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in via Pignolo, 72- 74 - Geo-Portale del Comune di Bergamo

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V<strong>in</strong>colo n. 110CULTURALEPalazzo già Grataroli e casa già Marenzi (secolo XVI) <strong>in</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, <strong>72</strong>-<strong>74</strong>Estratto foto prospetticaFonte: Pictometry - Compagnia Generale RipreseaereeIBCAA - Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>


CULTURALEV<strong>in</strong>colo n. 110Palazzo già Grataroli e casa già Marenzi (secolo XVI) <strong>in</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, <strong>72</strong>-<strong>74</strong>Estratto <strong>di</strong> decreto <strong>di</strong> v<strong>in</strong>coloElementi identificativi riferiti al decreto <strong>di</strong> v<strong>in</strong>coloDati IpotecariEstratto <strong>di</strong> mappa catastaleProprietàDe Beni LuigiDecreto 28/01/1949Notifica 23/02/1949Dati CatastaliSezione Cens.<strong>Bergamo</strong> (<strong>Bergamo</strong>)Foglio 6 (39)Mappale/i 1524, 1525, 2241 (1524, 1525, 4657)I dati tra parentesi sono riferiti al Nuovo Catasto TerreniIBCAA - Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>


V<strong>in</strong>colo n. 110 CULTURALEPalazzo già Grataroli e casa già Marenzi (secolo XVI) <strong>in</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, <strong>72</strong>-<strong>74</strong>Estratto <strong>del</strong>la carta tecnica comunaleCartografia numerica realizzata con riprese aeree <strong>del</strong> novembre 1993,aggiornata per la trasposizione <strong>in</strong> database topografico con riprese aeree <strong>del</strong> 7novembre 2007, collaudata il 6 luglio 2010.Scala 1:1.000Legenda <strong>del</strong>l'elaborato cartografico"PR8 - V<strong>in</strong>coli e tutele" <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong>le Regole <strong>del</strong> PGTInformazioniL’e<strong>di</strong>ficio fu eretto nel 1515. Facciata a tre piani, prospiciente la <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, con f<strong>in</strong>estre rettangolari c<strong>in</strong>quecentesche. Il cortile rettangolare ècontornato nei tre lati <strong>di</strong> est, nord e ovest, da un portico architravato <strong>del</strong> R<strong>in</strong>ascimento (fra i più belli <strong>del</strong>la città) con colonne d’arenaria appoggianti supiedestalli decorati a simbolo con la data (MDXV) segnata su uno <strong>di</strong> questi. Pregevoli sono queste ornamentazioni simboliche dei piedestalli <strong>del</strong>lecolonne. Negli ornati dei fusti appaiono gli stemmi <strong>del</strong>la famiglia Cassotti Mazzoleni che furono i proprietari. A nord <strong>del</strong> cortile, nel centro, un <strong>in</strong>gressoda accesso a due scale simmetriche portanti al piano superiore. Il corpo <strong>di</strong> fabbrica, verso ovest, contiene un vasto salone con soffitto a travi viste <strong>di</strong>legno e f<strong>in</strong>estre verso ovest <strong>in</strong> arenaria. Attigua al salone, a nord, una sala quadrata con volta lunettata e pregevoli fregi <strong>del</strong> C<strong>in</strong>quecento con lunettea figure.¹ L’attuale Palazzo De Beni che si trova <strong>in</strong> quella parte <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong> che va dall’<strong>in</strong>crocio con <strong>via</strong> Ver<strong>di</strong> alla chiesa parrocchiale <strong>di</strong>Sant’Alessandro <strong>in</strong> Croce e che comprende una sequenza notevole <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici patrizi appartenenti ad illustre famiglie bergamasche <strong>del</strong> passato, <strong>in</strong>realtà <strong>in</strong>clude due costruzioni <strong>di</strong>st<strong>in</strong>te da altrettanti numeri civici: il <strong>72</strong> ed il <strong>74</strong>. Il primo, quello più a valle, venne fatto costruire nel 1515 dalla famigliaGrataroli; il secondo, d’epoca forse un po’ più tarda, fu fatto e<strong>di</strong>ficare dalla famiglia Maffeis. Dei due e<strong>di</strong>fici che formano Palazzo De Beni quello chepresenta le maggiori caratteristiche architettoniche è quello contrassegnato dal civico <strong>72</strong> e fatto costruire dai Grataroli. La facciata che guarda su <strong>via</strong><strong>Pignolo</strong> è semplice e priva <strong>di</strong> decorazioni particolari. Di notevole <strong>in</strong>teresse, <strong>in</strong>vece, è il cortile che presenta un porticato lungo i tre lati, ed un altomuro <strong>di</strong> conf<strong>in</strong>e. La costruzione è <strong>di</strong> elegante struttura per la configurazione architravata a pianterreno sovrastata da una trabeazione a netti profili eda un parapetto <strong>del</strong> piano superiore sopra il quale si ripete il motivo <strong>del</strong>le colonne <strong>del</strong> primo ord<strong>in</strong>e con arcate sulle colonnette e una sagomaterm<strong>in</strong>ale con una liscia fascia su cui avanza la gronda <strong>del</strong> tetto che è a vista. Il cortile, <strong>in</strong> pratica, <strong>di</strong>vide l’e<strong>di</strong>ficio <strong>in</strong> due corpi <strong>di</strong> fabbrica, avendolungo il lato nord, quello <strong>di</strong> fronte al conf<strong>in</strong>e con la proprietà a<strong>di</strong>acente, uno stretto collegamento riservato per lo più alle scale <strong>di</strong> accesso ai pianisuperiori. Il palazzo, nel suo <strong>in</strong>sieme, ha una struttura rettangolare molto allungata. Lo spazio <strong>di</strong>sponibile, così angusto e v<strong>in</strong>colato, è stato occupatoseguendo tre soluzioni costruttive che peraltro risultano amalgamate fra <strong>di</strong> loro. C’è un primo e<strong>di</strong>ficio verso <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong> con una fronte <strong>di</strong> 15,5 m eduna profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 18,2 m, al quale segue il cortile con il porticato con la funzione <strong>di</strong> trait d’union, per arrivare poi ad un secondo corpo <strong>di</strong> fabbrica <strong>di</strong>uguale larghezza <strong>del</strong> primo ma con una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 22,3 m. Il settore più significativo dal punto <strong>di</strong> vista architettonico è senza dubbio il cortile, nelquale vale pena <strong>di</strong> soffermarsi e descriverlo, così come lo ha potuto osservare l’<strong>in</strong>g. Luigi Angel<strong>in</strong>i. “L’architettura <strong>in</strong>terna - ha scritto - è formata dapiattabande a pianterreno che corrono sopra le colonne per tutto il cortile e nel piano superiore da una loggia, pure a piattabande verso la strada,mentre la loggia <strong>del</strong> lato opposto ha <strong>in</strong>vece le colonne corrispondenti alle sottostanti, ma collegate fra loro da arcate circolari. Le colonne, <strong>in</strong> numero<strong>di</strong> qu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci appoggiate su <strong>di</strong> un piedestallo <strong>di</strong> base e con altezza totale <strong>di</strong> 4,3 m, hanno il capitello a volute angolari e foglie ripiegate e piccoli festonirisvoltati <strong>in</strong> tondo. Ciascuna <strong>di</strong> queste colonne, quale elemento <strong>di</strong> particolare pregio decorativo, <strong>di</strong>spone nel frontale <strong>del</strong> piedestallo <strong>di</strong> caratteristicheproprie. In questi, spazi <strong>in</strong>fatti, racchiusi da sagome periferiche, sono scolpiti <strong>in</strong> rilievo emblemi vari decorativi o simbolici. In uno <strong>di</strong> questi riquadri,con un motivo <strong>di</strong> figura seduta ad uno scrittoio, stanno le parole “Hoc fac ed vivens” contornanti una bilancia e la data <strong>di</strong> esecuzione <strong>in</strong><strong>di</strong>cata nel1515. Il pavimento <strong>del</strong> cortile, eseguito a mattoni, è racchiuso da due larghe fasce <strong>di</strong> pietra che si <strong>in</strong>crociano <strong>di</strong>agonalmente nel centro contro unalastra <strong>di</strong> arenaria. La trabeazione soprastante alle colonne presenta un’altezza accentuata <strong>del</strong>la fascia piana fra l’architrave sopra le colonne e lacornice term<strong>in</strong>ale simile al carattere <strong>del</strong>le trabeazioni fiorent<strong>in</strong>e <strong>del</strong>l’Ospedale degli Innocenti e <strong>del</strong>la chiesa <strong>del</strong> Santo Spirito erette dal Brunelleschiparecchi decenni prima”. Dal cortile, viene naturale entrare nell’appartamento <strong>del</strong> pianoterra con un salone ed altri locali decorati. Si entra attraversoun piccolo <strong>in</strong>gresso con il plafone a volta sul quale si può osservare un affresco, d’epoca recente, <strong>di</strong>segnato a motivi [segue a pag<strong>in</strong>a successiva]IBCAA - Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>


CULTURALEV<strong>in</strong>colo n. 110Palazzo già Grataroli e casa già Marenzi (secolo XVI) <strong>in</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, <strong>72</strong>-<strong>74</strong>floreali al centro dei quali si notano i busti <strong>di</strong> due personaggi. Sotto questo <strong>di</strong>p<strong>in</strong>to, <strong>in</strong> un tassello <strong>di</strong> prova, si <strong>in</strong>travede un secondo affresco, ariquadri, realizzato <strong>in</strong> periodo più antico. Ai lati <strong>di</strong> questi locali vi sono due salott<strong>in</strong>i, graziosi nel loro <strong>in</strong>sieme ed ugualmente decorati. In quello <strong>di</strong>s<strong>in</strong>istra il plafone è <strong>di</strong>p<strong>in</strong>to a f<strong>in</strong>to mosaico con un alta fascia perimetrale; quello <strong>di</strong> destra presenta rosoni <strong>in</strong> t<strong>in</strong>ta scura <strong>in</strong>quadrati da analoga fasciaperimetrale. Entriamo ora nel salone che subito denuncia la dest<strong>in</strong>azione a cui venne a<strong>di</strong>bito per parecchi anni: la sede <strong>del</strong> Circolo artistico. Il salonepresenta decorazioni <strong>di</strong> Romeo Bonomelli e Gian Battista Galizzi entrambi soci <strong>del</strong> circolo. Il plafone é costituito oggi da travi <strong>in</strong> legno le cuiriquadrature sono <strong>di</strong>p<strong>in</strong>te con ottagoni, rettangoli e cerchi. Attorno ad esso, per tutto il suo perimetro, corre un’alta fascia a fondo blu scuro con puttie amor<strong>in</strong>i che suonano vari strumenti musicali. Le figure si alternano a motivi <strong>di</strong> carattere simbolico. I putti sono <strong>di</strong>p<strong>in</strong>ti mentre suonano la cetra, ilpiffero, il flauto, il viol<strong>in</strong>o, il mandol<strong>in</strong>o, l’organo ed il corno. La pareti hanno decorazioni a riquadri <strong>di</strong> f<strong>in</strong>to marmo <strong>in</strong>corniciate da greche <strong>in</strong> t<strong>in</strong>ta piùscura. In questi locali i Grataroli vissero parecchi anni ed <strong>in</strong> questo e<strong>di</strong>ficio ebbero la loro <strong>di</strong>mora personaggi illustri. Passiamo nell’altro settore <strong>di</strong>Palazzo De Beni, quello che, ora <strong>in</strong><strong>di</strong>cato con il numero civico <strong>74</strong>, venne costruito dalla famiglia Zan<strong>in</strong> Cassotti de Mazzoleni attorno al 1520 suprogetto <strong>del</strong>l’architetto Alessio Agliar<strong>di</strong>. Se nella prima costruzione, quella dei Grataroli l’aspetto predom<strong>in</strong>ante è l’architettura <strong>del</strong> cortile, qui lacaratteristica prevalente è data, oltre che dalla facciata e dal cortile, dai numerosi e pregevoli affreschi che abbelliscono parecchi ambienti. Lafacciata presenta un portone imponente ai lati <strong>del</strong> quale vi sono due colonne che poggiano su basamenti quadrati. Sopra il portone c’e un balcone acolonnette sul quale si affacciano una f<strong>in</strong>estra ad arco ed altre due f<strong>in</strong>estre più piccole. La parte superiore è decorata da un capitello e da unatrabeazione centrale che si ripete anche sopra le due f<strong>in</strong>estre poste ai lati <strong>del</strong> balcone. La parte alta <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio si conclude con una fascia <strong>di</strong>sottotetto e con un considerevole sbalzo <strong>di</strong> gronda. Le f<strong>in</strong>estre <strong>del</strong> pianoterra sono riquadrate da pietra arenaria, mentre quelle <strong>del</strong> primo piano, <strong>di</strong>uguale <strong>di</strong>mensione, hanno come sola decorazione la trabeazione superiore. Più piccole e semplici, le f<strong>in</strong>estrelle <strong>del</strong> secondo piano. L’e<strong>di</strong>ficio ha unaplanimetria rettangolare con un corpo <strong>di</strong> fabbrica che si affaccia sulla <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, il cortile <strong>in</strong> posizione centrale, ed un secondo fabbricato sulgiard<strong>in</strong>o. Il cortile, <strong>di</strong> forma pure rettangolare, è racchiuso a nord e a sud da murature semplici nelle quali si aprono le f<strong>in</strong>estre <strong>di</strong> alcuni locali <strong>di</strong><strong>di</strong>simpegno. Al contrario, la fronte verso ovest presenta un alzato <strong>di</strong> bella architettura con una struttura impostata a pianterreno su quattro arcateappoggiate su colonne con piedestallo, una loggia al piano superiore con una serie <strong>di</strong> colonnette <strong>di</strong>sposte con luci corrispondenti alla metà <strong>del</strong>lalarghezza tra le colonne <strong>del</strong>la base. Entriamo adesso nei locali e guar<strong>di</strong>amo alle decorazioni che abbelliscono plafoni e pareti, quale esempio <strong>di</strong>ornamenti <strong>di</strong> stile neoclassico <strong>in</strong>iziate agli <strong>in</strong>izi <strong>del</strong> 1800. Il salone dei ricevimenti è certamente il locale <strong>di</strong> maggior pregio <strong>del</strong> pianoterra. All’ambientesi accede da una porta <strong>in</strong> asse con il portone d’<strong>in</strong>gresso, che si trova nel corpo <strong>di</strong> fabbrica orientale, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong> cortile, ma <strong>in</strong> posizione asimmetricarispetto alla mezzeria <strong>del</strong> cortile stesso. L’<strong>in</strong>gresso al salone è <strong>in</strong>vece <strong>in</strong> asse con una seconda porta-f<strong>in</strong>estra che consente <strong>di</strong> accedere al giard<strong>in</strong>oretrostante. Nelle sale a<strong>di</strong>acenti si mette <strong>in</strong> evidenza una camera con volta a pa<strong>di</strong>glione a scomparti geometrici che presentano, <strong>in</strong> spazi a lunghiesagoni belle vedute paesistiche <strong>di</strong> alberi su fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cieli <strong>di</strong>p<strong>in</strong>ti <strong>in</strong> modo egregio che, a loro volta, racchiudono un centro a lungo rettangolo. Unadescrizione più precisa merita <strong>in</strong>vece il salone attiguo, con stucchi e bassorilievi realizzati e firmati nel 1810 dal luganese Grazioso Rusca. Sullepareti, fra le lesene scanalate <strong>in</strong> stucco lucido a f<strong>in</strong>to marmo veneto, corre su una fascia sottostante ai capitelli per tutto il salone, un lungo fregioricchissimo <strong>di</strong> figure <strong>in</strong> rilievo, denso <strong>di</strong> fitti motivi allegorici mo<strong>del</strong>lati con vivo senso <strong>in</strong>ventivo, freschezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e <strong>di</strong> risalto plastico. Si notano:scene campagnole, composizioni <strong>di</strong> gruppi, amor<strong>in</strong>i danzanti, raggruppamenti simbolici. Abbelliscono il salone anche alcune nicchie che racchiudonostatue fra le quali spicca Apollo citaredo <strong>in</strong> atto <strong>di</strong> trarre motivi musicali dalle corde <strong>del</strong>la cetra. Tra l’altro questo salone, nel 1948, fu scelto perambientare una scena <strong>del</strong> film de<strong>di</strong>cato a Gaetano Donizetti nel centenario <strong>del</strong>la sua nascita e <strong>in</strong>terpretato da Amedeo Nazzari. Anche il primo piano<strong>del</strong> palazzo presenta locali decorati <strong>in</strong> modo esemplare e legati tra loro <strong>in</strong> mode armonico. Questi ambienti si trovano nell’appartamento <strong>del</strong> primocorpo <strong>di</strong> fabbrica, quello con la facciata su <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>. Ad essi si accede da uno scalone d’onore privo <strong>di</strong> decorazioni, ma con una certaimpostazione monumentale. Sobrio, ma elegante, <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> tre rampe <strong>di</strong> scale che portano al pianerottolo sul quale si aprono le porte degliappartamenti. “La sala pr<strong>in</strong>cipale – ha scritto l’Angel<strong>in</strong>i - si presenta, già alla prima imme<strong>di</strong>ata visione, come ispirata al carattere <strong>del</strong>l’ornamentazione<strong>del</strong>la ceramica greca. Nei riquadri a forma <strong>di</strong> trapezio racchiusi da bordure, le figure scure <strong>del</strong>le composizioni sono <strong>di</strong> s<strong>in</strong>golare importanza, appaionocome il risultato <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertenti creazioni figurative dovute alla fantasia <strong>del</strong> pittore ottocentesco che le ha eseguite. Nella sala a<strong>di</strong>acente,la voltarettangolare <strong>del</strong> plafond presenta una sud<strong>di</strong>visione degli spazi realizzata con quattro bande che si <strong>in</strong>crociano tra loro. In corrispondenza agli assi<strong>del</strong>la volta si elevano dalla cornice d’imposta quattro composizioni a tempietto entro le quali sono <strong>di</strong>p<strong>in</strong>ti: Venere che esce dalle onde su quattrotritoni, Giove con l’asta e l’aquila, le coppie <strong>di</strong> Bacco e Flora e <strong>di</strong> Mercurio e Diana. Figure alate e putti volanti fiancheggiano i tempietti. Le quattrodecorazioni angolari compongono soggetti vari: elementi e figure <strong>di</strong> vita campagnola, animali e fregi simbolici. La terza sala illustra il mito <strong>di</strong> Ercole <strong>in</strong>due lunette <strong>di</strong> parete. Di particolare forma e gusto sono poi le decorazioni <strong>del</strong>le porte con sagome, profili, fregi e figure femm<strong>in</strong>ili eseguite conparticolare cura e dovizia <strong>di</strong> particolari, tanto da farle sembrare, a prima vista, appartenere alla mano <strong>di</strong> qualche m<strong>in</strong>iaturista”. Il secondo piano <strong>del</strong>palazzo presenta caratteristiche ancora <strong>di</strong>fferenti. Anche se le decorazioni furono eseguite <strong>in</strong> perio<strong>di</strong> successivi, mantengono il carattere <strong>di</strong>signorilità. All’appartamento, ubicato nel secondo fabbricato, sopra il salone <strong>di</strong> rappresentanza illustrato <strong>in</strong> precedenza, si accede da una scalarealizzata <strong>in</strong> questi ultimi anni me<strong>di</strong>ante la demolizione <strong>di</strong> pareti e strutture <strong>di</strong> piano. Il salone pr<strong>in</strong>cipale è <strong>in</strong>teramente decorato <strong>in</strong> stile neoclassico,ma su impostazione settecentesca. Nei soffitti sono <strong>di</strong>p<strong>in</strong>te figur<strong>in</strong>e simboliche che richiamano virtù, doti e sentimenti umani. Il centro è occupato daun grande ovale con una m<strong>in</strong>uta drappeggiatura <strong>di</strong> velo ricamato. Le riquadrature a t<strong>in</strong>te policrome conferiscono all’ambiente una certa solennità.Nel locale attiguo predom<strong>in</strong>ano i motivi <strong>in</strong> stile pompeiano con pareti scure e plafone ornato da motivi e figure simbolici. Passando oltre si entra <strong>in</strong> unambiente assai più ampio, ora a<strong>di</strong>bito a salotto, le cui decorazioni eseguite dal Bonom<strong>in</strong>i, sono <strong>di</strong> particolare <strong>in</strong>teresse. In rettangoli <strong>di</strong> variagrandezza perché rapportati alle misure <strong>del</strong>le pareti, il pittore bergamasco ha <strong>di</strong>p<strong>in</strong>to vedute <strong>di</strong> paese con gruppi <strong>di</strong> alberi e piani lontani, abbellitedalla presenza <strong>di</strong> volatili, cicogne, cigni, galli, tacch<strong>in</strong>i e uccelli vari. Il settore più occidentale <strong>del</strong>la proprietà, quello che porta al vicoloSant’Elisabetta, è occupato da un giard<strong>in</strong>o che nella prima parte è pensile, <strong>in</strong> quanto si trova all’altezza <strong>del</strong> pianterreno, per poi trasformarsi <strong>in</strong> parconella sua parte più estesa. I due settori sono uniti da una scala monumentale con balaustre <strong>in</strong> pietra arenaria e statue sui parapetti. Il parco, che<strong>in</strong>clude alcuni alberi secolari, <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> ornamenti vari tra cui una serie <strong>di</strong> f<strong>in</strong>te grotte realizzate con crespone <strong>di</strong> pietra, alcune colonne, un tempiettoottagonale ed una fontana. Da questo parco si può accedere <strong>di</strong>rettamente ai sotterranei <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio un tempo a<strong>di</strong>biti al ricovero dei cavalli. In alcuni<strong>di</strong> questi scant<strong>in</strong>ati, ed esattamente <strong>in</strong> quelli corrispondenti all’e<strong>di</strong>ficio Grataroli, sono evidenti alcune colonne d’impostazione me<strong>di</strong>oevale, collocate,evidentemente, durante la prima dest<strong>in</strong>azione <strong>del</strong>lo stabile. In questi sotterranei esiste anche l’apertura <strong>di</strong> un passaggio che, attraversando ilsottosuolo <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, conduceva <strong>di</strong>rettamente nell’e<strong>di</strong>ficio patrizio situato <strong>di</strong> fronte, proprietà dei conti Suar<strong>di</strong>. Agli <strong>in</strong>izi <strong>del</strong> 1900 questi localierano abitati dai fratelli Luigi e Antonio Maffeis. Dal 1947 la proprietà <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio passò alla famiglia De Beni, nella persona <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>g. Luigi. L’attualeproprietario, <strong>in</strong>g. Mario De Beni, ha av<strong>via</strong>to da alcuni anni una serie <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> restauro sui due e<strong>di</strong>fici che hanno consentito <strong>di</strong> adeguare la strutturaarcaica <strong>del</strong>la costruzione alle esigenze residenziali <strong>di</strong> oggi. La presenza dei due e<strong>di</strong>fici, peraltro, è rimasta soltanto nella numerazione civica <strong>in</strong>quanto, <strong>in</strong>teramente, il conf<strong>in</strong>e fra l’e<strong>di</strong>ficio Grataroli e quello Maffeis è stato elim<strong>in</strong>ato, conferendo alla proprietà una maggiore unitarietà.² _________Tratto da: ¹ Relazione allegata al decreto <strong>di</strong> v<strong>in</strong>colo. ² Roberto Ferrante, “Palazzo Grataroli”, Palazzi nobili <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>, Grafica e Arte <strong>Bergamo</strong>, <strong>Bergamo</strong>, 1988, pagg. da 119 a 144.IBCAA - Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>


V<strong>in</strong>colo n. 110 CULTURALEPalazzo già Grataroli e casa già Marenzi (secolo XVI) <strong>in</strong> <strong>via</strong> <strong>Pignolo</strong>, <strong>72</strong>-<strong>74</strong>Documentazione fotograficaRilievi effettuati a cura <strong>di</strong>: <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong> (Novembre 2009) (Archivio fotografico <strong>del</strong>l'Ufficio SIT <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>)IBCAA - Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Bergamo</strong>

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