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Bruno Chersicla - Alcovacreativa.org

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AC.bookdispense tematiche, monografie ed altro in formato PDF scaricabili gratuitamente da www.alcovacreativa.<strong>org</strong>dispensaTEMATICASAGGISTICAMONOGRAFICA<strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong>SCULTORENARRATIVAwww.alcovacreativa.<strong>org</strong>AC.book è un’idea di Renato R. Iannone libera da diritti di copyright sul principio della divulgazione e promozione “no profit”


www.alcovacreativa.<strong>org</strong>AC.book<strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong><strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong> è nato a Trieste il 10 ottobre1937, da genitori istriani.Nel 1952 si iscrive all'Istituto Statale d'Arte"Nordio", dove frequenta i corsi diarredamento e decorazione navale:precocissimo, collabora con i suoi docentialla definizione degli interni dei granditransatlantici, prodotti dalla cantieristicatriestina ("Raffaello", "Galilei", "Oceanic","Eugenio C."). Nel contempo segue i corsi diteoria e di contrabbasso presso ilC o n s e r v a t o r i o d i M u s i c a " Ta r t i n i " ,appassionandosi alla musica jazz, che leforze alleate - di stanza a Trieste sino al '53 -hanno diffuso in città. La mostra personaledell'esordio è a Udine nel 1962. Tra i Sessantaed i Settanta, fa parte del gruppo triestinod'avanguardia "Raccordosei", con Caraian,Cogno, Palcic, Perizi e Reina, e partecipaall'attività espositiva e musicale di "Arte Viva".Nel 1966, dopo una Collaborazione - l'annoprima - con il Teatro Stabile di Prosa di Trieste,per scene e costumi del plautino "MilesGloriosus", si trasferisce a Milano, doveprosegue l'attività di scenografo al "Piccolo".Dopo alcuni anni apre uno studio aZoccorino, in Brianza, creando negli spazi diun'antica filanda una suggestiva casalaboratorio.Mentre i Sessanta vedononell'opera di <strong>Chersicla</strong> il predominio delgradiente materico, la fine della decadepropone già l'evoluzione verso strutturearticolate-aeree, chiamate "Cerambici", dimateria lignea. Dall'eleganza del Baroccoalle magiche volute del Jugendstil, provienel'estro inventivo, da cui promuove la formadei "Beroki", esposti per la primo volta nel1973, a Portogruaro e a Trieste. Nel 1975 gliviene assegnato a Murska Sobota il Prixd'Honneur nella Biennale per la PiccolaScultura Jugoslava. Del 1978 è il ciclo dello"SPITZENKONGRESS" alla Galleria La Filanda diVerano Brianza: è "l'incontro al vertice" dellepersonalità che hanno dato l'impostazionealla conoscenza di <strong>Chersicla</strong>. Da joyce aFreud, da Svevo a Saba, da l'UomoMascherato a Brecht, da Majakovsky a Kafka:


AC.book<strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong>www.alcovacreativa.<strong>org</strong>per giungere a restituire al "fatto a mano" lacapacità e la magia di immaginare lamobilità dei lineamenti, scomposizionepost-cubista alla Braque e alla Picasso. Il1982 è l'anno di "E' tornato Joyce",quaderno che comprende sculture edacquerelli, realizzati per le celebrazionitriestine dell' "Anno Joyciano", mostra chedopo Trieste è ospitata alla BibliotecaComunale di Palazzo Sormani di Milano. Nel1986 "Trouver Trieste" a Parigi è l'occasioneper la composizione di ampi brani (agrandezza naturale) della decorazione deipalazzi della città di San Giusto, ai tempidell'ottocentesco "emporio mercantile". Acavallo tra gli Ottanta ed i Novanta,<strong>Chersicla</strong> ritorna alla pittura con un ciclo diopere, intitolato "Tropos", alla GalleriaSpriano di Omegna: tuttavia l'interventooperativo di <strong>Chersicla</strong> rimane attento allaforma plastica lignea. Le complessearticolazioni di cose e figure sono il motoreper la scoperta di una nuova innocenzaludica, nel fruitore, e ad un tempoesperienza di una creatività inesausta, allacostante ricerca di nuove motivazionioriginali di fuga da quella ripercorsa realtàdi ognuno.


www.alcovacreativa.<strong>org</strong>AC.book<strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong>Appare straordinariamente ricco e variegato lipatrimonio culturale a cui ha attinto, come tuttoraattinge <strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong>: infatti - limitandosi aconsiderare unicamente il cotè che riguarda le artivisive (delle sue intriganti relazioni musicali, nonparleremo in queste sede) - le indicazioni di basenon si risolvono nei riferimenti alle formalità delJugendstil o allo spirito barocco, né il consuetorimando alla fucina mitteleuropea a cavallo traOttocento e Novecento satura le attese.Bisogna risalire comunque a delle tipologiespecifiche, per quanto attiene a quest'ultimasituazione: in particolare occorre riferirsi ai profiliformali, prescelti come linee-guida dalleWienerwerkstatte o ancor meglio guardare conattenzione alle tipologie strutturali, espunte da KoloMoser, senza dubbio da ritenere maestronell'interpretare il gusto recessionista. <strong>Chersicla</strong>peraltro - al di là di tali rimandi - resta perfettamenteun interprete del suo tempo, sino dal tempo in cuimuoveva i primi passi nel mondo dell'arte.Già nel'63, Leonardo Sinisgalli, fondatore per Olivetti di"civiltà delle macchine", osserva:"Il più geniale epigono dell'informel è un ragazzo diTrieste, <strong>Chersicla</strong>. Le sue opere più preziose hanno ilformato di una mattonella. Sono pezzi vividi, ridenti.Polveri, paste, impiastri di un Oriente che comincia aPorto Corsini e attraversa Aquileia. La cupa angosciadi Tapies ha fabbricato questo chierico a dispetto.Come l'uovo della gazza covato dal cuculo. E' natoa due passi da San Marco e da Bisanzio. Ed è unafortuna poter leggere nelle sue opere - documentinon truccati, documenti espliciti, puerili - le influenzedella nera Spagna di Tapies e della Franciapatafisica di Dubuffet. Leggere come la civiltà delretroterra, le civiltà del convento e della bottega,della preghiera e della crapula, si siano discioltenella operosità di squadra degli arsenali, dei bacini,per una specie di ritorno al plein air, a orizzonti piùfelici - isole, penisole, estuari delta, promontori - piùaperti, orizzonti pagani".Indubbiamente <strong>Chersicla</strong>, nel panorama dell'arteitaliana della seconda metà del Novecento,costituisce una realtà, non assimilabile ad altre,fors'anche più familiari. In questa sede di bilanci,Emmio Crispolti nel '97, firma il catalogo dellarassegna autobiografica, che trova sede al"Revoltella" di Trieste ed a Lubiana; il suo testo infattiinizia così:"Certamente, altrettanto di quanto attragga per lasua disinvoltura inventiva e l'evidenteammiccamento propositivo che vi si offre indisponibilità quasi ludica, il lavoro di <strong>Chersicla</strong>


www.alcovacreativa.<strong>org</strong>AC.book<strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong>appare anzitutto sfuggire ad una agevolericonoscibilità tipologica. Sono, le sue, sculture?Scultopitture? Vanno lette insomma quali costruzioniplastiche, assistite in modo tutt'altro che marginaledalla presenza aggettivante del colore, oppurecome evidenze tridimensionali di parvenze diRientrano dunque in una categoria di possibilità diproposizione plastica oggettuale che si offraappunto ad una provocazione d'uso, e dunque incerta misura di gioco? O sono soltanto segnalianomali, oggettualmente corposi, concorrenti adarredare lo spazio quotidiano?Forse proprio simili interrogativi adombrano, nel loroinsieme, l'intenzionalità effettiva delle sueproposizioni, che hanno cominciato ad articolarsi inmodo consistente già nei primi anni Settanta, dagliOttanta poi affrontando in modo pià insistente e incerta misura ultimativo la figura umana.Un'intenzionalità certo sottilmente spiazzante per unevidente slittamento ironico, inducendo unariflessione a sorpresa sulla probabilità di farsi unaconvinzione di convenzionalità e relatività d'ogniimmagine e cosa che ci riguardi (dalle figure enozioni del quotidiano a quelle della storia)".Nello stesso catalogo, Sandro Parmiggianisottolinea la singolarità dell'esperienza, condottainnanzi da <strong>Chersicla</strong>, sia che ci si riferisca almateriale impegnato, sia che si interroghino leforme nei loro valori espressivi:"Le sue sculture in legno a multistrati - scomponibili intante parti, tenute insieme da perni - cercano dicatturare la forma esteriore, l'essenza, l'intima veritàdi figure, volti, miti e oggetti del nostro tempo, formebasilari della geometria. Sono, quelle sculture, unintreccio, quasi stordente e vertiginoso, digeometrie semplificate, di flussi di linee, unasinfonia di forme di arcana memoria, sinuose einquiete, di colori che accentuano e esaltano certe


AC.book<strong>Bruno</strong> <strong>Chersicla</strong>www.alcovacreativa.<strong>org</strong>superfici e ne mettono in sordina altre, coloritenui che hanno una funzione importantissimanel definire i volumi, il senso illusorio dellaprofondità, e nell'alludere ai blocchi, allearticolazione in cui la scultura può esserescomposta.Tale visione analitica offre quindi l'immagine diun'opera che si raccomanda all'attenzionedella critica e del pubblico proprio per lecostanti strutturali in cui s'inerva, spaziandodalla proposizione plastica, che evolve lafilosofia delle avanguardie storiche al concettoludico, che srtavolge gli intenti di una possibile"programmazione tecnologica" dell'eventod'arte.

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