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Comunità in ascolto - Coccaglio

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Periodico della Comunità Parrocchiale di <strong>Coccaglio</strong> - Maggio 2010 - n° 3/45


La vecchia Pieveperiodico della Comunità parrocchialedi <strong>Coccaglio</strong>Autorizzazione del Tribunale di Brescian° 26/2007 dell’8 settembre 2004n. 3/45 - 16 maggio 2010SommarioL’Ascensione del Signore costituisceuna sorta di spartiacque nel TempoPasquale, vale a dire il periodo che <strong>in</strong>tercorretra la Pasqua e la Pentecoste; <strong>in</strong>dipendentementeda questa funzione, essaè giorno gioioso che ci fa guardare allameta e, perciò, al senso di tutto il nostrovivere. Come Comunità, ma anche comes<strong>in</strong>goli credenti, sperimentiamo a volte lafatica del camm<strong>in</strong>o; essa è dovuta spessoalle nostre “pesantezze” e non pochevolte agli ostacoli e alle opposizioni chel’essere discepoli di Cristo può comportare.Del resto Egli ce lo aveva predetto.Ebbene, la Meta che il S<strong>in</strong>gore, con lasua morte e risurrezione e nella suaascensione è andato a prepararci ci motivanello slancio per camm<strong>in</strong>are, protesi <strong>in</strong>avanti, v<strong>in</strong>cendo le nostre pesantezze esuperando gli ostacoli. Lo Spirito, che il Signore ci manda, ci dona la forza cheda soli non possiamo trovare. In questo periodo nel quale la Chiesa si trova d<strong>in</strong>uovo a fare i conti con la realtà del peccato (una delle sue pesantezze), i cuifatti sono spesso amplificati e riciclati non tanto per amore di coloro che li subiscono,ma al semplice scopo darle contro (il che rientra tra gli ostacoli), pensarealla Meta può dare maggiore forza e per la conversione e per il camm<strong>in</strong>operseverante. Pensiamo, poi, alla persecuzione, non poche volte sangu<strong>in</strong>osa,a cui i credenti <strong>in</strong> Cristo sono sottoposti <strong>in</strong> Medio Oriente e <strong>in</strong> altre partidel mondo: è argomento che non trova sviluppo <strong>in</strong> queste pag<strong>in</strong>e e che qui ègiusto almeno accennare.Lo Spirito del Signore è, alla f<strong>in</strong>e, più forte di ogni male. Egli poi ci apre il cuorealla solidarietà, all’attenzione verso le situazioni che “chiamano”, anche amotivo degli eventi sociali <strong>in</strong> corso (crisi, immigrazione) e alle nuove povertàche ne conseguono.A tutti, buona letturaDirettore responsabilesac. Giuseppe MensiDirettoresac. Giovanni GrittiComposizione copert<strong>in</strong>a e logoUgo CaprettiCorrezione delle bozzeRosa Cucchi - Anna BertassiSi r<strong>in</strong>grazia il gruppo di persone cheprovvedono alla distribuzioneABBONAMENTO 2010ord<strong>in</strong>ario € 14,00sostenitore € 30,00benemerito, quanto si desidera oltrela somma <strong>in</strong>dicata per il “sostenitore”una copia € 2,80Per spedizione postale aggiungereper l’Italia € 10,00per l’estero € 12,00In caso di mancato recapito postale,si prega di telefonare (v. numeri apag. 51), oppure scrivere:Alla Redazione de“La vecchia Pieve”p.za L. Marenzio, 22f25030 <strong>Coccaglio</strong> BSoppure <strong>in</strong>viare messaggio di postaelettronica apieve@coccaglio.comNon possiamo dare conto di responsabilitàche competono al serviziopostale.Per i residenti, qualora a causa diqualche disguido il bollett<strong>in</strong>o nonvenisse recapitato, rimane opportunoeffettuare la segnalazione comesopra <strong>in</strong>dicato, ma è anche possibilerecuperare il numero mancanteritirandolo <strong>in</strong> sacrestia o <strong>in</strong> fondo allachiesa.Per i collaboratori de “La vecchia Pieve”- Il prossimo numero uscirà il 4 luglio. Gli articoli, <strong>in</strong> corpo 12 e formato .doc, su dischetto o, preferibilmente, all’<strong>in</strong>dirizzodi posta elettronica (v. sotto), devono pervenire entro il 20 giugno. Non rispondiamo della mancata pubblicazionedegli articoli che perverranno oltre tale data. Gli scritti, comprese lo spazio per le immag<strong>in</strong>i, non devono sopravanzare lospazio di due pag<strong>in</strong>e. La Redazione non è tenuta a dare giustificazione degli articoli che ritiene opportuno non pubblicareo, all’occorrenza, modificare o accorciare. Vengono pubblicati scritti che siano almeno frutto di una rielaborazionepersonale da parte di chi li presenta.- Le immag<strong>in</strong>i vanno presentate nel formato <strong>in</strong>formatico loro proprio, non <strong>in</strong>corporate nei documenti di testo.- Il materiale <strong>in</strong>formatico, fotografico o di altro tipo consegnato per la pubblicazione va ritirato nell’ufficio parrocchialeentro 10 giorni dalla pubblicazione; il mancato ritiro verrà <strong>in</strong>teso come autorizzazione alla cest<strong>in</strong>atura.Recapito degli articoli: p.za Marenzio 22f (canonica o sacrestia-ufficio parrocchiale) - pieve@coccaglio.com2


EditorialeCrisi e lavoro: alcuni dati e qualche riflessioneACLI <strong>Coccaglio</strong> - RedazioneIl 1° Maggio di quest’anno è arrivato nel pieno di una profonda crisi economica e f<strong>in</strong>anziaria, con le sue pesanti ripercussioni<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di cassa <strong>in</strong>tegrazione e di perdita dei posti di lavoro, soprattutto per chi è precario. La comunità cristiana e, <strong>in</strong>essa, i lavoratori e le persone impegnate nella società, nell’economia e nella politica devono contribuire a mantenere vival’attenzione della società civile e politica sui problemi del mondo del lavoro e dei lavoratori.La nostra comunità, piccola Chiesa nel mondo, aperta con realismo ad ogni necessità, è chiamata a creare spazi di crescitae di accoglienza per ogni suo membro, perché la pace del mondo dipende anche dalla nostra disponibilità a favorire tolleranzae solidarietà nei contesti <strong>in</strong> cui ciascuno di noi vive e lavora; occorre che la speranza di coloro che hanno l’<strong>in</strong>certezza dellavoro sia supportata da politiche economiche e sociali attente ai bisogni delle persone. Vi sono poi quanti hanno perso la vitasui luoghi di lavoro o hanno subito <strong>in</strong>cidenti.Quelli appena accennati sono temi diventati preghiera nella recente celebrazione del Primo Maggio curata dall’ACLI locale.Èsufficiente elencare alcuni titoli e “occhielli” da pag<strong>in</strong>a 7 di “Avvenire” del 29 aprile per farsi un’idea della gravità dellasituazione. In relazione ad un rapporto scaturito da una ricerca congiunta tra Caritas Italiana e ACLI, il giornaleafferma che “tra il settembre 2009 e il marzo di quest’anno è cresciuta la paura di perdere il lavoro e sonosempre più numerosi coloro che fanno fatica a pagare mutui e bollette. Incoraggiante però il dato relativoalla progettualità delle giovani coppie con figli che non r<strong>in</strong>unciano a guardare con fiducia al futuro”.Poi è un susseguirsi di preoccupanti annunci:LA CRISI CHE NON PASSA: risparmi da <strong>in</strong>cubo per una famiglia su tre.Crescono i nuclei familiari costretti a tirare la c<strong>in</strong>ghia anche su acqua, luce, gas e alimentazione.In uno specchietto vengono s<strong>in</strong>teticamente riportati i seguenti dati:Il 48,5% delle famiglie <strong>in</strong> difficoltà con mutui o affitti da pagare e senza risparmi, ha chiesto prestiti f<strong>in</strong>anziar<strong>in</strong>el corso dell’anno.Il 68,4% ha tagliato i suoi consumi alimentari.Il 67,8% delle famiglie teme che un proprio familiare possa perdere il lavoro; la percentuale sale al 77,9% nellefamiglie numerose. Nell’8,8% dei casi, questo è effettivamente successo nell’ultimo anno.Un altro specchietto offre un’ulteriore s<strong>in</strong>tesi:Più di una famiglia su tre ha risparmiato sull’acquisto di generi alimentari di prima necessità: pasta, pane ecarne.Due famiglie su tre hanno acquistato prodotti a basso costo.Una su tre ha risparmiato su acqua, luce e gas (l’11% <strong>in</strong> più rispetto al 2009) e sui trasporti.Il 56% delle famiglie ha ridotto le spese per vacanze e viaggi.Il 44,5% delle famiglie ha risparmiato sulla cura dellapropria persona (+ 10% rispetto al 2009).Quasi il 10% delle famiglie ha pagato <strong>in</strong> ritardo rate ebollette (+6% rispetto al 2009).Lo stesso giornale, il giorno successivo, riportava questo dato:Disoccupazione all'8,8%: massimo dal 2002. In un annosono stati persi 367mila posti di lavoro. La disoccupazionegiovanile oltre il 27%.(cont<strong>in</strong>ua a pag. 5)3


EditorialeCarissimi,Ai fratelli e alle sorelle di <strong>Coccaglio</strong>il mese di maggio, <strong>in</strong> compagnia di Maria, ci “traghetta” dalTempo di Pasqua - che passando per l’Ascensione, trova nellaPentecoste il suo culm<strong>in</strong>e - al Tempo Ord<strong>in</strong>ario.Lo Spirito, la Pentecoste e il DNALuca nel secondo capitolo degli Atti ci racconta che i discepoli«furono tutti pieni di Spirito Santo e com<strong>in</strong>ciaronoa parlare <strong>in</strong> altre l<strong>in</strong>gue come lo Spirito dava loro il potered’esprimersi. Si trovavano allora <strong>in</strong> Gerusalemme Giudeiosservanti di ogni nazione […]. Fuori di sé per lo stuporedicevano: “Com’è che li sentiamo ciascuno parlare lanostra l<strong>in</strong>gua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitantidella Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, delPonto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egittoe delle parti della Libia vic<strong>in</strong>o a Cirène, stranieri di Roma,Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziarenelle nostre l<strong>in</strong>gue le grandi opere di Dio”».Notiamo bene: non accade che tutti diventano capaci di comprenderela l<strong>in</strong>gua parlata dagli Apostoli, bensì il contrario: sono questi adessere resi capaci di parlare <strong>in</strong> altre l<strong>in</strong>gue, <strong>in</strong> modo che l’Annunciopasquale possa essere compreso da tutti.Da allora <strong>in</strong> poi è stato così: nella sua azione missionaria, laChiesa ha dovuto imparare la l<strong>in</strong>gua e la cultura della gentea cui si rivolgeva, allo scopo di rendere comprensibile ed efficaceil messaggio; quando, confondendo l’unità con l’uniformità, nonl’ha fatto e ha cercato di imporre un modello culturale estraneoalle comunità a cui si rivolgeva, non ha annunziato Cristo conla stessa efficacia.Comunque gli esperti possano <strong>in</strong>terpretare quantoLuca ci racconta, rimane il fatto che davvero laChiesa è un popolo che parla tutte le l<strong>in</strong>gue; f<strong>in</strong> dalsuo nascere la Chiesa è cattolica: universale. DallaPentecoste <strong>in</strong> poi, lo Spirito ha impresso nel DNAdella Comunità cristiana la caratteristica dellamulticulturalità; questa, a sua volta, altro non è cheuna coniugazione di ciò che s. Paolo scrive nel celebrecap. 12 della sua prima Lettera ai cristiani di Cor<strong>in</strong>to:il corpo è formato da diverse membra e appunto perquesto è organismo vivente e armonico; se tutto ilcorpo fosse udito, o tutto odorato, non avremmo piùun corpo, ma una mostruosità. Invece, proprio ladiversità delle diverse membra tra loro le rende necessarie le unealle altre: la diversità non è perciò causa di impoverimento, bensìdi reciproco arricchimento.Quanto, sempre più irreversibilmente, si sta verificando nel nostrotempo è per la Chiesa bimillenaria realtà sperimentata f<strong>in</strong>dall’<strong>in</strong>izio.La sfida dell’<strong>in</strong>contro e del dialogoNon c’è alternativa all’<strong>in</strong>tegrazione (che non è lo stesso di unmiscuglio pasticciato e livellante) delle diverse culture. Deveessere possibile convivere sulla base di regole comuni, pur conservandole proprie tradizioni, quando queste non contrast<strong>in</strong>o con l’ord<strong>in</strong>amentodel Paese <strong>in</strong> cui si è ospiti e con i diritti <strong>in</strong>alienabili di tutti e diciascuno. Le impensabili “sorprese” che la cronaca di questi annici ha fatto osservare <strong>in</strong> Paesi ove l’<strong>in</strong>tegrazione pareva realtàacquisita (Inghilterra, Francia, Olanda, ecc.) ci deve mettere <strong>in</strong>guardia da semplicistiche facilonerie: ci vuole tempo, molto tempoe tanta buona volontà da tutte le parti, senza <strong>in</strong>genui buonismie senza paure.Credo che lo Spirito, anche attraverso i flussi migratori, ci stiachiamando e lanciando una sfida: allenare la nostra capacità diconfronto, di dialogo e, <strong>in</strong> esso, essere testimoni della novità cheGesù Cristo può rappresentare per tutti. Non si tratta né di ridurregli altri alla nostra misura, né di smarrire la nostra identità. Inrealtà, la paura dell’altro nasce proprio dalla mancanza diradicamento nella propria identità culturale ed è perciò segnoche la si è già smarrita; senza questa identità non avremmo granche da condividere con gli altri.Nei pressi del Cenacolo, ovepresumibilmente lo Spirito scesesugli Apostoli, a Gerusalemme,sul Sion cristiano, il giornodi Pentecoste4


EditorialeLa scristianizzazione <strong>in</strong> atto da tempo nel nostro Cont<strong>in</strong>enterappresenta una pericolosa deriva: stiamo smarrendo le nostreradici e anche per questo abbiamo paura. Certo, non basta unriferimento scritto alle radici cristiane <strong>in</strong> un documento costituzionalea ristabilirci <strong>in</strong> esse; averlo voluto escludere mi pare tuttavia segnodi quella debolezza che penso derivi dal fatto che tali radici sonogià state largamente smarrite. Invece, un’identità cristiana nongenericamente affermata o rivendicata - magari usandoimpropriamente i simboli religiosi o strumentalizzandoli (v.alcune plateali <strong>in</strong>iziative concernenti il Crocifisso) - ma vissutacon conv<strong>in</strong>zione a partire dalla fede realmente vissuta e alimentatadall’<strong>in</strong>contro personale e comunitario con il Risorto, non produceaggressivo proselitismo, ma coraggiosa testimonianza; non si lascia<strong>in</strong>timidire nemmeno qualora il tentativo di proselitismo venisseattuato da coloro che vengono da noi o esso fosse per davveropianificato da più o meno nascoste regie.(Per utili <strong>in</strong>tegrazioni, rimando a quanto ho scritto sul bollett<strong>in</strong>odi luglio 2008 alle pagg. 3 e 5)Sarete miei testimoniLa Pentecoste ci chiama a questa riscoperta di chi siamo: loSpirito ci chiama a radicarci <strong>in</strong> Gesù Cristo. Quando sonousciti dal Cenacolo, gli Apostoli non si sono messi a parlare di sestessi o di qualcos’altro, genericamente: hanno annunciato GesùCristo, morto e risorto, che per tutti vuole essere salvatore. Perloro l’annuncio, entusiastico e travolgente, era Lui, v<strong>in</strong>citore dellamorte, del peccato e di ogni paura che da questi scaturisce.Da questo mi pare consegua che non è degli altri che dobbiamoavere paura, ma di noi stessi, del fatto che Gesù Cristo conta sempremeno per noi, i nostri giovani e ragazzi, perché altri presunticont<strong>in</strong>ua da pag. 35valori di immediato godimento attraggono di più. Non le idee ola diversa fede degli altri devono preoccuparci, ma il vuoto checircola nelle teste e nei cuori dei figli della civiltà occidentale,associato alla tendenza, culturalmente suicida e tra<strong>in</strong>ata dallediverse “lobbies” più o meno laiciste, a “tirarci la zappa suipiedi”; tale tendenza si manifesta anche con la deliberatacontrapposizione alla Chiesa e ai valori da essa annunciati .Per un progetto pastoraleAcosa chiama ciascuno di noi lo Spirito della Pentecoste? Acosa Egli chiama la nostra Comunità parrocchiale? Primaancora, chi essa è chiamata ad essere?In questi anni abbiamo ricevuto spunti utili all’elaborazione diuna risposta: la Missione Parrocchiale del 2004 e i vari “ritorni”,con la “scuola di comunità” seguita al penultimo di essi, e lariflessione conclusa pochi giorni or sono nei Centri d’Ascolto sullafraternità, per la quale siamo chiamati a “prenderci cura” delnostro prossimo, ci hanno fornito elementi sufficienti ad elaborareun progetto pastorale per la nostra Comunità. Forse è questo ilcompito più importante che attende il neo eletto Consiglio PastoraleParrocchiale.Maria, che <strong>in</strong> questo mese di maggio veneriamo più <strong>in</strong>tensamente,ci accompagni con la sua <strong>in</strong>tercessione. Ci affidiamo a Lei, nostraMadre e <strong>in</strong>terceditrice presso lo Spirito che il Padre, per mezzodi Gesù, cont<strong>in</strong>uamente dona alla sua Chiesa. Attorno al quelsolo Pane, ci renda capaci di diventare un po’ alla volta un unicocorpo.Per tutti voi la preghiera di una santa Pentecoste.Il Signore vi dia pace.don GiovanniNon ci è stato possibile reperire dati sull’impatto della crisi nella nostra Comunità coccagliese: i numerosi appartamenti <strong>in</strong>vendutici parlano di contraccolpi gravissimi nel campo dell’impiego edile; per il resto, quante persone hanno perso il lavoro? Quantistanno fruendo della cassa <strong>in</strong>tegrazione? Quante famiglie hanno dovuto anche da noi tirare maggiormente una c<strong>in</strong>ghia già strettaal limite? A fronte di impieghi precari resi ancora più <strong>in</strong>certi a motivo della crisi e di un lavoro che era sicuro ma che ora non lo è più,diventa difficile immag<strong>in</strong>are, da parte dei giovani, un futuro stabile; ciò rende ancora più difficili progetti a lungo term<strong>in</strong>e che, perla cultura dell’<strong>in</strong>certezza - che comunque gioca la sua parte - risultano già abbastanza problematici.Non siamo <strong>in</strong> grado di addentraci <strong>in</strong> analisi tecnico-sociologiche di questi dati. Una semplice constatazione ci porta però a ripetereche, almeno f<strong>in</strong>o ad ora, l’attuale crisi non ci sta <strong>in</strong>segnando nulla e l’umanità, da chi governa l’economia e la f<strong>in</strong>anza a chiguida le Nazioni f<strong>in</strong>o a noi tutti, stiamo sprecando un’occasione che potrebbe rivelarsi preziosa per imparare un consumo più attento,equo e solidale, maggiormente rispondente alle nostre effettive possibilità (il riferimento non è a quelle economiche ma alle risorsenon <strong>in</strong>esauribili del Pianeta).Educarci ad avere un po’ di meno tutti, perché tutti abbiano un po’ di più: è occasione per ritrovare un po’ di essenzialità e magari,con essa, anche un po’ di autenticità. Forse sarebbe auspicabile che fossimo aiutati a realizzare questo processo di trasformazione,anzicché cont<strong>in</strong>uare a crogiolarci nell’attesa che si possa tornare a spendere e consumare come prima, con il divario sempre piùesasperato tra chi non può permettersi ciò che ad altri è possibile.


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>DAL MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVIPER LA XXV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ“Maestro buono, che cosa devo fare per avere <strong>in</strong> eredità la vita eterna?” (Mc 10,17)Cari amici,Rricorre quest’anno il ventic<strong>in</strong>quesimoanniversario di istituzione dellaGiornata Mondiale della Gioventù, volutadal Venerabile Giovanni Paolo IIcome appuntamento annuale dei giovanicredenti del mondo <strong>in</strong>tero. Fu una <strong>in</strong>iziativaprofetica che ha portato fruttiabbondanti, permettendo alle nuovegenerazioni cristiane di <strong>in</strong>contrarsi, dimettersi <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong> della Parola di Dio, discoprire la bellezza della Chiesa e di vivereesperienze forti di fede che hanno portatomolti alla decisione di donarsi totalmentea Cristo.La presente XXV Giornata rappresentauna tappa verso il prossimo IncontroMondiale dei giovani, che avrà luogo nell'agosto2011 a Madrid, dove spero saretenumerosi a vivere questo evento di grazia.Per prepararci a tale celebrazione, vorreiproporvi alcune riflessioni sul tema diquest’anno: “Maestro buono, che cosadevo fare per avere <strong>in</strong> eredità la vita eterna?”(Mc 10,17), tratto dall’episodioevangelico dell'<strong>in</strong>contro di Gesù con ilgiovane ricco; un tema già affrontato, nel1985, dal Papa Giovanni Paolo II <strong>in</strong> unabellissima Lettera, diretta per la primavolta ai giovani.1. Gesù <strong>in</strong>contra un giovaneentre [Gesù] andava per la strada,“Mun tale gli corse <strong>in</strong>contro e, gettandosi<strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio davanti a lui, gli domandò:«Maestro buono, che cosa devo fare per avere<strong>in</strong> eredità la vita eterna?». Gesù gli disse:«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, senon Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Nonuccidere, non commettere adulterio, non rubare,non testimoniare il falso, non frodare,onora tuo padre e tua madre». Egli allora glidisse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservatef<strong>in</strong> dalla mia giov<strong>in</strong>ezza». Allora Gesù fissòlo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Unacosa sola ti manca: va', vendi quello che hai edallo ai poveri, e avrai un tesoro <strong>in</strong> cielo; evieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fecescuro <strong>in</strong> volto e se ne andò rattristato; possedeva<strong>in</strong>fatti molti beni” (Mc 10, 17-22).Questo racconto esprime <strong>in</strong> manieraefficace la grande attenzione diGesù verso i giovani, verso di voi, verso levostre attese, le vostre speranze, e mostraquanto sia grande il suo desiderio di<strong>in</strong>contrarvi personalmente e di aprire undialogo con ciascuno di voi. Con questobrano evangelico, il mio Predecessorevoleva esortare ciascuno di voi a “sviluppareil proprio colloquio con Cristo - un colloquioche è d'importanza fondamentale ed essenzialeper un giovane” (Lettera ai giovani, n. 2).2. Gesù lo guardò e lo amòNel racconto evangelico, San Marcosottol<strong>in</strong>ea come “Gesù fissò lo sguardosu di lui e lo amò” (cfr Mc 10,21). Nellosguardo del Signore c’è il cuore di questospecialissimo <strong>in</strong>contro e di tutta l’esperienzacristiana. Infatti il cristianesimonon è primariamente una morale, maesperienza di Gesù Cristo, che ci ama personalmente,giovani o vecchi, poveri oricchi; ci ama anche quando gli voltiamole spalle.Commentando la scena, il PapaGiovanni Paolo II aggiungeva, rivolto avoi giovani: “Vi auguro di sperimentare unosguardo così! Vi auguro di sperimentare laverità che egli, il Cristo, vi guarda con amore!”(n. 7). Un amore, manifestatosi sullaCroce <strong>in</strong> maniera così piena e totale, chefa scrivere a san Paolo, con stupore: “Miha amato e ha consegnato se stesso per me”(Gal 2,20).In questo amore si trova la sorgente ditutta la vita cristiana e la ragione fondamentaledell'evangelizzazione: se abbiamoveramente <strong>in</strong>contrato Gesù, non possiamofare a meno di testimoniarlo acoloro che non hanno ancora <strong>in</strong>crociatoil suo sguardo!3. La scoperta del progetto di vitaNel giovane del Vangelo, possiamoscorgere una condizione moltosimile a quella di ciascuno di voi. Anchevoi siete ricchi di qualità, di energie, disogni, di speranze: risorse che possedete<strong>in</strong> abbondanza! La stessa vostra età costituisceuna grande ricchezza non soltantoper voi, ma anche per gli altri, per laChiesa e per il mondo.Il giovane ricco chiede a Gesù: “Che cosadevo fare?”. La stagione della vita <strong>in</strong> cuisiete immersi è tempo di scoperta: deidoni che Dio vi ha elargito e delle vostreresponsabilità. E’, altresì, tempo di sceltefondamentali per costruire il vostro progettodi vita. E’ il momento, qu<strong>in</strong>di, di<strong>in</strong>terrogarvi sul senso autentico dell’esistenzae di domandarvi: “Sono soddisfattodella mia vita? C'è qualcosa chemanca?”.6Come il giovane del Vangelo, forse anchevoi vivete situazioni di <strong>in</strong>stabilità, di turbamentoo di sofferenza, che vi portanoad aspirare ad una vita non mediocre e achiedervi: <strong>in</strong> che consiste una vita riuscita?Che cosa devo fare? Quale potrebbeessere il mio progetto di vita? “Che cosadevo fare, aff<strong>in</strong>ché la mia vita abbia pienovalore e pieno senso? (Ibid., n. 3).Non abbiate paura di affrontare questedomande! Lontano dal sopraffarvi,esse esprimono le grandi aspirazioni,che sono presenti nel vostro cuore.Pertanto, vanno ascoltate. Esse attendonorisposte non superficiali, ma capaci disoddisfare le vostre autentiche attese divita e di felicità.Per scoprire il progetto di vita che puòrendervi pienamente felici, mettetevi <strong>in</strong><strong>ascolto</strong> di Dio, che ha un suo disegno diamore su ciascuno di voi. Con fiducia,chiedetegli: “Signore, qual è il tuo disegno diCreatore e Padre sulla mia vita? Qual è la tuavolontà? Io desidero compierla”. Siate certi chevi risponderà. Non abbiate paura della suarisposta! “Dio è più grande del nostro cuore econosce ogni cosa” (1Gv 3,20)!4. Vieni e seguimi!Gesù, <strong>in</strong>vita il giovane ricco ad andareben al di là della soddisfazione dellesue aspirazioni e dei suoi progetti personali,gli dice: “Vieni e seguimi!”. La vocazionecristiana scaturisce da una propostad’amore del Signore e può realizzarsi solograzie a una risposta d’amore.Sull’esempio di tanti discepoli di Cristo,anche voi, cari amici, accogliete con gioial’<strong>in</strong>vito alla sequela, per vivere <strong>in</strong>tensamentee con frutto <strong>in</strong> questo mondo.Con il Battesimo, <strong>in</strong>fatti, egli chiama ciascunoa seguirlo con azioni concrete, adamarlo sopra ogni cosa e a servirlo neifratelli. Il giovane ricco, purtroppo, nonaccolse l’<strong>in</strong>vito di Gesù e se ne andò rattristato.Non aveva trovato il coraggio didistaccarsi dai beni materiali per trovareil bene più grande proposto da Gesù.La tristezza del giovane ricco delVangelo è quella che nasce nel cuoredi ciascuno quando non si ha il coraggiodi seguire Cristo, di compiere la sceltagiusta. Ma non è mai troppo tardi perrispondergli!Gesù non si stanca mai di volgere il suosguardo di amore e chiamare ad esseresuoi discepoli, ma Egli propone ad alcuni


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>una scelta più radicale. In quest'AnnoSacerdotale, vorrei esortare i giovani e iragazzi ad essere attenti se il Signore <strong>in</strong>vitaad un dono più grande, nella via delSacerdozio m<strong>in</strong>isteriale, e a rendersidisponibili ad accogliere con generositàed entusiasmo questo segno di specialepredilezione, <strong>in</strong>traprendendo con unsacerdote, con il direttore spirituale ilnecessario camm<strong>in</strong>o di discernimento.Non abbiate paura, poi, cari giovani ecare giovani, se il Signore vi chiama allavita religiosa, monastica, missionaria o dispeciale consacrazione: Egli sa donaregioia profonda a chi risponde con coraggio!Invito, <strong>in</strong>oltre, quanti sentono la vocazioneal matrimonio ad accoglierla con fede,impegnandosi a porre basi solide pervivere un amore grande, fedele e aperto aldono della vita, che è ricchezza e graziaper la società e per la Chiesa.5. Orientati verso la vita eternahe cosa devo fare per avere <strong>in</strong> eredità la“Cvita eterna?”. Interrogarsi sul futurodef<strong>in</strong>itivo che attende ciascuno di noidà senso pieno all’esistenza, poiché orientail progetto di vita verso orizzonti nonlimitati e passeggeri, ma ampi e profondi,che portano ad amare il mondo, da Diostesso tanto amato, a dedicarci al suo sviluppo,ma sempre con la libertà e la gioiache nascono dalla fede e dalla speranza.Sono orizzonti che aiutano a non assolutizzarele realtà terrene, sentendo che Dioci prepara una prospettiva più grande.Cari giovani, vi esorto a non dimenticarequesta prospettiva nel vostro progetto divita: siamo chiamati all’eternità. Dio ciha creati per stare con Lui, per sempre.Essa vi aiuterà a dare un senso pieno allevostre scelte e a dare qualità alla vostraesistenza.6. I comandamenti, via dell'amore autenticoGesù ricorda al giovane ricco i diecicomandamenti, come condizion<strong>in</strong>ecessarie per “avere <strong>in</strong> eredità la vita eterna”.Essi sono punti di riferimento essenzialiper vivere nell’amore, per dist<strong>in</strong>guerechiaramente il bene dal male e costruireun progetto di vita solido e duraturo.Anche a voi, Gesù chiede se conoscete icomandamenti, se vi preoccupate di formarela vostra coscienza secondo la leggediv<strong>in</strong>a e se li mettete <strong>in</strong> pratica. Certo, sitratta di domande controcorrente rispettoalla mentalità attuale, che proponeuna libertà sv<strong>in</strong>colata da valori, da regole,da norme oggettive e <strong>in</strong>vita a rifiutareogni limite ai desideri del momento. Maquesto tipo di proposta <strong>in</strong>vece di condurrealla vera libertà, porta l'uomo a diventareschiavo di se stesso, dei suoi desideriimmediati, degli idoli come il potere, ildenaro, il piacere sfrenato e le seduzionidel mondo, rendendolo <strong>in</strong>capace diseguire la sua nativa vocazione all'amore.Dio ci dà i comandamenti perché ci vuoleeducare alla vera libertà, perché vuolecostruire con noi un Regno di amore, digiustizia e di pace. Ascoltarli e metterli <strong>in</strong>pratica non significa alienarsi, ma trovareil camm<strong>in</strong>o della libertà e dell'amoreautentici, perché i comandamenti nonlimitano la felicità, ma <strong>in</strong>dicano cometrovarla. Gesù all'<strong>in</strong>izio del dialogo con ilgiovane ricco, ricorda che la legge data daDio è buona, perché “Dio è buono”.7. Abbiamo bisogno di voiChi vive oggi la condizione giovanile sitrova ad affrontare molti problemiderivanti dalla disoccupazione, dallamancanza di riferimenti ideali certi e diprospettive concrete per il futuro. Talorasi può avere l'impressione di essere impotentidi fronte alle crisi e alle derive attuali.Nonostante le difficoltà, non lasciateviscoraggiare e non r<strong>in</strong>unciate ai vostrisogni! Coltivate <strong>in</strong>vece nel cuore desiderigrandi di fraternità, di giustizia e di pace.Il futuro è nelle mani di chi sa cercare etrovare ragioni forti di vita e di speranza.Se vorrete, il futuro è nelle vostre mani,perché i doni e le ricchezze che il Signoreha r<strong>in</strong>chiuso nel cuore di ciascuno di voi,plasmati dall’<strong>in</strong>contro con Cristo, possonorecare autentica speranza al mondo! Èla fede nel suo amore che, rendendoviforti e generosi, vi daràil coraggio di affrontare conserenità il camm<strong>in</strong>o della vitaed assumere responsabilitàfamiliari e professionali.Impegnatevi a costruire ilvostro futuro attraverso percorsiseri di formazione personale edi studio, per servire <strong>in</strong> manieracompetente e generosa il benecomune.Nella mia recente Letteraenciclica sullo sviluppoumano <strong>in</strong>tegrale, Caritas <strong>in</strong> veritate,ho elencato alcune grandisfide attuali, che sono urgentied essenziali per la vita di questomondo: l'uso delle risorsedella terra e il rispetto dell'ecologia,la giusta divisione deibeni e il controllo dei meccanismif<strong>in</strong>anziari, la solidarietàcon i Paesi poveri nell'ambitodella famiglia umana, la lottacontro la fame nel mondo, lapromozione della dignità del lavoroumano, il servizio alla cultura della vita,la costruzione della pace tra i popoli, ildialogo <strong>in</strong>terreligioso, il buon uso deimezzi di comunicazione sociale.Sono sfide alle quali siete chiamati arispondere per costruire un mondo piùgiusto e fraterno. Sono sfide che chiedonoun progetto di vita esigente ed appassionante,nel quale mettere tutta la vostraricchezza secondo il disegno che Dio hasu ciascuno di voi. Non si tratta di compieregesti eroici né straord<strong>in</strong>ari, ma diagire mettendo a frutto i propri talenti ele proprie possibilità, impegnandosi aprogredire costantemente nella fede enell'amore.In quest'Anno Sacerdotale, vi <strong>in</strong>vito aconoscere la vita dei santi, <strong>in</strong> particolarequella dei santi sacerdoti. Vedrete cheDio li ha guidati e che hanno trovato laloro strada giorno dopo giorno, proprionella fede, nella speranza e nell'amore.Cristo chiama ciascuno di voi a impegnarsicon Lui e ad assumersi le proprieresponsabilità per costruire la civiltà dell’amore.Se seguirete la sua Parola, anchela vostra strada si illum<strong>in</strong>erà e vi condurràa traguardi alti, che danno gioia esenso pieno alla vita.Che la Verg<strong>in</strong>e Maria, Madre dellaChiesa, vi accompagni con la sua protezione.Vi assicuro il mio ricordo nella preghierae con grande affetto vi benedico.Dal Vaticano, 22 Febbraio 2010BENEDICTUS PP. XVIE’ ricorso il qu<strong>in</strong>to anniversario di elezione al pontificato del nostroamato Paspa. Gli siamo vic<strong>in</strong>i più che mai, <strong>in</strong> questo periodo,soprattutto con la preghiera.7


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>Due cose… al mondo…asterischi di aprile e maggiodi don TittaDeo gratias, cari amici. Alleluia! F<strong>in</strong>almente dopo unprolungato ed <strong>in</strong>solito <strong>in</strong>verno, <strong>in</strong>sistente nell’arcodi c<strong>in</strong>que mesi, con un’atmosfera esplosiva <strong>in</strong> pioggealternatesi fra nevi copiose e venti forti e vorticosi e term<strong>in</strong>ante<strong>in</strong> un’ <strong>in</strong>attesa tempesta serale… è arrivata congioia di tutti noi, dai bimbi agli anziani, MISS PRIMAVE-RA!!! Ma che scherzo ci hai fatto mastro Sole? Amici, miviene subito alla memoria quel bel passo biblico delCantico dei Cantici <strong>in</strong> cui l’autore afferma: “Ecco: l’<strong>in</strong>vernoè passato, è cessata la pioggia e se n’è andata. I fiorisono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e lavoce della tortora si fa sentire nella nostra campagna. Ilfico ha messo i fiori ed i primi frutti e le viti fiorite spandonofragranze. ALZATI amica mia, bella mia e vieni” (cfrCt. 2, 11- 18).Èlecito pensare, cari amici, che la sfolgorante e misteriosaRESURREZIONE di Cristo ha portato allanostra anima una NOVITA’ DI GRAZIA e di vita nellalibertà e nella gioia dello spirito; abbia creato un toccomaestro di r<strong>in</strong>ata ripresa di bellezza alla natura che <strong>in</strong>questi giorni pasquali il CREATORE riveste a festa erende sereno il cuore che lo contempla? Ricordo benecome al campo scout di Collio, all’alzarsi di buon matt<strong>in</strong>o,lavata la faccia nell’acqua fresca del torrente il nostroBADEN ci <strong>in</strong>vitava a tuffarci lodando e benedicendo <strong>in</strong>fede e semplicità DIO Creatore e Padre. E la preghiera…diveniva meditazione, riflettendo su appropriati Salmiespressivi della grandezza di Dio e delle bellezze naturaliche ti sembravano presenti o circostanti! Risento ilSalmo 101, letto bene da un giovane curato di AlzanoLombardo (Bg) “Tu Signore fai scaturire le sorgenti nelle vallie scorrono fra i monti ne bevono tutte le bestie selvatiche e gli animaliest<strong>in</strong>guono la sete. Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo ecantano fra le fronde… tu fai crescere il fieno per gli armenti el’erba al servizio dell’uomo poiché tragga alimento dalla terra; ilv<strong>in</strong>o che allieterà il cuore dell’uomo; l’olio che fa brillare il suovolto; il pane che sostiene il suo vigore” .Cari amici sentiamo anche noi da vari giorni il cantodegli uccelli <strong>in</strong> primis dei merli – birich<strong>in</strong>i al tempodelle ciliegie – vediamo le primule ed i non-ti-scordar-dimecon timide profumate violette tappezzare i nostrigiard<strong>in</strong>i ove primeggiano però i tulipani presi dalla signoraVirg<strong>in</strong>ia, quella del Maniero locale. E non ci dispiace ilrumore dei vari trattori che, dopo il silenzio <strong>in</strong>vernale,tornano a ruggire uscendo dai casolari con mani forti alvolante… quasi per recuperare il tempo perduto, bloccatoda noiosa attesa! Si sa… il pane non viene dalle pietre,anche se sappiamo che per fede e capacità div<strong>in</strong>a il Cristolo potrebbe fare, senza la trovata di chi nella brescianaRezzato può da quella famosa cava di marmo trarreforma di pane… anche se rimarrà di pietra. Com’è doveroso,cari amici, <strong>in</strong> questo nostro tempo di <strong>in</strong>ternet e robot, ditelevisione e telefon<strong>in</strong>i ammirare ed usufruire della naturasenza tanti aggeggi e colpevole gonfiamento e delittuosadistruzione del CREATO di Dio. a volte, spesso, cichiediamo: è vero progresso ciò che facciamo mercanteggiando?Ogni <strong>in</strong>venzione fatta spesso con la semplice ragionee priva di vera sapienza e di buon senso è propriosegno di RAGIONAMENTO e CIVILTA’, o porta allaBARBARIE sconosciuta degli Aztechi messicani o dai8


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>Quech<strong>in</strong> della Ande peruviane? Sappiamo che l’<strong>in</strong>gegnodi Leonardo da V<strong>in</strong>ci lo portò a disegnare elementi meccaniciche diventando bellici avrebbero distrutto, con violenza,tantissimi esseri umani. E sappiamo che Leonardonon li attuò; fu certamente più <strong>in</strong>telligente degli <strong>in</strong>ventoridella BOMBA ATOMICA. Eh… molti si autodef<strong>in</strong>isconoscienziati, ma sono solo attratti da facili compensi dialloro o da lus<strong>in</strong>ghe terrene… ma come sono piccoliuom<strong>in</strong>i! Sono veramente più piccoli dei nostri bamb<strong>in</strong>iquando di fronte a bellezze di natura o alla bontà di personeesclamano con stupore e semplicità: “Quanto è grandeDio e quanto sono buoni papà e mamma nel loro servizio e nelloro amore per me”.* * * * *Ed eccomi giunto con l’acceleratore al titolo del mioarticoletto, scusate il ritardo. Due cose al mondo nonti abbandonano mai: L’OCCHIO DI DIO che ti vede sempre,ED IL CUORE DELLA MAMMA che ti segue ovunque.Ho letto queste parole da giovane prete, dip<strong>in</strong>te suuna ceramica posta sul grezzo muro di un casolare pontogliese.Si, cari amici, il Signore, che tutto sa e può, vede e provvedeperché AMA! Purchè ci sia fede <strong>in</strong> Lui come bimbo colpapà. Ma ci CREDIAMO al suo amore personale per te,per me???L’AMORE DELLA MAMMA – una di queste scrisse <strong>in</strong>una lettera al figlio studente- ricordati che l’amore ditua madre è <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito!!! Penso alla dignità e bontà di tuttele buone mamme di <strong>Coccaglio</strong>, anche quelle musulmaneed extracomunitarie. Già, “son tutte belle le mamme delmondo quando un bimbo str<strong>in</strong>gono al cuore”. Però <strong>in</strong>questo stupendo mese di maggio, per antonomasia dedicatoalla Madonna e mese mariano, è bello render omaggioa Maria di Nazareth, a Colei che per azione delloSpirito Santo RESE UOMO lo stesso Dio = Gesù nostroSalvatore. Più che fiori, pur belli, doniamole il nostrocuore; è nel suo grembo materno che si è acceso il VEROAMORE. Ella è pur nostra madre. Ma è pur bello esprimeregrazie ed amore a COLEI che ci ha dato la vita.Forse, è vero, l’unico “ sbaglio” della mamma è quello dichiudere gli occhi e non aprirli più. Ma lei vive ancora.Grazie mamma!9


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>I Sacramenti: l’Unzione degli Infermi ( 2a parte)a cura di don FrancescoIl SACRAMENTO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMImanifesta la vittoria che il Signore riporta sul peccato ele sue conseguenze. Questo potere di annunciare e realizzarel'avvento vittorioso della grazia anche <strong>in</strong> rapportoalle <strong>in</strong>fermità è dato dal Signore agli Apostoli: «Chiamatia sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare glispiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e di<strong>in</strong>fermità... Questi Dodici, Gesù li <strong>in</strong>viò dopo averli cosìistruiti: “Strada facendo, predicate che il regno dei cieli èvic<strong>in</strong>o. Guarite gli <strong>in</strong>fermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi,cacciate i demoni”» (Mt 10, 1.5. 7s; cfr. Lc 9, 1 e 6).Gli Apostoli assolvono il mandato anche utilizzando ilsegno dell'unzione. E la Lettera di Giacomo attesta comequesta prassi sia cont<strong>in</strong>uata nella Chiesa delle orig<strong>in</strong>i:«Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e pregh<strong>in</strong>osu di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome delSignore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: ilSignore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli sarannoperdonati» (Gc 5,14s). La fede della Chiesa ha perciò riconosciutonell'unzione e nella preghiera fatte dal sacerdotesull'<strong>in</strong>fermo il segno sacramentale dell'avvento dellagrazia <strong>in</strong> soccorso della debolezza e della malattia, checosì fortemente segnano la condizione umana.Anche nel SACRAMENTO DELL'UNZIONE la Tr<strong>in</strong>itàè presente e operante, nella ricchezza dei rapportipropri a ciascuna delle Persone div<strong>in</strong>e.In rapporto al Padre l'Unzione è il sacramento dell'offertadella sofferenza dell'<strong>in</strong>fermo e della grazia con cui Diol'accoglie, valorizzando l'esperienza del dolore e dell'<strong>in</strong>fermitàcome via di redenzione e di salvezza. Perciò laChiesa si rivolge al Padre chiedendo che chi riceve nellafede l'Unzione «vi trovi sollievo nei suoi dolori e confortonelle sue sofferenze».In rapporto al Figlio l'evento sacramentale dell'Unzioneunisce la passione dell'uomo alla passione di Cristo eapplica ad essa i meriti del Salvatore, raggiungendola conla potenza della sua vittoria pasquale sul peccato e sullamorte e facendo dell'<strong>in</strong>fermità una partecipazione allacroce e resurrezione del Signore a vantaggio di tutta laChiesa: «Con la sacra Unzione degli <strong>in</strong>fermi e la preghieradei sacerdoti tutta la Chiesa raccomanda gli ammalatial Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca leloro pene e li salvi (cfr. Gc 5,14-16), anzi li esorta a unirsispontaneamente alla passione e alla morte di Cristo (cfr.Rm 8,17; Col 1,24; 2Tm 2,11s ; 1Pt 4,13), per contribuirecosì al bene del popolo di Dio» (Lumen gentium 11).Inf<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> rapporto allo Spirito Santo l'Unzione stabiliscela comunione solidale degli <strong>in</strong>fermi con tutta la Chiesanel v<strong>in</strong>colo operato dal Consolatore, grazie al quale lacomunità e il s<strong>in</strong>golo reciprocamente si aiutano nell'oradella sofferenza e della prova. Perciò il sacerdote, ungendocon l'olio l'<strong>in</strong>fermo sulla fronte e sulle mani, gli dice:«Per questa santa unzione e la sua piissima misericordiati aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo, e liberandotidai peccati ti salvi e nella sua bontà ti sollevi».Così anche la condizione di debolezza e apparente <strong>in</strong>utilitàpuò divenire via di servizio ad altri ed esperienzadel beneficio della loro solidarietà spirituale.L'Unzione - <strong>in</strong>contro sacramentale della Tr<strong>in</strong>ità con lamalattia e il patire umano - manifesta allora la possibilitàdi un dolore salvifico, <strong>in</strong> cui il cristiano, nascosto conCristo <strong>in</strong> Dio, viva l'esperienza dell'<strong>in</strong>fermità come offertadi amore al Padre e comunione solidale con gli uom<strong>in</strong>i,trasformando il dolore <strong>in</strong> amore e accogliendo i frutti diguarigione e di vita, che il Dio vivente può operare nell'<strong>in</strong>terioritàdel cuore e nella sua stessa irradiazione corporea.La celebrazione del Sacramento degli Infermi pertantorichiede e stimola una fede così profonda da riconoscerela bontà div<strong>in</strong>a anche nel tempo della malattia, e unafiducia così grande da aprirsi nell'offerta e nel dono di séa tutte le possibili sorprese dell'Eterno. Veramente, perchi crede <strong>in</strong>Dio e a Lui perdutamentesiaffida, nullamai è perduto:neanche l'apparente<strong>in</strong>utilitàdella viadolorosa dellamalattia e dell'<strong>in</strong>fermità.10


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>(46)a cura di don GiovanniProssimi alla Pentecoste (per l’Ascensione vedi il numero dimarzo) presentiamo questa preghiera allo Spirito, la qualeconsiste <strong>in</strong> una meditazione sulla promessa di Gesù: “IlConsolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderànel mio nome, egli v’<strong>in</strong>segnerà ogni cosa e vi ricorderàtutto ciò che io vi ho detto” (Gv. 14,26).Spirito che conduce a CristoGesù ce lo aveva detto:«Lo Spirito vi ricorderà ogni cosa»!Sì, è lo Spirito che ci fa ricordarela parola di Gesù,ma non perché essa discendanel computer della nostra memoriae vi immagazz<strong>in</strong>i una quantità smisurata di dati.È il nostro cuore che viene destatoperché cerchi nel Vangelola parola che salva,la parola che consola,la parola che traccia una strada,la parola che strappa al buio.È il nostro cuore che viene liberatodai suoi riferimenti di sempre,dal suo egoismo che chiude gli orizzontie viene riportato alla freschezza di un tempo,all'entusiasmo e alla gioia.È il nostro cuore che viene condotto sui passi di Gesùper osservare da vic<strong>in</strong>oil suo amore e la sua misericordia,il suo legame di fiducia con te.È il nostro cuore, a questo punto,che sente vivo il desideriodi ripetere gesti e parole traboccanti di bontàche fanno nascere f<strong>in</strong> d'ora il mondo nuovo.Quella che, prima della riforma liturgica di Paolo VI, costituival’Ottava di Pentecoste, abolita non per sm<strong>in</strong>uire la Pentecoste,ma per non falsare la C<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a pasquale, di cui la Pentecosteè, appunto, il c<strong>in</strong>quantesimo giorno, il compimento. Lasolennità che veniva celebrata <strong>in</strong> quell’occasione è però rimasta;essa ci offre la possibilità di fissare lo sguardo adorante delcuore nel Mistero <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito che Dio è. Lo possiamo fare ancheaiutati da questa preghiera.Unità sommaTr<strong>in</strong>ità, luce beata,tre <strong>in</strong> uno, unità dei Tre,somma unità nella comunione dei Tre.O Padre <strong>in</strong>genito,che cont<strong>in</strong>uamente operi la creazione, che porti conla tua parola potente il peso delle cose mutevoli.O Verbo che sei dal pr<strong>in</strong>cipio, splendore della gloriapaterna, fondamento del creato,luce dei cuori e fonte di perdono.O amore, Spirito santo,tu che ispiri concordia,alito di suprema dolcezza,pace, alleanza, frutto, bacio.Crediamo i Tre un solo Dio,crediamo dei Tre una sola sostanza,ai Tre tributiamo lo stesso onore,un’unica adorazione.(Johannes Peckhamus 1240-1292 ca.)luogo dell’annunciazione: qui Maria pronunziò il suo “Sì” e loSpirito Santo, Potenza dell’Altissimo, la coprì con la sua ombra11


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>Per il mese (giugno) che la devozione dedica al SacroCuoreSignore dal Cuore squarciato,Aiutami a camm<strong>in</strong>are verso il tuo Cuorecome verso la meta del mio pellegr<strong>in</strong>aggio;ad aderire al tuo Cuorecon tutta la forza delle mie aspirazioni.Dammi di penetrare nel tuo Cuoref<strong>in</strong>o alla sua estrema profondità;di respirare per mezzo del tuo Cuoreanimandomi col soffio di un generoso amore;a lavorare per il tuo Cuoresenza risparmiare pene e fatiche.E poi fammi riposare sul tuo Cuore<strong>in</strong> una <strong>in</strong>timità tranquilla e senza f<strong>in</strong>e;per irradiare la santa bontàe l’ardore apostolico del tuo Cuore;e dimorare per sempre <strong>in</strong> essoimmutabilmente stabilito nella tua carità.(Jean Galot S.J.)“Un solo pane, un unico corpo”: lo diventiamo nella misurai cui tutti e ciascuno ci <strong>in</strong>corporiamo a Cristo. La prospettivacomunitaria completa quella <strong>in</strong>dividuale espressa <strong>in</strong> questapreghiera composta per il r<strong>in</strong>graziamento dopo la Comunione.Che io sia <strong>in</strong>corporato <strong>in</strong> te!Tu ti fai mio cibo,come se io dovessi <strong>in</strong>corporarti <strong>in</strong> me:<strong>in</strong> realtà sei tu che vieni a <strong>in</strong>corporarmi <strong>in</strong> te.Degnati di impadronirti di tutto il mio essere,per <strong>in</strong>corporarlo nel tuo;fammi vivere di te, <strong>in</strong> te.Signore Gesù, f<strong>in</strong>ora ho troppo vissuto di me e <strong>in</strong> me.Avvolgimi con la tua presenza,aff<strong>in</strong>ché d’ora <strong>in</strong> avanti io dimori <strong>in</strong> te,att<strong>in</strong>gendo <strong>in</strong> tela sostanza dei miei pensieri e della mia attività.Unisci alla profondità del tuo amorela mia volontà così debole e fredda,aff<strong>in</strong>ché io viva del tuo ardore e della tua fortezza.Unisci alla tua sapienza il mio <strong>in</strong>telletto,ancora così ignorante e così poco chiaroveggente.Unisci alla tua azione onnipotenteUn momento del pellegr<strong>in</strong>aggio <strong>in</strong> Terrasanta: nei sotterranei della chiesa di S. Pietro <strong>in</strong>Gallicantu, posssibile luogo di detenzione di Gesù, prima dell’<strong>in</strong>vio a Pilato12la mia miserabile attività umana per renderla feconda.Confondi la mia vita con la tua,<strong>in</strong> maniera che io conduca un’esistenza soprannaturale,preoccupata soprattutto di Dio,<strong>in</strong>namorata di Lui.Unendomi così a te,eleverai le mie aspirazioni secondo le tue,dirigerai la mia condotta secondo i tuoi desideri,mi spoglierai delle mie passioni umaneper rivestirmi della tua santità.Con tutta la tua energia div<strong>in</strong>a,Signore, <strong>in</strong>corporami <strong>in</strong> te,così che tu possa diventare veramenteil pr<strong>in</strong>cipio e la sorgente di tutto ciò che faccio.Per i sacerdoti nell’Anno sacerdotaleO Signore, ti r<strong>in</strong>graziamo perché, nel Battesimo, cihai reso partecipi del tuo unico Sacerdozio e ci haichiamati a far parte del tuo popolo sacerdotale (cfr.1Pt. 2, 9).Ti r<strong>in</strong>graziamo per averci dato i sacerdoti, costuitidallo Spirito tuoi m<strong>in</strong>istri con il sacramento dell’Ord<strong>in</strong>e.Custodiscili nell’amore a te e al popolo che hai loroaffidato. La loro vita, a immag<strong>in</strong>e della tua, sia dedizioneappassionata e gioiosa offerta. Maria, Madre dell’unicoed eterno Sacerdote, prega per questi servi del tuoFiglio e del popolo di cui sei Madre. Amen


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>IN CAMMINO CON ...A. Albanese - 3SE IL TUO OCCHIO TI E’ DI SCANDALO, CAVALO(Mt. 18, 9)Sul fronte spirituale devi pur riconoscere che spesso sei undisertore. La vista del sacrificio spegne facilmente il tuo spiritobellicoso. Davanti a una r<strong>in</strong>uncia preferisci volentieri lafuga o le mani <strong>in</strong> alto. Allora tu adduci le tue scuse, le tue giustificazioni,vai <strong>in</strong> cerca di consigli, diventi d'un tratto prudentee assennato, cerchi di mascherare le tue vergognose ritiratecon facili vittorie, e la tua grettezza con <strong>in</strong>utili generosità. Mache vale moltiplicare gli atti di valore se cont<strong>in</strong>uano i rapporticol nemico? Che vale la tua solerzia senza sacrificio? Che valetrangugiare pozioni e decotti se occorre <strong>in</strong>vece il ferro del chirurgo?Come un capitano navigato tu rechi a bordo il tuo contrabbandomorale cercando di dissimulare perf<strong>in</strong>o a te stesso latua falsa posizione. Cerchi di sfuggire al dilemma che <strong>in</strong>vece tiperseguita: o r<strong>in</strong>unciare al peccato o r<strong>in</strong>unciare a Dio. Decidi:se vuoi salvarti, taglia i ponti col nemico. Se vuoi la tua libertà,non confonderti a sciogliere il nodo gordiano della tua passione:taglialo. Non c'è tempo da perdere. Non c'è altra via. Ti ècara quell'amicizia, ma ti mette <strong>in</strong> pericolo: troncala. Ti è caraquella abitud<strong>in</strong>e, ma la tua coscienza non l'approva: smettila.Ti <strong>in</strong>vita quella strada, ma sai che ti conduce al male: devia. Tici vuole questo coraggio. Dicono che il Cristianesimo è per ipavidi, per i deboli, per i poveri di spirito. Ti par debolezza questocoraggio che spesso manca ai cosiddetti forti? Combatterechi si odia è facile, v<strong>in</strong>cere un avversario alletta, ma combatteree v<strong>in</strong>cere se stesso è da eroe. Il Cristianesimo non è il rifugio diuom<strong>in</strong>i senza sp<strong>in</strong>a dorsale, ma è palestra da atleti. F<strong>in</strong>ché saraiun <strong>in</strong>deciso non sarai un vero cristiano.Non essere pietoso verso di te. Non essere tenero con la tuacarne. Affrèttati dunque, prima che sia troppo tardi. Salvaciò che più importa, prima che tutto perisca.Un naufrago non si cura più del bagaglio perché ha la vita <strong>in</strong>pericolo. Non ti spaventi il dolore del distacco; non ti v<strong>in</strong>ca l'orroredell'amputazione: più grande sarà la gioia della libertàriconquistata. Tutto <strong>in</strong> te rifiorirà, come nell'albero potato chesi sgrava di un peso <strong>in</strong>utile, anzi dannoso, e <strong>in</strong>izia una secondagiov<strong>in</strong>ezza. La vita stessa com<strong>in</strong>cia col distacco e col distacco siraggiunge la maturità spirituale.Senza staccarsi dalla terra non si può volare.OGNI ALBERO CHE NON DÀ BUON FRUTTO SARÀGETTATO NEL FUOCO (Mt. 7, 19)L'albero riceve dalla terra e dai cielo, dall'aria e dall'uomo,dall'acqua e dal sole, ma ricambia ogni dono coi frutti.Quando <strong>in</strong>vece nonrende, è <strong>in</strong>utile e sitaglia via. Tu hai ricevutoda Dio, dallaterra, dal cielo, dallafamiglia, dalla società;come ricambi? Ai tuoi,agli altri, a Dio?Infedeltà o <strong>in</strong>gratitud<strong>in</strong>i,superbia o <strong>in</strong>vidia,avarizia o lussuria,violenze o <strong>in</strong>ganni, scandali o <strong>in</strong>giustizie. Ma queste sonosp<strong>in</strong>e, non frutti. Sei dunque una pianta sterile, <strong>in</strong>utile, anzidannosa: non c’è ragione di mantenerti, di salvarti. Non c'èposto per te; sarai recisa e gettata nel fuoco. Sorridi? L'<strong>in</strong>fernonon c'è? Non ci credi? E <strong>in</strong>vece è tanto vero che esiste l'<strong>in</strong>fernoche il peccatore, il vizioso (forse anche tu) già com<strong>in</strong>cia a patirlodi qua. L'<strong>in</strong>ferno è la perdita del Bene, cioè della tua felicità,della serenità, della pace e dell'amore; <strong>in</strong> una parola è la perditadi Dio. Il quale <strong>in</strong> sé assomma tutte queste cose che sono letue supreme aspirazioni. Inferno è angoscia, rimorso, pentimentosenza speranza, sete <strong>in</strong>appagabile, vuoto dell'anima,nausea dell'esistenza.Ora ti domando: è vero o non è vero che chi vive nel vizio,nel peccato, nel male, è immerso <strong>in</strong> questo pelago di amarezza?Potrà coprirsi d'oro e di gemme, ma il suo cuore sarànella miseria più nera; potrà circondare il suo corpo di ognicura e delizia, ma il suo cuore sarà tritato dall'angoscia; potràguarnire il suo nome con mille titoli, ma dentro di sé avrà perdutoogni dignità; potranno colmarsi le sue mani, ma resteràvuota la sua anima. E tutto questo come lo chiami? Paradiso o<strong>in</strong>ferno? Tu stesso lo hai gridato, nella tua stanza, quando, vendutala tua onestà, hai sentito il. disgusto del mondo: «Questavita è un <strong>in</strong>ferno!». Quando la tua casa è diventata per te unalbergo senza più amore s<strong>in</strong>cero, senza unità, senza comprensione,senza armonia, senza pace, tu hai gridato dal fondo dell'anima:«Questa casa è diventata un <strong>in</strong>ferno!». Quando ti seilasciato prendere dall'ira e hai imprecato, <strong>in</strong>sultato, bestemmiato,hai offeso e hai percosso, anche allora tu hai urlato: «Hol'<strong>in</strong>ferno nel cuore». Quando l'<strong>in</strong>vidia ti ha <strong>in</strong>iettato nel sangueil suo acido nitrico e ti ha corroso tutti i tessuti della bontà e haivoluto e chiamato il male sugli altri, tu hai mormorato allora:«Ho l'<strong>in</strong>ferno nel cuore!». Quando l'orgoglio, l’ambizionecome una bufera ti ha scagliato contro il tuo prossimo, tu haisentito l'<strong>in</strong>ferno dentro di te. Quando gli uom<strong>in</strong>i hanno prefe-13


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>rito le loro passioni alla legge di Dio, quando hanno creduto eamato più i beni anziché il Bene, quando si son contesi coidenti, con le unghie e con le armi il pane, la terra, il denaro, ladonna, il posto, gli onori e i privilegi nelle lotte civili, nelle rivoluzionie nelle guerre, allora tu hai gridato: « Questo mondo èun <strong>in</strong>ferno!». Lo vedi dunque che l'<strong>in</strong>ferno c'è, e <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cia diqua? E lo hanno di qua non i poveri o i proletari come dicono,ma solo i peccatori, ricchi o poveri che siano. Perché l'<strong>in</strong>fernoè lo stipendio del peccato, non della povertà.Ecosì esiste pure un Paradiso di là, ma anche di qua. Chenon è dei ricchi, come dicono, ma dei buoni e dei santi, ricchio poveri che siano. Perché paradiso è la serenità dell'animache nessuno e nulla può turbare; paradiso è la purezza dellospirito che nessuno può contam<strong>in</strong>are; paradiso è la luce <strong>in</strong>timache nessuno può spegnere; paradiso è la gioia <strong>in</strong>teriore chenessuno ti può rapire; paradiso è l'amore che tutto comprendee perdona. Paradiso è possesso di Dio, che solo può fartifelice di qua nella fede, di là nella vita.NON HANNO BISOGNO DEL MEDICO I SANI MA GLIAMMALATI (Mt. 2, 17)Anche tu sei un ammalato. E se ti credi sano, la tua malattiaè più grave: è malattia mentale, l'orgoglio. Non c'è<strong>in</strong>fatti ammalato più grave di quello che s'illude di essere perfettamentesano, e che perciò non si cura, non <strong>in</strong>voca il medico,non ricorre ad alcun rimedio. Si condanna a morte da sé.Ma come, non ti accorgi di essere <strong>in</strong>fermo? Non senti la tuadebolezza, non avverti le tue <strong>in</strong>costanze, gli stati angosciosi, lecontraddizioni <strong>in</strong>time, le tue gravi mancanze, i tuoi paurosisquilibri? Non senti che ti divora la febbre delle passioni? Nonhai la prova d'essere un malato <strong>in</strong> quel delirio? Quante sciocchezzetu dici o commenti <strong>in</strong> quei momenti! Le parole ti vengonofuori precipitose, avvelenate, roventi; la l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>cespicae balbetta: tale è la furia che ti prende. Ma appena passata latempesta, non sai capire come tu abbia potuto dire quelleenormità. Quante volte, trasc<strong>in</strong>ato dalle tue tendenze, dall'abitud<strong>in</strong>e,dall'ambiente, dalle circostanze, commetti delleazioni <strong>in</strong>degne, che subito dopo tu stesso def<strong>in</strong>isci bestialità epazzie. Non le riconosci più tue; hai l'impressione di. esserestato per qualche istante un'altra persona e che solo ora turitorni a essere te stesso.Nasciamo dunque tutti quanti <strong>in</strong>fermi, col sangue <strong>in</strong>fettoda microbi: microbi dell'ira o microbi dell'avarizia, dell'impuritào della superbia, dell'<strong>in</strong>vidia o dell'odio...Ma forse tu ne sei già troppo conv<strong>in</strong>to, e perciò disperi di guarire.Ma anche questo è un male molto grave. Perché anche <strong>in</strong>questo caso si resp<strong>in</strong>ge ogni cura, ogni medico, ogni rimedio.Nell'altro caso vi era un eccesso di fiducia <strong>in</strong> se stesso, <strong>in</strong> questocaso un eccesso di sfiducia: nel primo una grande illusione,nel secondo una grande disgrazia. La verità <strong>in</strong>vece sta nelmezzo: siamo nati <strong>in</strong>fermi, ma possiamo guarire.Tu <strong>in</strong>vece pensi che l'uomo sia troppo cattivo per potersi educare,troppo guasto per potersi redimere, troppo squilibratoper potersi riassestare; che tutti i tentativi son falliti; che la vitaumana è una condanna; che l'uomo nasce del<strong>in</strong>quente, <strong>in</strong>felice,e tale muore. Eppure c’è un Medico che guarisce. UnMedico che ha guarito tanti uom<strong>in</strong>i e tanti popoli. Il guaio èche non tutti i malati vanno da lui per farsi curare, o per la presunzionedi non averne bisogno o per la disperazione di poterguarire. Ma le guarigioni ci sono: popoli barbari che sonodiventati civili, belve umane che son diventate persone <strong>in</strong>cantevoli.Agost<strong>in</strong>o era un vizioso e fu guarito; Francesco unostravagante e fu guarito; Margherita da Cortona era una cortigianae fu guarita; Ignazio di Loyola era un ambizioso e fu guarito;V<strong>in</strong>cenzo de' Paoli un trafficante e fu. guarito; Carlo DeFoucauld un avventuriero e fu guarito... Sono guariti tanti emolto più gravi di te, puoi dunque guarire anche tu.L'importante è che tu abbia fiducia nel Medico, e che ne seguala cura e le prescrizioni. Egli ti dice <strong>in</strong>fatti: « Non sono venutoper i giusti ma per i peccatori ».Sei forse un superbo? Ebbene Egli è venuto per te. Sei un vizioso?Egli è venuto per te. Sei un omicida? Egli è venuto per te.Sei un ladro, un violento, un <strong>in</strong>fedele, un vile, un <strong>in</strong>vidioso, unimpostore, un degenerato, uno spergiuro, un traditore? Egli èvenuto per te. Non per quell'uomo giusto, onesto, che tu forsesegretamente stimi, <strong>in</strong>vidi e vorresti imitare; non per lui èvenuto ma per te.Perché dalle tue piaghe risanate sarà provata la sua abilitàmedica, dalla tua debolezza sarà dimostrata la sua potenza,dalla tua miseria, la sua grandezza. E venuto per te, per te cosìcome sei, perché vuol farti così come Egli è.Monte delle Beatitud<strong>in</strong>i, visto dal lago, sul battello14


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong>La delegazione formata da Stefana, Fortunatoe Acaio, ritorna a Cor<strong>in</strong>to con la lettera diPaolo contenente le risposte ai loro quesiti ele altre esortazioni. Sicuramente sono statelette e commentate alla Comunità durantedelle assemblee liturgiche, <strong>in</strong> modo che tuttii cristiani prendessero coscienza, dei rimproveri,delle esortazioni e dei saluti dell’Apostolo.Non abbiamo <strong>in</strong>formazioni dirette di comereagirono le Comunità e i s<strong>in</strong>goli discepoli;se accettarono la correzione, le <strong>in</strong>dicazionipratiche, le esortazioni, o se le contestarono ole rifiutarono. Sicuramente ne discusseroampiamente, da quanto emerge poi dallaseconda missiva dell’Apostolo.Si può capire che l’accoglienza riservata alleparole di Paolo non fu certo pacifica e concorde,questo clima, come vedremo, porta allo scopertoalcuni contestatori e sobillatori, apertamente<strong>in</strong> contrasto con l’annuncio che egli predica.Verso la f<strong>in</strong>e dell’anno 57 d. C. Paolo si trovaa Filippi, città della Macedonia, dove ricevela visita di Tito di ritorno da Cor<strong>in</strong>to doveaveva consegnato ai discepoli della città laprima Lettera dell’Apostolo, volta a sedare leloro dispute e chiarire le sue posizioni su varicomportamenti pratici e alcuni pr<strong>in</strong>cipi dellasua predicazione.Tito porta sì notizie buone <strong>in</strong> quanto la Comunitànel suo <strong>in</strong>sieme ha recepito le esortazioni e siè ravveduta, ma nel contempo si sono messi<strong>in</strong> evidenza alcuni personaggi che contestanoapertamente l’Apostolo e i suoi <strong>in</strong>segnamenti,creando molta tensione e confusione tra i fedeli.Da quanto si legge nella 2a Lettera ai Cor<strong>in</strong>zi,gli uom<strong>in</strong>i che si oppongono a Paolo sonopredicatori, propagandisti e mercanteggiatori(2, 7); hanno lettere di raccomandazione (3,1); si richiamano alle tradizioni Gloriosedell’Antico Testamento (3, 4-18); vantano sestessi (5, 12); si def<strong>in</strong>iscono come servitori,apostoli, operai (11, 13-23); <strong>in</strong>nalzano se stessicome metro di valutazione (10, 12-18; 12, 1-12) e si ritengono “veri” apostoli e contestanola legittimità apostolica di Paolo (2, 16; 3, 5.6;10, 7.18 ; 11, 5; 13, 3.7); come segno della loroposizione si fanno mantenere(11, 7-12; 12, 13-18).San Paolo - 12di A. Cors<strong>in</strong>iIV- LE LETTERE DI SAN PAOLO3) La corrispondenza con i Cor<strong>in</strong>ti - 3La nuova crisi di Cor<strong>in</strong>to, dunque, verte sullapersona di Paolo, dato che questi personaggimettono <strong>in</strong> discussione la sua funzione apostolicae il suo modo di esercitarla.1, 1-2 La Lettera <strong>in</strong>izia con i saluti di rito.1, 3-12 Canto di lode a Dio per le tribolazioni,le fatiche e i pericoli scampati.1, 12-24; 2,1-3 L’Apostolo esprime i suoisentimenti per la comunità, accenna al progettodi tornare a visitarli e di come abbia cambiatoidea per paura di rattristare i discepoli.2, 4-11 Accenna ad una situazione dolorosacausata da un discepolo che lo ha rattristato,per il quale ritiene sufficiente il castigo giàoperato dalla comunità e <strong>in</strong>vita i fratelli adessere caritatevoli con lui e a perdonare.2, 13-17 Seguono alcune notizie di viaggio er<strong>in</strong>graziamenti a Dio per l’opera che sta svolgendotramite loro.3,1-11 Le raccomandazioni di Paolo.istmo di Cor<strong>in</strong>toDi fronte alla presunzione di “veri apostoli”che presentano lettere di raccomandazioniprovenienti da varie parti, Paolo si presentacome collaboratore di Dio e partecipe dellavittoria pasquale di Cristo, consapevole di nonpoter far niente da solo, la sua capacità vieneda Dio che ha reso gli Apostoli “m<strong>in</strong>istri adattidi una nuova alleanza, non della lettera ma delloSpirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita”(3, 6). La mia lettera di raccomandazione, dice,siete voi, lettera scritta nei vostri cuori (3, 2).L’Apostolo non porta credenziali scritte daaltri, come quando si apprestava a partire daGerusalemme per perseguitare i cristiani diDamasco, ma mette <strong>in</strong> evidenza il suo operatotra loro e i frutti che le Comunità hanno dato<strong>in</strong> risposta.3, 12-18 Cosciente che la sua autorevolezza ela forza della predicazione non dipende daraccomandazioni umane ma dall’azione delloSpirito Santo che porta conoscenza, conversionee la libertà vera che proviene dalla gloria delSignore.Nel cap. 4 l’Apostolo approfondiscel’autenticità della sua conversione e las<strong>in</strong>cerità della sua parola, consapevole che ilm<strong>in</strong>istero apostolico non viene daraccomandazioni o da vanterie ma viene daDio e questo lo porta, lo obbliga a non portareidee, parole, conv<strong>in</strong>zioni proprie ma a portareCristo; “noi <strong>in</strong>fatti non predichiamo noi stessi, maCristo Gesù del Signore; quanto a noi, siamo i vostriservitori <strong>in</strong> amore di Gesù” (4, 5). Tutto questosenza vanterie o superbie ma cosciente di esserechiamato ad un servizio più alto delle capacitàproprie ma per questo più adatto a renderetestimonianza che tutto viene da Dio e nondalle sue capacità, partecipe con la propriaadesione al progetto div<strong>in</strong>o, alla sofferenza,alla gioia e alla risurrezione di Cristo, senzalasciarsi scoraggiare dalle fatiche e dalletribolazioni.oi però abbiamo questo tesoro <strong>in</strong> vasi di creta,“Naff<strong>in</strong>ché appaia che questa straord<strong>in</strong>ariapotenza appartiene a Dio, e non viene da noi. Intutto, <strong>in</strong>fatti, siamo tribolati, ma non schiacciati;siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, manon abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portandosempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù,perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostrocorpo. Sempre <strong>in</strong>fatti, noi che siamo vivi, veniamoconsegnati alla morte a causa di Gesù, perché anchela vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale.Cosicché <strong>in</strong> noi agisce la morte, <strong>in</strong> voi la vita. Animatituttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto:Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamoe perciò parliamo, conv<strong>in</strong>ti che colui che ha risuscitatoil Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ciporrà accanto a lui <strong>in</strong>sieme con voi. Tutto <strong>in</strong>fatti èper voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti,faccia abbondare l’<strong>in</strong>no di r<strong>in</strong>graziamento, per lagloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, seanche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello15


Comunità <strong>in</strong> <strong>ascolto</strong><strong>in</strong>teriore <strong>in</strong>vece si r<strong>in</strong>nova di giorno <strong>in</strong> giorno. Infattiil momentaneo, leggero peso della nostra tribolazioneci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria:noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma suquelle <strong>in</strong>visibili, perché le cose visibili sono di unmomento, quelle <strong>in</strong>visibili <strong>in</strong>vece sono eterne (4, 7-18)Nel cap. 5 cont<strong>in</strong>ua l’accorato discorso diPaolo per far <strong>in</strong>tendere ai Cor<strong>in</strong>ti quanto siaimportante questa unione con Cristo cheattraverso il suo Spirito ci fa capaci di realizzarele opere di Dio e di goderne l’amicizia, il capitolosi conclude con una supplica a lasciarsi riconciliarea Dio nel nome di Cristo, non perché lo chiedelui o per sentirsi più bravi e buoni ma perché:“Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fecepeccato <strong>in</strong> nostro favore, perché <strong>in</strong> lui noi potessimodiventare giustizia di Dio” (5, 21).Nei capitoli successivi (6 e 7) l’Apostolo usatoni affettuosi e cont<strong>in</strong>ui richiami aisentimenti che lo legano alla Comunità persuscitare <strong>in</strong> loro il desiderio della riconciliazionetra loro, con lui e con Dio, senza lasciarsi<strong>in</strong>gannare e traviare da falsi profeti, da ciarlataniche presentano se stessi e non Cristo.Nei capp. 8 e 9 troviamo le esortazioni e ir<strong>in</strong>graziamenti per la colletta che Paolo haorganizzato <strong>in</strong> favore delle Comunità cristianedella Giudea che soffrivano per una gravecarestia. È un gesto di unità e di universalismonel quale l’Apostolo vedeva un segno ed unagaranzia dell’unione concreta tra le Chiese dalui fondate e quelle dei Giudeo-cristiani. Paolosa benissimo che tale raccolta non serve per ilculto, ma il suo f<strong>in</strong>e è la dimostrazione difraternità; non è un’istituzione, <strong>in</strong>fatti avvieneuna sola volta, non è neppure imposta, madeve essere frutto di libera donazione. Tuttaviala crisi che ha disturbato la Comunità di Cor<strong>in</strong>toha co<strong>in</strong>volto anche questa colletta; <strong>in</strong>fatti trai discepoli della città qualcuno dubita dellasua onestà (8, 20-21), altri la ritengono unamanovra a scopi personali (12, 16). Paolo scrivequ<strong>in</strong>di per r<strong>in</strong>novare l’entusiasmo e scacciarele false <strong>in</strong>terpretazioni; alla base di tuttal’esortazione pone un motivo teologico cherappresenta il fondamento di ogni libero gestocristiano di carità. “Conoscete <strong>in</strong>fatti la grazia delSignore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fattopovero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzodella sua povertà” (8, 9).“Tenete presente questo: chi sem<strong>in</strong>a scarsamente,scarsamente raccoglierà e chi sem<strong>in</strong>a con larghezza,con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondoquanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza néper forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Delresto, Dio ha potere di far abbondare <strong>in</strong> voi ognigrazia perché, avendo sempre il necessario <strong>in</strong> tutto,possiate compiere generosamente tutte le opere dibene” (9, 6-8).Conclude il capitolo 9 ricordando che questoloro sacrificio sarà motivo di lode a Dio daparte dei fratelli che ne avranno beneficio. “Acausa della bella prova di questo servizio essir<strong>in</strong>grazieranno Dio per la vostra obbedienza eaccettazione del vangelo di Cristo, e per la generositàdella vostra comunione con loro e con tutti” (9, 13).missiva cambia un po’ di tono dal cap.La 10, Paolo con forza difende la propriaautorità apostolica e si dichiara disposto, <strong>in</strong>nome di Dio, a punire qualsiasi disobbedienzae a mostrarsi, di persona, duro e forte, esattamentecome risulta per lettera. Con sferzante ironia,com<strong>in</strong>cia qu<strong>in</strong>di a criticare i suoi avversari che,“mentre si misurano su di sé e si paragonano con sestessi, mancano di <strong>in</strong>telligenza” (10, 12). Lui vuolevantarsi solo nel Signore, perché viene approvatosolo colui che il Signore sceglie e <strong>in</strong>via. E soloperché non si è fatto mantenere (nella culturaebraica ma non solo, era considerato dirittodei rabb<strong>in</strong>i, maestri, sacerdoti, l’essere mantenutidai discepoli o dalla comunità. In questo casosembra che gli avversari dell’Apostolo ne faccianotitolo di vanto).E non ha usato gli artefici della retorica, dell<strong>in</strong>guaggio forbito e furbesco, non per questosi sente <strong>in</strong>feriore a quei “superapostoli”, che<strong>in</strong> realtà “sono falsi apostoli, operai fraudolenti,che si mascherano da apostoli di Cristo” (11,13).Pur considerandola una pazzia Paolo si confrontacon loro, e senza falsi pudori tesse quello chepotrebbe sembrare un auto elogio, un mostrarei propri meriti verso di loro com<strong>in</strong>ciando dallasuo orgogliosa appartenenza al Popolo ebreo,<strong>in</strong> realtà è una testimonianza delle tribolazioni,delle fatiche, sofferenze, paure e preoccupazioniche accompagnano l’annuncio del Vangelo diCristo (11, 16-33).Ma ancora sottol<strong>in</strong>ea che <strong>in</strong> tutto questonon può vantarsi di nulla perché la suanatura umana sarebbe stata <strong>in</strong>capace di realizzarenulla, di superare nessuna delletribolazioni patite se non avesseavuto la grazia dello SpiritoSanto e ricorda che anchequando si è sentito <strong>in</strong>capacee ha chiesto espressamente aDio, per ben tre volte, diallontanare da lui la tentazione,il Signore gli risponde che glibasta la sua grazia. “Per questo,aff<strong>in</strong>ché io non monti <strong>in</strong> superbia,è stata data alla mia carne unasp<strong>in</strong>a, un <strong>in</strong>viato di Satana perpercuotermi, perché io non monti<strong>in</strong> superbia. A causa di questo pertre volte ho pregato il Signore chel’allontanasse da me. Ed egli mi16ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza <strong>in</strong>fatti simanifesta pienamente nella debolezza»” (12, 7-9).Egli riconosce di essere un debole strumentonelle mani di Colui che solo è potente; isuoi avversari si danno arie di apostoli fortiche dom<strong>in</strong>ano la Comunità, ma questo vienedal demonio. Il vero apostolo è fiero dellapropria debolezza perché <strong>in</strong> essa si esalta l’operadi Cristo: “Mi vanterò qu<strong>in</strong>di ben volentieri dellemie debolezze, perché dimori <strong>in</strong> me la potenza diCristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze,negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelleangosce sofferte per Cristo: <strong>in</strong>fatti quando sono debole,è allora che sono forte” (12, 9b-10).La Lettera si conclude col cap.13 nel qualePaolo esprime ancora i suoi timori per lasituazione della Comunità e formula anchem<strong>in</strong>acce di punizione esemplare, perché, comeapostolo di Cristo ne deve <strong>in</strong>carnare tutta laforza: “Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza,ma vive per la potenza di Dio. E anche noi siamodeboli <strong>in</strong> lui, ma vivremo con lui per la potenza diDio a vostro vantaggio” (13, 4). L’Apostolo pregaperchè la loro fede entri nella perfezione eperché tutti si ravvedano <strong>in</strong> modo che egli nondebba agire severamente contro qualcunoquando sarà presente nella Comunità.Il saluto f<strong>in</strong>ale che Paolo rivolge ai Cor<strong>in</strong>ti èentrato nella liturgia eucaristica come saluto<strong>in</strong>augurale del celebrante all’assemblea: “Lagrazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e lacomunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”(13, 13). È anche il saluto con il quale cicongediamo con la gioia nel cuore per il tempopasquale che abbiamo vissuto.Cristo è Risorto! E’ veramente Risorto!Alleluia!.ruderi della Cor<strong>in</strong>to antica


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>oSono figli di Dio, con il Battesimo:Vita della Comunità12 marzo - 9 maggio 200710 Mont<strong>in</strong>i Giuliada Marco e Goffi Paolab. 3 aprile 2010, durante la Veglia pasquale11 Goffi Francescoda Umberto e Rondoni Mar<strong>in</strong>a b. 18 aprile 201012 Pontoglio Riccardoda Alberto e Messali Daniela b. 18 aprile 201013 Bernasconi Jacopoda Marco e Di Lallo Giovanna b. 18 aprile 201014 Donna Alessioda Luca e Magoni Lidia b. 18 aprile 201015 Poggesi Filippoda Daniele e Siervo Rossella b. 24 aprile 201016 Manenti Nicolòda Luca e Salogni Silvia b. 2 maggio 201017 Vasquez Zapey Michaelda Vladimir e Notarangelo Jennifer b. 2 maggio 201018 Zanard<strong>in</strong>i Elisada Cristian e Campa Daniela b. 2 maggio 201019 Fratus Filippoda Michele e Castelli Marieaelisabetta b. 2 maggio 2010Hanno consacrato il loro amore davanti all’altare del Signore:1 Massetti Maurizio e Berardi Daniela il 27 marzo 20102 Poggesi Daniele e Siervo Rossella il 24 aprile 20103 Facchi Fabrizio e Campa Anna l’ 8 maggio 2010Ci hanno preceduto nell’eternità:17 Messali Giacomo, di anni 79 14 marzo 201018 Bers<strong>in</strong>i Natal<strong>in</strong>a, di anni 87 20 marzo 201019 Bono Bortolo, pochi giorni ai 100 anni 22 marzo 201020 Cattari Cater<strong>in</strong>a, di anni 90 25 marzo 201021 Paris Angelo, di anni 73 25 marzo 201022 Guarneri Carol<strong>in</strong>a, di anni 85 31 marzo 201023 Pagani Mario, di anni 92 17 aprile 201024 Fortunato Maria, di anni 70 19 aprile 201025 Zanardelli Roberto Adriano, di anni 69 26 aprile 201026 Bescotti Giovanni, di anni 83 26 aprile 201027 Tra<strong>in</strong><strong>in</strong>i Alessandro, di anni 70 26 aprile 201017


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>oCalendario liturgico - pastoraleMAGGIONB: per i giorni f<strong>in</strong>o al 22 maggio, v. il bollett<strong>in</strong>o di marzoDomenica di pentecoste - solennitàA Pentecoste giunge a compimento il Mistero pasquale: ilSignore Gesù, morto e risorto, costituito Signorenell’Ascensione, effonde il suo Spirito. Attraverso la presenzadi Lui, il Signore Gesù realizza la sua promessa di nonlasciarci soli; conseguentemente alla sua affermazionesecondo la quale “senza di Lui non possiamo fare nulla”(Gv. 15, 5), ci dona Colui nel quale soltanto ci è possibile,cooperando con la nostra buona volontà, compiere giornoper giorno la volontà del Padre, amando Dio e il prossimo, per giungere alla salvezza eterna.La Pentecoste, perciò, <strong>in</strong> quanto celebra uno degli eventi fondamentali della storia della salvezza, è seconda, perimportanza, solo alla Pasqua, della quale costituisce il c<strong>in</strong>quantesimo giorno. Il cristiano è chiamato a viverla congrande <strong>in</strong>tensità.L’Eucaristia, dono del Risorto, è opera dello dello Spirito santo che, soprattutto attraverso di essa, edifica la Chiesa,Comunità dei credenti, quale suo tempio e corpo di Cristo (v. s. Paolo) che Egli sostiene nel suo camm<strong>in</strong>o nelmondo, costituendola sempre di più <strong>in</strong> unità: “Un solo Pane, un unico Corpo”.Solennità battesimale, nell’antichità cristiana d’Occidente rappresentava l’appuntamento ulteriore rispetto allaPasqua per l’amm<strong>in</strong>istrazione del Sacramento della r<strong>in</strong>ascita dall’acqua e dallo Spirito santo; per questo motivone è prevista oggi la celebrazione, nel corso della VegliaLa liturgia prevede due formulari, che articolano la celebrazione <strong>in</strong> questo modo:22 - Sabato ore 18.00 Veglia di Pentecoste, con la celebrazione del Battesimo e dell’Eucaristia«Aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò rientrare <strong>in</strong> voi il mio Spirito erivivrete» (Ez. 37, 14)23 - Domenica GIORNO DI PENTECOSTE (Sett. I)In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perchérimanga con voi per sempre» (Gv. 14, 16)ore 9.00 s. Messa solenneore 14.15 <strong>in</strong> chiesa, momento di preghiera per i fanciulli e i ragazziore 17.00 s. Rosarioore 17.30 vespro solenne di Pentecoste e benedizione eucaristica. Segue la s. Messa vespert<strong>in</strong>aTERMINA IL TEMPO DI PASQUAINIZIA LA 2A PARTE DEL TEMPO ORDINARIO O “PER ANNUM” A PARTIRE DALLA IX SETT.24 - lunedì beato Ludovico Pavoni, sacerdote bresciano - memoria facoltativaore 20.30nella parrocchiale di Adro, secondo e ultimo <strong>in</strong>contro sul tema: “Per una celebrazione degna”, <strong>in</strong>riferimento alle <strong>in</strong>dicazioni della Lettera pastorale del Vescovo26 - mercoledì ore 20.30 s. Messa, preceduta dal rosario, presso la santella del Buscar<strong>in</strong>oore 21.00 <strong>in</strong>contro con Don Giorgio Com<strong>in</strong>i per ufficio Famiglie della Diocesi18


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o28 - venerdì beato Ludovico Pavoni, sacerdote bresciano - memoria facoltativa.ore 18.15 pellegr<strong>in</strong>aggio parrocchiale mariano a Gand<strong>in</strong>o30 - Domenica (IX Tempo ord.) SS. TRINITÀ - solennità (sett. II)Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, perché chi crede <strong>in</strong> lui non muoia,ma abbia la vita eterna» (Gv. 3, 16)ore 9.00 s. Messa solenneore 10.00 Memoria del Battesimo per i fanciulli del gruppo “Nazareth”ore 15.30 <strong>in</strong>contro per i fanciulli e i genitori del gruppo “Betlemme” e consegna del mandato ai genitoriore 17.30 Vespro e benedizione eucaristica. Segue la Messa vespert<strong>in</strong>a31 - lunedì Visitazione della B. V. Maria - festaore 20.30 <strong>in</strong> Pieve, Assemblea dei Centri d’Ascolto e conclusione del mese di maggioGIUGNO2 - mercoledì ore 20.30 <strong>in</strong> occasione della festa della “Contrada Francesca”, s. Messa <strong>in</strong> onore del patrono dellacorrispondente diaconia S. Floriano, nella chiesetta di Santa Rita <strong>in</strong> San Floriano3 - giovedì primo del mese, giornata mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni: dopo laMessa delle ore 9.00 esposizione del ss. Sacramento con un momento di adorazionecomunitaria; adorazione personale f<strong>in</strong>o alle ore 12.00ore 20.30 processione eucaristica del Corpus Dom<strong>in</strong>i; partendo dalla chiesa parrocchiale, la processionesegue questo tragitto: via Bergamo (Mart.d.L.), via S.Pietro, via Giovanni XXIII, via PaoloVI, via Buscar<strong>in</strong>o, via Giovanni Paolo II, Focolare. Al term<strong>in</strong>e, benedizione eucaristica4 - venerdì5 - sabatoprimo del mese, dedicato alla devozione al sacro Cuore, di cui <strong>in</strong>izia il meseprimo del mese, dedicato alla devozione verso la B.V. Maria6 - Domenica (X T. ord.) SS. CORPO e SANGUE di CRISTO - solennità (sett. III)Gesù prese i c<strong>in</strong>que pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuisseroalla folla (Lc. 9, 16)ore 9.00 s. Messa solenneore 10.00 ammissione alla Cresima e alla Piena Partecipazione all’Eucaristia per i fanciulli delgruppo “Gerusalemme”ore 11.45 celebrazione comunitaria del BattesimoConclusione dell’Anno catechisticoore 16.00 esposizione del santissimo Sacramento; adorazione comunitaria, poi personaleore 17.00 rosario coram Sanctissimoore 17.30 Vespro solenne e benedizione eucaristica, seguita dalla s. Messa delle 18.009 - mercoledì beato Mosè Tov<strong>in</strong>i, sacerdote bresciano - memoria facoltativaore 20.30 <strong>in</strong>izia la celebrazione estiva della s. Messa al cimitero che si protrae per i mesi di giugno,luglio e agosto; la Messa delle 16.30 è sospesa11 - venerdì SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ - solennitàGiornata di preghiera per la santificazione dei sacerdoti e conclusiva dell’Annoore 9.00Sacerdotale (s. Barnaba, apostolo)s. Messa dist<strong>in</strong>taInizia la festa primaverile dell’Oratorio, che si protrae a domani e a Domenica 1312 - sabato Cuore Immacolato della B.V. Maria - memoria19


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>ole celebrazioni del matt<strong>in</strong>o hanno luogo nella chiesetta dell’Oratorio femm<strong>in</strong>ile, dedicataalla ricorrenza odierna13 - Domenica XI del Tempo Ord<strong>in</strong>ario (sett. I)Gesù disse alla donna: “Ti sono perdonati i tuoi molti peccati, perché hai molto amato. La tua fede ti ha salvata; va’ <strong>in</strong>pace” (cfr. Lc. 7, 47-48.50)ore 16.00 preghiera domenicale pomeridiana; f<strong>in</strong>o a diversa <strong>in</strong>dicazione, sempre a quest’oraNB: a partire da Domenica prossima, f<strong>in</strong>o a Domenica 12 settembre <strong>in</strong>clusa, entra<strong>in</strong> vigore l’orario festivo estivo che, <strong>in</strong> luogo delle celebrazioni alle 10.00 e alle11.00, prevede un’unica Messa alle ore 10.3014 - lunedì ricorre l’anniversario dell’Ord<strong>in</strong>azione sacerdotale di don L<strong>in</strong>o e don Fabrizio: li ricordiamonella preghieracon la Scuola di Lavoro <strong>in</strong>iziano le attività estive dell’Oratorio16 - mercoledì beata Stefana Qu<strong>in</strong>zani, verg<strong>in</strong>e brescuiana - memoria facolotativaore 20.30 s. Messa al cimitero, che sostituisce quella delle 16.3020 -Domenica XII del Tempo ord<strong>in</strong>ario (sett. II) (Lc. 9, 23-24)A tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, r<strong>in</strong>neghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e misegua. Chi vorrà salvare la sua vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà»(beato Giovani Battista Zola, sacerdote e martire bresciano)NB: le Messe festive del matt<strong>in</strong>o, da oggi al 12 settembre, vengono celebrate secondoil seguente orario: 7.30, 9.00, 10.30; la preghiera domenicale pomeridiana è alle 16.00ore 16.30 celebrazione comunitaria del Battesimo23 - mercoledì ore 20.30 s. Messa al cimitero, vigilare della solennità di domani. La Messa delle 16.30 è sospesa24 - giovedì NATIVITÀ DI S. GIOVANNI BATTISTA, titolare della Pieve - solennità“E tu, bamb<strong>in</strong>o, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai <strong>in</strong>nanzi al Signore a preparargli le strade” (Lc.1,76)le ss. Messe, secondo il consueto orario feriale, compresa la Messa delle 16.30, preceduteore 20.30dal canto della Liturgia delle Ore, vengono celebrate <strong>in</strong> Pieves. Messa dist<strong>in</strong>ta, <strong>in</strong> Pieve27 - Domenica XIII del Tempo ord<strong>in</strong>ario (sett. III)Mentre andavano per la strada un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno leloro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo» (Lc. 9, 57-58)In prossimità della solennità dei ss. Pietro e Paolo, oggi si celebra la “Giornata per lacarità del Papa”. Ogni parrocchia raccoglie l’offerta per aiutare il Santo Padre nellacarità verso i poveri del mondo28 - lunedì <strong>in</strong>izia il Grestore 20.30 s. Messa vigilare vespert<strong>in</strong>a dei ss. Pietro e Paolo, <strong>in</strong> S. PietroLa celebrazione delle 16.30 da oggi è sospesa (v. pag. 21)29 - martedì SS. PIETRO E PAOLO, APOSTOLI - solennitàGesù disse a Simon Pietro: “Beato te, Simone.... E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa ele porte degli <strong>in</strong>feri non prevarranno contro di essa” (Mt. 16, 16)Celebriamo questa giornata sentendoci uniti con v<strong>in</strong>colo di comunione e preghiera- alla Chiesa che è <strong>in</strong> Roma, che dei santi Apostoli custodisce le spoglie mortali e “presiedealla carità”- a colui che, <strong>in</strong> quanto suo Vescovo, è successore di Pietro e sommo Pontefice della Chiesauniversale20


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>oore 20.15 <strong>in</strong> S. Pietro, preghiera del Vesproore 20.30 <strong>in</strong> S. Pietro, s. Messa dist<strong>in</strong>ta30 - mercoledì ore 20.30 s. Messa al cimiteroLUGLIONB: 1) nei mesi di luglio e agosto la celebrazione eucaristica feriale (da lunedìa venerdì) delle 16.30 è sospes;. 2) Nei venerdì di luglio è celebrata la Messanella chiesetta di S. Rita <strong>in</strong> S. Floriano alle 20.301 - giovedì primo del mese, giornata mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni:dopo la Messa delle 9.00, viene esposta l’Eucaristia, con un momento diadorazione comunitaria; adorazione personale f<strong>in</strong>o alle ore 12.002 - venerdì primo del mese, dedicato alla devozione al sacro Cuore di Gesùore 20.30 s. Messa nella chiesetta di S. Rita <strong>in</strong> S. Floriano3 - sabato S. TOMMASO, apostolo - festaprimo sabato del mese, dedicato alla devozione verso la B.V. Maria4 - Domenica XIV del Tempo ord<strong>in</strong>ario (sett. I)In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li <strong>in</strong>viò a due a due avanti a sè <strong>in</strong>ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta ma gli operai sono pochi.Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe» (Lc. 10, 1-2)Anniversario della Dedicazione della nostra Chiesa CattedraleRicorre l’anniversario dell’ord<strong>in</strong>azione sacerdotale di don Battista: lo ricordiamonella preghieraore 11.30 celebrazione comunitaria del Battesimoore 16.00 adorazione eucaristica al Sangue di Cristo7 - mercoledì ore 20.30 s. Messa al cimitero, che sostituisce quella delle 16.309 - venerdì ore 20.30 s. Messa nella chiesetta di S. Rita <strong>in</strong> S. Floriano11 - Domenica XV del Tempo Ord<strong>in</strong>ario (Sett. II)Un dottore della legge disse a Gesù: «Chi è il mio prossimo?». Gesù rispose: «Un uomo scendevada Gerusalemme a Gerico e <strong>in</strong>cappò nei briganti… (parabola del buon Samaritano) Va’ e anchetu fa lo stesso» (Lc. 10, 25-26.17)(s. Benedetto, abate, patrono d’Europa)Giugno: mese del sacro Cuore di Gesù.Tale devozione ci <strong>in</strong>vita a fissare il nostro sguardo <strong>in</strong>teriore sull’amore <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito con il quale il Signore Gesù ci ha amato,f<strong>in</strong>o a dare la vita per noi, e cont<strong>in</strong>uamente ci ama. La vivremo sostituendo al s. Rosario che viene recitato prima dellaMessa delle 8.30 e delle 16.30 (o <strong>in</strong>tegrandovelo), eccetto il sabato, la “coronc<strong>in</strong>a” del sacro Cuore, alla quale seguirannole litanie omonime.Luglio, mese del preziosissimo Sangue di Cristo.Questa devozione verrà vissuta attraverso la preghiera che precede la Messa feriale: il lunedì e il venerdì, <strong>in</strong> luogo del s.Rosario verrà recitata la “coronc<strong>in</strong>a del Preziosissimo Sangue”; tutti i giorni, eccetto il sabato e nelle memorie a Leidedicate, verranno recitate le litanie del preziosissimo Sangue al posto di quelle della B. Verg<strong>in</strong>e.21


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - vita parrocchiale22


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - vita parrocchiale23


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o- cronaca parrocchialeIl pellegr<strong>in</strong>aggio parrocchiale di primavera:Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di recarci <strong>in</strong> pellegr<strong>in</strong>aggio<strong>in</strong> Terra Santa, un luogo unico, doveconvivono culture e religioni diverse <strong>in</strong> modo abbastanzapacifico, un luogo dove si respira una spiritualità viva,<strong>in</strong>tensa, dove si ha la possibilità di osservare e di toccare iluoghi <strong>in</strong> cui hanno vissuto i profeti dell’AnticoTestamento, Maria, Giuseppe, il Battista, gli Apostoli, masoprattutto il luogo che Dio ha scelto per farsi uomo,dove il Signore è nato, ha esercitato il suo m<strong>in</strong>istero, èstato crocefisso ed è risorto! Il luogo da cui Egli è ascesoal cielo e <strong>in</strong> cui, con la venuta dello Spirito Santo, è natala Chiesa: questa terra ha visto gli avvenimenti più importantiper la storia e per la religione!Il fatto che si abbia la possibilità di constatare la realtàdei fatti narrati nei Vangeli e di camm<strong>in</strong>are dove Dio hacamm<strong>in</strong>ato non è così scontato; per quanto possa valerela ricerca scientifica, lì si resta affasc<strong>in</strong>ati dalla verità chesi ha davanti agli occhi! Il nostro Dio ci ha dato l’enormedono di manifestarsi a noi facendosi uomo, lasciandoci,oltre ai vangeli e alla Chiesa che vive da 2000 anni ed èovunque diffusa, la realtà (constatabile) di un luogo e diun momento storico preciso: cosa vogliamo ancora di piùper poter essere <strong>in</strong>namorati e sicuri di Lui, cosa non ci ha<strong>in</strong> TERRASANTAI Luoghi Santi che abbiamo visitato sono oggetto della venerazione del popolo di Dio e dei fedeli di tutte le Chiese cristiane; essi vi accorronoda ogni parte per ritornare alle orig<strong>in</strong>i della vita cristiana ed essere confermati nella fede, anche <strong>in</strong> seguito all’<strong>in</strong>contro quasi fisico conil Signore che là si è fatto uomo, ha annunciato il suo Evangelo, ha operato i segni prodigiosi, ha chiamato i suoi discepoli e fondato la suaChiesa, ha istituito l’Eucaristia, ha patito, è morto ed è risorto.Là abbiamo <strong>in</strong>contrato i credenti delle altre due Fedi monoteistiche e, soprattutto, tanti cristiani: quelli appartenenti alla Chiesa Cattolica,ma secondo riti diversi dal nostro, e quelli appartenenti ad altre Chiese; abbiamo così sperimentato dal vivo la piaga della divisione.Notturno sulla basilicadell’Annunciazione aNazarethtesto e foto di Mattia Ghid<strong>in</strong>idato! Come si può dopo un viaggio come questo nonsentirsi provati <strong>in</strong> cuore e ricchi di risposte? Non è unluogo come gli altri: anche se Lui è presente ovunque, quilo si senteancora dipiù, veramente.P ensoc h equesti luoghivadanovisitatialmeno24


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - cronaca parrocchialenella s<strong>in</strong>agogadi Cafarnaouna volta nella vita, <strong>in</strong> particolare da chi ha poca fede,poiché non tornerà dubbioso come prima, questo è sicuro,troverà molte risposte. Il vero pellegr<strong>in</strong>aggio, <strong>in</strong> uncerto senso, <strong>in</strong>izia quando si rientra, poiché là si è <strong>in</strong>vestitida troppe emozioni ed <strong>in</strong>formazioni e ci si rende contoquando si torna, riflettendo con calma, della grande possibilitàdataci da Dio e lo si sente ancora più vivo <strong>in</strong> noi enel mondo con la necessità s<strong>in</strong>cera di preghiera, ricerca eriflessione. Là si capisce la semplicità dei luoghi e dellepersone <strong>in</strong> cui Gesù lascia il suo messaggio, semplicitàspesso nel nostro mondo lasciata da parte dallo stile divita moderno e caotico che rende talvolta difficoltosorendersi conto dell’<strong>in</strong>credibile dono della vita, della natura, dell’amore e della sua viva e calorosa presenza. È statoun pellegr<strong>in</strong>a g g i oimpareggiabile,<strong>in</strong>dispensabile,magico ememorabile…25


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - cronaca parrocchiale18 aprile 2010S. Cresimaper i ragazi di 3a mediafoto CaprettiRicordando una giornata speciale attraverso le parole dei nostriragazzi…omenica 18 aprile ho ricevuto il dono dello“DSpirito Santo, è stato un momento importanteper la mia crescita e per il mio percorso, che a poco a pocosto percorrendo. È stato un istante significativo per me,all’<strong>in</strong>izio ero molto agitata, ma allo stesso tempo emozionata,allegra perché avevo capito che uno dei miei traguardil’avevo raggiunto, con il cuore aperto e con ilSignore al mio fianco; con le mie catechiste mi sono preparatamolto per ricevere e vivere al meglio questomomento speciale. Ho accolto lo Spirito Santo con gioia,sapendo che il Signore mi è sempre accanto e che miaiuta a scegliere la strada giusta e, con questa grandeopportunità, riuscirò al meglio! R<strong>in</strong>grazio ogni giorno lepersone che mi sono state e che mi sono ancora oggi vic<strong>in</strong>e.Grazie!”“L’esperienza che abbiamo vissuto nel camm<strong>in</strong>o dellaCresima è stata molto importante e significativa, maanche molto bella. È stata bella perché mi sono divertitastando <strong>in</strong>sieme agli altri e alle mie amiche. Però è statamolto significativa perché ho capito il messaggio che Diomi voleva lasciare e ne ho compreso il significato, ho capitoche <strong>in</strong> tutte le cose che faccio Lui mi ha preparato,avendo sempre fede <strong>in</strong> Lui”.“La Messa è durata un po’, però è un Sacramento importantee sono felice di aver ricevuto lo Spirito Santo”.“Una grande emozione, molto importante per me, anchese vissuta con l’agitazione di non sbagliare”.“È un Sacramento importante del nostro camm<strong>in</strong>o dicatechesi… è stato emozionante, la nostra prima decisione”.“Mi permetterà di vivere <strong>in</strong> modo più consapevole e conDio al mio fianco”.“È stato tutto stupendo, sono sicura che non me nedimenticherò mai, non mi sono annoiata neanche unattimo! È stata un’esperienza che purtroppo non si ripeterà!”.“Ero un po’ emozionata e agitata, ma alla f<strong>in</strong>e è f<strong>in</strong>itotutto bene… è stata bella tutta la giornata, al ristorantecon i parenti e amici… adesso, nonostante il nostro camm<strong>in</strong>osia quasi f<strong>in</strong>ito, ci cont<strong>in</strong>uiamo a trovare alla stessaora, nello stesso posto tutte le Domeniche… questo percorsoè stato bello! Grazie!”.26


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - cronaca parrocchialefoto CaprettiGrazie...Dopo aver vissuto <strong>in</strong>sieme a voi ragazzi la santaCresima un momento così importante, che costituisceuna tappa fondamentale del vostro camm<strong>in</strong>o di fede,desideriamo r<strong>in</strong>graziare quanti lo hanno percorso connoi, collaborando e spronandoci, supportandoci e affidandos<strong>in</strong>onostante le nostre povertà e i nostri limiti.Vogliamo ricordare i catechisti con i quali abbiamo collaborato<strong>in</strong> passato, che per vari motivi hanno <strong>in</strong>terrotto ilcamm<strong>in</strong>o con noi, ma che non hanno mai smesso diesserci vic<strong>in</strong>i con il loro pensiero e il loro affetto.R<strong>in</strong>graziamo i nostri sacerdoti, che hanno sempre saputoaccogliere con fiducia e rispetto le nostre idee e le proposteche di volta <strong>in</strong> volta abbiamo sottoposto loro, senzamai farci mancare il loro sostegno.Un grande grazie ai genitori, perché hanno reso possibile,con la loro disponibilità, l’attuarsi di tanti momenti bellie importanti vissuti con i ragazzi. Se non vi avessimo sentitoal nostro fianco, non sarebbe stato semplice cont<strong>in</strong>uarenel non sempre facile compito di essere educator<strong>in</strong>ella fede.Talvolta, <strong>in</strong>crociare i vostri sguardi comprensivi, magarial term<strong>in</strong>e di qualche giornata molto <strong>in</strong>tensa <strong>in</strong> cui viabbiamo sottratto i vostri figli per lungo tempo, è statoun vero toccasana, e ci ha riempiti di gioia e gratitud<strong>in</strong>enei vostri confronti.Non sono mancati, è vero, momenti di tensione, <strong>in</strong> cui aciascuno di noi è stato richiesto di andare aldilà, att<strong>in</strong>gendoa piene mani dalla propria dote di buon senso ecomprensione, e volendo accoglierli come possibilità dicrescita personale, non possiamo che r<strong>in</strong>graziare ilSignore che per primo ci ha mostrato la strada del perdonoreciproco.Per ultimo, ma non meno importante, un grazie grande...immenso… a voi ragazzi, perché tutte le cose belle cheabbiamo nom<strong>in</strong>ato le avete rese possibili voi, con lavostra partecipazione, la vostra contagiosa allegria, levostre domande, l’energia e l’esuberanza tipiche dellavostra età. Ci avete regalato voi stessi, GRAZIE!!!I catechistiElena, Paola, Giovanna, Monica, Tecla, Diego e Leo27


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o- vita parrocchialeCHE FATICA! MA QUANTA GIOIA!il camm<strong>in</strong>o che ha portato alla cresima i ragazzi del 1996visto dalla parte dei genitoriCome si possono riassumere <strong>in</strong> poche righe otto annipassati a seguire i nostri figli nel camm<strong>in</strong>o che, <strong>in</strong>iziatodalla prima elementare, ancora bamb<strong>in</strong>i, li ha portatia ricevere il sacramento della s. Cresima? È molto difficilee, a dire la verità, voltandoci, il tempo pare sia volato,eppure, guardandoli sfilare di fianco ai loro padr<strong>in</strong>i emadr<strong>in</strong>e ci accorgiamo di aver d<strong>in</strong>nanzi ormai dei ragazzi.Da un certo punto di vista è una gioia dall’altra ci assaleun’onda di mal<strong>in</strong>conia. Sono stati anni <strong>in</strong>tensi e ricchidi attività, di esperienze, a volte molto condivise, altre unpo’ meno, ma sempre proposte con molto entusiasmo evoglia di <strong>in</strong>cidere.Non è sempre stato un camm<strong>in</strong>o <strong>in</strong> discesa, i ragazzi,hanno avuto bisogno del nostro supporto, di una sp<strong>in</strong>ta,di un <strong>in</strong>coraggiamento; noi genitori abbiamo però respirato<strong>in</strong> questi anni la forte volontà dei catechisti di co<strong>in</strong>volgerci,di far vivere loro esperienze significative, di fartoccare con mano realtà diverse dalla nostra. Non soloparole, ma fatti concreti!Tanti momenti <strong>in</strong>tensi per noi e per i nostri ragazzi: ipranzi e cene comunitarie testimonianza di s<strong>in</strong>ergie,la proposta del pernottamento <strong>in</strong> oratorio occasione di<strong>in</strong>contro, i pellegr<strong>in</strong>aggi ai santuari, il meraviglioso musical!Frutto di tanto impegno, i momenti conviviali con lefamiglie di Paesi lontani per avvic<strong>in</strong>arli ad usi e costumidi altri popoli nel rispetto delle diversità, l’esperienza conla comunità “Shalom”, testimonianza di realtà difficili manon troppo lontane e ultimo, ma solo <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di tempo,il pellegr<strong>in</strong>aggio a ROMA. Esperienza vissuta da sempre28con molta apprensione da parte di noi genitori, ma tappairr<strong>in</strong>unciabile per il camm<strong>in</strong>o dei ragazzi; è vero, un viaggiofaticoso e soprattutto un concentrato di attività <strong>in</strong>poco tempo, dalla visita alla città Eterna ai momenti dipreghiera culm<strong>in</strong>ati nella celebrazione della festa dellePalme <strong>in</strong> S. Pietro con il Papa. Che fatica!!! Ma quantagioia!!!!! anche perché condivisa con tutti i compagni.Eravamo tutti lì, <strong>in</strong> ansia ad accoglierli al loro rientrospiando i loro volti per carpire lo stato d’animo, assonnatima entusiasti così ci sono parsi, carichi di una marcia<strong>in</strong> più, desiderosi di farci partecipi dell’esperienza vissuta,attimo per attimo. Pensando a tutto il percorso di questianni è nato <strong>in</strong> noi il desiderio di r<strong>in</strong>graziare, a nome ditutti i genitori, il nostro gruppo di catechisti attraverso lalettura della preghiera qui riportata durante la celebrazione.ignore, grazie per aver offerto ai nostri figli i tuoi“SDoni e, attraverso lo Spirito Santo, la forza per cercaredi compiere scelte più consapevoli e mature, lavolontà di seguire la tua strada. Noi Papà e Mamme cisentiamo anche <strong>in</strong> dovere, attraverso Te, di r<strong>in</strong>graziare lecatechiste e i catechisti che <strong>in</strong> questi anni con attenzione,costanza, fantasia ed entusiasmo hanno accompagnato <strong>in</strong>ostri ragazzi proponendo sempre nuove attività perco<strong>in</strong>volgerli e sensibilizzarli. Dai loro la forza di esseresempre così significativi, presenti nel bisogno, solerti nell’aiuto,discreti nel confronto. Questi tuoi testimoni sonostati prima che guide, compagni fedeli e leali di chi, giovane,era chiamato alla scelta impegnativa di seguirti nelmondo, di servirti nel mondo. Grazie, grazie per averdonato parte di voi, parte del vostro tempo, e tutto ilvostro impegno a questi nostri ragazzi”.A tutti voi,a don Giovannie adon Fabrizioil nostroGRAZIE.Stefano eRobertaPer<strong>in</strong>i


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’OratorioCRESIMANDI A ROMA29Era un venerdì sera di marzoe, dopo tanto attendere,f<strong>in</strong>almente è arrivato anche pernoi il momento di partire perRoma per vivere la giornatadelle Palme <strong>in</strong>sieme al nostrosanto Padre e tanti ragazzi cresimandibresciani nostri coetanei.Tra ragazzi e catechisti accompagnatori,eravamo <strong>in</strong> 70 e ilfatto di viaggiare tutti <strong>in</strong>sieme suun pulman doppio, ci ha dato lapossibilità di socializzare e conoscerciancor più profondamentesoprattutto con chi frequenta lescuole fuori paese.Sono state due giornate <strong>in</strong>tensesegnate da sorrisi, gioia e tantaallegria.Il sabato matt<strong>in</strong>a siamo arrivati di buon ora nellabasilica di Santa Maria degli Angeli dove <strong>in</strong>siemeagli altri ragazzi bresciani, abbiamo aspettato ilnostro vescovo Luciano Monari (v. imm. 2 alla pag.prec.). Tra canti e preghiere, abbiamo <strong>in</strong>iziato ilnostro pellegr<strong>in</strong>aggio; quando abbiamo f<strong>in</strong>ito cisiamo diretti per la visita alla città. Za<strong>in</strong>o <strong>in</strong> spalla,macch<strong>in</strong>e fotografiche <strong>in</strong> mano e tanta voglia discoprire cose nuove è <strong>in</strong>iziata la nostra avventuranella Capitale…Dopo un cont<strong>in</strong>uo trottare… tra vicoli, piazze epalazzi e i pittoreschi mercati, si era fatta ormail’ora di pranzo… e dove consumarlo se non sui grad<strong>in</strong>idi Tr<strong>in</strong>ità dei Monti? Facendoci spazio tra lagente piazzata a godersi un bel raggio di sole,ognuno di noi ha trovato il suo spazio per accomodarsie concedersi un meritato riposo… Consumatoil nostro pranzo e recuperate le forze, ecco che siriprende il camm<strong>in</strong>o, coi nostri za<strong>in</strong>i ormai vuoti, cidirigiamo verso il Colosseo dove alle 18,00 ci attendevail nostro pulman per condurci <strong>in</strong> hotel situatosulle pendici del monte Crescenzio a Mar<strong>in</strong>o: difronte la Città Eterna, alle spalle il lago di CastelGandolfo e tutto <strong>in</strong>torno i Castelli Romani… chespettacolo!Il matt<strong>in</strong>o di domenica la sveglia è suonata moltopresto… Quanto avremmo voluto dormire: era l’alba…ma ci attendeva <strong>in</strong> San Pietro il Santo Padreper la celebrazione della Santa Messa. È statamolto, molto lunga… ma tra un pisolo e l’altro, compresoil nostro don Fabrizio, il tempo è passato <strong>in</strong>fretta e <strong>in</strong> men che non si dica ci siamo resi contoche ormai la nostra esperienza nella grandeRoma era f<strong>in</strong>ita ed eravamo gia rientrati a<strong>Coccaglio</strong>.Sono stati per noi due giorni <strong>in</strong>dimenticabili,emozionanti, caratterizzati dall’allegria…peccato che le nostre macch<strong>in</strong>e fotografiche nonabbiano potuto fotografare il nostro cuore stracolmodi gioia… è un esperienza che vorremmoripetere.Un grazie grande grande a tutti coloro che hannoorganizzato questo splendido pellegr<strong>in</strong>aggio <strong>in</strong>particolare a don Fabrizio, agli educatori:Manuela, Eleonora, Valent<strong>in</strong>a, Giorgio, Renzo eai nostri catechisti.I ragazzi (allora) cresimandi


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’OratorioUna giornata <strong>in</strong> comunità ShalomIl 21 marzo <strong>in</strong>sieme ai nostri catechistisiamo stati ospiti alla comunitàShalom di Palazzolo s/O. E’ stata pernoi un’esperienza molto importanteche ci ha aiutato a riflettere ed apriregli occhi sugli errori che possiamocommettere durante la nostra vitasoprattutto da adolescenti. Ci hannocolpito molto le varie testimonianzedei ragazzi, il loro vissuto, la mortedavanti agli occhi e la r<strong>in</strong>ascita… Lavita <strong>in</strong> comunità è caratterizzata oltreche dal lavoro, dalla presenza cont<strong>in</strong>uae costante della preghiera… Iragazzi ci hanno detto che per loroprima la preghiera era un obbligo poipiano piano diventa un’abitud<strong>in</strong>e ealla f<strong>in</strong>e una necessità come il mangiare:non è possibile <strong>in</strong>iziare o term<strong>in</strong>arela giornata senza aver r<strong>in</strong>graziato il Signore.Noi che abbiamo tutto… troppo, non riusciamo a capire il vero significato ed apprezzare il bene che ci circonda…ecco perché tante volte cadiamo <strong>in</strong> grossi errori.I ragazzi di terza mediaCome puoi contribuire alle spese per la ristrutturazione del Focolare1 - Anzitutto, frequentandolo: ciò dà senso all’impegno che si sta affrontando.2 - Offerta libera che può essere consegnata ai sacerdoti, al diacono o nel corso della raccolta “pro opereparrocchiali” e “pro Oratorio”, normalmente la prima e la seconda Domenica di ogni mese e <strong>in</strong> altre particolarioccasioni, di volta <strong>in</strong> volta <strong>in</strong>dicate3 - Offerta libera tramite versamento o bonifico, detraibile ai f<strong>in</strong>i dell’Irpef, sul CC n. 2085X87, pressola Banca Popolare di Sondrio - ag. di <strong>Coccaglio</strong>; ABI 05696 - CAB 54360 - CIN X, <strong>in</strong>testato a “Il FocolareA.P.S. ONLUS”.Per il bonifico è necessario il codice IBAN: IT87 X056 9654 3600 0000 2085 X874 - Impegno morale o scritto a versare una quota fissa periodica, <strong>in</strong> occasione della giornata mensile “proOratorio” o direttamente ai sacerdoti o al diacono5 - Prestiti gratuiti (senza <strong>in</strong>teresse)6 - Contribuire alla ristrutturazione dell’Oratorio può essere un modo alternativo per partecipare allegioie o ai lutti di parenti o amici.8 - Oltre all’8 per mille secondo le possibilità <strong>in</strong>dicate sul modulo per la dichiarazione dei redditi, è possibiledest<strong>in</strong>are a enti specifici il 5 per mille. È possibile attuare questaopzione <strong>in</strong>dicando nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi ilCF n. 91018070176 dell’associazione “Il Focolare A.P.S. onlus”<strong>in</strong>oltre: partecipa alla festa!30


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’OratorioDAL CONSIGLIO DELL’ORATORIOIl primo punto dell’ord<strong>in</strong>e del giorno era la presentazione della bozza del progetto giovani realizzatadalla neonata Commissione Giovani e l’op<strong>in</strong>ione del Consiglio al riguardo. La bozza è stataapprovata, pur precisando che è necessario stabilire un calendario e una scansione temporaleprecisa del raggiungimento degli obiettivi.È stato riscontrato il problema di trovare educatori che possano essere sempre presenti (che qu<strong>in</strong>dioccup<strong>in</strong>o tutte le sere/pomeriggi) per i giovani, facendoli sentire accolti ogni volta che questi vengono<strong>in</strong> Oratorio. La difficoltà è dunque nell’avere una presenza costante <strong>in</strong> Oratorio di educatori; è piaciutaperò la volontà di partire dal “fare”, dal promuovere piccoli eventi che co<strong>in</strong>volgano direttamente ed <strong>in</strong> modo attivogli adolescenti ed i giovani, per farli sentire letteralmente parte dell’Oratorio, rendendoli partecipi. Il Consiglio condividel’obiettivo della Commissione di far sentire l’Oratorio dei ragazzi, <strong>in</strong> modo che si sentano organizzatori, corresponsabili eco-protagonisti: “attori” non solo “dest<strong>in</strong>atari”.Il secondo punto (“varie ed eventuali”) è <strong>in</strong> realtà contenitore di svariati sottopunti.- In primis, l’utilizzo della cosiddetta casc<strong>in</strong>a.È stato dato il consensoa) ad un gruppo musicale di fare le prove una volta ogni due settimane <strong>in</strong> una sala dove sipossa anche lasciare la batteriab) al gruppo adolescenti di utilizzare una stanza come magazz<strong>in</strong>o di alcuni materiali.- C’è stato l’aggiornamento sui giochi pomeridiani della Domenica: la prima volta hanno avuto un discreto successo, mentrela seconda è andata molto meglio. Nonostante ciò, c’è bisogno di ulteriore collaborazione.- Le giornate formative della CEO (svoltesi a Brescia) sono andate molto bene, anche se la partecipazione è stata scarsa.I partecipanti ne sono stati entusiasti e tutti si sono messi <strong>in</strong> gioco, <strong>in</strong>staurando il giusto clima per la riuscita dell’esperienza.Un risultato più dettagliato verrà presentato al prossimo Consiglio.- Per quanto riguarda l’abbonamento Sky, è tacitamente r<strong>in</strong>novato di anno <strong>in</strong> anno, salvo disdetta (l’abbonamento scadea dicembre e per la disdetta è necessario mandare una raccomandata due mesi prima), qu<strong>in</strong>di per ora non ci sarà il passaggioad altro operatore più economico.- Il concorso di poesia e disegno ha riscosso un enorme successo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di partecipazione. La premiazione si è svoltadomenica 21 marzo.- Gli animatori del gruppo adolescenti hanno fatto notare ai membri del Consiglio che sarebbe stato opportuno co<strong>in</strong>volgerl<strong>in</strong>el decidere la nuova suddivisione delle fasce d’età per i campi estivi. Nonostante ciò, sono favorevoli al cambiamento.- L’<strong>in</strong>segnante di un corso di ballo ha chiesto di poter utilizzare il salone per le proprie lezioni tre sere a settimana. Aimembri del Consiglio tre sono sembrate una richiesta eccessiva: se si dovesse trattare di una sera sola il permesso verràconcesso.- Una mamma ha chiesto se era possibile mettere dei tavol<strong>in</strong>i nel prato, dove si trovano anche i giochi, ma il Consiglio,per più di un motivo, ha valutato come non opportuna l’<strong>in</strong>iziativa.La segretaria, Giulia FossatiOfferte per la gestione ord<strong>in</strong>aria dell’Oratorio(marzo-aprile 2010)Compleanno € 30,00N.N. € 21,50Compleanno € 30,00Frittelle giovedì grasso € 69,30Compleanno € 70,00N.N. € 50,00N.N. € 20,00Compleanno € 50,00Compleanno € 20,00Torte € 60,00Sala per ballo € 140,00Compleanno € 50,00Compleanno € 25,00Sala per cena € 105,00Premio pasquale orat. Focolare € 170,00Premio pasquale orat. femm<strong>in</strong>ile € 90,00Uovo cioccolato € 140,00Ulivo € 158,06Per salone e cuc<strong>in</strong>a € 100,00Compleanno € 30,00Compleanno € 30,00Utilizzo pulm<strong>in</strong>o € 150,00Compleanno € 25,00Compleanno € 20,00Utilizzo aula € 90,00Amici del Quagliodr. -Arcicaccia €1150,00Offerta € 30,00Concorso artistico – letterario € 320,00pranzo Amici delQuagliodromo Arcicaccia € 1150,00Grazie a tutti31


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’OratorioANGOLO GIOVANIFIDUCIA AI GIOVANIEccomi qui, amico lettoreo amica lettrice,a com<strong>in</strong>ciare unarubrica che vuoleessere uno stimoloper il mondo giovanile. Non èfacile dire qualcosa senzaentrare nell’”ovvio”, nel moralismo,nel dire le stesse cose chetutti i giorni si sentono.Qualcosa di nuovo, <strong>in</strong>somma, chepossa <strong>in</strong>teressare e far rifletterei giovani e nello stesso tempopossa aiutare il mondo adulto acapire il meraviglioso e impegnativouniverso dei ventenni di oggi.Conto sulla tua collaborazione,amico o amica che leggi, perchédavvero questa rubrica possaessere sempre più <strong>in</strong>teressante epiacevole.icono che tutto sia comun-scritto qu<strong>in</strong>di tanto“Dquevale che non sudi… sei già dentrol’happy hour [tempo felice] vivere,vivere costa la metà”(Ligabue, Happy hour, dal cdNomi e cognomi, 2005).La vita scontata. Sia perché sembrache non vi siano novità (ognigiorno è uguale all’altro), sia perché,se tutto è monotono, è <strong>in</strong>utilesforzarsi per migliorare lasituazione. Pessimismo o realismo?E’ ancora possibile nelmondo d’oggi dire ai giovani: mifido di te, poiché sei futuro delmondo?Tre registi di generazioni diversehanno cercato di rispondere aquesto <strong>in</strong>terrogativo realizzando,lo scorso anno, tre cortometraggisignificativi.Il primo (10 m<strong>in</strong>uti) è statorealizzato da Ermanno Olmi.Si <strong>in</strong>titola Il premio. Narrala storia (vera) di tre giovani, dueragazze e un ragazzo, <strong>in</strong> trenoche rivedono <strong>in</strong> una videocamerala cerimonia di premiazione didue di loro. Le due ragazze ricevonoil prestigioso riconoscimentoscientifico perché hanno <strong>in</strong>ventatouno speciale braccialettocapace di controllare la glicemianel sangue dei bamb<strong>in</strong>i senzadover tutte le volte <strong>in</strong>tervenireprelevando il sangue. Il premioc’è, ma i soldi per realizzare ilprototipo dell’oggetto, no.Occorre un f<strong>in</strong>anziatore.Casualmente, su quel treno<strong>in</strong>contrano un “uomo importante”,che il ragazzo riconosceaver visto <strong>in</strong> televisione.I tre si fanno coraggioe propongono a quest’uomodi f<strong>in</strong>anziare il progetto.L’uomo dà loro unnumero telefonico chepotrà essere utile per realizzarequanto le donnehanno ideato. Un sottotitolo concludeil racconto: la storia cont<strong>in</strong>ua…e avrà un lieto f<strong>in</strong>e.32Il secondo regista èGabriele Salvatores, cheha realizzato il cortometraggio(7 m<strong>in</strong>uti e mezzo)<strong>in</strong>titolato Stella. Anche <strong>in</strong> questoracconto le protagoniste sonodelle donne. Inizialmente vediamouna donna <strong>in</strong> un supermercato,che ruba alcuni prodotti, tra iquali un giocattolo per la piccolafiglia, che si trova nella macch<strong>in</strong>aparcheggiata nel piazzale fuoridal negozio. Mentre le due fuggono<strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a, avviene un <strong>in</strong>cidentestradale. La donnamuore, mentre la figlia subisceuna grave ferita alla gamba.Ventisette anni dopo, assistiamoal colloquio tra due donne:una di poco più di vent’anni, l’altrapoco più di trenta. Quellapiù anziana possiede un ristorantee cerca una capo-cuoca.Assistiamo a un colloquio dilavoro, qu<strong>in</strong>di. La giovane ha allespalle una storia con degli sbaglie ha passato anche alcuni anni <strong>in</strong>prigione. E, dietro richiesta delladonna, la racconta. Ma la proprietariadel ristorante sa già tutto.Vuole solo vedere se la ragazzaha il coraggio di raccontare lapropria vita e riconoscere i proprierrori. La giovane pensa d<strong>in</strong>on avere più possibilità di ottenerequel posto di lavoro, nonostantele sue notevoli capacità,ammesse dalla proprietaria delristorante. Invece, quest’ultimadà fiducia alla giovane. Il postocome capo-cuoca è assegnato. Ladonna più anziana, scopriamo, èquella bamb<strong>in</strong>a che ha perso lamadre nell’<strong>in</strong>cidente stradaleall’<strong>in</strong>izio del cortometraggio.Il terzo regista è PaoloSorrent<strong>in</strong>o. Ha realizzatoun cortometraggio(10 m<strong>in</strong>uti) <strong>in</strong>titolato Lapartita lenta. E’ il piùdifficile, ma anche il più significativo.Paragona la vita quotidiana


Comunità <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’Oratorioa una partita di rugby.Protagonisti sono un padre e unfiglio. Entrambi giocano a rugby esi preparano per una partitaimportante. Si arriva al campo digioco. La partita ha <strong>in</strong>izio. Il figlioriesce a mantenere <strong>in</strong> presa lapalla ovale e a portarla oltre lal<strong>in</strong>ea, aggiudicandosi la meta. Nelcortometraggio non viene dettauna parola, e questo lo rende, avolte, di difficile comprensione.Sicuramente il regista havoluto comunicare che nelledifficoltà della vita, la soluzionenon è il lasciarsi condurredalle situazioni, maimpegnarsi per affrontarlee superarle. E i giovani questopossono farlo, con forzae coraggio.I) D ALESTATE 2010 con l’ ORATORIOAL 14 AL 25 GIUGNOG1/2- GREST T 2+3IUGNO solo il pomeriggio: SCUOLA DI LAVORVOROII) dal 28 giugno al 23 luglio, matt<strong>in</strong>o e pomeriggioDA PRIMA ELEMENTAREA TERZA MEDIAIscrizioni presso la segreteria del Focolare il martedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.30e il mercoledì dalle 20.30 alle 22.00 a partire da giovedi 13 maggio3- FREEDOM DAYSDdal 28 giugno al 23 luglioPER GLI ADOLESCENTI DI 1A E 2A SUPERIOREper <strong>in</strong>formazioni: don Fabrizio4- CAMPO CESTIVOal Pal Passo del TonaleTI- PER I FANCIULLI DALLA 4A ELEMENTAREALLA 1A MEDIAdal 30 luglio al 9 agostoII- PER I RAG AZZI DI 2A E 3A MEDIA(dist<strong>in</strong>to o e autonomo rispetto o al campo fanciulli):dal 31 luglio al 10 agostoIII- PER GLI ADOLESCENTI DA 1A A 3A SUPERIOREdal 10 al 20 agostoIscrizioni presso la segreteria del Focolare il martedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.30e il mercoledì dalle 20.30 alle 22.00 a partire da giovedi 13 maggiosi sta ipotizzando la possibilità di un campo famiglie, contemporaneo a quello degli adolescenti,pur nella dist<strong>in</strong>zione, autonomia e non-<strong>in</strong>terferenza dei due gruppiNB: i dest<strong>in</strong>atari si riferiscono all’età relativa alle classi come già frequentate33


Comunità apertaEsempi di fulgida Carità: Giovanni di DioGiovanni di Dio, al secolo Juan Ciudad, nasce aMontemor-o-Novo l’8 marzo 1495. F<strong>in</strong>oa 27 anni fece il pastore e il contad<strong>in</strong>o, poisi arruolò tra i soldati di ventura. Chiusala parentesi militaresca, f<strong>in</strong>ché ebbe sold<strong>in</strong>el borsello vagò per mezza Europa ef<strong>in</strong>ì <strong>in</strong> Africa a fare il bracciante; perqualche tempo fece pure il venditoreambulante a Gibilterra, commerciandopaccottiglia; stabilitosi<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a Granada vi aprì una piccolalibreria. Avvertiva già una grandevocazione per Gesù nell'assistenzadei poveri e dei malati, ma Giovannimutò radicalmente <strong>in</strong>dirizzo allapropria vita, <strong>in</strong> seguito ad una predicadi (san) Giovanni d’Avila. Abbandonò,allora, tutto: vendette libri e negozio, siprivò anche delle scarpe e del vestito, e andòa mendicare per le vie di Granada, rivolgendo aipassanti la frase che sarebbe divenuta l'emblema diuna nuova benemerita istituzione: "Fate (del) bene, fratelli,a voi stessi". La carità che la gente gli faceva veniva spartita<strong>in</strong>fatti tra i più bisognosi. Ma gli abitanti di Granada credetterodi fare del bene a lui r<strong>in</strong>chiudendolo <strong>in</strong> manicomio. Mal<strong>in</strong>tesoprovvidenziale: <strong>in</strong> manicomio Giovanni si rese conto dellacolpevole ignoranza di quanti pretendevano curare le malattiementali con metodi degni di un torturatore. Così, appenapoté liberarsi da quell'<strong>in</strong>ferno, fondò, con l'aiuto di benefattori,un suo ospedale.Pur completamente sprovvisto di studi di medic<strong>in</strong>a, Giovannisi mostrò più bravo degli stessi medici, <strong>in</strong> particolar modonel curare lemalattie mentali,<strong>in</strong>augurando, congrande anticipo neltempo, quel metodopsicoanalitico opsicosomatico chesarà il vanto(quattro secolidopo... ) di Freud ediscepoli. La curaa cura di G. Pedralisan Giovanni di Dio e il Crocifisso34dello spirito era la premessa per una proficua curadel corpo. Giovanni di Dio raccolse i suoicollaboratori <strong>in</strong> una grande famiglia religiosa,l’“Ord<strong>in</strong>e Ospedaliero”, meglio conosciutocol nome di “Fatebenefratelli”. Siimpegnò anche nei confronti delleprostitute, aiutandole a re<strong>in</strong>serirs<strong>in</strong>ella società. L’Arcivescovo diGranada gli cambiò il nome <strong>in</strong>Giovanni di Dio.Giovanni morì a Granada, a solic<strong>in</strong>quantac<strong>in</strong>que anni, il giornodel suo compleanno, l'8 marzo 1550.Fu canonizzato nel 1690. Papa LeoneXIII lo dichiarò patrono degli ospedalie di quanti operano per restituire lasalute agli <strong>in</strong>fermi.La “ sua” CaritàCarità Fraterna : lo Spirito si posò su Giovanni di Dioe lo portò a farsi il Servo dei fratelli più derelitti. Si mostra anoi come l’Apostolo della Carità Fraterna. Col suo esempioc'<strong>in</strong>segna che <strong>in</strong>vano c'illudiamo d'amare Dio, se non regnanel nostro cuore la Misericordia verso il prossimo, secondol'<strong>in</strong>segnamento dell’Evangelista: "Se uno avrà dei beni diquesto mondo e, vedendo il suo fratello nel bisogno, glichiuderà il proprio cuore, come potrebbe la Carità di Dioabitare <strong>in</strong> lui?" (1Gv 3,17).Carità e filantropia: ma, come non v'è Amore di Dio senzaAmore del prossimo, cosi, l'amore del prossimo, se nonconverge nell'Amore del Creatore e del Redentore, non è cheun <strong>in</strong>ganno. La filantropia, <strong>in</strong> nome della quale ci si vuoledistaccare dal Padre Comune, e non soccorrere il propriosimile che <strong>in</strong> nome dell'umanità, non è altro che un'illusionedella superbia, sterile nei suoi risultati. Non v'è unione possibilee durevole tra gli uom<strong>in</strong>i, all'<strong>in</strong>fuori di Dio che li ha tuttiCreati e li vuole riunire a Lui. Servire per se stessa l'umanitàè come farne un idolo; e gli effetti hanno dimostrato a qualpunto i nemici della carità seppero addolcire le miserie umane<strong>in</strong> questa vita più dei Discepoli di Gesù Cristo, che att<strong>in</strong>gono<strong>in</strong> Lui il movente e il coraggio di dedicarsi all'assistenza deifratelli.


Comunità apertaCome Associazione di Lavoratori Cristiani ci siamochiesti se la crisi economica e occupazionale stiaavendo ripercussioni sulla nostra comunità; se a causa diessa le nostre famiglie stiano riscontrando più difficoltàad arrivare a f<strong>in</strong>e mese.La nostra riflessione è partita da un fatto concreto accadutonella nostra comunità: il fatto che si è stabilito d<strong>in</strong>on accogliere <strong>in</strong> classe i bamb<strong>in</strong>i le cui famiglie nonerano più <strong>in</strong> grado di pagare la retta scolastica dellaScuola Materna.Con altri gruppi operanti nell’ambito della famiglia edella scuola e con il Gruppo Missionario abbiamo condivisoalcuni <strong>in</strong>terrogativi e perplessità su tale provvedimento,oltre al dispiacere e all’amarezza per una decisioneche andava a colpire soprattutto i bamb<strong>in</strong>i. Una decisioneche avrebbe potuto tener conto anche di questomomento di crisi economica, che sta rendendo difficile lavita a molte famiglie, e valutare la situazione scolasticadei bamb<strong>in</strong>i, ritenendo che rendere possibile la cont<strong>in</strong>uazionedella frequenza almeno a quelli dell’ultimo annofosse importante, perché essa permette al bamb<strong>in</strong>o unpiù facile <strong>in</strong>serimento nella scuola elementare che loattende e favorisce un processo educativo e <strong>in</strong>tegrativo siaculturale che sociale.Facendo riferimento all’ultimo anno scolastico, abbiamocontattato alcune famiglie, abbiamo raccolto datie cifre e abbiamo dato gambe al progetto di re<strong>in</strong>serimentodi quattro bamb<strong>in</strong>i.Un <strong>in</strong>contro positivo quello con le famiglie, sia le associazionie i gruppi, che hanno verificato reali situazioni didisagio economico venutasi a creare per la riduzione o lamancanza di lavoro, che per le famiglie stesse, un po’ sorpresedell’opportunità offerta ai loro bamb<strong>in</strong>i i qualihanno manifestato una grande gioia alla notizia chepotevano rientrare a scuola.Il progetto ha potuto trovare realizzo grazie allaDAL MONDO DEL VOLONTARIATOACLISOLIDARIETÀ “SCOMODA”IN PERIODO DI CRISI35Cooperativa ACLI Casa di <strong>Coccaglio</strong>, tra le cui f<strong>in</strong>alità viè anche quella di sostenere progetti sociali, la quale hacondiviso contenuti e obiettivi e ha f<strong>in</strong>anziato l’<strong>in</strong>iziativa.Un piccolo gesto che non risolve tutti i problemi mache vorremmo fosse <strong>in</strong>teso nel suo vero significato.Al primo posto, <strong>in</strong> questo caso, sono stati messi i bamb<strong>in</strong>i,come lo sono stati nell’<strong>in</strong>tervento del cittad<strong>in</strong>o diAdro. Con questi gesti si è voluto anche dire che l’odio el’egoismo non portano da nessuna parte e che quei bamb<strong>in</strong>ie i loro genitori non dimenticheranno e, chissà,domani a loro volta potranno essere d’aiuto ad altri.Perché allora tanta difficoltà a capire le ragioni di gesticoncreti di sostegno? Perché <strong>in</strong>vece di gioire per l’epilogopositivo di una vicenda, proviamo risentimento e amarezza?La parola “solidarietà” non fa più parte del nostrovocabolario da così tanto tempo da non sapere più cosasignifica e quando utilizzarla? Siamo così ripiegati su noistessi, coscienti - è vero - che ciò che abbiamo ce lo siamoguadagnati, la maggior parte onestamente e con il durolavoro, ma anche chiusi di fronte ai bisogni della comunitàa cui apparteniamo?Riteniamo sia necessario l’avvio di una riflessione seriae condivisa sulle nuove forme di povertà - che anchea causa di una crisi economica lunga e strutturale stannocaratterizzando molte famiglie di lavoratori bresciani -che co<strong>in</strong>volga le istituzionie le comunità. E’possibile, nel rispettodelle regole e dei controlli(i furbetti ci sonosempre stati) riusciread impostare politichesociali atte a tutelare,soprattutto <strong>in</strong> periododi crisi, i soggetti piùdeboli?


Comunità apertaIMMIGRATI E RIFUGIATI“PERCHE’ NON SE NE STANNO AL LORO PAESE…”LA GUERRA IN CONGOPER I NOSTRI CELLULARILe nostre dita scorrono veloci sullatestiera del telefon<strong>in</strong>o. Scrivono messaggia tutte le ore per comunicare e avolte per isolarci da tutto e tutti.Cambiamo cellulari a ripetizione, allaricerca di un modello con nuove- spesso<strong>in</strong>utili- funzioni.Ma abbiamo mai pensato quanto costarealmente quest’oggetto così normaleoggi per noi?Non <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di denaro, ma <strong>in</strong> term<strong>in</strong>idi vite umane e distruzione.Uno dei componenti fondamentali ditutti i nostri cellulari, videocamere, playstation, ma anche cerca-persone, personalcomputer e pannelli fotovoltaici è il coltan:un m<strong>in</strong>erale da cui si estrae il tantalio,metallo che per le sue caratteristiche edapplicazione è diventato più prezioso dell’oroe dei diamanti. Ha l’aspetto di sabbianera luccicante, è molto duro, denso,resistentissimo al calore e alla corrosioneviene utilizzato per i componenti elettronici,serve a ottimizzare il consumo dellacorrente elettrica nei chip di nuovissimagenerazione e rende possibile un notevolerisparmio energetico.Ha un peso simile all’oro e pressappocolo stesso valore.Nel mondo l’80% del coltan provienedalla regione orientale del Congo,dove da quattordici anni una guerra traforze congolesi contro sei Paesi conf<strong>in</strong>antie numerose fazioni armate ha causato 5di Sergio e Danielamilioni di morti e oltre un milione disfollati. Spesso fatta passare dai mediaufficiali come una guerra etnica, il conflittoè <strong>in</strong> realtà pianificato grazie agli<strong>in</strong>vestimenti nella regione da impresemult<strong>in</strong>azionali di Stati Uniti, Germania,C<strong>in</strong>a e Giappone, “ghiotte” di diamanti,rame, oro, ma soprattutto coltan.Il coltan contiene una parte di uranio,qu<strong>in</strong>di è radioattivo, provoca tumori eimpotenza sessuale, viene estratto daim<strong>in</strong>atori a mani nude.Le m<strong>in</strong>iere hanno l’aspettodi grandi cave dipietra e il m<strong>in</strong>erale siottiene spaccando laroccia. Intere famiglievivono e lavorano <strong>in</strong>condizioni disumanepresso i giacimenti dicoltan. Al calar del solecent<strong>in</strong>aia di uom<strong>in</strong>i,donne e bamb<strong>in</strong>i esconodalle buche scavate nelterreno e dalle lunghetr<strong>in</strong>cee che tagliano le coll<strong>in</strong>e, trasportandocon fatica i loro sacchi di plastica.Proprio i bamb<strong>in</strong>i vengono sfruttati quotidianamente<strong>in</strong> quanto si <strong>in</strong>filano conmaggior facilità nelle buche da cui ilm<strong>in</strong>erale viene estratto; spesso sono rapitidai gestori delle m<strong>in</strong>iere e trasformati<strong>in</strong> schiavi, e <strong>in</strong> alcuni casi vengono vendutidalle loro stesse famiglie per pochi dollari.Quando si parla di “coltan <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ato”,non si parla qu<strong>in</strong>di solo deiconflitti regionali per il controllo dellearee m<strong>in</strong>erarie, si parla anche dellemigliaia di morti che costa l’estrazione eil trasporto del m<strong>in</strong>erale f<strong>in</strong>o ai punti dicarico. Infatti, anche i portatori costrettia fare lunghissimi viaggi a piedi nellaforesta per portare il m<strong>in</strong>erale f<strong>in</strong>o agliaerei che lo porteranno alla sua dest<strong>in</strong>azionef<strong>in</strong>ale, sono spesso vittime di “<strong>in</strong>cidenti”.Il tutto per la modica cifra di 250franchi congolesi (0,22 euro) al kg.Chi guadagna di più da questo massacrosono i gestori delle m<strong>in</strong>iere, spessogruppi armati ostili al Governo congolesee, soprattutto, le mult<strong>in</strong>azionali dell’elettronica,che non si fanno scrupol<strong>in</strong>el comprare il “coltan <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ato” perrisparmiare qualche dollaro al kg; ancheperchè se il mercato “ufficiale” del coltanha prezzi più o meno def<strong>in</strong>iti quello chesi compra sul mercato nero costa circa il50% di meno.Infatti, se nel caso dei diamanti c’è il protocollodi “Kimberley” che traccia la provenienzadelle pietre <strong>in</strong> modo che sia possibileconoscerne l’esatta orig<strong>in</strong>e, per ilcoltan al momento non c’è niente chepossa <strong>in</strong> qualche modo contribuire a36


Comunità apertatracciarne la provenienza e qu<strong>in</strong>di,costr<strong>in</strong>gere gli estrattori a rispettaredeterm<strong>in</strong>ate regole che <strong>in</strong>cludano il divietodi far uso di bamb<strong>in</strong>i, l’obbligo dipagare adeguatamente le persone cheestraggono il prezioso m<strong>in</strong>erale, il rispettodei diritti, ma soprattutto che si fissidelle regole precise sia per le compagniedi estrazioni che per gli acquirenti <strong>in</strong>modo da tagliar fuori chi commercia ilcoltan clandest<strong>in</strong>amente per poi usare ildenaro nell’acquisto di armi o f<strong>in</strong>anziarei conflitti.Da tempo viene proposto alle NazioniUnite un “protocollo di controllo dellaprovenienza del coltan”, ma alle potentissimelobby dell’elettronica questo non va bene el’approvazione della proposta cont<strong>in</strong>ua a slittare.Di recente alcune aziende del settore elettronicosi sono attivate per certificare che il coltanusato nelle apparecchiature da loro vendutenon è “ coltan <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ato”.Davanti alla prossima offerta del centro commerciale,pensiamo, a una guerra paraventofatta per coprire il saccheggio delle risorsem<strong>in</strong>erarie del Paese dove il 70% degli abitantivive con meno di un dollaro al giorno, amigliaia di morti, a popolazioni condannatea scappare e vagare <strong>in</strong> condizioni disumane, abamb<strong>in</strong>i e ragazzi venduti o costretti adarruolarsi come soldati nei gruppi armati o alavorare come schiavi nelle m<strong>in</strong>iere …La situazione <strong>in</strong> Congo è molto complessa.L’articolo, anche se <strong>in</strong> modo semplificato, ci mostrala portata del problema…. Se l’occidente pagasse il giusto prezzo perle risorse m<strong>in</strong>erarie di questo Paese, risorsedi cui ha estremobisogno, molti Congolesistarebbero volentierial loro Paese.In occasione della vicenda <strong>in</strong> cui il nostro paese si è trovato immerso, all’<strong>in</strong>dirizzo dellaParrocchia sono giunti numerosi messaggi di posta elettronica; alcune delle riflessioni <strong>in</strong> essicontenute possono rivelarsi come utili <strong>in</strong>viti, spunti o provocazioni a riflettere; perciò, dopoqualche opportuno aggiustamento di forma o l<strong>in</strong>guaggio, vengono di volta <strong>in</strong> volta pubblicati,senza che ciò significhi piena adesione a tutto quanto viene riportato; semplicemente si coglieun’occasione di confronto con punti di vista che possono differire dai nostri, ma dei quali dobbiamoaccogliere quelle ragioni che, con onestà <strong>in</strong>tellettuale, riconoscessimo come valide.R<strong>in</strong>grazio i mittenti di quei messaggi, <strong>in</strong>consapevoli articolisti del nostro bollett<strong>in</strong>o.Di seguito alcuni passaggi, il secondo dei quali è estratto dal messaggio di cui abbiamo riportatoampio stralcio sul numero scorso, assimilabili tra loro per il riferimento all’esperienza deiessersi trovati “dall’altra parte della barricata”.…Vivendo <strong>in</strong> Belgio da molti anni, sappiamocosa significa essere espostialla xenofobia e sappiamo pure, per esperienza,che questa non è sempre a sensounico: essa circola non solo fra autoctonie stranieri, ma anche fra stranieri di orig<strong>in</strong>idiverse, per cui anche <strong>in</strong> queste situazion<strong>in</strong>essuno è autorizzato a scagliare laprima pietra.Le crediamo dunque quando afferma che<strong>Coccaglio</strong> non è razzista (Asca 18-11-2009). D’altronde, non <strong>in</strong>tendevamo daredel razzista a nessuno e tanto meno stigmatizzareun’<strong>in</strong>tera comunità, poichésiamo abituati a dist<strong>in</strong>guere fra “il peccatoe il peccatore”. Dire di qualcuno cheruba che è un “ladro” significa identificarlocon un comportamento senza speranzadi cambiamento.due coniugi, emigrati <strong>in</strong> Belgio....Ebbi, da ragazzo, la grande fortuna direcarmi negli Stati Uniti ove trovai unlavoro. Provenivo da una famiglia tor<strong>in</strong>esebenestante, non ero un tipico emigrantepoveraccio… Fui fortunato perché ebbi lachance "unica" di fare lo stesso l'esperienzadell'immigrato, dello straniero, del"pezzente", del "morto di fame", dell' “usurpatore"dei posti di lavoro americani;quante volte fui chiamato "sporco italiano"o peggio ancora "del<strong>in</strong>quente mafioso"!Quanti miei connazionali ho vistopiangere, soffrire, patire ogni tipo di umiliazione...Mi passò subito la "boria" deltor<strong>in</strong>ese, figlio di un <strong>in</strong>dustriale, quale erodi fatto; mi sentii ben presto uno deitanti "immigrati stranieri italiani". Eroanche io considerato come tutti gli altri!Che lezione di vita è stata! ...Ho trascorso trenta lunghi anni della miavita fuori dall'Europa, 5 negli USA e 25 <strong>in</strong>diversi Paesi asiatici. Da parecchi annivivo e lavoro a Roma, ma mi sento, senzafatica ormai (di fatica ovviamente ne hodovuta fare tanta...) un cittad<strong>in</strong>o delmondo! Ed è bellissimo! Questa esperienzami ha dato anche la misura di quanto èmeravigliosa la realtà "cattolica", cioèuniversale, della Chiesa: una famiglia, madi popoli, il Popolo di Dio! ...Silvio, da Roma...Io credo che un Dio esista, ma penso chetutti gli <strong>in</strong>segnamenti di Gesù Cristo,siano stati dimenticati... Ma io mi chiedo,come si fa a non avere un occhio benevoloper chi è lontano dalla sua casa e ha bisognodella nostra accoglienza? Ma non<strong>in</strong>segnate che bisogna essere umili davantial più umile? Gesù ha lavato i piedi aipiù poveri per farci capire che non siamonoi i migliori sulla terra. Non dimenticateviche davanti a Dio siamo tutti uguali!Che ne sapete di cosa vuol dire esserepoveri, senza il calore della propria famiglia,lontano dalla propria casa, dalle proprieabitud<strong>in</strong>i?Io sono meridionale e queste cose le conosco:30 anni fa un prete mi disse: “Voimeridionali credete di poter venire alNord e fare gli impiegati ma non siete acasa vostra e potete fare al massimo glioperai” …Francesca37


Comunità apertaIl mese prossimo sarà il tuo compleanno:compirai sei anni. Un vero ometto!!Già! Nonostante fossi un frugoletto di soli2 kg e 420 gr., così piccolo e <strong>in</strong>difeso,mostrasti f<strong>in</strong> da subito il tuo carattere decisoe combattivo ed <strong>in</strong> questi sei anni ne haiimparate di cose, raggiungendo anche traguardisolo sperati.Alla tua nascita, dopo una gravidanza difficile,avevamo f<strong>in</strong>almente potuto vederecon i nostri occhi che stavi bene; dovevi solomettere peso e crescere. Purtroppo non fucosì. Dai mesi subito successivi si com<strong>in</strong>ciaronoa notare i tuoi problemi motori: nonriuscivi a reggere il capo, a coord<strong>in</strong>are ituoi movimenti. “Un ritardo psicomotoriodovuto ai molteplici problemi della gravidanza”ci dissero. Ben presto però, le tuecondizioni di salute, così altalenanti, portaronoi medici a sospettare una patologiametabolica. Ci consigliarono una serie diaccertamenti. Fummo titubanti perché sitrattava di esami <strong>in</strong>vasivi e tu eri così piccoloe fragile. L’ipotesi di questa malattiaera <strong>in</strong>sostenibile, quel restare sospesi neldubbio… dovevamo sapere cosa ti attendeva!Purtroppo la diagnosi ci piombò addossocon tutta la sua violenza. I medici avevanoragione. La tua è una patologia metabolicararissima, di cui ancora si conoscepoco e per cui purtroppo non esiste unacura. E’ una malattia a carattere progressivo,che non lascia spazio a progetti troppo<strong>in</strong> là… Purtroppo arriverà un giorno <strong>in</strong> cuitutti i tuoi progressi e le tue competenze <strong>in</strong>izierannoad affievolire, sempre più….Nessun medico seppe dirci con esattezzase saresti stato <strong>in</strong> grado di camm<strong>in</strong>are,di parlare... Il nostro disperato bisognodi sapere non trovava risposte. Solocon il passare del tempo avremmo potutovedere, oppure no, i tuoi progressi. Non ciA STEFANOpareva possibile! Cosa avremmo fatto nelfrattempo? Come avremmo potuto aiutarti?Ci trovavamo <strong>in</strong> balia degli eventi, nell’<strong>in</strong>certezzapiù assoluta.Le parole della diagnosi ci rimbombavanonella testa <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uazione. Quel“perché” ci assillava, f<strong>in</strong>chè i momenti didisperazione, di <strong>in</strong>credulità e di speranzanel fatto che i medici si fossero sbagliati,lasciarono spazio ad una nuova consapevolezza.Né rabbia né sfiducia ci avrebberoabbattuti. Non avevamo nessuna <strong>in</strong>tenzionedi piangerci addosso. Così <strong>in</strong>iziammoun nuovo capitolo della storia dellanostra famiglia, fatta di nuove paure, speranzee tanta pazienza….Giorno per giorno abbiamo imparato aconoscerti e a rispettare i tuoi tempi,ad accettare le tue difficoltà e i tuoi limiti;abbiamo dovuto ridimensionare i nostriobiettivi e le nostre aspettative. Ma tu, conil tuo grande coraggio, la tua voglia di faree la tua testardagg<strong>in</strong>e nel guadagnarti letue piccole autonomie hai fatto tutto ilresto. Ci hai aiutato a capire cosa volevi e alavorare con te.Così, a piccoli grandi passi, stiamo percorrendoquesto sentiero dove nulla è scontato,perché dietro ogni piccola conquista c’èsempre tanto lavoro. E quando il camm<strong>in</strong>osembra solo <strong>in</strong> salita arrivi tu, con quel sorrisoe quell’entusiasmo che ci fanno ritrovareil vero senso di tutto questo e ci rendiamoconto che la meta non è <strong>in</strong> cima allasalita, ma è il percorso, lo stare <strong>in</strong>sieme, l’amartidi questo amore totale e <strong>in</strong>condizionato….perchè quel giorno potrebbe essereanche domani… Nulla più della tua serenitàe della tua gioia di vivere possono ripagarcidelle fatiche quotidiane.Già! Pensiamo proprio che tu sia felice… edanche la nostra famiglia lo è. Forse tantepersone non lo sanno, ma anche le famigliecome la nostra, con un bamb<strong>in</strong>o specialecome te, possono essere felici. Basta darsi lapossibilità di cogliere quello che bamb<strong>in</strong>icome te possono e vogliono darci, riusciread apprezzare l’unicità e la diversità diogni persona, godere di questo scambioreciproco, gratuito e così prezioso.Ma... troppe volte c’è un ma…. Cosìnoi, che ti vediamo con i tuoi compagniall’asilo, tutti affettuosi e premurosicon te, pensiamo: vorremmo restassi semprepiccolo così riusciremmo a proteggertimeglio, ma non è possibile; vorremmodonarti un mondo senza barriere, nonarchitettoniche, bensì mentali, ma non possiamo;vorremmo donare alle personeocchi per vederti come ti vediamo noi, chevadano al di là delle apparenze perché nessunoè solo ciò che vediamo, ma non possiamo;vorremmo avere il tuo coraggio perquando quel giorno arriverà, ma non so sepotremo…Laura ed Alessia, spero un giorno possiatedimenticare le nostre piccole disattenzionie comprendere a pieno il privilegiodi aver condiviso con questo fratell<strong>in</strong>o“speciale” la vostra vita, anche se ciò viavrà comportato momenti di sofferenza erabbia. Spero che la sua tenacia vi sia diesempio per poter realizzare i vostri desiderie che la sua forza vi <strong>in</strong>segni a non sprecare,come oggi accade a tanti giovani, ildono più grande che tutti noi abbiamo…la mammaNel messaggio a cui lo scritto era allegato,questa mamma r<strong>in</strong>graziava laRedazione per la possibilità di condividerele sue riflessioni. Ancora una voltasiamo noi a r<strong>in</strong>graziare per la lezione diumanità che ci viene offerta.dG38


Cultura e notizie - Curiosando nello scrignoUno sguardo alla nostra Pieve -10a partedi G. PedraliDopo le due parentesi <strong>in</strong>erenti i “ 15 misteri del Rosario” e la “ Storia delle nostre campane”, torniamo a scoprire la nostra bella ed anticaPieve. In questa pag<strong>in</strong>e desidero portarvi a scoprire i simboli che <strong>in</strong> essa vi sono contenuti. Forse sfuggono allo sguardo… oppure… nonci badiamo molto, però sono anch’essi importanti e da scoprire.Il CRISTOGRAMMALa sigla IHΣ (o <strong>in</strong> alfabeto grecoIHE) compare per la prima voltanel III secolo fra le abbreviazioni utilizzatenei manoscritti greci delNuovo Testamento. Essa <strong>in</strong>dica ilnome ΙΗΣΟYΣ (cioè "Iesous", Gesù,<strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua greca antica e caratterimaiuscoli).L'abbreviazione IHS diventò popolaree si trasformò <strong>in</strong> un vero e propriomonogramma <strong>in</strong> seguito al diffondersi della devozioneverso il Santissimo Nome di Gesù. Nel XII secolo ne fupromotore san Bernardo da Chiaravalle. Particolareimpulso alla diffusione del trigramma è stato dato da sanBernard<strong>in</strong>o da Siena, al cui nome esso resta associatoanche oggi. Bernard<strong>in</strong>o ne promosse l'ostensione ai fedeliaccorsi alle sue omelie, raffigurandolo su tavolette dilegno, poste sull'altare durante la celebrazione eucaristica.Il larghissimo utilizzo del trigramma è cont<strong>in</strong>uatodopo la controriforma, di cui Bernard<strong>in</strong>o da Siena è statoun precursore. Ignazio di Loyola, <strong>in</strong>fatti, lo scelse comeproprio sigillo (1541) e successivamente la Compagnia diGesù lo adottò come proprio emblema. Le <strong>in</strong>terpretazionipiù diffuse sono:Iesus Hom<strong>in</strong>um Salvator, tradotto <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua italiana come"Gesù Salvatore degli Uom<strong>in</strong>i" (o "dell'Umanità").In hoc signo v<strong>in</strong>ces.Nel cartiglio posto sopra il Cristogramma vi è scritto:“Vocatum est nomen eius Iesum”.MONOGRAMMA DI CRISTOQuesto simbolo, è detto anche"MONOGRAMMA DI CRISTO",o "CHI - RHO", nome generato dalledue lettere greche componenti il simbolo:la "X"(<strong>in</strong> greco "chi") e la "P"(<strong>in</strong>greco "rho") che rappresentano le <strong>in</strong>izialidella parola "Χριστος" (Khristòs)che nell'antica l<strong>in</strong>gua significava"unto", parola che veniva usata peridentificare Gesù.Al simbolo orig<strong>in</strong>ale furono poi aggiunte ai lati due altrelettere greche la "α" e "ω" alfa ed omega che, prima edultima lettera dell'alfabeto greco, rappresentano il pr<strong>in</strong>cipioe la f<strong>in</strong>e del creato. Questo simbolo era utilizzato <strong>in</strong>orig<strong>in</strong>e <strong>in</strong> prevalenza nella parte orientale dell'impero eveniva di solito <strong>in</strong>ciso sui sarcofagi cristiani a partire dalIII secolo.Solo dopo l'editto di Milano emesso da COSTANTINO Isarà usato anche nelle chiese e basiliche occidentalidiventando di uso comune a partire dal IV secolo.39


Cultura e notizie - Note di storiaLa cappella della Madonna di Loreto sul Montepopolarmente chiamata “la cis<strong>in</strong>a dèle sorghe”Nei verbali della visite pastorali del 1500 fatte a<strong>Coccaglio</strong> dai Vescovi bresciani non si fa menzionedella nostra cappella lauretana che si trova sulla ripidastrada, unica allora, che dal paese portava al conventodell’Annunciata.Eppure <strong>in</strong> un testamento del 1530 si fa obbligo agli eredidi fare un’offerta sia al Convento che a Santa Maria diLoreto (titolo della nostra chiesetta delle “sorghe”).Probabilmente si trattava ancora di una santella,costruita sullo slargo della strada comunale, <strong>in</strong> previsionedella costruzione di una vera cappella. Era un periodonel quale la devozione alla venerata Madonna Lauretanasi stava diffondendo anche da noi come viene confermatoda alcune particole dei testamenti dell’epoca che stabilivanoper gli eredi l’obbligo di fare offerte o addiritturapellegr<strong>in</strong>aggi al celebre santuario mariano di Loreto.Questa nuova devozione, diffusa anche da noi, conparticolare riferimento alla costruenda cappella èattestata da alcuni codicilli testamentari rogati dalnotaio Mazzocchi Giacomo (per altri notai di <strong>Coccaglio</strong>del tempo non ho fatto particolari ricerche), dove si puòleggere che <strong>in</strong> data 10 aprile 1620… “la signora Margheritade Bonomi ha lasciato e lascia alla Madonna di Loreto posta apiè del monte l’elemos<strong>in</strong>a che parerà all’<strong>in</strong>frascritto erede peramore di Dio et <strong>in</strong> rimedio dell’anima sua”.In data 12 giugno 1629 nel testamento della signoraMaria Massetta abitante <strong>in</strong> contrada Fiumicello si legge:“Lascio alla Madonna di Loreto posta a piè del monte lire quattroplanette una tanum” . Ed il 16 aprile 1533 Bartolomeodi Natale PartegianiAlmici del fu Lodovico, proprietario del pezzo di montesul quale verrà costruita la villa del dott. Palazzi, conf<strong>in</strong>antead est con la cappella e con la strada alta per ilConvento, scriveva: “Lascio alla Scuola del Rosario e allaBeata Verg<strong>in</strong>e di Loreto posta a piè del monte scudi 20 di bergamotti7 per ciascuno”.L’abb<strong>in</strong>amento della consistente offerta fatta alla“Scuola del Rosario” e alla cappella alla “beata Verg<strong>in</strong>e diLoreto”, fatta costruire dal signor Ghidello padre e segretariocomunale, fa pensare che la cappella fosse gestita eaffidata allora alla compagnia della Scuola del Rosario.Certamente altri notai di <strong>Coccaglio</strong> della prima metàdel 1600 hanno rogato testamenti con offerte allaMadonna di Loreto al monte e altre persone hanno fattolibere offerte per la costruzione e l’abbellimento dellacappella come lascia supporre l’espressione “pioribus largizionibus”dell’epigrafe lat<strong>in</strong>a della lapide murata sulmuro posteriore della nostra cappella la quale espressionelascia pensare che le offerte oltre che molto devotesiano state anche numerose.È questa epigrafe il documento pr<strong>in</strong>cipale che fa luce sull’orig<strong>in</strong>ee sull’esistenza della chiesetta della BeataVerg<strong>in</strong>e di Loreto sul Monte. Per cui la si trascrive <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o,com’è riportata sulla lapide, affiancandola per la suamigliore comprensione dalla traduzione <strong>in</strong> italiano,anche perché, come si vedrà <strong>in</strong> seguito, alcune particolariespressioni dello scritto chiariscono la contestatacaratteristica pubblica della cappella.ANNO D.NI MDCXXXVI Nell’anno del Signore 1636HOC SACELLUM AD INSTAR questo tempietto a guisa (di quello)DEIPARAE VIR. LAURET.Edella Madre di Dio Verg<strong>in</strong>e LauretanaPROPE PREDIO EXTRUCTUM costruito vic<strong>in</strong>o al podereAB ATTILIO GHIDELLOda Attilio GhidelloDEINDE ALOISIUS FIL.S<strong>in</strong> seguito il figlio LuigiPIOR. LARGIZIONIBUSper mezzo di più devote offerteAUXIT ET AD COM.<strong>in</strong>grandì e per una più comoda,MELIOREM ET DECEN.EMmigliore e più decorosaGRESSUM VIATORIB.entrata per i viandantiEX EODEM PREDIOdallo stesso podere,RETRO VIAM APERUITsul retro, aprì un passaggio.40


Cultura e notizie - Note di storiaChe le pie offerte dovessero essere anchenumerose, lo si ricava dal verbale della visitadel vescovo Marco Moros<strong>in</strong>i del 7 ottobre 1649nel quale si afferma che “l’oratorio della BeataVerg<strong>in</strong>e Maria sul colle è tutto dip<strong>in</strong>to ed ornatocon belle figure”. Qu<strong>in</strong>di non solo una cappelladi soli muri, ma una cappella tutta ornata.Nel verbale poi della visita pastorale di mons.Marco Dolf<strong>in</strong> dell’8 maggio 1703 si precisa cheoltre all’immag<strong>in</strong>e della Beata Verg<strong>in</strong>e lauretanavi sono “altri santi di s<strong>in</strong>golar devozione” e che lacappella era amm<strong>in</strong>istrata dalla parrocchia.Qu<strong>in</strong>di si trattava di una cappella abbellita daaffreschi raffiguranti santi e da ornamenti e dasuppellettili vari. Per i più anziani che l’hannopotuta contemplare nella sua <strong>in</strong>tegrità, essa sipresentava come un piccolo gioiello architettonicoed artistico del 1600.cont<strong>in</strong>uaCappella della Madonna di Loreto, lungo la via sul Montorfano41


Cultura e notiziePedofilia, peccato, Cristo e la ChiesaConsiderazioni ed it<strong>in</strong>erario a riguardo del fenomeno pedofiliache conduce alla riscoperta di quell’unica entità (umana e div<strong>in</strong>a) che permette di sperareUna prima considerazione è che(purtroppo) esistono preti pedofili.Fosse anche un solo caso <strong>in</strong> tuttoil mondo, sarebbe comunque gravissimo.Dietro il clamore delle notizie egli attacchi sempre più marcati alpapa Benedetto XVI mi sembra s<strong>in</strong>asconda molto altro.Da una parte si vuole giustificare l’ist<strong>in</strong>tosessuale che <strong>in</strong> qualche mododeve essere sfogato (che tristezzaperò considerare <strong>in</strong> questo modo ilrapporto tra marito e moglie). I più“illum<strong>in</strong>ati” arrivano a dire “se anchei preti avessero una donna forse…”.Più <strong>in</strong> generale però la conclusioneche molti pensano è la giustificazionedi qualsiasi comportamento peccam<strong>in</strong>oso(“se la Chiesa fa così perchéio non dovrei fare lo stesso?”).Ma, soprattutto, un certo tipo di<strong>in</strong>formazione porta (anche se nondetto <strong>in</strong> modo esplicito) a identificareil fenomeno cristiano con quellodella pedofilia (“se questo è quelloche la Chiesa <strong>in</strong>segna è meglio starsenefuori!”).La prima reazione che mi viene fariferimento ad un articolo pubblicatoil 18 aprile 2010 sul giornaleAvvenire che riporta i dati del fenomenoe da cui emerge che la realtà deifatti è molto meno imponente diquanto possa sembrare dalla ferocecampagna operata dai media. In questoarticolo si riportano i risultatidella ricerca commissionata dallaConferenza episcopale americana al“John Jay College of Crim<strong>in</strong>al Justicedella City University of New York” (lapiù autorevole istituzione accademicadegli Stati Uniti <strong>in</strong> materia di crim<strong>in</strong>ologia)secondo cui 4392 sacerdotiamericani (su oltre 109.000)sono stati accusati di relazioni sessualicon m<strong>in</strong>orenni (dati relativi alperiodo 1950-2002); di questi pocopiù di un cent<strong>in</strong>aio sono stati condannatidai tribunali civili (menodell1%).Ma la ferita resta. Ed è gravissima. Lostesso Gesù ha usato parole moltopesanti («Chi scandalizza anche unosolo di questi piccoli che credono <strong>in</strong>me, sarebbe meglio per lui che glifosse appesa al collo una mac<strong>in</strong>a efosse gettato negliabissi…»).Nella Chiesa c’èdunque sporcizia.C’è il peccato.A volte anchemolto grave. C’è ilmale e l’abisso didolore che il maleporta con sé. E c’èl’esigenza di faretutto il possibile -pure con durezza -per arg<strong>in</strong>are quelmale e riparare aquel dolore. IlPapa lo sta giàfacendo, e la suaLettera (ai Cattolicid’Irlanda -NdR) lo ribadiscecon forza, quando42chiede ai colpevoli di risponderne“davanti a Dio onnipotente, comepure davanti a tribunali”.Mi chiedo da dove viene questo(giustificato) sgomento chetutti proviamo di fronte alla dolorosissimavicenda della pedofilia? Tuttiabbiamo (giustamente) gridato sp<strong>in</strong>tidall’esigenza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita di giustiziadel nostro cuore. Lo sa bene ancheBenedetto XVI quando afferma “Soche nulla può cancellare il male che avetesopportato. È stata tradita la vostra fiducia,e la vostra dignità è stata violata”.Nulla è sufficiente per risponderealle esigenze di giustizia per il danno


Cultura e notizie<strong>in</strong>ferto. Anche lo scontare le condanne,o il pentimento e la penitenzadegli autori degli abusi, non sarà maisufficiente a riparare il danno arrecatoalle vittime.Nella sua lettera, il Papa lo sa bene efa ben altro: sposta il problema e sichiede se c’è qualcosa che può spaccarela misura <strong>in</strong>esorabile del nostromale? Qualcosa che “ha il potere di perdonarepers<strong>in</strong>o il più grave dei peccati e ditrarre il bene anche dal più terribile deimali”. Ricordo a tal proposito unafrase di don Giussani “L’esigenza digiustizia è una domanda che si identificacon l’uomo, con la persona. Senza la prospettivadi un oltre, di una risposta che staal di là delle modalità esistenziali sperimentabili,la giustizia è impossibile… Sevenisse elim<strong>in</strong>ata l’ipotesi di un “oltre”,quella esigenza sarebbe <strong>in</strong>naturalmentesoffocata”. Il Papa salva la nostra esigenzadi <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito proprio appellandosiall’unico che può salvarla.Qualcuno che rende presente l’aldilànell’aldiqua: Cristo, il Mistero fattocarne.Il fare appello a Cristo non è cercareun sotterfugio per scappare davantiall’esigenza della giustizia, ma è l’unicomodo di realizzarla.Ma l’ultimo passo che il Papa ci<strong>in</strong>vita a compiere (ed anchequesto è disarmante) lo ritrovo quandoafferma “è nella comunione dellaChiesa che <strong>in</strong>contriamo la persona di GesùCristo”. E per questo, consapevoledella difficoltà di vittime e colpevolia “perdonare o essere riconciliati con laChiesa”, osa pregare perché, avvic<strong>in</strong>andosia Cristo e partecipando allavita della Chiesa, possano “arrivare ariscoprire l’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito amore di Cristo perciascuno di voi”, l’unico <strong>in</strong> grado disanare le loro ferite e ricostruire laloro vita.Il problema della Chiesa oggi, comeda 2000 anni a questa parte restasempre lo stesso: può un essere peccatoreportare un messaggio piùgrande? Accanto a tutti i limiti e dentrol’umanità ferita della Chiesa c’è ono qualcosa di più grande del peccato?Di radicalmente più grande delpeccato? C’è qualcosa che può spaccarela misura <strong>in</strong>esorabile del nostromale? Qualcosa che, come scrive ilPontefice, «ha il potere di perdonare pers<strong>in</strong>oil più grave dei peccati e di trarre ilbene anche dal più terribile dei mali»?Io penso proprio di sì. Ben lo sapevaCristo che ha scommesso tutto suquei 12 pescatori. Gente del popolo,peccatori come altri (e forse peggio).Gente che nonostante sia stata conlui tre anni lo ha tradito. Lo sentivanoparlare, lo vedevano fare i miracoli,lo riconoscevano come eccezionalema non erano capaci di essergli fedeli.Il limite e la bellezza della Chiesa èproprio il riconoscimento che“Cristo si è commosso per il nostro niente,si è commosso per il nostro tradimento, perla nostra povertà rozza, dimentica e traditrice,per la nostra mesch<strong>in</strong>ità. È una compassione,una pietà, una passione. Haavuto pietà per me” (don Giussani).43È questo che porta la Chiesa nelmondo, e non certo per merito, bravurao tantomeno coerenza dei suoi:la commozione di Dio per la nostramesch<strong>in</strong>ità. Qualcosa di più grandedei nostri limiti. L’unica cosa <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itamentepiù grande dei nostri limiti.articolo firmatoPer testimoniare a Benedetto XVIl’affetto del popolo cristiano laConsulta nazionale delle aggregazionilaicali, organismo che radunasessantasette associazioni e movimentiecclesiali italiani, <strong>in</strong>vitaquanti appartengono e si riconoscononel mondo dell’associazionismocattolico a partecipare aRoma alla recita del Reg<strong>in</strong>a Coeli,domenica 16 maggio 2010, <strong>in</strong>Piazza San Pietro.NdR: La solidarietà al santo Padreper la campagna di stampa montata<strong>in</strong> un’America, dove l’anticattolicesimodi stampo protestante emassone è di casa, e non solo <strong>in</strong>America, si coniuga con la solidarietàalle vittime degli abusi, dachiunque commessi: non vadimenticato che i casi riconducibilia sacerdoti o religiosi sono una piccolaparte rispetto alla mole diabusi compiuti <strong>in</strong> altri ambienti,compreso quello familiare (il cheprova che il celibato dei preti nonc’entra nulla), e da altre persone;va pure detto che se l’orrore pertali abusi è <strong>in</strong>esprimibile sempre,esso risulta ancor più <strong>in</strong>accettabilequando chi li compie è segnatodalla grazia della consacrazioneed è <strong>in</strong>signito della responsabilitàeducativa di essere segno diCristo, Maestro e Pastore buono.


Cultura e notizieProèrbe e poesie cüntade só nel nost dialet.Stórie e tradisiù dela nostra prov<strong>in</strong>cia.Stórie curiùse e curiositàIndov<strong>in</strong>elli:. Brüsat, str<strong>in</strong>at, pestat. Te tegne dessedat (il caffè). Quand ghè sò i mè àrda gnànc. Stó via ‘n m<strong>in</strong>üt I ciàma elcuràt (l’aria)Modi di dire:. Sgorlére e sgorlànda.(le sgorlére sono le smagliature tipiche delle calze femm<strong>in</strong>ili.La sgorlànda è <strong>in</strong>vece una sorta di vagabondare senzameta, atteggiamento attribuito agli sfaccendati con iltipico nodo di dire dialettale: el va en sgorlànda!. L’è prope isse! Àrdel bé àrdel töt, l’om sènza palànche cómel’è bröt.(E’ proprio così : guardalo bene, guardalo tutto, l’uomosenza soldi come è brutto)StorieUn’apparizione sui RonchiBrescia —"Era arrivata la primavera del 1940 e alcunironcari stavano lavorando il terreno a terrazze di mio zioArturo Guardalben." Inizia così il racconto della scultriceAnna Cantarelli. “Lui allora abitava <strong>in</strong> questa casa". L'artistabresciana allude a una villa alle pendici del Ronco raggiungibile<strong>in</strong>erpicandosi per via Boccabella, viottolo che si stacca davia San Rocch<strong>in</strong>o. "Mentre i roncari stavano facendo unapiccola sosta - prosegue donna Anna - una contad<strong>in</strong>a notòche nella nicchia di un muraglione di pietra, costruito persostenere il terreno, si era materializzata una figuramuliebre”. “L'è la Madóna..." bisbigliò la contad<strong>in</strong>a<strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiandosi. La guardarono tutti stupiti, qualcunofece anche dell'ironia. Un terzo borbottò: "Tè sét zò de có?"Da quel momento la donna non volle più dir nulla. Bussòalla porta del signor Arturo e chiese il permesso di metterenella nicchia una statua della Verg<strong>in</strong>e. L’avrebbe procuratalei.Sempre <strong>in</strong> via Boccabella, nel terreno dell’apprezzatascultrice Anna Cantarelli, si trova ancora oggi un muraglione<strong>in</strong>terrotto da una nicchia nella quale potrebbe stare unadulto. All'<strong>in</strong>terno è murata una mensola di pietra. Suquesta pietra f<strong>in</strong>o al 1945 era appoggiata la statua di unaMadonna. Aveva chiesto di metterla la moglie di un roncaroa ricordo di un’apparizione avuta nel 1940 mentre lavoravail terreno. La gentile richiesta venne accolta dai proprietarie nei giorni successivi la contad<strong>in</strong>a portò da casa unamodesta statuetta. Davanti ci mise un vaso che per c<strong>in</strong>queanni ebbe cura di ornare con fiori di campo. Poi, un giorno,la piccola statua venne portata via. Impossibile dire dachi e <strong>in</strong> quali circostanze.Perché non rimetterne una, magari ideata e creata dallascultrice madame Cantarelli?1) Il “ Roncaro”, secondo lo scrittore. è un contad<strong>in</strong>o dei ronchi diBrescia)Ben TarPoesieÒm e ca del poeta bresciano Livio ValseriatiDu ca, quànd che i se vèd, i se salüda:fa gnènt se giü l'è négher, l'alter biànc,se chèsto l'è 'n pastùre chèl l'è 'n barbunsì.I se ciama, i se òsma, i fa le fèstemenando èl sò cui.Anche noàlter òmg'arèssem 'st'alegrèssase gh'èssem de troàsso 'n'àltra stèla, en ciél,e fòssem tòcc contèncc diga 'ncontràt,en mès e zènt balurda,argü che me capésses, f<strong>in</strong>almènt.(Due cani quando si vedono si salutano:/ Non fa niente seuno e nero e l’altro bianco, se questo è un pastore e quello èun barbonc<strong>in</strong>o. / Si chiamano, si annusano, si fanno le feste,menando la loro coda./ Anche noi uom<strong>in</strong>i avremmo questaallegria se dovessimo trovarci sopra un’altra stella <strong>in</strong> cielo efossimo tutti contenti di aver <strong>in</strong>contrato <strong>in</strong> mezzo a gentebalorda qualcuno che f<strong>in</strong>almente ci capisse.)44


Cultura e notizieProèrbeMàgio spolverènt póca pàia e tànt formènt.Maggio polveroso poca paglia e tanto frumento.Màgio piöùs, an èrbus.Maggio piovoso, anno erboso.El sul el tramónta e i agn i spónta.Il sole tramonta e gli anni crescono.Quand la fómna la ména ‘l cùl e la màrca el pas la völ l’òm perdàga ‘l bràs.Quando la donna muove il fondoschiena e marca ilpasso, vuole un uomo per darle braccio..Chi ‘l manté mìa i ca ‘l manté i làder.Chi non mantiene i cani mantiene i ladri.La manéra piö giösta de fa cambiamènt l’è de dà na ma a fal.Il miglior modo per fare un cambiamento è quellodi dare una mano a compierlo.Per vangà e sapà bisogna mia desünà.Per vangare e zappare non bisogna digiunare.Quànd vé la söta prìma de san Gioàn se ‘n risènt töt l’an.Quando viene la siccità prima di san Giovanni (24giugno) se ne risente per tutto l’anno..Ciel fat a pà biscòt sel piöv mia del dé e piöv la not.Cielo fatto a pan biscotto, se non piove di giorno piovedi notte.I vilànc i è töcc compàgn, sul bósie e tanc engàgn.I villani sono tutti eguali solo bugie e tanti <strong>in</strong>ganni.I dulùr jè còme i sólc, chi ghe jà i sè jà tè.i dolori sono come i soldi, chi li ha se li tiene.Ben Tar.Vivicoccaglioimmag<strong>in</strong>i di angoli caratteristicio curiosi del nostro paesesul numero precedente:trifora della torretta di un’abitazione privata<strong>in</strong> p.za Marenzio45


Cultura, sport, notizieL’Associazione “Arte e Danza”CHI SIAMOL'Associazione A.S.D. Arte e Danza <strong>Coccaglio</strong> nasce neldicembre 1994 da un gruppo di genitori di allieve che ladenom<strong>in</strong>a “Associazione Culturale per la diffusione delladanza”.L'Associazione negli anni cont<strong>in</strong>ua ad <strong>in</strong>crementare il numerodi allievi iscritti f<strong>in</strong>o a raggiungere gli attuali 128.Arte e Danza, nell'aprile 2007 cambia nome e diventa“Associazione Sportiva Dilettantistica Arte e Danza<strong>Coccaglio</strong>”.Lo scopo dell'Associazione è sostenere la formazione di giovaniaccomunati dalla passione allo studio della danza nellesue varie forme, <strong>in</strong>centivando <strong>in</strong> loro lo spirito di socializzazionee collaborazione creativa e solidale.Il programma formativo dello studio della danza classicasegue il metodo R.A.D. (Royal Academy of Dance) di Londrache è tra le più grandi ed importanti organizzazioni mondial<strong>in</strong>el campo della danza.Il percorso didattico <strong>in</strong>izia con il corso propedeutico per i piùpiccoli <strong>in</strong> cui, a partire dai 4 anni d'età, viene <strong>in</strong>segnato ilcoord<strong>in</strong>amento dei movimenti corporei <strong>in</strong> modo naturale edequilibrato, l'educazione al ritmo e all'<strong>ascolto</strong> musicale,l'uso dello spazio, il mimo; si prosegue poi con lo studio deigradi il cui programma, sviluppato nei vari livelli nel corsodegli anni, consente un graduale apprendimento della tecnicaclassica, della danza di carattere (folkloristiche russe,ungheresi e polacche)e del free movement.Le/i ragazze/i che desiderano <strong>in</strong>traprendere la carriera professionalecome baller<strong>in</strong>e/i o come <strong>in</strong>segnanti possono <strong>in</strong>oltreaccedere ai livelli professionali.Ogni anno l'<strong>in</strong>segnante diplomata e regolarmente registrataalla Royal Academy, può presentare agli esami i propri allievi,suddivisi per età e preparazione tecnica.Dal 2009 gli esami possono essere sostenuti direttamente<strong>in</strong> sede.Gli esami si svolgono alla sola presenza dell'esam<strong>in</strong>atricedesignata dalla Royal Academy e di un pianista. Il programmadi ogni grado è fissato dall'Accademia ed è lo stesso <strong>in</strong>tutto il mondo.L'Accademia rilascia un diploma per ogni esame sostenuto.Nell'ambito della nostra Associazione è stato promossoanche un corso di danza classica amatoriale rivolto achi, ad ogni età, vuole avvic<strong>in</strong>arsi a questa discipl<strong>in</strong>a, anchecome base per lo studio dello stile modern-jazz.L'Associazione offre <strong>in</strong>oltre corsi di danza modern-jazz e hiphop suddivisi per età e livello: <strong>in</strong> queste lezioni, energiche,d<strong>in</strong>amiche e divertenti, dopo un accurato riscaldamentoviene seguito l'aspetto tecnico dello stile, si cura la preparazionefisica degli allievi con lo stretch<strong>in</strong>g ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e ci si focalizzasulla coreografia.Per gli adulti c'è la possibilità di frequentare corsi mattut<strong>in</strong>idi g<strong>in</strong>nastica dolce, corsi serali di lat<strong>in</strong>o americano,salsa e bachata, e corsi di hip hop.L'iscrizione all'Associazione avviene previo certificato medicodichiarante idoneità all'attività sportiva non agonistica.Le nostre ultime <strong>in</strong>iziative alle quali abbiamo partecipato:STAGE di MODERN-JAZZ e HIP HOPcon il maestro IVAN SPINELLA!!Concorso “Un palcoscenico per tutti” a SETTALA (Mi)ci siamo aggiudicati il Premio speciale: MIGLIOR TECNI-CA HIP HOPIl Presidente Monica Novelli, il direttivo ed i nostri <strong>in</strong>segnanti,<strong>in</strong>vitano tutti la sera diSABATO 5 GIUGNO presso il Palazzetto dello Sport per iltradizionale SAGGIO DI FINE ANNOSe vuoi contattarci:Sede: via Campo Sportivo, 4 25030 <strong>Coccaglio</strong> BRESCIATelefono: 339 7349539email: arteedanzacoccaglio@gmail.comPag<strong>in</strong>a Web: www.wix.com/arteedanza/AREGruppo facebook: arte e danza coccaglio46


Cultura e notizierisposta all’augurio partito da <strong>Coccaglio</strong> <strong>in</strong> occasione del 5° anniversario di Pontificato47


Cultura, sport, notizieInfortuni sul lavoroAccanto ai dati riportati alle pagg. 3.5, non va dimenticato il problemadegli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro. In occasione della “Giornata perla salute e la sicurezza sul lavoro” celebrata il 28 aprile, sempre“Avvenire” del 29 aprile, a pag. 6 rendeva noti i seguenti dati:- Ogni giorno i morti sono 6.300 e 358mila ogni anno per uncosto economico pari al 4% del Pil del pianeta. In Europa, il 20%degli <strong>in</strong>cidenti si verifica durante <strong>in</strong>terventi di manutenzione.Sotto accusa nanotecnologie e contratti a term<strong>in</strong>e.- Infortuni sul lavoro Tra Nord e Sud l’ennesimo divario. Lostress provoca vittime nei Paesi ricchi. Attività malsane e malpagateuccidono i poveri.- America Lat<strong>in</strong>a: oltre la metà dei lavoratori è <strong>in</strong> nero Un milionedi bamb<strong>in</strong>i va <strong>in</strong> m<strong>in</strong>iera.- Asia: più di 200mila morti <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a e India. È rosso sangue la crescitadei colossi.- IL RAPPORTO: IN ITALIA, I COSTI SOCIALI SUPERANO I40 MILIARDI. Gli <strong>in</strong>cidenti e gli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro causatidalla mancata prevenzione costano ogni anno allo Stato circa 42miliardi di euro. E <strong>in</strong> Italia si fa sempre meno per far rispettare lenorme sulla sicurezza. Manca <strong>in</strong>fatti oltre il 50% degli operatoridelle Asl deputati alle attività di prevenzione e controllo. A rilevarloè la Consulta <strong>in</strong>terassociativa italiana per la prevenzione(Ciip), che riunisce 14 associazioni, <strong>in</strong> occasione della Giornatamondiale per la sicurezza e il lavoro. Ma non è questa l’unicamanchevolezza che la Ciip rileva sul fronte della prevenzione.Dal rapporto presentato emerge, <strong>in</strong>fatti, che non vengono assegnatealle attività di prevenzione delle Asl le risorse derivantidalle sanzioni <strong>in</strong>cassate per le violazioni riscontrate, come sarebbeobbligatorio per legge. Le regioni più negligenti sonoCalabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, le prov<strong>in</strong>ce di Trento eBolzano, Sardegna e Val d’Aosta. Le più virtuose <strong>in</strong>vece sonoAbruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia,Sicilia,Toscana, Umbria e Veneto. Quelle parzialmente virtuosesono Emilia Romagna e Lombardia.48


Cultura, sport, notizieIl conto economico 2009 della Parrocchiadi don GiovanniPresentiamo una s<strong>in</strong>tesi del bilancio economicodella nostra Parrocchia per lo scorso anno, approvatodal Consiglio Parrocchiale per gli AffariEconomici. Il raffronto con le annate precedenti (unanno e due anni fa) è <strong>in</strong> alcuni punti difficoltoso, perchéil nuovo modulo predisposto dalla Curia, dalla cui compilazionevengono ricavati questi dati, è differente rispettoa prima: viene riportato ove possibile.Le entrate totalizzano € 315.665; di queste, € 131.786(135.448 -159.975) costituiscono le entrate ord<strong>in</strong>arie,mentre il resto è costituito da entrate specifiche e dalleofferte per l’Oratorio (v. sotto); le uscite ammontano a €215.369 (282.646 - 538.765).Le pr<strong>in</strong>cipali voci di entrata sono date ancora dallecollette domenicali e feriali: € 56.693 (domenicali36.121 - 41.121; feriali 17.269 -16.839); le offerte <strong>in</strong>occasione di funerali e matrimoni ammontano a € 5.700(7.780 - 7.780; non figurano qui i battesimi, le offerte <strong>in</strong>occasione dei quali vengono conteggiate a favoredell’Oratorio); le offerte libere ammontano a € 29.330(22.090 - 13.663); le altre offerte libere sono f<strong>in</strong>alizzatealla ristrutturazione dell’Oratorio, per le quali rimandoal rendiconto che viene presentato alla f<strong>in</strong>e di ciasunnumero del bollett<strong>in</strong>o. Tra esse, il primo stralcio del contributodell’Amm<strong>in</strong>istrazione Comunale di € 80.000 perl’Oratorio.Le altre entrate sono dovute ai pochi residui canoni d’affitto,alle offerte per le cosiddette “partite di giro” (soldiche entrano per uscire subito, perché f<strong>in</strong>alizzati a particolarirealtà: Giornata Missionaria, quella per il Sem<strong>in</strong>ario,per i Luoghi santi, le collette quaresimali, le offerte per less. Messe e gli uffici, quanto va e viene per la stampa).Le uscite si distribuiscono <strong>in</strong> questo modo: le assicurazionici costano € 14. 538 (16.326 - 12.120), gas,acqua e luce, posta e telefoni ci costano € 32.784(compreso l’Oratorio).I vari contributi alle Missioni estere e ad enti benèfici, odirettamente consegnati ai nostri missionari, comprendendoanche le giornate per l’Università Cattolica, per laCarità del Papa, del Sem<strong>in</strong>ario, per i Luoghi santi, ecc.comportano l’esborso di € 14.431. Ci sono poi le spese disacrestia (ostie, v<strong>in</strong>o per s. Messa, ceri, ecc.), le remunerazionistabili o occasionali (19.838), l’acquisto di sussidi,ecc.Un r<strong>in</strong>graziamento a quanti hanno contribuito al bilanciocon la loro partecipazione e la loro offerta.In questo ambito va espresso un pensiero particolare atutti coloro che prestano servizio a titolo gratuito evolontario <strong>in</strong> Parrocchia e <strong>in</strong> Oratorio, così come alConsiglio per gli Affari Economici della ParrocchiaOfferte per le opere parrocchiali 14 marzo - 7 maggio 2010Per il bollett<strong>in</strong>o parrocchiale € 20,00In memoria dei cari Defunti € 100,00Per il bollett<strong>in</strong>o parrocchiale € 10,00Per il bollett<strong>in</strong>o parrocchiale € 10,00NN € 250,00per i fiori di Pasqua € 680,00In memoria della cara Mamma € 200,00In occasione del Matrimonio € 150,00Per il bollett<strong>in</strong>o parrocchiale € 10,00NN € 300,00Associazione Pensionati € 150,00Per il bollett<strong>in</strong>o parrocchiale € 10,00In memoria della cara Mamma € 150,00In memoria della cara Mamma € 100,00Dalla chiesetta di S. Rita € 50,00Per la sistemazione delle campane € 50,00Per la sistemazione delle campane € 50,00Per la sistemazione delle campane € 50,00Per la sistemazione delle campane € 50,00Per la sistemazione delle campane € 10,00In onore del SS. € 20,00In onore dei Santi e dei Morti € 20,00In memoria del caro Defunto € 100,00In occasione dell’anniversario di Matrimonio € 50,00In occasione del Matrimonio e del Battesimo € 100,00Classe 1940 <strong>in</strong> memoria della cara Coscritta € 50,00ACLI <strong>Coccaglio</strong> € 50,00In occasione del Matrimonio € 120,00In occasione della celebrazione per il XXV della ‘Azienda € 80,00In occasione del Matrimonio € 150,00per l’addobbo <strong>in</strong> occasione del Matrimonio e del Battesimo € 50,0049


Cultura, sport, notizieOfferte per la ristrutturazione dell’Oratorio 14 marzo - 7 maggio 2010Buste pro Oratorio Dom. 14 marzo € 1.785,00NN € 20,00NN € 800,00NN € 50,00NN € 50,00In memoria della cara Mamma € 200,00NN € 100,00NN € 25,00NN € 10,00In occasione della festa di compleanno € 20,00NN € 20,00NN € 50,00NN € 20,00NN € 15,00NN € 50,00NN € 10,00NN € 50,00NN € 15,00NN € 20,00NN € 20,00NN € 30,00NN € 50,00NN € 20,00In occasione della festa di compleanno € 40,00NN € 100,00NN € 10,00NN € 20,00Lascito da parte di una Parrocchiana Defunta € 10.000,00NN € 50,00NN € 20,00NN € 30,00In occasione della festa di compleanno € 30,00NN € 35,00NN € 20,00NN € 20,00NN € 50,00NN € 50,00NN € 50,00NN € 20,00In memoria del caro Defunto € 200,00In memoria dei cari Defunti € 300,00NN € 10,00NN € 50,00NN € 55,00NN € 20,00NN € 50,00NN € 50,00NN € 20,00NN € 200,00Buste pro Oratorio Pasqua (Dom. 4 aprile) € 2.840,00Colletta del giorno di Pasqua € 974,00In occasione della PAsquetta all’Oratorio femm<strong>in</strong>ile € 50,00NN € 50,00In occasione del s. Battesimo € 50,00NN € 5,00NN € 20,00NN € 20,00NN € 50,00NN € 30,00NN € 20,00In occasione della festa di compleanno € 50,00NN € 240,00NN € 100,00NN € 21,00I miei lavoretti, per l?oratorio € 100,00In occasione della festa di compleanno € 20,00NN € 20,00NN € 25,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 50,00Alcune famiglie <strong>in</strong> occasione della s. Cresima (3a media9 € 840,00In occasione della festa di compleanno € 20,00In occasione della festa di compleanno € 20,00NN € 10,00In mem. del caro defunto Giovanni € 50,00In mem. delle care zie Reg<strong>in</strong>a e Franca € 250,00Classe 1940 <strong>in</strong> memoria della cara Coscritta € 150,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 100,00In occasione del s. Battesimo € 120,00NN € 50,00NN € 20,00NN € 20,00NN € 10,00In memoria del caro sposo e papà Mario € 500,00Versamenti su “Il Focolare onlus”02-04-10 € 100,0007-04-10 € 150,0004-05-10 € 150,00sub-Totale 1 € 22.945,00Pranzi presso il Focolare (utile)Classe 1949 € 1.239,72In occasione della Prima Confessione € 1051,80Quattro famiglie <strong>in</strong> occasione della Cresima (3a media) € 1808,24Pranzo gruppo Nazareth € 384,17Totale € 27.928,93Debito precedente € 689.245,22Debito residuo € 661.316,29Quaresima di fraternità € 627,10Giornata per il Sem<strong>in</strong>ario € 826,30Giornata per i Luoghi Santi € 537,10NB: le offerte per le opere parrocchiali della prima Domenica di maggioverranno conteggiate nel prossimo bollett<strong>in</strong>oOfferte per le op. parr. (tavol<strong>in</strong>o) Dom. 11 aprile € 430,00Eccedenza sulla colletta di Domenica 11 aprile € 440,00NN € 20,00In occasione della festa di compleanno € 30,00


Cultura, sport, notiziePARROCCHIA “S. MARIA NASCENTE”<strong>Coccaglio</strong>Orario delle celebrazioniFESTIVOore 16.30 s. Messa (Casa Alb. - sabato *)ore 17.30 s. rosarioore 18.00 s. Messa festiva del sabato Rore 7.30 s. Messaore 8.15 c.a Lodiore 8.30 s. rosarioore 9.00 s. Messa Rore 10.00 s. Messa Rore 11.00 s. Messa Rore 15.00 preghiera pomeridianaore 17.30 s. rosarioore 18.00 s. Messa Rnelle solennitàore 15.00 sospesaore 17.00 s. rosarioore 17.30 Vespro solennee benedizione eucaristicaFERIALEore 7.15/20 s. rosario Rore 7.50 Lodi Rore 8.00 s. Messa Rore 8.30 s. rosario o altra devozione Rore 8.55 Ora di Terza, quando prevista Rore 9.00** s. Messa Rore 16.00 s. rosario o altra devozioneore 16.30*** s. Messa, con il VesproNB: Lodi, Ora media e Vespro sono <strong>in</strong> canto <strong>in</strong> caso di Ufficio funebreR = viene trasmesso/a via radioNumeri telefonici (premettere sempre 030)Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248Sacrestia - Ufficio parrocchiale # 7243028fax Parrocchia 7248203Segreteria Oratorio “Il Focolare” 723575Oratorio femm<strong>in</strong>ile 7721625Abitazione don Fabrizio 7721039Abitazione don Titta 7700340Abitazione don L<strong>in</strong>o 7243194Diacono Francesco 723392Del Barba Pier<strong>in</strong>o/Orat. femm. 7721102# durante gli orari di sacrestiaper altre <strong>in</strong>formazioni, v. il sito <strong>in</strong>ternetLegenda dei simboli:* salvo variazioni** posticipata ad altra ora <strong>in</strong> caso di funerale*** anticipata o posticipata ad altra ora<strong>in</strong> caso di funerale o dicelebrazione serale sostitutivaLa Parrocchia <strong>in</strong> rete:http://www.coccaglio.comParrocchia: orario delle celebrazioni, calendari,appuntamenti, ecc.:http://www.coccaglio.com/Parrocchia.aspservizio per il Battesimo, il Matrimonio e ilFuneralehttp://www.coccaglio.com/mbf.htmOratorio (<strong>in</strong> allestimento):http://www.coccaglio.com/oratorioCentro Zonale di Ascolto Famiglia:http://www.coccaglio.com/CAF.aspArchivio del Bollett<strong>in</strong>o parrocchialehttp://www.coccaglio.com/archiviobollett<strong>in</strong>o.aspGuida al sito <strong>in</strong>ternethttp://www.coccaglio.com/sito.aspRadio parrocchiale (ECZ-InBlu)http://www.coccaglio.com/radioparrocchiale.aspIndirizzi di posta elettronicaParrocchia: parrocchia@coccaglio.comOratorio: oratorio@coccaglio.comfoco@focolarecoccaglio.191.itredazione del bollett<strong>in</strong>o parrocchiale:pieve@coccaglio.comredazione del sito <strong>in</strong>ternet:sito@coccaglio.comCharitas parrocchiale:caritas.coccaglio@libero.itGruppo Missionario:missione@coccaglio.comScout: scoutmontorfano@libero.it91.85 MHZFASCE ORARIE PER LE TRASMISSIONI DALLA NOSTRA CHIESA:FERIALI: dalle 7.00 alle 7.30; dalle 8.00 alle 9.30;dalle 18.00 alle 19.30, dalle 20.00 alle 21.30FESTIVI: dalle 8.30 alle 12.00; dalle 18.00 alle 19.30Al di fuori di questi orari (per un totale di 5 ore giornaliere)non ci è possibile trasmettere le nostre celebrazioni51


Fuoco che divampa,div<strong>in</strong>a Fiammache fai ardere i nostricuori,Spirito della Pentecostevieni e,attraverso l’Eucaristia,attorno a quel solo Pane,fa’ di noi l’unico Corpodel Signore Gesùspazio per l’etichetta adesivaLo Spirito di Dio ci doni la grazia di gustare a fondoil dono dell’Eucaristia, nella quale Egli ci fa <strong>in</strong>contrareil Signore, risorto e asceso nella gloria,che ci <strong>in</strong>via nel mondo aff<strong>in</strong>ché siamo i suoi testimoni.In prossimità della Pentecoste, giunga questo augurioa tutti i lettori de “La vecchia Pieve”.

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