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Numero 4 - La rivista dei Rodmakers

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Anno 3<strong>Numero</strong> 4Aprile 2010Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 2Bamboo JournalBene - disse il Bianconiglio - questavolta abbiamo rispettato itempi previsti e non siamo inritardoIn questo numeroPagina 5Pagina 11Alcuni concetti sul bamboo rodmakingDi Tom MorganSecondo Gathering Europeo a SarnenDi Alessandro BrunelliPagina 22 Cronaca di un rodmaker amatoriale ...Di Christian DiaconPagina 26Pagina 31The West Coast Rod Building SchoolDi Rick D. SorensenRiflessioni di un costruttore di moscheDi Alberto CalzolariNiente affatto - intervenne ilCappellaio Matto - siamo in ritardo,in molto ritardo. Dovevamouscire a febbraio.No! - ribadì il Bianconiglio -Bamboo Journal da trimestrale èdiventato quadrimestrale, ed itempi sono rispettati!Il Cappellaio Matto non seppecosa rispondere.Pagina 39<strong>La</strong> Super Marvel di Pezon e MichelDi Roberto NataliSi.Pagina 44The IRP projectDi Marco O. GiardinaPagina 54 Il corso di bamboo rodmaking 2009Di Moreno BorrieroPagina 59 Meditazioni sulle ghiere in bamboo—Cap. 2Di Alberto PoratelliPagina 66 Come costruire (facilmente) un manichetto ...Di Marco O. GiardinaAbbiamo deciso di uscire con BJ ogni quattro mesi.Mantenere le uscite trimestrali era francamente troppooneroso.Abbiamo così previsto le uscite a luglio – per coprire gliavvenimenti dell’annuale IBRA Gathering – a novembre ea marzo.Questo ci darà la possibilità di lavorare con calma e senzafretta – speriamo – e di dare ai lettori la qualità degli articoliche si meritano – speriamo –E dunque arriviamo agli articoli di questo numero.Bamboo Journal n. 4 - aprile 2010EditorImmagini diProgetto graficoe creative directorTraduzioniIn copertina:Foto a pag. 2Marco O. Giardina (editor@rodmakers.it)Alberto Poratelli, Marco O Giardina,Rick D. Sorensen, Alessandro Brunelli,Alberto Calzolari, Moreno Borriero,Roberto NataliAlberto PoratelliMoreno Borriero (info@damlin.com)Walter Rumi, decano <strong>dei</strong> rodmakers italiani(foto di Alberto Poratelli)Confronto delle bamboo ferrules diBjarne Fries e di Alberto PoratelliMi piace iniziare con l’articolo di Tom Morgan.Non è una novità assoluta, perché Tom ha già pubblicato ilsuo scritto nella sua pagina web (www.troutrods.com) e asuo tempo su Power Fibers no. 29, ma riteniamo adeguatoriproporlo pensando che pochi lettori italiani abbiano potutoleggerlo e forse anche molti lettori di lingua inglesenon lo conoscono.Questa è una versione aggiornata e vedrete che si tratta diun articolo che affronta con grande lucidità il tema dellaprecisione nella costruzione delle canne in bamboo.Considerando la personalità e la storia di uomo e di rodmakerdi Tom Morgan, questo suo scritto è certamente,Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 3Bamboo Journala nostro avviso, un testo fondamentale per entrare conconsapevolezza negli aspetti più tecnici della costruzionedelle canne.Alessandro Brunelli e Christian Diacon seguono con i loroarticoli e da prospettive diverse,lo svolgersi degli avvenimentidel Secondo Raduno Europeo che si è tenuto a Sarnen(CH) nello scorso mese di settembre.Rick Sorensen, uno <strong>dei</strong> maggiori “on line classic tackledealers” degli USA – e dunque del mondo - e la sua profondaconoscenza ed esperienza della materia, ci porta avisitare il mondo del rodmaking nella tradizione californiana,il suo passato ed il futuro nella sua evoluzione.Se vi troverete a visitare il suo sito, se non l’avete già fatto,fornitevi di un bavaglino: ciò che vedrete vi farà venire unainarrestabile acquolina in bocca!Alberto Calzolari – grande costruttore di mosche FullDress da salmone e patito del bamboo – fra poco cederàalla tentazione fatale e comincerà anche lui a costruire canne.Ne son certo! – scrive <strong>dei</strong> dubbi, delle esaltazioni, delleincertezze e delle evidenze di chi vive il Fly Fishing comeun momento fondamentale della propria vita. Nel bene enel male.Roberto Natali porge alla nostra attenzione un’altra cannastorica europea “Le Marvel” di Pezon et Michel. Un articolo,come tutti quelli che lui scrive, puntuale, di grande precisionee competenza.10 marzo 2010I partecipanti allo stage sulle bamboo ferrules al PodereViolino.Una canna di rango costruita da un produttore dalla grandestoria. Un pezzo del passato.Marco O. Giardina ci parla del “The IRP Project” descrivendole ragioni e la nascita della canna progettata da RobertoPragliola e l’IBRA per l’Italian Casting Style.Moreno Borriero descrive quello che insieme all’annualeGathering è il momento cruciale e più importante del lavorodell’IBRA: il corso di rodmaking che si tiene annualmentea Sansepolcro, sulle rive del Tevere.Alberto Portelli conclude – forse – il suo saggio sulla costruzionedelle ferrule in bamboo “Italian Style”. Da nonperdere.Dopo Valentino, Armani, Ferrari, quanto si sentirà la frase“Italian Style”, si penserà ad Alberto!Infine un breve articolo di un tornitore “naif” su come trattareil legno per trasformarlo in manichetti.Buona letturaMOGItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 4Bamboo JournalIn questo numerole opere di Adriano ManocchiaAbout To Test His SkillItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 5Bamboo JournalAlcuni concetti sul Bamboo RodmakingTom MorganHo scritto questa dissertazioneper un utilizzatore dellaHand Mill che mi chiedeva sefosse o meno troppo critico nelsuo rodmaking. Mi aveva anchechiesto come scegliere ilprogetto di una canna. Forsemi sono fatto prendere ma hodeciso di condividere molti <strong>dei</strong>miei pensieri sul rodmaking ealcune delle difficoltà ches’incontrano quando si progettauna canna.Dici che stai costruendo le tue canne con una tolleranzadi .001" . Il mio modo di vedere le cose è che ci sonodue aree di tolleranza e parlerò di entrambe. Una è latolleranza flat to flat e l’altra è la tolleranze del taper.Concordo, come vedrete in seguito nella mia discussione,che la tolleranza flat to flat è molto più facile daottenere della tolleranze del taper. Sono anche del parereche le tolleranze flat to flat che si avvicinano aquanto richiesto, dimostrano una buona manualità.Vale la pene di ottenere buoni risultati, ma non risulterannoassolutamente perfetti per via del bilanciamentoe della spina.Non è che .00” sia una cifra arbitraria? Perché noncostruirle a .000" o persino .0000" visto che tutti i buonimicrometri misurano queste dimensioni. Ci sonoalcune ragioni, a mio avviso, perché perfino .0001” nonè pratico. Per piallare strips che terminano con unaprecisione al .001" una volta incollati, devi piallarlia .0005”. Io non conosco nemmeno un modo di misurazioneche sia così preciso. Parlerò in seguito più dettagliatamentese li carteggiate per raggiungere una certadimensione. Quando costruivo le ferrule, non erafacile ottenere quella precisione su metallo nemmenocon uno <strong>dei</strong> migliori torni disponibili,parlo del tornio da tavolo Hardinge, quindi figuriamocisul bamboo almeno che non utilizzavo un calibro settatoa .0001”. Non ho mai visto una macchina che tagliail bamboo, compresa la fresatrice alla Winston con cuscinettiad alta precisione, che riuscisse a tagliare costantementecon quella tolleranza.Un’altro fattore che condiziona la precisione è il carteggio.Utilizzando carta da 320 grani, si rimuovonocirca .001” di materiale ogni tre passaggi leggeri. Quindioccorre fare molta attenzione a non rimuovere troppomateriale particolarmente alle estremità <strong>dei</strong> tips.Dove ottenete le dimensioni per le vostre canne? Se lericavate da un libro potete scordarvi una grande precisione.Personalmente ho misurato un gran numero dicanne <strong>dei</strong> vecchi “Maestri” e ho solo trovato occasionalmenteche le misure flat to flat fossero uguali fino avariazioni dello .020”. Non è molto comune trovarecanne le cui misure ad ogni stazione sono entro .004flat to flat – molto spesso sono molto di più. Alloraquando leggi un taper in un libro, sai se hanno preso lamisura alta, quella bassa oppure la media? Che succedese due lati sono uguali mentre l’altro ha una differenzadi .008”? Come viene trattato questo quando si pubblicaun taper? Un’altra cosa, se confrontiamo diversitaper nei libri, si riscontra che lo stesso modello dicanna a volte ha tapers differenti l’uno dall’altro. Qualescegliere? Un altro fatto: i rodmakers nel corso deltempo migliorano o cambiano i tapers mantenendo lostesso nome del modello.Ho scoperto negli anni che ci sono talmente tante variabiliquando si prova a replicare esattamente un taperpubblicato che risulta molto difficile farlo. Per darvisolo un esempio abbiamo recentemente eseguito unaprova nel nostro shop. Si trattava di un tipico butt solidoincollato con l’URAC e verniciato completamente(comprese le estremità) con quattro mani di verniceItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 6Bamboo JournalMan O War.Abbiamo segnato il punto sul butt dove le dimensioneera .250”. Durante l’inverno quando abbiamo eseguitoil test l’umidità nel laboratorio era a circa il 25%.Abbiamo un armadietto umidificatore dove appendiamole nostre sezioni prima dell’incollaggio per ottenereun aumento del contenuto di umidità come da istruzionidel produttore della colla. Al momento della proval’umidità nell’armadietto era a circa il 75%. Abbiamolasciato la sezione verniciata nell’armadietto per 10 gg eabbiamo misurato nuovamente il punto che in precedenzaera .250”. Misurava .262” – un incremento del4,8%. Abbiamo lasciato la sezione fuori dall’armadiettoper altre due settimane e misurava nuovamente .250”.Il motivo per il quale faccio questo ragionamento è che,se state usando un taper pubblicato, quale sarà statal’umidità atmosferica al momento della misurazione diquella canna? Non ho mai visto questo dato riportatoinsieme ai tapers. Questa è solo una delle variabili maillustra la difficoltà nel riprodurre i tapers di altri. Untaper può certamente costituire una ottima guida manella mia opinione gli elementi più importanti per ilrodmaker sono: come si percepisce la canna, come lanciae come pesca.Si vede spesso che la canna è stata misurata con la vernicesottraendo poi per lo spessore di questa 0.006”.Ma la vernice sarà stata veramente così spessa? Oppureaveva questo spessore ovunque?. Una ulteriore considerazionein merito alla vernice è che le differenti verniciuna volta asciutte saranno più dure o più morbidedi altre e questo influenzerà certamente la flessibilitàdella canna. Che tipo di vernice è stata utilizzata?Un tempo venivano utilizzate colle animali su praticamentetutte le canne perché era la migliore disponibile.Le caratteristiche delle canne incollate con colle animalisono diverse da quelle incollate con colle moderne?Che dire poi della varianza delle caratteristiche fisichedel bamboo? Chiunque abbia lavorato con il bamboo èa conoscenza del fatto che la flessione varia in stripsderivati da culmi diversi. Come si fa a tenere conto diquesto fatto? Che dire della tempera? Non ho mai vistotapers con parametri tipo: tempera leggera, media opesante. Chiunque abbia lavorato con tempere diversesa che la flessione e l’elasticità (resilienza) cambianocon le varie tecniche di tempera.Quale era il diametro del culmo utilizzato? In particolarecon i butt, il diametro del culmo ed il raggio esternorisultante influenza il volume del bamboo in unadata sezione.Il tipo di serpentine utilizzate? Ho grande conoscenzanella progettazione di canne in fibra di vetro, grafite ebamboo e so che il peso delle serpentine influenza notevolmentel’azione della canna così come i diversi tiptops. Non vedo questo indicato come parametro. E ledimensioni delle legature, verniciature delle legature etipo di vernice utilizzata? L’azione può variare notevolmentedal peso di queste cose. E la distanza delle serpentine?Quante serpentine si trovavano sulla canna?<strong>La</strong> misura e peso del tip top possono influenzare enormementel’azione della canna. L’anello era formato dafilo leggero o pesante? Il tubo del tip top era leggero opesante? Era lungo o corto? Se non credete che il tiptop faccia la differenza, provate a mettere un tip top suun grezzo e flettetelo. Poi rimuovetelo e flettetelo nuovamentee notate la differenza. Notevole!E la lunghezza e tipo di ferrula? <strong>La</strong> differenza in pesopuò essere notevole e influenzare l’azione della canna.<strong>La</strong> canna del vecchio Maestro era poi così grande? Potrebbeessere stata meglio con un taper leggermentediverso del tip o del butt? Chi può giudicare?Dici che appiattisci i flats delle tue canne. Considera inparticolare le sezioni quadre. Vengono rimosse grandiquantità di fibre esterne. Si va dalla non rimozione difibre agli angoli a una rimozione cospicua nel centro.Importa? Io penso di si. Non è forse questo un compromessonel tentativo di avere le giuste dimensioni?Ho parlato delle molte variabili che dovrebbero essereprese in considerazione quando si sceglie un taper pubblico.Forse però progetti i tuoi tapers personali.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 7Bamboo JournalQuesto eliminerebbe molte delle variabili che ho descrittosinora perché mantenete costanti le dimensionie i componenti. Comunque sei sicuro di essere un buonprogettista? Hai lanciato molte canne in bamboo? Saicreare tutti i tipi di loop durante il lancio per determinarecome la canna si comporterebbe con le diversetecniche di lancio? Se non ti piace l’azione, sai doveeffettuare i cambiamenti dimensionali per ottenerel’azione che ti piace? Queste sono cose, almeno nellamia esperienza, che sono difficili da imparare e ho trovatopochissimi che hanno questa abilità.Un modo per ottenere il consenso sulle azioni dellecanne e per comprendere le differenti percezioni <strong>dei</strong>pescatori su quale può essere la migliore azione, è quellodi fare provare le diverse canne a molti lanciatori epescatori. Questo rende delle buone statistiche a pattoche si tratti di lanciatori e pescatori competenti.Anch’io ho lanciato un gran numero di canne di rodmakersdove percepivo che i tip e i butt non andavanod’accordo con il risultato di avere canne che sembranostrane oppure che non lanciano bene. Pochissimi progettistidi canne in bamboo hanno fatto sufficienti provecon diverse combinazioni Tip – Butt con ferrule intercambiabiliper effettuare adeguatamente le differentiazioni per trovare quella che ritengono la migliore. Perfare un esempio, nella serie di canne in bamboo chefacciamo ora abbiamo tre modelli : 7' #3, 7' #4, and 7’6’’ #5. Tra questi tre modelli abbiamo avuto più di 40combinazioni tip/butt che erano intercambiabili percercare di ottenere la combinazione lancio/pesca piùgradevoli. Anche se le differenze erano sottili perchéavevo una buona idea di quello che stavo cercando, l’horitenuto necessario per raggiungere, almeno per mealla conclusione con tre ottimi progetti. Una esagerazione?Forse, ma le canne sono state lanciate da alcunipescatori molto competenti e loro le ritengono tra lecanne più gradevoli e migliori che abbiano mia provato.Una buona media! Questo, non per dire che ho tutte lerisposte ma per segnalare che arrivare a degli ottimiprogetti è un impresa molto difficile.Come osservazione generale, ritengo che il tipdetermina l’azione molto di più del butt ma, come indicatoprima, è di importanza critica per un ottimo progettoavere il giusto equilibrio tra le due sezioni.Ho sempre mantenuto la filosofia di non criticare ilprogettista che spende tanto del suo tempo nella progettazioneperché è questo che lui ama altrimenti noncostruirebbe quella canna. Ma, la maggior parte dellecanne ricade entro una gamma piuttosto ristretta diprogetti perché al di fuori di quella gamma esse nonsembrano normali e non sono accettabili alla maggioranza<strong>dei</strong> pescatori.Certamente io non ho lanciato molte della canne chesono state fatte ma ne ho lanciate a sufficienza per possederela giusta percezione delle azioni. Nella mia opinioneed anche in quella di un progettista che rispettomolto, le canne di E.C. Powell erano le migliori comegruppo che avessimo mai provato. Può interessare ilfatto che alcune delle sue canne erano le peggiori perquanto concerne le variazioni nelle misure misurate flatto flat. Infatti, quella che indico sotto sballava di 0.020"su una delle facce ed era una buona canna. Non sonocertamente a promuovere la mancanza di precisionema questo va a dimostrare che era un buon progettistadi nuove azioni nonostante la mancanza di precisionedelle sue macchine.E.C. Powell usava uno <strong>dei</strong> tre taper matematici studiatiper le sue canne. Un buon inizio nella progettazione ditapers sarebbe quello di seguire il taper B9. Molte <strong>dei</strong>professionisti, in particolare dal Midwest e dall’Est nonne hanno mai lanciata una per cui ci sono in giro unsacco di canne che molti non hanno avuto l’opportunitàdi provare. Questo significa che non dovresti fare canneperché ci sono molte cose sconosciute e altrettante daprendere in considerazione? Certamente no! Ci sonomolte cose che vanno a comporre e che possono definireuna canna di qualità e tanti rodmakers moderni emolti del passato hanno costruito canne eccellenti.Hanno anche costruito molte canne che lanciano malee questo non lo dovreste dimenticare. Solo perché sitratta di una canna in bamboo, non significa affatto cheè una grande canna.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 8Bamboo JournalPuoi fare attenzione con la selezione del bamboo perassicurarti che ha delle fibre di qualità, che è senzadanni strutturali; gli inestetismi posso essere quasieliminati e la manodopera può essere ottima.L’incollatura può essere effettuata senza linee di colla,le sezioni incollate senza torsioni, le sezioni possonoessere uniformi e possono uscire molto dritte dal binder.Quelle che non sono diritte, posso essere raddrizzateattentamente con il calore a patto che non sianomolto storte. Puoi scegliere serpentine di qualità, ottimosughero e bellissimi inserti e finiture ben lucidate.Il lavoro di verniciatura può essere di elevata qualità ele macchie tolte con la lucidatura se volete. Il risultatofinale può essere bellissimo e quello sarà un magnificostrumento da pesca e che un pescatore sarebbe fiero dipossedere e utilizzare. Ma nella mia opinione occorreconsiderare realisticamente che cosa è pratico. Tantoper iniziare, guarda tante canne. Non credo che puoisapere che cosa rende grande una canna finché non neavrai viste moltissime. <strong>La</strong>ncia un sacco di canne peraiutarti a determinare che cosa costituisce una buonaazione per le situazioni nelle quali ti troverai.Nella mia esperienza occorre scegliere un taper di baseper una canna che vorrete replicare per altri e riprodurrein quel modello. Le cose che sono più importantisono il taper generale e la uniformità delle canne. Noncredo che nessuno possa determinare se una cannamisura un millesimo in più o in meno qua e là, ma potràcertamente percepire se si aspettano una azione edinvece se ne trovano una completamente diversa.Ritengo che le dimensioni che contano si basano sudelle percentuali. Cercate di mantenere la canne negliultimi 12-15” entro +/- 0.001” o preferibilmente meno.Se il diametro del tip è 0.065” significa che 0.002” costituiscelo 3.1%. Tenendo in mente questi dati percentuali,un butt tipico che misura 0.325” sballerebbe di0.010” Naturalmente, un butt è facile da mantenereentro +/- 0.002- 0.003” che è una percentuale inferiorein rapporto alle dimensioni. Penso che sia moltoimportante che l’area vicino al tip sia il più possibilevicino alle dimensioni reali del taper provato.Se non viene perfettamente puoi sempre fare scivolarele sezioni in avanti o indietro per raggiungere le dimensionivolute. Questo può significare che altre dimensionisaranno leggermente sbagliate ma l’azione di massimasarà mantenuta e così anche il peso della coda chelancia sarà molto vicino a quello che ricercate.Ora penso anche che occorre mantenere uniformi ledimensioni flat to flat perché questo aiuta ad avere unacanna bilanciata e senza spina. In quest’area dovrestiriuscire con una buona tecnica e buone macchine amantenere le dimensioni entro +/-0.0015(0.003 totale)oppure, preferibilmente anche un pochino meno maanche qui riparlerei di percentuali.Una ulteriore questione da considerare nella progettazione<strong>dei</strong> tapers è la differenza di peso che esiste nellecode di topo.Segue una tabella misurata in grani che corrispondonoa 1/7000 di libbra.Differenza pesi in grani1 602 80 203 100 204 120 205 140 206 160 20% incremento1 602 80 33.33%3 100 25.00%4 120 20.00%5 140 16.67%6 160 14.29%Non è sorprendente? Queste erano le misure standardsviluppate negli anni 60 in sostituzione delle vecchiedesignazioni HCH, HEH, GBH, ecc utilizzate dai fabbricanti.Il motivo del cambiamento deriva dal fatto chenon esisteva uniformità nello standard tra i diversifabbricanti in merito al peso delle code e nella tolleranzadella varianza per cui i clienti non erano sicuri diquello che acquistavano. Comunque con i nuovi standard,c’è una differenza percentuale sostanziale tra lecode più leggere e quelle più pesanti – è un dato di fatto.Non dimenticate inoltre che i fabbricanti hanno unatolleranza di +/- 5 grani per cui i pesi variano da questoItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 9Bamboo Journalschema e possono influenzare l’azione della canna anchedi un 1/4 di misura coda.Quando progetto le canne ho sempre utilizzato le sezionitrasversali piuttosto dello schema lineare delle dimensioni.Ritengo questo il sistema migliore. Se inseriamosu carta millimetrica le area trasversali, ottieniuna figura visuale molto precisa di come appare la canna.Si tratta sempre di una sorta di mezza parabola.Nella mia opinione, quali sono i fattori importanti nellaprogettazione? Per primo devono essere ottime canneda pesca. <strong>La</strong> cosa più importante è che su un torrente lacoda venga proiettata bene, che protegga il finalino(tippet), che combatta bene il pesce con l’attrezzaturautilizzata e che sia agevole per il pescatore. Secondo, lacanna deve essere liscia nel lancio senza cerniere nevibrazioni, deve apparire viva in mano e dovrebbe possederequella dolcezza che è difficile da descrivere mache percepisci all’istante quando lanci. Deve diventarefacilmente quello che io definisco una canna che pensa,che diviene una estensione del braccio e dove dimentichidi averla.Poi deve essere bella e le finiture impeccabili. Il disegnogenerale deve essere gradevole per l’occhio e possederecaratteristiche uniche che definiscono il tuo senso deldesign. Gli accessori devono essere della migliore qualità.Cose come l’esterno delle ferrule, il winding check, ilportamulinelli devono essere perfettamente lucidi senzasegnature. L’azione tra i modelli con lo stesso stiledeve essere simili così i clienti sanno cosa aspettarsi.Puoi certamente fare un modello progressivo, o parabolicooppure altre variazioni delle azioni di base per accomodarele diverse filosofie, per soddisfare la tua filosofiaoppure quella individuale ritenuta buona dal cliente.L’ultimo e forse il fattore considerate meno, è che le tuecanne dovrebbero rispecchiare la tua filosofia della vitae del vivere. Penso fermamente che la tua vita e quelloche fai dovrebbero essere in equilibrio in modo da trovartia tuo agio con le canne che produci, che ci sia armonianella tua vita, che quando ti godi il tempo su untorrente con una tua creazione tu abbia una sensazionedi calore della tua vita e dell’ambiente.<strong>La</strong> canna dovrebbe avere una armonia che gli altri percepisconoquando la lanciano e ci pescano.Costruire canne belle che altri pescatori si possono goderemi ha portato grandi soddisfazioni per tutta la vitae spero che sarà così anche per te.Spero di averti dato una visuale <strong>dei</strong> miei pensieri e dellamia filosofia del rodmaking. Spero che questo possacostituire un inizio per lo sviluppo della tua.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 10Bamboo JournalAnother Day On The TestItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 11Bamboo JournalSecondo Gathering Europeo <strong>dei</strong> costruttori di canne di bambooSarnen, SvizzeraAlessandro BrunelliSi é tenuto durante il fine settimana del 25-27 settembre2009, a Sarnen, il pittoresco villaggio nella SvizzeraCentrale, il secondo incontro europeo di costruttori dicanne da pesca in bambù. I nostri amici svizzeril’hanno organizzato alla perfezione nel locale centro dicanottaggio presso il laghetto omonimo, situato pocodistante dalla città di Lucerna.Un centinaio di persone da tutta Europa hanno potutocosì incontrarsi di nuovo con un bel tempo autunnaleper scambiarsi conoscenze, confrontare esperienze osemplicemente salutarsi affettuosamente confermandoquest’occasione come il raduno certamente più significativodel settore.Per la prima volta abbiamo avuto un ospitedall’Inghilterra e alcuni nuovi volti si sono affacciati perla prima volta alla manifestazione. Dalla Francia ChristianDiacon e compagna ci hanno allietato della loropresenza in rappresentanza della comunità transalpina.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 12Bamboo JournalTra la maggior parte <strong>dei</strong> convenuti vi erano molti voltinoti già incontrati sin dal primo incontro informale,proprio qui a Sarnen nel 2006 e nei successivi raduni diWaischenfeld (2007) e Sansepolcro (2008).Possiamo così affermare che un secolo e mezzo dopol’inizio della pesca moderna come la conosciamo oggi,la rinascita del bambù é viva e palpabile. Anche il nostroamico Christian ha potuto confermarci che pure inFrancia, paese, un tempo fra i più avanzati e prolificidel settore, le cose si stanno muovendo e vi é un rinnovatointeresse nella costruzione di canne in bambù daparte di giovani e meno giovani.Come si sa, l’aspetto più bello di questi nostri raduni,confermato pure questa volta a Sarnen, é il fatto chenon si fa segreto di nulla e che in un’atmosfera amichevolee familiare costruttori di ogni livello possono incontrareveri professionisti come Rolf Baginski(Germania), Robert Stroh (Germania), Christian Strixner(Germania), Bjarne Vries (Danimarca), <strong>La</strong>rry Tusoni(USA), Jerry Kustich (USA), Nick Hughes(Sudafrica, ma lavora in Svizzera). Anche Andy Royer(USA), il nostro bravo fornitore di bambù dalla Cina,accompagnato da sua figlia, era fra la folla di volti…quasi noti.<strong>La</strong> difficoltà temporanea nel riconoscerloimmediatamente é stata causata dalla vistosa rasaturadella sua barba e dalla notevole capigliatura raccolta acodino acquisita, stando alla stessa fonte, dalla vicinanzaprolungata con vari costruttori.<strong>La</strong> gente ha cominciato ad affluire e a registrarsi nelpomeriggio del venerdì. Philippe Sicher, uno <strong>dei</strong> seiorganizzatori, ha aperto il raduno ufficialmente primadi cena salutandoci affettuosamente ed esponendo ilprogramma delle due giornate. Tutto é stato organizzatonei minimi dettagli, dalla richiesta di non fumare alservizio di trasporto con navetta da e per l’Hotel in paeseper chi avesse scelto questa opzione, passando perun graditissimo e indicatissimo omaggio a tutti quanti :un piccolo coltellino svizzero multiuso personalizzatoper l’occasione. Non va dimenticato nemmeno il gruppodi bravi, veloci ed efficaci aiutanti nonché i cuochidella manifestazione : Beno Ghisler e Christian Schmid,che hanno ottimamamente operato per la buona riuscitadi questo raduno. Cibo tipicamente svizzero come« rösti » e « bratwurst » (gratin fritto di patate e salsiccedi vitello), insalate deliziose e ravioli locali ci hannoallietato il palato ad ogni pausa pranzo.A differenza degli altri raduni, questo di Sarnen eraimpostato attorno a postazioni pratiche dove dall’inizioalla fine si poteva osservare la costruzione in sequenzadi una canna completa. Così, é stata creata alla fine unatre pezzi « C.C. de Francy of Hardy » poi offerta comepremio principale nella lotteria finale.Il sabato mattina si é cominciato a spaccare i culmi insezioni, poi a raddrizzare i nodi, legare i listelli e temperarlie così di seguito fino alle fasi finali della verniciaturae della firma della canna avvenuta la seguentedomenica mattina. <strong>La</strong> canna é stata costruita in untempo record di solo una giornata e mezza da un totaledi 33 costruttori di tutti i paesi. Ovviamente, 33 personeche lavorano su una stessa canna attuando a scopidimostrativi ognuno delle proprie techniche e utilizzandoattrezzi diversi non possono risultare in un canna diItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 13Bamboo Journalalta raffinatezza e precisione (per esempio abbiamopotuto personalmente misurare oltre dieci decimi didifferenza nella sezione centrale della canna) mal’esercizio ha perfettamento mostrato il variegato seppurapparentemente semplice processo della costruzione.Di fronte all’area dedicata allo splittaggio <strong>dei</strong> culmi,nello stesso momento un folto gruppo di persone circondavala postazione di Ferdi Wenziger che con il suotornio amatoriale mostrava come costruire le ghiere innickel-silver, si badi, non tramite torniatura del pezzopieno originale, ma per fresatura. Un lavoro di altaprecisione forse non per tutti. Come sempre, sembrerebbefacile ed invece non lo é .Gli autodidatti Luciano Oltolini e Claudio Testa, sociIBRA, hanno da parte loro mostrato la difficile artedella costruzione delle stripping guide in agata. Il risultatodel loro lavoro é stato ammirato e lodato da tutti. Ilprocedimento in sé richiede di il forare una piastra diagata con una punta circolare cava diamantata tramiteuna fresa e poi smerigliare e lucidare l’anello così ottenutoche va saldato sulla struttura metallica di sostegnoanch’essa costruita appositamente a mano. Le lastrinedi agata si possono comperare nei negozi di minerali ecristalli. Claudio e Luciano ci hanno detto che moltipezzi si frantumano perché la pietra naturale é imprevedibilea causa delle proprietà anisotropiche dellastessa. Per ogni agata, bisogna considerare un lavoro dialmeno due ore o anche più. E’ un lavoro frustrante:“magari ci stai lavorando da una bella mezz’ora quandol’agata si rompe e devi ricominciare tutto da capo”, diceLuciano. Oppure « una volta ho perso un agata finitaperché mi é rimbalzata dal tavolo di lavoro sulItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 14Bamboo Journalpavimento. Così ho capito che devo lavorare su un materassinodi gomma per evitare perdite ! ». Suona piuttostofamigliare, vero ? Uno impara tutti i “trucchi” delmestiere dai propri errori. Claudio, bisogna dirlo, éstato il primo socio IBRA a lanciarsi da solo in questaavventura dal suo laboratorio casalingo. « Compera leattrezzature migliori anche se le più costose e non lorimpiangerai » ci dice come consiglio. Ad ogni modo,un risultato notevole da parte di entrambi Luciano eClaudio il cui lavoro é stato veramente ben accolto datutti. Per chi fosse interessato, é possibile acquistare leagate di Luciano attraverso il sito di Alberto Poratelli(www.aprods.it).Un’altra postazione molto originale era quella di KurtZumbrunn : come costruire un manico con corteccia dibetulla. Questa attività artigianale ha lontane originima é stata presentata per la prima volta all’interno dellanostra cerchia e anche con un illustrativo « passodopo-passo». <strong>La</strong> prima fase é creare una pila di quadrettidi corteccia trappassati da un lungo bullone, poiincollarli e infine lavorare il tutto al tornio una voltaindurito il “manicotto” grezzo.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 15Bamboo JournalBisogna dire che alla fine il manico di betulla ha untocco morbido e piacevole. Per quanto riguarda il peso,é leggermente più pesante del sughero ma il colore sottilmentediverso di ogni anello e la superficie di immediatoimpatto visivo lo rendono molto accattivante. Enon é stato possibile non pensare anche ai vari altri usiai quali un tale materiale potrebbe servire…Gerd Peter ci ha allietati con la sua semplicissima maefficace maniera di costruire serpentine con un semplicefilo di metallo utilizzando due piccoli strumenti auto-costruiti : uno per la prima messa in forma del filometallico modellato nella giusta misura per mezzo diun cilindretto a cui applicare la torsione a spirale necessaria,e l’altro, una semplice barretta con fori calibratiper inserirvi la spirale appena ottenuta e allineandoe appiattendo correttamente i piedi della spiralestessa con un martelletto. Le serpentine così ottenutesono state poi usate per la costuzione della canna inpreparazione.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 16Bamboo JournalJaroslav Vecko avrebbe volute diventare un incisorenella sua natìa Cescoslovacchia quando, come suoi altriconnazionali, dovette rifugiarsi in Svizzera a seguito <strong>dei</strong>famosi eventi della “Primavera di Praga” del 1968.L’incisione é un arte difficile che consiste nel disegnaree poi incidere nel metallo disegni e arabeschi per fini distampa o di vera e propria decorazione su pezzi di altacaratura artistica come pistole, fucili, coltelli e..sì certo,anche ghiere e porta-mulinelli. L’impresa é difficileperché non sono permessi errori. Sono necessari moltianni di pratica per dominare questa magnifica arte.Oggi, le scuole migliori sono in Belgio, Italia, Austria.Jaroslav ci ha dimostrato come incidere delleghiere utilizzando una morsa speciala ed un semplicebulino.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 17Bamboo JournalTramite questo test si puo’ dunque misurare l’azione diqualsiasi canna indipendentemente dal tipo di coda,lunghezza e materiale. Sia novizi che pescatori espertipotrebbero così riferirsi a questo test prima di comperareuna canna, non più alla cieca, ma trovando quelloche cercano. Ludwig Reim ha sviluppato anche un altrotest per misurare la velocità dell’azione ma non vogliamoentrare nei particolari in questa sede. Ovviamente,l’obiettivo <strong>dei</strong> due imprenditori é di far conoscere il testin tutto il mondo e vederlo un giorno adottato comestandard da tutta l’industria. Del resto, sempre piùsono gli accoliti. « Questo test é semplice ma efficace.Cosa ci manca per essere usato da tutti?”. Informazionia riguardo si possono avere dal loro sito web(www.solitip.de) presto anche in inglese.Ma il momento forse più originale e geniale é statoquello tenuto dai tedeschi Theodor Matschewski andLudwig Reim che al loro tavolo hanno presentato il loro“Metodo dinamico di misurazione <strong>dei</strong> 15 gradi” fruttodi una geniale intuizione che si é fatta via via perfezionandosinel corso di vent’anni. Si tratta di un test moltosemplice per misurare l’azione di ogni canna da pescautilizzando le semplici leggi della meccanica di Newton.In termini concreti, si posiziona la canna orizzontalmentein modo da fare toccare la canna, naturalmentearcuata, con il cimino su una linea di partenza (linea“zero). In seguito, si aggiunge al cimino una massa M1fino a raggiungere una prima linea “statica” sottostantee poi ancora un’altra massa M2 fino alla linea predispostacon inclinazione a 15 gradi rispetto l’orizzontale. Lemisure delle due masse (nel caso un semplice bicchierinoriempito con chicchi di riso e poi pesato) M1 e M2danno l’azione della canna (ad es. medio-veloce) e ilnumero di coda corrispondente (ad esempio 1, 2 o 3),entrambi i dati evinti da una tabella di calcolo. Abbiamomesso alla prova questo test con una IRP, 7’2’’ coda3 di Alberto Poratelli ed il risultato ha confermato trattarsidell’azione specificata (medio-veloce) con la codagiusta.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 18Bamboo JournalTerenzio Zandri e Gianluca Nocentini sono ormai dellefedeli presenze nei nostril raduni. E ancora una volta leloro belle mosche ad amo verticale costruite con il lorotelaio hanno suscitato una sensazione. NaturalementeTerenzio é anche famoso per la sua coda in seta. Persaperne di più si puo’ visitare il suo sito web:www.terenziosilklines.com .<strong>La</strong>rry Tusoni ha tenuto una conferenza sul suo notosoftware RodDna che é giunto ad una nuova e importanteversione, la 1.4.Ma <strong>La</strong>rry l’abbiamo visto anchemolto attivo ai tavoli di lavoro prima alla planning formpoi all’affilatrice della Tormek con cui mostrava comeaffilare la lama della pialla.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 19Bamboo JournalMulinelli per la pesca a mosca hanno fatto da corollarioancora una volta al raduno grazie a degli appassionaticostruttori come Waldemar Nowak (specializzato in Shandle reels) e Wolfhard Schulz, entrambi dalla Germania,e Markus Rorhrbach (Svizzera).Abbiamo incontratoWolfhard per la prima volta a Waischenfeld nel2007. Ci disse che aveva come suo maestro niente menoche Joe Janciuras, che dall’America lo aiutava a costruirea distanza I mulinelli di Edward vom Hofe, unicocaso in tutta Europa!Markus Rohrbach, un ingegnere meccanico ha messoin mostra i suoi bei mulinelli ed il nuovo dispensatoredi finale.Markus ci ha detto: “Tutto é iniziato nel 1999 quandoho cominciato a costruire il modello del dispensatoreper me stesso. Dopo un po‘, i miei amici hanno cominciatoa chiedermelo e così ho deciso di farne una serieper loro nel 2000. Dopo questo, ho fatto il mio primomulinello e ho venduto poi il primo modello nel 2003in America e altri 15 pezzi in Giappone”. I suoi mulinellie il suo dispenser saranno sempre in mostra nei prossimiraduni e naturalmente anche dal suo sitowww.swisstackle.ch.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 20Bamboo JournalDaniel Hoda (http://hoda-bamboo-rods.ch) , sempreallegro e di buon umore ci ha mostrato una canna inbamboo da spinning oltre che le sue belle canne per lapesca a mosca.Ma la ricchezza delle presentazioni non si é esauritaqui. L’entomologo svizzero Heinz Suter ha infatti propostouna serie raffinata di espositori di insetti acquatici.Un lavoro da certosino che avrebbe potuto trovarefacilmente posto in un museo di Storia Naturale.Daniel e Tim Anderson, hanno proposto e dimostratol’uso di una potente colla Americana (Gorilla Glue)come mezzo per la verniciatura finale. Tim, si é trasformatoda semplice artista di scrimshaw a Waischenfeldin un vero e proprio costruttore.Come detto, il raduno si é concluso con una lotteria.Molti premi erano disposti sul tavolo inclusa la cannaappena conclusa e provvista di un documento attestantetutti i 33 costruttori che hanno preso parte alla suacostruzione.Abbiamo lasciato Sarnen dopo pranzo in un bel teporeautunnale.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 21Bamboo JournalA Perfect Fall DayItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 22Bamboo JournalCRONACA DI UN RODMAKERAMATORIALEAL SECONDO RADUNO EUROPEODEI COSTRUTTORI DI CANNE INBAMBU’Christian DiaconUna sera alla televisione passava una trasmissione sullacostruzione di una canna in bambù.Una trasmissione come tante altre, mi direte voi – puòdarsi ma non per me.Le spiegazioni erano semplici, certo erano in Italiano macon la traduzione e le immagini erano belle e mi hannofatto venire voglia di provare a costruire “ la mia canna” inbambù.Cercando su Internet il libro di GARRISON e CARMI-CHAEL che era stato citato nella trasmissione, ho trovatola banca dati del Club Français du Refendu nella quale horicercato informazioni sugli attrezzi da costruzione oltreall’esistenza di un libro di costruzione in Francese e hotrovato “ <strong>La</strong> Canne à Mouche” de J.L. ESPINAY. Ho ordinatouno degli ultimi esemplari e mi sono lanciatonell’avventura del bambù. Ho requisito la mia cantina, misono costruito gli attrezzi, ho acquistato del bambù ordinarioe ho costruito la mia prima canna. Ehm!! Era laprima e sarò sempre fiero di esserne riuscito.Con Paul ho partecipato al Primo Raduno Europeo <strong>dei</strong>Costruttori di Canne in Bambù in Italia organizzatodall’IBRA.Mi preoccupavo dell’Italiano perché io parlo solo Francesema sono stato sorpreso dall’accoglienza e dallasimpatia e poco a poco, metà in Francese e metà inItaliano ci siamo compresi e siamo riusciti ad intrattenerevere e proprie discussioni, scambiare idee e incontrarei Maestri del Bambù come Hoagy. B. Carmichael.Ho potuto toccare con mano le nuove tecniche, in particolarele ferrule streamlined di Alberto Poratelli e GabrieleGori.Ho partecipato al Forum di Gillum e grazie a questo hoconosciuto Paul Agostini che mi ha accolto a casa sua permostrarmi la sua arte. In seguito ho migliorato moltissimola mia tecnica e attrezzatura.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 23Bamboo JournalHo dunque costruito la mia nuova canna tenendo contodi tutti i consigli ed in particolare, in merito alla ferrulaStreamlined che mi è piaciuta moltissimo. Ora la cannaè di mia moglie che l’ha adottata subito dopo averlaprovata per la prima volta.Quindi senza alcuna esitazione ho deciso di partecipareal Secondo raduno Europeo a Sarnen per ritrovare tutticoloro che già conoscevo e tutti gli altri nuovi. PhilippSicher, e la sua squadra hanno avuto l’idea geniale dicostruire una canna in bambù dalla A alla Z. Tutti ipartecipanti hanno contribuito e il tendone del radunosi è trasformato in un grosso laboratorio con tutti gliattrezzi e i materiali necessari a disposizione. Tutti abbiamopotuto vedere una grossa stanga in bambù trasformarsiin una canna da pesca e i partecipanti hannopotuto dire “Io ho partecipato. Io ho fatto questo”. Unacanna in tre pezzi con tre diversi costruttori per ognilavorazione. Dallo splittaggio, alla verniciatura dellelegature. Ad ogni tappa, i differenti costruttori(professionisti o amatori) potevano confrontare le lorotecniche per arrivare allo stesso risultato e ciò ha datoadito a qualche scambio molto costruttivo.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 24Bamboo Journaltradotte in Italiano e in Inglese e Alessandro ha tradottoin Francese per noi.Un grande ringraziamento a tutti quelli che si sonoadoperati per rendere il soggiorno così gradevole conuna magnifica sala da pranzo decorata con gusto e conil tema del bambù. Anche i pasti sono stati impeccabili.Una esposizione di canne, di mulinelli e di pezzi magnificisenza parlare delle mosche di Terenzio che ringrazioper avere insegnato a me e a mia moglie il loromontaggio.Uno degli espositori permetteva di determinare conl’ausilio della misurazione della flessione di una canna,il tipo di coda che meglio si adatta a quella canna e perquella azione. Théo Matschewski (Danimarca) ha spiegatoil suo metodo di misurazione durante una conferenzache è stata seguita da una presentazione sul programmaRodDna a cura di <strong>La</strong>rry Tusoni (USA).Vi erano diverse canne e mulinelli a disposizione per leprove e si sono svolti diversi corsi di lancio sul grandeprato antistante. Le discussioni e i consigli non sonomancati e tutti volevano i consigli <strong>dei</strong> grandi conoscitorie professionisti.Che dire dell’organizzazione e degli organizzatori? Tuttosi è svolto senza intoppi. Le informazioni sono statePer terminare si è svolta una grande Riffa con primopremio un regalo unico dal valore inestimabile: <strong>La</strong> Cannain bambù realizzata da tutti con tanto di certificatooriginale di autenticità firmato da tutti i costruttori.Un ringraziamento anche all’IBRA e a tutti i suoi sociche ho ritrovato in Svizzera e con i quali mia moglie edio abbiamo passato <strong>dei</strong> bei momenti. Ci rivedremo aMaggio in Italia. Prometto.Tutti questi incontri di appassionati di costruzione dicanne in bambù sono ricchi di scoperte e di scambi evanno oltre tutte le barriere linguistiche e di stato sociale.Una sola passione ha riunito e unito tutti i partecipantivenuti dal mondo intero – Germania, Svizzera,Italia, Inghilterra, Svezia, Norvegia, America, Danimarca,Francia – tutti in un ambiente di fratellanza, convivialitàe distensione ed è questo quello che conta.Ho già segnato l’appuntamento nel 2010 in Italia per ilgrande gathering organizzato dall’IBRA e in Germaniadove si svolgerà il 3° Raduno Europeo di CostruttoriCanne in Bambù.Ci sarò sicuramente.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 25Bamboo JournalA Trip Up NorthItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 26Bamboo JournalThe West CoastRod Building School<strong>La</strong> tradizione californiana, il suopassato, il presente ed il futuroRick D. SorensenConsiderando la natura della pesca a mosca e la sottostantemancanza di pragmatismo, non mi sorprendeche la canna in bambù compierà il suo 200° compleanno.Un pescatore evoluto comprende certamente che ilnostro venerabile passatempo è rivolto di più alla connessionecon la natura e la tradizione che alla catturadelle trote.Questo punto di vista è ancora di più evidente con riferimentoalle canne prodotte con materiali moderni. Ilfatto rimane – la canna in bambù più pesante e conperformance comparativamente più limitate, rimanel’attrezzo di scelta per i pescatori più esperti e dotati.Questo rivela che la pesca a mosca non è incentrata sulparadigma di ciò che è meglio…ma su ciò che è giusto.In vista di questa realtà, mi trovo spesso a riflettere sudove si sta indirizzando il nostro sport, e più specificamentecome la canna in bambù si comporterà nellemani delle nuove generazioni orientate alla tecnologia.Ho attentamente considerato queste circostanze esono sicuro che la ricca varietà di collezionismo diantiche attrezzature e di costruzioni di canne in bambooè ben salda nelle mani <strong>dei</strong> giovani pescatori che sison fatti avanti per guadare insieme a noi le nostresacre acque .un’azienda che ha a che fare con antiche attrezzature dapesca a mosca. Per fare luce sul mio credo circa il nostrofuturo, vorrei condividere con voi alcune informazionistoriche che ho a cuore e che ho appreso nel nostroamato settore d’interesse.Quello che oggi è diventata - West Coast Angling Tradition(Tradizione di pesca della costa occidentale) è costituitada pescatori a mosca e rodmaker, i quali seguendoi precetti del mio Golden State, hanno innovato,scoperto e sviluppato quella che ritengo essere lamigliore scuola di rodmaker attualmente conosciuta.Questa tradizione del rodmaking è costruita sulle conoscenzeelevate e raffinate che sono state diligentementepassate da generazione in generazione. Si tratta anchedella storia di grandi maestri che a completamento delloro lascito e <strong>dei</strong> lori sogni vedono il loro lavoro e leloro innovazioni che continuano a vivere nelle mani diquelli che essi hanno meticolosamente scelto per continuareil loro lavoro.Prima con la corsa all’oro e poi con altre generazioni, laCalifornia è sempre stata un luogo ove i pionieri hannoricercato la libertà e le opportunità, i grandi spazi e lepossibilità illimitate hanno attirato persone che perloro natura sono individui creativi e lungimiranti. Que-Io ho eletto il sud della California come casa e mi occupodella West Slope Classic Fly Tackle,Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 27Bamboo JournalIniziato negli anni 20, questa era di costruzione definìle canne del Golden State. Powell e Winston quasi incontemporanea, svilupparono le tecniche dello svuotamentodelle canne che hanno ridefinito le performancedelle canne in bambù. Queste due aziende arrivavanotesta a testa per molti anni nelle gare di lancio – battendorecord per la distanza e la precisione mentrespingevano la loro arte a nuovi livelli che prima di allorasi ritenevano irraggiungibili. Sono queste canne lunghee leggere basate principalmente su taper progressiviche continuano oggi a definire le caratteristiche delWestern bamboo rod.Winston iniziò sotto la guida innovative di Lew Stoner.In seguito sfornò costruttori come Doug Merrick, GaryHowells, Tom Morgan e Glen Brackett e tutti andaronoraffinando i concetti definitivi che furono catturati,durante l’era Stoner.Negli anni 80, un costruttore poco noto - un genio pazzoide– Mik Montagne portò avanti delle innovazioniincredibili e creò quelle che senza dubbio sono le cannepiù esoteriche mai costruite. Con le sue conoscenzedell’ingegneria, balistica, fisica e informatica, questocostruttore d’avanguardia utilizzò le sue abilità tecnichee analitiche per reinventare completamente la canna inbambù. Incredibilmente, Montagne lanciò pochissimecanne classiche e lasciò che fosse la scienza empirica aessere il fattore decisivo su come una canna da moscadovesse comportarsi al meglio. Successivamente tradussequeste informazioni in un programma computeristicocomplesso che condusse il famoso pescatoreAndre Puyans a definire <strong>La</strong> Teoria Lineare di Montagne.Essenzialmente Montagne scoprì che le canne damosca agivano meglio quando il tip rimaneva su unalinea retta durante tutto il ciclo del <strong>La</strong>ncio (linea dipartenza) e quindi produsse canne eccezionalmenterapide che lanciavano facilmente <strong>dei</strong> loop di 2 pollici eche raggiungevano distanze e precisione che prima diallora non si ritenevano possibili dati i limiti naturalidel bambù.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 28Bamboo JournalIn termini di progettazione delle canne, le idee brillantidi Montagne si realizzavano con le poco convenzionalicanne rettangolari che quando paragonate a quelle convenzionalicon lo stesso volume di fibre, erano 5 voltepiù rigide sotto condizioni di sforzo dinamico. Montagneinoltre raffinò il sistema crudo di cavatura a cellesviluppato da Powell. Facendo arrivare la cavatura finoa 10 pollici dal tip top, formandola come il taper esternoed eseguendo i tagli a misure predeterminate, l’artigianoavrebbe potuto costruire alcune delle canne più leggeree rapide che i pescatori potessero maneggiare. Nonostantetutte le realizzazioni di Montagne, ci furono moltipescatori o che non erano abbastanza esperti da maneggiarele sue canne, oppure che non accettarono il suodiscostamento dalla tradizione, o semplicemente nonritenevano che il suo lavoro si traducesse in un miglioramentodell’atto della pesca. In ogni caso Montagnerimane uno <strong>dei</strong> rodmaker più influenti della California.Le sue tecniche, progettazioni e approccio hanno fattofare alla nostra arte un passo avanti. Le sue canne meritanoun tremendo rispetto.L’archetipo della Western Bamboo Rod è stata realizzatanel laboratorio El Cerrito che era condiviso da MarioWojnicki e Per Brandin. Per quasi 15 anni i due maestrilavorarono fianco a fianco, seppur separatamente e attraversole loro fatiche hanno ulteriormente contribuitoa formare l’identità del Western School of Bamboo <strong>Rodmakers</strong>.In sintesi, gli artigiani provavano i limiti dellecanne in bamboo con domande tipo: Quanto lunga?Quanto leggera? e - Come costruire al meglio una cannain bambù da mosca? Le risposte venivano realizzate incanne tipo la “positive casting 8’6” per coda 4 che pesavasoltanto 2.8 once ( circa 79 grammi). I confini dellacavatura, spessore parete e altri metodi per massimizzareil rapporto peso Potenza sono stati spinti ad oltranzae questo rese disponibili canne che fino ad allora eranoconsiderate come spingersi oltre le possibilità accettatedelle metodologie, tecniche costruttive e i limiti intrinsecidel bambù. Oltre alle performance nel lancio, Brandine Wojnicki riunirono tutti gli elementi migliori dellacanna in bamboo creando pezzi di elevate finitura chepotevano competere con il più sofisticato lavoro <strong>dei</strong>più famosi costruttori dell’est degli USA. Pur standoentro i confini delle tradizioni e la disciplina delle canneclassiche. Un lavoro di finitura esteticamente eccelsounitamente a performance ragguardevoli, hanno piazzatoBrandin e Wojnicki nella rara posizione di essere ipiù esperti e innovativi costruttori di canne in bambùche il nostro settore ha mai prodotto.Jim Reams vive sulle rive del Fall River nel nord dellaCalifornia a soli pochi metri dai flutti gloriosi della risorgivae le sue iridee mostruosamente selettive. Consvariati altri fiumi cosiddetti Blue Ribbon (ndt – nastroazzurro ovvero primi o di prima qualità) entro pochiminuti da casa, Jim è un autorevole pescatore da risorgiveche ha passato letteralmente migliaia di ore a pescacercando di risolvere i problemi delle acque moltetecniche che lo circondano. Come rodmaker, Reams haestesamente testato e raffinato e tradotto i suoi progettinella creazione di canne hollow lunghe, leggere e velociche sono superbamente adatte alla funzione per la qualesono state progettate. Per quando concerne le finiture,Jim è ritenuto uno <strong>dei</strong> più metodici e dotati artigianitra i rodmakers suoi contemporanei. Il suo talento naturaleper gli acquarelli e la sua abilità per il lavoro sopraffinoè riflesso nelle sue canne artisticamente perfette.Uno <strong>dei</strong> personaggi più affabili e amati del mondoPAM; il lavoro di Reams riflette il suo desiderio per laperfezione sia per quanto riguarda le performance chel’estetica.Tra i più promettenti ed eccitanti giovani costruttoriche lavorano con i modelli della West Coast è Erik Petersondella Linnéa Rod Company. Molti lo consideranoil futuro della costruzione delle canne in bambù.Peterson ha avuto come mentori i migliori costruttori epescatori californiani e i suoi studi hanno influenzatoprofondamente il suo lavoro. Da giovane ventenne,andò a lavorare nello shop dell’uomo rinascimentaledella pesca a mosca, Andre Puyans. Successivamenteha fatto la guida e l’istruttore presso le scuole di pescadi Puyans ed è qui ove, sotto l’occhio attento di Puyans,ha appreso le finezze della pesca e della costruzione dimosche da risorgiva.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 29Bamboo JournalNel 1995 Brandin lo assunse per due anni come apprendistanel suo shop. Durante questo periodo, Petersonstabilì un forte rapporto con il compagno di laboratoriodi Brandin, Wojnicki che continuò nella sua eduzionenelle scienze del rodmaking. Da questo punto inpoi, Peterson raffinò le proprie metodiche e taper, beneficiandodella guida del suo amico Jim Reams. Oggi a40 anni, il lavoro di Peterson rimane come testimonedella grandezza <strong>dei</strong> suoi mentori che hanno generosamenteinvestito nel suo successo.Come per i modelli West Coast, le canne Linnéa sonocave molto in alto nel tip e offrono tapers con azionimedio veloci che lanciano con grazia e autorità. Erikcostruisce canne sia quadre sia esagonali con componentifatti a mano e finiture pulite ed eleganti. Petersonlancia molto bene, è un pescatore da risorgiva formidabilee ha una perturbante propensione per la progettazione<strong>dei</strong> taper. E’ uno <strong>dei</strong> rari individui che possonotradurre le sensazioni e le descrizioni verbali in reali emagnifiche canne da pesca .Come ho indicato, se prendiamo in esame il peso delsuo talento e la guida che ha ricevuto da così tanti <strong>dei</strong>grandi pescatori e costruttori californiani, Peterson sitrova nella posizione di essere accreditato nella tradizionee nel futuro della West Coast School of Rod Makinge darà un notevole contributo al mondo del rodmaking.I tempi cambiano e le tecnologie si sviluppano comenella legge della natura, la natura umana rimane unacostante duratura. Come pescatori ricerchiamo la pacee la bellezza di un fiume da trota e molti di noi scelgonodi interagire con questo sfida spirituale utilizzando unacanna in bambù fatta a mano. Così come le foglie cadonoin ottobre e la neve si scoglie a primavera, sono consapevoleche la nostra antica tradizione è come un ciclo.Grandi maestri i quali a loro tempo erano apprendisti,porteranno avanti la nostra arte affidando il lorocontributo nelle mani di quelli che sono capaci, validi eche un giorno faranno altrettanto.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 30Bamboo JournalChasing Summer BrookiesItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 31Bamboo JournalRiflessionidi un costruttore di moscheAlberto Calzolari“Ci sono sensazioni difficili da esternare su carta, sonoquelle che toccano la nostra sfera intima <strong>dei</strong> sensi. Si faticaa spiegare un odore, un sapore, se non associandolo a qualcosadi comparabile. Quando, a volte, mi capita di averequeste sorte di dejà vù, sul fiume, con la canna in mano, nesono felice. Anzi, spero avidamente si ripresentino, le a-spetto. Sono come sciabolate di profumi, di luci, di colori,di rumori che mi riportano indietro in un tempo che, seppurnon così distante, fa già parte <strong>dei</strong> ricordi. Mi riportanoa dove tutto è iniziato. Sono i flash della memoria. Per unbreve e intenso istante riprovo sensazioni sopite da tempo,emozioni che vivevano nel cuore di un bambino e che hannodovuto ceder posto, loro malgrado, al mondo <strong>dei</strong> grandi.“Fu un amore precoce, quello con la pesca, ma non subitocon quella a mosca. Conobbi prima i galleggianti, la passata,le esche naturali. Così come le carpe, le tinche, i persicireali.<strong>La</strong> prima canna è ancora con me, anche se solo un pezzo, aricordarmi che un giorno sarei tornato a quel materiale, ilbambù, seppur in forma più nobile.Non so dire cosa mi attrasse così tanto nella pesca a moscada farmi abbandonare tutte le altre tecniche, ma di certo fula stessa cosa che continua a legarmi a lei da oltre 30 anni.Molte altre passioni hanno bruciato in me e si sono consumatenegli anni, ma mai hanno sostituito la pesca a mosca.Diciamo che l’hanno semplicemente affiancata .Ma qualcosa in comune tutte queste passioni l’hanno avutoe credo che abbia a che fare soprattutto conl’estetica e con il suo connubio con la tecnica. A guidarmiè stata sempre la necessità di sfogare la manualità eappagare il mio senso estetico. Iniziai con il modellismostatico poi passai anni a coltivare Bonsai dove laconoscenza tecnica e botanica ed il senso estetico edelle proporzioni hanno bisogno di convivere. Fui affascinatodal mondo degli acquari tanto da farci una tesidi laurea, il che non sarebbe poi così strano se non fossimostati in una facoltà di Economia. Ma degli acquarimi stregarono i giardini subacquei e le piante in generale,più <strong>dei</strong> semplici pesci. Ancora una volta per undiscorso di composizione estetica. Le regole della prospettiva,le proporzioni, il vuoto e il pieno,l’abbinamento <strong>dei</strong> colori e del differente fogliame, lecaratteristiche botaniche, tutto era importante nelladisposizione delle piante. Ancora una volta tecnica edestetica.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 32Bamboo JournalCerto che poco avevano di estetico le mie prime mosche.Pare il solito cliché, e forse i cliché nascono così,ma realmente feci i primi tentativi con i fili da cucito dimia madre e con qualche piuma raccolta qua e là. Nientelibri, niente scuole, nessun maestro che fosse lì afacilitare il compito. Certo i corsi, i video e i libri di oggifacilitano molto ma forse tolgono anche l’emozionedella scoperta, del cammino, lento, che porta ai primirisultati. E pensare che guardando le prime moschecomprate in negozio credevo che le fibre del collarino dihackle fossero montate una ad una. Poi smontai le primemosche e qualche nube cominciò a diradarsi, anchese non tutte. Avrei poi scoperto in seguito che molti <strong>dei</strong>famosi costruttori del passato ritenevano lo smontaremosche la miglior scuola possibile. <strong>La</strong> disponibilitàeconomica di ragazzetto adolescente mal si sposava coni prezzi <strong>dei</strong> materiali e delle attrezzature. Quindi i colliindiani e molta fantasia vissero sul tavolino da costruzioneper diverso tempo. A dire il vero, su quel tavolinoci avrei dovuto anche studiare e una madre semprevigile mi ricordava costantemente che non si vivevasolo di piume e pesci. Anche se poi, con il tempo, scopriiche qualche fortunato c’era pure riuscito.Arrivare alle mosche classiche da salmone, quelle daesposizione, fu molto naturale, ma non semplice. Cosìcome gli apprendisti <strong>dei</strong> giardini Bonsai di Omiya passanoi primi anni unicamente ad innaffiare le pianteper meglio entrare con queste in confidenza, così ilmio cammino verso le salmon flies passò attraversomigliaia di mosche da pesca, di tutti i tipi, con tutti imateriali disponibili. E non ci fu miglior scuola di questa.Solo la pratica rende perfetti anche se la perfezionenon sarà mai raggiunta. <strong>La</strong> perfezione appartiene aDio. E questo vale per ogni attività, che si pialli unlistello di bambù, che si montino due ali su una moscao che si lanci tra due correnti opposte.Con le mosche da salmone fu come rimettermi in gioco,ripartire da zero, una nuova sfida. E in tutto questocon la possibilità di raggiungere il massimo, nell’artedella costruzione, in fatto di tecnica ed estetica. Lemani che si muovono quasi automaticamente, le ditache sanno comunicare tra loro in perfetta sintonia egli occhi e la mente che dirigono.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 33Bamboo JournalE per fare ciò la mente si libera da altri pensieri. Lotrovo un perfetto esercizio di concentrazione e rilassamento,forse un tantino Zen.<strong>La</strong> costruzione di mosche da salmone da esposizioneesce dagli schemi e dalle tecniche usati per qualunquealtro tipo di mosca da pesca. <strong>La</strong> cura del particolarediventa importantissima, la conoscenza e la selezione<strong>dei</strong> materiali raggiunge i massimi livelli e la manipolazionedegli stessi e la loro applicazione all’amo si puòdefinire maniacale.Non a caso il Bonsai trova la sua massima espressionein Giappone (pur essendo nato in Cina) mentre peracquari e pesca a mosca questo paese è uno <strong>dei</strong> mercatipiù importanti dopo gli Stati Uniti e ha dato i nataliad alcuni <strong>dei</strong> migliori paesaggisti acquatici e a bravissimifly tyers. Così pure, prima ancora di essere attrattodalle canne da pesca in bambù fui stregatodall’essenza botanica e dal largo uso che tutti gli orientaline fanno. Giapponesi e Cinesi per primi vivonouna sorta di simbiosi con il bambù, ne fanno attrezzi,utensili o oggetti d’arte.Queste mosche mi fecero scoprire anche un altro a-spetto che forse era stato solo sopito e in attesa di rivelarsi.<strong>La</strong> tradizione. Le mosche da salmone sono statela chiave che ha aperto il mio essere tradizionalista. Intutto questo il Giappone è il paese che forse mi hainfluenzato maggiormente. Qui convivono tradizione,tecnica ed estetica in molti aspetti del vivere quotidianoe non solo nell’arte e nell’artigianato.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 34Bamboo Journalsensazioni, perché si venga attratti da cose passate.Forse , nel mio caso, può avere a che fare con la consapevolezzao meglio, con la convinzione, che la Bellezzastia abbandonando il nostro mondo odierno. In tutti isensi.Col tempo ho iniziato ad avere coscienza di questo crescendodi attrazione per la tradizione. Certo è biologicamentepiù probabile che ciò accada con il passaredegli anni ma non sono propenso ad associarlo conl’invecchiare quanto piuttosto con l’acquisire esperienzae con la saggezza che il passare degli anni porta conse.Ernest Schwiebert scriveva che dopo settant’anni avevafinalmente capito perché pescava: per la Bellezza,quella di cui è intrisa ogni parte della pesca a mosca.Adoro questa affermazione. E ancora una volta rafforzail mio pensiero che questa pesca ha molto più a chefare con l’estetica che con il prender pesci. Nel miomodo di vedere la pesca a mosca tutto è intriso di bellezza,il volteggiare delle code, il volo delle effimere, lemosche e le piume, le canne, lo scorrere dell’acqua, isuoni e i profumi degli ambientiPoi è sempre difficile spiegarsi il perché di certeItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 35Bamboo JournalSe fosse solo stato per il prender pesci avrei potuto abbandonareda tempo il mio cammino con le salmonflies. Quelle a cui dedico ore ed attenzioni sono nate peressere ammirate e incorniciate e mal si addicono adessere legate ad un finale , non fosse altro per il costo avolte elevato delle piume e <strong>dei</strong> materiali usati. I materiali,un virus che infetta un uomo già malato. Sonoletali. <strong>La</strong> loro ricerca diventa un hobby nell’hobby. E tifa scoprire un mondo che non pensavi esistere.Se mi venisse chiesto quale è stata la cosa più premiante,più soddisfacente nel costruire mosche da salmonenon avrei dubbi sulla risposta. L’avermi permesso dientrare in contatto con così tante persone in ogni partedel mondo. Non per sfamare gli istinti dell’ego ma piuttostoquelli del cuore e della mente. Anche questa èbellezza.Gli inviti alle manifestazioni italiane e internazionalihanno sfamato i primi, nella maniera più umana possibile,ma l’aver conosciuto e frequentato nuove personeha dato gioia interiore e ha contribuito più di ogni altracosa alla mia crescita e conoscenza.Il mio lavoro, con il continuo peregrinare in giro per ilmondo, ha aiutato tutto questo. <strong>La</strong> conoscenza dellelingue e una costante propensione a socializzare e aparlare, a volte in maniera logorroica, hanno fatto ilresto .Negli ultimi anni si è assistito ad un crescendo di interesseverso le mosche classiche e da salmoni da parte dicostruttori di ogni parte del mondo. In ogni continente,dall’Asia all’Australia, dagli Stati Uniti al Sud America enaturalmente in Europa, ho avuto il piacere di instaurarerapporti di amicizia con qualcuno di loro.Da ogni persona, famosa o meno, che ho avuto la fortunadi frequentare ho cercato umilmente di carpire qualcosa,suggerimenti, consigli, storie e anche solo emozioni.Occhi e orecchie sempre aperti e l’umiltà di rispettarela maggiore esperienza credo siano alla base diogni cammino conoscitivo e di studio. Ed è un camminoche non finisce mai. Paul Jorgensen una volta disseche “il fly tying è una scuola alla quale non ci si diplomamai”.Piacevole poi è stato scoprire la semplicità e genuinitàdi personaggi che facevano un tempo parte <strong>dei</strong> miei“eroi”. Quelli di cui leggevo sui libri e sulle riviste. Questefrequentazioni mi hanno insegnato, tra le tante cose,a guardarmi indietro e a non dimenticare da dovesiamo venuti e il cammino che qui ci ha portati .Poi, come l’ultima casella di un puzzle, anche le cannein bambù hanno trovato una loro naturale collocazione.Quasi fossero un vestito fatto su misura. E ancorauna volta uniscono tecnica ed estetica con il caloredella tradizioneSalmo AmabilisFor IBRAItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 36Bamboo JournalE’ come per gli apprendisti <strong>dei</strong> giardini Bonsai descrittisopra. L’unica attività che gli è concessa durante i primianni è l’annaffiatura e la pulitura <strong>dei</strong> vasi. Una imposizioneapparentemente inutile e dispotica che in realtàobbliga gli apprendisti ad assimilare concetti estetici etecnici attraverso la continua osservazione.Maneggiare queste canne da un sottile piacere tattile evisivo. Se queste poi sono canne d’epoca allora si aggiungeil sapore del passato, il pensiero delle mani cheun tempo ne plasmarono la bellezza, mani di artigianisolitari o di lavoratori salariati. E capita di chiedersi achi mai appartennero tanti anni prima, chi fecero sognaree da quali acque furono bagnate. Quasi mai siriesce a rispondere a queste domande e quindi nonresta che portarle con se sul fiume per far ciò per cuifurono costruite. Ammirare le sezioni di una bella canna,appoggiata sulla propria fodera, con l’odore dellavernice, la bellezza delle legature e <strong>dei</strong> particolari, haun vago sapore mistico .Sono enormemente attratto dal rod making, devo ammetterlo,ed è solo per una questione di tempo disponibileche ancora non mi sono lasciato andare a questaavventura. Le frequentazioni con gli amici dell’IBRA econ il caro Marco Giardina sono uno stimolo enorme acui però devo resistere. Ci sono in qualche modo similitudinicon il montare mosche da salmone, l’applicazionedelle sete, le sete stesse, la rifinitura e la cura delparticolare. Per il momento mi limito a prendere confidenzacon alcune tecniche di restauro delle canne antiche.Credo sia un buon esercizio per abituare occhi emani a trattare con il materiale e con tecniche che sarannopoi applicabili al processo costruttivo di una cannacompleta. Le legature, la riparazione delle ferrule, laverniciatura. Maneggiare canne datate, non necessariamente<strong>dei</strong> pezzi da museo, credo aiuti a creare nellanostra mente quella propensione per l’eleganza delleproporzioni e <strong>dei</strong> particolari.Esattamente come avviene con le mosche classiche e dasalmone. Niente è più utile che studiare e imprimerenella mente lo stile e le proporzioni classiche delle moscheantiche, ovviamente quando è possibile averne adisposizione. I libri poi, ancora una volta, affiancano ecompletano il processo di crescita.Le canne in bambù, come le mosche classiche, richiedonoun approccio mentale di un certo tipo e il processodi apprendimento e di perfezionamento delle tecnichedi costruzione è composto da tappe obbligate.L’opposto del concetto del tutto e subito al quale lenuove generazione rischiano di abituarsi. Siamonell’era dell’”esperto istantaneo”, <strong>dei</strong> quattro salti inpadella, della mediocrità in busta chiusa, della plasticae delle “K” nell’italiano scritto sui messaggi. <strong>La</strong> pesca amosca merita di non essere chiamata nel linguaggio daforum come un supermercato e tanto meno come unafamosa bagnina americana. In effetti di PAM ricordopiù volentieri il costumino rosso.Credo quindi che le canne in bambù aiutino a tornarealla “bellezza” e all’apprezzamento del valore intrinsecodella pesca a mosca e di tutti i suoi aspetti.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 37Bamboo JournalCredo ci siano cose che non devono necessariamentesubire un continuo processo di cambiamento. Cose chenon devono per forza sottostare alle leggi dello sviluppoe dell’innovazione imposta. Soprattutto e specialmentequando questa innovazione è dettata da leggi di mercatoe di profitto.<strong>La</strong> pesca a mosca, presa a tutto tondo, a 360°, è unmondo fatto di infinite sfaccettature e tutte con il lorofascino. Non riesco a individuare nessun altra attivitàumana nella quale convivano, si intersechino e si sposinoalla perfezione l’atto sportivo e fisico, la tecnica, laconoscenza scientifica, seppur elementare, a livelloentomologico, ornitologico e ittico, l’arte e l’artigianato.Non credo che esista, e non sono il primo a dirlo,nessun altro sport o attività alla quale siano stati dedicaticosì tanti libri e studi. Se poi così non fosse, mipiace ugualmente pensare che così è..Ad Ernest Schwiebert -mi piace citarlo- venne chiestodurante una cena al Museo <strong>dei</strong> Catskill cosa fosse cosìimportante da rendere la pesca a mosca tanto meravigliosa.<strong>La</strong> sua risposta fu ….”tutto”.<strong>La</strong> mia intima speranza è che la pesca a mosca rimangaancorata ad un certo tradizionalismo e che sia prima diogni cosa filosofia, cultura, stile, estetica ed etica.Altrimenti rischierebbe di ridursi solo ad un altro modoper prender pesci.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 38Bamboo Journal<strong>La</strong>te in The Angler's SeasonItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 39Bamboo Journal<strong>La</strong> Super MarvelDi Roberto NataliDopo la Marvel di Hardy ritorno in casa Pezon et Michelper parlare della sua antagonista la “Super Marvel”.Se in Inghilterra “The Marvel” esprime l'englishold style in Francia “Le Marvel” diventata dopo pocotempo “Super Marvel” esprime i moderni canoni dilancio e nasce dalla collaborazione di Charles Ritz conHans Gebetsroiter.Charles Ritz, fedele frequentatore della mitica Traundi Gmunden, conosce dalla fine degli anni trenta il giàfamoso guardiapesca Hans Gebetsroiter e la sua tecnicadi lancio parlandone diffusamente nel suo libro AFly Fisher's Life.Quando la Pezon et Michel sotto la sua guida lancia laserie di canne Super Parabolic PPP (puissance pendulaireprogressive= potenza pendolare progressiva),ognuna firmata da un gran pescatore dell'epoca, sottole indicazioni di Hans Gebetsroiter vengono realizzateben due canne “Le Marvel” e la “Traun” destinate asostituire la Baby-Zéphir e la Zéphir dedicate a TonyBurnand.Nel 1959 vede la luce la Super Parabolic PPP “Le Marvel”di 7 piedi, coda 5, che non incontra un gran favoredi mercato perchè troppo “rapida” per l'epoca e cosìdopo due anni nel 1961 esce un modello rivisitato la“Super Marvel” di 7 piedi e 2 pollici, coda 5.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 40Bamboo Journal<strong>La</strong> Super Marvel ha un ottimo successo, rimanendo incatalogo dal 1961, in ogni periodo d'attività del marchio(fino al 2004-5) ed è sicuramente una delle cannepiù rapide di tutta la produzione Pezon et Michel.Nei cataloghi Pezon et Michel viene presentata comecanna destinata esclusivamente alla mosca secca e concapacità di lancio a 22 metri di distanza.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 41Bamboo JournalA conferma che trattasi del solito modello ricordo cheentrambe le Marvel di Pezon et Michel hanno la referenzanumero CS262 inoltre se possedete una Pezonet Michel e desiderate identificarne l'epoca può interessarvisapere che la Marca ha cambiato diverse volteil sistema di numerazione delle canne e con differenziazioneanche tra serie di canne, con buona approssimazionepossiamo indicare che:-Le canne costruite prima del 1970 hanno un codicecomposto da una serie di numeri che indicano giorno,mese, anno e numero progressivo di fabbricazione(codice GGMMAAnn°)cosi ad esempio una SuperMarvel con il numero 15106510 indica la canna fabbricatail 15 ottobre 1965 n. 10.-Le canne costruite dal 1970 alla metà degli anni 1980ed in genere tutte le PPP hanno un codice compostoda anno 1° cifra, numero referenza, lunghezza, anno2° cifra (A,n°ref,piedi,A), cosi ad esempio il codicenumero 7262725 (7/262/72/5) indica una canna SuperMarvel (CS262) di 7'2”, costruita nel 1975.- Le canne costruite nell'ultimo periodo dal 1999 al2003, dove il marchio Pezon et Michel è stato di proprietàdi Francoise Hue, riportano semplicemente unnumero progressivo così che la mia Super Marvel hasemplicemente il numero 678.- Dopo il 2003 il marchio Pezon et Michel è stato cedutoda Francoise Hue alla Sensas mantenendo per setutta l'attrezzatura ed il magazzino per la produzionedel refendù. Dal 2003 al 2005 la Sensas ha mantenutoa catalogo la produzione del refendù (cambiandone icodici di produzione: nel catalogo del 2004 la SuperMarvel è prodotta con una strana misura di 7'3” conreferenza 99700) con canne prodotte in esclusiva daFrancoise Hue poi la produzione è cessata nuovamente.Attualmente Francoise Hue, mantiene solamenteun reparto di restauro per le canne in bambù.-Le canne costruite dalla metà degli anni 80 in poihanno un codice composto da anno, mese, numeroreferenza (AAMMn°ref), ma anche solo l'indicazioneanno e mese così ad esempio il codice numero8612262 indica una canna Super Marvel costruita nelmese di dicembre 1986.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 42Bamboo JournalPassiamo ad analizzarne le caratteristiche.Super Marvel (1961-2003 codice cs262)Lunghezza piedi 7'2'' (cm.218,5), coda # 5 pezzi 2 differenziaticon cimino doppio.Impugnatura tipo Ritz con portamulinello in alluminioanodizzato color bronzo.Legature colore verde con rinforzo e bordino di finiturarosso.Anellino fermamosca con numero di serie nello spaziodella legatura e bandierina francese poco sopra.Anello di partenza e punta (stripping guide e tip) incromo duro,Anelli intermedi a serpentina bruniti.Ghiere brunite.Le canne costruite negli ultimi anni erano fornite anchedi un solo cimino mentre la produzione più anticaera tutta con doppio cimino.Fodera rosso o arancione e tubo in alluminio coloreverde poi in pvc verde o grigio, ricoperto da un foderoin stoffa colore beige con stemma della casaRoberto NataliCollezionista di canne in bamboo e Rodmaker vive elavora a Capannori (LU)Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 43Bamboo JournalPlanning A Summer TripItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 44Bamboo Journal“The IRP Project”A Bamboo Rod for the Italian Casting StyleMarco O. GiardinaPer raccontare questa storia bisogna tornare indietro nel tempo, alla seconda metà deglianni ’70. Fino ad allora lo stile di pesca nel nostro paese era fondamentalmente indebito con la tradizione inglese, ma ancora più con quella francese.Le canne di qualità usate dai pescatori erano essenzialmenteHardy e Pezon et Michel. <strong>La</strong> tecnica di casting,molto classica, era quella che meglio si esprimeva conquelle canne, paraboliche od ad azione inglese.Pochi pescatori si erano rivolti alla tecnica di castinginventata da Hans Gabestroiter, la cosiddetta tecnicaaustriaca, conosciuta negli USA come Belgian CastingStyle, ed alle canne di Brunner.Ma queste canne e la relativa tecnica d’uso erano alloraconsiderate “brutali” e non hanno mai avuto molti estimatori.Alla fine degli anni ‘70 appaiono in Italia le prime cannein carbonio. Leggere, facili da usare, capaci di prestazionisuperiori, subito hanno successo ed in brevescalzano dal mercato il bamboo.I costi si abbassano e molti giovani si accostano al flyfishing. Si tratta comunque di canne lunghe, con co<strong>dei</strong>mportanti (5/6) adatte a fiumi di dimensioni rilevanti.<strong>La</strong> tecnica di lancio deriva da quella degli anni precedenticon opportuni adattamenti.Il difetto di queste canne è che male si adattano allanatura <strong>dei</strong> fiumi italiani.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 45Bamboo JournalSono canne lunghe ed hanno bisogno di spazio. I fiumiitaliani, salvo pochi posti nella pianura del nord-estcome il Brenta, l’Adige ed il Tagliamento che ricordanoper dimensioni i grandi fiumi del West, sono piccoli,spesso stretti torrenti e sempre con le sponde fittamentecoperte da alberi e macchia.E’ inevitabile: il territorio italiano è per il 60% circa unterritorio di montagna.È a questo punto che compare sulla scena Roberto Pragliola.Roberto è una figura carismatica nel mondo delfly fishing italiano. Scrittore, columnist, progettista dicanne, direttore di riviste, ha dato nuovo senso alletecniche di pesca e di casting in Italia, ideando la TLT –Tecnica di <strong>La</strong>ncio Totale. Un personaggio consideratoda alcuni fastidioso, da altri indispensabile. Non lasciaindifferenti: o lo si ama o lo si odia.Comunque senza di lui il corso del fly fishing in Italiaavrebbe preso un’altra strada. Roberto Pragliola è natoa Firenze, ma durante la WWII si trasferì con la famiglia,per rimanervi molti anni, a Fiumalbo, un villaggiodell’Appennino, in una zona montagnosa nel nord dellatoscana, fitta di boschi e ricca di torrenti, senza pescatorivenuti dal piano e dalle città. Boscaglia fittissima epoco spazio per il lancio, acque chiarissime e trote sempreall’erta: uno di quei posti dove il lancio si affina inun’arte, arte difficile e solo per i più creativi e dotati .Questa è stato il campo da gioco del giovane Pragliola,la scuola di formazione dove ha visto la possibilità diimmaginare un nuovo modo di affrontare il lancio perrispondere alle esigenze ambientali del nostro paese.Nei primi anni ’80 questa tecnica si era affinata e cominciavaad essere conosciuta con il suo nome: TLT.Nel 1984 pubblicava il suo testo fondamentale“Mosche e trote per acque veloci”: per la pesca a moscaitaliana fu uno choc. Sovvertiva la tradizione eprospettava un modo nuovo di affrontare il casting ela tecnica di pesca.I punti fondamentali erano canne corte, capaci di lanciarecode leggere – 3 o massimo 4 – a velocità elevatissimee con code tese. <strong>La</strong>nci estremamente tecnicicapaci di “infilare” una mosca a 45 piedi di distanzasotto i cespugli delle rive dove bolla la trota, con 10” dispazio fra vegetazione ed acqua.Per l’epoca fantascienza!È a questo punto che si apre la forbice che distanzia esepara il lancio italiano dal bamboo. Le canne presentiin commercio non hanno e non possono avere caratteristicheadatte alla TLT, né è possibile costruirne diadatte. In Italia non c’è una tradizione di artigiani chepossono seguire questa strada.È l’ovvio trionfare del carbonio.Sul numero 14 di Art of Fly Fishing viene pubblicatoun interessante articolo rivolto alla Hardy e a CharlesHardy, l’ultimo della famiglia ad aver fatto parte delladitta. A pagina 54 una foto con Mr. Hardy a capotavolain occasione di una cena con amici. Mr. Hardy gesticolaplatealmente mimando un lancio e la didascaliadice < Here he demonstrates the Italian’s castingstroke…quick, quick, quick…”But the Norvegians” hesaid, “are slow, slow, slow…” with most other nationsfitting somewere between.>Ormai il lancio TLT è uscito dai confini italiani.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 46Bamboo JournalCerto, chi non ne conosce la tecnica e si trova per laprima volta a provare canne e il lancio TLT può ancheconsiderarlo atroce, al limite del pericoloso, ma, credetemi,non c’è nulla di più spettacolare che osservate unbravo caster TLT in azione. Siete in presenza di un gestoatletico, non dissimile dalla prova di un ginnasta.Talvolta sul fiume mi capita di vedere un lanciatore digrande stoffa e qualità.A quel punto preferisco smettere di pescare e mi fermoad osservare l’ ”artista”.Nel 1987 Roberto Pragliola fonda la SIM – Scuola ItalianaMosca – che in venti anni sfornerà centinaia dipescatori capaci di utilizzate al meglio la sua tecnica e asua volta da questa scuola nasceranno altre scuole chemoltiplicheranno la diffusione della TLT.Ma gli anni ‘80 sono anche gli anni in cui in Italia l’usodelle canne in bamboo si dissolve. L’importazionedall’estero praticamente è azzerata, E’ l’imperiale etotalitaristico trionfo della grafite. Le canne in bamboosono relegate al ruolo di oggetti museali e da collezionismo.Eppure, in contro tendenza, negli altri paesi europei siè cominciato a leggere ed a studiare “ A Master's GuideTo Building A Bamboo Fly Rod” di Hoagy CarmichaelJr ed Everett Garrison e nascono piccoli laboratori dirodmaking, artigianali, spesso hobbistici, ma sono isemi da cui scaturirà anche in Europa il Rinascimentodel Bamboo Rodmaking.Negli USA la situazione è diversa. Il bamboo rodmakingnon è mai morto. Si può dire viceversa che si è“asciugato e raffinato” come un buon formaggio messoItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 47Bamboo JournalSono sparite le grandi produzioni di massa, e, paradossalmente,si è innalzata la produzione di alta qualità –T&T, Winston per dire alcuni nomi – e si è affermatoun artigianato – one man shop – che ha spinto le cannein bamboo ai livelli più alti. Non è errato dire che ilrodmaking dalla fine degli anni ’80 ha raggiunto il suomassimo livello, ben oltre la “Golden Age Era” dellaprima metà del secolo scorso.Oggi assistiamo ad una crescita ancora più vorticosadel bamboo rodmaking in tutto il mondo. Canne dieccezionale qualità nascono in ogni continente: il Giapponeha raffinatissimi costruttori che coniugano tradizioneartistica e funzione. Il Sud America, seppure conpochi artigiani, sa farsi apprezzare nel mondo. Nonmanca l’Australia ed il Sud Africa. Il Nord America el’Europa esprimono grandi rodmakers.Varrebbe forse la pena di soffermarsi su alcuni elementiche sembrano essere diventati caratterizzanti in relazionea questo momento storico nella costruzione dellecanne. Le canne del passato, della Golden Age, erano,anche quelle di più alta manifattura – Payne, Leonard,Garrison, etc.- canne da pesca. <strong>La</strong> funzione era preminentesulla forma.Oggi rispetto a questo assioma sembra di assistere aduna rivoluzione copernicana: la necessità di soddisfarela “forma”, intesa nell’aspetto formale/estetico dellacanna, è diventato se non preminente, perlomeno essenziale.<strong>La</strong> “forma”, coniugata come ricerca estetica, è diventatala discriminante fra canne di alta manifattura e canne“normali”.Ed anche sull’aspetto formale si è in presenza di antinomieformali che trovano entrambe giustificazioniall’interno dell’universo Rodmaking.Andiamo dalla opulenza e ricchezza di particolari dicanne come quelle create da Jeff Hutton e Jeff Wagnerper la serie Presentation – solo per citarne alcuni - chericordano i virtuosismi estetici del barocco secentesco,la sensuale pittura di un Guido Reni eGian Lorenzo Bernini con il rincorrersi delle formearchitettoniche, alla essenzialità tutta propria di autoricome Bjarne Fries e Per Brandin che ci riportano allaestetica di un Alvar Aalto, di Gropius e della sua Bauhaus,di Marcel Breuer e della sua sedia Wassily – unodegli oggetti d’arredo più belli ed essenziali mai creatodal design modernista. Forse la comune origine nordeuropeadi Fries e Brandin li porta a questa convergenzaessenzialistica di forme.Grandi realizzazioni sono associabili a rodmakers tesialla realizzazione di manufatti irreprensibili su entrambele sponde dell’Atlantico, dove la cura realizzativa sisposa con una ricerca estetica originale e capace di distinguerel’unicità dell’artista/artigiano.James Reams, M. D. Clark, Aroner ed le museali realizzazionidella Tom Morgan Rodsmiths, per citarne alcuni,rappresentano con decisione il mondo statunitensedel bambooIn Europa, nomi come Rolf Baginski in Germania, E-dward Barder e Tom Moran in UK, Gabriele Gori inItalia, Ger Vroomen in Olanda indicano la strada dellagrande qualità estetica e formale al Vecchio Continente.Un discorso più complesso e problematico nasce se siosserva lo sviluppo <strong>dei</strong> tapers e dell’azione delle canne.Qui il discorso diventa complesso e credo debba fareriferimento alle diverse tecniche di casting e di pesca<strong>dei</strong> vari paesi dove si sta sviluppando il rodmaking.Il fascino e l’autorevolezza <strong>dei</strong> tapers “classici” – perintenderci <strong>dei</strong> Payne, Dickerson, Garrison e l’elencopotrebbe proseguire – anche a distanza di 30 e più anni,ma talvolta oltre i 60, è rimasta intatta.Credo di non sbagliare se dico che su cento tapers sceltida rodmakers per costruire una canna, il 95% comprendetapers storici, e che solo il 5% siano tapers nuovio elaborazioni realmente nuove di tapers storici.Certo, questa è una scelta assolutamente condivisibilee apprezzabile, considerando che in più di un secolo dibamboo rodmaking sono state testate e risolte inItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 48Bamboo Journaltermini di taper tutte le possibili situazioni e condizioniambientali e geografiche di pesca.Esiste un taper per tutte le stagioni, per parafrasare iltitolo del film di Fred Zinnemann. Non vi è fiume, pesce,condizione atmosferica, mosca, tecnica di pesca,per la quale non sia stato studiato un taper. Taluni affermanoche sul versante del taper non ci sia più spazioper l’innovazione, mantenendo ferme le tecniche costruttiveed i materiali.E’ vero?Non credo.<strong>La</strong> mente umana è così ricca di inventiva e risorse cheogni limite per essa diventa una sfida da superare.Questa volta la sfida era costruire una canna in bambooche potesse essere usata nella Tecnica di <strong>La</strong>ncio Totale.Nel 2005, a luglio, un piccolo gruppo di amici decidonodi costituire l’IBRA – Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association– con lo scopo di diffondere il Bamboo Rodmakingin Italia e creare un punto di riferimento per i rodmakersgià in attività.L’iniziativa ha un successo inatteso. Viene offerta unasede permanente a Sansepolcro. Nel giro di due anni isoci diventano sessanta. Vengono organizzati tre Gatheringnazionali, due corsi per nuovi rodmakers e lapresenza dell’IBRA diventa costante in tutti i fishingshow italiani.Per il 2008 è programmato il primo Gathering Europeocon gli organizzatori <strong>dei</strong> gathering svizzeri e tedeschi.<strong>La</strong> verità è che tutto ciò accade quando la domandaincontra l’offerta.In Europa, ed in particolare in Italia e nei paesi dilingua tedesca, c’è una forte voglia di vedere il Fly Fishingnon solo come un modo per prendere pesci, masoprattutto come uno stile di vita. Uno stile di vitameno legato al consumismo, meno schiavo dell’“Ultima Novità”, più riflessivo ed attento, sciolto dalvincolo materialistico che ha come scopo quello dispingere la mente umana al consumo e alla dipendenzadai beni materiali. E se è pur vero che l’ “oggetto” èindispensabile per l’ “azione”, questo viene visto nonpiù come bene disposable, ma come bene duraturo edi valore per la sua qualità intrinseca e costruttiva eperché oggetto di artigianato, fuori dalle produzioni dimassa. Si può tranquillamente dire che si è venuto acreare un nuovo mercato, all’interno del Fly Fishing,più consapevole e meno succube del consumismo.<strong>La</strong> canna in bamboo è certamente un elemento chesegna il distacco fra un “prima” ed un “dopo”.<strong>La</strong> canna in bamboo, pur venendo dal passato, riscrittain una visione odierna diventa simbolica di unanuova idea di Fly Fishing e riesce a chiudere un divariosolo apparentemente incolmabile fra la Golden Agee l’epoca contemporanea.L’incontro dell’IBRA con Roberto Pragliola è casuale.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 49Bamboo Journal<strong>La</strong> comune presenza al Fishing Show di Verona nelfebraio 2006: l’animo toscano di Pragliola non puòresistere dal commentare in maniera salace i Portatoridi Legnetti, e ovviamente l’inevitabile sfida a provare iLegnetti.<strong>La</strong> sua sorpresa di fronte a <strong>dei</strong> tapers moderni è palese.L’invito di partecipare come ospite al Gathering di giugnoè accolto con entusiasmo e durante il Gatheringnasce l’idea di progettare insieme un taper ed una cannaper il lancio italiano.Così inizia l’avventura.Per evitare di muoversi nello spazio della teoria, si decidedi chiamare a raccolta i rodmakers italiani e le lorocanne, provarle e analizzare i taper di quelle che megliosi prestano per il lancio di PR.Ad Empoli, qualche chilometro a nord di Firenze, in uncampo di tiro con l’arco, sul finire dell’autunno, si trovanoriunite una ottantina di canne in bamboo.<strong>La</strong> regia e lo studio <strong>dei</strong> tapers è ovviamente affidata aGabriele Gori, che oltre ad essere il presidentedell’IBRA, è anche ingegnere strutturale e raffinatorodmaker insieme a Giovanni Nese, anche lui ingegnere.A marzo, sulle elaborazioni di Gori, sono pronti 8 prototipisu due tapers elaborati: per ogni taper sono statepredisposte una modello con ferrule in N/S, una conferrule in bamboo, e per ciascuna di queste la versionecon butt più corto del tip.Le canne sono testate con cura e si opta per una cannada 7’ 2” per coda 3, in due pezzi uguali, si opta per leferrule in bamboo studiate e disegnate da Alberto Poratelli,in Italia guru riconosciuto di questa specialità, evengono apporte ulteriori modifiche del taper rispetto aquello scelto nei tests. <strong>La</strong> fiamma tura esterna TurtleStyle è studiata e realizzata da Giovanni Nese.A giugno, nel corso del IBRA Gathering, vengono presentate4 canne con leggere differenze di misure fraloro. Ad agosto il round finale: il taper è definito, lo“stile” estetico è definito. <strong>La</strong> canna sarà fiammata conun effetto tartarugato, legature trasparenti, porta mulinelloin amboina down-locking. Ne vengono fatti 4 e-semplari, uno rimane a Roberto Pragliola, uno è donatoal Museo della Pesca a Mosca che ha sede a Castel diSangro, uno resta all’IBRA ed il quarto è il premio dellariffa che si è svolta durante il World Tuscany Open –WTO nel 2007, il contest internazionale di fly tayingche si tiene ogni due anni a Sansepolcro ed Arezzo. Allamanifestazione è presente un vero parterre du roi, ilmeglio del fly fishing italiano ed una bella fetta diRoberto Pragliola le prova tutte, con una prima selezione,una seconda, ed infine al terzo passaggio, oramaiquasi alle soglie della notte, sceglie tre canne che siavvicinano al suo stile. Tre canne di 7’, ad azione dipunta, veloci come il vento. Una di esse con ferrule inbamboo, che trovano un feeling particolare con lo stiledi Pragliola. Dai tapers di queste canne si partirà perarrivare alla stesura finale del taper IBRA/Pragliola.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 50Bamboo Journalpersonaggi internazionali del calibro di A.K. Best, AlCaucci, Hans Van Klinken, John Randolph, Bill Harms,solo per citarne alcuni .Ed è durante questo evento, il 22 settembre, che lacanna IRP viene presentata al pubblico. L’effetto puòessere definito senza dubbio dirompente.Da un lato il fatto che Roberto Pragliola mostri di accettarela logica del bamboo per la sua tecnica TLT,sembra ad alcuni che lui abbia compiuto un atto eretico,sbalorditivo. Dall’altro tutti quelli che riescono aprovare le canne IRP rimangono colpiti dall’azione“moderna” della canna, che nulla concede al conservatorismoed alla nostalgia del passato, e porta molti sichiedersi se per anni non si sia perso qualcosa nelladisperata ricerca della novità, dell’Alto Modulo, dellaprestazione esasperata, del tecnologico a tutti i costiNegli Stati Uniti, sui forum specializzati, si sta aprendoun interessante dibattito sui prezzi delle canne in bamboo.Il punto che viene evidenziato è che attualmente viè una propensione all’acquisto di beni, considerati noneffimeri, e che viceversa hanno tutte le caratteristichedel disposable, posti sul mercato a prezzi non banali:plasma tv, electronic music players, laptop computer,telefoni cellulari, video game systems,. Tutti questi benihanno in comune un elemento base: nel giro di dueanni saranno obsoleti e dovranno essere sostituiti.Ma l’acquisto di questi beni non crea all’acquirentealcun “senso di colpa” per aver comperato beni costosiche hanno in sé, insita, una vita operativa breve.Viceversa l’acquisto di una canna in bamboo, pur fatta,ovviamente, da un pescatore che la userà per buonaparte della stagione e per molte stagioni , crea unaItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 51Bamboo Journalsorta di disagio psicologico di fronte alla rilevanzadell’acquisto e del suo costo, che pure, mediamente,non è superiore ad un plasma tv o ad un computer dimarca. Eppure una canna in bamboo ha una vita operativache può ragionevolmente raggiungere i 100 anni,solo facendo una ordinaria manutenzione.Questo che cosa significa? Forse The Power of CarbonFibers ha chiuso un suo ciclo?Non scherziamo! <strong>La</strong> produzione in grandi numeri nonpuò che essere appannaggio delle produzioni di cannein grafite. <strong>La</strong> costruzione di cannein bamboo è ovviamente unaproduzione di nicchia. Una produzioneadatta a soddisfare particolariesigenze ed un pubblicoparticolarmente esigente sia sulpiano estetico, che sulla personalizzazionedell’azione di lancio.Infatti per realizzare la IRP sonostate costruite nell’arco di unanno 15 canne con differenzestrutturali e differenze nellemisure. Realizzare la stessa operazionecon il fine di fare unacanna in carbonio avrebbe comportatocosti insostenibili se nonItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 52Bamboo Journala fronte della produzione commerciale di un rilevantenumero di canne.Il bamboo è l’unico materiale che permette di fare cannecon differenti caratteristiche di lancio e con virtualmenteinfinite variazioni. E’ possibili apportare ad ognitaper modifiche che permettano di adattare le sue caratteristichealla soggettività dell’utilizzatore. Non èpoco!Ma ancora, costruire con il bamboo permette al rodmakerdi trasferire sulla canna il suo sentire, la suafilosofia dell’essere, le sue aspettative.Permettetemi di citare un breve brano da un saggioscritto da uno <strong>dei</strong> più grandi rodmakers, Tom Morgane pubblicato ad ottobre di quest’anno su Power Fibers:“The last thing, and probably the least considered butmaybe the most important, is that the rods shouldreflect your philosophy of life and living. I believestrongly that your life and what you do should be inbalance so you are at ease with the rods that youmake, there is harmony in your life, and when youare enjoying time on the stream with one of yourcreations you have a warm feeling about it and theenvironment. The rod should have a harmony otherswill feel when they cast and fish it.”In particolare nella IRP si cela lo sforzo di una ricercaindirizzata verso nuovi modi di concepire il rapportofra pescatore , azione e strumento. Un ponte fra unaconcezione costruttiva apparentemente oramai superatadalla tecnologia ed il riappropriarsi di saperi antichie solidi e rivitalizzarli in una ottica moderna ed attualissima.<strong>La</strong> versione originale del taper con ferrule in bamboo èpubblicata sul sito dell’IBRA in .pdf ed è scaricabile ahttp://www.rodmakers.it/IRP/taper7232.pdf<strong>La</strong> versione con ferrule in N/S può essere trovata neldata base di RodDNA di <strong>La</strong>rry Tusoni ver. 1.201 come:Italian Guild IRP7232Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 53Bamboo JournalQuiet Time of the MorningItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 54Bamboo JournalIBRA - CORSO DI BAMBOO RODMAKING 2009Moreno BorrieroCon il 2009 siamo giunti al 4° corso di Rodmaking organizzatodall’IBRA. Chi lo avrebbe mai detto? Sei giorniintensi di lavoro: lo scorso Novembre! Ricordo chenel 2005 fu pubblicizzato sui forum italiani il primocorso che purtroppo andò a vuoto. Non ci furono abbastanzaiscritti. Peccato pensai! Pareva che l’interesseper le canne in bambù rimanesse rilegato a quei pochisoci fondatori dell’IBRA che vedevo come veri pionierie qualche altro appassionato. Io non mi potei iscrivereperché a quel tempo lavoravo ancora per un despotache mi rendeva la vita impossibile e non avrei avuto nela testa ne la voglia di partecipare. Nel 2006 invece mitrovai nelle condizioni di partecipare e di allievi questavolta ce ne furono a sufficienza e si tenne il primo memorabileCorso di Rodmaking al Podere Violino Sansepolcro.Da quel momento in poi, grazie anche al grandelavoro di divulgazione diviso fra fiere, raduni e altrieventi operato dall’IBRA, l’interesse per la canne inbambù è cresciuto progressivamente ed esponenzialmentee ogni anno abbiamo una folta lista di attesa.Alcuni <strong>dei</strong> partecipanti di quest’anno si erano già iscrittial secondo corso per poi passare al terzo e poi alquarto. Non oso pensare con quale trepidazioni questiallievi attendono il fatidico momento – mi bastaricordare che io non ho dormito per l’eccitazione peralcuni mesi prima del corso.<strong>La</strong> cosa che rende meravigliosa questa esperienza, è ilcameratismo che si instaura fra i partecipanti e il fortelegame che poi si forma con gli istruttori. L’entusiasmoè tangibile e gli allievi, anche se stremati e sudati, nonandrebbero mai a dormire la sera dopo la fine dellelezioni, tanta è la bramosia di giungere alla fine e maneggiarela propria creatura che man mano vede la lucedopo ogni fase costruttiva. I pochi momenti di relax siriducono a le ormai famose merende che ogni annovengono offerte dagli istruttori e dagli allievi. Chi sidimenticherà della gustosissima finocchiona e soprassataartigianale, o del fantastico Parmigiano e miele, algorgonzola, alle acciughe marinate e formaggi piemontesi,le torte, i biscotti e vini di pregio? Per non parlarepoi delle deliziose pietanze e manicaretti che lo staff delPodere Violino ci prepara.Ogni corso ha avuto una storia a se e le esperienze accumulatedagli istruttori hanno fatti si che i livello dibravura che viene raggiunto dagli allievi è sempre piùelevato. Dalla edizione 2009, vi sono stati alcuni importantiiniziative. Forse la più importante e utile dapunto di vista <strong>dei</strong> partecipanti è stata la costruzioneItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 55Bamboo Journaldella cosiddetta Canna del corso, ovvero ad un tavoloda lavoro separato da quello degli allievi, alcuni istruttorie “veci”nel senso buono della parola, hanno costruitola stessa canna che veniva costruita dagli allievieseguendo tutti i medesimi passaggi che sono stati stabilitia priori dagli istruttori per la realizzazione dellacanne degli studenti.L’ordine di lavorazione ha seguito passo passo quelloeseguito dagli allievi ai lori banchi e in ogni momento,gli allievi potevano avvicinarsi per vedere in presa direttail passaggio che avrebbero dovuto eseguire in quelistante sulla loro canna. Il Presidente Gori e gli altriistruttori Poratelli, Giuliani, Rumi, Ferrari, Giardina,dapprima dimostravano il passaggio costruttivo daeffettuare. Questo passaggio veniva poi continuato daglialtri istruttori mentre gli allievi ritornavano al lorobanco per eseguire il passaggio appena appreso. Nelcaso sorgevano dubbi, gli studenti insieme al loro i-struttore si potevano avvicinare al tavolo dimostrativoper assistere nuovamente a quel passaggio. Ogni annosarà costruita una canna che poi rimarrà all’IBRA nelnascente Museo del Bamboo. Altro piccolo passo avanti,è stato la redazione di un piccolo vademecum recantetutti i passaggi e fasi costruttive che sarebbero stateeseguite al corso. Lo scopo del Vademecum è quello dipermettere agli allievi di avere una guida da utilizzarequando si troveranno ad affrontare la costruzione inproprio. Le nozioni fornite durante i corsi sono moltissimee spesso si arriva a fine corso chi si è dimenticatoqualche passaggio o il metodo di qualche fase dellalavorazione.Che bello arrivare alla data del corso e trovare i tavolida lavoro già preparati con sei planing form nuove dizecca ancora imballate nel Airbol! Oltre alle planingform che possono essere acquistate dagli allievi a finecorso, vengono fornite tutte le attrezzature che gli allievipossono acquistare a fine corso e tornarsene a casacon il minimo indispensabile per iniziare la lavorazione– pialletti, pietre per affilare, portalame per affilare,comparatore.Gli istruttoridi questo corsosono rodmakersespertie di grandeesperienza.Pensiamo aGabriele Gori,Presidentedell’IBRA,rodmakerpreparatissimoche oltre aprodurre canneeccellenti,si dedica anchea studi scientifici sulle azioni delle canne. Ha inoltrerealizzato con Alberto Poratelli lo studio sulla costruzionedella ormai nota ferrula in bamboo Streamlined.Alberto Poratelli, anche lui è uno <strong>dei</strong> rodmaker piùpreparati in Italia in questo memento. Poi c’è il nostrodecano – Walter Rumi che costruisce canne con azionimodernissime ormai da più di un ventennio. MarcoGiardina lo si può riconoscere subito per la sua tuta dalavoro giapponese e il suo tenugui in testa. MassimoGiuliani, viene citato in Italia come benchmark da seguireper quanto concerne la finitura delle sue realizzazioni.Che dire poi di Franco Ferrari, grande esperto incalligrafia. Il suo modo di firmare le canne è da fareinvidia. E’ un grande conoscitore e restauratore di canneHardy e Pezon et Michel. 6 partecipanti al corso e 6istruttori: un rapporto decisamente ottimale.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 56Bamboo JournalAd ogni corso possiamo contare sulla visita degli allievi<strong>dei</strong> corsi precedenti che vengono per ripassare le tecnichema anche per rivivere i magnifici momenti del corsoche come ho già detto in precedenza imprimono <strong>dei</strong>ricordi indimenticabili nella mente. Quest’anno oltre adaltri, abbiamo avuto Andrea Ferranti - Corso 2008 -che ha ripassato le sue tecniche collaborando alla realizzazionedella Canna del Corso.Quindi arrivando al corso di quest’anno, gli allievi Melani,Guidotti, Grondona, Francucci, Calzolai e Sanna(in ordine di tavolo di lavoro) si sono rivelati attenti,meticolosi e mediamente con una buona manualità. Dasubito e come sempre si è instaurato un clima convivialee sereno. <strong>La</strong> parte teorica è stata seguita con grandeattenzione e interesse e questo si poteva riconoscere dalcontenuto delle loro domande pertinenti.Insomma con largo anticipo, grazie anche al apprezzatoausilio di due beveller, sono stati sfornati sei grezzi dafare invidia anche ai più esperti rodmakers.Dopo avere pulito i grezzi, montato ferrule, manici eporta mulinelli, sono passati a la fase forse più delicataper un rodmaker in erba. <strong>La</strong> famigerata legatura delleserpentine. Stranamente ogni anno questa fase pareporre le maggiori difficoltà. Poco male perché quasisempre a casa vengono smontati gli anelli e le legaturevengono rieseguite con risultati molto più accettabili.A questo punto non rimane che fare i complimenti agliallievi e un grandissimo ringraziamento agli espertissimiistruttori che ci hanno permesso di entrare in questofantastico mondo.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


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Pagina 58Bamboo JournalSharing The Morning - YellowstoneItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 59Bamboo Journalgli innesti in bambooDi Alberto PoratelliCapitolo 2Progettare un innesto in bambooQuello che scriverò in questo capitolo è il metodo dicalcolo e di disegno degli innesti in bamboo secondo lamia teoria. Non si tratta sicuramente dell’unico metodopossibile ma semplicemente del metodo da me applicato.Il disegno degli innesti in bamboo assume per me unanotevole importanza per ottenere una sagoma gradevoleche si armonizzi con la canna. Progettare un innestoper una canna da pesca è senza dubbio una operazionedi design.Il design si esprime in tutte le attività dell’uomo dandoforma ai materiali.In questo campo sembra tutto molto semplice ma laprogettazione di ciò che sembra scontato èun’operazione complessa perché deve permetterci diottenere un oggetto che unisca funzionalità e gradevolezzaestetica, semplicità di realizzazione epossibilità di costruzione senza attrezzature particolarmentecomplesse.L’innesto è la parte della canna che consente di unire idue o più pezzi di cui è composta, in modo il più semplicepossibile ma nello stesso tempo sicuro.Sarebbe inutile un innesto semplice che non garantiscela stabilità della giunzione durante l’esercizio della pesca,così come sarebbe altrettanto inutile una giunzionestabile ma non sufficientemente resistente.Le parti che compongono un innesto, sia esso in metalloo in bamboo sono sostanzialmente due: il maschio ela femmina.Generalmente, ma non assolutamente, negli innesti inmetallo il maschio è posizionato sul cimino mentre lafemmina è sul tallone. Negli innesti in bamboo invece èil contrario, maschio sul tallone e femmina sul cimino.Non è una condizione assoluta, è possibile realizzare gliinnesti invertendo la posizione di maschio e femmina,ma dal punto di vista estetico e ritengo sia la soluzionemigliore.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 60Bamboo JournalQuando ci troviamo a dover dimensionare un innestoin bamboo le variabili di cui dobbiamo tenere contosono sostanzialmente tre:quale deve essere la lunghezza dell’innesto?Quale deve essere lo spessore della parete dellafemmina dell’innesto?Quale deve essere la lunghezza dello swell(ingrossamento) nella femmina?Si tratta di domande che devono tener conto nella rispostadi alcuni fondamentali fattori:Le dimensioni devono garantire una sufficienteresistenzaLe dimensioni devono garantire una sufficientestabilitàLe dimensioni devono garantire il minor impattopossibile sull’azione della cannaLe dimensioni devono garantire un aspetto gradevolealla canna finitaNel corso della mia esperienza attorno a questi argomentisono giunto ad alcune conclusioni, dopo innumerevolitentativi, che possono essere riassunte nellatabella che segue e con l’utilizzo della quale si puòottenere facilmente il dimensionamento di un innestoin bamboo.Sostanzialmente la mia ricerca e i tanti tentativi fallitimi hanno portato a determinare alcuni parametri dicui tener conto per elaborare una tabella che possaessere utilizzata per il dimensionamento.Ho elaborato questi parametri per canne di lunghezzatra i 6’ e gli 8’ e con sezioni al punto dell’innesto variabilida un minimo di 3,5 a un massimo di 6,5 mm.;sono misure che ricomprendono la quasi generalitàdelle canne in bamboo.Quale deve essere la lunghezza dell’innesto?<strong>La</strong> lunghezza dell’innesto rappresenta la lunghezzadella cavità dell’elemento femmina e deve tale da garantireun sufficiente attrito e una sufficiente distribuzionedegli sforzi per garantire la resistenza e la tenutadell’innesto.Attrito perché è il coefficiente di aderenza tra le paretidell’innesto questo che garantisce che questo sia stabile.E’ inutile prevedere lunghezze eccessive, bisognalimitarsi al minimo indispensabile.<strong>La</strong> lunghezza dell’innesto per questi motivi è variabiletra 41 mm e 59 mm.Quale deve essere lo spessore della parete dellafemmina dell’innesto?Il bamboo della varietà Pseudosasa Amabilis per le suecaratteristiche di compattezza delle fibre renderebbepossibile la realizzazione di spessori molto simili aquelli del nickel silver. In effetti ho fatto esperimenticon spessori veramente ridotti arrivando a costruireghiere con pareti di soli 0,3 mm che dal punto di vistadella resistenza non hanno alcun problema ma che perItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 61Bamboo Journalla loro sottigliezza perdono drasticamente in rigidità equindi nell’uso della canna tendono ad ovalizzarsi e aperdere in aderenza (attrito), causando lo sfilaggiodell’innesto.Per garantire una sufficiente rigidità all’innesto quindilo spessore della parete non deve essere inferiore a 0,85mm.<strong>La</strong> disposizione delle power fibers, concentrateall’esterno del culmo, mi ha portato a determinare chesalendo di spessore si ottengono aumenti di resistenzafino a limite di 1,10 mm; oltre tale misura aumenta lospessore ma non la resistenza. Quindi la massima resistenzadella parete si ottiene a 1,10 mm e ritengo inutilispessori maggiori, almeno per la tipologia di canne cheho preso in considerazione.Quale deve essere la lunghezza dello swell(ingrossamento) nella femmina?<strong>La</strong> risposta a questa domanda tiene in considerazioneprincipalmente il fattore semplicità. Da sempre sonoconvinto assertore della necessità di poter costruirecanne in bamboo con l’utilizzo di strumenti il più semplicipossibile senza dover essere costretti a realizzareattrezzature particolari.In questo caso mi sono imposto di progettare innesti inbamboo che potessero essere realizzati da tutti i rodmakerscon la loro planning-form standard, quindi con leviti di regolazione ogni 5’ (127 mm).Per questo motivo la lunghezza dello swell, per tutti imiei innesti è pari a 127 mm.Partendo quindi da questi dati di base:profondità dell’innesto:minima 41 mm, massima 59 mmspessore della parate della femmina:minima 0,85 mm, massima 1,10 mmlunghezza dello swell: 127 mmho elaborato una tabella nella quale le varie dimensionisono tra loro rapportate per garantire resistenza,stabilità e gradevolezza esteticaItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 62Bamboo JournalItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 63Bamboo JournalA questo punto, con la tabella sottomano, come bisognaprocedere per disegnare l’innesto?<strong>La</strong> prima cosa da fare è determinare la sezione dellacanna nel punto dell’innesto, per le canne in due pezzisi tratta del punto centrale del taper: quindi se si trattadi una canna di 7’ sarà a 42’ (84’/2), per una cannadi 7’6’’ sarà a 45’ (90’/2) e così via. Una volta determinatala sezione dalla tabella potremo estrapolare ilresto <strong>dei</strong> dati che occorrono.Ad esempio se prendiamo in considerazione il taper diuna canna conosciutissima7’0’’ DT#4 di Cattanach,avremo:taper :inch0 0,0685 0,07010 0,08215 0,10220 0,12325 0,13730 0,15235 0,16640 0,18445 0,20650 0,21455 0,22060 0,24465 0,25870 0,27275 0,30080 0,30084 0,300<strong>La</strong> sezione al punto medio della canna (42’’), ove saràposizionato l’innesto, la potremo determinare per interpolazionelineare:sezione al punto 42’’ = 0,184+(0,206-0,184)/5x2 =0,1928 inchsezione in mm. = 0,1928 x 25,4 = 4,897 mm arrotondatoa 4,90 mmdalla tabella ricaveremo i dati per disegnare l’innesto:Profondità dell’innesto mm. 53,00Spessore della parete mm. 0,94Lunghezza dello swell mm. 127,00Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 64Bamboo JournalCon questi dati passiamo al disegno dell’innesto:A questo punto abbiamo disegnato l’innesto.Nel prossimo capitolo vedremo come trasformarloin “streamlined” e come procedere alla realizzazionepratica.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 65Bamboo JournalSunset at the MadisonItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 66Bamboo JournalCome costruire (facilmente) un manichetto per un porta mulinello e vivere felici.Marco O. GiardinaIo ho certamente un difetto.(Non ho detto un “solo” difetto. Anzi, il difetto in questioneè circa il 0.6% di tutti i miei difetti)Sono pigro.Ho una mania.(Qui siamo al 2.38% delle mie manie totali)Amo le essenze, i legni tropicali.Soprattutto i legni provenienti dagli alberi della tribùDalbergia.Per intendeci Cocobolo, Rosewood, Blackwood … manon solo.Questa mania è nata con i manichetti <strong>dei</strong> portamulinelli.Ho cominciato a collezionare legno prima ancora dicapire come trasformarli in porta-mulinelli.Non avendo un tornio, ho cominciato a tormentareamici che potessero fare per me <strong>dei</strong> cilindretti in legnoper lo scopo.Antonio Paglia – eccellente rodmaker e raffinato utilizzatoredel tornio – è stata la vittima prescelta.Antonio è capace di fare tutto ciò che serve per vestireuna canna in bamboo – ferrule, ferramenta per portamulinellie, ovviamente, manichetti in legno - con unEinhell 300.In breve. Antonio, pazientemente, mi ha fatto un numerodi manichetti che potrebbero bastare per anni.Ma è sorto un problema: “…e con tutte le altre essenzeche ci faccio?”Urge acquistare un tornio.Ovviamente un Einhell, così Antonio potrà essere il mioMentore.Non sembra, ma un piccolo tornietto 7X12 pesa pursempre sui 50 kg. Ed è anche sbilanciato.Portarlo nella mia “officina” è stato un incubo pericoloso:stavo per troncarmi le dita di un piede.Poco male, direte, tanto le dita <strong>dei</strong> piedi non servonoper il rodmaking. Sarà pur vero, ma le dita <strong>dei</strong> mie piedimi sono simpatiche ed in fondo mi ci sono affezionato!Tornio pronto, pulito, re-ingrassato. Cominciamo illavoro di tornitura del primo manichetto.Il legno prescelto sarà un Bocote burl.Guibourtia Demeusei, stupendo legno, compatto emorbido al contempo, dalle venature bruno-doratemiste ad ambra, sprazzi di avorio e nero, con un forteretrogusto rosa.E’ un tornio di origine cinese – è fabbricato a Shangaidalla Sieg come quasi tutti questi tipi di torni commercializzatisotto vari nomi in giro per il mondo - , le dimensioniridotte ed il prezzo decisamente accattivante.Antonio Paglia sfrutta al meglio questo tornio che glipermette di ottenere risultati eccellenti. Non oso pensarecosa farebbe con un tornio più grande e più blasona-Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 67Bamboo JournalIl quadrello, 1 pollice per 4 pollici, è pronto – cortesementetagliato dal blocco da un caro amico che possiedeuna piccola falegnameria - ma …come lo buco?Antonio pazientemente – tutti i Mentori sono pazienti– mi spiega come forarlo con un trapano a colonna edun apposito jig che avrei dovuto io stesso costruire.Ma … solo ora mi accorgo che il mio trapano a colonnaha il cannotto corto. Il quadrello e la punta che dovrebbeforarlo sono più alti dell’estensione del trapano.Qualunque cosa appuntita và bene.Portate il quadrello così segnato al tornio sul cui mandrinoavete messo una “punta a centrare” e “centrate”le due facce.Su una faccia praticate un invito profondo 6/7 mm conuna meccia da 6mm.Devo comprare un altro trapano?Vediamo come risolvere il problema, in maniera semplicee facile.Il facile è l’alimento <strong>dei</strong> pigri.Segnate su entrambe i lati quadrati del pezzo di legno –potrebbero anche essere rettangolari o di qualunquealtra figura geometrica – il loro centro e incido il centrostesso con una punta.Mi sono costruito, con una barretta filettata da 6 mm,un “reggi quadrello”: ho limato un dado per la barrafacendo in modo che sul dado emergessero due speciedi risalti e ho incollato con del cianacrilato il dado sullabarra lasciando uno spazio di 6/7 mm.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 68Bamboo Journal<strong>La</strong> barretta è bloccata sul tornio dal mandrino. Infilateil foro del manichetto sulla barra e tirate all’altra estremitàdel manichetto un fermo ed energico colpo con unmartello di legno. I risalti del dado entreranno nel legnoche così non si muoverà durante la rotazione delmandrino.Partite nel lavoro di tornitura prima dell’inizio del manichettoed al di sotto delle facce piane ed avanzatelentamente.Sull’altro invito fatto con la “punta a centrare” mettetela punta rotante del del trapano.A questo punto il manichetto e in asse e pronto per laprima lavorazione.I 4 spigoli del manichetto verranno eliminati e con unsolo passaggio avrete 3/4 cm di manichetto cilindrico.Usate un utensile come quello della foto. Non so comesi chiama: la mia conoscenza della terminologia suitorni è ancora primitiva, ma questo utensile mi hareso le cose facili.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 69Bamboo Journal<strong>La</strong> fase successiva prevede la tornitura completa a misuradel manichetto.Gabriele Gori mi ha donato uno splendido attrezzino dalui realizzato – ma lui ha un tornio professionale - percompletare facilmente e con precisione questa fase.Invertite la posizione del manichetto stesso e fate afferrareil cilindro dalla morsa a 3 ganasce.Sostituite la punta rotante con un mandrino per puntedi trapano (io uso una punta da 10 mm, ma potete usarele punte che volete a secondo della dimensione delforo che vi serve) e centrate la punta da trapano sulforo da 6 mm che avevate fatto.Fate partire il torno e forate il manichetto facendo a-vanzare la punta forante. Lentamente.Un alberino filettato con distanziali e dado di serraggiosul quale bloccare il quadrello da lavorare che vienecosì fermato sul mandrino del tornio.Per avere la perfetta assialità nella rotazione, Gabrieleha realizzato un porta-cuscinetto a sfere (o a rulli?) sulquale fissare l’altra estremità dell’alberino al mandrinofisso porta-punte.<strong>La</strong> punta del trapano non ruota e tende a far accumularele scorie sulle sue scanalature scaldando il legno.Fermatevi più vote per eliminare le scorie.Il tornio deve ruotare alla giusta velocità (ma no?)In breve vi ritroverete con un perfetto foro passante,dritto ed in asse con il manichetto stesso.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 70Bamboo JournalA questo punto il quadrello in legno può ruotare feliceed iniziare la sua ultima prova sul tornio.Uso lo stesso utensile usato precedentemente.Con quattro rapide passate esce un manichetto perfettamentecilindrico, pronto per le lavorazioni finali:trattamento finale con fine carta-vetrata, scasso per ilpiede del mulinello, e finitura a piacere della superficie.Io uso bicchierini e ferramenta del tipo Garrison. Cosìniente scasso del manichetto … è più facile!Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’amicizia, la pazienza e la disponibilità di Antonio Paglia eGabriele Gori ai quali và tutto il mio più sincero ringraziamento per aver permesso alla mia pigrizia disopravivere a questa ennesima, dura prova.Italian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 71Bamboo JournalTales From Long AgoItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 72Bamboo JournalItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 73Bamboo JournalItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 74Bamboo JournalVisit to Silver CreekItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 75Bamboo JournalAdriano Manocchia"I miei quadri sono le mie emozioni; dipingo quello che mi attrae. Ed è l'incessante ricerca perciò che mi stimola visivamente che rende eccitante questo viaggio. Quando dipingo i luoghi cheho osservato, arricchisco le mie immagini attraverso mezzi composizionali, avvicinandoli agliideali di un'era passata <strong>dei</strong> dipinti. Nel mio lavoro, lascio dietro di me la complessità della vita.Forse sono alla ricerca di un tempo ormai sparito da molto. Se posso trasportare queste emozioniin un dipinto, ho raggiunto lo scopo che mi ero prefissato"Nato a New York, Adriano Manocchia si laurea presso la Pace University in New York City. Dopo la laurea passa 12anni come fotoreporter viaggiando il mondo per coprire le notizie . Nel 1984, Adriano si interessa all’arte, adottandole tecniche <strong>dei</strong> Vecchi Maestri e presto viene notato dalla critici di tutto il mondo. Riceve una serie di riconoscimenti epremi nel campo dell’arte contemporanea. Le opera di Adriano si trovano sia in collezioni private sia in gallerie prestigiose.Negli anni, le tecniche e soggetti <strong>dei</strong> suoi quadri si sono evoluti. Inizialmente i soggetti trattavano la natura e scene dipesca ma ora è passato ad uno stile più pittorico. L’acqua con i suoi suoni, colori e movimenti hanno sempre risvegliatola sua profonda attenzione. Ora è lo studio dell’acqua, sempre differente, impegnativa e elusive che ispira le suecreazioni. Una delle risposte predominanti nei suoi quadri è il senso di pace che i collezionisti sentono quando li osservano.Il collezionista d’arte apprezza l’audacia di ogni tratto di pennello che unito agli altri tratti cattura il realismodella scena. I tramonti e le albe hanno un effetto immediato più drammatico, ma le scene pacifiche si insinuano neicuori e nelle menti degli osservatori.Invece è la nostalgia che permea le sue nature morte. Non è solo un artista, ma un narratore di storie che usa il pennelloper trasmettere emozioni. Un vecchio cestino, una canna in bambù, una foto spiegazzata sono tutti elementi diuna storia che ogni collezionista può interpretare e modellare come vuole. Si tratta di una viaggio nella memoria doveoggetti altamente dettagliati e vivi diventano elementi intrinseci di quei ricordi per poi svanire ai margini dello sfondoscuro, come i dettagli sfocati di una vecchia memoria.Adriano Manocchia87 White Creek Shunpike RoadCambridge, NY 12816Tel: 518-677-5744Fax: 518-677-2592adriano@adriano-art.comhttp://www.adriano-art.comItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association


Pagina 76Bamboo JournalBamboo JournalNewsletter eBollettinodell’ Italian Bamboo<strong>Rodmakers</strong> Associationc/o Podere ViolinoLocalità GricignanoSansepolcro (AR)Italyxww.rodmakers.itibra@rodmakers.it§RedazioneBamboo Journalwww.rodmakers.eueditor@rodmakers.itn. 4 anno 2010Omaggio al Fiume <strong>La</strong>mbroImmagine del fiume in località Agliate a Verano BrianzaItalian Bamboo <strong>Rodmakers</strong> Association

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