strong>di</strong> soluzioni <strong>di</strong> carattere integrale. Anche <strong>la</strong> rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cambiamento può costituiresia una spinta che un freno per <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Da un <strong>la</strong>to, un ambiente caratterizzato da rapi<strong>di</strong>cambiamenti può favorire un approccio modu<strong>la</strong>re, poiché quest’ultimo, grazie a elementi qual<strong>il</strong>’in<strong>di</strong>pendenza dei moduli e le interfacce <strong>di</strong>saccoppiab<strong>il</strong>i, consente <strong>di</strong> rendere un sistema più- © 2003 p. 27
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>flessib<strong>il</strong>e alle possib<strong>il</strong>i evoluzioni del contesto. Dall’altro, <strong>la</strong> rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cambiamento puòrisultare sfavorevole al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, in quanto l’evoluzione dell’ambiente può richiedere alsistema dei cambiamenti <strong>di</strong> natura talmente ra<strong>di</strong>cale da non poter essere sostenuti da un approcciomodu<strong>la</strong>re. Infatti, se per un sistema caratterizzato da una struttura modu<strong>la</strong>re per far fronte adeterminati cambiamenti creati dall’evoluzione dell’ambiente, non sono sufficienti degliinterventi <strong>di</strong> tipo locale (mo<strong>di</strong>fica o sostituzione dei moduli, ecc.), ma sono necessari anche degliinterventi a livello architetturale tali da mo<strong>di</strong>ficare ra<strong>di</strong>calmente gli schemi <strong>di</strong> interfacciamentotra i componenti, si viene a creare una situazione critica per almeno due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> motivi. In primoluogo, <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’architettura <strong>di</strong> prodotto può comportare <strong>la</strong> caduta dei principalibenefici offerti dal<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Riprogettare l’architettura, garantendo a quest’ultima unastruttura modu<strong>la</strong>re, significa andare incontro ad un allungamento dei tempi <strong>di</strong> risposta al mercatoe ad un aumento dei costi <strong>di</strong> progettazione, a causa sia delle possib<strong>il</strong>i <strong>di</strong>fficoltà legate al<strong>la</strong>creazione <strong>di</strong> nuovi schemi <strong>di</strong> interfacciamento tra i <strong>di</strong>versi moduli, sia del numero e dei tipi deitest da effettuare sul<strong>la</strong> qualità e sul<strong>la</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra i componenti per ogni specifico ut<strong>il</strong>izzo. Insecondo luogo, l’architettura del sistema organizzativo <strong>di</strong> un’impresa è influenzata e in partedeterminata dall’architettura <strong>di</strong> prodotto. I due sistemi, quello tecnico o <strong>di</strong> prodotto e quelloorganizzativo, devono procedere in parallelo e in simbiosi tra loro. Ne consegue che l’esigenza <strong>di</strong>riprogettare <strong>la</strong> struttura del prodotto potrebbe richiedere contestuali interventi organizzativi(mo<strong>di</strong>fica del sistema <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e <strong>di</strong> comunicazione, creazione <strong>di</strong> nuove figure aziendali,necessità <strong>di</strong> nuove competenze, ecc.) spesso <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente attuab<strong>il</strong>i dalle imprese in modotempestivo. Si crea pertanto un paradosso: <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, che tra i suoi fini principali ha quello <strong>di</strong>rendere un sistema più flessib<strong>il</strong>e, può creare a quest’ultimo delle rigi<strong>di</strong>tà qualora si manifesti <strong>la</strong>necessità <strong>di</strong> cambiamenti strutturali. Può accadere quin<strong>di</strong> che un sistema caratterizzato da unastruttura modu<strong>la</strong>re rimanga “ingabbiato” dagli schemi <strong>di</strong> interfacciamento presenti all’internodel<strong>la</strong> sua architettura.Infine, si vuole porre l’attenzione sul livello <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità tra i sistemi all’interno delcontesto. Il concetto <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità costituisce uno degli elementi car<strong>di</strong>ne per lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> unapproccio modu<strong>la</strong>re. Infatti, due o più moduli possono essere interfacciati e quin<strong>di</strong> connessi traloro (logicamente o fisicamente) soltanto se sono compatib<strong>il</strong>i. Fondamentale in questo sensorisulta quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> ruolo dell’interfaccia, <strong>la</strong> quale deve definire dei parametri (visible parameters) ingrado <strong>di</strong> rendere i moduli <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>pendenti e compatib<strong>il</strong>i tra loro. Per quanto riguarda<strong>il</strong> contesto, quanto più quest’ultimo presenta caratteristiche tali da rendere i <strong>di</strong>versi sistemicompatib<strong>il</strong>i tra loro, tanto più è elevata <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità che si <strong>di</strong>ffonda un approccio modu<strong>la</strong>re. Adesempio, nel settore dell’informatica e in quello dell’elettronica, così come in molti altri settori, <strong>il</strong>tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità è aumentato notevolmente da quando i protocolli <strong>di</strong>interfacciamento sono passati dall’essere patrimonio specifico <strong>di</strong> una o <strong>di</strong> poche impreseall’essere degli standard <strong>di</strong>ffusi. È infatti grazie al<strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione degli standard <strong>di</strong> interfaccia che- © 2003 p. 28
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>un computer può essere composto da <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>schi fissi, schede au<strong>di</strong>o, unità <strong>di</strong> lettura, schedevideo, ecc., o che televisioni, stereo, dvd recorder, macchine fotografiche <strong>di</strong>gitali, ecc., possonoessere fac<strong>il</strong>mente connessi tra loro. Inoltre, quanto più un determinato settore (o contesto)presenta imprese (o sistemi) che hanno adottato un approccio modu<strong>la</strong>re, tanto più è elevata <strong>la</strong>possib<strong>il</strong>ità che altre imprese migrino verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Al contrario, se in un determinatocontesto <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità è poco <strong>di</strong>ffusa o vi è <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> scarsa compatib<strong>il</strong>ità, può risultarepreferib<strong>il</strong>e l’adozione <strong>di</strong> una struttura integrale, o quantomeno lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approcciomodu<strong>la</strong>re risulta più complesso.Come è già stato r<strong>il</strong>evato, nell’ambito delle caratteristiche del contesto, i fattori e le variab<strong>il</strong>iappena presentati costituiscono soltanto alcuni dei molti aspetti che si possono prendere inconsiderazione. Altri fattori possono essere in<strong>di</strong>viduati in re<strong>la</strong>zione al tipo <strong>di</strong> contesto e allepossib<strong>il</strong>i evoluzioni <strong>di</strong> quest’ultimo.5.2 - Le caratteristiche del sistemaAnche per quanto riguarda le caratteristiche del sistema, le variab<strong>il</strong>i e i fattori che possonoinfluire sul<strong>la</strong> scelta <strong>di</strong> una struttura più modu<strong>la</strong>re o più integrale variano in re<strong>la</strong>zione al tipo <strong>di</strong>sistema e <strong>di</strong> contesto preso in considerazione. In linea <strong>di</strong> massima, fatta <strong>la</strong> premessa che non èpossib<strong>il</strong>e proporre un elenco completo ed esauriente, l’attenzione può essere posta sui seguentiaspetti:- <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità del sistema;- le risorse <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i;- <strong>il</strong> rapporto tra inerzia e urgenza nell’ambito del sistema;- gli obiettivi del sistema;- <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> complessità del sistema.In merito al grado <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un sistema, alcune considerazioni sono già state svoltetrattando <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling. Qui ci si limita r<strong>il</strong>evare che <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità (e quin<strong>di</strong> <strong>il</strong>livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità) <strong>di</strong> un sistema, <strong>di</strong>pende dal rapporto tra in<strong>di</strong>pendenza e specificità sinergicaall’interno del sistema stesso (Fig. 4).Un sistema è caratterizzato da un elevato livello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza quando al suo internopresenta componenti i cui elementi strutturali sono fortemente connessi tra loro e debolmenteconnessi con gli altri elementi degli altri componenti. Quanto più un sistema risulta al suo internoin<strong>di</strong>pendente, tanto più esso è scomponib<strong>il</strong>e, con per<strong>di</strong>te nulle o minime <strong>di</strong> funzionalità. Unsistema è invece caratterizzato da un elevato livello <strong>di</strong> specificità sinergica quando i legami e le- © 2003 p. 29
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>interazioni tra i componenti sono de<strong>di</strong>cati e quin<strong>di</strong> tali da rendere subottimale qualsiasi soluzionederivante da processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione e <strong>di</strong> ricomposizione/ricombinazione, rispetto al<strong>la</strong>configurazione originaria. Di conseguenza <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un sistema sarà tanto minore,quanto più un sistema è caratterizzato da specificità sinergica. Si può quin<strong>di</strong> comprendere che <strong>la</strong>contrapposizione tra in<strong>di</strong>pendenza e specificità sinergica contribuisce a determinare <strong>il</strong> grado <strong>di</strong>scomponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un sistema e quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> quest’ultimo.Figura 4 – In<strong>di</strong>pendenza e specificità sinergicaArchitetturamodu<strong>la</strong>rein<strong>di</strong>pendenzaArchitetturaintegralespecificità sinergicaseparab<strong>il</strong>itàInseparab<strong>il</strong>ità obassa separab<strong>il</strong>itàLa migrazione <strong>di</strong> un sistema verso una struttura modu<strong>la</strong>re o integrale <strong>di</strong>pende anche dal<strong>la</strong>natura e dal<strong>la</strong> quantità delle risorse <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i. Tra le risorse più importanti e necessarie perun’impresa, vi sono certamente <strong>il</strong> tempo, <strong>il</strong> patrimonio <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni (rapporti con i fornitori,sbocchi <strong>di</strong> mercato, cliente<strong>la</strong> fidelizzata, ecc.), le <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità finanziarie e le risorse umane, conle loro conoscenze competenze e capacità. La realtà attuale, caratterizzata da una complessitàcrescente e da un’elevata pressione competitiva (sia globale che locale), rende sempre più scarse,oltre che cruciali, le risorse appena citate. Sempre <strong>di</strong> più un’impresa per far fronte a tali carenze<strong>di</strong> risorse deve instaurare delle alleanze con altre imprese. Soltanto in questo modo le aziendepotranno ridurre i tempi <strong>di</strong> risposta al mercato, far fronte agli ostacoli <strong>di</strong> tipo finanziario, superarei propri limiti cognitivi e contare su un patrimonio <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni più elevato. Come è già statoevidenziato, un approccio modu<strong>la</strong>re agevo<strong>la</strong> e incentiva lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazioni tra imprese.Inoltre, non soltanto <strong>la</strong> carenza <strong>di</strong> risorse, ma anche <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong>fferenziate daparte delle imprese crea <strong>la</strong> necessità (oltre che una maggiore ut<strong>il</strong>ità) <strong>di</strong> instaurare delle alleanze.Infatti, quanto più le aziende presentano competenze, capacità e conoscenze <strong>di</strong>verse, tanto piùelevati saranno i benefici derivanti da una loro eventuale col<strong>la</strong>borazione. In genere, quin<strong>di</strong>, unascarsa <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> risorse o <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> risorse e competenze <strong>di</strong>fferenziate da parte delleimprese favoriscono l’adozione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. Tuttavia, anche in presenza <strong>di</strong> una scarsa<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> risorse da parte dell’impresa, l’adozione <strong>di</strong> una struttura integrale potrebberisultare in alcuni casi preferib<strong>il</strong>e. Ciò potrebbe accadere, ad esempio, qualora lo sv<strong>il</strong>uppo e <strong>la</strong>gestione <strong>di</strong> un’architettura integrale richiedesse minori risorse <strong>di</strong> quante ne richiederebbe invece- © 2003 p. 30
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>prestigio dell’offerta <strong>di</strong> un’azienda. Diverse considerazioni possono essere svolte con riferimentoagli obiettivi <strong>di</strong> leadership. Infatti sia <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità che l’integralità possono minare o proteggere<strong>il</strong> potere <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> un’impresa. Da un <strong>la</strong>to, un approccio integrale può consentire adun’azienda <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere <strong>il</strong> proprio potere <strong>di</strong> mercato, rendendo i propri prodotti meno preda <strong>di</strong>imitazioni. I prodotti modu<strong>la</strong>ri, al contrario, sono spesso più fac<strong>il</strong>mente imitab<strong>il</strong>i. Dall’altro, <strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità può contribuire ad aumentare <strong>il</strong> potere <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> un’impresa, offrendo aquest’ultima <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere <strong>il</strong> proprio standard <strong>di</strong> interfaccia, possib<strong>il</strong>ità chesuccessivamente può permettere sia <strong>di</strong> imporre le proprie scelte sul mercato, sia <strong>di</strong> ottenerevantaggi <strong>di</strong> compatib<strong>il</strong>ità con altri prodotti. Le minori opportunità offerte in questo senso daun’architettura integrale, potrebbero, in determinate situazioni, minare <strong>il</strong> potere <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong>un’impresa. Inoltre, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, favorendo lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazioni e l’instaurazione <strong>di</strong>alleanze, può rendere più forte <strong>la</strong> posizione <strong>di</strong> un’impresa sul mercato. Sempre con riferimentoagli obiettivi, altrettanto importante risulta <strong>il</strong> legame tra i <strong>di</strong>versi tipi prodotto offerti daun’azienda. Se l’offerta <strong>di</strong> quest’ultima presenta ad esempio prodotti caratterizzati da unacomplementarietà tale da richiedere un’interconnessione tra loro, un approccio modu<strong>la</strong>repotrebbe risultare più conveniente.Infine, si ritiene fondamentale considerare <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> complessità del sistema. Come è giàstato r<strong>il</strong>evato, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità ha tra i suoi fini principali <strong>la</strong> riduzione del<strong>la</strong> complessità 19 . Taleaffermazione potrebbe indurre erroneamente a pensare che, <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rizzazione <strong>di</strong> un sistema ètanto più necessaria e auspicab<strong>il</strong>e, quanto più quest’ultimo presenta livelli <strong>di</strong> complessità elevati.Una struttura modu<strong>la</strong>re, infatti, attraverso <strong>la</strong> scomposizione (logica o fisica) <strong>di</strong> un sistema insubsistemi, consente <strong>di</strong> far fronte al<strong>la</strong> complessità, semplificando sia le interazioni tra icomponenti, sia <strong>la</strong> mappa delle re<strong>la</strong>zioni tra componenti e funzioni. Tuttavia, a livello empirico sipuò notare come finora i prodotti caratterizzati da un’elevata complessità presentinoun’architettura più integrale che modu<strong>la</strong>re. Ciò in quanto, spesso, i prodotti caratterizzati da unastruttura semplice sono più fac<strong>il</strong>mente modu<strong>la</strong>rizzab<strong>il</strong>i (le re<strong>la</strong>zioni tra i <strong>di</strong>versi componenti sonopiù definite, <strong>il</strong> rapporto tendente al<strong>la</strong> biunivocità tra componente e funzione è più fac<strong>il</strong>e dain<strong>di</strong>viduare o quantomeno più fac<strong>il</strong>e da creare), mentre nel caso <strong>di</strong> prodotti molto complessi losv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re può risultare molto costoso e <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e da attuare. Così comeper <strong>la</strong> flessib<strong>il</strong>ità, anche in questo caso sembra esservi quin<strong>di</strong> un paradosso: <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità hacome fine principale <strong>la</strong> riduzione del<strong>la</strong> complessità, tuttavia può accadere che sistemi19 La complessità può essere definita come <strong>la</strong> caratteristica <strong>di</strong> un oggetto derivante, da un <strong>la</strong>to, dall’elevato numero<strong>di</strong> parti <strong>di</strong> cui è composto quest’ultimo e, dall’altro, dal<strong>la</strong> natura indeterminata, varia e variab<strong>il</strong>e delle numeroseinterazioni tra le parti costituenti l’oggetto stesso. «Complex system […] [is] one made up of <strong>la</strong>rge number of partinteract in non simple way» [Simon, 1962, 16]. La complessità presenta come elementi caratterizzanti <strong>la</strong> varietà, <strong>la</strong>variab<strong>il</strong>ità e l’incertezza ed è allo stesso tempo causa ed effetto <strong>di</strong> fattori quali: <strong>la</strong> mancanza o l’obsolescenza delleinformazioni; l’ambiguità; <strong>la</strong> vaghezza, ossia <strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere in modo preciso gli aspetti del modo reale; <strong>la</strong>razionalità limitata.- © 2003 p. 32
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>caratterizzati da una complessità elevata risultino <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente modu<strong>la</strong>rizzab<strong>il</strong>i. Da taliconsiderazioni si comprende che, per motivi <strong>di</strong>versi, un elevato livello <strong>di</strong> complessità può portareallo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> un approccio sia modu<strong>la</strong>re che integrale.5.3 Le <strong>di</strong>namiche e le interazioni tra sistema e contesto e <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> adattamentoreciproco tra questi ultimiDopo aver considerato singo<strong>la</strong>rmente alcuni dei fattori e delle variab<strong>il</strong>i che possono influire sullivello <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistema, si ritiene fondamentale analizzare gli effetti che tali fattori etali variab<strong>il</strong>i possono creare nel loro reciproco interagire. Come è già stato r<strong>il</strong>evato, undeterminato fattore può, non soltanto comportare al tempo stesso spinte sia negative che positiveverso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, ma anche esercitare <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente un livello <strong>di</strong> influenza piùo meno elevato sugli altri fattori. In più, <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong> numero dei fattori e i loro effetti sonovariab<strong>il</strong>i, a causa del<strong>la</strong> continua evoluzione del sistema, del contesto e del rapporto tra questiultimi. Di conseguenza, per in<strong>di</strong>viduare e comprendere le forze che spingono un sistema adassumere una struttura più modu<strong>la</strong>re o più integrale, non è sufficiente analizzare le caratteristichedel sistema e quelle del suo contesto. È necessario osservare anche come tali caratteristiche nelloro evolversi e nel loro reciproco interagire si influenzano a vicenda. Inoltre, <strong>la</strong> stessa soluzionestrutturale <strong>di</strong> un sistema (più modu<strong>la</strong>re o più integrale) indotta dal<strong>la</strong> spinta derivante dadeterminati fattori, può comportare delle ripercussioni sull’intensità <strong>di</strong> questi ultimi e quin<strong>di</strong>anche sui loro effetti.Sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> tali considerazioni, si svolgono qui <strong>di</strong> seguito alcune brevi riflessioni in meritoalle possib<strong>il</strong>i interazioni tra le caratteristiche del contesto e quelle del sistema. Certamente, anchecon riferimento alle sole caratteristiche che sono state qui proposte, non è possib<strong>il</strong>e consideraretutte le interazioni e gli effetti da esse derivanti. Ci si limita pertanto a presentare qualcheesempio, al fine <strong>di</strong> evidenziare l’ambiguità e <strong>la</strong> variab<strong>il</strong>ità degli effetti che possono derivare dalrapporto tra sistema e contesto e dall’evoluzione delle caratteristiche <strong>di</strong> questi ultimi.Ad esempio, nuove conoscenze o lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> alcune innovazioni tecnologiche possonocontribuire a rendere un sistema meno complesso. Ciò consente <strong>di</strong> comprendere meglio le<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zione tra i <strong>di</strong>versi componenti del sistema, ponendo, <strong>di</strong> conseguenza, le basi peraumentare <strong>la</strong> sua separab<strong>il</strong>ità. Tale aumento del grado <strong>di</strong> separab<strong>il</strong>ità, incrementando <strong>il</strong> livello <strong>di</strong>modu<strong>la</strong>rità del sistema, da un <strong>la</strong>to, può garantire in modo più flessib<strong>il</strong>e e meno costoso unamaggiore varietà delle soluzioni <strong>di</strong> prodotto <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i, che può comportare a sua volta uncambiamento nelle esigenze e nelle richieste dei consumatori (<strong>la</strong> domanda, ad esempio, potrebbe<strong>di</strong>ventare più eterogenea) e, dall’altro, grazie alle maggiori possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazione offerte daun approccio modu<strong>la</strong>re, potrebbe rendere per un’impresa meno problematica <strong>la</strong> sua <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità- © 2003 p. 33
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>modu<strong>la</strong>rità acquisito o acquisib<strong>il</strong>e da un sistema <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> capacità del sistema stesso <strong>di</strong>adattarsi al contesto, grazie all’ut<strong>il</strong>izzo <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re.Tale <strong>modello</strong>, che può essere rivolto al<strong>la</strong> generalità dei sistemi, consente <strong>di</strong> considerare ifattori che possono favorire od ostaco<strong>la</strong>re modu<strong>la</strong>rità, sia in una prospettiva statica che in unaprospettiva <strong>di</strong>namica. In un’ottica statica, sistema e contesto presentano determinatecaratteristiche che possono rendere <strong>il</strong> primo più incline al<strong>la</strong> struttura modu<strong>la</strong>re o a quel<strong>la</strong>integrale. L’analisi degli effetti e dell’influenza, che ogni caratteristica del contesto e del sistemapuò esercitare singo<strong>la</strong>rmente in un dato momento sulle tendenze strutturali del sistema stesso,costituisce <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione statica del <strong>modello</strong>. In un’ottica <strong>di</strong>namica, le interazioni tra lecaratteristiche del sistema e quelle del contesto possono determinare un’evoluzione dellecaratteristiche stesse e quin<strong>di</strong> dei loro effetti. In più, l’evoluzione <strong>di</strong> una caratteristica (del sistemao del contesto), oltre a comportare spinte negative e/o positive verso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità, molto spessoesercita <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente un’influenza più o meno elevata sulle altre caratteristiche.Inoltre, <strong>la</strong> stessa struttura (più modu<strong>la</strong>re o più integrale) verso cui tende un sistema puòcomportare delle ripercussioni sull’intensità e sugli effetti delle caratteristiche che in precedenzahanno indotto verso tale struttura. Il <strong>modello</strong> permette almeno in parte <strong>di</strong> considerare gli aspettiappena evidenziati.Si r<strong>il</strong>eva inoltre che <strong>la</strong> struttura del <strong>modello</strong> qui proposto consente <strong>di</strong> prendere inconsiderazione anche altri fattori (oltre a quelli presentati in precedenza), in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong>situazione specifica da analizzare.Le considerazioni svolte in questo articolo, con riferimento al <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e al<strong>modello</strong> qui proposto, permettono <strong>di</strong> trarre alcune importanti conclusioni e <strong>di</strong> rafforzarne altre giàpresenti in letteratura.In primo luogo, nell’adattarsi al contesto, <strong>il</strong> sistema può tendere ad un insieme <strong>di</strong> soluzionistrutturali i cui estremi sono costituiti dal<strong>la</strong> struttura perfettamente modu<strong>la</strong>re e dal<strong>la</strong> strutturaperfettamente integrale. In ogni caso, qualunque sia <strong>la</strong> struttura assunta da un sistema, talestruttura non costituisce una soluzione valida in maniera continuativa nel tempo. La continuaevoluzione delle caratteristiche del sistema e del contesto muta costantemente <strong>il</strong> rapporto <strong>di</strong>equ<strong>il</strong>ibrio tra questi ultimi. Da ciò ne deriva anche una variazione del<strong>la</strong> soluzione strutturale (piùmodu<strong>la</strong>re o più integrale), necessaria per garantire un grado <strong>di</strong> adattamento sod<strong>di</strong>sfacente trasistema e contesto. Inoltre, i fattori, le varab<strong>il</strong>i e le forze che possono far propendere o menoverso l’adozione <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re possono essere <strong>di</strong>versi o comportare effetti <strong>di</strong>fferenti aseconda del livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione del sistema preso in considerazione 20 . Di conseguenza, un20 Poiché <strong>la</strong> quasi totalità dei sistemi è organizzata in modo gerarchico (Simon, 1962), ogni componente/parte <strong>di</strong> unsistema può essere a sua volta concepito come un sistema e così via per ogni livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione. Si- © 2003 p. 35
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>sistema può essere caratterizzato al suo interno da <strong>di</strong>verse soluzioni strutturali (più modu<strong>la</strong>ri o piùintegrali a seconda del livello <strong>di</strong> analisi considerato).In secondo luogo, gran parte dei fattori influenzanti <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> un sistemacomportano in realtà effetti ambigui e variab<strong>il</strong>i nel tempo. Infatti, come è già stato più volter<strong>il</strong>evato, un determinato fattore può comportare al tempo stesso sia spinte negative che positiveverso <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità e tali spinte possono variare sia in re<strong>la</strong>zione agli effetti degli altri fattori, siain re<strong>la</strong>zione all’evoluzione del rapporto tra sistema e contesto e delle rispettive caratteristiche <strong>di</strong>questi ultimi.Come si può comprendere anche da alcuni aspetti evidenziati dal presente articolo, <strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità non rappresenta una semplice opzione, bensì una scelta che comporta un grandeimpatto sulle strategie e sugli equ<strong>il</strong>ibri dell’impresa.Inoltre, <strong>il</strong> contesto in cui un’azienda si trova ad operare esercita delle influenze più o menor<strong>il</strong>evanti sugli effetti e sulle esigenze legate al<strong>la</strong> gestione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità da parte <strong>di</strong> un’impresa.Aspetti <strong>di</strong> un settore quali l’atteggiamento e le caratteristiche dei clienti, <strong>la</strong> presenza o meno <strong>di</strong>standard <strong>di</strong> interfaccia, <strong>la</strong> natura e <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> conoscenze <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> intensitàcompetitiva, ecc., con<strong>di</strong>zionano <strong>il</strong> modo in cui un’impresa sv<strong>il</strong>uppa e gestisce un approcciomodu<strong>la</strong>re, così come gli effetti da quest’ultimo derivanti. «Modu<strong>la</strong>rity cannot be viewed as aniso<strong>la</strong>ted process capable of being implemented without consideration of the business context inwhich it is to fit» (Marshall & Leaney, 2002: 295).Sia <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling che <strong>il</strong> <strong>modello</strong> proposto nel presente articolo consentono <strong>di</strong>ottenere in<strong>di</strong>cazioni ut<strong>il</strong>i per <strong>la</strong> valutazione delle opportunità e delle minacce legate all’adozione<strong>di</strong> un approccio maggiormente modu<strong>la</strong>re da parte <strong>di</strong> un’impresa. Ad esempio, prendendo inanalisi, da un <strong>la</strong>to, per quanto riguarda l’ambiente competitivo in cui opera l’impresa, leconoscenze e le tecnologie <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i in un dato contesto, le esigenze e le richieste dei clienti, <strong>il</strong>livello <strong>di</strong> intensità competitiva, <strong>il</strong> grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità nel settore, lo sta<strong>di</strong>o delciclo <strong>di</strong> vita in cui si trova <strong>il</strong> prodotto, le tendenze evolutive del contesto e <strong>la</strong> sua velocità <strong>di</strong>cambiamento, ecc., e, dall’altro, per quanto riguarda le caratteristiche dell’impresa, <strong>il</strong> grado <strong>di</strong>specificità sinergica che caratterizza le architetture dei prodotti offerti, <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> complessitàdel prodotto e dell’organizzazione dell’impresa, le risorse <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spone quest’ultima e i suoiobiettivi, ecc., si possono operare alcune valutazioni in merito all’implementab<strong>il</strong>ità e al<strong>la</strong>convenienza <strong>di</strong> un approccio modu<strong>la</strong>re.Comprensib<strong>il</strong>mente, <strong>la</strong> valutazione del<strong>la</strong> fattib<strong>il</strong>ità e del<strong>la</strong> convenienza dell’approcciomodu<strong>la</strong>re non può essere considerata soltanto come una fase iniziale del processo <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo ecomprende pertanto che devono essere svolte considerazioni specifiche in merito al grado <strong>di</strong> modu<strong>la</strong>rità per ogn<strong>il</strong>ivello del sistema.- © 2003 p. 36
Bor<strong>di</strong>gnon M. – L’analisi delle forze che favoriscono <strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità: <strong>il</strong> <strong>modello</strong> <strong>di</strong> Sch<strong>il</strong>ling e <strong>la</strong> <strong>proposta</strong> <strong>di</strong> un nuovo <strong>modello</strong>gestione del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità; tale valutazione deve piuttosto caratterizzare l’intero processo e nonpuò limitarsi ad esprimere un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>cotomico sull’adottab<strong>il</strong>ità o meno del<strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rità, ma deve anche porre le basi per una prima definizione del grado e delle modalità <strong>di</strong>sv<strong>il</strong>uppo e <strong>di</strong> impiego del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità. L’entità e <strong>la</strong> natura dei benefici e, in generale, <strong>di</strong> qualsiasiimplicazione o effetto legati al<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità <strong>di</strong>pendono infatti anche e soprattutto da comequest’ultima viene implementata e gestita all’interno dell’impresa.Infine, si pone in r<strong>il</strong>ievo che, poiché <strong>di</strong>versi possono essere i fini che un’impresa può volerraggiungere attraverso lo sv<strong>il</strong>uppo del<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rità (aumento del<strong>la</strong> flessib<strong>il</strong>ità del prodotto,riduzione dei costi, sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazioni con altre imprese, maggiore rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> risposta almercato, varietà a basso costo, maggiore coinvolgimento del cliente, ecc.), i fattori da prendere inconsiderazione e <strong>il</strong> peso <strong>di</strong> questi ultimi varieranno almeno in parte a seconda degli obiettivi chel’impresa si pone nell’adottare l’approccio modu<strong>la</strong>re.ReferencesAlexander C. (1964), Notes on the synthesis of form, Harvard University Press.Baldwin C.Y. and C<strong>la</strong>rk K.B. (1997), Managing in the Age of Modu<strong>la</strong>rity, Harvard Business Review, Vol. 75, n. 5,September-October [84-93].Baldwin C.Y., C<strong>la</strong>rk K.B., (2000), Design Rules: The power of Modu<strong>la</strong>rity, The MIT Press;Bi Z. and Zhang C.W.J. (2001), Modu<strong>la</strong>rity technology in manufacturing: taxonomy and issues, The InternationalJournal of Advanced Manufacturing Technology, Vol. 18, n. 5 [381-390]Cabigiosu A., Cammuffo A. and Cappel<strong>la</strong>ri R. (2005), Mix & Match? Opportunità e problemi nel<strong>la</strong>modu<strong>la</strong>rizzazione <strong>di</strong> prodotti, processi e consumi, Sv<strong>il</strong>uppo & Organizzazione, n. 210 [19-33]Chesbrough H. (2003), Towards a Dynamics of Modu<strong>la</strong>rity. A Cyclical Model of Technical Advance, in Prencipe A,Davies A. and Hobday M. (a cura <strong>di</strong>) (2003), The business of system integration, Oxford University Press;Coltheart M. (1999), Modu<strong>la</strong>rity and cognition, Trends in cognitive science, Vol. 3, n. 3 [115-120]Currie G. and Sterelny K. (2000), How to think about the modu<strong>la</strong>rity of mind-rea<strong>di</strong>ng, The Ph<strong>il</strong>osophical Quarterly,Vol. 50, n. 199 [145-160]Fodor J.A. (1983), The modu<strong>la</strong>rity of mind, The MIT Press;Gardner H. (1993), Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences, Basic Books;Garud R., Kumaraswamy A. and Langlois R.N. (2003), Managing in the modu<strong>la</strong>r age. Architectures, networks, andOrganizations, B<strong>la</strong>ckwell Publishing;Hulme C. and Snowling M.J. (1992), Deficits in output phonology: An exp<strong>la</strong>nation of rea<strong>di</strong>ng fa<strong>il</strong>ure?, CognitiveNeuropsychology, Vol. 9, n. 1 [47-72]Marshall R. and Leaney P.G. (2002), Holonic Product Design: a process for modu<strong>la</strong>r product realization, Journal ofEngineering design, Vol. 13, n. 4 [293-303]Mikko<strong>la</strong> J.H. (2006), Capturing the Degree of Modu<strong>la</strong>rity Embedded in Product Architectures, Journal of ProductInnovation Management, Vol. 23, n. 2 [128-146]- © 2003 p. 37
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