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1 università degli studi di pisa facoltà di scienze matematiche ...

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Sessioni d’esamePer ogni anno accademico sono previste tre sessioni d’esame: la prima fra lafine del primo semestre e l’inizio del secondo; la seconda alla fine del secondosemestre; la terza nel mese <strong>di</strong> settembre. Le date <strong>di</strong> inizio e <strong>di</strong> fine del primo esecondo semestre e delle sessioni <strong>di</strong> esami e dei perio<strong>di</strong> riservati alle attività <strong>di</strong>campagna vengono stabilite, per ciascun anno accademico, dal Consiglio <strong>di</strong>Corso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o e rese note agli studenti nel Calendario <strong>di</strong>dattico pre<strong>di</strong>sposto,insieme alla programmazione <strong>di</strong>dattica del Corso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o, per ciascun annoaccademico. Non è consentito sostenere esami <strong>di</strong> profitto al <strong>di</strong> fuori dei perio<strong>di</strong>in<strong>di</strong>cati nel Calendario <strong>di</strong>dattico.TirocinioE’ previsto un periodo <strong>di</strong> formazione (stage o tirocinio) presso un ente esterno,pubblico o privato , o presso una struttura dell’Università <strong>di</strong> Pisa, <strong>di</strong> durataminima complessiva <strong>di</strong> 225 ore pari a 9 CFU.Valutazione dell’appren<strong>di</strong>mentoCon riferimento al Regolamento <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> Ateneo, la valutazione del profittoviene effettuata tramite esami scritti e/o orali. L’attribuzione dei cre<strong>di</strong>ti per leattività <strong>di</strong> laboratorio, gli stage e i tirocini formativi sono attribuiti alla finedell’attività, in base alle presenze (almeno il 70%) e dell’esito delle prove initinere o del test finale.Riconoscimento dei cre<strong>di</strong>ti pregressi o acquisiti presso altre struttureLa Commissione Didattica del Consiglio <strong>di</strong> Corso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o istruisce e valutasia le richieste <strong>di</strong> trasferimenti da altra sede che la trasformazione delle carrieredel vecchio or<strong>di</strong>namento in CFU delle carriere della laurea Magistrale delnuovo or<strong>di</strong>namento, previa domanda da presentare alle Segreterie Studenti.4. Prospetto delle attività formative e loro <strong>di</strong>stribuzione nei due anni delCorso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>oNei due anni <strong>di</strong> frequenza, lo studente dovrà sostenere almeno3 corsi caratterizzanti (CAR) da 9 cfu,3 corsi caratterizzanti (CAR) da 6 cfu (in alternativa 2 altri corsi da 9 cfu),2 corsi affini o integrativi (AI) da 6 cfu,2 corsi liberi (LIB) da 6 cfu,7


1 tirocinio da 9 cfu,1 tesi <strong>di</strong> laurea da 42 cfu,per un totale <strong>di</strong> 120 cre<strong>di</strong>ti formativi universitari.Nel corso del I anno lo studente deve sostenere3 esami da 9 cfu e4 o 5 esami da 6 cfu (LIBERI, CAR, AI)I corsi da 9 cfu sono previsti per la maggior parte nel primo semestre del primoanno.Tali corsi prevedono: una consistente attività <strong>di</strong> terreno o laboratorio e laredazione <strong>di</strong> una relazione finale in lingua inglese che concorre alla valutazione<strong>di</strong> profitto dell’esame finale.Lo studente del primo anno deve sostenere almeno tre esami a scelta da 9 cfu(27 CFU totali) <strong>di</strong> cui uno in ambito Geologico (GEO/02, 03) uno in ambitogeologico-applicativo (GEO/ 04, 05) ed uno in ambito Mineralogico-Petrologico (GEO/06, 07, 08).Questo permette una grande flessibilità nella definizione <strong>di</strong> piani <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e<strong>degli</strong> orientamenti in<strong>di</strong>viduali, pur garantendo la completezza dellapreparazione <strong>di</strong> base che deve necessariamente coprire più ambiti <strong>di</strong>sciplinari.La libertà nella scelta <strong>degli</strong> orientamenti in<strong>di</strong>viduali implica la necessità <strong>di</strong> unprogramma <strong>di</strong> attività ben definito fino dall’inizio. Per questo entro la fine <strong>di</strong><strong>di</strong>cembre del I semestre lo studente deve scegliere un argomento <strong>di</strong> tesi econcordare, con il relatore un piano <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> da sottoporre alla CommissioneDidattica.La Commissione Didattica valuterà il piano <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> entro la metà del meseseguente, in modo che lo studente, il cui piano <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> sia eventualmenterespinto, abbia il tempo <strong>di</strong> prepararne uno <strong>di</strong>verso prima dell’inizio del IIsemestre.I piani <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o i cui esami siano interamente definiti nell’ambito dell’offertaformativa del Corso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o, purché la loro <strong>di</strong>stribuzione rispetti glior<strong>di</strong>namenti ministeriali*, sono automaticamente approvati. Gli altri dovrannoessere vagliati dalla commissione <strong>di</strong>dattica.Nel corso del II anno lo studente deve sostenere2 o 3 esami da 6 cfu (LIBERI, CAR, AI)Completare il tirocinio che si consiglia <strong>di</strong> avviare a partire dalla pausa estivatra primo e secondo anno, de<strong>di</strong>carsi al lavoro <strong>di</strong> tesi.*Per sod<strong>di</strong>sfare i requisiti ministeriali, ogni piano <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> deve prevedere almeno 6 cfu in ciascunodei tre gruppi <strong>di</strong> materie caratterizzanti ( GEO 1-2-3; GEO 4-5; GEO 6-7-8-9).8


Distribuzione temporale dei corsiI annoI semestreAlmeno 2 o 3 esami a scelta da 9 cfu (27 CFU) <strong>di</strong> cui almeno uno in ambitoGeologico (GEO/02 03), uno in ambito geologico applicativo ( GEO/04, 05) eduno in ambito Mineralogico-Petrologico (GEO/06, 07, 08). Di seguito sonoriportati i corsi da 9 CFU attivati nel corrente anno accademicoIl corso <strong>di</strong> Geo<strong>di</strong>namica verrà svolto nel secondo semestre.Ambito Geologico(da 9 cfu)Se<strong>di</strong>mentologia, GEO/02Ambito Mineralogico-Petrologico(da 9 cfu)Analisi mineralogiche, GEO/06Geo<strong>di</strong>namica, GEO/03Petrologia, GEO/07Ambito Geologico - applicativo(da 9 cfu)Geotermia, GEO/08Geomorfologia Applicata, GEO/04Geologia Applicata all’ambiente, GEO/05Un esame affine o integrativo da 6 CFU a scelta tra:Attività Integrative (AI) da 6 cfuGeopedologiaComplementi <strong>di</strong> matematica e fisicaII SemestreCorsi caratterizzanti da 6 cfu tra cui un esame libero da 6 cfu a scelta tra quellielencati sotto o coerente con il piano <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>9


Attività caratterizzanti (CAR) da 6 cfuComplementi <strong>di</strong> geologia strutturaleComplementi <strong>di</strong> paleontologia dei vertebratiCristallografiaFisica del VulcanismoGeochimica applicata alla vulcanologiaGeochimica e geo<strong>di</strong>namicaGeo<strong>di</strong>namicaGeologia economicaGeologia dei basamenti cristalliniPaleontologia e geologia del QuaternarioPaleontologia stratigraficaPetrografia regionaleRilevamento geologico tecnicoTettonicaVulcanologia regionaleGEO/03GEO/01GEO/O6GEO/08GEO/08GEO/07-GEO/08GEO/03GEO/09GEO/03GEO/01GEO/01GEO/07GEO/05GEO/03GEO/08Un esame (6 cfu) a scelta tra:Attività integrative (AI) da 6 cfuPetrofisica (GEO/07)A partire dalla pausa estiva tra il primo ed il secondo anno, si consiglia <strong>di</strong>avviare le attività <strong>di</strong> tirocinio.I semestreII annoAlmeno 2 esami da 6 cfu (LIBERI, CAR, AI)Attività caratterizzanti (CAR) da 6 CFUCristallochimicaIdrogeologiaPetrografia ApplicataAttività integrative (AI) da 6 cfuGeofisica applicataGEO06GEO05GEO09AIAI10


Termo<strong>di</strong>namica per geologiGeotecnicaAIAITirocinio 9 cfuTesi 42 cfu (prevede una intensa ed autonoma attività <strong>di</strong> terreno e/o <strong>di</strong>laboratorio)5. Propedeuticità e obblighi <strong>di</strong> frequenzaNon è possibile sostenere esami della Laurea Magistrale se si è iscritti sottocon<strong>di</strong>zione in attesa <strong>di</strong> conseguire la Laurea Triennale. E’ previsto l’obbligo <strong>di</strong>frequenza per tutte le attività <strong>di</strong> Laboratorio e <strong>di</strong> campagna. Saranno adottateforme <strong>di</strong> flessibilità per gli studenti portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap, per gli studentilavoratori e per quelli impegnati negli organi collegiali. L’eventuale obbligo <strong>di</strong>frequenza ai Corsi <strong>di</strong> insegnamento verrà specificato nell’ambito dellaprogrammazione <strong>di</strong>dattica annuale.6. Prova finale per il conseguimento del titoloLa prova finale, condotta sotto la supervisione <strong>di</strong> uno o più docenti del Corso<strong>di</strong> Laurea Magistrale, è intesa ad accertare il livello culturale e il grado <strong>di</strong>autonomia raggiunto dal can<strong>di</strong>dato.L’esame <strong>di</strong> Laurea consiste nella <strong>di</strong>scussione davanti ad una Commissioneufficiale <strong>di</strong> una tesi costituita da un elaborato originale, completo <strong>di</strong> testo,riferimenti bibliografici, tabelle, figure, carte geologiche etc., su un temaspecifico che rientri in uno o più settori <strong>di</strong>sciplinari che caratterizzano il Corso<strong>di</strong> Laurea Magistrale. Ad ogni laureando verrà assegnato un controrelatoreufficiale al quale dovrà essere consegnata la tesi <strong>di</strong> laurea in tempo utile perapportarvi le eventuali correzioni che il controrelatore potrebbe richiedere.Le attività per la prova finale, corrispondenti a 42 CFU, coprono un arcotemporale <strong>di</strong> circa sei mesi a tempo pieno, <strong>di</strong>stribuiti tra il II semestre del Ianno ed il II anno.Cosa fare per sostenere l’esame <strong>di</strong> laurea?Adempimenti amministrativi (Segreterie Studenti – Via Buonarroti):11


• Iscriversi all’appello <strong>di</strong> laurea, almeno 30 giorni prima dell’iniziodell’appello, attraverso “Alice, il portale dei servizi on-line per gli studenti”all’in<strong>di</strong>rizzo http://www.studenti.unipi.it.Per le informazioni complete consultare il sitohttp://www.unipi.it/studenti/segreterie/esame_laurea2.htm_cvt.htm• Consegnare, insieme alla domanda, o al massimo 15 giorni primadell’appello <strong>di</strong> laurea, la fotocopia del libretto universitario (ad eccezione dellepagine vuote). Insieme alla fotocopia deve essere comunque presentato il librettooriginale che verrà timbrato e restituito;• Consegnare la tesi <strong>di</strong> laurea o, nel caso <strong>di</strong> tesi elettronica (Progetto ETD), ilfrontespizio scaricato <strong>di</strong>rettamente dal programma.Sia le tesi che il frontespizio devono essere firmati in originale sia dallo studenteche dai relatori.Adempimenti per il Corso <strong>di</strong> Laurea:• Consegnare 40 giorni prima della laurea, al Presidente della Commissione <strong>di</strong>Laurea, Prof. M. Rosi o al Dott. R. Albani (Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra,II piano), il riassunto dattiloscritto della tesi (max 2 pagine), controfirmato dalrelatore, e la “scheda personale” (reperibile presso il Dott. Albani). Il riassunto(italiano) e l’Abstract (inglese) dovranno essere obbligatoriamente inseritiall’inizio della tesi.• Consegnare al Presidente o al Dott. Albani, 30 giorni prima della laurea,una copia cartacea della tesi per essere sottoposta alla revisione delcontrorelatore designato dal Presidente stesso. Il controrelatore provvederàentro 15 giorni a far pervenire allo studente le sue osservazioni segnalando glieventuali cambiamenti e/o integrazioni che lo studente dovrà apportare primadell’esame finale.• Consegnare il poster della tesi 3 giorni prima della laurea.Calendario esami <strong>di</strong> laurea. Ci sono un minimo <strong>di</strong> sei appelli per anno: due tragennaio e aprile, due estivi e due autunnali. Le date <strong>degli</strong> appelli sono reperibiliconsultando il libretto guida del Corso <strong>di</strong> Laurea, il sito Internet delDipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra (www.dst.unipi.it), la bacheca dellaSegreteria studenti o quella del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra.La votazione finale per le tesi <strong>di</strong> laurea magistrale risulta dalla formula:La commissione <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 110 punti. Il voto <strong>di</strong> Laurea viene assegnato sullabase della valutazione ponderata (tenendo cioè conto dei CFU) dei votiassegnati per le <strong>di</strong>verse attività formative che comportano una votazione in30/esimi e del risultato dell’esame <strong>di</strong> laurea, con l’esclusione della possibilità<strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione della prima. La valutazione ponderataespressa in 110/esimi viene ottenuta utilizzando la seguente formula:12


Somma (ciascun voto in 30esimi * relativi CFU)----------------------------------------------------------------- *3.6769dove 69 è la somma dei CFU assegnati alle attività con voto.Al risultato, arrotondato all’unità, possono essere aggiunti da 0 a 10 punti per illavoro <strong>di</strong> tesi presentato.E’ possibile proporre la lode a can<strong>di</strong>dati il cui curriculum sia particolarmentemeritevole e che, quin<strong>di</strong>, abbiano un punteggio finale (compreso quello perl’esame <strong>di</strong> laurea) almeno uguale a 110/110. La proposta <strong>di</strong> lode dovrà in ognicaso essere votata e approvata all’unanimità dalla Commissione d’esame.7. Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureatiI laureati potranno esercitare attività nei seguenti campi:- programmazione e progettazione <strong>di</strong> interventi geologici e coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>strutture tecnico- gestionali;- cartografia geologica <strong>di</strong> base;- cartografia tematica per la pianificazione e gestione del territorio;- indagini preventive e in corso d’opera per la progettazione geologica <strong>di</strong>supporto a gran<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> ingegneria;- analisi geologiche in funzione della prevenzione dei rischi geologici, edambientali;- analisi <strong>degli</strong> aspetti geologici della valorizzazione, gestione e tutela dei beninaturalistici;- analisi e modellizzazione dei sistemi e dei processi geoambientali;- reperimento e gestione sostenibile delle risorse idriche, geotermiche e termali;- valorizzazione dei geomateriali naturali e <strong>degli</strong> analoghi <strong>di</strong> sintesi;- caratterizzazione e certificazione dei materiali geologici <strong>di</strong> interesseindustriale e commerciale;- ricerca teorica ed applicata nei vari settori <strong>di</strong> pertinenza delle Scienze dellaTerra. presso le Università e gli Enti <strong>di</strong> Ricerca- esercizio della libera professione <strong>di</strong> Geologo.- geologo <strong>di</strong> enti statali e locali;Il corso prepara alle seguenti professioni:co<strong>di</strong>ce3.1.1.1.1 Tecnici geologici3.1.1.3.5 Tecnici esperti in applicazioni3.1.1.1.3 Tecnici del risparmio energetico e delle energie rinnovabili3.1.2.2.2 Tecnici minerari13


3.1.2.5.2 Rilevatori e <strong>di</strong>segnatori <strong>di</strong> mappe e planimetrie per le costruzionicivili3.1.2.6.3 Rilevatori e <strong>di</strong>segnatori <strong>di</strong> prospezioni8. Elenco alfabetico dei corsiCorso CFU Anno Sem.Analisi mineralogiche 9 I IComplementi <strong>di</strong> Fisica e6 I I<strong>di</strong> MatematicaComplementi <strong>di</strong> Geologia6 I IIStrutturaleComplementi <strong>di</strong>6 I IIPaleontologia deiVertebratiCristallochimica 6 II ICristallografia 6 I IIFisica del Vulcanismo 6 I IIGeochimica applicata allaVulcanologia6 I IIGeochimica eGeo<strong>di</strong>namica6 I IIGeo<strong>di</strong>namica 9 I IIGeofisica Applicata 6 II IIGeologia applicataall’ambienteGeologia EconomicaGeologia dei basamenticristallini9 I IGeomorfologia Applicata 9 I IGeopedologia 6 I IGeotecnica 6 II IGeotermia 9 I IIdrogeologiaLaboratorio <strong>di</strong>gemmologiaPaleontologia e Geologiadel QuartenarioPaleontologiaStratigrafica6666IIIIIIIIIIII6 I II6 I IIPetrofisica 6 I IPetrografia Applicata 6 II IPetrografia Regionale 6 I IPetrologia 9 I IRilevamento geologicotecnico6 I II14


Se<strong>di</strong>mentologia 9 I ITermo<strong>di</strong>namica perGeologi6 II IITettonica 6 I IIVulcanologia Regionale 6 I II9. Tabelle <strong>di</strong> mutuazione dei corsi del vecchio or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>sattivatiI corsi della Laurea del vecchio or<strong>di</strong>namento (Laurea Specialistica) verrannomutuati sui corsi caratterizzanti della Laurea Magistrale secondo la seguentetabella.Laurea Specialistica CFU Anno Semestre Laurea Magistralevecchio or<strong>di</strong>namentoNuovo Or<strong>di</strong>namentoCorso Avanzato <strong>di</strong> 6 2 2 Mutuato conFisica per GeologiComplementi <strong>di</strong> Fisica e Matematica(LM)Ecologia Ambientale 6 2 2 Mutuabile da Scienze AmbientaliGeofisica <strong>di</strong> 6 2 1 mutuato Geofisica applicataEsplorazioneGeopedologia 6 2 1 Mutuato con Geopedologia (LM)Informatizzazione dellaCartografia Geologicainf 2 Mutuato su Sistemi Informativi Territoriali<strong>di</strong> Informatica (Triennale)Curriculum 1 - Geologia <strong>di</strong>namica e ambientaleGeo<strong>di</strong>namica 6 2 1 Mutuato per 6 cfu dal corsocorrispondente <strong>di</strong> 9 cfu (LM)Laboratorio <strong>di</strong> geologiaMutuato per 3 cfu dal corso <strong>di</strong> Geologiaapplicataeapplicata all’ambiente e per altri 3 cfu dalgeomorfologiacorso <strong>di</strong> Geomorfologia applicataGeologia applicata 6 2 1 Mutuato per 6 cfu dal corsoall’ambientecorrispondente <strong>di</strong> 9 cfu (LM)Complementi <strong>di</strong> 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente <strong>di</strong> 6 cfuGeologia Strutturale(LM)Complementi <strong>di</strong> 6 2 2 Mutuato dal corso Complementi <strong>di</strong>Paleontologia deiPaleontologia dei vertebrati della LMVertebrati con labGeologiae 6 2 2 Mutuato da Paleontologia e Geologia delPaleontologia delQuaternario (LM)QuaternarioFisica del Vulcanismo 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)Complementi <strong>di</strong>Tacegeologia applicataGeologia Regionale 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)2 2Se<strong>di</strong>mentologia 6 2 1 Mutuato dal corso corrispondente <strong>di</strong> 9 cfu(LM)Tettonica 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)15


Geomorfologiaapplicata6 2 1 Mutuato dal corso corrispondente <strong>di</strong> 9 cfu(LM)Curriculum 2 - Materiali geologici e georisorseCristallografia 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)Cristallochimica 6 2 2 Mutuato dal corso corrispo. della LMGeochimica eGeo<strong>di</strong>namicaGeochimica applicataalla vulcanologia(GAV)6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)332 2 3cfu Mutuat i dal corso corrispondente(LM)3 cfu mutuati dal corso <strong>di</strong> Geotermia (LM)Complementi <strong>di</strong> 4 2 1 Mutuato dal corso <strong>di</strong> Geotermia (LM)GeotermiaGeologia economica 2 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)Petrologia 6 2 1 Mutuato dal corso corrispondente <strong>di</strong> 9 cfu(LM)Petrografia regionale 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)Vulcanologia regionale 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM)10. Attività <strong>di</strong> tirocinio (o stage)E’ previsto un periodo <strong>di</strong> formazione (stage o tirocinio) presso un ente esterno,pubblico o privato, o presso una struttura dell’Università <strong>di</strong> Pisa.Le attività <strong>di</strong> tirocinio hanno una durata minima complessiva <strong>di</strong> 225 ore pari a9 CFU (v. elenco dei laboratori del <strong>di</strong>partimento, del CNR e l’elenco <strong>degli</strong> enticonvenzionati a pag. 26).Di norma, il tirocinio si svolge a cavallo del primo e del secondo annosfruttando la pausa dei mesi estivi e le prime settimane del secondo anno.Dell'organizzazione e della gestione <strong>degli</strong> stages esterni si occupano laCommissione <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong> corso <strong>di</strong> laurea e la Segreteria <strong>di</strong>dattica.Durante il tirocinio, lo studente compila il Registro per il Rilevamento dellePresenze in Stage, controfirmato dal tutore esterno o dal docente proponente.L’orario giornaliero <strong>di</strong> permanenza in tirocinio è stabilito <strong>di</strong> comune accordotra lo studente ed il tutore esterno e il docente proponente. Nel caso <strong>di</strong> tirociniopresso ente esterno, lo studente è tenuto ad aggiornare il tutore accademicoalmeno una volta al mese sullo stato <strong>di</strong> avanzamento del tirocinio.Lo studente tirocinante è seguito da un tutore dell’Università <strong>di</strong> Pisa e, nel caso<strong>di</strong> stage presso un ente esterno, anche da un tutore in<strong>di</strong>cato dall’enteconvenzionato..Ruolo del tutore dell’ente esterno16


• Rappresenta il punto <strong>di</strong> riferimento per lo studente all'interno dell'azienda oente.• Segue e in<strong>di</strong>rizza lo studente durante il progetto, aiutandolo a superare<strong>di</strong>fficoltà tecniche eventualmente incontrate.• Verifica i risultati ottenuti e compila il modulo <strong>di</strong> valutazione del tirocinio.Ruolo del tutore del Corso <strong>di</strong> Laurea• Verifica l'adeguatezza del piano <strong>di</strong> lavoro del tirocinante e supervisiona losvolgimento del tirocinio con l'obiettivo <strong>di</strong> garantirne una qualità tecnicaadeguata.• Interviene <strong>di</strong>rettamente per adottare eventuali mo<strong>di</strong>fiche al piano <strong>di</strong> lavorostabilito.Offerta formativa relativa ai tirocini presso i laboratori del Dipartimento <strong>di</strong>Scienze della TerraNelle pagine seguenti sono riportati i laboratori del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze dellaTerra presso i quali è possibile svolgere attività <strong>di</strong> tirocinio/stage.Con il numero in<strong>di</strong>cato nella colonna dei CFU/anno si intende il massimonumero <strong>di</strong> CFU che ogni laboratorio può fornire in un anno come offerta<strong>di</strong>dattica totale agli studenti dei CdL interessati (Scienze Geologiche, Naturalie Ambientali).Nella colonna “allievi” è in<strong>di</strong>cato il numero massimo <strong>di</strong> studenti che possonofrequentare contemporaneamente i laboratori.17


LABORATORI DIPSONIBILI PRESSO IL DIPARTIMENTO DISCIENZEDELLA TERRA18


11. Offerta formativa relativa ai tirocini presso i laboratori del CNRLaboratorio Responsabile n.All PeriodoChimico isotopico Ing. M. Mussi 2Laboratorio <strong>di</strong> chimica dei gas, analisi chimica dei gas per viagascromotograficaGeochimica delle acque Dott. R. CioniTecniche <strong>di</strong> campionamento e misura <strong>di</strong> pH, temperatura, alcalinità edEhGeochimica delle acque Dott. R. Cioni 2Uso della cromatografia ionica per la determinazione <strong>degli</strong> anioniGeochimica isotopicaDott. S. TonariniLaboratorio <strong>di</strong> separazione minerali, preparazione campioni rocciatotale per analisi chimiche ed isotopicheGeochimica isotopica Dott. S. TonariniLaboratorio <strong>di</strong> chimica generale, <strong>di</strong>ssoluzione roccia a matricesilicatica, analisi per via umida, trattamento stoccaggio campioniacqueGeochimica isotopica Dott. S. TonariniPreparazione sezioni lucide per microsonda e per conteggio tracce <strong>di</strong>fissioneGeochimica isotopica Dott. S. Tonarini 5Caratteristiche e funzionamento <strong>di</strong> uno spettrometro <strong>di</strong> massa per gasnobili. Tecniche <strong>di</strong> estrazione laser nelle analisi geocronologicheGeochimica isotopicaDott. S. TonariniFunzionamento spettrometri a sorgente termo-ionizzante.Preparazione filamenti, caricamento campione e misura <strong>di</strong> un rapportoisotopicoIsotopico per analisi tritio Ing. M. Mussi 1Analisi <strong>di</strong> tritio nelle acque: preparazione campioni e analisi percontatore proporzionale in fase gassosaIsotopico per isotopi stabili Ing. M. Mussi 220


Lista Enti/Istituzioni accre<strong>di</strong>tati per l’attività <strong>di</strong> tirocinio (o stage)Convenzioni <strong>di</strong> Facoltà(per la lista completa <strong>degli</strong> enti convenzionati consultare il sito della Facoltà <strong>di</strong>Scienze M.F.N. all’in<strong>di</strong>rizzo: http://www.smfn.unipi.it).Autorità <strong>di</strong> Bacino Fiume Serchio <strong>di</strong> LuccaComunità <strong>di</strong> Ambito Provincia <strong>di</strong> LuccaComunità Montana Amiata GrossetanoComunità Montana della GarfagnanaConsorzio <strong>di</strong> Bonifica del BientinaConsorzio del Torrente Pescia S.p.A.Corpo Forestale dello StatoEnte Acque S.p.A.Ente Parco <strong>di</strong> Montemarcello-MagraEnte Parco PortofinoGEOFORIstituto Centrale per la Ricerca scientifica e Tecnologica applicata al mareIstituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica e Vulcanologia - INGVOr<strong>di</strong>ne dei Geologi della Toscana *Parco Nazionale Cinque Terre <strong>di</strong> RiomaggioreParco Regionale delle Alpi ApuaneParchi Val <strong>di</strong> Cornia S.p.A. PiombinoProvincia <strong>di</strong> LivornoSammontana S.p.A. <strong>di</strong> EmpoliServizio <strong>di</strong> Protezione civile – Unione dei comuni della ValderaTESECO <strong>di</strong> PisaConvenzioni <strong>di</strong> Ateneo(per la lista completa <strong>degli</strong> enti convenzionati consultare il sito della Università<strong>di</strong> Pisa all’in<strong>di</strong>rizzo: http://tirocini.adm.unipi.it).AAMPS DI LivornoARPAT <strong>di</strong> FirenzeAutorità <strong>di</strong> Bacino del Fiume ArnoComunità montana dell’Elba e della CapraiaENEL-GREENPOWEREnte Parco regionale Migliarino-San Rossore-MassaciuccoliConvenzioni <strong>di</strong> DipartimentoConsorzio ERICA (Massa)21


- Elenco <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong>sponibili per tirocini ( segnalati dall’Or<strong>di</strong>ne dei Geologidella Toscana)Barbieri Riccardo– viale Stazione 39 – Massa Tel./fax 0585 48141settori: geotecnico-ambientaleBarsanti Pietro - Stu<strong>di</strong>o Barsanti, Sani & Sani - via Buiamonti 29 – Lucca tel.0583 467427settori: geofisica, <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> supporto alla pianificazione urbanistica, geotecnicaBuchignani Vincenzo - Via per Corte Capanni, 198 - Lucca tel. 0583/419691settori: Scienze geologicheCascone Giovanna - via Ozanam 17 Livorno tel.0586 1866585settori: geologia applicata alle costruzioni in zona sismica, caratterizzazioneambientale delle rocce da scavoCeccarelli Francesco – piazza Aranci 31 Massa (MS) tel. 0585 489493settori: geologia applicata all’ingegneria civile e idraulica, redazione <strong>di</strong>strumenti urbanistici e varianti me<strong>di</strong>ante utilizzo <strong>di</strong> GIS, <strong>stu<strong>di</strong></strong> geologiciinerenti la stabilizzazione aree in franaChighine Gianfranco - TEGEIA srl via Tosco Romagnola 370 – Cascina(PI) tel./fax 050 741253settori: geologia ambientale, bonifica contaminatiDamiani Alessandro – piazzale Premuda 2G Piombino (LI) tel. 0565 33260settori: geologia applicata – geologia ambientaleDella Croce Giorgio - piazza della Vittoria 47 - Livorno tel. 0586 211212settori: idrogeologia e geotecnicaEsposito Antonio - AssoGeo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Geologia – via dei Mille, 36 - Ponsacco(PI) tel. 0587 736105settori: idrogeologia, geotecnica, geologia ambientale, piani <strong>di</strong>caratterizzazione e progetti per il ripristino <strong>di</strong> siti contaminati, <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> supportoalla pianificazione urbanistica, consulenza in materia ambientale/rifiuti e piani<strong>di</strong> protezione civileFagioli Maria-Teresa - AF Geoscience and Technology Consulting SRLvia Toniolo Campo 222 – S. Giuliano Terme (PI) tel. 050870311settori: idrogeologia applicata, modellazione e simulazione numerica <strong>di</strong>fenomeni geologici22


Folini Marco - SANCILIA srl via Parione 1 – Firenze tel. 055 2670403settori: attività estrattive, risistemazioni ambientali, <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> impatto ambientaleFranchi Francesca - GEOPROGETTI Stu<strong>di</strong>o Associato – via del Rio 2Pontedera (PI) tel. 0587 54001settori: geomatica applicata alla pianificazione territorialeGardone Luca - via Pisana 218 Scan<strong>di</strong>cci (FI) Tel. 055 756272settori: idrogeologia, geologia tecnica, geologia ambientaleGhezzi Giuseppe - GETAS PETROGEO srl - piazza San Giorgio 6 – Pisa tel.050 43275settori: idrogeologia, geologia applicata, piani <strong>di</strong> caratterizzazioneKarayannis Jean Gionanlis - Geotecnica Pisana via Gherardesca 15 - Pisa tel.050 9656255settori: indagini geognostiche, laboratorio terre, opere geotecniche: pali <strong>di</strong>fondazione, paratieMatteoli Sergio - Stu<strong>di</strong>o Geofield srl - San Miniato (PI) tel. 0571 418231settori: geo-risorse, caveMelani Fabio - Via Nomellini 25-27 - Piombino (LI) tel. 0565 855538settori: geotecnica, idrogeologia, cave e miniere, pianificazione urbanistica,geologia ambientale, rischio idraulicoMoni Leonardo - Geodes Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Geologia – via Valmaira 14 Castelnuovo<strong>di</strong> Garfagnana (LU)settori: geotecnica, indagini geognostiche, pianificazione urbanistica, e<strong>di</strong>liziacivile, artigianale ed industriale, <strong>di</strong>sciplina <strong>degli</strong> scarichi, pianificazioneterritorialeMurratzu Alessandro – piazza Ulivelli 19 - Castelfiorentino (FI) tel. 0571635053settori: idrogeologia e ricerche termali, caratterizzazione geotecnica dei terreni,bonifiche ambientaliMusetti Rinaldo– via Macchiavelli 38 Viareggio tel. 0584 44462settori: geotermica, idrogeologiaNencini Clau<strong>di</strong>o - Stu<strong>di</strong>o Associato <strong>di</strong> Geologia - corso Repubblica 1 –Fauglia (PI) tel. 050 65079723


settori: attività estrattive, pianificazione, geotecnicaNolle<strong>di</strong> Giancarlo - Stu<strong>di</strong>o Associato Nolle<strong>di</strong> via N.Sauro 118 – Luccatel.0583 956363settori: idrogeologia, geotecnicaPacini Lando - Geohabitat <strong>stu<strong>di</strong></strong>o geologico - Via Garibal<strong>di</strong> 34 51011 BORGOA BUGGIANO tel. 0572 30014settori: esplorazione del sottosuolo con meto<strong>di</strong> geofisici, idrogeologia,geotecnicaPerini Massimiliano – via C. Battisti 36 Cascina tel. 050 700508settori: geotecnica, idrogeologia, geologia ambientaleRossi Francesco – Stu<strong>di</strong>o INGEO, via Tiglio 433 Arancio Lucca tel.058348682idrogeologia, geotecnica, topografiaSantarnecchi Eraldo - via della Costituente 17 – Ponte a Egola (PI)tel. 0571 485277settori: geotecnica, idrogeologia, <strong>di</strong>fesa del suoloSimoni Matteo - viale della Repubblica 3/A - Bologna Tel. 051 6334030settori: idrogeologia applicata, geotecnica e meccanica delle rocce, geologiaambientale, progettazione e bonifica <strong>di</strong> siti incontaminatiTurrini Giuseppe – Stu<strong>di</strong>o Ass. G.A.TE.S. - via G. Leopar<strong>di</strong> 10 - Pisa tel. 050552430settori: geologia Tecnica, idrogeologia12. Appen<strong>di</strong>ciGestione del Corso <strong>di</strong> Laurea Magistrale in Scienze GeologicheIl Consiglio Aggregato dei corsi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o in Scienze Geologiche e Scienze eTecnologie Geologiche (CCLA)Il CCLA gestisce il Corso <strong>di</strong> Laurea Magistrale in Scienze e TecnologicheGeologiche e il corso <strong>di</strong> Laurea in Geologia (triennale).Il Presidente è il Prof. Rodolfo Carosi (050-22.15.727; carosi@dst.unipi.it). Vicepresidente il Prof. Alessandro Sbrana (050-22.15.714; sbrana@dst.unipi.it);segretario per la laurea Magistrale la Dott.ssa Chiara Montomoli (050-22.15.844;24


montomoli@dst.unipi.it); segretario per la laurea in Scienze Geologiche Dott. LucaRagaini (050-22.15.741; ragaini@dst.unipi.it).E’ costituito dai professori ufficiali <strong>degli</strong> insegnamenti attivati specificamenteper le esigenze del corso e dai ricercatori che svolgono la loro attività <strong>di</strong>datticanell’ambito del corso stesso; dal Coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong>dattico, dal responsabile dellasegreteria <strong>di</strong>dattica del corso, (050-22.15.832; <strong>di</strong>dattica@dst.unipi.it); dalSegretario della Commissione <strong>di</strong> Laurea, Dott. Roberto Albani (050-22.15.739;albani@dst.unipi.it) e da tre rappresentanti <strong>degli</strong> studenti. Il CCLA ha ilcompito <strong>di</strong> programmare e coor<strong>di</strong>nare le attività <strong>di</strong>dattiche, come descrittodallo Statuto dell’Università <strong>di</strong> Pisa(http://www.unipi.it/ateneo/governo/regolament/statuto/statuto.htm_cvt.htm). Pianificail processo formativo (definizione <strong>degli</strong> obiettivi formativi e <strong>degli</strong> obiettivi <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento) avvalendosi del lavoro svolto dalla Commissione Didattica esentito il parere del Gruppo <strong>di</strong> Autovalutazione, che presenta le esigenze delleparti interessate sia interne che esterne (studenti, docenti, imprese, Comitato <strong>di</strong>In<strong>di</strong>rizzo del Corso <strong>di</strong> Laurea).Fanno parte del CCL:• La Commissione Didattica• La Commissione <strong>di</strong> Laurea• Il Gruppo <strong>di</strong> Autovalutazione• Il Comitato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo• Il Coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong>datticoLa Commissione Didattica è costituita da:Docenti:Prof. Rodolfo Carosi (pres.) Tel. 050-2215727; carosi@dst.unipi.itProf. Pietro ArmientiTel. 050-2215708; armienti@dst.unipi.itDott. Giovanni Bianucci Tel. 050-2215842; bianucci@dst.unipi.itDott.ssa Anna Gioncada Tel. 050-2215791; gioncada@dst.unipi.itProf. Patrizia MaceraTel. 050-2215792; macera@dst.unipi.itProf. Etta PataccaTel. 050-2215729; patacca@dst.unipi.itProf. Natale Perchiazzi Tel. 050-2215715; natale@dst.unipi.ite da sei rappresentanti <strong>degli</strong> studenti.Partecipano ai lavori della Commissione Didattica:Prof. Mauro Rosi (Direttore Dip. Sc. Terra) Tel. 050-2215712; rosi@dst.unipi.itProf. Alessandro Sbrana (Vicepresidente CCLA) Tel. 050-2215714;sbrana@dst.unipi.itLa Commissione Didattica ha il compito <strong>di</strong> valutare la funzionalità e l’efficaciadelle attività formative dei Corsi <strong>di</strong> Laurea e dei servizi <strong>di</strong>dattici forniti. Inparticolare, la Commissione Didattica esprime parere sulla programmazione25


<strong>di</strong>dattica annuale e sulla compatibilità tra i cre<strong>di</strong>ti assegnati alle attività formativee gli obiettivi determinati nel Regolamento Didattico <strong>di</strong> Ateneo e del CCLA.Il Gruppo <strong>di</strong> AutovalutazioneE’ costituito dal Presidente Prof.ssa Patrizia Macera, il Presidente del CCLAProf. Rodolfo Carosi, due professori (Prof.ssa Gabriella Bagnoli e Prof. CarloBaroni), un ricercatore (Dott. Gianni Musumeci), un rappresentante <strong>degli</strong>studenti, un rappresentante dei servizi amministrativi.Controlla che siano tenute in considerazione tutte le esigenze delle partiinteressate sia interne che esterne, al fine <strong>di</strong> raggiungere gli obiettivi prepostidal CCLA per l’ottenimento <strong>di</strong> una figura professionale capace <strong>di</strong> “sapere,saper fare, saper essere”. E’ responsabile della stesura del rapporto <strong>di</strong>autovalutazione, che è il risultato <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> analisi critica sul sistema“corso <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o” e costituisce il documento-base attraverso il quale il CCLAdescrive e valuta i suoi obiettivi, la sua organizzazione e la qualità delle sueattività.Il Comitato <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzoHa il compito <strong>di</strong> collaborare, insieme agli altri organi competenti, alladefinizione <strong>degli</strong> obiettivi formativi del geologo in accordo con le esigenze delmondo del lavoro, proponendo quale tipo <strong>di</strong> informazioni e conoscenze sianoda potenziare per facilitare il rapido inserimento del laureato nel mondo dellavoro.E’ così composto:Docenti del CdL:- Prof. Rodolfo Carosi (Presidente del Corso <strong>di</strong> Laurea triennale),Prof.ssa Patrizia Macera (Presidente del gruppo <strong>di</strong> Autovalutazione),Prof. Carlo Baroni (rappresentante dei professori <strong>di</strong> I fascia),Prof.ssa Gabriella Bagnoli (rappresentante dei professori <strong>di</strong> II fascia),Dott. Giovanni Musumeci (rappresentante dei ricercatori);- un rappresentante <strong>degli</strong> studenti;- rappresentanti <strong>degli</strong> Enti esterni: Dott. Antonio Bartelletti (Direttore ParcoApuane); Dott. Giovanni Bracci (Provincia <strong>di</strong> Pisa); Ing. Guido Cappetti(Enel Green Power spa); Dott. Maurizio Ferrini (Regione Toscana); Prof.Piero Manetti (CNR - Istituto <strong>di</strong> Geo<strong>scienze</strong> e Georisorse); Dott. Clau<strong>di</strong>oNencini (Or<strong>di</strong>ne dei Geologi della Toscana); Dott. Emilio Ricci(Associazione Industriali); Prof. Vincenzo Terreni (Presidente Ass. Naz.Insegnanti Scienze Naturali).La Segreteria DidatticaRaccoglie ed istruisce preliminarmente le pratiche studenti da sottoporre agliorgani <strong>di</strong> gestione del CdL. (<strong>di</strong>dattica@dst.unipi.it). Ha la funzione <strong>di</strong>26


monitorare l’erogazione della <strong>di</strong>dattica attraverso la raccolta e l’elaborazionedei giu<strong>di</strong>zi da parte <strong>degli</strong> studenti sui singoli corsiLa Commissione <strong>di</strong> LaureaE’ presieduta dal Prof. Mauro Rosi. Fornisce il calendario <strong>degli</strong> appelli <strong>di</strong>laurea e designa i membri della commissione <strong>di</strong> ogni appello tra i docenti delCCLA. Svolge gli esami <strong>di</strong> Laurea. Si avvale della collaborazione delDott. Roberto Albani (050-22.15.739; albani@dst.unipi.it) che svolge lefunzioni <strong>di</strong> coa<strong>di</strong>utore del Presidente della Commissione <strong>di</strong> Laurea per istruirele pratiche per sostenere l’esame <strong>di</strong> Laurea.27


13. Programmi dei corsiANALISI MINERALOGICHE9 CFU – 7CFU lezioni frontali; 2 CFU esercitazioniNatale Perchiazzi, Elena BonaccorsiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoDiffrattometria <strong>di</strong> polvere: richiami sulla <strong>di</strong>ffrazione; identificazione <strong>di</strong>minerali in miscele polifasiche. Preparazione dei campioni per <strong>di</strong>ffrattometria<strong>di</strong> polvere; richiami sul funzionamento del <strong>di</strong>ffrattometro Bragg-Brentano,camera Debye-Scherrer e Gandolfi; strumenti, principali aberrazionistrumentali ed influenza <strong>degli</strong> strumenti sulle misure; in<strong>di</strong>cizzazione spettri <strong>di</strong>polvere ed affinamento ai minimi quadrati dei parametri <strong>di</strong> cella, focalizzandosu minerali costituenti delle rocce; simulazione al calcolatore <strong>di</strong> spettri <strong>di</strong>polvere ed introduzione al metodo Rietveld. Applicazione del metodo Rietveldall’analisi quantitativa, con esempi <strong>di</strong> miscele <strong>di</strong> materiali sintetici o naturali,da due a quattro componenti; sorgenti non convenzionali, luce <strong>di</strong> sincrotrone;<strong>di</strong>ffrazione <strong>di</strong> neutroni come complementare ai raggi-X.SEM/Microsonda: Caratteristiche e funzionamento <strong>di</strong> SEM e microsonda,esempi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> minerali e materiali sintetici. Ricalcolo <strong>di</strong> formulecristallochimiche <strong>di</strong> silicati costituenti delle rocce a partire da datiSEM/microsonda.TEM: Caratteristiche e funzionamento del microscopio elettronico atrasmissione: cannone elettronico; lenti condensatori, lente obiettivo, lentiinterme<strong>di</strong>e e proiettori, portacampioni, schermo e sistemi <strong>di</strong> registrazione.Aberrazioni delle lenti.Diffrazione elettronica: teoria e pratica. Informazioni che si possono ottenereda spettri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione elettronica. Modalità <strong>di</strong> formazione dell’immagine.Contrasto <strong>di</strong> ampiezza e <strong>di</strong> fase. Problemi nell’interpretazione delle immagini.Applicazioni <strong>di</strong> microscopia e <strong>di</strong>ffrazione elettronica alle <strong>scienze</strong> della TerraIR, TG/DTA, Fluorescenza-X: principi <strong>di</strong> funzionamento ed applicazioni in<strong>scienze</strong> della Terra. Esempi <strong>di</strong> applicazioni su materiali <strong>di</strong> sintesi.28


Argille: Introduzione alla mineralogia dei suoli e delle argille;definizione e classificazione cristallochimica e strutturale dei mineraliargillosi; capacità <strong>di</strong> scambio ionico e glicolazione; caratterizzazione <strong>di</strong>minerali argillosi me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> laboratorio. Importanza economica etecnologica dei minerali argillosi.Cementi: La chimica dei cementi, il sistema CaO-Al2O3-SiO2-FeO.Caratterizzazione strutturale delle fasi maggiori dei clinker: alite, belite,ferrite….Proprietà dei clinker e dei cementi Portland. Identificazione ecaratterizzazione <strong>di</strong> componenti dei clinker. Fasi derivanti dall’idratazione deicementi, composti C-S-H e loro relazioni con i silicati <strong>di</strong> calcio idrati naturali.Ceramiche: Definizione <strong>di</strong> ceramica, laterizio, refrattario, le materie primeimpiegate nella loro produzione. Applicazione della mineralogia allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong>materiali ceramici attuali ed antichi.Zeoliti: Aspetti mineralogici e importanza tecnologica come setacci molecolarie <strong>di</strong>sinquinanti.Amianto e mineralogia ambientale: definizione <strong>di</strong> amianto, meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o,norme legislative; i particolati atmosferici, loro composizione; altri mineralicomuni potenzialmente pericolosi per la salute.Obiettivi FormativiIl corso si propone <strong>di</strong> fornire agli studenti conoscenze <strong>di</strong> base su tecniche <strong>di</strong>laboratorio versatili e <strong>di</strong>ffuse, per la caratterizzazione <strong>di</strong> mminerali e materialisintetici. Verranno descritte il dettaglio gruppi <strong>di</strong> minerali che risultanorilevanti sia nel contesto geologico che ambientale ed applicativo. Parolechiave: Mineralogia, Minerali delle argille, Cementi, <strong>di</strong>ffrazione a raggi X,TEM, SEM.Verifica dell’ Appren<strong>di</strong>mento: esame orale con votoOrario <strong>di</strong> ricevimento: prof. N. Perchiazzi martedì e mercoledì 10-12Testi consigliati (prof. N. Perchiazzi ):Bish, D.L., Post, J.E. (e<strong>di</strong>tors) 1989. Modern powder <strong>di</strong>ffraction. Reviews inmineralogy, Mineralogical Society of America.Potts, P.J., 1987. A handbook of silicate rock analysis. Blackie, Glasgow, 622 pp.Putnis, A.: Introduction to mineral sciences. pp. 41-80. Cambridge univ pressWenk, G. : Electron microscopy in mineralogy. Springer Verlag, Berlin pp. 18-143Riddle, C. 1993. Analysis of geological materials. Dekker, New York, 463 pp.Stout, G.H., Jensen, L. 1968. X-ray structure determination. A practical guide.MacMillan, London.Commissione esame: N. Perchiazzi, E. Bonaccorsi., M. Lezzerini29


COMPLEMENTI DI FISICA E MATEMATICA6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 2 CFU esercitazioniFrancesco GiammancoDipartimento <strong>di</strong> Fisica “E. Fermi” (Largo Pontecorvo, 3)Programma del corsoComplementi <strong>di</strong> analisi. Scalari, vettori e tensori. Proprieta’ dei vettori eoperazioni con i vettori. Elementi <strong>di</strong> calcolo matriciale e tensori. Operazioni etrasformazioni dei tensori. Sistemi lineari e linearizzazione <strong>di</strong> funzioni.Funzioni <strong>di</strong> piu’ variabili e operatori vettoriali. Differenziale totale e derivateparziali. Soluzioni <strong>di</strong> equazioni algebriche. Equazioni <strong>di</strong>fferenziali alle derivateparziali. Proprietà ed esempi <strong>di</strong> soluzione <strong>di</strong> equazioni del trasporto.Discretizzazione e rappresentazione numerica. Fisica dei mezzi continui.Equazioni costitutive della reologia. Forze su un corpo e tensore <strong>degli</strong> stress.Valori e assi principali <strong>di</strong> stress. Stress normale. Stress <strong>di</strong> taglio (shear stress).Stress piano. Stress all’interno della Terra. Assi principali <strong>di</strong> stress. I tre tipifondamentali <strong>di</strong> faglia. Deformazioni. Tensore <strong>di</strong> strain. Elasticità lineare.Legge <strong>di</strong> Hooke. Costanti elastiche. Viscosità. Modelli lineari in reologia.Meccanica delle fratture. Modelli numerici.Obiettivi formativiBuona padronanza <strong>degli</strong> strumenti <strong>di</strong> analisi matematica per funzioni <strong>di</strong> piùvariabili e analisi tensoriale. Derivazione equazioni costitutive della Reologia eTensore <strong>di</strong> Stress. Conoscenza meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> derivazione <strong>di</strong> assi principali, shearecc. Derivazione tensore <strong>di</strong> strain e costanti elastiche principali.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con votoTesti consigliati:- Piskunov – Calcolo Differenziale ed Integrale - E<strong>di</strong>tori Riuniti- F.Mulargia – Un'introduzione alla meccanica delle faglie - Coop. LibrariaUniversitaria Bologna 2000Ulteriore materiale <strong>di</strong>dattico verrà fornito durante il CorsoCommissione d'esame: F.Giammanco, N. Beverini, G. Moruzzi, F. Cornolti,F. FusoOrario <strong>di</strong> ricevimento: Giovedì, 15 – 17.30


COMPLEMENTI DI GEOLOGIA STRUTTURALE6 CFU – 5CFU lezioni frontali.; 1 CFU lezioni fuori sedeProgramma del corsoStrain in 2-D e 3-D. Deformazione finita e progressiva. Deformazione e flui<strong>di</strong>.Foliazioni e lineazioni nelle rocce deformate e loro meccanismi <strong>di</strong> formazione.Riconoscimento e classificazione alla microscala. Piegamento <strong>di</strong> uno stratosingolo e <strong>di</strong> un multistrato. Modelli cinematici <strong>di</strong> piegamento e piegamentisovrapposti. Pieghe a guaina. Flanking folds e flanking structures. Strain emodelli <strong>di</strong> formazione delle strutture duttili. Zone <strong>di</strong> taglio; in<strong>di</strong>catoricinematici alla meso e alla microscala per il senso <strong>di</strong> taglio e lo spostamento.Deformazione nelle cataclasiti e nelle miloniti. Principali meccanismideformativi alla microscala.Il corso prevede esercitazioni in aula e in campagna.Il lavoro <strong>di</strong> campagna prevede una lezione fuori sede <strong>di</strong> tre giorni.Obiettivi formativiConoscenza approfon<strong>di</strong>ta della geometria e della cinematica delle struttureduttili; conoscenza dei principali meccanismi <strong>di</strong> deformazione delle pieghe edelle zone <strong>di</strong> taglio fragili e duttili e del ruolo dei flui<strong>di</strong> nella deformazione.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Twiss R.J. & Moores E.M. (1992): Structural Geology. W.H. Freeman andCompany.- Passchier C.W. & Trouw R.A.J. (1996): Microtectonics. Springer-Verlag.- Ramsay J.G. & Huber M.I. (1983): The techniques of Modern StructuralGeology. Vol. 1: Strain analysis. Academic Press.- Ramsay J.G. & Huber M.I. (1987): The techniques of Modern StructuralGeology. Vol. 2: Folds and Fractures. Academic Press.- CD delle lezioni e <strong>di</strong>spense del docente.Commissione d'esame:Orario <strong>di</strong> ricevimento:31


COMPLEMENTI DI PALEONTOLOGIA DEI VERTEBRATI6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 1 CFU laboratorio; 1 CFU lezione fuori sedeGiovanni BianucciDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoPrincipi <strong>di</strong> morfologia funzionale. Adattamenti all’ambiente acquatico epaleoecologia dei mammiferi marini.Principi <strong>di</strong> sistematica e <strong>di</strong> classificazione. Analisi filogenetiche. Cennisull’analisi cla<strong>di</strong>stica: costruzione e lettura dei cladogrammi.Cetacea. Caratteri generali. Origini e ipotesi sui progenitori basate su datipaleontologici e molecolari. Classificazione con trattazione a livello dellesingole famiglie. Gli Archaeoceti. L’origine dei Neoceti. I Mysticeti. GliOdontoceti. Filogenesi. Evoluzione, <strong>di</strong>stribuzione geografica e cambiamentiambientali.Sirenia. Caratteri generali. Classificazione. Origine ed evoluzione.Paleogeografia. Filogenesi.Desmostylia. Caratteri generali. Distribuzione stratigrafica e geografica.Pinnipe<strong>di</strong>a. Caratteri generali, sistematica e strategie alimentari. Origine(monofiletica o <strong>di</strong>filetica) ed evoluzione. Pinnipe<strong>di</strong> arcaici e pinnipe<strong>di</strong>moderni.Altri gruppi minori d mammiferi adattati alla vita marina.Tafonomia dei mammiferi marini.I principali giacimenti a mammiferi marini: natura dei depositi, tafonomia e<strong>di</strong>versità.Distribuzione geografica, stratigrafica e pattern evolutivo dei mammiferimarini del Me<strong>di</strong>terraneo.Laboratorio e lezioni fuori sedeTassonomia e sistematica dei mammiferi marini: i principali elementi<strong>di</strong>agnostici per il loro riconoscimento.Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> prospezione paleontologica applicati alla ricerca dei vertebratifossili. Utilizzo del georadar e <strong>di</strong> altre tecniche geofisiche.Georeferenziazione, raccolta dati e rilievi 3D con laser scanner e Zscan.Tecniche, con applicazione sul terreno, per il recupero dei vertebrati fossili.Preparazione, conservazione e duplicazione in laboratorio dei vertebrati fossili.Obiettivi formativi32


Conoscenze <strong>di</strong> base sulla storia evolutiva delle principali linee <strong>di</strong> mammiferimarini e sui principali giacimenti fossili.Conoscenze dei principali meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> prospezione, raccolta dati, recupero econservazione dei vertebrati fossili. Capacità <strong>di</strong> riconoscimento eclassificazione, sulla base <strong>di</strong> reperti fossili ,dei principali gruppi <strong>di</strong> mammiferimarini.Verifica dell’ appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi Consigliati- Berta A., Sumich J.L. & Kovacs K.M. 2006. Marine mammals. Evolutionarybiology. Second E<strong>di</strong>tion. Academic Press, San Diego.- Bianucci G. & Lan<strong>di</strong>ni W. 2007. Fossil History. In: Reproductive biology andphylogeny of Cetacea. Whales, dolphins and porpoises. D.L. Miller (Ed.).Science Publishers, Enfield.- Thewissen J.G.M. (Ed.) 1998. The Emergence of Whales. Evolutionarypatterns in the origin of Cetacea. Plenum Press, New York and London.- Leiggi P. & May P. (Eds.) 1994. Vertebrate paleontological techniques.Volume 1. Cambridge University Press, New York.Commissione d’esame: G. Bianucci, W. Lan<strong>di</strong>ni, L. Ragaini.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Martedì, 10 – 12.33


Marco PaseroDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraCRISTALLOCHIMICA6 CFU – lezioni frontaliProgramma del corsoCristallochimica generale. Il legame chimico. Elettronegatività secondoPauling e secondo Mulliken. Legame ionico in molecole. Cristalli ionici.Energia coesiva: termini coulombiani e termini repulsivi <strong>di</strong> Born. Raggi ionici:raggi univalenti e raggi cristallini. Variazione della <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> legame con lacoor<strong>di</strong>nazione. Impacchettamento compatto <strong>di</strong> sfere e strutture tipo A, B, C.Poliedri <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione. Descrizione <strong>di</strong> una struttura cristallina: esempi. Leregole <strong>di</strong> Pauling (criteri <strong>di</strong> stabilità delle strutture ioniche): esempi. Raggiionici empirici. Estensione della II regola <strong>di</strong> Pauling: correlazione tra forza <strong>di</strong>legame e <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> legame.Cristallochimica speciale. Strutture a impacchettamento compatto <strong>di</strong> ioniossigeno: strutture AX, AX2, A2X3. Strutture AB2O4 (spinelli). Distribuzione<strong>degli</strong> elementi nei processi geologici: eccezioni alle regole <strong>di</strong> Goldschmidt eRingwood. Teoria del campo cristallino. Energie <strong>di</strong> stabilizzazione in campoottaedrico e in campo tetraedrico. Effetto Jahn-Teller. Gli elementi <strong>di</strong>transizione nei processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione magmatica. Ripartizione traminerali coesistenti.Polimorfismo e politipismo: aspetti termo<strong>di</strong>namici, aspetti strutturali. Esempi<strong>di</strong> polimorfismo. Struttura tipo olivina. Struttura tipo granato. Struttura tipohumite. Polisomatismo: definizione ed esempi. Strutture del compostoAl2SiO5. Silicati a catena. Connessioni <strong>di</strong> catene tetraedriche ed ottaedriche:modalità <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> connessione. Pirosseni, pirossenoi<strong>di</strong>, anfiboli, biopiriboli.Dagli inosilicati ai fillosilicati. Principali famiglie <strong>di</strong> fillosilicati. Politipismonelle miche. Silicati a impalcatura tri<strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong> tetraedri. Feldspatoi<strong>di</strong> ezeoliti: caratteristiche strutturali e proprietà.Soluzioni solide ideali; soluzioni “regolari”.Cristallochimica <strong>di</strong> alta temperatura; espansioni poliedriche. Cristallochimica <strong>di</strong>alta pressione; compressibilità poliedriche. Pressione, temperatura ecomposizione come variabili strutturali ‘analoghe’. Limiti assoluti perl’estensione e la compressione dei legami. Caso <strong>di</strong> Si-O. Mineralogia delmantello. Informazioni <strong>di</strong> carattere geofisico e petrologico. Informazioni <strong>di</strong>carattere cristallografico: isostrutturalità <strong>di</strong> silicati e germanati. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>altissima pressione. Strutture <strong>di</strong> alta pressione: β-Mg 2 SiO 4 , γ-Mg 2 SiO 4 ,struttura tipo ilmenite, struttura tipo “Sr 2 PbO 4 ”, struttura tipo perovskite,34


struttura tipo hollan<strong>di</strong>te. Trasformazioni <strong>di</strong> fase nel mantello. Ruolo del silicioin coor<strong>di</strong>nazione ottaedrica.Obiettivi formativiAcquisizione <strong>degli</strong> strumenti per consentire la “lettura” <strong>di</strong> un minerale o <strong>di</strong> unafamiglia <strong>di</strong> minerali a partire dalle loro caratteristiche cristallochimiche, ecomprensione delle relazioni tra proprietà chimiche, fisiche e cristallografichee l’ambiente geologico in cui il minerale si è formato.Comprensione delle relazioni tra le trasformazioni mineralogiche (transizioni<strong>di</strong> fase, femonemi <strong>di</strong> politipismo) e l’ambiente <strong>di</strong> formazione ed evidenziazionedella correlazione tra caratteristiche cristallochimiche e variazioni dellecon<strong>di</strong>zioni termo<strong>di</strong>namiche.Verifica dell’ appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Bloss F.D. (1971): Crystallography and crystal chemistry. Holt, Rinehart &Winston, New York (in particolare cap. 8 e 9).- Carobbi G. (1971): Trattato <strong>di</strong> mineralogia. USES, Firenze (part. cap. 3).- Papike J.J. & Cameron M. (1976): Crystal chemistry of silicate minerals ofgeophysical interest. Rev. Geophys. Space Phys., 14, 37-80.- Hazen R.M. & Finger L.W. (1982): Comparative crystal chemistry. Wiley,New York (in particolare cap. 6-10).- Papike J.J. (1987): Chemistry of rock-forming silicates: ortho, ring, andsingle-chain structures. Rev. Geophys., 25, 1483-1526.- Papike J.J. (1988): Chemistry of rock-forming silicates: multiple-chain, sheetand framework structures. Rev. Geophys., 26, 407-444.- McElhinny M.W. (ed.) (1979): The Earth: its origin, structure and evolution.Academic Press, London (in particolare cap. 1, 7 e 8).- Griffen D.T. (1992): Silicate crystal chemistry. Oxford University Press,Oxford (in particolare cap. 1-8).Commissione d’esame: M. Pasero, E. Bonaccorsi, N. Perchiazzi, P. Orlan<strong>di</strong>.Orario <strong>di</strong> ricevimento: tutti i giorni dalle 9 alle 11 (su appuntamento).35


Elena BonaccorsiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraCRISTALLOGRAFIA6 CFU – lezioni frontaliProgramma del corsoPrima parte: Determinazione <strong>di</strong> strutture cristalline.Cristallografia geometrica. Ripetizioni perio<strong>di</strong>che: traslazioni, rotazioniproprie e improprie. Simmetria. Cenni <strong>di</strong> teoria dei gruppi. La simmetriatraslazionale dei cristalli. Reticolo. Cella elementare, cella primitiva e cellemultiple. Gruppi <strong>di</strong> simmetria nello spazio bi<strong>di</strong>mensionale. Gruppi <strong>di</strong> rotazioniproprie e improprie. Limitazioni alla simmetria rotazionale. Reticolibi<strong>di</strong>mensionali. I 17 gruppi del piano. Gruppi <strong>di</strong> simmetria nello spaziotri<strong>di</strong>mensionale. Limitazioni alla simmetria rotazionale nei cristalli: or<strong>di</strong>ne<strong>degli</strong> assi n = 1, 2, 3, 4, 6. I 32 gruppi cristallografici del punto o classicristalline. I sette sistemi cristallini. Forma esterna dei cristalli: facce, in<strong>di</strong>cidelle facce, legge <strong>di</strong> razionalità <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>ci. La simmetria traslazionale deicristalli. I 14 reticoli bravaisiani. I gruppi spaziali bravaisiani. Introduzione <strong>di</strong>elicogire e slittopiani.Cristallografia a raggi X. Natura e produzione dei raggi X. Assorbimento deiraggi X. Meto<strong>di</strong> per la rivelazione dei raggi X. Generalità sui fenomeni <strong>di</strong>interferenza e <strong>di</strong>ffrazione. Equazioni <strong>di</strong> Laue. Equazione <strong>di</strong> Bragg ecorrispondenza con le equazioni <strong>di</strong> Laue. Il reticolo reciproco e la sfera <strong>di</strong>Ewald. Meto<strong>di</strong> sperimentali. Determinazione della simmetria <strong>di</strong> Laue.Determinazione della cella elementare e assegnazione <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>ci. Assenzesistematiche e determinazione del gruppo spaziale <strong>di</strong> un cristallo.Diffrattometro per cristallo singolo. Cristallografia strutturale. Diffusione daparte <strong>di</strong> un elettrone; <strong>di</strong>ffusione da parte <strong>di</strong> un atomo; il fattore <strong>di</strong> struttura. Lariflessione integrata. Fattori <strong>di</strong> Lorentz, <strong>di</strong> polarizzazione, e <strong>di</strong> assorbimento.Estinzione primaria e secondaria. Simmetria della <strong>di</strong>ffrazione. Assenzesistematiche. La funzione densità elettronica e la sua espansione in serie <strong>di</strong>Fourier. Il problema della fase. Funzione <strong>di</strong> Patterson. Metodo dell'atomopesante. Raffinamento delle strutture cristalline. Sintesi delle <strong>di</strong>fferenze.Metodo dei minimi quadrati. Risultati dell'analisi: <strong>di</strong>stanze ed angoli <strong>di</strong> legame;poliedri <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione.Seconda parte: Applicazioni alle Scienze della TerraStu<strong>di</strong> strutturali ad alta temperatura e alta pressione. Apparecchiature peralta e bassa temperatura. Apparecchiature per <strong>stu<strong>di</strong></strong> ad alta pressione. Stu<strong>di</strong>o insitu <strong>di</strong> trasformazioni (es. <strong>di</strong>sidratazioni). Trasformazioni <strong>di</strong> fase.Trasformazioni or<strong>di</strong>ne-<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Esempi.36


Mineralogia del mantello. Mineralogia sperimentale <strong>di</strong> alta pressione etrasformazioni <strong>di</strong> fase nel mantello.Discontinuità a 400 km: trasformazionedelle olivine. Trasformazione dei pirosseni. Discontinuità a 650 km.Discontinuità a 1050 km. Mantello inferiore: 1050 – 2885 km.Obiettivi FormativiConoscenza <strong>degli</strong> elementi basilari della cristallografia geometrica e dellemetodologie <strong>di</strong> indagine strutturale condotta con <strong>di</strong>ffrazione <strong>di</strong> raggi X.Conoscenza delle principali applicazioni della cristallografia alle Scienze dellaTerra.Parole chiave: Mineralogia, cristallografia, <strong>di</strong>ffrazione, raggi X, or<strong>di</strong>ne,struttura.Verifica dell’ appren<strong>di</strong>mento: esame orale con votoTesti consigliati:- Materiale <strong>di</strong>dattico: appunti, testi delle lezioni, file pdf scaricabili dal sitoufficiale del corso (https://sites.google.com/site/cristallografia)- Clegg W., Blake A.J., Gould R.O., Main P.: Crystal Structure Analysis.Principles and Practice. Oxford University Press (presente in bibliotecastudenti).Testi da consultazione :- International Tables for X-ray Crystallography - Brief teaching e<strong>di</strong>tion.(presenta ed illustra i principali concetti relativi alle simmetrie <strong>di</strong> gruppospaziale, esemplificati me<strong>di</strong>ante una scelta tra i più frequenti gruppi spaziali).- Rigault G.: Simmetria e cristalli. (semplice e chiara trattazione <strong>degli</strong> aspetti <strong>di</strong>simmetria <strong>di</strong> strutture ‘bi<strong>di</strong>mensionali’).Commissione <strong>di</strong> esame: Bonaccorsi, Merlino, PaseroOrario <strong>di</strong> ricevimento: Martedì 12-14,Giovedì 12-14.Mauro RosiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraFISICA DEL VULCANISMO6 CFU – lezioni frontali37


Programma del corsoParte ILe cristi vulcaniche eruttive attraverso l'analisi e la <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> casi <strong>stu<strong>di</strong></strong>o(hazard e gestione dell'emergenza). L'eruzione del 1980 del vulcano St Helens(USA), L'eruzione del vulcano <strong>di</strong> Moinserrat (Piccole Antille), l'eruzione dlvulcano Stromboli 2002-2003 Isole Eolie), l'eruzione del Nevado del Ruiz1985 (Colombia), L'eruzione del vulcano Pinatubo del 1991 (Filippine),l'eruzione dl lago <strong>di</strong> Nyos (Cameroon) .Parte IIProcessi fisici che regolano i fenomeni eruttivi. Stoccaggio del magma, calderee camere magmatiche, evidenze petrologiche, geofisiche e geologiche dellaloro esistenza. Formazione delle camere magmatiche. Le camere magmatichecome fattore <strong>di</strong> controllo del processo vulcanico. Il ruolo dei volatili nellarottura delle pareti della camera magmatica. Il ruolo dei volatili nel processovulcanico. Volatili nel magma e loro solubilità. Nucleazione delle bolle nelmagma, crescita delle bolle per <strong>di</strong>ffusione e decompressione, coalescenza dellebolle. Frammentazione del magma e influenza dei volatili sullo stile eruttivo.Eruzioni sostenute, influenza delle bolle <strong>di</strong> gas prima della frammentazione,accelerazione della miscela gas frammenti magmatici. Contenuto in gas evelocità <strong>di</strong> uscita della miscela. Forma del condotto, geometria della bocca evelociotà <strong>di</strong> uscita.Pennacchi eruttivi delle eruzioni sostenute. Fattori <strong>di</strong>controllo dell'altezza del pennacchio eruttivo. Caduta dei frammenti dallacolonna eruttiva e dal pennacchio. Colonne eruttive instabili, densità e altrtifattori <strong>di</strong> controllo dell'instabilità. Eruzioni esplosive transienti , esplosionimagmatiche e modellazione delle esplosioni magmatiche transienti. Esplosionitransienti che coinvolgono acqua esterna e tipi <strong>di</strong> eruzioni idromagmatiche. Iprodotti (tefra) delle eruzioni idromagmatiche. Processi <strong>di</strong> caduta e <strong>di</strong> flussonella messa inposto dei materiali piroclastici. Processo <strong>di</strong> caduta dai marginidella colonna convetiva e dalla regione dell'ombrello. Velocità <strong>di</strong> caduta deiclasti. Caratteristiche delle colonne e <strong>di</strong> corrispondenti depositi. Applicazionedei modelli delle colonne eruttive e stima delle velocità <strong>di</strong> uscita dei clasti edell'intensità dell'eruzione, determinazione del volume dell'eruzione e delladurata dell'eruzione. Correnti <strong>di</strong> densità piroclastica e loro depositi. Originedelle correnti <strong>di</strong> densità piroclastica (collasso <strong>di</strong> fontana, esplosioni <strong>di</strong>rezionalie collasso <strong>di</strong> duomi). Ignimbriti e processo <strong>di</strong> messa in posto. Colate <strong>di</strong> lava,tipi <strong>di</strong> lave, reologia dei flussi lavici, controllo reologico della geometria deiflussi lavici. Moto della lava, lunghezza dei flussi <strong>di</strong> lava, superficie tessituraledei flussi <strong>di</strong> lava. Stili eruttivi, scala delle eruzioni e frequenza delle eruzioni.Con<strong>di</strong>zioni per l'acca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> eruzioni effusive. Composizione chimica delmagma e eruzioni esplosive. Composizione e eruzioni esplosive transienti,composizione e eruzioni esplosive sostenute (ruolo della viscosità e ruolo delcontenuto in gas). Dimensione e frequanza delle eruzioni Eruzioni elastiche eanelastiche. Eruzioni <strong>di</strong> magnitudo eccezionale. Pericolosità vulcanica e38


monitoraggio vulcanico. Tipi <strong>di</strong> pericoli vulcanici. Previsione a lungo e abreve termine delle eruzioni.Obiettivi formativiGli obiettivi del corso sono <strong>di</strong> far familiarizzare lo studente con il tema dellecrisi vulcaniche e dei <strong>di</strong>versi aspetti della loro gestione. Il corso si prefiggeanche <strong>di</strong> analizzare da un punto <strong>di</strong> vista fisico il processo eruttivo e i pericolida esso prodotti. Gran parte <strong>di</strong> questi concetti sono qualitativamente esten<strong>di</strong>biliad altri tipi <strong>di</strong> rischi naturali.Modalità <strong>di</strong> verifica dell'appren<strong>di</strong>mento: Esame orale con votoTesto consigliato Fundamendals of Physical VolcanologyCommissione d'esame: Rosi, Santacroce, SbranaOrario <strong>di</strong> ricevimento: Lune<strong>di</strong> 10-12GEOCHIMICA APPLICATA ALLA VULCANOLOGIA6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 2 CFU laboratorioPaola MarianelliDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoCaratteristiche dei corpi magmatici: tipi, geometrie e <strong>di</strong>mensioni. I sistemi <strong>di</strong>alimentazione dei vulcani attivi. Esempi <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> alimentazione in <strong>di</strong>versiambienti (es: Islanda, Hawaii, Etna, S.Helens, Montserrat, Pinatubo,VesuvioCampi Flegrei ecc.).Concetti <strong>di</strong> camera magmatica, mush column, sistemi superficiali e profon<strong>di</strong>.Processi chimico-fisici in camere magmatiche, processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione,convezione, <strong>di</strong>ffusione, stratificazione, zonature composizionali e termiche.Evoluzione <strong>di</strong> serbatoi magmatici in sistema chiuso e processi a sistema aperto:rialimentazioni, degassamento e interazioni con le rocce incassanti, processi <strong>di</strong>mescolamento. Mescolamento fisico vs. ibri<strong>di</strong>zzazione. Ruolo del mixingnell’evoluzione termica e composizionale delle camere magmatiche e39


nell’innesco e nella <strong>di</strong>namica delle eruzioni. Dinamica delle cameremagmatiche, processi <strong>di</strong> cristallizzazione alla parete, formazione e migrazionedel fronte <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>ficazione, comportamento dei volatili nella cameramagmatica ed all’interfaccia con l’incassante, skarn e cornubianiti, rocce <strong>di</strong>parete e informazioni da loro derivanti. Processi e modalità <strong>di</strong> estrazione e <strong>di</strong>risalita <strong>di</strong> magmi. Modelli <strong>di</strong> estrazione. I volatili nei magmi: comportamentodelle specie volatili nei vari processi evolutivi; essoluzione e separazione <strong>di</strong>una fase fluida (modalità, ruolo della fase fluida essolta nei processi <strong>di</strong>degassamento in sistema aperto, nell’innesco delle eruzioni e nei meccanismieruttivi, negli scambi con l’incassante). Ricostruzione del ruolo dei sistemi <strong>di</strong>alimentazione nei fenomeni precursori, <strong>di</strong> innesco ed eruttivi.Relazioni tra <strong>di</strong>namica delle eruzioni e processi nei sistemi <strong>di</strong> alimentazione.Principali tecniche <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei depositi vulcanici. Utilizzo della tecnicaSEM-EDS in vulcanologia: analisi morfoscopiche su rocce piroclastiche emicroanalisi su minerali, inclusioni e vetri vulcanici. Tecniche analitiche per lo<strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle inclusioni silicatiche: preparazione dei campioni, microanalisi EDS eWDS, microspettrometria a infrarosso (Fourier Transform Infrared FT-IR) suinclusioni e vetri vulcanici, microtermometria ottica, caratteristiche dellepiattaforme riscaldanti, strategie <strong>di</strong> impiego e <strong>di</strong> indagine. Metodologie <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>odei sistemi <strong>di</strong> alimentazione: conoscenze derivanti da tecniche <strong>di</strong>rette,perforazioni profonde, geofisica, camere magmatiche fossili, e da tecnichein<strong>di</strong>rette, derivanti dallo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> frazioni iuvenili, litici “cognate”, litici,petrologia sperimentale, inclusioni silicatiche e fluide. Le inclusioni silicatiche efluide e lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle camere magmatiche: stime delle temperature <strong>di</strong>cristallizzazione dei magmi, stima delle pressioni <strong>di</strong> cristallizzazione dei magmi,percorso evolutivo dei fusi magmatici, evoluzione delle fasi volatili, modelli <strong>di</strong>solubilità, formazione e evoluzione della fase fluida. Interpretazione dei dati infunzione della ricostruzione dei processi <strong>di</strong> evoluzione dei magmi nel sistema <strong>di</strong>alimentazione e delle con<strong>di</strong>zioni PTX in camera magmatica pre-eruttive esineruttive.Esercitazioni pratiche in laboratorio.Obiettivi formativiApprofon<strong>di</strong>mento della conoscenza dei sistemi <strong>di</strong> alimentazione dei vulcaniattivi e principali tecniche <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Relazioni tra funzionamento dei sistemi <strong>di</strong>alimentazione, <strong>di</strong>namiche delle eruzioni e caratteristiche dei depositi vulcanici.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Sigurdsson, H. (E<strong>di</strong>tor in Chief) (2000): Encyclope<strong>di</strong>a of Volcanoes.Academic Press. San Diego. 1417 pp.40


- Wholetz K. & Heiken G. (1992): Volcanology and geothermal energy. Univ.of California Press. 432 pp.- Carroll and Holloway (1994): Volatiles in magmas. Reviews in Mineralogyvol. 30. 517 pp.- Roedder E. (1984): Fluid inclusions. Reviews in Mineralogy vol. 12, 646 pp.- De Vivo B., Bodnar R.J. (2003): Melt inclusions in volcanic systems.Developments in Volcanology vol. 5, 258 pp.Commissione d’esame: P. Marianelli, R. Santacroce, A. Sbrana.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Giovedì, 10 – 12.Patrizia MaceraDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraGEOCHIMICA E GEODINAMICA6 CFU –lezioni frontaliIl corso è sud<strong>di</strong>viso in tre moduli <strong>di</strong> circa 16 ore <strong>di</strong> lezione nei quali vengonotrattati: la geochimica e geochimica isotopica sistematica, la tettonica globale ele associazioni tettonomagmatiche, esempi illustrativi dei vari ambientigeo<strong>di</strong>namici.Programma del corsoCenni storici sulla deriva dei continenti. Teorie fissiste e mobiliste. La tettonicadelle placche. Litosfera ed astenosfera. Distribuzione e profon<strong>di</strong>tà delle zonesismiche terrestri. Limiti <strong>di</strong> placca <strong>di</strong>vergenti, trasformi e convergenti.Vulcanismo associato ai margini <strong>di</strong> placca. Vulcanismo intraplacca. Mantleplumes.Utilizzazione dei dati geochimici per in<strong>di</strong>viduare le sorgenti dei magmi el'ambiente geo<strong>di</strong>namico <strong>di</strong> serie magmatiche antiche. La geochimica <strong>degli</strong>elementi in traccia: elementi alcalini ed alcalino-terrosi; le REE; gli elementiad alto potenziale ionico o HFSE; gli elementi <strong>di</strong> transizione; gli elementi delgruppo del Pt (PGE). I <strong>di</strong>agrammi multi-elementari o spidergrams normalizzatial mantello primitivo (PM), condriti (Cho), MORB e loro utilizzazione per ilriconoscimento delle varie associazioni magmatiche. Diagrammi <strong>di</strong><strong>di</strong>scriminazione tettonica. I rapporti fra elementi incompatibili come tracciantigeochimici <strong>di</strong> sorgenti.Utilizzazione <strong>degli</strong> isotopi ra<strong>di</strong>ogenici in Geocronologia e Geologia isotopica.Variazione della composizione isotopica dello Sr e del Nd nei basalti oceanici.41


Geologia isotopica <strong>di</strong> Sr, Nd e Pb. Riconoscimento dei vari serbatoi mantellicie crostali. Sistematica isotopica Lu-Hf e Re-Os e sue applicazioni allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>odelle rocce ignee.Struttura e composizione del mantello terrestre. Teorie sulla sua eterogeneità.Movimenti convettivi nel mantello. Convezione stratificata, globale e zonata.Evidenze geofisiche e geochimiche. Lo strato D".Teorie sulla genesi dei basalti intraplacca oceanici e continentali. Concetto <strong>di</strong>“mantle plume” ed ipotesi sui vari tipi <strong>di</strong> hotspot. Il magmatismo <strong>di</strong> ambienteconvergente. Il contributo della crosta oceanica e continentale nella sorgentedei magmi <strong>di</strong> arco. Caratteristiche geochimiche ed isotopiche del magmatismo<strong>di</strong> arco.Teorie sulla genesi dei magmi <strong>di</strong> arco. Il contributo dei se<strong>di</strong>menti e della crostaoceanica nella composizione dei magmi; gli strumenti geochimici da utilizzareper il loro riconoscimento. Processi <strong>di</strong> mixing e AFC.I traccianti geochimici come strumenti per l'in<strong>di</strong>viduazione delle sorgentimagmatiche e della eterogeneità del mantello. Ambienti geo<strong>di</strong>namici delleprincipali associazioni magmatiche. Relazioni fra geo<strong>di</strong>namica e geochimicadei magmi. Esempi tratti dal magmatismo Cenozoico dell’area Euro-Me<strong>di</strong>terranea.Obiettivi formativiPadronanza <strong>degli</strong> strumenti essenziali necessari a collegare i principaliambienti geo<strong>di</strong>namici con le caratteristiche geochimiche dei magmi. Lettura e<strong>di</strong>nterpretazione, ad un livello generale, dei fondamentali traccianti geochimicied isotopici atti ad identificare i processi petrogenetici che presiedonol’evoluzione del sistema crosta-mantello.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Faure G. (1986): Principles of isotope geology (2 nd ed.). J. Wiley & Sons. 589pp.- Rollinson H. (1993): Using geochemical data: evaluation, presentation,interpretation. Longman. 352 pp.- Varie lezioni possono essere scaricare dahttp://www.imwa.info/Geochemie/Chapters.html- Materiale elettronico fornito dai docentiCommissione d’esame: P. Macera, D. Gasperini.Orario <strong>di</strong> ricevimentoP. Macera: Giovedì, 10 – 12.42


GEODINAMICA9 CFU – 6 CFU lezioni frontali;2 CFU lezioni fuori sedeRodolfo CarosiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoPlacche litosferiche, definizione tipi e driving forces. Cenni sui <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong>approccio alla geo<strong>di</strong>namica: osservazione, modellizzazione analogica enumerica. Comportamento reologico dei materiali litosferici; influenza dellatemperatura, pressione e flui<strong>di</strong>. Meccanica dei cunei orogenici. Evoluzionegeo<strong>di</strong>namica delle catene <strong>di</strong> collisione.La catena Himalayana. Struttura collisionale e iper-collisione. Geometria,deformazione e metamorfismo delle principali unità tettoniche della catenaHimalayana: la Successione Se<strong>di</strong>mentaria Tibetana, il cristallino dell’altoHimalaya, l’Himalaya inferiore e la catena del Siwalik. I graniti Miocenicidell’alto Himalya e i graniti nord himalayani. I duomi <strong>di</strong> gneiss nordhimalayani. Cenni sulla sutura dell’Indo-Tsangpo e sulla evoluzione tettonicapre-collisionale.Discontinuità tettoniche principali: il Main Central Thrust e South TibetanDetachment System. Sismicità attiva. Meccanismi <strong>di</strong> esumazione delle roccemetamorfiche e delle unità <strong>di</strong> alta pressione: erosione, estensione, estrusione echannel flow.La catena Varisica sud-Europea. Richiami sulla catena Varisica europea. Lestrutture nella catena Varisica circum-me<strong>di</strong>terranea (Corsica, Sardegna, Pireneiorientali, Catena Costiera Catalana, Massiccio dei Mauri-Esterel).La struttura della catena Varisica in Sardegna: zona interna, zona a falde e zonaesterna. Principali successioni coinvolte, deformazione polifasica,metamorfismo e magmatismo. Il metamorfismo Barroviano e la sovraimpronta<strong>di</strong> HT-BP. Le eclogiti e i belt <strong>di</strong> rocce <strong>di</strong> alta pressione; il problema della suturaCarbonifera. Shear belt e deformazione traspressiva post-collisionale:cinematica ed esumazione dei complessi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o e alto grado metamorfico.Datazioni geocronologiche <strong>degli</strong> eventi deformativi. Tentativi <strong>di</strong> ricostruzionepaleogeo<strong>di</strong>namica.Il corso verrà integrato da esercitazioni su carte geologiche regionali,costruzione <strong>di</strong> sezioni geologiche <strong>di</strong> ampie porzioni <strong>di</strong> crosta deformata.Saranno inoltre analizzati campioni a mano e numerose sezioni sottili <strong>di</strong>metamorfiti e tettoniti provenienti dalle catene esaminate al fine <strong>di</strong> favorirel’inquadramento delle strutture e del metamorfismo nel contesto tettonico dellecatene <strong>di</strong> collisione.Obiettivi formativi43


Acquisizione <strong>degli</strong> elementi <strong>di</strong> base della geo<strong>di</strong>namica e delle conoscenze perlo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o tettonico e strutturale delle deformazioni presenti a vari livelli crostalinelle catene <strong>di</strong> collisione.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Carmignani L. (2001): Geologia della Sardegna. Note illustrative della CartaGeologica della Sardegna a scala 1:200.000. Memorie Descrittive della CartaGeologica d’Italia. Vol. LX, pp. 1-283.- Camignani et al. (1994): The Hercynian chain in Sar<strong>di</strong>nia, Geo<strong>di</strong>namica Acta. 7, 1,31-47.- Carosi R., Frassi C., Montomoli C., Iacopini D. (2006): Excursion in theVariscan Basement of Northern Sar<strong>di</strong>nia (Italy): Field Guide. In: (eds.) Köhn,D. & De Paor D., Journal of the Virtual Explorer, Electronic E<strong>di</strong>tion, ISSN 1441-8142, Volume 22, Paper 3.- Carosi R., Lombardo B., Musumeci G., Pertusati P.C. (1999): Geology of theHigher Himalayan Crystalline in Eastern Nepal (Khumbu Himal). In:Advances on the geology of the Himalaya. Focus on Nepal (P. Le Fort & B.N.Upreti eds.), Journal of Asian Earth Science, 17, 785-803.- Yin A & Harrison M. (1996): The tectonic evolution of Asia. CambridgeUniversity Press., pp. 1-666.- Articoli scientifici specifici verranno consigliati durante il corso.Commissione d’esame: R. Carosi, P. Pertusati, C. Montomoli.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì, 11 – 13.GEOFISICA APPLICATA6 CFURivolgersi al Presidente del Corso <strong>di</strong> Laurea Magistrale Geofisica <strong>di</strong>Esplorazione ed applicata Prof. Beverini (beverini@df.unipi.it)44


GEOLOGIA APPLICATA ALL’AMBIENTE9 CFU - 8 CFU lezioni frontali; 1CFU lezioni fuori sede ed esercitazioniAlberto PuccinelliDipartimento <strong>di</strong> Scienzedella TerraProgramma del corsoStu<strong>di</strong> per il controllo della <strong>di</strong>namica fluvialeValutazione e controllo delle piene nei corsi d’acqua (cenni). L’erosione lungoi versanti e lungo gli alvei quale responsabile del carico solido <strong>di</strong> un corsod’acqua. La <strong>di</strong>namica <strong>degli</strong> alvei. I <strong>di</strong>ssesti in alveo. Il rilevamento geologicoper la previsione della <strong>di</strong>namica fluviale. Tecniche d’intervento per laprevisione e la riduzione delle esondazioni e delle inondazioni.Stu<strong>di</strong> per il risanamento dei terreni e delle acque sotterranee contaminateLo sviluppo delle contaminazioni. Piano d’indagini per la bonifica.In<strong>di</strong>viduazione dell’origine dell’inquinamento. Gli interventi <strong>di</strong> bonifica acarattere geologico. Gli inquinamenti da idrocarburi. la protezionedall’inquinamento: controllo delle riserve idriche e monitoraggio.Geologia urbanaIl ruolo del geologo nella progettazione <strong>di</strong> scarichi <strong>di</strong> rifiuti urbani e industriali.La compatibilità ambientale <strong>degli</strong> inse<strong>di</strong>amenti industriali, agricoli e abitativi,dei sistemi fognari, <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche, ecc. Approvvigionamenti idrici e problemiconnessi. Stu<strong>di</strong> geologici <strong>di</strong> supporto per la stesura dei piani regolatori.Il rischio idrogeologico-ambientale nella costruzione <strong>di</strong> strade e gallerieIl rischio geologico nella progettazione <strong>di</strong> opere. Valutazione del rischio nellacostruzione <strong>di</strong> strade e gallerie: indagini geognostiche, problemi connessi conla stabilità dei versanti, con le falde idriche, con la subsidenza indotta daidrenaggi, con lo smaltimenti <strong>degli</strong> inerti.Il nuovo <strong>di</strong>ritto ambientale e le mo<strong>di</strong>fiche al testo unico sull’ambiente(seminari integrativi della Dott. D. Marchetti)Principi fondamentali <strong>di</strong> tutela dell’ambiente. D.Lgs. 152/06: il nuovo testounico sull’ambiente. Il correttivo D.Lgs. 4/2008. La bonifica dei siticontaminati secondo gli art. 242 e 249. Il Piano <strong>di</strong> caratterizzazione ambientale.L’Analisi <strong>di</strong> Rischio sito-specifica in sintesi. Competenze <strong>di</strong> Stato ed EntiPubblici in materia <strong>di</strong> ambiente. VIA e VAS – La normativa in meritoall’impatto ambientale. La tutela delle acque nel <strong>di</strong>ritto ambientale. Normativa45


ambientale regionale e nazionale a confronto. Disciplina delle terre e rocce dascavo – dal D. Lgs. 152/06 alla Legge Convers. 2/2009.EsercitazioniIn campagna. Rilievi geologici per la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un modello geologicopreliminare per la progettazione delle indagini geognostiche <strong>di</strong> sottosuolonecessarie per <strong>stu<strong>di</strong></strong> idrogeologici, sulla stabilità dei versanti, ecc.In aula. Elaborazione dati, sezioni e carte tematicheObiettivi formativiAlla fine del corso lo studente sarà in grado <strong>di</strong> dare una valutazione <strong>di</strong> massimadelle piene nei corsi d'acqua, con particolare riferimento ai meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> riduzionedelle esondazioni e delle inondazioni. Potrà in<strong>di</strong>viduare tratti <strong>di</strong> torrente e <strong>di</strong>fiume dove si formi deposito o dove si eserciti erosione e pre<strong>di</strong>sporre quin<strong>di</strong> gliidonei sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. Saprà in grado <strong>di</strong> localizzare l'originedell'inquinamento e <strong>di</strong> sviluppare piani d'indagine a carattere geologico per labonifica dei terreni e delle acque sotterranee contaminate da sversamenti <strong>di</strong>varia natura. Fornirà il modello geologico e stabilirà la compatibilitàambientale per la progettazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche, <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti industriali,agricoli e abitativi, dei sistemi fognari, ecc.. Evidenzierà e fornirà elementi perla risoluzione <strong>di</strong> problemi connessi con gli approvvigionamenti idrici.Svilupperà <strong>stu<strong>di</strong></strong> geologici <strong>di</strong> supporto per la stesura dei piani regolatori. Sapràvalutare il rischio idrogeologico-ambientale nella costruzione <strong>di</strong> strade egallerie, dove particolare importanza assumeranno i problemi connessi con lastabilità dei versanti, con le falde idriche, con la subsidenza indotta daidrenaggi, con lo smaltimenti <strong>degli</strong> inerti. Avrà le nozioni sufficienti perl’utilizzazione <strong>di</strong> strumenti informatici nella modellazione <strong>di</strong> versanti instabilie <strong>di</strong> sistemi idrogeologici.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati:P. Canuti, U. Crescenti & V. Francani (2008) – Geologia applicataall’ambiente. Casa E<strong>di</strong>trice AmbrosianaB. W. Pipkin, D. D. Trent & R. Hazlett (2007) – Geologia ambientale. PiccinNuova Libraria S.p.A.M. Civita (2005) - Idrogeologia applicata e ambientale. Casa E<strong>di</strong>triceAmbrosianaGonzales de Vallejo (2005) – Geoingegneria. Pearson ed. Milano46


E. Mariotti, M. Iannantuoni (2008) - Il nuovo <strong>di</strong>ritto ambientale - II e<strong>di</strong>zioneaggiornata - Maggioli E<strong>di</strong>toreCommissione d’esame: A. Puccinelli, G. D’Amato Avanzi, R. Giannecchini,A. Pochini, D. MarchettiOrario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì, 11 – 13.GEOLOGIA DEI BASAMENTI CRISTALLINI6CFU – 5 CFU <strong>di</strong> lezioni frontali; 1 CFU <strong>di</strong> lezione fuori sedeGiovanni MusumeciDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoBasamenti cristallini: definizione e contesti tettonici <strong>di</strong> esposizione e relazionibasamento-copertura. Tipologia della deformazione, meccanismi deformativi,analisi delle meso e microstrutture, con<strong>di</strong>zioni fisiche <strong>di</strong> deformazione.Associazioni metamorfiche e relazioni blastesi metamorfiche-deformazione.Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> geotermobarometria, percorsi P-T-deformazione, evoluzione termomeccanicaed esempi <strong>di</strong> evoluzione orogenica <strong>di</strong> un basamento. Magmatismo edeformazione: il magmatismo sintettonico, elementi strutturali, deformazionemagmatiche e sub- magmatiche. Riattivazione ed esumazione dei basamenticristallini, modalità <strong>di</strong> deformazione, ruolo del basamento, sovrapposizione <strong>di</strong>strutture tettoniche. Associazioni strutturali, zone milonitiche, gneiss domes,core complex.Obiettivi formativiConoscenze dei caratteri strutturali e metamorfici dei basamenti cristallini.Riconoscimento delle tipologie deformative e delle evoluzioni metamorfiche inrelazione ai processi orogenici. Conoscenza delle <strong>di</strong>verse metodologie <strong>di</strong> analisiapplicabili nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei basamenti cristallini.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Bouchez J.L., Hutton D.H.W. & Stephens W.E. (1997): Granite: fromsegregations of melts to emplacement fabrics. Petrology and structural geologyseries. Kluwer Academic Publishers.47


- Burg J.P. & Ford M. (1997): Orogeny through time. Geological Society ofLondon. Special publications No 121.- Knipe R.J. & Rutter E.H. (1990): Deformation mechanism, rheology andtectonics. Geological Society of London. Special publications No 54.- Kornprobst J. (2002): Metamorphic rocks and their geodynamic significance.Petrology and structural geology series. Kluwer Academic Publishers.- Passchier C.W. & Trouw R.A.J. (1996): Microtectonics. Springer-Verlag Berlin.- Ring U., Brandon M.T., Lister G.S. & Willett S.D. (1999): Exhumationprocesses: normal faulting, ductile flow and erosion. Geological Society ofLondon. Special publications No 154.Commissione d’esame: G. Musumeci, G. Molli.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Martedì, 11 – 13.GEOLOGIA ECONOMICA6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 2 CFU laboratorioAnna GioncadaDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoI minerali industriali e metallici: produzione, impieghi, valore economico eprincipali cause delle sue variazioni. Terminologia <strong>di</strong> base specialistica del settore.Fattori che rendono un deposito <strong>di</strong> minerali industriali o metallici economicamentesfruttabile: fattori geologici, petrografici, mineralogici, economici, ambientali.Principali processi geologici che determinano lo sviluppo <strong>di</strong> concentrazioni <strong>di</strong>risorse minerali d’interesse economico: processo magmatico, magmaticoidrotermale,idrotermale, se<strong>di</strong>mentario e supergenico. Principali tipi <strong>di</strong> depositid’interesse economico, esempi da situazioni reali. Meto<strong>di</strong> d’indagine delle roccemineralizzate, con particolare riferimento alle informazioni ottenibili dalletessiture, strutture e paragenesi delle rocce mineralizzate, alle potenzialità delleinclusioni fluide, alla geotermometria e geobarometria. Meto<strong>di</strong> e costidell’esplorazione e dello sfruttamento.LaboratorioApplicazioni dei principali meto<strong>di</strong> petrografici d’indagine delle roccemineralizzate, in particolare osservazione al microscopio ottico e inmicroscopia elettronica a scansione, applicazioni dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle inclusionifluide.48


Obiettivi formativiCompetenze <strong>di</strong> base riguardanti la genesi e lo sfruttamento <strong>di</strong> depositi <strong>di</strong>minerali e rocce che presentano un valore economico. Acquisizione delleconoscenze basilari sull’utilizzo dei principali minerali metallici e industriali,sul loro valore economico e sulle principali cause delle sue oscillazioni, sui piùimportanti processi geologici responsabili dello sviluppo <strong>di</strong> depositieconomicamente sfruttabili e sul loro reperimento.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto, con <strong>di</strong>scussione su unarticolo scientifico concordato con il docente.Testi consigliati- Evans A. (1993): Ore Geology and industrial minerals- an introduction.Blakwell Scientific Publication.- Robb L. (2004): Introduction to ore forming processes. Blackwell Publishing,373 pp.- Manning D.A.C. (1995): Introduction to industrial Minerals. Chapman &Hall.- Harben P.W. (2002): The Industrial Minerals HandyBook - A Guide toMarkets, Specifications, & Prices. Fourth E<strong>di</strong>tion, Industrial MineralsInformation Services, UKCommissione d'esame: A. Gioncada, R. Mazzuoli, P. Armienti, L. Leoni, M.Lezzerini.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Mercoledì, 12 – 13; Venerdì, 12 – 13.49


GEOMORFOLOGIA APPLICATA9 CFU – 6 CFU lezioni frontali; 1CFU laboratorio; 2CFU lezioni fuori sedeCarlo BaroniDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoIntroduzione. I campi <strong>di</strong> applicazione della Geomorfologia. Risposte <strong>degli</strong>agenti geomorfologici alle sollecitazioni ambientali e antropiche. Cambiamenticlimatici globali e mo<strong>di</strong>ficazioni ambientali, esempi del passato e tendenzeevolutive. Pericolosità geomorfologica. Criteri geomorfologici per lavalutazione d’impatto ambientale.Geomorfologia antropica. L’uomo come agente morfogenetico: dall’uso delfuoco all’attività estrattiva, dall’inse<strong>di</strong>amento preistorico all’ambiente urbano.Disboscamento, erosione accelerata e desertificazione. Forme artificiali delrilievo. Pratiche agricole e irrigue; terrazzamenti artificiali. Aree <strong>di</strong> bonifica ebacini artificiali. Deviazioni fluviali. Aree estrattive e <strong>di</strong>scariche d’inerti.Conseguenze <strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette dell’attività antropica sull’ambiente. Casi <strong>di</strong><strong>stu<strong>di</strong></strong>o con esempi d’indagini integrate geomorfologiche, geoarcheologiche egeofisiche.Geomorfologia applicata alle aree <strong>di</strong> pianura e <strong>di</strong> costa. Evoluzione <strong>degli</strong> alveifluviali e delle piane <strong>di</strong> esondazione. Paleoalvei. Ricostruzione cronologica <strong>di</strong>eventi alluvionali. Principali interventi antropici in aree <strong>di</strong> pianura. Indaginiintegrate (geomorfologiche, se<strong>di</strong>mentologiche, geologiche e geofisiche) per lo<strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’evoluzione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> pianura. Variazioni del livello del mare, cause econseguenze. Fattori naturali e antropici nella <strong>di</strong>namica costiera. Erosionecostiera, tecniche <strong>di</strong> monitoraggio e interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.Geomorfologia applicata alla <strong>di</strong>namica dei versanti. Erosione del suolo edegradazione dei versanti. Coni <strong>di</strong> detrito e <strong>di</strong> debris flows. Tipologia, stile,stato <strong>di</strong> attività e <strong>di</strong>stribuzione dei fenomeni franosi. Deformazioni gravitativeprofonde e <strong>di</strong> versante. Esempi <strong>di</strong> indagini integrate (geomorfologiche,geologiche, dendrocronologiche e geofisiche) per l’identificazione del rischio<strong>di</strong> frana e per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> fenomeni franosi.Geomorfologia applicata all’ambiente glaciale. Significato ambientale deighiacciai. Principali strategie <strong>di</strong> indagini topografiche e geofisiche in glaciologiae in geomorfologia glaciale (georadar, prospezioni geoelettriche). Dissesti in areeglacializzate. Indagini integrate geomorfologiche, glaciologiche e geofisiche inambiente alpino e antartico.Geomorfologia applicata all’ambiente periglaciale. Il permafrost: significatoclimatico e paleoclimatico, <strong>di</strong>stribuzione geografica. Indagini termiche e50


geofisiche per la determinazione della presenza, spessore e tipo <strong>di</strong> permafrost(monitoraggio delle temperature superficiali, georadar, prospezionigeoelettriche). Degradazione delle aree a permafrost (esempi alpini). Esempi <strong>di</strong>indagini integrate geomorfologiche e geofisiche applicate in ambienteperiglaciale alpino.EsercitazioniCartografia geomorfologica con finalità applicative. Fotointerpretazione,rilevamento, e fasi <strong>di</strong> elaborazione; esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e informatizzazione deidati. Analisi <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Carte geomorfologiche ad in<strong>di</strong>rizzo applicativoin aree intensamente antropizzate.Lezioni fuori sedeAppennino Sett., Versilia, pianura <strong>di</strong> Pisa, cave <strong>di</strong> Carrara, Alpi Apuane, Alpi(rilevamento).Obiettivi formativiConoscenza dei principali campi <strong>di</strong> applicazione della Geomorfologia;riconoscimento e interpretazione dei principali processi <strong>di</strong> pericolositàgeomorfologica; capacità <strong>di</strong> applicare tecniche d’indagine geomorfologica per lo<strong>stu<strong>di</strong></strong>o della <strong>di</strong>namica ambientale, per la pianificazione e la gestione delterritorio, per la definizione del rischio geomorfologico e per la valutazionedell’impatto ambientale dell’attività antropica.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto (+ eventuali relazioni).Testi consigliati: <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>spense online.- Panizza M. (1995): Geomorfologia applicata. La Nuova Italia Scientifica.- Panizza M. (2005): Manuale <strong>di</strong> Geomorfologia Applicata. Franco Angeli Ed.- Cooke R.U. & Doornkamp J.C. (1990): Geomorphology in environmentalmanagement. Clarendon Press, Oxford.- Selby M.J. (1985): Hillslope materials and processes. Clarendon Press,Oxford.Commissione d'esame: C. Baroni, A. Ribolini, F. Rapetti, M. Pappalardo.Orario <strong>di</strong> ricevimentoC. Baroni: Martedì, 9 – 11; Giovedì, 16 – 18.51


Giovanni ZanchettaDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraGEOPEDOLOGIA6 CFU –lezioni frontaliScopo del corsoIl suolo come interfaccia naturale fra atmosfera, idrosfera, biosfera e litosferarappresenta un archivio naturale ricco <strong>di</strong> informazioni sulle con<strong>di</strong>zioniambientali al momento della sua formazione e del suo sviluppo. Il corso sipropone <strong>di</strong> fornire le conoscenze generali per l’utilizzo dei suoli come archiviper ricavare informazioni utili alla ricostruzione dell’ambiente e delle suevariazioni sia <strong>di</strong> origine naturale che introdotte dall’uomo.Programma del corsoRichiami <strong>di</strong> pedologia generale: il processo <strong>di</strong> “weathering”, l’alterazione deiminerali, delle rocce e della materia organica, i prodotti dell'alterazione, tipologiae con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> formazione delle nuove fasi e loro stabilità/mobilità. I fattoridella pedogenesi ed i processi pedogenetici principali, relazione fra suolo, climaed ambiente. Il fattore “tempo” per lo sviluppo dei suoli. Il ruolo dei suoli nelciclo del carbonio e nella produzione <strong>di</strong> CO 2 . Significato “geologico” dei suoli.Relazione tra suolo e ambienti deposizionali continentali. Suoli sepolti epaleosuoli, uso in stratigrafia e geomorfologia. Come “datare” un suolo. I suolicome archivi naturali dell’ambiente passato. Metodologie chimiche ed isotopicheper lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei suoli e dei paleosuoli e le implicazioni per le ricostruzioniambientali. Introduzione allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> altri archivi naturali che possono fornireinformazioni in<strong>di</strong>rette sullo sviluppo ed evoluzione dei suoli. I processi <strong>di</strong>erosione dei suoli: l’impatto antropico ed i processi naturali. Gli archivi naturalidei processi erosivi dei suoli. Il suolo come risorsa, il suo sfruttamento, il suolocome fattore limitante allo sviluppo delle società umane.Obiettivi formativiFornire le conoscenze per l’utilizzo dei suoli in ambito geologico e loro utilizzoper le ricostruzioni ambientali.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Cremaschi M., Rodolfi G. (1991): Il suolo. Pedologia nelle ScienzedellaTerra e nella valutazione del territorio. NIS, Roma, 428 pp.- Baize D., Jabiol B. (1995): Guide pour la descirption des sols. INRA E<strong>di</strong>tions, Paris,375 pp.52


- Birkeland P.W. (1974): Pedology, weathering and geomorphologicalresearch. Oxford Univeristy Press, London, 285 pp.- Magal<strong>di</strong> D., Ferrari G.A. (1984): Conoscere il suolo: introduzione allapedologia. ETAS Libri, Milano, 107 pp.- White E.R. (2007): Principles and practice of soil science. The soil as aNatural Resource. Blackwell.Commissione d’esame: G. Zanchetta, G. Leone, P. Macera.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Mercoledì, 9 – 10.53


Alberto PochiniDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraGEOTECNICA6 CFU- lezioni frontaliProgramma del corsoParametri fisici e meccanici dei terreni. Assortimento granulometrico, pesospecifico, limiti <strong>di</strong> Atterberg, ecc. Prove <strong>di</strong> laboratorio per la lorodeterminazione. Classificazione dei terreni me<strong>di</strong>ante tali grandezze in<strong>di</strong>ce.Compressibilità e consolidazione, teoria del Terzaghi, caratteristiche delleattrezzature e modalità esecutive dalla prova edometrica, calcolo deice<strong>di</strong>menti e valutazione del tempo <strong>di</strong> consolidazione.Resistenza a taglio e legge <strong>di</strong> Coulomb-Terzaghi, apparecchi <strong>di</strong> taglio <strong>di</strong>retto eapparecchio triassiale, modalità esecutive della prova ed utilizzo dei datidesumibili.Prove geotecniche in situ. Programmazione delle prove geotecniche,attrezzature e modalità esecutive delle prove correlazioni e dati desumibili.Attrezzature per la misura delle pressioni neutre, modalità <strong>di</strong> installazione ecaratteristiche <strong>di</strong> funzionamento.Pen<strong>di</strong>i instabili. Teoria <strong>degli</strong> stati limite dei terreni, spinta attiva e spintapassiva, tecniche <strong>di</strong> contenimento e verifiche <strong>di</strong> stabilità.Controlli sui pen<strong>di</strong>i instabili, grandezze da porre sotto controllo strumentale,tecniche e strumenti per il controllo in continuo e perio<strong>di</strong>co.Rilievo <strong>di</strong> spostamenti me<strong>di</strong>ante sistemi inclinometrici, tipi <strong>di</strong> strumenti ecaratteristiche, elaborazioni delle misure anche me<strong>di</strong>ante PC.Fondazioni superficiali. Reazioni del terreno, pressione limite <strong>di</strong> rottura,carichi <strong>di</strong> sicurezza, ce<strong>di</strong>menti delle fondazioni e carichi ammissibili.Fondazioni profonde. Caratteristiche costruttive e tipologie, <strong>di</strong>stribuzione deicarichi e tensioni indotte, calcolo della portata.Obiettivi formativiConoscenza delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei terreni e delle lororelazioni con le principali problematiche nell'utilizzo dei terreni. Conoscenzadelle attrezzature e delle tecniche <strong>di</strong> utilizzo.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- K. Terzaghi, R.B. Peck: Geotecnica. Utet.54


- C. Cestelli Gui<strong>di</strong>: Geotecnica e tecnica delle fondazioni. Hoepli.- F. Lancellotta: Geotecnica. Zanichelli.- P. Colombo, F. Colleselli: Elementi <strong>di</strong> geotecnica. Zanichelli.- F Cestari: Prove geotecniche in sito. Geo-Graph.Esercizi:- Menzie, Simonson: Esercizi <strong>di</strong> geotecnica. Flaccovio.- Colleselli Soranzo: Esercizi <strong>di</strong> geotecnica. Cleup.- V. Pizzonia: Esercizi <strong>di</strong> geotecnica. Or<strong>di</strong>ne Naz. Geologi.- P. Colosimo: Problemi <strong>di</strong> geologia Tecnica. Nuove Ricerche.Commissione d'esame : A. Pochini, A. Puccinelli, G. D'Amato Avanzi, R.Giannecchini.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì, 10 – 13.55


GEOTERMIA9 CFU: 7 CFU lezioni frontali; 2 CFU lezione fuori sedeProgramma del corsoIntroduzione al corso: la geotermia fonte <strong>di</strong> energia rinnovabile a basso impattoambientale. Origine del calore terrestre. Il flusso <strong>di</strong> calore. Conduzione econvezione. Anomalie geotermiche e geo<strong>di</strong>namica. Relazioni tra vulcanismo egeotermia. Le sorgenti delle anomalie termiche nella crosta superficiale, cameremagmatiche in aree vulcaniche, intrusioni, aree <strong>di</strong>stensive (rift, ecc.). Ilraffreddamento <strong>di</strong> corpi magmatici per conduzione e convezione.I sistemi idrotermali. Classificazione. Sistemi in aree vulcaniche, sistemiconnessi ad intrusioni, sistemi connessi ad aree <strong>di</strong>stensive. I flui<strong>di</strong> idrotermali.Acque e gas. Proprietà chimiche e fisiche. I minerali <strong>di</strong> alterazione idrotermale.I processi <strong>di</strong> interazione acqua-roccia, generalità. La zoneografia dei sistemiidrotermali. Esempi <strong>di</strong> sistemi idrotermali in sfruttamento industriale.I campi geotermici, tipi, caratteristiche e loro classificazione. Lo sfruttamentodei campi geotermici. Usi dei flui<strong>di</strong> geotermici.Generazione <strong>di</strong> elettricità, concetti principali, panorama italiano e mon<strong>di</strong>ale.Usi <strong>di</strong>retti dei flui<strong>di</strong> geotermici, tipi <strong>di</strong> impieghi (<strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Lindal),situazione e prospettive. Energia geotermica ed ambiente. Impatto ambientalelegato a esplorazione e produzione dei flui<strong>di</strong> geotermici.Lezione fuori sede nell'area geotermica toscana: la geologia dei campi, lemanifestazioni naturali, l'alterazione idrotermale superficiale.Lezione fuori sede negli impianti industriali ENEL <strong>di</strong> Larderello: gli impianti<strong>di</strong> perforazione geotermica, gli impianti per la generazione <strong>di</strong> elettricità, gliimpianti per usi <strong>di</strong>retti dei flui<strong>di</strong> geotermici.Obiettivi formativiConoscenza dei principi base dei sistemi geotermici, tipologie <strong>di</strong> sistemigeotermici. Padronanza delle tecniche <strong>di</strong> esplorazione geotermica. Padronanza<strong>degli</strong> aspetti geologici relativi alla utilizzazione e sfruttamento dei flui<strong>di</strong>geotermici.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Ellis A.J., Mahon W.A.J. (1977): Chemistry and Geothermal systems.- Ver<strong>di</strong>ani G., Sommaruga C. (1992): Elementi <strong>di</strong> Geotermia.- Barbier E., Santoprete G. (1993): L'Energia Geotermica.- Pirajno F. (1993): Hydrothermal mineral deposits.56


- Wholetz K., Heiken G. (1993): Volcanology and Geothermal energy.Commissione d'esame:Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì, 11 – 13.57


IDROGEOLOGIA6CFU – 5CFU lezioni frontali; 1 CFU esercitazioniProgrammaRichiami sui concetti <strong>di</strong> base dell’idrogeologia: ciclo idrologico, proprietàidrogeologiche delle rocce, concetto <strong>di</strong> falda, legge <strong>di</strong> Darcy, rappresentazioniidrogeologiche, intrusione salina, perforazione, completamento e sviluppopozzi.Determinazione del coefficiente <strong>di</strong> permeabilità in laboratorio e in sito. Uso deitraccianti in idrogeologia.Ricerca <strong>di</strong> acqua nel sottosuolo: tecniche <strong>di</strong> rilevamento <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto.Prospezioni geofisiche: indagini sismiche e geoelettriche nel reperimento dellarisorsa idrica.Idrogeologia <strong>degli</strong> acquiferi carsici: definizioni, caratteristiche eproblematiche.Le sorgenti: classificazioni principali, opere <strong>di</strong> captazione. Regime delleportate delle sorgenti. Valutazione delle riserve idriche sotterranee: concetti <strong>di</strong>riserva, risorsa e immagazzinamento. Stu<strong>di</strong>o <strong>degli</strong> idrogrammi in regime noninfluenzato. Coefficiente <strong>di</strong> esaurimento.Prove <strong>di</strong> pompaggio su pozzi per acqua: in<strong>di</strong>viduazione dei parametri <strong>di</strong> pozzo,curva caratteristica, portata critica, portata ottimale <strong>di</strong> esercizio, raggio <strong>di</strong>influenza. In<strong>di</strong>viduazione dei parametri dell’acquifero, permeabilità,coefficiente <strong>di</strong> immagazzinamento, trasmissività. Teoria dell’equilibrio <strong>di</strong>Dupuit e del non equilibrio <strong>di</strong> Theis, formule <strong>di</strong> approssimazione logaritmica <strong>di</strong>Jacob. Prove <strong>di</strong> pompaggio a gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> portata e <strong>di</strong> lunga durata. Analisi deilimiti dell’acquifero. Interferenza tra pozzi: principio <strong>di</strong> sovrapposizione <strong>degli</strong>effetti, effetto barriera.Problemi geologici e idrogeologici connessi con l’utilizzazione delle acquesuperficiali me<strong>di</strong>ante invasi artificiali; tipi <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> sbarramento, <strong>di</strong>ghe etraverse in calcestruzzo e materiali sciolti e relative problematiche. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>fattibilità geologica e idrogeologica <strong>di</strong> uno sbarramento: rilievi e prove sulterreno, prove <strong>di</strong> permeabilità della roccia <strong>di</strong> fondazione <strong>di</strong> uno sbarramento,cenni relativi ai problemi esecutivi; tenuta del bacino d’invaso e stabilità dellesponde del futuro lago.Idrogeochimica: caratteristiche dell’acqua, composizione delle acquesotterranee, caratteristiche chimiche dei principali ioni e molecole <strong>di</strong>sciolte;caratteristiche fisiche e chimiche delle acque sotterranee, prelievo <strong>di</strong> campioni,<strong>di</strong>agrammi idrochimici principali; classificazione delle acque. Vulnerabilità<strong>degli</strong> acquiferi. Cenni <strong>di</strong> idrologia isotopica. Cenni <strong>di</strong> modellazione numerica.58


Obiettivi formativiIl corso si propone formare una figura professionale capace <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare,sfruttare, gestire e conservare la risorsa idrica; precisare e risolvere leproblematiche connesse con l’interferenza tra risorsa idrica e attività antropica(pozzi, sorgenti, inquinamento delle falde acquifere, cuneo salino, costruzioni,sbarramenti, ecc.).Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati a carattere generaleCELICO P. (1986) - Prospezioni idrogeologiche Voll. 1 e 2. Liguori Ed.,Napoli.CERBINI G. & GORLA M. (2004) - Idrogeologia applicata. Geo-Graph,Segrate.CETRARO F. (2010) - Idrogeologia e opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idraulica. EPC libri,Roma.CIVITA M. (2005) - Idrogeologia applicata e ambientale. Ambrosiana,Milano.CUSTODIO E. & LLAMAS M.R. (2005) - Idrologia sotterranea Voll. 1 e 2.Flaccovio Ed., Palermo.FITTS C.R - Groundwater science. Academic Press, 2002.GORLA M. (2009) - Idrogeofisica. Geofisica applicata all’idrogeologia.Flaccovio Ed., Palermo.GORLA M. (2010) - Pozzi per acqua. Manuale tecnico <strong>di</strong> progettazione.Flaccovio Ed., Palermo.PRANZINI G. (2009) - Le acque sotterranee. Pitagora Ed., Bologna.RIGA G. (2011) - Esercizi risolti <strong>di</strong> ingegneria geotecnica e geologiaapplicata. EPC Ed., Roma.SINGHAL B.B.S. & GUPTA R.P. (2010) - Applied hydrogeology of fracturedrocks. SpringerPer l’argomento “invasi artificiali”:IPPOLITO F., NICOTERA P., LUCINI P., CIVITA M., DE RISO R. (1975) -Geologia Tecnica. Ise<strong>di</strong>.GONZALEZ DE VALLEJO L.I. (2005) - Geoingegneria. Pearson - PrenticeHall.SCESI L., PAPINI M. & GATTINONI P. (2003) - Geologia Applicata. Vol. 2.Applicazioni ai progetti <strong>di</strong> ingegneria civile. Ambrosiana, Milano.TANZINI M. (2008) - Impianti idroelettrici. Flaccovio Ed, Palermo.Commissione d'esame: da definire.59


Orario <strong>di</strong> ricevimento:LABORATORIO DI GEMMOLOGIA6CFU- 4CFU lezioni frontali, 2CFU esercitazioniPaolo Orlan<strong>di</strong>Dipartimento Scienze della TerraPer il programma rivolgersi al titolare del corsoPALEONTOLOGIA E GEOLOGIA DEL QUATERNARIO6 CFU –lezioni frontaliLuca RagainiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraCronologia e cronostratigrafia del Quaternario: dal “Newer Pliocene” <strong>di</strong> Lyellall’interpretazione attuale. Il limite Plio-Pleistocene: interpretazione ufficiale enuove proposte. GSSP e Golden Spike. La tripartizione del Pleistocene. Età epiani del Pleistocene: successioni marine e continentali a confronto.Geocronologia, stratigrafia isotopica, stratigrafia magnetica e biostratigrafia delQuaternario. I “proxy data” come archivi per la ricostruzione dell’evoluzioneclimatica nel Quaternario. Ciclicità climatica e controllo orbitale.Glaciazioni: potenziali meccanismi <strong>di</strong> innesco <strong>degli</strong> eventi glaciali nel Neogenee Quaternario. Il concetto tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> glaciale ed interglaciale. La MPRcome transizione tra Pleistocene “preglaciale” e Pleistocene “glaciale”. Effettidelle glaciazioni sull’evoluzione dell’ambiente.Paleogeografia e bioeventi nel Bacino Me<strong>di</strong>terraneo dalla transizione Plio-Pleistocene all’Olocene. Il significato <strong>di</strong> “ospiti boreali” ed “ospiti cal<strong>di</strong>” nellemalacofaune del Pleistocene. Biocronologia del Plio-Pleistocene: le UnitàFaunistiche a gran<strong>di</strong> mammiferi ed il contributo dei micromammiferi. Le fauneinsulari. Le estinzioni al passaggio Pleistocene-Olocene.Obiettivi formativiConoscenza dell’evoluzione del concetto <strong>di</strong> Quaternario e <strong>degli</strong> eventi utilizzatiper definirne i limiti e la ripartizione. Conoscenza dei principali strumentiutilizzati per le datazioni assolute e relative nel Quaternario. Conoscenzadell’evoluzione climatica del Quaternario e della sua influenza sugli ambienti esulle faune. Comprensione delle relazioni tra evoluzione delle faune marine econtinentali del Bacino Me<strong>di</strong>terraneo e l’evoluzione paleogeografia e climaticadell’area nel Plio-Pleistocene.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.60


Testi consigliati- Dispense fornite dal docente.- Williams M. et al. (1998): Quaternary environments. Arnold E<strong>di</strong>tor.- Lone J.J. & Walker M.J.C. (1997): Reconstructing Quaternary environments.Longman.- Elias (ed.) (2007): Encyclope<strong>di</strong>a of Quaternary Sciences (4 voll). Elsevier.- Anderson D.E. et al (2007): Global environments through the Quaternary.OUP.- Mahaney W.C. (ed.) (1984): Quatemary Dating Methods. Development. inPaleontology and Stratigraphy. n. 7. Elsevier.Commissione d’esame: L. Ragaini, G. Zanchetta, G. Bianucci.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Giovedì, 14 – 16.61


PALEONTOLOGIA STRATIGRAFICA6 CFU –lezioni frontaliGabriella BagnoliDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corso- Importanza dei fossili per la scansione temporale <strong>degli</strong> eventi geologici.- Categorie della classificazione stratigrafica e terminologia stratigrafica perciascuna categoria. Proce<strong>di</strong>menti per istituire e rivedere le unità stratigrafiche.- Stratotipi e località tipo.- Definizione e tipi <strong>di</strong> unità biostratigrafiche. Proce<strong>di</strong>menti per istituire le unitàbiostratigrafiche e per effettuare correlazioni biostratigrafiche.- Definizione e tipi <strong>di</strong> unità cronostratigrafiche. Proce<strong>di</strong>menti per istituire leunità biostratigrafiche e per effettuare correlazioni cronostratigrafiche.La scala cronostratigrafica globale e le scale cronostratigrafiche regionali.- Rapporti tra i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> unità stratigrafiche. (2 CFU)- Biostratigrafia quantitativa: metodo della correlazione grafica <strong>di</strong> Shaw eanalisi <strong>di</strong> clusters.- Rapporti tra biostratigrafia e biofacies.- Biostratigrafia integrata. Integrazione tra unità biostratigrafiche basate su<strong>di</strong>versi gruppi tassonomici ed integrazione con unità basate su <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>stratigrafici (paleomagnetismo, isotopi stabili, ecc.).- Utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> chimico-fisici in intervalli temporali nei quali i meto<strong>di</strong>biostratigrafici non sono risolutivi. (2 CFU)- Esempi pratici dell’applicazione dei meto<strong>di</strong> biostratigrafici in intervallistratigrafici selezionati <strong>di</strong> anno in anno. (2 CFU)Obiettivi formativiFornire allo studente le basi teoriche necessarie per utilizzare i <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>stratigrafici ed in particolare per stabilire relazioni tra fossili e tempogeologico.Mettere lo studente in grado <strong>di</strong> analizzare la geometria, la composizione bioticaed i rapporti temporali <strong>di</strong> una successione fossilifera.Fornire allo studente le basi necessarie per valutare le <strong>di</strong>stribuzioni dei fossiliin <strong>di</strong>verse aree paleogeografiche ed in <strong>di</strong>versi ambienti deposizionali.62


Mettere lo studente in grado <strong>di</strong> utilizzare meto<strong>di</strong> quantitativi e chimico-fisiciper in<strong>di</strong>viduare relazioni temporali tra successioni se<strong>di</strong>mentarie.Verifica dell'appren<strong>di</strong>mento: prova finale con elaboratoTesti consigliati- Salvador A. (ed.), 1994 – International Stratigraphic Guide. GeologicalSociety of America- Prothero D. R., 1989 – Interpreting the stratigraphic record. Freeman &Co. New York.Dispense fornite dal docente.Commissione d’esame: G. Bagnoli, L. Ragaini, W. Lan<strong>di</strong>ni.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Martedì 16-18Pietro ArmientiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraPETROFISICA6 CFU- lezioni frontaliProgramma del Corso (Frequenza Obbligatoria)Stereologia; analisi <strong>di</strong> immagine; forme dei granuli. Orientazioni dei reticolicristallini dei granuli. Densità, porosità, proprietà meccaniche, elettriche ,magnetiche e termiche delle rocce. Laboratorio <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> immagineEsercitazioniDurante il corso sono previste circa 10 ore <strong>di</strong> esercitazioni per- Segmentazione <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> rocce e misure <strong>di</strong> Crystal Size Distribution- Determinazione quantitativa <strong>di</strong> parametri tessiturali tamite l’uso <strong>di</strong> GIS.Obiettivi FormativiLo studente dovrà essere in grado <strong>di</strong> effettuare misure quantitative deiparametri tessiturali <strong>di</strong> una roccia usando strumenti <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> immaginebasati su tecniche GIS e saper utilizzare criticamente i dati relativi ai parametrifisici delle rocce in relazione al contesto geologico <strong>di</strong> origine e/o agli impieghiVerifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi Consigliati63


Durante il corso sono <strong>di</strong>stribuiti appunti curati dal titolare del corso ed unaserie <strong>di</strong> articoli su argomenti base per gli opportuni ampliamenti.Si consigliano inoltre le seguenti letture:Philpotts, A.R. (1990) : Principles of igneous and metamorphic petrology.Prentice Hall. N.Jersey. 498 pp.Ragland P.C (1989) : Basic analytical petrology . Oxford University Press.369pp.Commissione d’esame: P. Armienti, S. Rocchi, M. D’OrazioOrario <strong>di</strong> ricevimento: lune<strong>di</strong> 11.00-12.30 e giovedì 15.30-17.00Marco LezzeriniDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraPETROGRAFIA APPLICATA6 CFU – lezioni frontaliProgramma del corsoLe rocce ed il loro impiego in architettura: classificazione scientifica ecommerciale (marmi, graniti e pietre), estrazione, trasformazione e campi <strong>di</strong>impiego. Caratteristiche chimiche e minero-petrografiche, proprietà fisiche,proprietà <strong>di</strong> resistenza a sollecitazioni meccaniche ed altre proprietà tecniche(<strong>di</strong>visibilità, colore, ecc.) dei materiali lapidei. Il deterioramento naturale dellerocce. Il deterioramento della pietra in opera: cause ed effetti. Problemi etecniche <strong>di</strong> intervento conservativo-protettivo su opere realizzate con materialilapidei. Le pietre del costruito storico: pietre ornamentali e da costruzionedell'antichità classica e dell'e<strong>di</strong>lizia me<strong>di</strong>evale delle principali città dellaToscana. Principali materiali lapidei coltivati e/o commercializzati in Italia.Rocce utili come materie prime industriali: aggregati, argille industriali e dalaterizi, pietre da calce, rocce per leganti idraulici, gesso, materie prime per laproduzione <strong>di</strong> vetro, refrattari, isolanti termici e acustici. Caratterizzazione,produzione ed impiego <strong>di</strong> malte a base <strong>di</strong> leganti inorganici (leganti antichi ecementi moderni). Le argille e le loro proprietà: elementi <strong>di</strong> tecnologia e <strong>di</strong>archeometria dei materiali ceramici.Laboratorio64


Stu<strong>di</strong>o qualitativo e quantitativo <strong>di</strong> materiali lapidei naturali ed artificiali e deiloro prodotti <strong>di</strong> degrado me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong>struttive e non <strong>di</strong>struttive (XRF,XRPD, MO, MOC, TG/DSC/QMS, SEM/EDS). Misura delle principaliproprietà fisiche e meccaniche (densità reale ed apparente, assorbimentid’acqua per capillarità ed immersione totale, porosità aperta e porosità totale,resistenza meccanica a compressione, flessione e taglio, durezza Knoop) <strong>di</strong>materiali lapidei naturali ed artificiali (marmi, graniti, pietre, malte, aggregati),secondo i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> prova prescritti dalle vigenti normative nazionali e<strong>di</strong>nternazionali (UNI, UNI EN, ASTM). Confezionamento e caratterizzazione <strong>di</strong>paste, <strong>di</strong> malte aeree e <strong>di</strong> malte cementizie a <strong>di</strong>verso rapporto acqua/legante.Obiettivi formativiIl corso, <strong>di</strong> carattere teorico e pratico, ha lo scopo <strong>di</strong> fornire le conoscenze <strong>di</strong>base sull'utilizzo delle rocce come materiali naturali da costruzione e per usiindustriali. Alla fine del corso, gli studenti dovranno conoscere e saperclassificare i geomateriali utilizzati in e<strong>di</strong>lizia, valutare le migliori con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> impiego dei materiali lapidei naturali ed artificiali in base alle lorocaratteristiche chimiche, minero-petrografiche ed alle loro proprietà tecniche, ericonoscere le forme <strong>di</strong> alterazione e degrado della pietra in opera.Verifica dell'appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto. Sarà parte integrantedell’esame la <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> una relazione scritta, preparata dallo studente, suun argomento concordato con il docente che preveda la raccolta, l’elaborazionee l’interpretazione <strong>di</strong> dati sperimentali.Testi consigliatiAppunti delle lezioni in forma ipertestuale prodotti e <strong>di</strong>stribuiti dal docente. Perapprofon<strong>di</strong>menti:AA.VV. (a cura <strong>di</strong> Lorenzo Lazzarini) (2004): Pietre e Marmi Antichi.CEDAM, Padova, pp. 194.Amoroso G.G. (2002): Trattato <strong>di</strong> scienza della conservazione dei monumenti.Alinea, Firenze, pp. 416.Amoroso G.G., Fassina V. (1983): Stone decay and conservation. Elsevier,Amsterdam, pp. 453.Collepar<strong>di</strong> M. (1991): Scienza e tecnologia del calcestruzzo. Hoepli, Milano,pp. 551.Desio A. (1985): Geologia applicata all'Ingegneria. Hoepli, Milano, pp. 1193.Fiori C. (2006): I materiali dei beni culturali. Aracne, Roma, pp. 196.Franceschi S., Germani L. (2007): Il degrado dei materiali nell’e<strong>di</strong>lizia. DEI,Roma, pp.179.Lazzarini L., Laurenzi Tabasso M. (1986): Il Restauro della Pietra. CEDAM,Padova, pp. 319.65


Manning D.A.C. (1995): Industrial minerals. Chapman & Hall, London, pp.276.Menicali U. (1992): I materiali dell’e<strong>di</strong>lizia storica. Carocci, Roma, pp. 304.Primavori P. (1999): Pianeta pietra. Zusi, Verona, pp. 326.Smith W.F. (2004): Scienza e tecnologia dei materiali. McGraw-Hill, Milano,pp. 623.Taylor H.F.W. (1990): Cement chemistry. Academic Press, London, pp. 475.Winkler E.M. (1997): Stone in Architecture: Properties, Durability (3rd ed.).Springer-Verlag, Berlin, pp. 313.Commissione d'esame: M. Lezzerini, P. Armienti, A. Gioncada.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì, Martedì, 11-13.Sergio RocchiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraPETROGRAFIA REGIONALE6 CFU – lezioni frontaliProgramma del corsoRelazioni tra attività ignea ed ambienti geo<strong>di</strong>namici. Inquadramentogeo<strong>di</strong>namico generale dell'area Me<strong>di</strong>terranea dal Paleozoico all'Attuale:revisione critica dei principali modelli evolutivi. Caratteristiche petrografiche,geochimiche, petrologiche e giaciturali delle associazioni magmatiche(plutoniche, vulcaniche e subvulcaniche) dell’area italiana.Campo <strong>di</strong> fine corso.Ciclo Ercinico. Magmatismo pre-ercinico. Carnia e Sardegna. MagmatismoErcinico e postcollisionale tardo-Ercinico. Alpi, Sardegna-Corsica, Calabria.Ciclo Alpino-Appenninico. Sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> rift Adria-Europa. Magmatismointraplacca Triassico-Creataceo. Sta<strong>di</strong>o Oceanico. Magmatismo Giurassico eassociazioni ofiolitiche del bacino oceanico Ligure-Piemontese. Sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> arcomagmatico. Vulcanismo Oligo-Miocenico della Sardegna e arenitidell’Appennino settentrionale. Sta<strong>di</strong>o postcollisionale Alpino. Magmatismointrusivo delle Alpi e vulcanismo Eocenico-Oligocenico del Veneto. Sta<strong>di</strong>opostcollisionale Appenninico ed estensione continentale. MagmatismoMiocenico-Quaternario della Provincia Magmatica Toscana. VulcanismoQuaternario della Provincia Magmatica Romana e Umbra. Vulcanismo Plio-Quaternario della Provincia Campana. Sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> retroarco ed oceanizzazioneTirrenica. Vulcanismo Plio-Quaternario della Sardegna e del Tirreno66


meri<strong>di</strong>onale (sottomarino). Subduzione ionica. Vulcanismo Quaternariodell’arco e dei seamounts eoliani. Attività ignea intraplacca. Attività vulcanicaQuaternaria dei Monti Iblei e <strong>di</strong> Ustica. I casi particolari ai lati della placcaIonica del Monte Vulture e del Monte Etna. Rift del Canale <strong>di</strong> Sicilia.Vulcanismo Plio-Pleistocenico <strong>di</strong> Linosa e Pantelleria.Obiettivi formativiAcquisizione <strong>di</strong> un quadro petrogenetico delle rocce ignee italiane in relazioneall’evoluzione geo<strong>di</strong>namica della Penisola Italiana dal Paleozoico alQuaternario.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: Esame orale, inclusivo della <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> unarelazione scritta <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento concordata con il docente.Testi consigliati- AA.VV. (2004): A showcase of the Italian research in petrology: magmatismin Italy. Perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Mineralogia, 73 (Special issue n. 1).- CNR (1983): Structural model of Italy. CNR-Progetto FinalizzatoGeo<strong>di</strong>namica.- Innocenti F., Serri G., Ferrara G., Manetti P.,Tonarini S. (1992): Genesis andclassification of the rocks of the Tuscan Magmatic Province: thirty years afterMarinelli's model. Acta Vulcanologica, 2, 247-265.- Marinelli G. (1975): Magma evolution in Italy. In: G.H. Squyres (E<strong>di</strong>tor),Geology of Italy. The Hearth Science Society of the Libyan Arab Republic,Tripoli, pp. 165-219.- Peccerillo A. (2005): Plio-Quaternary volcanism in Italy. Springer-Verlag,Berlin Heidelberg, 365 pp.- Poli G., Perugini D., Rocchi S., Dini, A. (2003): Miocene to Recent plutonismand volcanism in the Tuscan Magmatic Province (central Italy). Perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong>Mineralogia, 72, Special issue n. 2.- Vai G.B. & Martini I.P. (2001): Anatomy of an Orogen - The Apennines andadjacent Me<strong>di</strong>terranean Basins. Kluwer Academic Publishers, Dordrecht-Boston-London, 632 pp.Il carattere inter<strong>di</strong>sciplinare del corso necessita inoltre della lettura <strong>di</strong> unabibliografia specifica e specialistica, che viene comunicata agli studenti nelcorso delle lezioni.Commissione d’esame: S. Rocchi, M. D’Orazio, P. Armienti, A. Gioncada.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì, 12 – 13; Martedì, 12 – 13.67


PETROLOGIA9 CFU, 6CFU lezioni frontali; 3 CFU esercitazioniProf Pietro ArmientiDipartimento <strong>di</strong> <strong>scienze</strong> della TerraProgramma del corsoRichiami alla struttura interna della Terra. La <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> pressioni etemperature all’interno della Terra: gra<strong>di</strong>ente litostatico, origine del caloreterrestre, gra<strong>di</strong>ente geotermico, flusso <strong>di</strong> calore. Il magma: struttura, proprietàfisiche e termochimiche. Il movimento del magma. Il raffreddamento dei corpiignei per conduzione e per irraggiamento.Fondamenti <strong>di</strong> termo<strong>di</strong>namica e il principi dell’equilibrio chimico: i sistemitermo<strong>di</strong>namici e le variabili termo<strong>di</strong>namiche, energia, calore e lavoromeccanico, il primo principio della termo<strong>di</strong>namica, l’Entalpia, il secondoprincipio della termo<strong>di</strong>namica. l’Entropia, la terza legge della termo<strong>di</strong>namica,l’equazione <strong>di</strong> Gibbs e i potenziali termo<strong>di</strong>namici, l’energia libera <strong>di</strong> Gibbs el’equilibrio tra fasi, la termo<strong>di</strong>namica delle soluzioni, soluzioni ideali esoluzioni regolari, la costante <strong>di</strong> equilibrio. La regola delle fasi <strong>di</strong> Gibbs.Introduzione all’uso del co<strong>di</strong>ce MELTS.Diagrammi <strong>di</strong> fase in petrologia: sistemi binari e ternari <strong>di</strong> importanzapetrologica, costruzione, lettura e applicazione geologica <strong>di</strong> <strong>di</strong>agrammi binari eternari <strong>di</strong> vario tipo, cenno ai sistemi quaternari, il ruolo <strong>di</strong> H 2 O, CO 2 e fugacità<strong>di</strong> ossigeno nei progessi petrogenetici, i buffers <strong>di</strong> fugacità <strong>di</strong> ossigeno.Petrogenesi dei basalti, andesiti e graniti in relazione all’ambientegeo<strong>di</strong>namico.Principi ed applicazioni <strong>di</strong> geotermometria e geobarometria in sistemi ignei emetamorfici.Obiettivi formativi: Conoscere i principali reservoirs terrestri e la variazionedei principali parametri chimico-fisici con la profon<strong>di</strong>tà. Saper utilizzare datitermo<strong>di</strong>namici relativi a fasi minerali, liqui<strong>di</strong> silicatici e flui<strong>di</strong> al fine <strong>di</strong>stabilire lo stato <strong>di</strong> equilibrio <strong>di</strong> un sistema e <strong>di</strong> saper utilizzare68


geotermobarometri per sistemi ignei e metamorfici. Saper leggere e<strong>di</strong>nterpretare <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> fase a uno, due e tre componenti.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con votoTesti consigliati:Anderson D.L. (1989): Theory of the Earth. Blackwell, BostonDenbigh K. (1977): I principi dell’equilibrio chimico. Casa E<strong>di</strong>triceAmbrosiana, Milano.Philpotts A.R. (1980): Principles of igneous and metamorphic petrology.Prentice Hall, New Jersey.Commissione d’esame: M. D’Orazio, P. Armienti.Orario <strong>di</strong> ricevimento: lune<strong>di</strong> 11.00-12.30 e giovedì 15.30-17.0069


RILEVAMENTO GEOLOGICO - TECNICO6 CFU - 5 CFU lezioni frontali; 1 CFU esercitazioni e lezioni fuori sedeGiacomo D’Amato AvanziDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoIl corso si articola in 2 parti, in un percorso che comprende i fondamentiteorici della meccanica delle rocce, con applicazioni pratiche sul campo e inlaboratorio ad un caso reale, seguito da elaborazione dati, modellazionesoftware e sintetica relazione finale.1) - Classificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> terre e rocce; fondamenti <strong>di</strong>stabilità dei pen<strong>di</strong>i in roccia(G. D’Amato Avanzi).Applicazioni e obiettivi del rilevamento geologico-tecnico.Classificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> terre e rocce; unità litologico-tecniche.Parametri fisici e meccanici fondamentali. Determinazione della resistenza acompressione della roccia (sclerometro, point load test, pressa).Caratterizzazione delle <strong>di</strong>scontinuità negli ammassi rocciosi: giacitura,spaziatura, persistenza, scabrezza, apertura; rappresentazioni stereografiche. Leclassificazioni geomeccaniche <strong>degli</strong> ammassi rocciosi: caratteristiche e utilizzo.Classificazioni RMR <strong>di</strong> Bieniawski, SMR <strong>di</strong> Romana, Q <strong>di</strong> Barton, GSI <strong>di</strong>Hoek. Significato e uso <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> qualità geomeccanica; resistenza edeformabilità dell’ammasso.Le carte litologico-tecniche; realizzazione, utilizzo ed esempi applicativi.Introduzione alla stabilità dei pen<strong>di</strong>i in roccia: con<strong>di</strong>zioni geometriche emeccaniche, cinematismi (scivolamento rotazionale, planare o <strong>di</strong> cunei,ribaltamento), test <strong>di</strong> Markland; resistenza a taglio lungo le <strong>di</strong>scontinuità;approccio alle verifiche <strong>di</strong> stabilità e al calcolo del fattore <strong>di</strong> sicurezza.2 – Modellazione dei pen<strong>di</strong>i in roccia (Seminari integrativi D. Marchetti)Applicazioni informatiche per la caratterizzazione <strong>degli</strong> ammassi rocciosi e leanalisi <strong>di</strong> stabilità e deformabilità (Suite RocScience):1. analisi interattiva dell’orientazione basata sui dati geologico-strutturali(Dips);2. <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei parametri <strong>di</strong> resistenza e determinazione <strong>degli</strong> inviluppi <strong>di</strong>rottura secondo Hoek & Brown (Rocdata/Roclab);3. analisi <strong>di</strong> stabilità per scorrimenti planari e <strong>di</strong> cunei (Rocplane/Swedge);4. analisi all’equilibrio limite <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i in roccia o in terra (Slide);5. analisi statistica delle frane <strong>di</strong> crollo in roccia per la definizione del rischio(Rocfall);70


6. calcolo <strong>di</strong> stress e spostamenti con meto<strong>di</strong> agli elementi finiti (Phase2).Obiettivi formativiTecniche fondamentali per la caratterizzazione geomeccanica <strong>degli</strong> ammassirocciosi, applicabili alla realizzazione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> ingegneria e alla stabilità deiversanti; utilizzo <strong>di</strong> applicazioni informatiche per la caratterizzazione e leanalisi <strong>di</strong> deformabilità e stabilità.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: relazione finale ed esame orale con voto.Frequenza: obbligatoria alle esercitazioni e alle lezioni fuori sedeTesti consigliati- Hoek. E. (2000) - Practical Rock Engineering(www.rocscience.com/hoek/PracticalRockEngineering.asp)- Scesi L., Papini M. & Gattinoni P. (2006) - Geologia Applicata. Vol. 1. Ilrilevamento geologico-tecnico (II ed.). Ambrosiana, Milano.- Scesi L., Papini M. & Gattinoni P. (2003) - Geologia Applicata. Vol. 2.Applicazioni ai progetti <strong>di</strong> ingegneria civile. Ambrosiana, Milano.- Turner A.K. & Schuster R.L. (1996) - Landslides, investigation andmitigation. National Academy Press, Washington, D.C.- Dispense fornite dal docente e tutorials specifici dei programmi utilizzati.Commissione d’esame: G. D’Amato Avanzi, D. Marchetti, A. Puccinelli, R.Giannecchini.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì ore 9-12.71


SEDIMENTOLOGIA9 CFU – 7 CFU lezioni frontali; 2 CFU lezione fuori sedeGiovanni SartiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoParte prima. Le proprietà idraulicamente significative dei se<strong>di</strong>menti. Iltrasporto selettivo, modo <strong>di</strong> trasporto e forme <strong>di</strong> fondo associate. Il trasporto inmassa, analisi delle con<strong>di</strong>zioni d'instabilità del se<strong>di</strong>mento e caratteristiche deidepositi.Parte seconda. I vari tipi <strong>di</strong> stratificazioni: prodotte da flussi uni<strong>di</strong>rezionali,bi<strong>di</strong>rezionali, oscillatori e da alternanza processi trattivi e <strong>di</strong> decantazione.Strutture da deformazione penecontemporanea.Parte terza. Dinamica dei processi se<strong>di</strong>mentari: variazioni eustatiche e relativedel livello marino. Interazione tra apporto se<strong>di</strong>mentario, spazio <strong>di</strong>sponibile perla se<strong>di</strong>mentazione, e variazioni del livello marino. Tipi d'architetturedeposizionali associate: aggradazionali, progradazionali (deposizionali eforzate), retrogradazionali.Parte quarta. Ambienti e sistemi deposizionali continentali, costieri e marini.Definizione della loro architettura deposizionale in relazione ai cambiamentirelativi del livello marino, ai tassi d'apporto se<strong>di</strong>mentario ed allo spazio<strong>di</strong>sponibile per la se<strong>di</strong>mentazione. Il concetto <strong>di</strong> sequenza deposizionale.Principi e tecniche <strong>di</strong> correlazione stratigrafico-fisica con esempi reali <strong>di</strong>ricostruzione stratigrafico deposizionale in depositi tardo-quaternari <strong>di</strong>sottosuolo e analisi delle possibili implicazioni in termini <strong>di</strong> definizione dellageometria <strong>degli</strong> acquiferi.Sono previste lezioni fuori sede della durata complessiva <strong>di</strong> sei giorni <strong>di</strong> cuiquattro da svolgersi sul terreno in aree <strong>di</strong> interesse se<strong>di</strong>mentologico e due <strong>di</strong>analisi <strong>di</strong> facies <strong>di</strong> sottosuolo attraverso l’esame <strong>di</strong> carotaggi.3 CFU sono in comune con il corso <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentologia, tenuto dallo stessodocente, presso il corso <strong>di</strong> laurea in Scienze Ambientali.Obiettivi formativiAcquisire gli strumenti per comprendere la <strong>di</strong>namica dei processi se<strong>di</strong>mentariall'interno dei vari ambienti deposizionali continentali-costieri e comprenderne lepossibile applicazioni. Acquisire un linguaggio tecnico adeguato per potercomunicare con esperti del settore.72


Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto o esposizione <strong>di</strong> unatesina riguardante un argomento scelto dal can<strong>di</strong>dato.Testi consigliati- Allen J.R. (1997): Earth surface processes. Blackwell, London, 450 pp.- Rea<strong>di</strong>ng H.G. (1996): Se<strong>di</strong>mentary environments. Blackwell, London. 688 pp.- Emery D. & Myers K. (1996): Sequence stratigraphy. Blackwell, London.304 pp.- Ricci Lucchi F. (1992): Se<strong>di</strong>mentografia. Atlante fotografici delle strutture edei se<strong>di</strong>menti. Zanichelli, Bologna. 250 pp.- A. Bosellini, E. Mutti, F. Ricci Lucchi (1989): Rocce e successionise<strong>di</strong>mentarie. Utet. 395 pp.- F. Ricci Lucchi (1972-1980): Se<strong>di</strong>mentologia. Vol. 1 (217 pp.), vol. 2 (210pp.), vol. 3 (504 pp.). Clueb, Bologna.Commissione d’esame: G. Sarti, E. Patacca, N. Perilli.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Martedì, 12 – 13.73


TERMODINAMICA PER GEOLOGI6 CFU –lezioni frontaliPierluigi RianiDipartimento <strong>di</strong> Chimica e Chimica Industriale (Via Risorgimento, 35)Argomenti da conoscere per poter frequentare efficacemente il corso: nozioniminime <strong>di</strong> Fisica, <strong>di</strong> Matematica e <strong>di</strong> Chimica generale.Programma del corsoTermo<strong>di</strong>namica classica. Definizioni <strong>di</strong> base: sistema e sue possibilicaratterizzazioni, ambiente, temperatura, calore, lavoro. Stato <strong>di</strong> un sistema,variabili <strong>di</strong> stato, equazioni <strong>di</strong> stato. Trasformazioni. Trasformazioni reversibilie irreversibili. Primo principio della termo<strong>di</strong>namica: relazioni fra scambi <strong>di</strong>calore e <strong>di</strong> lavoro. Energia interna. Capacità termiche a volume e a pressionecostante. Entalpia. Applicazioni chimiche del primo principio dellatermo<strong>di</strong>namica: la termochimica. Formulazioni del secondo principio dellatermo<strong>di</strong>namica. Le macchine termiche cicliche e il loro ren<strong>di</strong>mento. Ilren<strong>di</strong>mento limite <strong>di</strong> una macchina termica che lavora reversibilmente. Calcolodel ren<strong>di</strong>mento limite tramite il ciclo <strong>di</strong> Carnot. Analisi del ciclo <strong>di</strong> Carnot;estensione dell’analisi a un ciclo reversibile generico e definizione dellagrandezza entropia. Con<strong>di</strong>zioni sulle variazioni <strong>di</strong> entropia in unatrasformazione generica all'interno <strong>di</strong> un sistema isolato. La <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong>Clausius.Sistemi a composizione variabile e conseguente aumento delle variabilinecessarie per la definizione dello stato del sistema. Introduzione delle funzionitermo<strong>di</strong>namiche ausiliarie energia libera <strong>di</strong> Helmoltz ed energia libera <strong>di</strong>Gibbs. Il potenziale chimico e le sue implicazioni sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio.Equilibri <strong>di</strong> fase in sistemi a un componente: equazione <strong>di</strong> Clapeyron edequazione <strong>di</strong> Clausius - Clapeyron. Il potenziale chimico nei gas perfetti, puri ein miscela. Il potenziale chimico nei gas reali, puri e in miscela. La fugacità.L’equilibrio chimico in fase gassosa. Il potenziale chimico e la tensione <strong>di</strong>vapore. Leggi limite <strong>di</strong> Raoult e <strong>di</strong> Henry. Definizione <strong>di</strong> Attività. L’equilibriochimico in fase condensata.Gas perfetti e gas reali. L’equazione <strong>di</strong> stato dei gas perfetti. Deviazionidall’idealità e introduzione del fattore <strong>di</strong> comprimibilità Diagrammi pV/RT - p abasse pressioni e ad alte pressioni. La liquefazione e le grandezze critiche.Significato della temperatura critica e della pressione critica. La spiegazionedel comportamento dei gas reali e il modello <strong>di</strong> Van der Waals.74


Tentativo <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> un’equazione <strong>di</strong> stato dei gas reali in termini <strong>di</strong>grandezze ridotte: l’equazione <strong>degli</strong> stati corrispondenti.Applicazioni. Fondazioni termo<strong>di</strong>namiche della teoria <strong>di</strong> geotermometri egeobarometri.Obiettivi formativiAl termine del corso lo studente dovrà essere in grado <strong>di</strong>: definire le principalifunzioni termo<strong>di</strong>namiche; collegare le variazioni delle principali funzionitermo<strong>di</strong>namiche a dati sperimentali accessibili; enunciare ed applicare il primoe il secondo principio della termo<strong>di</strong>namica; utilizzare dati termo<strong>di</strong>namicitabulati per calcolare entalpie <strong>di</strong> reazione e costanti <strong>di</strong> equilibrio; applicare aproblemi geologici (geotermometri e geobarometri) alcune nozioni <strong>di</strong>termo<strong>di</strong>namica.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliati- Appunti forniti dal docente.- Atkins P.W.: Fondamenti <strong>di</strong> Chimica fisica. Zanichelli.Commissione d’esame: P. Riani, I. Cacelli.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Giovedì, 11 – 13.TETTONICA(Co<strong>di</strong>ce insegnamento DD263)6 CFU – 4CFU lezioni frontali; 2 CFU lezione fuori sedeLuca PandolfiDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraProgramma del corsoIl corso consiste <strong>di</strong> 32 ore <strong>di</strong> lezioni frontali (=4 CFU) seguite da unaescursione <strong>di</strong> 6 giorni (= 2CFU) attraverso una catena montuosa. L'esameverterà sull'intero programma del corso. La preparazione dell’escursione daparte <strong>degli</strong> studenti fa parte integrante del corso.INTRODUZIONE. Cenni su: struttura interna della terra, caratteristichegeofisiche e petrologiche della litosfera continentale ed oceanica, modelli75


litologici delle litosfera, caratteristiche reologiche e composizione del mantello,principi della tettonica a placche.MARGINI DIVERGENTI: rifting attivi, passivi, simmetrici ed asimmetrici,caratteristiche delle zone <strong>di</strong> rifting, gli aulocogeni, la tettonica nelle zone <strong>di</strong>estensione crustale, modelli <strong>di</strong> formazione dei Metamorphic Core Complexes,l'esempio del Basin and Range, il modello dei metamorphic core complexes, lacrosta transizionale, l'esempio delle Unità Liguri Esterne.I BACINI OCEANICI: i ridge me<strong>di</strong>o-oceanici, modelli <strong>di</strong> genesi della litosferaoceanica, la tettonica oceanica, ridge ad alta velocità <strong>di</strong> espansione, ridge abassa velocità <strong>di</strong> espansione o ridge amagmatici, le faglie transformi e latettonica connessa, analisi tettonica nelle sequenze ofiolitiche, <strong>stu<strong>di</strong></strong> strutturalinelle peridotiti, l'esempio delle ofioliti dell'Oman, metamorfismo oceanico,l'esempio delle sequenze ofiolitiche dell'Appennino Settentrionale.I SISTEMI TRASCORRENTI: <strong>di</strong>fferenza tra faglie trascorrenti e faglietransformi, caratteristiche delle faglie trascorrenti, tear, transfer e indent-linkedfaults, meccanismo <strong>di</strong> formazione delle faglie trascorrenti, strutture associatealle faglie trascorrenti, terminazione delle faglie trascorrenti, transtensione etranspressione, flower structures, rotazioni tettoniche, faglie trasformi su crostacontinentale: l'esempio della California.I MARGINI CONVERGENTI: casi generali <strong>di</strong> margini convergenti, fisiografia<strong>di</strong> un margine convergente nel caso <strong>di</strong> subduzione <strong>di</strong> litosfera oceanica sottolitosfera continentale od oceanica e i suoi principali elementi, il prisma <strong>di</strong>accrezione, la zona <strong>di</strong> avanarco, la zona <strong>di</strong> arco, la zona <strong>di</strong> retroarco, anatomia<strong>di</strong> un prisma <strong>di</strong> accrezione, l’esempio delle Barbados.LA SUBDUZIONE: tettonica nelle zone <strong>di</strong> subduzione, tettonica nella placcainferiore, tettonica nel prisma <strong>di</strong> accrezione, meccanismi <strong>di</strong> accrezione,accrezione frontale, underplating coerente, underplating <strong>di</strong>ffuso, deformazionidurante l'underplating, esempio <strong>di</strong> storia deformativa durante un underplatingcoerente: le Unità Liguri Interne, erosione tettonica, i mélanges, i <strong>di</strong>apiri <strong>di</strong>fango, metamorfismo nelle zone in subduzione, l’esumazione nei prismi <strong>di</strong>accrezione, il modello <strong>di</strong> Platt, le deformazioni durante l’esumazione, il breakoffdel piano <strong>di</strong> subduzione.L’OBDUZIONE: sta<strong>di</strong>o intraoceanico, sta<strong>di</strong>o marginale, la suola metamorfica,evoluzione P-T della suola metamorfica, evoluzione strutturale della suolametamorfica, i depositi associati all'obduzione, l'esempio delle ofioliti albanesi.LE ZONE DI ARCO, RETROARCO ED AVANARCO: tettonica nell'arcovulcanico, tettonica nella zona <strong>di</strong> retroarco, relazione tra subduzione ed arcovulcanico, il roll-back del piano <strong>di</strong> subduzione, il modello <strong>di</strong> Doglioni,l'esempio del Mar Tirreno.LA COLLISIONE CONTINENTALE: modelli <strong>di</strong> collisione continentale, lera<strong>di</strong>ci delle catene montuose, il modello <strong>di</strong> Malavieille & Chemenda, processi<strong>di</strong> delaminazione, il metamorfismo durante la collisione continentale, i thrustand fold belts associati alla collisione continentale, i depositi <strong>di</strong> avanfossa.76


I BACINI SEDIMENTARI: bacini se<strong>di</strong>mentari e tettonica a placche – bacinilegati a stretching litosferico, bacini flessurali, bacini <strong>di</strong> strike-slip –. Esempi <strong>di</strong>bacini se<strong>di</strong>mentari sviluppati in contesti geo<strong>di</strong>namici <strong>di</strong>fferenti nel sistemaalpino-appenninico (il bacino oceanico Ligure-Piemontese: dalle copertue dellesequenze ofiolitiche agli Scisti del Bocco, il Bacino EpiMesoalpino, i depositi<strong>di</strong> avanfossa dell'Appennino Settentrionale).RAPPORTI TETTONICA-SEDIMENTAZIONE NEI BACINISEDIMENTARI: rapporti fra tettonica e se<strong>di</strong>mentazione nei bacinise<strong>di</strong>mentari. Esempi da bacini impostati su margini passivi, episuturali,trascorrenti e bacini <strong>di</strong> avanfossa. Controllo tettonico delle aree sorgente <strong>di</strong> unbacino. Fattori che controllano la velocità <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione nel bacino e suearchitetture <strong>di</strong> crescita. – Subsidenza ed evoluzione termica <strong>di</strong> un bacinose<strong>di</strong>mentario.Obiettivi FormativiAlla fine del corso gli studenti devono essere in grado, <strong>di</strong> identificare eclassificare le gran<strong>di</strong> strutture tettoniche regionali, in ambiente convergente,<strong>di</strong>vergente e trascorrente. Devono inoltre possedere la capacità <strong>di</strong>descriverne le principali caratteristiche, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarne la genesi e <strong>di</strong>definirne la cronologia.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi Consigliati- KAREY & VINE, Tettonica globale. Zanichelli Ed., Bologna- TWISS & MOORES, Structural Geology. W.H. Freeman & Company, NewYork, USA- MOORES & TWISS, Tectonics. W.H. Freeman & Company, New York,USA- ALLEN & ALLEN, Basin analysis, principles & application. Blackwellscience. Oxford, UK.E' inoltre <strong>di</strong>sponibile un elenco <strong>di</strong> lavori scientifici per eventualiapprofon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> specifici argomentiCommissione d’esame: L. Pandolfi, M. Marroni, R. Carosi, G. Molli, G.Musumeci.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Lunedì 9-12, 14 – 16.77


Roberto SantacroceDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraVULCANOLOGIA REGIONALE6 CFU –lezioni frontaliProgramma del corsoVulcanismo plio-quaternario in Italia: evoluzione tettonica del Me<strong>di</strong>terraneoOccidentale; la Provincia Magmatica Toscana; la Provincia Magmatica Umbra;la Provincia Magmatica Romana; la Provincia Magmatica Campana; ilvulcanismo della Sardegna; il vulcanismo del Tirreno Meri<strong>di</strong>onale; le IsoleEolie; la Provincia Magmatica della Sicilia (Etna, Iblei, Canale <strong>di</strong> Sicilia). Lepiù gran<strong>di</strong> eruzioni esplosive: i “Supervulcani” (Toba, Taupo, Bishop Tuff,L’Ignimbrite Campana). Le eruzioni più famose: Vesuvio 79; Vesuvio 1631;Tambora 1815; Krakatau 1883; La Pelée 1902; St. Helens 1980-2005; ElChichon 1982; Pinatubo 1991; Montserrat 1995-2007. Il vulcanismoextraterrestre. Dal mito alla realtà dei vulcani.Obiettivi formativiIl corso si prefigge <strong>di</strong> dare agli studenti nozioni fondamentali sulla storiaeruttiva, sulla natura dei magmi e sulla <strong>di</strong>namica delle eruzioni più importantiavvenute nelle aree <strong>di</strong> vulcanismo plioquaternario in Italia, inquadrandole nelcontesto geo<strong>di</strong>namico dell’area me<strong>di</strong>terranea. Verranno altresì illustrate le piùgran<strong>di</strong> e famose eruzioni <strong>di</strong> vulcani non italiani, con sintetico inserimento neirispettivi contesti geo<strong>di</strong>namici.Verifica dell’appren<strong>di</strong>mento: esame orale con voto.Testi consigliatiDispense fornite dal docente e articoli consigliati.Commissione d’esame: R. Santacroce, M.Rosi, A. Sbrana, P. Fulignati,P. Marianelli, G. Zanchetta.Orario <strong>di</strong> ricevimento: Su appuntamento telefonico.78


14. Orario <strong>di</strong> ricevimenti <strong>degli</strong> studentiDocente Giorno e ora Tel. (050) E-mailArmienti P.lun.: 11-12gio.: 15.30-172215708 armienti@dst.unipi.itBagnoli G. mar.: 16-18 2215768 bagnoli@dst.unipi.itBaroni C.mar.: 9-11gio.: 16-182215731 baroni@dst.unipi.itBianucci G. mar.: 10-12 2215842 bianucci@dst.unipi.itCarosi R. lun.: 11-13 2215727 carosi@dst.unipi.itD'Amato Avanzi G. lun.: 9-12 2215724 damato@dst.unipi.itD'Orazio M.lun.: 12-13mar.: 12-132215709 dorazio@dst.unipi.itFulignati P. ven.: 9-10 2215840 fulignati@dst.unipi.itGiammanco F. gio.: 15-17 2214505francesco.giammanco@df.unipi.itGiannecchini R. F. lun..: 10-13 2215725 rgiannecchini@dst.unipi.itGioncada A.mer.: 12-13ven.: 12-132215791 gioncada@dst.unipi.itMacera P. gio.: 10-12 2215792 macera@dst.unipi.itMarianelli P. gio.: 10-12 2215711 marianelli@dst.unipi.itMontomoli C. lun.: 12-13 2215844 montomoli@dst.unipi.itMusumeci G. mar.: 11-13 2215745 gm@dst.unipi.itOrlan<strong>di</strong> P. gio.: 11-13 2215719 orlan<strong>di</strong>@dst.unipi.it79


Pandolfi L. Lun: 9-12 14-16. 2215744 pandolfi@dst.unipi.itPasero M. tutti i giorni: 9-11 2215761 pasero@dst.unipi.itPatacca E. mar.: 11-13 2215729 patacca@dst.unipi.itPerchiazzi N.mar.: 10-12mer.: 10-122215769 natale@dst.unipi.itPuccinelli A. lun.: 11-13 2215723 pucci@dst.unipi.itRagaini L. gio.: 14-16 2215741 ragaini@dst.unipi.itRiani P. gio.: 11-13 2219398 riani@dcci.unipi.itRocchi S.lun.: 12-13mar.: 12-132215710 rocchi@dst.unipi.itRosi M. gio.: 11-13 2215712 rosi@dst.unipi.itSantacroce R. su appuntamento 2215718 santac@dst.unipi.itSarti G. mar.: 12-13 2215836 sarti@dst.unipi.itSbrana A. lun.: 11-13 2215714 sbrana@dst.unipi.itZanchetta G. mer.: 9-10 2215795 zanchetta@dst.unipi.itPer ulteriori informazioni sui docenti e per eventuali variazioni dell’orario<strong>di</strong> ricevimento, v. UniMap (http://unimap.unipi.it/) e pagine personali sulsito del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra(http://www.dst.unipi.it/docenti.html).15. In<strong>di</strong>rizzi utiliPreside della Facoltà <strong>di</strong> Scienze M.F.N. (Prof. Paolo Rossi)Via Buonarroti n. 1;Tel. 050 2213300; Fax 050 2213299; <strong>di</strong>dattica@smfn.unipi.it80


Presidente del Consiglio <strong>di</strong> Corso <strong>di</strong> Laurea Aggregato in ScienzeGeologiche e Scienze e Tecnologie geologiche (Prof. Rodolfo Carosi)Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via S. Maria, 53Tel. 050-2215727; Fax 050-2215800; carosi@dst.unipi.itVice Presidente del Consiglio <strong>di</strong> Corso <strong>di</strong> Laurea Aggregato in ScienzeGeologiche e Scienze e Tecnologie geologiche (Prof. Alessandro Sbrana)Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via S. Maria 53Tel. 050/2215714; Fax 050-2215800; sbrana@dst.unipi.itSegretario del Consiglio <strong>di</strong> Corso <strong>di</strong> Laurea Aggregato in ScienzeGeologiche e Scienze e Tecnologie geologiche (Dott. ssa Chiara Montomoli)Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via S. Maria, 53Tel. 050-2215844; Fax 050-2215800; montomoli@dst.unipi.itPresidente Commissione <strong>di</strong> Laurea (Prof. Mauro Rosi)Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via S. Maria 53Tel. 050-2215712; Fax 050-2215800; rosi@dst.unipi.itPresidente della Commissione Didattica (Prof. Rodolfo Carosi)Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via S. Maria, 53Tel. 050-2215727; Fax 050-2215800; carosi@dst.unipi.itSegreteria DidatticaDipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via S. Maria, 53Tel. 050-2215832; Fax 050-2215800; <strong>di</strong>dattica@dst.unipi.itSegreteria Studenti Scienze M.F.N.Via BuonarrotiTel. 050-2213447; Fax 050-2213421Numero Verde 800-018600; segr_stud@adm.unipi.itDipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraVia S. Maria, 53Tel. 050-2215700; Fax 050-2215800Dipartimento <strong>di</strong> FisicaComplesso ex-Marzotto, via Buonarroti, 2Tel. 050-2214000; Fax 050-2214333Dipartimento <strong>di</strong> Chimica e Chimica Industriale81


Via Risorgimento, 35Tel. 050-2219000; Fax 050-2219260All'in<strong>di</strong>rizzo http://www.unipi.it/studenti/servizi/index.htm si trovanoinformazioni utili per gli studenti dell'Ateneo Pisano:• Servizio <strong>di</strong> ascolto e consulenzaUn aiuto per superare problemi <strong>di</strong> inserimento, metodo <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e altro• Carta piùCarta più, la carta elettronica per gli studenti• Alice, il portale <strong>degli</strong> studentiAlice permette <strong>di</strong> controllare la propria carriera (esami sostenuti), offre unservizio <strong>di</strong> webmail e mette a <strong>di</strong>sposizione i moduli MAV per pagare le tasse.• Ufficio per gli studenti <strong>di</strong>sabiliUSID, Ufficio per il sostegno e l'integrazione <strong>degli</strong> studenti <strong>di</strong>sabili• Part-time studentiLe collaborazioni <strong>degli</strong> studenti alle attività universitarie• Stu<strong>di</strong>are le lingueL'attività del Centro linguistico inter<strong>di</strong>partimentalePer informazioni: Ufficio “Studenti e laureati - Attività Orientamento”Via Fermi, 8E-mail: orientamento@adm.unipi.itTel.:+39 0502212014/015Fax:+39 050221203782


16. Calendario <strong>di</strong>dattico a.a.2011/2012Inizio Lezioni I semestre 3 ottobre 2011Termine Lezioni frontali I sem. 20 gennaio 2012Vacanze Natale 22 <strong>di</strong>cembre 2011 – 9 gennaio 2012I e II appello esami 23 gennaio- 17 febbraio 2012Inizio Lezioni II semestre 20 febbraio 2012Sospensioni lezioni per appellistraor<strong>di</strong>nari02 aprile – 15 aprile 2012Vacanze Pasqua05 aprile – 11 aprile 2012Termine lezioni frontali II sem. 25 maggio 2012Escursioni e lezioni fuori sede 26 maggio – 17 giugno 2012III appello esami 28 maggio – 30 giugno 2012IV appello esami 02 luglio – 31 luglio 2012V e VI appello esami 03 settembre – 30 settembre 201217. Esami <strong>di</strong> Laurea a.a.2011/2012Sessione autunnale (2010/11)Prolungamento sessioneautunnale (2010/11)Sessione estiva (2011/12)Sessione autunnale (2011/12)30 settembre 201104 novembre 201116 <strong>di</strong>cembre 201117 febbraio 201204 maggio 201222 giugno 201220 luglio 201228 settembre 201209 novembre 201214 <strong>di</strong>cembre 201283


- 15 settembre 2011- 03 ottobre 2011- 20 febbraio 201218. Colloqui <strong>di</strong> accesso alla Laurea Magistrale19. Orario delle lezioniGli orari delle lezioni saranno <strong>di</strong>sponibili presso il Dipartimento <strong>di</strong> Scienzedella Terra e sul sito del corso <strong>di</strong> laurea all’in<strong>di</strong>rizzo:http://www.dst.unipi.it/geosLuogo e svolgimento delle lezioniLe lezioni si svolgono nelle aule del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra (perl’in<strong>di</strong>cazione delle aule si veda l’orario delle lezioni).84


19. Mappa <strong>di</strong> Pisa1. Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della TerraVia Santa Maria, 53-242. Polo Didattico CarmignaniPiazza dei Cavalieri, 63. Segreterie StudentiLargo B. Pontecorvo, 3 (Complesso Ex Marzotto)4. Facoltà <strong>di</strong> Scienze Matematiche, Fisiche e NaturaliLargo B. Pontecorvo, 4 (Complesso Ex Marzotto)5. Stazione FF.SS.Piazza Stazione, 1085

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