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Quel che resta dell'uomo », in A. Trucchio - OPAR L'Orientale Open ...

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Aldo <strong>Trucchio</strong><strong>Quel</strong> <strong>che</strong> <strong>resta</strong> dell’uomoAlles Erworbne bedroht die Masch<strong>in</strong>e, solangeSie sich erdreistet, im Geist, statt im Gehor<strong>che</strong>n, zu se<strong>in</strong>.R. M. Rilke1. IntroduzioneI neuroscienzati sono prima d’ogni altra cosa geografi del cervelloed ermeneuti del comportamento: attribuiscono a una determ<strong>in</strong>ataarea una determ<strong>in</strong>ata funzione osservando i comportamenti<strong>che</strong> derivano dalla sua ablazione casuale o <strong>in</strong>tenzionale;oppure assegnano un compito a uno o più <strong>in</strong>dividui e ne traduconoil comportamento nei term<strong>in</strong>i <strong>che</strong> sono propri al loro campodi studi. Ma accumulata una certa quantità di dati empirici alcunidi essi si cimentano nell’offrire una descrizione dell’uomo e delmondo <strong>che</strong> provi a tradurre <strong>in</strong> un quadro teorico ampio e coerentei risultati delle osservazioni effettuate 1 .1 Grazie ai progressi nelle tecnologie di neuroimag<strong>in</strong>g è oggi possibile mostrarenel dettaglio l’attività di ristretti gruppi di neuroni aprendo – almeno secondo alcunistudiosi – le porte alla soluzione del ‘problema mente-cervello’; ma, allo stessotempo, queste tecnologie ci fanno <strong>in</strong>travedere all’orizzonte degli scenari <strong>che</strong> f<strong>in</strong>o apoco tempo fa erano esclusiva solo delle immag<strong>in</strong>azioni più paranoi<strong>che</strong> e dei romanzidi Philip Dick, tanto <strong>che</strong> da qual<strong>che</strong> anno si discute apertamente non della necessitàdi una ‘neuroetica’ (cfr. Laura Boella, Neuroetica. La morale prima della morale,Raffaello Cort<strong>in</strong>a, Milano 2008). Ma non si può non accennare al fatto <strong>che</strong> lenuove discipl<strong>in</strong>e si espandono an<strong>che</strong> <strong>in</strong> funzione della loro capacità di creare ric<strong>che</strong>zzaculturale ed economica negli istituti <strong>che</strong> le supportano: lo stesso Gazzaniga ammetteironicamente <strong>che</strong> un Dipartimento di psicologia di una grande università americana,se semplicemente cambiasse il suo nome <strong>in</strong> ‘Dipartimento del Cervello e delleScienze Cognitive’, raccoglierebbe molti più f<strong>in</strong>anziamenti pur senza cambiare glioggetti della sua ricerca, comunque def<strong>in</strong>itivamente legati allo sviluppo delle nuove

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