Manuale Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe
Manuale Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe
Manuale Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Analisi e valutazione della seconda intossicazione a grappolo <strong>per</strong> cocaina-atropinachiedendo l’autorizzazione all’indagine e offrendo la <strong>di</strong>sponibilità a collaborare con i <strong>di</strong>rigentilombar<strong>di</strong> al fine <strong>di</strong> unire abilità e competenze e riuscire, insieme, a ri<strong>le</strong>vare tempestivamentei dati utili e necessari <strong>per</strong> la ricostruzione della cronologia dell’intossicazione.La richiesta <strong>di</strong> collaborazione venne proposta te<strong>le</strong>fonicamente il 2 agosto daldott. Giovanni Serpelloni al dott. Riccardo Gatti, Direttore del Dipartimento del<strong>le</strong> Dipendenzedella A.S.L. Città <strong>di</strong> Milano, il qua<strong>le</strong> invitò il col<strong>le</strong>ga a sottoporre la questioneanche al dott. Roberto Mollica dell’Osservatorio Epidemiologico ASL Città <strong>di</strong> Milano<strong>per</strong> <strong>le</strong> questioni tecniche.A seguito del<strong>le</strong> conversazioni, il dott. Serpelloni venne invitato a scrivere una richiestaforma<strong>le</strong> <strong>di</strong> collaborazione all’Assessore alla Famiglia e Solidarietà Socia<strong>le</strong> della RegioneLombar<strong>di</strong>a, il dott. Gian Carlo Abelli e al suo responsabi<strong>le</strong> o<strong>per</strong>ativo, il dott. PatrizioTambini. Nella richiesta (Al<strong>le</strong>gato 3d), inviata via fax il 2 agosto al<strong>le</strong> ore 19:12, si esplicitavano<strong>le</strong> finalità dell’eventua<strong>le</strong> collaborazione e la <strong>di</strong>sponibilità a mettere a <strong>di</strong>sposizione<strong>per</strong>sona<strong>le</strong> specializzato nel<strong>le</strong> indagini <strong>di</strong> campo <strong>per</strong> il ri<strong>le</strong>vamento dei dati. Nellastessa richiesta, si sottolineavano l’urgenza e la tempestività con cui eventuali azioniavrebbero dovuto essere intraprese, al fine <strong>di</strong> non <strong>per</strong>dere informazioni che, neltempo, avrebbero potuto <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong>fficilmente recu<strong>per</strong>abili.Oltre all’informativa scritta, vennero fatte numerose comunicazioni te<strong>le</strong>foniche ma, nonricevendo <strong>risposta</strong> alcuna, nella mattinata del giorno successivo venne contattato ildott. Marco Tosi, Direzione Genera<strong>le</strong> Famiglia e Solidarietà Socia<strong>le</strong>, <strong>per</strong> accertare l’avvenutaricezione del fax. Purtroppo, <strong>per</strong>ò, l’unica notizia che si riuscì ad avere fu chebisognava attendere <strong>per</strong>ché non era stato ancora deciso nulla a riguardo.Dopo tre mesi <strong>di</strong> attesa, si ritenne opportuno procedere verso la ricostruzione dellatempistica dell’epidemia in maniera autonoma contattando <strong>di</strong>rettamente <strong>le</strong> strutturesanitarie.Il primo passo verso la ricostruzione del<strong>le</strong> reali tempistiche <strong>di</strong> evoluzione ed espansionedel fenomeno del<strong>le</strong> intossicazioni fu quello <strong>di</strong> riprendere gli articoli scritti dal<strong>le</strong>principali testate giornalistiche e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare presso quali ospedali si registrarono <strong>le</strong>intossicazioni. In particolare, informazioni molto dettagliate vennero raccolte dal quoti<strong>di</strong>ano“L’Eco <strong>di</strong> Bergamo” che, trattando <strong>di</strong> notizie locali, riportò passo a passo glieventi <strong>di</strong> quei giorni. Fu dalla redazione del giorna<strong>le</strong> che risalimmo a qua<strong>le</strong> centro <strong>di</strong>analisi furono inviati i campioni <strong>di</strong> sangue e dall’analisi dei quali si evinse la presenza<strong>di</strong> atropina mescolata a cocaina.Il centro in questione era il Centro Antive<strong>le</strong>ni <strong>di</strong> Bergamo che, quin<strong>di</strong>, contattammo <strong>per</strong>sa<strong>per</strong>e quanti casi, comp<strong>le</strong>ssivamente, erano stati registrati <strong>per</strong> l’intossicazione da cocaina-atropina.Da lì, apprendemmo anche la notizia che gli accertamenti sui campionibiologici degli intossicati vennero eseguiti dal laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia Analitica Chimica<strong>di</strong> Pavia cui il Centro Antive<strong>le</strong>ni <strong>di</strong> Bergamo generalmente invia i campioni.Il passo successivo fu quello <strong>di</strong> contattare <strong>di</strong>rettamente i Pronto Soccorsi degli ospedalipresso cui si erano registrati i ricoveri e <strong>di</strong> spiegare ai responsabili lo scopo dellanostra indagine e la nostra necessità <strong>di</strong> entrare in possesso <strong>di</strong> dati <strong>di</strong> carattere tempora<strong>le</strong>relativamente al<strong>le</strong> <strong>per</strong>sone ricoverate <strong>per</strong> l’intossicazione da cocaina-atropina.La prima reazione del<strong>le</strong> <strong>per</strong>sone con cui parlammo fu <strong>di</strong> sorpresa e, <strong>per</strong> alcuni, <strong>di</strong> irritazione.Infatti, la maggior parte degli interlocutori si stupì della richiesta che stavamoinoltrando, sottolineando il fatto che nessuno, fino a quel momento, si era preoccupato<strong>di</strong> contattarli, né <strong>di</strong> chiedere come effettivamente si fossero svolti i fatti o <strong>di</strong> avereinformazioni dettagliate sui pazienti ricoverati. Altri, invece, aggiunsero al sentimento<strong>di</strong> sorpresa anche un sentimento <strong>di</strong> stizza, giustificato dal fatto che non trovavano correttoil fatto <strong>di</strong> andare a chiedere dati <strong>di</strong> quel tipo a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 4 mesi dagli acca<strong>di</strong>mentipoiché il loro recu<strong>per</strong>o, benché fattibi<strong>le</strong>, avrebbe comunque richiesto un impiego<strong>di</strong> tempo maggiore rispetto ad un recu<strong>per</strong>o dei dati avvenuto in me<strong>di</strong>as res.Metodo <strong>di</strong> indagine183