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Articolo su Forma Urbis Dicembre 2012 - Cultura Lazio

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Cop <strong>Forma</strong> dicembre_Copertina <strong>Forma</strong> Dic04 03/12/12 17.02 Pagina 4ISSN 1720-8840E.S.S.EDITORIALSERVICESYSTEM S.r.l.Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. N. C/RM/036/2010 - E.S.S. Editorial Service System - Via di Torre S. Anastasia, 61 - 00134 Roma - Mensile Tecnico Scientifico € 4,50SORTI DI UN IMPERATORE “SCOMODO” PER ROMAIL BIMILLENARIODI CALIGOLARIVISTA FONDATA DA LUCIANO PASQUALIAnno XVII • n. 12 ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA <strong>Dicembre</strong> <strong>2012</strong>


Cop <strong>Forma</strong> dicembre_Copertina <strong>Forma</strong> Dic04 03/12/12 17.02 Pagina 2La stipe votiva in località Pantanaccidi Luca Attenni*Ricostruzione della stipe Pantanacci (Fabiana Benetti)Grazie all’efficiente intervento del Gruppo “Tutela Patrimonio Archeologico” - Nucleo di Polizia Tributaria di Roma dellaGuardia di Finanza (sotto la direzione del Maggiore Massimo Rossi), il 3 luglio scorso, è stato possibile cogliere in flagrante, inlocalità Pantanacci (attualmente ricadente tra il Comune di Lanuvio e quello di Genzano di Roma), le azioni illegali di 4 scavatoriclandestini, recuperando abbondante materiale votivo, che è stato posto sotto sequestro. Data la situazione di emergenzalegata ai ritrovamenti, unitamente all’indubbio interesse archeologico del sito, è stata tempestivamente intrapresa la primacampagna di scavo (24 settembre – 26 ottobre <strong>2012</strong>) sotto la direzione scientifica del Prof. Fausto Zevi e dello scrivente,Responsabile Unico del Procedimento la Dott.ssa Giuseppina Ghini, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologicidel <strong>Lazio</strong>.Il sito archeologico in località Pantanacci si colloca nei rigogliosi boschi dell’antico ager lanuvinus, non lontano dal celebre santuariodi Giunone Sospita; si identifica come una stipe votiva collocata in un antro naturale, interessato già in antico da interventiantropici. Il costone roccioso accoglie diverse cavità consecutive e probabilmente comunicanti, dalle cui pareti di fondotutt’oggi sgorgano spontaneamente acque sorgiveattraverso aperture. Plausibilmente si ritenevache queste acque avessero proprietà terapeutichee salutari, favorendo lo sviluppo di unculto di divinità ad esse connesso. L’analisi chimicapermetterà di confermare tale ipotesi.Gli oggetti donati appartengono a tipologiedifferenti, con una cronologia prevalentementeorientata al IV – III secolo a.C. Per quantoconcerne il vasellame, sono presenti prevalentementeceramiche a impasto (soprattutto olle) eceramica a vernice nera (tra cui spiccano esemplariminiaturistici e pezzi sovradipinti); riguardoi votivi anatomici, invece, sono stati riportatialla luce modelli raffiguranti mani, piedi,gambe, braccia, figurine intere (maschili, femminili e di infanti fasciati), busti con intestino, vesciche, mammelle, uteri, falli, vulve,orecchie, mascherine con occhi, teste maschili e femminili e, soprattutto, l’inedita tipologia dei cavi orali.La distribuzione vede la prevalenza di una tipologia votiva in ogni deposizione, senza però determinarne l’esclusività. Gli oggetti,concavi, venivano riempiti e poi sigillati con argilla finissima, collocati in nicchie artificiali a parete o in alloggiamenti a terrasistemati con sassi a fare da fermo; in corrispondenza di un punto sorgivo invece la ceramica (miniaturistica) è stata depostadirettamente <strong>su</strong>lla roccia, con l’acqua che vi scorreva sopra, come confermano le abbondanti concrezioni calcaree <strong>su</strong> vasellamee votivi.L’azione cultuale prevedeva anche offerte di cibi e bevande alla divinità, di cui sono stati trovati i resti di combustione. Dalletracce di bruciato è possibile identificare più azioni deposizionali ripetute e ravvicinate, connesse a fuochi; essi dovevano sviluppareuna fiamma viva a diretto contatto della parete rocciosa, che per l’elevata temperatura ha as<strong>su</strong>nto una tipica colorazionerossastra sotto le evidenti tracce di bruciato. Residui di carbone sono stati rinvenuti <strong>su</strong> pietre piatte e tegole, che offrivanoappoggio ai recipienti rovesciati – probabilmente simili a clibani – utilizzati per bruciare le offerte. Sono state rinvenute traccedi alimenti quali piselli, nocciole, gusci di molluschi e ossa di avicoli e ovini.I punti di deposizione primaria sono distribuiti lungo le pareti dell’antro, in vicinanza di grandi lastre di peperino che sembranooffrire un piano di calpestio, affiancato ai punti dove è presente il naturale appoggio roccioso che, plausibilmente, venivacoperto da una passerella lignea per agevolare il camminamento. Il centro della grotta non presenta concentrazioni di votivi talida pensare a punti di deposizione ed è caratterizzato da un fondo roccioso coperto da uno strato di argilla finissima: si può ipotizzareche questa zona fosse già in antico punto di raccolta delle acque sorgive con valenza sacrale, il cui livello sarebbe statomantenuto sotto controllo grazie a un sistema di chiuse in pietra (di cui è stato ritrovato un elemento).La stipe votiva in località Pantanacci, dunque, offre un quadro che permette, già con gli elementi raccolti nella prima campagnadi scavo, di delineare un contesto sacrale ben definito, le cui connessioni al territorio e la cui effettiva estensione potrannoessere approfondite da <strong>su</strong>ccessive indagini. Data la particolarità del ritrovamento di deposizioni primarie integre e il pregio siaquantitativo che qualitativo dei materiali rinvenuti, il sito rappresenta sicuramente una delle realtà archeologiche di maggioreinteresse scientifico degli ultimi anni nel panorama italiano e laziale in particolare. Grazie all’impegno del Comune di Lanuvioe del Ministero per i Beni e le Attività <strong>Cultura</strong>li – Soprintendenza per i Beni archeologici del <strong>Lazio</strong> si aspira a una valorizzazionedell’intero sito, aprendolo alla fruizione pubblica con l’inserimento di questo particolare gioiello archeologico nellosplendido contesto naturalistico dei Castelli Romani.*Luca Attenni è direttore del Museo Civico LanuvinoSupplemento al n. 12/<strong>2012</strong> di <strong>Forma</strong> <strong>Urbis</strong> - Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20b L. 662/96 filiale di Roma - € 1,50ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICAN. 12 <strong>Dicembre</strong> <strong>2012</strong> € 1,50ALBANO LAZIALEIL MUSEO CIVICO DI VILLA FERRAJOLIE.S.S.EDITORIALSERVICESYSTEM S.r.l.E.S.S.EDITORIALSERVICESYSTEM S.r.l.LE NOSTRE PUBBLICAZIONIPer l’acquisto C.C. 58526005, intestato a ESS SrlVia di T.S. Anastasia, 61 - 00134 Roma, oppure info <strong>su</strong>i siti webwww.editorial.it - www.archeologica.com - www.arborsapientiae.comemail: info@editorial.it - espera.libri@gmail.com - info@arborsapientiae.comIN EDICOLA OGNI MESECON FORMA VRBISIL SUO TASCABILE a cura diValentino Nizzo e Luigi La RoccaAntropologia e archeologia a confronto:Rappresentazioni e pratiche del sacro a cura diValentino Nizzo“Antropologia e Archeologiaa confronto. Rappresentazionie pratichedel Sacro”.Per ordini:info@editorial.it67,00 €902 pagine59 articoli8 discussioni<strong>Forma</strong>to 17x24 cm

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