18<strong>Vicentini</strong> <strong>nel</strong> mondonumero 4.2005STORIETADEU VILANIGrande talento fotografico è oriundo vicentino per partematerna e lavoro come fotoreporter per Zero Hora,il maggior quotidiano del Rio Grande do Sul.Luis Tadeu Fogliato Vilani ha quarant’annie vive a Passo Fundo, cittàdi 200 mila abitanti del Rio Grande do Sul(Brasile), sede di una quotata Università elocalizzata in posizione strategica rispettoai Paesi del Mercosul.È l’agricoltura a farla storicamente da protagonistada queste parti; un’agricolturache si è sviluppata grazie al lavoro deicoloni italiani, arrivati in questo lembo delBrasile (dove il luglio e agosto le temperaturesono capaci di arrivare sotto zero)in tempi remoti.Sposato con Alba Regina Benvegnù (diorigini bellunesi) e padre dal 1999 diJùlia Rosà, Tadeu è un quotatofotoreporter (lavora per il più diffusoquotidiano dello Stato, ZeroHora), ma è anche un artista cheattraverso la lente del suo obiettivoè capace di trasmettere fortiemozioni.Sue sono le bellissime immaginidegli Indios Guarani (popolazioneindigena del Rio Grandedo Sul) esposte al Liceo TitoLivio di Padova.Ma sue sono anche le immaginidi questa pagina che ritraggonoi figli degli emigrati veneti di fine‘800. Persone nate in Brasile che,pur non avendo vissuto l’esodoin prima persona, sono gli ultimitestimoni di un’epopea storica,perché l’hanno sentita raccontare per unavita dalla viva voce dei protagonisti, i lorogenitori.Sono scatti contemporanei di ottuagenaridi cui tratti somatici – e non potrebbe esserealtrimenti – potremmo ritrovare <strong>nel</strong>lenostre campagne venete. Sono foto divolti bruciati dal sole e solcati da rugheprofonde. Sono mani che hanno lavoratosodo la terra, che hanno raccolto il tabaccoe l’uva. Contadini.Contadini lo sono stati per generazionianche i Fogliato.“Mio trisnonno Giacomo – ci raccontaTadeu – è nato <strong>nel</strong> marzo del 1848 daGiovanni Fogliato e Agnese Chemello edè stato battezzato <strong>nel</strong>la Parrocchia di SanFrancesco d’Assisi a Villaraspa”.Giacomo Fogliato emigrò <strong>nel</strong> 1865, unvero e proprio pioniere, se pensiamo chel’inizio dell’emigrazione italiana in RioGrande do Sul si fa storicamente risalireal 1875.Stabilitosi <strong>nel</strong>la cosiddetta “3 a Colonia”per fare l’agricoltore, prende in moglie IsabellaMartini, dalla quale ha sei figli. Unodi questi, João, nasce <strong>nel</strong> 1890 a SilveriaMartins ed è il bisnonno del nostro Tadeu.João Fogliato sposa in prime nozze LuisaLorenzon (che gli da tre figli) e poi, rimastovedovo, porta all’altare Teresa Zago conla quale ha altri tredici figli.Fra questi c’è il nonno di tadeu, Fiorello(classe 1916) dal quale nasce Aldair Fogliato,la mamma del nostro fotoreporterche sposa <strong>nel</strong> 1960 un altro oriundo italiano,Abrilino Hugo Vilani.Tadeu Vilani è il classico discendente diTadeu con la mamma Aldair Fogliato e il papà Abrilino HugoVilani.terza-quarta generazione. Giovane, conun buon lavoro, brasiliano da generazionima... Ma c’è stato un momento, qualcheanno fa, <strong>nel</strong> quale è scattata anche in lui lavoglia di conoscere la storia della propriafamiglia, di andare a ritroso <strong>nel</strong> tempoalla ricerca delle origini italiane. E cosìha iniziato a raccogliere le testimonianzedei parenti, ad ascoltare i racconti deglianziani della famiglia, a catalogare dati eavvenimenti.Due anni fa è stato il primo, fra i discendentidei Fogliato emigrati in Brasile, aritornare <strong>nel</strong> Paese degli avi.«Quella dei Fogliato “brasiliani non èuna storia straordinaria – continua Taseu– siamo gente semplice, lavoratori. Damio trisnonno a mio padre ci siamo semprededicati al lavoro <strong>nel</strong>le nostre piccoleproprietà rurali riuscendo a viverepiù che dignitosamente e a mandare ascuola i figli. Della nostra famiglia nessunoè diventato ricco o famoso, anchese fra i Fogliato che vivono qui <strong>nel</strong> Brasilemeridionale ci sono medici, avvocati,commercianti, docenti Universitari... Secondoquanto dice mia madre, che èin contatto con molti parenti, il ramobrasiliano dei Fogliato dovrebbe esserecomposto da non meno di 700/800 persone.Quasi tutti vivono <strong>nel</strong> Rio Grandedo Sul, ma ce ne sono anche nei viciniStati del Paraná, di Santa Catarina e delMato Grosso.Il legame con la campagna è davverospeciale, per me e per la mia famiglia.Ricordo, in particolar modo, quando dabambino andavo a trovare gli zii, durantele vacanze scolastiche. Mi divertivoun sacco a giocare al “contadino” epoi a tuffarmi <strong>nel</strong> fiume per un bagnoristoratore, dopo una lunga giornatapassata sotto il sole. Queste esperienzemi hanno fatto apprezzare ancoradi più il sacrificio dei miei nonnie di tutte le altre famiglie di origineitaliana che sono emigrate numeroseda queste parti.Fortunatamente, la gran parte degliitaliani ha trovato qui in Brasile lavoro eprosperità. Ma non dobbiamo dimenticarcidi coloro che quel sogno, ditrovare l’“America”, lo stanno ancorarincorrendo.Sto cercando le mie radici – ci confessaTadeu – ma l’ultima volta chesono stato in Italia <strong>nel</strong> 2003, in occasionedella mia mostra fotografica dal titolo“Dopo l’Alba”, non avevo molto tempo adisposizione e non ho potuto fare dellericerche approfondite. Mi ricordo, però,di una grande emozione quando sonoarrivato a Mason Vicentino. La chiesa, ilMunicipio, il verde delle colline, i volti dellepersone... Sentivo proprio aria di casa».«Bella, questa iniziativa del Giornale diVicenza. Farà senz’altro la gioia di moltefamiglie di origine vicentina. Ce ne sonoun sacco anche qui. A proposito – cichiede – posso approfittarne per lanciareun messaggio ai Fogliato “italiani” attraversole pagine del Giornale?».Lo riportiamo così come ce l’ha mandatoqualche giorno fa via e-mail:«Per tutti Fogliato chi abitano in Italia,desideriamo molte felicità per tutti, aspettiamoun giorno trovare la radice Fogliatoin Italia, perché crediamo che i Fogliatisono veramente uno, persone di moltabravura, lavoro e amico degli amici».
PERSONAGGI<strong>Vicentini</strong> <strong>nel</strong> mondonumero 4.200519VIVIANA DAL CENGIOUn po’ vicentina, un po’ cinesee tutta canadeseVentiduenne, laureata in chimica allaSimon Fraser University, Viviana DalCengio ha ben chiari i suoi obiettivi peril futuro: lavorare <strong>nel</strong> campo della ricercae del controllo delle malattie infettive einsieme, confessa scherzosa, fare l’attrice,sua principale vocazione.Fervida, estroversa, simpaticissima,Viviana è nata a Vancouver da padrevicentino e madre cinese di Hong Kong.“Erano arrivati in Canada appena ventennie si sono conosciuti frequentando i corsidi ESL, inglese come seconda lingua!”dice ammiccando la giovane. Mi informainoltre che sua madre è impiegata allaCity of Surrey mentre il padre, piccoloimprenditore, ha da poco ceduto il propriobusiness per dedicarsi ad altri interessi. Lagiovane ha una sorella dodicenne, Louisa,e due fratellini: Danilo di dieci anni e Gabrieledi sei. “Siamo una famiglia unita,molto legata – dice – ci piace andare alcinema tutti insieme o trascorrere a casablockbuster nights (noleggiare videocassette);nei confronti dei miei fratelli misento più madre che sorella. Ora cheLouisa è cresciuta, studiamo insieme einsieme andiamo a fare la spesa; e per fardivertire i miei fratellini, trascorro con loroparecchio tempo al parco o rincorrendocitra le case vicine alla nostra”.Quanto alla sua provenienza mista, “esserebirazziale non è mai stato un grossoproblema per me – afferma Viviana (conuna piccola eccezione alla pre-school, ene vedremo in seguito la ragione) – semplicementeperché ho frequentato unascuola primaria dove molti ragazzi eranobirazziali o addirittura multirazziali. A direil vero, non ci ho mai fatto troppo casofino alla secondarie, dove mi sono sentitamolto orgogliosa della mia etnicità e hocominciato a partecipare a concorsi dibellezza etnici, <strong>nel</strong> contesto dei quali potevosentirmi parte delle comunità cinesee italiana.Negli anni recenti la giovane, oltre a vinceremeritate borse di studio a premiarneeccellenza e tenacia, è stata eletta MissSunshine Coast e si è classificata secondaall’ultimo concorso per Miss Italia in Canada.«La mia prima lingua – dice – è stata il cinese,ma una volta entrata alla pre-schoolricordo di aver chiesto a mia madre dinon parlare cinese di fronte ai miei compagniperché erano cattivi e mi avrebberopresa in giro per la mia “differenza”. Daquel momento lei non si rivolse più a mein cinese, e sfortunatamente non ricordomolto del linguaggio della mia infanzia. Incasa parliamo inglese, tuttavia mia sorellasi esprime fluentemente anche in cinese.Louisa e mamma, tra loro, non parlanomai inglese ma cinese (e così in questiultimi anni ho cercato di afferrare ed impararequalche espressione, ma vorreiconoscere meglio quel linguaggio). Daragazzina ho trascorso parecchie estatiin Italia, <strong>nel</strong> vicentino, con i parenti di miopadre – soprattutto con mia nonna – e<strong>nel</strong> corso degli anni ho appreso l’italianoimmergendomi completamente <strong>nel</strong>la culturaitaliana. Gli studi hanno in seguitoassorbito anche le mie estati e non ho piùpotuto viaggiare come mi sarebbe tantopiaciuto. Nello scorso mese di agosto hopotuto finalmente ritornare in Italia, doveho vissuto con la mia più cara amica colàtrasferitasi ed ho rivisto i miei cari dopoben 11 anni!. Da parte di madre ho deiparenti che vivono in British Columbia efrequentandoli ho la possibilità di conosceremeglio anche il mio heritage cinese(la mia provenienza)».ANNA MARIA ZAMPIERI PANFRATEL VENZOÈ TORNATOA CASAMostra a RossanoPer la prima volta, Rossano hareso omaggio in modo degnodella fama internazionale ad un artistadi casa, fratel Venzo, una dellefigure più rappresentative dell’artepittorica del Novecento. Nell’ambitodella collaborazione con i Comuni diBassano e Cartigliano, è stata inaugurata<strong>nel</strong>la splendida cornice dellavilla settecentesca Caffo-Navarrini,la mostra che ospita 40 opere delperiodo giovanile e parigino dell’artista.La trasferta <strong>nel</strong> Paese d’oltralpe èstata fatta dal giovane rossaneseper prendere contatto dal vivo conle opere e la tecnica di due artistigià affermati, come Cézanne e VanGogh. Opere degli esordi, quelle chesi possono ammirare a villa Caffo, mache in ogni caso mantengono intattal’ispirazione tipicamente veneta, caratterizzatadai colori vivaci e dalla capacitàdi trasmettere impressioni edemozioni tipiche immediate ed uniche.Il paesaggio locale e veneto rappresentanoforse la parte più suggestiva,fra le oltre due mila opere lasciatedall’artista. Il fascino per la natura,vista come momento della creazione,viene trasmesso dagli aspetti all’apparenzameno significativi, un muro,un rustico, un campo arato colto <strong>nel</strong>lecolline dei Colli Berici, <strong>nel</strong>la zona diLonigo, dove fratel Venzo è entrato neiGesuiti dopo la trasferta parigina.Aspetti umili, trasfigurati dalle lezionidi stabilità ed equilibrio compositivoappresi da Cézanne e dall’arte del colore,divenuta linguaggio tipico di VanGogh. Insomma, un ritorno in casa inpompa magna per un grande artistadi casa, finora, forse, sottovalutato.