14 Luglio 1944 uglio 1944 uglio 1944 ECCIDIO di ... - ANPI - Savona

(1) L’arrestoDa “I caduti savonesi per la lotta di Liberazione” di Guido Malandra di G.Farris in “Memoria di don Carlo Carretta”“ …La sera del 5 luglio 1944, si presentarono in casa del parroco di Voze, don Carlo Carretta, tre camicienere travestite da partigiani. Dissero di arrivare da Stella e di aver bisogno di cibo. Due di essi entrarono incasa mentre uno rimase fuori. I nuovi arrivati si misero a parlare male del fascismo, il parroco li lasciò dire,senza sbilanciarsi. Ad un certo punto si sentì un urlo “ Chi va là”. Lo sconosciuto, che era rimasto sullaporta, aveva fermato un partigiano, Calcagno Giuseppe…Lo fermarono, gli saltarono addosso tutti e tre. Ilparroco allora si interpose con decisione: .. Al che uno di essi rispose: I tre tuttavia si fermarono , mentre il Calcagno, facendo vedere la propria pistola, osservava che anch’egliera un partigiano. Quelli si fecero consegnare l’arma ed uno di essi volle scrivere una lettera, la consegnòal parroco, pregandolo di farla recapitare alla propria famiglia. Infine usciti, si fecero aiutare dal Calcagno eradunarono una dozzina di partigiani. Al mattino [del 6 luglio 1944], verso le 4 e trenta ritornarono incanonica, intimarono al parroco ed ad altri di alzare le mani e di non tentare la fuga perché la casa eracircondata. Entrarono poi in casa fascisti e bersaglieri, arrestarono il parroco sotto l’accusa di ospitare ipartigiani, inoltre presero la lettera scritta prima ed ora nelle mani del parroco, adducendola come provadella sua colpevolezza.…”Da “Savona Insorge” di R.Badarello – E. De VincenziTestimonianze in atti presso l’Ufficio Storico – ANPI Savona“I fascisti si presentarono a sera tardi in casa del parroco di Voze, don Carretta. Erano tre e chiesero damangiare fingendo di essere partigiani sbandati. Uno di essi volle scrivere una lettera con la preghiera difarla avere alla sua famiglia. Uscirono, infine ed in paese ebbero modo di incontrare dei giovani del posto:continuarono nella loro finzione – minacciando anche chi li aveva detti fascisti – e alla fine trassero inarresto qualcuno che si era mostrato in possesso di un’arma. Arrestarono anche altri a caso.Ritornarono ancora in forze a notte fatta dal parroco, si rivelarono per quelli che erano e lo arrestaronosotto l’accusa di ospitare i partigiani: la lettera scritta prima, ora nelle sue mani, ne costituiva una prova.Egli fu costretto a mettersi in abiti borghesi e insieme ai suoi parrocchiani portato nella federazione fascistadi Savona. Inutilmente si dichiarò pronto a pagare per la salvezza di tutti. glirisponde il federale.In seguito verrà liberato: >”.(2) Carlo ARDISSONENato a Finale Ligure (Pia) il 17 dicembre 1921, residente a Noli, contadino, già aviere. Partigiano dal 1marzo 1944 nella divisione SAP “ Gramsci”. Arrestato assieme ad altre dieci persone il 6 luglio a Voze –Noli. Tradotto in carcere a Savona, fu detenuto sino al 14 luglio giorno in cui venne fucilato dalle BN almuro settentrionale della fortezza del Priamar con Avena Guglielmo, Calcagno Giuseppe, Maglio Eugenio,Melonio Alfonso. Da parte fascista si attribuisce l’esecuzione collettiva a rappresaglia per la morte di LiberoAicardi, tenente della Brigata Nera di Savona, ucciso da partigiani il 5 luglio 1944 al Colle di San Bernardodi Garessio.A Carlo Ardissone è intitolato il distaccamento della brigata SAP “ Vincenzo Pes”, operante aMagnone – Vezzi - Spotorno – Noli.