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L'INTOCCABILE - La Civetta

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13 SPORTIL COLONNELLOE GLI SCHIAVIdi Fabio Alessandria1. Sono stati scritti perfino dei libri seri sulla dicotomia JohnMcnroe/Bjorn Borg. Uno estroso e attaccante, funamboloe clown (l’americano), l’altro palleggiatore, regolarista,freddo, preciso ed educato ai limiti della noia (lo svedese).Ora, e da qualche anno, pare che il posto di questi duesia stato preso, in modo più o meno mediatico, da Federere Nadal. Tuttavia Roger è reduce da una serie di problemie, secondo qualcuno, sulla via di un ritiro anticipatoproprio come Borg, di cui ha preso il posto tra i plurivincitoriseriali di Wimbledon. Rafa ha un gioco tutto fisico,esuberante, da maratoneta del fondocampo, da corridoreinesauribile. Roger ha quel rovescio ad una mano e quellavolée elegante che ci ricorda l’idolo d’infanzia Stefan Edberge l’età dell’oro del tennis. Certo il tempo gioca a favoredel giovane Nadal, peraltro già oggi sostanzialmenteimbattibile sulla terra. Aspettiamo con ansia la secondasettimana del torneo sull’erba più famoso del mondo,quindi, per vedere se il sorpasso dello spagnolo arrotinosullo svizzero tutto classe è ormai completo anche sullesuperfici veloci e se dovremo realmente rassegnarci adun tennis senza il Federerissimo: la cosa, ovviamente, cispaventa un po’.2. Avevamo pochi anni, anche se non si dice quanti come ledonne di una certa età, ma ricordiamo esattamente dove,come e perché. Nel 1986 la finale di Coppa delle Coppetra Dinamo Kiev e Atletico Madrid l’abbiamo vista sul divanobordeaux della nonna. Quelli in maglia bianca sembravanoin 20, correvano come pazzi, si alternavano inquello che avremmo poi capito essere il pressing a tuttocampo. Era l’utopia calcistica del Colonnello Lobanowsky(quello che ha insegnato a Shevchenko a giocare a pallone,per farci capire dai giovani lettori) che rivisitava inchiave sovietica “collettiva” il calcio totale degli olandesi.Ogni giocatore di movimento sapeva ricoprire quasi tuttii ruoli e l’importante era il moto perpetuo, sia in fase didifesa (il pressing utraoffensivo poi ripreso dal primissimoMilan di Sacchi, coi laterali difensivi e il libero a centrocampo…)che in fase d’attacco (un “sistema” di corsa3.senza palla, tagli e sovrapposizioni in modo da dare alportatore 3-4 opzioni di passaggio facile). Quello stessogruppo di giocatori (gli Zavarov, i Michailichenko…) sfioròpoi la conquista dell’Europeo giocando un calcio divino.Ecco, erano vent’anni che non vedevamo giocare cosìbene una squadra nazionale come la Russia di Hiddink…che per essere un genio è un genio (è arrivato quarto aimondiali perfino con la Corea…), per essere olandeseè olandese e, probabilmente, un cero sotto la statua delColonnello l’ha acceso, sperando di riuscire dove lui siera fermato, nel 1988. <strong>La</strong> nostra speranza, invece, si chiamaArshavin, l’ultimo dei numeri dieci agili. Un penny suinostri. (Quando saremo in edicola l’Europeo sarà finitoe, probabilmente, avrò preso una cantonata, questo noncambia la sensazionale impressione di bel gioco dei Russi…poitorneremo a cantare le lodi degli eventuali vincitori…)Finalmente la restaurazione può dirsi completa. Con il rigoresbagliato ai quarti di finale da Di Natale (si noti rigorie quarti di finale…) si chiude l’avventura del C.T. senzapadrini e padroni. Al posto di “Osso” Donadoni torneràLippi. Il girone dopolavoristico di qualificazione mondiale(la più forte delle avversarie è la Georgia…) dovrebbepermettergli di trovare con calma una soluzione allamancanza ormai cronica di difensori e laterali (anche seChiellini è pronto e il giovane Marzorati dell’U21 secondome sarà un campione…) e dare delle rinfrescate agli altrireparti (Giuseppe Rossi è già maturo, così come lo sarannoMontolivo e il per ora sopravvalutatissimo Aquilani…).Inoltre Lippi, uomo di Moggi e gradito ad ogni potentato,potendo godere del bonus pressoché infinito di un mondialevinto sarà lasciato libero di lavorare e sbagliare intranquillità dato il suo status semidivino e forse questonon è un male: scordiamoci di rivincere il Mondiale maforse riusciremo in un difficilissimo ricambio generazionalein vista di Euro 2012. Certo se un rigore entra sei uneroe, se un rigore esce sei un pirla indegno… questa sìche si chiama programmazione!

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