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Quel che resta dell'uomo », in A. Trucchio - OPAR L'Orientale Open ...

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276ne <strong>che</strong> quanto più una descrizione è semplice e universale, maggioresarà il suo grado di scientificità, ma palesa an<strong>che</strong> come certeforme di scientismo nascondano, sotto una mole di osservazionicerte ed evidenti, una conoscenza, quella dell’umano, <strong>che</strong> forsedeve <strong>resta</strong>re necessariamente <strong>in</strong>compiuta.A questo proposito Rossella Bonito Oliva ha avanzato l’ipotesi<strong>che</strong> i discorsi scientifici sulla mente siano <strong>in</strong> primo luogo –riprendendo un’espressione di Donald W<strong>in</strong>nicott – degli ‘oggetti’o ‘contesti transizionali’ nei quali gli uom<strong>in</strong>i non elaboranosemplicemente nuove conoscenze, bensì <strong>in</strong>vestono la carica emotiva<strong>che</strong> accompagna la conoscenza di sé; e nei quali il ‘naturalismo’compensa la frustrazione derivante dall’impossibilità di unacomprensione completa e non processuale, non contestualizzatadella mente, offrendosi accompagnato da un’enorme mole di datisperimentali e <strong>in</strong> forma ‘assolutistica’ 20 . La tendenza alla simmetriatra struttura naturale, processi fisiologici e società umana,<strong>che</strong> si andrà ad evidenziare nelle posizioni di Gazzaniga e Damasio,ben s’<strong>in</strong>quadra <strong>in</strong> questo s<strong>che</strong>ma <strong>in</strong>terpretativo.Il piacere, per Damasio, è legato <strong>in</strong> primis all’omeostasi,governata <strong>in</strong> maniera ‘automatica’ da un gran numero di meccanismifisiologici dei quali siamo <strong>in</strong>consapevoli. Autolesionismo ecomportamenti antisociali sono dunque segnali evidenti di unapatologia tanto grave da far comportare chi ne è affetto <strong>in</strong> maniera<strong>in</strong>naturale, cioè rappresentano segnali di mancanza o perversionedi quei processi automatici <strong>che</strong> caratterizzano gli esseriumani normali, <strong>che</strong> sono contraddist<strong>in</strong>ti dalla ricerca di un equilibrio<strong>in</strong>terno ed esterno.Gazzaniga <strong>in</strong>siste ancora di più sull’importanza dei processiautomatici <strong>in</strong>consci <strong>che</strong> abbiamo sviluppato nel corso dell’evoluzionee <strong>che</strong> ci consentono di rispondere agli stimoli esterni <strong>in</strong>maniera immediata, senza dover attendere i tempi lunghi dellacoscienza e del ragionamento 21 . La consapevolezza di rispondealdotrucchioquel <strong>che</strong> <strong>resta</strong> dell’uomo 27720 Cfr. dunque Rossella Bonito Oliva, Se questa è una mente, <strong>in</strong> Emanuele Biondi(a cura di), Bio<strong>in</strong>gegneria della mente, Patron, Bologna 2006 e Id., Limiti e configurazionidella mente, <strong>in</strong> Vanna Gessa Kurotschka, Giuseppe Cacciatore (a cura di),Saperi umani e consulenza filosofica, Meltemi, Roma 2007.21 Egli ha difatti scoperto nel cervello l’esistenza di un’area ben precisa, chiamata‘<strong>in</strong>terprete’, deputata a colmare i vuoti nella rappresentazione del mondo <strong>che</strong> i sensire a uno stimolo <strong>in</strong> una certa maniera è difatti fisiologicamente<strong>in</strong> ritardo rispetto alla risposta stessa, <strong>che</strong> è automatica 22 .Date queste premesse, si giunge alla conv<strong>in</strong>zione <strong>che</strong> da <strong>in</strong>dividu<strong>in</strong>ormali non potrà <strong>che</strong> derivare automaticamente una certa«armonia sociale<strong>»</strong> 23 . Damasio afferma difatti <strong>che</strong><strong>in</strong> parte, le convenzioni sociali e le regole morali possono essere considerateestensioni, a livello sociale, dei fondamentali dispositivi omeostatici.Il risultato della loro applicazione è difatti lo stesso ottenuto dai pr<strong>in</strong>cipalidispositivi omeostatici […]: un equilibrio della vita <strong>che</strong> assicurasopravvivenza e benessere 24 .Sarà così possibile <strong>in</strong>dividuare una fisiologia e una patologiaan<strong>che</strong> nella vita collettiva. Da una parte «la costituzione su cui siregge uno Stato democratico, le leggi conformi a quelle dellacostituzione, e la loro applicazione <strong>in</strong> un sistema giudiziario sonoanch’essi tutti dispositivi omeostatici<strong>»</strong> e dunque rappresentanola normalità della vita politica, così come «lo sviluppo, <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciatonel ventesimo secolo e ancora nella sua prima <strong>in</strong>fanzia, diorganismi <strong>in</strong>ternazionali quali l’Organizzazione mondiale dellaSanità, l’UNESCO e le tanto bistrattate Nazioni Unite<strong>»</strong> 25 . Lapatologia è <strong>in</strong>vece ben rappresentata da quanto accaduto «<strong>in</strong>Germania e <strong>in</strong> Unione Sovietica negli anni Trenta e Quaranta, <strong>in</strong>necessariamente lasciano aperti, talvolta ‘<strong>in</strong>ventando’ di sana pianta dei ricordi dieventi allo scopo di fornire un quadro coerente della realtà là dove ciò risultasseimpossibile. «Quale sistema connette tra loro gli <strong>in</strong>numerevoli output provenientidalle migliaia e migliaia di sistemi automatici per formare la nostra soggettività, cosìda fornire a ciascuno di noi una storia personale? È un sistema specifico a compierequesta s<strong>in</strong>tesi <strong>in</strong>terpretativa. Collocato esclusivamente nell’emisfero cerebrale s<strong>in</strong>istro,l’<strong>in</strong>terprete cerca di dare una spiegazione agli eventi <strong>in</strong>terni ed esterni. Si tratta di unmeccanismo legato alla nostra generale capacità di capire come eventi contigui si correl<strong>in</strong>otra loro<strong>»</strong> (Michael S. Gazzaniga, La mente <strong>in</strong>ventata [1998], Guer<strong>in</strong>i e Associati,Milano 1999, pp. 44-45).22 «Il fatto <strong>che</strong> il nostro cervello sia stracolmo di meccanismi tanto straord<strong>in</strong>aripotrebbe far credere <strong>che</strong> essi assolvano i loro compiti prima <strong>che</strong> noi prendiamo realmentecoscienza dell’azione da compiere. Questo è precisamente ciò <strong>che</strong> accade. Nonsolo i meccanismi automatici esistono, ma il cervello dei primati arriva a preparare lecellule per le azioni decisive addirittura molto tempo prima <strong>che</strong> noi pensiamo di prendereuna decisione!<strong>»</strong> (Gazzaniga, La mente <strong>in</strong>ventata, cit., p. 41).23 Damasio, Alla ricerca di Sp<strong>in</strong>oza, cit., p. 210.24 Ibid., p. 205.25 Ibid.

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