Incontricongli autoriPAOLOPATUIleggereètemposalvato[Erri De Luca]«LEGGERE È UN PICCOLOATTO DI RIBELLIONE»Lo ha spiegato lo scrittore friulano Paolo Patui alnutrito pubblico accorso alla <strong>Piergiorgio</strong> in aprileper ascoltarne pensieri, parole e riflessioni sullacultura italianaCarolina Laperchia«Spero sia arrivato il messaggio per cui io sono unapersona che fa le cose per passione e perché ci crededavvero. Ho sempre lavorato facendo scelte molto personali,vere e sentite, e siccome sono anche un grandeprovocatore spero soprattutto <strong>di</strong> avere stimolato nelpubblico domande interiori, <strong>di</strong> quelle che ognuno <strong>di</strong>noi, in fondo in fondo, si porta inevitabilmente dentro.Mi piace creare dubbi nelle persone che incontro e26
aprire la mente degli altri a punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>fformi, chenon sono sempre quelli ovvi e scontati». Le parole benscan<strong>di</strong>te; il ritmo della voce gestito con la sapienza <strong>di</strong>chi da anni è ormai avvezzo a parlare con la gente e acon<strong>di</strong>videre con il pubblico letture d’ogni tipo.E così anche giovedì 19 aprile lo scrittore friulanoPaolo Patui ha saputo conquistare quanti hanno scelto<strong>di</strong> passare un intero pomeriggio alla Comunità <strong>Piergiorgio</strong>per ascoltarne i pensieri e le riflessioni, spessosollecitate da domande che non hanno certo tardato adarrivare. Classe 1957, una laurea in Lettere con unatesi su Luigi Candoni pubblicata poco tempo dopo; svariateregie teatrali e tante scritture, soprattutto infriulano, con l’amico carissimo Elio Bartolini. «Non c’èpiù da cinque anni ma per me è stato e resterà sempreun padre culturale – ha spiegato lo scrittore nel corsodel pomeriggio contemplato nella rassegna mensile“Incontri con l’autore” che la Onlus ha ripreso propriocon il mese <strong>di</strong> aprile - Con e per la lingua friulana hopotuto scrivere cose che hanno avuto una risonanzanotevole dando un contributo <strong>di</strong> due tipi alla nostracultura. Credo innanzitutto<strong>di</strong> avere <strong>di</strong>mostratoche il teatro friulanonon è semplicementequello della farsacomica ma che hauna forza e una <strong>di</strong>gnitàche può e che deve assolutamenteavere, einfine ho provato a <strong>di</strong>reche la lingua friulana,che nel tempo si è certamente“sporcata”, ègiustamente una lingua<strong>di</strong> incontro tra popolie culture <strong>di</strong>fferentied è bene che sia così». Curioso, eternamente de<strong>di</strong>toalla sperimentazione <strong>di</strong> nuovi progetti, convinto dellasincerità delle cose e dell’importanza <strong>di</strong> vivere nelmondo senza maschere, presentandosi sempre agli altriper ciò che si è realmente, Paolo Patui non sa sedefinirsi o meno credente ma confessa comunque <strong>di</strong>essere se non altro affascinato dalla possibilitàdell’esistenza dell’Altissimo; friulano doc e u<strong>di</strong>nese <strong>di</strong>nascita; <strong>di</strong>screto viaggiatore, perché i libri «sanno fartifare comunque dei meravigliosi giri del mondo», Paoloè anche il Direttore artistico della Rassegna letterariaLeggerMente che da otto anni, nella suggestiva cornice<strong>di</strong> San Daniele, accoglie nomi preziosi della culturaitaliana chiamati a con<strong>di</strong>videre qualcosa <strong>di</strong> sé con ilpubblico presente attraverso la lettura dei libri.«Questo appuntamento, che nel corso del tempo è<strong>di</strong>ventato qualcosa <strong>di</strong> grande e <strong>di</strong> importante, è nato inrealtà in modo molto semplice e soprattutto dalla miaesigenza <strong>di</strong> leggere in classe ad voce alta – ha raccontatoalla nutrita platea dell’Aula Didattica lo scrittorefriulano che è anche insegnante e che nel 2006 ha pubblicatoper la narrativa Volevamo essere i Tupamaros,Premio nazionale Piccola e<strong>di</strong>toria <strong>di</strong> qualità – Credoche oggi come oggi leggere sia una piccola forma <strong>di</strong> ribellione.In fondo, se ci pensiamo bene, viviamo in unarealtà che ruba il nostro tempo mentre la lettura è unatto <strong>di</strong> forza; significa scegliere <strong>di</strong> prendersi del tempoper se stessi, <strong>di</strong>re al mondo <strong>di</strong> restare al suo posto perun po’ e aprire invece un’altra grande pagina, su unmondo però completamente <strong>di</strong>verso».Adora l’Orlando Furioso dell’Ariosto, ama moltoalcune cose scritte da Verga, trova che Calvino sia leggeroe leggiadro mentre considera le poesie <strong>di</strong> Pasoliniuniche a <strong>di</strong>re poco. Appassionato degli scrittori irlandesie profondamente legato a Cent’anni <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne,<strong>di</strong> Gabriel Garcia Marquez, letto a vent’anni e che consideracertamente illibro della sua vita, Patuinon ha dubbi quandogli si chiede un consigliosu qualche libroda regalare a un amicoo da riprendere in manodopo tanto tempo.«Ad un amico credo regalereiuna bella raccolta<strong>di</strong> racconti comicifirmata da StefanoBenni mentre consigliereia tutti <strong>di</strong> riaprire ilBarone rampante <strong>di</strong>Italo Calvino che ascuola forse ci hanno fatto o<strong>di</strong>are nella sua versioneridotta. Rileggetelo adesso, integralmente, e riscopriretesenza dubbio in quel libro una piccola Bibbia <strong>di</strong> riflessioniimportanti». Convinto che confinare la letturaa quel prezioso angolo che oggi tutti noi chiamiamotempo libero sia una fortissima limitazione, Patui definisceil libro un possesso che è un peccato leggere soltantosu internet. «È una cosa tua che ti resta e che avolte annusi – ha ammesso lo scrittore congedandosiinfine dal pubblico soltanto dopo un’apprezzata interpretazione<strong>di</strong> alcuni passi scelti del proprio libro scrittonel 2006 – È vero, a volte alcuni libri non riesci a trovarliin biblioteca, mentre sono <strong>di</strong>sponibili in rete, maun bel libro vecchio ti dà sempre sollecitazioni sensorialiche lo schermo mai e poi mai sarà in grado <strong>di</strong> offrirti».27