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qualità e certificazione nella filiera del legno la catena ... - Innovazione

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GalileoPARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICOConfederazione Nazionale<strong>del</strong>l’ Artigianato e <strong>del</strong><strong>la</strong> Picco<strong>la</strong>e Media Impresa<strong>qualità</strong>e <strong>certificazione</strong><strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>filiera</strong><strong>del</strong> <strong>legno</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodiaINNOVAZIONE ESVILUPPO IMPRESAGUIDA PER LE IMPRESEda<strong>la</strong><strong>la</strong> cura di:Mauro MASIEROGiacomo Maria ZORZIUNIVERSITÀDEGLI STUDIDI PADOVADIP. TESAF


Guida Qualità e <strong>certificazione</strong> <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>filiera</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> - La <strong>catena</strong> di custodiaa cura di Mauro Masiero e Giacomo Maria ZorziLa guida Qualità e <strong>certificazione</strong> <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>filiera</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> - La <strong>catena</strong> di custodiaè stata realizzata nell'ambito di Dal bosco al mobile,progetto <strong>del</strong><strong>la</strong> Camera di Commercio di Padova,coordinato dal PST Galileo e realizzato da CNA provinciale di Padovaattraverso TECNA soc.cons. a r.l.La presente ricerca è disponibile on-line sul sito www.pd.cna.it/dalboscoalmobile© Tutti i diritti riservati:CCIAA di PadovaPST GalileoCNA Provinciale di PadovaCuratore <strong>del</strong> progetto Dal bosco al mobile: Sandro StorelliCNA Provinciale di PadovaTECNA soc.cons. a r.l.via <strong>del</strong><strong>la</strong> Croce Rossa, 56 - 35129 Padovatel.049.8062236 fax 049.8062200dalboscoalmobile@pd.cna.itGrafica e impaginazione di Gianni PlebaniStampato da Arti Grafiche Padovanemarzo 2006


La <strong>filiera</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> rappresenta una grande risorsa per l'economia <strong>del</strong> Nord-Est che, per ragionistoriche e per vocazione naturale, ha saputo divenire uno dei maggiori poli a livello internazionale<strong>nel<strong>la</strong></strong> trasformazione <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima <strong>legno</strong>.Il settore è partico<strong>la</strong>rmente radicato ed artico<strong>la</strong>to nel nostro territorio anche per ragionilegate storicamente al<strong>la</strong> <strong>catena</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> coltura, <strong>del</strong><strong>la</strong> trasformazione e finitura <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, inpartico<strong>la</strong>re nei Comuni <strong>del</strong> distretto <strong>del</strong> Mobile <strong>del</strong><strong>la</strong> Pianura Veneta.È un settore caratterizzato da una marcata propensione all'internazionalizzazione, ancheperché <strong>la</strong> limitata disponibilità interna costringe all'importazione di elevate quantità dimaterie prime <strong>legno</strong>se .La globalizzazione dei mercati, d'altra parte, impone alle aziende sempre maggior capacitàcompetitiva e nuove soluzioni produttive e commerciali con partico<strong>la</strong>re attenzioneall'ambiente.È evidente l'esigenza di soddisfare interessi di natura ambientale, sociale ed economica,mediante una corretta gestione <strong>del</strong>le risorse naturali.La crescita <strong>del</strong><strong>la</strong> responsabilità sociale <strong>del</strong>le imprese e <strong>del</strong><strong>la</strong> informazione e coscienza deiconsumatori, unita al ruolo giocato dalle istituzioni, ha posto le basi per un migliore e piùresponsabile impiego <strong>del</strong>le risorse naturali mondiali, senza compromettere, anzi in molticasi incrementando, le potenzialità economiche, di marketing e commerciali.Con il progetto “Dal bosco al mobile”, nell'ambito <strong>del</strong> quale è stata realizzata questa pubblicazione,<strong>la</strong> Camera di Commercio di Padova intende dare valore al<strong>la</strong> <strong>filiera</strong> e offrire alleimprese utili strumenti per coniugare i valori economici e produttivi a quelli ambientali.Ringraziamo in partico<strong>la</strong>re per questo <strong>la</strong>voro gli esperti che lo hanno curato, certi che saràuna linea guida utile per le imprese e per tutti gli operatori <strong>del</strong> settore.Il PresidenteGianfranco Chiesa


GalileoPARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICOI distretti <strong>del</strong> Veneto testimoniano <strong>del</strong><strong>la</strong> caratteristica comune a tutto il nostro Paese. Siamotradizionalmente un'economia di trasformazione, in cui <strong>la</strong> struttura produttiva, per <strong>la</strong>maggior parte composta di imprese di picco<strong>la</strong> dimensione, applica capacità ideative e realizzativea materie prime e semi<strong>la</strong>vorati (e anche all'energia...) provenienti dall'estero.I processi di <strong>del</strong>ocalizzazione hanno in molti casi profondamente influito su questa re<strong>la</strong>zionedi base, spostando l'intervento di trasformazione finale <strong>del</strong> bene prima <strong>del</strong>l'ingresso nelmercato sempre più a valle all'interno <strong>del</strong> processo produttivo, sino a collocarsi, per alcuneproduzioni, alle attività puramente commerciali.In questo contesto il caso <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>filiera</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> - mobile appare partico<strong>la</strong>rmente significativo,sia per l'importanza intrinseca <strong>del</strong> settore, tra i più rilevanti <strong>del</strong>l'economia regionalee nazionale, sia per le caratteristiche peculiari legate al tema <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong><strong>la</strong> competitività.La pressione competitiva dei Paesi “nuovi venuti” nel campo <strong>del</strong> mercato globale oggi simanifesta più forte, giovandosi in partico<strong>la</strong>re di vantaggi legati a fattori quali il costo <strong>del</strong><strong>la</strong>voro, <strong>del</strong>l'energia e <strong>del</strong>le materie prime. In questo contesto proprio il settore <strong>del</strong> <strong>legno</strong>mobile diventa il paradigma di un approccio competitivo basato sull'innovazione di prodotto,attraverso l'esaltazione <strong>del</strong><strong>la</strong> migliore tradizione creativa e progettuale legata al“made in Italy”, e su una migliore condizione di approvvigionamento <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima.Questo approccio investe problematiche ampie di gestione <strong>del</strong> territorio e <strong>del</strong>le sue risorse,a dimostrazione di come il tema <strong>del</strong><strong>la</strong> competitività in generale non possa essere trattatodisgiuntamente dalle problematiche ad esso connesse di carattere ambientale e sociale.Il Direttore GeneraleMassimo Ma<strong>la</strong>guti


Confederazione Nazionale<strong>del</strong>l’ Artigianato e <strong>del</strong><strong>la</strong> Picco<strong>la</strong>e Media ImpresaL'importanza economica e commerciale <strong>del</strong>l'intera <strong>filiera</strong> foresta-<strong>legno</strong> <strong>nel<strong>la</strong></strong> nostra regionee nel nostro Paese appare evidente.Nel mondo, per molti Paesi essa è fattore determinante per lo sviluppo.Su base annua dalle foreste vengono prelevati volumi di legname per un valore complessivostimato indicativamente al 2% <strong>del</strong> PIL mondiale.La tute<strong>la</strong> <strong>del</strong>le risorse forestali mondiali ha nel tempo conquistato l'attenzione dei governie <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile e si è andata affermando <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale, come strumentoper favorire <strong>la</strong> buona gestione e <strong>la</strong> valorizzazione <strong>del</strong>le foreste e dei loro prodotti.I principi <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale vengono oggi condivisi da un numero crescente diorganizzazioni, istituzioni, imprese sempre più consapevoli <strong>del</strong>l'importanza sociale ed economicadi questi temi.Quel<strong>la</strong> che viene chiamata Catena di Custodia identifica il canale attraverso cui è commercializzatoun prodotto partendo dall'origine <strong>del</strong>le materie prime, passando attraverso tuttii processi di trasformazione, fino ad arrivare al<strong>la</strong> sua vendita ed all'utilizzazione finale.Esiste, quindi, una re<strong>la</strong>zione funzionale e complementare rispetto al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione forestale.La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia assicura che il <strong>legno</strong> presente nel prodotto finaleprovenga effettivamente da una foresta gestita in modo sostenibile.Essa consente anche di comunicare al pubblico consumatore <strong>la</strong> provenienza <strong>del</strong> <strong>legno</strong> ed ilvalore aggiunto <strong>del</strong> prodotto.Esistono oggi due significativi standard internazionali di <strong>certificazione</strong> forestale, che possonoessere di riferimento per le imprese.Tra essi esistono punti di contatto, ma anche differenze e divergenze.Questa guida - realizzata nell'ambito <strong>del</strong> progetto Dal bosco al mobile - vuole offrire alleimprese ogni utile informazione nel merito e una vera e propria linea guida per favorire ilpercorso aziendale verso <strong>la</strong> Catena di Custodia.Il PresidenteSergio Ge<strong>la</strong>in


Da tempo è in atto un processo atto ad aumentare <strong>la</strong> consapevolezza e l'esigenza collettivaverso le tematiche <strong>del</strong>lo sviluppo sostenibile. In tale contesto <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> patrimonio forestaleregionale è per Veneto Agricoltura, fin dal<strong>la</strong> sua istituzione una <strong>del</strong>le priorità strategiche,attesa anche l'importanza dei siti: Foresta <strong>del</strong> Cansiglio, Val Montina, Malgonera,Destra e Sinistra Piave, Lessinia, Valdadige, Monte Baldo in area montana, ma anche le forestep<strong>la</strong>niziali litoranee di Vallevecchia di Caorle e Bosco Nordio di Chioggia.Si è così perseguita come Azienda Regionale, l'implementazione di un sistema di gestioneambientale, nell'ambito <strong>del</strong> contesto forestale, <strong>del</strong><strong>la</strong> successiva <strong>certificazione</strong> ISO 14001e, per <strong>la</strong> Foresta <strong>del</strong> Cansiglio - ove è conservata <strong>la</strong> faggeta più pregevole d'Europa - anche<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> PEFC per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.Naturale quindi <strong>la</strong> partecipazione di Veneto Agricoltura a questo progetto “dal bosco al mobile”sia come ente pubblico di sostegno che come parte interessata: <strong>la</strong> pubblicazione diquesta linea guida testimonia l'impegno ed il sostegno <strong>del</strong> gruppo di <strong>la</strong>voro.Il Direttore Sez Servizi per l'innovazione e lo sviluppo ruraleLuigino Disegna


FSC-ITA-20PEFC 18 - 1- 1In Veneto si concentrano oltre il 30% <strong>del</strong>le imprese e il 25% degli addetti <strong>del</strong> settore <strong>legno</strong>-arredo italiano.La maggior parte di queste imprese ha carattere artigiano, e si caratterizza per le piccole o piccolissimedimensioni. Le dinamiche <strong>del</strong> settore negli ultimi due anni - ma il discorso potrebbe essere estesoad un orizzonte temporale più ampio - evidenziano una flessione significativa <strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le aziende,che, pur essendo dovuta a molteplici cause, è sintomo evidente di un momento di difficoltà più generale.Prova di ciò è il fatto che <strong>la</strong> leadership italiana nell'export mondiale di mobili è oggi minacciatadal<strong>la</strong> crescita di una concorrenza sempre più accanita ed incalzante.Il ruolo <strong>del</strong>l'Italia nel settore foresta-<strong>legno</strong> su sca<strong>la</strong> globale è un ruolo di importatore pressoché netto edi trasformatore di materie prime. Le imprese venete non fanno eccezione.Se le strategie aziendali di approvvigionamento di legname sono storicamente legate a valutazioni di caratterelogistico ed economico, è comunque innegabile che oggi, sempre più, il mercato (quantomenoin alcuni suoi settori) dimostri una forte attenzione verso <strong>la</strong> provenienza <strong>del</strong> <strong>legno</strong> e le modalità di gestione<strong>del</strong>le foreste d'origine <strong>del</strong>lo stesso. Il più agevole accesso alle informazioni, le campagne informativepromosse da diversi soggetti, il ripetersi di gravi ca<strong>la</strong>mità naturali corre<strong>la</strong>te ai processi di deforestazioneselvaggia, il crescente senso di responsabilità di porzioni sempre più ampie <strong>del</strong><strong>la</strong> società civilehanno favorito questa tendenza, che coinvolge non solo il comune consumatore finale, ma, anche i canali<strong>del</strong><strong>la</strong> distribuzione dei prodotti e persino gli enti <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica amministrazione, tutti progressivamenteorientati verso atteggiamenti e scelte d'acquisto via via più responsabili in termini ambientali esociali.Considerazioni di questo tipo sono tanto più importanti per un Paese come l'Italia, il cui peso e le cui responsabilitàverso i processi di sfruttamento <strong>del</strong>le foreste mondiali e, soprattutto, verso le loro peggioriespressioni, quali sono i fenomeni di deforestazione ed illegalità sono oggettivamente innegabili.I prodotti <strong>del</strong>l'industria veneta <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, in primis il mobile, possono contare su una pluridecennale tradizionestorica, culturale e di know-how, su un radicamento al territorio e su una forte connotazione derivantedall'etichetta “made in Italy”, tutti elementi importanti, ma, oggi, non più determinanti se consideratida soli. L'impiego di <strong>legno</strong> proveniente da foreste gestite in modo corretto e quindi <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong><strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia secondo gli standard <strong>del</strong> Forest Stewardship Council (FSC) e <strong>del</strong> Programmefor Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), rappresentano un'opportunità e un valoreaggiunto che il mercato è pronto a riconoscere e a ricompensare. Combinare questi diversi connotati inun medesimo prodotto significa contribuire ad una sua forte diversificazione, ad una spinta verso standardqualitativi elevati, in grado di soddisfare in modo molteplice le aspettative e le esigenza <strong>del</strong> mercato.La scelta di utilizzare <strong>legno</strong> proveniente da foreste ben gestite, dunque, è puramente volontaria esi basa, anzitutto, sul<strong>la</strong> sensibilità di ogni azienda verso i temi sopra descritti, ma costituisce - e semprepiù sembra destinata a costituire - anche un importante strumento strategico e commerciale.Molte imprese hanno già colto l'importanza di queste considerazioni, il Veneto è, infatti, <strong>la</strong> regione italianacon il più alto numero di aziende certificate per <strong>la</strong> Catena di Custodia secondo entrambi gli schemidi <strong>certificazione</strong>. Altre imprese, di contro, dimostrano ancora scarsa familiarità con i temi in questionee le indagini condotte nel corso <strong>del</strong> progetto “Dal bosco al mobile” lo evidenziano in modo inequivocabile.Attraverso questo Manuale e le attività corre<strong>la</strong>te si vuole ottenere un ulteriore incremento <strong>del</strong> numero<strong>del</strong>le prime ed una progressiva e consapevole riduzione <strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le seconde.PEFC-ItaliaAntonio BrunoriFSC-ItaliaMauro Masiero


INDICEINDICEAbbreviazioni ed acronimi usati nel testo 11Introduzione 15PARTE PRIMA1. Perché <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong>le foreste e <strong>del</strong> <strong>legno</strong>?2. Il Forest Stewardship Council, FSC19222.1 La <strong>certificazione</strong> secondo gli standard FSC 232.1.1 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale 232.1.2 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia 252.1.3 Gli standard FSC per <strong>la</strong> Catena di Custodia 262.2 Diffusione di FSC nel mondo 272.3 FSC in Italia 302.4 Opportunità e prospettive <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC3. Il Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, PEFC33363.1 La <strong>certificazione</strong> secondo gli standard PEFC 373.1.1 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale 373.1.2 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia 383.1.3 Gli standard PEFC per <strong>la</strong> Catena di Custodia 393.2 Diffusione <strong>del</strong> PEFC nel mondo 393.3 PEFC in Italia 413.4 Opportunità e vantaggi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> PEFC 44PARTE SECONDA4. Premessa alle <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia474.1 Il processo di <strong>certificazione</strong> 474.2 Una definizione di Catena di Custodia 484.3 Certificazione di prodotto 494.4 La <strong>catena</strong> dei certificati 504.5 La comunicazione tra chi vende e chi acquista 514.6 Mutuo riconoscimento e <strong>certificazione</strong> congiunta5. Le regole generali per <strong>la</strong> Catena di Custodia52535.1 Gli standard di riferimento: transizione tra vecchi e nuovi 535.1.1 Forest Stewardship Council535.1.2 Programme for Endorsement of Forest Certification scheme555.2 I requisiti di sistema 555.3 Le categorie di prodotti 565.3.1 Il <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to secondo gli standard <strong>del</strong> Forest Stewardship Council585.3.2 Il <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to secondo gli standard <strong>del</strong> Programme for Endorsementof Forest Certification scheme585.4 Le diverse etichette 595.4.1 Le etichette secondo il Forest Stewardship Council595.4.2 Le etichette secondo il Programme for Endorsement of Forest Certification schemes 615.5 I processi fondamentali 625.5.1 Acquisti 635.5.2 Vendite 645.5.3 Uso <strong>del</strong> logo 655.5.4 Controllo <strong>del</strong> processo produttivo 665.5.5 Addestramento 679


6. Le regole partico<strong>la</strong>ri per <strong>la</strong> Catena di Custodia6.1 Le regole partico<strong>la</strong>ri per <strong>la</strong> CoC secondo il Forest Stewardship Council68686.1.1 Sistema a soglia 696.1.2 Sistema a crediti 706.2 Le regole partico<strong>la</strong>ri per <strong>la</strong> CoC secondo il Programme for Endorsementof Forest Certification schemes706.2.1 Metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> separazione fisica 716.2.2 Metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale 716.2.3 Trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale calco<strong>la</strong>ta ai prodotti 717. La documentazione <strong>del</strong> sistema di gestione7.1 La politica aziendale72727.2 Il Manuale 727.3 Le Procedure 727.4 Le Registrazioni 728. La <strong>certificazione</strong> di gruppo e multisito <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia748.1 Forest Stewardship Council748.1.1 Compiti e responsabilità <strong>del</strong> soggetto gestore 758.1.2 Compiti e responsabilità dei singoli membri 758.2 Programme for Endorsement of Forest Certification schemes768.2.1 Compiti e responsabilità <strong>del</strong>l’ufficio centrale 768.2.2 Compiti e responsabilità dei singoli siti 778.3 Certificazione multisito 778.3.1 La <strong>certificazione</strong> multisito secondo il Forest Stewardship Council 778.3.2 La <strong>certificazione</strong> multisito secondo il Programme for Endorsementof Forest Certification schemes 77Bibliografia79Riferimenti web 82ALLEGATIAllegato 1 - Principali schemi di <strong>certificazione</strong> forestale, nazionali ed internazionali,attualmente operativi nel mondo (gennaio 2006) 84Allegato 2 - Enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC ed enti di <strong>certificazione</strong> accreditati PEFC 85Allegato 3 - Esempio di dichiarazione <strong>del</strong> fornitore per dichiarare il carattere control<strong>la</strong>to<strong>del</strong> <strong>legno</strong> secondo le regole <strong>del</strong> FSC (italiano ed inglese) 87Allegato 4 - Esempio di elenco dei gruppi di prodotti FSC 89Allegato 5 - Esempio di elenco dei fornitori certificati FSC 90Allegato 6 - Esempio di lista <strong>del</strong>le fonti di <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to FSC 91PARTE TERZANORME- FSC - STD - 40-004 - Standard per le aziende che acquistano, trasformano e vendono materialie prodotti certificati FSC 95- FSC - STD - 40-201 - Requisiti per l'etichettatura FSC sul prodotto 109- PEFC - ITA 1002 - Schema di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia dei prodottidi origine forestale 117Documento tecnico PEFC Allegato 5-Regole d'uso <strong>del</strong> logo PEFC 13710


INDICEAbbreviazioni ed acronimi usati nel testoABUAccreditation Business UnitATFSAmerican Tree Farm SystemBtoB business to businessBtoC business to customerCBcertification body, ente di <strong>certificazione</strong>CECommissione Europeac.d.così dettoCENComitée Européenne de Normalizasioncfr.confrontacit.citatoCITES Convention on the International Trade in Endangered SpeciesCoCChain of Custody, Catena di Custodiacom. pers. comunicazione personaleCPET Central point of Expertise on TimberCSACanadian Standard AssociationCERFLOR Esquema Brasileiro de Certificacão ForestalDdTDocumento di TrasportoEAEuropean co-operation for Accreditationes.esempioFAOFood and Agriculture OrganizationFLEGT Forest Law Enforcement Governance and TradeFMForest Management, Gestione ForestaleFSCForest Stewardship CouncilFSC-Italia Forest Stewardship Council-ItaliaGDOGrande Distribuzione OrganizzataGFTN Global Forest and Trade NetworkGFSGestione Forestale SotenibileGMGenetically Modified, Geneticamente ModificatoGPPGreen Public ProcurementhaettaroIAFInternational Accreditation ForumISEAL International Social and Environmental Accreditation and Labelling allianceISOInternational Standardization OrganisationLEILembaga Eco<strong>la</strong>bel IndonesiaMTCC Ma<strong>la</strong>ysian Timber Certification CouncilNs.nostraONU Organizzazione <strong>del</strong>le Nazioni Unite , United Nations Organizationpar.paragrafoP&CPrinciples and Criteria, Principi e CriteriPEFC Programme for Endorsement of Forest Certification schemesPEFCC Programme for Endorsement of Forest Certification schemes CommitteePEFC-Italia Programme for Endorsement of Forest Certification schemes-ItaliaPILProdotto Interno Lordopp.pagineSFISustainable Forest InitiativeSFMSustainable Forest Management,Gestione Forestale SostenibileSincert Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione11


SLIMF Small and Low Intensity Managed Forests, - Foreste di piccole dimensioni ed a bassa intensità di prelievoSTDstandardTCFTeSAFTotally Chlorine FreeTerritorio e Sistemi AgroforestaliTMTot.TrademarkTotaleUEUnione EuropeaUNECEUNIUnited Nations Economic Commission for EuropeEnte Nazionale Italiano di UnificazioneUSAUnited States of America, Stati Uniti d'AmericaUS$Dol<strong>la</strong>ro americanovers. versioneWWF World Wild Fund for nature12


<strong>qualità</strong>e <strong>certificazione</strong><strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>filiera</strong><strong>del</strong> <strong>legno</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia


INTRODUZIONEINTRODUZIONELa <strong>certificazione</strong> forestale costituisce uno dei temi più originali sviluppatisi negli ultimi anni nell'ambito <strong>del</strong> sistemaforesta-<strong>legno</strong>. Si tratta, da un <strong>la</strong>to di un importantissimo e vivace terreno di confronto tra diverse componenti<strong>del</strong><strong>la</strong> società civile (tecnici, aziende, governi ed istituzioni, gruppi ambientalisti, ONG, etc.), dall'altro di una notevoleopportunità per le aziende di dimostrare, in maniera concreta, il proprio impegno verso atteggiamenti diresponsabilità, ottenendo, in cambio, forti vantaggi in termini di immagine, di competitività, e di accesso ai mercati.Nonostante l'importanza e l'attualità <strong>del</strong> tema, moltissime aziende sul territorio dimostrano (od apertamente dichiarano)di avere scarsa o nul<strong>la</strong> familiarità con esso, ed i risultati di una recente indagine condotta nell'ambito<strong>del</strong>lo stesso Progetto “Dal bosco al Mobile” (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong>, Secco e Masiero, 2006), lo confermano pienamente: quasil'80% <strong>del</strong>le aziende <strong>del</strong> settore <strong>legno</strong>-arredo <strong>del</strong><strong>la</strong> provincia di Padova, intervistate, hanno dichiarato di non conoscereil significato e le finalità né <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale, in genere, né <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia. Ciò non dimeno, più <strong>del</strong> 70% <strong>del</strong>le stesse aziende considera il tema <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong>le foreste e <strong>del</strong> <strong>legno</strong> interessanteed importante, manifestando <strong>la</strong> volontà di approfondirne <strong>la</strong> conoscenza.Lo scopo primo di questo <strong>la</strong>voro è, dunque, quello di fornire informazioni semplici e facilmente fruibili sull' argomento,così da rendere disponibile uno strumento che permetta alle imprese, agli addetti ai <strong>la</strong>vori e, più in generale,a quanti si interfaccino con il settore foresta-<strong>legno</strong> di acquisire conoscenze utili al<strong>la</strong> comprensione ed eventualeimplementazione di una Catena di Custodia secondo i due schemi di <strong>certificazione</strong> internazionali attualmentein vigore: il Forest Stewardship Council, FSC, ed il Programme for Endorsement of Forest Certificationschemes.Il <strong>la</strong>voro è stato organizzato in due sezioni distinte, ma tra di loro complementari.Nel<strong>la</strong> prima sezione si fornisce un quadro storico <strong>del</strong>le dinamiche che hanno portato al<strong>la</strong> nascita edall'affermazione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale, per poi descrivere, in maniera sintetica, le diverse origini, impostazionie caratteristiche organizzative dei due schemi internazionali attualmente in vigore. La sezione si concludecon alcuni dati re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> diffusione <strong>del</strong>le due certificazioni, sia su sca<strong>la</strong> mondiale, che su sca<strong>la</strong> nazionale e regionale(Veneto), nonché con alcune considerazioni di merito sulle opportunità e le prospettive per ciascuna di esse.Nel<strong>la</strong> seconda sezione, invece, sono analizzate le regole che disciplinano l'implementazione e <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catenadi Custodia secondo i due schemi, avendo cura di evidenziare sia i punti di contatto, sia gli elementi di divergenzache li caratterizzano. La descrizione degli standard è condotta in termini analitici, secondo una logica eduna prospettiva dal generale, al dettaglio, ed avendo comunque cura di fornire precisi riferimenti al<strong>la</strong> documentazioneufficiale in vigore.La terza sezione, infine, riporta il testo integrale, <strong>nel<strong>la</strong></strong> versione in lingua italiana, <strong>del</strong>le norme per <strong>la</strong> Catena di Custodiae l’etichettatura dei prodotti secondo i due schemi.Nota editorialeIl presente <strong>la</strong>voro è il frutto <strong>del</strong>l'impegno congiunto degli autori. In partico<strong>la</strong>re, Mauro Masiero (Dipartimento TeSAF) ha curato <strong>la</strong> primasezione <strong>del</strong> documento, mentre Giacomo Zorzi (Ici<strong>la</strong> Srl) ha curato <strong>la</strong> seconda sezione. Antonio Brunori (PEFC-Italia) ha revisionatoe validato le parti re<strong>la</strong>tive allo schema PEFC.Gli autori ringraziano i lettori per il contributo <strong>nel<strong>la</strong></strong> revisione, pur rimanendo propria <strong>la</strong> responsabilità di quanto scritto.15


Parte Prima17


PARTE PRIMA1. Perché <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong>le foreste e <strong>del</strong> <strong>legno</strong>?Secondo le più recenti indagini, <strong>la</strong> superficie forestale mondiale ammonta a 3,87 miliardi di ettari, equivalenti,all'incirca al 30% <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie mondiale complessiva (FAO, 2000; FAO, 2005).Dal 1990 al 2000 <strong>la</strong> perdita netta media annua <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie forestale su sca<strong>la</strong> mondiale è risultata pari a 9,3milioni di ettari. Tale perdita netta è il frutto di una perdita lorda di 16,1 milioni di ettari parzialmente compensatada un incremento di 3,6 milioni di ettari dovuto all'espansione naturale <strong>del</strong> bosco ed al<strong>la</strong> creazione di pianta-2gioni forestali per una superficie complessiva di 3,1 milioni di ettari. Le aree maggiormente interessate dal<strong>la</strong> diminuzionedi superficie forestale sono l'Africa ed il Sud America, che hanno subito rispettivamente il 32% ed il 23%<strong>del</strong><strong>la</strong> perdita lorda ed il 56% ed il 39,8% <strong>del</strong><strong>la</strong> perdita netta (FAO, 2005). È inoltre significativo sottolineare che 26Paesi perdono almeno 100.000 ettari di foresta all'anno: 10 di essi sono Paesi africani, 9 sud-americani e 7 asiatici(FAO, 2005).Il fenomeno <strong>del</strong><strong>la</strong> deforestazione, dunque, colpisce soprattutto le aree tropicali, ma non è circoscritto ad esse, ecomporta comunque ripercussioni di carattere ambientale, sociale ed economico che vanno ben oltre <strong>la</strong> sfera locale.Le cause ed i fattori responsabili sono molteplici, e non esclusivamente riconducibili alle attività di prelievoe di sfruttamento di legname, che pure hanno responsabilità di primo piano. Esiste, infatti, un legame diretto tra<strong>la</strong> crescita demografica e <strong>la</strong> pressione esercitata sulle risorse naturali in genere, ed in partico<strong>la</strong>re su quelle forestali.Naturalmente questa tendenza è molto più pronunciata in quelle aree nelle quali l'incremento <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zionesia più accentuato, ovvero nei Paesi in via di Sviluppo. Qui, infatti, <strong>la</strong> domanda di aree da destinare alle coltivazioni,all'allevamento, al<strong>la</strong> costruzione di strade e infrastrutture è in crescente aumento. Alcuni esempi significativisono rappresentati dal montante fabbisogno energetico che si traduce in maggior impiego di legna da ardere,dal<strong>la</strong> comune pratica agrico<strong>la</strong> nota come “taglia e brucia” ( s<strong>la</strong>sh and burn) con <strong>la</strong> quale alcune popo<strong>la</strong>zioni indigenetagliano e bruciano aree più o meno vaste di foresta per le loro coltivazioni, dal<strong>la</strong> realizzazione di stradeche indirettamente favoriscono fenomeni di disboscamento, bracconaggio e/o traffici illegali, etc. Anchel'agricoltura e l'allevamento di tipo estensivo possono costituire una minaccia per le risorse forestali. Basti pesarealle piantagioni di caffè, cacao, canna da zucchero, palme da olio etc. ed ai pascoli estensivi per realizzare i qualisono state (e sono tuttora) sacrificate migliaia di ettari di foreste. A complicare ulteriormente il quadro <strong>del</strong><strong>la</strong> situazionevi è il fatto che questi fenomeni difficilmente si presentano come iso<strong>la</strong>ti, tendendo piuttosto a combinarsi,amplificando i propri effetti.Non meno rilevante è il fatto che, molto spesso, i fenomeni di deforestazione si legano a processi di illegalità presenti,in varia forma e misura, nel settore: vio<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>le norme di concessione forestale, false dichiarazioni suquantità, <strong>qualità</strong> e valore <strong>del</strong> materiale esboscato, tagli di specie tute<strong>la</strong>te in aree protette, esportazione di legnameprotetto da convenzioni internazionali (es. CITES), sfruttamento dei <strong>la</strong>voratori e <strong>del</strong>le comunità locali,etc. In molti casi questi processi sono associati a fenomeni di corruzione che aggravano ulteriormente <strong>la</strong> situazione.A questo proposito <strong>la</strong> Commissione Europea ha osservato che “(…) lo sfruttamento illegale <strong>del</strong>le risorse naturali,incluse quelle forestali, è strettamente legato al<strong>la</strong> corruzione ed al<strong>la</strong> criminalità organizzata. In alcuni Paesiprovvisti di vaste risorse forestali, <strong>la</strong> corruzione, alimentata dai proventi dei disboscamenti illegali, è arrivataad un punto tale da rappresentare una minaccia per lo Stato di diritto, i principi di una governance democraticae il rispetto dei diritti umani” (Commissione Europea, cit. Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong> e t al. , 2004). D'altro canto, se è vero chele pratiche forestali illegali colpiscono in maniera partico<strong>la</strong>rmente forte le foreste tropicali, non si deve pensareche altri ambiti ne siano immuni. Il fenomeno, in forme e con intensità diverse, si presenta anche in numerosi Paesicon economia in transizione, quali ad esempio molti Paesi <strong>del</strong>l'Europa <strong>del</strong>l'Est, dove tra i 20 ed i 30 milioni di metricubi di <strong>legno</strong> sono annualmente tagliati in forme illegali (ECE-FAO, Timber Committee, 2000). Almeno il 20%<strong>del</strong> legname utilizzato in Russia (circa 22 milioni di metri cubi) è utilizzato in modo completamente illegale o vio<strong>la</strong>ndoin qualche modo le leggi correnti (Morozov, 2000) e non meno preoccupante è l'affermazione secondo <strong>la</strong>3quale ” (…) I boschi <strong>del</strong><strong>la</strong> Serbia sono attualmente gestiti in forme non sostenibili per alimentare l'esportazione”(dichiarazione <strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong>l'Agricoltura e <strong>del</strong>le Foreste Serbo, cit. Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong> et al. , 2004).23L'avanzamento naturale <strong>del</strong> bosco è un fenomeno partico<strong>la</strong>rmente diffuso in Europa e, più in generale, nei Paesi non tropicali,essendo fortemente legato ai processi di abbandono <strong>del</strong>le aree montane e boschive in genere, al mancato sfalcio di prati e pascolied al conseguente riappropriarsi, da parte <strong>del</strong><strong>la</strong> vegetazione arborea, di spazi abbandonati dall'uomo.Il commercio di legname proveniente da tagli illegali copre, in Europa, percentuali oscil<strong>la</strong>nti tra l'1% ed il 5% <strong>del</strong> totale, a seconda<strong>del</strong> Paese. L'eccezione più rilevante è rappresentata dal<strong>la</strong> Russia, dove secondo l'UNECE/FAO (2005) i tagli illegali sarebbero pari acirca il 35% dei tagli legali.19


Fenomeni di illegalità, infine, si riscontrano talvolta anche in Paesi di grande tradizione forestale, che fanno <strong>del</strong>leforeste una risorsa economica di primaria importanza. In Fin<strong>la</strong>ndia, ad esempio, alcune imprese <strong>del</strong> settore pasta-cartasi servono di materia prima proveniente dall'abbattimento di foreste primarie <strong>del</strong><strong>la</strong> Lapponia settentrionale,in vio<strong>la</strong>zione alle leggi ambientali fin<strong>la</strong>ndesi . Altri palesi casi di deforestazione e di pratiche forestali il-4legali si sono riscontrati <strong>nel<strong>la</strong></strong> Columbia Britannica (Canada), ad opera di numerose imprese, con conseguenze ambientalie sociali gravissime. Si stima che l'abbattimento sia quasi raddoppiato negli ultimi 20 anni, passando dameno di 40 a più di 70 milioni di metri cubi l'anno (Ministero <strong>del</strong>le Foreste Canadese, cit. Heaps 2003), mentre nellostesso periodo l'industria forestale ha diminuito il suo contributo all'economia <strong>del</strong><strong>la</strong> provincia <strong>del</strong><strong>la</strong> metà, da più<strong>del</strong> 10% a circa il 5 % (Heaps, 2003)Con riferimento al<strong>la</strong> questione dei diritti umani, un aspetto partico<strong>la</strong>rmente importante riguarda <strong>la</strong> protezionedei diritti sul<strong>la</strong> proprietà e l'uso <strong>del</strong><strong>la</strong> terra: in numerosi Paesi le popo<strong>la</strong>zioni locali si scontrano con enti esterni (imprese,governi, etc.) per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei propri diritti sul<strong>la</strong> terra ereditata dagli antenati. In altri casi, le attività forestaliillegali ed il conseguente commercio di legname si accompagnano ad altri traffici (es. coca, oppio etc.), nonultimo quello <strong>del</strong>le armi. Ci sono prove evidenti di numerosi casi nei quali i proventi derivanti da azioni illegali disfruttamento forestale siano stati destinati all'acquisto di armi od al finanziamento di milizie armate (tra gli altri:Liberia, Cambogia, Birmania etc.), così come non mancano le evidenze <strong>del</strong>l'impiego di strade forestali, navi da caricoed altri mezzi impiegati dall'industria <strong>del</strong> <strong>legno</strong> per il compimento di traffici illegali (armi, droga, prodotti <strong>del</strong>bracconaggio).L'importanza economica e commerciale <strong>del</strong>l'intera <strong>filiera</strong> foresta-<strong>legno</strong> è, tuttavia, innegabile, anche per lo sviluppoo <strong>la</strong> sopravvivenza stessa di molti Paesi, così che trascurar<strong>la</strong> sarebbe impossibile. Su base annua dalle forestemondiali vengono prelevati circa 3,4 miliardi di metri cubi di legname di varia tipologia e di differenti dimensioniper un valore complessivo stimato in 400 miliardi di US$. Tale valore equivale indicativamente al 2% <strong>del</strong> PILmondiale. Il commercio internazionale interessa, in volume, circa il 6% dei prelievi di legname ad uso industrialeed il 25% di tutti i prodotti <strong>legno</strong>si e rappresentando il 3%, circa, <strong>del</strong> volume globale degli scambi commerciali.Negli ultimi 30 anni il volume di prodotti <strong>legno</strong>si commercializzati é triplicato, evidenziando un forte crescitasoprattutto per i prodotti a maggior grado di <strong>la</strong>vorazione (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong>, 2005).L'esigenza, pertanto, è quel<strong>la</strong> di coniugare interessi di natura ambientale, sociale ed economica, così da garantire,mediante una corretta gestione <strong>del</strong>le risorse naturali, il pieno soddisfacimento di tutti.Al<strong>la</strong> luce di questa situazione l'attenzione dei governi e <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile si è rivolta in maniera crescente, sindal<strong>la</strong> metà degli anni ottanta, al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong>le risorse forestali mondiali, a partire da quelle tropicali, più direttamenteed intensamente minacciate dalle attività antropiche. In un crescente “ clima di timori per <strong>la</strong> perdita di risorsegenetiche e per l'immissione di carbonio in atmosfera, e di sfiducia nelle capacità di controllo e rego<strong>la</strong>zione<strong>del</strong>lo sfruttamento da parte <strong>del</strong>le autorità locali ” (Cafiero e Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong>, 1998) è andata sempre più trovando consensil'idea che “ il problema <strong>del</strong>le foreste sia uno dei maggiori problemi ambientali a livello mondiale” (Fasser,1996).Ne sono scaturite diverse iniziative, dalle azioni intergovernative (Summit di Rio de Janeiro <strong>del</strong> 1992, InternationalPanel on Forests, Intergovernmental Forum on Forests, Processi di Helsinki, Tarapoto, Montreal etc.), alleazioni di boicottaggio (es. prodotti tropical free), ad altre azioni <strong>del</strong><strong>la</strong> società civile (es. iniziative di gruppi ambientalisti).È in questo scenario che è andata affermandosi <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale, come strumento per favorire<strong>la</strong> buona gestione e <strong>la</strong> valorizzazione <strong>del</strong>le foreste e dei loro prodotti in tutto il mondo. Il primo schema di <strong>certificazione</strong>ad imporsi sul<strong>la</strong> scena internazionale (1993) è stato il Forest Stewardship Council, FSC, che a differenzedi altre iniziative più o meno contemporanee, è nato “dal basso”, ovvero da una base civile, non governativa,che ha visto <strong>la</strong> partecipazione e <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di numerosi e diversi attori coinvolti nel processo di tute<strong>la</strong><strong>del</strong>le foreste e di supporto al<strong>la</strong> gestione forestale sostenibile. Nel 1994 sono stati approvati ufficialmente i 9 Principi& Criteri di buona gestione forestale <strong>del</strong> FSC, ai quali se ne è aggiunto un decimo, nel 1996, dedicato alle piantagioni.Sul<strong>la</strong> scia <strong>del</strong>l'esperienza <strong>del</strong> FSC si sono susseguite anche altre esperienze ed iniziative di <strong>certificazione</strong> foresta-4Oltre all'enorme danno ambientale prodotto dalle operazioni di taglio a carico <strong>del</strong>le foreste primarie <strong>del</strong><strong>la</strong> Lapponia, deve esseresottolineata <strong>la</strong> portata sociale di queste pratiche. Le foreste primarie <strong>del</strong><strong>la</strong> Fin<strong>la</strong>ndia sono essenziali per l'unico popolo indigeno (secondo<strong>la</strong> definizione ONU) d'Europa, i Sami, <strong>la</strong> vita dei quali si basa sull'allevamento <strong>del</strong>le renne che, durante <strong>la</strong> stagione invernale,possono sopravvivere so<strong>la</strong>mente brucando i licheni che crescono sotto <strong>la</strong> copertura <strong>del</strong>le foreste primarie. Contro queste attività ditaglio, i Sami hanno fatto ricorso al Tribunale Centrale Fin<strong>la</strong>ndese che, nell'ottobre 2005 ha ordinato alle compagnie forestali di interromperele operazioni. Il governo fin<strong>la</strong>ndese, tuttavia, continua a rifiutarsi di eseguire <strong>la</strong> sentenza (Greenpeace, 2005).20


PARTE PRIMAle, su sca<strong>la</strong> nazionale (Canada, Fin<strong>la</strong>ndia, Malesia, USA etc.) ed internazionale. Nel novero di quest'ultime vasenz'altro segna<strong>la</strong>to il caso <strong>del</strong> Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, PEFC, scaturitoda iniziative di tipo intergovernativo, nate con <strong>la</strong> conferenza di Strasburgo (1990) e confermatesi, poi, nelle conferenzeinterministeriali di Helsinki (1993) e di Lisbona (1998), che hanno portato al<strong>la</strong> definizione ed approvazionedei 6 Principi (e re<strong>la</strong>tivi Criteri) pan-europei di buona gestione forestale, e quindi al<strong>la</strong> nascita ufficiale <strong>del</strong>PEFC, originariamente acronimo di Pan European Forest Certification. Tale schema, infatti, nelle intenzioni originarierisultava applicabile esclusivamente alle foreste europee, e tale è rimasto sino al 2003, anno in cui, per effettodi meccanismi di mutuo riconoscimento, sono stati accolti nel marchio-ombrello <strong>del</strong> PEFC anche schemi di altricontinenti: Australia e Cile, seguiti, successivamente, da Brasile, Canada ed USA . La genesi <strong>del</strong> PEFC è da ri-5condurre principalmente ad una sostanziale presa di distanze dal FSC da parte dei proprietari forestali e <strong>del</strong>le industrie<strong>del</strong> <strong>legno</strong> europee, ed in partico<strong>la</strong>re scandinave e <strong>del</strong>l'Europa centrale, che ritenevano <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestalepoco adatta ed eccessivamente onerosa in rapporto alle caratteristiche <strong>del</strong>le proprietà forestali <strong>del</strong> vecchiocontinente.FSC e PEFC costituiscono, oggi, i due soli standard internazionali di <strong>certificazione</strong> forestale al mondo e, assieme aiprincipali standard forestali nazionali, assicurano una superficie forestale certificata complessiva di 241 milionidi ettari, equivalenti al 6,2% <strong>del</strong>le foreste mondiali (UNECE/FAO, 2005). Esistono punti di contatto, ma anche profondedifferenze e divergenze tra i due schemi principali, il che preclude, per ora, un loro possibile mutuo riconoscimentoe <strong>la</strong> creazione di un unico schema e di un unico marchio su sca<strong>la</strong> mondiale.L'Allegato 1 riporta una scheda riassuntiva dei principali schemi di <strong>certificazione</strong> forestale operativi nel mondo,con aggiornamento al gennaio 2006.Con il tempo, i principi <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale hanno trovato via via maggior diffusione e sono stati condivisida un numero crescente di soggetti, organizzazioni, aziende, istituzioni sempre più consapevoli <strong>del</strong>l'importanzadi questi temi e di questi valori. La crescita <strong>del</strong><strong>la</strong> responsabilità <strong>del</strong>le imprese e <strong>del</strong><strong>la</strong> coscienza (e conoscenza)dei consumatori, unita al ruolo giocato dalle istituzioni, ha posto le basi per una nuova stagione di opportunitàper un migliore e più responsabile impiego <strong>del</strong>le risorse naturali mondiali, senza compromettere, anzi inmoltissimi casi incrementando, le potenzialità economiche per l'intero settore.5Attraverso il mutuo riconoscimento con lo schema denominato Sustainble Forest Management,SFI, operativo negli USA ed in Canada.21


2. Il Forest Stewardship Council, FSCIl Forest Stewardship Council (FSC) è un'organizzazione internazionale non governativa e senza scopo di lucro( non-profit) creata nel 1993 e che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali (Greenpeace, WWF, Legambiente,Friends of Earth, Amnesty International, etc.), comunità indigene, proprietari forestali, industrie che<strong>la</strong>vorano e commerciano <strong>legno</strong>, grandi gruppi <strong>del</strong><strong>la</strong> distribuzione (B&Q, Castorama, Home Depot, Ikea, etc.),scienziati e tecnici, che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una corretta gestione <strong>del</strong>le forestee <strong>del</strong>le piantagioni.È importante sottolineare, dunque, che il FSC non è solo una organizzazione ambientalista, come spesso viene percepitae definita, ma è un'organizzazione che si occupa anche degli aspetti sociali ed economici legati al<strong>la</strong> gestioneforestale. Il suo intento è quello di combinare i diversi interessi <strong>del</strong><strong>la</strong> collettività rispetto alle attività forestali.Una buona gestione <strong>del</strong>le foreste è una gestione che si ispiri a tre grandi famiglie di valori, ambientali, sociali edeconomici, quindi una gestione che tuteli l'ambiente naturale, sia utile per <strong>la</strong> gente (<strong>la</strong>voratori e popo<strong>la</strong>zioni locali)e valida dal punto di vista economico, in linea con i principi <strong>del</strong>lo sviluppo sostenibile affermati nei summit diRio de Janeiro (1992) e di Johannesburg (2002).Per riuscire <strong>nel<strong>la</strong></strong> propria missione, FSC ha definito, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, un sistemadi <strong>certificazione</strong> volontario e di parte terza (indipendente), operativo a livello internazionale e specifico per ilsettore forestale e i prodotti <strong>legno</strong>si. Più in dettaglio, sono stati definiti 10 Principi & Criteri (P&C) di buona gestioneforestale, norme per <strong>la</strong> rintracciabilità dei prodotti forestali e per l'uso di un marchio internazionale registrato,finalizzato ad identificare i prodotti forestali (<strong>legno</strong>si e non): tutti i prodotti contrassegnati con il marchioFSC sono certificati come provenienti da foreste che rispettano i Principi e Criteri di buona gestione forestale riconosciutia livello internazionale. In questo senso <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC costituisce anche un valido strumento dimercato per promuovere <strong>la</strong> buona gestione <strong>del</strong>le risorse forestali.Le foreste sono control<strong>la</strong>te e valutate in maniera indipendente da una serie di organismi di <strong>certificazione</strong> accreditati(cfr. box 2.1), il cui operato è costantemente monitorato per assicurarne <strong>la</strong> competenza e <strong>la</strong> credibilità.Dal punto di vista istituzionale, FSC è un ente di accreditamento con potere decisionale centralizzato (in meritoall'accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong>, degli standard di gestione forestale e <strong>del</strong>le procedure per l'applicazione<strong>del</strong>le norme FSC a livello nazionale). L'FSC non effettua, pertanto, attività di <strong>certificazione</strong>, ma <strong>del</strong>ineai principi, i criteri e le procedure di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>qualità</strong> ambientale nelle attività forestali (ovvero <strong>del</strong><strong>la</strong>“buona gestione forestale”) e attraverso un programma di accreditamento volontario per gli enti di <strong>certificazione</strong>assicura che su sca<strong>la</strong> locale vengano rispettati i suddetti principi e che le valutazioni effettuate dagli enti accreditatisiano internazionalmente riconosciute.L'autorità decisionale <strong>del</strong> FSC è costituita dall' Assemblea Generale che raccoglie gli oltre 630 membri ed è divisain tre Camere, con potere di voto equamente distribuito tra interessi ecologici (1/3), sociali (1/3) ed economici(1/3) e suddiviso in modo da bi<strong>la</strong>nciare gli interessi dei Paesi <strong>del</strong> Sud <strong>del</strong> mondo rispetto a quelli <strong>del</strong> Nord. Possonodiventare membri <strong>del</strong>l'FSC tutte le organizzazioni e le persone fisiche interessate al<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le risorse forestalie al settore <strong>del</strong> <strong>legno</strong> che condividano le finalità e gli obiettivi <strong>del</strong>l'Organizzazione. FSC conta attualmente638 membri, provenienti da 63 Paesi diversi (FSC, 2006).22


PARTE PRIMABox 2.1 - Accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong> secondo il FSCL'accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong> secondo gli standard FSC è compito di un apposita unità <strong>del</strong> Centro Internazionale <strong>del</strong>FSC ( FSC International Centre), denominata Accreditation Business Unit, ABU. Al fine di garantirne l'indipendenza e <strong>la</strong> credibilità,questa Unità è economicamente e tecnicamente indipendente rispetto al Centro Internazionale <strong>del</strong> FSC. Il programma di accreditamentodegli enti di <strong>certificazione</strong> ( FSC CB Accreditation Programme) prevede attività di controllo e di monitoraggio periodicamentecondotte dall'ABU presso gli enti di <strong>certificazione</strong>, ivi compreso l'affiancamento nel corso di verifiche ispettive condottepresso aziende certificate. In questa maniera viene garantita un'azione di verifica <strong>del</strong>l'operato degli enti di <strong>certificazione</strong>, onde appurarne<strong>la</strong> professionalità ed il rispetto degli standard. Atteggiamenti non conformi alle regole <strong>del</strong> FSC, ovvero manifesti casi di vio<strong>la</strong>zione<strong>del</strong>le norme di accreditamento possono comportare l'adozione di azioni da parte <strong>del</strong> FSC, nei confronti degli enti di <strong>certificazione</strong>,fino ad arrivare, nei casi più gravi, al<strong>la</strong> sospensione od al<strong>la</strong> revoca <strong>del</strong>l'accreditamento.Attualmente gli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC sono 15, due dei quali italiani.Una lista completa ed aggiornata degli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC è riportata nell'Allegato 1 ed è consultabile presso il seguentelink: www.fsc.org/en/about/accreditation/accred_certbod.Oltre all'accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong>, l'ABU è responsabile <strong>del</strong>l'accreditamento <strong>del</strong>le Iniziative Nazionali e deglistandard locali di buona gestione forestale, secondo specifici programmi.FSC partecipa, come ente di accreditamento, all' International Social and Environmental Accreditation and Labelling (ISEAL)Alliance, un'associazione di organizzazioni che si occupano di definizione di standard, <strong>certificazione</strong> ed accreditamento con partico<strong>la</strong>reattenzione alle tematiche sociali ed ambientali.Fonte: FSC, 2006; ISEAL, 2006. Ns. e<strong>la</strong>borazione.6Il Gruppo FSC-Italia , creato nel 2001 ed ufficialmente riconosciuto a livello internazionale nel 2002, è l'iniziativanazionale italiana <strong>del</strong> Forest Stewardship Council. Ha sede a Legnaro (PD), presso il Dipartimento TeSAF<strong>del</strong>l'Università di Padova.7L'attività <strong>del</strong> Gruppo FSC-Italia è finalizzata al<strong>la</strong> salvaguardia ed al miglioramento <strong>del</strong>l'ambiente e <strong>del</strong>le risorse forestaliin Italia e nel mondo, attraverso <strong>la</strong> gestione ed utilizzazione <strong>del</strong>le foreste e dei prodotti forestali secondolo schema FSC. Per riuscire in tale scopo il Gruppo si dedica a numerose attività, quali: <strong>la</strong> definizione di standarddi buona gestione forestale in conformità ai principi e criteri <strong>del</strong> FSC internazionale ed adatti alle diverse realtà forestali<strong>del</strong> territorio italiano; <strong>la</strong> fornitura di assistenza tecnica e di informazioni agli interessati al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>FSC; <strong>la</strong> promozione <strong>del</strong> marchio FSC e vigi<strong>la</strong>nza ai fini <strong>del</strong> corretto uso <strong>del</strong> medesimo; l'aiuto allo scambio di conoscenzee di informazioni tra i soggetti coinvolti <strong>nel<strong>la</strong></strong> gestione forestale e nel settore <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong>;<strong>la</strong> promozione di studi e di progetti pilota sui temi <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale sostenibile, <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> e <strong>del</strong>mercato dei prodotti forestali certificati; il confronto con altre certificazioni forestali in merito al processo di mutuoriconoscimento tra gli schemi, etc.Attualmente conta 60 membri (FSC-Italia, 2005a), ripartiti nelle stesse tre camere previste da FSC a livello internazionale,con l'aggiunta di una Camera degli Osservatori: Camera Ambientale (10 membri), Camera Economica(35), Camera Sociale (10) e Camera degli Osservatori (5).2.1 La <strong>certificazione</strong> secondo gli standard FSCCome detto in precedenza, FSC ha sviluppato un sistema di <strong>certificazione</strong> volontaria e di parte terza specifico peril settore foresta-<strong>legno</strong>, che comprende due filoni complementari: <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale; <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> rintracciabilità dei prodotti forestali (Catena di Custodia, CoC).Nei prossimi paragrafi queste due tipologie di <strong>certificazione</strong> saranno sinteticamente descritte, mentre <strong>nel<strong>la</strong></strong> secondaparte <strong>del</strong> presente documento saranno forniti dettagli tecnici re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia.2.1.1 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestaleNel caso <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale l'oggetto <strong>del</strong><strong>la</strong> valutazione é <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le foreste67Per maggiori informazioni: www.fsc-italia.it.FSC-Italia è una <strong>del</strong>le 36 Iniziative Nazionali che compongono, assieme agli Uffici Regionali (Africa, America Latina, Asia&Pacifico,Europa, Nord America e Russia) ed al centro Internazionale di Bonn il network internazionale <strong>del</strong> Forest Stewardship Council (Brunorie Secco, 2005).23


e <strong>del</strong>le piantagioni, a partire dalle prime fasi di pianificazione forestale, passando attraverso gli aspetti selvicolturali(interventi per favorire <strong>la</strong> rinnovazione, diradamenti, cure colturali varie, difesa fitosanitaria, etc.), finoad approdare al<strong>la</strong> martel<strong>la</strong>ta, all'abbattimento ed all'esbosco.Le regole di base per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> sono rappresentate dai 10 P&C di buona gestione forestale FSC, che copronosia gli aspetti ecologici, sia quelli sociali ed economici <strong>del</strong><strong>la</strong> sostenibilità (Prospetto 3.1). I 10 P&C hanno valoreinternazionale, ma devono essere ca<strong>la</strong>ti su sca<strong>la</strong> locale, con riferimento al<strong>la</strong> specifica realtà geoecologica.FSC tenta di stimo<strong>la</strong>re l'applicazione <strong>del</strong>l'eco<strong>certificazione</strong> su sca<strong>la</strong> locale cercando di decentralizzare il proprio<strong>la</strong>voro e di incoraggiare <strong>la</strong> partecipazione locale. Per perseguire questi obiettivi FSC prevede <strong>la</strong> costituzione digruppi di <strong>la</strong>voro nazionali (FSC National Working Groups), agenzie regionali o nazionali (FSC National or RegionalOffices), comitati consultivi (FSC Advisory Boards) e/o <strong>la</strong> nomina di responsabili nazionali (FSC Contact Persons).È compito di questi gruppi periferici (nazionali) definire, con <strong>la</strong> partecipazione ed il coinvolgimento di tutti gli stakeholders,standard locali, ispirati ai 10 P&C internazionali.Pur essendo stati pensati prevalentemente per le foreste gestite con finalità produttive (prodotti <strong>legno</strong>si), compresele piantagioni, i P&C <strong>del</strong> FSC possono riguardare anche foreste orientate al<strong>la</strong> produzione di prodotti forestalinon-<strong>legno</strong>si nonché di altri beni e servizi .8Il decimo Principio è dedicato in maniera specifica alle piantagioni forestali, al<strong>la</strong> luce <strong>del</strong><strong>la</strong> crescente importanzain termini soprattutto quantitativi che esse rivestono nelle dinamiche <strong>del</strong> settore forestale e <strong>nel<strong>la</strong></strong> composizione<strong>del</strong>l'offerta mondiale di <strong>legno</strong>. Attualmente, infatti, oltre un terzo <strong>del</strong> <strong>legno</strong> ad uso industriale è prodottoda piantagioni, sia di specie autoctone, che esotiche a rapido accrescimento e, secondo stime UNECE-FAO (2005),9nel 2050 ben il 75% <strong>del</strong> <strong>legno</strong> utilizzato proverrà da impianti artificiali .La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale può avere per oggetto una singo<strong>la</strong> proprietà forestale, oppureun gruppo di proprietà. In questi casi si par<strong>la</strong>, rispettivamente, di: <strong>certificazione</strong> individuale: <strong>certificazione</strong> di una singo<strong>la</strong> proprietà forestale (una foresta, una piantagione,etc.) facente capo ad uno stesso proprietario; <strong>certificazione</strong> di gruppo: <strong>certificazione</strong> di un gruppo di proprietà forestali appartenenti al medesimo Paese,che, sotto <strong>la</strong> guida e <strong>la</strong> gestione di un unico soggetto gestore, ottengono un unico certificato collettivo,con conseguente attuazione di economie di sca<strong>la</strong> e, quindi, riduzione dei tempi e dei costi <strong>del</strong> processo di<strong>certificazione</strong>.Prospetto 3.1 - Principi e Criteri di buona gestione forestale secondo il FSCPrincipioDescrizione sintetica1. Rispetto <strong>del</strong>le normeLa gestione forestale deve rispettare tutte le leggi effettivamente applicabili in vigore nelPaese interessato, i trattati e accordi internazionali sottoscritti dal Paese e i principi e criteridefiniti dal FSC.2. Proprietà e diritti d'usoLa proprietà e i diritti d'uso <strong>del</strong><strong>la</strong> terra e <strong>del</strong>le risorse forestali devono essere chiaramentedefiniti, documentati e stabiliti su basi legali.3. Diritti <strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni indigene Devono essere riconosciuti e tute<strong>la</strong>ti i diritti legali e consuetudinari <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione indigenare<strong>la</strong>tivi al possesso e al<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> terra e <strong>del</strong>le risorse forestali.4. Re<strong>la</strong>zioni con <strong>la</strong> comunità localie diritti dei <strong>la</strong>voratori5. Benefici derivanti dalle foresteGli interventi di gestione forestale devono mantenere e migliorare il benessere economicoe sociale di lungo periodo dei <strong>la</strong>voratori forestali e <strong>del</strong>le comunità locali.Gli interventi di gestione forestale devono incoraggiare l'uso dei diversi prodotti e servizi<strong>del</strong><strong>la</strong> foresta per assicurare l'efficienza economica e il più ampio spettro di benefici ambientalie sociali.6. Impatti ambientaliLa gestione forestale deve conservare <strong>la</strong> diversità biologica e i conseguenti benefici collegatial<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> risorse idriche, dei suoli, degli ecosistemi fragili, <strong>del</strong> paesaggio; cosìfacendo devono essere mantenute le funzioni ecologiche e l'integrità <strong>del</strong><strong>la</strong> foresta89Sono già numerosi i prodotti forestali non <strong>legno</strong>si certificati FSC e venduti con il logo, dalle noci brasiliane, alle resine ed al<strong>la</strong> gomma,ai prodotti per cosmesi a base di erbe e piante forestali, sino al<strong>la</strong> carne di cervo. La possibilità di certificare prodotti diversi dal<strong>legno</strong> consente di ampliare l'offerta dei prodotti e quindi di utilizzare in maniera più efficace le risorse forestali di una determinataarea.Le piantagioni forestali ricoprono attualmente una superficie complessiva di oltre 186 milioni di ettari, risultando partico<strong>la</strong>rmenteabbondanti in Asia (115,8 milioni di ettari), dove costituiscono oltre il 21% <strong>del</strong>l'intera superficie forestale, equivalente al 62% <strong>del</strong>lepiantagioni mondiali (FAO, 2005).24


PARTE PRIMA7. Piano di gestione8. Monitoraggio e valutazione9. Mantenimento <strong>del</strong>le forestedi grande valore ambientale10. PiantagioniDeve essere predisposto, realizzato e aggiornato un piano di gestione forestale, appropriatoal<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> e all'intensità degli interventi. Nel piano devono essere chiaramente definitigli obiettivi di lungo periodo <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e le modalità per raggiungerli.Deve essere effettuato un monitoraggio, appropriato al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> e all'intensità degli interventi,per valutare le condizioni <strong>del</strong><strong>la</strong> foresta, le produzioni forestali, <strong>la</strong> sequenza <strong>del</strong>le decisioni,le attività di gestione e i re<strong>la</strong>tivi impatti sociali e ambientali.L'attività di gestione <strong>del</strong>le foreste caratterizzate da grandi valori ambientali deve consentiredi mantenere o migliorare gli elementi che contribuiscono a definire tali valori. Le decisioniriguardanti le foreste di grande valore ambientale devono essere sempre consideratenel contesto di un approccio precauzionale.Le piantagioni devono essere programmate e gestite in accordo con i precedenti Principi eCriteri e con il seguente principio: le piantagioni possono e devono risultare complementarialle foreste naturali e agli ecosistemi circostanti, devono procurare benefici sociali edeconomici al<strong>la</strong> comunità e contribuire al soddisfacimento <strong>del</strong><strong>la</strong> domanda mondiale di prodottiforestali.NOTA: Ogni principio è corredato da una serie di criteri di gestione forestale sostenibile, non riportati integralmente in tabel<strong>la</strong> perragioni di sinteticità.Fonte: FSC-Italia, 2001.Partico<strong>la</strong>re attenzione, inoltre, è dedicata alle Foreste Piccole ed a Bassa Intensità di Prelievo ( Small and LowIntensity Managed Forests, SLIMFs) . Si tratta di proprietà di ridotte dimensioni e presso le quali i prelievi di <strong>legno</strong>sono, per <strong>la</strong> loro stessa natura, estremamente contenuti. In questo caso sono previste procedure di <strong>certificazione</strong>semplificate, per venire incontro alle esigenze e peculiarità dei piccoli proprietari, con conseguenti beneficianche in termini di tempi e costi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>.2.1.2 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di CustodiaNel caso <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, invece, l'ente di <strong>certificazione</strong> valuta <strong>la</strong> rintracciabilità <strong>del</strong> prodotto <strong>legno</strong>sonel corso <strong>del</strong>le diverse fasi di <strong>la</strong>vorazione e commercializzazione, dall'arrivo dei tronchi in segheria, fino al<strong>la</strong> produzionedi semi-<strong>la</strong>vorati (componenti per mobili, per infissi, etc.) o addirittura <strong>del</strong> prodotto finito (porte, mobili,pavimenti, etc.). Il termine Catena di Custodia è <strong>la</strong> traduzione letterale <strong>del</strong>l'espressione anglosassone Chain ofCustody, che secondo <strong>la</strong> definizione data da FSC identifica “ il canale attraverso il quale è commercializzato unprodotto, a partire dall'origine <strong>del</strong>le materie prime, passando attraverso tutti i processi di trasformazione intermedi,fino ad arrivare al<strong>la</strong> sua vendita ed all'utilizzazione finale” (FSC, 2002).Esiste, pertanto, una re<strong>la</strong>zione di funzionalità e complementarietà rispetto al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale:mentre quest'ultima ha il compito di garantire che le foreste siano gestite secondo Principi e Criteri di sostenibilitàprevisti ed approvati da un determinato standard di riferimento, <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of Custodyassicura che il <strong>legno</strong> (o altri prodotti a base di <strong>legno</strong>, come <strong>la</strong> cellulosa, o persino prodotti forestali non <strong>legno</strong>si)presente nel prodotto finale provenga effettivamente da una foresta certificata come gestita in modo sostenibile(Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong> et al., 2001).L'esito ultimo di un simile processo è una procedura di <strong>la</strong>belling, vale a dire di etichettatura dei prodotti interessati,mediante l'applicazione <strong>del</strong> logo FSC (figura 3.1) secondo modalità espressamente previste e disciplinate, al finenon solo di favorire <strong>la</strong> distinzione <strong>del</strong> materiale certificato da quello non certificato, ma anche di comunicare alpubblico consumatore, in maniera evidente e sicura, <strong>la</strong> provenienza <strong>del</strong> <strong>legno</strong> ed il valore aggiunto <strong>del</strong> prodotto.Figura 3.1 - Logotipo <strong>del</strong> Forest Stewardship CouncilFSC - ITA - 0020FSC TRADEMARK © 1996 Forest Stewardship Council A.C.25


Sul<strong>la</strong> distinzione tra <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale e <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of Custody si basa <strong>la</strong> possibilitàdi utilizzare o meno il logo FSC per contrassegnare il prodotto finale come proveniente dal<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione di legnameche deriva da un bosco gestito in modo corretto. Un marchio ambientale come quello <strong>del</strong> FSC è un messaggio chepuò essere facilmente percepito dal consumatore e che dà una notevole visibilità sul mercato al<strong>la</strong> gestione forestalesostenibile (a patto, naturalmente, che <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> sia effettuata in modo corretto, indipendente, credibile esul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le effettive performance ambientali, sociali ed economiche <strong>del</strong>l'organizzazione). Le due certificazioniportano ad un uso ben diverso <strong>del</strong> logo FSC da parte <strong>del</strong>l'organizzazione forestale che si sia fatta certificare.Nel caso in cui venga certificata <strong>la</strong> “so<strong>la</strong>” gestione forestale, l'organizzazione forestale può utilizzare il marchio <strong>del</strong>FSC esclusivamente come off-product <strong>la</strong>bel, ovvero esternamente al prodotto ( brochure, poster, sito web, cartaintestata, dichiarazioni ambientali etc.), per promuovere <strong>la</strong> propria partecipazione e il proprio supporto al sistemaFSC e per attività promozionali in genere. Per poter utilizzare il marchio sul prodotto ( on-product use) o su un imbal<strong>la</strong>ggio,ed indicare così al consumatore che il <strong>legno</strong> usato per fabbricare quel determinato prodotto proviene daforeste certificate in modo indipendente (da un ente accreditato FSC) come gestite in maniera sostenibile, è necessarioche l'organizzazione sia in possesso di un certificato re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> Chain of Custody (cfr. paragrafo 13.5.1).Oltre al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> individuale <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, è prevista anche <strong>la</strong> possibilità di certificazioni digruppo e multisito, per una descrizione <strong>del</strong>le quali si fa rinvio al capitolo 16.2.1.3 Gli standard FSC per <strong>la</strong> Catena di CustodiaSono stati definiti da FSC standard specifici per <strong>la</strong> disciplina e <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia.Tali standard, al pari di quelli re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> gestione forestale, sono il frutto di una discussione tra i diversi soggetticoinvolti <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>filiera</strong> foresta <strong>legno</strong> (proprietari forestali, industrie <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, cartiere, enti di <strong>certificazione</strong>, gruppiambientalisti, imprese <strong>del</strong><strong>la</strong> distribuzione etc.) e sono soggetti ad un processo di revisione ed aggiornamento,che consente il loro miglioramento nel tempo.Il documento storico per <strong>la</strong> disciplina <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia è <strong>la</strong> Politica per le dichiarazioni basate sulle percentuali( Policy on percentage based c<strong>la</strong>ims), entrata in vigore nel maggio <strong>del</strong> 2000 e destinata ad essere sostituitaal<strong>la</strong> fine <strong>del</strong>l'anno in corso. Questa norma, infatti, potrà rimanere in vigore, per le aziende che fossero già certificateal 1 ottobre 2004 e per quelle certificate entro il 2005, sino al 31 dicembre 2006.Le norme per <strong>la</strong> Catena di Custodia sono state al centro di un processo di revisione che ha portato all'entrata in vigore,nel ottobre 2004, di nuovi standard, destinati a disciplinare in via esclusiva questo settore. Tra il 2004 ed il102006 é previsto un periodo di transizione dai vecchi standard ( Policy on percentage based c<strong>la</strong>ims), ai nuovi : FSC STD-40-004, Standard per le aziende che acquistano, trasformano e vendono prodotti e materiali certificatiFSC; FSC STD-40-005, Standard FSC per il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to non certificato FSC; FSC STD-30-010, Standard FSC per le imprese di gestione forestale che forniscono <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to non certificatoFSC; FSC STD-40-201, Requisiti per l'etichettatura dei prodotti certificati.I nuovi standard hanno introdotto alcune importanti novità, che hanno permesso di rendere più flessibile <strong>la</strong> gestione<strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, pur senza perdere in rigorosità e trasparenza, ed hanno di fatto sancito un forte al<strong>la</strong>rgamento<strong>del</strong><strong>la</strong> rosa dei prodotti certificati FSC.Tra le novità più importanti figura l'uniformazione <strong>del</strong>le regole di Catena di Custodia per tutti le categorie merceologiche,senza distinzione tra prodotti costituiti da un unico elemento di <strong>legno</strong> massello, prodotti assemb<strong>la</strong>ti in11<strong>legno</strong> massello e prodotti a base di fibre e particelle di <strong>legno</strong> . Accanto a ciò è stata introdotta una distinzione trai prodotti certificati, con <strong>la</strong> creazione di tre categorie in funzione dei rispettivi contenuti di <strong>legno</strong> certificato e dialtra tipologia: FSC Puro: prodotti esclusivamente a base di <strong>legno</strong> FSC Puro; FSC Misto: prodotti a base di <strong>legno</strong> certificato FSC, <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to e <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo; FSC Ricic<strong>la</strong>to : prodotti esclusivamente a base di <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo.A tali categorie corrispondono differenti tipologie di etichette da applicare sul prodotto.Per effetto di questa distinzione, peraltro, risultano fortemente enfatizzati due elementi: il <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-1011Una versione in lingua italiana di FSC-STD-40-004 e FSC-STD-40-201 è riportata <strong>nel<strong>la</strong></strong> terza sezione.In precedenza, <strong>la</strong> Policy on percentage based c<strong>la</strong>ims distingueva queste tre categorie, stabilendo requisiti specifici per ognuna di esse.26


PARTE PRIMAconsumo ed il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to. FSC ha riconosciuto l'importanza <strong>del</strong> ricic<strong>la</strong>ggio quale strumento utile per ridurre<strong>la</strong> pressione antropica sulle foreste naturali, consentendo l'uso <strong>del</strong> proprio logo anche su prodotti che siano costituitiintegralmente da <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo. Ciò ha portato ad una rigorosa definizione (FSC, 2004) <strong>del</strong>lecategorie di <strong>legno</strong> c<strong>la</strong>ssificabile come ricic<strong>la</strong>to post-consumo ed ad una identificazione <strong>del</strong>le fonti di materiale12c<strong>la</strong>ssificabile come tale .Il principio di base è quello per cui può essere considerato ricic<strong>la</strong>to post-consumo ogni prodotto o materiale chesia passato attraverso un utente finale ed abbia così concluso il proprio normale ciclo di vita.Il tema <strong>del</strong> <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to intende invece fare chiarezza sull'uso di <strong>legno</strong> vergine certificato all'interno di prodottie manufatti contenenti <strong>legno</strong> certificato e sui quali sia impiegato il logo FSC. Ciò risponde al<strong>la</strong> logica di evitareche uno stesso prodotto possa da un <strong>la</strong>to promuovere <strong>la</strong> gestione corretta <strong>del</strong>le foreste mediante l'impiego di<strong>legno</strong> certificato e dall'altro possa, anche inconsapevolmente, alimentare processi di cattiva gestione <strong>del</strong>le risorsenaturali, mediante l'impiego di <strong>legno</strong> di dubbia provenienza.D'altro canto, questo comporta anche <strong>la</strong> richiesta implicita alle aziende certificate di una vera e propria scelta diprincipi, a favore <strong>del</strong><strong>la</strong> sostenibilità, evitando di ricorrere al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> come ad un mero strumento di marketinge per pure finalità di greenwashing. Sul<strong>la</strong> scorta di questi elementi può essere c<strong>la</strong>ssificato come control<strong>la</strong>to<strong>legno</strong> che non provenga da (FSC, 2004a e 2004b; FSC-Italia, 2006):aree forestali nelle quali i diritti civili o tradizionali siano vio<strong>la</strong>ti dalle attività di gestione forestale;aree forestali non certificate FSC, nelle quali i valori di alta conservazione siano minacciati;alberi geneticamente modificati (GM);aree forestali che siano state utilizzate illegalmente ( illegal logging);foreste naturali che siano state convertite da foreste naturali a piantagioni od ad altri usi non forestali.Per un'analisi di dettaglio degli standard FSC per <strong>la</strong> Catena di Custodia e per una panoramica sulle modalità di applicazionedegli stessi si far invio al<strong>la</strong> seconda parte <strong>del</strong> presente documento.2.2 Diffusione di FSC nel mondoIn tutto il mondo sono oltre 68,1 i milioni di ettari di superficie forestale e di piantagioni forestali certificate in66 diversi Paesi, secondo i Principi e Criteri di buona gestione forestale FSC, per un totale di 799 certificati ri<strong>la</strong>sciati(FSC, 2005). La tabel<strong>la</strong> 4.1 ed il grafico 4.1 riportano una ripartizione di tale superficie tra i diversi continenti.L'Europa copre, da so<strong>la</strong>, oltre il 51% di tutta <strong>la</strong> superficie certificata ed assieme al Nord America (30,8% <strong>del</strong> totale)assicura oltre l'82% <strong>del</strong>l'ammontare complessivo <strong>del</strong>le foreste certificate FSC nel mondo. In aggiunta a queste duearee, il solo Sud America offre valori consistenti, pari a quasi il 12% <strong>del</strong> totale, mentre, nonostante una crescita importantenegli ultimi anni, gli altri continenti continuano a rivestire un ruolo più limitato13.Tabel<strong>la</strong> 4.1 - Superficie forestale certificata FSC (ha) ripartita per continenti (dicembre 2005)Continente Superficie certificata (ha) % sul TOT N° certificati GFS % sul TOTAfricaAsiaEuropaNordAmericaOceaniaSud-CentroAmerica1.732.246 2,5% 34 4,3%1.086.393 1,6% 40 5,0%35.031.896 51,4% 368 46,1%21.014.115 30,8% 117 14,6%1.265.045 1,9% 24 3,0%7.995.392 11,7% 216 27,0%TOTALE 68.125.087 100,0% 799 100,0%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.1213Tali indicazioni sono riportate negli allegati 2 e 3 allo Standard FSC STD-40-004 (vers. 1.0), disponibile <strong>nel<strong>la</strong></strong> terza sezione <strong>del</strong> presentedocumento.Nel<strong>la</strong> graduatoria dei dieci Paesi con maggiore superficie certificata FSC al mondo, compaiono esclusivamente Paesi europei e <strong>del</strong>Nord e Sud America. Il primo Paese d'altro continente in graduatoria è il Sud Africa (undicesimo posto). Complessivamente i primi dieciPaesi assicurano una superficie forestale certificata di 55,25 milioni di ettari, pari all'81,1% <strong>del</strong>l'intera area mondiale certificataFSC, ma solo al 47% di tutti i certificati di buona gestione forestale ri<strong>la</strong>sciati (FSC, 2005).27


Quasi il 57% <strong>del</strong>l'intera superficie certificata è costituito da foreste naturali, mentre poco meno <strong>del</strong> 32% è rappresentatoda formazioni miste, naturali e di piantagione. Le piantagioni pure equivalgono a circa l'11,3% <strong>del</strong>l'interaarea certificata. Come è intuibile dal<strong>la</strong> distribuzione geografica <strong>del</strong>le foreste certificate, prevalgono le certificazioniri<strong>la</strong>sciate in aree boreali (soprattutto in Canada e Russia, 45,1% <strong>del</strong> totale) e temperate (quasi 41,9%), mentrele aree tropicali garantiscono poco meno <strong>del</strong> 13% <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie certificata (grafici 4.2 e 4.3). La maggior parte<strong>del</strong>le piantagioni certificate, per altro, si trova proprio in aree tropicali (FSC, 2005b).È in ogni caso importante sottolineare come sia avvenuta una crescita progressiva, nel corso degli anni, <strong>del</strong>le superficicertificate (grafico 4.4). L'incremento pressoché lineare è dovuto da un <strong>la</strong>to ad una progressiva crescita<strong>del</strong><strong>la</strong> consapevolezza <strong>del</strong>l'importanza di una buona gestione forestale da parte dei proprietari e dei gestori forestali,dall'altro al<strong>la</strong> crescente domanda di <strong>legno</strong> certificato da parte di consumatori finali, sempre più attenti acompiere scelte d'acquisto responsabili. Anche gli enti pubblici ed i governi hanno contribuito, indirettamente, atale diffusione, premiando in varie forme (finanziamenti, politiche d'acquisto, etc.) i comportamenti <strong>del</strong>le aziendepiù virtuose.Grafico 4.1 - Superficie forestale certificata FSC (ha) ripartita per continenti (dicembre 2005)Africa 3%Asia 2%Europa 50%Nord America 31%Oceania 2%Sud-Centro America 12%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Grafico 4.2 - Superficie forestale certificata FSC (ha) ripartita in % per tipologia di formazioneforestale (dicembre 2005)Foreste naturali 57%Piantagioni e foreste 32%Piantagioni 11%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazioneGrafico 4.3 - Superficie forestale certificata FSC (ha) ripartita in % per area geo-climatica(dicembre 2005)Foreste boreali 45%Piantagioni e foreste 42%Piantagioni 13%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione28


PARTE PRIMAGrafico 4.4 - Variazione <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie forestale mondiale (ha) certificata FSC (’97-’05)80.000.00070.000.000Superficie certificata60.000.00050.000.00040.000.00030.000.00020.000.00010.000.00001997 1998 1999 20002001 2002 2003 2004 2005AnniFonte: Masiero, 2004; FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Le aziende in possesso di un valido certificato per <strong>la</strong> Catena di Custodia sono invece 4.370 in 73 paesi (FSC,2005a), ripartite secondo le modalità indicate <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 4.2 e nel grafico 4.5.Tabel<strong>la</strong> 4.2 - Certificati FSC per <strong>la</strong> Catena di Custodia, ripartiti per continenti (dicembre 2005)Continente N° certificati CoC % sul TOTAfricaAsiaEuropaNordAmericaOceaniaSud-CentroAmerica119 2,7%634 14,5%2.586 59,2%644 14,7%323 7,4%64 1,5%TOTALE 4.370 100,0%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Grafico 4.5 - Certificati FSC per <strong>la</strong> Catena di Custodia, ripartiti per continenti (dicembre 2005)Africa 3%Asia 15%Europa 59%Nord America 15%Oceania 7%Sud-Centro America 1%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.29


Anche le certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia hanno avuto un incremento pressoché continuo e lineare nel tempo,seguendo <strong>la</strong> crescita <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie forestale certificata ed avendo avuto il picco di variazione annua re<strong>la</strong>tiva14nel periodo '97-‘99 , salvo poi attestarsi, negli ultimi tre anni su variazioni annuali <strong>del</strong>l'ordine <strong>del</strong> 25% (grafico4.6).Grafico 4.6 - Variazione <strong>del</strong>le certificazioni FSC per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia (’93-’05)5.0004.5004.0004.0454.370Numero certificati3.5003.0002.5002.0001.5001.00050003.2202.5681.9831.1335912 4 7 17 672551993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005AnniFonte: Masiero, 2004; FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Secondo un'indagine condotta da FSC nel corso <strong>del</strong> 2004 e <strong>del</strong> 2005, mediante interviste ad aziende certificate edad operatori <strong>del</strong> mercato, il mercato mondiale dei prodotti forestali certificati FSC si aggira attorno ad un valorecomplessivo di circa 5 miliardi di US$ , anche se con profonde differenze da paese a paese. Ad esempio, in GranBretagna tale mercato ammonta ad 1,7 miliardi di US$, ed in O<strong>la</strong>nda a 420 milioni di US$, equivalenti al 12% <strong>del</strong>mercato o<strong>la</strong>ndese <strong>del</strong> <strong>legno</strong> (FSC, 2005c). Di contro, in altri paesi il mercato dei prodotti certificati è molto menosviluppato od appena nato, secondo un meccanismo che alimenta l'offerta dal basso, cioè mediante un progressivoincremento <strong>del</strong><strong>la</strong> domanda di prodotti certificati.2.3FSC in ItaliaLa <strong>certificazione</strong> FSC è comparsa in Italia con lieve ritardo rispetto ad altri Paesi (Nord America, Centro-Nord Europa),incontrando qualche resistenza iniziale, ma conoscendo, in seguito, una fase di forte espansione.La prima <strong>certificazione</strong> FSC <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale ri<strong>la</strong>sciata in Italia risale al 1997 (Magnifica Comunità di Fiemme)e rappresenta anche il primo esempio di <strong>certificazione</strong> di questo tipo in tutto l'arco alpino. Nel 1998, invece,RigatoRosa, impresa artigiana <strong>del</strong><strong>la</strong> provincia di Bologna, operante nel settore arredo-serramenti, ha conseguito<strong>la</strong> prima <strong>certificazione</strong> italiana per <strong>la</strong> Catena di Custodia (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong> et al. , 2001).Negli ultimi anni le imprese italiane <strong>del</strong> <strong>legno</strong> hanno imparato a familiarizzare con i concetti di gestione forestalesostenibile e di <strong>legno</strong> certificato e hanno cominciato a guardare con crescente interesse al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC.Attualmente le foreste italiane certificate sono 6, per una superficie complessiva di 15.779 ha (FSC-Italia, 2005;figura 5.1). Nel complesso vi sono 5 certificazioni individuali (cioè di singoli proprietari) ed una <strong>certificazione</strong> digruppo (Consorzio Xiloimprese).14Tra il 1996 ed il 1997 <strong>la</strong> variazione percentuale annua <strong>del</strong> numero di certificazioni di Catena di Custodia FSC è risultata di poco superioreal 294%, mentre tra il 1997 ed il 1998 tale variazione è stata superiore al 280% (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong> e Masiero, 2003; FSC, 2004c; Masiero,2004a).30


PARTE PRIMAFigura 5.1 - Foreste certificate FSC in ItaliaMagnifica Comunità di Fiemme (TN)11.000 haConsorzio Xiloimprese (SV)1.482 haPioppeto S. Alessandro (MI)257 ha15.845 ha certificati FSCBosco di Piegaro (PG)154 haRiserva Naturale Monte Rufeno (VT)2.886 haTempio Pausania (SS)66 haFonte: FSC-Italia, 2005In linea con le caratteristiche <strong>del</strong> sistema foresta-<strong>legno</strong> italiano, nel quale il comparto <strong>del</strong><strong>la</strong> trasformazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong>costituisce elemento ben più competitivo e sviluppato rispetto al settore forestale, le certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catenadi Custodia hanno trovato terreno fertile nel nostro Paese. Con aggiornamento al gennaio 2006, ammontano,infatti, a 146 (FSC, 2006a), con un trend di crescita annuale pressoché continuo (grafico 5.1) e che confermal'Italia al decimo posto, a pari merito con il Canada, <strong>nel<strong>la</strong></strong> graduatoria mondiale dei Paesi con il maggior numero dicertificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia FSC.Grafico 5.1 - Variazione <strong>del</strong>le certificazioni FSC per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia in Italia (’98-’05)45404135Aziende certificate3025201510112017222550411998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005AnniFonte: Masiero, 2004; FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.31


Come si può osservare dai dati riportati in tabel<strong>la</strong> 5.1, il Veneto (e più in generale il Triveneto) può vantare una posizionedi leadership <strong>nel<strong>la</strong></strong> graduatoria <strong>del</strong>le regioni con il maggior numero di certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia,ed in partico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> Provincia di Treviso risulta al primo posto in Italia, con ben 25 aziende certificate (tabel<strong>la</strong>5.2).Tabel<strong>la</strong> 5.1 - Certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia FSC in Italia, ripartite per regioneRegione N° certificati CoC % sul TOTAbruzzo 4 2,7%Emilia Romagna 10 6,8%Friuli Venezia Giulia 27 18,5%Lazio 2 1,4%Lombardia 32 21,9%Marche 1 0,7%Piemonte 3 2,1%Sardegna 2 1,4%Toscana 14 9,6%Trentino AltoAdige 9 6,2%Umbria 1 0,7%Veneto 41 28,1%Totale Italia 146 100,0%Fonte: FSC, 2006. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Tabel<strong>la</strong> 5.2 - Certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia FSC in Veneto, ripartite per provinciaProvincia N° certificati CoC % sul Totale Veneto % sul Totale ItaliaPadova 3 7,3% 2,1%Treviso 25 61,0% 17,1%Venezia 5 12,2% 3,4%Verona 3 7,3% 2,1%Vicenza 5 12,2% 3,4%Totale Veneto 41 100,0% 28,1%Fonte: FSC, 2006. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Con riferimento alle categorie merceologiche e di produzione/attività che si caratterizzano per il maggior numerodi certificazioni è possibile riscontrare alcune lievi differenze tra <strong>la</strong> situazione nazionale e quel<strong>la</strong> regionale.Nel primo caso le categorie più frequenti sono quelle <strong>del</strong> commercio di legnami, <strong>del</strong><strong>la</strong> pasta carta e, in subordine,dei pannelli e dei componenti per mobili, mentre su sca<strong>la</strong> regionale prevalgono, nell'ordine, i componenti per mobilied il commercio di legnami, mentre <strong>la</strong> terza piazza spetta alle cornici ed ai profili in <strong>legno</strong> (tabel<strong>la</strong> 5.3).Incrociando i dati re<strong>la</strong>tivi alle certificazioni nelle province venete e quelli riferiti alle categorie merceologicheemerge che <strong>la</strong> provincia di Treviso, oltre al primato re<strong>la</strong>tivo al numero di certificazioni, denota uno spettro moltoampio di categorie merceologiche prodotte come certificate. Le tipologie più rappresentate sono: commercio dilegnami e componenti per mobili, essendo quest'ultima partico<strong>la</strong>rmente importante e presente nel Distretto <strong>del</strong>mobile <strong>del</strong> Livenza e Quartiere <strong>del</strong> Piave.Per quanto riguarda <strong>la</strong> Provincia di Padova, invece, le tre aziende certificate corrispondono a tre differenti categoriemerceologiche e di attività: commercio legnami, cornici e manici in <strong>legno</strong> per scope ed attrezzi (FSC,2006a).32


PARTE PRIMATabel<strong>la</strong> 5.3 - Certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia FSC in Italia ed in Veneto, ripartite per categoriedi prodottiItaliaVenetoCategorie di prodottiN° certificati CoC % sul TOT N° certificati CoC % sul TOTArredi per esterni 6 4,1% 6 4,1%Arredi per interni 4 2,7% 4 2,7%Commercio legnami 29 19,9% 29 19,9%Componenti per mobili 20 13,7% 20 13,7%Cornici e profili 14 9,6% 14 9,6%Imbal<strong>la</strong>ggi e pallet 2 1,4% 2 1,4%Pannelli 21 14,4% 21 14,4%Pasta e carta 26 17,8% 26 17,8%Pavimenti e parquet 5 3,4% 5 3,4%Prodotti in sughero 2 1,4% 2 1,4%Serramenti 1 0,7% 1 0,7%Utensili, attrezzi, giochi 16 11,0% 16 11,0%Totale 146 100,0% 146 100,0%Fonte: FSC, 2006. Ns. e<strong>la</strong>borazione.2.4 Opportunità e prospettive <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSCIl Forest Stewardship Council e gli enti di <strong>certificazione</strong> da esso accreditati offrono un sistema di <strong>certificazione</strong>operativo a livello internazionale specifico per il settore forestale e i prodotti <strong>legno</strong>si. Questo carattere si specificitàsettoriale, unito al<strong>la</strong> trasparenza ed all'immagine di credibilità conquistata sul campo, nel corso di oltre dodicianni di vita, fanno <strong>del</strong>lo schema FSC uno strumento estremamente importante e dalle forti potenzialità.Il rigore <strong>del</strong> processo certificativo, infatti, ed i periodici controlli, tanto sulle aziende certificate, quanto sugli entidi <strong>certificazione</strong> accreditati, fanno sì che so<strong>la</strong>mente imprese realmente motivate e preparate possano conseguire<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>, contribuendo al<strong>la</strong> buona gestione <strong>del</strong>le foreste e traducendo il marchio FSC sui prodotti inun reale valore aggiunto.La <strong>certificazione</strong> FSC costituisce, dunque, un'opportunità che le aziende italiane hanno cominciato a cogliere esfruttare so<strong>la</strong>mente da pochi anni. Una parte importante <strong>del</strong><strong>la</strong> produzione <strong>del</strong>l'industria italiana <strong>del</strong> <strong>legno</strong> (mobilierain primis) è destinata all'esportazione, e spesso i paesi di destinazione (Nord Europa, Germania, O<strong>la</strong>nda,Giappone, Stati Uniti) esprimono una maggiore maturità e consapevolezza verso i temi <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale,richiedendo in modo espresso <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC dei prodotti acquistati. Non di meno, una fetta semprepiù grande dei consumatori italiani sta familiarizzando con i temi in questione, ed anche <strong>la</strong> domanda nazionale di15prodotti certificati denota un trend di netta crescita .Un ruolo importante in tal senso è giocato dalle campagne di comunicazione, tra le quali spiccano quelle condotteda alcuni dei principali gruppi ambientalisti (Greenpeace e WWF su tutti), che, considerando FSC come il più credibileed efficace schema di <strong>certificazione</strong> forestale al mondo, lo promuovono presso i propri soci e simpatizzantie, attraverso le proprie campagne, al pubblico in genere. WWF, ad esempio, ha contribuito a creare molti gruppi15Diverse indagini hanno evidenziato <strong>la</strong> disponibilità, da parte dei consumatori, a pagare un premium price, cioè un sovrapprezzo, perprodotti certificati in grado di dare precise e credibili garanzie di sostenibilità ambientale e sociale. L'entità di questo sovrapprezzovaria in funzione <strong>del</strong> valore <strong>del</strong> prodotto e <strong>del</strong> tipo di consumatore. Tendenzialmente questa disponibilità è maggiore per prodotti divalore unitario contenuto, piuttosto che per beni con prezzi molto elevati (es. travature e prodotti per l'edilizia in genere), e comunquemolto più significativa per prodotti in massello, piuttosto che per prodotti compositi e ricostruiti. Si osserva anche una piùaccentuata disponibilità a pagare un premium per specie <strong>legno</strong>se tropicali, piuttosto che per <strong>legno</strong> specie da piantagione (es. eucalipto),e per prodotti di consumo diretto (es. mobili, oggettistica, attrezzi, etc.) piuttosto che per imbal<strong>la</strong>ggi, packaging etc. (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong>,2004). Nel 2004, inoltre, Greenpeace, in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Fiera Internazionale <strong>del</strong> Libro di Torino, ha realizzato un sondaggioper verificare <strong>la</strong> sensibilità <strong>del</strong> pubblico verso il tema <strong>del</strong><strong>la</strong> corretta gestione <strong>del</strong>le foreste e per saggiarne <strong>la</strong> disponibilità apagare un premium price per libri stampati su carta che provenga da fonti correttamente gestite. Quasi il 90% degli intervistati ha dichiaratoche sarebbe disposto a pagare per il proprio libro almeno il 5% in più <strong>del</strong> prezzo attuale se solo fosse disponibile stampato sucarta amica <strong>del</strong>le foreste (Greenpeace, 2004).33


d'acquisto ( buyers'groups), iniziative fondate su accordi (veri e propri contratti) tra più imprese <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>filiera</strong> foresta-<strong>legno</strong>(proprietà forestali, imprese di <strong>la</strong>vorazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, imprese commerciali, etc.) <strong>del</strong> medesimo Paese,<strong>la</strong> cui finalità consiste nel definire e favorire programmi nazionali od internazionali di carattere ambientale, rivoltiprincipalmente al sostegno al<strong>la</strong> gestione forestale sostenibile. In quest'ottica rientrano le attività di sensibilizzazione<strong>del</strong> pubblico all'acquisto ed al consumo di prodotti forestali certificati (campagne promozionali ed informative,convegni etc.), ma anche quelle di supporto alle aziende associate (ricerche di mercato, iniziative congiuntedi marketing, newsletter specializzate, etc). In tutto esistono 19 gruppi d'acquisto nel mondo, coordinati16nel Global Forest and Trade Network . Greenpeace, invece, ha proposto numerose campagne, tra le altre si ricordaquel<strong>la</strong> denominata “ Scrittori per le foreste” , con <strong>la</strong> quale ha invitato scrittori ed editori ad impiegare,17per i propri libri, “carta amica <strong>del</strong>le foreste”, cioè carta ricic<strong>la</strong>ta e sbiancata senza uso di cloro (TCF), oppure cartacertificata FSC. Numerosi scrittori, anche italiani, hanno aderito entusiasticamente all'iniziativa, e sono già oltreun milione i libri stampati su carta amica <strong>del</strong>le forestein tutto il mondo.Un'ulteriore spinta al<strong>la</strong> crescita <strong>del</strong> sistema FSC deriva dal mondo <strong>del</strong><strong>la</strong> Grande Distribuzione Organizzata(GDO). Molti dei principali nomi <strong>del</strong><strong>la</strong> GDO mondiale (Ikea, Home Depot, B&Q, OBI etc.) hanno scelto FSC comeunico marchio di <strong>certificazione</strong> credibile ed affidabile per i prodotti in <strong>legno</strong>. L'esperienza italiana è legata soprattuttoalle iniziative di Coop-Italia, che nel 2002 ha <strong>la</strong>nciato il primo prodotto a <strong>la</strong>rgo consumo certificato FSCin Italia (fazzolettini in carta), per poi al<strong>la</strong>rgare <strong>la</strong> propria offerta di prodotti certificati, e di Castorama-Italia,che dal 2004 ha deciso di puntare su un numero crescente di prodotti FSC per l'arredo esterno, con l'obiettivo diavere, entro il 2009, so<strong>la</strong>mente prodotti certificati FSC (Castorama-Italia, com. pers., 2004). Da anni, inoltre,Ikea adotta una sca<strong>la</strong> di selezione dei propri fornitori, che prevede <strong>la</strong> fornitura di prodotti a base di <strong>legno</strong> rispondentia precisi requisiti di sostenibilità, e che, in un'ottica di miglioramento continuo, si basa sul rispetto di standarddi buona gestione forestale riconosciuti come validi e credibili dall'azienda. Attualmente lo standard FSC èl'unico ad essere considerato come tale.La rosa <strong>del</strong>le opportunità legate al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC comprende anche il settore <strong>del</strong>le forniture pubbliche e degliappalti, principalmente attraverso quelli che sono i meccanismi <strong>del</strong> Green Public Procurement, GPP (politi-18che verdi di acquisti pubblici). Sempre più, per vincoli di legge, o per sensibilità propria, le amministrazioni pubblicheaffinano e mettono in atto politiche di acquisti “verdi” e responsabili. Sono oramai numerosi i casi di bandipubblici d'acquisto nei quali sia stata richiesta espressamente, come requisito premiante od addirittura vinco<strong>la</strong>nte,<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC <strong>del</strong>le forniture , così come sono sempre più frequenti i casi di pubbliche amministrazioni19e di istituzioni in genere che riconoscono in FSC uno degli schemi (se non “lo” schema) in grado di dare le maggiorigaranzie in termini di sostenibilità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale. Nell'ottobre 2004, ad esempio, uno studio condottoad opera <strong>del</strong> Central point of Expertise on Timber, CPET, per conto <strong>del</strong> Governo inglese ha evidenziato come,all'epoca <strong>del</strong>l'indagine, so<strong>la</strong>mente gli standard FSC e CSA fossero in grado di soddisfare i requisiti previsti dalle politiched'acquisti verdi stabilite dal Governo stesso (CPET, 2004). Più recentemente il Governo <strong>del</strong> New Jersey (USA)ha discusso una legge, in corso di approvazione, con <strong>la</strong> quale si vieta l'acquisto di legname tropicale per opere pubbliche,se non certificato FSC ( Tropical Timber Market Report, cit. FSC-Italia, 2006a).20Da diversi anni, inoltre, Greenpeace promuove <strong>la</strong> campagna “Città amiche <strong>del</strong>le foreste” , al<strong>la</strong> quale hanno aderitonumerose Amministrazioni Cittadine come quelle di Los Angeles, Gotha e, in Italia, Roma, Bologna, Firenze, Livorno,Belluno, Ravenna, Modena, Urbino, Crema, Pesaro, Fano, Rimini etc. (in tutto un centinaio, circa). Ade-1617181920Per maggiori informazioni: www.panda.org/forestandtrade.Per maggiori informazioni: www.greenpeace.it/scrittori.Il settore degli approvvigionamenti pubblici rappresenta mediamente il 12% <strong>del</strong> PIL <strong>del</strong>l'UE, ma raggiunge il 17% in Italia ed addiritturail 19% in altri Stati membri <strong>del</strong>l'Unione, come <strong>la</strong> Francia (GPPnet, 2004). Secondo stime UNECE/FAO (2002), oltre il 15% dei prodotticertificati è acquistato proprio da enti <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica amministrazione (UNECE/FAO, 2002).Si ricordano, tra gli altri, i casi <strong>del</strong> bando per gli arredi in <strong>legno</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Sa<strong>la</strong> Consigliare <strong>del</strong><strong>la</strong> Regione Toscana (Masiero, 2004), <strong>del</strong><strong>la</strong>Provincia di Bologna che, nel progetto di applicazione dei principi <strong>del</strong>l'Agenda 21, ha definito alcuni disciplinari d'acquisto di forniturepubbliche, che prevedono di favorire prodotti a basso impatto ambientale e contemp<strong>la</strong>no espressamente l'attribuzione di punteggimaggiori (da 1 a 6 punti) a prodotti a marchio FSC (Provincia di Bologna, 2004), <strong>del</strong><strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> elementare di Carano (TN), ristrutturatacon <strong>legno</strong> di abete rosso certificato FSC, <strong>del</strong> centro di Ecologia Alpina di Viote <strong>del</strong> Bondone (TN) e <strong>del</strong> Comune di Reggio Emiliache ha pubblicato bandi per l'acquisto sia di carta, che di arredi richiedendo prevedendo un punteggio più alto per i fornitori in gradodi assicurare prodotti certificati FSC (FSC-Italia, com. pers., 2005).Per maggiori informazioni: www.greenpeace.it/camp/foreste/citta/.34


PARTE PRIMArendo a questa campagna, le Amministrazioni approvano <strong>del</strong>ibere con le quali s'impegnano a (Greenpeace-Italia,2006): utilizzare in maniera più consistente carta e prodotti in tissue ecologici e ricic<strong>la</strong>ti con tecnologie pulite e incentivarne<strong>la</strong> raccolta differenziata; dare preferenza in tutti i bandi gara per gli acquisti di prodotti in <strong>legno</strong> o derivati, a quelli certificati secondostandard uguali o superiori a quelli definiti dal FSC (ad es. carta, matite, mobili e prodotti in <strong>legno</strong>); non utilizzare in tutte le costruzioni pubbliche <strong>legno</strong> proveniente dal<strong>la</strong> distruzione <strong>del</strong>le foreste primarie eda dare preferenza ai materiali certificati FSC; sensibilizzare <strong>la</strong> cittadinanza sul problema <strong>del</strong> riuso, <strong>del</strong> riciclo e <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> ecologica.Un'iniziativa tutta italiana è, invece, GPPnet, un progetto <strong>del</strong>l'Amministrazione Provinciale di Cremona, cofinanziatodal<strong>la</strong> Commissione Europea con il programma Life Ambiente 2001 e che ha coinvolto 13 Comuni <strong>del</strong><strong>la</strong> Provinciadi Cremona. Lo scopo di fondo è <strong>la</strong> creazione di una rete di soggetti in grado di studiare le migliori strategie perpromuovere forme di acquisto verde presso il i soggetti pubblici e di individuare le modalità di applicazione <strong>del</strong>lestesse. Nei mesi di Febbraio e Marzo 2004 è iniziata un'attività di formazione, che ha portato i Comuni sperimentatoried i settori <strong>del</strong>l'Amministrazione a realizzare "bandi verdi tipo" per numerose tipologie di prodotti, tra i quali<strong>la</strong> carta ed altre forniture a base di <strong>legno</strong>. L'esperienza è stata raccolta in un Manuale <strong>del</strong> GPP per essere messa a21disposizione di altre Pubbliche Amministrazioni che vogliano seguire questa strada . La <strong>certificazione</strong> FSC èespressamente richiamata all'interno di tale Manuale per prodotti a base di <strong>legno</strong> e di cellulosa.Non va dimenticato, infine, l'impegno <strong>del</strong>l'Unione Europea (UE) nel contrastare efficacemente le pratiche22<strong>del</strong>l' illegal logging e l'introduzione ed il commercio di legname illegale nell'UE , che ha trovato un ulteriore strumentonel Piano d'Azione FLEGT ( Forest Law Enforcement, Governace and Trade) . Approvato dal<strong>la</strong> CommissioneEuropea (CE) nel maggio <strong>del</strong> 2003, questo Piano prevede numerose iniziative, tra le quali l'incoraggiamentoal settore privato ad adottare strumenti di buona pratica nel settore forestale, ivi incluse forme volontarie, come<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>.Esistono, dunque, i presupposti affinché <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC possa continuare a crescere anche nei prossimi anni.Attraverso <strong>la</strong> scelta di certificarsi secondo tale standard le aziende possono contribuire a promuovere una correttagestione <strong>del</strong>le risorse forestali mondiali, assicurandosi, nel contempo, un importante strumento commerciale,utile sia al<strong>la</strong> conquista di nuove nicchie di mercato, sia (soprattutto) al consolidamento di mercati ai qualile aziende abbiano già accesso, ma dai quali rischiano di restare escluse se non si adegueranno alle crescenti richiestedi prodotti che provengano da una gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste.2122Per maggiori informazioni: www.provincia.cremona.it/servizi/ambiente/gppnet/index.html.Si stima che almeno il 50% <strong>del</strong> <strong>legno</strong> tropicale ed il 20% <strong>del</strong> <strong>legno</strong> proveniente da foreste boreali utilizzato all'interno <strong>del</strong>l'UE sia diprovenienza illegale (FERN, 2002).35


3. Il Programme for Endorsement of Forest certification schemes, PEFCIl PEFCC, Programme for Endorsement of Forest Certification schemes Council, é un'organizzazione internazionalesenza fini di lucro e costituisce l'organo di governo internazionale, con sede in Lussemburgo, <strong>del</strong> sistemadi <strong>certificazione</strong> denominato Programme for Endosement of Forest Certification schemes, PEFC.Il PEFC è stato creato nel 1998 con il fine di promuovere, da prima in Europa, successivamente anche in altri continenti(cfr. capitolo 1), una gestione forestale sostenibile, coerentemente con quanto previsto dai 6 Criteri di buonagestione forestale scaturiti dal Processo di Helsinki e con le Linee Guida Pan Europee, a livello operativo, per<strong>la</strong> gestione forestale sostenibile. Anche in questo caso, benché su basi normative differenti rispetto al FSC, si riconosconocome portanti, ai fini di una buona gestione <strong>del</strong>le foreste, tre famiglie di valori: ambientali, sociali edeconomici. Il PEFC si pone come alternativa ai sistemi di <strong>certificazione</strong> esistenti, primo fra tutti quello <strong>del</strong> FSC, ritenutoinadeguato soprattutto nel caso di proprietà forestali di piccole dimensioni (PEFC-Italia, 2006).Fondandosi su una <strong>la</strong>rga intesa <strong>del</strong>le parti interessate all'implementazione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale sostenibile, ilPEFC ha dato vita ad un sistema di <strong>certificazione</strong> di parte terza (indipendente) sia <strong>del</strong><strong>la</strong> corretta gestione deiboschi, che <strong>del</strong><strong>la</strong> rintracciabilità dei prodotti forestali (Catena di Custodia), proprio come il FSC. A differenzadi quest'ultimo, tuttavia, il PEFC non adempie a funzioni di accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong>, demandandotale compito ai diversi enti di accreditamento nazionali (cfr. box 7.1).Box 7.1 - Accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong> secondo il PEFCL'accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong> secondo gli standard PEFC spetta agli Enti di accreditamento nazionali ed è realizzatosecondo procedure standard definite ed approvate dal PEFCC. Tali procedure sono descritte dettagliatamente nell'Allegato 6 alPEFC Technical Document ( Certification and Accreditation Procedures). Di fatto, con questo documento si recepiscono le disposizionidate in materia di accreditamento dall' International Standardization Organisation (ISO), dal<strong>la</strong> European co-operation forAccreditation (EA) e dall' International Accreditation Forum (IAF).Per l'Italia l'accreditamento degli enti di <strong>certificazione</strong> secondo gli standard PEFC spetta al Sincert (Sistema Nazionale perl'Accreditamento degli Organismi di Certificazione). Attualmente gli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati PEFC in tutto il mondo sono47, mentre gli enti di <strong>certificazione</strong> attualmente operanti in Italia sono 3, sebbene non si sia ancora avuto un loro effettivo accreditamentoper gli standard PEFC di GFC e CoC ad opera <strong>del</strong> Sincert, che infatti non ne fa menzione.Non esiste, al momento, una lista ufficiale degli enti di <strong>certificazione</strong> accuditati PEFC, che può essere dedotta so<strong>la</strong>mente daun'analisi puntuale <strong>del</strong>l'elenco <strong>del</strong>le aziende certificate nel mondo. Un elenco completo ed aggiornato degli enti di <strong>certificazione</strong>che abbiano ri<strong>la</strong>sciato certificazioni PEFC in Italia è riportato nell'allegato 2.Fonte: PEFC, 2006. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Il PEFC è uno schema “ombrello” di mutuo riconoscimento di schemi di <strong>certificazione</strong> forestale nazionali attualmente32 in tutto il mondo, di cui 21 ufficialmente riconosciuti dal PEFCC - tutti conformi ai 6 Criteri di base <strong>del</strong><strong>la</strong>buona gestione forestale riconosciuti dal Processo di Helsinki (Brunori e Secco, 2005; PEFC, 2006). Ogni schema nazionaleè membro ordinario <strong>del</strong>l'Assemblea generale <strong>del</strong> PEFC, unico organo <strong>del</strong>iberante, ed ha potere di voto23commisurato al<strong>la</strong> produzione <strong>legno</strong>sa nazionale . Oltre a ciò sono presenti membri straordinari, attualmente 8,24costituiti da organizzazioni internazionali <strong>del</strong> settore foresta-<strong>legno</strong> che supportano il PEFC (PEFC, 2006).25L'Associazione PEFC-Italia , creata nel 2001 ed avente sede a Ponte San Giovanni (PG) è un Ente emanazione <strong>del</strong>PEFCC, avente <strong>la</strong> finalità di promuovere, in Italia, <strong>la</strong> diffusione <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale e <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodiasecondo i principi <strong>del</strong> PEFC.In partico<strong>la</strong>re, competono all'Associazione compiti di e<strong>la</strong>borazione, attraverso il dialogo ed il confronto con le diverseparti interessate, degli standard nazionali, attività di formazione, informazione e divulgazione sul territorio,il dialogo con le altre iniziative nazionali <strong>del</strong> PEFC nel mondo ed il supporto informativo alle aziende <strong>del</strong> settoreforesta-<strong>legno</strong> interessate al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>.Attualmente conta 41 membri (PEFC-Italia, 2006), ripartiti in differenti categorie: amministrazioni pubbliche(12 membri), proprietari boschivi (6), industrie di prima trasformazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong> (2), industrie di seconda e terza232425Sul<strong>la</strong> base di questo criterio, ad esempio, l'Italia ha diritto ad esprimere un voto, mentre il Canada ne può esprimere tre (Brunori eSecco, 2005).Tra gli altri, ad esempio, <strong>la</strong> Confederazione Europea dei Proprietari Forestali, CEPF, <strong>la</strong> Confederazione Europea <strong>del</strong>le Industrie <strong>del</strong><strong>la</strong>Carta, CEPI, l'Unione dei Proprietari Forestali Europei, UEF, etc. (PEFC, 2006a).Per maggiori informazioni: www.pefc.it.36


PARTE PRIMAtrasformazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong> (4), sindacati e rappresentanti di categoria (5), cooperative (3), liberi professionisti edaziende (6) ed associazioni di categoria (3).3.1 La <strong>certificazione</strong> secondo gli standard PEFCAnche il PEFC, come anticipato, ha sviluppato un sistema di <strong>certificazione</strong> volontaria e di parte terza specifico peril settore foresta-<strong>legno</strong>, che comprende due filoni complementari: <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale; <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> rintracciabilità dei prodotti forestali (Catena di Custodia, CoC).Nei prossimi paragrafi queste due tipologie di <strong>certificazione</strong> saranno sinteticamente descritte, mentre <strong>nel<strong>la</strong></strong> secondaparte <strong>del</strong> presente documento saranno forniti dettagli tecnici re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia.3.1.1 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestaleLa <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> buona gestione forestale PEFC è fondata su tre principi fondamentali (Brunori e Secco,2005; PEFC, 2006): il rispetto <strong>del</strong>le indicazioni (Criteri ed Indicatori) stabilite, in ciascun continente, dai corrispondenti Processi26Intergovernativi ; l'applicazione a livello individuale, regionale o di gruppo; le verifiche ispettive e <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> affidate ad una terza parte indipendente ed accreditata.Con riferimento al contesto europeo, i 6 Criteri di gestione forestale sostenibile, corredati dei 27 re<strong>la</strong>tivi indicatori,sono quelli riportati in figura 8.1 e così sintetizzabili (PEFC-Italia, 2006): mantenimento e appropriato sviluppo <strong>del</strong>le risorse forestali e loro contributo al ciclo globale <strong>del</strong> carbonio; mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> salute e vitalità <strong>del</strong>l'ecosistema forestale; mantenimento e promozione <strong>del</strong>le funzioni produttive <strong>del</strong>le foreste (prodotti <strong>legno</strong>si e non); mantenimento, conservazione e adeguato sviluppo <strong>del</strong><strong>la</strong> diversità biologica negli ecosistemi forestali; mantenimento e adeguato sviluppo <strong>del</strong>le funzioni protettive <strong>nel<strong>la</strong></strong> gestione forestale (in partico<strong>la</strong>re suolo e acqua); mantenimento di altre funzioni e condizioni socio-economiche.Figura 8.1 - Criteri ed Indicatori esemplificativi di gestione forestale sostenibile PEFCInquinamentoatmosfericoDanni diversiDefogliazioniBi<strong>la</strong>ncionutrizionalee aciditàPotenzialitàgeneraliUso <strong>del</strong> suoloe <strong>del</strong><strong>la</strong> superficieforestaleSalute evitalità<strong>del</strong>le foresteProvvigioneRisorse forestalie ciclo <strong>del</strong>carbonioFissazione <strong>del</strong>carbonioBi<strong>la</strong>ncio traincrementoe prelievoGESTIONE FORESTALESOSTENIBILEFunzioniproduttive <strong>del</strong>leforesteSuperficie forestalesoggetta a pianidi assestamentoProdottinon <strong>legno</strong>siValoriculturaliOccupazionePartecipazionee consapevolezzapubblicaAspettisocio-economiciImportanza<strong>del</strong> settoreforestaleRicerca edivulgazioneFunzionericreativaProtezionegeneraleErosione<strong>del</strong> suoloFunzioniprotettive<strong>del</strong>le foresteConservazione<strong>del</strong>le acqueSpecieprotetteBiodiversitàBiodiversitàin foresteproduttiveProtezionegeneraleEcosistemirariFonte: PEFC-Italia, 2006.26Per l'Europa, ad esempio, è richiesto il rispetto dei Criteri e degli Indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per <strong>la</strong> protezione<strong>del</strong>le foreste in Europa (Helsinki 1993, Lisbona 1998), che hanno dato avvio al cosiddetto "Processo pan-europeo" (PEFC, 2006).37


Tali Principi rappresentano una base di riferimento internazionale imprescindibile ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> PEFCed ad essi devono conformarsi ed ispirarsi i diversi schemi e standard nazionali, e<strong>la</strong>borati in funzione <strong>del</strong>le caratteristichebio-geografiche di ciascun paese o ciascuna regione e con il coinvolgimento e <strong>la</strong> partecipazione attiva e27documentata dei diversi stakeholders locali .Spetta in ogni caso all'Assemblea Generale <strong>del</strong> PEFCC approvare e, quindi, rendere ufficialmente applicabili i diversistandard nazionali, facendoli così entrare nel sistema PEFC.Come per FSC, anche per il PEFC è possibile <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> anche <strong>del</strong>le piantagioni, proprio al<strong>la</strong> luce <strong>del</strong> loro ruolodi crescente rilevanza nel panorama forestale mondiale (cfr. par. 3.1).Gli standard <strong>del</strong> PEFC prevedono tre differenti possibili forme di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale sostenibile(Brunori e Secco, 2005): <strong>certificazione</strong> individuale: <strong>certificazione</strong> di una singo<strong>la</strong> proprietà forestale (una foresta, una piantagione,etc.) facente capo ad uno stesso proprietario; <strong>certificazione</strong> di gruppo: <strong>certificazione</strong> di un gruppo di proprietà forestali appartenenti al medesimo Paese,che, sotto <strong>la</strong> guida e <strong>la</strong> gestione di un unico soggetto gestore, ottengono un unico certificato collettivo,con conseguente attuazione di economie di sca<strong>la</strong> e, quindi, riduzione dei tempi e dei costi <strong>del</strong> processo di <strong>certificazione</strong>. <strong>certificazione</strong> regionale: <strong>certificazione</strong> di una intera regione geografica con <strong>la</strong> possibilità di adesione daparte dei proprietari forestali che rientrino <strong>nel<strong>la</strong></strong> medesima. È possibile ricorrervi purché <strong>la</strong> superficie forestaleoggetto di ispezione sia superiore al 50% <strong>del</strong>l'intero territorio (regione) considerato. Consente di attuareforti economie di sca<strong>la</strong> e di ridurre in maniera sensibile i costi <strong>del</strong> processo di <strong>certificazione</strong>, secondo meccanismidi controlli a campione <strong>del</strong>le foreste certificate già utilizzati <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>certificazione</strong> UNI EN ISO 14001.Si tratta di un mo<strong>del</strong>lo partico<strong>la</strong>rmente adatto alle esigenze dei piccoli proprietari forestali.3.1.2 La <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di CustodiaCome detto, <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia rappresenta un processo complementare al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong><strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale sostenibile e, anche nel caso <strong>del</strong> PEFC, rappresenta una condizione necessaria ai fini<strong>del</strong><strong>la</strong> marchiatura dei prodotti con il logo <strong>del</strong> PEFC (figura 8.2), operazione preclusa ai possessori <strong>del</strong><strong>la</strong> so<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong><strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale sostenibile.Figura 8.2 Logotipo <strong>del</strong> Programme for Endorsement of Forest Certification schemesPEFC 18 - 01 - 01So<strong>la</strong>mente aziende in possesso di un valido certificate di Catena di Custodia, infatti, possono etichettare e venderei prodotti come certificati PEFC. Il processo di <strong>la</strong>belling risponde sia ad esigenze di rintracciabilità fisica <strong>del</strong> prodotto,sia, e soprattutto, a esigenze di marketing e di visibilità agli occhi <strong>del</strong> pubblico <strong>del</strong>l'azienda che lo pratichi.Si tratta, in altre parole, di un importantissimo veicolo di comunicazione, attraverso il quale si da al consumatorel'evidenza <strong>del</strong><strong>la</strong> provenienza <strong>del</strong> <strong>legno</strong> da foreste ben gestite, consentendo, attraverso l'uso di codici di <strong>certificazione</strong>univoci per ogni azienda, <strong>la</strong> rapida e semplice identificazione <strong>del</strong> produttore e, di fatto, <strong>la</strong> ricostruzione<strong>del</strong>l'intera <strong>filiera</strong>: dal prodotto finito, sino al<strong>la</strong> foresta d'origine <strong>del</strong> <strong>legno</strong>.Anche in questo caso è prevista <strong>la</strong> possibilità di un uso on-product, di cui si è detto, e di un uso off-product <strong>del</strong> logo.Con riferimento a quest'ultimo caso, è possibile servirsi <strong>del</strong> logo PEFC per finalità di promozione, informazio-27In Italia, ad esempio, ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> definizione <strong>del</strong>lo sviluppo degli standard PEFC nazionali sono stati individuati, da un Forum di esperti<strong>del</strong> settore, 90 precisi indicatori quantitativi e qualitativi per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> individuale e regionale (Brunori e Secco, 2005).38


PARTE PRIMAne, divulgazione, etc. purché sussista un'autorizzazione ri<strong>la</strong>sciata dal PEFCC, ovvero da uno dei suoi membri a livellonazionale (es. PEFC-Italia).Le regole per <strong>la</strong> Catena di Custodia sono applicabili anche ai prodotti forestali non <strong>legno</strong>si e, come per FSC, sonopossibili, oltre al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> individuale <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, anche <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo e multisito,per le quali si fa rinvio al capitolo 16.3.1.3 Gli standard PEFC per <strong>la</strong> Catena di CustodiaCon riferimento al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia il PEFC ha approvato nel 2004 una nuova versione,l'unica attualmente applicabile, <strong>del</strong>le regole per <strong>la</strong> rintracciabilità <strong>del</strong> <strong>legno</strong> proveniente da foreste certificatePEFC nelle aziende e lungo <strong>la</strong> <strong>filiera</strong> produttiva.Tali regole sono definite fondamentalmente da due allegati al PEFC Technical Document (PEFC, 2006): Allegato 4, Chain of Custody of Forest Based Products Requirements, disponibile anche <strong>nel<strong>la</strong></strong> versione in italiano“Schema di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia dei prodotti di origine forestale” (ITA 1002); Allegato 5, PEFC Logo Use Rules.Il primo documento stabilisce le regole generali per <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, mentre il secondo disciplinal'impiego <strong>del</strong> logo PEFC, con riferimento principalmente all'uso on-product.Anche il PEFC prevede differenti tipologie di prodotti e di etichette in re<strong>la</strong>zione ai contenuti di materiale ed al tipodi approccio utilizzato <strong>nel<strong>la</strong></strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia. Gli approcci possibili sono sostanzialmente due(Brunori e Secco, 2005): <strong>la</strong> separazione fisica, che prevede una gestione fisicamente separata <strong>del</strong> materiale certificato PEFC rispettoa materiale differente; l' approccio percentuale (<strong>del</strong> tipo input/output) , che consente di vendere come certificata una percentualedei propri prodotti congrua rispetto ai quantitativi di materia prima certificata acquistata.È prevista, inoltre, <strong>la</strong> possibilità di etichettare con un'apposita etichetta FSC anche i prodotti a base esclusivamentedi <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo, così come definito dall'Allegato 5 <strong>del</strong> PEFC Technical Document, ovvero <strong>legno</strong>e fibre già usate in prodotti di consumo o commerciali, scartati per un successivo riutilizzo, riciclo o smaltimento,ad esclusione dei residui di segherie e <strong>del</strong>le utilizzazioni forestali. Questa possibilità, introdotta proprio dai nuovistandard, rientra <strong>nel<strong>la</strong></strong> logica di valorizzazione <strong>del</strong>le buone pratiche di uso efficiente <strong>del</strong>le risorse <strong>legno</strong>se e di promozionedi processi corretti di recupero e ricic<strong>la</strong>ggio <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, in quanto in grado di ridurre <strong>la</strong> pressione antropicasulle risorse forestali e, quindi, indirettamente, di portare dei benefici al<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le foreste stesse.Per un'analisi di dettaglio degli standard PEFC per <strong>la</strong> Catena di Custodia e per una panoramica sulle modalità di applicazionedegli stessi si far invio al<strong>la</strong> seconda parte <strong>del</strong> presente documento.3.2Diffusione <strong>del</strong> PEFC nel mondoLa superficie forestale certificata PEFC su sca<strong>la</strong> mondiale ammonta attualmente a quasi 186,8 milioni di ettari,in 20 diversi Paesi (PEFC, 2006b). La tabel<strong>la</strong> 9.1 ed il grafico 9.1 riportano una ripartizione di tale superficie tra i diversicontinenti.Tabel<strong>la</strong> 9.1 - Superficie forestale certificata PEFC (ha), ripartita per continenti (dicembre 2005)Continente Superficie certificata (ha) % sul TOT N° certificati GFS % sul TOTEuropaNordAmericaOceaniaSud-CentroAmerica56.493.922 30,1% 116 40,1%123.586.046 65,8% 160 55,4%2.434.469 1,3% 6 2,1%5.166.190 2,8% 7 2,4%TOTALE 187.680.627 100,0% 289 100,0%Fonte: PEFC, 2006b. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Oltre il 96% <strong>del</strong>le foreste certificate si trova in Europa (i Paesi <strong>del</strong>l'Europa <strong>del</strong>l'Est sono per ora esclusi, ad eccezione<strong>del</strong><strong>la</strong> Repubblica Ceca) e Nord America, con quest'ultimo che da solo copre più <strong>del</strong> 65% <strong>del</strong> totale. Resta marginale,sia per superficie complessiva, che per numero di Paesi coinvolti, il contributo <strong>del</strong> Sud America e <strong>del</strong>l'Oceania(PEFC, 2006b).39


Grafico 9.1 - Superficie forestale certificata PEFC (ha) ripartita per continenti (dicembre 2005)Europa 30%Nord America 66%Oceania 3%Sud-Centro America1%Fonte: FSC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazioneA differenza di quanto avvenuto per FSC, l'andamento storico <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie certificata PEFC a livello mondialedenota una crescita improvvisa e molto pronunciata sin dai primi anni (2000), per poi assestarsi su incrementi piùcontenuti sino al 2005, anno in cui, per effetto di meccanismi di mutuo riconoscimento (CSA, SFI e CERFLOR), <strong>la</strong> superficiecertificata ha compiuto un balzo in avanti di quasi 132 milioni di ettari rispetto al 2004 (+ 240%) (grafico9.2). È per altro da notare che di questa quota, oltre 123 milioni di ettari sono derivati dal riconoscimento <strong>del</strong>lecertificazioni CSA e SFI in Canada e negli Stati Uniti.Grafico 9.2 - Variazione <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie forestale mondiale (ha) certificata PEFC ('99-'05)200.000.000180.000.000160.000.000140.000.000Superficie120.000.000100.000.00080.000.00060.000.00040.000.00020.000.00001999 2000 2001 2002 2003 2004 2005AnniFonte: PEFC, 2006b. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Le aziende in possesso di un certificato PEFC per <strong>la</strong> Catena di Custodia sono invece 2.362, in 21 Paesi (PEFC,2006b), e sono ripartite tra i continenti secondo quanto indicato in tabel<strong>la</strong> 9.2 e nel grafico 9.3.Il numero <strong>del</strong>le certificazioni di Catena di Custodia è in rapida crescita, con un incremento che, nel 2005, è risultatopari al 45%, con picchi soprattutto in Paesi quali Francia, Germania e Repubblica Ceca (UNECE/FAO, 2005). Restacomunque forte il divario tra <strong>la</strong> superficie forestale certificata (e, quindi, l'offerta potenziale di legname certificatoPEFC) e <strong>la</strong> quantità di prodotti certificati in grado di raggiungere il mercato.Emerge, inoltre, in maniera evidente che circa il 98% <strong>del</strong>le certificazioni si riferisce a Paesi europei, mentre CSA eSFI, che pure vantano un peso determinante sul<strong>la</strong> superficie certificata complessiva, incidono in maniera quasitrascurabile sul<strong>la</strong> Catena di Custodia. CSA, infatti, garantisce 48 certificazioni, mentre il contributo attuale di SFIè nullo (UNECE/FAO, 2005; PEFC, 2006b).40


PARTE PRIMATabel<strong>la</strong> 9.2 Certificati PEFC per <strong>la</strong> Catena di Custodia, ripartiti per continenti (dicembre 2005)Continente N° certificati CoC % sul TOTAsiaEuropaNordAmericaOceaniaSud-CentroAmerica10 0,4%2.295 97,3%48 2,0%8 0,3%1 0,0%TOTALE 2.362 100,0%Fonte: PEFC, 2006b. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Grafico 9.4 - Variazione <strong>del</strong>le certificazioni PEFC per <strong>la</strong> Catena di custodia nel mondo ('01-'05)2.5002.000Aziende certificate1.5001.00050002001 2002 2003 2004 2005AnniFonte: PEFC, 2006c. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Grafico 9.3 - Certificati PEFC per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, ripartiti per continenti (dicembre 2005)Asia 0,4%Europa 97,3%Nord America 2%Oceania 0,3%Sud-Centro America 0%Fonte: PEFC, 2006b. Ns. e<strong>la</strong>borazione.3.3 PEFC in ItaliaGli standard italiani <strong>del</strong> PEFC per <strong>la</strong> gestione forestale sono stati approvati ufficialmente dall'Assemblea GeneralePEFCC nell'ottobre 2004.La prima <strong>certificazione</strong> individuale <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale risale, tuttavia, al 2002 (Consorzio Forestale <strong>del</strong> Monte Amiata),ed è stata seguita, negli anni successivi, da due certificazioni di gruppo e due certificazioni regionali (figura 10.1).Attualmente <strong>la</strong> superficie forestale complessivamente certificata PEFC in Italia ammonta a 607.345 ha (PEFC,2006b; PEFC, 2006c).41


Figura 10.1 - Foreste certificate PEFC in ItaliaConsorzio Comuni Trentini (TN)246.842,16 ha (367 proprietari)Gruppo PEFC Südtiroler Bauerbund (BZ)254.357 ha (22.938 proprietari)Ass.ne Regionale Friuli Venezia Giulia68.083,47 ha (40 proprietari)Consorzio Forestale <strong>del</strong>l'Amiata (GR)2.913,37 haAss.ne Gruppo PEFC Veneto35.149 ha (27 proprietari)607.345 ha certificati PEFCFonte: PEFC, 2006a. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Le certificazioni emesse in Italia per <strong>la</strong> Catena di Custodia al 31 dicembre 2005 sono, invece, 27 (inclusa <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>di gruppo <strong>del</strong> Cogefor di Farra d'Alpago BL-, che a sua volta comprende nove ditte: quindi le aziende certificatesono complessivamente 35). La prima <strong>certificazione</strong> è stata ri<strong>la</strong>sciata nel dicembre 2002 all'azienda LegnoSud, di Ora (BZ), ma solo nel corso <strong>del</strong> 2004 l'incremento <strong>del</strong>le certificazioni ha assunto dimensioni importanti.Anche in questo caso il Veneto (tabel<strong>la</strong> 10.1) si conferma regione in grado di vantare il primato nel numero dicertificati ottenuti (8 certificazioni, equivalenti a poco meno <strong>del</strong> 30% <strong>del</strong> totale) (PEFC, 2006c; PEFC-Italia,2006a). In partico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> provincia veneta che può vantare il maggior numero di con certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di28Custodia PEFC é Vicenza (tabel<strong>la</strong> 10.2) .La distinzione tra categorie merceologiche, di prodotti ed attività, vede al primo posto, su sca<strong>la</strong> nazionale, il commerciodi legnami, seguito, seppur a distanza, dai pavimenti in <strong>legno</strong> e dagli attrezzi ed utensili in <strong>legno</strong> (tabel<strong>la</strong>10.3). Le altre categorie sostanzialmente si equivalgono. A livello regionale, invece, sono so<strong>la</strong>mente tre le categorierappresentate, ma è ancora il commercio di legname a primeggiare (tabel<strong>la</strong> 10.3).Confermando il trend generale che emerge su sca<strong>la</strong> mondiale, e di cui si è detto, il numero <strong>del</strong>le certificazioni diCatena di Custodia PEFC in Italia è andato aumentando nell'ultimo biennio, compiendo un grosso balzo in avantinel 2004 (grafico 10.1).Delle 27 certificazioni PEFC per <strong>la</strong> Catena di Custodia ri<strong>la</strong>sciate in Italia, infine, 15 sono riferite ad aziende anchecertificate FSC (FSC, 2006; PEFC, 2006c), a testimonianza <strong>del</strong><strong>la</strong> scelta, non infrequente, di certificarsi secondo entrambigli schemi di <strong>certificazione</strong> e di proporre il materiale con il logo che sia, secondo le occasioni e necessità, richiestoda un determinato cliente o dalle tendenze <strong>del</strong> mercato in generale.Tabel<strong>la</strong> 10.2 - Certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia FSC in Veneto, ripartite per provinciaProvincia N° certificati CoC % sul Totale Veneto % sul Totale ItaliaBelluno 2 25,0% 7,4%Padova 1 12,5% 3,7%Treviso 1 12,5% 3,7%Venezia 1 12,5% 3,7%Vicenza 3 37,5% 11,1%Totale Veneto 8 100,0% 29,6%Fonte: PEFC, 2006c; PEFC-Italia, 2006a. Ns. e<strong>la</strong>borazione.28In termini di numero di aziende certificate, invece, il primato spetta al<strong>la</strong> provincia di Belluno, grazie al<strong>la</strong> presenza <strong>del</strong> gruppo Cogefor.42


PARTE PRIMATabel<strong>la</strong> 10.1 - Certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia PEFC in Italia, ripartite per regioneRegione N° certificati CoC % sul TotaleEmilia Romagna 3 11,1%Friuli Venezia Giulia 1 3,7%Liguria 1 3,7%Lombardia 5 18,5%Piemonte 1 3,7%Toscana 1 3,7%Trentino AltoAdige 5 18,5%Umbria 2 7,4%Veneto 8 29,6%Totale Italia 27 100,0%Fonte: PEFC, 2006c; PEFC-Italia, 2006a. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Tabel<strong>la</strong> 10.3 - Certificazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia PEFC in Italia ed in Veneto, ripartite per categoriedi prodottiItaliaVenetoCategorie di prodottiN° certificati CoC % sul TOT N° certificati CoC % sul TOTArredi per esterni 1 3,7%Commercio legnami 8 29,6% 6 75,0%Imbal<strong>la</strong>ggi e pallet 2 7,4%Pannelli 1 3,7%Pasta e carta 2 7,4%Pavimenti e parquet 4 14,8%Prod. For. non Legnosi 2 7,4%Segherie e prime <strong>la</strong>vorazioni 3 11,1% 1 12,5%Utensili, attrezzi, giochi 4 14,8% 1 12,5%Totale 27 100,0% 8 100,0%Fonte: PEFC, 2006a; PEFC-Italia, 2006a. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Grafico 10.1 - Variazione <strong>del</strong>le certificazioni PEFC per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia in Italia ('02-'05)30252720Aziende15101352202002 2003 2004 2005AnniFonte: PEFC, 2006a. Ns. e<strong>la</strong>borazione.43


3.4 Opportunità e vantaggi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> PEFCLa <strong>certificazione</strong> forestale PEFC dimostra di essere <strong>la</strong> più dinamica a livello mondiale, sia come numero di certificatiemessi che di aziende coinvolte, sia nel settore forestale che <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia.Di conseguenza il vantaggio più rilevante per le aziende italiane è <strong>la</strong> facile reperibilità di materiale <strong>legno</strong>so certificatoPEFC (per lo più di origine europea e nordamericana, ma da poco tempo anche tropicale - sud America), a costiassolutamente uguali a quelli <strong>del</strong> legname senza <strong>certificazione</strong>.In Italia inoltre si ricorda che esistono dei gruppi di pioppicoltori che stanno applicando gli standard certificativisul pioppo come studi pilota PEFC: gli aderenti al<strong>la</strong> Federazione regionale dei pioppicoltori <strong>del</strong><strong>la</strong> regione Friuli VeneziaGiulia (aderenti al<strong>la</strong> Confagricoltura) e un gruppo di proprietari di Castelnuovo Bormida (AL), per un totaledi alcune migliaia di ettari di pioppeti, il cui <strong>legno</strong> entrerà nel mercato italiano a fine 2006.In maniera molto pragmatica, si può dire che <strong>la</strong> crescente domanda di materiale certificato per <strong>la</strong> sua origine daparte dei consumatori, il mercato degli acquisti verdi (GPP) da parte degli Enti Pubblici, <strong>la</strong> facile integrazione <strong>del</strong><strong>la</strong><strong>certificazione</strong> PEFC in aziende già in possesso <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> ISO 9001 e ISO 14001 e <strong>la</strong> reperibilità di fibra e<strong>legno</strong> PEFC, congiunta a dei costi assolutamente <strong>nel<strong>la</strong></strong> media <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> legname, rendono questa <strong>certificazione</strong><strong>la</strong> più promettente <strong>nel<strong>la</strong></strong> diffusione, specialmente nel settore BtoB ( Business to Business).Molto <strong>la</strong>voro deve essere ancora fatto <strong>nel<strong>la</strong></strong> promozione sul consumatore finale, ma molti finanziamenti sono attualmenteprogrammati per il 2006 e anni a venire da parte <strong>del</strong> Consiglio Internazionale PEFC, specialmente permercati rilevanti come quello o<strong>la</strong>ndese, britannico, cinese e giapponese. In Italia, dove lo schema è attivo da 5 anni,<strong>la</strong> fase di promozione <strong>del</strong> marchio PEFC sul mercato è alle sue prime fasi, considerato che lo sforzo maggiore èstato finora profuso per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong>le foreste, <strong>del</strong>le piantagioni di pioppo e per <strong>la</strong> sensibilizzazione versole aziende di trasformazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong>.Certo, l'opportunità da poco offerta alle aziende di certificare il materiale ricic<strong>la</strong>to e <strong>la</strong> prossima apertura al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>dei prodotti non <strong>legno</strong>si (funghi, tartufi, castagne, frutti di bosco, miele, selvaggina, ecc) renderannoil marchio PEFC molto più presente sul mercato, permettendo quindi una maggiore conoscenza <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>forestale tra i consumatori finali.44


Parte Seconda45


PARTE SECONDA4. Premessa alle <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di CustodiaQuesta sezione mira a spiegare in modo dettagliato i requisiti che è necessario soddisfare per poter giungere al<strong>la</strong><strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia di una organizzazione.Essendo due gli schemi di <strong>certificazione</strong> di riferimento (FSC e PEFC), l'esposizione è stata realizzata in modo dapresentare innanzitutto gli aspetti generali e comuni. Per ognuno degli aspetti trattati sono affrontate, con il necessariodettaglio, le differenze e le peculiarità tra i due schemi di <strong>certificazione</strong>.4.1Il processo di <strong>certificazione</strong>La <strong>certificazione</strong> è formalmente un attestato di conformità ad una norma di riferimento, ri<strong>la</strong>sciato da un ente accreditatoal termine di una verifica in campo ( audit), il cui scopo è quello di valutare sia <strong>la</strong> conformità di tutta <strong>la</strong>documentazione prodotta dall'azienda (manuale, procedure, registrazioni) al<strong>la</strong> norma in questione, sia il rispettodei requisiti normativi in termini applicativi, vale a dire nell'ambito dei normali processi aziendali.Il processo che porta all'emissione di un certificato a beneficio di un'azienda segue un iter standard, descritto in figura14.1.Figura 14.1 Iter di <strong>certificazione</strong>Domanda di <strong>certificazione</strong> inoltrata all’organismo di c. da parte<strong>del</strong>l’aziendaVerifica documentazione + eventuale visita preliminareVisita ispettiva presso l’azienda ( audit ispettivo)Rapporto di verifica ispettiva(segna<strong>la</strong>zioni di eventuali non conformità)ESITONEGATIVODecisione di <strong>certificazione</strong> (Comitato di <strong>certificazione</strong>)ESITO POSITIVOEmissione certificatoVisite di mantenimento per tutta <strong>la</strong> durata <strong>del</strong> certificatoFonte: Secco e Brunori, 2005.A seguito <strong>del</strong><strong>la</strong> richiesta di <strong>certificazione</strong> sottoposta da un'azienda, l'ente di <strong>certificazione</strong> nomina un gruppo di verificaal quale viene assegnato l'incarico di svolgere l' audit. La numerosità <strong>del</strong> gruppo e <strong>la</strong> durata <strong>del</strong><strong>la</strong> verifica dipendonodal<strong>la</strong> complessità <strong>del</strong>l'organizzazione da valutare: un elevato numero di siti produttivi ed una organizzazionemolto artico<strong>la</strong>ta possono richiedere l'intervento di più valutatori o più giorni in campo per concluderel'osservazione di tutti i reparti e di tutti i soggetti coinvolti.47


Al termine <strong>del</strong>l'attività di verifica il gruppo di verifica redige un rapporto, nel quale sono contenute tutte le anomalieemerse nel corso <strong>del</strong><strong>la</strong> verifica stessa e che sono state registrate su un'apposita lista di riscontro ( check-29list). Il documento viene condiviso con l'azienda e successivamente inviato all'ente di <strong>certificazione</strong>, che a sua voltalo sottopone all'esame di un'apposita commissione. Sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le evidenze raccolte dal gruppo di verifica e30<strong>del</strong>le sue conclusioni, <strong>la</strong> commissione <strong>del</strong>ibera in merito al ri<strong>la</strong>scio <strong>del</strong> certificato . In caso di anomalie rilevanti,che possono far ritenere il sistema di controllo gravemente insufficiente o inefficiente, <strong>la</strong> commissione può richiedereall'azienda azioni correttive preliminari per <strong>la</strong> risoluzione <strong>del</strong>le non conformità se non anche il ripetersi <strong>del</strong><strong>la</strong>verifica stessa, avendo programmato un tempo sufficiente con l'azienda per consentirle di correggere od integrareil sistema. Se invece il sistema implementato appare ragionevolmente efficace e correttamente applicato, pur inpresenza di anomalie, il certificato viene comunque emesso, imponendo però tempi precisi per <strong>la</strong> loro risoluzione.31Il certificato ha validità quinquennale , e in questo arco di tempo vengono eseguite verifiche annuali di sorveglianzaprogrammate, per confermare <strong>la</strong> capacità <strong>del</strong>l'azienda di mantenere il sistema efficiente nel tempo, oltread una verifica di rinnovo, per confermare <strong>la</strong> validità <strong>del</strong> certificato per altri cinque anni. Lo schema riportato in figura14.2 sintetizza <strong>la</strong> successione <strong>del</strong>le verifiche per un certificato di Catena di Custodia.Figura 12.2 - Calendario <strong>del</strong>le verifiche ispettive ( audit) di <strong>certificazione</strong>, mantenimento e rinnovorinnovoAudit di<strong>certificazione</strong>Audit disorveglianzaAudit disorveglianzaAudit disorveglianzaAudit disorveglianzaAudit dirinnovoAnno 1Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5Fonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.Ogni verifica prevede sempre <strong>la</strong> ripresa <strong>del</strong>le osservazioni emerse <strong>nel<strong>la</strong></strong> verifica precedente, per analizzare comequeste sono state affrontate ed eventualmente risolte. Le anomalie non risolte vengono riproposte, eventualmentecon un giudizio più severo, poiché si ritiene che se un aspetto <strong>del</strong> sistema è fonte di errore (anche solo potenziale),il suo ripetersi ne aggrava <strong>la</strong> significatività, fino anche a essere causa di programmazione di verifichestraordinarie se non, infine, di revoca <strong>del</strong> certificato.La verifica <strong>del</strong>l'applicazione ad un caso reale di gestione di materiale certificato è un aspetto rilevante. Spesso leaziende costruiscono <strong>la</strong> Catena di Custodia e giungono al momento <strong>del</strong><strong>la</strong> verifica ispettiva, pur senza avere acquistatolegname certificato. In questi casi l'ente di <strong>certificazione</strong> può ri<strong>la</strong>sciare il certificato di conformità, richiedendoperò all'azienda una verifica straordinaria (che comporta costi aggiuntivi) per <strong>la</strong> valutazione in atto, a nonsolo in potenza, <strong>del</strong> sistema di controllo.4.2Una definizione di Catena di CustodiaPer affrontare in maniera organica il tema <strong>del</strong>l'applicazione <strong>del</strong>le regole di Catena di Custodia, è necessario parti-293031Le anomalie sono genericamente c<strong>la</strong>ssificate in “Non Conformità Primarie”, “Non Conformità Secondarie” e “Osservazioni”, secondouna graduatoria di crescente gravità.È importante sottolineare come le anomalie debbano necessariamente essere ricondotte ad un preciso requisito <strong>del</strong><strong>la</strong> norma e nonpossono risultare da una libera interpretazione <strong>del</strong>l'ispettore. Ogni mancanza o imprecisione <strong>del</strong> sistema di controllo <strong>del</strong>l'azienda,per essere meritevole di un rilievo nel rapporto, deve essere collegabile ad una precisa indicazione <strong>del</strong>lo standard di riferimento.Laddove <strong>la</strong> norma non specifica un requisito, non esiste <strong>la</strong> possibilità di giustificare una non conformità. Il valutatore ha però <strong>la</strong> facoltàdi segna<strong>la</strong>re tutti gli aspetti che ritiene necessitino di una più attenta gestione, eventualmente formalizzando “osservazioni”che si pongono più come spunti di miglioramento che non come carenze <strong>del</strong> sistema. In questo modo <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con l'ente di<strong>certificazione</strong> diventa un concreto strumento per un miglioramento continuo, conservando sempre il ruolo di ente esterno ed indipendente.La durata quinquennale non è applicata da tutti gli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC.48


PARTE SECONDAre innanzitutto da una definizione, che ne dia il significato e i concetti fondanti:La Catena di Custodia è un insieme documentato di regole e pratiche operative che l'organizzazione ha definito,al fine di gestire in maniera ordinata tutte le attività che hanno diretta influenza sul<strong>la</strong> composizione <strong>del</strong> prodottofinito , per assicurare che <strong>la</strong> materia prima <strong>legno</strong>sa che viene utilizzata rispetti, re<strong>la</strong>tivamente sia al<strong>la</strong>32sua provenienza che al<strong>la</strong> sua presenza nel prodotto finito, le regole dettate dagli standard di riferimento.In questa definizione alcuni passaggi sono stati volutamente evidenziati. Essi rappresentano gli aspetti più significativi,il cui approfondimento è utile per una migliore comprensione <strong>del</strong>l'argomento.Innanzitutto il sistema deve necessariamente essere documentato. Oltre ad essere questa una pratica intuitivamentecorretta, è anche un esplicito requisito normativo. Entrambi gli schemi di <strong>certificazione</strong> richiedono che leregole che l'azienda definisce per una ordinata esecuzione <strong>del</strong>le attività vengano messe per iscritto. Ciò al fine difacilitarne il controllo, <strong>la</strong> diffusione e <strong>la</strong> comprensione all'interno <strong>del</strong>l'organizzazione. Inoltre un documentoscritto, se ben costruito e correttamente diffuso, è più difficilmente contestabile, anche nel caso di rapporti conterzi. Va precisato, tuttavia, che gli standard prevedono un limite “minimo” (es. un manuale, alcune procedureed alcune registrazioni imprescindibili), ma ogni organizzazione ha <strong>la</strong> facoltà di estendere tale limite a tutti i documentiche ritenga più opportuni, per un efficace controllo dei propri peculiari processi.La Catena di Custodia è una <strong>certificazione</strong> perseguibile da tutte le organizzazioni che acquistano e poi rivendonomateriale certificato. Tra queste due fasi, che si trovano concettualmente agli estremi opposti di ogni “anello”<strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>catena</strong> dal<strong>la</strong> foresta al consumatore finale, possono realizzarsi le attività più varie e complesse (immagazzinamento,<strong>la</strong>vorazione e trasformazione, movimentazione, imbal<strong>la</strong>ggio, assemb<strong>la</strong>ggio, attività presso <strong>la</strong> propriasede o presso terzisti, etc.). E' necessario che ciascuna di queste attività sia tenuta adeguatamente sotto controlloe che quindi sia sempre minimizzato il pericolo di commettere errori, che potrebbero portare al<strong>la</strong> errata etichettatura<strong>del</strong> prodotto finito.Va ricordato come so<strong>la</strong>mente il <strong>legno</strong> sia soggetto alle regole <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia. La comunicazione legata ai33marchi FSC e PEFC è infatti riferibile so<strong>la</strong>mente ai prodotti di origine forestale (<strong>legno</strong> e fibre di <strong>legno</strong> ), così comeanche il campo di applicazione <strong>del</strong> certificato è limitato so<strong>la</strong>mente a prodotti che contengono materiale <strong>legno</strong>soproveniente da foreste gestite in modo responsabile. Se un prodotto è costituito da più componenti, alcune <strong>del</strong>lequali non <strong>legno</strong>se o comunque di origine non forestale (es. <strong>la</strong> saggina nelle scope, componenti metalliche o p<strong>la</strong>stichedi mobili, etc.), tali componenti non hanno nessuna influenza sul<strong>la</strong> modalità di etichettatura <strong>del</strong> prodotto.I prodotti a marchio FSC o PEFC non hanno tutti <strong>la</strong> medesima etichettatura. Pur riportando sempre il logo <strong>del</strong>loschema di <strong>certificazione</strong>, sono state definite etichette diverse per garantire una corretta informazione in meritoal<strong>la</strong> composizione <strong>del</strong> prodotto. Ogni articolo infatti può essere costituito integralmente (al 100%) da legname provenienteda foreste gestite in modo responsabile, oppure solo parzialmente. Le percentuali devono rispettare valoriminimi predefiniti e il metodo di calcolo è sempre standardizzato.Ogni anello <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> deve garantire al proprio cliente informazioni chiare, complete e corrette, con partico<strong>la</strong>reriguardo al<strong>la</strong> provenienza <strong>del</strong> <strong>legno</strong>. Ogni anello deve, a sua volta, accertarsi in merito a ciò che acquista: seacquista prodotti certificati non è necessario che estenda i controlli oltre al<strong>la</strong> validità <strong>del</strong> certificato di Catena di34Custodia <strong>del</strong> diretto fornitore , mentre se acquista <strong>legno</strong> non certificato, deve essere in grado di escludere daipropri prodotti che saranno venduti col marchio FSC o PEFC, quelle fonti che non siano ritenute accettabili (es. <strong>legno</strong>proveniente da tagli illegali o da piante geneticamente modificate).4.3Certificazione di prodottoDa un punto di vista strettamente normativo, <strong>la</strong> Catena di Custodia è una <strong>certificazione</strong> di prodotto. La <strong>certificazione</strong>di prodotto è una garanzia offerta da un ente esterno ed indipendente rispetto all'organizzazione certificata(ente di <strong>certificazione</strong>) in merito al<strong>la</strong> veridicità di una determinata dichiarazione su un prodotto, e si differenziain modo sostanziale dalle più note e diffuse “certificazioni di sistema” (es. ISO 9001, ISO 14001, etc.).La <strong>certificazione</strong> di prodotto informa il cliente sul fatto che una precisa caratteristica legata al prodotto, è vera egarantita. Si tratta di una forma di comunicazione più diretta, per informare in merito ad una <strong>qualità</strong> misurabile etangibile.323334Per “prodotto finito” si intende l'oggetto di vendita di una organizzazione, indipendentemente dallo stato di “finitura” <strong>del</strong> prodotto stesso.In aggiunta a al <strong>legno</strong> ed ai materiali derivati, come <strong>la</strong> cellulosa, le regole <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia possono anche essere applicate aiprodotti forestali non <strong>legno</strong>si. Per PEFC ciò sarà possibile so<strong>la</strong>mente a partire dal 2007.Ciascun fornitore certificato, infatti, è sottoposto necessariamente a verifiche e controlli da parte <strong>del</strong> proprio ente di <strong>certificazione</strong>.49


Nel caso specifico <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, il messaggio di <strong>qualità</strong> non è legato a caratteristiche intrinseche al materiale,come ad esempio una caratteristica prestazionale (es. resistenza a sollecitazioni meccaniche) o ad una caratteristicachimica (es. assenza di sostanze tossiche). La garanzia è re<strong>la</strong>tiva so<strong>la</strong>mente al<strong>la</strong> provenienza <strong>del</strong> materiale<strong>legno</strong>so che viene impiegato <strong>nel<strong>la</strong></strong> realizzazione <strong>del</strong> prodotto. Il legname certificato, infatti, non ha necessariamentecaratteristiche meccaniche od estetiche superiori rispetto a quello non certificato.Quando una organizzazione possiede un certificato di Catena di Custodia (FSC o PEFC), è in grado di garantire cheil proprio prodotto è stato realizzato a partire da materie prime control<strong>la</strong>te, e il controllo riguarda sempre soltanto<strong>la</strong> loro provenienza: il legname può provenire da boschi o foreste certificate, portando con se il messaggio legato al<strong>la</strong> corretta ge-35stione <strong>del</strong>le risorse naturali;il legname può provenire da boschi o foreste non certificate, ma nelle quali si è in grado di escludere <strong>la</strong> conduzionedi pratiche non accettabili (ad esempio il taglio illegale o <strong>la</strong> trasformazione di foreste naturali in terreniagricoli);il legname può provenire da attività e processi di recupero e ricic<strong>la</strong>ggio. In questo caso sussiste <strong>la</strong> garanzia che<strong>la</strong> materia prima ha già avuto un suo “ciclo di vita” ed è pertanto possibile informare l'acquirente in merito alcontenuto di materiale ricic<strong>la</strong>to ed al <strong>del</strong> contributo fornito ad una minor pressione sulle risorse forestali.Essendo una garanzia legata al prodotto, bisogna sottolineare che quando una organizzazione ottiene il certificato,non è automatico che l'intera sua produzione debba essere considerata certificata.Se un'azienda possiede, ad esempio, differenti linee di produzione, essa può scegliere di certificarle tutte, oppuredi certificarne solo una parte. Questo dettaglio è sempre chiarito dal “campo di applicazione” <strong>del</strong> certificato,il quale esprime in modo chiaro e sintetico quali sono le produzioni che l'azienda è in grado di realizzare nel rispetto<strong>del</strong>le regole. Inoltre, anche se una determinata produzione rientra nel campo di applicazione <strong>del</strong> certificato,l'azienda è libera ogni volta di scegliere se realizzar<strong>la</strong> come certificata, e quindi nel rispetto <strong>del</strong>le regole, oppureno. E' comunque importante comunicare correttamente quando un prodotto sia certificato (e si intenda venderlocome tale) ed invece evitare comunicazioni fuorvianti quando un prodotto non lo sia.Omettere <strong>la</strong> comunicazione quando un prodotto è stato comunque realizzato nel rispetto <strong>del</strong>le regole non è vieta-36to. Talvolta questa è anzi una precisa scelta aziendale . Ciò che è espressamente vietato è il percorso inverso: comunicare,con imperizia o dolo, tramite etichettatura o altre forme, che un prodotto è stato realizzato nel rispetto<strong>del</strong>le regole quando invece ciò non è vero, né dimostrabile .37La dimostrabilità è un aspetto fondamentale: solo chi è sotto il diretto controllo di un ente di <strong>certificazione</strong> accreditato,ed è quindi in possesso di un codice di registrazione, può comunicare che il prodotto è certificato.Fornire un prodotto certificato con <strong>la</strong> Catena di Custodia è paragonabile ad effettuare un trattamento sul prodottosecondo specifica tecnica: il trattamento si esegue se si desidera, altrimenti si può continuare a non farlo.4.4La <strong>catena</strong> dei certificatiIn questo primo approfondimento si è introdotto un concetto importante: quello di “anello” <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di trasformazione<strong>del</strong> prodotto, dal<strong>la</strong> foresta al consumatore finale. Affinché al consumatore finale possa giungere unprodotto correttamente etichettato e per il quale si possa garantire <strong>la</strong> veridicità <strong>del</strong> messaggio veico<strong>la</strong>to dal marchiodi <strong>certificazione</strong>, è indispensabile che il prodotto sia sempre adeguatamente control<strong>la</strong>to.L'impostazione generale prevede che tutte le volte che il materiale cambia di proprietà (e quindi viene compravenduto)sia il venditore, che l'acquirente abbiano un proprio certificato di Catena di Custodia, e che quindi entrambiabbiano attivo un sistema per gestire il materiale sempre in conformità alle regole.353637Il concetto di “corretta gestione” viene espresso in modo differente tra i due schemi di <strong>certificazione</strong>. PEFC utilizza il termine di“Gestione Sostenibile”, in accordi al<strong>la</strong> definizione sorta a seguito di successivi processi intergovernativi; FSC utilizza il termine di“Gestione Responsabile”. FSC sostiene addirittura il divieto di fare riferimento al<strong>la</strong> sostenibilità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale (vedi FSC-STD-40-201 par. 1.11) richiamando <strong>la</strong> norma ISO 14021 secondo <strong>la</strong> quale “ I concetti coinvolti <strong>nel<strong>la</strong></strong> sostenibilità sono estremamentecomplessi e ancora allo studio. Al momento attuale non esistono metodi definitivi per misurare <strong>la</strong> sostenibilità o confermare il suoconseguimento. Quindi, non deve essere effettuata alcuna asserzione di conseguimento <strong>del</strong><strong>la</strong> sostenibilità”.Es. IKEA ha scelto di non far comparire il marchio FSC per evitare che questo possa, in qualche modo, oscurare il proprio (IKEA-Italiacom. pers. 2003).Ciò può verificarsi sia nel caso di organizzazioni non certificate che vendano come certificati i propri prodotti, sia nel caso di organizzazioniche, pur essendo validamente certificate, vendano come certificati prodotti che non possiedono i requisiti minimi necessariper essere qualificati come tali.50


PARTE SECONDASe <strong>nel<strong>la</strong></strong> successione degli “anelli” <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>catena</strong> di trasformazione si verifica una interruzione <strong>nel<strong>la</strong></strong> sequenza deicertificati (e quindi, per esempio, un'organizzazione che non possieda un certificato valido), <strong>la</strong> <strong>catena</strong> si interrompeed il prodotto non può proseguire come certificato .38Questa precisazione è importante per analizzare correttamente due situazioni: l'acquisto <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima direttamente dal gestore di una foresta certificata; <strong>la</strong> prestazione d'opera in conto<strong>la</strong>voro.Nel<strong>la</strong> prima situazione, il solo certificato di gestione forestale (FM Forest Management) <strong>del</strong> fornitore non è sufficiente.Se si acquista direttamente in foresta è necessario verificare l'esistenza di un “certificato congiunto” (FM39/ COC) per poter avviare <strong>la</strong> <strong>catena</strong> .Nel<strong>la</strong> seconda situazione <strong>la</strong> proprietà <strong>del</strong> materiale non cambia e l'organizzazione terzista emette so<strong>la</strong>mente unafattura di conto<strong>la</strong>voro. Succede molto di frequente che <strong>la</strong>vorazioni partico<strong>la</strong>ri non vengano condotte dal proprietario,bensì da una azienda esterna specializzata. Essendo il proprietario <strong>del</strong> materiale l'unico responsabile <strong>del</strong>lemodalità di gestione <strong>del</strong>lo stesso, é sua precisa responsabilità rendersi garante <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong><strong>la</strong> CoC.Tra l'organizzazione proprietaria <strong>del</strong> materiale e l'organizzazione terzista devono essere definiti opportuni accordie regole operative affinché anche le operazioni condotte nelle unità esterne non siano causa di mesco<strong>la</strong>mentiincontrol<strong>la</strong>ti, ad esempio, di materiale certificato e materiale non certificato e non vi siano errori gestionali talida compromettere <strong>la</strong> correttezza e l'affidabilità di tutte le informazioni re<strong>la</strong>tive ai flussi di legname.In alcuni casi si verifica una situazione mista, in cui il terzista è anche fornitore, organizzando in autonomia acquistidi legname, che poi trasforma e assemb<strong>la</strong> col materiale che deve <strong>la</strong>vorare in conto terzi. In tale situazione, <strong>la</strong>condizione di “fornitore” prevale sul<strong>la</strong> condizione di terzista, imponendo quindi l'obbligo a implementare un sistemadi controllo e sottoporlo a verifica indipendente di terza parte.Se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> dei certificati è continua, <strong>la</strong> certezza che il legname che giunge fino al consumatore finale provengaeffettivamente da foreste certificate è garantita. Prima che fossero introdotte le più recenti versioni degli standard(cfr. par. 2.1) le regole <strong>del</strong> sistema consentivano, in qualunque caso, di risalire al<strong>la</strong> foresta di origine <strong>del</strong> <strong>legno</strong>certificato. Il concetto di “rintracciabilità” era quindi completamente soddisfatto. Con l'introduzione dei nuovidocumenti il collegamento di ogni produzione al lotto di entrata è andato perduto, mantenendo comunquel'evidenza che si tratta di legname certificato.4.5La comunicazione tra chi vende e chi acquistaIn un sistema di Catena di Custodia, nel quale sono coinvolte potenzialmente numerose parti prima che il prodottofinito giunga nelle mani <strong>del</strong> consumatore finale, è fondamentale che le informazioni siano chiare e sempre disponibili.Ogni organizzazione deve poter verificare in modo rapido ed efficace le informazioni re<strong>la</strong>tive al prodotto certificatoche acquista. Essa deve a sua volta rendere disponibili queste informazioni in modo sicuro, sintetico e certoal proprio cliente.Esistono due differenti scenari: le re<strong>la</strong>zioni commerciali tra produttori di grezzo, produttori e trasformatori di semi<strong>la</strong>vorato o componenti eproduttori di prodotto finito ( Business to Business, B to B); le re<strong>la</strong>zioni tra i venditori di prodotto finito e il cliente finale ( Business to Customer, B to C).Nel primo scenario consideriamo i seguenti strumenti: ordine al fornitore; fattura di vendita (e documentazione di accompagnamento).L'ordine al fornitore serve a formalizzare in dettaglio tutti i requisiti che si intendono compresi nel prodotto che siacquista, compresa <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>. È quindi opportuno che sia emesso in forma scritta e comunque che sia archiviabilee verificabile.La fattura di vendita è il documento fiscale e contabile, valido in tutto il mondo, che attesta quando un prodotto3839Esistono alcune deroghe a questa norma, previste da entrambi gli schemi: se l'anello <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> è rappresentato da un commerciante,che non esegue trasformazioni <strong>del</strong> prodotto né modificazioni <strong>del</strong>l'imballo, non è necessario che abbia un certificato di Catenadi Custodia.Questo requisito è valido so<strong>la</strong>mente per FSC. Il PEFC accetta <strong>la</strong> possibilità, per una azienda in possesso di certificato di Catena di Custodia,di acquistare il legname anche direttamente da una organizzazione in possesso <strong>del</strong> solo certificato di Gestione Forestale(PEFC-Italia, 2005).51


cambia di proprietà. Essa è quindi lo strumento più efficace e sicuro per veico<strong>la</strong>re tutte le informazioni necessariead identificare correttamente un prodotto: descrizione ed identificazione merceologica, quantità, contenuto dimateriale certificato o ricic<strong>la</strong>to e fornitore. Ad ogni azienda certificata (FSC o PEFC) viene assegnato un codice diregistrazione univoco, e tutte le aziende certificate nel mondo sono inserite in appositi elenchi internazionali di liberoaccesso. Questo codice deve essere riportato in fattura: verificandone <strong>la</strong> presenza l'acquirente può facilmentecontrol<strong>la</strong>re <strong>la</strong> validità <strong>del</strong> certificato <strong>del</strong> proprio fornitore . Frequentemente accade che <strong>la</strong> fattura non ar-40rivi contestualmente al materiale. In questi casi <strong>la</strong> documentazione di accompagnamento (es. Documenti di Trasporto,DdT) deve riportare le medesime informazioni, per consentire all'acquirente di completare in modo efficaceil controllo in accettazione e verificare immediatamente <strong>la</strong> condizione di prodotto certificato.Nel secondo scenario lo strumento di comunicazione principale è l'etichetta. Essa viene apposta direttamente sulprodotto, in modo solidale, e contiene le informazioni più importanti e sintetiche per il consumatore finale:il logo <strong>del</strong>lo schema di <strong>certificazione</strong> (FSC o PEFC);il produttore (tramite il codice di certificato, e non il marchio societario);<strong>la</strong> quantità di materiale certificato contenuto nel prodotto (se tutto o solo in parte);l'eventuale presenza di <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to.L'etichettatura sul prodotto non è mai un obbligo normativo (vale a dire che le regole di <strong>certificazione</strong> non <strong>la</strong> impongonomai), ma solo una opportunità per comunicare più efficacemente il messaggio che il prodotto è stato realizzatocon materiale proveniente da foreste correttamente gestite o che rientra in un più vasto impegno allosfruttamento responsabile <strong>del</strong>le risorse forestali mondiali. Il mancato uso <strong>del</strong>l'etichetta sul prodotto comportauna maggiore difficoltà, se non l'impossibilità, di far pervenire al consumatore questi stessi messaggi.Sia FSC che PEFC hanno studiato apposite etichette, con forme grafiche molto precise e non modificabili. A secondache si tratti di prodotti costituiti (in tutto o in parte) da legname certificato, o contengano (in tutto o in parte)<strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to, al<strong>la</strong> etichetta viene normalmente associata anche una breve dichiarazione per aumentare nel consumatore<strong>la</strong> consapevolezza di ciò che acquista.4.6Mutuo riconoscimento e <strong>certificazione</strong> congiuntaPur essendo <strong>la</strong> definizione di <strong>catena</strong> di custodia applicabile ad entrambi gli schemi di <strong>certificazione</strong> che stiamoanalizzando (FSC e PEFC), non deve essere dimenticato che tra di essi non vi è un mutuo riconoscimento. Ciò significache ciò che viene acquistato come certificato con uno schema, non può essere considerato automaticamentecome certificato anche con l'altro schema.In questo manuale ci si limita a prendere atto di tale separazione, senza volerne approfondire le motivazioni. Dauna lettura degli standard, emerge come le regole dei due schemi siano ampiamente sovrapponibili. Le differenze,infatti, a differenza di quanto accade per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale, non sono partico<strong>la</strong>rmenterilevanti e nei prossimi capitoli saranno evidenziate e analizzate in dettaglio.Resta comunque possibile una <strong>certificazione</strong> congiunta, ovvero <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di una stessa organizzazione secondoentrambi gli schemi. In questo caso si evidenziano vantaggi e svantaggi: da una parte <strong>la</strong> similitudine tra i requisitidei due schemi porta ad una forte semplificazione nel sistema di regole da implementare, dall'altra il mancatomutuo riconoscimento comporta una doppia gestione dei flussi di legname, nonché una separazione nei magazzinie nelle registrazioni contabili. La coesistenza di due certificati comporta anche dei costi di <strong>certificazione</strong>aggiuntivi, rispetto al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> secondo un solo schema, a causa di un raddoppiamento <strong>del</strong>le visite ispettivedi <strong>certificazione</strong> e di mantenimento. Fa eccezione il caso in cui l'ente di <strong>certificazione</strong> responsabile <strong>del</strong> ri<strong>la</strong>sciodei certificati sia accreditato per entrambi gli schemi, FSC e PEFC, e quindi possa condurre in contemporanea leverifiche in campo.40Questo requisito non è previsto dal PEFC.52


PARTE SECONDA5. Le regole generali per <strong>la</strong> Catena di CustodiaIn questo capitolo si riportano le regole generali per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, avendo cura di evidenziare,di volta in volta, punti di convergenza e di divergenza tra i due standard5.1Gli standard di riferimento: transizione tra vecchi e nuoviSi è già detto che FSC e PEFC, in modo autonomo e indipendente, hanno definito le regole da rispettare per potercertificare <strong>la</strong> propria Catena di Custodia. In questo capitolo si desidera presentare gli standard applicabili, emessida ciascuno degli schemi di <strong>certificazione</strong>.È importante precisare subito che recentemente le regole <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia sono state modificate, per entrambigli schemi .41Le ragioni di questa scelta sono molteplici: <strong>la</strong> volontà di incrementare, nel tempo, <strong>la</strong> porzione di materiale certificatoall'interno dei prodotti certificati, risolvere le carenze che le regole precedenti avevano evidenziato e risponderealle esigenze espresse dal mercato e, più in generale, dagli stakeholder.Di seguito si propone un'analisi sintetica, ma di dettaglio, <strong>del</strong>l'evoluzione degli standard, per singolo schema di<strong>certificazione</strong>.5.1.1 Forest Stewardship CouncilLa normativa di riferimento, prima che venissero introdotti i nuovi standard per <strong>la</strong> Coc, era rappresentata dai documentiindicati in tabel<strong>la</strong> 5.1.Tabel<strong>la</strong> 5.1 - Documenti di riferimento FSC per il “vecchio standard” CoCTitolo <strong>del</strong> documentoFSC policy on percentage based c<strong>la</strong>imsFSC Trademark Policy ManualFSCAccreditation Manual(febbraio 2002) sez. 3.6Fonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006..ContenutoIl documento contiene le regoleper etichettare i prodotti contenentimeno <strong>del</strong> 100% di legnamegrezzo certificato FSC.Il documento contiene le regoleper l'uso <strong>del</strong> logo FSC.I requisiti generali di sistema sonoriportati nei rego<strong>la</strong>menti deisingoli organismi di <strong>certificazione</strong>accreditati.NoteL'ultima versione, <strong>del</strong> 15 maggio2000, è il risultato di successivemodifiche.È attualmente in vigore <strong>la</strong> versione<strong>del</strong> 2003.Il documento è rivolto agli entidi <strong>certificazione</strong> accreditatiche devono riversare tali requisitinei propri rego<strong>la</strong>menti di<strong>certificazione</strong>.I nuovi standard sono invece elencati e brevemente descritti nel prospetto 5.1.Attualmente ci troviamo <strong>nel<strong>la</strong></strong> fase in cui ancora possono esistere certificati di Catena di Custodia FSC conformi astandard differenti, “vecchi” e “nuovi”. L'unico aspetto comune a tutti è <strong>la</strong> modalità di etichettatura <strong>del</strong> prodotto.La coesistenza di regole diverse in alcuni casi può comportare qualche difficoltà. Ciò vale soprattutto nel casoin cui aziende che applichino regole differenti per calco<strong>la</strong>re e comunicare il contenuto di materiale certificato nelproprio prodotto si scambino prodotti certificati.41Questo <strong>la</strong>voro presenta uno studio so<strong>la</strong>mente in merito all'applicazione dei nuovi standard, non ritenendo utile l'analisi di un rego<strong>la</strong>mentoche a breve non sarà più applicabile.53


Prospetto 5.1 - Standard <strong>del</strong> Forest Stewardship Council per <strong>la</strong> Catena di CustodiaStandardDescrizioneEntrata in vigoreFSC-POL-40-001FSC-STD-40-004FSC-STD-40-005FSC-STD-30-010FSC-STD-40-201Fonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.Politica FSC per le dichiarazioni basatesulle percentuali.Lo standard disciplina l'uso <strong>del</strong> logo FSCsui prodotti ed al di fuori di essi e stabiliscei diversi contenuti percentuali minimidi <strong>legno</strong> certificato FSC per le diversecategorie di prodotti (prodotti in massello,prodotti assemb<strong>la</strong>ti, prodotti in fibree particelle), ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>.Standard per le aziende che acquistano,trasformano e vendono prodotti emateriali certificati FSC.Lo standard disciplina tutti gli aspetti<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, con riferimentoal<strong>la</strong> gestione sia fisica che documentale,in tutte le fasi <strong>del</strong> processo, <strong>del</strong> materialecertificato FSC.Descrive le diverse tipologie di prodottocertificato FSC, distinguendo tra Puro,Misto (a crediti ed a soglia) e Ricic<strong>la</strong>to.Lo standard può essere anche applicatoalle aziende che producono prodotti forestalinon <strong>legno</strong>si.Standard FSC per il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>tonon certificato FSC.Lo standard definisce i requisiti propri<strong>del</strong> <strong>legno</strong> vergine, non certificato FSC,per poterlo c<strong>la</strong>ssificare come control<strong>la</strong>toe, quindi, impiegare assieme a <strong>legno</strong> certificatoin prodotti <strong>del</strong> tipo FSC-Misto.Stabilisce le modalità di controllo che devonoessere adottate dalle aziende chevogliano utilizzare il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to.Standard FSC per le imprese di gestioneforestale che forniscono <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>tonon certificato FSC.Lo standard stabilisce le modalità secondole quali deve essere verificata <strong>la</strong>gestione di una foresta affinché il <strong>legno</strong>ricavato da essa possa essere fornito comecontrol<strong>la</strong>to ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodiaFSC.Requisiti per l'etichettatura dei prodotticertificati.Lo standard definisce i contenuti, le caratteristichegrafiche, le modalità di riproduzionee di applicazione <strong>del</strong>le etichetteper i prodotti certificati FSC.15 maggio 20001 ottobre 20041 ottobre 20041 ottobre 20041 ottobre 2004NoteLe aziende che al 1 ottobre 2004 fossero giàcertificate secondo questo standard, dovrannoadeguarsi ai nuovi standard (FSC-STD-40-004 e ss.) entro il 31 dicembre 2006.Dal 1 gennaio 2006 nessuna nuova <strong>certificazione</strong>può essere ri<strong>la</strong>sciata secondo questostandard.Dal 1 gennaio 2007 non sarà più applicabilee sarà abolito.Rappresenta il nuovo standard di base per<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, rispetto al quale le altrenorme risultano complementari.Tutte le nuove certificazioni ri<strong>la</strong>sciate a partiredal 1 gennaio 2006 devono rispettarequesto standard.Dal 1 gennaio 2007 tutte le certificazioniper <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, nuove e già esistenti,dovranno essere conformi ad esso.Dal 1 gennaio 2008 per i prodotti <strong>del</strong> tipoFSC Misto sarà applicabile so<strong>la</strong>mente il sistemaa crediti ( credit system) e decadrà,invece, il sistema a soglia minima ( thresholdsystem).È uno standard complementare rispetto aFSC STD-40-004.Le foreste di provenienza <strong>del</strong> <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>tosono distinte, a seconda <strong>del</strong>le loro caratteristiche,in foreste a basso rischio e forestead alto rischio.Con riferimento a quest'ultime è richiestoche sia verificata <strong>la</strong> conformità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestioneforestale ai requisiti indicati in FSCSTD-30-010.È uno standard complementare rispetto aFSC STD-40-004 e FSC STD-40-005.Disciplina le modalità di verifica <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione<strong>del</strong>le foreste che secondo FSC STD-40-005 sono c<strong>la</strong>ssificabili come foreste altorischio.Dal 1 luglio 2005 questo standard è l'unico invigore per <strong>la</strong> disciplina <strong>del</strong>l'etichettaturadei prodotti con le etichette standard FSC:tutte le aziende certificate devono attenersiad ed esso.Una considerazione partico<strong>la</strong>re deve essere fatta per i broker e le aziende che svolgano attività puramente di tipocommerciale: per queste organizzazioni il vecchio standard rimane applicabile anche oltre il limite <strong>del</strong> 1 gennaio2007 ed uno standard specifico è allo studio di FSC .Le nuove regole sono talvolta di difficile applicazione: si pensi al<strong>la</strong> limitata capacità, in partico<strong>la</strong>re nelle piccoleaziende, di control<strong>la</strong>re l'origine <strong>del</strong> legname non certificato che sia acquistato, con <strong>la</strong> possibilità di un incremento<strong>del</strong> rischio che vada perduto il carattere “control<strong>la</strong>to” <strong>del</strong> legname non certificato, oltre al fatto che tali regolesembrano essere più adatte a processi produttivi in continuo, e non a lotti (che sono invece più frequenti nel con-54


PARTE SECONDAtesto italiano).Il calendario di applicazione di questi nuovi standard prevedono un opportuno periodo di transizione, per renderepiù agevole e meno repentino il passaggio dagli standard precedentemente in vigore (Box 5.1).Box 5.1 - Calendario di applicazione dei nuovi standard FSC per <strong>la</strong> COC1 ottobre 2004: a partire da questa data le aziende possono scegliere di applicare il nuovo standard;1 luglio 2005: a partire da questa data tutti i tito<strong>la</strong>ri di certificato FSC CoC hanno dovuto adeguarsi alle nuove norme perl'etichettatura dei prodotti;1 gennaio 2007: a partire da questa data le nuove certificazioni potranno essere condotte so<strong>la</strong>mente in conformità ai nuovistandard, e tutti i certificati esistenti dovranno essere conformati ai nuovi standard.Fonte: FSC, 2004, 2004a e 2004b. Ns. e<strong>la</strong>borazione.5.1.2 Programme for Endorsement of Forest Certification schemeLa normativa di riferimento per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia PEFC, prima che venissero introdotte lemodifiche, era rappresentata dai documenti indicati in tabel<strong>la</strong> 5.2, mentre i nuovi standard sono quelli sintetizzati<strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 5.3.Il periodo di transizione per gli standard PEFC è terminato il 10 ottobre 2005. A partire da quel<strong>la</strong> data ogni valutazione,sia per le nuove certificazioni che per i sistemi già esistenti, è condotta in conformità al nuovo standard.Tabel<strong>la</strong> 5.2 - Documenti di riferimento PEFC per il “vecchio standard” CoCCodice <strong>del</strong> documentoTitolo <strong>del</strong> documentoAll. 4 al PEFC Technical DocumentAll. 5 al PEFC Technical DocumentFonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.Chain of Custody of forest based productsrequirementsPEFC logo use rulesContenutoStandard di riferimento per <strong>la</strong> Catenadi Custodia PEFCRegole per l'uso corretto <strong>del</strong> logoPEFCTabel<strong>la</strong> 5.3 - Documenti di riferimento PEFC per il “nuovo standard” CoCCodice <strong>del</strong> documento ContenutoContenutoAll. 4 al PEFC Technical Document(revisione <strong>del</strong> 17 giugno2005, approvata il 10 giugno2005)All. 5 al PEFC Technical Document(revisione <strong>del</strong> 17 giugno2005, approvata il 10 giugno2005)Fonte: PEFC, 2005 e 2005a. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Schema di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong>Catena di Custodia dei prodottidi origine forestale.PEFC logo use rulesÈ lo standard di riferimento per<strong>la</strong> Catena di Custodia PEFCContiene le indicazioni per uncorretto utilizzo <strong>del</strong> marchioPEFCNoteLa versione italiana di tale documento(ITA 1002) é disponibilepresso il sito web:www.pefc.it.Approvato il 28.10.05. Disponibile<strong>nel<strong>la</strong></strong> versione in linguaitaliana presso il sito web:www.pefc.it.5.2I requisiti di sistemaLa Catena di Custodia è un processo che, all'interno di ogni organizzazione, richiede il coinvolgimento di numeroserisorse. La Direzione Aziendale, il personale operativo e amministrativo, gli strumenti di gestione e controllo<strong>del</strong>le attività, gli strumenti di <strong>la</strong>voro e di produzione etc. sono solo esempi di tutto ciò che deve essere adeguatoallo scopo.Il complesso <strong>del</strong>le regole che l'organizzazione definisce affinché tutto funzioni nel rispetto <strong>del</strong><strong>la</strong> norma di riferimentoviene comunemente indicato con il termine di “Sistema di Gestione”. È opportuno che questo complesso diregole sia ben costruito, in modo da evitare tanto inutili appesantimenti <strong>del</strong> sistema di gestione aziendale, che rallentinoe complichino le attività <strong>del</strong>l'organizzazione, quanto <strong>la</strong> presenza di aree o processi incontrol<strong>la</strong>ti e disordinati.55


Sia FSC, che PEFC offrono una indicazione precisa dei requisiti minimi di sistema, ovvero <strong>del</strong>le regole obbligatoriedi base che, se rispettate, garantiscono una gestione efficace <strong>del</strong> sistema. Per meglio chiarire questo punto sipresenta, di seguito, un esempio riferito agli aspetti re<strong>la</strong>tivi all' “impegno <strong>del</strong><strong>la</strong> Direzione”. Se è presente e vienecorrettamente comunicato e diffuso, esso rappresenta il principale stimolo per tutta <strong>la</strong> struttura. La sua “formalizzazione”può quindi essere immaginata come il principale strumento in un sistema di gestione.Pur presentando alcune differenze, possiamo definire i seguenti requisiti minimi di sistema comuni ai due schemidi <strong>certificazione</strong>: deve essere definito un “sistema di controllo” in forma scritta, contenente una Politica, un Manuale, <strong>del</strong>le Proceduree/o Istruzioni operative, che sia adeguato al<strong>la</strong> complessità <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia a cui si applica; deve essere individuato un “Responsabile <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia”, che abbia il compito e <strong>la</strong> responsabilitàgenerale di control<strong>la</strong>re il rispetto di tutti i requisiti; tutto il personale deve essere adeguatamente addestrato ed informato in re<strong>la</strong>zione ai propri compiti e responsabilità; le responsabilità devono essere chiaramente identificate, in modo che non vi siano dubbi sul<strong>la</strong> ripartizionedei compiti all'interno <strong>del</strong><strong>la</strong> stessa azienda; tutte le registrazioni e i report re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia (registrazioni contabili e/o amministrative, registrazionidei movimenti di magazzino, report temporali, registrazioni di acquisti e vendite, registrazioni dicontrollo o verifiche etc.) devono essere accurati, completi, aggiornati ed accessibili.Il PEFC, tuttavia, specifica che il possesso di un certificato di conformità alle norme ISO 9001 o ISO 14001 è sufficientea garantirne il totale rispetto. Per esempio, richiede <strong>la</strong> conduzione di Verifiche Ispettive Interne, <strong>la</strong> gestionedi Azioni Correttive e <strong>la</strong> predisposizione di un Riesame, come strumenti per un più completo controllo daparte <strong>del</strong><strong>la</strong> Direzione.42Le Verifiche Ispettive Interne sono simu<strong>la</strong>zioni <strong>del</strong>le verifiche condotte dall'ente di <strong>certificazione</strong>, ma sono completamenteorganizzate e gestite internamente dall'azienda. Essa stessa si impone di definire dei momenti di valutazionesu tutti i processi aziendali. Il valutatore interno, così come per ogni altro operatore, deve essere in gradodi svolgere questo compito e deve quindi avere una adeguata formazione.Col termine di Azioni Correttive si intendono tutte quelle iniziative che si attivano per risolvere un problema o un43errore , di qualunque tipo, e soprattutto per evitare che questo si ripeta. La gestione <strong>del</strong>le Azioni Correttive e <strong>la</strong>registrazione <strong>del</strong>le stesse, elencando in maniera ordinata i problemi che si sono presentati e le soluzioni che si sonoadottate, consentono di costruire un insieme di informazioni estremamente utili. È possibile, ad esempio, sintetizzaretutte le anomalie che si sono verificate nel corso di un determinato periodo di tempo ed ottenere una visionedi insieme <strong>del</strong>le attività di gestione <strong>del</strong>l'organizzazione così da individuare gli interventi più opportuni ed efficacial fine di un miglioramento continuo <strong>del</strong>l'organizzazione.Il Riesame <strong>del</strong><strong>la</strong> Direzione, infine, è un passaggio centrale nell’ambito di un Sistema di Gestione. La Direzioneraccoglie tutte le informazioni dai vari comparti aziendali: produzione, commerciale, risorse umane, acquisti-,etc., oltre agli esiti dei già citati processi <strong>del</strong>le Verifiche Ispettive (interne ed esterne) e di gestione <strong>del</strong>le AzioniCorrettive, ed avvia una loro analisi complessiva, finalizzata all'individuazione <strong>del</strong>le principali linee di azione perun costante miglioramento (es. nuove o diverse scelte strategiche, nuove politiche commerciali, cambiamento<strong>del</strong>le risorse umane o strumentali etc.).È importante che questi tre processi (Verifiche Interne, Azioni Correttive, Riesame) siano sempre correttamenteregistrati.5.3Le categorie di prodottiGli standard che si stanno descrivendo definiscono, innanzitutto, una c<strong>la</strong>ssificazione <strong>del</strong>le diverse tipologie di materialiche possono essere impiegate per realizzare un prodotto certificato. L'utilizzo combinato di tipologie di-44verse ha diretta influenza sul<strong>la</strong> modalità di etichettatura <strong>del</strong> prodotto finito.Per entrambi gli schemi vale <strong>la</strong> medesima considerazione: per poter realizzare un prodotto certificato non è contemp<strong>la</strong>taso<strong>la</strong>mente <strong>la</strong> possibilità di impiegare esclusivamente legname proveniente da foreste certificate. È infatticonsentito anche l'utilizzo di materiale proveniente da foreste non certificate o di materiale “ricic<strong>la</strong>to”, im-424344Più correttamente definite verifiche di prima parte.In generale si utilizza il termine Non Conformità, come “ mancato soddisfacimento di un requisito”(UNI EN ISO 9001:2000).Con il termine materiali s'intende sia <strong>legno</strong>, che fibre di <strong>legno</strong>.56


PARTE SECONDApiegando quindi come fonte di approvvigionamento un prodotto che ha già avuto un proprio ciclo di vita.Abbiamo già anticipato che il ricorso a materiale non certificato non può essere indiscriminato, ma deve risponderea due requisiti di base:<strong>la</strong> quantità impiegata in ogni prodotto (o lotto di produzione) deve rispettare dei valori minimi precisi;il materiale non certificato deve avere caratteristiche conformi a quanto indicato negli standard di riferimento.Le regole re<strong>la</strong>tive al rapporto percentuale tra materiale certificato e non certificato all'interno di un medesimoprodotto (o lotto di prodotti) saranno descritte più avanti, quando, nel capitolo 6, saranno analizzate in dettagliole specifiche di ciascuno dei due schemi. Per quanto riguarda invece le distinzioni all'interno <strong>del</strong><strong>la</strong> stessa categoriadi “materiale non certificato”, si rendono necessarie alcune riflessioni, riguardo sia al<strong>la</strong> differenza tra “fontiammissibili” e “fonti non ammissibili”, sia riguardo al materiale ricic<strong>la</strong>to.Per fonte ammissibile si intende una foresta che non sia certificata in conformità alle regole di un determinato45standard di <strong>certificazione</strong> forestale, ma per <strong>la</strong> quale si hanno sufficienti (e verificabili ) informazioni, che permettonodi escludere determinate provenienze. FSC, per esempio, ha dettagliato 5 casi diversi di fonti non certificateche in alcun modo possono fornire materiale da impiegare <strong>nel<strong>la</strong></strong> realizzazione di un prodotto certificato .46PEFC, da parte sua, più genericamente par<strong>la</strong> di “fonti controverse”, intendendo ogni forma di utilizzazione illegaleo non autorizzata .47Per quanto riguarda il materiale ricic<strong>la</strong>to (o di recupero), <strong>la</strong> sua introduzione rappresenta una <strong>del</strong>le novità più rilevantidei nuovi standard, in entrambi gli schemi di <strong>certificazione</strong>. L'utilizzo di materiale ricic<strong>la</strong>to (<strong>legno</strong> o fibre)permette di certificare un prodotto, anche se per <strong>la</strong> sua produzione non sia stato impiegato <strong>legno</strong> certificato. Ciòin considerazione <strong>del</strong> fatto che pratiche corrette di ricic<strong>la</strong>ggio possono stimo<strong>la</strong>re una ottimizzazione nello sfruttamento<strong>del</strong>le risorse naturali.In sintesi, è possibile distinguere e c<strong>la</strong>ssificare le diverse tipologie di materiale <strong>legno</strong>so, ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong><strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, secondo quanto indicato <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 5.4.Tabel<strong>la</strong> 5.4 - Categorie di materiale <strong>legno</strong>so identificate in base al<strong>la</strong> provenienzaai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> CoCCategoria 1Categoria 2Categoria 3Materiale proveniente da forestecertificateFonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione 2006.È possibile combinare in modo diverso (anche se non arbitrario) queste tipologie di materiale, realizzando prodotticon caratteristiche di composizione differenti. Vale <strong>la</strong> pena ricordare, in ogni caso, che <strong>la</strong> terza categoria nondeve mai essere impiegata per <strong>la</strong> realizzazione di un prodotto certificato.In linea generale è possibile affermare che:Materiale proveniente da forestenon certificate macontrol<strong>la</strong>te(materiale control<strong>la</strong>to)Materiale proveniente da forestenon certificate e noncontrol<strong>la</strong>te(materiale non control<strong>la</strong>toCategoria 4Materiale ricic<strong>la</strong>to (o di recupero)un prodotto realizzato so<strong>la</strong>mente con materiale proveniente da foreste certificate è un prodotto puro;un prodotto realizzato con materiale certificato ed anche con materiale non certificato è un prodotto “misto”,che pur potendo presentare il marchio di <strong>certificazione</strong>, porta con se un messaggio necessariamentepiù complesso e artico<strong>la</strong>to;un prodotto realizzato con materiale ricic<strong>la</strong>to pone invece l'attenzione su un concetto più familiare al consumatore,visto che l’anello di Mobius è già presente su numerosi prodotti.454647Come si vedrà più avanti, <strong>la</strong> verificabilità di queste informazioni è uno dei requisiti più complessi da rispettare.I 5 casi sono: 1) legname esboscato da aree dove i diritti tradizionali o civili sono vio<strong>la</strong>ti; 2) legname esboscato da aree forestali noncertificate FSC aventi alti valori di conservazione che vengono vio<strong>la</strong>ti; 3) legname proveniente da piante geneticamente modificate;4) legname proveniente da tagli illegali; 5) legname proveniente da aree forestali naturali che siano state convertite in piantagionio in forme d'uso non forestali (FSC, 2004a).Il PEFC, entro <strong>la</strong> fine <strong>del</strong> 2006, pubblicherà un documento ufficiale che conterrà un dettaglio maggiore <strong>del</strong>le “fonti controverse”. Inquesto documento si troveranno più precise informazioni in merito al<strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio e agli strumenti di valutazione (ad.esempio le dichiarazioni ri<strong>la</strong>sciate da enti di <strong>certificazione</strong> accreditati).57


Questa ultima distinzione ci consente di introdurre una ulteriore c<strong>la</strong>ssificazione, basata non già sul<strong>la</strong> provenienza<strong>del</strong> <strong>legno</strong> o <strong>del</strong>le fibre di <strong>legno</strong>, ma sul<strong>la</strong> etichettatura <strong>del</strong> prodotto. Puro, Misto e Ricic<strong>la</strong>to sono infatti le tre possibilicombinazioni che derivano dal<strong>la</strong> misce<strong>la</strong> di materie prime utilizzata ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodotto(tabel<strong>la</strong> 5.5).Tabel<strong>la</strong> 5.5 - Categorie di prodotti certificati identificate in base al<strong>la</strong> misce<strong>la</strong> di materie primeimpiegate ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> produzionePuroRicic<strong>la</strong>toMistoIl prodotto è realizzato unicamentecon materiale proveniente da forestecertificate PEFC.Fonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.Il prodotto è realizzato unicamente conmateriale ricic<strong>la</strong>to post-consumo e determinatetipologie di materiale preconsumo,secondo <strong>la</strong> definizione che neviene data da ciascuno dei due standard.In tutti gli altri casi.Si analizza di seguito e nel dettaglio <strong>la</strong> diversa impostazione nel considerare <strong>la</strong> categoria <strong>del</strong> materiale ricic<strong>la</strong>todei due schemi di <strong>certificazione</strong>.5.3.1 Il <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to secondo gli standard <strong>del</strong> Forest Stewardship CouncilLa tabel<strong>la</strong> 5.6 presenta un quadro di sintesi <strong>del</strong>le diverse tipologie di materiale ricic<strong>la</strong>to, così come c<strong>la</strong>ssificabili edefinibili secondo gli standard <strong>del</strong> FSC per <strong>la</strong> Catena di Custodia.Tabel<strong>la</strong> 5.6 - Categorie di materiale ricic<strong>la</strong>to secondo gli standard FSCTipologia di materialeRiferimento FSC-STD-40-004Legno ricic<strong>la</strong>to (o di recupero) post-consumo Allegato 2Fibre ricic<strong>la</strong>te (o di recupero) post-consumo Allegato 3Altro materiale recuperato ( other rec<strong>la</strong>imed material) Allegato 1Prodotti specificatamente non considerabili come materiale ricic<strong>la</strong>to( not accepted as rec<strong>la</strong>imed material) Allegati 2 e 3Fonte: FSC, 2004. Ns. e<strong>la</strong>borazione.Con l'espressione ricic<strong>la</strong>to post consumo si indica il materiale recuperato da un prodotto dopo che questo sia statoutilizzato per lo scopo ai fini <strong>del</strong> quale è stato creato, ed ha raggiunto <strong>la</strong> fine <strong>del</strong> proprio ciclo di vita. Nel caso discarti di <strong>la</strong>vorazione, deve inoltre verificarsi <strong>la</strong> condizione per cui non sia possibile riutilizzarli nel medesimo sitoproduttivo, all'interno <strong>del</strong>lo stesso processo di <strong>la</strong>vorazione.Il termine altro materiale <strong>legno</strong>so recuperato, che identifica invece il <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to a partire da un prodotto primache questo raggiunga il consumatore finale, corrisponde al materiale ricic<strong>la</strong>to pre-consumo .48I prodotti specificatamente non considerabili come materiale ricic<strong>la</strong>to sono elencati negli allegati 2e3allostandardFSC-STD-40-004.5.3.2 Il <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to secondo gli standard <strong>del</strong> Programme for Endorsement of Forest Certification schemeLe diverse tipologie di materiale ricic<strong>la</strong>to, così come c<strong>la</strong>ssificabili e definibili secondo gli standard <strong>del</strong> FSC per <strong>la</strong>Catena di Custodia sono elencate in tabel<strong>la</strong> 5.7.Tabel<strong>la</strong> 5.7 - Categorie di materiale ricic<strong>la</strong>to secondo gli standard PEFCCategorie Riferimento ITA 1002Legno e fibre post-consumo par. 1.3.13Sotto prodotti pre-consumo par. 1.3.12Fonte: PEFC, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.48Il termine pre-consumo non viene utilizzato dagli standard FSC, essendo sostituito dall'espressione: Altro materiale <strong>legno</strong>so di recupero.58


PARTE SECONDAPer <strong>legno</strong> e fibra post consumo si intendono <strong>legno</strong> e fibre di <strong>legno</strong> già usate in prodotti di consumo o commerciali,scartati per un successivo riutilizzo, riciclo o smaltimento, con l'esclusione dei residui di segherie e di tagli forestali.Per sotto prodotti pre-consumo si intendono, invece <strong>legno</strong> sotto forma di segatura, fibre, scarti <strong>del</strong> processo distampa, scarti di <strong>legno</strong> massiccio o scarti di <strong>legno</strong> composito, derivanti da una qualsiasi trasformazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong>o processo di <strong>la</strong>vorazione e che possono essere recuperati e ricic<strong>la</strong>ti come materia prima per un processo di <strong>la</strong>vorazione,oppure bruciati.La differenza tra le due categorie consiste nel fatto nel primo caso si tratta di materiale che deriva da un prodottofinito che sia stato utilizzato secondo lo sua destinazione d'uso, mentre nel secondo caso si tratta di materiale cherisulta come scarto di un processo di <strong>la</strong>vorazione, indipendentemente dal<strong>la</strong> forma in cui si trova (segatura, fibra,<strong>legno</strong> massiccio, <strong>legno</strong> composito).5.4Le diverse etichetteNel paragrafo precedente si è visto come l'utilizzo <strong>del</strong>le diverse tipologie di materiale elencate permetta di etichettareprodotti caratterizzati da combinazioni diverse di input, e che, quindi, hanno caratteristiche diverse. Siriportano e descrivono, di seguito, le possibili etichette che si possono impiegare per identificare correttamenteun prodotto e quali sono le “miscele” <strong>del</strong>le diverse componenti che ne autorizzano l'impiego.5.4.1 Le etichette secondo il Forest Stewardship CouncilFSC ha definito un set di etichette standard (tabel<strong>la</strong> 5.8), alle quali l'azienda deve attingere, in base alle caratteristiche<strong>del</strong> prodotto che vende come certificato. Tali etichette possono essere impiegate sul prodotto o sul re<strong>la</strong>tivoimbal<strong>la</strong>ggio, purché siano comunque solidali al prodotto cui si riferiscono.Tabel<strong>la</strong> 5.8 - Etichette FSC per uso “sul prodotto”PuroMistoQuesta etichetta indica cheper <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodottoè stato impiegato soloed esclusivamente materialeproveniente da foreste certificateFSC.Questa etichetta indica cheper <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodottoè stato impiegato materialeproveniente da forestecertificate FSC, materiale control<strong>la</strong>toe materiale ricic<strong>la</strong>topost-consumo.Questa etichetta indica che per<strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodotto èstato impiegato materiale provenienteda foreste certificateFSC, materiale control<strong>la</strong>to e materialericic<strong>la</strong>to post-consumo.La quantità di materiale ricic<strong>la</strong>topost-consumo è inoltreespressa in termini percentuali.Questa etichetta indica cheper <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodottoè stato impiegato materialeproveniente da forestecertificate FSC e materialecontrol<strong>la</strong>to.Segue59


segue: Tabel<strong>la</strong> 5.8 - Etichette FSC per uso “sul prodotto”MistoRicic<strong>la</strong>toQuesta etichetta indica cheper <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodottoè stato impiegato materialeproveniente da forestecertificate FSC e materiale ricic<strong>la</strong>topost-consumoFonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.Questa etichetta indica cheper <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> prodottoè stato impiegato materialeproveniente da forestecertificate FSC e materiale ricic<strong>la</strong>topost-consumo. La quantitàdi materiale ricic<strong>la</strong>topost-consumo è inoltre espressain termini percentuali.Questa etichetta indica che ilprodotto è stato realizzato impiegandosoloedesclusivamentemateriale ricic<strong>la</strong>to post-consumoLe caratteristiche di tali etichette ed i requisiti per <strong>la</strong> loro applicazione sui prodotti sono descritte dallo standardFSC-STD-40-201.49L'azienda può scegliere tra combinazioni predefinite di colori e forme ma non può, invece, modificare le informazioniin esse contenute, se non in casi eccezionali .50La breve dichiarazione contenuta nelle etichette, in accompagnamento al logo FSC, offre una sintetica descrizione<strong>del</strong><strong>la</strong> combinazione di materiali impiegati nel prodotto etichettato, offrendo una più completa informazione alconsumatore sui contenuti di quanto sta acquistando. La presenza <strong>del</strong> codice univoco di <strong>certificazione</strong>, riportatoall'interno <strong>del</strong>l'etichetta, permette in ogni momento di riferire qualsiasi prodotto all'azienda che lo abbia realizzato,garantendo ulteriori elementi di trasparenza (cfr. box 5.1). Sulle etichette, infine, è sempre riportato il sitoweb internazionale <strong>del</strong> Forest Stewardship Council, così da permettere a chiunque acquisti un prodotto certificatodi raccogliere eventuali ed ulteriori informazioni sul<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC.4950Le modalità d'uso <strong>del</strong>le etichette FSC sui prodotti sono descritte nello standard FSC-STD-40-201. Le diverse tipologie di etichette sonoinvece riportate nel documento: “ FSC Product <strong>la</strong>beling guide-summary (dicembre 2004)”, consultabile al link:http://www.ici<strong>la</strong>.org/documenti/FSC%20Label%20Summary.pdf.Secondo quanto specificato da FSC-STD-40-201, par. 1.6. Quando per esempio un prodotto è troppo piccolo per consentirel'applicazione <strong>del</strong>le etichette standard, è possibile studiare una etichetta differente. Questa dovrà comunque essere autorizzatadall'ente di <strong>certificazione</strong> accreditato.60


PARTE SECONDABox 5.1 Codici di <strong>certificazione</strong> FSCIl logo FSC può essere utilizzato so<strong>la</strong>mente da aziende certificate o da soggetti che siano stati preventivamente autorizzati dallostesso FSC. Ad ogni azienda certificata è attribuito un codice di <strong>certificazione</strong> univoco, che ne permette l'identificazione. Tale codicedovrà sempre essere riprodotto accanto al logo FSC, sia al di fuori <strong>del</strong> prodotto (ad es. poster, brochure, cataloghi, sito web,carta intestata etc.), sia sui prodotti e sui re<strong>la</strong>tivi imbal<strong>la</strong>ggi (per le aziende che abbiano una <strong>certificazione</strong> FSC <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia).L'uso di tali codici permette di verificare rapidamente ed in maniera precisa se l'azienda che usa il logo FSC sia effettivamentecertificata o se, di contro, stia commettendo un abuso. Oltre a ciò <strong>la</strong> funzione fondamentale <strong>del</strong> codice di <strong>certificazione</strong>,quando sia riportato sui prodotti (o su documenti d'accompagnamento, come, ad esempio, una fattura di vendita), è quel<strong>la</strong> di identificareimmediatamente il fornitore e, quindi, di consentire <strong>la</strong> ricostruzione <strong>del</strong>l'intera Catena di Custodia, dal prodotto finito, viavia sino al<strong>la</strong> foresta d'origine. Tanto un'azienda che voglia verificare le proprie forniture, quanto il cliente finale che voglia control<strong>la</strong>reil proprio acquisto hanno a disposizione, con il codice, uno strumento semplice per operare un controllo veloce e preciso. E' sufficientecontattare FSC oppure l'ente di <strong>certificazione</strong> responsabile <strong>del</strong> ri<strong>la</strong>scio <strong>del</strong> certificato per verificare se questo sia corretto,rego<strong>la</strong>rmente ri<strong>la</strong>sciato e se sia ancora valido (non scaduto, sospeso o revocato). Un'altra possibilità è quel<strong>la</strong> di una verifica direttaattraverso il database on-line FSC, che può essere consultato al<strong>la</strong> pagina web www.fsc-info.org, e che consente di individuare le forestee le aziende certificate immettendo dati di partenza quali: paese, codice di certificato, denominazione, tipologia di prodotto,specie <strong>legno</strong>sa, etc.Com'è costruito e come si legge un codice di certificato FSC?I codici ri<strong>la</strong>sciati alle aziende certificate sono costruiti secondo una sequenza fissa che prevede nell'ordine:- sig<strong>la</strong> <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> responsabile <strong>del</strong> ri<strong>la</strong>scio <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>;- sig<strong>la</strong> che identifica il tipo di <strong>certificazione</strong>, cioè FM, se si tratta di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> so<strong>la</strong> gestione forestale, FM/COC se si trattadi <strong>certificazione</strong> congiunta <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale e <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, COC se si tratta <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> so<strong>la</strong>Catena di Custodia;- numero progressivo ri<strong>la</strong>sciato dall'ente di <strong>certificazione</strong>.Ad esempio un codice di <strong>certificazione</strong> per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> congiunta <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale e <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia sarà cosìcostruito:Sig<strong>la</strong> <strong>del</strong>l'entedi <strong>certificazione</strong>XXX - FM/COC - 00001Sig<strong>la</strong> che identifica <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>congiunta: gestione forestale (FM)e Catena di Custodia (COC)Numero progressivoassegnato univocamentedall'ente di <strong>certificazione</strong>Il logo FSC può essere usato al di fuori <strong>del</strong> prodotto anche da ONG, enti di ricerca, imprese <strong>del</strong><strong>la</strong> distribuzione etc., benché non certificati,per scopi promozionali, informativi e divulgativi. In questo caso è compito <strong>del</strong>l'iniziativa nazionale competente <strong>del</strong> FSC verificarepreventivamente l'uso corretto <strong>del</strong> logo e ri<strong>la</strong>sciare l'autorizzazione necessaria, ivi compreso un codice da riprodurre accantoal logo stesso.Ad esempio, se a ri<strong>la</strong>sciare il codice è FSC-Italia, tale codice risulterà così composto: FSC ITA 000X.Fonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.5.4.2 Le etichette secondo il Programme for Endorsement of Forest Certification schemesPEFC non ha definito etichette standard, pur avendo stabilito dei requisiti molto precisi in re<strong>la</strong>zione alle informazioniin esse contenute. Il logo (figura 5.1) può essere utilizzato direttamente sul prodotto sempre e solo se <strong>la</strong> sommatra il materiale certificato vergine e quello ricic<strong>la</strong>to superano il valore di soglia minimo <strong>del</strong> 70%. L'uso sul prodottoè autorizzato so<strong>la</strong>mente ai possessori di un certificato, e quindi a coloro che realizzano o commercializzanoprodotti certificati. Organizzazioni o singole persone possono essere autorizzate ad utilizzare il logo per ragioni diverse(per esempio per progetti di formazione o per iniziative promozionali), ma comunque mai possono applicarload un prodotto facendo erroneamente intendere che questo sia certificato . PEFC precisa inoltre come, tra gli51usi sul prodotto, sia considerata anche l'apposizione <strong>del</strong> logo sul<strong>la</strong> documentazione quando questo è chiaramenteriferito ad un prodotto specifico (per esempio nelle fatture o nei cataloghi vicino al<strong>la</strong> foto <strong>del</strong>l'articolo).51PEFC ha definito 4 categorie di possibili utilizzatori <strong>del</strong> logo: le segreterie nazionali <strong>del</strong> PEFC, i proprietari e gestori forestali certificati,le industrie <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, commercianti e distributori certificati ed altre organizzazioni o singole persone.61


Figura 5.1- Esempio di uso <strong>del</strong> logo PEFC per un prodotto che contenga anche una percentualedi materiale ricic<strong>la</strong>toX%PEFC-01-00-01Al logo, per un uso sul prodotto, è possibile associare alcuni elementi, quali: il codice di registrazione <strong>del</strong> certificato di gestione forestale o di Catena di Custodia; una dichiarazione appropriata (a seconda <strong>del</strong> mix di materiali, tabel<strong>la</strong> 5.9); il logo, il nome o il codice alfabetico identificativo <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> accreditato;52 una descrizione aggiuntiva volontaria se si desidera comunicare informazioni in merito ad altro materiale <strong>legno</strong>soimpiegato (ed esempio l'origine <strong>del</strong><strong>la</strong> parte di <strong>legno</strong> vergine non certificata53).Tabel<strong>la</strong> 5.9 - Possibili dichiarazioni PEFC per un uso “sul prodotto”Da foreste gestite inmodo sostenibile.Per informazioni:www.pefc.orgIl prodotto è realizzato unicamentecon materiale proveniente:- direttamente da foreste certificate- o da aziende con certificatodi <strong>catena</strong> di custodia. Inoltreil materiale è stato gestito,in tutti gli anelli precedenti<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>, solo col metodo<strong>del</strong><strong>la</strong> separazione fisica.Promuove <strong>la</strong> gestionesostenibile <strong>del</strong>leforeste.Per informazioni:www.pefc.orgIl prodotto è realizzato da unaazienda in possesso di un certificatoCoC basato sul metodo<strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale (media ocredito di volume) o comunque<strong>del</strong><strong>la</strong> separazione fisica,ma senza poter garantire tuttii requisiti previsti per <strong>la</strong> dichiarazione“da foreste gestitein modo sostenibile”.Promuove <strong>la</strong> gestioneforestale sostenibileed il riciclo.Per informazioni:www.pefc.orgIl prodotto è realizzato anchecon materiale ricic<strong>la</strong>to postconsumo, il cui contenuto è verificatodal<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodiabasata sul metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> separazionefisica o <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale.C<strong>la</strong>im per il 100%ricic<strong>la</strong>toIl prodotto è realizzato esclusivamenteimpiegando materialericic<strong>la</strong>to post consumoNota: per il significato dei metodi di “separazione fisica”, percentuale media” e “credito di volume” si rimanda ai paragrafi6.2.1 e 5.5.Fonte: PEFC-Italia, 2005. Ns. e<strong>la</strong>borazione.5.5 I processi fondamentaliSi è già sottolineato che per implementare un corretto sistema di gestione è necessario prima di tutto analizzaretutti i processi e le attività che hanno influenza sul<strong>la</strong> composizione (mix di tipologie) <strong>del</strong> prodotto finito, nonchésul<strong>la</strong> corretta comunicazione di questo mix all'acquirente.Ogni “anello” <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> può condurre attività diverse e in modo <strong>del</strong> tutto peculiare. Soprattutto le attività nonsono mai tutte condotte nello stesso modo o addirittura alcune non sono proprio eseguite. Ad esempio, un brokernon ha un controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> produzione (inteso come un processo che implica <strong>la</strong> manipo<strong>la</strong>zione <strong>del</strong> materiale), poichési limita ad una gestione esclusivamente documentale. Un altro caso è quello in cui un produttore potrebbenon gestire l'etichettatura <strong>del</strong> prodotto (che ricordiamo è solo una opportunità) perché il cliente non <strong>la</strong> richiede.5253Esempi di tali dichiarazioni possono essere: “materiale a base di <strong>legno</strong> certificato in conformità a schemi di <strong>certificazione</strong> riconosciutidal PEFC”; “altro materiale <strong>legno</strong>so vergine compatibile col PEFC”; “altro materiale <strong>legno</strong>so vergine”, “100% <strong>legno</strong> massello”Per il PEFC è auspicabile che le fonti di approvvigionamento <strong>del</strong> materiale non certificato siano gestite con sistemi certificati in conformitàa norme per <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> Qualità (ISO 9001) e Ambientale (ISO 14001 o EMAS).62


PARTE SECONDATenendo presente l'estrema variabilità dei processi aziendali, di seguito si presentano in modo sintetico i principaliprocessi ed i principali requisiti collegati.5.5.1 AcquistiIl primo processo fondamentale di ciascun anello <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>, ad eccezione <strong>del</strong> primo (foresta), è rappresentatodagli acquisti. Si possono elencare alcune semplici regole pratiche, finalizzate ad assicurare una corretta procedurad'acquisto ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia: l'azienda deve assicurarsi di acquistare il proprio <strong>legno</strong> certificato da un fornitore in possesso di un validocertificato. Prima di emettere l'ordine al fornitore, è opportuno essere certi che egli sia già in possesso diun certificato. Il certificato deve essere <strong>del</strong>lo stesso schema di <strong>certificazione</strong> con il quale si intende etichettareil prodotto finito, non deve essere scaduto e deve comprendere, nel campo di applicazione, anche il5455prodotto che si sta acquistando ; l'azienda deve definire un metodo per monitorare in modo costante ed efficace tutti i propri fornitori,in modo da conoscere in tempo utile ogni possibile variazione significativa che li coinvolga. Un fornitoreinfatti può subire <strong>la</strong> sospensione o <strong>la</strong> revoca <strong>del</strong> certificato prima <strong>del</strong><strong>la</strong> sua naturale scadenza. In tutti i casibisogna essere in grado anticipare ogni possibile (e ragionevole) rischio di acquisto di materiale che non possiedai requisiti necessari per poter essere legittimamente considerato certificato ;56 l'azienda deve control<strong>la</strong>re che il fornitore certificato abbia fornito tutte le informazioni necessarie peridentificare correttamente il materiale certificato. In fase di accettazione, è necessario che l'azienda sappiacon precisione cosa deve control<strong>la</strong>re per considerare <strong>nel<strong>la</strong></strong> maniera corretta il materiale. È importanteche queste informazioni siano sempre verificabili anche a distanza di tempo, almeno per tutto il periodo divalidità <strong>del</strong> certificato. Se le informazioni sono incomplete o inesatte è opportuno richiedere i chiarimentinecessari prima di dec<strong>la</strong>ssare il materiale a non certificato; l'azienda deve control<strong>la</strong>re le fonti di materiale non certificato (analisi <strong>del</strong> rischio) che sia destinato, incombinazione con <strong>legno</strong> certificato, al<strong>la</strong> produzione di prodotti certificati. Quando si acquista materialenon certificato per impiegarlo <strong>nel<strong>la</strong></strong> realizzazione di un prodotto certificato, è indispensabile accertarsi <strong>del</strong>suo carattere “control<strong>la</strong>to”. È necessario quindi poter escludere con certezza che <strong>la</strong> fonte non sia tra quelledichiarate non accettabili. In merito a questo aspetto, assai <strong>del</strong>icato ed innovativo, vi sono significative differenzetra FSC e PEFC, che saranno analizzate nei prossimi paragrafi.5.5.1.1 Gestione <strong>del</strong> <strong>legno</strong> non certificato secondo il Forest Stewardship CouncilNel documento FSC-STD-40-005 sono contenuti i requisiti applicabili dalle aziende per definire le modalità di controllo<strong>del</strong> materiale che provenga da fonti non certificate. FSC-STD-30-010 è invece il documento applicabile alleunità di gestione forestale non certificate e contenente i requisiti che queste devono rispettare per garantire cheil legname che esse forniscono sia c<strong>la</strong>ssificabile come control<strong>la</strong>to (figura 5.2).Se un’azienda si approvvigiona da una foresta non certificata ma che ha scelto autonomamente di applicare lostandard FSC-STD-30-010, il legname è automaticamente control<strong>la</strong>to. In caso contrario l'azienda deve definire edattuare una serie di azioni per <strong>la</strong> selezione ed il controllo <strong>del</strong> fornitore: deve definire una politica di acquisti per il legname control<strong>la</strong>to e render<strong>la</strong> pubblica; deve registrare tutti gli acquisti da fonti non certificate e deve definire l'elenco <strong>del</strong>le aree geografiche di provenienza<strong>del</strong> <strong>legno</strong> . Tale elenco deve essere reso pubblico su richiesta;57 deve poter avere accesso al<strong>la</strong> documentazione <strong>del</strong> fornitore per eventualmente dimostrare l'origine control<strong>la</strong>ta<strong>del</strong> legname (o se ne fa dare subito copia o deve poter<strong>la</strong> avere anche a distanza di tempo); deve organizzare dei controlli a campione sul<strong>la</strong> documentazione di acquisto e trasporto in proprio possesso,come ulteriore momento di verifica;58 deve richiedere ai propri fornitori una dichiarazione che confermi l'area geografica di provenienza el'origine control<strong>la</strong>ta <strong>del</strong> legname;5455565758Ogni certificato di Catena di Custodia ha normalmente durata quinquennale.Per precisione, nello schema FSC il solo campo di applicazione <strong>del</strong> certificato non è sufficiente. Il riferimento più adatto è <strong>la</strong> “Listadei Gruppi di Prodotti”. Si rimanda al 3.1 per una più approfondita spiegazione.L'accesso alle banche dati <strong>del</strong> FSC e PEFC consente una agevole controllo di tutti i fornitori certificati.L'indicazione <strong>del</strong>le aree geografiche deve giungere fino al livello di dettaglio <strong>del</strong><strong>la</strong> Regione o <strong>del</strong> Distretto.Cfr. Allegato 3.63


deve condurre una valutazione <strong>del</strong> rischio per tutte le aree forestali di approvvigionamento. L'Allegato 2 <strong>del</strong>lostandard FSC-STD-40-005 contiene i criteri che, se soddisfatti, portano a c<strong>la</strong>ssificare l'area ad alto rischio;per le aree c<strong>la</strong>ssificate ad alto rischio deve richiedere che il gestore forestale si sottoponga ad una verificacondotta da parte <strong>del</strong>l’azienda stessa, se ne ha <strong>la</strong> capacità e le risorse, o di un ente di <strong>certificazione</strong> accreditato,che confermi il rispetto <strong>del</strong>lo standard FSC-STD-30-010, e deve includere quell'area in un programma divalutazione condotto direttamente in campo. L'Allegato 3 <strong>del</strong>lo standard FSC-STD-40-005 stabilisce i criteri59per le verifiche in campo : deve esserci <strong>la</strong> possibilità d'accesso a tutti i documenti necessari; deve esserci <strong>la</strong> possibilità di consultare gli stakeholders esterni in sede riservata; deve esserci <strong>la</strong> possibilità di consultare i <strong>la</strong>voratori <strong>del</strong>l'impresa di gestione in sede riservata; deve essere predisposto un report <strong>del</strong>le verifiche in campo, da rendere disponibile per FSC; devono essere stabiliti i requisiti dei valutatori.Figura 5.2 - Standard FSC per il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>toFORESTA NON CERTIFICATAFSC-STD-40-005Per control<strong>la</strong>re i propri acquistidi legname da chi non è certificatoFSC-STD-30-010Per garantire il carattere control<strong>la</strong>to<strong>del</strong> legname ai propri clienti certificatiAZIENDA CERTIFICATA CoCFonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.5.5.1.2 Gestione <strong>del</strong> <strong>legno</strong> non certificato secondo il Programme for Endorsement of Forest CertificationschemesI requisiti stabiliti in re<strong>la</strong>zione alle fonti controverse sono inclusi nel paragrafo 3.6 <strong>del</strong>lo standard ITA 1002.Per prevenire l'impiego di materiale non certificato proveniente da fonti controverse, l'azienda deve richiedere aipropri fornitori di materie prime derivanti da foreste non certificate <strong>del</strong>le auto-dichiarazioni firmate, nelle qualisi attesti che tali materie prime non provengono da fonti controverse. Se esistono contratti di fornitura, tale requisitodeve essere previsto contrattualmente.L'azienda ha il compito di condurre una valutazione <strong>del</strong> rischio che le materie prime provengano da fonti controverse.Se tale rischio è elevato deve stabilire <strong>del</strong>le verifiche in campo presso i fornitori (condotte dall'azienda stessao da un ente di <strong>certificazione</strong> accreditato). Il programma di tali verifiche è basato su un controllo a campione<strong>del</strong>le autodichiarazioni.La norma specifica che <strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio dovrebbe prevedere almeno un dettaglio regionale o nazionale, e quindil'azienda deve essere in grado di associare un determinato livello di rischio ad una intera nazione o ad una regione.5.5.2 VenditeSi possono individuare due principi di base, che portano al<strong>la</strong> necessità di definire dei requisiti specifici per il processodi vendita: è necessario registrare tutti i prodotti venduti come certificati, così da poter sempre verificare, come in unvero e proprio bi<strong>la</strong>ncio ingressi/uscite, <strong>la</strong> piena corrispondenza secondo quanto stabilito in merito dagli standardrispetto ai quantitativi di <strong>legno</strong> certificato acquistato; é necessario che le informazioni legate al prodotto venduto siano fornite sempre in maniera chiara, uniformee non fuorviante, secondo le modalità previste dagli standard, limitando al massimo le eccezioni (che devono,in ogni caso, essere preventivamente autorizzate dall'ente di <strong>certificazione</strong> competente).59Le verifiche in campo si configurano come verifiche di seconda parte (ISO 19011).64


PARTE SECONDAÈ necessario sia definito un bi<strong>la</strong>ncio correttamente costruito tra acquisti di materiale nelle diverse categorie evendite di prodotti nelle diverse etichettature, per dimostrare che, in un determinato periodo, non si sia vendutopiù materiale certificato di quanto se ne sia acquistato e che le percentuali dichiarate siano corrette. Il bi<strong>la</strong>nciodeve tenere anche in considerazione, nel modo più preciso possibile, gli scarti di <strong>la</strong>vorazione (sfridi, perdite peressiccazione, etc.).Si è già anticipato come <strong>la</strong> fattura, <strong>la</strong> documentazione di trasporto e l'etichetta siano i veicoli principali per <strong>la</strong> comunicazionedi informazioni re<strong>la</strong>tive al processo di vendita. Mentre l'utilizzo <strong>del</strong>l'etichetta è facoltativo, gli altrirequisiti sono obbligatori. Entrambi gli schemi richiedono che fatture e DdT riportino, se riferiti a prodotti certificati,<strong>la</strong> tipologia di materiale o <strong>del</strong> prodotto in questione, specificando se sia composto da solo <strong>legno</strong> certificato oda una misce<strong>la</strong> di materiali differenti (<strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to e/o da riciclo) e una precisazione in merito al<strong>la</strong> percentualedi materiale certificato contenuta nel prodotto (se inferiore al 100%). Lo schema FSC richiede, oltre a tuttociò, l'apposizione su tali documenti <strong>del</strong> codice di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong>l'azienda, come ulteriore elemento identificativoe di garanzia <strong>del</strong> carattere certificato dei prodotti.5.5.3 Uso <strong>del</strong> logoIn questo paragrafo si offre una panoramica sulle modalità d'uso dei loghi FSC e PEFC sui prodotti ed al di fuori di essie sulle regole che le disciplinano. Si ricorda, in ogni caso, che i due loghi sono marchi registrati e, come tali, protettidalle norme internazionali sul diritto d'autore.5.5.3.1 Uso <strong>del</strong> logo sul prodotto (etichettatura)Per uso <strong>del</strong> logo on product, cioè sul prodotto, si intendono tutte le attività riconducibili all'apposizione <strong>del</strong> logoFSC o PEFC direttamente su un prodotto o sul suo imbal<strong>la</strong>ggio, attraverso etichettatura, marcatura a fuoco, etc.,allo scopo di comunicarne in modo chiaro e corretto il carattere certificato.A tale proposito devono essere fatte due considerazioni più rilevanti rispetto ad altri: se l'azienda utilizza tipologie differenti di etichette (es. puro e misto per FSC, oppure sistema a segregazionefisica e sistema percentuale, per PEFC), deve avere uno strumento certo (cioè una procedura, cfr. paragrafo7.3) per evitare errori di etichettatura; se l'azienda fa preparare le etichette all'esterno (ad es. presso una stamperia), deve avere un controllo formalizzatosu tali attività, ad esempio attraverso un'apposita istruzione di <strong>la</strong>voro.Le etichette possono essere accompagnate da brevi frasi, che mirano a sintetizzare il messaggio contenuto <strong>nel<strong>la</strong></strong><strong>certificazione</strong>. Esempi di queste frasi si trovano nei documenti ufficiali di FSC e PEFC, e comunque possono esserepredisposte dalle aziende stesse ed apposte sui prodotti previa autorizzazione <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> accreditatoresponsabile. Si tratta di dichiarazioni che possono servire a sottolineare cosa siano il Forest Stewardship Councilo il Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, quali siano le loro finalità e perchél'azienda abbia scelto di aderire a tali certificazioni.5.5.3.2 Uso <strong>del</strong> logo al di fuori <strong>del</strong> prodottoL'espressione off-product indica ogni forma di utilizzo <strong>del</strong> logo e di dichiarazioni ad esso corre<strong>la</strong>te che non sia direttamenteeseguita su un prodotto, ma sia comunque finalizzata, a vario titolo, a dare informazioni sul tema <strong>del</strong><strong>la</strong><strong>certificazione</strong> forestale. Ciò si verifica, ad esempio, nei casi in cui il logo sia usato su brochure, cataloghi, siti internet,poster, pannelli fieristici, riviste, inserzioni pubblicitarie etc.L'azienda può fare uso <strong>del</strong> logo per dare evidenza <strong>del</strong><strong>la</strong> propria <strong>certificazione</strong> e per comunicare il proprio impegnonello promozione di forme di gestione responsabile e corretta <strong>del</strong>le risorse naturali. E' comunque importante cheil messaggio non sia fuorviante e non faccia percepire informazioni non corrette.È opportuno che l'azienda predisponga una dichiarazione sottoscritta da un proprio legale rappresentante, perl'accettazione <strong>del</strong>le responsabilità, anche legali, che il logo non sia in nessun caso utilizzato da persone o enti nonautorizzati e/o per impieghi non autorizzati.Entrambi gli schemi prevedono questa possibilità, seppure con regole differenti: Forest Stewardship Council consente l'uso <strong>del</strong> logo al di fuori <strong>del</strong> prodotto purché:60 siano rispettati i requisiti grafici previsti nel documento: FSC Trademark Policy Manual ; compaia il codice di registrazione <strong>del</strong> certificato;60Si fa riferimento al<strong>la</strong> versione <strong>del</strong> documento aggiornata al Settembre 2003.65


61 compaia una scritta esplicativa sul<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC ; non induca erroneamente a pensare che <strong>la</strong> carta su cui è stampato il logo sia certificata.Sulle fatture e sui DdT emessi da un'azienda certificata, il logo può comparire solo se questi documenti fanno riferimento(anche in maniera non esclusiva) a prodotti certificati. Programme for Endorsement of Forest Certification schemes. L’ Allegato 5 al PEFC Technical Document(rev. 28.10.05), prevede <strong>la</strong> necessità che qualunque utilizzo <strong>del</strong> logo debba rispettare sempre le seguenticondizioni: le caratteristiche grafiche (dimensioni, colori etc.) devono rispettare le specifiche definite dal PEFC neldocumento PEFC logo Reproducing Tool Kit; deve essere riportato il simbolo di registrazione <strong>del</strong> marchio PEFC: TM; deve essere incluso il codice di registrazione per l'autorizzazione all'uso <strong>del</strong> logo; assieme al logo PEFC deve essere riportato il simbolo <strong>del</strong> ciclo di Mobius nel caso in cui si intenda comunicareil contenuto di materiale ricic<strong>la</strong>to, secondo quanto previsto dalle regole <strong>del</strong>lo schema.5.5.4 Controllo <strong>del</strong> processo produttivoTutte le operazioni riconducibili ad attività di movimentazione, <strong>la</strong>vorazione e trasformazione, programmazione<strong>del</strong><strong>la</strong> produzione, identificazione e rintracciabilità, immagazzinamento, logistica e gestione terzisti devono esse-62re tenute sotto controllo dall'azienda certificata . Esse infatti devono soddisfare due requisiti fondamentali: non devono essere fonte di mesco<strong>la</strong>menti incontrol<strong>la</strong>ti tra le varie categorie di materiale <strong>legno</strong>so; devono essere in grado di fornire registrazioni ordinate e precise in merito a tutte le informazioni di rilievosui flussi di produzione.I magazzini, in partico<strong>la</strong>re, sono l'area in cui è più evidente questa esigenza. Spesso le aziende non hanno <strong>la</strong> possibilitàdi destinare un'area, od un magazzino intero, esclusivamente allo stoccaggio <strong>del</strong> materiale certificato. La disponibilitànel mercato di prodotti diversi, infatti, non è sempre prevedibile. Più frequentemente <strong>la</strong> gestione deimagazzini prosegue come da abitudine, con <strong>la</strong> semplice adozione di modalità di identificazione (es. cartellini odetichette) che consentano di individuare facilmente il pacco, <strong>la</strong> catasta o il contenitore di materiale certificatoche, di volta in volta, sia stoccato in magazzino.Un'attenzione partico<strong>la</strong>re deve essere dedicata alle attività svolte in conto terzi. E' possibile inserire un numerovariabile di fornitori di servizi (terzisti) nel campo di applicazione <strong>del</strong> certificato. L'ente di <strong>certificazione</strong> deve esserneinformato in proposito per poter eventualmente pianificare le verifiche a campione anche presso i fornitoridi tali servizi.Tra terzista e azienda è necessario che esista un documento, predisposto dal committente e sottoscritto per accettazionedal terzista stesso, all'interno <strong>del</strong> quale siano definiti:compaia <strong>la</strong> scritta “ FSC trademark © 1996 Forest Stewardship Council A.C” , che attesta il carattere registrato<strong>del</strong> marchio FSC;l'uso non sia fuorviante o faccia intendere che possono essere certificati prodotti che non lo sono;compaia <strong>la</strong> scritta “FORNITORE FSC” in corrispondenza <strong>del</strong> logo;ciclo produttivo ed attività svolte dal terzista;modalità di gestione <strong>del</strong> materiale così da ridurre entro limiti di accettabilità il rischio di mesco<strong>la</strong>mento incontrol<strong>la</strong>todi materiale certificato e materiale non certificato;modalità di identificazione <strong>del</strong> materiale o <strong>del</strong> prodotto certificato, sia quando questo venga consegnato,sia quando venga restituito;modalità di gestione degli scarti di produzione;autorizzazione (eventuale) all'utilizzo <strong>del</strong> logo e <strong>del</strong> codice di registrazione <strong>del</strong>l'azienda certificata;formazione.6162Un esempio di dichiarazione potrebbe essere: “ Il logo FSC identifica i prodotti che contengono <strong>legno</strong> proveniente da foreste correttamentegestite in conformità alle norme <strong>del</strong> Forest Stewardship Council”. Esistono dichiarazioni standard, approvate dal FSC, inlingue diverse (italiano, inglese, tedesco, spagnolo etc.), ma è possibile anche proporne di originali, sottoponendole al<strong>la</strong> verifica edapprovazione <strong>del</strong> FSC o <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> competente (Pette<strong>nel<strong>la</strong></strong> et al, 2002).A tale fine è sempre utile definire, all'interno <strong>del</strong><strong>la</strong> documentazione re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> Catena di custodia, uno o più <strong>la</strong>y-out che descrivanoin maniera semplice il processo produttivo.66


PARTE SECONDA5.5.5 AddestramentoTra i vari aspetti che è importante considerare per un buon funzionamento <strong>del</strong>l'intero “sistema azienda”, vi è certamentequello <strong>del</strong>le competenze e responsabilità <strong>del</strong> personale e, quindi, <strong>del</strong><strong>la</strong> formazione <strong>del</strong>lo stesso. E' necessarioche ogni operatore sia capace di svolgere le proprie mansioni, sia costantemente aggiornato per conosceregli aggiornamenti più rilevanti <strong>del</strong><strong>la</strong> documentazione aziendale e <strong>del</strong>le norme e abbia acquisito piena consapevolezza<strong>del</strong>le proprie responsabilità.La prima fase di un approccio costruttivo al<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> formazione interna, è <strong>la</strong> definizione dei requisiti richiestia ciascuna figura aziendale che sia direttamente od indirettamente coinvolta <strong>nel<strong>la</strong></strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catenadi Custodia. Un'adeguata definizione <strong>del</strong>le capacità minime richieste a ciascun operatore consente di definire unprogramma di formazione specifico, sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le esigenze aziendali.Tutti gli interventi di formazione devono essere registrati, e devono poter dimostrare che tutte le persone sonostate coinvolte, ivi compresi gli eventuali terzisti.In questo senso è opportuno che <strong>la</strong> documentazione <strong>del</strong> sistema di controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, sia costruitaanche con lo scopo di rappresentare essa stessa uno strumento di formazione. Deve essere quindi ragionevolmentesemplice e chiara così che anche <strong>la</strong> so<strong>la</strong> distribuzione di sue copie tra i dipendenti possa rappresentare occasionedi formazione. È opportuno prevedere un piano <strong>del</strong><strong>la</strong> formazione, soprattutto nelle situazioni aziendali piùcomplesse, con conseguente definizione dei tempi e <strong>del</strong>le modalità di realizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> attività aziendali di formazione,valutando, se <strong>del</strong> caso, <strong>la</strong> possibilità di fare ricorso a risorse esterne all'azienda, che abbiano competenzeed esperienza sull'argomento.67


6. Le regole partico<strong>la</strong>ri per <strong>la</strong> Catena di CustodiaFSC e PEFC hanno definito modalità re<strong>la</strong>tivamente simili per stabilire le combinazioni tra le diverse categorie diprodotti (cfr. capitolo 5) e per fissare i valori limite minimi di accettabilità. Di seguito di riportano, in dettaglio, leregole specifiche definite dai due schemi, seguendo per ciascuno di essi <strong>la</strong> medesima impostazione espositiva <strong>del</strong>lenorme di riferimento63.6.1 Le regole partico<strong>la</strong>ri per <strong>la</strong> CoC secondo il Forest Stewardship CouncilLo standard introduce una unità minima di riferimento, che rappresenta <strong>la</strong> base per il calcolo dei mix di materialie per l'etichettatura finale. Tale unità prende il nome di “ Gruppo di prodotti”: ogni gruppo riunisce in sé tutti iprodotti che l'azienda intende vendere, c<strong>la</strong>ssificandoli per caratteri uniformi, e l'uniformità è data da: mix di specie<strong>legno</strong>se utilizzate, <strong>qualità</strong> e/o valore.Se, ad esempio, per realizzare una linea di sedie si utilizza so<strong>la</strong>mente faggio, non può essere compresa nel medesimogruppo di prodotti una linea di sedie, anche identica al<strong>la</strong> precedente per forma, dimensioni, finitura etc.,ma che sia realizzata in frassino. Se, invece, per realizzare tavoli si utilizzano contemporaneamente abete biancoed abete rosso, combinati assieme, tutti i tavoli possono rientrare in un solo gruppo. È importante che ogni gruppodi prodotti abbia un codice (od altro elemento) identificativo e che sia possibile collegare ogni prodotto al re<strong>la</strong>tivogruppo di prodotti di appartenenza.I prodotti compresi in uno stesso gruppo sono destinati ad essere tutti identificati con <strong>la</strong> medesima etichetta, utilizzandoquel<strong>la</strong> appropriata tra le etichette disponibili (cfr. paragrafo 5.4.1). Ad ogni gruppo di prodotti è associato undeterminato “ c<strong>la</strong>im period” . Questo termine serve ad indicare l'arco di tempo che deve essere considerato per utilizzarei dati di produzione, attraverso i quali calco<strong>la</strong>re e dimostrare il contenuto di materiale certificato e, quindi,ri<strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> dichiarazione corretta sul prodotto. Per ogni gruppo di prodotti è necessario calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> media mobile(box 6.1) <strong>del</strong> materiale certificato, e <strong>la</strong> stessa media mobile deve essere basata sul “ c<strong>la</strong>im period” 64 .Abbiamo visto come sia possibile raggruppare le etichette in tre macro categorie. Ogni prodotto che sia acquistatoper essere impiegato in produzione (lo possiamo chiamare “componente”) deve necessariamente rientrare inuna di queste: combinando in modo diverso i componenti (e quindi le loro etichette) si ottengono in uscita prodottifiniti con differenti etichette.Si osserva come l'individuazione dei gruppi di prodotti sia <strong>la</strong> prima cosa da affrontare per un’azienda che intendecertificare <strong>la</strong> propria Catena di Custodia. Individuare i prodotti da certificare consente di: individuare tutte le componenti necessarie per <strong>la</strong> loro realizzazione; individuare per ciascuna le differenti etichettature disponibili sul mercato; individuare le etichettature che si possono utilizzare per i propri prodotti finiti.La definizione dei gruppi di prodotti è un preciso requisito normativo. L'azienda deve rendere pubblico l'elenco costantementeaggiornato indicando, per ciascuno, il mix di specie <strong>legno</strong>se impiegato e l'etichettatura prevista (ta-65bel<strong>la</strong> 6.1).Tabel<strong>la</strong> 6.1 - Possibili combinazioni di componenti per l'etichettatura FSC di un prodotto finitoFSC PUROTutto il <strong>legno</strong> utilizzato per <strong>la</strong> produzione <strong>del</strong> gruppo di prodotti è certificato FSC PURO.FSC RICICLATO Tutto il <strong>legno</strong> utilizzato per <strong>la</strong> produzione <strong>del</strong> gruppo di prodotti è ricic<strong>la</strong>to post-consumo o certificatocome FSC RICICLATO.FSC MISTOSono possibili, secondo modalità stabilite dallo standard, tre diverse combinazioni di materiali:- <strong>legno</strong> certificato FSC (Puro o Misto) e <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to;- <strong>legno</strong> certificato FSC (Puro o Misto) e <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo;- <strong>legno</strong> FSC (Puro o Misto), <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to e <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo.Fonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.636465I documenti normativi per entrambi gli schemi di <strong>certificazione</strong> contengono esaurienti esempi di calcolo. Ad essi si rimanda per unamigliore comprensione dei metodi.Il C<strong>la</strong>im Period può avere una durata compresa tra 1 e 12 mesi di calendario. Si può arrivare ad una riduzione al di sotto <strong>del</strong><strong>la</strong> sogliamensile, ma per limitati e sporadici ordini (FSC, 2004).Cfr. Allegato 468


PARTE SECONDAL'etichetta “FSC MISTO” è certamente <strong>la</strong> più complessa, mentre negli altri casi (PURO e RICICLATO) vi è una so<strong>la</strong>possibile combinazione.Il mix di componenti può essere infatti considerato con due approcci differenti: sistema a soglia e sistema a crediti.Mentre l'etichetta FSC PURO indica chiaramente, e con assoluta certezza, che ogni singo<strong>la</strong> fibra o componentedi <strong>legno</strong> massiccio proviene da foreste certificate FSC, l'etichetta FSC MISTO fornisce indicazioni di tipo diverso.Di seguito si da spiegazione di quanto appena affermato.6.1.1 Sistema a sogliaIl sistema a soglia è un metodo di calcolo che consente di comunicare al cliente l’esatta percentuale di materialecertificato presente in un singolo prodotto (calco<strong>la</strong>ta in peso o in volume) od in un lotto di prodotti. Questa percentuale(X%) può essere riportata su tutti (100%) i prodotti che rientrino nello stesso gruppo, se si verifica una <strong>del</strong>leseguenti condizioni: <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale certificato FSC (indifferentemente puro o misto) deve essere pari almeno al70% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale (calco<strong>la</strong>to in volume o in peso) utilizzato per quel gruppo di prodotti. La mediamobile è calco<strong>la</strong>ta considerando l'arco di tempo a partire da una data definita fino al momento in cui si apponel'etichetta sul prodotto (c<strong>la</strong>im period). <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale certificato FSC (è indifferentemente puro o misto) deve essere pari almeno al10% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale (calco<strong>la</strong>to in volume o in peso) utilizzato per quel gruppo di prodotti e <strong>la</strong> mediamobile <strong>del</strong><strong>la</strong> somma <strong>del</strong> materiale certificato FSC (è indifferente che sia puro o misto) e <strong>del</strong> materiale ricic<strong>la</strong>topost consumo è almeno pari al 70% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale (calco<strong>la</strong>to in volume o in peso) utilizzatoper quel gruppo di prodotti. I valori di media mobile devono essere calco<strong>la</strong>ti considerando l'arco di tempo apartire da una data definita fino al momento in cui si appone l'etichetta sul prodotto (c<strong>la</strong>im period). <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale ricic<strong>la</strong>to post consumo, calco<strong>la</strong>ta considerando l'arco di tempo a partire dauna data definita fino al momento in cui si appone l'etichetta sul prodotto, deve essere pari almeno al 90%<strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale (calco<strong>la</strong>to in volume o in peso) utilizzato per quel gruppo di prodotti e <strong>la</strong> totalità <strong>del</strong><strong>la</strong>rimanente porzione è costituita da materiale FSC (indifferentemente puro o misto).Lo standard stabilisce che tale metodo rimarrà applicabile so<strong>la</strong>mente fino al 31 dicembre 2007. Oltre quel<strong>la</strong> datal'unico approccio valido rimarrà il sistema a crediti. Il box 6.1 offre un esempio di calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile nelprimo dei casi sopra descritti.Box 6.1 - La media mobile: definizione ed esempio di calcoloPer media mobile si intende <strong>la</strong> media aritmetica degli input di materiale certificato, sul totale degli input <strong>legno</strong>si,calco<strong>la</strong>ta con riferimento ad un determinato (e dichiarato) periodo di tempo: il c<strong>la</strong>im period.Di fatto, <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> per il calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile è dunque:1MM(% FSC mese)m=1dove M rappresenta <strong>la</strong> durata stabilita per il c<strong>la</strong>im period stesso.Ad esempio, ipotizzando un c<strong>la</strong>im period di 4 mesi ed un flusso di ingressi di <strong>legno</strong> quale quello indicato nel prospettoriportato più sotto.I valori evidenziati, risultato <strong>del</strong> calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile, rappresentano l'indicatore da control<strong>la</strong>re per garantireil rispetto dei requisiti. Nel caso specifico, è sempre garantita <strong>la</strong> soglia minima <strong>del</strong> 70% di materiale FSC(in volume) sul totale degli ingressi di <strong>legno</strong>. Come conseguenza di ciò, <strong>la</strong> totalità dei prodotti rientranti nelgruppo di prodotti in questione potrà essere etichettato con un'etichetta FSC Misto.Pur potendo variare <strong>la</strong> durata <strong>del</strong> c<strong>la</strong>im period ed il valore <strong>del</strong>le quantità in gioco, il meccanismo per il calcolo<strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile rimane quello descritto.Segue69


segue: Box 6.1 - La media mobile: definizione ed esempio di calcoloMese Ingressi <strong>legno</strong> totale (mc) Ingressi <strong>legno</strong> FSC (mc) % FSC/totale Media mobile % FSCGennaio 800 780 97,5% 97,5%Febbraio 750 700 93,3% 95,4%Marzo 670 600 89,6% 93,5%Aprile 870 856 98,4% 94,7%Maggio 560 530 94,6% 94,0%Giugno 670 580 86,6% 92,3%LuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembreFonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.6.1.2 Sistema a creditiSecondo il sistema a soglia appena descritto, un requisito essenziale ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong> prodotto è rappresentatodall'identificazione <strong>del</strong> materiale certificato rispetto al materiale non certificato, così da evitare formedi mesco<strong>la</strong>mento non control<strong>la</strong>to. Per essere in grado di rispettare le percentuali è necessario avere <strong>la</strong> certezzadi prelevare effettivamente materiale certificato per immetterlo nel processo produttivo.Il sistema a crediti elimina (anche se solo parzialmente, come si vedrà) questo requisito, consentendo di mantenereso<strong>la</strong>mente una registrazione contabile dei flussi. Si immagini, ad esempio, di gestire, per ogni singolo gruppo66di prodotti , un registro informatico dove siano riportati tutti gli acquisti di materiale certificato. Le quantità riportatedevono essere depurate da due fattori: <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> dichiarata dal fornitore (se peresempio si acquista un prodotto etichettato FSC MISTO calco<strong>la</strong>to con il sistema a soglia) e <strong>la</strong> resa di <strong>la</strong>vorazione,che corrisponde al<strong>la</strong> quantità di materiale che viene eliminata durante il processo produttivo per giungere al prodottofinito (c.d. sfrido). Le quantità così depurate vengono indicate col termine: crediti. Una unità di credito corrispondequindi ad una unità di volume “virtuale” di legname certificato al 100%. Quando si realizza un prodotto(od un lotto di prodotti), viene prelevato il materiale necessario dal magazzino dei prodotti in ingresso (senza avere<strong>la</strong> certezza di prelevare materiale certificato, poiché di esso non è stata predisposta alcuna identificazione), esi registra uno scarico di crediti corrispondente al<strong>la</strong> quantità di materiale <strong>legno</strong>so che compone l'intero lotto diprodotti finiti.Procedendo in questo modo esiste, tuttavia, un rischio: realizzare ed etichettare un prodotto FSC MISTO che noncontenga nessun componente effettivamente certificato (si ricordi che nel magazzino dei prodotti acquistati nonè stata prevista alcuna identificazione). Per eliminare questo rischio lo standard impone che in ogni prodotto o lottodi prodotti sia comunque garantita <strong>la</strong> presenza di materiale certificato (indipendentemente che sia puro o misto),pari ad almeno il 10% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> <strong>legno</strong> impiegato per <strong>la</strong> loro produzione. Bisogna ricordare che i crediti accumu<strong>la</strong>tinon hanno una durata infinita. Ogni credito acquisito può rimanere conservato per un periodo massimodi 12 mesi, oltre il quale dovrà in ogni caso essere dedotto dal magazzino dei crediti.Appare chiaro come sia importante specificare in questi prodotti non solo l'etichettatura FSC MISTO, ma anche ilmetodo di calcolo utilizzato, perché rappresenta una informazione essenziale per l'anello successivo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>.6.2Le regole partico<strong>la</strong>ri per <strong>la</strong> CoC secondo il Programme for Endorsement of ForestCertification schemesPEFC definisce due metodi di calcolo <strong>del</strong> contenuto di <strong>legno</strong> certificato: il metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> separazione fisica e ilmetodo basato sul<strong>la</strong> percentuale. L'azienda ha <strong>la</strong> facoltà di scegliere uno solo o entrambi i metodi, tuttavia <strong>la</strong>norma indica chiaramente che il metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> separazione fisica dovrebbe rappresentare una scelta da preferirsinel caso in cui l'azienda abbia <strong>la</strong> possibilità di garantire l'identificazione e <strong>la</strong> segregazione <strong>del</strong>le materie prime.66Una <strong>del</strong>le difficoltà applicative di questo metodo è che le quantità acquistate devono essere necessariamente destinate a precisigruppi di prodotti. L'atto di destinare una quantità in ingresso ad un determinato gruppo di prodotti consente di definire i crediti disponibiliper ciascun gruppo, non essendo, invece, possibile trasferire crediti da un gruppo di prodotti all'altro.70


PARTE SECONDA6.2.1 Metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> separazione fisicaIl principio su cui si basa il metodo è quello <strong>del</strong><strong>la</strong> identificazione e segregazione completa e costante <strong>del</strong> <strong>legno</strong> certificatolungo l'intero processo di trasformazione: dal<strong>la</strong> foresta certificata, fino all'ultimo anello <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>. Sequesto principio è sempre correttamente rispettato, il prodotto finale, realizzato utilizzando so<strong>la</strong>mente materialeche è stato gestito in questo modo, potrà essere etichettato con il logo PEFC e accompagnato dal<strong>la</strong> dichiarazione:“ Da foreste gestite in modo sostenibile”.6.2.2 Metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentualeIl metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale é applicabile nei casi in cui l'azienda non abbia <strong>la</strong> possibilità (o <strong>la</strong> volontà) di identificarele materie prime e conservarne l'identificazione lungo il processo, mesco<strong>la</strong>ndole con altre. L'unità minima diriferimento è il lotto di produzione, che può essere identificato sul<strong>la</strong> base di tre informazioni, comuni a tutti i prodotti<strong>del</strong> lotto: le materie prime incluse nei prodotti che compongono il lotto; il luogo in cui i prodotti <strong>del</strong> lotto sono stati realizzati; il periodo di tempo nel quale i prodotti <strong>del</strong> lotto sono stati realizzati (o trasferiti/venduti nel caso di unaazienda commerciale), comunque non superiore a tre mesi.Tra prodotto e lotto di provenienza vi deve essere un sistema od elmento di identificazione comune (es. un codice,un numero di lotto, etc.), che consenta di collegare ogni prodotto al re<strong>la</strong>tivo lotto di provenienza.Per calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di materia prima certificata si utilizza <strong>la</strong> seguente formu<strong>la</strong>:dove:Pc = percentuale di materia prima certificataVc = materia prima certificataVo = altra materia primaVcPc[ %] x100Vc+VoUn'azienda può utilizzare due metodi per calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>: <strong>la</strong> percentuale semplice (utilizzando<strong>la</strong> formu<strong>la</strong> indicata e applicando<strong>la</strong> ad ogni singolo lotto) oppure <strong>la</strong> percentuale media mobile. Con questometodo deve essere preliminarmente definita <strong>la</strong> durata <strong>del</strong> periodo che si intende considerare come base temporaledi riferimento per i calcoli (al massimo di 12 mesi), e procedere al calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media aritmeticanell'ambito di esso.6.2.3 Trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale calco<strong>la</strong>ta ai prodottiEsistono due metodi per trasferire <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> calco<strong>la</strong>ta ai singoli prodotti realizzati, comestabilito dalle regole di etichettatura definite dall'Allegato 5 <strong>del</strong> DT PEFCC: metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale media: il 100% dei prodotti è considerato certificato con <strong>la</strong> percentuale calco<strong>la</strong>ta(X%). Il metodo è il medesimo <strong>del</strong> sistema a soglia per FSC (cfr. par. 3.1.1); metodo <strong>del</strong> credito di volume: permette di trasferire <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> al credito di volume<strong>nel<strong>la</strong></strong> singo<strong>la</strong> unità di misurazione dei prodotti in uscita . Tale credito di volume deve essere distribuito ai prodottiin uscita in maniera che i prodotti certificati siano considerati con una percentuale pari al 100%. Il metodoè simile al sistema a crediti già visto per FSC, con una differenza significativa: non viene indicato dal<strong>la</strong> normaun limite minimo percentuale di materiale certificato che deve necessariamente essere presente nei prodotti,anche perchè i prodotti per essere etichettati dovranno possedere almeno il 70% di materiale certificatoPEFC.71


7. La documentazione <strong>del</strong> sistema di gestioneIn questo capitolo si presentano le principali tipologie di documenti che dovrebbero essere presenti in azienda peril controllo di una Catena di Custodia. Situazioni partico<strong>la</strong>ri possono richiedere l'implementazione di documenti alternativiod aggiuntivi che non possono essere considerati in questo <strong>la</strong>voro vista l'elevata variabilità <strong>del</strong>le aziende,<strong>del</strong><strong>la</strong> loro organizzazione interna dei loro peculiari processi produttivi. Si osserverà che l'impostazione è moltosimile a quel<strong>la</strong> <strong>del</strong>le certificazioni dei sistemi di Qualità, secondo <strong>la</strong> norma UNI EN ISO 9001. Esiste, in effetti,una piena e totale compatibilità tra <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, secondo entrambi gli schemi, e <strong>la</strong><strong>certificazione</strong> dei Sistemi di Qualità e dei Sistemi di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001).7.1 La politica aziendaleCon il termine di Politica si intende un documento redatto e sottoscritto dal<strong>la</strong> Direzione Aziendale, che contienele linee principali <strong>del</strong>l'impegno che essa assume ai fini <strong>del</strong> conseguimento e <strong>del</strong> mantenimento, nel tempo, <strong>del</strong><strong>la</strong>conformità al<strong>la</strong> norma di riferimento. Tale documento deve essere reso pubblico, in modo da garantirne <strong>la</strong> più ampiadiffusione possibile.Mentre per PEFC è un documento imprescindibile (che deve essere comunicato a tutte le parti interessate, tra cuipersonale, clienti e fornitori), FSC ne richiede in modo esplicito <strong>la</strong> predisposizione so<strong>la</strong>mente riguardoall'impegno <strong>del</strong>l'azienda ad utilizzare, nei prodotti certificati, legname non certificato ma proveniente comunque67da fonti control<strong>la</strong>te .7.2 Il ManualeIl manuale è il documento portante di una <strong>catena</strong> di custodia, poiché permette una visione sintetica e di insieme<strong>del</strong>l'intero sistema di gestione <strong>del</strong>l'azienda. Esso riporta in sintesi tutto quanto implementato in azienda perl'applicazione di uno standard di gestione <strong>del</strong> materiale proveniente da fonti certificate. È quindi opportuno checontenga, quantomeno, una descrizione <strong>del</strong>l'azienda (il manuale può essere pensato anche come strumento di comunicazionee di presentazione <strong>del</strong>l'organizzazione) e <strong>del</strong>le funzioni in cui essa è organizzata e suddivisa (organigramma),una descrizione <strong>del</strong> processo produttivo, <strong>del</strong>le principali aree di rischio (nelle quali, cioè, sussista unmaggiore rischio di non conformità agli standard in questione) ed infine dei prodotti che si intendono gestire comecertificati.E' molto utile anche pensare al Manuale come ad uno strumento di supporto per tutte le iniziative di formazione internasull'argomento <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia.7.3 Le ProcedureUna procedura è un documento che risponde al<strong>la</strong> domanda: chi fa che cosa?Le attività più rilevanti ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>l'azienda e dei processi che in essa hanno luogo devono essere descrittespecificandone con cura estrema le modalità di realizzazione, così che esse possano essere adottate e seguitefe<strong>del</strong>mente da parte di tutti coloro che, all'interno <strong>del</strong>l'azienda, eseguano tali attività. La procedura è, dunque,uno strumento finalizzato ad uniformare i comportamenti e, quindi, rendere minimo il margine di errore, cosìda risultare determinante soprattutto nei passaggi e nelle attività critiche dei processi aziendali. L'azienda deveindividuare, quindi, le proprie attività rilevanti, stabilire le figure di responsabilità per ciascuna di esse e le risorseche mette a disposizione per garantirne il corretto funzionamento.7.4 Le RegistrazioniLe registrazioni sono evidenze di fatti od attività realizzate all'interno <strong>del</strong>l'azienda. Si tratta di informazioni chedevono essere conservate per un termine di tempo definito dagli standard e che sono finalizzate a costituire un archiviostorico <strong>del</strong>le attività rilevanti ai fini dei processi aziendali e <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia. I flussi di produzione,i lotti ed i gruppi di prodotti, le attività di formazione, le quantità di materiale acquistate e vendute, gli elenchi67A proposito degli acquisti di legname control<strong>la</strong>to, è auspicabile, nell'ottica di un miglioramento continuo, che <strong>la</strong> Direzione Aziendalesottoscriva un impegno al<strong>la</strong> totale esclusione degli acquisti di legname da fonti inaccettabili e non limitandolo so<strong>la</strong>mente a quegli acquistiche saranno impiegati <strong>nel<strong>la</strong></strong> composizione di prodotti certificati. Potrebbe apparire infatti come un forte contrasto vendereprodotti certificati e contemporaneamente legname proveniente da tagli illegali o altre sorgenti inaccettabili.72


PARTE SECONDA68 69dei fornitori e <strong>la</strong> lista <strong>del</strong>le fonti di <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to , gli obiettivi e le scelte aziendali, i risultati <strong>del</strong>le verificheetc. sono tutti esempi di registrazioni importanti in una Catena di Custodia. Vale sempre <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> secondo <strong>la</strong> qualel'assenza di una registrazione presuppone <strong>la</strong> mancanza <strong>del</strong>l'attività che avrebbe dovuto generar<strong>la</strong>, determinando,pertanto, una situazione di non conformità ai fini di un determinato standard. In sede di verifica da parte<strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong>, infatti, le registrazioni sono l'unico strumento utile a dimostrare che determinate attivitàsiano state svolte e che ciò sia avvenuto in modo corretto. Inoltre, <strong>la</strong> presenza di registrazioni effettuate rego<strong>la</strong>rmentenel tempo consente di disporre di un'importante banca dati aziendale, che consente di conoscere più davicino i processi di gestione e le dinamiche aziendali e, quindi, in ultima analisi, di control<strong>la</strong>rle in maniera più efficace,riducendo ulteriormente i margini di errore.6869Cfr. Allegato 4.Cfr. Allegato 5.73


8. La <strong>certificazione</strong> di gruppo e multisito <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di CustodiaIl conseguimento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia non risulta sempre agevole. Soprattutto per le impresedi limitate dimensioni possono sussistere non trascurabili difficoltà organizzative, economiche e di accessoalle informazioni legate a tale <strong>certificazione</strong>.Lo schema per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo è stato sviluppato appositamente per agevo<strong>la</strong>re tali realtà, diminuendo il caricodegli oneri che spetterebbe a ciascuna azienda certificata e riducendo, inoltre, i costi di <strong>certificazione</strong>. In sintesiil meccanismo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo prevede che diverse (almeno due) singole aziende, completamente autonomeed indipendenti l'una dall'altra, siano raccolte sotto un medesimo certificato. Gli aspetti organizzativi generali<strong>del</strong> gruppo sono gestiti da un'unità appositamente nominata dal gruppo (soggetto gestore) e le verifiche ispettive si basanosul principio <strong>del</strong> campionamento, distribuendo così gli oneri economici su tutti i partecipanti con quote minori.Di seguito si descrivono in dettaglio i requisiti previsti dai due schemi.8.1 La <strong>certificazione</strong> di gruppo per il Forest Stewardship Council70FSC ha predisposto una linea guida per gli enti di <strong>certificazione</strong> che contiene tutti i requisiti per <strong>la</strong> valutazione e<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia di gruppo. Il documento (revisionato nel settembre 2004) descrive neldettaglio le responsabilità che devono essere assunte da ciascun partecipante, le regole per <strong>la</strong> composizione <strong>del</strong>gruppo ed i rapporti che devono intercorrere tra i diversi membri.Essendo questa una opportunità aperta alle aziende per le quali è giustificata una politica di riduzione degli oneri,71sono ammissibili so<strong>la</strong>mente quelle che rispettano uno dei seguenti requisiti (FSC, 2004d): meno di 15 dipendenti; meno di 25 dipendenti ed un fatturato inferiore al milione di dol<strong>la</strong>ri.L'aspetto centrale <strong>del</strong> documento è rappresentato dal<strong>la</strong> suddivisione <strong>del</strong>le responsabilità tra soggetto gestore emembro (figura 8.1). Il soggetto gestore è colui che control<strong>la</strong> dal punto di vista gestionale ed amministrativo ilgruppo, presenta domanda di <strong>certificazione</strong>, detiene il certificato, è responsabile nei confronti <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong>nel garantire <strong>la</strong> corretta applicazione di tutti i requisiti, e può essere una qualsiasi entità legale (una singo<strong>la</strong>persona fisica oppure un soggetto collettivo, come, ad esempio, un'associazione, una cooperativa, un con-72sorzio, etc.) . Il singolo membro è, invece, responsabile <strong>del</strong> rispetto dei requisiti per <strong>la</strong> Catena di Custodiaall'interno <strong>del</strong><strong>la</strong> propria organizzazione, attraverso <strong>la</strong> definizione e l'implementazione di apposite procedure peril controllo <strong>del</strong>le attività aziendali. Il singolo membro non è detentore di un certificato individuale, ma finché rimaneall'interno <strong>del</strong> gruppo, le proprie attività ed i prodotti che realizza sono coperti dal certificato collettivo.Ogni singolo membro potrà trasformare e vendere prodotti certificati, utilizzare il logo per promuovere <strong>la</strong> commercializzazionedi tali prodotti e comunicare <strong>la</strong> propria adesione e supporto allo schema FSC.Figura 8.1 - Schema organizzativo di un gruppo per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di custodiacontrattoGESTOREAzienda 1Azienda 2Azienda 3Azienda 4ENTEdi CERTIFICAZIONEFonte: Ns. e<strong>la</strong>borazione, 2006.707172Group Chain of Custody (CoC) Certification: FSC Gui<strong>del</strong>ines for Certification Bodies (15 luglio 2002, aggiornamento 1 settembre 2004).È in corso una discussione in FSC per modificare questi requisiti, ed estendere l'accessibilità al gruppo anche ad aziende con caratteristichedifferenti.Nel caso in cui il soggetto gestore nominato sia un'associazione di imprese, <strong>la</strong> partecipazione a tale associazione non implica automaticamente<strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo per <strong>la</strong> Catena di Custodia.74


PARTE SECONDALa linea guida impone una comunicazione precisa e costante tra ogni singolo membro e il soggetto gestore: essendoquesti il primo responsabile nei confronti <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong>, ogni anomalia o non conformità riscontratapresso un singolo membro diventa responsabilità <strong>del</strong> soggetto gestore e ad esso viene attribuita. I rapporti trale due figure devono essere formalizzati all'interno di un accordo scritto.Oltre a ciò, requisito fondamentale è che tutti i membri <strong>del</strong> gruppo e lo stesso gestore appartengano al medesimoPaese.8.1.1 Compiti e responsabilità <strong>del</strong> soggetto gestoreIl soggetto gestore é responsabile nei confronti <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong> completo rispetto di tutti i requisitiprevisti dalle norme re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia di gruppo. Ciò significa anzitutto che il gestore deve avere dimensioni,capacità e risorse tali da permettergli di gestire in maniera adeguata il gruppo, per esempio, il poteredi avviare, senza indebiti ritardi, tutte le azioni correttive necessarie al<strong>la</strong> risoluzione <strong>del</strong>le anomalie che dovesseroessere rilevate, fino anche al<strong>la</strong> esclusione di membri dal gruppo i quali, per imperizia o dolo, sono causa di nonconformità importanti.Il soggetto gestore deve avere inoltre il compito di raccogliere le quote di adesione al gruppo e di monitorare ognisingolo membro: il monitoraggio è infatti fondamentale perché rappresenta l'unico strumento per prevenire gli errorie <strong>la</strong> loro reiterazione, a vantaggio sia <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong> singolo membro, che <strong>del</strong> gruppo. Il soggetto gestore devequindi potere avere accesso alle informazioni re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> Catena di Custodia di ogni singolo membro, con unopportuno impegno al<strong>la</strong> riservatezza. La diffidenza <strong>del</strong>le aziende a condividere informazioni può infatti rappresentareuno degli ostacoli più rilevanti.L'attività centrale e di coordinamento <strong>del</strong> soggetto gestore è importante anche e soprattutto per mantenere <strong>la</strong>convenienza economica <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo. Laddove i risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione non siano ottimali, risultandoper esempio causa di un aumento <strong>del</strong> livello di rischio valutato dall'ente di <strong>certificazione</strong>, può essere modificatoil criterio <strong>del</strong> campionamento se non addirittura annul<strong>la</strong>to. In fase iniziale, infatti, l'ente di <strong>certificazione</strong>comunica <strong>la</strong> numerosità <strong>del</strong> campione da analizzare in ogni verifica, e tale numerosità può essere modificata, finoanche a comprendere l'intera composizione <strong>del</strong> gruppo, se l'ente di <strong>certificazione</strong> presenta giustificati motivi perritenere elevato il livello di rischio (cfr. box 8.1).A questo proposito l'omogeneità <strong>del</strong> gruppo è molto importante: quanto più simili sono le tipologie dei membri (perprodotti, processi produttivi, mercati di riferimento etc.) tanto più basso è il livello di complessità <strong>del</strong> gruppo. Ciòsi rive<strong>la</strong> un vantaggio sia per il soggetto gestore, che deve definire e stabilire regole analoghe per tutti i membri,sia per l'ente di <strong>certificazione</strong>, che può confidare <strong>nel<strong>la</strong></strong> maggiore rappresentatività <strong>del</strong> campione stabilito.Si osserva inoltre come le non conformità rilevate presso un singolo membro vengono elevate al soggetto gestore,e, di riflesso, all'intero gruppo. In caso di elevata gravità <strong>del</strong>le anomalie, è il certificato di gruppo che viene messoa rischio di validità. Ne consegue che per l'errore di una singo<strong>la</strong> azienda, le conseguenze si riflettono su tutti imembri. La corretta impostazione <strong>del</strong>l'accordo tra singolo membro e soggetto gestore e <strong>la</strong> chiarezza <strong>nel<strong>la</strong></strong> distribuzionedi compiti e responsabilità è il primo requisito per una ottimale impostazione <strong>del</strong> gruppo.8.1.2 Compiti e responsabilità dei singoli membriPer ogni singolo membro <strong>del</strong> gruppo, si individuano due differenti riferimenti applicativi: le norme emesse dalloschema di <strong>certificazione</strong> per <strong>la</strong> Catena di Custodia (cioè le norme descritte nei capitoli precedenti) e l'accordoscritto con il soggetto gestore. Ogni membro ha quindi il compito di implementare correttamente tutti i requisiti<strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia nell'ambito dei propri processi aziendali e di rispettare il contratto con il soggetto gestore.Per effetto di ciò, deve ad esempio essere disponibile ad accogliere i verificatori nominati sia dall'ente di <strong>certificazione</strong>,che dal soggetto gestore, condividere con il gestore tutte le informazioni re<strong>la</strong>tive ai flussi di materialeed ai prodotti certificati, pagare <strong>la</strong> quota di adesione al gruppo ed attivarsi in maniera tempestiva per <strong>la</strong> risoluzione<strong>del</strong>le anomalie rilevate nel corso <strong>del</strong>le verifiche, interne ed esterne.Si sottolinea come ogni singolo membro di un gruppo non abbia nessun vincolo re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> possibilità di realizzareprodotti certificati. Pur conservando il rispetto dei requisiti stabiliti dall'accordo con il soggetto gestore,può comportarsi esattamente come il possessore di un certificato singolo. Al gestore <strong>del</strong> gruppo viene infatti ri<strong>la</strong>sciatoun codice di certificato (cfr. box 5.1) a partire dal quale può essere ottenuto un sottocodice per ciascunmembro, mediante l'aggiunta, in maniera progressiva, di una lettera <strong>del</strong>l'alfabeto. Il ”sotto-codice” è quindi univocoe non può essere riutilizzato in caso di uscita dal gruppo di un membro. Come per i certificati singoli, tale codicedeve essere riportato su tutta <strong>la</strong> documentazione (fatture, DdT) e per ogni uso <strong>del</strong> logo da parte <strong>del</strong> membro<strong>del</strong> gruppo, ivi compreso l'uso sui prodotti (etichettatura).75


Box 8.1 - Le regole <strong>del</strong> campionamento <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo FSCNel caso <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia di gruppo, il numero minimo <strong>del</strong>le aziende da sottoporre a verifica, ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>, deveessere pari al<strong>la</strong> radice quadrata <strong>del</strong> numero dei partecipanti al gruppo, arrotondato al<strong>la</strong> cifra intera superiore:y=xdove:y = numero di membri costituenti il campione;x = numero di membri costituenti l'intero gruppo.Ad esempio, se al gruppo partecipano in tutto 20 aziende, il campione da sottoporre a verifica sarà composto di 5 aziende.Per le verifiche di mantenimento, invece, il numero minimo è pari a 0,6 volte <strong>la</strong> radice quadrata <strong>del</strong> numero dei partecipanti algruppo, arrotondato al<strong>la</strong> cifra intera superiore :y= 0,6xAssumendo lo stesso gruppo <strong>del</strong>l'esempio fatto in precedenza, si otterrà, pertanto, un campione di 3 aziende.Va comunque sottolineato che <strong>la</strong> scelta <strong>del</strong><strong>la</strong> numerosità <strong>del</strong> campione è in funzione <strong>del</strong> livello di rischio e <strong>del</strong><strong>la</strong> complessità <strong>del</strong>gruppo, secondo valutazioni che ciascun ente di <strong>certificazione</strong> deve condurre indipendentemente ed in via preliminare rispetto al<strong>la</strong>verifica di <strong>certificazione</strong>. E' facoltà <strong>del</strong>l'ente scegliere le aziende da verificare, ma é richiesto dal<strong>la</strong> norma che almeno il 25% <strong>del</strong>campione, quale che sia <strong>la</strong> sua numerosità, sia costituito da membri <strong>del</strong> gruppi scelti in maniera casuale.Fonte: FSC, 2004d. Ns. e<strong>la</strong>borazione.8.2 Certificazione di gruppo per il Programme for Endorsement of Forest CertificationschemesLa <strong>certificazione</strong> di gruppo <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia PEFC è disciplinata dall'Appendice 4 all'Allegato 4 <strong>del</strong> PEFC73Technical Document . Questa stessa norma disciplina anche <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> multisito (PEFC-Italia, 2005).Secondo un'impostazione analoga a quel<strong>la</strong> già vista per il Forest Stewardship Council, si possono distinguere due livelli,corrispondenti a diversi livelli di responsabilità: ufficio centrale; siti.Di seguito si descrivono in maniera sintetica i compiti di ciascuno di questi due livelli.8.2.1 Compiti e responsabilità <strong>del</strong>l'ufficio centraleIl principale compito <strong>del</strong>l'ufficio centrale, in quanto parte contraente con l'ente di <strong>certificazione</strong>, è garantirel'impegno a nome di tutto al gruppo al conseguimento ed al mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodiain conformità con i requisiti previsti dalle norme di riferimento. In tale prospettiva, è fondamentale che ilsoggetto gestore <strong>del</strong>l'intero gruppo fornisca a tutti i siti coinvolti le informazioni ed il supporto tecnico necessarial raggiungimento <strong>del</strong>lo scopo definito.Analogamente a quanto già visto per FSC, deve sussistere un legame di natura contrattuale tra l'ufficio centrale etutti i siti aderenti al gruppo, incluso l'impegno dei siti ad applicare e mantenere <strong>la</strong> Catena di Custodia in conformitàcon questo documento normativo. Il contratto deve anche includere il diritto da parte <strong>del</strong>l'ufficio centrale diescludere qualsiasi sito dal<strong>la</strong> partecipazione al gruppo in caso di gravi non-conformità riscontrate.L'ufficio centrale deve inoltre gestire le adesioni e le uscite dei siti dal gruppo, conservando un registro aggiornatore<strong>la</strong>tivo a tali dati ed informazioni.Infine, il soggetto cui compete <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> gruppo è tenuto a definire ed attuare un programma di audit internidei diversi siti (inclusa <strong>la</strong> stessa sede amministrativa centrale), prima che l'ente di <strong>certificazione</strong> proceda con leproprie verifiche di <strong>certificazione</strong> e di mantenimento. Qualora dagli audit interni o dalle verifiche ispettive condottedall'ente dovessero emergere <strong>del</strong>le non conformità, devono essere stabilite misure correttive e preventive,se necessario, e valutare l'efficacia <strong>del</strong>le azioni correttive applicate.La norma non stabilisce le modalità di campionamento che l'ente di <strong>certificazione</strong> deve adottare in sede di visitaispettiva.73L'Appendice è anche disponibile <strong>nel<strong>la</strong></strong> versione italiana, “Implementazione di ITA 1002 in organizzazioni multi-sito”, all'interno <strong>del</strong>documento ITA 1002, traduzione in lingua italiana <strong>del</strong>l'originale documento in lingua inglese, a cura di PEFC-Italia.76


PARTE SECONDA8.2.2 Compiti e responsabilità dei singoli sitiAi singoli siti facenti parte di un gruppo certificato (od in corso di <strong>certificazione</strong>) per <strong>la</strong> Catena di Custodia secondole regole <strong>del</strong> PEFC competono compiti e responsabilità definita in maniera esplicita dal<strong>la</strong> norma di riferimentocitata nel paragrafo 8.2.In partico<strong>la</strong>re, ogni sito è, ovviamente, tenuto al rispetto <strong>del</strong>le regole per Catena di Custodia così come definitenell'Allegato 4 al PEFC Technical Document (ITA 1002 <strong>nel<strong>la</strong></strong> versione in lingua italiana). Oltre a ciò, è obbligato a fornireprontamente, all'ufficio centrale e/o all'ente di <strong>certificazione</strong>, tutti i dati pertinenti, <strong>la</strong> documentazione od altreinformazioni che vengano richieste, nonché fornire piena cooperazione ed assistenza per poter completare in modosoddisfacente le verifiche ispettive interne, le revisioni, le indagini di routine pertinenti e le azioni correttive.Qualora nel corso <strong>del</strong>le verifiche, interne ed esterne, dovessero emergere comportamenti non conformi rispettoa quanto stabilito dalle norme, ciascun sito è tenuto ad attuare tempestivamente ed in maniera efficace le azionicorrettive richieste, fornendo poi evidenza e <strong>del</strong><strong>la</strong> loro implementazione, e dei re<strong>la</strong>tivi risultati.8.3Certificazione multisitoLa <strong>certificazione</strong> multisito rappresenta un'ulteriore opportunità per le aziende <strong>del</strong> settore <strong>legno</strong> che vogliano approcciarsial<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia, FSC e PEFC.Si tratta di una tipologia di <strong>certificazione</strong> che ricalca da vicino i meccanismi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo vistanei precedenti paragrafi, ma che è stata pensata per quelle aziende che abbiano più unità (stabilimenti, magazzini,<strong>la</strong>boratori, uffici etc.), tutte facenti capo ad un'unica sede centrale.Anche in questo caso il certificato è unico ed è ri<strong>la</strong>sciato al soggetto gestore (sede centrale), ma tutte le aziendefacenti parte <strong>del</strong> sistema multisito ne possono beneficiare a tutti gli effetti, come fossero individualmente certificate.Questa modalità di <strong>certificazione</strong> consente una semplificazione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione, grazie al ruolo di coordinamentogiocato dal<strong>la</strong> sede centrale, ed un contenimento dei costi, perché l'ente di <strong>certificazione</strong> opera verifiche a campione.In virtù di quanto appena detto, ed in considerazione <strong>del</strong>le caratteristiche (anche dimensionali) prettamente artigianali<strong>del</strong>le aziende cui si rivolge il Progetto “Dal bosco al mobile”, si daranno so<strong>la</strong>mente alcune informazioni basi<strong>la</strong>risul<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> multisito. Si ritiene, infatti, improbabile che essa possa trovare applicazione pratica.8.3.1 La <strong>certificazione</strong> multisito secondo il Forest Stewardship CouncilLa norma che disciplina <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> multisito FSC è il documento denominato: FSC Gui<strong>del</strong>ines for Sampling74of Multi-site Organizations for Chain of Custody certification .L'applicabilità <strong>del</strong>le regole per <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> multisito <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia è limitata alle aziende che rispondanosostanzialmente a tre requisiti (FSC, 2004e): aziende aventi un ufficio centrale ( central office) ed altre unità ( sites), o gruppi di unità ( set of sites), ad essoreferenti; esistenza di un legame di carattere legale/contrattuale tra l'ufficio centrale e le diverse unità; appartenenza <strong>del</strong>l'ufficio centrale e di tutte le unità partecipanti al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> al medesimo Paese.Per analogia con quanto previsto <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo, si possono distinguere, <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>certificazione</strong> multisito,due diversi livelli: ufficio centrale; singole unità.All'ufficio centrale competono, di fatto, le stesse responsabilità proprie <strong>del</strong> gestore <strong>del</strong> gruppo (paragrafo 8.1.1),mentre alle singole unità competono responsabilità analoghe a quelle dei singoli membri <strong>del</strong> gruppo (cfr. 8.1.2).Tutte le sedi devono rispettare i requisiti previsti dalle norme per <strong>la</strong> Catena di Custodia, e gli enti di <strong>certificazione</strong>sono tenuti ad operare dei controlli a campione, secondo modalità analoghe a quelle già descritte nel box 8.1.8.3.2 La <strong>certificazione</strong> multisito secondo il Programme for Endorsement of Forest Certification schemesCome stabilito dall’Allegato 4 al PEFC Technical Document, <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia multisitoPEFC segue le stesse regole già descritte in precedenza a proposito <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di gruppo, per cui per unasua trattazione si rinvia al paragrafo 8.2.74La prima versione di queste Linee Guida risale al 15 luglio 2002, ma attualmente è in vigore <strong>la</strong> versione <strong>del</strong> primo settembre 2004.77


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Riferimenti webwww.aboutsfi.com Sustainable Forest Iniziative, SFIwww.csa-international.org Canadian Standard Association, CSAwww.fsc-info.orgwww.fsc-italia.itBanca dati online <strong>del</strong>le certificazioni FSCGruppo FSC-Italiawww.fsc.org Forest Stewardship CouncilA.C, FSCwww.inmetro.gov.br/qualidade/cerflor.asp Esquema Brasileiro de Certificação Florestal, CERFLORwww.isea<strong>la</strong>lliance.org International Social and Environmental Accreditation and Labelling (ISEAL) Alliancewww.iso.orgwww.lei.or.idInternational Organization for StandardizationLembaga Eco<strong>la</strong>bel Indonesia, LEIwww.mtcc.com.my Ma<strong>la</strong>ysian Timber Certification Council, MTCCwww.pefc.cz/register/search1.asp Banca dati online <strong>del</strong>le certificazioni PEFCwww.pefc.it Associazione PEFC-Italiawww.pefc.org Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, PEFCwww.sfms.com/csa.htm Canadian Sustainable Forest Certification Coalitionwww.sincert.it Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazionewww.treefarmsystem.org American Tree Farm System,ATFS82


Allegati83


,ALLEGATO 1Allegato 1 - Principali schemi di <strong>certificazione</strong> forestale, nazionali ed internazionali, attualmente operativi nel mondo (gennaio 2006)Fonte: ATFS, CERFLOR, CSA, FSC, LEI, MTCC, PEFC e SFI, 2006. Ns. e<strong>la</strong>borazione.DenominazioneATFS, AmericanTree Farm SystemCERFLOREsquema Brasileirode CertificacãoForestalCSA, CanadianStandardsAssociation ForestManagementStandardsFSC, ForestStewardshipCouncilLEI, LembagaEco<strong>la</strong>bel IndonesiaMTCC, Ma<strong>la</strong>ysianTimber CertificationCouncilPEFC, Programmefor Endorsement ofForest CertificationschemesSFI, SustainableForestry IniziativeDescrizione sinteticaSchema di <strong>certificazione</strong> ad adesione volontaria operativo dal 1941 sotto <strong>la</strong> supervisione <strong>del</strong>l' American Forest Foundation(AFF). Gli standard di riferimento per <strong>la</strong> GFS sono gli AFF's Standards of Sustainability for Forest Certification e si fondanosul principio <strong>del</strong><strong>la</strong> sostenibilità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale operata dai proprietari privati, anche di ridotte dimensioni. Èpresente in 46 stati degli USA.Nel maggio 2000 è avvenuto il mutuo riconoscimento con il sistema di <strong>certificazione</strong> Sustainable Forestry Iniziative (SFI) equindi, indirettamente, nel 2005, con il PEFC.Schema di <strong>certificazione</strong> brasiliano presentato nel 2003 dall'Istituto Nazionale di Meteorologia, Normazione e QualitàIndustriale <strong>del</strong> Brasile (INMETRO) e che si basa su 6 norme disciplinanti <strong>la</strong> gestione forestale e <strong>la</strong> Catena di Custodia. Talinorme sono state e<strong>la</strong>borate dal<strong>la</strong> CEET ( Comissão de Estudios Especial Temporària de Manejo Forestal) a partire da norme<strong>del</strong><strong>la</strong> ABNT ( Associação Brasileira de Normas Tecnìcas ).Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standardCERFLORNell'ottobre 2005 ha dato vita ufficialmente al mutuo riconoscimento con il PEFC.Schema di <strong>certificazione</strong> creato dal<strong>la</strong> Canadian Standard Association , ente formatore canadese (1919) a partire dal 1994,con l'appoggio <strong>del</strong> Governo e <strong>del</strong>l'industria forestale canadese. Lo standard di riferimento per <strong>la</strong> gestione forestale è il documentoCAN/CSA Z809, pubblicato nel 1996 e revisionato nel 2000.Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standard CSA.Dal 2004 ha dato vita ufficialmente al mutuo riconoscimento con il PEFC.È, al momento, lo schema singolo che vanta <strong>la</strong> maggiore superficie forestale certificata al mondo.Schema di <strong>certificazione</strong> di origine non governativa, basato su 10 Principi e Criteri di buona gestione forestale definiti con<strong>la</strong> partecipazione di tutte le parti interessate e su norme specifiche per <strong>la</strong> Catena di Custodia.Rappresenta <strong>la</strong> prima iniziativa di <strong>certificazione</strong> forestale creata (1993) su sca<strong>la</strong> internazionale e prevede <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>sia <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale (individuale e di gruppo), che <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia (individuale, di gruppo o multisito).È presente in Italia con numerose aziende e foreste certificate e con un'Iniziativa Nazionale, avente sede a Padova.Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standard FSC.Schema di <strong>certificazione</strong> forestale sviluppato dall' Indonesia Eco<strong>la</strong>belling Institute tra il 1994 ed il 2004. Definisce normespecifiche per <strong>la</strong> gestione forestale, <strong>la</strong> Catena di Custodia e le piantagioni.Si tratta di un'iniziativa ancora molto giovane, ma in rapida espansione (quasi 3 milioni di ettari in corso di <strong>certificazione</strong>).Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standard LEI.Il logo <strong>del</strong> LEI è l'unico logo a poter essere affiancato sui prodotti al logo FSC, <strong>la</strong>ddove ne esistano i requisiti.Schema di <strong>certificazione</strong> istituito dal Ma<strong>la</strong>syan Timber Council nel 2001, sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong><strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione nazionale e <strong>del</strong>le di-Ma<strong>la</strong>ysianrettive <strong>del</strong>l'Organizzazione Internazionale <strong>del</strong> Legno Tropicale (ITTO). Standard di riferimento è il documento(MC&I, 2001), che si ispiraCriteria, Indicators, Activities and Standards of Perfomancefor Forest Management CertificationCriteria and Indicators for Sustainable Management of Natural Tropical Forestsal documento (ITTO, 1998). I nuovi standard,tuttavia sviluppati a partire dal 2002 si ispirano ai 10 P&C <strong>del</strong> FSC.Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standardMTCC.Ha avviato il processo di mutuo riconoscimento con il PEFC. Di recente è stato contestato per evidenze di vio<strong>la</strong>zioni di normativeambientali e sui diritti <strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni indigene operate in foreste certificate.Schema di <strong>certificazione</strong> basato sui Principi e Criteri Pan-Europei di buona <strong>certificazione</strong> forestale. Nato nel 1998 comePan European Forest Certification , applicabile solo all'Europa, dal 2003 ha assunto carattere internazionale, riconoscendomutuamente schemi di altri continenti (es. CERFLOF, CSA, SFI, etc.). Prevede <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> sia <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale(individuale, di gruppo o regionale), che <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia (individuale o di gruppo).È presente in Italia con numerose aziende e foreste certificate e con un'Iniziativa Nazionale, avente sede a Perugia.Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standardPEFC.Schema di <strong>certificazione</strong> <strong>la</strong>nciato nel 1994 dall' American Forest & Paper Association , basato sui Principi e sugli 11 Obiettivi(e re<strong>la</strong>tivi indicatori di performance ) e<strong>la</strong>borati da tecnici forestali, liberi professionisti, ricercatori, imprenditori ed altrisoggetti. Elemento centrale per <strong>la</strong> buona gestione secondo <strong>la</strong> SFI è il concetto di riforestazione: dal 1995 ad oggi sono statipiantati secondo questo schema oltre 5,6 miliardi di alberi.Prevede l'uso di un apposito logo sui prodotti che impieghino <strong>legno</strong> derivante da foreste gestite secondo gli standard SFI.Dal 2005 ha dato vita ufficialmente al mutuo riconoscimento con il PEFC.LogoSuperficiecertificata (ha)13.435.638882.04969.209.27768.125.08791.7674.730.774186.798.580(comprendeanche i valori diCERFLOR, CSA,SFI e ATFS)54.376.769AmbitogeograficoUSABrasileCanadaInternazionaleIndonesiaMalesiaInternazionaleUSA e CanadaRiferimenti webwww.treefarmsystem.orgwww.inmetro.gov.br/qualidade/cerflor.aspwww.cas-international.orgwww.sfms.com/csa.htmwww.fsc.orgwww.fsc-italia.itwww.lei.or.idwww.mtcc.com.mywww.pefc.orgwww.pefc.itwww.aboutsfi.com84


ALLEGATIAllegato 2 - Enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC ed enti di <strong>certificazione</strong> accreditati PEFCEnti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC (gennaio 2006)Nel<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> sottostante sono evidenziati gli enti di <strong>certificazione</strong> che hanno ri<strong>la</strong>sciato certificati ancora validi inItalia. Si precisa, in ogni caso, che tutti gli enti elencati sono autorizzati a ri<strong>la</strong>sciare certificazioni nel nostroPaese, avendo le aziende piena facoltà di scegliere liberamente l'ente di <strong>certificazione</strong> al quale rivolgersi. Altri 8enti sono in corso di accreditamentoAggiornamenti ed ulteriori informazioni sono disponibili presso i seguenti link:www.fsc.org/en/about/accreditation/accred_certbodwww.fsc-italia.itALLEGATO 2Ente di <strong>certificazione</strong>Paese(sede)Accreditamento(Paesi nei quali l'ente puòri<strong>la</strong>sciare certificazioni)CertificazioniSito webBM Trada CertificationLtd (TT)Regno UnitoInternazionale• CoCwww.bmtrada.comCentre Techniquedu Bois et <strong>del</strong>'Ameublement (CTBA)FranciaInternazionale• GFS• CoCwww.ctba.frCertiquality (CQ)Eurocertifor - BVQIProgram of BVQI France(EUR)Fundación vida parael bosque A.C. (VIBO)GFA Consulting GroupGmbH (GFA)Istituto per <strong>la</strong>Certificazione e i Serviziper Imprese<strong>del</strong>l' Arredamentoe <strong>del</strong> Legno (ICILA)Institut für Marktökologie(IMO)KPMG ForestCertification Services Inc.Scientific CertificationSystems (SCS)QUALIFOR,SGS South Africa (SGS)Skal International,Controlunion (SKAL)SmartWood, RainforestAlliance (SW)Woodmark, SoilAssociation (SA)Swiss Association forQuality and ManagementSystems (SQS)Fonte: FSC, 2006c. Ns. e<strong>la</strong>borazione.ItaliaFranciaMessicoGermaniaItaliaSvizzeraCanadaUSASud AfricaO<strong>la</strong>ndaUSARegno UnitoSvizzeraInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionaleInternazionale• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoC• GFS• CoCwww.certiquality.itwww.bvqi.frwww.bosquevibo.org.mxwww.gfa-certification.dewww.ici<strong>la</strong>.orgwww.imo.chwww.kpmg.cawww.scscertified.comwww.qualifor.sgs.comwww.skalint.comwww.smartwood.orgwww.soi<strong>la</strong>ssociation.org/forestrywww.sqs.ch85


ALLEGATO 2Enti di <strong>certificazione</strong> accreditati PEFC (gennaio 2006)Nel<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> sottostante sono riportati i riferimenti degli enti di <strong>certificazione</strong> che abbiano sinora ri<strong>la</strong>sciato, inItalia, certificazioni secondo gli standard PEFC. Per ulteriori informazioni sull'accreditamento PEFC si fa rinvio albox 7.1 e ai siti www.pefc.org e www.pefc.it.Ente di <strong>certificazione</strong>Agenzia per <strong>la</strong> garanzia<strong>del</strong><strong>la</strong> Qualitàin agricoltura, AQACSQA CertificazioniIstituto per <strong>la</strong>Certificazione e i Serviziper Imprese<strong>del</strong>l' Arredamentoe <strong>del</strong> Legno (ICILA)Paese(sede)ItaliaItaliaItaliaAccreditamento(Paesi nei quali l'ente puòri<strong>la</strong>sciare certificazioni)InternazionaleInternazionaleInternazionaleCertificazioni• GFS• CoC• GFS• CoC• CoCSito webwww.aqacertificazioni.itwww.csqa.orgwww.ici<strong>la</strong>.org86


ALLEGATIAllegato 3 - Esempio di dichiarazione <strong>del</strong> fornitore per dichiarare il carattere control<strong>la</strong>to <strong>del</strong> <strong>legno</strong>secondo le regole <strong>del</strong> FSC (italiano ed inglese)Spett. _________Al<strong>la</strong> cortese attenzione_________________Località, dataALLEGATO 3Oggetto: dichiarazione re<strong>la</strong>tiva al <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>toCon il presente documento si dichiara che il legname da noi fornitoVi proviene dalle seguenti aree forestali:-- (…)-Si dichiara altresì che esso non proviene da nessuna <strong>del</strong>le categorie di seguito elencate:- aree nelle quali siano vio<strong>la</strong>ti diritti civili e/o tradizionali;- foreste ad alto valore di conservazione (HVCFs) non certificate FSC;- piante geneticamente modificate ( ogm);- legname proveniente da tagli illegali ( illegal logging);- foreste naturali che siano state convertite in piantagioni od in altre forme non forestali.Cordiali saluti.__________________(timbro e firma)87


ALLEGATO 3To ___________________Attention of_______________________P<strong>la</strong>ce and dateObject: dec<strong>la</strong>ration on controlled woodHereby we state that the wood we supply you with comes from the following forest areas:-- (…)-We also state that the wood we supply you with doesn't belong to the following categories:- wood harvested from forest areas where traditional or civil rights are vio<strong>la</strong>ted;- wood harvested from non FSC-certified forest areas having high conservation values which are threatened;- wood harvested from genetically modified (GM) trees;- illegally harvested wood;- natural forest that has been converted to p<strong>la</strong>ntations or non-forest use.Best regards.__________________(Signature)88


ALLEGATIAllegato 4 - Esempio di elenco dei gruppi di prodotti FSCL'azienda produce prodotti finiti per arredo e per oggettistica, componenti per mobili e semi<strong>la</strong>vorati (elementi),utilizzando diverse specie <strong>legno</strong>se. Ha scelto di costruire un sistema che le possa consentire di realizzare tuttiquesti prodotti utilizzando sia so<strong>la</strong>mente <strong>legno</strong> certificato che anche <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to. Inoltre ha scelto <strong>la</strong>possibilità di raccogliere gli scarti <strong>del</strong>le <strong>la</strong>vorazioni <strong>del</strong> solo <strong>legno</strong> certificato e venderli. Questi sono i gruppi diprodotti che ha definito.N° Descrizione Etichettatura Specie <strong>legno</strong>sa1 Prodotti finiti per arredo in <strong>legno</strong> di faggio FSC MISTO2 Prodotti finiti per arredo in <strong>legno</strong> di frassino FSC MISTO3 Prodotti finiti per arredo in <strong>legno</strong> di rovere FSC MISTO4 Prodotti finiti per oggettistica in <strong>legno</strong> di faggio FSC MISTO5 Prodotti finiti per oggettistica in <strong>legno</strong> di frassino FSC MISTO6 Prodotti finiti per oggettistica in <strong>legno</strong> di rovere FSC MISTO7 Componenti per mobili in <strong>legno</strong> di faggio FSC MISTO8 Componenti per mobili in <strong>legno</strong> di frassino FSC MISTO9 Componenti per mobili in <strong>legno</strong> di rovere FSC MISTO10 Segati (elementi) in <strong>legno</strong> di faggio FSC MISTO11 Segati (elementi) in <strong>legno</strong> di frassino FSC MISTO12 Segati (elementi) in <strong>legno</strong> di rovere FSC MISTO13 Prodotti finiti per arredo in <strong>legno</strong> di faggio FSC PURO14 Prodotti finiti per arredo in <strong>legno</strong> di frassino FSC PURO15 Prodotti finiti per arredo in <strong>legno</strong> di rovere FSC PURO16 Prodotti finiti per oggettistica in <strong>legno</strong> di faggio FSC PURO17 Prodotti finiti per oggettistica in <strong>legno</strong> di frassino FSC PURO18 Prodotti finiti per oggettistica in <strong>legno</strong> di rovere FSC PURO19 Componenti in <strong>legno</strong> di faggio FSC PURO20 Componenti in <strong>legno</strong> di frassino FSC PURO21 Componenti in <strong>legno</strong> di rovere FSC PURO22 Segati (elementi) in <strong>legno</strong> di faggio FSC PURO23 Segati (elementi) in <strong>legno</strong> di frassino FSC PURO24 Segati (elementi) in <strong>legno</strong> di rovere FSC PURO25 Scarti di faggio, frassino e rovere FSC PUROFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvaticaFraxinus excelsiorQuercus petreaFagus sylvatica, Fraxinusexcelsior, Quercus petreaALLEGATO 4Data di aggiornamento: ____ / _____ / _____89


ALLEGATO 5Allegato 5 - Esempio di elenco dei fornitori certificati FSC e/o PEFCNome /Ragione socialeRiferimentie contattiCodice CoCDatadi scadenzaElenco gruppiEtichettatura90


ALLEGATIAllegato 6 - Esempio di lista <strong>del</strong>le fonti di <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to FSCN°Nome <strong>del</strong>l’areaforestalePaese LocalitàRiferimenti Specie <strong>legno</strong>saALLEGATO 691


Parte Terza93


PARTE TERZANORMEFOREST STEWARDSHIP COUNCILGRUPPO FSC-ITALIAc/o DIP. TESAF - UNIVERSITÀ DI PADOVAVIALE DELL'UNIVERSITÀ, 16 - AGRIPOLIS35020 LEGNARO (PD)TEL:+ 39 049 8272773 FAX:+ 39 049 8272772e-mail: info@fsc-italia.itsito: www.fsc-italia.itFSC-STD-40-004 (vers. 1.0)STANDARD PER LE AZIENDE CHE ACQUISTANO, TRASFORMANOE VENDONO MATERIALI E PRODOTTI CERTIFICATI FSCDenominazione originale: FSC chain of custody standard for companies supplying and manufacturingFSC-certified products.Traduzione a cura <strong>del</strong><strong>la</strong> Segreteria <strong>del</strong> Gruppo FSC-Italia, ottobre 2005INTRODUZIONEIl presente standard è stato predisposto per le aziende cheproducono materiali e prodotti <strong>legno</strong>si, inclusi segati (es.travi, tavole), prodotti in chip e fibre (es. pasta, carta, pannelli),prodotti assemb<strong>la</strong>ti (es: mobili, compensati, tranciati).Lo standard può essere anche applicato a quelle aziendeche producono prodotti forestali non <strong>legno</strong>si (es. noci brasiliane).È stato sviluppato allo scopo di consentire alle aziende cheproducono e commerciano materiali e prodotti certificatiFSC di:• control<strong>la</strong>re l'origine dei loro materiali certificati FSC edei prodotti ricic<strong>la</strong>ti,• dimostrare ai propri clienti, siano essi altre aziende, entirappresentanti <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione o consumatorifinali, che esse attuano politiche di acquisto responsabilee che rispettano i requisiti FSC nel controllodei flussi di legname o fibre non certificati FSC,• utilizzare il logo FSC sui propri prodotti ( on-product) al finedi promuoverli.Un obbiettivo chiave <strong>del</strong> presente standard è di mettere leaziende in condizione sia di entrare nel sistema FSC, che di incrementare<strong>la</strong> percentuale di <strong>legno</strong> certificato FSC sino al100%. Il rispetto di questo standard consente il riferimentoad uno schema di garanzia internazionale e credibile per <strong>la</strong>dichiarazione circa l'origine dei materiali e dei prodotti a basedi <strong>legno</strong> o fibre di <strong>legno</strong>. Esso costituisce inoltre <strong>la</strong> basenormativa di riferimento per una verifica di terza parte indi-FSC-SECR-0051FSC Trademark © 1996 Forest Stewardship Council A.C.95


pendente, valida anche per dimostrare il rispetto <strong>del</strong>le politiche di acquisto pubbliche o private e di partico<strong>la</strong>rispecifiche normative come ad esempio l'Eco<strong>la</strong>bel per i mobili o il “Sistema LEED” ( U.S. Green Building Leadershipin Energy and Environmental Design).Il rispetto <strong>del</strong> presente standard è un prerequisito essenziale per fare un uso <strong>del</strong> marchio FSC direttamente sui prodottiin <strong>legno</strong> ( on-product).Il presente standard affianca e, in prospettiva soppianterà, l'attuale “ FSC policy on percentage based c<strong>la</strong>ims (May2000) ” e i requisiti contenuti <strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 3.6 <strong>del</strong> “ FSC Accreditation Manual (February 2002) ”.Il presente standard definisce i requisiti per <strong>la</strong> Catena di Custodia e l'etichettatura <strong>del</strong>le seguenti c<strong>la</strong>ssi di prodotti:FSC “Puro”, FSC “Misto” e FSC “Ricic<strong>la</strong>to”. Stabilisce i requisiti di sistema per le aziende ed i requisiti perl'etichettatura dei prodotti con le etichette FSC. È stata predisposta un'ampia gamma di opzioni di etichettaturadei prodotti ( on product).Queste opzioni consentono di riconoscere l'autenticità degli elementi etichettati favorendoal contempo l'espansione e <strong>la</strong> diffusione dei prodotti certificati FSC nel mercato, specialmente per i prodottiprovenienti dal Sud <strong>del</strong> mondo.Il presente standard specifica inoltre i requisiti per il calcolo <strong>del</strong>le soglie minime e dei crediti di volume ai fini<strong>del</strong>l'etichettatura dei gruppi di prodotti FSC. Il sistema a soglia FSC richiede il raggiungimento di un livello minimodi contenuti di materiale certificato FSC per poter etichettare tutti i prodotti (100%) con il logo FSC. Il sistemaFSC a crediti collega <strong>la</strong> quantità di prodotti etichettati FSC al<strong>la</strong> quantità di materiale certificato FSC che entra nelprocesso di produzione, ma non richiede <strong>la</strong> separazione fisica <strong>del</strong> <strong>legno</strong> certificato FSC dal <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to neigruppi di prodotti FSC, durante il processo di trasformazione.96


PARTE TERZANORMEINDICE dei CONTENUTIA ScopoB TempisticheD Normativa di riferimentoE Termini e definizioniPARTE 1 REQUISITI DI QUALITÀ DEL SISTEMA1 Responsabilità2 Scopo <strong>del</strong> Sistema di Chain of Custody3 Procedure documentate4 Registrazioni e report5 FormazionePARTE 2 FONTI D'ORIGINE DEL LEGNO6 Specifiche degli input7 Aziende che producono materiale ricic<strong>la</strong>to in sito8 Aziende che raccolgono o commerciano materiale ricic<strong>la</strong>to post-consumo9 Ricevimento e stoccaggio <strong>del</strong> materialePARTE 3 CONTROLLO DELLAPRODUZIONE E REGISTRAZIONI10 Raccolta <strong>del</strong>le informazioni e registrazioniPARTE 4 REQUISITI PER L'ETICHETTATURA11 Criteri per l'impiego <strong>del</strong> logo FSC sui prodotti ( on-product)12 Requisiti per l'etichettatura13 Mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile di materiale FSC nei gruppi di prodotti14 Conteggio dei crediti FSC15 Approvazione <strong>del</strong>le etichette utilizzate sui prodotti “on-product”PARTE 5 FATTURAZIONE E DOCUMENTI DI VENDITA E SPEDIZIONE16 Fatture di vendita17 Documentazione di spedizione18 Registrazione <strong>del</strong>le venditeALLEGATIAllegato 1 Termini e definizioni ( omissis)Allegato 2 Categorie di materiale <strong>legno</strong>so ricic<strong>la</strong>toAllegato 3 Categorie di materiale fibroso ricic<strong>la</strong>toAllegato 4 Esempi di conteggi con il sistema a soglia e con il sistema a crediti ai fini <strong>del</strong>l'etichettaturadei prodotti certificati con il logo FSC.A SCOPOIl presente standard è applicabile a tutte le aziende che acquistano, trasformano e vendono materiali o prodotti<strong>legno</strong>si, inclusi i segati, i prodotti assemb<strong>la</strong>ti ed i prodotti in chip e fibre, e che intendono emettere dichiarazionisul prodotto ( on-product) re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> FSC dei loro prodotti. Lo standard è applicabile dalmomento in cui una azienda entra legalmente in possesso <strong>del</strong> materiale in ingresso, fino al<strong>la</strong> vendita.B TEMPISTICALo standard è applicabile a partire dal 1 ottobre 2004. Ogni nuova domanda di <strong>certificazione</strong> FSC <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of Custodysarà valutata a fronte di questo standard a partire dal 1 gennaio 2006. Tutti le aziende che detengano un certificatoFSC per <strong>la</strong> Chain of Custody dovranno adeguarsi a questo standard entro il 1 gennaio 2007.C NORMATIVA DI RIFERIMENTOFSC-STD-01-001 Forest Stewardship Council Principles and Criteria of Forest Stewardship (2000)FSC-STD-40-201 FSC standard for on-product <strong>la</strong>bellingFSC-STD-40-005 FSC standard for non FSC-certified controlled woodISO 14021 Environmental <strong>la</strong>bels and dec<strong>la</strong>rations self-dec<strong>la</strong>red environmental c<strong>la</strong>ims (type II environmental <strong>la</strong>belling)(1999)FSC requirements for off-product use of the FSC trademarks by certificate holdersD TERMINI E DEFINIZIONITermini e definizioni sono riportati nel documento “ FSC-STD-01-002 FSC glossary of terms” .97


PARTE 1 REQUISITI DI QUALITÀ DEL SISTEMA1. Responsabilità1.1. L'azienda deve individuare una persona (o una figura aziendale) responsabile <strong>del</strong> rispetto, da parte<strong>del</strong>l'azienda, di tutti i requisiti previsti dal presente standard.1.2. Tutto il personale con ruoli di rilievo (dipendenti e terzisti) deve conoscere e comprendere le proprie specificheresponsabilità per garantire il rispetto dei requisiti previsti dal presente standard.2. Scopo <strong>del</strong> Sistema Chain of Custody2.1. L'azienda deve definire una lista di tutti i gruppi di prodotti inclusi nel proprio sistema di controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Chainof Custody FSC.Esempi di gruppi di prodotti FSC1. una linea di steccati di pino2. una linea di Glu<strong>la</strong>m3. una linea di cornici per finestre di Cedro rosso occidentale4. una linea di pavimenti multistrato5. una linea di pannelli OSB6. una gamma di articoli di carta fatti con pasta di <strong>legno</strong> misto di conifere7. un singolo articolo o <strong>qualità</strong> di carta8. una linea di segati di abete rosso2.2. I prodotti inclusi in uno stesso gruppo di prodotti possono essere realizzati a partire da una misce<strong>la</strong> di specie<strong>legno</strong>se, tuttavia un singolo gruppo di prodotti non può contenere diverse linee di prodotto che differiscanoin termini di composizione di specie, <strong>qualità</strong> e/o valore.Ad esempio, un gruppo di prodotti può essere costituito da una linea di sedie da giardino, ciascuna<strong>del</strong>le quali viene prodotta impiegando legname da un mix di specie <strong>legno</strong>se. Uno stesso gruppo di prodottinon può assolutamente essere costituito da una linea di sedie da giardino prodotte con una so<strong>la</strong>specie <strong>legno</strong>sa e da una seconda linea di sedie da giardino prodotte con una differente specie <strong>legno</strong>sa.In questo caso le due linee devono essere c<strong>la</strong>ssificate in due distinti gruppi di prodotti.2.3. La lista dei gruppi di prodotti deve essere mantenuta aggiornata e deve essere resa disponibile su richiesta.2.4. Per ogni gruppo di prodotti l'azienda deve specificare se il gruppo sia:a) FSC-Purob) FSC-Mistoc) FSC-Ricic<strong>la</strong>to2.5. Il sistema aziendale di controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of Custody FSC (politica, manuale, procedure, istruzioni operative,ecc.)deve essere sufficiente a garantire che tutti i prodotti specificati <strong>nel<strong>la</strong></strong> lista dei gruppi di prodottiFSC <strong>del</strong>l'azienda rispettino sempre tutti i requisiti previsti dal presente standard.3. Procedure documentate3.1. L'azienda deve predisporre procedure scritte e/o istruzioni operative per assicurare <strong>la</strong> corretta implementazionedi tutti gli elementi specificati nel presente standard.3.2. Le procedure/istruzioni operative devono sempre includere l'identificazione <strong>del</strong>le persone (o <strong>del</strong>le figureaziendali) responsabili <strong>del</strong>l'implementazione di ciascuna procedura o istruzione operativa.4. Registrazioni e report4.1. L'azienda deve mantenere registrazioni e report accurati, completi, aggiornati ed accessibili che si riferiscanoa tutti gli aspetti previsti dal presente standard.4.2. Il tempo di conservazione di tali registrazioni deve essere specificato dall'azienda ma in ogni caso non può essereinferiore ai 5 anni.5. Formazione5.1. L'azienda deve definire i requisiti per <strong>la</strong> formazione <strong>del</strong>l'intero personale come richiesto ai fini<strong>del</strong>l'implementazione <strong>del</strong> presente standard.5.2. La formazione deve essere impartita a tutto il personale.5.3. L'azienda deve mantenere le registrazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> formazione impartita al personale con riferimentoall'implementazione <strong>del</strong> presente standard.98


PARTE TERZANORMEPARTE 2FONTI D’ORIGINE DEL LEGNO6. Specifiche degli ingressi6.1 Ai fini <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of Custody FSC e per l'etichettatura dei prodotti ( on-product), l'azienda deveadottare ed utilizzare le definizioni di <strong>legno</strong>, fibre o altro materiale (per es. FSC-Puro, FSC-Misto, <strong>legno</strong> di recuperopost-consumo, ecc.) così come definite nel presente standard.6.2 Tutto il legname che l'azienda utilizza <strong>nel<strong>la</strong></strong> realizzazione di ciascun gruppo di prodotti FSC deve rientrare inuna o più <strong>del</strong>le seguenti categorie:a) FSC-Puro;b) FSC-Misto;c) Legno di recupero post-consumo;d) Altro <strong>legno</strong> di recupero;e) Legno Control<strong>la</strong>to.6.3 Tutto il materiale che non possa essere chiaramente assegnato ad una <strong>del</strong>le categorie definite al precedentepunto 6.2, deve essere considerato come materiale non control<strong>la</strong>to ai fini <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of CustodyFSC e deve essere mantenuto separato.Istruzioni per il materiale certificato FSC6.4 L'azienda deve definire istruzioni scritte per gli acquisti di tutto il materiale certificato FSC, che devono includerei seguenti requisiti:a) i fornitori di materiale certificato FSC devono essere in possesso di un valido certificato di Chain of CustodyFSC o di un valido certificato congiunto per <strong>la</strong> Chain of Custody e <strong>la</strong> Gestione Forestale ri<strong>la</strong>sciato da1un ente di <strong>certificazione</strong> accreditato FSC ;b) il materiale che viene fornito deve essere identificato come FSC-Puro o FSC-Misto;c) il materiale che viene fornito deve essere compreso nello scopo <strong>del</strong> certificato <strong>del</strong> fornitore, sia che sitratti di solo certificato do Chain of Custody, sia che si tratti di certificato congiunto di Chain of Custody e2Gestione Forestale) ;d) <strong>la</strong> documentazione di accompagnamento <strong>del</strong><strong>la</strong> merce ai fini <strong>del</strong> trasporto e le fatture emesse per il materialecertificato FSC devono riportare il numero di certificato <strong>del</strong> fornitore.Istruzioni per il <strong>legno</strong> di recupero6.5 L'azienda deve definire istruzioni scritte per l'acquisto di tutto il materiale di recupero, includendo i seguentirequisiti:a) il materiale deve essere correttamente descritto in accordo alle definizioni specificate nel presente standard;I. le categorie di materiale <strong>legno</strong>so di recupero devono essere descritte in accordo alle definizioni di materiale<strong>legno</strong>so contenute nell'Allegato 2;II. le categorie di materiale fibroso di recupero devono essere descritte in accordo alle definizioni di materialefibroso di recupero contenute nell'Allegato 3.b) tutto il materiale di recupero post-consumo deve essere verificato in modo indipendente con riferimentoalle sua quantità e al<strong>la</strong> sua conformità alle definizioni indicate, o, nel caso in cui l'azienda stia acquistandomateriale di recupero post consumo non verificato, l'azienda acquirente deve essere in grado di dimostrareall'ente di <strong>certificazione</strong> che tutto il materiale dichiarato come post-consumo sia conforme al<strong>la</strong> definizionedi materiale di recupero post-consumo utilizzata ai fini <strong>del</strong> presente standard;c) <strong>la</strong> documentazione di accompagnamento ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> spedizione e le fatture emesse per il materiale <strong>legno</strong>soverificato in modo indipendente devono riportare il codice di registrazione <strong>del</strong> certificato <strong>del</strong> fornitoreo una evidenza equivalente <strong>del</strong>l'avvenuta verifica indipendente.Istruzioni per il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to6.6 Tutto il materiale <strong>legno</strong>so vergine non certificato FSC che entra <strong>nel<strong>la</strong></strong> composizione dei gruppi di prodotti FSCdeve essere control<strong>la</strong>to in conformità ai requisiti stabiliti nel documento FSC-STD-40-005 Requisiti aziendaliper il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to (FSC-STD-40-005 company requirements for controlled wood)6.7 L'azienda deve definire, documentare ed implementare proprie procedure che assicurino il rispetto <strong>del</strong> precedenterequisito 6.6.12Una lista completa e aggiornata di tutti i certificati validi FSC può essere consultata sul sito www.fsc.org. Le informazionidettagliate per contattare tutti gli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC sono disponibili sul sito www.fsc.org,e <strong>la</strong> validità e lo scopodi un determinato certificato possono essere verificati, se necessario, con l'ente di <strong>certificazione</strong>.Tale informazione deve essere confermata dall'acquirente. Il possesso di un certificato di Chain of Custody non garantisce chel'intera produzione <strong>del</strong> fornitore sia certificata FSC.99


6.8 Per il materiale ricic<strong>la</strong>to e i co-prodotti <strong>del</strong>le <strong>la</strong>vorazioni primarie (ad es. segatura, cascami, trucioli) non vi è obbligodi rispettare i requisiti stabiliti nel documento FSC-STD-40-005 Requisiti aziendali per il <strong>legno</strong> control<strong>la</strong>to.7. Aziende che producono materiale ricic<strong>la</strong>to in sito7.1 Nel caso in cui l'azienda produca in sito materiale che intende ricic<strong>la</strong>re come materia prima per ulteriori <strong>la</strong>vorazionio che intende destinare al<strong>la</strong> vendita, deve assegnare tale materiale al<strong>la</strong> corretta categoria tra quelledi seguito elencate:a) materiale FSC-Puro;b) materiale FSC-Misto;c) materiale di recupero post-consumo;d) altro materiale di recupero;e) materiale control<strong>la</strong>to;f) materiale non control<strong>la</strong>to.7.2 L'azienda deve definire procedure o istruzioni operative per <strong>la</strong> raccolta e lo stoccaggio <strong>del</strong> materiale ricic<strong>la</strong>toche viene generato nel sito. La categoria al<strong>la</strong> quale il materiale debba essere assegnato deve essere chiaramenteidentificata.7.3 Tutti i prodotti, sia da <strong>la</strong>vorazioni primarie, che da <strong>la</strong>vorazioni secondarie, derivati da materie prime certificateFSC possono essere utilizzati come FSC-Puro o FSC-Misto in conformità ai requisiti di controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Chainof Custody specificati nel presente standard. Qualora non fosse possibile distinguere il materiale FSC-Purodal materiale FSC-Misto, allora tutto il materiale deve essere c<strong>la</strong>ssificato come FSC-Misto.7.4 Se non risulta possibile identificare e separare il materiale di recupero post-consumo da altri materiali control<strong>la</strong>tidi recupero prodotti nel sito, allora tutto il materiale deve essere c<strong>la</strong>ssificato come altro materiale di recupero.8. Aziende che raccolgono o commercializzano materiale ricic<strong>la</strong>to post-consumo.8.1 Le aziende che commercializzano legname di recupero post-consumo destinato ad essere incluso in prodottietichettati con il logo FSC devono rispettare tutti i requisiti previsti nel presente standard e devono dimostrareche i propri fornitori risultino conformi ai requisiti indicati nel seguente punto 8.2.8.2 Le aziende che raccolgono <strong>legno</strong> presso i consumatori/utilizzatori finali devono essere in grado di dimostrareall'ente di <strong>certificazione</strong> che tutto il materiale dichiarato come “post-consumo” risulti conforme al<strong>la</strong> definizionedi “materiale di recupero post-consumo” utilizzata nel presente standard.8.3 Qualora il processo di trasformazione/<strong>la</strong>vorazione richieda che sia misce<strong>la</strong>to materiale da differenti categorie(ad es. materiale ricic<strong>la</strong>to post-consumo che sia mesco<strong>la</strong>to con altro materiale di recupero), ovvero nel3caso in cui <strong>la</strong> misce<strong>la</strong> sia necessaria per consolidare il prodotto prima <strong>del</strong><strong>la</strong> vendita , allora devono essere rispettatii requisiti per il controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Chain of Custody specificato in questo standard.8.4 Se un'azienda <strong>la</strong>vora/trasforma materiale ricic<strong>la</strong>to post-consumo o altro materiale ricic<strong>la</strong>to prima <strong>del</strong><strong>la</strong>(ri)vendita, il materiale può mantenere lo status di materiale post-consumo o di altro materiale di recupero,se applicabile.9. Ricevimento e stoccaggio <strong>del</strong> materiale.9.1 L'azienda deve control<strong>la</strong>re al momento <strong>del</strong>l'arrivo tutto il materiale che sia stato acquistato come FSC-Puro oFSC-Misto, per assicurarsi che sia identificabile come tale e che sia accompagnato da documentazione per <strong>la</strong>spedizione che riporti il numero di un valido certificato FSC di Chain of Custody o congiunto di Chain of Custodye di Gestione Forestale.9.2 L'azienda deve control<strong>la</strong>re al momento <strong>del</strong>l'arrivo tutto il legname che sia stato acquistato come <strong>legno</strong> di recuperopost-consumo, per assicurarsi che sia identificabile come tale e che sia accompagnato da documentazioneper <strong>la</strong> spedizione che riporti un numero di certificato valido o od altri elementi equivalenti di identificazioneche permettano di c<strong>la</strong>ssificarlo come <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to post-consumo.9.3 L'azienda deve control<strong>la</strong>re al momento <strong>del</strong>l'arrivo che tutto il materiale che sia stato acquistato come <strong>legno</strong>control<strong>la</strong>to sia identificabile come tale.9.4 Il materiale FSC-Puro che l'azienda intenda conservare ed utilizzare come tale, deve essere chiaramente4identificato e/o stoccato separatamente dalle altre categorie di materiale .9.5 Tutto il materiale che non risulti chiaramente identificabile come appartenente a una <strong>del</strong>le categorie specificateal precedente punto 6.2 deve essere mantenuto separato da tutto il materiale impiegato per <strong>la</strong> realizzazionedei prodotti rientranti nel gruppi di prodotti FSC.34Questo requisito si dovrebbe applicare, per esempio, agli impianti di de-inchiostratura, dove vengono misce<strong>la</strong>ti materiali ricic<strong>la</strong>tipre- e post-consumo prima <strong>del</strong><strong>la</strong> vendita.Per esempio ai fini <strong>del</strong>l'etichettatura come FSC-Puro.100


PARTE TERZANORMEPARTE 3CONTROLLO DELLAPRODUZIONE E REGISTRAZIONI10. Raccolta <strong>del</strong>le informazioni e registrazioni10.1. Per ogni gruppo di prodotti l'azienda deve registrare le seguenti quantità (in peso o in volume) di materialeFSC-Puro, FSC Misto, di recupero post-consumo, altre fonti di recupero e materiale control<strong>la</strong>to su base mensile:a) ricevute come stock per <strong>la</strong> produzione;b) impiegate <strong>nel<strong>la</strong></strong> produzione di ciascun gruppo di prodotti FSC; ec) vendute come certificate FSC (puro o misto) o FSC-Ricic<strong>la</strong>to.10.2. L'azienda può ridurre il periodo di tempo per <strong>la</strong> registrazione a meno di un mese (ad es. una settimana) perordini sporadici o limitati.Identificazione dei materiali FSC con media mobile10.3. L'azienda deve calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> media mobile dei materiali certificati FSC per ciascun gruppo di prodotti. La mediamobile deve essere calco<strong>la</strong>ta a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> data in cui viene emessa una definitadichiarazione, senza tuttavia poter eccedere <strong>la</strong> lunghezza <strong>del</strong> FSC c<strong>la</strong>im period (periodo di dichiarazione).Esempio: per un partico<strong>la</strong>re gruppo di prodotti FSC, il c<strong>la</strong>im period è fissato in 12 mesi di calendario.Il contenuto percentuale che può essere dichiarato in ogni momento è il contenuto medio calco<strong>la</strong>tocon riferimenti ai precedenti 12 mesi. Se <strong>la</strong> prima dichiarazione percentuale viene ri<strong>la</strong>sciata dopo 3mesi, allora il contenuto percentuale che può essere dichiarato è <strong>la</strong> media re<strong>la</strong>tiva ai precedenti 3mesi.510.4. Per ogni gruppo di prodotti l'azienda deve produrre una registrazione mensile <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile dei materialiFSC impiegati nel gruppo di prodotti.Identificazione dei prodotti in un gruppo di prodotti10.5. L'azienda deve definire un numero (per es. un numero di lotto) tramite il quale sia possibile identificare tuttii prodotti all'interno di un gruppo di prodotti FSC.Identificazione <strong>del</strong> FSC c<strong>la</strong>im period10.6. Per ogni gruppo di prodotti l'azienda deve specificare un FSC c<strong>la</strong>im period di lunghezza massima pari a 12 mesidi calendario.10.7. L'azienda può ridurre il periodo di tempo a meno di un mese (ad es. una settimana) per sporadici o limitati ordini.PARTE 4REQUISITI PER L'ETICHETTATURA11. Possibilità di impiegare il marchio FSC per un uso on-product11.1. Affinché un prodotto possa essere etichettato con il logo FSC ( on-product), è necessario che:a) l'azienda rispetti le parti 1 e 3 <strong>del</strong> presente standard, E INOLTREb) il prodotto in questione sia incluso <strong>nel<strong>la</strong></strong> lista dei gruppi di prodotti FSC.11.2. L'azienda che rispetta anche i requisiti previsti nelle Parti 4 e 5 <strong>del</strong> presente standard può applicare il marchioFSC ai prodotti ammissibili in accordo a quanto stabilito nel documento: “ FSC-STD-40-201 FSC onproduct<strong>la</strong>belling requrements”.12. Requisiti per l'etichettatura FSC12.1. Esistono tre categorie di etichette che possono essere applicate sui prodotti ( on-product):a) etichetta FSC-Puro;b) etichetta FSC-Misto;c) etichetta FSC Ricic<strong>la</strong>to.Requisiti per l'utilizzo <strong>del</strong>l'etichetta FSC-Puro12.2. Materiali o prodotti possono essere venduti come certificati FSC e possono essere etichettati con l'etichettaFSC-Puro se <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale utilizzato nel gruppo di prodotti da una data definita, fino al<strong>la</strong> dataal<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione, risulta pari a 100% FSC-Puro.Requisiti per l'utilizzo <strong>del</strong>l'etichetta FSC-Misto5O con diversa frequenza se così stabilito (cfr. il precedente paragarafo 10.6).101


Ai fini <strong>del</strong>l'utilizzo <strong>del</strong>l'etichetta FSC-Misto le aziende possono fare ricorso ad un sistema a soglia oppuread un sistema a crediti per ciascun gruppo di prodotti FSC. Il sistema a soglia prevede un valoreminimo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile di materiale certificato FSC che deve essere raggiunto in un gruppo diprodotti a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione, al finedi etichettare tutti (100%) i prodotti all'interno <strong>del</strong> gruppo con il logo FSC. Il sistema a crediti mettein re<strong>la</strong>zione <strong>la</strong> quantità di prodotto etichettato FSC al<strong>la</strong> quantità di materiale certificato FSC cheentra nel processo di produzione per un gruppo di prodotti.Applicazione <strong>del</strong> sistema a soglia12.3. Tutti i prodotti (100%) in uno stesso gruppo di prodotti possono essere venduti come FSC-Misto e riportare6l'etichetta FSC-Misto sul prodotto se:a) <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale FSC (puro o misto) è pari ad almeno il 70% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale (calco<strong>la</strong>toin volume o in peso) utilizzato nel gruppo di prodotti FSC a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> dataal<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione; OPPUREb) <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale FSC (puro o misto) è pari ad almeno il 10% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale utilizzatonel gruppo di prodotti FSC a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione,e <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong><strong>la</strong> somma <strong>del</strong> materiale FSC (puro o misto) e <strong>del</strong> materiale postconsumoè pari ad almeno il 70% <strong>del</strong> materiale totale (calco<strong>la</strong>to in volume o in peso) utilizzato nel gruppodi prodotti FSC a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione;OPPUREc) <strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale post-consumo è pari ad almeno il 90% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong> materiale utilizzatonel il gruppo di prodotti FSC a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazionee <strong>la</strong> totalità (100%) <strong>del</strong><strong>la</strong> rimanente porzione è costituita da materiale FSC (puro o misto).NB: vedi FSC-STD-40-201 on-product <strong>la</strong>belling requirements per i requisiti di etichettatura con il logoFSC riferiti a questa opzione.Nota (i): <strong>la</strong>ddove i gruppi di prodotti FSC siano etichettati utilizzando il sistema <strong>del</strong> valore soglia ed abbiano uncontenuto di materiale certificato FSC compreso tra il 70 ed il 100%, l'informazione sul<strong>la</strong> percentuale minima peril gruppo di prodotti i questione deve essere riportata sulle corrispondenti fatture di vendita. Questa informazioneviene utilizzata dal successivo anello <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> come base di riferimento per calco<strong>la</strong>re i propri input FSC(cfr. par. 14.3).Nota (ii): il sistema <strong>del</strong> valore soglia per i prodotti etichettabili on etichette <strong>del</strong> tipo FSC-Misto rimarrà in vigore sinoal 2008. A partire dal 1 gennaio 2008 alle aziende verrà richiesto di implementare un sistema a crediti ai fini<strong>del</strong>l'etichettatura o <strong>del</strong> ri<strong>la</strong>scio di dichiarazioni circa <strong>la</strong> quantità di materiale FSC nei gruppi di prodotti misti (cfr.con quanto riportato sotto).Applicazione <strong>del</strong> sistema a crediti12.4. Una parte di prodotti in un gruppo di prodotti può essere venduta come FSC-Misto e riportare l'etichettaFSC-Misto direttamente sul prodotto, sul<strong>la</strong> base di un sistema a crediti FSC, se control<strong>la</strong>ta attraverso il mantenimentodi un conteggio di crediti FSC utilizzati nel gruppo di prodotti FSC a partire da una data definita,fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione, in accordo a quanto stabilito <strong>nel<strong>la</strong></strong> Sezione 14 <strong>del</strong>presente documento.12.5. Per un gruppo di prodotti realizzati a partire da una data definita, fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong>dichiarazione, al fine di poter procedere all'etichettatura con il logo FSC, deve essere garantito un valoreminimo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile di materiale FSC (Puro o Misto) pari al 10%.Requisiti per l'utilizzo <strong>del</strong>l'etichetta FSC-Ricic<strong>la</strong>to12.6. La totalità (100%) dei prodotti in un gruppo di prodotti può essere venduta come FSC-ricic<strong>la</strong>to e può essereetichettata con l'etichetta FSC-Ricic<strong>la</strong>to se tutto (100%) il materiale (<strong>legno</strong> o fibre di <strong>legno</strong>) utilizzato nelgruppo di prodotti da una data definita, fino al<strong>la</strong> data al<strong>la</strong> quale fa riferimento <strong>la</strong> dichiarazione, é ricic<strong>la</strong>topost-consumo.13. Mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile <strong>del</strong> materiale FSC per un gruppo di prodotti13.1 L'azienda deve avere definito procedure o istruzioni operative scritte per assicurare che nel caso in cui ilcontenuto di <strong>legno</strong> FSC in un gruppo di prodotti scenda al di sotto <strong>del</strong> contenuto minimo <strong>del</strong> 10%, necessarioai fini <strong>del</strong>l'etichettatura con il logo FSC, così come specificato nei precedenti paragrafi 12.4 e 12.6, il marchioFSC non sia utilizzato sui prodotti ( on-product) fino a che il valore <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile non ritorni ad es-6Per le categorie di etichette FSC-MISTO fare riferimento al documento FSC-STD-40-201 FSC on-product <strong>la</strong>belling requirements.102


PARTE TERZANORME7sere conforme rispetto al valore minimo specificato .13.2 L'azienda non può fare dichiarazioni sul prodotto in merito al contenuto di materiale FSC basate su previsionifuture di acquisti di materiale FSC che eccedano il valore di media mobile realmente calco<strong>la</strong>to al<strong>la</strong> datain cui sia ri<strong>la</strong>sciata <strong>la</strong> dichiarazione.NOTA: Le percentuali sono calco<strong>la</strong>te come percentuali sul totale <strong>del</strong> <strong>legno</strong> o <strong>del</strong>le fibre <strong>legno</strong>se contenutein un gruppo di prodotti. Le fibre non <strong>legno</strong>se (es. paglia, cotone, canna da zucchero) non devono essereconsiderate nel computo <strong>del</strong> totale.14. Il conteggio dei crediti FSC14.1 Per ogni gruppo di prodotti FSC individuato, l'azienda deve:a) identificare gli ingressi per i quali i crediti FSC saranno attribuiti alle diverse componenti;8b) individuare il fattore di conversione per ogni singo<strong>la</strong> componente.Immissione degli input in un sistema a crediti FSC914.2. Ogni mese , per ogni gruppo di prodotti FSC, l'azienda deve registrare in un conto di crediti gli input FSC introdottiper ogni componente nel gruppo di prodotti.14.3. Il credito FSC deve essere calco<strong>la</strong>to sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le informazioni specificate <strong>nel<strong>la</strong></strong> fattura di acquisto <strong>del</strong>materiale FSC.14.4. Ogni mese l'azienda deve, per ogni componente <strong>del</strong> gruppo di prodotti FSC, registrare nel conto dei creditiFSC <strong>la</strong> quantità di materiale convertita utilizzando il corrispondente fattore di conversione. Questa quantitàviene calco<strong>la</strong>ta tenendo conto <strong>del</strong><strong>la</strong> trasformazione subita dai componenti.Prelievo di crediti dal conto dei crediti FSC14.5. L'azienda può utilizzare il logo FSC su un gruppo di prodotti ( on-product) solo purché non ecceda il totale dei creditiaccumu<strong>la</strong>ti, nel conto dei crediti FSC per quel medesimo gruppo di prodotti, al<strong>la</strong> fine <strong>del</strong> mese precedente.14.6. L'azienda deve calco<strong>la</strong>re e registrare <strong>la</strong> quantità di prodotto (in peso od in volume) venduta come FSC nelcorso <strong>del</strong> mese, e deve detrarre questa quantità dal totale disponibile al<strong>la</strong> fine <strong>del</strong> mese precedente.14.7. L'azienda deve registrare nel conto dei crediti FSC i riferimenti alle fatture dei prodotti venduti come certificatiFSC.Detrazione dei crediti scaduti dal conto dei crediti FSC14.8. Al<strong>la</strong> fine di ogni mese l'azienda deve detrarre dal conto dei crediti FSC ogni credito rimanente che fosse statoinserito nel conto prima degli ultimi 12 mesi.14.9. Al<strong>la</strong> fine di ogni mese il totale dei crediti FSC rimanenti nel conto dei crediti FSC deve essere calco<strong>la</strong>to ed aggiornato.14.10.L'azienda non può, sul<strong>la</strong> base di previsioni future di acquisti di materiale certificato FSC, etichettare materialeche ecceda il credito FSC acquisito a quel<strong>la</strong> stesa data.14.11.L'azienda deve definire procedure o istruzioni operative scritte che assicurino che i crediti FSC acquisiti nonsiano superati.Nota: alcuni esempi di conto di crediti FSC sono riportati nell'Allegato 4 al presente documento.15. Approvazione <strong>del</strong>le etichette e <strong>del</strong>le dichiarazioni15.1. L'azienda deve rispettare i requisiti previsti nello standard “ FSC-STD-40-201 FSC on-product <strong>la</strong>belling requirements”per tutte le etichette utilizzate sul prodotto ( on-product) e per le re<strong>la</strong>tive dichiarazioni.15.2. L'azienda deve richiedere ed ottenere l'approvazione da parte <strong>del</strong> proprio ente di <strong>certificazione</strong> accreditatoper l'uso di etichette sul prodotto e/o per le dichiarazioni al di fuori <strong>del</strong> prodotto ( off-product) che prevedanol'uso <strong>del</strong> logo FSC, prima che queste siano stampate e pubblicate.15.3. L'azienda deve conservare tutte le registrazioni re<strong>la</strong>tive alle approvazioni ed autorizzazioni da parte <strong>del</strong>proprio ente di <strong>certificazione</strong>.789NB: Le dichiarazioni sul<strong>la</strong> quantità di prodotto certificato FSC possono essere riportate sulle fatture o sul<strong>la</strong> documentazione per <strong>la</strong>Chain of Custody per i gruppi di prodotti certificati FSC che contengono una percentuale di materiale FSC-Puro, Misto o Ricic<strong>la</strong>topost-consumo e per i quali il logo FSC non sia utilizzato sul prodotto ( on-product).Cfr. par. 16.7.Nota a cura <strong>del</strong><strong>la</strong> Segreteria <strong>del</strong> Gruppo FSC-Italia: il fattore di conversione equivale al<strong>la</strong> resa <strong>del</strong> processo di trasformazione diciascun componente. Se ad es. da 1 mc di <strong>legno</strong> si ricavano 0.7 mc di prodotto, <strong>la</strong> resa <strong>del</strong> processo è pari al 70% ed il coefficiente diconversione utilizzato risulta pari a 0.7.Il limite può essere inferiore di un mese per ordini sporadici o limitati (vedi sez. 10).103


PARTE 5FATTURAZIONE, VENDITA E DOCUMENTAZIONE DI SPEDIZIONE16. Fatture di vendita16.1. Tutte le fatture emesse per <strong>la</strong> vendita di prodotti che rientrino <strong>nel<strong>la</strong></strong> lista dei gruppi di prodotti FSC devonoincludere le seguenti informazioni:a) nome ed indirizzo <strong>del</strong>l'acquirente;b) data di emissione <strong>del</strong><strong>la</strong> fattura;c) descrizione <strong>del</strong> prodotto, che deve corrispondere al<strong>la</strong> descrizione <strong>del</strong> medesimo prodotto <strong>nel<strong>la</strong></strong> lista deigruppi di prodotti FSC;d) quantità dei prodotti venduti;e) codice di registrazione <strong>del</strong> certificato di Chain of Custody ri<strong>la</strong>sciato dall'ente di <strong>certificazione</strong>;f) riferimento al lotto di produzione e/o al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva documentazione di spedizione, che consenta di collegare<strong>la</strong> fattura di vendita ai prodotti ricevuti dal cliente.16.2. In linea con i requisiti definiti nel documento: “ FSC requirements for off-product use of the FSC trademarksby certificate holders”, l'azienda deve assicurare che:a) il codice di registrazione riportato sulle fatture sia chiaramente collegato ai prodotti certificati;b) quando più codici coprono diversi prodotti certificati riportati su una medesima fattura, ci sia un chiarocollegamento tra i prodotti e i loro rispettivi codici;c) sia chiaro quali prodotti, tra quelli che appaiono in fattura, sono certificati FSC e quali invece non lo siano.16.3 Le fatture emesse per <strong>la</strong> vendita di prodotti <strong>del</strong> tipo FSC-Puro devono includere <strong>la</strong> dicitura “FSC-Puro”. Taledicitura deve comparire so<strong>la</strong>mente sulle fatture re<strong>la</strong>tive a materiale venduto come FSC-Puro.16.4 Le fatture emesse per <strong>la</strong> vendita di prodotti <strong>del</strong> tipo FSC-Misto contenenti materiale certificato FSC e/o materialericic<strong>la</strong>to post-consumo, basati sul sistema a soglia, devono riportare <strong>la</strong> percentuale minima di materialeFSC dichiarato per il gruppo di prodotti durante il periodo di etichettatura.16.5 Le fatture di vendita per <strong>la</strong> vendita di prodotti <strong>del</strong> tipo FSC-Misto contenenti materiale certificato FSC e/omateriale ricic<strong>la</strong>to post-consumo, basati sul sistema a crediti devono riportare <strong>la</strong> dichiarazione MaterialeFSC a crediti ( FSC-credit material). Tale dichiarazione deve essere riportata so<strong>la</strong>mente sulle fatture re<strong>la</strong>tivea materiale venduto come materiale FSC a crediti ( FSC-credit material).16.6 Le aziende che vendono prodotti certificati FSC devono rispettare i requisiti previsti <strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 3 <strong>del</strong> presentestandard e nel documento “ FSC requirements for off-product use of the FSC trademarks by certificate holders”.16.7 Dichiarazioni di tipo quantitativo possono essere riportate sulle fatture o sul<strong>la</strong> documentazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Chainof Custody per gruppi di prodotti certificati FSC che riportino una percentuale di materiale FSC-Puro, Mistoo Ricic<strong>la</strong>to post-consumo, e per i quali non siano state fatte dichiarazioni sul prodotto ( on-product).1016.8 L'azienda deve assicurare che il logo FSC non sia utilizzato per <strong>la</strong> promozione dei prodotti che non rispettanoi limiti per l'etichettatura, così come descritti <strong>nel<strong>la</strong></strong> Parte 4 <strong>del</strong> presente standard.17. Documentazione di accompagnamento per <strong>la</strong> spedizione17.1. Se i prodotti certificati FSC sono inviati separatamente rispetto al<strong>la</strong> fattura di vendita, i prodotti devono essereaccompagnati da documentazione di spedizione che includa le seguenti informazioni:a) nome ed indirizzo <strong>del</strong>l'acquirente;b) data in cui <strong>la</strong> fattura è stata emessa;c) descrizione <strong>del</strong> prodotto, che deve corrispondere al<strong>la</strong> descrizione <strong>del</strong> medesimo prodotto <strong>nel<strong>la</strong></strong> lista deigruppi di prodotti FSC;d) quantità dei prodotti inclusi <strong>nel<strong>la</strong></strong> spedizione;e) riferimento al<strong>la</strong> fattura di vendita dei prodotti spediti, che consenta di collegare i beni spediti al<strong>la</strong> fattura stessa.17.2. I documenti di accompagnamento emessi per <strong>la</strong> spedizione dei prodotti contenenti materiale certificatoFSC o materiale di recupero post-consumo successivamente al ri<strong>la</strong>scio <strong>del</strong> certificato di Chain of CustodyFSC devono includere:a) l'esatto codice di registrazione Chain of Custody ri<strong>la</strong>sciato <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong>;b) <strong>la</strong> percentuale di materiale certificato FSC dichiarato per il gruppo di prodotti, se applicabile.18. Registrazioni <strong>del</strong>le vendite18.1. L'azienda deve effettuare e conservare registrazioni di tutti gli acquirenti di prodotti certificati FSC checompaiano <strong>nel<strong>la</strong></strong> lista dei gruppi di prodotti, nonché dei volumi di materiale venduto come certificato FSC(puro, misto o ricic<strong>la</strong>to). Tali registrazioni devono essere disponibili su richiesta.10Per esempio inserzioni, pubblicità, promozione o, in generale, ogni dichiarazione al di fuori <strong>del</strong> prodotto ( off-product).104


PARTE TERZANORMEAllegato 1:Allegato 2:Termini e definizioniomissisCategorie di materiale di <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>toFonti di <strong>legno</strong>post-consumoFonti ComunaliCommerciali (venditeal dettaglio, d'ufficio,piccole imprese)Scarti di Costruzione1e DemolizioneLegno di defibraturae <strong>legno</strong> massiccio recuperatodai materialidi riporto, dallestazioni di trasferimentoe dalle Strutturedi Recupero di2Materiali (MRFs)Scarti di imbal<strong>la</strong>ggi industrialie scarti amministrativi(non includonogli scarti di<strong>la</strong>vorazione)Istituzionali (Scuole,Prigioni) Residenziali(Singole Abitazioni,Condomini)Materiale <strong>legno</strong>so post-consumoImbal<strong>la</strong>ggi per il Trasporto Commercialecomprendono pallets, casse, scatole, bobine per cavial<strong>la</strong> fine <strong>del</strong><strong>la</strong> loro vita3utileScarti di costruzione e demolizionecomprendono porte, pavimenti, vecchi armadi, cornicie legname dimensionale, imbal<strong>la</strong>ggi in <strong>legno</strong> dismessiad esempio pallet e bobine per cavi . Il <strong>legno</strong>4ricuperato con le “demolizioni” per esempio il legnamedimensionale ricuperato e gli elementi architettonici.Materiali danneggiati e prodotti rifiutatiderivanti dai prodotti di <strong>legno</strong> di post-consumo, compresii materiali da costruzione demoliti, o il <strong>legno</strong> recuperatodagli scarti di costruzione e di demolizione(C&D).Pali <strong>del</strong> telefono usati, traversine ferroviarie, materialida costruzione, arredamento, armadi, arrediper usi commerciali, scaffa<strong>la</strong>ture ecc. che sono statiusati per il fine designato dai consumatori privati,commerciali, o industriali.Segatura, fuori-misura, trucioli e altro scarto generatodurante <strong>la</strong> re-macinazione dei prodotti di <strong>legno</strong>di postconsumo, i materiali da costruzione demoliti,o il <strong>legno</strong> ripreso dai residui di C&DNon accettati come<strong>legno</strong> di recuperoScarti Industrialiad es. un sottoprodotto diun dato processo che ha caratteristichetali da permettereil suo riutilizzo insitu ed essere immesso nuovamentenello stesso processoproduttivo.Scarti SelvicolturaliMateriale non commerciabilesul piazzale (YardedUnmerchantable Material,6YUM)Altre fonti di <strong>legno</strong>di recuperoFonti ComunaliCommercialiIstituzionaliFonti IndustrialiSottoprodotti (scartitrattati) di processidi <strong>la</strong>vorazione primariaSottoprodotti derivantida processi ditrasformazione e di <strong>la</strong>vorazionesecondariAltro materiale <strong>legno</strong>so recuperatoProdotti danneggiati e rifiutati, eccedenze di magazzino,gli articoli non finiti non utilizzati per il loroscopo originario.Refili, trucioli, segatura e scarti, prodotti durante ilprocesso di <strong>la</strong>vorazione e di conversione <strong>del</strong> <strong>legno</strong> inprodotti.Scarti generati dalle aziende successive durante lefasi primarie ed intermedie di <strong>la</strong>vorazione dei prodottie dei prodotti finiti sia che sia usato <strong>legno</strong> fresco/vergine,sia che sia impiegato <strong>legno</strong> recuperatoe non destinato originariamente al<strong>la</strong> trasformazioneindustriale.NOTE1I Residui di Costruzione e di Demolizionenon sono consideratiscarti “municipali” negli USA, maai fini di questo standard FSC essinon verranno considerati separatamente.2Gli Scarti Legnosi derivanti dalMRFs, Materiali di Riporto, Stazionidi Trasferimento originatedalle altre fonti comunali elencatesopra, vengono citate separatamenteper chiarezza. Questafonte potrebbe infatti contenerealtri materiali <strong>legno</strong>si.3Negli USA, con il termine Beni Durevoli,Durable Goods, sono definitiquei prodotti aventi una duratadi tre anni o più, ma questa distinzionenon è rilevante ai fini diquesto standard. Gli Imbal<strong>la</strong>ggiLegnosi per il Trasporto vengonoevidentemente c<strong>la</strong>ssificati comeDurable Good.4I Residui C&D inevitabilmentecomprenderanno alcuni scarti <strong>del</strong>pre-consumo, come i pezzi finali<strong>del</strong>le travi dimensionali, pavimenti,e cornici, e materiali da costruzionerifiutati/scartati.105


Allegato 3:Categorie di materiale fibroso ricic<strong>la</strong>toFonti post-consumoDomesticaDistribuzione, venditaal dettaglio ed industrialeDemolizioneAltre fontidi materialedi recuperoProcessi di prima <strong>la</strong>vorazioneProcessi di seconda<strong>la</strong>vorazioneSiti di costruzioneMateriali post-consumoImbal<strong>la</strong>ggi per il Trasporto CommercialeStampe di computerRiviste, posta diretta, materiali per casa e ufficio,scatole e raccoglitoriVecchie riviste da raccolte domestiche o d'ufficioVecchi giornali da raccolte domestiche o d'ufficioScarti di carta ricic<strong>la</strong>ta per usi domestici e imbal<strong>la</strong>ggi,compresi i vecchi giornaliScarti di carta ricic<strong>la</strong>ta di ufficiScatole di carta increspata (o cartone increspato)usateSchede di tabu<strong>la</strong>zione usateAltro materiale <strong>legno</strong>so recuperatoTutti gli scarti prodotti durante le fasi intermedie diproduzione di un prodotto finitoRitagli e scarti di legatoriaScarti derivanti dal<strong>la</strong> variazione <strong>del</strong><strong>la</strong> forma dei prodotti.Prodotti resiVecchie giacenze da distributori, stampatori, trasformatoried altri soggetti che si trovino a valle <strong>del</strong>produttore originarioPubblicazioni in eccessoScarti di stampa, pre-stampe, stampe di preparazione,eccedenze, errori, prodotti rifiutati e resiEccessi di produzione e resi di editoriScarti dei processi di <strong>la</strong>vorazione, ivi incluse le produzionidi borse, scatole e cartone.Scarti da trasformazioni, imprese di vendita per corrispondenza,altri soggetti lungo <strong>la</strong> <strong>catena</strong> <strong>del</strong> valoreaggiuntoScarti di sheeting da trasformatoriNon accettati comemateriali di ricicloEstremità <strong>del</strong>le bobineRitagli di carta secca derivantidal<strong>la</strong> produzione o patinaturain situ e attività ditrasformazioneCarta difettosa al macero/trituratore.Sottoprodotti fibrosi derivantida operazioni di taglioe trasporto <strong>del</strong> legnameo di segheriaResidui forestaliMateriali e sottoprodottiprodotti generati da un processodi <strong>la</strong>vorazione, e comunementeriutilizzati nellostessoPezzi di carta, tagli e scartiriutilizzati in situ nellostesso processo di <strong>la</strong>vorazioneGiacenze obsolete al macero/trituratore.SegaturaScarti di segheriaCarta bagnata rimossa damacchine in cartiera106


PARTE TERZANORMEAllegato 4:esempi di soglie conti di crediti per l'etichettamento dei prodotticertificati FSCEsempio 1: Conto di crediti FSC per pavimenti in parquet multistrato• C<strong>la</strong>im period <strong>del</strong><strong>la</strong> durata di 1 anno• Informazioni registrate su base mensileCategoria di prodotti: parquet con supporto in multistratoInputFSCQuotatrasformata(c.c. 0.7)c.c. = coefficiente di conversioneInputFSCQuotatrasformata(c.c. 0.7)InputFSCQuotatrasformata(c.c. 0.9)Pino Pino Abete Abete Pial<strong>la</strong>cci Pial<strong>la</strong>cciTotcreditientrantiTotcreditieleggibiliTotcrediticancel<strong>la</strong>tiOrdine#Gen 10.000 7.000 13.000 9100 5.000 4.500 20.600 20.600 0Feb 15.000 10.500 14.000 9800 7.000 6.300 26.600 32.200 15.000 346Mar 10.000 7.000 20.000 14000 9.000 8.100 29.100 51.300 10.000 347Apr 17.000 11.900 17.000 11900 4.000 3.600 27.400 68.700 10.000 348Mag 15.000 10.500 15.000 10500 5.000 4.500 25.500 79.200 15.000 349Giu 10.000 7.000 20.000 14000 7.000 6.300 27.300 94.500 12.000 350Lug 15.000 10.500 15.000 10500 6.000 5.400 26.400 100.900 20.000 351AgoSetOttNovDicTotaleTot. creditidisponibili182.900 82.000100.900Esempio 2: Sistema a soglia FSC per recinzioni in <strong>legno</strong> di conifera• C<strong>la</strong>im period <strong>del</strong><strong>la</strong> durata di 1 anno• Informazioni registrate su base mensileGennaioFebbraioMarzoAprileMaggioGiugnoLuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembreTotale input<strong>legno</strong> diconifera mistoLegnodi coniferacertificato FSCPercentualeFSC/meseMedia mobile<strong>del</strong><strong>la</strong> percentualeFSCQuantitàvenduta comeetichettata FSCOrdine #10.000 8.000 80 80 100% 3458.000 7.500 93.75 86.875 100% 3465.000 5.000 100 91.25 100% 3479.000 8.900 98.88888889 93.15972222 100% 3488.000 7.000 87.5 92.02777778 100% 3495.000 4.500 90 91.68981481 100% 3508.000 7.000 87.5 91.09126984 100% 351c.c. = coefficiente di conversione107


Esempio 3: Conto di crediti FSCper pavimenti in parquet multistrato• C<strong>la</strong>im period <strong>del</strong><strong>la</strong> durata di 1 anno• Informazioni registrate su base mensileGruppo di prodotti: pavimenti a parquet multistratiQuotaFSC(c.c. 0.9)PorzioneFSCInputtotaleQuotatrasformata(c.c. 0.7)PorzioneFSC(100%)InputtotaleQuotatrasformata(c.c. 0.7)PrzioneFSC(70%)InputtotaleOrdine#Totcrediticancel<strong>la</strong>tiTotcreditieleggibiliTotaleinputentrantiPino Pino Pino Pino Pino Pino Tranciato Tranciato TranciatoGen 10000 7.000 4.900 13.000 13.000 9.100 0 0 0 14.000 4.000 10.000 345Feb 15000 10.500 7.350 14.000 14.000 9.800 0 0 0 17.150 6.150 15.000 346Mar 10000 7.000 4.900 20.000 20.000 14.000 0 0 0 18.900 15.050 10.000 347Apr 17000 11.900 8.330 17.000 17.000 11.900 0 0 0 20.230 15.280 20.000 348Mag 15000 10.500 7.350 15.000 15.000 10.500 0 0 0 17.850 18.130 15.000 349Giu 10000 7.000 4.900 20.000 20.000 14.000 0 0 0 18.900 25.030 12.000 350Lug 15000 10.500 7.350 15.000 15.000 10.500 0 0 0 17.850 22.880 20.000 351AgoSetOttNovDicSub totale124.880 102.000Tot. di crediti FSCdisponibili22.880108


PARTE TERZANORMEFOREST STEWARDSHIP COUNCILGRUPPO FSC-ITALIAc/o DIP. TESAF - UNIVERSITÀ DI PADOVAVIALE DELL'UNIVERSITÀ, 16 - AGRIPOLIS35020 LEGNARO (PD)TEL:+ 39 049 8272773 FAX:+ 39 049 8272772e-mail: info@fsc-italia.itsito: www.fsc-italia.itFSC-STD-40-201 (vers. 1.0)REQUISITI PER L’ETICHETTATURA FSC SUL PRODOTTODenominazione originale: FSC on-product <strong>la</strong>belling requirementsTraduzione a cura <strong>del</strong><strong>la</strong> Segreteria <strong>del</strong> Gruppo FSC-Italia, ottobre 2005PREFAZIONEQuesto standard specifica i requisiti per l'uso corretto, suiprodotti (“on product use”), <strong>del</strong>l'etichetta FSC e dichiarazionicorre<strong>la</strong>te Costituisce <strong>la</strong> base per <strong>la</strong> valutazione e approvazioneda parte degli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati <strong>del</strong>l'uso<strong>del</strong>l'etichetta FSC sui prodotti.Questo standard sarà utilizzato in conformità con lo standardFSC per <strong>la</strong> Catena di Custodia (CoC) sia da imprese giàcertificate per <strong>la</strong> CoC che da imprese di prossima <strong>certificazione</strong>,che intendono usare l'etichetta FSC sui prodotti, inconformità con lo standard FSC per <strong>la</strong> CoC.Tutte le parti di questo standard intendono essere normative,inclusi ambito di validità, data di entrata in vigore <strong>del</strong>lostandard, riferimenti, vocabo<strong>la</strong>rio e definizioni, tavole e allegati,se non altrimenti specificato.FSC-SECR-0051FSC Trademark © 1996 Forest Stewardship Council A.C.109


ContenutiABCDEAmbito di applicabilitàData di entrata in vigoreRiferimentiVocabo<strong>la</strong>rio e definizioniSezioni <strong>del</strong>lo StandardParte 1Parte 2Parte 3Parte 4Parte 5Requisiti generali per l'uso <strong>del</strong>l'etichetta FSC sul prodottoCategorie di etichetta FSCRequisiti grafici generali che si applicano alle etichetteRequisiti specifici per le categorie di etichetteAltre considerazioniAllegato 1Allegato 2Allegato 3Allegato 4Vocabo<strong>la</strong>rio e definizioniLista degli schemi di <strong>certificazione</strong> i cui requisiti equivalgono o superano quelli <strong>del</strong> ForestStewardship CouncilNuove etichette (4 varianti)Simboli approvati per il ricic<strong>la</strong>toAAmbito di validitàQuesto standard è rivolto alle imprese certificate FSC che desiderano apporre l'etichetta FSC sul prodotto. Essospecifica i requisiti per l'uso corretto, sul prodotto, <strong>del</strong>l'etichetta FSC e <strong>del</strong>le dichiarazioni associate.BData di entrata in vigore <strong>del</strong>lo standardLo standard è effettivo dal 1 ottobre 2004.Tutti coloro che sono già in possesso di <strong>certificazione</strong> nonché tutti coloro che intendono certificarsi per <strong>la</strong> CoC, nelcaso vogliano servirsi <strong>del</strong>l'etichetta FSC sui prodotti, verranno valutati entro il 1 luglio 2005 secondo i nuovi standardper l'applicazione <strong>del</strong>l'etichetta al prodotto.Nota: Questo standard è obbligatorio per le imprese certificate secondo FSC-STD-40-004 Standard FSC di CoC perimprese che vendono e fabbricano prodotti certificati FSC, nel caso vogliano apporre ai prodotti il marchio FSC.CRiferimentiFSC-STD-40-004 Standard FSC di CoC per imprese che commercializzano e fabbricano prodotti certificati FSC.Standard ISO 14021 Marchi e Dichiarazioni ambientali istanze ambientali autocertificate (marchi ambientale tipoII) (1999).Manuale FSC per <strong>la</strong> politica <strong>del</strong> marchio (settembre 2001).MCU-POL-80-001 Uso <strong>del</strong>l'etichetta FSC insieme ad altre etichette non-FSC (dicembre 2003).DTermini e definizioniVocabo<strong>la</strong>rio e definizioni sono fornite in FSC-STD-01-002 Glossario dei vocaboli FSC. Le definizioni chiave riferitea questo standard sono sottolineate e riportate nell'Allegato 1.110


PARTE TERZANORME1 Requisiti generali per l'uso <strong>del</strong>l'etichetta FSC sul prodottoDetentori di Certificato FSC1.1 Al fine di utilizzare l'etichetta FSC sul prodotto l'impresa dovrà essere in possesso di un certificato FSC in corsodi validità per <strong>la</strong> CoC oppure di un certificato congiunto per <strong>la</strong> gestione forestale e <strong>la</strong> CoC emesso da un enteaccreditato FSC1.Gruppi di prodotti idonei a portare l'etichetta FSC1.2 Etichette FSC potranno essere utilizzate solo su gruppi di prodotti idonei per l'etichetta specificata, e secondoquanto elencato sul programma FSC <strong>del</strong>l'impresa per il gruppo di prodotti2.Enti che ri<strong>la</strong>sciano l'autorizzazione e mo<strong>del</strong>li di etichetta autorizzati1.3 A conferma <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>, enti di <strong>certificazione</strong> accreditati da FSC emetteranno un pacchetto di marchiper i detentori di certificato. Questi pacchetti conterranno tutti i requisiti grafici, <strong>la</strong> guida all'etichettatura e imo<strong>del</strong>li di etichette FSC in formato elettronico, insieme con il codice di registrazione <strong>del</strong>l'impresa.1.4 Le imprese che utilizzano l'etichetta corretta come fornita nel pacchetto non necessitano <strong>del</strong>l'approvazione<strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo di etichetta FSC ogni volta che esso viene applicato. In ogni caso le imprese dovranno richiedereuna consulenza e l'approvazione da parte di enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC per quanto riguarda altreconsiderazioni sull'uso <strong>del</strong>l'etichetta (es. uso <strong>del</strong>l'etichetta FSC insieme con altre etichette o marchi non-FSC, variazioni <strong>del</strong>l'etichetta etc.) prospettate in questo standard.1.5 Non sono permesse modifiche <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>l'etichetta. Per circostanze eccezionali l'impresa dovrà otteneredal proprio ente di <strong>certificazione</strong> accreditato l'approvazione di ogni variazione dei mo<strong>del</strong>li o <strong>del</strong>l'uso<strong>del</strong>l'etichetta, questo prima <strong>del</strong><strong>la</strong> stampa ed uso definitivo <strong>del</strong>l'etichetta. Variazioni diverse da quelle approvatenelle linee-guida per l'etichettatura ed in questo standard dovranno essere rinviate dagli enti di <strong>certificazione</strong>accreditati al Centro Internazionale FSC per l'approvazione.1.6 In circostanze eccezionali (per es. dovute alle dimensioni <strong>del</strong> prodotto), dove l'applicazione <strong>del</strong>l'etichetta standardFSC non sia possibile né sull'imbal<strong>la</strong>ggio né sul prodotto, l'impresa dovrà richiedere l'autorizzazione da parte3<strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> accreditato ad utilizzare il mo<strong>del</strong>lo di etichetta disegnato per circostanze eccezionali .Nota: Gli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC valuteranno il caso e forniranno alle imprese certificate le etichettepreparate per circostanze eccezionali dopo una valutazione caso-per-caso. Gli enti di <strong>certificazione</strong>accreditati informeranno FSC circa ogni richiesta approvata e l'etichetta applicabile.1.7 Se un'impresa desidera applicare l'etichetta FSC direttamente sul prodotto (per es. p<strong>la</strong>cchette di ottone,marchi a fuoco, etc.), una seconda etichetta verrà applicata utilizzando i campioni di etichetta proposti inquesto standard (per es. come cartellino o adesivo). Per quanto riguarda l'etichetta applicata direttamentesul prodotto le imprese faranno riferimento al paragrafo 1.6 di questo standard. Entrambe le etichette sarannosottoposte all'approvazione <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> accreditato.1.8 L'impresa conserverà tutti i documenti di approvazione <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong>Uso sul prodotto <strong>del</strong>l'etichetta FSC insieme ad altra/e etichetta/e non FSC.1.9 Sul prodotto le etichette FSC non saranno utilizzate insieme al logo, nomi o altri segni identificativi di altri4schemi valutativi di conformità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestale .Nota: Potrebbero darsi casi di accordi riguardanti l'etichettatura fra FSC e altri schemi di <strong>certificazione</strong>, talischemi sono specificati nell'Allegato 2 a questo standard.1.10 L'etichetta FSC può essere utilizzata sul prodotto insieme con il logo degli enti di <strong>certificazione</strong>. Se entrambii logo appaiono sul prodotto, il logo FSC sarà abbastanza visibile da evitare confusione con altri programmi di<strong>certificazione</strong>.Altre scritte sul prodotto che porta l'etichetta FSC1.11 Prodotti che portano le etichette FSC non porteranno altre dichiarazioni riferite al<strong>la</strong> sostenibilità <strong>del</strong><strong>la</strong> fore-1234I certificati FSC sono garantiti dagli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati FSC attraverso accordi contrattuali con i detentori dei certificati.FSC-STD-40-004 standard di CoC per imprese che vendono e producono prodotti certificati FSC.FSC-STD-40-201 (versione 1.0), Requisiti per l'etichettatura FSC sul prodottoType of document: FSC International StandardLe etichette per circostanze eccezionali non saranno incluse nel pacchetto contenente l'attrezzatura per l'uso <strong>del</strong> logo FSC, ma sarannofornite agli enti di <strong>certificazione</strong> accreditati i quali le spediranno ai propri clienti dopo una valutazione caso-per-casoMCU-POL-80-001 Uso <strong>del</strong>l'etichetta FSC insieme all' etichetta non-FSC (dicembre 2003).111


5sta da cui provengono il <strong>legno</strong>/le fibre utilizzati nel prodotto .Visibilità e posizionamento <strong>del</strong>l'etichetta FSC1.12 Le etichette saranno applicate direttamente al prodotto certificato o al suo imbal<strong>la</strong>ggio di vendita, o ad entrambi,sotto forma di cartellino, etichetta, adesivo, etc. In tutti i casi le imprese certificate faranno in modoche l'etichetta FSC sia ben visibile sul prodotto.Prodotti che possono essere venduti oppure offerti senza imbal<strong>la</strong>ggio porteranno in aggiunta l'etichetta FSCsul prodotto stesso. (Vedi sezione 1.6 nel caso di circostanze eccezionali).1.13 Ogni qualvolta l'etichetta FSC sia utilizzata su prodotti suscettibili di confusione fra il prodotto certificatoFSC e altri prodotti non certificati FSC, verrà impiegata una dichiarazione aggiuntiva per rendere ben chiaroquale sia il prodotto certificato (es.: etichetta FSC su imbal<strong>la</strong>ggio certificato usato per avvolgere <strong>legno</strong> o prodotticartacei non certificati). L'etichetta FSC non verrà applicata sul<strong>la</strong> parte di prodotto non certificata. Questicasi richiedono approvazione preventiva da parte <strong>del</strong> rispettivo ente di <strong>certificazione</strong> accreditato FSC.2Categorie di etichetta FSC62.1 Vi sono tre categorie di etichette FSC e cinque possibili variazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> dichiarazione sul prodotto.a. Etichetta FSC-puro: Gruppi di prodotti fabbricati con il 100% di materiale certificato FSC7b. Etichetta FSC-misto : variazione i. Fonti miste: gruppo di prodotti provenienti da foreste gestite inmodo corretto e da altre origini control<strong>la</strong>te.variazione ii. Fonti miste: gruppo di prodotti ottenuti da <strong>legno</strong> o fibre ricic<strong>la</strong>te,da foreste gestite in modo corretto e da altre provenienze control<strong>la</strong>te.variazione iii. Fonti miste: gruppo di prodotti da foreste gestite in modo correttoe ottenuti da <strong>legno</strong> o fibre ricic<strong>la</strong>te.c. Etichetta FSC-ricic<strong>la</strong>to: Gruppo di prodotti fabbricati con il 100% di materiale ricic<strong>la</strong>to.Nota: Ogni tipo di etichetta ha un mo<strong>del</strong>lo specifico, elementi grafici e parole che <strong>la</strong> differenziano dalle altree che determinano gli standard che giustificano l'etichetta.2.2 Imprese che utilizzano l'etichetta FSC per discriminare il materiale certificato da quello non certificato duranteil processo di fabbricazione o lo stoccaggio non sono obbligate ad usare le etichette descritte sopra in2.1. I segni che discriminano il materiale certificato da quello non certificato non raggiungeranno <strong>la</strong> fase finaledi vendita, non sostituiranno le etichette FSC e non saranno interpretate come etichette commerciali2.3 La traduzione <strong>del</strong>le etichette deve essere approvata da enti di <strong>certificazione</strong> accreditati in seguito a una valutazionecaso-per-caso, e a preventiva discussione con le rispettive Iniziative Nazionali <strong>del</strong> paese e il CentroInternazionale FSC.3Requisiti grafici generali da applicare alle etichette3.1 I requisiti FSC per le etichette e <strong>la</strong> grafica si applicano a tutti i tipi di uso <strong>del</strong>l'etichetta FSC sul prodotto.3.2 Tutte le etichette conterranno i seguenti elementi nell'ordine stabilito nel mo<strong>del</strong>lo elettronico <strong>del</strong>l'etichetta(Vedi Allegato 3, mo<strong>del</strong>li di etichette):8a. logo FSCb. Avviso di copyrightc. Intestazione <strong>del</strong>l'etichetta (basata sul tipo di prodotto)d. L'esatto codice di registrazione <strong>del</strong> certificato per <strong>la</strong> CoC oppure <strong>del</strong> certificato congiunto per gestione forestalee CoC ri<strong>la</strong>sciato all'impresa dall'ente di <strong>certificazione</strong> accreditatoe. Dichiarazione standard a seconda <strong>del</strong> tipo di etichettaf. Indirizzo web di FSC578Per quanto questo non si accordi con i requisiti ISO. “I concetti connessi al<strong>la</strong> sostenibilità sono estremamente complessi e tuttora incorso di chiarificazione. A questo punto non esistono metodi definitivi per misurare <strong>la</strong> sostenibilità o confermare il suo raggiungimento.Perciò non verranno avanzate pretese sul raggiungimento <strong>del</strong><strong>la</strong> sostenibilità” (ISO 14021 (1999) paragrafo 5.5). Puro, misto6e ricic<strong>la</strong>to sono soltanto denominazioni di <strong>la</strong>voro. Vedi i requisiti proposti in FSC-STD-40-004Nel caso <strong>del</strong>l'etichetta misto con contenuto ricic<strong>la</strong>to, è prevista l'opzione di includere un simbolo approvato per il ricic<strong>la</strong>to. I simboliapprovati sono elencati nell'allegato 4 a questo standard.Il logo FSC è formato dalle iniziali FSC, il visto e il simbolo di copyright112


PARTE TERZANORMEFormato, dimensione e colore <strong>del</strong>le etichette FSC:3.3 Le etichette sul prodotto saranno quadrate oppure rettango<strong>la</strong>ri, come fornite nel pacchetto di marchi.3.4 I mo<strong>del</strong>li elettronici forniti ai detentori di certificati all'interno <strong>del</strong> pacchetto di marchi includerà scale di misuradiverse che possono essere usate per adattare l'etichetta a prodotti di misura diversa .9103.5 Le etichette FSC saranno riprodotte utilizzando le seguenti opzioni di colore :a. Negativo a colori (sfondo nero) oppureb. Positivo a colori (sfondo chiaro) oppurec. Positivo bianco e nero4Requisiti specifici per ciascuna categoria di etichette.Etichette FSC-puro4.1 Gruppi di prodotti che portano l'etichetta FSC-puro rispetteranno i requisiti minimi stabiliti nel FSC-STD-40-004 Standard di CoC per imprese che commercializzano e fabbricano prodotti certificati FSC” sezione 12.24.2 Tutti i casi di utilizzo sul prodotto <strong>del</strong>l'etichetta FSC-puro saranno in accordo con i requisiti grafici generali indicati<strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 3 di questo standard.4.3 La intestazione <strong>del</strong>l'etichetta FSC-puro sarà “100%”.4.4 La scritta utilizzata sull'etichetta FSC-puro sarà “Proveniente da una corretta gestione <strong>del</strong>le foreste”.Etichette FSC-misto4.5 La denominazione <strong>del</strong>le etichette FSC-misto sarà “Fonti miste”.4.6 Le scritte utilizzate sulle etichette FSC-misto saranno conformi alle variazioni stabilite <strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 2.1 i, ii,e iii di questo standard e saranno:a. “Gruppo di prodotti provenienti da foreste gestite in modo corretto e da altre origini control<strong>la</strong>te” oppureb. “Gruppo di prodotti provenienti da <strong>legno</strong> o fibre ricic<strong>la</strong>te, da foreste gestite in modo corretto e da altreprovenienze control<strong>la</strong>te” oppurec. “Gruppo di prodotti provenienti da foreste gestite in modo corretto e da <strong>legno</strong> o fibre ricic<strong>la</strong>te”4.7 Per ognuna <strong>del</strong>le scritte di cui sopra il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>le etichette FSC-misto si adeguerà ai requisiti stabiliti <strong>nel<strong>la</strong></strong>sezione 3 di questo standard4.8 Gruppi di prodotti fabbricati con materiale FSC (puro o misto) e da fonti control<strong>la</strong>te, non contenenti materialericic<strong>la</strong>to, fabbricati in accordo con i requisiti per l'etichettatura con etichetta FSC-misto come stabilitoin FSC-STD-40-004 Standard di CoC per imprese che commercializzano e fabbricano prodotti certificati FSC,porteranno <strong>la</strong> variazione i <strong>del</strong>l'etichetta misto presentata <strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 2.1 di questo standard.4.9 Prodotti fabbricati con materiale FSC (puro o misto), materiale ricic<strong>la</strong>to e materiale da fonti control<strong>la</strong>te, inaccordo con i requisiti per l'etichettatura con etichetta FSC-misto, come stabilito in FSC-STD-40-004 Standarddi CoC per imprese che commercializzano e fabbricano prodotti certificati FSC, porteranno l'etichettaFSC-misto, variazione ii. I simboli approvati per il ricic<strong>la</strong>to possono essere usati con questa opzione. Vedil'allegato 4 a questo standard.4.10 Prodotti fabbricati con materiale FSC (puro) e materiale ricic<strong>la</strong>to, in accordo con i requisiti per l'etichettaturacon etichetta FSC-misto, come stabilito in FSC-STD-40-004 Standard di CoC per imprese che commercializzanoe fabbricano prodotti certificati FSC, porteranno l'etichetta FSC-misto variazione iii. L'impresapotrà optare per l'uso di un simbolo approvato per il ricic<strong>la</strong>to. Vedi l'allegato 4 a questo standard.Etichette FSC-ricic<strong>la</strong>to4.11 Gruppi di prodotti che portano l'etichetta FSC-ricic<strong>la</strong>to dovranno accordarsi ai requisiti minimi stabiliti inFSC-STD-40-004 Standard di CoC per imprese che commercializzano e fabbricano prodotti certificati FSC sezione12.6.4.12 Tutti le utilizzazioni sul prodotto <strong>del</strong>l'etichetta FSC-ricic<strong>la</strong>to dovranno accordarsi con i requisiti grafici generaliindicati <strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 3 di questo standard.4.13 L'intestazione <strong>del</strong>l'etichetta FSC-ricic<strong>la</strong>to sarà “Ricic<strong>la</strong>to”.910Dovrà essere rispettata <strong>la</strong> misura minima di questa sca<strong>la</strong>Dettagli sull'utilizzo dei mo<strong>del</strong>li elettronici <strong>del</strong>le etichette FSC, sca<strong>la</strong> di misure, colori, etc. sono incluse <strong>nel<strong>la</strong></strong> guidaall'etichettatura.113


4.14 La dichiarazione utilizzata sull'etichetta FSC-ricic<strong>la</strong>to sarà “Sostiene un uso responsabile <strong>del</strong>le risorse forestali”.4.15 Il logo <strong>del</strong>l'”anello di Mobius” verrà utilizzato insieme con il logo FSC in presenza di una percentuale <strong>del</strong> 100%di ricic<strong>la</strong>to post-consumo. La dichiarazione sarà “!00%”.5Altre considerazioniAccordi fra detentori di certificato per stampare ed applicare le etichette5.1 Acquirenti certificati che richiedano a fabbricanti certificati di etichettare i prodotti con il numero <strong>del</strong> codicedi registrazione <strong>del</strong>l'acquirente:a. Entrambi, sia l'acquirente che il fabbricante informeranno il proprio ente di <strong>certificazione</strong> circa <strong>la</strong> richiesta.b. Entrambe le imprese otterranno per l'accordo sull'etichettatura un'autorizzazione scritta e firmata daparte <strong>del</strong> proprio ente di <strong>certificazione</strong>c. L'ente di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong> fabbricante è ritenuto responsabile per l'approvazione finale <strong>del</strong>l'etichetta<strong>del</strong> prodotto, e per fare in modo che il codice <strong>del</strong>l'acquirente compaia solo sui quei prodotti che vengonoforniti all'acquirente. Dati re<strong>la</strong>tivi all'uso di etichette specifiche per un certo cliente verranno conservatidal fabbricante separatamente oppure prontamente disponibili.d. L'acquirente renderà disponibili le informazioni complementari per tutte le (eventuali) imprese associateal gruppo, nel caso queste vendano i prodotti con il codice <strong>del</strong>l'acquirente in base all'accordo specificoriguardante l'uso <strong>del</strong> suo codice sul prodotto114


PARTE TERZANORMEAllegato 1:Termini e DefinizioniCatena di Custodia (CoC): La via percorsa da materiali grezzi, semi<strong>la</strong>vorati e prodotti, dal<strong>la</strong> foresta al consumatore,inclusi tutti gli stadi successivi di <strong>la</strong>vorazione, trasformazione, fabbricazione e distribuzioneLegname control<strong>la</strong>to: Legno/fibra che viene identificato da un'impresa come escludente tutte le fonti “inaccettabili”.Certificato FSC: Un prodotto, processo o servizio che è stato certificato da un ente di <strong>certificazione</strong> accreditatoFSC in quanto si accorda con uno standard adeguato approvato da FSC.Legno/fibra FSC-misto: Legno/fibra vergine che viene unito a <strong>legno</strong>/fibra certificati FSC e viene venduto comeFSC-misto dal detentore di un certificato FSC valido per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia o da un certificato congiunto per <strong>la</strong>gestione forestale e <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.Programma per un gruppo di prodotti FSC: <strong>la</strong> lista di tutti i gruppi di prodotti FSC che l'impresa desidera includereentro l'ambito di validità <strong>del</strong> proprio certificato FSC per <strong>la</strong> CoCLegno/fibra FSC-puro: Legno o fibra vergine che proviene da una foresta certificata FSC e viene venduto come “fibra/<strong>legno</strong>puro” dal detentore di un certificato FSC valido per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia o da un certificato congiuntoper <strong>la</strong> gestione forestale e <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.Off-product: Termine che definisce tutte le dichiarazioni, testi, etichette e analoghi utilizzati per promuovereprodotti, imprese o organizzazioni, ma che non sono fisicamente attaccati o applicati al prodotto stesso.On-product: Termine che definisce qualsiasi etichetta, imbal<strong>la</strong>ggio o segno attaccato o applicato a un prodotto.Esempi di etichette o segni on-product sono i cartellini di prodotto, stampigliature, marchi a fuoco, l'imbal<strong>la</strong>ggiodi vendita per prodotti piccoli da vendere sciolti (come le matite), imbal<strong>la</strong>ggi protettivi e involucri di p<strong>la</strong>stica.Legno/fibra recuperato post-consumo: Legno e/o fibra recuperato da un prodotto dopo che questo è stato utilizzatoda individui o imprese per il suo scopo finale previsto e ha raggiunto <strong>la</strong> fine <strong>del</strong><strong>la</strong> sua vita utile per quelloscopo. La categoria non include pubblicazioni soprannumerarie, ritagli di stampa o altre risorse che fanno parte<strong>del</strong> valore aggiunto o <strong>del</strong> processo al dettaglio.Materiale ricic<strong>la</strong>to: Materiale che è stato recuperato e sottoposto a nuova <strong>la</strong>vorazione per mezzo di un processoindustriale, e quindi incorporato in un prodotto finale.Allegato 2:Lista degli schemi di <strong>certificazione</strong> i cui requisiti equivalgono o superanoquelli <strong>del</strong> Forest Stewardship CouncilA seguito degli accordi <strong>del</strong> Memorandum of Understanding sottoscritto fra FSC e LEI, come ad oggi, ad una forestanon può essere attribuita una <strong>certificazione</strong> LEI a meno che non sia stata attribuita anche una <strong>certificazione</strong> FSC.A seguito degli accordi di questo Memorandum of Understanding i prodotti possono pertanto essere contrassegnaticon entrambe le etichette FSC e LEI.Altri schemi di <strong>certificazione</strong> che desiderano qualificarsi per l'etichettatura congiunta con lo schema FSC devonocontattare il Centro Internazionale FSC per l'esame a <strong>la</strong> discussione.115


Allegato 3:Esempi di etichette FSC sul prodottoNota: Questo non sostituisce il pacchetto completo con le etichette. Un pacchetto completo sarà incluso nel pacchettodi marchi FSC.Allegato 4:Simboli approvati per il ricic<strong>la</strong>to1) “Anello di Mobius” con <strong>la</strong> percentuale di contenuto ricic<strong>la</strong>to post-consumo specificata all'interno <strong>del</strong> simbolocome da esempio sottostante:116


PARTE TERZANORMEITA 1002Schema di Certificazione<strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodiadei prodottidi origine forestalePEFC/18 -1-1REV. DATA MOTIVAZIONE CONVALIDA APPROVAZIONE1 30/03/2006Traduzione aggiornamentiallegato 4 PEFCC approvatidall'assemblea dei soci0 16/02/2005 Traduzione allegato 4 PEFCC117


Informativa di spiegazione <strong>del</strong> documento normativoIl presente documento è <strong>la</strong> traduzione ufficiale <strong>del</strong>l'Allegato 4 PEFCC approvato a Santiago <strong>del</strong> Cile il 29 ottobre2004 ed emendato il 17 giugno 2005.Si fa presente che al momento <strong>del</strong>l'approvazione a livello internazionale alcuni riferimenti normativi (ISO 14001)non sono stati aggiornati per errore. La traduzione non può incorporare questo aggiornamento, ma inseriamo a titoloinformativo per gli utenti i cambiamenti che interessano l'appendice 3.Requisiti di ITA 1002 UNI EN ISO 14001:2004Sezione 2: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo di separazione fisicaSezione 3: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo basato sul<strong>la</strong> percentualeSezione 4: Requisiti minimi <strong>del</strong> Sistema di Gestione4.2 Responsabilità e autorità4.4.64.4.64.2.1 Responsabilità di gestione 4.4.14.2.2 Responsabilità ed autorità 4.4.14.3 Procedure documentate4.4 Registrazioni4.4.4, 4.4.54.5.44.5 Gestione <strong>del</strong>le risorse4.5.1 Risorse umane / personale 4.4.1, 4.4.24.5.2 Attrezzature tecniche 4.4.14.6 Ispezione e controllo4.5.3, 4.5.5Si aggiunge anche che due linee guida IAF, insieme al<strong>la</strong> Convenzione CITES, non sono state inserite nei riferimentinormativi ufficiali, pur essendo state espressamente citate dallo standard: le segnaliamo qui di seguito per completezzad'informazione.IAF GD 1:2003 Guidance on the Application of ISO/IEC Guide 62:1996IAF GD 6:2003 Guidance on the Application of ISO/IEC Guide 66:1999IUCN 1975 CITES Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and FloraA fine documento è stata inserita <strong>la</strong> versione in inglese, per assicurare che, nel caso di traduzione non perfettamenteaderente allo spirito <strong>del</strong> normatore, si possa verificare <strong>la</strong> versione originale.118


PARTE TERZANORMEIndicePrefazioneIntroduzioneSezione 1: GeneralitàSezione 2: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo di separazione fisicaSezione 3: Requisiti per il processo di <strong>catena</strong> di custodia metodo basato sul<strong>la</strong> percentuale3.2 Identificazione <strong>del</strong>l'origine3.2.1 Identificazione a livello di consegna3.2.2 Identificazione a livello <strong>del</strong><strong>la</strong> fornitura3.3 Calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di materia prima certificata3.4 Trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale calco<strong>la</strong>ta ai prodotti in uscita3.4.1 Metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale media3.4.2 Metodo <strong>del</strong> credito di volume3.5 Vendita di prodotti3.6 Fonti controverseSezione 4: Requisiti minimi <strong>del</strong> Sistema di Gestione4.1 Requisiti generali4.2 Responsabilità e autorità4.2.1 Responsabilità di gestione <strong>del</strong>l'Alta Direzione4.2.2 Responsabilità e autorità per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia4.3 Procedure documentate4.4 Gestione <strong>del</strong>le Rregistrazioni4.5 Gestione <strong>del</strong>le risorse4.5.1 Risorse umane / personale4.5.2 Attrezzature tecniche4.6 Ispezione e controlloAppendice 1: Specifica <strong>del</strong> Consiglio PEFC sull'origine per l'utilizzo di etichetta e dichiarazioni PEFCAppendice 2: Implementazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia con riferimento a UNI EN ISO 9001:2000Appendice 3: Implementazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia in riferimento a UNI EN ISO 14001:2004Appendice 4: Implementazione di ITA 1002 in organizzazioni multi-sitoIntroduzioneAppendice 5: Calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di materia prima certificata3.4.2.3. - 3.4.2.4 Accumu<strong>la</strong>zione dei crediti di volumeAppendice 6: Specificazione <strong>del</strong>l'origine per i propositi <strong>del</strong>l'etichetta e le dichiarazioni <strong>del</strong> PEFCche coprono le materie prime ricic<strong>la</strong>te1. Introduzione2. Dichiarazioni su materie prime a base <strong>legno</strong>sa certificate PEFC2.1 Materie prime certificate (Vc)2.2 Materie prime neutrali2.3 Altre materie prime (Vo)3. Dichiarazioni sulle materie prime ricic<strong>la</strong>te (Materia prima “Ricic<strong>la</strong>ta PEFC”)3.1 Materia prima certificata (Vc)3.2 Materie prime neutrali3.3 Altre materie prime4. Utilizzo dei metodi di <strong>catena</strong> di custodia119


PrefazioneIl testo di questo documento è stato sviluppato dal Gruppo di Lavoro sul<strong>la</strong> Chain of Custody e sull'Etichettatura <strong>del</strong>PEFC Council in un processo aperto e trasparente, che ha incluso <strong>la</strong> consultazione pubblica ed è stato ufficialmenteadottato dall'Assemblea Generale <strong>del</strong> Consiglio PEFC in data 29/10/2004 ed emendato il 17 giugno 2005 e accettatocome riferimento di norma italiana il 20 gennaio 2006 dal Consiglio di Amministrazione PEFC Italia riunitasia Trento e dall'assemblea dei soci PEFC Italia il 30 marzo 2006 a Viadana (MN).Questo standard può essere approvato e utilizzato da qualsiasi schema di <strong>certificazione</strong> forestale o di etichettaturache includa le norme <strong>del</strong><strong>la</strong> “<strong>catena</strong> di custodia” allo scopo di usare dichiarazioni e/o etichette che fanno riferimentoalle origini <strong>del</strong>le materie prime inclusi nei prodotti derivanti dal<strong>la</strong> foresta.IntroduzioneL'obiettivo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è creare un collegamento di informazioni tra <strong>la</strong> materia prima presente in unprodotto di origine forestale e l'origine di tale materia prima.Un sempre maggior numero di consumatori cerca prove di pratiche aziendali ambientalmente compatibili e vuolerassicurazioni e conferma dalle industrie di trasformazione di legname che il <strong>legno</strong> che viene utilizzato provieneda fonti gestite in modo sostenibile. Le imprese hanno quindi bisogno di un meccanismo affidabile e credibile perpoter fornire ai clienti informazioni sull'origine <strong>del</strong>le materie prime. Questo standard sul<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, implementatoinsieme al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale e/o schemi di etichettatura, fornisce questo meccanismo.Sezione 1:Generalità1.1 ScopoQuesto documento specifica i requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia che l'organizzazione deve soddisfare se le dichiarazionie/o etichette, che fanno riferimento all'origine <strong>del</strong>le materie prime presenti nel prodotto venduto/trasferito,sono da considerarsi credibili e affidabili.In questo documento il termine organizzazione è usato per riferirsi a qualsiasi ente che si occupa <strong>del</strong> raccolto, trasporto,trattamento o <strong>del</strong><strong>la</strong> trasformazione di prodotti di origine forestale in ogni fase, dal<strong>la</strong> foresta al consumatorefinale.I requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia descrivono il processo per giungere dalle informazioni sull'origine associate allematerie prime acquistate, alle informazioni sull'origine che sono allegate al prodotto <strong>del</strong>l'organizzazione. Questodocumento descrive due approcci a scelta riguardanti <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia: <strong>la</strong> separazione fisica e il metodo basatosul<strong>la</strong> percentuale.Il documento indica inoltre i requisiti minimi <strong>del</strong> sistema di gestione per l'attuazione e <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> processo dirintracciabilità (<strong>catena</strong> di custodia). La <strong>qualità</strong> di un'organizzazione (UNI EN ISO 9001:2000) o il sistema di gestioneambientale (UNI EN ISO 14001:2004) possono essere utilizzati per soddisfare i requisiti minimi <strong>del</strong> sistema di gestionedefiniti <strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 4 di questo documento e per adattare i requisiti al processo di <strong>certificazione</strong> definito<strong>nel<strong>la</strong></strong> sezione 2 o 3.Questo documento deve essere usato insieme ai requisiti che specificano l'origine, <strong>la</strong> quale deve essere verificatatramite <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia. Tali requisiti possono essere trasmessi attraverso una <strong>certificazione</strong> forestale e/ouno schema di etichettatura che fanno riferimento al<strong>la</strong> dichiarazione/i e etichetta/e specifica/e <strong>del</strong>lo schema oppuredall'organizzazione stessa in riferimento al<strong>la</strong> dichiarazione/i ed etichetta/e specifica/e <strong>del</strong>l'organizzazione.L'uso di etichette e dichiarazioni, basato sull'attuazione di questo documento, deve essere in conformità con lenorme UNI EN ISO 14020.Questo documento può essere utilizzato per l'auto-dichiarazione di un'organizzazione, per certificazioni di secondaparte o certificazioni di terza parte. Il tipo di valutazione di conformità e di requisiti specifici utilizzati per questotipo di operazione deve essere specificato da una <strong>certificazione</strong> forestale o schema di etichettatura in uso insiemeal documento.La valutazione di conformità effettuata con una <strong>certificazione</strong> di terza parte è considerata una <strong>certificazione</strong> diprodotto e deve essere in conformità con <strong>la</strong> norma ISO/IEC Guide 65/1996.In questo documento il termine “deve” è utilizzato per indicare le disposizioni che sono obbligatorie. Il termine“dovrebbe” è usato per indicare le disposizioni che, anche se non sono obbligatorie, dovrebbero essere adottate eimplementate.120


PARTE TERZANORME1.2 RiferimentiQuesta norma incorpora testi aggiornati e non, facenti riferimento ad altre pubblicazioni. Questi riferimenti nomativisono citati nei luoghi appropriati all'interno <strong>del</strong> testo e sono elencati qui di seguito. Devono essere applicatele ultime edizioni <strong>del</strong>le citate pubblicazioni qui sotto riportate.ISO / IEC Guide 65:1996 General Requirements for bodies operating product certification systemsISO / IEC Guide 2:1996 Standardization and re<strong>la</strong>ted activities - General vocabu<strong>la</strong>ryISO 9000:2000 Quality management systems - Fundamentals and vocabu<strong>la</strong>ryISO 9000:2000 Quality management systems - Fundamentals and vocabu<strong>la</strong>ry(N.d.t. in Italia: UNI EN ISO 9000:2000 Sistemi di Gestione per <strong>la</strong> Qualità - Fondamenti e terminologia)ISO 9001:2000 Quality management systems - Requirements(N.d.t. in Italia: UNI EN ISO 9001:2000 Sistemi di Gestione per <strong>la</strong> Qualità - Requisiti)ISO 14001:2004 Environmental Management Systems - Specification with guidance for use(N.d.t. in Italia: UNI EN ISO 14001:2004 Sistemi di Gestione - Specifiche con Guida all'Uso)ISO 14020:2000 Environmental <strong>la</strong>bels and dec<strong>la</strong>rations - General principles(N.d.t. in Italia: UNI EN ISO 14020:2000 Etichette e dichiarazioni ambientali - Principi generali)1.3 DefinizioniPer gli scopi di questo standard, si applicano le definizioni attinenti fornite dal<strong>la</strong> ISO/IEC Guide 2 e UNI EN ISO9000:2000, insieme alle seguenti definizioni:1.3.1 Materia prima certificataMateria prima <strong>la</strong> cui origine è coperta dalle dichiarazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.1.3.2 Prodotto certificatoProdotto che include materie prime certificate verificate dal<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.Nota: I criteri di qualifica per materie prime certificate sono definiti attraverso uno specifico schema di <strong>certificazione</strong> forestale o dietichettatura oppure dall'organizzazione stessa per gli scopi <strong>del</strong><strong>la</strong> propria etichetta e/o dichiarazioni.1.3.3 Catena di custodia di prodotti di origine forestaleTutti i cambiamenti di custodia di prodotti di origine forestale e prodotti derivati, durante le fasi di raccolta, trasporto,trasformazione e distribuzione dal<strong>la</strong> foresta all'uso finale.1.3.4 Fonti controverseTagli forestali (utilizzazioni) illegali o non autorizzati.Nota: esempi di utilizzazioni illegali o non autorizzati includono i tagli d'utilizzazione in aree forestali protette dal<strong>la</strong> legge come anchein aree forestali ufficialmente dichiarate da autorità governative (o ente con autorità legale a tale scopo) come prossime a diventarestrettamente protette dal<strong>la</strong> legge, in cui il taglio è stato effettuato senza un permesso ri<strong>la</strong>sciato dalle autorità governative (o entecon autorità legale a tale scopo).1.3.5 Dichiarazione / EtichettaAsserzione che indica certi aspetti di un prodotto.1.3.6 Prodotto di origine forestaleProdotto che contiene materie prime provenienti da foreste.1.3.7 Materie prime neutraliMateria prima <strong>la</strong> cui origine è considerata neutrale nel calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>.Nota: I criteri di qualifica per materie prime neutrali sono definiti attraverso uno specifico schema di <strong>certificazione</strong> forestale o di etichettaturaoppure dall'organizzazione stessa per gli scopi <strong>del</strong><strong>la</strong> propria etichetta e/o dichiarazioni.1.3.8 EtichettaturaUso di etichette (sul prodotto e al di fuori <strong>del</strong> prodotto).1.3.9 OrigineInformazioni riguardanti le materie prime utilizzate nel prodotto con riferimento a (i) le proprietà <strong>del</strong> luogo dalquale deriva <strong>la</strong> materia prima (i.e. foreste certificate, fonti controverse, materie prime ricic<strong>la</strong>te, ecc.) oppure(ii) luogo specifico dal quale deriva <strong>la</strong> materia prima.Nota 1: Per gli scopi <strong>del</strong>le dichiarazioni <strong>del</strong>le certificazioni forestali viene adottata <strong>la</strong> prima opzione “le proprietà <strong>del</strong> luogo dal qualederiva <strong>la</strong> materia prima”.La seconda opzione “luogo dal quale deriva <strong>la</strong> materia prima” è da utilizzare solo per il metodo di separazione fisica, quandoun'organizzazione ha deciso di rintracciare il luogo specifico dal quale deriva <strong>la</strong> materia prima (particel<strong>la</strong> forestale, ecc.).Nota 2: La definizione <strong>del</strong>l'origine (es. “proprietà <strong>del</strong> luogo” o “luogo specifico”) è specificata con (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale o loschema di etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema,oppure (ii) dall'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.121


1.3.10 Altri materialiMateria prima diversa dal<strong>la</strong> materia prima certificata e neutraleNota: I criteri di qualifica di altre materie prime possono essere stabiliti da uno specifico schema di <strong>certificazione</strong> forestale o di etichettaturaoppure dall'organizzazione stessa per le proprie etichette e/o dichiarazioni.1.3.11 Separazione fisicaUna procedura durante <strong>la</strong> quale vari tipi di materie prime di diverse origini sono mantenute separate in modo chele origini <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima utilizzata in un prodotto siano chiare.1.3.12 Sotto prodotti pre-consumoLegno e fibre sotto forma di segatura, <strong>legno</strong> fibroso, scarti <strong>del</strong> processo di stampa, scarti di <strong>legno</strong> massiccio o scartidi <strong>legno</strong> composito derivanti da una qualsiasi trasformazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong> o processo di <strong>la</strong>vorazione e che possonoessere sia recuperati e ricic<strong>la</strong>ti come materia prima per un processo di <strong>la</strong>vorazione oppure bruciati.1.3.13 Legno e fibra post-consumoLegno e fibre usate in precedenza in prodotti di consumo o commerciali, scartati per un successivo riutilizzo, ricicloo smaltimento, esclusi i residui di segherie e di tagli forestali.1.3.14 Lotto di produzioneInsieme di prodotti trasformati o commercializzati nei processi individuati durante un definito periodo di tempodichiarato.1.3.15 Fibre e <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>toLegno e fibre post-consumo e sotto prodotti pre-consumo.1.3.16 Materia prima a base <strong>legno</strong>saMateria prima o prodotto intermedio basata sul <strong>legno</strong> (ad es. tondame, cippato, segatura, tavo<strong>la</strong>me, pannelli di <strong>legno</strong>,pasta cellulosa, carta, sughero, corteccia, resina).Sezione 2: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia - metodo di separazione fisica2.1. Requisiti generali per <strong>la</strong> separazione fisica2.1.1. L'organizzazione che applica il metodo di separazione fisica deve garantire che le materie prime vengonomantenute separate o chiaramente identificabili in tutte le fasi <strong>del</strong><strong>la</strong> produzione o <strong>del</strong> processo commerciale.2.1.2. L'organizzazione, le cui materie prime certificate non sono mesco<strong>la</strong>te con altre materie prime e/o le cuimaterie prime possono essere identificate durante l'intero processo, dovrebbe usare <strong>la</strong> separazione fisica comeprima scelta.2.2. Identificazione <strong>del</strong>l'origine1.2. Identificazione a livello di consegnaL'organizzazione deve identificare e verificare <strong>la</strong> categoria d'origine di tutte le materie prime in entrata. I documentid'accompagnamento di ogni spedizione di materie prime devono indicare almeno le seguenti informazioni:a) identificazione <strong>del</strong> fornitore,b) quantità <strong>del</strong><strong>la</strong> spedizione,c) data di spedizione / periodo di spedizione / periodo di registrazione contabiled) categoria <strong>del</strong>l'origine (inclusa <strong>la</strong> percentuale di materie prime certificate se il fornitore utilizza il metodo<strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale).Nota 1: Le categorie <strong>del</strong>le materie prime sono specificate o da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale o lo schema di etichettatura pertinente,se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema, oppure da (ii) l'organizzazione stessa,se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.Nota 2: La percentuale <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima certificata dovrebbe anche essere nota (in concordanza con <strong>la</strong> lettera d)) all'organizzazioneche applica <strong>la</strong> separazione fisica (ad es. nel commercio) se il fornitore applica il metodo basato sul calcolo percentuale.1.2.2. Identificazione a livello <strong>del</strong> fornitoreL'organizzazione deve richiedere a tutti i fornitori di materie prime certificate <strong>la</strong> documentazione che attesta chei criteri per i fornitori di materie prime certificate sono stati soddisfatti.Nota: I criteri che il fornitore di materie prime certificate deve rispettare sono specificati da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale o lo schemadi etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema, oppureda (ii) l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.122


PARTE TERZANORME2.3. Separazione <strong>del</strong>le materie prime certificateLe materie prime certificate devono rimanere chiaramente identificabili durante l'intero processo di produzione,commercio e stoccaggio. Ciò si ottiene attraverso <strong>la</strong>:a) separazione fisica in termini di spazio di produzione e stoccaggio oppureb) separazione fisica in termini temporali oppurec) identificazione permanente <strong>del</strong>le materie prime.2.4. Vendita di prodotti certificati2.4.1. Al momento <strong>del</strong><strong>la</strong> vendita o <strong>del</strong> trasferimento dei prodotti certificati ad un'altra entità, l'organizzazione devefornire al cliente un documento che attesta <strong>la</strong> conformità dei prodotti ai requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.Nota: I criteri per il documento che attesta <strong>la</strong> conformità ai requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia sono specificati da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestaleo lo schema di etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>loschema, oppure da (ii) l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.2.4.2. L'organizzazione deve garantire che tutta <strong>la</strong> documentazione di spedizione <strong>del</strong> prodotto certificato indichichiaramente almeno le seguenti informazioni:a) identificazione <strong>del</strong>l'organizzazione,b) quantità <strong>del</strong><strong>la</strong> spedizione,c) data di spedizione / periodo di spedizione / periodo di registrazione contabiled) categoria <strong>del</strong>l'origine (inclusa <strong>la</strong> percentuale di materie prime certificate se il fornitore utilizza il metodo dipercentuale).Nota: Le categorie <strong>del</strong>l'origine <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima sono specificate da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale o lo schema di etichettatura pertinente,se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema, oppure da (ii)l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.2.4.3. Se l'organizzazione usa il logo o l'etichetta, sia sul prodotto che al di fuori <strong>del</strong> prodotto l'utilizzo deve essereeffettuato secondo i termini e le condizioni <strong>del</strong> contratto sull'uso <strong>del</strong> logo, firmato dal utente-licenziatario edal proprietario <strong>del</strong> copyright <strong>del</strong> logo o dal suo agente autorizzato.Sezione 3: Requisiti per il processo di <strong>catena</strong> di custodia metodo basato sul<strong>la</strong> percentuale3.1 Requisiti generali per i metodi basati sul<strong>la</strong> percentuale3.1.1. Applicazione <strong>del</strong> metodo basato sul<strong>la</strong> percentualeIl metodo basato sul<strong>la</strong> percentuale, <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, è prevista per organizzazioni che adottano processidi produzione / commercio in cui le materie prime certificate sono mesco<strong>la</strong>te con altre categorie di materie primee in cui le materie prime certificate non possono essere facilmente identificate nei prodotti in uscita.3.1.2. Definizione <strong>del</strong> lotto di produzione3.1.2.1 L'organizzazione deve implementare i requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia di questo documento normativoper il lotto di produzione dichiarato.3.1.2.2 L'organizzazione deve identificare il lotto/lotti di produzione basandosi sui seguenti criteri:a)materie prime incluse nel prodotto facenti parte <strong>del</strong> lotto di produzioneb)luogo in cui i prodotti facenti parte <strong>del</strong> lotto di produzione sono stati prodotti,c)periodo di tempo durante il quale i prodotti facenti parte <strong>del</strong> lotto di produzione sono stati prodotti o venduti/ trasferiti.3.1.2.3 Il lotto di produzione deve essere associato con (i) un singolo prodotto oppure (ii) ad un gruppo di prodottirealizzati dalle stesse o simili materie prime entranti, secondo per esempio, specie, categoria ecc.3.1.2.4 Il lotto di produzione deve essere associato con prodotti che sono stati realizzati in un unico luogo di produzione.Nota: Questo requisito non è applicabile ad organizzazioni per le quali il luogo di produzione non può essere chiaramente identificato,per esempio, imprese di gestione forestale, trasporto, commercio, ecc.3.1.2.5 Il periodo massimo per <strong>la</strong> definizione <strong>del</strong> lotto di produzione è 3 mesi.3.1.2.6 L'organizzazione deve identificare tutti i prodotti (inclusi nel lotto di produzione, che è control<strong>la</strong>to dal<strong>la</strong><strong>catena</strong> di custodia) attraverso un numero di lotto con cui è possibile determinare a quale lotto di produzione appartieneil prodotto.Nota: Identificazione fisica sul prodotto <strong>del</strong> lotto di produzione non è richiesta se <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> è applicata sui prodottivenduti / trasferiti quando l'identificazione <strong>del</strong> lotto di produzione è evidente dai documenti di vendita /spedizione.123


3.2 Identificazione <strong>del</strong>l'origine3.2.1 Identificazione a livello di consegnaL'organizzazione deve identificare e verificare <strong>la</strong> categoria d'origine di tutte le materie prime in entrata. I documentid'accompagnamento di ogni spedizione di materie prime devono almeno indicare le seguenti informazioni:a) identificazione <strong>del</strong> fornitore,b) quantità <strong>del</strong><strong>la</strong> spedizione,c) data di spedizione / periodo di spedizione / periodo di registrazioned) categoria <strong>del</strong>l'origine, compresa <strong>la</strong> percentuale di materie prime certificate presenti nel prodotto certificato.Nota: Le categorie di materie prime sono specificate da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale o lo schema di etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong>di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema, oppure da (ii) l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong><strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.3.2.2 Identificazione a livello <strong>del</strong><strong>la</strong> fornituraL'organizzazione deve richiedere a tutti i fornitori di materie prime certificate <strong>la</strong> documentazione che attesta cheil fornitore abbia soddisfatto i criteri riguardanti i fornitori di materie prime.Nota: I criteri che il fornitore di materie prime certificate deve rispettare sono specificate da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestale o lo schemadi etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è effettuata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema, oppureda (ii) l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è effettuata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.3.3 Calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di materia prima certificata3.3.1 L'organizzazione deve calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> separatamente per ogni lotto di produzionesecondo <strong>la</strong> seguente formu<strong>la</strong>:VcPc [%] = •100Vc + VoPc Percentuale di materia prima certificataVc Materia prima certificataVo Altra materia primaNota 1: Le categorie <strong>del</strong>l'origine <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima incluse <strong>nel<strong>la</strong></strong> formu<strong>la</strong> di calcolo sono specificate da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>forestale o lo schema di etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo diusare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>lo schema, oppure da (ii) l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia èapplicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.Nota 2: Un sistema di <strong>certificazione</strong> e/o uno schema di etichettatura o <strong>la</strong> stessa organizzazione (vedi nota 1) possono definire i criteriper <strong>la</strong> materia prima neutrale. Quindi, il volume totale <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima è <strong>la</strong> somma <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima certificata, materia primaneutrale e altra materia prima. (Vt=Vc+Vo+Vn; dove Vt è <strong>la</strong> materia prima totale e Vn <strong>la</strong> materia prima neutrale).3.3.2 L'organizzazione deve calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> basandosi su un'unità di misura da utilizzareper tutte le materie prime incluse nel calcolo. In caso di conversione all'unità di misurazione usata per il calcolo,l'organizzazione deve usare soltanto metodi e proporzioni di conversione ufficiali. Se non esiste una proporzionedi conversione ufficiale adatta, l'organizzazione deve definire e usare una proporzione di conversione internacredibile e giusta.3.3.3 Se <strong>la</strong> materia prima in entrata include solo una parte di materie prime certificate allora solo <strong>la</strong> quantitàche, secondo <strong>la</strong> dichiarazione <strong>del</strong> fornitore, corrisponde al<strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> reale può essere inserita<strong>nel<strong>la</strong></strong> formu<strong>la</strong> di calcolo come materia prima certificata. Il resto <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima deve essere inserita nelcalcolo sotto <strong>la</strong> voce altre materie prime.3.3.4 L'organizzazione deve calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> secondo <strong>la</strong>:a) percentuale semplice oppureb) percentuale media mobile.3.3.5 L'organizzazione che applica <strong>la</strong> percentuale semplice di <strong>certificazione</strong> deve usare nel calcolo le materie primeincluse nel lotto di produzione specifico per il quale viene calco<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>. Il tempomassimo <strong>del</strong> periodo di calcolo in caso di percentuale semplice di <strong>certificazione</strong> equivale al periodo massimo definitoper il lotto di produzione e non deve superare tre mesi.3.3.6 L'organizzazione che applica <strong>la</strong> percentuale media mobile deve calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>per il lotto di produzione specifico usando <strong>la</strong> quantità di materie prime ottenute nel periodo di tempo precedentespecificato. Il tempo massimo <strong>del</strong> periodo di calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile non deve superare i 12 mesi.Nota: L'organizzazione, che ha scelto il metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile in 12 mesi, calco<strong>la</strong> <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> considerando <strong>la</strong>quantità di materie prime in entrata nei 12 mesi precedenti.124


PARTE TERZANORME3.4 Trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale calco<strong>la</strong>ta ai prodotti in uscita3.4.1 Metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale mediaL'organizzazione, che applica il metodo di percentuale media, deve usare <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> per tuttii prodotti facenti parte <strong>del</strong> lotto di produzione per cui è stato effettuato il calcolo.Nota 1: Non viene indicato nessun limite minimo per l'uso <strong>del</strong> metodo di percentuale media. Tuttavia, i singoli schemi di <strong>certificazione</strong>forestale o di etichettatura possono porre un limite minimo per l'uso <strong>del</strong><strong>la</strong> propria etichetta e/o dichiarazione.Nota 2: Se <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> per il lotto di produzione è ad es. 54% allora tutti i prodotti facenti parte di questo lotto diproduzione possono essere venduti come prodotti certificati che includono 54% di materie prime certificate.3.4.2 Metodo <strong>del</strong> credito di volume3.4.2.1 L'organizzazione che applica il metodo <strong>del</strong> credito di volume deve trasferire <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>al credito di volume <strong>nel<strong>la</strong></strong> singo<strong>la</strong> unità di misurazione dei prodotti in uscita facenti parte <strong>del</strong> lotto di produzione.Il credito di volume deve essere distribuito ai prodotti in uscita facendo sì che i prodotti certificati includano100% di materie prime certificate.Nota: Se <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong> lotto di produzione, consistente di 100 ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te di prodotto in uscita è <strong>del</strong> 54% allora 54ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te <strong>del</strong> prodotto in uscita possono essere vendute come prodotto certificato che include il 100% di materie prime certificate.3.4.2.2 L'organizzazione che non è capace di definire (i) una singo<strong>la</strong> unità di misurazione per tutti i prodotti inuscita <strong>del</strong> lotto di produzione oppure (ii) che include <strong>nel<strong>la</strong></strong> produzione lotti di prodotti con diverse proporzioni trail volume di materie prime in entrata (input) e il volume di prodotti in uscita (output), deve trasferire <strong>la</strong> percentualedi <strong>certificazione</strong> nel credito di volume separatamente per i prodotti con unità di misura o proporzione input/outputdiverse.3.4.2.3 L'organizzazione può accumu<strong>la</strong>re i crediti di volume creando una riserva di crediti, che può essere utilizzataper il successivo lotto di produzione. La riserva di crediti deve essere stabilita secondo quanto indicato nel capitolo3.4.2.2.3.4.2.4 La quantità totale di crediti cumu<strong>la</strong>ti <strong>nel<strong>la</strong></strong> riserva di crediti non può superare <strong>la</strong> somma di crediti entrati<strong>nel<strong>la</strong></strong> riserva nell'arco degli ultimi dodici mesi.3.5 Vendita di prodotti3.5.1 Quando l'organizzazione vende o trasferisce i prodotti certificati deve fornire al cliente documenti che attestino<strong>la</strong> conformità ai requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.Nota: I criteri <strong>del</strong> documento che attesta l'adempienza ai requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia sono specificati da (i) <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> forestaleo lo schema di etichettatura pertinente, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per lo scopo di usare etichette e/o dichiarazioni <strong>del</strong>loschema, oppure da (ii) l'organizzazione stessa, se <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia è applicata per l'uso <strong>del</strong>le proprie etichette e/o dichiarazioni.3.5.2 L'organizzazione deve garantire che i documenti d'accompagnamento di spedizione dei prodotti certificatiindichino chiaramente almeno le seguenti informazioni:a) identificazione <strong>del</strong>l'organizzazione,b) quantità <strong>del</strong><strong>la</strong> spedizione,c) data di spedizione / periodo di spedizione / periodo di registrazioned) categoria di origine (compresa <strong>la</strong> percentuale effettiva di materie prime certificate presenti nel prodottocertificato).3.5.3 Se l'organizzazione usa il logo, sia sul prodotto che al di fuori <strong>del</strong> prodotto, l'utilizzo deve rispettare i terminie le condizioni <strong>del</strong> contratto sull'uso <strong>del</strong> logo firmato dal utente-licenziatario e dal proprietario <strong>del</strong> copyright<strong>del</strong> logo o dal suo agente autorizzato.3.6 Fonti controverse3.6.1 L'organizzazione deve stabilire misure adeguate per garantire che nei prodotti certificati non siano presentimaterie prime da fonti controverse.3.6.2 L'organizzazione deve richiedere a tutti i fornitori di materie prime derivanti da foreste, che non siano c<strong>la</strong>ssificatecome materie prime certificate, almeno un'auto-dichiarazione firmata che garantisca che le materie primefornite non provengano da fonti controverse. L'organizzazione che ha firmato contratti con i suoi fornitori deveincludere una simile dichiarazione nei contratti.3.6.3 L'organismo deve valutare un potenziale rischio di acquisire materie prime da fonti controverse e, se esisteun alto rischio che le materie provengano da fonti controverse, stabilire un programma di verifica basato su controllia campione <strong>del</strong>le auto-dichiarazioni con un controllo di seconda o terza parte.Nota: La valutazione di un rischio potenziale, eseguita dall'organizzazione, dovrebbe essere basata a livello regionale /nazionale.125


3.6.4 L'organizzazione che acquista materie prime derivanti da specie minacciate e in via d'estinzione, c<strong>la</strong>ssificatedal CITES, deve rispettare tutte le norme definite dal CITES e altre rego<strong>la</strong>mentazioni nazionali e internazionali.Sezione 4: Requisiti minimi <strong>del</strong> Sistema di Gestione4.1 Requisiti generaliL'organizzazione deve applicare un sistema di gestione che sia in conformità con i seguenti elementi di questo documentonormativo, che assicura <strong>la</strong> corretta attuazione e il giusto mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia. Il sistemadi gestione deve essere appropriato al tipo, al<strong>la</strong> gamma e al volume di <strong>la</strong>voro svolto.Nota: Un sistema di gestione per <strong>la</strong> <strong>qualità</strong> di un'organizzazione (ISO 9001:2000) o un sistema di gestione ambientale (ISO 14001:1996)possono essere usati per soddisfare i requisiti minimi dei sistemi di gestione definiti in questo documento normativo.4.2 Responsabilità e autorità4.2.1 Responsabilità di gestione4.2.1.1 La Dirigenza <strong>del</strong>l'organizzazione deve definire e documentare il proprio impegno ad applicare e rispettarei requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia in conformità con questo documento normativo. L'impegno <strong>del</strong>l'organizzazionedeve essere reso chiaro al personale, ai fornitori, ai clienti e alle altre parti interessate.4.2.1.2 La Dirigenza <strong>del</strong>l'organizzazione deve nominare un membro <strong>del</strong><strong>la</strong> Direzione che, a prescindere da altre responsabilità,deve assumersi le totali responsabilità ed autorità riguardanti <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.4.2.1.3 La Dirigenza <strong>del</strong>l'organizzazione deve eseguire una revisione periodica <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia <strong>del</strong>l'organizzazionestessa e <strong>del</strong><strong>la</strong> conformità ai requisiti di questo documento.4.2.2 Responsabilità e autorità per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodiaL'organizzazione deve identificare il personale il cui <strong>la</strong>voro ha effetto sull'attuazione e sul mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>di custodia e deve stabilire responsabilità e autorità concernenti <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia:a) approvvigionamento di materie prime e identificazione <strong>del</strong>l'origine,b) <strong>la</strong>vorazione <strong>del</strong> prodotto che comprenda <strong>la</strong> separazione fisica o il calcolo di percentuale e il trasferimentodei risultati ai prodotti in uscita,c) vendita ed etichettatura <strong>del</strong> prodotto,d) gestione <strong>del</strong>le registrazioni,e) audit interni e controllo di non-conformità.Nota: La responsabilità e l'autorità concernenti <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, dichiarati qui sopra, possono essere cumu<strong>la</strong>te.4.3 Procedure documentateLe procedure <strong>del</strong>l'organizzazione per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia devono essere documentate. La documentazione <strong>del</strong><strong>la</strong><strong>catena</strong> di custodia deve comprendere almeno i seguenti elementi:a) descrizione <strong>del</strong> flusso di materie prime all'interno <strong>del</strong> processo di produzione,b) struttura organizzativa, responsabilità e autorità concernenti <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia,c) procedure per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, comprendenti tutti i requisiti di questo documento.4.4 Gestione <strong>del</strong>le registrazioni4.4.1 L'organizzazione deve stabilire e mantenere registrazioni per fornire prove di conformità con i requisiti e <strong>la</strong>sua efficienza e efficacia. L'organizzazione deve tenere almeno le seguenti registrazioni:a) registrazioni di tutti i fornitori di materie prime derivanti da foreste, incluse le informazioni che attestano <strong>la</strong>conformità ai requisiti da parte dei fornitori,b) registrazioni sull'acquisto di tutte le materie prime derivanti da foreste, incluse informazioni re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> loroorigine,c) registrazioni sul<strong>la</strong> vendita di tutti i prodotti derivanti da foreste, incluse informazioni re<strong>la</strong>tive alle origini dichiaratedi questi prodotti,d) registrazioni di audit interni, non-conformità verificatesi e le azioni correttive effettuate.4.4.2 L'organizzazione deve mantenere queste registrazioni per un periodo minimo di cinque anni.126


PARTE TERZANORME4.5 Gestione <strong>del</strong>le risorse4.5.1 Risorse umane / personaleL'organizzazione deve garantire che tutto il personale che svolge <strong>la</strong>vori inerenti all'attuazione e al mantenimento<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia sia competente e abbia <strong>la</strong> formazione, l'istruzione, le capacità e le esperienze appropriate.4.5.2 Attrezzature tecnicheL'organizzazione deve identificare, fornire e mantenere le infrastrutture e le attrezzature tecniche necessarieper l'applicazione e il mantenimento efficace <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia <strong>del</strong>l'organizzazione in conformità con i requisitidi questo documento normativo.4.6 Ispezione e controllo4.6.1 L'organizzazione deve condurre audit interni, ad intervalli di almeno un anno, che tengano in considerazionetutti i requisiti di questo documento normativo e stabiliscano misure correttive e, se necessario, preventive.4.6.2 La re<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>l'audit interno deve essere rivisto dal<strong>la</strong> Dirigenza <strong>del</strong>l'organizzazione almeno una voltaall'anno.127


Appendice 1:Specifica <strong>del</strong> Consiglio PEFC sull'origine per l'utilizzo di etichettae dichiarazioni PEFC(Obbligatoria per una organizzazione che utilizzi etichetta e dichiarazioni PEFC)IntroduzioneLa definizione <strong>del</strong>l'origine, tracciata da questa appendice, deve essere usata insieme ai requisiti <strong>del</strong> documento normativoquando l'organizzazione istituisce una <strong>catena</strong> di custodia per l'uso <strong>del</strong> logo e/o <strong>del</strong>le dichiarazioni PEFC.Materia prima certificata (Vc):Include materie prime a base di <strong>legno</strong> vendute come “certificate PEFC”:a) dal fornitore con un certificato di gestione forestale valido, emesso da un ente di registrazione/<strong>certificazione</strong>accreditato, valutato in conformità con i requisiti <strong>del</strong>lo schema di <strong>certificazione</strong> forestaleapprovato dal Consiglio PEFC,b) dal fornitore con un documento che conferma <strong>la</strong> sua adesione ad una regione o un gruppo con un certificatodi gestione forestale valido, come indicato in (a),c) dal fornitore con un certificato valido <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, emesso da un ente di registrazione/<strong>certificazione</strong>accreditato, valutato in conformità con questo documento normativo e usato insieme aquesta definizione d'origine <strong>del</strong>le materie prime <strong>del</strong> Consiglio PEFC o altre definizioni d'origine riconosciutedal Consiglio PEFC,d) dal fornitore con un documento che confermi <strong>la</strong> sua adesione ad un'organizzazione multi-sito con un certificatodi <strong>catena</strong> di custodia valido, come specificato in (c),e) dal fornitore senza certificato di <strong>catena</strong> di custodia, che trasferisce una materie prima / prodotto nel imbal<strong>la</strong>ggiooriginale, che ha ricevuto dal suo fornitore e il cui status di prodotto certificato può essere verificatosecondo i punti (a), (b), (c) o (d). In questo caso l'informazione sul prodotto deve includereun'identificazione <strong>del</strong> fornitore originale certificato e <strong>del</strong>lo status <strong>del</strong> prodotto certificato.Nota: I requisiti <strong>del</strong> Consiglio PEFC per enti certificatori/registrazione accreditati sono specificati nell'allegato 6 <strong>del</strong> Documento Tecnico<strong>del</strong> Consiglio PEFC. I certificati emessi dagli enti certificatori accreditati devono includere nome e/o logo <strong>del</strong>l'ente accreditato eil re<strong>la</strong>tivo numero d'accreditamento.Materie prime neutrali (Vn):Materie prime non <strong>legno</strong>se (ad es. fibre di piante d'origine agronomica e stracci), amido, pigmenti e <strong>legno</strong> raccoltoin ambienti urbani (<strong>legno</strong> urbano).Legno ricic<strong>la</strong>to e fibre ricic<strong>la</strong>te (<strong>legno</strong> e fibre post-consumo).Altre materie prime (Vo):Materie prime a base <strong>legno</strong>sa diverse da quelle indicate sotto le voci materie prime certificate e materie prime neutrali.Appendice 2:Implementazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodiacon riferimento a ISO 9001:2000(Informativa)L'organizzazione può applicare i requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia specificati in questo documento normativoall'interno <strong>del</strong> suo Sistema di Gestione per <strong>la</strong> Qualità stabilita secondo <strong>la</strong> ISO 9001:2000.L'integrazione dei requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia di questo documento normativo nel Sistema di Gestione per <strong>la</strong>Qualità ai sensi <strong>del</strong><strong>la</strong> ISO 9001:2000 è rappresentata in questa tabel<strong>la</strong>:Requisiti di ITA 1002 ISO 9001:2000Sezione 2: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo di separazione fisicaSezione 3: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo basato sul<strong>la</strong> percentualeSezione 4: Requisiti minimi <strong>del</strong> Sistema di Gestione4.2 Responsabilità e autorità4.2.1 Responsabilità di gestione 5.5.24.2.2 Responsabilità ed autorità 5.5.14.3 Procedure documentate4.4 Registrazioni4.2.1, 4.2.34.2.44.5 Gestione <strong>del</strong>le risorse4.5.1 Risorse umane / personale 6.24.5.2 Attrezzature tecniche 6.34.6 Ispezione e controllo48.2.2, 8.3, 8.5.2, 8.5.377128


PARTE TERZANORMEAppendice 3:Implementazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodiain riferimento a ISO 14001:1996(Informativa)L'organizzazione può applicare i requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, indicati in questo documento normativo, nel Sistemadi Gestione Ambientale <strong>del</strong>l'organizzazione stabilito secondo <strong>la</strong> ISO 14001:1996.L'integrazione dei requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia di questo documento normativo nel Sistema di GestioneAmbientale <strong>del</strong>l'organizzazione, ai sensi <strong>del</strong><strong>la</strong> ISO 14001:1996, è rappresentata in questa tabel<strong>la</strong>:Requisiti di ITA 1002 ISO 14001Sezione 2: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo di separazione fisicaSezione 3: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo basato sul<strong>la</strong> percentualeSezione 4: Requisiti minimi <strong>del</strong> Sistema di Gestione4.2 Responsabilità e autorità4.4.64.4.64.2.1 Responsabilità di gestione 4.4.14.2.2 Responsabilità ed autorità 4.4.14.3 Procedure documentate4.4 Registrazioni4.4.4, 4.4.54.5.34.5 Gestione <strong>del</strong>le risorse4.5.1 Risorse umane / personale 4.4.1, 4.4.24.5.2 Attrezzature tecniche 4.4.14.6 Ispezione e controllo4.5.2, 4.5.5Appendice 4:(Obbligatorio)IntroduzioneDefinizioniImplementazione di ITA 1002 in organizzazioni multi-sitoLo scopo di questa appendice è di stabilire linee guida per l'applicazione dei requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia inun'organizzazione con una rete di siti, assicurando da un <strong>la</strong>to, che <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> / registrazione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> dicustodia sia pratica e fattibile in termini economici e operativi e dall'altro <strong>la</strong>to, che <strong>la</strong> valutazione forniscaun'adeguata affidabilità <strong>nel<strong>la</strong></strong> conformità <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia. Un approccio multi-sito permette anchel'implementazione e <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia in un gruppo di piccole aziende indipendenti.Questa appendice include solo i requisiti necessari perché le organizzazioni multi-sito possano implementare i requisiti<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia di questo documento normativo. I requisiti e le linee guida per gli enti di <strong>certificazione</strong>/ registrazione per <strong>la</strong> valutazione e <strong>certificazione</strong> di un'organizzazione multi-sito sono descritti <strong>nel<strong>la</strong></strong> GuidaIAF all'Applicazione <strong>del</strong><strong>la</strong> ISO / IEC Guide 62:1996 e <strong>del</strong><strong>la</strong> ISO / IEC Guide 66:1996.Un'organizzazione multi-sito è considerata un'organizzazione con una sede centrale identificata (normalmente eda ora in poi definita “ufficio centrale”) nel quale vengono pianificate, control<strong>la</strong>te e gestite certe attività, e unarete di uffici locali o filiali (siti) in cui queste attività vengono pienamente o parzialmente compiute.Una tale organizzazione non ha bisogno di essere un'entità unica, tuttavia, tutti i siti devono avere un legame legaleo contrattuale con l'ufficio centrale <strong>del</strong>l'organizzazione ed essere subordinati ad una <strong>catena</strong> di custodia comuneche viene continuamente sottoposta a sorveglianza dall'ufficio centrale. Ciò significa che l'ufficio centrale ha ildiritto di applicare, se necessario, azioni correttive in qualsiasi sito. Nei casi in cui tale procedura sia applicabile,questo dovrebbe essere scritto sul contratto tra l'ufficio centrale e i siti.Esempi di possibili organizzazioni multi-sito sono:a) organizzazioni che operano in franchise,b) aziende con più filiali,c)un gruppo di aziende legalmente indipendenti.Nota: gruppo di aziende legalmente indipendenti significa una rete di piccole imprese indipendenti associate tra loro in modo da otteneree mantenere <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia per l'intero gruppo. L'ufficio centrale può essere un'associazione commercialeappropriata, oppure una qualsiasi altra entità con esperienza legale adatta, che è o nominata a questo scopo da un gruppo dimembri designati oppure che offre un servizio di gruppo gestito per lo scopo e in conformità con questo documento. L'ufficio centralepuò anche essere amministrato da un solo membro <strong>del</strong> gruppo.129


Criteri di eleggibilità per l'organizzazione multi-sitoLa <strong>catena</strong> di custodia <strong>del</strong>l'organizzazione deve essere amministrata a livello centrale e deve essere sottoposta aduna revisione centrale. Tutti i siti pertinenti (inclusa <strong>la</strong> sede <strong>del</strong>l'amministrazione centrale) devono sottoporsi alprogramma di audit interno <strong>del</strong>l'organizzazione ed devono essere sottoposti ad audit secondo tale programma, prima<strong>del</strong>l'inizio <strong>del</strong> processo di valutazione da parte <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong>/registrazione.Deve essere dimostrato che l'ufficio centrale <strong>del</strong>l'organizzazione ha istituito una <strong>catena</strong> di custodia in conformitàcon questo documento normativo e che l'intera organizzazione (inclusi tutti i siti) soddisfi i requisiti <strong>del</strong> documento.L'organizzazione deve essere capace di dimostrare <strong>la</strong> propria abilità nel raccogliere e analizzare dati da tutti i siti,inclusa <strong>la</strong> sede centrale, e l'autorità e l'abilità di avviare cambiamenti <strong>nel<strong>la</strong></strong> <strong>catena</strong> di custodia già in atto, se necessario.Funzione e responsabilità <strong>del</strong>l'ufficio centraleL'ufficio centrale <strong>del</strong>l'organizzazione multi-sito deve:a) garantire l'impegno a nome di tutta l'organizzazione multi-sito di stabilire e mantenere una <strong>catena</strong> di custodiain conformità con i requisiti di questo documento,b) fornire a tutti i siti leinformazioni e <strong>la</strong> guida necessari per l'applicazione efficace e il mantenimento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>di custodia in conformità con questo documento,c) garantire legami contrattuali o di organizzazione con tutti i siti aderenti all'organizzazione multi-sito, includendol'impegno dei siti di applicare e mantenere <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia in conformità con questo documentonormativo. Il contratto deve anche includere il diritto da parte <strong>del</strong>l'ufficio centrale di escludere qualsiasi sitodal<strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia <strong>del</strong>l'organizzazione multi-sito in caso di gravi non-conformitàcon questo documento,d) tenere un registro di tutti i siti che fanno parte <strong>del</strong>l'organizzazione multi-sito,e) avviare un programma audit interno, e sottoporre tutti i siti pertinenti ad audit (inclusa <strong>la</strong> stessa sede amministrativacentrale) secondo quel programma, prima che l'ente indipendente di <strong>certificazione</strong> / registrazioneinizi <strong>la</strong> sua valutazione,f) avviare una revisione <strong>del</strong><strong>la</strong> conformità dei siti in base ai risultati degli audit interni; stabilire misure correttivee preventive se necessario e valutare l'efficacia <strong>del</strong>le azioni correttive applicate.Funzioni e responsabilità dei sitiI siti collegati ad un'organizzazione multi-sito devono essere responsabili per:- l'applicazione e il mantenimento dei requisiti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia in conformità con questo documento normativo,- rispondere in modo efficace a tutte le richieste da parte <strong>del</strong>l'ufficio centrale o <strong>del</strong>l'ente di <strong>certificazione</strong> /registrazioneriguardo dati pertinenti, documentazioni o altre informazioni, collegate o meno a verifiche ispettiveformali, revisioni o altro,- fornire piena cooperazione e assistenza per poter completare in modo soddisfacente verifiche ispettive interne,revisioni, indagini di routine pertinenti o azioni correttive,- l'applicazione di azioni correttive e preventive stabilite dall'ufficio centrale.Responsabilità per l'implementazione dei requisiti di ITA 1002 in un'organizzazione multi-sitoRequisiti di ITA 1002 Ufficio centrale SitoSezione 2: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo di separazione fisicaSezione 3: Requisiti per <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia metodo basato sul<strong>la</strong> percentualeSezione 4: Requisiti minimi <strong>del</strong> Sistema di Gestione4.2 Responsabilità e autoritàSISI4.2.1 Responsabilità di gestione SI SI4.2.2 Responsabilità ed autorità NO (eccetto d. ed e.) SI4.3 Procedure documentate4.4 Registrazioni4.5 Gestione <strong>del</strong>le risorse4.5.1 Risorse umane / personaleNO (eccetto b.)NO (eccetto d.)SI (solo per attività fornite)SISISI4.5.2 Attrezzature tecniche4.6 Ispezione e controlloSISISISI130


PARTE TERZANORMEAppendice 5: Calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di materia prima certificata(Informativa)Nota: I capitoli di questa appendice seguono <strong>la</strong> numerazione <strong>del</strong><strong>la</strong> parte principale di questo documento normativo internazionale.Capitolo 3.1.2.3: Definizione <strong>del</strong> lotto di produzioneL'organizzazione deve identificare il lotto/i di produzione per cui è/sono calco<strong>la</strong>te le percentuali di <strong>certificazione</strong>.Il lotto di produzione deve essere identificato per prodotti specifici o gruppi di prodotti. L'organizzazione puòincludere in un lotto di produzione solo prodotti che costituiti dalle stesse materie prime.Tabel<strong>la</strong> 1: Esempio di definizione di un lotto di produzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodiaProdotti in uscitaMaterie prime in entrataLotto di produzione<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodiaSegati di abete rosso ASegati di abete rosso BSegati di abete rosso CCippato di abete rossoSegati di Pino ASegati di Pino BSegati di Pino CCippato di PinoSegatura di Pino /Abete rossoCorteccia di Pino / Abete rossoTronchi da sega di Abete rossoTronchi da sega di PinoTronchi da sega di Pino / Abete rossoProdotti di Abete rossoProdotti di PinoProdotti di Pino / Abete rossoCapitolo 3.3: Calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>L'azienda può usare due metodi per calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>: <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale semplice e <strong>del</strong><strong>la</strong>percentuale media mobile.Capitolo 3.3.5: Percentuale sempliceLa percentuale di <strong>certificazione</strong> per il lotto di produzione dichiarato è calco<strong>la</strong>to dal materiale incluso in quel lottodi produzione. L'organizzazione che applica questo metodo deve quindi calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong>(per esempio, per conoscere il volume totale di materie prime certificate ed altre materie prime) prima <strong>del</strong><strong>la</strong> venditao <strong>del</strong> trasferimento di qualsiasi prodotto <strong>del</strong> lotto di produzione.Capitolo 3.3.6: Percentuale media mobileLa percentuale media mobile è ottenuta usando <strong>la</strong> quantità di materie prime in entrata durante il periodo specificoprecedente al calcolo. Il periodo massimo di riferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile è di 12 mesi.Esempio di media mobile di tre mesi:La percentuale di <strong>certificazione</strong> per il lotto di produzione viene calco<strong>la</strong>ta dal volume di materie prime certificatee altre materie prime in entrata negli ultimi tre mesi.Nota: Quando l'organizzazione inizia con <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia e il periodo di riferimento temporale usato nel calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobileè più breve <strong>del</strong> periodo di riferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, il calcolo <strong>del</strong><strong>la</strong> media mobile viene effettuato considerando il volumedi materiale in entrata da quando è stata avviata <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia. Viene dato un esempio <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 2: La prima media mobile(mese 1) viene calco<strong>la</strong>ta basandosi solo sul volume di materiale in entrata nel mese 1, <strong>la</strong> seconda media mobile (mese 2) viene calco<strong>la</strong>tasolo dal volume di materiale in entrata dei mesi 1 e 2.131


Tabel<strong>la</strong> 2: Esempio di media mobile con un periodo di riferimento di tre mesi1 2 3 4 5 6 7 8 9Numero <strong>del</strong>primoperiodo dicalcoloVolume dimaterieprimecertificate inentrata(ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)*Volume dialtrematerieprime(ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)*Somma deivolumi dimaterieprimecertificateper i tremesiprecedenti(ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)Somma deivolumi dialtrematerieprime per itre mesiprecedenti(ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)Percentualemediamobile deitre mesi diriferimentoj=i Vc Vo Vc(3) Vo(3) Pc(3) Vpb Vcp (Vc%) Vcp (Vc%)i-2i-2Vcpi= VpbiVcp i = Vpb*Pc i i-1Vc(3)= Vc Vo(3)= Vo i Pc=Vc(3)ij=ij=i Vc(3)+Vo(3)C<strong>la</strong>imed %=Pci-1C<strong>la</strong>imed %=100%1 11 90 11 90 10,89% 70,72 12 90 23 180 11,33% 71,4 71,4 (10,89%) 7,78 (100 %)3 13 90 36 270 11,76% 72,1 72,1 (11,33%) 8,17 (100 %)4 14 90 39 270 12,62% 72,8 72,8 (11,76%) 8,56 (100 %)5 15 90 42 270 13,46% 73,5 73,5 (12,62%) 9,28 (100 %)6 16 90 45 270 14,29% 74,2 74,2 (13,46%) 9,99 (100 %)7 17 90 48 270 15,09% 74,9 74,9 (14,29%) 10,70 (100 %)8 18 90 51 270 15,89% 75,6 75,6 (15,09%) 11,41 (100 %)9 19 90 54 270 16,67% 76,3 76,3 (15,89%) 12,12 (100 %)10 20 90 57 270 17,43% 77 77 (16,67%) 12,84 (100 %)11 21 90 60 270 18,18% 77,7 77,7 (17,43%) 13,54 (100 %)Continuativo* I dati sul volume presentati <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> sovrastante sono solo esempiVolume dimaterialetotale inuscita <strong>del</strong>lotto diproduzione.(ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)*Volume di prodotti certificati (% dimaterie prime certificate dichiaratenel prodotto certificato)(ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)Metodo di mediapercentualeMetodo <strong>del</strong>credito di volumeEsempio di calcolo presentato <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 2:- [colonna 4] Il volume <strong>del</strong>le materie prime certificate è calco<strong>la</strong>to come somma <strong>del</strong> volume <strong>del</strong>le materie primecertificate in entrata nei tre mesi precedenti.Vc(3) 6= Vc 6+ Vc 5+ Vc 4; Vc(3) 6= 16 + 15 + 14 = 45 [ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te]- [colonna 5] Il volume di altre materie prime è calco<strong>la</strong>to come somma <strong>del</strong> volume di altre materie prime in entratanei tre mesi precedenti.Vo(3) 6= Vo 6+ Vo 5+ Vo 4; Vo(3) 6= 90 + 90 + 90 = 270 [ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te]- [colonna 7] La percentuale media mobile è calco<strong>la</strong>ta secondo <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> nel capitolo 3.3.1: Pc = Vc / [Vc + Vo]Pc 6= 100 * Vc(3) 6/ [Vc(3) 6+ Vo(3) 6] ; Pc 6= 100 * 45 / [45 + 270] = 14,29 [%]- [colonna 8] Il volume dei prodotti certificati, usando il metodo di percentuale media mobile per il lotto diproduzione <strong>del</strong> settimo (7) mese, è calco<strong>la</strong>to dal volume prodotto /venduto nel settimo mese (7) e l'ultimapercentuale media mobile (calco<strong>la</strong>ta nel sesto (6) mese). Il volume totale <strong>del</strong>le materie prime certificate èuguale al volume totale per lotto di produzione (Vcp 7= Vpb 7). La percentuale <strong>del</strong>le materie prime certificatedichiarate nei prodotti certificati è uguale all'ultima media mobile calco<strong>la</strong>ta (Dichiarata % = Pc 6 [%])Vcp = 74,9 ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te, Dichiarata % = 14,29 [%]L'organizzazione può vendere 74,9 ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te come prodotti certificati che includono il 14,29 % di materie primecertificate.Nota 1: Il periodo <strong>del</strong> lotto di produzione non deve necessariamente equivalere al periodo di calcolo, ma non deve superare il periododi calcolo.Nota 2: L'organizzazione può etichettare i prodotti certificati se il contenuto (percentuale) di materie prime presenti supera un limiteminimo definito dallo schema di <strong>certificazione</strong> e/o etichettatura che fornisce il logo.- [colonna 9] Il volume di prodotti certificati che usano il metodo <strong>del</strong> credito di volume per il lotto di produzione<strong>del</strong> settimo (7) mese è calco<strong>la</strong>to considerando il volume prodotto / venduto durante il settimo (7) mese el'ultima media mobile (calco<strong>la</strong>ta durante il sesto (6) mese). Il volume di materie prime certificate <strong>del</strong> lottodi produzione è uguale al volume totale <strong>del</strong> lotto di produzione dall'ultima media mobile calco<strong>la</strong>ta (Vcp 7 =Vpb 7 * Pc 6). La percentuale <strong>del</strong>le materie prime certificate dichiarate nei prodotti certificati corrispondesempre al 100 %.Vcp = 74,9 * 0.1429 = 10,70 ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te, Dichiarata % = 100 [%]132


PARTE TERZANORMECapitolo 3.4: Trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di materia prima certificata ai prodottiLa percentuale di <strong>certificazione</strong> deve essere calco<strong>la</strong>ta per il lotto di produzione e anche distribuita ai prodotti <strong>del</strong>lotto di produzione. Il lotto di produzione è definito dal suo contenuto (inclusi i prodotti) e anche dal periodo ditempo in cui i prodotti sono realizzati o venduti. Il periodo di tempo massimo per un lotto di produzione è di tre mesi.L'esempio <strong>del</strong> metodo di percentuale media e <strong>del</strong> metodo <strong>del</strong> credito di volume per un lotto di produzione di unmese è indicato <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 2, colonna 8 e 9.Capitolo 3.4.2.2: Sistema <strong>del</strong> credito di volumeSe l'organizzazione usa il sistema <strong>del</strong> credito di volume per il lotto di produzione che consiste di più prodotti e (i)non è capace di definire un'unità singo<strong>la</strong> di misurazione per tutti i prodotti facenti parte <strong>del</strong> lotto di produzione o(ii) i prodotti hanno proporzioni diverse tra 'volume <strong>del</strong>le materie prime in entrata' e 'volume dei prodotti in uscita',allora il trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> al credito di volume deve essere effettuato separatamenteper ogni/tutti prodotto/i <strong>del</strong> lotto di produzione che ha/hanno unità di misurazione o proporzioni in entrata/ in uscita diversi.La tabel<strong>la</strong> 3 indica una situazione in cui l'organizzazione ha incluso cinque tipi di prodotti nel lotto di produzione(pasta di cellulosa, carta A, carta B, carta C, carta D). Le proporzioni di volume in entrata / in uscita differisconotra pasta di cellulosa e carta A-D e perciò il trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> al credito di volumedeve essere effettuato separatamente per il prodotto pasta di cellulosa e i prodotti cartacei. La distribuzione <strong>del</strong>credito di volume tra i diversi prodotti carta viene decisa dall'organizzazione e dipende dal<strong>la</strong> richiesta dei clientidei prodotti certificati.Tabel<strong>la</strong> 3: Esempio <strong>del</strong><strong>la</strong> distribuzione <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale di <strong>certificazione</strong> credito di volumeContenuto <strong>del</strong> lottodi produzione(proporzione<strong>del</strong> volumein entrata/in uscita)Percentualedi <strong>certificazione</strong>Volume in uscita<strong>del</strong> lottodi produzioneCredito di certificatoDistribuzione <strong>del</strong>credito di all'interno<strong>del</strong> lotto diproduzione* 1Pasta di cellulosa(0.3)Carta A (0.25)Carta B (0.25)Carta C (0.25)Carta D (0.25)55%100t100t100t100t100t1* La distribuzione <strong>del</strong>le materie prime certificate tra i prodotti Carta A-D è decisa dall'organizzazione stessa.3.4.2.3. - 3.4.2.4 Accumu<strong>la</strong>zione dei crediti di volumeL'organizzazione può stabilire una riserva di crediti di volume per il gruppo di prodotti di uno specifico lotto di produzioneo per specifici prodotti <strong>del</strong> lotto di produzione se si applica il capitolo 3.4.2.4.55t220t55t100t70t50t0t133


Tabel<strong>la</strong> 4: Esempio di accumulo di crediti di volume (in ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)1 2 3 4 5Numero di lottodi produzionedi 1 meseiCredito di volumeper lottodi produzioneRiserva di credito= [3]i-1 - [5]i-1+[2]icondition:[3]i = [4]iRiserva di creditomassima1 0 0 0 02 7,78 7,78 7,78 03 8,17 15,95 15,95 04 8,56 24,51 24,51 05 9,28 33,79 33,79 06 9,99 43,78 43,78 07 10,7 54,48 54,48 08 11,41 65,89 65,89 09 12,12 78,01 78,01 010 12,84 90,85 90,85 011 13,54 104,39 104,39 012 16,32 120,71 120,71 013 15,33 136,04 136,04 014 16,54 144,8 144,80 515 8,05 144,68 144,68 1017 8,05 142,73 144,17 5018 23,41 116,14 158,30 50Esempio di calcolo mostrato <strong>nel<strong>la</strong></strong> tabel<strong>la</strong> 4 per il lotto di produzione <strong>del</strong> mese 15:• [colonna 2] include il credito di volume calco<strong>la</strong>to per il lotto di produzione <strong>del</strong> mese 1. (I valori per i mesi 1-11 sono presi dal<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> 2)• [colonna 3] La riserva di crediti è calco<strong>la</strong>ta come il risultato <strong>del</strong><strong>la</strong> riserva <strong>del</strong> mese precedente [colonna 3,mese 14] meno i crediti di volume usati nel mese precedente [colonna 5, mese 14] più il credito di volume calco<strong>la</strong>toper il mese corrente [colonna 2, mese 15].[3]14 - [5]14+[2]15 = 144,8 5 + 8,05 = 147,85 [ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te]La quantità totale accumu<strong>la</strong>ta <strong>nel<strong>la</strong></strong> riserva di credito non può superare i crediti di volume entrati nel creditodi volume nei precedenti dodici mesi [colonna 4 = 144,68] (capitolo 3.4.2.4)147,85>144,68, quindi <strong>la</strong> riserva di credito è 144,68 (ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te)• [colonna 4] <strong>la</strong> massima riserva di credito di volume è calco<strong>la</strong>ta come <strong>la</strong> somma dei crediti di volume entratinel calcolo dei crediti durante gli ultimi dodici mesi [colonna 2, mesi 4-15][4] = [2]4 + [2]5 + [2]6 + [2]7 + [2]8 + [2]9 + [2]10 + [2]11 + [2]12 + [2]13 + [2]14 + [2]15 == 8,56+9,28+9,99+10,7+11,41+12,12+12,84+13,54+16,32+15,33+16,54+8,05 == 144,68 [ton<strong>nel<strong>la</strong></strong>te]i-11S [2]iUnità di creditoutilizzate134


PARTE TERZANORMEAppendice 6: Specificazione <strong>del</strong>l'origine per i propositi <strong>del</strong>l'etichetta e le dichiarazioni<strong>del</strong> PEFC che coprono le materie prime ricic<strong>la</strong>te(Obbligatorio per le organizzazioni che desiderano che le affermazioni <strong>del</strong> PEFC coprano le materie prime ricic<strong>la</strong>te).1. IntroduzioneLa definizione di origine stabilita da questa Appendice deve essere usata insieme con i requisiti di questo standard seuna organizzazione mette in atto una <strong>catena</strong> di custodia per usare il logo PEFC e/o le dichiarazioni che coprono materieprime ricic<strong>la</strong>te.L'organizzazione deve calco<strong>la</strong>re e comunicare separatamente informazioni su:il contenuto di materie prime a base <strong>legno</strong>sa certificate PEFC (capitolo 2),il contenuto di materie prime ricic<strong>la</strong>te (capitolo 3).2. Dichiarazioni su materie prime a base <strong>legno</strong>sa certificate PEFC2.1 Materie prime certificate (Vc)(i)Materie prime a base <strong>legno</strong>sa vendute come “Certificate PEFC”:a) dal fornitore in possesso di un certificato di gestione forestale valido ri<strong>la</strong>sciato da un organismo di <strong>certificazione</strong>accreditato, in conformità con i requisiti <strong>del</strong>lo schema di <strong>certificazione</strong> forestale che è stato approvato dal ConsiglioPEFC;b) dal fornitore con il documento attestante <strong>la</strong> sua partecipazione a una regione o a un gruppo con un certificato digestione forestale valido come specificato in a);c) dal fornitore con un certificato di <strong>catena</strong> di custodia valido ri<strong>la</strong>sciato da un organismo di <strong>certificazione</strong> accreditato,in conformità con questo standard di <strong>catena</strong> di custodia usato insieme con questa definizione <strong>del</strong>l'origine<strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima <strong>del</strong> Consiglio PEFC o con una definizione riconosciuta dal Consiglio PEFC;d) dal fornitore con un documento attestante <strong>la</strong> partecipazione ad una organizzazione multi-sito con un certificatodi <strong>catena</strong> di custodia valido come specificato in c);e) dal fornitore senza certificato di <strong>catena</strong> di custodia, che trasferisce una materie prima / prodotto nel imbal<strong>la</strong>ggiooriginale, che ha ricevuto dal suo fornitore e il cui status di prodotto certificato può essere verificato secondoi punti (a), (b), (c) o (d). In questo caso l'informazione sul prodotto deve includere un'identificazione <strong>del</strong> fornitoreoriginale certificato e <strong>del</strong>lo status <strong>del</strong> prodotto certificato.Nota: I requisiti <strong>del</strong> Consiglio PEFC per enti certificatori/registrazione accreditati sono specificati nell'allegato 6 <strong>del</strong> Documento Tecnico<strong>del</strong> Consiglio PEFC. I certificati emessi dagli enti certificatori accreditati devono includere nome e/o logo <strong>del</strong>l'ente accreditato e il re<strong>la</strong>tivonumero d'accreditamento.2.2 Materie prime neutraliMaterie prime non <strong>legno</strong>se (ad es. fibre di piante d'origine agronomica e stracci), amido, pigmenti e <strong>legno</strong> raccolto inambienti urbani (<strong>legno</strong> urbano).2.3 Altre materie prime (Vo)Materie prime a base <strong>legno</strong>sa diverse da quelle indicate sotto le voci materie prime certificate e materie prime neutralinel capitolo 2.1 e 2.2.3. Dichiarazioni sulle materie prime ricic<strong>la</strong>te (Materia prima “Ricic<strong>la</strong>ta PEFC”)3.1 Materia prima certificata (Vc)(i) Materiale <strong>legno</strong>so e fibre post-consumo, ricavate direttamente da centri di ricic<strong>la</strong>ggio o da centri di raccolta:a) dove sono assenti agenti contaminanti non chimici,b) le cui caratteristiche chimiche sono note e sono conformi ai rego<strong>la</strong>menti esistenti per contaminazioni chimichequando e dove sono rilevanti.Nota 1: L'assenza di contaminanti non chimici, quali terra, cemento, pietre, stoffa, p<strong>la</strong>stica, gomma o metallo è assicurata da: (1) astensionedal<strong>la</strong> raccolta di contaminanti non chimici, (2) controllo visivo e rimozione dei contaminanti non chimici all'entrata dei rifiuti neicentri di pre-<strong>la</strong>vorazione e (3) controllo visivo e rimozione dei contaminanti non chimici all'entrata presso i trasformatori <strong>del</strong>le materie primerecuperate (unità di pannelli a base <strong>legno</strong>sa, fabbriche di pasta per carta, ecc). Specificazioni nazionali, quando e dove sono rilevanti,devono essere usate per <strong>la</strong> determinazione per <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva quantità di contaminanti non chimici (ad esempio il documento di specificazione<strong>del</strong> regno Unito PAS 104 pubblicato dal<strong>la</strong> British Standards Institution, BSI 2004).Nota 2: Dato che si sta ancora sviluppando <strong>la</strong> tecnologia per consentire all'utilizzatore <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima <strong>legno</strong>sa post-consumo di condurretest per individuare bassi contenuti di contaminanti chimici, le materie prime post consumo recuperate devono essere esaminateper individuare contaminazioni chimiche usando i metodi disponibili e a costi sostenibili.il valore limite di contaminazione chimica deve soddisfare i rego<strong>la</strong>menti vigenti. Altre specificazioni per <strong>la</strong> contaminazione chimica <strong>del</strong><strong>la</strong>materia prima <strong>legno</strong>sa post-consumo deve essere prese in considerazione se esistente e applicabile (ad esempio lo standard <strong>del</strong><strong>la</strong> FederazioneEuropea <strong>del</strong> Pannello riguardante l'uso <strong>del</strong> <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>to nei pannelli a base <strong>legno</strong>).135


(ii) Materie prime a base <strong>legno</strong> vendute come “ricic<strong>la</strong>te PEFC”:a) dal fornitore con un certificato di <strong>catena</strong> di custodia valido ri<strong>la</strong>sciato da un organismo di <strong>certificazione</strong> accreditato,in conformità con questo standard di <strong>catena</strong> di custodia usato insieme con questa definizione<strong>del</strong>l'origine <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima <strong>del</strong> Consiglio PEFC o con una definizione riconosciuta dal Consiglio PEFC;b) dal fornitore con un documento attestante <strong>la</strong> partecipazione ad una organizzazione multi-sito con un certificatodi <strong>catena</strong> di custodia valido come specificato in a);c) dal fornitore senza certificato di <strong>catena</strong> di custodia, che trasferisce una materie prima / prodottonell'imbal<strong>la</strong>ggio originale, che ha ricevuto dal suo fornitore e il cui status di prodotto certificato può essereverificato secondo i punti (a), (b), (c) o (d). In questo caso l'informazione sul prodotto deve includereun'identificazione <strong>del</strong> fornitore originale certificato e <strong>del</strong>lo status <strong>del</strong> prodotto certificato.Nota: I requisiti <strong>del</strong> Consiglio PEFC per enti certificatori/registrazione accreditati sono specificati nell'allegato 6 <strong>del</strong> Documento Tecnico<strong>del</strong> Consiglio PEFC. I certificati emessi dagli enti certificatori accreditati devono includere nome e/o logo <strong>del</strong>l'ente accreditato eil re<strong>la</strong>tivo numero d'accreditamento.3.2 Materie prime neutraliLe materie prime neutrali includono:(i) Materie prime non <strong>legno</strong>se (ad es. fibre di piante d'origine agronomica e stracci), amido, pigmenti e <strong>legno</strong> raccoltoin ambienti urbani (<strong>legno</strong> urbano).3.3 Altre materie primeMaterie prime a base <strong>legno</strong>sa diverse da quelle indicate sotto le voci materie prime certificate e materie prime neutralinel capitolo 3.1 e 3.2.4. Utilizzo dei metodi di <strong>catena</strong> di custodiaPer i propositi di affermazioni basati sul<strong>la</strong> definizione di origine di questa Appendice, l'organizzazione può usare iseguenti metodi di <strong>catena</strong> di custodia:(i) Separazione fisica (Sezione 2 <strong>del</strong>lo standard di <strong>catena</strong> di custodia),(ii)Basato sul<strong>la</strong> percentuale - metodo <strong>del</strong><strong>la</strong> percentuale media (Sezione 3 <strong>del</strong>lo standard di <strong>catena</strong> di custodia,escluso il capitolo 3.4.2).136


PARTE TERZANORMEDocumento NormativoRegole d’Uso <strong>del</strong> Logo PEFC28 ottobre 2005ALLEGATO 5Regole d'Uso <strong>del</strong> Logo PEFC1 OBIETTIVO2 SCOPO DELLA GUIDA ALL'USO DEL LOGO3 COPERTURA DEL LOGO PEFC4 PROPRIETA' E USO DEL LOGO5 RUOLO DEGLI ORGANISMI NAZIONALI PEFC7 UTILIZZO DEL LOGO7.1 Gruppi di Utilizzatori7.2 Usi Alternativi <strong>del</strong> Logo7.3 Soglia minima per l'uso <strong>del</strong> logo PEFC7.4 Affermazioni7.4.1 Requisiti minimi7.4.2 Utilizzo al di fuori <strong>del</strong> Prodotto - Informazioni supplementari volontarie7.4.3 Utilizzo sul Prodotto - Informazioni supplementari volontarie7.5 Approvazione dei diritti <strong>del</strong>l'utilizzo <strong>del</strong> logo7.5.1 Condizioni per l'Approvazione dei Diritti <strong>del</strong>l'Utilizzo <strong>del</strong> Logo7.5.2 Accordo per <strong>la</strong>Contratto di Licenza7.5.3 Sospensione <strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza d'uso <strong>del</strong> Logo7.6 Tassa d'uso <strong>del</strong> Logo7.7 Risoluzione <strong>del</strong>le Dispute8 REGISTRAZIONE DEL PEFC E SISTEMA DI CODIFICA8.1 Registro degli utilizzatori <strong>del</strong> logo8.2 Sistema di codifica <strong>del</strong> PEFC8.3 Controllo e Re<strong>la</strong>zione137


1 OBIETTIVOL'obiettivo di questo documento è quello di stabilire <strong>del</strong>le regole per l'uso <strong>del</strong> Logo PEFC per assicurare <strong>la</strong> tute<strong>la</strong>dei diritti <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> Logo PEFC e <strong>la</strong> trasparenza e credibilità <strong>del</strong>le dichiarazioni connesse al<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong>PEFC, al fine di evitare qualsiasi cattivo uso o incomprensione dei messaggi <strong>del</strong> PEFC.2 SCOPO DELLAGUIDAALL'USO DEL LOGOIl documento è stato adottato dall'Assemblea Generale <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC il 22 novembre 2002 e revisionato il31 ottobre 2003, il 29 ottobre 2004 e il 28 ottobre 2005.Il documento Regole per l'Uso <strong>del</strong> Logo PEFC stabilisce regole e le linee guida che:• specifichino chi è proprietario e gestore <strong>del</strong> logo stesso;• chi ha il diritto d'usare il logo PEFC ed il marchio commerciale;• che tipo di dichiarazioni sono incluse nel logo;• in quale tipo di comunicazione sul ed al di fuori <strong>del</strong> prodotto il logo può essere usato;• quali specifiche devono applicarsi a riguardo <strong>del</strong><strong>la</strong> riproduzione <strong>del</strong> logo in forme stampate e pubblicate.3 COPERTURADEL LOGO PEFCLo schema PEFC è uno schema di marcatura monotematica, le cui rivendicazioni riguardano solo <strong>la</strong> gestione forestalesostenibile (SFM), come definita e sottoscritta nei processi Intergovernamentali che promuovono <strong>la</strong> gestionesostenibile <strong>del</strong>le foreste (ad esempio: MCPFE, ITTO ecc.). Di conseguenza, escluso il <strong>legno</strong> e i prodotti a base <strong>legno</strong>sa,lo schema PEFC non riguarda rivendicazioni su altre materie prime. Lo schema PEFC non include rivendicazionipluritematiche o sull'analisi <strong>del</strong> ciclo di vita (LCA).4 PROPRIETA' E USO DEL LOGOIl logo PEFC è protetto da diritti d'autore ed è un marchio commerciale registrato, di proprietà <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>PEFC. Le iniziali “PEFC” sono coperte da diritti d'autore e sono registrate. L'uso non autorizzato di questo materialeè proibito e può comportare azioni legali. L'uso <strong>del</strong> logo PEFC è rego<strong>la</strong>to e gestito dal Consiglio <strong>del</strong> PEFC. In accordocon l'Articolo 10 <strong>del</strong>lo Statuto <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC può essere imposta una tassa per l'uso <strong>del</strong> logo.5 RUOLO DEGLI ORGANISMI NAZIONALI PEFCIn quanto soggetti a contratto con il Consiglio <strong>del</strong> PEFC, gli Organismi Nazionali PEFC:• hanno il permesso di utilizzare il logo per ragioni educative• hanno il compito di erogare licenze, con il benestare <strong>del</strong> Consiglio PEFC e se considerato necessario, in accordocon questa Guida all'Uso <strong>del</strong> Logo• hanno il compito di tenere un registro aggiornato di tutti gli utilizzatori <strong>del</strong> logo sul ed al di fuori <strong>del</strong> prodotto,<strong>del</strong>le licenze ri<strong>la</strong>sciate dall'Organismo Nazionale <strong>del</strong> PEFC e dei possessori <strong>del</strong> certificato (gestione forestalee <strong>catena</strong> di custodia) <strong>nel<strong>la</strong></strong> Nazione e trasferire le informazioni al Consiglio <strong>del</strong> PEFC in accordo con lespecifiche <strong>del</strong>ineate nelle Regole Interne <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC per il Sistema di Registrazione PEFC.• hanno il compito di predisporre “ La Conferma PEFC di Partecipazione in una Regione o Gruppo che possiedeun Certificato di Gestione Forestale” e render<strong>la</strong> disponibile nel/i linguaggio/i ufficiale/i <strong>del</strong> Paese, <strong>nel<strong>la</strong></strong> formastabilita dal Consiglio <strong>del</strong> PEFC o in un altro documento che è stato approvato dal Consiglio <strong>del</strong> PEFC, comeparte <strong>del</strong>lo schema di <strong>certificazione</strong> nazionale o sub-nazionale.6 COMPITO DEGLI ORGANISMI DI CERTIFICAZIONEL'organismo di <strong>certificazione</strong> pertinente è responsabile per il controllo <strong>del</strong>l'uso <strong>del</strong> Logo PEFC da parte di un utilizzatore<strong>del</strong> Logo appartenente al Gruppo B e C (vedi fig. 1) come parte <strong>del</strong>le visite di verifica <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione forestaleo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia.7 UTILIZZO DEL LOGO7.1 Gruppi di UtilizzatoriSono identificati quattro gruppi di utilizzatori <strong>del</strong> logo:Gruppo A - Con il benestare <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC e, se considerato necessario, soggetti ad un contratto scrittocon il Consiglio <strong>del</strong> PEFC, gli Organismi PEFC Nazionali possono utilizzare il logo a scopi educativi ed emettere licenze.138


PARTE TERZANORMEGruppo B - I proprietari ed i gestori forestali che hanno un certificato di gestione forestale valido o tutti i membrieleggibili partecipanti ad una <strong>certificazione</strong> regionale o di gruppo in possesso di un certificato di gestione forestalevalido (<strong>certificazione</strong> regionale o di gruppo). Il certificato di gestione forestale sarà emesso da un organismo di<strong>certificazione</strong> indipendente secondo i requisiti <strong>del</strong>l'Allegato 6 (Procedure di Certificazione e Accreditamento) edovrà affermare <strong>la</strong> sua conformità ai requisiti <strong>del</strong>lo schema di <strong>certificazione</strong> che è stato approvato dal Consiglio<strong>del</strong> PEFC.Nel Gruppo B, si possono considerare utilizzatori <strong>del</strong> logo le seguenti unità:• possessori di un certificato regionale• possessori di un certificato di gruppo (gruppo di proprietari forestali)• proprietari forestali individuali (come possessori di un certificato individuale o membri di una <strong>certificazione</strong>regionale o di gruppo)• altri attori partecipanti ad una <strong>certificazione</strong> forestale regionale o di gruppo (ad esempio ditte)Nelle unità regionali (sindacati, associazioni di gestori forestali, ecc.) e nei gruppi di proprietari forestali, i singoliproprietari forestali/gestori/altri attori partecipanti possono ottenere una licenza che deve essere ri<strong>la</strong>sciatadall'Organismo Nazionale PEFC (con il benestare <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC), ed è soggetto ad un contratto scritto conil Consiglio <strong>del</strong> PEFC.Gruppo C - Industrie collegate al<strong>la</strong> <strong>filiera</strong> forestale, (ad esempio ditte per il reperimento <strong>del</strong> legname, industrie<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, commercianti di legname, distributori, rivenditori ecc.) come possessori <strong>del</strong> certificatodi <strong>catena</strong> di custodia o partecipanti ad una <strong>certificazione</strong> di gruppo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia con re<strong>la</strong>tivo certificatovalido (<strong>certificazione</strong> di gruppo). Il certificato di <strong>catena</strong> di custodia sarà ri<strong>la</strong>sciato da un organismo di <strong>certificazione</strong>indipendente, che soddisfa i requisiti <strong>del</strong>l' Allegato 6 (Procedure di Certificazione e Accreditamento) ,e deve affermare <strong>la</strong> conformità con l' Allegato 4 (Certificazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Catena di Custodia <strong>del</strong> Legno) o con richiestenazionali, regionali o settoriali approvate dal Consiglio <strong>del</strong> PEFC.All'interno di una <strong>certificazione</strong> di gruppo di <strong>catena</strong> di custodia, le aziende individuali partecipanti possono ottenereil permesso individuale per l'utilizzo <strong>del</strong> Logo. Questo richiede <strong>la</strong> licenza, che deve essere ottenuta dal Consiglio<strong>del</strong> PEFC o dall'Organismo Nazionale <strong>del</strong> PEFC (con il benestare <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC), soggetto a un contrattoscritto con il Consiglio <strong>del</strong> PEFC.Gruppo D - Organizzazioni ed altri soggetti che intendono promuovere o pubblicizzare lo schema PEFC per soli scopieducativi, e che hanno l'autorizzazione <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC o <strong>del</strong>l'Organismo PEFC Nazionale in rappresentanza<strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC.Figura 1 - Organizzazione e Struttura <strong>del</strong> Sistema per l'Uso <strong>del</strong> Logo PEFC e <strong>del</strong> Registro <strong>del</strong>le InformazioniControllo e VerificaInternazionalePossibilità di ControlloControllo e VerificaNazionaleUso <strong>del</strong> Logo PEFC sul prodottoe al di fuori <strong>del</strong> prodottoConsiglio <strong>del</strong> PEFCPortale Internet con connessionialle informazioni <strong>del</strong> PEFC NazionaleOrganismo PEFC NazionaleBanca dati <strong>del</strong>le unità certificatee degli utilizzatori <strong>del</strong> Logo PEFC.Trasmissione <strong>del</strong>le informazionial Consiglio <strong>del</strong> PEFC.Uso <strong>del</strong> Logo PEFCal di fuori <strong>del</strong> prodottoGruppo BProprietari/GestoriForestali• unità regionali• gruppi di proprietari• finanziarie forestali• altri attoriCertificato di GestioneForestale con Numero diRegistro richiesto+ Numero di registrazione<strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza d'Uso <strong>del</strong> LogoGruppo CIndustrie Forestali,Commercianti &DistributoriCertificato di Catena diCustodia con Numero diRegistro richiesto+ Numero di registrazione<strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza d'Uso <strong>del</strong> LogoGruppo AOrganismi PEFC NazionaliPromozione e pubblicità <strong>del</strong>PEFC per ragioni educative+ Numero di registrazione<strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza d'Uso <strong>del</strong> LogoGruppo DAltri soggettiOrganizzazioni o organismidisposti ed autorizzatia promuoveree pubblicizzare il PEFCper ragioni educative+ Numero di registrazione<strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza d'Uso <strong>del</strong> Logo139


7.2 UsiAlternativi <strong>del</strong> LogoIl logo PEFC e il marchio commerciale forniscono informazioni che collegano le materie prime di un prodotto compostoda materiali di origine forestale e le foreste gestite in maniera sostenibile, come definito dai processi intergovernamentaliche promuovono <strong>la</strong> gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste, e certificate in maniera indipendente secondoi requisiti <strong>del</strong>lo schema PEFC. Se il contenuto di materie prime ricic<strong>la</strong>te PEFC è verificato dal<strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia,il logo PEFC deve essere usato in associazione al simbolo <strong>del</strong> Ciclo di Mobius.1L'uso <strong>del</strong> simbolo Mobius Loop deve seguire i requisiti indicati nel capitolo 7.8 <strong>del</strong> manuale ISO 14021 .Esempio di utilizzo <strong>del</strong> logo PEFC insieme al simbolo <strong>del</strong> Ciclo di MobiusX%X%PEFC-01-00-01PEFC-01-00-01Quando si utilizza il Logo PEFC, devono essere soddisfatti i seguenti prerequisiti:• Il Logo PEFC deve essere riprodotto secondo le misure, colori e altre specifiche riportate nel Kit di Riproduzione<strong>del</strong> Logo PEFC.TM• Devono essere incluse le dichiarazioni <strong>del</strong> marchio PEFC .• Deve essere incluso il numero di registrazione <strong>del</strong><strong>la</strong> licenza <strong>del</strong> Logo.• Il simbolo di Mobius deve essere usato insieme al logo PEFC se il contenuto di materie prime ricic<strong>la</strong>te PEFC èusato per raggiungere <strong>la</strong> soglia percentuale minima.Un prodotto PEFC può portare il logo PEFC senza dichiarazioni, ma è consigliabile che le preveda. Il logo PEFC puòessere usato con o senza rivendicazioni in due modi differenti:Uso sul prodottoL'utilizzo sul prodotto copre l'uso <strong>del</strong> Logo PEFC corre<strong>la</strong>to o riferito al prodotto certificato PEFC che soddisfi <strong>la</strong> sogliaminima per le materie prime certificate PEFC e materie prime ricic<strong>la</strong>te PEFC. L'utilizzo sul prodotto comprende:• l'uso sui prodotti stessi (senza imbal<strong>la</strong>ggio), prodotti con l'imbal<strong>la</strong>ggio individuale, in container, ecc. o sugrandi casse, ecc. usati per il trasporto dei prodotti stessi;l'uso sul<strong>la</strong> documentazione associata al prodottocertificato (ad esempio fatture, documenti di trasporto, pubblicità, brochure, ecc.) quando l'uso <strong>del</strong> LogoPEFC è riferito allo specifico prodotto certificato.Uso al di fuori <strong>del</strong> prodottoL'utilizzo al di fuori <strong>del</strong> prodotto copre l'uso <strong>del</strong> Logo PEFC che non è connesso o non fa riferimento ad uno specificoprodotto certificato PEFC. Questo comprende l'uso in brochure, pamphlet, cancelleria, ecc. per promuovere,inter alia, l'uso di prodotti con il marchio PEFC o per aumentare <strong>la</strong> consapevolezza generale sugli scopi e propositi<strong>del</strong> PEFC sul<strong>la</strong> gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste o riguardo al<strong>la</strong> politica di approvvigionamento <strong>del</strong>le ditte e obiettivi,gestione forestale o <strong>certificazione</strong> di <strong>catena</strong> di custodia, ecc.Gruppo di utilizzatoriCategoria 1Categoria 2Categoria 3Categoria 4UsiAlternativiRivendicazionisul prodottoNONONONORivendicazionial di fuori <strong>del</strong> prodottoSISISISI7.3 Soglia minima per l'uso <strong>del</strong> logo PEFCIl Logo PEFC può essere usato sul prodotto se <strong>la</strong> somma <strong>del</strong> contenuto di materie prime certificate PEFC e di materieprime ricic<strong>la</strong>te PEFC, verificate con <strong>la</strong> <strong>catena</strong> di custodia, supera <strong>la</strong> soglia minima <strong>del</strong> 70%.1ISO 14021:1999 Etichette e dichiarazioni ambientali - Autodichiarazioni ambientale (Tipo II etichettatura ambientale)140


PARTE TERZANORME7.4 Affermazioni7.4.1 Requisiti minimiNell'uso sul e al di fuori <strong>del</strong> prodotto, il Logo <strong>del</strong> PEFC deve essere riprodotto rispettando le misure, i colori e le altrespecifiche indicate nel Kit di Riproduzione <strong>del</strong> Logo PEFC. Devono essere incluse le dichiarazioni <strong>del</strong> marchioTMcommerciale (PEFC ) e il Numero di Registrazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza <strong>del</strong> Logo.Tutti gli utilizzatori dovrebbero fare uso di informazioni addizionali facoltative come descritte nei capitoli 7.4.2 e7.4.3.7.4.2 Utilizzo al di fuori <strong>del</strong> Prodotto - Informazioni supplementari volontarieNell'utilizzo <strong>del</strong> Logo sul prodotto, l'utilizzatore può allegare in aggiunta informazioni volontarie sull'etichetta.Queste informazioni potrebbero includere il seguente elemento:Elemento 1 - L'appropriata dichiarazione PEFC è inclusa sotto il Logo e dovrebbe essere come segue:“www.pefc.org”o“Promuoviamo <strong>la</strong> gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste - per maggiori informazioni: www.pefc.org”oppure“Promuoviamo <strong>la</strong> gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste e il ricic<strong>la</strong>ggio - per maggiori informazioni: www.pefc.org7.4.3 Utilizzo sul Prodotto - Informazioni supplementari volontarieNell'utilizzo <strong>del</strong> Logo sul prodotto, l'utilizzatore può allegare in aggiunta informazioni volontarie sull'etichetta.Queste informazioni possono includere i seguenti elementi:Elemento 1 - il numero di registrazione <strong>del</strong> certificato di gestione forestale o <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> rintracciabilità.Elemento 2 - l'appropriata dichiarazione PEFC:• Nei casi in cui il <strong>legno</strong> proviene da foreste coperte da un certificato di gestione forestale sostenibile valido o<strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di <strong>catena</strong> di custodia è basata sul<strong>la</strong> segregazione fisica e tutte le fasi precedenti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>catena</strong>di custodia sono anch'esse basate sul<strong>la</strong> segregazione fisica e il contenuto in <strong>legno</strong> certificato è <strong>del</strong> 100%, allora<strong>la</strong> rivendicazione leggibile sull'etichetta dietro il logo sarà <strong>la</strong> seguente:“Da foreste gestite in maniera sostenibile - Per maggiori informazioni: www.pefc.org”.• nei casi in cui <strong>la</strong> <strong>certificazione</strong> di <strong>catena</strong> di custodia è basata sul metodo percentuale (metodi <strong>del</strong><strong>la</strong> percentualemedia e/o crediti di volume) o separazione fisica (quando le condizioni per <strong>la</strong> dichiarazione “Da forestegestite in maniera sostenibile” non sono soddisfatte), <strong>la</strong> dichiarazione sull'etichetta o sotto al logo dovrebbeessere come segue:“Promuoviamo <strong>la</strong> gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste Per maggiori informazioni: www.pefc.org”Le rivendicazioni ufficiali sono scritte in inglese, ma sono consentite le traduzioni, se e nelle modalità approvatedal Consiglio <strong>del</strong> PEFC.Elemento 3 - Il nome o le lettere di riconoscimento <strong>del</strong>l'organismo di <strong>certificazione</strong> accreditato che ha erogato ilCertificato di Catena di Custodia.Elemento 4 - Il possessore <strong>del</strong> certificato può anche scegliere di usare il logo proprio <strong>del</strong>l'organismo di <strong>certificazione</strong>o il proprio marchio in aggiunta al logo PEFC.Elemento 5 - Un produttore di un prodotto PEFC può aggiungere in maniera facoltativa una descrizione <strong>del</strong> prodottoqualora voglia informare su altre proprietà <strong>del</strong><strong>la</strong> materia prima, come ad esempio l'origine <strong>del</strong><strong>la</strong> materia primanon certificata. E' consigliabile che <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>l'origine sia basata sia su sistemi di gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>qualità</strong> comel'ISO 9001 che su sistemi di gestione ambientale come l'ISO 14001 o l'EMAS. Il contenuto <strong>del</strong><strong>la</strong> descrizione <strong>del</strong>prodotto può essere, il seguente:• materia prima a base di <strong>legno</strong> certificata PEFC o materia prima a base di <strong>legno</strong> certificata da altri schemi riconosciutidal Consiglio <strong>del</strong> PEFC• altro <strong>legno</strong>/fibre primari compatibili PEFC• altro <strong>legno</strong>/fibre primari• fibre di <strong>legno</strong> ricic<strong>la</strong>te• contenuto totale di materia prima <strong>legno</strong>sa141


DichiarazioneCriteri per l'uso <strong>del</strong>le dichiarazioni <strong>del</strong> PEFCDa foreste gestite inmaniere sostenibilePromuoviamo <strong>la</strong>gestione sostenibile<strong>del</strong>le forestePromuoviamo <strong>la</strong>gestione sostenibile<strong>del</strong>le forestee il ricic<strong>la</strong>ggioContenuto di materieprime certificate PEFC100%=70%Contenuto di materieprime ricic<strong>la</strong>te PEFC(verificate dal<strong>la</strong>Catena di Custodia)0%0%=70%Metodo di Catena di CustodiaadottatoSeparazione fisica(Applicato nell'intera<strong>filiera</strong> dalle foresteal prodotto che porta<strong>la</strong> dichiarazione)Metodi percentuali o separazionefisica (quando lecondizioni per <strong>la</strong> dichiarazione“Da foreste gestitein maniera sostenibile”non sono soddisfatte)Basato sul metodo <strong>del</strong><strong>la</strong>percentuale media o sul<strong>la</strong>separazione fisica7.5 Approvazione dei diritti <strong>del</strong>l'utilizzo <strong>del</strong> logo7.5.1 Condizioni per l'Approvazione dei Diritti <strong>del</strong>l'Utilizzo <strong>del</strong> LogoUn'azienda, ditta o individuo deve ottenere una licenza ufficiale dal Consiglio <strong>del</strong> PEFC o dall'Organismo PEFC Nazionaleper conto <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC, prima di stampare, pubblicare o usare altrimenti il logo PEFC senza tenerconto <strong>del</strong>l'Utilizzo di Gruppo <strong>del</strong> Logo o dei diversi utilizzi <strong>del</strong> logo (sul o al di fuori <strong>del</strong> prodotto).Il Consiglio <strong>del</strong> PEFC o l'Organismo PEFC Nazionale verifica che il richiedente abbia depositato tutti i documenti richiestiper analisi e che tutti i prerequisiti <strong>del</strong> PEFC sull'uso <strong>del</strong> logo e sul<strong>la</strong> sua riproduzione siano soddisfatti:• i richiedenti appartenenti al Gruppo B sottoporranno una copia <strong>del</strong> certificato di gestione forestale valido.Quando è ri<strong>la</strong>sciata una licenza d'uso <strong>del</strong> Logo ad un partecipante ad una <strong>certificazione</strong> di gestione forestaleregionale/di gruppo, deve essere chiaramente mostrato <strong>nel<strong>la</strong></strong> domanda, che il richiedente in questione stapartecipando all'interno di una definita unità regionale o di gruppo con un certificato di gestione forestale valido.La domanda conterrà <strong>la</strong> copia di un documento che attesta <strong>la</strong> partecipazione ad una <strong>certificazione</strong> regionaleo di gruppo (ad esempio il ri<strong>la</strong>scio di un attestato dall'organismo di <strong>certificazione</strong> pertinente o “LaConferma <strong>del</strong> PEFC <strong>del</strong><strong>la</strong> Partecipazione ad una Regione o Gruppo possessori di un Certificato di Gestione Forestale”o altro documento indicato nello schema di <strong>certificazione</strong> forestale approvato e mutuamente riconosciuto).Se sussiste un qualsiasi dubbio che il richiedente partecipi o no ad una <strong>certificazione</strong> regionale o digruppo con un certificato valido, il possessore <strong>del</strong> certificato deve risolvere <strong>la</strong> questione facendo riferimentoal<strong>la</strong> sua lista dei partecipanti. Qualora fosse necessaria una qualsiasi verifica, <strong>la</strong> lista deve essere disponibileper l'organismo di <strong>certificazione</strong> che ha certificato il possessore.• Il richiedente <strong>del</strong> Gruppo C sottoporrà una copia <strong>del</strong> certificato di <strong>catena</strong> di custodia valido.Quando una licenza d'uso <strong>del</strong> logo è ri<strong>la</strong>sciata per un sito che fa parte di un organizzazione multi-sito certificata(comprendente un partecipante a un gruppo certificato di identità legali indipendenti), deve essere dimostratochiaramente <strong>nel<strong>la</strong></strong> domanda, che il richiedente in questione è parte <strong>del</strong>l'organizzazione multi-sitocon un certificato di <strong>catena</strong> di custodia valido. La domanda deve includere una copia <strong>del</strong> documento che attesta<strong>la</strong> partecipazione all'organizzazione multi-sito con il certificato di <strong>catena</strong> di custodia. Ogni verifica richiestapuò essere ottenuta direttamente presso l'organismo di <strong>certificazione</strong> che ha certificato il possessore<strong>del</strong> certificato.Se l'organizzazione multi-site comprende siti in più di una nazione, deve essere presentata una domanda per<strong>la</strong> licenza d'uso <strong>del</strong> logo a ciascuno degli Organismi Nazionali PEFC pertinente per ogni sito che richiede <strong>la</strong> licenza,oppure se non è presente un Organismo Nazionale PEFC <strong>la</strong> domanda deve essere presentata al Consiglio<strong>del</strong> PEFC.7.5.2 Contratto di LicenzaIl Consiglio <strong>del</strong> PEFC o l'Organismo Nazionale <strong>del</strong> PEFC conferma, per iscritto, il ri<strong>la</strong>scio <strong>del</strong><strong>la</strong> licenza <strong>del</strong>l'uso <strong>del</strong>Logo ad un richiedete e facendo così fornisce il Numero di Registrazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza per l'Uso <strong>del</strong> Logo PEFC al richiedente.Il contratto di Licenza deve essere firmato da ambo le parti. Il Consiglio <strong>del</strong> PEFC o l'Organismo Nazio-142


PARTE TERZANORMEnale <strong>del</strong> PEFC fornisce, inoltre, al richiedente il Kit per <strong>la</strong> Riproduzione <strong>del</strong> Logo <strong>del</strong> PEFC e control<strong>la</strong> che l'utilizzo<strong>del</strong> Logo sia conforme ai principi e alle linee guida stabilite.7.5.3 Sospensione <strong>del</strong><strong>la</strong> Licenza d'uso <strong>del</strong> LogoIl Consiglio <strong>del</strong> PEFC o l'Organismo Nazionale <strong>del</strong> PEFC si riserva il diritto di sospendere <strong>la</strong> licenza d'uso <strong>del</strong> Logo <strong>del</strong>PEFC qualora l'utilizzatore sia sospettato di fare un uso scorretto <strong>del</strong> Logo o non conforme ai principi, le regole e irequisiti <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong> PEFC. Se, dopo un'indagine, il sospetto si rivelerà fondato, <strong>la</strong> licenza d'uso <strong>del</strong> Logo saràcancel<strong>la</strong>ta.7.6 Tassa d'uso <strong>del</strong> LogoLe regole <strong>del</strong> pagamento per l'utilizzo <strong>del</strong> Logo sono decise dal Consiglio d'Amministrazione <strong>del</strong> PEFC.7.7 Risoluzione <strong>del</strong>le DisputeLa risoluzione <strong>del</strong>le dispute sull'uso <strong>del</strong> logo PEFC è attuata in accordo alle regole fissate nel Documento Tecnico<strong>del</strong> PEFC, capitolo 10. L'Assemblea Generale <strong>del</strong> PEFC si riserva l'ultima decisione in merito a tali questioni. 8.REGISTRAZIONE DEL PEFC E SISTEMA DI CODIFICA8.1 Registro degli utilizzatori <strong>del</strong> logoÈ responsabilità <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC e dall'Organismo Nazionale <strong>del</strong> PEFC, che ri<strong>la</strong>scia licenze per conto <strong>del</strong> Consiglio<strong>del</strong> PEFC, mantenere un registro aggiornato di tutti gli utilizzatori <strong>del</strong> logo sul ed al di fuori <strong>del</strong> prodotto acui è stata ri<strong>la</strong>sciata <strong>la</strong> licenza. L'Organismo PEFC Nazionale è responsabile <strong>del</strong><strong>la</strong> trasmissione dei dati al Consiglio<strong>del</strong> PEFC.È responsabilità <strong>del</strong>l'Organismo PEFC Nazionale mantenere un registro aggiornato di tutti i tito<strong>la</strong>ri di certificati digestione forestale e di <strong>catena</strong> di custodia a livello nazionale. L'Organismo PEFC Nazionale è responsabile <strong>del</strong><strong>la</strong> trasmissionedei dati al Consiglio <strong>del</strong> PEFC. Comunque, nel caso di certificazioni regionali o di gruppo, il tito<strong>la</strong>re <strong>del</strong>certificato di gestione forestale regionale o di gruppo deve avere <strong>la</strong> lista dettagliata dei proprietari forestali partecipanti.Qualora fosse necessaria una verifica, <strong>la</strong> lista dovrà essere resa disponibile dall'organismo di <strong>certificazione</strong>che ha certificato il tito<strong>la</strong>re <strong>del</strong> certificato.Se un'organizzazione multi-sito, con un certificato di <strong>catena</strong> di custodia, è dislocata in più di una nazione, allora <strong>la</strong>registrazione di tutti i siti deve essere fatta dall'organismo Nazionale PEFC <strong>del</strong><strong>la</strong> nazione dove è registrata <strong>la</strong> sedecentrale, o dal Consiglio <strong>del</strong> PEFC qualora non ci fosse l'Organismo Nazionale. L'Organismo Nazionale PEFC che ri<strong>la</strong>scia<strong>la</strong> licenza ad un sito situato in una nazione diversa da quel<strong>la</strong> dove è situato l'ufficio centrale, deve fornire tuttele informazioni necessarie all'Organismo Nazionale PEFC (o al Consiglio Nazionale PEFC) responsabile per <strong>la</strong> registrazione.Le specifiche per le registrazioni degli utilizzatori <strong>del</strong> logo e dei tito<strong>la</strong>ri <strong>del</strong> certificato di gestione forestale e <strong>del</strong><strong>la</strong>rintracciabilità, e l'ampiezza <strong>del</strong>le informazioni trasmesse è <strong>del</strong>ineata nelle Regole Interne <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>PEFC per il Documento <strong>del</strong> Sistema di Registrazione.8.2 Sistema di codifica <strong>del</strong> PEFCIl Sistema di Codifica <strong>del</strong> PEFC è specificato nelle Regole Interne <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC per il Documento <strong>del</strong> Sistemadi Registrazione.8.3 Controllo e Re<strong>la</strong>zioneL'uso <strong>del</strong> logo PEFC è soggetto al controllo da parte <strong>del</strong>l'Organismo PEFC Nazionale.La Segreteria <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC fornisce resoconti periodici sul numero di tito<strong>la</strong>ri di certificati di gestione forestalee di <strong>catena</strong> di custodia e degli utilizzatori <strong>del</strong> logo, per gruppo, per Paese e per tipo d'uso <strong>del</strong> logo (sul o aldi fuori) <strong>del</strong> prodotto basati sui resoconti realizzati individualmente dagli Organismi PEFC Nazionali. L'ampiezzadei dati e il resoconto sottoposto dagli Organismi PEFC Nazionali al Consiglio <strong>del</strong> PEFC è specificato nelle RegoleInterne <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> PEFC per il Documento <strong>del</strong> Sistema di Registrazione.143


Finito di stampare nel mese di marzo 2006 presso Arti Grafiche Padovane di Saonara (Padova)


In col<strong>la</strong>borazione conda<strong>la</strong>lINNOVAZIONE ESVILUPPO IMPRESACNA di Padova - TECNA soc. cons. a r.l.Via Croce Rossa, 56 - 35129 PadovaTel. 049.8062236 fax 049.8062200dalboscoalmobile@pd.cna.itwww.pd.cna.it/dalboscoalmobile

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