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2013-13

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La Gusèladel VescovàEzio EtrariNon è possibile parlare della Schiara senza menzionare il simbolo chela contraddistingue, e che dà una singolare e suggestiva impronta a tuttala cerchia del Gruppo: la Gusela del Vescovà (2361 m.). Piccola, ma arditissimaguglia, è ben visibile dalla Val Belluna, dall’Alpago, e da molti puntidell’Agordino. Benché alta solo 40 m., s’impone per la purezza delle suelinee, per l’isolamento, sull’orlo di una grandiosa parete, nella quale sembraprecipitare da un momento all’altro. Minata com’è dalla grossa fessura chene contorna quasi tutta la base, appare miracolosamente in bilico sullacresta sulla quale è appoggiata. Come l’imponente mole del Burel timidamentesi nasconde nell’impervia e selvaggia Val de Piero (mostrandosi soloall’alpinista che faticosamente percorre quella forra), la spavalda Guseladel Vescovà si concede invece allo sguardo e all’ammirazione anche da chitranquillamente passeggia tra le vie della città.Se da Belun se buta su n’ociadase vede in mez le nuvole, ma ela,na ponta te la croda sistemadaciamada Prièta, ancòi Guséla.No le de zerto come le Tre Zimee no la val al Domo de Milan,ma senza paragòi e tante stimele bela e basta! Enca da lontan!La bela ancòi e doman, de dì e de not.Co piove, co le’ sol, co tira al vent.Con quei che ghe vol ben la fa zignòt,ai mone la ghe mostra, inveze, i dent.omissis...Queste alcune strofe della poesia con le quali il grande e arguto poetadialettale Ugo Neri (che ci aveva onorato della sua amicizia) descrivevacon facezia la Pònta de Prièta: il simbolo delle sue amate montagne. Noipure siamo sentimentalmente legati da sincero amore (anche se un po’ingenuo e romantico) a questo scherzo della natura sul quale abbiamoriversato la nostra giovanile esuberanza. Pònta de Prièta (pietra) o Gusèla(ago)? La prima dizione è avvalorata dal fatto che la sua elegante e snellaforma assomiglia alla pietra cote che serviva per affilare le falci; la seconda(l’attuale denominazione) trova origine da una leggenda. Il vescovo di Belluno,preoccupato che la forma del monolite (certamente opera del diavolo)potesse indurre in immondi pensieri le gentili e caste fanciulle della suadiocesi (preoccupazione comprensibile poichè pure un orbo, a distanza, èin grado di individuarne gli inconfondibili profili), decise che poteva ancheassomigliare ad un ago (gusela, in bellunese): un ago portato dagli angeliper ricamare i sacri paramenti. E fu così che la Pònta de Prièta divenne laGusela del Vescovà (ma nonostante questo castigato e accattivante nome,ha continuato a mantenere i suoi inverecondi profili).Sono cambiati i tempi, e anche le gentili fanciulle, tanto che ora disinvoltamentela guardano senza arrossire, anzi sono molte quelle che l’affrontanoraggiungendone la vertiginosa cima, superando agilmente le serie12

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