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2013-13

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“Vorrei veder le mie montagne,il Cervino e il Lago Blu.Ma una nube scende giù,la mia vetta non vedrò più.Addio mie montagne !”Fra i molti canti del nostro repertorio, che sanno coniugare la profonditàdel testo con la dolcezza dell’elaborazione musicale, abbiamo scelto “Lanube” per accompagnare l’ultimo saluto del nostro presidente AlbertoPaoletto, morto lo scorso 11 dicembre 2012.Riuniti infatti tutti noi, assieme ai vecchi riservisti del coro, attorno allasua bara, abbiamo voluto sottolineare con questo canto la grande passioneper la montagna e per i suoi canti, che rappresentava il fondamento di ogniiniziativa promossa o accolta da Alberto.Una passione trasmessa con entusiasmo, come hanno confermato lenumerose testimonianze giunteci con le partecipazioni al lutto inviate daamici, conoscenti, direttori e presidenti di gruppi corali e da tante personeche lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le qualità.Alberto si è distinto per la cordialità nei rapporti con le persone, conle quali sapeva stabilire sincere relazioni di amicizia, aiutato da naturaleamabilità e spontaneo senso di “humour”.Con i coristi, nell’esercizio delle funzioni di presidente, non ha risparmiatocritiche o rimproveri nei confronti di comportamenti non corretti o dirisposte deboli alle richieste d’impegno, senza nascondere tuttavia il lievemovimento delle labbra atteggiate a garbata benevolenza, come quandointerveniva a comporre inevitabili discussioni, a volte anche accese, tra dinoi.E che dire della generosità e della dedizione spese per il coro, lui che,abitando a Bolzano, non mancava mai alle prove, alle quali intervenivasempre con nuove notizie su eventi o rassegne importanti oppure sugliincontri avuti con persone capaci di allargare l’orizzonte degli impegnicanori.Instancabile organizzatore delle più varie iniziative e appassionatoservitore del suo Coro, Alberto ha dunque lasciato un’eredità molto ricca,ma anche particolarmente impegnativa, tanto che è stato difficile giungerealla designazione del successore. Operazione tuttavia oggi ben riuscitanello spirito di servizio che il “Presidente Paoletto” ha diffuso in tutti noi.Possiamo constatare infatti che, attorno ai membri della nuova presidenzae al maestro Matteo, si è resa disponibile una schiera di collaboratoricon diverse competenze, segno di una crescita di consapevolezza eresponsabilità. è ciò che stava particolarmente a cuore al nostro amato eindimenticato Alberto.Ci sembra quasi di sentire la sua voce proclamare: “Dio Bon, butèi! Ghevoléa proprio la me partensa par darve ‘na mossa?”Quando un amicoci lasciaLuciano RaineriCoro Scaligero dell’AlpeC.A.I. Verona27

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