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SQUADRAREGINA - Federazione Ciclistica Italiana

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CAMPIONATO DEL MONDOc’era da fare per portare il capitanonella posizione giusta almomento giusto, ma nel finaleCaruso non ha avuto la gambaper rispondere. Resta il valoredella prestazione complessiva,dove Pagani è stato bravissimoa svolgere il lavoro di ricucituradopo che un quintetto avevapreso il largo nella prima partedi gara. Surrogato da Ulissi,lui si non brillantissimo, neldargli il cambio. Presente e pugnacein Brambilla quando èservita la risposta agli attacchipiù duri, ma anche la propostain un momento cruciale. Infine,Daniele Ratto, votato al sacrificioquando, superata unacrisi, si è riportato in testa algruppetto degli inseguitori perfavorire il possibile rientro diCaruso. Il commento del cittìMarino Amadori fotografaperfettamente i nostri meriti “...ci siamo comportati bene, c’èstato un grande lavoro da partedi tutti gli azzurri durante lacorsa” e i nostri difetti “...forseci voleva qualche scatto in più,ma su questa tipologia di percorsosprechi molte energie.Ci è mancata una freccia nellafase finale, certamente Damianooggi non era lui”.C’è da dire che la Francia, piùdella Germania, ha ben spesola possibilità di correre con seiuomini (e non cinque), in virtùdel primo posto nella classificafinale della Coppa delleNazioni.Se siamo di fronte ad una “nouvellevague” di vincenti è prestoper dirlo. Di sicuro ha vinto ilcorridore più rappresentativo(ma è stato bravissimo anche aPinot recente vincitore del Girodella Valle d’Aosta) della squadratransalpina. Un successoche fa bene, per la storia dellaFrancia, a tutto il movimento.ELITE UOMINI - Aveva ragioneFranco Ballerini a temeremaggiormente la Spagna. E certamentenon era sorpreso nelvedere che i due capitani, Valverde,Sanchez, più il “solista”Rodriguez erano nel gruppettoche, a dieci km dal traguardo,si stava giocando la medagliad’oro. Lo era di più pensandoche dei suoi ragazzi, era rimastounicamente Cunego - al postogiusto, al momento gisuto- ma era dannatamente solo equesto non andava bene. Morale,stavolta la Spagna avevatutte le possibilità di fare bingoe per superarla bisognava esserepiù in tutto. O, al contrario,scommettere sulla loro presunzionee l’insipienza tattica. CadelEvans ha capito il lato oscurodegli spagnoli e ha fruttatobene la sua posizione di “solitaryman”, e il fatto di essereescluso dal ballottaggio finaleper la medaglia. Insomma, ilsuo basso profilo.Un errore marchiano, visto cheil terzo posto nella Vuelta erastato la sommatoria di una buonadose di sfortuna e si dovevatemere la sua forza. Però, nelcalcolo finale c’era che lui, frai nove presenti in quella fuga,aveva meno possibilità di conquistarel’oro. E proprio perquesto, alla fine, l’ha conquistato.La presenza di Rodriguez- il meno carismatico dei leaderspagnoli - quella di Kolobnev,ha ingessato la corsa nel momentotopico. La sensazione erache davanti lo spagnolo andavaa rimorchio perché non volevaRisultatiL’AUSTRALIANO CADEL EVANS (FOTO SIROTTI)essere tacciato di lesa maestànei confronti dei due capitani,mentre dietro Valverde e Sanchezspeculavano su chi, deglialtri, dovesse fare la mossaper scatenarli all’inseguimento.Quando si è mosso Cunegoe dietro di lui Gilbert, e primaancora Cancellara aveva operatola scrematura finale, Evansaveva già assestato il colpo decisivoe volava indisturbato perandarsi a prendere la medagliad’oro. Primo australiano a vincereil mondiale professionistiin 82 anni di storia e 76 edizioni.Un punto d’orgoglio ancheDONNE ELITE: 1. Tatiana Guderzo (Ita) km. 124,2 in 3h33’25”; 2.Marianne Vos (Ol) a 19”; 3. Noemi Cantele (Ita); 4. Kristin Armstrong(Usa); 5. Diana Zilute (Lit) a 1’07”; 6. Judith Arndt (Ger); 7. ErinneWallock (Can); 8. Nicole Braendli (Svi); 9. Grace Verbeke (Bel); 10.Catherine Cheatley (Nzl); 30. Fabiana Luperini (Ita) a 6’54”; 46. MoniaBaccaille (Ita) a 10’18”; 47. Luisa Tamanini (Ita).UNDER 23: 1. Romain Sicard (Fra) Km. 179,4 in 4.41’54”, media 38,183;2. Carlos Alberto Betancur Gomez (Colombia) a 27”; 3. Egor Silin(Rus); 4. Peter Kennaugh (Gbr) a 49”; 5. Jérôme Baugnies (Bel) a 54”; 6.Marko Kump (Slo); 7. Yevgeniy Nepomnyachshiy (Kaz); 8. Jose CayetanoSarmiento Tunarrosa (Col); 9. Matthias Brandle (Aut) a 1’; 10. DamianoCaruso (Ita) a 1’33”; 31. Gianluca Brambilla (Ita) a 1’40”; 39. DanieleRatto (Ita) a 5’21”. Ritirati Angelo Pagani e Diego Ulissi.UOMINI ELITE: 1. Cadel Evans (Aus) km 262,2 in 6h56’26” media37,777 km/h; 2. Alexandr Kolobnev (Rus) a 27”; 3. Joaquin Rodriguez(Spa) a 28”; 4. Samuel Sanchez (Spa) a 30”; 5. Fabian Cancellara (Svi), 6.Philippe Gilbert (Bel) a 51”; 7. Matti Breschel (Dan); 8. Damiano Cunego(Ita); 9. Alejandro Valverde Belmonte (Spa); 10. Simon Gerrants (Aus)a 1’47”; 16. Ivan Basso (Ita) a 2’02”; 21. Filippo Pozzato (Ita) a 2’50”; 65.Luca Paolini (Ita) a 7’43”; 71. Stefano Garzelli (Ita) a 10’54”;per l’Italia, perché cresciuto ciclisticamenteprima alla Saecoe poi alla Mapei di GiorgioSquinzi sotto la direzione diRoberto Damiani e Aldo Sassi.L’Italia di Ballerini ha mancatoil poker consecutivo in unacorsa troppo regolare nel ritmo,di fatto senza scossonipraticamente sino all’ultimogiro. A livello tattico qualcosanon ha funzionato, ma non èil caso di battersi il petto, negliultimi due giri. Fino a quelmomento, tra alti e bassi, Visconti,Scarponi, Bruseghin,Garzelli, Paolini, Ballan avevanotenuto botta e Cunego, Bassoe Pozzato potevano speraredi esprimersi al meglio là doveerano attesi. Cunego ha risposto,per gli altri due il lavoro dispinta e ricucitura finale è statotroppo dispendioso. Per Cunego,solo e senza l’esplosività chegli ha permesso di vincere ledue tappe più dure della Vuelta,non c’è stata storia. Ha stretto identi, ha alzato la testa - scattosulla salita di Novazzano - maproprio non ne aveva più. FrancoBallerini non ha certo gioito,ma la debacle della Spagna -tre corridori su nove nella fugadecisiva - ha confermato ancorauna volta che la filosofia delgruppo è la sola carta vincente.Stavolta è andata buca, mal’Italia è sempre stata lì, in alto.Come le compete.il Mondo del Ciclismo n.409

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