| ( 6 ) |tava Giulio Magni a proposito dell’impostazioneBeaux-Arts del suo tempo:«[…] colui che deve lavorare si trova nel biviodifficilissimo, se cioè fare come la ragionelo gui<strong>da</strong> o come il generalizzato sentimentogli impone … affrontare l’impopolarità è certoun eroismo! […]».Qualsiasi corpo (in questo caso gli OrdiniProfessionali) sottomesso a una dottrina (inquesto caso la Teoria Modernista imperversantenelle Facoltà di Architettura e di Ingegneria),che dipen<strong>da</strong> <strong>da</strong>llo Stato, tenderàsempre a servirsi fatalmente dello Stato perfar trionfare la propria dottrina. Quando aquesto si aggiungono le riviste specializzate –su cui ovviamente scrivono i grandi luminaridell’Architettura e i loro emuli – che bombar<strong>da</strong>noossessivamente i lettori con architettureastruse, la frittata è fatta.Chi si ribella viene immediatamente annientato<strong>da</strong> chi siede in posizione protetta eprivilegiata. Gli studenti, e/o i giovani architettiche provano ad emanciparsi imparanosubito, a loro spese, cosa costi la libertà. Senon seguono la stra<strong>da</strong> uniforme tracciata <strong>da</strong>lcameratismo, si trovano le porte chiuse; senon cozzano contro un’ostilità dichiarata,vengono con<strong>da</strong>nnati <strong>da</strong>lla congiura del silenzio:se lo studente prova a divergere <strong>da</strong>ll’ideadel docente non passa, o passa a stento, e dopolunghe sofferenze, l’esame progettuale; seun giovane architetto ha la fortuna di realizzare,o semplicemente progettare un interventotradizionale, nessuna rivista lo prendein considerazione.È dunque ora di voltare pagina, liberandosi<strong>da</strong>ll’ideologia e riflettendo sul fatto che le periferiesono ormai divenute “polveriere” dovecrescono e si alimentano violenza e risentimento(si ve<strong>da</strong> il caso delle banlieue parigine),non perché ci viva la “recaille”, ma perché lagente vi è stata costretta a vivere, a fronteggiaredifficoltà oggettive, e a vedere quellerealtà urbanistiche come un simbolo di oppressione.VVVSe certi professori ammettessero di aver sbagliatosi accorgerebbero che le periferie potrebbero<strong>da</strong>vvero migliorare, che potrebberorealizzarsi insediamenti autosufficienti, preziosianche per le casse pubbliche: gli enormivuoti urbani che circon<strong>da</strong>no la totalità degliinterventi menzionati, costituiti <strong>da</strong> stradoni,parcheggi e <strong>da</strong> un “verde” che di verde ha soloil nome, insistono su terreni di proprietàdemaniale che potrebbero trasformarsi in suoliedificabili utilizzabili direttamente <strong>da</strong> partedell’ATER, dei comuni e degli enti pubbliciproprietari, o cedibili a privati interessati all’edificazione.Questo consentirebbe una contrazionedella città piuttosto che continuare aVigna Murata – vista aerea parzialed<strong>Il</strong> <strong>Covile</strong>f N° <strong>602</strong>
| ( 7 ) |promuoverne l’espansione a macchia d’olionegli interessi dei grandi gruppi immobiliariche continuano a tenere la politica sotto scacco.Ma ciò sarà possibile solo dopo che l’accademiatornerà ad avere al centro dell’insegnamentogli interessi della collettività piuttostoche l’ego dell’architetto e gli interessi dell’industriaedilizia.ETTORE MARIA MAZZOLAa C'è speranza.(RED.)Sconfortante nella sua verità il quadro dellasituazione italiana. Abbiamo chiesto perciòall'architetto Mazzola se potevamo concluderecon qualche bella immagine di nuova urbanisticapopolare bella o quantomeno non disumana.Ecco la risposta.“ […] ho selezionato queste foto di Brandevoortche ho fatto quando sono stato lì con imiei studenti per fare il progetto dei lotti 18 e24 appena ultimati di costruire e che è statoun successone. [...].Questa cittadina di 3000 nuovi alloggi èstata pianificata <strong>da</strong> Rob Krier e ChristophKohl. Brandevoort è l'estensione di Helmond,vicino Eindhoven ed è il risultato diun lavoro interessantissimo che prevede sviluppiurbanistici solo a seguito di in<strong>da</strong>gini socio-economichefatte <strong>da</strong> una commissioneministeriale che cerca i siti in funzione dellecondizioni socio-economico-ambientali, acquisiscele aree, le fa progettare e invita tuttele imprese interessate ad an<strong>da</strong>re ad investiresu questi programmi urbanistici. In praticanon v'è rischio di costruire un numero di alloggisuperiore a ciò che serve, così i rischi siriducono e, soprattutto, la cementificazionespeculativa non esiste!Inizialmente il progetto lo doveva sviluppareKoolhaas, ma la gente s'è ribellata, poici ha lavorato uno studio italiano in collaborazionecon degli olandesi, ma la situazione èstata la stessa, alla fine, a furor di popolo, èstato invitato Rob a fare il progetto.La filosofia progettuale è stata simile aquella che adottò Giovannoni alla GarbatellaSpinaceto – vista aerea parziale18 settembre 2010 Anno X