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150 anni dell' unità d' Italia - Asociación Dante Alighieri

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Pág. 12Nota de RelieveBuenos Aires: un terrenofertile per dare senso all'artee alla vitaQuattro domande a un italiano che tre <strong>anni</strong> fa ha deciso di lasciare l'Europaper venire a vivere in Argentina. Quattro chiacchiere rilassate con unostraniero (ma neanche poi tanto), con lo scopo di conoscere di prima manole sue impressioni e i suoi perché. Oltre ad una piccola rivelazione su di unhobby che forse sta per diventare un impegno fisso.Come è iniziata la tua esperienza in Argentina / America Latina?..."Tango. Bandoneòn.Palazzi. Il cimiterio.Un violino. Il porto.I magazzini. Il mare.Lontananza. Le piazze.Il caldosoffocante.Ombù centenari. Statuealtissime. Stazionie treni senza tempo.Tradimenti. Dolci i tuoicapelli scuri. La musica.Le luci. La sala. Il buio.La vendetta. Attesa.Luogo, movimento.Attesa. Terra, tributo.Attesa. Nostalgia, fiore dicarta. Attesa. Mi chiamoArgentina. Laggiùsempre qualcuno miaspetta."Con mia moglie Roberta abbiamo scoperto Buenos Aires nel 2008, in uno dei nostri viaggiattraverso il mondo alla ricerca di qualcosa di speciale, forse di un nuovo cammino di vita. Finda subito la città ci ha accolti con calore e gioia, dandoci poi immense opport<strong>unità</strong> di crescitapersonale. Ricordo ancora la notte <strong>dell'</strong>ultimo giorno di viaggio, poco prima di tornare in <strong>Italia</strong>.Il nostro sonno era irrequieto, agitato e solo a causa di quella sensazione chiarissima di averescoperto qualcosa di magico (Buenos Aires) e di doverlo purtroppo perdere per sempre. Invece,la mattina a colazione la decisione era già stata presa, saremmo tornati e avremmo dato formaad un'esperienza di vita in questo paese. Non sapevamo come, non ne avevamo la minima idea,ma eravamo fortemente decisi a farlo. E fu così. Da quel 10 febbraio 2008 quasi ogni nostrogesto fu diretto a generare questa nuova opport<strong>unità</strong>. Ci furono difficoltà, ci furono sacrifici dafare (soprattutto monetari), ma grazie al sostegno degli amici, della famiglia e della mia azienda,con un paio di mesi di ritardo rispetto al piano originale, l'8 gennaio 2009 sbarcavamo di nuovoa Buenos Aires. Tra queste due date erano accadute un milione di cose, materiali e spirituali, gliostacoli erano stati tanti, ma noi due tornavamo a Buenos Aires convinti che quello era il postodove volevamo vivere e crescere per alcuni <strong>anni</strong>. L'insegnamento di quel rocambolesco periodofu il seguente: se vuoi "raccogliere" qualcosa di nuovo che non hai, prima devi lasciar cadere (operdere) qualcosa che hai e per te conta molto.Cosa significa per te vivere a Buenos Aires, in Argentina?Per un italiano la vita a Buenos Aires è una cosa fantastica, la città si sveglia piena di energia,la gente va a lavorare, le mamme portano i bambini a scuola, le automobili imbottigliano lestrade, le donne bellissime incedono sui marciapiedi. Fin dalle prime ore del mattino il "teatroBuenos Aires" cambia costantemente di scena, cambiano i personaggi, in un mulinello vorticosodi sorrisi, stress, cani randagi e prime donne affascinanti. Io qui mi sento a casa. La casa diquando ero bambino, in una città occidentale e latina (Milano), dove i sapori e gli odori eranoancora forti, come qui in Argentina. E finora vi ho parlato solo della capitale. Per lavoro ioviaggio molto e quindi ho anche la possibilità di visitare "l'interior". Il mitico "interior", l'altropaese che l'Argentina nasconde gelosamente al mondo. Rosario, Santa Fe, Reconquista, SanLuis, Bahía Blanca, Rafaela, La Rioja, Córdoba, Puerto Madryn. Città fatte di acqua, luce,silenzio, pelle scura e belle trecce. Popolate da gente che ha gli stessi cognomi che possiamo

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