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ILMESSAGGEROSARDOPrimo Piano3Intesa Governo-Regioneper le infrastrutture dell’IsolaImpegno a mettere a disposizione 3.864 milioni di euro per opere prioritariee cantierabiliTre miliardi e 864 milioni d’euro per opereprioritarie e cantierabili riguardanti iprincipali corridoi stradali, i porti, la rete idricadell’isola e i sistemi urbani di Cagliari e Sassari: èla cifra totale alla quale si fa riferimentonell’Intesa tra Stato e Regione <strong>Sardegna</strong>, ildocumento firmato a Roma il 2 ottobre scorso, dalGoverno rappresentato dal presidente del consigliodei ministri, Berlusconi, dal ministro delleinfrastrutture e dei trasporti Matteoli, dalministro dell’ambiente e della tutela del territorioPrestigiacomo, e dal ministro per i rapporti con leRegioni Fitto, e in rappresentanza della Regione<strong>Sardegna</strong> dal presidente Cappellacci. L’intesasottoscritta è il primo Atto integrativo della Intesagenerale quadro sottoscritta l’11 ottobre del 2002.Si potrebbe pensare che sia imminente l’arrivoin <strong>Sardegna</strong> di una montagna d’euro.Il discorso è complesso, anche nei tempi, e proprioper la sua importanza decisiva per la soluzionedi vecchi problemi infrastrutturali e per unrilancio dello sviluppo merita un’analisi attenta,al di là di possibili trionfalismi da una partee di altrettanto possibili pregiudizi dall’altra.«È il primo risultato che la <strong>Sardegna</strong> aspettavada lungo tempo. Un primo risultato che è statodel tavolo dell’intesa Governo-Regione, costituitolo scorso mese di luglio, e come risultatone possiamo andare fieri ed orgogliosi»,ha dichiarato il presidente Cappellacci.«Non significa – ha aggiunto – che ci possiamosedere, la <strong>Sardegna</strong> si trova in una condizione digrave crisi, ha un potenziale inespresso, quindiquesta deve essere la base e lo stimolo percontinuare a lavorare sempre meglio, e di più,per dare a questa terra una possibilità di rilanciosul fronte economico e sociale».«Abbiamo sempre detto – ha puntualizzato –che la Sassari – Olbia si sarebbe fatta,che i fondi c’erano e che non era assolutamentecorretto e vero parlare di scippo».L’Intesa Generale Quadro, per meglio capire, aisensi della cosiddetta legge obiettivo è lostrumento con il quale il Governo, nel rispettodelle attribuzioni costituzionali alle Regioni,individua le infrastrutture pubbliche e private e gliinsediamenti produttivi e strategici e dipreminente interesse nazionale da realizzare per lamodernizzazione e lo sviluppo del Paese.Nel documento si legge che «con l’atto sottoscrittoil Governo nazionale e la Regione <strong>Sardegna</strong>, presoatto dello stato d’attuazione delle opereindividuate con l’Intesa del 2002 e del mutatoscenario nazionale ed internazionale, decidonodi aggiornare il quadro programmatico delleinfrastrutture strategiche definito nel 2002e ridefiniscono congiuntamente un primoessenziale insieme di opere indispensabili eprioritarie per il superamento del deficitinfrastrutturale della <strong>Sardegna</strong>.In via prioritaria, si legge sempre neldocumento diramato da Palazzo Chigi, ilnuovo quadro delle opere strategicheindividua quelle opere prioritarie d’immediatacantierabilità che la <strong>Sardegna</strong> intendeinserire nel prossimo documento diprogrammazione economica e finanziariadel Governo nazionale, con indicazionedegli stanziamenti necessari per la lororealizzazione, nel prossimo triennio2010-2013 e per le quali opere si chiedeal Governo copertura finanziaria certanel medesimo triennio».L’atto riporta, inoltre, ai fini programmaticianche le opere sempre da considerare di rilevanzastrategica ai fini della legge obiettivoma non immediatamente cantierabili e pertantorinviabili per attuazione e copertura finanziariaentro una prospettiva di più ampio periodo.In buona sostanza ci sono opere che troverannofinanziamento nel documento di programmazioneeconomica e finanziaria (DPEF) 2010-2013ed altre opere che troveranno finanziamentiin DPEF successivi. Le indicazioni vengono,nello stesso documento, dalla tabellache riepiloga le opere strategiche cantierabili.Per quanto riguarda i corridoi stradali il costototale delle opere è di 2.058,47 milioni d’euro, conun fabbisogno necessario, nel triennio 2010-2013,AMBIENTESalgono a 13le Regionicontro il nucleareAltre 11 regioni dicono no al nucleare.Lo afferma Legambiente spiegando che,dopo l’appello rivolto l’11 settembre scorsoda Greenpeace, Legambiente e Wwf,circa il 56% del territorio italianosi è schierato contro il nucleare.La scelta del Governo di puntare sull’energiadell’atomo ha scatenato “un vero e proprioeffetto domino”: Basilicata, Calabria,Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria,Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Umbriasi sono aggiunte a <strong>Sardegna</strong> e Veneto.“È assurdo – ha commentato la segreterianazionale di Legambiente – pensare al ritornodel nucleare in Italia soprattutto in questomomento che occorre puntare sul risparmioenergetico e sulle energie rinnovabili.L’energia dell’atomo è pericolosa, costosae in controtendenza con la Green Economyche sempre più si sta affermandoin America ed Europa”.di 732,00 milioni, con entrate da altre fontidi 642,67 milioni e ulteriore fabbisognodi 683,80 milioni.Per gli hub portuali (Porti di Cagliari,Olbia-Golfo Aranci, Porto Torres) il costo totaleè di 220,18 milioni d’euro, di cui 30,00 dai fondiFAS-Par, 33, 84 dal POR 2007 -2013.Il fabbisogno necessario nel triennio 2010-2013è di 118,43 milioni d’euro. Con un ulteriorefabbisogno di 37,92 milioni.E ancora, in sintesi.Schemi idrici: totale costo 409,34 milioni,fondi CIPE 107,34, fondi FAS-PAR 36,00,altre fonti 28,00, fabbisogno necessario triennio2010-2013 125,00 milioni di euro;ulteriore fabbisogno 113,00.Infine per i sistemi urbani che comprendonola metropolitana e il sottopasso di Cagliari(costo 739,80 più 140,00 milioni d’euro)e metropolitana di Sassari ( 296,60 milionid’euro), a fronte di un costo totale di 1.176,40milioni d’euro, si hanno 210,90 dai fondi FAS,92,30 dai POR 2007-2013, 34,01 da altre fonticon un fabbisogno necessario, per il triennio2010-2013, di 293,85 milioni d’euroe un ulteriore fabbisogno di 545,34 milioni d’euro.Dal punto di vista politico il presidente dellaRegione sottolinea con soddisfazione l’importanzadi un atto che apre grandi prospettive. Da unpunto di vista contabile, di cassa, tuttavia nonmancano le osservazioni da parte dell’opposizione.Calvisi, deputato del partito democratico, ha detto:«Se l’annuncio dovesse corrispondere a realtàsarebbe una semplice restituzione di refurtiva.Il governo rimedierebbe tardi ad uno scippodi risorse fatto un anno fa quando furonosottratte le risorse dalla Sassari-Olbiavoluta dal governo Prodi e dalla giunta Soru.Attendiamo di vedere le carte. Le firme delpresidente della Regione e del premier hanno sìrilevanza politica ma non producono effetti dicassa. Non vorrei – conclude – che fossimoa una riedizione dell’accordo sulle infrastrutturedi Pili 2002: grandi promesse ma niente soldi».Da parte sua il capogruppo del Popolo dellaLibertà in Consiglio regionale, Mario Diana, haaffermato che «L’intesa generale quadro... ponefinalmente la parola fine alle strumentalizzazionipolitiche sul presunto scippo di risorse avantaggio d’altre regioni e sul Governo che sisarebbe dimenticato della <strong>Sardegna</strong>». «L’Intesa –ha precisato Diana – prevede l’inserimento nelprossimo DPEF di 1,269 miliardi d’euro daspendere nel triennio 2010-2013, più altri 1,380miliardi per completare le opere iniziate neltriennio. Con l’aggiunta delle opere ritenutestrategiche ma non prioritarie, che comunquesaranno realizzate negli anni a venire,si arriva a 3,864 miliardi: un bello schiaffo a chifino a ieri predicava la parabola del Governo chegenerosamente elargiva fiumi di denari pubblicialla Sicilia dimenticandosi della <strong>Sardegna</strong>».È evidente che per la portata del documento,in termini finanziari e temporali, le polemichesono destinate a continuare.L’ex assessore regionale ai lavori pubblici,Carlo Mannoni, ha dichiarato tra l’altroche «l’accordo non reca alla <strong>Sardegna</strong> alcunarisorsa immediatamente spendibile per nuoveinfrastrutture. Esso si limita, infatti, adindividuare una serie d’interventi da inserirecon il prossimo Dpef nazionale tra le operestrategiche delle “legge obiettivo”,con un fabbisogno di 1.269 milioni d’euro dareperire, però, nell’arco del quadriennio2010-2013 e di cui non c’è alcuna certezza.»«L’allegato infrastrutture al Dpef nazionale2010-2013 – puntualizza Mannoni – è stato infattigià approvato dal Parlamento e la <strong>Sardegna</strong> vifigura con una ridicola previsione di 18 milionid’euro! Occorrerà attendere quello del 2011-2014».Luigi Coppola


4 Circoli e FederazioniOttobre 2009ITALIA (0039)PIEMONTE-VALLE D’AOSTA• Circolo “Su Nuraghe” - via <strong>Sardegna</strong>, 2 - 15100 ALESSANDRIAtel. 0131/252462 - fax 0131/510503 - circoloal@libero.it• Circolo “Su Nuraghe” - via Galilei, 11 - 13900 BIELLAtel.-fax 015.34638 - info@sunuraghe.it• Circolo “Sa Rundine” - Cascina Pezzata, 3 - 10012 BOLLENGO (TO)tel. 0125.675974• Ass. Cult. “Ichnusa” - v.le Madonna dei Fiori, 108 - 12042 BRA (CN)tel. 0172.426257 - ichnusabra@tiscali.it• Circolo “Nivola” - via Briona, 17 - 28845 DOMODOSSOLA (VB)tel.-fax 0324.481956 - circolonivola@libero.it• Circolo “G. Dessì” - corso Papa Giovanni Paolo II, 3113100 VERCELLI - dessivercelli@tiscali.it• Circolo cult. sardo E. D’Arborea - via Pessina, 328053 CASTELLETTO SOPRA TICINO (NO)tel.-fax 0331/962246 - CULTUR46@circoloeleonorad.191.it• Circolo “Cuncordu” - corso Vercelli, 260 - 13045 GATTINARA (VC)tel. 0163/835328 - fax 0163/827279 - info@cuncordu.it• Ass. sardi Novara “ S’Archittu” - via della Chiesa, 20 - 28100 GIONZANAtel.-fax 0321/456953 - ass-sardinovara@libero.it• Circolo “Gennargentu” - via San Matteo, 11 - 10042 NICHELINO (TO)tel. 011.6274704 - fax 011.6281842 - circolo.gennargentu@tin.it• Circolo “Quattro Mori” - frazione Beaume, 26 - 10056 OULX (TO)tel.-fax 0122.831842 - circolosardo4mori@tiscali.it• Circolo “G. Deledda” - via S. Giuseppe, 52 - 10064 PINEROLO (TO)tel.-fax 0121.39306 - presidente@circolodeledda.com• Circolo “Su Nuraghe” - p.zza S. Giacomo, 6 - 10045 PIOSSASCO (TO)tel.-fax 011/9068593 - sunuraghe1@tin.it• Circolo cult. “Quattro Mori” - via Macario, 54 - 10098 RIVOLI (TO)tel. 011.9593845 - fax 011.9598772 - 4mori.rivoli@fastwebnet.it• Circolo “Ass. Sardi Kinthales” - via Musinè, 5/7 - 10143 TORINOtel. 011.740227 - fax 011.7776668 - kinthales@tiscali.itCircolo “Sant’Efisio” - via degli Abeti, 15 - 10156 TORINOtel.-fax 011/2624655 - associazionesefisio@tin.itLOMBARDIA• Ass. “Amici della <strong>Sardegna</strong>” - via Veneto, 121013 CARDANO AL CAMPO (VA) - amicidellasardegna@libero.it• Ass. “Nazzari” - via Madonna Pellegrina, 64/c2 - 20010 BAREGGIO (MI)tel.-fax 02.9013131 - cell. 339.6579584 -info@amicidellasardegna.com• Circolo “Maria Carta” - via Moroni, 105 - 24100 BERGAMOtel. 035.240376 - circolosardo.bg@virgilio.it• Circolo cult. Sardo - via Berardo Maggi, 47/C - 25124 BRESCIAtel.-fax 030.2426581 - circulsardobrescia@tiscali.it• Circolo “Raimondo Piras” - via Marconi, 6 - 20040 CARNATE (MI)tel. 039.674537 - fax 039.6754993 - circolos15@circolosardo.191.it• Circolo “Domo Nostra” - via Kuliscioff - 20090 CESANO BOSCONE (MI)tel.-fax 02.48602677 - domonostracesanoboscone@tiscali.it• A.M.I.S.-Emilio Lussu - via Cornaggia, 3720092 CINISELLO BALSAMO (MI)tel. 02.66048257 - fax 02.66048379 - circoloamis@tiscalinet.it• Circolo “<strong>Sardegna</strong>” - via Isonzo, 30 - 22100 COMOtel.-fax 031/506269 - circolosardegna.como@tiscali.it• Circolo “Sa Domu Sarda” - via Naz. Sauro, 16a - 26100 CREMONAtel. e fax 0372.431794 - sadomusarda.cremona@tiscali.it• Ass. “Sebastiano Satta” - via Pascoli, 3 - 21013 GALLARATE (VA)tel. 0331.779176 - fax 0331.779006 - s.sattagallarate@tiscali.it• Ass. cult. Amsicora - via B. Buozzi, 7 - 23900 LECCOtel. 0341.361314 - fax 0341.350248 - sardegna.leco@tiscali.it• Circolo “Grazia Deledda” - via Oberdan, 7/A - 20013 MAGENTA (MI)tel.-fax 02.9790958 - segreteria@circolosardomagenta.it• Circolo “G. Angioy” - piazza Borasio, 10 - 21030 MARCHIROLO (VA)tel.-fax 0332.722548 - gmangioimarchirolo@tiscali.it• Centro soc. cult. dei Sardi - via Foscolo, 3 - 20121 MILANOtel. 02.8690220 - fax 02.72023563 - cscs.milano@tiscali.it• Circolo “Su Nuraghe” - via A. Righi, 4 - 20015 PARABIAGO (MI)tel.-fax 0331.551946 - circnuraghe@libero.it• Circolo “Logudoro” - via Santo Spirito, 4a - 27100 PAVIAtel. 0382/470209 - fax 0382.460759 - circolosardopv@libero.it• Circolo “Nuova <strong>Sardegna</strong>” - via don Sturzo20068 PESCHIERA BORROMEO (MI) - tel.-fax 02.5471053• Circolo “G. Deledda” - via Parini, 54 - 21047 SARONNO (VA)tel. 02.9607598 - fax 02.9626437 - cirsaronno@interfree.it• Circolo “S’Emigradu” - via Lario, 15 - 27029 VIGEVANO (PV)tel.-fax 0381.329387 - s.emigraduvigevano@tiscali.it• Circolo “<strong>Sardegna</strong>” - via Correggio, 59 - 20052 MONZA (MI)tel. 338.9504767 - fax 1782257389 - circolosardegna@brianzaest.itFiliali: via Murri, 16 - 20059 VIMERCATE (MI);via Massironi, 11 - 20029 CONCOREZZO (MI)• Centro soc. “La Quercia” - via Fiume, 22 - 20090 VIMODRONE (MI)tel. 02.2650408 - fax 02.2650412 - laquerciavimo@tiscali.itLIGURIA• Circolo “Sarda Tellus” - via N. Daste, 5r/f - 16149 GENOVAtel.-fax 010.6429254 - sardatellus@tiscali.it• Circolo cult. “Grazia Deledda” - stradone D’Oria, 102 - 19125 LA SPEZIAtel. 0187.525384 - circolodeleddalaspezia@libero.it• Circolo “Il Nuraghe” - via Nino Oxilia, 16 - 17100 SAVONAtel. 019.814877 - fax 019.8428074 - il nuraghesavona@tiscali.it• Circolo “G. Deledda” - via Hanbury, 6/f - 18039 VENTIMIGLIAtel.-fax 0184.231386 - g.deleddaventimiglia@tiscali.itEMILIA ROMAGNA• Circolo “<strong>Sardegna</strong> - via Stalingrado, 81 - 40128 BOLOGNAtel. 051.327800 - fax 051.237800 - info@circolosardegna.bo.it• Circolo “Nuraghe” - via Gramsci, 32 - 41042 FIORANO (MO)tel.-fax 0536/830965 - nuraghe@libero.it• Circolo “Grazia Deledda” - via Baganzola, 7 - 43100 PARMAtel. 0521.941053 - fax 0521.941059 - g.deleddaparma@tiscali.it• Gremio Sardo “E. Tola” - via Guastafredda, 59 - 29100 PIACENZAtel.-fax 0523/315000 - gremio01@efisiotola.191.itVENETO• Circolo “Sardi nel Bellunese” - via S. Francesco, 37 - 32100 BELLUNOtel.-fax 0437.932514 - circolosardibelluno@libero.it• Circolo “G. Becciu” - calle Ponte S. Andrea, 780 - 30015 CHIOGGIA (VE)tel.-fax 041.492539• Circolo culturale “Ichnusa” - via Bellini, 8/10 - 30171 VENEZIAtel.-fax 041.970112 - ichnusa.mestre@tiscali.it• Circolo “Eleonora D’Arborea” - via Cernaia, 1bis - 35141 PADOVAtel.-fax 049.8724425 - circolosardo.padova@tiscali.it• Circolo “<strong>Sardegna</strong> Nostra” - via Marchi, 3236060 ROMANO D’EZZELINO (VI) - tel. 0424.512782• Ass. “Amicizia sarda nella marca trevigiana” - 31100 TREVISOvia Bernardi, 14 - tel.-fax 0422.210131 - amiciziasarda.tv@libero.it• Ass. “S. Satta” - via Bionde, 61 - 37139 VERONAtel. 045.596014 - fax 045.597583 - assvr83@gmail.com• Ass. Cult. “Grazia Deledda” - via della Pace, 51 - 36100 VICENZAtel.-fax 0444.584034 - gdeleddavicenza@alice.itTRENTINO-ALTO ADIGE• Circolo “Giuseppe Dessì” - via San Marco, 38 - 38100 TRENTOtel.-fax 0461.921662 - g.dessytrento@tiscali.it• Circolo “Eleonora d’Arborea” - via Palermo, 87 - 39100 BOLZANOtel.-fax 0471.501399 - cultur4b@edarborea.191.it• Circolo cult. “Maria Carta” - via Perosi, 2b - 38068 ROVERETOtel.-fax 0464-490148 - circoloricreativomariacarta@tin.itFRIULI VENEZIA GIULIA• Ass. sardi in Friuli - Riviera del Pordenone, 14 - 33170 PORDENONEtel.-fax 0434.522776 - sezionepordenone@tiscali.it• Ass. sardi in Friuli Ven. Giulia - corso Verdi, 13 - 34170 GORIZIAtel.-fax 0481.33725• Ass. sardi Friuli - via Ermacora, 10 - 33028 TOLMEZZO (UD)tel.-fax 0433.44938 - ass.regionalefvg@tiscali.it• Ass. sardi Friuli Ven. Giulia - via di Torrebianca, 41 - 34122 TRIESTEtel.-fax 040.662012• Ass. sardi Friuli Ven. Giulia - via delle Scuole, 13 - 33100 UDINEtel.-fax 0432.402909TOSCANA• Circolo “Ass. Sardi in Toscana” - p.zza S. Croce, 19 - 50122 FIRENZEtel. 055.240549 - fax 055.242006 - acsit.firenze@tiscali.it• Circolo “Sandalia” - Bastione “Cavallerizza” - 58100 GROSSETOtel.-fax 0564.28851• Ass. “Quattro Mori” - piazza Anita Garibaldi, 2 - 57126 LIVORNOtel.-fax 0586.812588 - 4morilivorno@tiscali.it• Ass. cult. “G. Deledda” - p.zza San Francesco, 3 - 56127 PISAtel. 050.543522 - gdeledpi@gdeledda.it• Circolo “Peppino Mereu” - via Roma, 56, c/o Corte dei Miracoli53100 SIENA - tel.-fax 0577.48596 - sardinsiena@iol.it• Ass. cult. “Bruno Cucca” - via Ninci, ex cinema Moderno - 57037PORTOFERRAIO - Isola d’ElbaLAZIO• Ass. “Sarda Domus” - via N. Bixio, 13 - 00053 CIVITAVECCHIAtel.-fax 0766.22859 - sardadomus@tin.it• Circolo culturale “Andrea Parodi” - via di Cantalamessa, 3800068 RIGNANO FLAMINIO - circoloandreaparodi@tiscali.it• Circolo “4 Mori” - via Baleari, 85-87 - 00121 ROMAtel.-fax 06.5691369 - info@circoloquattromori.it• A.C.R.A.S.E. - via Rivisondoli, 11 - 00156 ROMAtel.-fax 06.4071450 - e-mail: acrase@libero.it• Ass. dei sardi “Il Gremio” - via Aldrovandi, 16 - 00187 ROMAtel.-fax 06.36000208 - ilgremio@tiscali.itUMBRIA• Circolo “<strong>Sardegna</strong>” - via Bologna, 34 - 06078 PONTE VALLECEPPI (PG)• Ass. “Deu seu Sardu - Sardi in Umbria” - via del Sersimone, 1/L -05100 TERNI - tel. 3406496734 - deuseu.sardu@libero.itABRUZZO• Circolo sardi d'Abruzzo “Shardana” - via Cesano, 4 - 65129 PESCARAtel. 085.4326929 - fax 085.53696 - info@shardanabruzzo.orgBELGIO (0032)• Gremiu sardu “Martinu Mastinu El-Tano” - 1040 BRUXELLES• Associazione Sardi del Borinage - 7301 BOUSSU-HORNURue An-dré Demot, 101 - tel.-fax 065.777158 - sardihornu@hotmail.com• Circolo “Quattro Mori” - Rue des Charbonnages, 2516200 CHATELINEAU - tel. 071.402209 - fax 071.402210quattromori.harleroi@swing.be• Ass. “Su Nuraghe” - Av. du Champ de Bataille, 428 - 7012 FLÉNU-MONStel. 065.885830 - fax 065.884055 - sunuraghe@skynet.be• Circolo “Grazia Deledda” - Noordlaan, 133 - 3600 GENKtel. 089.355886 - fax 089.304053 - carsgd@belgacom.be• Circolo “Eleonora d’Arborea” - Chaussee Paul Houtart, 2957110 HOUDENG-GOEGNIES - tel. 064.213565 - fax 064.281228eleonoradarborea@skynet.be• Ass. “La <strong>Sardegna</strong> all’estero” - Quai Godefroid Kurth, 904000 LIEGI - tel. 042.275278 - fax 042.274304e-mail: sardegnaestero.liege@skynet.beGERMANIA (0049)• C. S. “Quattro Mori” - Mauerberg Str., 29 - 86152 AUGSBURGtel. 0821.519435 -fax 0821.514028• C.S. di Berlino - Eylauerstr. 24 - 10965 BERLINtel.-fax 030.34356635 - segreteria@sardanet.de• C.S. “Maria Carta“ Rhein-Main e V.65933 FRANKFURT/M - Hartmannweiler, Str. 67tel. 069.38030327/2 - fax 069.38030329 - mariacarta@t.online.de• C. S. “Su Nuraghe” - Streseman Str., 374 - 22761 HAMBURGtel. 040.895329-895343 - fax 040.8997703centrosardohamburg@gmx.de• C. S. “Su Gennargentu” - Innsbrukerstrasse, 7 - 74072 HEILBRONNtel.-fax 07131.171964 - gennargentuccrs@aol.com• C. S. “Sa Domu Sarda” - Garten Str., 72 - 76135 KARLSRUHEtel. 0721.8302680 - fax 0721.8302681 - sa.domo.sarda@t-online.de• C. S. “Speranza sarda” - Mainau Str., 14 - 51063 KÖLNtel. 0221.613421 - fax 0221.616837 - speranza-sarda@netcologne.de• C. S. “I Nuraghi” - Halberg Str., 54 - 67061 LUDWIGSHAFENtel. 0621.582889 - fax 0621.5296156 - centrosardo@arcor.de• C. “E. D’Arborea” - Lürriperstr. 176 - 41065 MÖNCHENGLANDBACHtel. 02161.4075333 - fax 02161.4076073 - csarborea@t-online.de• Centro cult. “Sard’Europa” - Bismarck Str., 18 - 47443 MOERStel. 02841.507352 - fax 02841.518169 - sardeuropamoers@arcor.de• C. S. “Su Gennargentu” - Fürstenrieder Str., 147 - 80686 MÜNCHENtel. 089.3543308 - fax 089.35799768 - su.gennargentu_munich@t-online.de• C. S. “S’unidade Sarda” - Klingenhofstr., 50a - 90411 NÜRNBERGtel. 0911.397354 - fax 0911.3780353 - sunidadesarda@tiscali.it• C. S. “Rinascita” - Mülheimer Str., 38 - 46049 OBERHAUSENtel. 0208.874045 - fax 0208.889773 - rinascita.oberhausen@t-online.de• C. S. “Su Nuraghe” - Wiesbadener Str., 12 - 70372 STUTTGARTtel. 0711.563783 - fax 0711.41148666 - sunuraghe@arcor.de• C. S. “Grazia Deledda” - Diesel Str., 23 - 38446 WOLFSBURGtel. 5361.54407 - fax 5361.52018 - gdeledda@wobline.deFRANCIA (0033)• Cercle sarde de Corse “Su Nuraghe” - 7, rue Comte Bacciochi20000 AJACCIO - tel./fax 04.95221531• Circ. “Su Nuraghe” - Annexe Chateaubriand, BP 22 - tel. 03.8787306757460 BEHREN-LES-FORBACH - circolosardobehren@orange.fr• Circolo Sardo “Su Tirsu” - 94, Rue de Belfort - 25000 BESANÇONtel. 0381.883130 - fax 0381.471518 - circolo-sardo-su-tirsu@liberty.fr• Ass. Famiglie Sarde di Douai - Av. des Potiers - 59500 DOUAItel. 0327.930212 fax 0327.886503 - caria@aras.inra.fr• Circolo “Su Nuraghe” - 15, Rue Molière - 57450 FARÉBERSVILLERtel. 0387.891132 - fax 0387.908512 - camedda@aol.com• Ass. “Sardinia” - 8, Place Edmond Arnaud - 38000 GRENOBLEtel. 0476.849202 - 0476.501007 - sardinia.grenoble@orange.fr• Ass. “Ajò” - Maison des associations - chemin des Tartugues13800 ISTRES - tel. 442559669 - ajo13@aliceadsl.fr• Circolo “Ortobene” - 94, Rue Marechel Foch - 71200 LE CREUSOTtel.-fax 03.85808213 (03.85555022)ass-cercle-sardo-ortobene@wanadoo.fr• Circolo Sardo “Grazia Deledda” - 46, Rue de la Madelaine - 69007 LYONtel. 0472.718004 - fax 0472.718320 - Circolosardo.lyone@aliceadsl.fr• Circolo “Città di Cagliari” - 5, Rue des Ponts57300 MONDELANGE - tel. 0387.711529 - fax 0387.719532csmondelange@hotmail.com• Circolo “Domo-sarda” - 30, Rue Bellefond - 75009 PARIStel. 0162.124543 - domosardaparigi@gmail.com• Circolo “Città di Nora” - 12, Rue du Rivage - 08200 SEDANtel. 0324.290176 - fax 0324.220893 - cittadinora@aliceadsl.fr• Circolo “Sardi in Europa” - 1a, Place des Orphelins -Maison des Associations - 67000 STRASBOURG - tel./fax 0388.370335• Circolo “Gennargentu” - 3bis/A, Rue Du Jura - 74100 VILLE-LA-GRANDtel. 04.50955719 - fax 04.50958764 - gennargentu@aliceadsl.fr• Associazione “S’Isula Sarda” - 11, Avenue Maximilien Robespierre94400 VITRY SUR SEINE - tel. 0146817132 - sisulasarda@neuf.frINGHILTERRA (0044)• Ass. “<strong>Sardegna</strong> 2000” - Safestore-Room 2007 5-10 Eastman RoadW3 7YG LONDON - tel. 079-41282333 - fax 01245450994presidenza@associazione-sardegna.co.ukSVIZZERA (0041)• Circolo “Amsicora” - Oberdorfstrasse, 11 - 5242 BIRR CHtel. 0041.56.444.11.12 - tel. e fax 0041.56.444.11.07circolosardo.amsicora@bluewin.ch• Circolo “Forza Paris” - Kagiswilerstrasse, 47 - 6060 SARNEN (LUCERNA)tel.-fax 041.6611187 - circolo.sardo.lucerna@bluewin.ch• Circolo “E. d’Arborea” - Clarastrasse, 48 - 4058 BASILEAtel.-fax 061.6810096 - e.arborea@datacomm.ch• Circolo culturale “Coghinas” - via S. Gottardo - 6743 BODIO (TI)tel.-fax 091.8642288 - www.circolo-sardo-coghinas.ch• Ass. Circolo Ginevra - Rue Pictet De Bock, 7 - 1205 GINEVRAtel. 022.8001644 - fax 022.8001648 - Associazione@ars-ginevra.ch• Circolo “Sebastiano Satta” - Klosterstrasse, 14A - 9403 GOLDACHtel.-fax 071.8419038 - Sattasardegna@gmx.ch• Circolo “Nuraghe” - Avenue De Morges, 44 - 1004 LAUSANNEtel. 021.6240436 - fax 021.6263230 -circolo.sardo.nuraghe@citycable.ch• Circolo “Sa Berrita” - p.zza Molino Nuovo, 3 - 6904 LUGANOtel. 091.9233743 - fax 091.9233752 - saberritta@hotmail.com• Circolo “Efisio Racis” - Wydäckerring, 148 - 8047 ZURIGOtel. 01.2416216 - fax 01.2416215 - sardizurigo@bluewin.chOLANDA (0031)• C. “Amici Mediterranei” - Wichard van Pontlaan, 14 - 6824 GM ARNHEMtel. 026.4431921 - fax 026.3703526 - fcso@universal.nl• Circolo “S’Argiola” - Zoutmansstraat, 23 R - 2518 GL DEN HAAGtel. 070.3642343 - fax 070.3569838 - circolo.s-argiola@planet.nl• Circolo “Eleonora d’Arborea” - Dennenweg, 1547545 WL ENSCHEDE - tel. 053.4333714 - fax 053.4307996• Circolo “<strong>Sardegna</strong>” - Prof. Mullerstraat, 56 - 6224 BE MAASTRICHTtel. 043/3634050 - fax 043/3623081circolosardoeleonoradarborea@home.nl• Circolo “Su Gennargentu” - Beersdalweg, 110/a - 6401 SC HEERLENtel. 045/5721651• Circolo Sardo “Su Nuraghe” - Bachstraat, 49 - 6137 RX SITTARDtel. 046.4521930 - fax 046.4518170 - sunuraghe@planet.nlSPAGNA (0034)• Ass. “S. Salvador d’Horta” - Calle Muntanya, 50 - 08025 BARCELONAtel. 093/4358981 - fax 093/3479602 - asociaciondesardos@yahoo.es• Circolo “Ichnusa” - Ap.do De Correos, 7275 - 28080 MADRIDtel. 060.6676485 - circoloichnusamadrid@deuseusardu.comAUSTRIA (0043)• Assoc. “Saint Remy” - Joseph Platz, 6 - Palais Palffy - 1010 WIENBULGARIA (00359)• Circolo “Sardica” - 113, Evlogi Georgiev Blvd. - 1504 SOFIAtel. 888637703 - fax 29431397 - dummys@hotmail.comAUSTRALIA (0061)• Circolo Sardinian Cultural Association (VIC.) INC.c/o Assisi Centre 2nd Floor 230 Rosanna Road - 3084 ROSANNA VICtel. 03/94396376 - fax 03.94313235sardi.melbourne@bigpond.com.au• Ass. Sarda di Sydney - Suite 1-2/4 Melton Street - 2144 AUBURN - NSWtel.-fax 02.97294277 - sardisydney@bigqond.com.au• Queensland Sardinian Culture Club “U. Usai”26 Gray St. - P.O. Box 131 - 4005 NEW FARM, QLD - tel. - fax 07.33582263nuragic.park.ulisse.usai@hotmail.com• Ass. del Queensland Inc. - 48 b Ainsdale Str. P.O. Box 22524032 CHERMSIDE WEST - BRISBANE QLDtel.-fax 073.8628303 - sardiqld@bigpond.net.auARGENTINA (005411)• Ass. “Sardi Uniti” - Mendez de Andes, 884 - 1405 BUENOS AIREStel. 011.44318376 - fax 011.44331412 - circolo@sardiuniti.org.ar• Circolo “G. Deledda” - Calle España, 3776 - 7600 MAR DEL PLATAtel.-fax 0223.4746931 - sardimdq@speedy.com.ar• “Asociacion Circulo Sardo del Nord Ovest Argentina”4000 S. M. DE TUCUMAN - Crisostomo Alvarez, 1236tel. 0381.4247727 - fax 0381.4249021 - sardos@tucbbs.com.ar• Asociacion Italiana “<strong>Sardegna</strong>” - Agustin de la Vega 6361650 VILLA BOSCH - tel. e fax 0237.48447658asitalsardegna@yahoo.com.ar• Circolo “A. Segni” - Calle 33, 1535 - 1900 LA PLATA(BUENOS AIRES) - tel. 0221.4792344 - sardoslp@amc.com.ar• Ass. “Famiglia Sarda” - Avenida San Martin 1952 - 2000 ROSARIO(SANTA FE’) - tel.-fax 0341.4817950 - csardoros@citynet.com.ar• Ass. di Cordoba - Suipacha 1229 - Barrio Pueyrredón - 5000 CORDOBAtel.-fax 0351.4762275 - sardicor@uolsinectis.com.ar• Circolo “Radici Sarde” - Belgrano 126 - locale 30 - tel. 4115-29431642 SAN ISIDRO (BUENOS AIRES) - raicessardas@gmail.comBRASILE (0055)• Circolo Em. Sardi Su Nuraghe - Rua Marechal Deodoro, 15009541-300 SÂO CAETANO DO SUL (SAO PAULO)tel.-fax 011.42243322 - cs.sunuraghe@ig.com.br• Circolo “Gennargentu” - Avenida Herval 668, 1º andar87100-010 MARINGÀ PARANÀ - tel.-fax 044.2267787gisella@wnet.com.br• Circolo “Deledda” - Av. Princesa Isabel, 323/40922011-010 COPACABANA-RIO DE JANEIROtel.-fax 021.22759605 - sardorio@mls.com.br• Circolo “Giuseppe Dessì” SP - Av. Sâo Luiz, 50Edificio Italia 2º piano - Cep. 01046.926 SAN PAOLO - S.P.tel. 011.3288.96.94 - fax 011.3288.48.45 - sardosp@terra.com.brCANADA (001)• “Association Sarde du Quebec” - 10716 Boulevard St. LaurentH3L 2P7 MONTRÉAL QUÉBECtel.-fax 514-277-4000 - sardidelquebec@bellnet.ca• “Club <strong>Sardegna</strong> del Niagara” - 17, Gale CrescentL2R 3K8 ST. CATHARINES, ONTARIOtel. 0905.9848922 - fax 9846221 - sardegna@bellnet.ca• “<strong>Sardegna</strong> Unita” - TORONTO, ONTARIOCircolo “<strong>Sardegna</strong> Vancouver” - VANCOUVER B.C.• “Circolo Sardo di Sarnia” - 2-565 Murphy RoadSARNIA ONTARIO N7T 7H2 - tel. 519.332.5400fax 519.332.6092 - franco_filia@cooperators.caPERÙ (00511)• Asociación Sarda del Perù “Ulisse Usai” -Jr. Chiclayo 452 Of. HMIRAFLORES (LIMA) - tel. - fax 444-6014 - sardegna@terra.com.peMESSICO (0052)• Circolo di Città del Messico - Pino 32 Col. Florida, Del. Alvaro Obregon01030 Mexico, D.F., MEXICO - tel. 55 5661 1050 - fax 55 5661 1217sardidelmessico@hotmail.comNUOVA ZELANDA (0064)• Domus de Janas Incorporated - Circolo Sardo in New Zealand0620 AUCKLAND - 4 A Brian Ave, Milford - tel. 94756060USA (001)• “Circolo Shardana” - 358 Thomas Avebue - 07071 LYNDHURST, NJ 07071circoloshardana@yahoo.com• “Great Lakes Sardinia Club” - 54581 COVENTRY LANEShelby Township, Mi 48315 - tel. 586.697.6274 - fax 586.697.6283FEDERAZIONI• ITALIA - via Daverio, 720122 MILANO - tel.-fax 02/54121891• BELGIO - Rue André Demot, 101 - 7301 BOUSSU-HORNUtel.-fax 065.777158 - sardihornu@hotmail.com- 68,Segreteria fax 0032.65884055 - fcsardibelgio@online.be• FRANCIA - 7, Rue Comte Bacciochi - 20000 AJACCIOtel. 0033.495213989 - fax 0033495221531 - FCSARDI@wanadoo.fr• GERMANIA - Mülheimer Str. 3846049 OBERHAUSEN - tel. 0049.208.874045fax 0049.208.889773 - federazione.csardigermania@t-online.de• OLANDA - Wichard van Pontlaan, 14 - 6824 GM ARNHEMtel. 0031.26-4431921 - fax 0031/26/3703526 - fcso@universal.nl• SVIZZERA - Avenue De Morges, 44 - 1004 LAUSANNEtel. 021.6240436 - fax 021.6263230 - fcsardi.svizzera@gmail.com• ARGENTINA - Mendez de Andes, 884 - 1405 BUENOS AIREStel.-fax 0054.11-4331412 - sardiuniti@infovia.com.arASSOCIAZIONI TUTELA• Federazione Associazioni Emigrati <strong>Sardegna</strong> “F.A.E.S.”09131 CAGLIARI - via Ariosto, 24tel. 070.4522197 - fax 070.44061 - faesar@tin.it• “A.C.L.I.” - viale Marconi, 4tel. 070.401144-494351 - fax 40111309131 CAGLIARI - aclisar@enaip.sardegna.it• “C.R.A.I.E.S. - U.N.A.I.E-.” - via Alberti, 1009131 CAGLIARI - tel.-fax 070.4912-03 - e-mail: craies@tin.it• “A.I.T.E.F.” - via XX Settembre, 2509125 CAGLIARI - tel. 070.652230 - fax 070.651432• A.T.M. “Emilio Lussu” - via Ariosto, 24 - tel. 070.49424309131 CAGLIARI - fax 070.4521765 - e-mail: atmlussu@tiscalinet.it• Associazione di tutela A.N.F.E. - via Baylle, 309124 CAGLIARI - tel. 070.666353 - fax 070.666355• Associazione di tutela “F.I.L.E.F-.” - via dei Colombi, 109126 CAGLIARI - tel. 070.3013-81 - fax 070.302548 - filef@filef.it• Istit. Autonomo Sardo “Fernando Santi” - via Ariosto, 2409129 CAGLIARI - tel. 070.44061 - fax 070.4522197fsanti@tiscalinet.it


6 Primo PianoOttobre 2009Manca l’accordo unitarioin difesa della scuola sardaBocciata dal Consiglio regionale la mozione del centrosinistra che puntavaad annullare l’accordo tra il ministro Gelmini e l’assessore BaireDoveva essere un segnale di ritrovata unitàdi intenti e di accordo politico finalmentesenza frizioni o spaccature. Invece il Consiglioregionale, con 42 voti contrari e 25 favorevoli,ha bocciato la mozione del centrosinistra sullascuola che puntava sostanzialmente adannullare, anche unilateralmente, l’accordo“Baire-Gelmini” siglato a Roma, il 31 luglioscorso, tra il Governo e la Regione <strong>Sardegna</strong>.La proposta trasversale della minoranza,non accolta dal centrodestra, prevedevanon solo l’annullamento dell’accordo,ma anche un finanziamento aggiuntivodi 30 milioni di euro, come quotacompartecipativa del Ministero dell’Istruzione.Una mozione che in teoria doveva rappresentarela sintesi del pensiero dell’Assemblea sarda,senza schermaglie ideologiche. Il paradossoè stato che la mancata intesa tra maggioranzae opposizione si è consumata proprio mentregli insegnanti precari manifestavano all’esternodel Palazzo di via Roma.Fallito il tentativo dell’opposizione di arrivaread un documento unitario, rigettato dalcentrodestra, l’Aula alla fine si è espressa,invece, con 39 voti (22 quelli contrari), a favoredi un Ordine del Giorno presentato daicapigruppo della maggioranza, primo firmatarioGiacomo Sanna del Psd’Az. Tre giorni didiscussione non sono bastati dunque a trovareun percorso comune, con il capogruppo del PdMario Bruno che, durante la sua illustrazionequale primo firmatario del documento,aveva definito la mozione “doverosa”,anche alla luce dell’accordo fra il ministroGelmini e l’assessore regionale alla Pubblicaistruzione, Maria Lucia Baire che di fatto– ha detto – “rappresenta una difesa d’ufficiodell’operato negativo del Governo”.Un accordo del tutto sbagliato, secondo Bruno,e che limita l’autonomia da parte della <strong>Sardegna</strong>nel settore. “Non ci basta – ha detto –l’annuncio di una rimodulazione dell’accordo,occorre un’azione politica stringente presso ilgoverno per contrastare i tagli alla scuolasarda”. Bruno ha quindi elencato alcuni dati“derivati dal provvedimento Gelmini: 1.700 postidi lavoro in meno in <strong>Sardegna</strong>, istituzione dellepluriclassi, scolaresche più numerose, ependolarismo degli studenti”. L’esponente delPd ha quindi ricordato i dati negativi sulladispersione: “a fronte di tutto ciò, l’accordomette in campo solo 20 milioni insufficienti– ha concluso – occorre il riconoscimentodella specialità della <strong>Sardegna</strong> e iniziativeconcrete per tutelare il diritto allo studio”.Dopo Mario Bruno è intervenuto il collega dipartito Marco Espa, secondo cui “occorreorganizzare una resistenza democraticacontro la chiusura delle scuole: invitando lepersone anziane ad iscriversi a scuola perimpedire la soppressione delle classisottonumerarie”. Fortemente critico neiconfronti della riforma della scuola edell’accordo Regione-Governo, anche MassimoZedda (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori),che ha sottolineato “la mortificazione dellaScuola fatta di tagli e riduzioni di risorse, e lariforma del Governo rappresenta di fatto unosmantellamento del sistema scolastico”.“È a rischio l’autonomia scolastica”,ha sottolineato criticamente Antonio Solinasdel Pd, per il quale occorre “contrastarecon forza i tagli al personale docente”.Per Paolo Maninchedda del Psd’Az“l’impostazione del discorso sulla scuolava ribaltato”. Per l’esponente sardistasi tratta di un tema da “grandi riforme” e legrandi riforme devono avere larghe intese.Ma non è questa l’occasione: “non siamointeressati a schermaglie fra destra e sinistraitaliane. Noi vorremmo inserire la lingua sardanei programmi – ha detto – ma non abbiamoil potere di farlo. Così per i programmi.C’è una emergenza del sistema scolasticosardo, ma lo Stato parte dal bilancionon dai bisogni. Occorre reimpostareil rapporto fra la Regione e lo Stato”.Critico Ben Amara (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori): “nessuno crede che la Gelmini stiaoperando per il bene della scuola – haevidenziato – in <strong>Sardegna</strong> sono a rischiochiusura 300 scuole; è un killeraggio neiconfronti del sistema scolastico dell’Isola”.Posizione critica anche da parte di EfisioPlanetta (Psd’az): “il sistema scolastico sardo èstato progressivamente smobilitato e avvilito,tutto questo a colpi di riforme dello Statocalate dall’alto. Cattive gestioni del passatosi aggiungono alle nuove emergenze prodottedall’ultima riforma ministeriale e ormaila crisi della scuola sarda ha raggiuntocondizioni endemiche”. Ha preso poi la parolaFrancesca Barracciu (Pd), secondo cui“mai le riforme del centrosinistra hannoprodotto un licenziamento di massacome quello prodotto dal ministro Gelmini”.Roberto Capelli dell’Udc, ha ribaditol’importanza della riforma, che “dovrà duraredecenni, e non può che essere tesa alla qualitàdella didattica e dell’istruzione. Certamente legrandi riforme non possono iniziare dai tagli deiprecari, docenti e Ata, che devono essere invecefermati”. Chicco Porcu (Pd) ha posto il bisognodi discutere soprattutto dell’accordo del 31luglio e di come migliorarlo: “bisogna rivederel’accordo inadeguato di luglio, costruito su unfederalismo alla rovescia che carica sulla<strong>Sardegna</strong> i costi della riforma”. È intervenutapoi Simona De Francisci, vicecapogruppo Pdl,secondo cui “ci sono due mesi per affrontare lecrisi: subendole o affrontandole collettivamenteperché diventino momenti di crescita”. PerGiuseppe Cuccu (Pd) “è necessario fareun’operazione-verità sui numeri. Nella scuolasarda mancano duemila posti di lavoro, chemeritano attenzione e una grande mobilitazione,una vera vertenza con lo Stato”.Ha quindi preso poi la parola Renato Lai (Pdl),secondo il quale “non sono state applicatederoghe ai criteri nazionali e i tagli sonocomunque coperti dagli ammortizzatori sociali.Per Tarcisio Agus (Pd), invece, la scuola “è unbene prezioso quanto la salute, che non puòdiventare oggetto di crisi perché è troppoimportante. E la parola crisi francamente èabusata e fuori luogo se applicata alla scuola”.Nel suo intervento, il Presidente dellaCommissione cultura, Attilio Dedoni(Riformatori sardi), ha quindi sottolineatocome “il problema di fondo sia quello di unaverifica approfondita se la scuola sarda siaadeguata alle domande della società attuale”.Giorgio Locci (Pdl) ha ricordato inoltre come“il problema degli esuberi non sia di oggi,ma di almeno 30 anni”.“Inutile rivangare il passato, occorre affrontarei problemi dell’oggi”, ha esordito GiampaoloDiana (Pd) che ha sottolineato come leassoluzioni “le possiamo trovare solamenteaffrontando i problemi attuali”. Per MarioDiana (Pdl) “è vero che si deve mettere a fuocoampiamente il problema scuola, ma oggi ildibattito è circoscritto all’accordo con ilGoverno che può essere, come annunciato dallaGiunta, rimodulato”. È stata quindi la voltadell’Assessore alla Pubblica Istruzione MariaLucia Baire che ha “garantito la pienadisponibilità a rivedere l’intesa col Governo allaricerca della massima condivisione possibile. Lapreoccupazione per la scuola sarda – ha detto –è sempre stata al centro dell’attenzione dellaGiunta, alla ricerca di un miglioramentodell’offerta educativa e con una attenzionesempre presente sul corpo docente”.Per cominciare ad affrontare la questione dellascuola, ha ricordato la Baire, “si è ipotizzato ilpercorso del confronto col Governo, si èdelineata un’intesa che nell’immediato hariconosciuto punteggio e stipendio a tutti iprecari. Si è trattato di un accordo di massimada subito definito suscettibile di rimodulazione.Alla luce degli approfondimenti tecnici cheverranno, sarà possibile fare le necessariemodifiche, anche prendendo atto delladisponibilità dell’Aula , ma tenendo conto che sitratta di avviare un confronto col Governo”.La controreplica di Mario Bruno ha sottolineatol’utilità del dibattito: “prendiamo attodella marcia indietro – ha concluso –e la disponibilità alla rimodulazionel’accogliamo nel senso di poteri e risorse”.Al momento della votazione, quando tuttosembrava propendere per una votazioneunitaria, l’Aula si è trovata davanti a duedocumenti, la mozione presentata dalcentrosinistra , e un Ordine del giornosottoscritto dal centrodestra e letto in Aula dalcapogruppo del Pdl, Mario Diana. Rigettata lamozione, l’Assemblea sarda ha quindi dato il vialibera all’ordine del giorno che tra le altre coseimpegna la Giunta regionale a provvederepercorsi innovativi di istruzione tecnicasuperiore, sperimentare un modelloorganizzativo per innalzare qualità edeconomicità del servizio di istruzione, attraversoun allegato tecnico, e incardinando un Comitatoparitetico Governo-Regione, difendendo, nelcontempo, il riconoscimento del punteggio per iprecari impegnati nei progetti dell’accordo.“La Giunta si impegna ad attuare tutte lemisure necessaria per migliorare l’intesa con ilGoverno – ha concluso l’Assessore Maria LuciaBaire, intervenendo in Aula su sollecitazionedel capogruppo Pd, Mario Bruno – e per avereuna migliore istruzione in <strong>Sardegna</strong>”.Fabrizio Serra


ILMESSAGGEROSARDOPrimo Piano7No secco e decisocontro il nucleareVoto unanime in Consiglio regionale contrario alla localizzazione nell’Isola di centralinucleari e di depositi di stoccaggio di scorie radioattiveTutti d’accordo: c’è il no secco e deciso delConsiglio regionale della <strong>Sardegna</strong> allarealizzazione di centrali nucleari o depositi distoccaggio di scorie radioattive nell’isola. Unrifiuto messo nero su bianco, in un ordine delgiorno unitario (53 sì e un astenuto) con cui ilparlamento sardo impegna la Giunta a fararrivare il messaggio sui tavoli del Governonazionale: «La <strong>Sardegna</strong> non deve essere inclusanella lista delle regioni candidate a ospitare sitinucleari». Se il risultato era quello auspicato, nonè stato altrettanto lineare il percorso perraggiungere il traguardo: la prova è venuta daldibattito in Aula, lungo e ricco di schermaglie tramaggioranza e opposizione. Alla fine c’è statal’intesa, ma quanta fatica: con la consapevolezza,nota a tutti ma poco considerata a seconda deglischieramenti politici, che a Roma si potrebbedecidere d’imperio la locazione degli impianti. Ildecreto che autorizza Palazzo Chigi a superarele resistenze dei territori è bello che firmato,pronto per l’uso: nonostante più volte ilministro Scajola abbia assicurato che per ladecisione finale servirà l’accordo con le Regioni.Partiva proprio da questo punto la mozionepresentata dal centrosinistra, primo firmatarioil capogruppo dell’Italia dei ValoriAdriano Salis: dalla necessità di ribadirein maniera netta quanto il presidentedella Regione Ugo Cappellacci avevasottolineato durante la campagna elettorale,e cioè l’impegno per evitare la localizzazionedi un sito nucleare nell’isola.Il nome <strong>Sardegna</strong> circola da tempo negli ufficiministeriali, secondo quanto riferiscono diversiparlamentari sardi dell’opposizione: soprattuttodopo l’accordo sottoscritto in febbraio tra SilvioBerlusconi e il presidente Sarkozy per unacollaborazione italo-francese e l’annuncio diquattro centrali di prossima costruzione interritorio italiano. Le condizioni strutturali,poi, fanno dell’isola il sito ideale: rischio sismicopari a zero, scarsa densità abitativa, disponibilitàimportante di acqua come fattori indispensabiliper il funzionamento degli impianti atomici.I rischi per la localizzazione di una centralein <strong>Sardegna</strong>, in sostanza, ci sono tutti.L’impegno per sventarli un po’ meno,tutto legato a ragionamenti politici.Perché il documento del Consiglio regionale siaLa <strong>Sardegna</strong> non vuole carceri specialiNo ai penitenziari speciali e al trasferimento dei detenutisoggetti al 41bis in <strong>Sardegna</strong>. Il Consiglio regionale lo diceforte e chiaro: al di qua del Tirreno non c’è spazio per ireclusi in regime di carcere duro. Quello, per intenderci,riservato a esponenti di spicco della criminalità organizzata:mafia e camorra in particolare. Lo sottolinea, in rispostaalla mozione presentata dal centrosinistra (primafirmataria Claudia Zuncheddu, Rossomori), lo stessoassessore alla Sanità e Politiche sociali Antonello Liori:«Ritengo che il piano Alfano non possa essere realizzatonell’isola». Ma è il risultato di una discussioneche nell’aula di via Roma vede ancora una voltaprotagonista il gioco delle parti: con maggioranzae opposizione arroccate sulle proprie posizioni.Non si capiscono proprio, centrodestra e centrosinistra.Da una parte c’è il documento presentato da Zuncheddue sottoscritto da gran parte dei rappresentanti dellaminoranza: spiegano che i l provvedimento Alfanocomporterebbe forti ripercussioni in <strong>Sardegna</strong>. Per questo sichiede che i detenuti comuni vengano garantiti dalleinfiltrazioni da parte dei detenuti della criminalitàorganizzata. Anche tenuto conto, ha concluso l’esponentedei Rossomori, delle conseguenze derivanti dall’arrivonell’isola di gruppi vicini a quei detenuti.In primo luogo la mozione sottolinea come «il piano diriorganizzazione delle carceri presentato dal MinistroAlfano avalla il progetto di portare in <strong>Sardegna</strong>, perscontare la pena, la più pericolosa criminalità mafiosainternazionale soggiornante nelle carceri italiane» e che«tale piano, partendo dalla necessità di riorganizzare lecarceri nel nostro territorio, e in particolar modo a Cagliarie a Sassari, propone di creare bracci speciali per un totale dicirca 400 posti da riservare a detenuti in regime di 41 bis».L’impegno che si chiede alla Giunta regionale è perentorio:dovrà garantire «la tutela dei detenuti sardi da infiltrazioniderivanti dalla convivenza in carcere con elementi dellacriminalità organizzata appartenenti alla più agguerritadelinquenza italiana e internazionale»; dovrà dare«l’opportunità a quei sardi che scontano pene in carcerilontane dalla <strong>Sardegna</strong> e che ne facciano richiesta, di esseretrasferiti in sedi di detenzione isolane dove sia garantito unpercorso di reale rieducazione e reinserimento nel tessutosociale di appartenenza; tale opportunità è tesa ad alleviarela sofferenza e i disagi delle famiglie, derivanti dalledistanze, dai costi e dall’inadeguatezza dei trasporti»;soprattutto «si facciano carico della situazione di graveallarme per lo stato di degrado in cui versano le carcerisarde, situazione costantemente denunciata da associazionidi cittadini, da operatori del settore, da artisti, darappresentanti di enti locali e trovino soluzioni affinché lecarceri sarde siano luoghi di reale rieducazione, riflessione ereinserimento degni di un paese civile; dando questo segnodi civiltà eviteremo l’ennesimo e drammatico sopruso neiconfronti di quei sardi detenuti e delle loro famiglie».Tutti d’accordo? Non proprio. Dall’altra parte c’è ilcentrodestra e a non piacere sono le premesse: dallamaggioranza evidenziano come nel piano Alfano nonesistano prove documentali specifiche per la <strong>Sardegna</strong>. Lacontroproposta arriva da Mario Diana, capogruppo del Pdl:il documento si voterà per parti, le premesse e gli impegniper la Giunta Cappellacci. Voto unanime sulla seconda,quella che dovrebbe garantire dalle infiltrazioni mafiose. Labocciatura arriva per la prima parte: nessuno al Governo, èla risposta del centrodestra, ha mai parlato di carcerispeciali in <strong>Sardegna</strong>. Almeno per adesso, secondo le paroledi Liori: «Finora non risultano previsti trasferimenti dimassa in <strong>Sardegna</strong> di detenuti di grande pericolositàsociale». Finora, appunto.unitario, infatti, è necessario trasformarlo damozione in ordine del giorno: un accorgimentoal ribasso indispensabile per raggiungerel’unanimità tra maggioranza e opposizione.Nel dibattito in Aula l’intento è unico ma leposizioni di partenza distanti. Dai banchidel centrodestra si è sottolineato più voltel’inutilità della mozione. Efisio Planetta,consigliere del Psd’Az, ha ricordato la leggeregionale del 2003 che dichiarava la <strong>Sardegna</strong>zona “denuclearizzata”: senza considerare chequel decreto, sottoscritto dal Governo, quindi diordine superiore, che la supererebbe senza troppedifficoltà. Anche Roberto Capelli, presidentedel gruppo Udc, ha evidenziato la ripetitivitàdi un dibattito «già affrontato in altre occasioni».Per Pierpaolo Vargiu, capogruppo dei Riformatori,il no alle centrali è deciso così come ribaditopiù volte dall’esecutivo regionale: «In diverseoccasioni la Giunta ha manifestato la volontà,ferma e netta, di non consentire la realizzazionein <strong>Sardegna</strong> siti nucleari».Una posizione confermata dall’assessore regionaledella Sanità Antonello Liori. Assente Cappellacci,è spettato proprio al titolare della Sanità illustrarela posizione dell’Esecutivo regionale: «A nomedella Giunta vorrei sottolineare che sul nucleare sivuole mantenere fermo l’impegno preso con glielettori». Ribadita la «fortissima volontà diimpedire che mai venga costruita una centralenucleare né un sito di stoccaggio in <strong>Sardegna</strong>»,Liori ha chiarito che «si vuole portare avanti ilpolo ambientale per lo sfruttamento dellepotenzialità turistiche, oltre che di quelleagricole». Fondamentale poi «la necessità diriscrivere un piano energetico» per la <strong>Sardegna</strong>.Certezze che non convincono l’opposizione. Daibanchi del Pd, l’ex assessore regionale GianValerio Sanna, dopo aver sottolineato di nonessere fiducioso sulle capacità della Giunta diimpugnare la legge, ha denunciato la volontà delloStato di sostituirsi all’autonomia regionale: attotipico «di un governo padrone». Per il collega dipartito Giampaolo Diana, invece, «la scelta delnucleare è in ogni caso una sconfitta: unabattaglia vecchia, non costa meno e non siconsiderano i costi sociali. Bisogna dire un nosecco al nucleare e concentrarci su nuove fontienergetiche: quella tradizionale (Carbone Sulcis)e le fonti rinnovabili». Secondo Carlo Sechi,consigliere dei Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori, il no dovrebbe essere ancorapiù deciso: non solo niente centrali in <strong>Sardegna</strong>,ma stop anche ai progetti sul resto del territorionazionale. Si tratterebbe, ha sottolineato,«di una ennesima servitù».Il risultato finale è stato quello annunciato:l’ordine del giorno con cui la Giunta impegna ilGoverno ad assicurare che «la <strong>Sardegna</strong> non deveessere inclusa nella lista delle regioni candidate aospitare siti nucleari». Non solo. Tra il vedere enon vedere nello stesso documento c’è ilriferimento anche alle sette regioni italiane astatuto ordinario (Toscana, Piemonte, Liguria,Emilia Romagna, Marche, Lazio e Calabria) chehanno impugnato davanti alla CorteCostituzionale la legge nazionale secondo cui ilgoverno può scegliere i siti per le centrali edepositi nucleari. Un passaggio che potrebbeportare anche la Regione sarda ad avviare lastessa azione davanti alla Consulta.Ancora: nell’ordine del giorno è stata inseritaanche la richiesta avanzata nella mozione delcentrosinistra per cui «la Giunta è impegnata averificare la possibilità di dotare tutti i porti e gliaeroporti della <strong>Sardegna</strong> dei cosiddetti “portali”,vale a dire le unità mobili con monitor installatesui veicoli, per il rilevamento dell’eventualepresenza di materiali radioattivi su mezzio anche su passeggeri» che arrivino nell’Isola.Altro messaggio molto chiaro: fidarsi è bene,non fidarsi è meglio.Marco Murgia


8 Primo PianoOttobre 2009Nuovo contributo di sangue sardoalla causa della pace in AfghanistanIn un attentato sono morti sei militari della “Folgore” tra i quali Matteo Mureddudi Solarussa - La Brigata Sassari partita per KabulUna missione macchiatadi sangue. Anche sardo.A Kabul il 17 settembre unautobomba ha spezzato lavita di Matteo Mureddu, diSolarussa, appena 26 anni.Con lui sono morti ancheAndrea Fortunato, DavideRicchiuto, GiandomenicoPistonami, MassimilianoRandino, Roberto Valente:tutti appartenenti, siapure in diversi reggimenti,della Folgore.L’attentato è avvenuto alle9,30 italiane, le 12 afgane:secondo la ricostruzione delministro della Difesa IgnazioLa Russa si è trattato di un attentato suicida, diun’auto con a bordo 150 chili di esplosivo. Unatragedia che arriva subito come una bomba in<strong>Sardegna</strong> e a Solarussa. Un’intera regione e tuttoil paese sono annichiliti. A Solarussa l’annuncioviene dato dal triste rintocco delle campaneparrocchiali e in questo centro dell’oristanese calaun silenzio pieno di dolore e commozione. Unavita spezzata di un caporalmaggiore che anovembre sarebbe dovuto essere a Solarussa perbattezzare la nipotina nata ad agosto e unmatrimonio, il suo, già fissato per il prossimogiugno. Ci ha pensato un attentato suicida acancellare in un mattino da incubo afgano tutti isogni di un giovane che era andato laggiù per unamissione di pace. Proprio su questo arriva il primosfogo della madre di Matteo, che all’arcivescovo diOristano Ignazio Sanna sottolinea: «Lo dicano chequesta non è una missione di pace. Ormai non cicrede più nessuno». Parole che sembrano, sonoDIFESAFirmato accordo italo-tedescoper DecimomannuLe Aeronautiche militari italiana (Ami)e tedesca (Luftwaffe) hanno rinnovato con unacelebrazione formale i 50 anni di cooperazionenell’addestramento degli equipaggi di volo. Allapresenza dei sottosegretari della Difesa italiano,Giuseppe Cossiga, e tedesco, Rudiger Wolf, i capidi stato maggiore delle due forze aeree, il gen.Daniele Tei, e il ten. gen. Klaus Peter Stieglitz,hanno firmato un accordo che estende per altri treanni la collaborazione fra i due Paesi.Il responsabile del Comando addestramento tatticodella Luftwaffe in Italia, col. Joachin Ellguth, hasottolineato “l’eccellente e pluriennalecollaborazione che dura da 50 anni a Decimo enell’uso degli ampi spazi aerei del Mediterraneo.Con gli investimenti di notevole entitàeffettuati negli ultimi anni e la firmadel contratto di cooperazione la Luftwaffemanifesta in modo chiaro che desidera anche infuturo, a lungo termine e, per quanto possibile,congiuntamente con altre Nazioni, continuare asvolgere attività addestrativa nell’Isola”.Mentre il comandante di Decimomannu Rssta-Awti(Reparto standardizzazione tiro aereo e Sistema disassi durissimi con tuttal’Italia che, quandoaccadono fatti del genere, epurtroppo non è la primavolta, continua a chiedersise sia giusto o no continuarequesta “missione di pace”.Di “tragedia devastante”parla anche il sindaco diSolarussa AntonangelaSechi, mentre il padre diSilvio Olla, il sottoufficialedi Sant’Antioco morto seianni fa a Nassiriya, nonesita a dire: «È come se miofiglio fosse morto di nuovo».Il ritorno. In Italia è luttonazionale, ovviamente, e lesei bare arrivano a Ciampino domenica 20settembre. Ancora un C130 dell’aeronauticamilitare che riporta a casa vite spezzate troppopresto. All’aeroporto romano c’è lo strazio diGreca, la madre di Matteo Mureddu, che non sistacca mai dalla foto del figlio. C’è il presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano ad accoglierele sei bare, che poi vengono prima portateall’istituto di medicina legale della “Sapienzaper l’autopsia disposta dalla magistraturaromana e poi nella chiesa “Salus infirmorum”,nell’ospedale militare del Celio.Il 21 settembre i funerali di Stato nella basilicaromana di San Paolo fuori le mura. Troppopiccola, la pur imponente abbazia per accogliere letante persone che vogliono esserci, stare vicino,sostenere le famiglie dei militari che hanno persola vita in una operazione di pace. Celebra il ritol’ordinario militare per l’Italia, monsignorVincenzo Peldi che legge subito il telegrammacombattimento elettronico), col. GustavoCicconardi, ha confermato l’utilità di unamaggiore collaborazione (uomini e mezzi)nella gestione, in una veste più internazionaledella base sarda. Dopo la firma le lunghe scietricolori degli aerei MB 339 Pan della Pattugliaacrobatica nazionale hanno chiuso la celebrazionedella festa per i 50 anni dalla fondazionedell’Air weapons training installation (Awti)della base aerea di Decimomannu.Alle evoluzioni delle Frecce tricolori hannoassistito migliaia di spettatori che hanno “invaso”la base che per un giorno è stata aperta alpubblico. Sono state presentate le classiche figuredella pattuglia dai tonneuax ai looping agli incrocimozzafiato. Il pubblico ha potuto vedere, inoltre,una mostra statica di velivoli, decolli di varimodelli di elicotteri e aerei, operazioni simulate disoccorso. Fra gli altri anche i più moderni velivolipresenti sulla base sarda: dal caccia europeoEfa 2000 Typhoon al Tornado, dall’Amx all’F 16Falcon, ma anche gli Mb 339 ed i vecchi F4Phantom, fra i trasporti il 160 Transall, il C 130Hercules, e gli elicotteri CH 53 e Ab 212.inviato da Benedetto XVI, poi officia la funzione.Si rivolge a ognuno dei militari morti e di Matteoricorda che sognava “un futuro di pace perl’umanità. Non solo per la tua terra, ma perl’umanità minacciata dal terrorismo”. Nellabasilica sull’Ostiense ci sono il presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano, quello delConsiglio Silvio Berlusconi, quelli di Camera eSenato Gianfranco Fini e Renato Schifani,esponenti di maggioranza e opposizione, tantagente comune. C’è anche un fuori programma: unanziano raggiunge l’altare e chiede “Pace subito”.Il rientro. Al termine della messa, un altrostraziante viaggio: quello verso Ciampino per poiriportare la salma di Matteo in <strong>Sardegna</strong>. Pocodopo le 16 di lunedì, arriva a Elmas l’aereomilitare: ci sono i sindaci di Cagliari, Elmas eSolarussa, Emilio Floris, Valter Piscedda eAntonangela Sechi, le più alte cariche militariisolane. Gli applausi sono di mestizia e poicomincia l’ultimo ritorno di Matteo a Solarussa,dove la salma arriva poco dopo le 18. Il paesepiange un amico che non c’è più e le lenzuola suibalconi ricordando il sacrificio di Matteo. Ilgiorno dopo è quello dell’estremo saluto alcaporalmaggiore. Il rito funebre viene presiedutodall’arcivescovo di Oristano, monsignor IgnazioSanna che ricorda il sacrificio del giovane diSolarussa, caduto in una operazione di pace.Nella parrocchia di Solarussa ci sonoil presidente della Regione Ugo Cappellacci,quella del Consiglio regionale Claudia Lombardo,tante altre autorità civili e militari.E soprattutto c’è un intero paese che vuolesalutare per l’ultima volta un ragazzo che havisto crescere e che ora ha visto morire perchécredeva nella sua missione. La preghieradel paracadutista è davvero l’ultimo momento,prima dell’estremo saluto, poi via verso ilcimitero. È un altro doloroso, dolorosissimomomento per dire addio a Matteo Mureddu.La lettera. E quasi per non voler dimenticare,l’indomani c’è la Brigata Sassari che parte perKabul. Ai sassarini indirizza il suo saluto, tramiteuna lettera aperta il presidente della Regione:«Oggi – scrive Cappellacci – il nostro cuore ètriste. Tutti noi, viviamo un dolore profondo eimmenso per la strage di Kabul. Il primo pensierova, dunque, a Matteo Mureddu e naturalmenteanche a Giandomenico, Massimiliano, Roberto,Davide e Antonio. Non vi dimenticheremo mai!Con questo lutto, che ci attanaglia l’anima e cispezza il fiato, e in un momento estremamentedelicato ma storico per la pace in Afghanistan, voisoldati valorosi della Brigata Sassari, vi accingetea partire in missione proprio in quei territoriteatro dell’ultimo tragico attentato. La missionedella Brigata Sassari, che si avvicenderà allaFolgore, non renderà vano un tributo di sanguetanto alto. Al contrario, dà merito e riconoscenzaal sacrificio di quei ragazzi. Che come voi, comenoi, credono in un mondo migliore; in un mondodove la fratellanza tra popoli e tra uomini èsempre possibile. Immagino quali sentimenti, qualipensieri, persino quale rabbia vi portate dentro.Voi siete i “dimonios”, i “diavoli rossi”.Coraggiosi, generosi, con una tempra speciale,capaci di agire con determinatezza e in situazionidifficili, ma sempre con grande umanità. LaBrigata Sassari è espressione genuina delle piùalte virtù civiche e patriottiche della nostra Terradi <strong>Sardegna</strong> e delle regioni che ne accrescono iranghi. Voi partite per l’Afghanistan perché laggiùc’è l’urgenza di portare la pace e di sostenere unaparte di quel popolo – la maggioranza – desiderosodi libertà, giustizia e dignità, oggi a rischio.In passato, in tante missioni di peacekeeping,l’azione della Brigata Sassari ha assolto esoddisfatto appieno questi compiti, e anche questavolta, ne sono più che certo, saprete far attecchire,cooperando con gli alleati, il seme della pace e delrispetto dell’individuo». Alessandro Atzeri


10 AttualitàOttobre 2009Forse ritrovati a Urzulei i restidell’ing. Bussi rapito nel 1978Il tecnico della Ferrari venne sequestrato vicino a VillasimiusLa moglie dell’ingegner Bussi, sequestrato emai tornato a casa, chiede chiarezza sulritrovamento di un cranio a Urzulei.Da trent’anni torna a Villasimius con un sognonel cuore. Avere notizie di suo marito, poter fare iconti con la verità pur drammatica di unsequestro di persona finito nel peggiore dei modi.La signora Edda Bussi, moglie dell’ingegnere dellaFerrari sequestrato nel 1978 e mai tornato a casa,oggi ha 80 anni. Un mese fa una notizia ha datouna scossa alle sue speranze: il ritrovamento di uncranio nelle campagne di Urzulei che potrebbeessere proprio quello di suo marito.«Lo spero vivamente. Sarebbe la fine di unaodissea che dura da 30 anni. Dare ai resti del miopovero Giancarlo, una tomba sulla quale fare unapreghiera e lasciare un fiore. Non chiedo altro».Di questo ritrovamento la signora (che risiede aModena) ha saputo solo informalmente attraversole notizie pubblicate sui giornali sardi ed emiliani.«La Procura non mi dato alcuna comunicazione.Nessuno mi ha interpellato. So che ci sonoaccertamenti su quel cranio per risalire alla datadi morte. Mi auguro che ci possa essere un legamecon la nostra drammatica vicenda. Lo spero io, losperano i miei figli che sono ovviamente prontianche a sottoporsi al test del Dna.Attendo a casa notizie importanti. Ma spero chesugli accertamenti in corso si faccia in fretta.Prima ho atteso, il ritorno di mio marito.Poi, ho perso questa speranza. Mi è rimasto unasola speranza. Recuperare i resti di Giancarlo.Di anni, ne sono passati tanti. Non vorreiche ne passassero altri ancora prima di saperese quei resti umani trovati in Ogliastra sianodavvero quelli di mio marito. Ho ottant’anni.Aspetto con tanta fiducia anche nell’operatodella Procura di Lanusei».La signora Edda Bussi lascerà oggi Villasimiusdove ha trascorso le vacanze assieme a una figlia.«Sono pronta a tornare immediatamente permettermi a disposizione della magistratura.Attendo con fiducia di sapere finalmente la verità».Edda Bussi nonostante le vicenda che hannostravolto la sua vita, è rimasta legata aVillasimius e alla <strong>Sardegna</strong>. «Qui mi sono sempretrovata bene. Mio marito aveva pensato difermarsi proprio a Villasimius. Aveva acquistatoanche un terreno per costruirci la casa. Ilsequestro ha distrutto i nostri sogni. Ma io vogliobene a quest’isola e a questo paese. Non possocondannare per colpa di pochi che mi hannoportato via Giancarlo. Tant’è che qui a Villasimiusmi trovo come a casa». Antonio SerreliCorallo rosso, <strong>Sardegna</strong> protagonistaLa <strong>Sardegna</strong> si conferma Regione modello nelMediterraneo per la salvaguardia, la gestione e losfruttamento sostenibile del corallo rosso. È unodei risultati del primo workshop internazionalesul corallo, ha spiegato l’Assessorato regionaledell’Agricoltura, organizzato a Napoli dal Governoitaliano (Ministeri degli Affari esteri edell’Ambiente) e dal Governo degli Stati Uniti. AlLe Regionirivendicano un ruoloal vertice sul climaLe regioni europee, compresa la <strong>Sardegna</strong>,reclamano un ruolo nel prossimo vertice sul climaperché molte delle politiche dovranno poi essereattuate a livello locale. “Nel corso del vertice sulclima che si terrà in dicembre a Copenaghen,l’Europa – ha sottolineato il presidente del Comitatodelle regioni, Luc Van Den Brande – sarà ancora unavolta chiamata a fare da apripista, affinché lacomunità internazionale faccia propri obiettiviambiziosi e realizzabili nella lotta contro gli effettidel cambiamento climatico.Questo incontro dovrà però portare, su scalamondiale, a misure da applicare anche a livelloregionale e locale. È dunque importante che, nelpreparare il vertice, ci si assicuri che i testi indiscussione tengano conto sin dall’inizio del ruoloche le regioni e i comuni rivestono nello sforzo dipreservare gli equilibri ambientali e la biodiversità”.Le Regioni con i loro rappresentanti sarannopresenti a Copenaghen per accertarsi che venganodebitamente riconosciuti il ruolo e l’efficacia deglienti regionali e locali nella lotta contro gli effetti delcambiamento climatico.centro del dibattito un confronto scientifico,tecnico e istituzionale sulla richiesta da parte degliUsa di inserire anche il corallo rosso nell’elencoCites II, la convenzione di Washington per ladifesa delle specie a rischio. A Napoli la <strong>Sardegna</strong>è stata chiamata a dare il proprio contributoillustrando l’esperienza trentennale diregolamentazione della pesca del corallo. Eranopresenti Roberto Doneddu (direttore del ServizioPesca dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura)e i ricercatori del gruppo diretto da Angelo Cau(Dipartimento di Biologia animale dell’Universitàdi Cagliari).Un’esperienza, quella sarda, considerata modellonon solo nel Mar Mediterraneo, ma anche in altriPaesi. “Il seminario di Napoli – ha affermatol’assessore regionale dell’Agricoltura AndreaPrato – è un ulteriore attestato del buon lavoroche la Regione sta conducendo con lacollaborazione dell’Università e degli operatori.Già nei mesi scorsi, durante un vertice della Faoal Ministero per le Politiche agricole, irappresentanti dell’Organizzazione perl’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Uniteavevano apprezzato la nostra regolamentazionesul corallo che consente di conciliare le istanze disalvaguardia della risorsa con le esigenzeeconomiche dei corallari”.Le aree di pesca principali del corallo rosso in<strong>Sardegna</strong> sono Alghero, Fertilia, Santa TeresaGallura, Bosa, Sant’Antioco e l’Isola Rossa. Glioperatori autorizzati nel 2009 sono 25 (erano 20nel 2008), mentre le imbarcazioni sono perquest’anno 16. La raccolta totale del corallo rossonel 2009 (dato aggiornato ad agosto) ammonta a1.457 kg (erano 1.120 l’anno precedente).L’attuale Giunta regionale, in un’appositadelibera presentata nell’aprile 2009 dall’assessorePrato, ha allungato il periodo per la pesca delcorallo e aumentato il numero totale delleautorizzazioni per il suo prelievo.PREVIDENZA a cura di Giuseppe FotiAumentati i limiti di redditoper l’assegno familiareIn piena stagione estiva l’Istituto per la previdenzasociale con una circolare ha comunicato i nuovi limitidi reddito per la concessione dell’assegno familiareper il periodo 1° luglio 2009-30 giugno 2010.La variazione, calcolata dall’Istat, ha determinatoun aumento del 3,2% incrementando quindigli importi del 2008 con un conseguente allargamentodel numero degli aventi diritto. Interessatele categorie di lavoratori del settore pubblicoe privato appartenenti sia all’assicurazione generaleobbligatoria dei dipendenti sia i pensionati.Recentemente gli assegni familiari sono stati estesia lavoratori iscritti alla gestione separata.Il nucleo familiare. Per il diritto all’assegnofamiliare è interessato il nucleo composto dallavoratore dipendente, dal coniuge non legalmente edeffettivamente separato e dai figli minorenni o inabili.Anche i figli studenti e apprendisti che non superanoil ventiseiesimo anno d’età fanno parte del nucleofamiliare. In questo caso l’importo dell’assegno saràpiù elevato se i figli interessati hanno un età tra i 18e 21 anni e se nel nucleo convivono almeno 4 figli.Per i nuclei familiari ove è intervenuta la separazionedei coniugi, la legge prevede, per tutelare l’interessedei figli, che gli stessi vengano affidati in viaprioritaria ad entrambi i genitori.Ovviamente solo uno dei due, d’intesa con l’altro,può inoltrare la relativa richiesta. Se non c’è accordola prestazione dovrà essere pagata al genitorecon il quale il figlio risulta convivente.Un esempio. Una famiglia con due figli e un redditoannuo di 25.000 euro può contare su un assegnodi 134,83 euro al mese, che aumentano a 265,72 eurose i figli sono tre. Se invece un nucleo disponedi 40.000 euro avrà diritto, rispettivamente, a 72,68o a 158,17 euro al mese a seconda che vi sianodue o tre figli minori.I redditi da prendere in considerazione. Perla concessione dell’assegno familiare si considera lasomma dei redditi conseguiti da tutti i componenti delnucleo familiare nell’anno solare precedente il primoluglio di ciascun anno. Pertanto per il periodo primoluglio 2009-30 giugno 2010 si considereranno i redditiconseguiti nel 2008. Inoltre, l’assegno viene concessosolo a condizione che lo stesso reddito sia formato peralmeno il 70% da lavoro dipendente e da pensione.Le esclusioni. Dall’importo del reddito familiaresono esclusi i redditi conseguiti per il trattamentodi fine rapporto lavoro, le rendite vitaliziepagate dall’Inail, le pensioni di guerra e le indennitàdi accompagnamento per gli invalidi, i ciechi parziali,i sordomuti e i minori mutilati e invalidi civilie le pensioni tabellari dei militari di levacolpiti da infortunio.I lavoratori part-time. Ai lavoratori part-timel’assegno viene riconosciuto con modalità diverse aseconda del numero di ore lavorate durante lasettimana. Per 24 ore di lavoro settimanale, l’assegnospetta interamente per 6 giorni a settimana,compreso il sabato, in caso di settimana corta.Il pagamento dell’assegno familiare. In linea dimassima, l’assegno familiare viene pagato per contodell’Inps dal datore di lavoro. Ai pensionati, ailavoratori domestici e ai collaboratori lo stessoassegno viene pagato dallo stesso ente a richiestadegli interessati. L’importo viene determinatoin base ai componenti il nucleo familiare e al redditopercepito dallo stesso. Consultando la circolareInps 81/2009, si troveranno riportate tuttele tabelle in base alla varia composizionedei componenti e del relativo reddito.


ILMESSAGGEROSARDOAttualità11La sana cucina sardaL’ultimo libro di Neria De Giovanni sui cibi nei romanzi deleddianiEsiste una collana della casa editrice “Il leone Questo libro di Neria De Giovanni propone pagineverde” di Torino che pubblica libri incentrati di romanzi in cui si preparano arrosti,sui rapporti tra la letteratura e la cucina. Basta maccheroni, la prima colazione, il pane cotto alcitare titoli come “In taverna con Shakespeare”, forno, caffè e pasticcini. Ogni brano è“A convito con Dante” o “Alla tavola di Giovanni accompagnato da un commento e il volume èArpino”. La <strong>Sardegna</strong> era assente, fino alla preceduto da una densa introduzione. Tra le altrerecente pubblicazione del libro di Neria De cose l’autrice osserva: “Nessuna scena in cui laGiovanni, che suona “A tavola con Grazia” Deledda descrive una ricetta culinaria, un(“Cibo e cucina nell’opera di Grazia Deledda”). mangiare tipico, è semplicemente adornativa.Sia nei romanzi ambientati in <strong>Sardegna</strong>, sia in Essa, invece, ha almeno due caratteristichequelli le cui vicende si svolgono nella penisola, la fondamentali: è sempre rigorosamette ripresa dallascrittrice nuorese descrive minuziosamente pranzi tradizione popolare sarda; è funzionale alla storiae cene, colazioni frugali e banchetti importanti. La narrata, al particolare momento in cui la ricetta,precisione delle tecniche per la scelta e la cottura la scena culinaria, è stata inserita”.dei cibi va messa in relazione col fatto cheNella novella “Il pane casalingo” (compresa nellal’autrice di “Canne al vento” e di “Cosima” raccolta di racconti brevi “Ferro e fuoco”,amava cucinare prima e dopo il matrimonio, pubblicata nel 1895), la scrittrice usa due terminiquando era una narratrice affermata.sui quali è bene riflettere. Mentre la madre dellaAl riguardo è molto significativo un aneddoto. Deledda prepara il pane assume un atteggiamentoLei stessa ricordava, con una punta di ironia, “quasi sacerdotale”, mentre più avanti spicca ilche quando il messo dell’ambasciata di Svezia vocabolo “arte”. Insomma la preparazione del cibonel novembre 1927 le portò la comunicazione per la famiglia ha una valenza nella quale sidel conferimento del Premio Nobel, le baciò intrecciano religiosità e tecniche apprese dallela mano che odorava di cipolla. Infattigenerazioni precedenti. Cucinare non è sinonimoin quel momento lei aveva appena finitodi fatica e pezienza (anche se queste doti sonodi preparare un gustoso soffritto per il sugo. indispensabili), ma presuppone un’iniziazioneIl maiale sardo da tutelareUn piano per la valorizzazione del suino tipico sardo - Le montagne del Linas la zona d’originedella quale le ragazze di una volta non potevanofare a meno. Dal momento che il loro ruolo, anchequando restavano nubili, non poteva prescinderedalla preparazione dei cibi.Inutile dire che questa cucina povera avevadelle eccezioni, nei giorni festivi e durantebanchetti per nozze e compleanni. Nell’uno enell’altro caso le pietanze erano genuine,basandosi su prodotti della terra e tipi di carne dianimali allevati all’aperto o frutto di cacciagione.Nella parte finale del libro sono riportateparecchie ricette della cucina sarda con tuttigli ingredienti, la preparazione e i tempi dicottura, il grado di difficoltà (facile, media,difficile). Tra queste ci sono pietanze campidanesi,sassaresi, nuoresi e di altre zone dell’isola,per i lettori continentali che vogliono cimentarsicon le ricette della nostra regione.A questo punto sorge spontanea una domanda. Lericette deleddiane, in un’epoca di surgelati e cibi inscatola, sono ancora presenti nelle tavole deisardi? La risposta è in larga misura affermativa.Nei ristoranti e negli agriturismo la riscopertadella cucina tradizionale richiama un buonnumero di clienti. Anche le pietanze “povere”hanno un loro fascino, associate a ricordi di annidifficili. Fave lesse, trippa, sardine, cavoli,interiora di suini e ovini compaiono nel menù ditrattorie e ristoranti per tutte le tasche.(NERIA DE GIOVANNI, A tavola con Grazia, “Il leoneverde edizioni”, pagine 135, euro 10)Giovanni Mameli“Le ricette di casa nostra”a cura di Gian Piero PinnaIl maiale di razza sarda ha le carte in regola.Riconosciuta dal Ministero dell’agricoltura,conapposito decreto tra le razze suine autoctonenazionali, ora ha anche una località di origine certa– Villacidro e le montagne del Linas – dove sonopresenti suini bradi rispondenti alle caratteristichedei progenitori della pura razza sarda. Esemplarinobili e senza contaminazioni, elementi validi per ilriconoscimento di razza. Come hanno potutoaccertare i ricercatori dell’Istituto zootecnico ecaseario che hanno studiato l’allevamento suino inambiente mediterraneo tecnici e genetisti diriconosciuta competenza: Luigi Tacchi,dell’Associazione nazionale allevatori suinie il dottor Sebastiano Porcu dell’Agrische ha supportato con le sue ricerche la praticaper il riconoscimento della storica razza suina sarda.In più la conferma con le testimonianzedi allevatori di lunga esperienza che conduconoallevamenti a Coxia de basciu, Coxia de susu,Villascema, Nardi, Croigas, Pranu e mesue altre aziende nelle montagne del Linas.La razza suina sarda è stata ufficialmentericonosciuta con decreto ministeriale datato 8giugno 2006 (successivamente modificatocon altro decreto del 18 dicembre dello stesso anno).Il maiale sardo è di taglia piccola (peso vivo daadulto intorno ai 70-100 chili); mantello nero,bianco, grigio, fulvo, unito o spezzato;setole folte, talvolta ondulate o arricciatee in corrispondenza della linea dorsale formanouna criniera; testa corta con profilo rettilineoo orecchie piccole dirette in alto e di lato o pendenti;collo corto e robusto; coda lunga con setoleche a volte formano la caratteristica coda cavallina.Con queste caratteristiche morfologiche tipichela razza Sarda è stata inserita tra le razzeautoctone nazionali che finora comprendonoaltre cinque: Cinta senese, Mora romagnola,Nero siciliano, Casertana e Calabrese.I maiali sardi sono animali temprati dalle intemperiee dai disagi della siccità. Secondo gli anzianiallevatori villacidresi, che a loro volta hannoereditato i maiali dai loro nonni e bisnonni, il ceppopiù diffuso nell’isola parte proprio da Villacidro. Èpoco prolifero (una media di cinque suinetti a parto),cresce lentamente, le carni sono sapide e compattecon una giusta proporzione tra il grasso e il magro.A dare un’accelerazione al progetto di valorizzazionedella razza suina sarda ci sta pensando la Provinciadel Medio Campidano col suo presidenteFulvio Tocco nell’ambito di un più vasto programmadi rilancio dell’agricoltura e degli allevamentinel territorio. Anzitutto rispolverando il decretoministeriale che riconosce e salvaguarda questabiodiversità suinicola, tra l’altro tutelatadalla Convenzione sulla Biodiversità siglataa Rio de Janeiro nel 1992. E poi lanciando,nei Comuni della Provincia, un Pianodi valorizzazione del maiale di razza sardacui hanno sinora aderito una ventina di aziende.Per l’identificazione dei soggetti che sarannocertificati negli impianti riconosciuti dalla Provinciaè stato costituito un comitato tecnico-scientifico.Per avviare efficacemente il progetto gli aderentihanno chiesto soprattutto l’intervento per larealizzazione delle recinzioni, per l’acquisto deiriproduttori, dei ricoveri e delle capannine da parto.Con questi piccoli investimenti gli allevatoridiventano promotori e custodi della storicabiodiversità. Intanto, in attesa dell’interessamentodella Regione, si pensa di organizzare la primarassegna del maiale sardo nelle campagnedi Villascema: una vetrina di valorizzazione unicanell’isola. È prevista anche una riunionedei “sartizzajusus” del Medio Campidanoper concordare un piano di lavoroper la valorizzazione dei prodotti trasformati edestinati ad arricchire il “tagliere del suino rustico”.L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti gli attoridella filiera suinicola, allevatori, macellatori,trasformatori e distributori, per far risaltareil pregio,la qualità e l’unicità di un prodotto.Un’occasione per salvaguardare e valorizzare ilsuino tipico sardo e conservare la sua biodiversità.Da non perdere.Flavio SiddiPanettone alla crema di mascarponeal corbezzolo(ingredienti per quattro persone):un panettone da mezzo chilo; gr. 400 corbezzoli freschi;gr. 150 di zucchero; n. 3 tuorli d’uovo; gr. 300 dimascarpone; un pizzichino di saleProcedimento: Anche questo dessert, ha avuto unacontaminazione e al panettone tradizionale, è statoaggiunto un ingrediente tutto nostrano: i corbezzoli,che in questo periodo sono già arrivati a pienematurazione. Per realizzare la crema, fate disfare icorbezzoli in una padella tenuta a fuoco vivace insiemeallo zucchero e quando sono ridotti quasi amarmellata, mettete da parte. Quindi, lavorate ilmascarpone insieme ai tuorli d’uovo, siano a fardiventare il composto ben morbido, incorporateci lamarmellata di corbezzoli e conservate in frigorifero.Un’ora prima di servire il dessert, tagliate il panettonea dischi alti due centimetri circa e spalmate ognuno diquesti con la crema di mascarpone e corbezzolo,ricomponete il dolce, dandogli la forma originaria eriponete in frigorifero. Prima di servire, tagliate ilpanettone a fette, come di solito si fa e servite.Riceverete sicuramente i complimenti, per questopanettone marezzato con la crema di mascarpone alcorbezzolo, che non si trova sicuramente neisupermarket.Patate al timo(ingredienti per quattro persone):kg. 1 di patate; un mazzetto di timo fresco; dl. 1 di oliod’oliva extra vergine; gr. 100 di pancetta a listarelle; saleProcedimento: È un piatto molto facile da realizzaree buonissimo da accompagnare alla spiedata di agnelloguttiau. Pelate le patate, tagliatele dandogli la forma dispicchi d’arancia, sistemate in una teglia insieme altimo, alla pancetta e all’olio d’oliva extra vergine,mischiate il tutto per bene e infornate per una mezzoracirca, a forno ben caldo, avendo cura di girare ilcontorno di tanto, in tanto.


12 AttualitàOttobre 2009La <strong>Sardegna</strong> e le sue acqueIl lago Omodeo tra passato e futuroDa vent’anniArdauli(sopra il lagoOmodeo, AltoOristanese) starealizzando il“Progetto direcupero dellamemoria storicadi Ardauli, delBarigadu e della<strong>Sardegna</strong>interna” con lapubblicazione dilibri presentati inappositi convegniche hanno vistosempre un’ampiapresenza dipubblico. Tra glialtri volumi segnalo: G. Deiana, R. Lai e A. Ledda (a curadi), “Poeti di Ardauli. Voci sconosciute della letteraturasarda e italiana”, Tipografia ghilarzese, 1990; R. Serra,A.M. Cossu, G. Deiana, M. Flore, A. Garau, A. Ledda eM. Zaru, “I musuleos e le chiese di Ardauli. Beniculturali del Barigadu”, Aga, Cagliari 1992; G.P. Cossu,A. Deiana, G.L. Deiana, Gianny Loy, R. Putzolu, G. Usai,E. Zago e D. Zaru, “Tradizione e modernizzazione.L’economia di Ardauli, del Barigadu e della <strong>Sardegna</strong>interna nell’epoca della globalizzazione”, PTM, Mogoro1997; G. Deiana, S. Maxia, G. Secchi, C. Sole e G. Sorgia,“Un predicatore nell’epoca dell’Inquisizione. FraTommaso da Ardauli (1655-1720) e la <strong>Sardegna</strong> del suotempo”, PTM, Mogoro 1999; M. Zaru, “Ardauli traarcheologia e toponomastica”, Prestampa, Cagliari 2005;G. Dore (a cura di), Giovanni Battista Madeddu,“Canticos sacros in sardu idioma”, Iskra, Ghilarza 2006.Gli ultimi due libri, in ordine di tempo, sono stati dedicatial lago Omodeo: il primo (A. F. Mascia, “La <strong>Sardegna</strong> e lesue acque. Dal fiume Tirso al lago Omodeo”, a cura di I.Meloni, Iskra, Ghilarza 2007) rivolto a spiegarne lastoria; il secondo (“Il lago Omodeo: quale futuro?”, acura di Giuseppe Deiana, Iskra, Ghilarza 2008)finalizzato a proporre ipotesi per una valorizzazioneLa realtà metropolitana di Cagliaritema dell’anno per l’Università di ViennaMissione a Vienna per l’assessore regionale degli EntiLocali, Finanze e Urbanistica, Gabriele Asunis, per lafirma di un accordo istituzionale con l’Istituto diArchitettura dell’Università delle Arti Applicate.Il prestigioso istituto viennese, che fa capo ad uno dei piùimportanti architetti al mondo, il professor Wolf Prix, hamanifestato vivo interesse a studiare la realtàmetropolitana di Cagliari all’interno di un master postuniversitario in “urban strategies” i cui principaliobiettivi sono la progettazione urbana improntata allosviluppo della sostenibilità e la massimizzazionedell’utilizzo delle risorse naturali per la produzione dienergie alternative: sole, vento, acqua.Il master, a numero chiuso, articolato in tre semestri,partirà ai primi di novembre ed è finalizzato allapianificazione e allo sviluppo urbano, alla progettazionedelle cosiddette “Urban Strategies” e svolge la suaattività in parallelo con istituzioni e altre Universitàinternazionali che studiano e analizzano lo sviluppodelle città e delle cosiddette aree vaste.Il programma del corso si articola intorno ad un temadiverso ogni anno: un caso studio che diventa oggetto dieconomica eculturale da parte distudiosi e operatorisocio-culturali:Ginetto Bacco(archeologo), PaolaBuscarinu(responsabilescientifico EnteAcque della<strong>Sardegna</strong> / ENAS),Gian Paolo Cossu(consulentefinanziario), AngeloDeiana(agrotecnico),Giuseppe Deiana(docente di scuolasecondariasuperiore), GiovanniDore (studioso cultura popolare), Fabio Ledda(ingegnere), Roberta Medde (architetto), Irene Meloni(esperta di sviluppo del territorio), Massimiliano Nesti(architetto), Serafino Piras (ingegnere), Nicola Sechi(docente universitario), Vilma Urru (pubblicista espertadi beni culturali), Sergio Vacca (presidente ENAS),Dante Zaru (docente universitario di economia),Francesca Zaru (ingegnere) e Mario Zaru(docente di scuola secondaria superiore).Emerge così per la prima volta un quadro d’insiemerelativo al bacino artificiale più grande d’Italiaquale era al momento della sua realizzazione einaugurazione (1923) e quale è ancora oggi a seguitodella recente costruzione della nuova diga(nel territorio di Busachi) e al raddoppiodella capienza dell’invaso, che risulta lungo 25 km.Sono chiare anche le ragioni storiche della suaprogettazione ad opera di Angelo Omodeo, in attuazionedella legge del 1907 proposta dal senatore sardo eministro dell’agricoltura Francesco Cocco Ortu (governoGiolitti) per lo sviluppo del Mezzogiorno secondo unapolitica di modernizzazione (G. Barone, “Mezzogiorno emodernizzazione. Elettricità, irrigazione e bonificanell’Italia contemporanea”, Einaudi, Torino 1986)conferenze, gruppi di discussione e caratterizza piccoligruppi di lavoro su temi specifici. Con il “temadell’anno”, vengono analizzate le strategie e gli scenari alfine di elaborare soluzioni progettuali innovativeconcretamente realizzabili. Le edizioni passate hannoriguardato l’Avana, Guadalajara e Los Angeles.Fra i professori e i progettisti di fama internazionaleche negli anni si sono avvicendati alla guida dei corsiche compongono il master: Raimund Abraham,Mario Coyula-Cowley, Jeffrey Kipnis, Thom Mayne(premio Pritzker), Eric Owen Moss, Patrik Schumacher,Sanford Kwinter, Robert Neumayr e John McMorrough,ai quali si aggiunge, da quest’anno l’architettosardo Alessandro Melis, unico docente italianodell’Istituto di architettura viennese.Per l’Anno Accademico 2009/2010 il tema di analisisarà la complessa e multiforme realtà di Cagliari.“La particolare posizione della città di Cagliari, lecaratteristiche naturali del luogo, il tessuto eterogeneodegli edifici esistenti, la sua storia, la sua forte identitàcomposta di culture ibride, offrono un’opportunità unicadi sviluppare un nuovo “concept” urbano in cuirivolta a produrre energia elettrica per la <strong>Sardegna</strong> eirrigazione agricola per il Campidano di Oristano. Per laprima volta è emersa anche la figura dell’ingegneremortarese-milanese, a cui è stato dedicato un capitolo delprimo volume, ad opera del giovane storico Andrea F.Saba, che di recente ha pubblicato un’antologiadegli scritti dell’intellettuale-tecnico sostenitore delriformismo turatiano (A.F. Saba, “Angelo Omodeo.Vita, progetti, opere per la modernizzazione.Una raccolta di scritti”, Laterza, Roma-Bari 2004).Molto interessante anche il secondo volume finalizzato aproporre idee per lo sviluppo futuro delle aree interne emarginali della <strong>Sardegna</strong>, con particolare riferimento alterritorio dei comuni rivieraschi dell’Alto Oristanese emedia valle del Tirso (Sedilo, Tadasuni, Ghilarza,Busachi, Ula Tirso, Ardauli, Sorradile, Bidonì, Soddì,Zuri, ecc.). Finora i benefici irrigui dell’acqua del lagosono andati solamente a valle, cioè a favore degliagricoltori del Campidano; nulla vieta però oggi – anzi èassolutamente necessario – che l’acqua venga utilizzata evalorizzata anche a monte, secondo progetti che sonostati presentati dai numerosi coautori del volume, pereffettuare interventi capaci di sviluppo agricolo,turistico, sociale, ecc., secondo il modello di crescita cheimpegna ad agire localmente e a pensare globalmente conlo sguardo al futuro. Spicca la ricchezza di risorsemateriali e culturali che il territorio intorno al lagopresenta: oasi naturalistiche, siti e monumentiarcheologici, chiese campestri, ecc. Ma l’aspetto piùoriginale del libro è costituito dalla comparazione tra lepotenzialità del lago Omodeo e le realizzazioni concreterelative al lago del Verdon nelle alpi provenzali francesi.Diversamente dalla Francia, però, da noiil capitale umano e sociale risulta più debolein termini di progettualità e di rapida attuazionederivante dalla politica di collaborazionetra gli amministratori comunali, provinciali,regionali e le associazioni di cittadiniI due volumi (pubblicati dalle Edizioni Iskra di Ghilarza:www.iskraedizioni.com; iskraguilcier@tiscali.it)costituiscono perciò un utile contributo, uno stimoloallo sviluppo sostenibile del territorio delle aree interne e,più in generale, al decollo economico della <strong>Sardegna</strong>nel mondo globale. In questo senso, come sostienel’economista Dante Zaru, «si vuole sottolinearecome l’identità territoriale dell’Area Sistema lagoOmodeo deve proporsi nel villaggio globaleper essere attivamente presente in una competizionesenza più confini. Un imperativo di soggettività attivadei luoghi, pena l’esclusione del territorio dai processidi sviluppo economico in corso ed il suo inevitabiledeclino» (p. 16).Giuseppe Deianapotenzialità e criticità diventano elementi cardineda sviluppare e valorizzare” si legge nella manifestazionedi interesse presentata all’assessore degli Enti locali,Finanze ed Urbanistica.Le attività di ricerca proposte dal professor Wolf Prix – èdetto in una nota – si inseriscono in piena coerenza conla strategia dell’amministrazione regionale di supportarei Comuni sardi nella definizione di strategie di sviluppodei territori attraverso la pianificazione strategicacomunale ed intercomunale, in questo caso attraverso ilconfronto e la cooperazione con la comunità scientificainternazionale sul tema della sostenibilità ambientalefavorendo l’emergere di soluzioni innovative.Nel master post laurea in “urban strategies” sette dei 15posti sono riservati ai laureati sardi. L’Assessore Asunisha siglato l’accordo con l’Istituto di Architetturadell’Università delle Arti Applicate di Vienna.L’avvio della cooperazione con l’Università di Viennapermetterà inoltre alle istituzioni sarde di entrarea far parte, attraverso l’attivazione di laboratoripermanenti, di network di eccellenza internazionalidi cui l’Istituto di Architettura dell’Universitàdelle Arti applicate di Vienna è promotore.Gli aggiornamenti relativi all’iniziativa sarannopubblicati in tempo reale sul sito istituzionaledella Regione, nella sezione <strong>Sardegna</strong> Territorioin modo da permettere ai candidati di predisporrela documentazione necessaria.


ILMESSAGGEROSARDOAttualità13Necessario ridurre la produzionedi pecorino romanoPer far fronte alla crisi il Consorzio di tutela ritirerà dal mercato 75 mila quintali di formaggio“T oglieremomila quintalidal mercatocon la restrizione75 mila quintali didel periodo diPecorino romano”.lavorazione; 25 milaLo ha decisocon l’abbattimentoil Consiglio didel 10% dellaamministrazione delproduzione daConsorzio di tutelagennaio a giugno,del Pecorino guidatomentre altri 30 milada Toto Meloni. Laquintali verrannoscelta è stata presadistolti grazieper far fronteall’ammassoalla grave crisivolontario.di un comparto“Si tratta di unache registra undecisione storica condecrementoil cui il Consigliosensibile delledirettivo sceglie diesportazioni e un ridimensionamento del prezzo fare da sé, senza aspettare interventi pubblici – hache sta raggiungendo livelli di guardia. Fra le spiegato il presidente Meloni – con questamisure adottate – è detto in una nota –iniziativa il Consorzio di tutela potrà gestirel’ammasso volontario di 30 mila quintali di meglio tutta la produzione in termini di quantità ePecorino romano della produzione 2008-2009 di prezzi. Si prevede un impatto forte sul mercatodella durata minima di otto mesi senza alcun soprattutto in vista della massiccia campagna diintervento pubblico.promozione negli Stati Uniti che partirà a finePer quanto riguarda la campagna produttiva mese. Sebbene si possa dare atto all’assessore2009-2010 è stato deciso lo slittamento della data regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, di und’inizio che passa dall’1 ottobre all’1 gennaio. Il impegno particolare a favore del compartotermine viene anticipato di un mese, il 30 giugno ovicaprino, è necessario compiere azioni affinché ilinvece che il 31 luglio. Nel periodo di produzione controllo delle produzioni e la loro immissione nelfra gennaio e luglio, ogni singola aziendamercato impediscano la caduta definitiva di unprodurrà una quota inferiore del 10% rispetto settore rimasto senza difese e costretto a subire glialla produzione dell’anno precedente. In questo attacchi sempre più pesanti del comparto vaccinomodo il Consorzio di tutela prevede di togliere dal sostenuto in maniera particolare dalla politicamercato sino a 75 mila quintali così ripartiti: 20 nazionale e comunitaria”.Inaugurata a Ottanala centrale BiopowerÈ stata inaugurata nella zona industriale diOttana la centrale a biomasse Biopower<strong>Sardegna</strong>. Erano presenti il presidenteGiuseppe Avolio e l’amministratore delegatoPaolo Olivati, gli amministratori regionali elocali, le organizzazioni di categoria. Lacentrale è alimentata ad olio vegetale (olio dipalma) ed è costituita da due motoriendotermici da 18 megawatt, più una turbinaa recupero da due mega per una potenzainstallata pari a 38 megawatt.L’investimento complessivo è stato di circa 60milioni di euro e rientra tra le azioni previstedal Piano industriale della Società per azioniOttana Energia per la con<strong>versione</strong> dellaattuale centrale termoelettrica alimentata adolio combustibile in funzione dai primi anni’70. Il progetto, frutto della collaborazione dipiù soggetti, pubblici e privati, è statorealizzato in due anni dalla presentazione.Con la collaborazione dell’Università diSassari, si sta portando avanti uno studio perverificare la possibilità di coltivare pianteoleaginose con l’intento di creare una filieraagro energetica locale che possa dare supportoalla difficile situazione del comparto agricolo,anche considerando che i consumi previsti dioli vegetali da parte di Biopower si aggiranosulle 60.000 tonnellate all’anno.Senza braccia attraversale Bocche di BonifacioUn francese di 50 anni, che più di 20 anni fa perse lebraccia in un incidente, ha attraversato dopo l’estate anuoto i 15 chilometri delle Bocche di Bonifacio, cheseparano la <strong>Sardegna</strong> dalla Corsica. Con una pinnaunica per i due piedi, che rende il corpo dei nuotatorisimile a quello di una sirena, Thierry Courbalan èpartito da Santa Teresa di Gallura intorno alle 7:30 e,dopo meno di cinque ore, ha raggiunto la spiaggia diPiantarella, nel comune di Bonifacio in Corsica. “Èandato tutto bene, anche se c’erano correnti e ondelunghe”, ha raccontato Courbalan che ha subitol’amputazione delle braccia a 29 anni. “Quando sono inacqua ho l’impressione di avere le branchie, non sento nédolore, né indolenzimenti”. Per realizzare l’impresa iltecnico informatico di Ajaccio si è allenato per quattromesi ed è stato assistito e rifornito in mare da un kajak.“Mi sono lanciato in questa sfida per dare una speranzaalle persone con handicap che non ci credono più”, haprecisato Courbalan che ha dedicato la traversataall’associazione Bout de vie fondata per aiutare lepersone che subiscono un’amputazione.Dopo la traversata da Santa Teresa di Gallura aBonifacio da parte dell’atleta francese nella cittadinasarda è previsto, inoltre, che si recherà, per unsopralluogo il prossimo 16 gennaio, l’atleta italiano,privo della gamba destra, Salvatore Cimino, di 42 anni,di Castellammare. La ricognizione in Gallura servirà perpreparare l’impresa della traversata dello Stretto diBonifacio in programma, in base alle condizioni meteo,fra maggio e giugno 2010. Cimino non è nuovo aimpegni di questo genere, ha infatti gia’ effettuato latraversata del Canale della Manica e di quello di Messina.La <strong>Sardegna</strong> nel Weba cura di Andrea MameliAntivirus made in SardiniaChi conosce il web sa che è necessariodifendersi da minacce che si chiamano virus,worm, trojan. Una delle più recenti risorse perquesti scopi si chama “Shardana AntivirusRescue Disk Utility”, acronimo di SARDU. Sitratta di un software in grado di gestire leimmagini ISO/IMA degli antivirus avviabili dacd e delle più complete raccolte di utility, le piùfamose distribuzioni lite di Linux, i più notiWindows PE. Il tutto rigorosamente gratis.Una volta scaricato il software SARDU edecompresso il file “.rar” basta “avviare” ilfile eseguibile, con l’icona dei “quattro mori”esi hanno a disposizione quattro categorie diprodotti: Antivirus, Utility, Linux e PE.Ciascuna categoria è dotata di una propriamaschera con i pulsanti che conduconoalla pagina per il download dei software.http://www.sarducd.it/Emigrazione sarda secondo WikipediaUna pagina dell’enciclopedia telematicaWikipedia dedicata all’emigrazione sarda.Dati, citazioni, link, notizie sui flussi recentie le peculiarità.http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell’emigrazione_sardaPagine di Scienza a CagliariLa biblioteca della Provincia di Cagliari apreancora una volta le porte agli incontri dipresentazione di libri, in tema scientifico,con un ricco calendario: dal 31 ottobreal 12 dicembre 2009. Il sito della bibliotecacontiene il programma della manifestazionee i nomi dei partecipanti.http://bibliotecaprovincialecagliari.wordpress.com/Cagliari FestivalScienzaPer il secondo anno Cagliari ospita il suofestival della scienza. Un ciclo di eventi pertutte le età ideati con lo scopo di avvicinare lepersonea alla scienza. Conferenze, seminari,dibattiti, ma anche laboratori in piazza, caféscientifici, conferenze-spettacolo, animazioni,su svariate tematiche.L’organizzazione è del comitatoSCIENZAsocietàSCIENZA: nato nel 2000il comitato riesce a raccogliere le risorseumane e finanziarie necessarieall’organizzazione delle manifestazioni.http://www.sarducd.it/


14 AttualitàOttobre 2009Le foto di un secolo di lavoronelle industrie del PiemonteIn mostra al castello San Michele di Cagliari per iniziativa del circolo “Sant’Efisio”di Torinouardate ogni fotografia anche«Gcon gli occhi del cuore per ritrovareuna parte di vita che ci appartiene come sardie come emigrati». L’invito è di Angelo Loddo,presidente del Circolo Culturale SardoAssociazione “Sant’Efisio” di Torinoche si è prodigato per far portare in <strong>Sardegna</strong>,a Cagliari, la mostra “Piemonte Industria” chetestimonia un secolo di lavoro in fotografia.A cavallo degli anni ’60 decine di migliaia dilavoratori sardi lasciarono l’Isola in cerca dilavoro con destinazione il Nord Italia, e inparticolare le regioni del cosiddetto “triangoloindustriale” Lombardia, Liguria e Piemonte,regioni e città che pullulavano di fabbriche e diindustrie appunto e che potevano assorbire manod’opera proveniente dal Sud povero e derelitto.Con il tempo e con la loro laboriosità gli emigratisardi sono riusciti a farsi prima accettare daFesteggiata a Gadonila 15ª giornata dell’emigratoLa prima domenica diagosto si è svolta aGadoni la 15ª edizionedella Giornatadell’emigrato. La festa,che ormai si ripete ogniestate con sempremaggior partecipazionedi emigrati della zona cherientrano per le vacanze,si è aperta con la SantaMessa celebrata dalparroco Don Alessandro.Prima dello spettacolo culturale il presidente delComitato Internazionale dei Gadonesi emigrati,Mario Agus, ha salutato con grande emozione tuttigli emigrati e le loro famiglie e ha ricordato i sacrificivissuti lontano dal loro paese. Agus, che vivein Olanda dove è presidente della Federazionedei circoli sardi, ha ricordato che circa il 50 %dei gadonesi sono emigrati. Quasi tutte le famiglieche vivono a Gadoni – ha detto – hanno minimo unoo due persone che hanno scelto di vivere lontanodella <strong>Sardegna</strong> per trovare una sistemazione,un lavoro e dare ai propri figli un futuro migliore.«Se siamo riusciti ad organizzare la 15ª giornatadell’emigrazione – ha detto – non è solamente merito delquelle comunità inserendosi in quella dura realtàe oggi sono parte integrante di quel tessutosociale e culturale.A testimoniare questo legame diventato semprepiù stretto e profondo c’è ora questa mostra“Piemonte Industria” voluta dalla RegionePiemonte, dal Comune di Cagliari e dal CircoloCulturale sardo “Associazione Sant’Efisio” perricordare quei tempi – un secolo di lavoroindustriale – con cento foto che sono stateestrapolate dagli archivi delle più prestigioseaziende italiane.A cominciare dalla Fiat, la Telecom, la Rai,la Alessi, la Bialetti, la De Agostini, la Lavazza,la Martini e Rossi, la Menabrea, la Paglieri,la Ponti, la Alenia Spazio, la Vinavil,la Pininfarina, la Zegna e tante altre ancora,che hanno contribuito allo sviluppo e al “boom”economico dell’Italia e ad accrescerneComitato Internazionalema soprattuttodell’Amministrazionecomunale, dei gabonesi.Un ruolo importantelo ha svolto anche ilgruppo folkloristico“Santa Barbara”che per la prima voltaha ospitatoun simpaticissimogruppo olandese, “DeMeullenvelders”, composto da 27 ballerine e ballerini,non più giovanissimi, che mantengono vive le lorotradizioni culturali».Il Gruppo olandese “De Meullenvelders” si è esibito conballi e coreografie tipiche di Doesburg, una cittadina dicirca 12 mila persone che si trova al centro dell’Olanda.Il Gruppo oltre a visitare il Parco Geominerario diFuntana Raminosa, ha visitato il Nuraghe di Baruminie si è esibito a Guasila e a Belvì. Grande emozione hasuscitato l’esibizione a Gadoni, di fronte a un pubblicodi circa 450 persone, del gruppo folkloristico olandeseinsieme al gruppo “Santa Barbara”, accompagnatoall’organetto da Antonio Deidda. A completare la seratasi è esibito anche il complesso musicale “Non soloBarrittas” che ha fatto divertire tutti i partecipanti.il prestigio in campo internazionale.La mostra, curata da Nicolò Biddau, è giunta aCagliari dopo uno straordinario successo inItalia e all’Estero, e non poteva trovarecollocazione più prestigiosa e più suggestivache quella del Castello di San Michele di Cagliari,un luogo da dove si gode il più spettacolarepanorama della città e dintorni, primadi addentrarsi nella realtà industrialedel Piemonte attraverso le splendide foto.La mostra è stata inaugurata ufficialmente il 18settembre (ed è rimasta aperta fino al 1°novembre) dall’Assessore alla Cultura delComune di Cagliari, Giorgio Pellegrini, il qualeha sottolineato l’importanza dell’evento culturaleche rende sempre più stretti i legami tra<strong>Sardegna</strong> e Piemonte, ringraziando per lacollaborazione il presidente dell’AssociazioneImmigrati sardi Sant’Efisio di Torino, AngeloLoddo, che ha fatto da tramite con la RegionePiemonte, e in particolare con l’Assessorato alWelfare, Lavoro, Immigrazione ed Emigrazione.Loddo ha ringraziato il Comune del Cagliari, ilsindaco e l’Assessore Pellegrini, che hannoconcesso gli splendidi spazi del Castello di SanMichele per ospitare la mostra.«Dopo aver portato in questi ultimi anni il “madein <strong>Sardegna</strong>” in Piemonte nelle numerosemanifestazioni che ho realizzato a Torino per farconoscere questa splendida terra che mi ha datole origini ed in cui mi ritrovo con sempre grandeaffetto – ha detto Loddo con un pizzico dicommozione – sono molto orgoglioso di portarein <strong>Sardegna</strong> una mostra che parla delle industriepiemontesi di ieri e di oggi.In molte di queste aziende – ha proseguito Loddo– noi emigrati sardi abbiamo lavorato e con ilnostro lavoro abbiamo collaborato e contribuitoallo sviluppo delle industrie e dell’economia delPiemonte che è diventata la nostra secondaPatria. Se poi riflettiamo che questa mostra èstata realizzata da un sardo-piemontese, comeNicolò Biddau, comprendiamo quanto questorappresenti una sintesi dei rapporti cheuniscono, al di là del mare, queste nostreRegioni. E dico nostre –ha sottolineato ilpresidente dell’Associazione S. Efisio – perché inogni manifestazione da me realizzata ho sempretrattato il tema dei “Sardo- Piemontesi”, proprioa significare che noi possediamo due identità chesono ormai perfettamente integrate fra loro.Tanti di noi sono partiti negli anni del boomeconomico, e non solo, per il Nord, scegliendo ilPiemonte forse per una segreta affinità dicarattere, e lì hanno trovato lavoro in fabbrica.Certo non avevamo il cielo e il clima della<strong>Sardegna</strong> – ha detto Loddo – ma abbiamo trovatoil lavoro che ci avrebbe permesso di formare unafamiglia, di crescere dei figli, ma senzadimenticare mai il paese da cui eravamo partiti.Lo dico per esperienza personale, ma anche perciò che sento raccontare dai più dei 700 iscrittidel mio Circolo: tutti hanno una storia simile allespalle da raccontare, come una “favola”, e tuttivorrebbero essere qui oggi per riappropriarsi diuna parte della loro vita descritta da questesplendide fotografie, e per questo vi invito aguardare ogni fotografia anche con gli occhi delcuore, per ritrovare una parte di vita che ciappartiene come sardi e come emigrati».Loddo ha quindi rivolto un calorosoringraziamento alle autorità sarde e piemontesiche hanno permesso di realizzare questa mostrae in particolare l’Assessore all’EmigrazioneTeresa Angela Migliasso che ha finanziatol’iniziativa, e i suoi preziosi collaboratori,«con i quali – ha sottolineato Loddo – esiste daanni un dialogo proficuo, amichevole ecostruttivo che ha sviluppato interscambi di idee,grazie anche alla mia presenza nella ConsultaRegionale dell’Emigrazione, come componentedell’Ufficio di Presidenza».A.DC


ILMESSAGGEROSARDOAttualità15Sempre più stretti i legamitra Ogliastra e BrianzaDopo il successo della grande festa popolare sarda di Vimercate presentata aCardedu una mostra fotografica sulle montagne della <strong>Sardegna</strong> e della Lombardia -Ennesimo gemellaggio culturale tra comuni delle due ProvinceServizio e foto dell’inviato Antonello De CandiaIrapporti fra le nuove Province dell’Ogliastra edella Brianza si fanno sempre più stretti e igemellaggi tra i paesi si stanno intensificando dianno in anno. Così dopo Loceri, e Barisardo,quest’anno è toccato al Comune di Cardeduospitare una nutrita delegazione brianzolae la mostra fotografica sulle montagnedella <strong>Sardegna</strong> e della Lombardia, dal titolo“La montagna è donna”, che è stata allestitanell’aula consiliare ed è stata inauguratadal sindaco Gian Piero Muceli.«Oggi il comune di Cardedu è proiettato verso ilIn mostra a Cardedu“La montagna è donna”La mostrafotografica ha untitolo emblematico“La montagna èdonna” e unsottotitolo(“... bella, fortee generosa...ma bisognarispettarla...”)che è nel contempoun invito e unprogramma.E quanto sianobelle le montagnedella <strong>Sardegna</strong> edella Lombardia,lo dicono le foto informato giganteappese alle pareti della aula consiliare delComune di Cardedu, messe a disposizione dalCAI, il Club Alpino Italiano. Foto diineguagliabile bellezza per i paesaggi e per lapresenza delle donne che vi lavorano e lescalano. Trasmettono un messaggio forte al di làdi ogni suggestione.Come quella croce incrostata di ghiaccio e dineve sulle Alpi alla quale fa da riscontro ilgrandioso “dolmen” sui monti della Barbagia.Foto che raccontano di montagne che affondanole loro origini nei tempi dei tempi, formatesimare e il suo sviluppo punta decisamentesul turismo, ma noi – ha ricordato il sindaco –siamo figli della montagna, di quella montagnache negli anni ’50 è franata, si è sgretolata,assieme a Gairo, provocando mortie distruzione».La proposta del presidente del Circolo culturale“<strong>Sardegna</strong>” di Monza-Concorezzo-Vimercate,Salvatore Carta, di allestire una mostra sullemontagne della <strong>Sardegna</strong> e della Lombardia – haammesso il sindaco Muceli – «mi era sembrataimprobabile, poi ho metabolizzato e ho capito ildecine o centinaiadi milionidi anni fa.Le montagne della<strong>Sardegna</strong> sonomeno alte, mapiene di vita, distoria e di fascino edi un elevatointeressenaturalistico edoffrono una grandevarietà di panoramigeologici,considerato che laloro storia èiniziata 500 milionidi anni fa.Più giovani (si faper dire!) o meglio più recenti le Alpi, montagneelevate e scintillanti di neve formatesi 50 milionidi anni fa, ricche di acque e di ghiacciai. Cosìdiverse, ma così somiglianti .E far conoscere queste due realtà, ai brianzolile montagne della <strong>Sardegna</strong> e ai sardi lemontagne della Brianza, è sicuramente un fattopositivo, una iniziativa culturale di cui va datomerito al Circolo “<strong>Sardegna</strong>” di Vimercateche lo ha proposto e all’assessorato alla culturae al sindaco di Cardedu che ne hanno recepitol’importanza.A.DCsignificato e l’importanza di questo ritornoalle origini e di questo incontro».Le montagne in fondo si assomigliano tutte eguardando le foto bellissime esposte nellamostra ci sono scorci di montagne della Brianzache si somigliano alle montagne dell’Ogliastrae si prova una unica emozione.«La montagna è fonte di vita, domina su tutto –ha detto il sindaco Muceli – solo Dio è soprale montagne. Dalle montagne sopra Cardedu,a quasi 1.000 metri di altezza si dominatutta l’Ogliastra fino al mare, quel maresu cui oggi puntiamo per uno sviluppo turistico.E questo incontro di amicizia e di personeassume questo significato».Il sindaco ha quindi ringraziato il presidenteCarta per aver scelto Cardedu per questogemellaggio culturale: «le associazioni dei sardiemigrati – ha detto – sono davvero importantied encomiabili per il lavoro che svolgono perchéfanno conoscere la nostra terra e ci portano quigli ospiti, sempre più numerosi di estate inestate, come abbiamo potuto constatare dallepresenze negli alberghi e nelle case della zona».Salvatore Carta, dopo aver ringraziato ilsindaco di Cardedu e gli assessori (Silvia eMarzia Demurtas) per l’accoglienza riservataagli ospiti della delegazione sardo-brianzola,guidati dalla dottoressa Romilda Bellina e dalgeometra Aldo Pozzi, in rappresentanza dellaprovincia di Monza, ha illustrato il significatodella mostra. «In occasione della giornatainternazionale della donna – ha detto Carta –abbiamo dato questo titolo alla mostra “Lamontagna è donna” per richiamare l’attenzionesulla montagna e sulla donna, entrambe belle,forti e generose, ma troppo spesso maltrattate eche invece meritano di essere più rispettate.Scopo della mostra sulle montagnedell’Ogliastra e quelle della Lombardia è di farconoscere la Brianza ai sardi e la <strong>Sardegna</strong> aibrianzoli. Sono ormai quattro anni che con lanostra associazione culturale del circolo“<strong>Sardegna</strong>” di Vimercate che veniamo in<strong>Sardegna</strong>: il primo anno siamo venuti per farciconoscere, poi abbiamo fatto i gemellaggi conLoceri, con Barisardo (dove lo scorso annoabbiamo portato la interessantissima mostra sui“murales”) e quest’anno siano venuti aCardedu. Ora vi aspettiamo a Vimercate dove ilprossimo ottobre, per tre giorni dal 9 all’11 cisarà una grande festa in piazza Roma“Vimercate incontra la <strong>Sardegna</strong>”. Una festa –ha ricordato Carta – che segue alla “sei giorni”che c’è stata a settembre con la mostradi prodotti sardi, canti e balli, che tantosuccesso ha riscosso, basti pensare che abbiamoarrostito qualcosa come 64 maialetti».Carta ha quindi auspicato una maggiorecollaborazione con i circoli sardi per lapromozione turistica: un dato su tutti, l’agenziaviaggi della FASI, la Federazione dei circolisardi in Italia, ha fatturato 2 milioni e 500 milaeuro di biglietti navali e aerei. «È la primaagenzia d’Italia – ha sottolineato –; anche glihotel dovrebbero collaborare con i circoli, inveceognuno va per conto suo, manca lo spiritoimprenditoriale. Se venite alla festa di Vimercate– ha concluso Carta – portateci materiale,depliant dei vostri alberghi, dateci promozionisulla <strong>Sardegna</strong> perché vanno a ruba».Al termine della breve cerimonia c’è statouno scambio di targhe e diplomi tra il Comune(il sindaco Muceli ha consegnato a SalvatoreCarta una targa e un arazzo sardo)e il Circolo “<strong>Sardegna</strong>” di Vimercate(Carta ha consegnato al sindaco Muceli undiploma di benemerenza al Comune di Cardedue una serie di libri sulla Brianza).La degustazione di cibi e dolci, accompagnatidal rinomato cannonau dell’Ogliastraha concluso la serata.


16 CulturaOttobre 2009Il Premio Ozieri da mezzo secoloimpegnato a promuovere sa limbaAssegnati i riconoscimenti ai vincitori della 50ª edizione della più prestigiosarassegna di letteratura sarda ideata da Tonino LeddaSu traátu comunale deOtieri pienu che ou pro sazerimonia de sa premiascionede sos binchidores de saChimbantesima edizione de suPremiu chi est dai totureconnotu comente su “babbumannu e soberanu” de onzimanifestascione poetica inSardigna e finas foras. Sainvenzione de preziu chenacunfrontu chi devimus a samente e su coro de su mastrupoeta-iscritoreToninu ’e Ledda(Capidanni de su 1956), hatjamadu un’atera olta ancora a Otieri, bamas mannasde autores de onzi palte ’e Sardigna e de su Continenteca occ’annu su comitadu aiat pro esperiescìa poltu duasseziones noas e istraordinarias abeltas a sos poetas esos iscritores de totu sas limbas minoritarias de s’Italia,seziones issas puru chi han bidu risultados debell’apreziu. In sa presentascione su presidente VittoriuLedda, su segretariu Antoni Canalis, su giuradu PauluPillonca ma de pius in piusu su prof. Nigola Tanda e susindigu de Otieri Nenaldu Ladu, hana cun folzaaffrimmadu chi su Premiu est istadu fundamentu zertusubra su cale est istada recuperada, tutelada evalorizzada sa limba nadia chi oe est ammacchiendesempre pius zente e sosgiovanos puru de s’amadaisula nostra. Emoscione folte efunguta in su prubbicupresente in sa sala, cunautoridades ziviles e militaresde tantas leadas, cando AntoniCanale ada ammentadu cunsinzera armagura, sos poetasotieresos Pizzente Becciu,Sevadore Farina e MusseraduMeridda. Su sindigu in mesu etantas atteras cosas hat naduche s’amministrascione hatdezisu de assignare sazittadinanzia onoraria de Otieri a su prof. Tanda prosos meritos suos comente difensore illuminadu de salimba sarda e de ghia manna de su “Otieri”.Sa zente hat sighidu con attenzione e cunsensu dezoccos de manu onzi premiadu in sas divescias seziones.A sa musicista Francis Lai est andadu su “Trofeo Cittàdi Ozieri” cun sa motivascione: «Musicista francese digenitori ozieresi emigrati in Francia nei primi decennidel 1900, nasce a Marsiglia e vive a Parigi. Ècompositore di una miriade di colonne sonore per filmdi grande successo. Sue le firme su musiche di oltreseicento canzoni e di decine di film, anche premiati conl’Oscar. La prestigiosa statuetta è stata assegnata allaCittadinanza onoraria a Nicola TandaNicola Tanda, presidente della giuria delPremio Ozieri, ha ricevuto la cittadinanzaonoraria dell’importante centro delLogudoro per il suo impegno nellapromozione della lingua sarda e dellarassegna fondata da Tonino Ledda.Nicola Tanda è nato a Sorso nel 1928.Di cultura logudorese (paterna) e sardocorsa (materna, del capoluogo dellacuratoria della Romangia). Componentedella giuria del Premio Ozieri di LetteraturaSarda dal 1966 (10ª edizione),vice Presidente dal 1978 e presidente dal1982 (26ª edizione), ha curatol’orientamento dell’operazione letteraria condotta dal Premio,fondato nel 1956 da Tonino Ledda, con l’obiettivo di inserirlonella cultura linguistica internazionale che ha prodotto la“Carta europea delle lingue regionali e di minoranza”.Ha legittimato, infatti, sul piano teorico, il percorso sardo,italiano ed europeo che ha portato il Premio alla ribaltainternazionale. Ha successivamente costituito il P.E.N. Clubdegli scrittori sardi che il Congresso dell’International P.E.N.Club del 1997, la massima e prestigiosa associazioneinternazionale dei poeti, saggisti e narratori di tutto il mondo,ha riconosciuto pienamente autonomo rispetto al P.E.N.Club italiano. Ha preso atto cioè della quantità e qualitàdella letteratura contemporanea in lingua sarda.Nicola Tanda si è laureato in Lettere a Roma con NatalinoSapegno e Giuseppe Ungaretti. Ha firmato con lo scrittoreGiuseppe Dessì, nel 1965, “Narratori di <strong>Sardegna</strong>”, che hainaugurato un nuovo canone letterario che ha fattoconoscere, soprattutto nella scuola, l’attuale produzioneletteraria bilingue sarda e italiana. Antonio Sanna avevaottenuto la prima cattedra di Linguistica sarda concessadall’Istituzione ministeriale alle Università della <strong>Sardegna</strong>.Nicola Tanda ha concluso la sua carriera accademica comeprofessore ordinario, presso la Facoltà di Lettere e filosofiadell’Università di Sassari, di una cattedra di nuovaistituzione, quella di Letteratura e Filologia sarda.Fa ancora parte del Comitato Direttivodell’Associazione Internazionale per gli Studidi Lingua e Letteratura Italiana(A.I.S.L.L.I.). Ha fondato il Centro di studifilologici sardi e come presidente ha avviatola pubblicazione di una collana scientifica diedizioni critiche di opere documentali eletterarie in sardo, castigliano, latino,francese e italiano. Un’operazione che hasegnato il rinnovamento della ricercafilologica che si è aperta così alle esigenzedella politica culturale e linguisticadella “Carta europea delle regionie delle minoranze”. La “nuova filologiadegli italiani”, tiene conto infatti e risistema il patrimonioletterario nelle diverse lingue impiegate in ciascun territorioregionale. È direttore editoriale de “La Biblioteca di Babele -Collana di letteratura sarda plurilingue” (Edes) e quelladegli “Scrittori sardi contemporanei” (Delfino).Ha pubblicato edizioni critiche e curato opere ritenutefondamentali per la ricostituzione e il rafforzamentodei sistema letterario sardo-italiano. È stato membrodell’“Osservatorio della lingua e della cultura sarda”.Traguardi che sono stati determinanti per il raggiungimentodi risultati impensabili e poco conosciuti della valorizzazione edella promozione della letteratura in lingua sarda. La crescitadi consapevolezza degli autori che hanno accettato il nuovocanone plurilingue hanno dato alla <strong>Sardegna</strong> una“letteratura a statuto speciale” invidiata dalle altre regioni diminoranza. Il suo prestigio nell’ambito della politicalinguistica e letteraria sarda, il suo impegno e il suo carisma,oltre che produrre consenso hanno costituito infatti unpunto di riferimento sicuro nelle acque agitate della tutela edella valorizzazione della letteratura di <strong>Sardegna</strong>, sia inlingua sarda sia in lingua italiana. Un presuppostoimprescindibile dell’identità nazionale sarda. Grazie anchealla sua intensa e assidua azione culturale il nome della Cittàdi Ozieri è potuto assurgere al vertice del dibattito letterariointernazionale di questi ultimi cinquanta anni.sua colonna sonora per “Love Story”.Il suo genio contiene il dna della nostra gente.Sentimenti che lui stesso ha sottolineatoin una recente intervista rilasciata ad un’emittentesarda, visibile su <strong>Sardegna</strong> Digital Library».Su “Trofeo Premio Ozieri” est istadu cunsegnadu aFranco Brevini: «Insegna letteratura italiana econtemporanea nella Iulm di Milano e Bergamo. La suaproduzione scientifica, molto nutrita, è di notevolelivello. Collabora da tempo col Corriere della Sera. Faopera di costante esplorazione della poesia dialettale coni libri “Poeti dialettali del Novecento”, “Le paroleperdute”, “Dialetti e poesia del nostro secolo”e con la fondamentale collana “Poesia in dialetto” incui ha incluso il sistema letterario sardo in quelloitaliano ed europeo con estrema dignità e validità».Su “Trofeu Cultura de Otieri” l’han dadu a s’otieresuAlberto Masala nende: «Poeta contemporaneocon radici, come lui stesso ama definirsi, ha impiegatola sua competenza letteraria in varie linguetra le quali anche quella materna, il sardo natio,sempre in bilico tra segno scritto e oralità. Le suecomposizioni scelgono la provocazione che tende avalorizzare le proposte delle cosiddette periferierivolte verso le altre culture, più forti per poterepolitico ed economico, ma più distratte ed estraneeai bisogni reali delle persone. Masala si propone comerapsodo moderno, disincantato, innamorato».Su “Trofeu Provincia e Tattari” a su Coro Città diOzieri direttu dae Mario Coloru: «Partendo dallesonorità arcaiche de su cuncordu a quattro voci dellapolifonia più remota, in oltre trent’anni di percorso, lacompagine ha toccato tutte le strade dei sentimenti edelle situazioni care alla gente di <strong>Sardegna</strong>.È entrata, con contributo robusto e deciso nell’otticadi un intelligente rispetto della tradizione senzachiudersi alle aperture verso la modernità e senza maiabbandonare l’essenza intima della creatività popolare».Gerolamo SquintuPremiazionedei vincitoridelle 5 sezioniSEZIONE POESIA SARDA INEDITA“ANTONIO SANNA”Primo premio: Maria Chessa Lai, Alghero,per la poesia Altre cantSEZIONE PROSA “ANGELO DETTORI”Primo premio: Giuseppe Tirotto,Castelsardo, per il racconto Chissu chi si perdiSEZIONE “TRA POESIA E CANTO”(Antoni Cubeddu)Primo premio: Antonio Longu, Macomer, Aun’amigu poeta (37 retrogadu fioridu e tentu amaglia)SEZIONE POESIA INEDITA “TONINOLEDDA”Primo premio: Nico Bertoncello, Bassanodel Grappa (Vc), Go perso l’istàSEZIONE PROSA “GRAZIA DELEDDA”Primo premio: Bruno Fiorentini, Bracciano(Roma), Quer sei maggio der 1527 “Er saccode Roma”COPPA MESSAGGERO SARDOPER GLI EMIGRATI - SEZIONE“TRA POESIA E CANTO” (Antoni Cubeddu)Alberto Capra (Berteddu Craba), emigrato aSestri Ponente, A sa idda de Torpè (moda)


ILMESSAGGEROSARDOCultura17Cinquanta edizioniall’insegna della culturaUn pubblico numeroso ha assistito alla cerimonia di premiazione e alle altre manifestazioniLa cerimonia di premiazione e le altre manifestazionilegate alla cinquantesima edizione del premio “Ozieri”di letteratura sarda, seguite tutte da un pubbliconumeroso e attento, si sono svolte in un clima di generalesoddisfazione. Una soddisfazione che era esplicitanelle parole del professor Nicola Tanda, alla guidadella giuria sin all’aprirsi degli anni Ottanta; e in quelledi Antonio Canalis che, chiamato ad affiancareil fondatore e segretario del premio Tonino Ledda,gravemente malato, ha saputo poi prenderneil posto e condurre la sua creatura ben oltrela trentesima edizione, come gli era stato chiesto.E soddisfazione si registrava tra i componenti della giuriae del comitato organizzatore, tra le autorità, i poetipresenti – e premiati – e il pubblico: tutti coscientidi essere in qualche maniera partecipi del camminodi una istituzione culturale che è la più longevatra le altre analoghe presenti in <strong>Sardegna</strong>,avanzate e capaci; aprendo a più riprese altre sezioni (peroltre che uno dei più antichi premi letterari d’Italia. le traduzioni, il teatro, i racconti ecc.) che potesseroDiscorsi e ricordi sono andati naturalmente, a più riprese, stimolare attività diverse e nuove fasce di scrittori;alla geniale intuizione del fondatore, Tonino Ledda, che e dando vita a numerose attività collaterali, per metterepartendo da un primo tentativo azzardato nel 1956 seppe a fuoco e discutere temi come l’introduzione del sardomettere questa sua iniziativa al centro del movimento per nelle scuole, il ruolo della rima nelle poesia moderna,il rinnovamento della poesia e della letteratura nell’isola. le norme da usare per la scrittura, ecc..Lo fece chiamando a far parte della giuria le persone più Ma dai discorsi celebrativi è emerso che la spintaall’innovazione non si è esaurita, e sono ancora una voltanumerosi i progetti già avviati o di imminente attuazione.Sono stati stabiliti di recente rapporti di collaborazionecon l’ANPOSDI, Associazione Nazionale dei Poeti e ScrittoriDialettali d’Italia, e già da questa cinquantesima edizionesono state aperte due sezioni – per la poesia e la prosa –riservate a coloro che ne fanno parte.Il collegamento con le letterature delle altre regionid’Italia è favorito dai rapporti stabiliti col professorFranco Brevini – presente alle manifestazionie premiato – che è uno specialista della materia.Per l’anno prossimo è previsto su questi argomentiun convegno nazionale da tenersi in <strong>Sardegna</strong>.Procede intanto il lavoro per dare vita al Centro diDocumentazione ed Archivio della Letteratura di<strong>Sardegna</strong>: ha sede in un pregevole palazzo del centrostorico di Ozieri, appositamente restaurato, ed è destinatoa raccogliere, oltre alle opere pervenute negli anni alpremio, tutti i documenti della letteratura in lingua sarda.Nel corso delle manifestazioni il professor Aldo MariaMorace, dell’Università di Sassari, ha annunciatoche si potrà stabilire un collegamento con un altro istitutodi imminente creazione presso la Facoltà di Lettere di cui èpreside: un Fondo Autografi degli Scrittori Sardi, analogoa quello fondato a Pavia dalla compianta Maria Corti.Progetti di grande portata, come si vede, ai qualise ne affiancano numerosi altri, nell’intento semprerinnovato di rendere più efficace e vitale l’azionedel premio; ma senza mai dimenticare che al centrodi tutto rimane il lavoro paziente e silenzioso dei poetie degli scrittori che, sensibili al richiamo dellamanifestazione ozierese, si impegnano per rinnovarela propria scrittura e proporre opere di sempre crescentevalore ed efficacia.Salvatore TolaLa targa del “Messaggero Sardo”ad Alberto CapraAlberto Capra, il poeta premiato come il migliore tra quelliemigrati, non ha potuto partecipare alla cerimoniaconclusiva del premio “Ozieri”: un problema di salute lo hatrattenuto a Sestri Ponente, dove abita. Quando lo abbiamochiamato al telefono, per registrare le sue impressioni, ci haraccontato che da qualche anno soffre di disturbi al cuore;ma questo non lo ha privato della sua naturale bonomia edel suo ottimismo: i suoi pensieri, oggi che è in pensione,sono rivolti tutti, oltre che alla famiglia, all’attività poetica eai ricordi degli anni trascorsi in <strong>Sardegna</strong>.Nato nel 1934 a Torpè in una famiglia modesta,dovette andare molto presto a lavorare alle dipendenzedi un proprietario terriero, teraccu in agricoltura.E conobbe la coltivazione del grano eseguita con i metoditradizionali: dall’aratura con i buoi (buoi rossi iscanesosmolto belli, ricorda) alla zappettatura eseguitaa mano, così come la mietitura, e poi la trebbiatura,ad opera delle bestie, e la separazione del granodalla paglia grazie alla forza del vento.Nel 1955, a soli 21 anni, emigrò in Liguria, dove ha lavoratocome saldatore elettrico. Qui ha conosciuto la moglie, che è di Silanus, e ha tirato su la famiglia, che comprendeoggi tre figli e quattro nipoti: vivono tutti vicini,e non ci sono quindi le condizioni per tornaredefinitivamente in <strong>Sardegna</strong>.Al momento del trasferimento sul continente Capra eraanalfabeta; poi, alternando al lavoro la frequenza dellescuole serali, conseguì la licenza elementare. In quegli annisi fece sempre più forte la passione per la poesia in linguasarda che prima, oppresso dal lavoro durissimo dellacampagna, non aveva potuto coltivare. Poté affinare le suecapacità – anche di improvvisatore – nel corso di incontricon amici; e ha seguito sempre con grande passione lapagina della poesia che compare sul “Messaggero”;ai lettori non sarà sfuggita la sua firma, Berteddu Craba,che già di per sé testimonia un carattere bonarioe scherzoso. Scrive seguendo i metri tradizionali, e prediligeil sonetto: ne ha scritto ben duemila, una raccolta enormeche vorrebbe mettere in ordine e far conoscere.La poesia con la quale ha meritato il premio, che consistenella targa “Giuseppe Sechi” offerta dal “Messaggero”, èuna moda nella quale, parlando del proprio paese, ne esaltail territorio, i prodotti dell’agricoltura, la gastronomia.Moda a sa ’idda de TorpèCun custa modesta mod’in poesiaa Torpè lu cheglio fotografare,ca isse sos natales mi at dadu.No est visiva custa fotografiama in mente di podet istamparecomente chi esserat fotografadu.In sa Baronia Torpè situaduallacanat cun Lula e cun Lodè,e poi con Tiniscol’e cun Pasadader sos torpinos custa ’idda nadia.Torpè situadu in sa Baroniaallacanat cun Lula e cun Lodè,in sa Baronia situadu Torpècun Lula e cun Lodè allacanat,e poi cu Tiniscol’e cun Pasadade sos torpinos custa nadia ’idda.Famosa pro pische e pro ambiddacustu terrinu de su sardu paese.Postu de su monte Nurre in sos pesa Cuccuruluna tenes de fronte,de aer una dig’as tentu fortunach’in cue abba cristallina bi curre’.Postu in sos pes de su monte Nurrea Cuccuruluna tenes de fronte,in sos pese postu de su Nurre montetenes de fronte a Cuccuruluna,de aer una dig’as tentu fortunach’in cue bi curret abba cristallina.A pagos chilomitros dae sa marinacustu populu torpinu, gagliardu.Cun custa modesta mod’in poesia…custu terrinu de su paese sardu.Asa sas pianura che biliardua livellu ’e mare sas bassuras,tenes iscras chi faghen invidiaree non ti manca’ figu e cariasa.Che biliardu sas pianuras asaa livellu ’e mare sas bassuras,asa che biliardu sas pianuras,sas bassuras a livellu ’e mare,tenes iscras chi faghen invidiaree non ti mancan cariasa e figu.In tempus lontanu fit meda su trigu,oglio, trigu sardu, cossu e mentanu,fit meda su trigu in tempus lontanu,ogliu, trigu montanu, sardu e cossu,in bestiamene puru ses promossu,atterettantu in petta, casu e binu.Cun custa modesta mod’in poesia…de custu sardu paese su terrinu.B’agattas aranzu, limone, mandarinu,figu morisca, sindria, melone,nunzol’american’in sa terra frisca,ulia, calzofa, mendula, tamatas.Mandarinu, limone, aranzu b’agattas,figu morisca, sindria e melone,mandarinu b’agattas, aranzu, limone,melone, sindria e figu morisca,nunzol’amedican’in sa terra frisca,tamatas, mendula, carzofa, ulia.Granada, chidonza, pira e pumpia,fruttos chi no apo nominadu b’ada,pumpia, pira, chidonza e granadab’ada fruttos chi no apo nominadu.Ses famosu pro su pane carasadu,casadinas, uriglietats e marigosu,pro su pane carasadu ses famosu,marigosu, uriglietats e casadinas.Bonos sos busones cun asa galadinas,su mantessi seadas e curigliones,cun sas galadinas bonos sos busones,su mantessi curigliones e seadas.Medas cosas las lasso coizadas,a terminare sa moda como passo,coizadas medas cosas las lasso,passo sa moda como a terminare,e a Torpè li cheglio augurarechi mai tenzat isse finimentu,e nois cun sos chi deven bennereognunu godat chent’annos de vida.E mai manchet su sacru nutrimentusa vida torpina pro sustennere,goi sa moda l’apo fatt’e finida.Berteddu Craba


18 CulturaOttobre 2009Il giardino metallicouna mostra futuristaEsposte nella Galleria comunale d’arte di Cagliari le opere della collezione Ingraodella prima avanguardia artistica italiana“Rapire” dalla collocazione usuale le opere disegno futurista di una rinomata collezioned’arte della <strong>Sardegna</strong>, quella di Francesco PaoloIngrao per creare sullo stesso luogo un percorsoprivilegiato, un filo diretto per scoprireo riscoprire alcune preziosità della prima grandeavanguardia artistica italiana. Questol’obiettivo della mostra della GalleriaComunale d’Arte di Cagliari “Il giardinometallico”, inaugurata a luglio alla presenzadell’assessore alla cultura Giorgio Pellegrinie della curatrice Anna Maria Montaldo.L’allestimento a pannelli si snoda lungo un nastrorosso sul pavimento, in maniera cronologica.Raccoglie infatti l’eredità del Pointillisme lasezione del piano terra intitolata “Divisionismo”.Qui sa sorprendere, per la forza di un fotograficobianco e nero, un ritratto dello scultoreGiovanni Primi mentre lavora, firmato daGiacomo Balla a cavallo tra il 1906 e il 1908.Nel “Montmartre” e nella “Coppia che balla”Giuseppe Cominetti, grande esponente deldivisionismo, adopera pennellate che produconosenso di movimento e spettacolari luminosità.Nel “Ritratto di Ines” (1908-10), UmbertoBoccioni accoglie invece gli echi del norvegeseMunch nei cromatismi verdi e rossi.Boccioni, firmati i due manifesti pittorici delFuturismo nel 1910, con “La figura seduta”Cagliari nel passatodi Marat Pacinotti e NiepceCos’hanno Marat, Pacinotti e Nièpce incomune? Semplice: Cagliari, nel sensoche questi tre geni, direttamente o menohanno avuto a che fare con il capoluogo.Jean Paul Marat, è stato un granderivoluzionario francese: questo è noto,ma non il fatto che fosse nato inSvizzera da padre cagliaritano.Giovanni Battista Mara (o Marra oMarras), nacque in città verso il1705. Dopo la vocazione, era unfrate dell’Ordine dei Mercenari,smise il saio, e si rifugiò a Ginevranel 1740. Qui abbracciò la fedecalvinista, e sposò la sedicenneLouise Cabrol. Qualche anno dopo iconiugi si trasferirono nel cantone diNeuchatel. Giovanni Mara divenne di JeanMarat. Inizialmente lavorò come disegnatore ditele, con colori vivaci, in auge alla fine del 1700, inun’azienda locale manifatturiera di tessuti. Inseguito, verso il 1755, Jean, divenne insegnante dilingue a Neuchatel.I coniugi Marat ebbero sette figli, il secondo deiquali, nato nel 1743, fu chiamato Jean Paul.La vita di Marat è nota, ma vale la penariassumerla in poche righe. Pochi però sanno chefu un medico. Di lui si ricorda soprattutto l’attivitànella rivolution française, che appoggiò e sostennesotto forma di scritti sopraffini. Deputato,nell’aprile del 1793 fu eletto presidente del circolodei giacobini. Soffriva di una rarissima malattiadella pelle. Per avere sollievo dei bruciori, facevalunghi bagni in vasca. Qui scriveva le sue idee. E(1912) si applica nella resa del dinamismo dellafigura stessa (sezione “Futurismo”, al primopiano). Interessante anche un altro suo studio, lacopertina di “Musica futurista” del compositoreBalilla Pratella, con l’inserimento della diagonaledivisionista. Nella mostra un curioso unicum diopera sacra del Movimento è rappresentato da unadelle tavole della serie “La città di Dio” (1931-1932) di Fillia (Luigi Colombo). L’areopitturanasce in seno al secondo Futurismo e Tullio Crali,nel suo “Paesaggio con aeroplani” del 1939,contempla la potenza della macchina volante, falargo uso di fasci luminosi e imprime l’omaggio aicaduti sull’Isonzo sopra il plasticismo fortissimodella parete rocciosa. Meravigliosa riconduzionealla geometrizzazione tipica del Futurismopostbellico il lavoro di Fortunato Depero,“Case alpestri in grigio” (1936), dove resistel’entusiasmo per il dinamismo e per la tecnologia,espresso collocando nella scena un paloelettrico con i fili in linea obliqua.Pare che il teorico del Futurismo Filippo TommasoMarinetti fosse di casa a Cagliari nel 1937 e 1938.Qualcuno sostiene che venisse ospitato in unavilla in viale Trento, di sicuro seppe entusiasmarei firmatari del Manifestino di Iglesias del 1937,dove si denuncia una “reazione violenta deigiovani contro l’incomprensione in malafede deitabù sardi”. Sono opere di futuristi sardi quelleproprio qui trovò la morte, per mano diuna girondina, Charlotte Corday, il 13luglio 1793. È celeberrimo il quadro diDavid, che lo ritrae privo di vita. Ildagherrotipo, ovvero il primo strumentoper fotografare, venne chiamato così inonore di Louis Mandè Daguerre,erroneamente considerato come ilsuo inventore. In realtà la scopertadovrebbe essere ascritta a JosephNièpce. Il bello della vicenda è chetutto cominciò nel lontano 1796,quando Joseph, militare, era distanza a Cagliari.Joseph, proprio in quegli anniipotizzò di poter fissare l’imagocon un procedimento chimico.Quindi, i primi vagiti, di un parto lungo etravagliato, si focalizzarono nella mente di JosephNièpce, magari, “godendosi” un tramontoinfuocato sulla Sella del diavolo e che lui avrebbevoluto immortalare. Dello scienziato si hannonotizie sarde anche nel 1797. Esiste infatti l’atto dibattesimo di suo figlio Isidore.Lasciata la città del sole, Nièpce, torna in Francia.Inizia a lavorare alla sua idea. Questa: otteneredelle lastre litografiche in modo facile ed economicoe quindi pensa di sfruttare la camera oscura perimpressionare una lastra da incisori e, nel 1826,ottiene la riproduzione su peltro di una stampa delcardinale Gorge D’Amboise.Successivamente, mettendo la camera oscura allafinestra del suo studio, dopo una posa di circa ottoore, riesce ad ottenere un’immagine visibile. Siche formano il cuore di questo “giardino”: lasezione “Futurismo in <strong>Sardegna</strong>”. Colorificio diluce e campiture piatte di colore per il paraventodipinto nel 1929 da un non ancora identificato G.Siddi. L’opera ricorda lo stile dell’ecletticaBenedetta “Beny” Cappa, la pittrice che Marinettisposò dopo aver pubblicato l’articolo “Contro ilmatrimonio”. Sono straordinarie nel dinamismo enella scomposizione delle volumetrie le due statuedi terracotta in patina bronzea di Tarquinio Sini,“Donna in costume” e “Uomo in costume”del 1919 circa. Molte curve e diagonalinella xilografia di Giovanni Marras, “Simultaneitàdi minatori” del 1940, la sola opera esternae appositamente ospitata per il percorso.Il dipinto “Abbattimento di un aeroplano”(1916-18) di Luigi Caldanzano con una fumatadecorativa tendente al liberty e un paesaggio quasifiammingo nella base della composizione, appareil meno futurista tra tutti gli oggetti esposti.Ogni sperimentazione di avanguardia viene primao poi richiamata all’ordine. L’ultima partedell’esposizione è appunto intitolata “Ritornoall’ordine” con il quasi monocromatico “LaBatosta” (1918 circa) del pittore muralista MarioSironi. Con “La casa rossa” (1929) ArdengoSoffici esprime i nuovi umori degli anni Venti.Chiude l’esposizione il “Ritratto d’uomo” di CarloCarrà, influenzato dal postimpressionismo ereduce dall’esperienza metafisica. La mostra,fruibile sino al 27 settembre tutti i giorni tranne ilmartedì (dalle 10 alle 12.30 e dalle 18.30 alle 24),ha il pregio di proporre accostamenti originalirispetto alla consueta collocazione.Un’estrapolazione che permette, tra l’altro,di approfondire e di valorizzare alcuni pezzidel ricco patrimonio raccolto da Ingrao(Informazioni per la visita allo 070 6777598o su www.galleriacomunalecagliari.it).Manuela Vaccatratta della fotografia più antica ancora oggiconservata. Quindi, in breve, il 4 dicembre 1829Nièpce e Daguerre fondano una società, con uncontratto di dieci anni, per dare sviluppo (è il casodi dirlo) alle loro idee. Ma nel 1833 Nièpce muore.Daguerre, continua a lavorare in solitudine. Nel1839, a Parigi, fissa il primo soggetto umano: unsignore da un lustrascarpe. Il 14 agosto dello stessoanno, ma a Londra, il procedimento di Daguerreviene brevettato. Ma è bello sognare e dire chesenza Nièpce e uno sfolgorante tramonto dimezz’estate a Su Poettu, la fotografia sarebbecomparsa solo molti anni dopo.Antonio Pacinotti, fisico, è l’inventore delladinamo. L’innovazione determinò, alla fine del1800, l’avvento della seconda rivoluzioneindustriale. La dinamo permise la possibilità diavere energia elettrica in quantità illimitata. Pochisanno che l’inventore, a Cagliari, vi lavorò perparecchi anni. Infatti, dal 1873 sino al 1881, fuProfessore di Fisica sperimentale all’Università.Nel 1874, Pacinotti ottenne, dal Rettore Gennari, dispostarsi a Pisa, per assistere il padre malato.In quell’anno Pacinotti lavorò a una nuovamacchina magneto-elettrica a volanoelettromagnetico che poi realizzò a Cagliari.Se in un primo momento aveva scritto al rettoreGennari di sentirsi esiliato in <strong>Sardegna</strong>, quando glioffrirono la possibilità di tornare nella sua Pisa cipensò su parecchio tempo. Ormai si eraperfettamente ambientato a Cagliari. Nel capoluogoaveva ottenuto un’officina ben attrezzata per i suoiesperimenti. Inoltre, conobbe Maria Grazia SequiSalazar, che sposò in città nel 1882, ma che morì aPisa pochi mesi dopo.In città, nel museo di Fisica, esiste un tornioa pedale, con il quale Pacinotti costruì le sueinnovative macchine. Si può ammirare nelDipartimento di Fisica nella CittadellaUniversitaria di Monserrato. Marcello Atzeni


ILMESSAGGEROSARDOCultura19Apologo della battaglianel mare SardonioLa vicenda del capitano Dorveni è ambientata nell’alto medioevo dei sardiNavigarono, i Sardi nostri progenitori?non si spiega per l’uso cultuale o funerario dellaConquistarono nuove terre, nuovi mondi? barchetta, che pretende l’oggetto sano e distinto; siNell’apologo di Istefane Dorveni (“Il Messaggero adatta, invece, ad un utensile della vita domestica,sardo”, marzo 2009, pagina 21) abbiamo fatto rottosi dopo lungo tempo, che la modestia economicariferimento alla navicella nuragica che porta la flotta della famiglia d’appartenenza non consentiva didei marinai dannati nella risalita del Tirso. La sostituire con un altro nuovo per esser troppo carovicenda del capitano Dorveni è ambientata nell’alto per materia e fattura, mentre ne suggeriva ilmedioevo dei Sardi, quando altrove era giàrestauro, eseguito in modo grosso, senza scrupolo dil’autunno dell’età di mezzo e la scopertafar danno morale o estetico a un ambiente socialedell’America (1492) alle porte. Istefane Dorveni alla buona e contento dell’essenziale”.comanda invece una nave la cui foggia risale al Per dire di alcuni tratti tipici dell’operosità deitempo dei nuraghi. Ce ne possiamo fare un’idea barbaricini, non privi d’un certo istinto estetico,osservando queste imbarcazioni in miniatura. In un Lilliu prende pure a prestito alcuni passagginumero di “Studi Sardi” (volume XVII, 1959-1961, dell’opera di Vico Mossa, “Architettura domestica inpp. 260-269) Giovanni Lilliu incentra il discorso su <strong>Sardegna</strong>”, pubblicata nel 1957. Ma, direte voi“due navicelle di bronzo protosarde”.lettori, cosa c’entra l’architettura domestica, che èDice il professore: “La forma e l’espressioneuna cosa di terra, con il discorso della nave, che èdella testa bovina – non nuova nel simbolismo una dimensione di acque? Il fatto è che la navicelladecorativo delle navicelle – trovano rispondenze votiva al centro della casa è pure al centro del cuorenella figurina del ‘Giogo’ da Abini e nella protome di tenebra dei sardi. Ne svela il rapporto con l’acqua,della navicella di Golgo-Baunei... La barchetta è, sia essa di fiume, come quella solcata dalla nave didunque, di cultura e di età protosarda nuragica, Dorveni, oppure di mare, nostro estremo confine.da ritenersi usata forse come lampada, appesa in Solo mare che porta predatori e furones oppure mareorigine nel vano d’un edifizio e, poi, rottasi, finita, aperto, da cavalcare come puledro selvaggio? Dicecome roba vecchia da rifondere, nel ripostiglio ancora professor Lilliu che “quel mare” fu “ind’un artigiano metallurgico”.origine per i Sardi un veicolo di cultura e di interessiSolo lampada? Cosa da buttare una volta che non e, poi, dopo la sconfitta coloniale, divenne unserve più? Come mai allora Istefane Dorveni, baratro, una frontiera, un carcere che chiuse l’Isolacomandato dai giudici di Arborea di risalire il Tirso in se stessa, lasciando agli abitanti memorie, odi,per porre fine al “rennu” bastardo di Kurtz situato spirito di ribellione e di inutile rivalsa, e speranze,nel Lerron (al confine tra le sorgenti del fiume e soprattutto molte e ancora insoddisfatte speranze”.l’attuale Monte Acuto), utilizza il modello di una Ma dove inizia la sconfitta coloniale?nave risalente a millenni e millenni prima? Ci può Cinquecento e più anni prima di Cristo, i Fenici,risultare ancora di aiuto la scrittura di Lilliu. adoratori del feroce dio Baal, i mercanti cheProsegue il professore: “Il rappezzo, che è antico, gradualmente conquistarono i Sardi, erano pureAd Armungia il Museo Lussu diventa realtàÈ diventato una realtà adArmungia il Museo storico“Emilio e Joyce Lussu”. Sonostati tanti i visitatori arrivatianche dal litorale delSarrabus. Grande la curiositàanche attorno alle numerosemanifestazioni culturali dicontorno che hannocaratterizzato l’estate appenafinita ad Armungia.“Il museo – ha detto ilsindaco Antonio Quartu – sipone l’obiettivo di dialogarecon la storia del Novecentoattraverso il ruolo che Emilio e Joyce Lussuvi hanno avuto, figure chiave della vicendademocratica e antifascista del nostro paese.Attraverso un suggestivo percorso, fatto di immagini,storie, opere e documenti, il museo si proponedi ripercorrerne la vita, le esperienze, il pensieroe il legame che i coniugi Lussu ebbero con personee luoghi della comunità armungese».Il museo è stato aperto all’interno della Casa delSegretario, importante edificio padronale del primoNovecento, recentemente oggetto di un intervento direcupero e valorizzazione. La struttura va adaggiungersi al Museo Etnografico, alla “Bottega delFabbro” e al Nuraghe, che nel loro insiemecostituiscono il Sistema museale di Armungia. Unpercorso fatto di storia all’interno di uno dei Comunipiù piccoli della <strong>Sardegna</strong>dove Emilio Lussu e la suastoria fanno ancora mitoanche tra i giovani.Per tutto il mese di agosto ilComune ha proposto tuttauna serie di appuntamenticulturali che sono riusciti acalamitare anche l’interessedei turisti che hannoaffollato le non lontane costedel Sarrabus. Armungia èquesto, un paese che sispopola, che diventa semprepiù piccolo. Oggi conta pocopiù di 500 abitanti. Ma la sua cultura, le sue tradizionie le sue storie, grazie anche al mito di un personaggiostraordinario come Emilio Lussu, riescono ancora afarlo vivere, pulsare, gioire anche per i tanti turisti cheogni estate arrivano dal litorale.Come detto il museo Lussu è stato ricavatonella Casa del segretario. Alcune sale verrannodedicate alla realizzazione di mostre temporanee,in occasione delle Estati armungesi.Durante questa estate è stato anche presentato il primovolume “Emilio Lussu - Tutte le opere: da Armungia alsardismo 1890-1926” a cura di Gian Giacomo Ortu ePoste italiane, annullo filatelico Museo “Emilio Lussu”.Per l’occasione è stata inaugurata anche una mostrafotografica dal titolo: “1971, Emilio, la sua famiglia,la sua casa, la sua Armungia”. Lia Serrelipadroni di molto Mediterraneo. Il loro dominio eracontrastato dai Greci che pure con Iolao, figlio di unfratello di Ercole, avevano messo piede, dice il mito,in <strong>Sardegna</strong>. Bisogna prestare attenzione allegenealogie e alle loro ripartizioni e attribuzioni.Iolao da cui gli Ilienses (c’è anche Troia di mezzo cheaveva pure nome Ilio) che si stabiliscono nellamontagna, quelli che con spregio i romani, nuoviconquistadores, diranno “insani montes”.E il mare. Qui gli adoratori del Baal imperavano,i Fenici con le loro mercanzie, quelli che poserole radici dell’impero cartaginese.I Fenici venivano contrastati dai Focei, di origineanatolica, colonizzatori della Magna Grecia. Nelmare tempestoso, il crudele popolo fenicio radicò lesue colonne d’Ercole, nel mare sardo che è pure ilmare di Eracle che in fenicio diventa Melqart,l’eroe-nume che governava su tutto il tramonto.Una volta guadagnato l’interno questo Ercole-Melqart si sovrappose gradualmente, con la violenzae con il sonno, chei su sonnu, al dio nuragicoSardus Pater e lo fece diventare punico, gli dette ilnome di Sid. Lo assoggettò al Baal e fece dei sardicarne da macello. Prosperavano i Fenici crudelie nel mare affondavano le navi degli stranieri diretteverso la <strong>Sardegna</strong>. Niente di bottino toccava ai sardinonostante Eracle-Melqart avesse segnato i confinidel mondo intero in quel periglioso pelago.Per uno straniero, varcare il confine era comeaccettare di entrare negli “insani montes”,senza sapere del proprio destino. Ma come si arrivòa tutto questo? Come è che il dominio fenicio duròsecoli e secoli? Ce lo spiega una battaglia navale.Fra il 540 e il 535 a.C., nelle acque di Alalia,davanti alla Corsica, non lontano dalle Bocche diBonifacio, in un mare detto “Sardonio” dagli storici,combatterono una make, una battaglia, le navi deiGreci Focei da una parte e dall’altra Fenici e i loroalleati Etruschi, provenienti dalla città di Cere.Deve essere stato uno scontro terribile e sanguinoso.Dice il greco Erodoto che i Focei ottennerouna “vittoria cadmea” per dire che fu la lorouna vittoria di Pirro, con molte perdite.In realtà la vittoria fu dei Fenici e degli Etruschi.Molti Greci vennero fatti prigionieri, portati a Cere,e qui lapidati, offerti in sacrificio ai Mani Etruschi.L’empia lapidazione provocò l’ira degli dei chepunirono i Ceretani con una misteriosa pestilenzache rendeva storpi uomini e bestie. Furono necessarimolti doni e sacrifici perché Apollo si decidesse aliberare Cere dalla maledizione. Gli altri vincitori, iFenicio-Punici fondarono un impero nel mareSardonio. Divennero padroni assoluti delMediterraneo, almeno fino a quando non vennerosconfitti dai romani che violarono le colonned’Ercole. Evidenzia Giovanni Lilliu nell’introduzionedel bel volume “Mache: la battaglia del MareSardonio” (a cura di Paolo Bernardini, Pier GiorgioSpanu e Raimondo Zucca, catalogo di una mostraall’ Antiquarium Arborense, dall’ottobre 1998all’ottobre 1999), che l’esito di quello scontro “decisele sorti del Mediterraneo occidentale fino allaconclusione della prima Guerra punica nel 241 a.C.”Per ritornare alla navicella votiva e al suo modelloispiratore, chi sa, nella battaglia del mare Sardonioforse ci furono anche legni sardi, nuragici.Avevano fondo piatto e scafo tondo (risalgonocome costruzione al 580 a.C circa) e stavano aicontendenti della make, osserva Fulvia Lo Schiavo,come nella guerra di Troia le armi di Achille stavanoai Greci. Non furono comunque i Sardi a vincere.Dice ancora Lilliu: “La vittoria dei Cartaginesi edegli Etruschi sui Greci nel Mare Sardonio aprì leporte agli uni della conquista della <strong>Sardegna</strong>, aglialtri del dominio sulla Corsica. La libertà, quel benesupremo che l’oracolo delfico aveva vaticinato eternaper gli Iolei di <strong>Sardegna</strong> cessava di esistere per iSardi assoggettati al potere delle armi cartaginesi,restando esclusivamente possesso geloso dello spiritodei Sardi che inauguravano allora quella ‘costanteresistenziale’ indomito anelito del nostro popolo allesoglie del terzo millennio”. La make continua.Natalino Piras


20 CulturaOttobre 2009Ivo Caprino, il Walt Disneydella Norvegia, aveva radici sardeIl padre del grande regista di cinema d’animazione era originario di SassariIvo Caprino, considerato il WaltDisney della Norvegia (Roma,17 febbraio 1920 - Snarøva, 8febbraio 2001), da parte paternaaveva radici italiane, precisamentesarde. I genitori di questoimportantissimo regista delcinema di animazione si eranoconosciuti a Roma: il padre sichiamava Mario (Sassari, 1881 -Oslo, 1959), era figlio diSebastiano Caprino che,proveniente dalla <strong>Sardegna</strong> (doveera nato in una famiglia contadinadel sassarese), studiò da avvocatoper poi diventare procuratoregenerale della Corte d’Appellodella capitale; la madre, IngeborgGude, era figlia di Ove, a queltempo ambasciatore norvegese in Italia, e nipotedel famoso pittore romantico Hans Fredrik.Mario e Ingeborg si sposarono nel 1912 ed ebberoIvo, nel 1920, quando ancora abitavano a Roma.Due anni dopo si trasferirono in Norvegia. Ivosposò Liv Helene Bredal, un’attricecinematografica, nel 1942, e nel 1944nacque il primo figlio, Remo, seguitoalcuni anni dopo da Ivonne.Ha raccontato proprio Remo, agliinizi del 2008, in un’intervista algiornale “Sabatoseraonline”:“Mia nonna Ingeborg era pittricee scultrice, mio nonno Mariodipingeva e commerciava in arte.Per mio padre Ivo fu quasinaturale diventare un artista.L’incontro con mia madre, che aquei tempi era attrice, gli permisedi entrare in contatto con ilmondo del cinema”.Ivo Caprino, designer di mobili,iniziò per diletto, nel salotto dicasa, ad animare con tecnicheelementari bambole e pupazzicostruiti in parte dalla madre Ingesviluppando la tecnica passo uno(o Stop-Motion). Esordì nel cinema d’animazione aquasi trent’anni: nel 1949 produsse uncortometraggio di 8 minuti, Tim og Tøffe, in cui simuovevano questi pupazzi costruiti in casa.A questo seguirono altri film in cui il regista eanimatore (dopo aver studiato tecnichecinematografiche a Praga, Londra e Roma)sviluppò ingegnosi sistemi per i movimenti deiMostra ceramica a Santa Teresa di GalluraUn’importante vetrina promozionale dove gliartigiani sardi hanno avuto l’opportunità dientrare in contatto con il mercato turisticodell’isola. Questo è stato l’obiettivodella mostra-concorso “Arte Ceramica Sarda”,organizzata dall’associazione culturale sarda“Lu ’Entu” di Santa Teresa di Gallura. Laquarta edizione della manifestazione intitolata“Dalla Poesia alla Terra: le storie, i personaggi ei luoghi di De Andrè” era dedicata alla figura eall’opera dell’artista Fabrizio De Andrè.In occasione del decennale della sua morte, èstato chiesto ai ceramisti di creare un pezzoceramico che racconti le sue opere. L’evento, chequest’anno aveva il patrocinio (oltre che delComune di Santa Teresa, della provincia di OlbiaTempio e della Fondazione Banco di <strong>Sardegna</strong>)anche morale della “Fondazione De AndrèOnlus”, è stata una pregnante occasioned’incontro tra i ceramisti che operanoin <strong>Sardegna</strong> e stimolo per produzionioriginali in ceramica attraverso la propostadi un tema da sviluppare.Nello specifico, il concorso era riservato aiceramisti sardi o residenti in <strong>Sardegna</strong>, chepossono partecipare singolarmente o in gruppo eche sono stati distinti in tre categorie:professionisti (artigiani iscritti all’albo dellaCamera di Commercio, collaboratori familiari odipendenti di laboratori ceramici, docenti diceramica, ceramisti in pensione, artisti di chiarafama per curriculum vitae o pubblicazioni);studenti dell’Accademia di Belle Arti, istituti elicei artistici; hobbisti. Ogni iscritto potevacandidarsi in un’unica categoria e con una solaopera. Era previsto per le categorieprofessionisti e studenti un premio in denaro,sotto forma di premio-acquisto.Le opere vincitrici sono diventate di proprietàdell’associazione “Lu ’Entu”. I premi erano cosìsuddivisi: per i professionisti, il primo premio eradi 1.100 euro, il secondo di 700 euro e il terzo di500 euro; per gli studenti, il primo premio era di500 euro, il secondo di 300 euro e il terzo di 200euro. Per quanto riguarda gli hobbisti, ai primitre classificati è stato consegnato un omaggio diprodotti tipici sardi. Inoltre, sono stateselezionate un numero variabile di opere che gliautori potranno mettere a disposizione persuccessive esposizioni in programma.Tutti i lavori sono stati inseriti nel catalogo dellamanifestazione. L’inaugurazione della mostra si èsvolta domenica 23 agosto nella terrazza“<strong>Sardegna</strong> Arte e Sapori” situata nel centro diSanta Teresa Gallura. Il cinque settembre, invece,è stata allestita la mostra nella piazza centraledel paese, dove si è svolta la festa della ceramica,con dimostrazioni delle varie tecniche ceramiche.Nella stessa serata, durante le premiazioni,sono stati rappresentati spettacoli teatralie musicali in omaggio a Fabrizio De Andrè.Inoltre, c’è stata la presenza di Dori Ghezzinella giuria e durante la premiazione.La giuria era composta da personaggi di spicco:Marco Marini e Anna Laura Fenu (i maggioristudiosi di arte sarda e di ceramica, hanno alloro attivo diverse pubblicazioni), PieroBardanzellu (sindaco), Federico Soro (docenteaccademia di Sassari), Giovanni AndreaPuggiolu (architetto), Franco Mannoni(Fondazione Banco di <strong>Sardegna</strong>), Alessio Sale(Lu ’Entu). Per qualsiasi informazione èpossibile rivolgersi all’associazione culturalesarda Lu ’Entu, via Prete Sanna 6/A - 07028Santa Teresa di Gallura, telefono-fax +39 0789754349 o +39 338 6065802, indirizzo di postaelettronica: luentu@tiscali.it.Alessia Corbupupazzi basati su sottili fili comandati da unatastiera fondendo così il teatro dei burattini con lenuove tecniche cinematografiche. Così il figlioRemo ha spiegato questa tecnica: “Combinavariprese dal vivo con pupazzi animati. Percominciare a produrre i suoi film brevettò unsistema speciale per poter riprendere il movimentodei pupazzi come se fossero attori reali. Imovimenti venivano ripresi a 24 fotogrammi alsecondo e i pupazzi si muovevano come per magia.Più tardi capì che il sistema limitava molto la suavoglia di migliorare l’espressività dei suoipersonaggi e dei loro movimenti, così cominciò adutilizzare la tecnica dello Stop-Motion e divenne,se mi è concesso dirlo, uno dei migliori. Il suodesiderio maggiore era quello di dare un’anima aisuoi personaggi, voleva che il pubblico pensasse aipupazzi come ad esseri viventi”.Ivo Caprino – informa l’ampia scheda che glidedica l’enciclopedia Wikipedia – vanta unafilmografia composta da 16 opere e 11 regietelevisive; inoltre ha prodotto non meno di 38cortometraggi anche in campo pubblicitario.Caprino ha sviluppato ed utilizzato il sistemaSupervideograph, a telecamere multiple,per la resa di panorami di 225 gradi sumultischermo, in particolare per i documentari.Famosa la proiezione di Nordkapplatået,con Capo Nord e la vita alle alte latitudini,proiettato in continuo nel cinema piùsettentrionale d’Europa, appunto a Capo Nord.I suoi film d’animazione e i suoi cortometraggihanno incantato generazioni di scandinavi e oggila sua casa di produzione, Caprino Studios, direttadal figlio Remo e dal figlio di questi Mario(nato nel 1978), continua il suo lavoro(Caprino’s World of Aventure Trailer su YouTube; http://www.caprino.no/studio/no/ ).“La nostra ambizione – dice Remo Caprino – èquella di far conoscere i lavori di mio padreall’estero. Mi piacerebbe molto che in Italia i filmdi Ivo Caprino fossero noti ed apprezzati come losono in Norvegia. Trovo che sia molto triste ilfatto che i nostri film, a tutt’oggi, non sianoancora stati doppiati in italiano”.Alla domanda “Suo padre aveva mantenutoqualche contatto con l’Italia?”, Remo ha cosìrisposto: “Mio padre non aveva molti contatti inItalia. Verso la fine degli anni sessanta, però,accadde un fatto curioso. Durante una visitaufficiale in Norvegia di Antonio Segni, che eracapo della stato in quel periodo, scoprimmo che lenostre famiglie avevano una relazione diparentela. Da allora siamo tornati qualche volta avisitare le nostre vecchie proprietà in <strong>Sardegna</strong> e ame è capitato, in un paio di occasioni, di far visitaal presidente e alla famiglia al Quirinale. L’ultimavolta che ci siamo incontrati fu una settimanaprima che morisse. Da allora ho incontratodiverse volte suo figlio Mario e sua moglie Vicky,con i quali siamo diventati amici”.Per correttezza devo dire che la pista sarda delleorigini dell’avo di Ivo Caprino mi fu indicata,diversi anni fa, da Giannalberto Bendazzi, uno deimassimi esperti italiani di storia del cinema dianimazione. In un articolo sull’inserto domenicalede “Il Sole 24 Ore” (30 ottobre 1994), dal titolo“Stelle di Oslo. Storia di Ivo Caprino, il cineastadi origine italiana divenuto il Walt Disney deinorvegesi”, Bendazzi aveva informato che nel 1993l’editore Hjemmets Bokforlag aveva pubblicato aOslo un elegante e ottimamente illustrato librofotografico su Ivo, scritto da Per Haddal eintitolato “Ivo Caprino! Et portrett av Askeladdeni Norsk film (un ritratto di Askeladden nel cinemanorvegese; “Askeladden” (Ceneraccio) è il piùimportante dei personaggi della letteraturapopolare norvegese: all’inizio della storia sipresenta come il classico buono a nulla, ma portain sé delle capacità nascoste che gli permettono dicompiere, al momento opportuno, grandi cose).Paolo Pulina


ILMESSAGGEROSARDOPaesi di <strong>Sardegna</strong>21PERDAXIUSTracce di presenza umanache risalgono al NeoliticoNel territorio del paese del Basso Sulcis testimonianze su insediamenti antichissimiChi, scendendo da Siliqua per la statale 293,diretto a Carbonia, in pieno Basso Sulcis,devia a destra appena superato il Rio Mannu,incontra prima il paese di Narcao e dopo quattrochilometri Perdaxius, all’incrocio delle strade chevanno una a Carbonia e una a Tratalias. In fondoalla vallata delimitata intorno dalle alture di MonteSan Michele Arenas e Monte Narcao, il paesello diPerdaxius (1467 abitanti, al 2004, e metri 98 dialtitudine), è proprio sul fiume Mont’e s’Orchi, unodei più importanti del Basso Sulcis, collettore dinumerosi corsi d’acqua e rigagnoli a regimestagionale che sfociano poi nel lago artificiale diMonte Pranu. Altre vene e fresche fonti irrigano ilversante orientale del Monte Narcao. Ed è propriosu questo monte che sono rintracciabili letestimonianze della presenza umana (riferibile alNeolitico recente) nel territorio di 29,55 chilometriquadrati che costituisce l’area comunale diPerdaxius: tombe a cista litica, monoliti e menhir,purtroppo non ben conservati, zoccoli murari ealtri resti non chiaramente databili, sommersialcuni dalla vegetazione. Il paese, il cui nomeprimario era Petrarium, sorse nel Medioevo sulpiccolo rilievo che si innalza per circa 100 metrisulla piana alluvionale del rio Mont’e s’Orchi.Appartenuto al giudicato di Cagliari, curatoria diSols, fu incluso, dopo il 1257 nei feudi dei DellaGheradesca, ramo del “dantesco” conte Ugolino.Dopo la sanguinosa guerra tra i figli del conte,che volevano vendicare la morte per fame delpadre, e Pisa, alla fine del XIII secolo, il piccolocentro fu amministrato dal comune pisano.Con l’avvento degli Aragonesi fu incluso, nel 1384,nei feudi di Pietro de Açen. In seguito, al tempodella terribile peste del 1384, e durante la guerratra Aragona e Arborea si spopolò quasi del tutto,rimanendo sotto l’occupazione delle truppearborensi, fino alla battaglia di Sanluri.Dopo il 1409 il borgo risulta spopolatocompletamente e incluso nel feudo dei Montbuy.Nel 1471 fu donato a Giacomo Aragall.Passò in seguito ai Bellit, ai Gualbes, ai Brondoe alla fine ai Bou Crespi. Incluso nel 1821 nellaprovincia di Iglesias, entrò a far parte nel 1848nella divisione amministrativa di Cagliari.Nel 1958 Perdaxius è diventato comune autonomodella provincia di Carbonia-Iglesias. Confina anord e a est con Narcao, a sud con Villaperuccio,a ovest con Tratalias e Carbonia.Oggi il paese (1.465 abitanti al 2004) vive diagricoltura (cerealicoltura, frutticoltura eviticoltura) e di allevamento bovino, ovino epollame. Ultimamente si avvertono sviluppiincoraggianti di attività industriale legata allaproduzione agroalimentare e all’edilizia.Per quanto riguarda il patrimonio archeologico,oltre ai resti di civiltà cui si è già accennato, sipuò dire che il suo punto di forza sono i nuraghi.Per citarne alcuni: Achenza, Camboni, Entu,Pitzienti, Porcus, sa Idda, Santus, Sessini,Simplicio, Su Porcili, Tanca Manna, Tronu.Forse il più importante è il nuraghe Camboni,alto su un rilievo vicino all’abitato;ha struttura polilobata, diensione imponenteed è ancora abbastanza in buono stato.Il patrimonio artistico e culturale è rappresentatopiù segnatamente dalla chiesa di san Giacomodalle linee romaniche, con facciata animata da uncampaniletto a vela, databile al XIII secolo.Restaurata da qualche decennio è attualmentechiusa al culto. Anche la chiesa di San Leonardo,dello stesso periodo, si oppone al logorio del tempocon la sua facciata in cantoni di trachite,anch’essa con il suo campaniletto a vela.Una statua lignea del XVII secolo e un armadiodecorato dello stesso periodo ne impreziosisconol’interno. La chiesa è meta di un pellegrinaggioguidato dalla statua del santo seguitada una processione; e intorno vi si approntauna festa campestre organizzata dalla Pro-Locodel borgo e dall’associazione “Pantagus”.A chi arriva a Perdaxius si consigliano almenotre siti da visitare: i ruderi della chiesadi san Michele sull’omonimo rilievo, nella frazionedi Pesus, vicino al paese; il monastero fortificatodei Benedettini, sorto nel XIII secolo;e, in zona Mitza-Justa, la villa settecentescadel cavalier Angioy, nobile di Iglesias,costruita sui resti di una villa romana.Perdaxius è celebre nei dintorni per lemanifestazioni di carattere comunitario chearricchiscono la già significativa vitalità degliabitanti. Fra queste è meritevole ricordare alvisitatore che si interessa di costumi e usanzetradizionali, la “Sagra della pecora” organizzatanella seconda quindicina di giugno, dai pastorilocali e culminante in un’abbondanzadegustazione (che diventa solenne “mangiata”)di carne di pecora offerta a tutti i presenti.Si dice, ma non è accertato, che per questaoccasione, i pastori più giovani scegliessero, oscelgano ancora, su ’agariu, o “bagariu”, cioè lepecore che non avevano ancora figliato, in onoredella gente venuta da ogni dove. Franco FresiPOSADALa favola del castello della FavaBaluardo del Giudicato di Gallura contro le invasioni barbarescheA chi segue la statale 125 Orientale Sarda lungo la costadella Baronia, o la vicina superstrada, non può sfuggire,allungando lo sguardo verso la costa, la linea slanciatadella torre che resta del Castello di Posada; solo dopo,guardando più attentamente, scorgerà subito sotto,lungo le pendici di un colle non molto elevato ma erto, lecase della parte più antica del paese.L’abitato si è esteso ultimamente anche più in basso, ed èproprio qui che passa la statale: nel punto detto SaTravessa la si lascia per dirigersi verso il centro. Megliolasciare l’auto, subito dopo, per percorrere a piedi lestradine ripide e strette lungo le quali si notano le traccedell’antica comunità agro-pastorale: i bambini chegiocano all’aperto; gli anziani che conversano a piccoligruppi seduti sulle pietre sistemate lungo le facciate; ledonne intente in qualche piccolo lavoro.A fianco della chiesa parrocchiale s’imbocca il sentieroche, salendo tra le rocce, conduce ai piedi della torre. Èquel che resta, insieme a qualche tratto delle cortineesterne, di un importante fortilizio costruito dai giudicidi Gallura nel XIII secolo. Era noto anche come Castellodella Fava perché, si dice, una volta i nemici che loassediavano se ne andarono scoraggiati dopo che glioccupanti avevano dimostrato di non essere a corto diprovviste gettando dall’alto alcuni baccelli delle fave cheerano riusciti a far crescere tra gli spalti.Restaurata e ben tenuta, la torre ha all’interno dellescale e dei soppalchi di legno che permettono diraggiungere la terrazza sulla sommità. La vista è quipiacevole, ampia, e permette di “leggere” la realtànaturale e umana che sta tutt’intorno.Subito sotto è il paese nel quale si nota la distinzione trala parte vecchia e la nuova, che si estende con leabitazioni e alcune strutture di servizio, come il Comunee le scuole, lungo e oltre la statale. Verso settentrione lapiana tagliata dal Rio di Posada è coltivata a orti efrutteti, tutti irrigui e segnati quindi da diverse tonalitàdi verde. Mentre le colline verso l’interno, verdiin inverno e gialle in estate, vengono utilizzateper il pascolo. Dalla parte opposta è la costa marina,con i nuovi insediamenti sui quali anche Posadaconta per rinnovare la propria economia.Mano mano che le condizioni migliorano, il paese sembrapoter lentamente tornare a rivestire il ruolo importanteche ha avuto in epoca già molto antica. Qui sorgevainfatti Feronia, città costruita in età punica,fiorente al periodo della dominazione romana,ma che poi decadde a causa delle incursioni degli Arabi.Sulle sue rovine sorse più tardi Posada, che al tempodei giudicati era capoluogo di una curatoria che facevaparte del giudicato di Gallura, ed alla quale dava il nome.Fu in quel periodo che, a sottolineare l’importanzadel centro abitato e della sua posizione, i giudicivi eressero il castello.La decadenza venne più tardi, quando, subentratain tutta l’isola la dominazione aragonese,Posada conobbe alternativamente la prepotenza el’abbandono dei feudatari; e, ormai sguarnitadell’antica difesa, dovette subire ripetute incursionida parte dei corsari barbareschi, tra le qualiuna particolarmente grave e devastante nel 1514.Altri feudatari si succedettero, alternando periodi diimpegno con altri di disinteresse, tanto che il villaggiocontinuò a decadere e a spopolarsi, fino a quando la capitaledel feudo venne trasferita nel vicino paese di Siniscola.Verso la metà dell’Ottocento, quando ormai la <strong>Sardegna</strong>era libera dal regime feudale, Posada non arrivava a 600abitanti; la maggior parte viveva dal lavoro dei campi,messo continuamente a rischio dai capricci del fiume chescorre nella piana; mentre nessuno era in grado disfruttare le risorse del mare, che pure era pescosissimo.L’economia è rimasta modesta per la prima metàdel Novecento, dopo di che Posada ha conosciuto,come la maggior parte dei centri dell’isola,il fenomeno dell’emigrazione.L’in<strong>versione</strong> della tendenza è arrivata finalmentecon lo sviluppo del turismo balneare, che fa levasulla bellezza del tratto costiero e sul fascino cheil centro storico esercita sui forestieri. E la popolazioneha ripreso finalmente a crescere: al censimentodel 2001 Posada contava 2.302 abitanti, e nel 2008erano già saliti a 2.771.Salvatore Tola


22 Parliamo della <strong>Sardegna</strong>Ottobre 2009a cura di Manlio BrigagliaIl capoluogo sardoraccontato dagli scrittoriCagliari nelle pagine di Carlotto, Todde, Atzeni, Agus, Abate e NonnisSono numerose le guide turistiche, recenti e delpassato, che presentano il capoluogo isolanosotto diversi punti di vista. In certi casi gli autorierano e sono ancora oggi studiosi che hanno spesoanni per compilare queste opere di grande respiro(un nome su tutti, il canonico Giovanni Spano).I quartieri, la psicologia degli abitanti, lagastronomia, i modi di dire e il dialetto, spiccanoanche nei romanzi e nei racconti degli scrittoricagliaritani (per nascita o adozione) arrivati nellelibrerie in tempi recenti. Ma che città viene fuoridalle pagine di questi autori? In linea di massima siconfigura come un habitat inquieto, popolato dauomini e donne giovani o in là con gli anni, alleprese con intrighi di diversa matrice. Intrighifamiliari, giudiziari, amorosi o politici. Cagliarisembra una città sorniona: in realtà nascondetensioni, tenute sotto controllo o destinate a in chiesa neppure per i matrimoni. Sto sul Landmanifestarsi in forme violente.e osservo. È il mio mestiere».Quando si arriva a questi sbocchi si è alle prese Chi ha offerto una raffigurazione più vicina allacon romanzi noir in piena regola (basta pensare psicologia del popolo è stato Sergio Atzeni.a certe opere di Giorgio Todde). Gli intrecci Un po’ in tutti i suoi romanzi e libri di racconti,amorosi, non disgiunti da una vena di follia, il punto di vista è quello di chi subisce la violenzaanimano i due romanzi di ambientazionedella storia. Personaggi emarginati, umiliati ecagliaritana di Milena Agus, “Mentre dorme offesi, ai quali non manca il dono dell’ironia.il pescecane” e “Mal di pietre”. Dove la città Che anima anche le giovani figure femminiliha contorni realistici e fiabeschi, con indicazioni del romanzo “Bellas mariposas”, due adolescentiprecise di strade e edifici storici. Il successo del quartiere di Sant’Elia. Alle quali la vitadi questa autrice (soprattutto in Francia)riserva esperienze traumatiche.in larga misura dipende da una raffigurazione Il capoluogo dell’isola entra in decine di romanzisopra le righe dell’universo femminile.pubblicati negli ultimi decenni. Tra gli autoriLa Cagliari descritta da Francesco Abate (in vanno ricordati Luigi Pintor, Massimo Carlotto,particolare nel romanzo “Il cattivo cronista”) è una Giulia Clarkson, Giulio Angioni, Luciano Marrocu,città da basso impero. Il protagonista attua uno Gianni Marilotti, Flavio Soriga. Chi vuole averestrappo traumatico con la sua famiglia, che da una ricca panoramica di scrittori e opere chediverse generazioni è formata da avvocati.raffigurano Cagliari, nel bene e nel male, oggi e nelDa un lato rifiuta il perbenismo borghese,passato, soddisfa questa curiosità col primoda un altro verso è affascinato dal mondo notturno numero della rivista “Miele amaro”. Nelle treil cui epicentro sono le discoteche e chi le frequenta. premesse (di Giuseppe Pusceddu, Luciano MarrocuAbate ricorre a una scrittura sincopata,e Gianni Stocchino) si spiegano i motivi di questavicina al parlato, che spiazza il lettore tradizionale. scelta operata dalla casa editrice Cuec, il cuiIl giornalista che racconta in prima persona marchio compare nella copertina della rivista.le sue giornate dice: «Non entro. Non entro La città raccontata dagli scrittori è piena dimai in chiesa per i funerali. Non entrosorprese. Delle “delizie” innegabili del panoramaIl non facile compito di sant’Agostino: da secolipatrono della <strong>Sardegna</strong> e ora compatrono di PaviaNel 1897 il sardo mons. Efisio Serra pubblicò il volume“Una pagina d’oro della storia ecclesiastica della<strong>Sardegna</strong>”. Lo spunto all’autore era stato offerto dalla“ricognizione delle preziose reliquie di sant’Agostino inPavia” operata il 15 aprile 1884 dal vescovo paveseAgostino Riboldi. La “pagina d’oro” richiamata nel titoloè costituita dalle vicende del corpo e delle vesti disant’Agostino in <strong>Sardegna</strong>, prima e dopo la traslazionedelle spoglie a Pavia. Non mancano però diverse paginededicate al racconto della collocazione delle reliquie delsanto nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro eall’amore dei pavesi nei confronti del santo e dei suoiresti. Scrive mons. Serra: “L’affetto e la venerazione diquei cittadini verso il gran Santo e verso la monumentaleBasilica che conteneva la sacre spoglie di lui, crebbero adismisura, a tal che gli scrittori delle memorie diquell’epoca ne dicono, che allorquando i Pavesis’arresero allo Sforza, compresero fra gli altri patti illibero accesso alla loro prediletta basilica, onde attingereconforto e ritemprare le loro credenze al gloriososepolcro di S. Agostino”. Aggiunge il nostro autore:“Dicono quelle memorie come i buoni Pavesi con a capo ilComune e il Podestà, non tralasciavano di recarsiprocessionalmente ogni anno nel giorno sacroa S. Agostino a S. Pietro in Ciel d’oro, con moltistrumenti musicali in segno di festa, offrendoal Santo Dottore diversi pallii di broccato il più ricco, iquali, per averne già molti l’attiguo monastero,spiegavansi nella annuale festività ed in quella di S.Pietro cui la Basilica e il cenobio erano dedicati”. Mons.Serra descrive infine con parole di grande ammirazionel’arca che i pavesi hanno voluto erigere a glorificazioneeterna delle spoglie del santo, “impareggiabilemonumento di religione e di scultura di marmo bianco,ammirabile per la sua grandiosità ed eleganza”.Se in <strong>Sardegna</strong> furono conservate le vesti – nota peròmons. Serra – all’isola “non è rimasta la consolazione dipossedere una insigne reliquia del Santo (dal 1500 sceltocome patrono della <strong>Sardegna</strong>) dopo averne custodito ilcorpo per duecento e più anni” e per questo egli implora:“Deh, sorga dunque presto quella felice auroradall’esimio vescovo di Pavia, per benigna concessione delglorioso regnante Pontefice, una insigne reliquia delgrande Agostino, perché riposi accanto alle sacre vesti diparlano tre autori diversi tra loro comeDavid H. Lawrence, Antonio Romagnino eMassimo Carlotto. Confrontando le loro pagine(incluse nella rivista) si rimane colpiti dal fattoche Cagliari conserva la sua bellezza, malgradoscempi e degrado. Scrive Carlotto: «Quandoqualcuno mi chiede com’è Cagliari, l’immagineche si spalanca nella mente e che mi guidacon polso fermo nella risposta è la città vistadal bastione di Santa Croce».Un altro motivo che ricorre negli autori che hannocercato di capire lo spirito del capoluogo dell’isola èl’ossessione per la buona tavola. La gola, assiemealla lussuria, sarebbe uno dei suoi contrassegni.L’aveva capito Salvatore Cambosu e sulla sua scianarratori più recenti, come Giorgio Todde,Sergio Atzeni, Milena Agus, Giulia Clarksone altri. Ci sono specialità, tipiche di una cittàdi mare, dai polpi alle arselle, dai calamari alleanguille, che non passano mai di moda.Gli stranieri che hanno parlato di Cagliari nonappartengono solo al passato. Peter Gregory Jones(nato a Cardiff nel 1952) così racconta uno stranoincontro nel largo Carlo Felice: «Era inverno,ma il sole era caldo, perciò ero senza cappottoed indossavo un abito di tweed con la catenadell’orologio che pendeva sul gilet; in testa portavoun Borsalino grigio, al collo una cravatta a righe, icui colori erano quelli della mia vecchia scuola. Acompletare il mio abbigliamento c’eral’immancabile ombrello appeso al mio braccio.Mentre camminavo, sognando Pall Mall,un uomo mi fermò bruscamente con la mano.Scrutandomi da capo a piedi, disse con ariadisgustata: “E tu, chi credi di essere, uninglesino?”. “Ma io sono inglese!”, risposi».Tra gli autori che hanno dedicato un maggiornumero di opere a Cagliari spicca Nino Nonnis.Le sue rievocazioni del passato (specie nel libro“Hanno ucciso il bar ragno”), sono intrise dinostalgia e ironia. I personaggi presenti nelle suepagine, coi loro tic e il loro gergo sembrano fruttodi una fantasia allegra. Invece chi ricorda laCagliari del boom economico e degli anni successivisi è imbattuto in quelle figure, che alimentavano ilgossip citadino. Non va dimenticato Gian PaoloCaredda, saggista più che narratore, con unapropensione per la rievocazione del passato inchiave memorialistica. Specie nel suo ultimo libro,“Ritratti di città”. Dove compaiono e rivivonorappresentanti di un mondo cancellato dallamodernità, cagliaritani doc dai tratti inconfondibili.Giovanni Mamelilui che Cagliari va superba di possedere tuttora!” Il 28febbraio 2008, a Pavia, in San Pietro in Ciel d’Oro, adistanza di più di un secolo, la medesima invocazione èstata pubblicamente ripetuta da don Vincenzo Fois(rettore della Rettoria di Sant’Agostino a Cagliari,curatore nel 2003 della ristampa del libro qui citato)durante la celebrazione della messa in memoria dellatraslazione delle spoglie del santo.Nel pomeriggio del 28 agosto, a sentire, in piazzaSan Pietro in Ciel d’Oro, il complesso bandisticomusicaledi Trezzo d’Adda (MI), che ha eseguitoun buon repertorio di musiche popolari – rinverdendodi fatto la tradizione di tributare l’omaggio al santo“con molti strumenti musicali in segno di festa” –,ero l’unico spettatore sardo-pavese (gli altri eranoancora in meritata vacanza nei lidi natali).Spirava nella piazza una piacevole brezza e una signoracosì ha commentato: “Dopo venti giorni di caldosiciliano, finalmente un venticello tipico del clima sardo”.Ho sorriso tra me e me: la signora non conosceva ilproverbio sardo “Po sant’Agustinu, tirat su levantinu”(Per sant’Agostino, spira il levante) ma nessun altroevento (sia permesso il gioco di parole) avrebbe potutomeglio simboleggiare il legame simbolico tra Paviae la <strong>Sardegna</strong> nel nome di sant’Agostino, che resisteanche se Cagliari non ha ancora avuto una “insignereliquia del santo”.Paolo Pulina


ILMESSAGGEROSARDOParlando in Poesiaa cura di Salvatore Tola23I libri di FrancescoFrancesco Mura nacque a MeanaSardo nel 1929. La sua giovinezzafu rattristata da alcuni gravi lutti, lamorte di tre sorelle e del padre, mariuscì ugualmente a procedere neglistudi, vivendo nella Cagliari degli annidifficili del dopoguerra, sino alla laureain filosofia, conseguita nel 1953. Fudapprima professore a Nuoro, dove nel1959 si sposò con Teresa Romagna,quindi si trasferì in Toscana, a Massa,dove continuò a insegnare per lunghianni, apprezzato come studioso dipedagogia e molto amato dagli studenti.Dopo la sua scomparsa, avvenutaimprovvisamente nel 1995,gli è stata intitolata la Bibliotecadell’Istituto magistrale“Giovanni Pascoli” di Massa.Nel corso della cerimonia è stata lettauna sua poesia, I libri, che, aprendosicon un ricordo tenero degli annitrascorsi nel paese nativo, testimonia lasua lunga dedizione alla lettura.Riportiamo parte della composizione daalcune fotocopie che ci sono stateinviate da Dora Casula, e sono stateeseguite – sembra di capire – da unaraccolta di versi pubblicata postuma:Mura, che aveva collaborato anche alquotidiano “Il Nuovo Corriere” diFirenze, ha lasciato molti scritti inediti,non solo versi ma anche paginedi diario e racconti.I libriOra brilla di cera la mia casa.Un tempo lontanoscricchiolavano i passisu tavole grezze, sconnesse.Nella soffitta, la notte,un rotolare di noci e lunghe corse di gatti.Ma i libri mi stavano accanto.Me li trovavo, modestinella loro saggezza,tra timide gioie.Ciascuno mi insinuava una speranzapacata, una consolazione dolcecome una confidenza d’amico.Scivolavano i giorni dell’estatesenza arsura, nell’ombratacita della mia tranquilla stanza.E l’amore era ancoraintatto sentiero di timotra i sogni nascosti del cuore.Erano i soli amicii libri, da quando il soletoccava i picchi del montecon fiotto di gioia sulle grondaiefino all’ora in cui l’ombrasaliva, lenta, sui campi turchini del cielo,ed ogni suono, d’incanto,s’affievoliva...Francesco Mura(Inviata da Dora Casula)Su poberu ’etzuS’omine cando est betzigheddudiventat pius bassu de istatura,isorrogadu li ’essit su faeddue prenu de males de ogni natura.Pro camminare portat su accheddu,si no caminat a tzoppigadura.Affannosu li ’essit su respirue su zovanu lu leat puru in giru.Giovanni PalmasIn questo modo abbiamo volutoricordare ancora uno dei tanti sardi chesi sono fatti benvolere e stimare fuoridell’isola; ed entrare, allo stesso tempo,nel clima di malinconia e dirievocazione dei defunti che si instauracon l’arrivo dell’autunno, e culmina conle celebrazioni e i pelleginaggi verso icimiteri del 2 novembre. Le poesie cheaccompagnano quella del professore diMeana sono dedicate a personescomparse e al tema della vecchiaia.Edoardo Turnu parla, in un sonettoscritto nel 2004, della morte di un altroinsegnante, e si augura che la notiziagiunga attraverso il “Messaggero” agliex alunni che non vivono più nel paese,Villaurbana; Pietro Chessa rievocainvece la figura del sacerdote GrazianoMuntoni, ucciso a Orgosolo. ForicuPaba, Giovanni Palmas, LeonardoPorceddu e Peppino Atzeni sono inclinia vedere, anche a causa di esperienzedolorose che stanno vivendo, gli aspettinegativi della vecchiaia, mentreAngelino Mocci, Salvatore Corbinzolu ePasquale Corrias possono fareriferimento a vicende più fortunate.Giuseppe Tuveri, infine, ci ricorda che ilpercorso della vita è sempreun’incognita; e mentre SalvatoreAramini rimpiange il suo passato didongiovanni Tiberio Vacca si augura dicampare – bene – sin oltre i cento anni.Mastru Antoni SalisOe, bindighi de austu, sa campanasonat inoghe notas de dolore:pro te Antoni, chi guasi mazorelassas serenu custa vid’umana.T’isettat Ros’in calchi zon’arcanach’at d’eternare su giurad’amore;però unu poeta e iscrittorechi pianghet sa nadia Bidda Urbana.Sos alunnos tuos ch’in sos continentesispartos sun, s’apprenden sa notissiaden restar’affliggidos e dolentes:ammentende sas oras de delissiategus trascursas coment’istudentescreschet cun sa nostalgia sa mestissia.Edoardo TurnuMalinconiaTrista est s’anima miapro cantu solet campare.Ma chie podet tzessare,nade, sa malinconia?Già chi sa sorte comentem’at postu pena e dannu,e deo como s’affannucumbatto perennemente.Prite mi sero feriduche fera in sa campagna,dae cando sa cumpagnarutta est in s’olvidu.Su male sou est mannuchi non tenet paragone,e che feridu puzoneaffrontat su peus dannu.Malu est s’ausentuchi tenzo in domo mia,e cuddas diccias ch’aiaboladas che sun in bentu...Foricu PabaZogos de pitzinnosUnu die pasanne in domo miam’agat’inghiriad”e nepodeddos,issos faghen zirare sos carveddoscun s’issoro euforic’allegria,mi bastat a los mirare ibbiao intender de issos sos faeddospro pensare cun seriedadecando tenia sa matess’edade.Tando cun amor’e cun affettumi ponzo cun issos a zogare,a su matessi tempus isfidarecherzo sos annos mios; ma pro dispettucusta bravada mi ponet a lettue mi narat: «No torres a proare,lassa a sos pitzinnos s’allegria,godidi sa etzesa in armonia».Salvatore CorbinzoluTempus passaduCando fio in gioventurain su mezus fioremi piaghiat a currer sas bajanas,fit sa mia natura,vitziosu in s’amore,in sos momentos chi nd’aio gana.Como a s’edade maduravivo in su terroreproite mi s’e’ sichende sa funtana,pro bi pensare solumi nd’enit s’oriolucando m’ido de fronte a una giovanae nde rest’apenadu,pro custu su tempus meu est già passadu.Salvatore AraminiFrade sardu?A sa memoria de don Graziano MuntoniCust’omine a Deus cunsacradufit faru luminosu de Sardigna,de ogni sardu veru fit s’insigna,martire innotzente, isfortunadu.In televisione ap’ammiradusa cara sua semplic’e benigna,Deus perdonet sa mente malignach’at cummissu s’ignobile peccadu.Frade sardu? Degai disumanu?Su ch’as fattu no est de perdonare;ma su perdonu est de cristianu.Don Muntoni fit nadu pro amaresu mundu, su populu isolanu.Sa zente e sos sardos de Milanusun in luttu, chinados pro pregare.Pietro ChessaCumenti a setti frorisAt pesau setti fillusTrumentend’in poberesa,po issa sa ricchesafianta cuddus fruttusfattus cun is manus suas.At pesau setti filluscumenti a setti froris,mancai ispolincuse nodriaus a istentu,ma fillus nodius!...Oi is fillus mannussighend’is affannusde sa vida modernaprenus de cosa fainon tenint tempuspo attendi una mamaichi megat a si spacciai.Leonardo PorcedduPoi ’e sos chent’annosNo permitto chi mi fettas cortepro chi siat penosa custa vida,ca si arrivas tue iss’e’ finidapro fatale destinu o bona sorte.Che sorre cara a mie rest’unida,non sias ingrata, misteriosa morte,donami afficcu, allevia sos affannos,e giamami poi ’e sos chent’annos.Deus ti mandat, ch’in gruxi t’at patidu,piantu is Marias cun mant’anneridu,a mie puru dolu e’ capitadu,a caros amigos de dare s’adiu:in tale momentu, che fera feridu,a domo dolente prestu so torradu.Tiberio VaccaSa bella saludePigad’apo sos settantachimb’annosma tantu lamentare non mi potto,no seo fritturidu, su cappottolasso a riposu cun pesantes pannos.Si su tempous non mi portat ingannosin domo sua lasso su frebboto,frebba de timoria no nde notoe mai nde giutan mancu sos pius mannos.Sa bella salude a fiancu ’e pariauguro chi siat cun meguse cun totus, lu naro ’e veru coro,nemos apat bisonzu ’e los chircarica su duttore, frebbotos e meigusgià bistana bene in dom’issoro.Pasquale CorriasDomande al ventoIo ero come una rocciama di essa non c’è più traccia,ora mi trovo mal ridotto,il tempo mi ha ingannato.È legge: il tempo crea e distrugge,cancella e noncurante affligge.Ma dico: questa legge,miniera di lacrime e dolori,mamma di ogni sofferenza,odiata e sopportata,perché priva di coscienza,chi l’ha scritta?...Peppino AtzeniSa casciaSu percursu ’e sa vidae’ una cascia serrada,nudda si scidi appena cumenzada,su misteriu si scidi a fini ’e vida.De comenti est andadano si dd’a nau nisciuna mamaca nemus isci’ su fini ’e su dramafina chi ognunu dd’a terminada.A sa fini s’iscidi chie gloria o pena,cumenti e’ istada destinadacusta vida terrena.Candu sa cascia e’ serradafinit su disisperude chi mali d’a passada.Giuseppe TuveriSu ’etzu cuntentu... Mi narrer betzu non mi paret maleca pagadu l’apo a bonu pretziu,bid’apo dies d’abba e temporale,su ’entu maistrale, lu libetzu.Deo d’essi betzu so cuntentu,no nde li fatto attera pretesa,ringratzio Deus su chi mi at dadu!Si Deus a betzu mi at lassadua tottu auguro bona etzesafinas chi at a benner su momentu...Angelino Mocci


24 Dall’ItaliaOttobre 2009ALESSANDRIAFesteggiamenti per il trentennaledel circolo “Su Nuraghe”Apoteosi con i TazendaUn grande impegno per ilcircolo “Su Nuraghe” diAlessandria. Un dispendio dienergie e risorse senzaprecedenti per il sodalizioguidato da Efisio Ghiani chenell’ultimo week end disettembre si è trasformato nellacapitale della musica sarda. Iltutto, e non solo, da cornice aifesteggiamenti del trentennaledell’associazione. La nostrapresenza, nella prima delle duegiornate ha avuto l’epilogo conil travolgente concerto deiTazenda innanzi a migliaia disardi emigrati in visibilio giuntida diverse zone del nord Italia.Per la band lanciata dalloscomparso Andrea Parodiinsieme a Gigi Camedda e GinoMarielli nel 1988, ogni concerto è un avvenimento:la loro musica percuote i cuori. Il loro sound nonpassa davvero inosservato e la gente sardaidentifica i “gusti” arcaici della propria terra: lelaunedds, i tenores campionati, l’uso dellefisarmoniche diatoniche. E non ultime le loro voci.Il passaggio del testimone da Andrea Parodi aBeppe Dettori è stato sostanziale. L’entrataufficiale nel 2007 di Dettori comecantante leader all’interno delgruppo, ha raffigurato unpassaggio carismatico edemotivo di grande portata. Conlui, ma anche grazie alleprestigiose collaborazioni (daEros Ramazzotti a FrancescoRenga al più recente GianlucaGrignani), è tornato il grandesuccesso già cavalcato daiTazenda prima maniera, stilesanremese di “Spunta la lunadal monte” e “Pitzinnos in sagherra”: con gli album piùrecenti “Vida” e “Madre Terra”,la band isolana ha raggiuntovalutazioni e riconoscimentidi grande pregio. E cosìè stato anche nella serataorganizzata dal “Su Nuraghe”,quando la moltitudine di persone si è alzatain piedi per cantare e ballare i successidella tradizione etno folk della band: come “DomoMia” ma anche “inni isolani” della memoriacome “No potho reposare” e “Nanneddu meu”.L’immolazione mastodontica del circolo di EfisioGhiani, originario di Bauladu (OR), che persolennizzare al meglio il trentennale dallafondazione del “Su Nuraghe” è riuscito arinverdire fasti e programmi nella partecipazioneattiva alle iniziative culturali e ricreativedell’associazione. Il giovane Massimo Cossusi è preso l’onere di condurre i due momenticulturali che hanno contraddistinto la due giornidi Alessandria. La prima, è stata la rassegnadi vini con una conferenza sulla viticoltura in<strong>Sardegna</strong> con la compartecipazione di esponentidella Federazione delle Associazioni dei Sardiin Italia quali Tonino Mulas presidente,e Virgilio Mazzei, esperto sommelier, a specialistidel settore come il giornalista enogastronomicoGilberto Arru, che ha convogliato il viaggionella storia dei vini in <strong>Sardegna</strong>.Ha fatto seguito alla conferenza, l’esposizione e ladegustazione dei prodotti del Gal Montiferru. Ilsecondo momento culturale si è avuto nellagiornata conclusiva quando nello specifico, gliemigrati sardi sono diventati i protagonistiprincipali, orchestrati da Simone Pisano, vicePresidente FASI, in cui si è parlato ampiamentedelle realtà migratorie dagli anni Cinquantaad oggi. Straordinario l’epilogo quando tre“prime donne” della musica sarda come MariaLuisa Congiu, Maria Giovanna Cherchie Carla Denule hanno caratterizzato con le lorostraordinarie voci la nottata ad Alessandria.“Note di donne” è stata coadiuvata dalpresentatore televisivo Giuliano Marongiu e dallelauneddas di Roberto Tangianu. Una paginaindelebile questa per la storia per il circolo “SuNuraghe” che come proferisce il presidenteGhiani, eletto nel febbraio scorso, cerca dirinnovarsi e di avvicinarsi sempre di più ai propriiscritti e al territorio. Il nostro obiettivo,rammenta Ghiani che dimora nella vicina Tortonaed è maresciallo dei Carabinieri, è quello di crearesinergia positiva tra la cultura sarda e la cittàdi Alessandria. Massimiliano PerlatoCINISELLO BALSAMOOmaggio a “Sa Oghe”Il circolo A.M.I.S. e la città ricordano Maria Carta«Il suo bel viso, la fierezza e insieme la graziadel suo portamento, più che un simbolo, sono unapersonificazione di quella <strong>Sardegna</strong> intangibile eindomita che ho sempre amato. Quando la sua vocecalda e potente si alza e riempie lo spazio, si apronoinfiniti orizzonti che scendono nella storia.Dopo aver conosciuto Maria Carta, ancora una voltaaffermo che i solo grandi uomini della <strong>Sardegna</strong>sono state le nostre donne» (Giuseppe Dessì).Straordinario convegno e concerto per Maria Carta a 15anni dalla sua scomparsa organizzati dal circolo AMIS diCinisello Balsamo. Presso il salone della prestigiosa VillaGhirlanda, si è svolto l’incontro coadiuvato dal giornalistatelevisivo e membro della “Fondazione Maria Carta”,Giacomo Serreli, a cui han preso parte oltre alla Presidentedel circolo sardo Carla Cividini, il sindaco di CiniselloBalsamo Daniela Gasparini, l’assessore alla cultura LucianoFasano, l’ex parlamentare europea per la <strong>Sardegna</strong>Maddalena Calia, il Presidente della FASI Tonino Mulas eGavino Maieli, Presidente del circolo sardo di Bergamoproprio intitolato alla cantante di Siligo.La giornata di Cinisello Balsamo, introdotta musicalmentedalle meravigliose launeddas di Andrea Pisu, è stato unviaggio nei 25 anni della carriera della cantante, sfiorando idiversificati aspetti della musica tradizionale sarda. Dopo isaluti convenevoli di Carla Cividini, è toccato agli esponentidell’amministrazione comunale di Cinisello Balsamo,Daniela Gasparini e Luciano Fasano, rendere omaggionon solo alla cantante logudorese ma a tutta la comunitàsarda molto attiva e presente nel territorio.Maria Carta si è resa portabandiera con la passione el’ardire di un’isola al di fuori delle proprie frontiere con lesue ninne nanne, i gosos e i canti gregoriani. Tanti gliaspetti oggettivi rimarcati nel convegno: la caparbietà, ilruolo di donna forte, la capacità di portare con successo lamusica folk sarda in manifestazioni popolari a livellonazionale. È stata interprete estremamente sensibile e lasua figura da sempre, nell’immaginario collettivo,rappresenta la bellezza mediterranea della grande madreche sapeva raccogliere e trasmettere emozioni.Per tanto tempo rappresentante della <strong>Sardegna</strong> in giroper il mondo grazie al suo minuzioso lavoro di ricercasul canto tradizionale sardo, Maria ha creato un percorsomusicale contraddistinto da tanti brani che hanno fattola storia nell’isola. Un amore vero e fecondo quellocon la <strong>Sardegna</strong> e soprattutto con gli emigratiche vivono in giro per il mondo, come ha sottolineaTonino Mulas. In Maria Carta si sintetizzanodue momenti particolari: il canto di “memoria”,cioè l’autentica tradizione vissuta in prima persona,e l’interpretazione mediata dall’acuta sensibilitàdell’artista attraverso una voce profonda, dal timbrodi contralto, prevalentemente drammatica, caricadi vibrazioni e di elementi espressivi. Caratteristicheche si trovano nella consistente produzione discograficadell’artista: 10 dischi all’attivo. E sul vinile è possibileavere una panoramica completa delle varie espressionicanore, dai canti tradizionali a quelli religiosi.La sua poliedricità è stata espressa con tale energia e caricaemotiva non solo attraverso la sua voce, ma ancheattraverso il cinema, affascinando con l’interpretazioneregisti del calibro di Franco Zeffirelli, Francesco Rosi,Giuseppe Tornatore e Francis Ford Coppola, il teatro doveha debuttato nella “Medea” accanto a Valeria Moriconi e lapoesia. Per quest’ultimo aspetto va menzionata la raccoltadi versi dedicati ad un mondo povero e all’umanità che siconsuma senza speranza. Negli ultimi anni della sua vitaMaria Carta è stata molto legata all’Università di Bolognadove ha svolto un ciclo di lezioni e dove ha seguito studentiche preparavano tesi di laurea aventi per oggetto tematichea lei consuete, fornendo loro preziose indicazioni derivantidalla sua esperienza personale, umana e di studio.Maria Carta ha tenuto il suo ultimo concerto a Tolosa(Francia) il 30 giugno 1993; malata da tempo di un tumorecerebrale, è morta nella sua casa di Roma a 60 anni, il 22settembre 1994. Il convegno in Villa Ghirlanda si è conclusocon un commovente video offerto dall’archiviodell’emittente cagliaritana “Videolina”, rappresentataproprio da Giacomo Serreli, in cui vari spezzoni televisivihanno offerto un quadro completo e coinvolgente sullafigura immensa di Maria Carta.Epilogo con il piacevole pomeriggio musicale presso PiazzaGramsci in pieno centro cittadino che ha richiamatomigliaia di persone. Variegato mosaico di propensionimusicali hanno allietato sardi e non per ascoltare lelauneddas del giovane Andrea Pisu di Villaputzu, lachitarra jazz di Francesco Saiu di Villacidro, la chitarra e lavoce blues dell’osilese Francesco Piu. Ha terminato la banddella cagliaritana Simona Salis che ha presentato diversibrani del suo ultimo cd “Janas e Dimonius”. M. P.


ILMESSAGGEROSARDODall’Italia25ROMASi rinnova nella Capitale il successodella manifestazione “L’Isola che c’è”La <strong>Sardegna</strong> in mostra con convegni, mostre e spettacoli - Un’iniziativa organizzatadal Gremio che si ripete da 30 anniSi è conclusa sotto una volta stellata, domenica27 settembre, la parata di eccellenze da tuttala <strong>Sardegna</strong> ospitata dal Comune di Romanel piazzale adiacente lo stadio Flaminio,nel cuore del quartiere Parioli.“L’Isola che c’è - <strong>Sardegna</strong> incontra Roma”,che da trent’anni aggrega i sardi dell’isolacon quelli in giro per il mondo, ha portatoa termine, ancora una volta, la sua missione.L’evento, quest’anno più che mai di grandeprestigio, ha portato nella Capitale entusiasmo,passione e divertimento arricchendoil già folto programma romano e richiamandoa sé numerosi visitatori.Una rassegna, quella de L’Isola che c’è,che ha offerto degustazioni, spettacoli e venditedirette. E, ancora, gemellaggi, solidarietà,cultura e contatti per ambiziosi progetti.Giovedì 24 l’inaugurazione, da parte degliorganizzatori Giorgio Ariu, Giovanni BattistaSotgiu, presidente de “Il Gremio”, e AntonioMasia, vicepresidente, seguita da un dibattito sultema della continuità territoriale al quale hannopreso parte, con sindaci e assessori dei comunidella <strong>Sardegna</strong>, l’assessore alle Politiche Culturalie alla Comunicazione del Comune di RomaUmberto Croppi, il deputato Mauro Pili – giàPresidente della Regione <strong>Sardegna</strong> – ilvicepresidente della FASI Serafina Mascia, ilpresidente del Gruppo Consiliare Misto delComune di Roma Gemma Azuni, il vicepresidentedel Consiglio Comunale di CagliariGiorgio Cugusi, e il sen. Fedele Sanciu.Non sono mancate le visite eccellenti durante iquattro giorni romani: il prof. Tonino Rubattu,che ha presentato il suo prestigioso e accuratoDizionario Sardo e la sua traduzione in linguasarda dell’Iliade e dell’Odissea, e Neria DeGiovanni, che ha tenuto un convegnosu Giuseppe Dessì nel centenario della suanascita. E ancora David Mancini, che haricordato la madre Maria Carta, e GiovanniFloris, giornalista e conduttore di Ballarò.L’Unione Sarda ha distribuito gratuitamentele copie del giornale e portato nella penisolatutte le prestigiose collane pubblicatenegli ultimi anni, ottenendo un grande successodi interesse e vendite.Nella bella piazza circondata dal verde, esibizioni,danze e musica hanno catturato l’attenzionedei visitatori mentre ogni paese presente(Nule, Usellus, Ittiri, solo per citarne alcuni)promuoveva il meglio delle proprie produzioniculturali, artigianali, artistiche, e agroalimentari.Il pubblico ha molto apprezzato la vestizionedella sposa di Dorgali – evento ancora ineditoal di fuori dell’isola – un vero e proprio ritoche celebra la bellezza del costume e dei gioielliin filigrana dei quali è stato spiegato il significatocon l’ausilio di un maxischermo, il ballettodi Ittiri in costume tradizionale, molto applaudital’esibizione dei Fùrias, l’ormai famoso gruppoetnomusicale, e, soprattutto, il concertodi Piero Marras, il più importante esponentedella musica regionale sarda, sebbene tantisuoi testi siano in lingua italiana.C’è stato spazio per un importante gemellaggioall’insegna della solidarietà tra Avis Cagliarie Avis Roma (oltre alla presenzadell’Associazione Sarda Trapianti intitolataal dottor Alessandro Ricchi).L’esibizione dei balestrieri e sbandieratori incostume medievale di Iglesias, la mostra di autod’epoca e di prestigio dei fratelli Ghisu,e la presentazione del profumo ORGìA dellagiornalista e poetessa Fiorella Ferruzzihanno portato a Roma epoche e luoghi lontanima, grazie a L’Isola che c’è, sempre più vicini.ROMAOmaggio artistico al Papada parte dei Sardi della CapitaleUn quadro ricamato in fili d’oro e d’argento, realizzato da Caterina Santucciu, regalatoal Pontefice dal presidente del “Gremio”Giovanni BattistaSotgiu, presidentedell’Associazione deiSardi in Roma “IlGremio”, nel corso diunaa recente udienzagenerale del SantoPadre ha donato anome della comunitàsarda di Romaal Papa Benedetto XVIun’artisticacomposizione sacrarealizzata dall’artistabonorvese CaterinaSantucciu.Il Santo Padre a mezzo della Segreteriadi Stato del Vaticano ha trasmesso a Sotgiul’espressione della Sua riconoscenza per il donoe per i sentimenti di filiale venerazioneche l’hanno suggerita.Il Sommo Pontefice ha inoltre partecipatoal Presidente del Gremio e ai Sardiche si sono uniti al gesto premuroso,l’implorata Benedizione Apostolica,estendendola in particolare all’Artista.“Il Quadro” di Caterina Santucciu: si tratta diun finissimo ricamo in fili d’oro e d’argento suseta realizzataper il Santo Padre.L’opera vuoletrasmettere ilsignificato di alcunisimboli che Gesùha lasciato per lanostra salvezza:l’ostia, il calice, lacolomba e l’ulivo.L’ostia e il calice: ilpane e il vino c’eranoanche sulla tavola diGesù quando celebròcon gli Apostolil’ultima cenadurante la S. Messa; le mani dei sacerdotidistese sul pane e sul vino (ostia e calicecol vino) esprimono l’invocazione a Dioperché mandi il suo Spirito a santificarei doni e diventino così per noi il Corpoe il Sangue di Gesù.La colomba: appena Gesù uscì dalle acquedel fiume Giordano, dopo essere stato battezzatoda Giovanni Battista, si aprirono i cielied Egli vide lo Spirito di Dio scenderecome una colomba e venire su di Lui.Il ramoscello d’ulivo: è il segno di pace.BIELLACerimonia per la brigata“Sassari” in partenza per lamissione in AfghanistanIl 21 settembre, alle 10, nell’area monumentale diNuraghe Chervu, a Biella, si è svolta – in concomitanzacon una analoga, tenutasi nella Caserma “Gonzaga” diSassari – la cerimonia dell’alzabandiera per salutare lapartenza della Brigata “Sassari” in missione ISAF inAfghanistan. Iniziativa programmata dal “Nucleo Cap.Emilio Lussu” dell’Associazione Nazionale Brigata“Sassari” di Biella con la partecipazione delleAssociazioni Combattentistiche ed Arma della Città.Durante la cerimonia sono stati resi gli onori ai seicaduti della “Folgore”; per il lutto nazionale, le bandieresono state abbassate a mezz’asta.Una breve allocuzione è stata tenuta dal magg.Giovanni Manunta, fiduciario del “Nucleo Cap. EmilioLussu”: «I nostri “Diavoli Rossi” – ha detto – sanno chenon ci deluderanno, “proitte semus zente chi giughentsu pilu in su coro”, e partono cantando. Aiò, Dimonios!Avanti e Forza Paris!».Battista Saiu ha portato il saluto del Circolo CulturaleSardo “Su Nuraghe”: «Giunga da Biella, dallaComunità dei Sardi e da tutti noi qui riuniti – ha detto –il saluto al comandante della Brigata “Sassari”, Gen.Alessandro Veltri, al 151° Reggimento, al 152°Reggimento, al 5° Reggimento Genio e a tutto ilPersonale in partenza per la missione ISAF inAfghanistan. Oggi – ha aggiunto – è un’altra giornatadi lutto per noi Sardi e per l’Italia intera. Con la mortedel caporalmaggiore della Folgore, Matteo Mureddu, e dialtri cinque giovani militari caduti a Kabul, si allungal’elenco delle vittime degli attentati alle Forze Armateimpegnate in missioni di pace all’estero».


26 Dall’ItaliaOttobre 2009Il “silenzio” della <strong>Sardegna</strong>cancella la voglia di fare degli emigratiLe tante questioni burocratiche stanno affossando il mondo migratorio sardoProblematiche e complicazioni burocratiche in del circolo, ovvero contratto di affitto o comodatovista per il mondo migratorio sardo.d’uso. Ovviamente con l’indicazione di datiQuesti sono gli orizzonti oscuri per i circoli deisardi degli emigrati, che va ampiamente ricordato,sono veicoli di promozione sociale prettamentebasati sul volontariato. Di differente avviso èl’Agenzia delle Entrate dello Stato, che neltentativo di monitorare il mondo associativoitaliano, manda un tutt’altro che semplice esoprattutto chiaro, questionario da compilare coni dati rilevanti ai fini fiscali per far fronteall’articolo 30 del decreto anticrisi del 2008.È quanto è emerso alla riunione dei circoli sardidella Lombardia che si è tenuta presso l’AMIS diCinisello Balsamo a cui ha preso parte ilcoordinatore Antonello Argiolas, il presidentedella FASI Tonino Mulas, il presidente emeritodella FASI Filippo Soggiu e i rappresentantidei 20 sodalizi presenti sul territorio. Lo scorso 2settembre è stato approvato e pubblicato, dopomesi di attesa e rinvii, il modello che dovrà esserecompilato ed inviato in via telematica all’Agenziadelle Entrate da parte di tutti i circoli. Il termineprevisto per la presentazione sarà prorogatomolto probabilmente al 31 dicembre 2009.La presentazione del modello, sottolinea Mulas,è obbligatoria. Bisogna che ogni associazionecominci a preparare la documentazione.Questo che nonostante tutto, diversi puntidel documento non siano chiari nemmenoagli esperti del settore.I materiali necessari per la compilazione sono ilrendiconto economico finanziario degli ultimi tredi registrazione dei singoli atti. I dati di tutti icomponenti del consiglio direttivo, la copiaregistrata dell’atto costitutivo e dello statuto dacui siano leggibili i dati di registrazione.Non è finita qui: è necessario spedirea Roma anche la copia del certificatodi attribuzione del codice fiscale e delle eventualivariazioni successive (atto indispensabileper desumere l’esatta denominazione con cuiil circolo è iscritto all’anagrafe tributaria).Infine una sfilza di domande apparentementesemplici che nella realtà presentano un quadrodi ambiguità di cui è fondamentale comprendernel’origine e l’omogeneità nelle risposte.La FASI, fa sapere Mulas, con i suoi coordinatorisi è già riunita più volte, anche con la validaconsulenza di esperti, per esaminare il materiale ecosì proporre ai 70 circoli sparsi sul territorionazionale, una serie di concordanze nelle varierisposte. Tenebroso risulta il futuroanche in simbiosi dei prossimi progettidegli emigrati che la Regione <strong>Sardegna</strong>dovrebbe esaminare e approvare.L’assenza di un assessore al Lavoro (ad interimse ne occupa il governatore Cappellacci), fa sì chetutte le questioni riguardanti le risorse, la nuovaConsulta e i piani di approvazione dei fondi del2009, siano un po’ cadute nel dimenticatoio.L’allarme soffocato lanciato dalle Federazionidei circoli sardi, al momento cade nel vuotoe nel silenzio. E il 2010 è già alle porte, caricoesercizi, il rogito di proprietà della sede da parte di incognite e perplessità.M.P.PAVIAIl Circolo “Logudoro” ha reso omaggioa Fabrizio De André con libro e canzoniNel pomeriggio del 26 settembre,presso la sede sociale, il Circoloculturale sardo “Logudoro” diPavia ha voluto onorare, a diecianni dalla morte, la figura diFabrizio De André (1940-1999),grande cantautore e sinceroamico della <strong>Sardegna</strong>.La manifestazione ha propostoun apprezzato mix di parole emusica. Enrico Grassani,pubblicista pavese, autore dellibro “Anche se voi vi credeteassolti... Fabrizio De André:attualità del messaggio politico esociale” (Edizioni Selecta diPavia), ha inquadratostoricamente e analizzatocriticamente ogni canzone dell’“album” delmusicista intitolato “Storia di un impiegato”,sicuramente uno dei lavori meno popolari dellaproduzione poetica di De André.Era il 1973 quando Fabrizio pubblicò l’album“Storia di un impiegato”, prendendo spunto dallerivolte studentesche francesi del 1968. A pareredi Grassani, se letto e ascoltato con l’attenzionedell’intelligenza e del cuore, quell’album era ingrado di offrire materiale poetico e sociale ingrado di illuminare a giorno l’anima di chi s’eragià visto risvegliareda “La buona Novella” (1970) edal successivo “Non al denaronon all’amore néal cielo” (1971). Per Grassani,quell’illuminazione non ha maicessato d’essere alimentata eancor oggi la rappresentazionesempiterna del potere e dei suoifunzionari si replica col suo“recitare un rosario di ambizionimeschine, di millenarie paure, diinesauribili astuzie; coltivandotranquilla l’orribile varietà delleproprie superbie”, come ebbe ascrivere Fabrizio nel suo ultimolavoro del 1996 (“Anime salve”).La manifestazione pavese è stataarricchita dalla performance musicaledi Antonio Carta, cantautore sardo-pavese,il quale, dopo la lettura di ciascun testodell’album fatta da Grassani per rendernecomprensibili i significati più profondi, haeseguito ogni canzone con professionalità tecnicae con vibrante partecipazione emotiva,suscitando l’entusiasmo e gli applausidel numeroso pubblico. Al quale Carta non hamancato di proporre anche le canzoni piùconosciute del repertorio di De André. P. P.TOSCANASuccesso della primafesta dei sardi nel MugelloSi è svolta con successo laprima Festa dei Sardi nelMugello. Lamanifestazione, che si ètenuta sabato 27 edomenica 28 settembre,nel Foro Boario delcomune di Borgo SanLorenzo, è statapromossa dall’AssociazioneCulturale dei Sardi inToscana su sollecitazionedegli allevatori sardi delMugello, con il patrociniodel comune di Borgo San Lorenzo, della Provincia diFirenze, della Fasi ed il sostegno della Fondazione delBanco di <strong>Sardegna</strong>. «La sua realizzazione – ha scritto ilpresidente dell’associazione, Elio Turis – è stata resapossibile grazie all’ottima integrazione dei nostriconterranei nel tessuto sociale culturale ed economicodel Mugello. Infatti l’ottima riuscita è stata frutto diuna collaborazione tra varie associazioni di Borgo SanLorenzo. I cacciatori di cinghiali del gruppo “LaSetola”, la società di calcio Fortis”, l’associazione“Africa “ di Don Poggiali e altri amici borghigiani chehanno messo in atto una vera e propria catena diproduzione all’interno della cucina».Oltre 1.000 persone hanno onorato tra la cena disabato ed il pranzo e la cena domenica, la cucina sarda.L’intrattenimento musicale era affidato ad un gruppodi amici di Siena con “tenores” e organetto. Non sonomancate le autorità, dall’Assessore alla cultura dellaRegione Toscana, agli assessori della provincia, diFirenze, di Fiesole e di San Piero a Sieve, dal Presidentedella Società di Bilancino. al Presidente della comunitàmontana: e molti altri amministratori.FIRENZEIn mostra le operedi Erminio ZaraVenerdì 2 ottobre, nella Galleria Via Larga Firenze èstata inaugurata la mostra “Orizzonti” pittura egrafica di Erminio Zara e “Tema e variazioni”,pittura e legni di Rino Bennici. L’evento è statopatrocinato dalla Regione <strong>Sardegna</strong>, dalla Provinciadi Firenze, dalla FASI, e dall’ACSIT, l’ Associazioneculturale Sardi in Toscana.L’esposizione riunisce due artisti che pur diversiper temi e mezzi espressivi sono accomunatidal sapiente uso del colore e dalle originalicapacità interpretative. Entrambi mostranoforte personalità e una tecnica raffinatissima.Erminio Zara, sardo di Iglesias, vive e lavora aFirenze dal 1974. Zara, che è stato tra i fondatori e imassimi dirigenti dell’ACSIT, pone le proprie radiciidentitarie come riferimento della sua suggestioneartistica. Le opere esposte riproducono, conatmosfera ed incanto, le architetture della suaIglesias e propongono con affetto e partecipazionegli scorci, le dimore e le miniere del Sulcis.In gioventù gloria della velocità dell’atletica leggeraisolana, a Firenze ha assunto ruoli di giudice del CONIe di dirigente sportivo. Si è occupato di scenografia,incisione e grafica. Ha partecipato a numerosepersonali in Italia e all’estero. Numerose le città chehanno ospitato le sue opere tra queste Firenze, Trento,Cagliari,Vercelli, Pisa, Siena, Piacenza. I suoi quadrisono stati esposti anche a Madrid e Bruxelles.Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche eprivate. Rino Bennici vive e lavora a Firenze. Ha tenutopersonali a Settignano, Umbertine, Damariscotta(Maine, USA), Firenze, Novara. Greve in Chianti.La mostra è rimasta aperta dal 2 ottobre all’11 ottobre.


ILMESSAGGEROSARDODal Mondo27ARGENTINASuccesso dello spettacolo“Un momento magico” messoin scena dal circolo “Radici Sarde”La rappresentazione teatrale realizzata dal regista Juan Merello Coga imperniata sustorie di emigrazione - Gli attori recitano in logudorese, italiano e argentinoIl 2 ottobre è andato in scena, per iniziativa delgruppo di teatro del Circolo “Radici Sarde”di San Isidro, Buenos Aires Norte, la commedia“Un momento magico” di Juan Merello Coga,autore e regista.L’idea – spiega Pablo Pira, presidente del circoloe attore – è stata quella di realizzare per la primavolta in Argentina una rappresentazione teatralein cui tutti i personaggi parlassero le nostre lingue(sardo, italiano, argentino) raccontando storiee ricordi dei nostri genitori e dei nostri nonni.Insieme ci siamo ascoltati, abbiamo piantoe ci siamo divertiti, abbiamo condiviso antichepoesie e canzoni.Così cominciò a crescere, dal più profondodelle radici, la speranza di Maria di tentaredi portar via suo padre di ritorno in <strong>Sardegna</strong>,i ricordi di Gavino, Elisa e Marcello, l’innocenzadi Giuseppina e i sogni di Luisa e Gavino.Nel cortile della casa di Gavino si succedonoad un tratto diversi momenti di nostalgia,di emozioni tra padre e figlia, tra fratelli.La lingua sarda logudorese come fattore di “radice”è presente in gran parte dei dialoghi, anche nellecanzonette ricordate da una Maria bambina cheCercano emigratodi Bono in BelgioUn carissimo amico del Circolo “Raimondo Piras” diCarnate, chiede aiuto per rintracciare un suo zioemigrato in Belgio negli anni 1950-52. Chiede dipubblicare l’appello nel Messaggero affinché qualchealtro emigrato in Belgio possa aiutarlo nella ricerca.La persona di cui si cercano notizie si chiamaGiovannino Ruiu, è nato a Bono il 13 maggio del1934 e prima di partire per il Belgio abitava a Bonoin Via Monte Rasu. Chi avesse notizie può mettersiin contatto con il Circolo Culturale Sardo“Raimondo Piras”, Via Marconi, 2/6 - 20040Carnate (MI), tel. 039.674537 - fax 039.6754993 -cell. 3392723340 www.circolosardo.191.it -e-mail: circolos15@circolosardo.191.it;r.pirascarnate@tiscali.itcircoloculturalesardorai@tin.itvuole tornare indietro nel tempo, per trovarsi con il“bellu paragueddu” che la mamma le ha regalato.Marcello si trova di nuovo a ripensare la decisionedi Maria, che dopo la morte della mamma cercò ilsuo destino in <strong>Sardegna</strong>. Elisa con la curiosità diimparare il sardo quando sente Gavino cantaresottovoce un “No potho riposare” con più dinostalgia che di vera canzone sarda.In questo clima di addio a Maria una nuovasorpresa arriverà prima della partenza: la visitainaspettata di Luisa e sua figlia Giuseppina.Luisa racconta della sua conoscenza con Gavinoda molto tempo, da quando lui è arrivatoin Ayacucho. Giuseppina conferma l’affettoa Gavino come il padre che non ha mai avuto.I ricordi di ognuno dei personaggi sembrano diessere l’unico elemento d’unione; anche Luisa haun passato di emigrata, e una sorella mai rivistarimasta in Italia: i ricordi cominciano a perdersiper il tempo e la distanza, e adesso sarà Maria cheporterà in <strong>Sardegna</strong> le novelle dell’Argentina.Infine Luisa si trova di fronte a una personache ha segnato parte della sua vita: è un po’come guardarsi in uno specchio che non riflettele immagini del presente, ma del passato.Gavino è per lei, l’ultimo pezzettinoche gli rimane della <strong>Sardegna</strong> e di Ayacucho.Così i sogni, il rilancio di un amore sperduto,un viaggio di fidanzati, la voglia di rivivere“un momento magico”.L’opera è una costante sfida ai ricordi,alle presenze e alle assenze. Siamo ad un trattoin <strong>Sardegna</strong>, in Ayacucho, in Buenos Aires.Gavino è stato interpretato da Pietro Pintus,un “nonno” con N maiuscola: alla sua terzainterpretazione con la Compagnia Radici Sarde,ha generato calde emozioni ed applausiportandoci dal ridere alla emozione e la felicità inuna perfetta interpretazione.Iris Madau (Luisa): ha espresso eccellentidoti per la commedia.Pablo Fernàndez Pira (Marcello): ha presentatouna caratterizzazione di grande rilievo.Marìa Josefina Marras (Maria): un personaggiodi lusso con la magia della lingua sarda.Claudia Chirra (Elisa): l’affetto per Gavino,per Maria e la vita di famiglia.Ana Marìa Ruiu (Giuseppina): nella sua primainterpretazione insieme alla mamma Luisa.ARGENTINADebutto positivoper il coro “Raices”Il coro “Raices”, del circolo di san Isidro,totalmente rinnovato con la regia del maestroRicardo Maresca, apprezzato musicista edirettore di coro della zona nord dellaprovincia di Buenos Aires, ha ripreso la suaattività con una presentazione di diversecanzoni del repertorio folkloristico argentinoe con un classico della <strong>Sardegna</strong>.Il debutto è avvenuto nel Teatro“Martín Fierro” di Victoria (nel Comunedi San Fernando), un bell’esempiodi teatro indipendente portato avantidal Gruppo Artistico di San Fernando.Il coro ha eseguito “Entre a mi pagosin golpear”, di Peteco Carabajal; “Todoslos días un poco”, di León Gieco,“Guadalquivir” di Tomás Rojas,“Honrar la vida” di Eladia Blazquez.Infine l’inno dei sardi: “Nanneddu Meu”di Peppino Mereu, un classicoper il nuovo pubblico e per quello abituatoagli spettacoli del circolo Radici sarde.La serata si è chiusa con un vino d’onore“Pier de Mart” (dall’omonima produzione diPietro Pintus) accompagnato dalle classiche“panadas” argentine e dai “pabassinos” diPeppina Bocco, con la tipica ricetta di Bitti.USAPremio internazionaledi poesia a Laura FiccoAffermazione a Chicago per la poetessadi AsseminiNel riferire dei premiati dell’ottava edizionedel concorso letterario “Su Contixeddu”,promosso dal Circolo Culturale Sardo diBrescia, avevamo sottolineato i trionfi poeticidi Laura Ficco, residente ad Assemini, che “sista affermando a livello nazionale”.Con soddisfazione possiamo asserire di esserestati smentiti, piacevolmente, dalla notizia cheuna sua singolare e suggestiva lirica havarcato anche l’Oceano e conseguito unsecondo posto assoluto negli Stati Uniti.Il premio internazionale è relativoalla composizione titolata “The Pantomof the Dark”, assegnato dalla prestigiosagiuria, presieduta da Andrew West,del “Dream Quest One Poetry Contest -Summer 2009” di Chicago (Illinois - USA).Nel giudizio espresso dalla giuria, vengonoriconosciute le “esemplari qualità di grandepoesia” ed il “talento della poetessa cherepentina percepisce l’umana condizione”.Della lirica si sottolineano le aderenze al“tema principale del concorso” nellosviluppare, con “stile individuale creativo”,la naturale “abilità di sognare” e donare“travolgenti immagini di valenza universale”.Alla poetessa Laura Ficco è stato assegnatoun significativo trofeo, un premio in dollarie la pubblicazione dell’opera nel sitodel concorso.Cristoforo Puddu


28 Dal MondoOttobre 2009CANADASuccesso dei Tenores di Neoneliin tournée nella British ColumbiaOspiti dall’International Folk Festival di Mission con lo spettacolo “Majas sardas”Stavolta i Tenores di Neoneli hanno varcatol’oceano Atlantico per andare ad esibirsi inCanada. È come tutte le volte che il coro delBarigadu parte in tournèe è stato un successo dipubblico e di critica. Ad accompagnare i cantoridell’alto Oristanese, i polistrumentisti Orlando edEliseo Mascia, rispettivamente padre e figlio, cheda Maracalagonis esportano anch’essi la loromusica in ogni dove. La tournée canadese, che si èsvolta dal 21 al 25 luglio, è stata realizzata graziealla collaborazione con l’Istituto Italiano diVancouver, diretto dalla cagliaritana Alberta Lai;la direttrice, da tempo ammiratrice di Tonino Caue compagnia cantante (è il caso di dirlo),fin da quando si conobbero in Islanda.Il quartetto del Barigadu( Nicola Loi, Ivo Marras,Angelo Piras e Tonino Cau appunto, portavocedell’ensemble), hanno iniziato le loro esibizioni aMission, nella British Columbia, non distanteda Vancouver, città nella parte occidentale delgrande stato nordamericano.All’International Folk Festival di Mission,giunto alla 22ª edizione, i Tenores di Neoneli,hanno portato in scena lo spettacolo “MajasSardas” (Magie sarde), la cui filosofia poggiasulla lettura delle varie possibilità musicaliconsentite dagli strumenti della nostratradizione popolare. La produzione portataoltreoceano dai signori in velluto è stata resapossibile anche dal parziale finanziamentodell’Assessorato Regionale agli spettacoli.In Majas Sardas è stato proposto in Canadauno spettacolo in cui si potesse leggere unpercorso temporale, che partendo dalle voci deltenore, arrivasse agli altri strumenti della nostratradizione, che comprendono anche il triangolodiatonico, i tamburi sardi, lo scacciapensieri , sacann’isperrada, sa bena cun corru e diversi altri.Questi strumenti ancestrali e autoctoni della<strong>Sardegna</strong>, hanno costituito una piccola magustosa mostra itinerante, che ha suscitato moltacuriosità, nel vedere le dimostrazioni offerte alpubblico, oltre che dai quattro tenori, anche daipolistrumentisti campidanesi Orlando ed EliseoMascia, che da parecchi anni raccolgono consensia qualsiasi latitudine, sia che si esibiscanocon il quartetto del Barigadu, sia che sipropongano con un proprio repertorio. Il pubblicodella grande nazione del Nord America ha potutoascoltare una musica magicamente arrivatafino a noi in maniera del tutto inalterata.Lo spettacolo è stato strutturato in modo tale chei canti del coro, a cappella e accompagnatodal duo Mascia, fosse basato su testi sceltiad hoc, principalmente composti dai Tenores sutematiche d’attualità( tra gli altri brani proposti,“Saludos”, “Amore lontanu”, “Su ballu ’esu Fogu” via dicendo) e le sonorità del duodi Maracalagonis, che hanno meravigliatogli spettatori presenti in ogni circostanza”.Inizialmente, grazie ad Alberta Lai e all’IstitutoItaliano di Cultura, nonché all’aiuto economicodell’assessorato agli spettacoli, tutto dovevaessere circoscritto all’esibizione a Mission,per il Festival internazionale del Folklore.Nei mesi trascorsi alla preparazione del “salto”nella British Columbia, sono pervenute altrerichieste e quindi sono stati effettuati altridue concerti. Uno a Toronto (Ontario) e l’altroa Vancouver (British Columbia), sempresotto l’egida dell’istituto italiano di cultura.“A Toronto – dice con voce soddisfatta Cau –a margine del concerto vero e proprio, il coroè stato protagonista di una conferenza-dibattitomolto stimolante e partecipata, moderatadall’IIC il dottor Martin Stiglio”.Mentre a Vancouver, frontiera canadesedell’oceano Pacifico, lo spettacolo è stato ospitatopresso la “Casa Friulana” e si è concluso con unastanding ovation e ballo sardo finale. Sempre aVancouver, in un locale alternativo , il “KinoCafè”, è stata tenuta una piccola esibizione. Il“cafè” è solito ospitare musica latina dal vivo.“Stavolta – conclude Tonino Cau – i Tenoresdi Neoneli hanno effettuato la tournéecon il solista Angelo Piras, figlio dello storicopesatore Peppeloisu, che preferisce evitarei viaggi lunghi, dopo aver girato il mondo,in quasi trent’anni di carriera. Il giovaneAngelo, promettente solista è stato veramenteapprezzato ovunque, dimostrandosi del tuttodegno erede di cotanto padre.”La produzione è stato preparata nei mesitra febbraio e luglio. Alla realizzazionehanno collaborato, il fonico Andrea Manca,il cantante Peppeloisu Piras e il musicistaBruno Camedda.Marcello AtzeniBELGIOLettera aperta al presidente Cappellaccisul futuro dei circoli sardi in EuropaIl presidente del circolo sardo “Su Nuraghe” diMons, Ottavio Soddu, nella sua veste dirappresentante dei circoli del Belgio nella Consultadell’Emigrazione ha scritto una lettera aperta alpresidente della Regione Ugo Cappellacci, peraprire un confronto sul futuro dei circoli sardi inEuropa, avanzando anche alcune proposte.«Da oltre 20 anni – ha scritto Soddu – milito (è laparola giusta) nelle organizzazioni sarde delBelgio e non solo. Centinaia di altri come mefanno lo stesso nei vari circoli disseminati inEuropa. Ho dedicato una parte importantissimadel mio tempo libero al Circolo “Su Nuraghe” diMons e al lavoro di segreteria della Federazione.I circoli del Belgio – prosegue la lettera di Soddu –rappresentano migliaia di corregionali.Nei circoli esistono gruppi folk, che mettonoin risalto le tradizioni della <strong>Sardegna</strong> e la suaimmagine, si promuovono e si vendonoi prodotti della nostra isola, e nelle centinaia dimanifestazioni promuoviamo la <strong>Sardegna</strong> dalpunto di vista turistico, culturale e storico.I circoli assistono i corregionali più anziani e debolieconomicamente, attraverso la collaborazione con ivari patronati (Inca, Acli, ecc.). I nostri circoli, inmolte zone, sono l’unico punto di riferimento per isardi, e per altri connazionali. Infatti moltissimicircoli italiani sono stati chiusi perl’invecchiamento dei dirigenti che non hannopreparato nuove leve per sostituirli.I nostri circoli – si chiede Soddu – sono all’altezzadelle nuove sfide? L’amministrazione Regionalefa abbastanza per vincere queste nuove sfide?I partiti politici in <strong>Sardegna</strong>, hanno la volontàdi salvaguardare e rinforzare le organizzazionisarde sparse in Europa?».Soddu propone che il presidente della Giuntaregionale «nomini una commissione composta da unrappresentante della Consulta, un funzionarioregionale che cura già le attività dei circoli, e unterza persona di fiducia del presidente» perché faccia«un’indagine conoscitiva dei circoli in Europa».La commissione dovrebbe «andare a visitare i circolisul posto, constatarne l’esistenza, gli iscritti, cosafanno, chi li dirige, che ruolo svolgono nella societàche li ospita, vedere quindi quali circoli devonoessere aiutati a migliorarsi, partendo dalpresupposto di non chiudere nessun circolo».Tra le altre proposte Soddu suggerisceche si organizzino all’interno dei circoli corsidi formazione dei quadri dirigenti.Soddu avanza poi una serie di proposte suifinanziamenti regionali assegnati ai circoli.«Gli emigrati – conclude la lettera –sono una risorsa o un fardello per la nostraamata Regione?».ARGENTINAOmaggio ai premiNobel italiani nel circolosardo di TucumanNella serata del 29 settembre nella sede del CircoloSardo del Nord ovest argentino a San Miguel deTucuman si è svolta un’importante manifestazioneculturale. In occasione dei 131 anni della SocietàItaliana di Tucumán è stato inaugurato un ciclo dimanifestazioni dedicate a “I Premi Nobel Italiani”con una presentazione multimediale dei 20 italianipremiati dall’accademia svedese nelle diversediscipline, attraverso gli anni. Particolare riferimentoè stato fatto a Grazia Deledda, scrittrice sarda che haavuto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1926.Il ciclo proseguirà, in riunioni successive,sviluppando, in cooperazione con le associazionicorrispondenti alla regione di origine degli altriitaliani che hanno ottenuto il Nobel, presentandoper ognuno, la biografia e le opere.Alla manifestazione organizzata dal circolodi Tucuman hanno partecipato numerose persone,gli allievi dei corsi d’italiano, i rappresentantidelle diverse associazioni regionali italianee delle altre collettività straniere della città,nonché i soci del circolo.Al termine della manifestazione c’è stata unadegustazione della tradizionale pasta italiana.


ILMESSAGGEROSARDODal Mondo29“Oltre il Mediterraneo”:la <strong>Sardegna</strong> protagonista a ViennaVienna non è più una meta lontana per i sardi,ma una realtà prossima. Dal 30 aprile 2010 lacompagnia aerea Niki Fly inaugurerà la rottaCagliari-Vienna. Lo ha annunciato VincenzoMareddu, presidente della Sogaer, la Società diGestione dell’aeroporto di Cagliari, nel corso dellaconferenza stampa che ha aperto la manifestazione“Oltre il Mediterraneo: colori, sapori, cultura etradizioni della <strong>Sardegna</strong>”, organizzatadall’associazione Sardinia Living sotto ilpatrocinio dell’ambasciata d’Italia a Vienna incollaborazione con gli assessorati regionali alTurismo, alla Cultura, al Lavoro e all’Agricoltura,della presidente del Consiglio regionale e delcomune di Cagliari. Presenti all’incontro diverseautorità che hanno preso parte alla tre giorni:“La collaborazione congli austriaci ha portatoottimi risultati, primofra tutti l’importanteaccordo con lacompagnia aereaNiki Fly”. È soddisfattodella tre giorni“Oltre il Mediterraneo”il presidentedell’associazione sardia Vienna Saint Remy,Paolo Corrias.L’Associazione,autogestita ericonosciuta legalmentedalle autorità austriache e dall’ambasciataitaliana a Vienna, è nata nel maggio del 2002. Daallora sono stati fatti significativi passi in avanti.Un impegno intenso, quello del primo circolosardo in Austria (che annovera 98 soci,di cui 55 sardi e 43 di altre regioni italiane estraniere), che nei sette anni di attività ha portatoavanti diverse e importanti iniziative culturali,prima fra tutte la realizzazione del giornale diinformazione sugli eventi che coinvolgono i sardinella capitale austriaca, trimestrale redattoe stampato dall’anno della fondazione.Non si possono dimenticare, poi, gli altriprogetti interessanti svolti sinora, come lacommemorazione della memoria di De Gasperi nel2004, alla quale partecipò Pier Ferdinando Casini;il Requiem Salieri nell’antica chiesa viennese dil’assessore regionale al Turismo evicepresidente della Regione sarda,Sebastiano Sannittu, il vicesindaco diVienna, Otto Schwetz, il sindaco diCagliari, Emilio Floris, il direttoredell’ENIT Austria (Ente NazionaleTurismo Italia) Gaetano Manzo e ildirettore dell’ICE a Vienna (Istitutonazionale per il Commercio Estero),Antonio Ventresca. Della delegazionesarda facevano parte anche MauroContini, capo della segreteriadell’assessorato regionale alla Cultura,Anselmo Piras, assessoreall’Immigrazione del comune di Cagliari el’assessore al Turismo della provincia diNuoro, Roberto Cadeddu.Una manifestazione importante, in vista dellosbocco di nuovi orizzonti commerciali e turisticiper la <strong>Sardegna</strong> in Austria, dove attualmenteesiste una vera e propria comunità sarda. AVienna, infatti, si contano solo 500 presenze disardi, duemila nell’intera Austria. La maggiorparte di loro sono imprenditori, impiegati nelmondo dell’enogastronomia.Il progetto “Oltre il Mediterraneo: colori saporie tradizioni della <strong>Sardegna</strong>” è stato volutofortemente dal presidente dell’associazione,Venanzio Corrias e da Paola Piroddi,con la partecipazione del presidentedell’associazione Sardi Vienna Saint Remy,Paolo Corrias. Per tre giorni (dal 23 al 25settembre) nello splendido scenario del castelloL’associazione sardi a Vienna “Saint Remy”alla conquista dell’AustriaMinoritenkirche,in memoria degliitaliani che perserola vita a Nassiriya,la conferenza dedicataalla chiesa diSant’Agostino diCagliari e quelladedicata all’artistaPinuccio Sciola e,ancora, la rassegna delcinema sardo del 2006.Nello stesso annosi è arrivati ancheal gemellaggio conl’Associazione Regionaledei sardi in Friuli, presidente Giorgio Mannu.E proprio in occasione del settimo annodalla sua fondazione, il centro culturale SaintRemy ha promosso per questo settembre,nell’ambito della manifestazione “Oltre ilMediterraneo”, la prima edizione del premioSaint Remy “Grandi Cagliaritani”,alla memoria del professor Mario Florise consegnato dal presidente Corriasal sindaco del capoluogo sardo, Emilio Floris.Tutto questo in linea con gli scopi chel’Associazione si propone sin dalla sua nascita,dalla promozione di iniziative per tutelareil diritto degli emigrati sardi, alla diffusionedella conoscenza della cultura e delle tradizionisarde e dei suoi prodotti, fino all’assistenzadei sardi nelle pratiche sociali. (L.S.)di Schönbrunn si sono vissuti e respiratii colori e i sapori dell’Isola.È nato così un connubio particolare tra la bellezzadei luoghi che hanno ospitato l’evento e ilpaesaggio mediterraneo sardo. Le aziende isolanesi sono presentate nella capitale austriaca con iloro prodotti d’eccellenza e i viennesi hannopotuto in questo modo scoprire toccando conmano una <strong>Sardegna</strong> a loro ancora sconosciuta.È il motivo per il quale nelle sale di quella che fuun tempo la residenza estiva della principessaSissi è stato creato un percorso espositivo ad hoc.La mostra “La <strong>Sardegna</strong> a Schönbrunn”, nellasala Maria Teresa, è stata divisa in cinque sezioni.Ad accogliere il visitatore all’ingressodell’esposizione, il giardino con cui è statoriprodotto il tipico paesaggio mediterraneo sardo eche è stato donato alla città di Vienna.La flora sarda, con le tipiche specie botaniche(dal mirto al lentisco, dal rosmarino al corbezzolo,fino all’arancio amaro) e le rocce di granito,trasportate in Austria per l’occasione, hannoaccompagnato gli ospiti nello spazio dedicatoall’artigianato, con le ceramiche e gli abititradizionali del nord e del sud dell’Isola, perl’allestimento di Pietro Frau, dai gioielli delmaestro di filigrana Galdino Saba, che ha giàricevuto una importante proposta dicollaborazione come insegnante di oreficeria efiligrana in Austria, alle creazioni esposte daPierandrea Carta, orafo a Cagliari da tregenerazioni. E ancora, il castello viennese è statola location ideale per due importanti workshop. Ilprimo, organizzato in collaborazione conl’associazione “Anima” di Cagliari e con l’I.C.E. diVienna e dedicato all’enogastronomia, e ilsecondo, rivolto al turismo, progettato incollaborazione con la Sogaer e con l’ENIT. Ilsommelier e enogastronomo Angelo Concas hacosì presentato le aziende sarde agli imprenditoriaustriaci, mentre nello spazio destinato al turismosi sono incontrati imprenditori, ma anche touroperator e alcuni responsabili di compagnie aeree.Ma “Oltre il Mediterraneo” è stata ancheun’occasione importante per il consolidamento deirapporti diplomatici tra la <strong>Sardegna</strong> e Vienna.“Dobbiamo fare tesoro di questa esperienzaaustriaca”, ha detto il sindaco di Cagliari EmilioFloris all’ambasciatore Massimo Spinetti, durantela visita all’ambasciata italiana a Vienna, che si ètenuta la mattina del 24 settembre.Nella stessa mattina Don Vincenzo Fois, parrocodella chiesa cagliaritana di Sant’Agostino, hacelebrato la messa in una delle chiese più antichedi Vienna, la Minoritenkirche, funzione resaancora più suggestiva dall’esibizione dei tenores diBitti, che hanno intonato gli antichi canti inlingua sarda. Alla cerimonia è seguito, all’internodella cappella votiva della chiesa, un momento digrande partecipazione da parte del primo cittadinocagliaritano Emilio Floris e di sua figlia, laconsigliera regionale Rosanna Floris, commossialla scoperta della targa e durante la consegnadel premio Saint Remy Grandi cagliaritaniPrima edizione 2009, in memoria del padree del nonno, il professor Mario Floris.Nella serata conclusiva dell’evento, infine,sulla passerella allestita nel giardino d’inverno,l’Orangerie, spazio alla moda con le creazionidelle sorelle Piredda, le quattro stilistecagliaritane note per gli splendidi abiti e gli scialliche racchiudono, spiegano loro, «tutta l’energia,la tradizione e la creatività della nostra Isola».La kermesse è stata preceduta dall’esibizionedei Tenores di Bitti “Remunnu ’e Locu”e dai canti dei Tenoreddus.Una scommessa che è stata vinta e che, sono certigli organizzatori, ha centrato quello che eral’obiettivo principale: collegare la <strong>Sardegna</strong>all’Austria attraverso la promozione turistica,con la prospettiva dell’apertura di nuovie proficui mercati.Luciana Satta


30 SportOttobre 2009CALCIOLa “maledizione” del Sant’Elia,il Cagliari vince solo in trasfertaLa squadra di Allegri sperpera in casa i punti conquistati a Bari e ParmaChiamatela pure “lastata sbloccata nel finalemaledizione del Sant’Elia”.da uno splendido gol delTre partite e tre sconfitte per ilbrasiliano Nenè, alla suaCagliari, in questo avvio diprima rete in Italia,stagione, davanti ai proprinonostante non abbia ancoratifosi. Sembra davvero difficilegiocato una partita da titolare.a credersi, ma il Cagliari sinoraUna partita perfetta, che ilha conquistato punti solo inCagliari, però, ha rischiato ditrasferta, dove ha pareggiato,non vincere per la giàalla prima giornata, in casadenunciata sterilità offensiva,del Livorno, per poi andare apalesata nel corso di tuttovincere due partite consecutiveil precampionato,a Bari e Parma.Coppa Italia compresa.Sette punti in classifica dopoIl calendario sembrava doversette giornate, un buon bottinorappresentare un ulteriorecertamente. Più pingue delloostacolo per la squadra discorso anno quando, dopo leAllegri in questo difficile avviocinque sconfitte iniziali, i rossoblù pareggiarono di stagione. Un solo punto dopo tre partite; l’Interin casa col Milan e poi andarono a vincere al Sant’Elia e poi due trasferte di fila, nello spazioin trasferta col Torino (per un totale, dunque, di quattro giorni, a Bari e Parma. E invece propriodi tre punti dopo sette gare).da questo doppio turno fuori casa è venutoSette punti tutti conquistati in trasferta, un bel fuori il miglior Cagliari, perché dopo l’ottimarecord, se non fosse per l’amaro rovescio della prestazione e la prima vittoria in campionatomedaglia: in casa il Cagliari non sa più vincere. in terra pugliese, Cossu e compagni si sonoPassi per la sconfitta con i campioni d’Italia ripetuti alla grande anche la successiva domenicadell’Inter, che, pur non meritando, hanno vinto in a Parma, contro la neopromossa formazione dirimonta grazie ad un doppietta dell’argentino Guidolin, protagonista di un ottimo avvio diMilito che ha sfruttato due clamorosi errori della campionato e già nelle zone alte della classifica.difesa rossoblù in fase di ripartenza.Il Cagliari ha concesso il bis. Grande corsa e fluidaMa le sconfitte in casa contro Siena e Chievo, due manovra di gioco, sostenuta da un Dessena in grandirette concorrenti per la salvezza, alla fine dei forma e da uno splendido Cossu, sempre il miglioregiochi rischiano di pesare come macigni nel in campo dall’inizio del campionato. Pronti via ebilancio di una stagione. Due sconfitte ineccepibili, rossoblù subito in vantaggio, grazie proprio ad unoe non si capisce davvero il perché di unaspunto, sulla destra, del fantasista cagliaritano chemetamorfosi così netta tra la brillante squadra che ha servito a Jeda la palla da girare in rete per unvince e convince in trasferta e quella senza grinta gol facile facile. Nella ripresa il raddoppio,e gioco che perde e delude in casa.confezionato dall’ex di turno, quel Dessena arrivatoDiciamolo subito. Sono poche le squadre in serie A in <strong>Sardegna</strong> proprio nell’ultimo giorno del calcioche giocano così bene come il Cagliari in trasferta, mercato e rivelatosi subito una pedinaalmeno per quanto si è visto a Bari e Parma. fondamentale nello scacchiere rossoblù. Gran gol eImpressionante il ritmo imposto agli avversari per gran corsa a festeggiare sino alla panchina, contutti i 90 minuti. Lo stesso Giampiero Ventura, ex tanto di abbraccio ad Allegri, scena che ha fattotecnico rossoblù ora sulla panchina dei pugliesi, si infuriare gli ex tifosi del centrocampista nato eè detto entusiasta di come ha visto giocare il cresciuto nel Parma ma con il nonno sardo,Cagliari, che a Bari ha pressato e attaccato per originario della provincia di Sassari.tutta la partita, di fatto non facendo toccare palla Un punto dopo quattro partite, addirittura setteagli avversari che pur giocavano in casa. Quella dopo sei gare. La classifica del Cagliari, in quattropartita, poi, dopo i soliti errori sotto porta, era giorni, ha subìto un rialzo degno della chiusuraTRIATHLON OLIMPICOCarlo Ennas vince per la terza volta il titolo italianoNella categoria senior dai 30 ai 34 anniCarlo Ennas si conferma leader assoluto in camponazionale nel triathlon olimpico, categoria S dai 30ai 34 anni. L’atleta, 34 enne di San Gavino, ha messoancora una volta la sua firma nell’albo d’oro delcampionato italiano di specialità, conquistando il suoterzo alloro, dopo quelli ottenuti nel 2006 e del 2007.Lo scorso anno non ha potuto partecipare alle finaliper problemi di natura fisica.Un risultato molto lusinghiero per Ennas, che hacentrato l’obiettivo dopo tre prove abbastanzaimpegnative disputate nella località balneare di Lidodelle nazioni, in provincia di Ferrara. La distanzaolimpica prevede di percorrere un chilometro e mezzoa nuoto, 40 chilometri in bicicletta e 10 km, di corsaL’atleta della provincia del Medio Campidanoha preceduto nella classifica finale avversari di tuttorispetto che lo hanno impensierito fino alle battutefinali. Ennas ha tagliato il traguardo per primofermando il cronometro a 1h 58” e 02.Il tre volte campione italiano si è distinto spessoanche in <strong>Sardegna</strong>, vincendo diversi titoli regionalisia nel duathlon, sia nel triathlon.L’atleta di San Gavino dopo l’impresa di Lidodelle Nazioni, ha voluto dare un ulteriore confermadel suo grande momento di forma, aggiudicandosila quinta e penultima tappa della Multisport Cup,disputata a Portotorres. Ennas ha vinto graziead una intensa frazione di corsa, rimontando eprecedendo al traguardo il quartese Nicola Capradella società Survival. Andrea Porcudella Borsa, facendo improvvisamente parlaredi sé tutta l’Italia calcistica. Allegri, osannatodalla critica lo scorso anno e subito rimessoin discussione dopo i primi passi falsi estivi, ètornato ad essere dipinto come uno degli allenatoripiù in gamba della serie A, per il suo modo – avolte spregiudicato – di mandare in campo lasquadra, con un atteggiamento tattico che intrasferta è difficile vedere in Italia.Purtroppo, però, tutte le belle parole spesenella settimana dopo la vittoria di Parmasono andate all’aria dopo l’inaspettata sconfittacasalinga con il Chievo. Il Cagliari era attesodal definivo salto di qualità. In caso di vittoria –sarebbe stata la terza consecutiva – i sardiavrebbero compiuto un bel balzo in avanti inclassifica, proponendosi – come era successo nellaseconda parte dello scorso campionato – come unadelle squadre rivelazione, pronte a lottare, perchéno, anche per un posto in Europa. Ed inveceè arrivata un’altra sconfitta in casa, la terzaconsecutiva dall’inizio del campionato.Contro l’ottimo Cheivo, ben disposto in campo dalbravo Di Carlo, non è bastato il primo golstagionale di un ritrovato Matri per conquistare iprimi punti in casa. Il Cagliari, che pur avevacominciato bene la partita, si è fatto rimontareda una doppietta dello scatenato Marcolini,che prima ha sorpreso Marchetti (stavoltanon esente da colpe) con un sinistro al volo da 25metri su corta respinta di testa di Canini; poi harealizzato il gol della vittoria, finalizzando unveloce contropiede da lui stesso avviato,con un rocambolesco gol dopo un tentativo diLopez di salvare sulla linea la ribattuta in portadi Marcolini dopo la parata di Marchetti.E stavolta l’ingresso in campo, nel secondo tempo,del brasiliano Nenè non è bastato. Il Chievosi è chiuso bene in difesa ed è riuscito con meritoa portare a casa i tre punti, resistendofino al 90’ agli assalti disperati dei cagliaritani.In attesa di capire perché il Cagliari trovale motivazioni giuste solo quando giocain trasferta, il presidente Cellino ha provatoa sdrammatizzare questo strano fenomenocon una battuta: “Vorrà dire che chiederò allaLega di farci giocare sempre in trasferta...”.Scherzi a parte, per il presidente rossoblù lasconfitta con il Chievo è stata meritata.“Il Chievo si è chiuso molto bene, noi ci siamoscoperti e ci hanno infilati. Però preferisco unasquadra che vuole sempre vincere, e che magaripoi perde per un gol in contropiede come èsuccesso a noi, piuttosto che una squadra diragionieri che si accontenta del pareggio”.Analisi che non fa un piega, anche perché in tanti,dopo la partita, hanno osservato come il Cagliari,reduce da due vittorie consecutive, si sarebbeanche potuto accontentare del pari e avrebbecomunque mosso la classifica conquistando ilprimo punto al Sant’Elia. E lo stesso Allegri hacommentato: “In fondo ci ha punito una granvoglia di vincere. Nel primo tempo abbiamogiocato bene, con pazienza, gestendo la pallacorrettamente e non concedendo al Chievo maialcuna occasione. Poi è arrivato il nostro gol conMatri, un gol bello e meritato, ma subito dopoanche il pareggio del Chievo con un tiro da 35metri, che ovviamente ci ha scioccato”.Ma allora cosa è successo nella ripresa?“Stanchezza, forse, e poi i soliti nostri 5-10 minutidi confusione con quell’unica distrazione in cui cihanno infilzato. La verità – ha concluso Allegri –è che dopo l’1-1 devi avere la pazienza di aspettareil momento giusto per colpire, senza buttartiall’arrembaggio disordinatamente”.Da questi errori, dunque, si deve ripartire. Perevitare di commetterli ancora e per ritrovare lospirito vincente dello scorso campionato. Anchesenza i gol di Acquafresca, magari dando un po’più di fiducia a Nenè, che gioca poco ma è giàdiventato l’idolo dei tifosi. Andrea Frigo


ILMESSAGGEROSARDOSport31VELAUna stagione all’insegnadella <strong>Sardegna</strong>Da aprile a settembre i mari dell’Isola hanno ospitato le più prestigiose regate del Mediterraneo -Da Cagliari a Porto Cervo, da Alghero a Bosa le sfide avvincenti dei più grandi velisti del mondoultimo spettacolo l’hannoL’ offerto a fine settembre i Melges32 in Costa Smeralda. Sono stati imonotipo a suggellare la stagionedella vela in <strong>Sardegna</strong>, che ha preso ilvia ufficialmente ad aprile con gli RC44 a Cagliari. Sei mesi di spettacolo,da aprile a settembre, che hannoconfermato le grandi potenzialitàdella nostra isola, che oltre al ventooffre paesaggi mozzafiato. Il sipariodella grande vela si è aperto nel Golfodegli angeli, che ha ospitato per ilsecondo anno consecutivo il trofeo“Città di Cagliari” RC 44, cabinatispettacolari, gli RC 44, disegnati dalneozelandese Russell Coutts, vincitoredi tre edizioni dell’America’s Cup. Una parata di stelle, laprestigiosa competizione organizzata dallo Yacht ClubCagliari, che ha avuto come quartier generale la vecchiadarsena, che dieci giorni prima dell’inizio dell’estate haospitato il campionato italiano della classe Melges24,curato dalla Lega Navale.Poi, il Golfo degli Angeli ha tirato un po’ il fiato e ilvento ha ripreso a soffiare in Costa Smeralda, che dopoaver iniziato in primavera con “Vela & Golf”, haproposto gli Smeralda 888, la Dubois Cup e l’AudiInvitational. Ma il clou dell’estate è stata la Rolex Farr40 World Championship, il campionato mondialeriservato appunto ai monotipo Farr 40. Unacompetizione prestigiosa che dopo tre anni di trionfidovuto registrare la sconfitta di Mascalzone Latino diVincenzo Onorato. A trionfare sul primo gradino delpodio sono stati gli americani di Barking Mad di JimRichardson. Mascalzone Latino, secondo al Mondiale,non è riuscito a riscattarsi neanche all’Europeo Farr40, approdato a fine luglio per la prima volta nel moloIchnusa del porto di Cagliari, grazie all’Associazionedegli industriali della <strong>Sardegna</strong> meridionale e allacollaborazione del Sandalion Mare Club.E ancora una volta il porto della via Roma ha fatto dabase logistica di altre manifestazioni organizzate dalloYacht Club Cagliari. Nella seconda settimana di luglio siè svolta la terza tappa del Circuito Melges 20, unasettimana dopo si è invece disputata la quarta tappa delcircuito Sailing Series Melges 32.I Melges 20 e 32 sono stati solo un aperitivoper Cagliari, che dal 21 al 26 luglio ha ospitatoper il secondo anno l’Audi Med Cup TP 52, imbarcazioneche annovera tutti i big della Coppa America.Intanto, mentre si affrontavano di frontea Capo Sant’Elia in avvincenti duelli il Poettoha fatto da scenario al campionato italianodi Windsurf classe Techno 293 e Slalom.Una competizione da incorniciare, il tricoloredelle tavole a vela, per il circolo organizzatore delWindsurfing Club che ha conquistato con i suoi atletiquattro titoli italiani. Protagonisti i giovanissimicagliaritani che rispondono ai nomi di Marta Maggetti,Michele Cittadini, Alberto Costa e Maurizio Farigu.Agosto è stato consacrato alla tradizione,vale a dire la vela latina che ha puntato la prua versoStintino, dove si è svolta, dal 27 al 30, la Regata di velalatina abbinata alla ventisettesima edizione del trofeoPresidente della Repubblica, “firmata” dallo Yacht ClubSassari insieme con “Vela tradizionale”.Le barche dall’antico armo si sono dirette a Olbiaper il campionato del Mediterraneo e a Bosa,che ha ospitato il campionato nazionale.Archiviate le regate di vela latina, l’attivitàdella vela d’altura ha fatto tappa nuovamentein Costa Smeralda che ha ospitato prima la Perini Cup,seguita dalla spettacolare Maxi Yacht Rolex Cup (6-12settembre), riservata alle splendide regine del mare.Infine, lo Yacht Club Costa Smeralda ha chiusola stagione con il campionato del mondo Melges 32vinto dagli americani di Bliksem. Sergio CasanoATLETICA LEGGERAIl Cus Cagliari femminile sesto nella finalenazionale della serie A oro di societàLa mano di Pompilio Bargone nella conferma del CusCagliari nella serie A oro femminile di atletica leggera,anche per la prossima stagione. Il lavoro del tecnico, daanni sulla breccia nel panorama sportivo isolano enazionale, si è visto e ha prodotto i suoi frutti.Le ragazze del club universitario cagliaritano hanno datoprova di grande forza e maturità, seguendo con particolarededizione gli insegnamenti di Bargone. Hanno raccoltocomplessivamente 401,5 punti, piazzandosi al sesto posto.Le finali nazionali disputate a Carole, in provincia diVenezia, hanno visto brillare in particolar modo , tra lecussine,le stelle di Zahra Bani, che nel giavellotto hascagliato l’attrezzo alla misura di 54 metri e 67, dellavelocista britannica Emma Ania, che ha vinto la gara dei200 metri con il tempo di 24”08 ed è arrivata seconda nei100 (cronometro fermo a 11”e 75) e della indomita ClaudiaPinna. La cagliaritana ha centrato il secondo posto nellagara dei 5.000 metri, che vale quanto la prima piazza,perchè è stata preceduta al traguardo dalla forte tanzanianaZakia Mrisho, tesserata per la Valsugana Trentino.Claudia Pinna ha concluso con un tempo di poco superioreai 16 minuti. L’atleta sarda non è andata male neanche nei1.500 metri dove è arrivata al quinto posto.A proposito di Zahra Bani dobbiamo sottolineareche la sua prestazione non è stata niente di eccezionale,se pensiamo che vanta un personale di oltre 62 metri,ma anche in questi frangenti ha dimostrato chel’esperienza e le determinazione contano assai parecchio.E infatti con questa misura ha vinto la gara.Il Cus Cagliari deve la sua fortuna, quella di restaretra le prime 12 formazioni più forti d’Italia,anche al ruolo svolto in pista da atlete di indubbio valoretecnico. Stiamo parlando di Marzia Caravelli che hapreceduto tutte nella gara dei 100 ostacoli con il tempo di14” e 05 e ha contribuito alla conquista del secondo postonella staffetta 4x100 assieme a Emma Ania, LauraFancellu e Maria Tomassetti.Da registrare un’altra bella realtà in casa cussina.Si chiama Emanuela Baggiolini, che ha ottenutoil quinto posto nella gara dei 400 metri ad ostacoli.E sempre un buona quinta posizione ha centratoPatrizia Bassetto nella cinque chilometri di marcia.Ma a questo elenco vanno aggiunte le atlete più giovaniche hanno contribuito a fare punteggio. Valeria Farcinella marcia, Nicoletta Clavuot nei 100 metrie Alessandra Marceddu nei 400 mt. E che rappresentanopiù di una speranza per il futuro del Cus Cagliari.Il titolo assoluto è andato alla Fondiaria Sai Roma,che ha collezionato 540 punti e nelle cui fila milita lamarciatrice di Orani, Francesca Bussu. Della seriecaparbietà e determinazione in salsa barbaricina.Anche questo è motivo di orgoglio per tutto il movimentoatletico isolano. Tra i maschi il titolo assolutolo ha conquistato la Riccardi di Milano.Per quanto riguarda le finali di serie A-2 di società disputatea Comacchio, risultati discreti per le squadre dell’Amsicora.Quella femminile ha chiuso all’ottavo posto,mentre la maschile si è piazzata al decimo posto.Particolarmente brillante la prova di Francesca Albianiche ha vinto i 200 metri con un buon tempo: 25”14 e haconcesso il bis nei 100 ostacoli: 14”e 60. Degne di menzioneanche le prove di Manuela Manca, che si è aggiudicata i5.000 ed è giunta terza nei 1.500 metri.Molto buona anche la prestazione di Serena Prunernei 5 chilometri di marcia. Ha chiuso la sua fatica alsecondo posto. Carla Pittau si è invece fermata duegradini più in basso. Più che sufficiente anche ilrendimento di Claudia Murroni nei 400 ostacoli, terminatial quarto posto. Benissimo la staffetta 4x100:secondo posto e tempo non disprezzabile 50”04.Anche i maschietti non sono voluti essere da meno nellastaffetta veloce, concludendo in seconda posizione.Paolo Caruana e Bachisio Faedda sono stati accomunatidallo stesso piazzamento. Terzi rispettivamentenegli 800 e nei dieci chilometri di marcia.Bene anche Nicola Amici, nei 200 e 400, Ivan Ascedu,nei 110 ostacoli e Matteo Pusceddu nel salto triplo.Un cenno anche alle finali di serie A-3 che si sono svolte aMontecassino. Il Cus Sassari femminile ha chiuso alquarto posto. Su tutte spiccano le prove di AuroraSalvagno che nei 100 ha fatto registrare 11”e 88e per non farsi mancare nulla ha fatto sua anche la garadei 200 in 25”e 44. Ma la formazione turritana ha avutotra le protagoniste anche Sara Del Rio, prima nel saltoin alto con la misura di un metro e 64 cm.Due secondi posti invece hanno ottenuto rispettivamenteMarinella Curreli nei 5.000 ed Elena Calzeroli nel lancio deldisco. Quarto posto per Silvia Baralla nei 3.000.Complessivamente lo stato di salute della nostra atletica èabbastanza buono. Siamo ormai alla fine della stagione e ivari campionati nazionali, con la splendida conferma delCus Cagliari femminile ai massimi livelli, dimostranoqualche certezza e interessanti prospettive per il 2010.Semmai appare necessario che anche a livello politico,lo sport venga considerato con più attenzione,non solo come strumento di formazione e di agonismoper i giovani ,ma anche per le opportunità che offrein quanto a scambi culturali e turistici.L’organizzazione di eventi, non solo sponsorizzatida privati, renderebbe merito e giustizia a chi operain questo settore con fatica e a tutto il movimentodella regina tra le discipline: l’atletica leggera.In <strong>Sardegna</strong> sembra che nessuno le voglia mettereaddosso la corona che gli spetta. Andrea Porcu


32CulturaILMESSAGGEROSARDOComeogni mattina, ilgiovane Fritz ha fattouna colazione abbondante:ha mangiato le uovastrapazzate, uno spicchio diformaggio, i cetriolinisottaceto e anche duesalsicciotti. Subito dopo si èvestito con il costumebavarese, ha abbottonatobene il panciotto ed èandato a prendereDorothea, che lo aspettavaimpaziente davantiall’ingresso del pollaio. ADorothea piace moltoandare in città: Fritz lo sa ela saluta con tenerezza. Poile dice: “Mi raccomandoDorothea: oggi dobbiamofare un sacco di soldi: cisono troppe bollette inscadenza e la dispensa èvuota!” Dorothea lo guardacon i suoi piccolissimi occhiazzurri, ma non capisce.Fritz, intanto, apre per leila portiera dell’automobile:e subito dopo comincia aguidare verso Monaco. Sono quasi sessantachilometri – è vero – ma ci si impiega poco: perchénelle autostrade tedesche il limite di velocità nonc’è. “Un po’ di musica?”, domanda Fritz aDorothea. E Dorothea come al solito non risponde:fa sempre così la mattina. Rimane silenziosa aguardare fuori dal finestrino, la lunga lineacolorata in cui si mischiano tutte le cose. Poil’autostrada finisce e, quasi d’improvviso, cominciala città. Fritz guida attraverso le sue stradericostruite in fretta dopo la guerra – tanto che ipochi palazzi del passato risaltano come fiori nellasteppa – fino alla Odeonsplatz. Fritz si emozionasempre a scorgere la macchia giallo ocra dellaTheatinerkirche, costruita nel Seicento da AgostinoBarelli ed Enrico Zuccalli. È un colore ottimista,sereno: riesce a ingentilire almeno un poco l’inutileseverità della Loggia dei Marescialli (una robamegalomane che fa venire la pelle d’oca anche soloal ricordo). Lasciata l’automobile, Fritz e Dorothearaggiungono il principio della Maximilianstrasse. Inegozi portano tutti cognomi altisonanti: Gucci,Dolce & Gabbana, Versace, Dior, Chanel, Vuitton.Proprio accanto a tanta eleganza Fritz sistema ilcappellino per le elemosine e lascia che Dorotheafaccia il suo lavoro. Dovrà andare incontro aipassanti, sorprenderli con la sua inaspettatapresenza e con il suo il suo “Qua - Qua”. Allora ituristi rideranno: magari faranno una fotografia, e,forse, i più generosi lasceranno una moneta, incambio. (Bisogna ammetterlo: a Monaco la gentechiede l’elemosina in maniera stravagante).Comunque, Fritz è molto orgoglioso di Dorothea:non si incontrano mica facilmente oche così grandie così bene ammaestrate!Samyr ha sette anni. I suoi genitori sono moltoricchi. Vengono a Monaco per consultare certimedici specialisti. Lo fanno regolarmente. Amanoquesta città fatta di gente un po’ scontrosa, maonesta. E soprattutto amano che Monaco – perI REPORTAGES DI VIAGGIO DI NICOLA LECCAMonacomolti versi – sia grande e che per altri, invece,sia piccolissima. Il centro storico lo si puòattraversare a piedi senza difficoltà, laMarienplatz, con la sua torre dell’orologio, èemozionante: soprattutto a mezzogiorno quandoil carillon si mette in funzione e tutti si fermanoa guardarlo incantati. Intorno ci sono libraiall’antica, mercati di frutta e di verdura, negoziche vendono calendari giganteschi con le foto inbianco e nero. Samyr ha in mano una bustaarancione. C’è uno strano simbolo con unacarozza stampato al centro. Il negozioda cui proviene si chiama “Hermes”.A Samyr quel negozio non piace. La gente glisorride in modo strano. Invece gli piace moltoDorothea: i genitori, però, temendo qualchemalattia, gli proibiscono di toccarla. Eppure luirimane incantato davanti alla sua bellezza:proprio come davanti al bancone della pasticceriadi Dallmayr. Gli piacciono le commesseormai anziane di quel negozio pomposo:anche loro, come Fritz, indossano il costumebavarese e hanno le dita talmente gonfie,che la fede nuziale faticherà a essere rimossa.Nella pasticceria di Dallmayr (in loco dal 1700) ipasticcini rientrano nella definizione di operad’arte, e le tavolette di cioccolata fannodimenticare qualunque dispiacere. Samyr è unbambino fortunato: potrà mangiarne tutte le volteche vorrà. Sembra poter avere tutto: eppure nonvedrà mai la Monaco della Goethestrasse: quellanei dintorni della stazione, quella delle prostitute,degli alberghi a buon mercato, delle rosticcerielibanesi, dei negozi di spezie e di cianfrusaglie.Non vedrà mai gli abiti da sposa in poliestere (macon molti fiori) in vendita a poche decine di euronegli empori dei turchi: nè potrà conoscere iprofumi insistenti di spezie che popolano quellestrade così vive, ma sbrigativamente consideratemalfamate dai suoi genitori. Peccato: perchéwww.ilmessaggerosardo.comSamyr è un bambino moltosensibile e la povertà loincuriosisce.Ieri, ad esempio, mentreentrava nella SchranenHalle ha sofferto nelvedere le persone anzianefare la fila davantiall’ufficio in cui vengonodistribuiti gratuitamentebeni di prima necessità aibisognosi. È così Monaco.Una città in cui tuttoriesce a esiste nelmedesimo istante inmaniera variegata e assaicomplessa. Non è un caso– dunque – che abbia sedequi il Mandarin Oriental:uno degli alberghi piùcostosi d’Europa. A primavista – bisogna pur dirlo –non fa poi un grandeeffetto: la hall è piuttostopiccola e manca digrandiosità. Invece lepareti dei suoiappartamenti piùprestigiosi sonointeramente ricoperte di seta e di radica,e una parte del soffitto è stata addiritturavelata da foglie d’oro. Nella cassaforte si trovauno speciale kit per conservare e lucidarei gioielli. Il letto è imperiale: i cuscini misuranoun metro per ottanta centimetrie gli asciugamani pesano due chili e mezzo.Il prezzo non è modico (7.000 euro per notte)ma, il minibar è incluso. Chi vuole risparmiareprende una stanza singola a 345 euro:il prezzo minimo per il massimo dell’eleganza.Il signor Lars Wagner dirige ormai da tempoquesto albergo surreale in cui ci sono i televisoria schermo piatto perfino in bagno e in cuii clienti musulmani trovano in stanza un tappetopregiato e una bussola altrettanto raffinataper le loro preghiere della sera: (viene l’atrocedubbio che in un posto del genere sia addiritturapossibile pregare meglio). Il servizio èdi stile asiatico. Per intenderci: ogni desideriodel cliente diventa un ordine.Il signor Wagner è un uomo distinto: comeGabriele D’Annunzio, anche lui sfoggia bigliettida visita con il nome scritto in risalto, e, ognitanto – mentre parla – ci tiene a inframezzarequalche parola in francese. Racconta che i clientidel Mandarin Oriental hanno a disposizione tuttauna serie di servizi e di raffinatezze, non ultimauna bicicletta firmata Mercedes Benz per le loroescursioni nei Giardini Inglesi: Dario –l’impeccabile portiere italiano – sarà lietodi organizzare un cestino da pick-nick pienodi prelibatezze, qualora venisse richiesto.Ed è proprio qui, nello spazio verde dei GiardiniInglesi – finalmente neutro e senza stelle – che ilpiccolo Samyr, gli anziani senzatetto, Fritz, l’ocaDorothea, e perfino i facoltosi clienti delMandarin Oriental potranno ammirare lo stessopanorama e condividere le medesime emozioni.Anche se, magari, per un istante solo.

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