tridimensionale della villa: una sortadi “passeggiata virtuale nella villa”.La sua voce accompagnerà le imma-gini ricostruite lungo la passeggiata.La ricostruzione è basata sulle piantecatastali del 1940 e su mappe edocumenti raccolti nell'archiviodell'Associazione Amici di <strong>Villa</strong><strong>Strohl</strong> Fern gentilmente messi a miadisposizione. Queste immagini sonoa disposizione tramite il sitodell’editorewww.ghaleb.it al linkhttp://www.ghaleb.it/strohl-fern.htmedilizio non è stato di tipo conservativoe la Sovrintendenza ha approvatoprogetti che non rispettano le caratteristicheedilizie degli studi (confrontacon l’illustrazione di p. 101)Visto che si continua a trasformare lavilla invece di restaurarla, ho pensatodi raccogliere in una ricostruzionetridimensionale il ricordo di quel cheera una volta. È evidente che è poco.Ma a volte il virtuale è più virtuosodella realtà. In questi anni DonatellaTrombadori mi ha raccontato ciò chericordava della <strong>Villa</strong>. Ho raccolto isuoi ricordi e i documenti visiviprincipali in una ricostruzioneIl viale degli Studi come appare dopo il rifacimento del 2010, da confrontare con l’immaginedella pagina precedente: sono scomparsi i giardinetti con i relativi muretti che un tempodelimitavano ciascun atelier e lo nascondevano alla vista. È stato innalzato un piano superiorea cui si accede con una scala edificata ex-novo in parte visibile sul fronte di destra. Sono ancheben individuabili gli ampliamenti ottenuti approfittando di tettoie e spazi di fortuna realizzatenel tempo dagli artisti residenti.102
Artisti e personalità nella <strong>Villa</strong> <strong>Strohl</strong> Fern tra il 1882 e il 1956.Elenco provvisorioGiovanna Caterina de FeoLa <strong>Villa</strong> <strong>Strohl</strong> – Fern a Roma è situata apochi metri da piazza del Popolo,confinante con <strong>Villa</strong> Borghese e siestende per circa otto ettari. Il luogo ècaratterizzato da una morfologiapittoresca e varia, tra morbidi declivierbosi e ripide pareti tufacee, ricche diprofonde cavità e grotte naturali,ornato da reperti archeologici ritrovatinel sottosuolo e moderni manufatti dicemento armato, sapientementeassortiti. Qui <strong>Strohl</strong>-Fern fece edificarelungo viali alberati semplici e funzionalistudi a lucernario per artisti, poifece piantare boschi di querce e lecci,ed altre essenze arboree antiche e rare,un bosco di bambù, un roseto.Nei piccoli padiglioni disseminati nelparco, completamente nascosti nelverde, hanno vissuto e lavoratonumerosi artisti; in molti casi costorohanno avuto ospiti più o meno fissi, inuna sorta di coabitazione lavorativa,forse dettata da una situazione finanziariadifficile, in altri casi semplicementedei visitatori assidui, ma che,ugualmente, sembrano aver partecipatodel clima che si respirava nel parco.La scomparsa delle carte di <strong>Strohl</strong>-Fernin seguito all'asta indetta dal proprietariofrancese nel 1939 ha reso, e rende,assai arduo il compito di redigere uninventario il più possibile completodegli artisti che vi hanno abitato (o che,più semplicemente, vi hanno lavoratocon continuità) e delle loro amiciziepiù assidue e importanti.L'arco temporale di questa ricercaprocede dal 1882 – anno in cui nellaGuida Monaci sono documentati iprimi ospiti di <strong>Strohl</strong> – al 1956 l'anno incui lo Stato francese concede in uso ilp r i m o s t u d i o a l l a s c u o l aChateaubriand (il n. 2 del PalazzoGrande). È palese, però, che lo spiritoutopico di <strong>Strohl</strong> viene progressivamentee ampiamente tradito sin daglianni successivi alla sua morte, conl'insediamento negli atelier di alcunifunzionari francesi (primo fra tuttiFieschi) e, tolta la parentesi degli anni1940 – 1945 (quando la <strong>Villa</strong> vieneespropriata come bene nemico edaperta alla cittadinanza con il nome di“<strong>Villa</strong> Paradiso”, dove il commissarioper gli alloggi continua ad assegnaregli studi ad artisti italiani smobilitatiper la guerra), sembra quasi che lavolontà di cancellare anche solo lamemoria del generoso mecenatismo di<strong>Strohl</strong> sia una tendenza di anno inanno sempre più decisa. Tra il 1945 e il1956 sono pochi i nuovi ingressi diartisti in favore di una folla di funzionari,insegnanti del Liceo e rappresentantidella stampa francese a Roma, inun graduale deterioramento del“tessuto sociale” della <strong>Villa</strong>, cheprosegue anche negli anni successivi(qui non presi in esame), sino al 1976,anno in cui lo Stato francese ha intimatouno sfratto a tutti gli artisti ancoraresidenti negli studi, dando inizio aduna lunga battaglia di resistenza dialcuni di essi.Per la compilazione di questo primo103
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artista pittore, nato a Sainte Mari
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più avanti, a carico per lui di co
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mia Villa a Roma.Lego anche a loro
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