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sottoposta la vita dell'uomo sulla terra, e solo in parte al di fuori di ...

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STORIA Riccardo De Sanctis, Per una breve storia del<strong>la</strong> nozione <strong>di</strong> <strong>vita</strong>l’uomo che egli immag<strong>in</strong>a ha un’anima e un corpo, afferma <strong>di</strong> voler procedere <strong>al</strong>lo stu<strong>di</strong>oseparato prima dell’uno e poi dell’<strong>al</strong>tra, per mostrare <strong>al</strong><strong>la</strong> f<strong>in</strong>e come le due componenti sicollegh<strong>in</strong>o.Suppongo – scrive – che il corpo non sia <strong>al</strong>tro che una statua o una macch<strong>in</strong>a <strong>di</strong> <strong>terra</strong>, che Dio hamodel<strong>la</strong>to <strong>di</strong> proposito per render<strong>la</strong> il più possibile simile a noi: <strong>in</strong> maniera che non soltanto lefornisce <strong>al</strong>l’esterno il colore e <strong>la</strong> forma <strong>di</strong> tutte le nostre membra, ma le mette anche <strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno tuttii pezzi necessari per far <strong>in</strong> modo che camm<strong>in</strong>i, che mangi, che respiri, e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e che imiti tutte quellenostre funzioni che si può immag<strong>in</strong>are provengano d<strong>al</strong><strong>la</strong> materia, e non <strong>di</strong>pendono che d<strong>al</strong><strong>la</strong><strong>di</strong>sposizione degli organi 3 .Per Cartesio l’uomo non è <strong>al</strong>tro che una macch<strong>in</strong>a, rego<strong>la</strong>ta d<strong>al</strong>le leggi del<strong>la</strong> fisica, che hacome motore un c<strong>al</strong>ore, un “fuoco senza luce” situato nel cuore. L’anima, l’io che pensa,collocata nel cervello, è completamente separata d<strong>al</strong> corpo e non serve a farlofunzionare; <strong>la</strong> materia e il pensiero costituiscono due sostanze ben <strong>di</strong>st<strong>in</strong>te.Cartesio immag<strong>in</strong>a un corpo composto <strong>di</strong> parti aventi ciascuna una propria funzione eutilità, secondo una concezione che era già <strong>di</strong> G<strong>al</strong>eno. Ma il filosofo francese non faricorso ad <strong>al</strong>cuna facoltà misteriosa del<strong>la</strong> natura per far funzionare le parti del corpoumano, che per lui seguono semplicemente le leggi del<strong>la</strong> meccanica. Si tratta <strong>di</strong> unavisione, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, chiaramente du<strong>al</strong>istica e meccanica, che dom<strong>in</strong>erà d<strong>al</strong> Seicento <strong>in</strong> poigran <strong>parte</strong> del<strong>la</strong> scienza.Tuttavia, se ci riflettiamo, <strong>la</strong> concezione aristotelica sembra paradoss<strong>al</strong>mente più vic<strong>in</strong>a<strong>al</strong><strong>la</strong> nostra esperienza rispetto a quel<strong>la</strong> cartesiana. Certo, essa prevede, per spiegare ilvivente, l’esistenza dell’anima: un’ipotesi che <strong>la</strong> scienza contemporanea, a <strong>parte</strong> qu<strong>al</strong>cherara eccezione, rifiuta. Sta <strong>di</strong> fatto, però, che le due visioni del<strong>la</strong> <strong>vita</strong>, pur essendo assai<strong>di</strong>verse tra loro giungono curiosamente – come fa notare Pichot 4– a negare unaspecificità <strong>al</strong><strong>la</strong> <strong>vita</strong> <strong>in</strong> sé: per Cartesio tutto si riduce a una fisica meccanica, e tra il corpo,o sostanza estesa, e l’anima, o sostanza pensante, non c è uno spazio per il vivente <strong>in</strong> sé;per Aristotele <strong>la</strong> natura è quasi “animata”, ed è <strong>di</strong>fficile separare nettamente il viventeda quello che vivente non è. Bisognerà attendere <strong>la</strong> seconda metà dell’Ottocento perché<strong>la</strong> concezione del vivente cambi ra<strong>di</strong>c<strong>al</strong>mente: con <strong>la</strong> teoria dell’evoluzione <strong>di</strong> Darw<strong>in</strong> – eprima <strong>di</strong> lui con l’opera spesso sottov<strong>al</strong>utata <strong>di</strong> Lamarck – e poi con gli sviluppi del<strong>la</strong>teoria cellu<strong>la</strong>re, dell’istologia e dell’embriologia. E, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, con l’applicazione del metodosperiment<strong>al</strong>e anche <strong>al</strong><strong>la</strong> me<strong>di</strong>c<strong>in</strong>a.3 Cartesio, Pr<strong>in</strong>cipia philosophiae (1644), tr. it. Franco Angeli, Mi<strong>la</strong>no 1953, p. 807.4 A. Pichot, op. cit., p. 8.58

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