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IL GRANDE BLUFF VEIt HEINIcHEN: cENSURAtO ... - Konrad

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cinemaTre film a confrontoIl ritorno dell’impegnoDopo anni di assenza, un severo professore del Connecticutritorna a New York nel suo appartamento: lo trova occupato dadue immigrati clandestini. Il soggetto di un mediocre telefilmdi serie Z? Invece diventa una parabola sulla tolleranza umanadavanti al razzismo. Uscito in America nel 2007 con buonsuccesso, The Visitor non trovava un cane disposto a distribuirloin Italia ed è arrivato poco fa grazie alla neonata Bolero Film.Al suo secondo lungometraggio, il regista Thomas McCarthy(visto recitare in Good Night, and Good Luck) realizza un piccologioiello: mai pedante o banale, L’ospite inatteso è sobrio, acutoe delicato, tenero ma anche ironico, scalda testa e cuore consemplicità, pudore e totale assenza di retorica nella regia e nellasceneggiatura. Bellissimo, ed estremamente coerente, il finale.Un quartetto di formidabili attori da applauso incondizionatoimpreziosiscono il film: il semisconosciuto Richard Jenkins (vistoqualche mese fa in Burn after reading) delinea un uomo cheaffronta la vita come un anonimo visitatore, la magnetica HiamAbbass (straordinaria protagonista de Il giardino di limoni)illumina ogni scena in cui è presente, Haaz Sleiman e DanaiJekesai Gurira sono accattivanti e credibili. Il mio consiglio? Nonperdete questo piccolo grande film, una delle migliori opere dicritica sociale che il grande schermo abbia offerto di recente.E sul fronte del cinema civile una lietissima sorpresa è statopure The Millionaire: dopo l’indimenticabile Trainspotting del1996, il cinquantenne regista di Machester Danny Boyle creaun’altra perfetta macchina da spettacolo, stavolta ambientatain India. Un giovane orfano degli slums di Bombay, per farbreccia nel cuore della ragazza che ama e ha perduto, partecipaall’edizione indiana di “Chi vuol esser Milionario” e, davanti adun pubblico sbalordito, sotto le luci abbaglianti dello studio,il diciottenne Jamal è all’ultima domanda e può vincere 20milioni di rupie. Arrestato perché sospettato d’imbrogliare,Jamal viene interrogato dalla polizia e allora le domandedell’investigatore e del quiz televisivo si aprono in flash backsulla travagliata infanzia e la movimentata adolescenza di Jamal.Anche se Boyle non rinuncia ai suoi virtuosismi di regia, prevaleuno sguardo indignato per le enormi ingiustizie della societàindiana contemporanea. Apprezzabile soprattutto la primaparte del film, un viaggio rabbioso e visionario nella povertàdi Mumbai contrapposta alle nuove e sfacciate ricchezze. Ilfinale favolistico (con tanto balletto in omaggio alle sonoritàdell’indiana Bollywood) non incrina il tono generale di impegnoche fa di The Millionaire uno dei migliori film usciti nel 2008.E chi ha detto che il cinema di animazione deve creare soloprodotti commerciali per bambini e ragazzini? Basta vederel’israeliano Valzer con Bashir per rendersi conto che ancheun tema difficilissimo può essere realizzato con la tecnica deicartoni animati. Prodotto da Israele, Germania, Francia e USA,il film è uno spaventoso viaggio negli incubi dei militari chehanno rimosso dalla mente ogni ricordo di quanto accaddeoltre vent’anni fa. Il regista Ari Folman (diciannovenne all’epocadei fatti narrati) indaga sulle cause della perdita di memoriapropria e di alcuni suoi ex commilitoni. La brutta storia inizianel giugno 1982, quando Israele invade il Libano col pretestodi proteggere i suoi insediamenti nel nord della Palestina,l’esercito israeliano invade Beirut e i guerriglieri palestinesi, condonne e bambini, fuggono. La forza internazionale (francesi,inglesi e italiani) garantisce l’evacuazione e poi si ritira lasciandocampo libero ai falangisti cristiani libanesi che entrano a direttocontatto con la popolazione civile dei campi profughi di Sabra eChatila. Il 14 settembre 1982 muore in un attentato il presidenteneo-eletto Bashir Gemayel, leader del partito di estrema destraKatã‘eb conosciuto anche come La Falange. Due giorni dopo,inizia il massacro a Sabra e Chatila. L’allora Ministro della Difesaisraeliano Sharon impedisce ai propri soldati di intervenire elascia mano libera ai falangisti per compiere l’eccidio: centinaiae centinaia di morti (3.000 secondo le fonti palestinesi) tra icivili. Secondo la Carta di Norimberga, la IV Convenzione dell’Aiae di Ginevra del 12/8/1949, l’accaduto rientra nel “crimine digenocidio”. Il film parte in sordina, al tavolo di un bar in Israele,ma poi si chiuderà con uno choc. Nel bar, un amico raccontaal regista Ari un terrificante incubo in cui si trova alle calcagnaventisei cani furiosi, Ogni notte lo stesso sogno. I due uominiintuiscono un nesso con la guerra in Libano a cui parteciparonoentrambi, ma Ari è sorpreso da quanto poco ricorda e decidedi esplorare il mistero, rintracciando i vecchi commilitoni ingiro per il mondo. Il viaggio iniziatico attraverso immaginireali e oniriche si conclude con una condanna senza appellocontro l’assurdità e l’inutilità di tutte le guerre. La capacità diraccontare con rigore e poesia una tragedia come quella diSabra e Chatila del “settembre nero” 1982 colpisce gli spettatorie alcune immagini sono dure come un calcio nello stomaco. Coltremendo massacro che sta avvenendo nella striscia di Gaza,Valzer con Bashir si rivela di scottante attualità e l’esercitoisraeliano non ci fa una gran bella figura. Presentato al Festival diCannes 2008, arrivato sugli schermi italiani grazie alla Lucky Red,è in lizza per l’Oscar quale miglior film straniero.Gianni Ursini20° Trieste Film Festival22 <strong>Konrad</strong> ottobre 2008Che James Joyce fosse, oltre a un grande scrittore, anche un cinematografaro, non lo sapeva quasinessuno. E per fortuna ci hanno pensato gli organizzatori del 20° Trieste Film Festival (già Alpe AdriaCinema), con una mostra a Palazzo Costanzi visitabile ogni giorno fino al 10 febbraio (10-13 e 17-20).Dove si può osservare l’avventura imprenditoriale joyciana: nel 1909, colpito dalle tante salecinematografiche esistenti a Trieste, inaugurò il primo cinema di Dublino, chiamandolo AlessandroVolta. E nella serata di mercoledì 14 gennaio all’Ariston, l’operatore Paolo Venier si è presentato propriocon una macchina cinematografica dell’epoca, funzionante e completa di arco voltaico e manovella:nella sala stracolma, i cortometraggi muti di cento anni fa, alla velocità di 16 fotogrammi al secondo(l’attuale è di 24 ma nei film TV arriva a 28), con i soggetti più diversi, dalla comica finale al dramma finoal fantastico puro dagli strepitosi effetti speciali che nulla invidiano a quelli odierni. Ma il 15 gennaio,all’Excelsior è partita la kermesse vera e propria, con il film fuori concorso di Madonna Filth and Wisdom(Oscenità e saggezza). Io ero scettico, ma mi sono ricreduto: girato a Londra nel 2007, protagonistaEugene Hütz (leader della band Gogol Bordello), racconta sogni e aspirazioni di un aspirante musicista, un professore scrittorecieco e due immigrate russe. Madonna porta sullo schermo molti elementi della sua lunga carriera, dai tentativi per emergere nellaNew York dei primi anni ‘80 fino agli attuali traguardi: un film brillante e vivace, con una splendida colonna sonora. Dal 16 gennaio,rassegne dedicate al cinema greco, al regista triestino Giacomo Gentilomo, alla Polonia di Walerian Borowczyk, senza dimenticareil nucleo principale: numerosi recentissimi lungometraggi, corti e documentari dei Paesi dell’Europa centro orientale. Alla fine, unbilancio positivo e auguri di lunga vita al Trieste Film Festival.G.U.

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