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Pochi ma buoni - Comites Ginevra - Comites Genève

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il giornale italianoanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 4a cura di Carmen PUGLISI-GNAZZORiflessioni sui tagli alla scuola edagli istituti di culturaOn Gianni Farinawww.giannifarina.euRo<strong>ma</strong>, 13.11.2008 - Nel lontano 1889, con lalegge Crispi, il governo del Re promuove ladiffusione della lingua nazionale mediantel’erogazione di sussidi agli istituti scolasticiivi esistenti e la costituzione di istituti scolasticistatali. Gli istituti statali hanno caratterelaico e si unifor<strong>ma</strong>no su quelli esistenti inpatria. È il significato più autentico di uninteresse dello Stato sin dagli albori della suacostituzione nazionale unitaria.Il proble<strong>ma</strong> che abbiamo di fronte, alla lucedei dram<strong>ma</strong>tici tagli ai finanziamenti deicorsi di lingua e cultura nel mondo, e lo diconei termini più semplici, è questo: cosa dobbiamodire a quel giovanetto che vive in unosperduto villaggio della Baviera o della Sassoniae che all’interno della famiglia si esprimee dialoga con il dialetto delle sue originio con lo stentato tedesco dei suoi padri.Ora io vorrei che questo ragazzo possa traqualche anno raccontare questa storia.A sei anni sono andato a scuola a Wolsburg eho imparato il tedesco, nella stessa scuola hoappreso l’italiano e ho contribuito ad insegnarloagli alunni tedeschi e adesso vorreiscoprire la Calabria, la terra dei miei padri echissà?, insegnare l’italiano e il tedesco inuna scuola di Cosenza. Non c’è dubbio che larealtà di oggi richieda ragazzi e uomini chesappiano più lingue, che conoscano piùculture. Per cui, anche se può apparire figliadi una certa utopia, l’espressione, possederevarie culture, varie lingue, essere passati attraversomolteplici esperienze sia pure trau<strong>ma</strong>tiche,può diventare un vantaggio per sé, eanche un elemento di progresso per tutta lacomunità in cui si vive. L’istruzione, che noigiustamente rivendichiamo come diritto chiedendoil compiuto ripristinodei finanziamenti dello Stato,diventa anche un contributoal progresso generaledelle società in cui viviamo,ad una comunicazione piùprofonda tra gli uomini, auna comprensione da cuinasce lo spirito solidale econvivente.C’è in quei tagli il sintomodella trascuratezza, la noncuranzae l’oblio frutto diuna abissale ignoranza dellastoria e della ricchezza dell-’emigrazione e delle comunitàitaliane nel mondo.I rischi ci sono. La lottadiventa più aspra in Italia edanche per noi in Europa,perché le difficoltà sonoreali, finanza pri<strong>ma</strong>, economiapoi, attraversano una fase persino dram<strong>ma</strong>tica,i bilanci sono dissestati e si cercherà di scaricareancora i costi sulla pelle dei più deboli. Uninsigne studioso di italiano a Zurigo ricordavatempo fa che all’inizio del secolo ventesimo fuintrodotta la politica della lesina (oggi si direbbedella scure) con un decreto governativo chechiuse 50 delle novantanove scuole italiane all-’estero.Temo che ci avviamo verso una situazione similee in più campi.È la scuola in generale e non solo, che vieneminacciata, il diritto all’apprendimento, il sognodi una compiuta cittadinanza per cittadini ecittadine della nuova Europa e del mondo.On. Gianni Farina(intervento alla Camera dei Deputati)Quella scuola rotta e senzabenzina, da rotta<strong>ma</strong>redi Roberto CotroneoCerta politica non ha perso il vizio del traccheggio,delle parole a vanvera, della metafora stracotta.Il ministro dell’Istruzione Università eRicerca Maria Stella Gelmini oggi dovrà fare iconti con una <strong>ma</strong>nifestazione degli studenti universitarisui tagli alla scuola. Andrà tutto bene,come è sempre accaduto fino ad oggi. Ma il ministrointanto rilascia oggi un’intervista a LuigiContu e Mario Reggio di “Repubblica” dovedice: «a questi ragazzi dico che capisco il lorodisagio e che la loro preoccupazione è anche lamia. Io sto dalla loro parte anch'io sono statastudente e ho avuto preoccupazione per il futuro».Io sto dalla loro parte? Io li capisco? Ecome fa a stare dalla loro parte? In che modo?Lei ha avuto preoccupazioni per il futuro?La sostanza è semplice. Un governo di centrodestra, fondato sul pensiero di Giulio Tremontidecide per tagli alla scuola: pesanti.(segue a pagina 8)Patronato ITAL-UILRue J.- Necker 15 / Case postale 19411201 GINEVRATel. 022 738 69 44 – Fax 022 738 69 52e-<strong>ma</strong>il: italuilge@bluewin.chAperto dal lunedi al venerdì:08.00 – 12.00 e 15.30 – 17.30Patronato INCA-CGIL5, ch. Surinam / Case postale 3461211 GINEVRA 13Tel. 022 344 71 72 - Fax 022 340 05 10e-<strong>ma</strong>il: ginevra.svizzera@inca.itAperto dal lunedì al venerdì:09.00 - 12.00 e 14.30 - 17.30Il lunedì <strong>ma</strong>ttino: solamente su appuntamento


il giornale italianoaanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 5L’arte della bugiaPaolo SoldiniDa bambini ci insegnarono che esistono tre tipidi bugie. Le bugie giocose son quelle che si dicono«per ischerzo e senza pregiudizio per alcuno»;le bugie officiose sono «l'asserzione delfalso per la propria o l'altrui utilità, senza pregiudiziodi alcuno»; le bugie dannose sono«l'asserzione del falso con pregiudizio del prossimo».Le prime due specie, dice il catechismo,sono peccato veniale, la terza, è peccato mortale:se non ci si confessa si va all'inferno. Il codice dicondotta dei cristiani non contempla la fattispecie,aggravante, della bugia detta in pubblico eapprofittando della propria capacità di farsi ascoltare,per esempio sui giornali, alla radio, in tvo davanti al Parlamento.Esiste poi (<strong>ma</strong> esiste?) il tribunale dell’opinionepubblica. Nei paesi civili, quando giudica ilcomportamento dei potenti, governanti, politici,funzionari pubblici, <strong>ma</strong>nager, grandi industriali,questo tribunale è severo con i bugiardi"giocosi", condanna i bugiardi "officiosi" e <strong>ma</strong>ndaa casa (al minimo) i bugiardi "dannosi". Mentirein un contesto pubblico è considerata unacolpa gravissi<strong>ma</strong>. Richard Nixon fu costretto alledimissioni non perché aveva autorizzato lo spionaggioal Watergate, <strong>ma</strong> perché sostenne di nonaverne saputo alcunché. Bill Clinton rischiòl’impeachment non per i suoi traffici con MonicaLewinski, <strong>ma</strong> per averli negati. Jacques Chiracnon sarebbe finito sotto accusa se non avessementito per proteggere sé e i suoi. A HelmutKohl sarebbero stati perdonati i finanziamentiilleciti se non avesse traccheggiato per coprirechi li versava alla Cdu … Il peggio che possaaccadere a un politico negli Usa, in Francia, inGer<strong>ma</strong>nia, a Bruxelles, all’Aja, a Madrid è diessere pizzicato con il sorcio in bocca.In Italia no. In Italia il sorcio nessuno lo cerca,neppure se si affaccia dalla chiostra dei denti e faciao ciao con la zampina. E che sorcione avevanoin bocca, l’altro giorno, Berlusconi e Frattiniquando hanno spensieratamente raccontato che ilConsiglio europeo, sulla delicatissi<strong>ma</strong> questionedei gas serra, "ha esaudito in pieno le nostre richieste"e ha trovato "una soluzione che rispettale nostre preoccupazioni". Qualcuno - anchequesto giornale - aveva intuito che c’era qualcosache non quadrava, visto che il presidente diturno Sarkozy e la Commissione Ue sottolineavanoil fatto che obiettivi e metodi dello"scalaggio" delle emissioni erano ri<strong>ma</strong>sti invariati,<strong>ma</strong> vàllo a spiegare alla gente cui la bugiaera stata propinata. Perché si ristabilisse la veritàdei fatti, laddove l’infor<strong>ma</strong>zione italiana se labeveva senza colpo ferire, è dovuto intervenire ilcommissario all’Ambiente Stavros Di<strong>ma</strong>s,"allibito" (parole sue) dalla insostenibile leggerezzacon cui il capo del governo italiano e il suoministro degli Esteri avevano sciorinato sicurezzeimmotivate e dati falsi.E fosse la pri<strong>ma</strong> volta…Abbiamo un ministro dell-’Interno che mente ognivolta che c’è da far credereche i provvedimenti sugliimmigrati stranieri passanocon il 110 e lode l’esamedegli organismi internazionali.Giorni fa, alla Cameradei deputati, ha raccontatoche António Guterres, AltoCommissario dell’Onu per irifugiati politici il 6 ottobrescorso a <strong>Ginevra</strong> avrebbe"elogiato" l’Italia per la suapolitica in fatto di asilo.Falso, <strong>ma</strong>, a parte i lettori diquesto giornale, quanti credeteche se ne siano accorti?Alla rappresentanza dell-’Unhcr in Italia sono cadutidalle sedie, <strong>ma</strong> quanti, tra ideputati e nei giornali, hannofatto la cosa più semplicedel mondo: prendere la relazionedi Guterres e leggersela?È così che l’opinionepubblica italiana e il mondodei media, a parte i solitirompiballe che consultano itesti e telefonano agli uffici(cioè: fanno il mestiere digiornalisti), sono convintiche le pericoloseinsensatezze dell’ordinanzasugli stranieri del <strong>ma</strong>ggioscorso - impronte dei bimbirom comprese - abbianoricevuto l’impri<strong>ma</strong>tur diBruxelles. È una bugiadannosa, per i rom in Italiadannosissi<strong>ma</strong>, <strong>ma</strong> il ministroMaroni non ha pauradell’inferno. Come la<strong>ma</strong>ggioranza dei suoicolleghi, alcuni dei qualiperaltro confer<strong>ma</strong>noicasticamente il vecchiodetto secondo il quale lebugie hanno le gambe corte.A cominciare dal loro Capo frescodell’ennesi<strong>ma</strong> perfor<strong>ma</strong>nce mentitoria aBruxelles. L’intensa frequentazione delGrande Venditore di Balle con tutti e tre i tipidi bugie è proverbiale. Ma ciò che stupisce,quel che rende l’opinione italiana diversa daquella degli altri paesi civilizzati, è l’assenzadi indignazione, l’indifferenza con cui qui danoi establishment, media, apparati politici(spesso anche dell’opposizione) si bevonoogni cosa senza neppure più protestare. Nonè (non è solo) un proble<strong>ma</strong> morale, né unaquestione psicologica. E a voler spiegarequesta incredibile indulgenza con presunte"propensioni naturali" degli italiani allaleggerezza di giudizio verso i peccati deipotenti si afferrerebbero, forse, pezzi distoria e di cultura del nostro paese, <strong>ma</strong> non sidarebbe una spiegazione. Una parteconsistente di questa spiegazione, invece, èsquisitamente politica. In tutti i regimifondati sulla de<strong>ma</strong>gogia, sotto qualsiasilatitudine, i governanti tendonoall’utilizzazione propagandistica dellamenzogna. Il controllo dei media e la pocaconsiderazione per le prerogative delparlamento determinano tra il Potere el’Opinione un corto circuito in cui si può farpassare ogni cosa. Milioni di europei civili eacculturati hanno creduto a una follia comela congiura ebraica dei Protocolli dei Savi diSion perché all’inizio, nella Russia zarista,nessun giornale ebbe la forza di s<strong>ma</strong>scherarel’imbroglio e poi fu troppo tardi. Milioni diamericani si sono bevuti la versione ufficiale(patentemente falsa) dell’incidente nel Golfodel Tonchino che dette inizio alla guerra delVietnam perché la grande stampa, per doverdi patria, la sosteneva. Milioni di russi hannocreduto che i kulaki fossero un pericolo dicontrorivoluzione imminente. Milioni dicinesi hanno creduto sul serio che larivoluzione culturale portasse una ventata digiustizia. Si potrebbe, ovviamente,continuare per ore.Non siamo a quel punto. Certo che no. Però imeccanismi che si sono messi in moto nonsono, poi, tanto dissimili. Se il senso comunedel Paese, il siste<strong>ma</strong> dell’infor<strong>ma</strong>zione el’opposizione perdono la capacità diaccertare la verità, di vagliare i fattiricorrendo alle fonti, se continuano aminimizzare, le conseguenze diventanorapidamente incontrollabili. Un rischioenorme, specie in un momento in cui lanuova Grande Crisi recla<strong>ma</strong> il <strong>ma</strong>ssimo dellacredibilità di chi ha la responsabilità delgoverno. E il siste<strong>ma</strong>, un colpo dopo l’altro,la sua credibilità la sta già perdendo. Fuoridai nostri confini l’ha già persa: "Ah,l’Italie…"(l’Unità, 18 ottobre 2008)http://www.unita.it/


il giornale italianoI misteri della politica italianaL'Ulivo è rifiorito in Abruzzodi Marco Damilano (l’Espresso, 10 nov.2008)Ha imposto il suo candidato al Pd. Ha escluso i politiciinquisiti. Ma ha ricompattato tutta la sinistra. Così la sfidadi Di Pietro diventa un test nazionaleIlcane mordicchia una bistecca in piazza Duomo, nondegna di uno sguardo il piccolo corteo di signorefestanti, un disabile in carrozzina, volontari con il banchettoper la raccolta delle firme per il referendum sul lodo Alfano einfine lui, trench bianco, cravatta con i gabbiani dell'Italia deiValori, l'ex pm di Mani pulite, pronto a giocarsi qui una sfidache vale la conquista dell'egemonia dell'intero centrosinistra:"Oggi un Abruzzo nuovo, do<strong>ma</strong>ni un'Italia nuova". L'Aquila,primo novembre festa di Ognissanti, Antonio Di Pietrocomincia ufficialmente la campagna elettorale in Abruzzo dipri<strong>ma</strong> <strong>ma</strong>ttina addentando un torroncino nella centralissi<strong>ma</strong>pasticceria Nurzia, circondato da un gruppo di candidate, tuttedonne: "Uè, <strong>ma</strong> non abbiamo messo in lista qualche<strong>ma</strong>schio?", gigioneggia. Il candidato alla presidenza CarloCostantini, un avvocato pescarese di 46 anni, si fa vederepoco dopo. "Hai i capelli di chi non ha dormito la notte, c'èqualche proble<strong>ma</strong>?", si infor<strong>ma</strong> premuroso Tonino. E poi loprende sottobraccio e gli dà le ultime istruzioni: "Deviinsistere sul fatto che senza di noi questo era un gioco aperdere. Ora invece ce la possiamo fare". Il corteo si muoveverso il cine<strong>ma</strong> Massimo dove si farà il primo comizio. Ilcane lo precede, pigramente.Di Pietro si muove a suo agio nella partita delle elezioniregionali abruzzesi, si vota il 30 novembre, in un terremotopolitico che ricorda molto da vicino il periodo diTangentopoli: pri<strong>ma</strong> l'inchiesta della Procura di Pescara sullasanità privata che in estate porta all'arresto del presidentedella Regione Ottaviano Del Turco e degli uomini chiavedella giunta di centrosinistra, poi le indagini che si allarganofino a coinvolgere un bel pezzo del centrodestra che avevaprecedentemente governato in regione, le elezioni anticipate ela classe dirigente del Pd allo sbando, dilaniata tra gli scandalie la concorrrenza di Di Pietro che si piazza nella regione dallafine di agosto e comincia in largo anticipo la campagnaelettorale. Fino alla clamorosa svolta, una setti<strong>ma</strong>na fa, allavigilia della chiusura delle liste: il Pd fa <strong>ma</strong>rcia indietro eaccetta di sostenere per la presidenza il candidato di Idv, uncambio di rotta che ricompone tutte le divisioni a sinistra epermette un clamoroso ritorno. L'Unione che sosteneva ilgoverno Prodi, cancellata in Italia, risorge in Abruzzo: daRifondazione ai verdi, dai comunisti italiani allo Sdi, sonotutti nella coalizione guidata dal dipietrista Costantini. Unoche non a caso di sé dice: "Quando ho cominciato a farepolitica negli anni Novanta ero un popolare prodiano. Oggi midefinisco un moderato incazzato".Un passaggio dettato dalla disperazione (una disfatta del Pd inAbruzzo avrebbe avuto conseguenze dram<strong>ma</strong>tiche sullaleadership di Walter Veltroni a Ro<strong>ma</strong>), <strong>ma</strong> non indolore. Permolti notabili passare da Del Turco a Di Pietro è un bocconeindigeribile. Anche perché l'ex pm ha chiesto che non cifosse nessun inquisito nelle liste del Pd, "altrimenti vado dasolo". Non facile accontentarlo, dato che il primo a esseresotto inchiesta è il segretario regionale del Pd LucianoD'Alfonso, sindaco di Pescara. A rimetterci il posto in lista èanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 6stato l'assessoreil monte Sirenteregionale aiTrasporti DonatoDi Matteo, exsindaco diRoccamorice,uomo chiave delPci e dei Ds inregione, coinvoltonell'inchiesta perl'inquinamentodell'acqua deipozzi di Bussi. Unsignore delle tessere, un mister 13 mila preferenze in grado dideterminare la fortuna elettorale del Pd. Per convincerlo a fare ilpasso indietro si è mosso Veltroni in persona, con un verticero<strong>ma</strong>no. Trattativa difficile, la proposta di una candidatura conuna lettera di dimissioni in bianco in caso di rinvio a giudizio èstata considerata una provocazione da Di Pietro. Alla fine, anchein questo caso, l'ha avuta vinta Italia dei Valori. Scatenando il<strong>ma</strong>lumore nel Pd, in Abruzzo e a Ro<strong>ma</strong>. "È stata una resaincondizionata a un diktat sulle nostre liste", si infuria il senatoreNicola Latorre, plenipotenziario della corrente dalemiana, la piùostile al patto con Di Pietro. "Come se noi non fossimoabbastanza responsabili nello scegliere persone di assolutamoralità come l'assessore Di Matteo. Noi lezioni di moralità nonne accettiamo da nessuno, meno che <strong>ma</strong>i da Di Pietro"."Il metodo con cui Di Pietro ha imposto Costantini è stato brusco,<strong>ma</strong> non potevamo fare altro", sospira il big della politicaabruzzese arrivato al vertice delle istituzioni, l'ex presidente delSenato Franco Marini: "Avevo molte perplessità, mi sonoconvinto perché andare separati per il Pd sarebbe stato undisastro. I nostri elettori sarebbero ri<strong>ma</strong>sti a casa". Una voltapresa la decisione, Marini è il primo a metterci la faccia persostenerla. Anche se l'apertura della campagna elettoraleall'Aquila per il vecchio Franco, difensore <strong>ma</strong>i pentito della castadei politici, deve essere stata una sofferenza terribile. "Sevinciamo, il nostro primo atto sarà eliminare le pensioni per iconsiglieri regionali", attacca Costantini: "Ho offerto un posto inlista ai Meetup di Beppe Grillo, hanno detto di no, <strong>ma</strong> lavoreremoinsieme", annuncia. Marini resta impassibile. Ma quando tocca alui parlare, prende le distanze dall'anti-politica. E su Del Turco vacontrocorrente: "Sono garantista, la <strong>ma</strong>gistratura faccia il suolavoro, <strong>ma</strong> è solo un imputato, non un condannato".L'ex presidente, rifugiato con obbligo di dimora nella casaro<strong>ma</strong>na di via del Babuino, dopo aver sbandierato che per luidover risiedere nella villetta di Collelongo era la più bellacondanna che gli potesse capitare, è il fantas<strong>ma</strong> della campagnaelettorale. In buona compagnia, in verità: anche il candidato delcentrodestra Gianni Chiodi, ex sindaco di Teramo, è sottoinchiesta per la frana di una discarica, l'udienza preliminare èprevista per il 27 novembre, tre giorni pri<strong>ma</strong> del voto.La sanità e l'ambiente, il business degli ospedali pubblici (21,uno dei miracoli di San Remo Gaspari, l'eterno ministro durantel'era democristiana) e delle cliniche private, e la qualitàdell'acqua, della terra, dell'aria, sono le due questioni centrali eanche la grande <strong>ma</strong>ngiatoia dell'intera politica abruzzese.Scandali, inchieste, movimenti di protesta. Come il frontetrasversale, da destra a sinistra, che si oppone alla costruzione delCentro Oli di Ortona, progetto dell'Eni per trivellazionipetrolifere in una zona di eccellenza agro-alimentare, rino<strong>ma</strong>taper il Montepulciano, sostenuto da Del Turco, dalla Confindustriae da un bel pezzo di Forza Italia schierata contro An.(segue a pagina 8)


il giornale italianoanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 7FARSA ITALIAValerio AgostinoneGambe CorteLa sapete l’ulti<strong>ma</strong>? Giorni fa il Berlusca haaffer<strong>ma</strong>to testualmente: “È una veradisinfor<strong>ma</strong>zione sostenere che io dico una cosa epoi cambio oponione... È un falso assoluto direche io ho parlato di polizia nelle scuole, ed è unfalso ancora più indegno dire che io faccio<strong>ma</strong>rcia indietro. Dal 1994 non ho <strong>ma</strong>i cambiatoidea”. E infatti insiste ancora ad accusare lastampa e la RAI di diffondere “menzogneincredibili” sul suo conto e assurdi motivi diansia fra la gente.A questo punto, secondo me, c’è il rischio cheinterevenga Brunetta a licenziare i vari interpretiautorizzati dal Cavaliere che, mentre ogni giornofanno finta di doversi spremere il cervello perfornire una qualche versione riveduta e correttadi ciò che il loro capo nega di aver <strong>ma</strong>i detto, inrealtà sono dei veri perdigiorno stipendiati auffa.Eppure, se sapeste che fatica gli tocca fareappena il Berlusca ne tira fuori una delle sue, perinventare qualcosa che serva a salvargli lafaccia. Per esempio, vi sembra facile spiegareche, con le “dettagliate istruzioni” da luipubblicamente annunciate al Ministerodell’Interno per un deciso intervento delle Forzedell’Ordine contro gli occupanti delle scuole, ilCavaliere in effetti intendeva invitarlo acompiere un gesto per tentare di riportare “forsedell’ordine” nei luoghi di studio?.Vorrei vedere chiunque altro a dover mettereogni giorno vistose e ridicole “pezze” alle uscitedi uno che le spara in continuazione. Perchébisogna essere dotati di un innata e non comuneabilità per poter esercitare l’arte di raccapezzarsifra tante pezze. Non per nulla è stato nominatonuovo portavoce di Forza Italia e portacoda delBerlusca uno che si chia<strong>ma</strong> Capezzone.RièccoloTò, guarda chi si rivede. Spuntando da chissàquale <strong>ma</strong>leodorante caverna, ha fatto la suasgradevole ricomparsa l’ex-Gran Maestro dellaex-Loggia P2, cioènientemeno che ilVenerabile LicioGelli dal loscopassato di galeotto,golpista edepistatore.Tanto percominciare, perricordarsi alpubblico e perdissipare qualsiasiequivoco, ha confer<strong>ma</strong>to che è nato sotto ilfascismo, è fascista e morirà fascista. Dopo diche, si è premurato di annunciare che prestocomparirà in una serie ditrasmissioni televisiveospite di una TV privata. Unautentico regalo.Nell’attesa, ha fattoconoscere alcune sueconsiderazioni politiche diindiscusso pregio, comequella che si fidaesclusivamente diBerlusconi, ex-piduista e,secondo lui, dotato dellatempra di un grande uomo,unico capace di far avanzare(<strong>ma</strong>gari con l’ausilio diDell’Utri, “bravissi<strong>ma</strong>persona”) il grande Piano diRinascita democratica chelui (Gelli) da lungo tempoauspica. Come no.Insom<strong>ma</strong>, la buffonescasceneggiata della destra, perla quale il passato non passa<strong>ma</strong>i, ci terrà allegri ancoraper un pò. Intanto il PdL hafatto capire che l’appoggiodi Gelli al governo non èstato (bontà sua) sollecitato.Ma tanto meno respinto. Perora il Berlusca evitaprudentemente diesprimersi. Non si sa <strong>ma</strong>i:alle volte un Venerabile bendisposto può anche farcomodo.Pensieriniirriguardosi----- Secondo ilSottosegretario all’InternoNitto Pal<strong>ma</strong>, i tafferuglistudenteschi di PiazzaNavona a Ro<strong>ma</strong> sono statiprovocati da estremisti disinistra che hanno lanciatocontro i loro avversari didestra i primi oggetti (sediee tavolini dei bar) che glisono capitati sotto<strong>ma</strong>no. Alche gli altri hanno dovutoricorrere ai <strong>ma</strong>nganellidecorati di striscie tricoloriche distrattamente avevanoportato con sé uscendo dicasa, e che per puracausalità si trovavanoopportunatamente siste<strong>ma</strong>tinel loro camioncino.Tuttavia il Sottosegretarioha potuto assicurare iparlamentari che i poliziottipresenti hanno osservato lospettacolo col più vivointeresse.----- Il titolo di un giornale diceva:“Referendum per cancellare la Gelmini”. Èchiaro che si trattava della legge, in quantoMariastella non si può certo cancellare. Alpiù, se le cose vanno <strong>ma</strong>le, corre il rischio divedersi messa al cancello della villa diArcore.Pare anche che un cartello dei <strong>ma</strong>nifestanticontro di lei recasse la scritta: “Gelmini, seami tanto i tagli vai a fare la parrucchiera”.Io non mi fiderei: fà che poi un giorno lesalta in testa di mettere i bigudini aBerlusconi.----- Da qualche tempo, secondo lestatistiche, i consumi degli italiani vannonotevolmente diminuendo a causa della crisi.Fra i prodotti non alimentari, le calzature egli articoli da viaggio sono quelli le cuivendite hanno segnato il più forte calo (-7,5%).Qui mi sa che la Confcommercio ha fornitodati poco attendibili e non in armonia con latendenza generale. Infatti, almeno io nonriesco a spiegarmi come si arrivi a registrareun andamento negativo delle vendite dicalzature e di articoli da viaggio proprio nelmomento in cui tanta gente viene <strong>ma</strong>ndata aspasso. Và a fidarti dei numeri.----- Una volta, in tempi tristemente bui, cifu quel tale che minacciò di fare “diquest’aula sorda e grigia” (di Montecitorio)un bivacco per i suoi <strong>ma</strong>nipoli. Adesso, aquanto pare, ce ne sarebbe un altro che, intempi secondo lui più mondani e spensierati,aspirerebbe <strong>ma</strong>gari a fare di un’aula verde eazzurra il gradevole ritrovo dei suoi ligicaudatari (e, perché no?, di qualche leggiadravelina).----- Sembra che, di fronte all’ordine delCavaliere di <strong>ma</strong>ndare i polizziotti nellescuole, il Ministro Maroni abbia mormoratoin sostanza un incastico “chìssene”. Devetrattarrsi di una versione soft del grillesco“vaffa”, recentemente sfoggiata dal Berluscain persona all’indirizzo del PartitoDemocratico.Non c’è che dire: <strong>ma</strong>lgrado la crisifinanziaria, il lessico politico-istituzionaleberlusconesco (almeno lui) si arricchisceallegramente di giorno in giorno e si fregia diepiteti come “imbecilli”, “appecoronati” e“coglioni” bellamente lanciati aglioppositori. Una finezza. Complimenti.Cavaliere mezza taccaÈ ben noto che Berlusconi, nella suasprovveduta disinvoltura, è incapace direndersi conto di quale danno alla dignitàdella sua carica e quale offesa al prestigio delPaese arrechino i gesti inconsulti e leinqualificabili parole che spesso si compiacedi offrire alla pubblica attenzione.(segue a pagina 8)


il giornale italianoFARSA ITALIA (segue da pagina 7)Come sempre, anche questa volta, non potendo negare (comespesso fa) l’evidenza del fatto, e di fronte all’universalestupore e allo sconcerto suscitati dal suo quantomenoimbarazzante commento riguardante il Presidente-eletto degliStati Uniti, ha inizialmente cercato di reagire pretendendo diridurre tutto a un semplice motto di spirito, per poi aggredirecon la sua consueta e arrogante strafottenza i tanti “imbecilli”che non sanno debitamente apprezzare il suo pesanteumorismo.Di fronte a tale desolante spettacolo, indegno di chiunque sipretenda uno statista, vari tirapiedi di complemento si sonomobilitati a sostegno del loro capo con sottili disquisizionisulla straordinaria pregnanzadelle sue parole. Uno apersino affer<strong>ma</strong>to che si ètrattato di una simpaticabattuta. Altri hanno rilevatocon compiacimentol’inopinata pretesa diBerlusconi di offrire aOba<strong>ma</strong> i suoi preziosiconsigli.Come si sa, infatti, ilPresidente-eletto è in ansiosaattesa di apprendere da uninsigne uomo di stato delcalibro di Berlusconi cosadebba fare per affrontare con successo le grandi sfideplanetarie che lo attendono. E forse in particolare, di essereaiutato da un prestigioso esperto della <strong>ma</strong>teria a comprenderequale sia la differenza fra un volto abbronzato e una faccia dibronzo.Ma è inutile. All’improntitudine e petulanza di un Berlusconinon vi è rimedio, tranne quello di ri<strong>ma</strong>ndarlo al più presto afare il suo mestiere di notorio affarista. Nell’attesa,prepariamoci a sopportare le sue estemporanee e ridicole“gaffes” a ripetizione.L’Ulivo rifiorito in Abruzzo(segue da pagina 6)Le rivalità personali tra i notabili di Forza Italia e An hannoquasi portato al suicidio, l'esclusione della lista dallacompetizione elettorale. Mancavano alcune firme, quelleraccolte nella zona di Celano, guarda caso il feudo delsenatore forzista Filippo Piccone, in corsa fino all'ultimo percandidarsi al posto di Chiodi, sostenuto dal presidente delSenato Renato Schifani. Per ricomporre un'unità di facciata èintervenuto il commissario spedito da Ro<strong>ma</strong>, il senatoreGaetano Quagliariello. E il 3 novembre, finalmente, lacandidatura di Chiodi è stata lanciata con l'appoggio di tutti,Piccone in testa: a Ro<strong>ma</strong>, però. E già: l'Abruzzo è una partitanazionale anche per il Pdl, la pri<strong>ma</strong> occasione per Berlusconiper dimostrare che la popolarità del suo governo non è solovirtuale <strong>ma</strong> si trasfor<strong>ma</strong> in voti in carne e ossa. Il premier hagià invaso i paesini con il suo brand (il <strong>ma</strong>nifesto sei per trecon la scritta 'Rialzati Abruzzo!') e girerà in ogni provinciaportandosi Chiodi sottobraccio. Un po' come fa Di Pietro conCostantini. Il Cavaliere contro Tonino, l'eterna sfida continuasotto il Gran Sasso, la partita abruzzese è tra loro due. Fuori isecondi.anno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 8« <strong>Pochi</strong> <strong>ma</strong> <strong>buoni</strong> »(segue da pagina 1)E’ vero che quando bisogna tagliare e ridurre le spese, ènecessario il sacrificio di tutti, <strong>ma</strong> mi chiedo se è vero che tutti glialtri capitoli di spesa sono stati ridotti , sembra del 15%, perchèall’estero del 60% ? La verita’ è che al cav. Berlusca degli italianiall’estero non gli importa proprio niente. Sicuramente tuttoquesto è inaccettabile per noi italiani all’estero. Un grande passoindietro rispetto all’operato del governo Prodi.Oggi molte nazioni sostengono e assistono i propri connazionaliin modi disparati e sempre al meglio delle possibilità. Il mondoglobalizzato non può più basarsi sull'emigrazione di <strong>ma</strong>ssa(quella che faceva sopravvivere l'economia del paese grazie allerimesse degli emigranti), <strong>ma</strong> occorre pensare ai cittadini del mondoche si spostano, dando il loro contributo alla nazione ospitante,<strong>ma</strong> restando essenzialmente cittadini del loro Paese d’origine.Per questo occorre tutela ed aiuto per preservare e <strong>ma</strong>ntenerela loro memoria storica e la loro specificità culturale.Salvino TestaQuella scuola rotta e senzabenzina, da rotta<strong>ma</strong>re(segue da pagia 4)Tagli che nella sostanza peggioreranno il livello dell’istruzionepubblica, lasciando intatte le potenzialità e il peso delle scuoleprivate. La Gelmini, nella stessa intervista, dice che noispendiamo per la scuola quanto spende la Ger<strong>ma</strong>nia, <strong>ma</strong> che laqualità del siste<strong>ma</strong> scolastico italiano è peggiore. E questo èindubbiamente vero.Dunque? Dunque la logica direbbe: miglioriamo efficienza equalità. Invece no: si taglia. E si usa una sofisticata, colta esuggestiva metafora automobilistica: «La scuola in Italia è comeun motore rotto. È inutile aggiungere benzina, cioè soldi, se ilmotore è guasto». A parte il livello dell’esempio, non propriodegno di un ministrodell’Istruzione (la <strong>ma</strong>cchinarotta, il motore che non va, labenzina… non c’era metaforamigliore?) <strong>ma</strong> se il motore èguasto ed è inutile aggiungeresoldi, cosa si fa? Si cambia<strong>ma</strong>cchina e se ne compra unanuova. Invece cosa dice ilministro Gelmini? Dice: ilmotore è rotto e non si mettebenzina. Ovvero: l’auto non siaggiusta e non si spendonosoldi.Eccellente idea. Abbiamo unascuola da rotta<strong>ma</strong>re, questo è ilsofisticato pensiero del ministroGelmini su un te<strong>ma</strong> crucialecome quello della scuola. Poi però possiamo consolarci: ilministro questi studenti li capisce, tutti sono stati studenti certo,tutti hanno avuto preoccupazioni per il futuro e, figuriamoci, tuttisi sono sentiti a disagio. Poi alcuni diventano ministro,nonostante quel futuro fosse stato incerto, altri oggi sono costrettia tenersi la <strong>ma</strong>cchina, rotta, senza benzina, e senza soldi peraggiustarla. E meno <strong>ma</strong>le che sta dalla loro parte, da quella deglistudenti, questo sì. Chi lo avrebbe <strong>ma</strong>i detto?


il giornale italianoanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 9URESGiovanni Verga - <strong>Ginevra</strong>FESTA D’INVERNOSabato 06 dicembre 2008 alle ore 20,00presso la sala « Avanchets-Salève »rue François-Durafour 17, 1220 Les Avanchets. Tram 14-16.Parcheggio presso il centro commerciale di BalexertLa serata sarà allietata da“Il duo di Casa Nostra”Menu della cenaPenne al sugoArrosto di vitello con contornoPanettoneAl prezzo di 30.- CHF e 15.- per i bambini sotto i 12 anniGrande tombola con ricchi premi natalizi !!Le persone che desiderano prenotare la cena sono pregate ditelefonare entro e non oltre giovedì 04 dicembre 2008 aiseguenti numeri:Angelo CATALANO (022 793 39 03 - 079 200 42 03),Salvino TESTA (022 735 09 50 - 076 441 64 34)Abbonatevi e sosteneteil giornale italianoEsso riporta le notizie provenienti dall’Italia, dalla Svizzera ealtrove, che interessano particolarmente gli italiani di<strong>Ginevra</strong>. Ogni mese il giornale italiano è recapitato per postaal vostro domicilio. Esce 10 volte all’anno.Per abbonarsi:il giornale italiano / CP 1025 / 1227 CAROUGECCP 12-20992-3Patronato A.C.L.I. al Servizio della GenteRue de Carouge 53 / CH-1205 GINEVRATel. 022 7810932 - Fax 022 7810933e-<strong>ma</strong>il: paclige@bluewin.chOrari di apertura:lunedì, <strong>ma</strong>rtedì, mercoledì, giovedì09.30-11.30 / 13.00-16.30venerdì: 09.00-11.30 / 13.00-16.00ENTE ITALIANO SOCIO-ASSISTENZIALE(E.I.S.A.)Incontro natalizio con gli anzianiDomenica 7 dicembre 2008 alle 14:30L’Ente Italiano Socio-Assistenziale organizza, con la collaborazionedel Volontariato Vincenziano, la tradizionale festanatalizia dedicata agli anziani che si terrà presso i locali del« Cercle de l’Espérance »rue de la Chapelle 8 – GenèveIscrizioni entro il 25 novembre 2008 presso i due Enti :Tel. 022 346 89 49 – 022 736 83 82♦♦♦♦♦♦♦♦♦Si cercano volontari per visite agli anzianiNelle case di riposoL’Associazione Calabresedi <strong>Ginevra</strong>Festeggia il Sabato 13 Dicembre 2008alla Salle des Fêtes de Carouge - 37 rue Ancienne (tram 12 e13)LA FESTA DI NATALEVi aspettiamo numerosi per passare una bellissi<strong>ma</strong> seratainsieme dalle 19,30 alle 02,00*** Cena e serata danzante con il Gruppo ***I TOP 5Menù: adulti 30.- Frs, bambini 10.- FrsENTRATA LIBERAPer Infor<strong>ma</strong>zioni e prenotazioni per la cena rivolgersi a:Silvio ISABELLA, tel. 022 320 15 87 o 079 611 24 62Gino ISABELLA, tel. 022 733 93 61CAIG(Coordinamento Associazioni Italiane <strong>Ginevra</strong>)Assemblea GeneraleGiovedi 4 dicembre 2008, ore 20.00Missione Cattolica Italiana - 1207 <strong>Ginevra</strong>SEGRETERIA DEL C.A.I.G.(Coordinamento Associazioni Italiane <strong>Ginevra</strong>)Case postale 1025 / 1227 CAROUGE / Tel. 022 3434927e-<strong>ma</strong>il: infocaig@bluewin.chSegretario responsabile : Silvano COCCOCassiere : Francesco CELIASegreteria : Giovanni PAGGIConsigliere : Franco ANTONELLI


il giornale italiano_â|z| c|ÜtÇwxÄÄÉ_x aÉäxÄÄxIl viaggio (5)Egli sorrise di quello sgomento e, invitandola ad alzarsipassandole con una intimità che finora non s'era <strong>ma</strong>i permessaun braccio sotto il braccio, per sorreggerla, la condusse avedere di là, su la coperta stessa, i lucidi possenti stantuffid'acciajo che movevano quelle eliche. Ma ella, già turbata diquel contatto insolito, non poté resistere a quella vista e piú alfiato caldo, al tanfo grasso che vaporavano di là, e fu per<strong>ma</strong>ncare e reclinò e quasi appoggiò il capo su la spalla lui. Sicontenne subito, quasi atterrita di quella voglia istintivad'abbandono a cui stava per cedere.E di nuovo egli, con <strong>ma</strong>ggior premura, le chiese:- Ti senti <strong>ma</strong>le?Col capo, non trovando la voce, gli rispose di no. E andaronotutti e due, cosí a braccio, verso la poppa, a guardar lunga sciafervida fosforescente sul <strong>ma</strong>re già divenuto nero sotto il cielopolverato di stelle, in cui il tubo enorme della ciminieraesalava con continuo sbocco il fumo denso e lento, quasiarroventato dal calore della <strong>ma</strong>cchina. Finché, a compirl'incanto, non sorse dal <strong>ma</strong>re la luna; dappri<strong>ma</strong> tra i vaporidell'orizzonte come una lugubre <strong>ma</strong>schera di fuoco chespuntasse minacciosa a spiare in un silenzio spaventevole queisuoi dominii d'acqua; poi a <strong>ma</strong>no a <strong>ma</strong>no schiarendosi,restringendosi precisa nel suo niveo fulgore che allargò il<strong>ma</strong>re in un argenteo pàlpito senza fine. E allora piú che <strong>ma</strong>iAdriana sentí crescersi dentro l'angoscia e lo sgomento diquella delizia che la rapiva e la traeva irresistibilmente anascondere, esausta, la faccia sul petto di lui.Fu a Napoli, in un attimo, nell'uscire da un caffè-concerto,ove avevano cenato e passato la sera. Solito egli, nei suoiviaggi annuali, a uscire di notte da quei ritrovi con una donnasotto il braccio, nel porgerlo ora a lei, colse all'improvvisosotto il gran cappello nero piu<strong>ma</strong>to il guizzo d'uno sguardoacceso, e subito, quasi senza volerlo, diede col braccio albraccio di lei una stretta rapida e forte contro il suo petto. Fututto. L'incendio divampò.Là, al bujo, nella vettura che li riconduceva all'albergoallacciati, con la bocca su la bocca insaziabilmente, si disserotutto, in pochi momenti, tutto quello che egli or ora, in unattimo, in un lampo, al guizzo di quello sguardo avevaindovinato: tutta la vita di lei in tanti anni di silenzio e di<strong>ma</strong>rtirio. Ella gli disse come sempre, sempre, senza volerlo,senza saperlo, lo avesse a<strong>ma</strong>to; e lui quanto da giovinetta laaveva desiderata, nel sogno di farla sua, cosí, sua! sua!Fu un delirio, una frenesia, a cui diedero una violenta lenainstancabile la bra<strong>ma</strong> di ricompensarsi in quei pochi giornisotto la condanna mortale di lei, di tutti quegli anni perduti disoffocato ardore e di nascosta febbre; il bisogno d'accecarsi,di perdersi, di non vedersi quali finora l'uno per l'altri eranostati per tanti anni, nelle composte apparenze oneste laggiú,nella cittaduzza dai rigidi costumi, per cui quel loro amore, leloro nozze do<strong>ma</strong>ni sarebbero apparse come un inauditosacrilegio.Che nozze? No! Perché lo avrebbe costretto a quell'atto quasisacrilego per tutti? perché lo avrebbe legato a sé che avevaanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 10or<strong>ma</strong>i tanto poco da vivere? No, no: l'amore, quell'amorefrenetico e travolgente, in quel viaggio di pochi giorni; viaggiod'amore, senza ritorno; viaggio d'amore verso la morte.Non poteva piú ritornare laggiú, davanti ai figliuoli. Lo aveva benpresentito, partendo; lo sapeva che, passando il <strong>ma</strong>re, sarebbefinita per lei. E ora, via, via, voleva andar via, piú sú, piú lontano,cosí in braccio a lui, cieca, fino alla morte.E cosí passarono per Ro<strong>ma</strong>, poi per Firenze, poi per Milano,quasi senza veder nulla. La morte, annidata in lei, con le suetrafitture, li fustigava, e fomentava l'ardore.- Niente! - diceva a ogni assalto, a ogni morso. - Niente...E porgeva la bocca, col pallore della morte sul volto.- Adriana, tu soffri...- No, niente! Che m'importa?L'ultimo giorno, a Milano, poco pri<strong>ma</strong> di partire per Venezia, sivide nello specchio, disfatta. E quando, dopo il viaggio notturno,le si aprí nel silenzio dell'alba la visione di sogno, superba e<strong>ma</strong>linconica, della città emergente dalle acque, comprese che eragiunta al suo destino; che lí il suo viaggio doveva aver fine.Volle tuttavia avere il suo giorno di Venezia. Fino alla sera, finoalla notte, per i canali silenziosi, in gondola. E tutta la notteri<strong>ma</strong>se sveglia, con una strana impressione di quel giorno: ungiorno di velluto.Il velluto della gondola? il velluto dell'ombra di certi canali? Chisa! Il velluto della bara.Com'egli, la <strong>ma</strong>ttina seguente, scese dall'albergo per andare aimpostare alcune lettere per la Sicilia, ella entrò nella camera dilui: scorse sul tavolino una busta lacerata; riconobbe i caratteridel <strong>ma</strong>ggiore dei suoi figliuoli: si portò quella busta alle labbra ela baciò disperatamente; poi entrò nella sua camera; trasse dallaborsa di cuojo la boccetta con la mistura dei veleni intatta; sibuttò sul letto disfatto e la bevve d'un sorso. (FINE)Pallino e Mimì (1)Si chiamò pri<strong>ma</strong> Pallino perché, quando nacque, pareva una palla.Di tutta la figliata, che fu di sei, si salvò lui solo, grazie alle preghiereinsistenti e alla tenera protezione dei ragazzi.Babbo Colombo, come non poteva andare a caccia, ch'era stata lasua passione, non voleva più neanche cani per casa, e tutti, tuttimorti li voleva quei cuccioli là. Così pure fosse morta la Vespinaloro <strong>ma</strong>dre, che gli ricordava le belle cacciate degli altri anni,quand'egli non soffriva ancora dei <strong>ma</strong>ledetti reumi, dell'artride,che - eccolo là - lo avevano torto come un uncino!A Chianciano, già il vento ci dava anche nei mesi caldi: certe libecciateche investivano e scotevan le case da schiantarle e portarselevia. Figurarsi d'inverno! E dunque tutti in cucina, stretti accovacciatida <strong>ma</strong>ne a sera nel canto del foco, sotto la cappa, senzacacciar fuori la punta del naso, neanche per andare a messa la domenica.Giusto, la Collegiata era lì dirimpetto a due passi. Quasiquasi la messa si poteva vederla dai vetri della finestra di cucina.Nelle altre camere della casa non ci s'andava se non per ficcarsi aletto, la sera di buon'ora. Ma babbo Colombo ci faceva anche digiorno una capatina di tanto in tanto, curvo, con le gambe fasciate,spasi<strong>ma</strong>ndo a ogni passo, per andar a vedere dal balcone della salada pranzo tutta la Val di Chiana che si scopriva di là e il suo belpodere di Caggiolo. E Vespina, a farglielo apposta, gravida, cosìche poteva appena spiccicar le piote da terra, lo seguiva lemmelemme, per accrescergli il rimpianto della campagna lontana, ildispetto di vedersi ridotto in quello stato. Maledetta! E ora glifaceva i figliuoli, per giunta. Ma glielo avrebbe accomodati lui!Oh, senza farli penare, beninteso. Li avrebbe presi per la coda e là,avrebbe loro sbatacchiata la testa in una pietra. (segue)


il giornale italianoanno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 11La ricetta del mesea cura diFiorella CELIA-FOSSELLACarciofi al prezzemoloIngredienti per 4 persone: 8 carciofi piccoli, una cipolla bianca,una zucchina, 3 rametti di prezzemolo, un limone, 40 ml di olio dioliva, sale fino, 2 rametti di timo, una foglia di alloro.Preparazione: pelate ed affettate sottilmente la cipolla, spuntate elavate la zucchina e tagliatela a fettine. Tagliate il limone a metà,spremetelo e filtrate il succo attraverso un colino a <strong>ma</strong>glie fitte.Eliminate le foglie più dure ai carciofi, lasciate 4 cm di gambo,tagliate le punte delle foglie di circa un centimetro ed eliminate ilfieno interno scavandolo con un coltellino. Pelate i fondi dicarciofo ed i gambi e spruzzateli subito con metà succo di limoneper evitare che anneriscano. Tuffateli in una bacinella di acquaacidulata con il succo di limone ri<strong>ma</strong>sto. Lavate e asciugate ilprezzemolo, togliete le foglie e tritatele finemente. Scaldate l'oliod'oliva in una padella senza farlo fu<strong>ma</strong>re e rosolatevi le fettine dizucchina 5 minuti mescolando. Toglietele poi con un mestoloforato.Mettete la cipolla nella padella e rosolatela per 3 minuti; unite icarciofi mettendoli con i gambi rivolti verso l'alto. Aggiungete iltimo e l'alloro ben puliti. Salate e pepate. Coprite i carciofi conacqua a filo. Mettete il coperchio e cuocete 15 minuti a fuocomedio. Togliete il coperchio, unite le zucchine e lasciate restringereil fondo di cottura 5 minuti a fuoco vivace. Trasferite i carciofi inun piatto da portata leggermente fondo. Irrorateli con il fondo dicottura e le zucchine. Spolverizzate con il prezzemolo e servite.Frittelle di meleIngredienti per 4-6 persone: 600 gr. di mele, 150 gr. difarina, 2 uova, 2 bicchieri di vino bianco, 3 cucchiai dizucchero, 1 bustina di vaniglia, ½ limone, 1 cucchiaiod’olio d’oliva, olio per friggere.Per decorare, 50 gr. di zucchero a velo.Preparazione: mettete la farina in una terrina, la scorzagrattugiata di un limone, la vaniglia, lo zucchero ed i tuorli(tenete da parte gli albumi). Mescolate con cura gliingredienti e versatevi piano il vino fino a che avreteottenuto una pastella liscia e vellutata, lasciatela riposare inluogo tiepido per 2 ore. Lavate, sbucciate le mele,tagliatele a dadini di 1 cm circa, mettetele su unostrofinaccio e comprimetele con le <strong>ma</strong>ni, in modo che siasciughino. Montate a neve ben fer<strong>ma</strong> gli albumi inun’altra terrina. Versate la frutta spezzettata nella pastellaed incorporatevi gli albumi.Scaldate l’olio in una larga pastella, appena caldo versatela pastella creando delle ciambelle, aiutandovi con uncucchiaio. Sgocciolate le frittelle, aiutandovi con uncucchiaio forato, quando saranno dorate e croccanti eponetele su un foglio di carta assorbente da cucina perchéperdano l’eccesso di olio (occorreranno circa 15 min.).Disponetele su un piatto da portata, servite. Eventualmentepotete spolverizzarle con zucchero a velo."Mafia Spa", l'azienda italiana più redditiziaUtile da 92 miliardi di euro pari al 6% del Pil italianoMilano (News ITALIA PRESS, 12.11.2008) - Ieri, giorno di conti trimestrali per la granparte delle imprese italiane, e non solo, la Confesercenti ha pubblicato i dati sull'attivitàpiù redditizia e prolifica del Bel Paese: la <strong>ma</strong>fia. "Mafia Spa", così la definiscel'associazione, raggiunge un utile - solo nel comparto commerciale - che arriva a 92miliardi di euro (il 6% del Pil italiano).Ma gli affari dei boss non restano in Italia, la <strong>ma</strong>fia ha esteso in <strong>ma</strong>niera assai prolifica ilsuoi tentacoli anche all'estero. E i soldi passano così dalle <strong>ma</strong>ni dei lavoratori, piccoliimprenditori o liberi professionisti, in quelle dei <strong>ma</strong>fiosi che si presentano a riscuotere ilpizzo. Il bilancio non lascia adito a dubbi: 62,8 miliardi per traffici illeciti, 21,6 miliardi di entrate per le 'tasse <strong>ma</strong>fiose', 18,5miliardi di utili per eco<strong>ma</strong>fie, 600 milioni arrivano dalla prostituzione e 750 milioni di proventi finanziari. Poi, ovviamente, ci sonodelle uscite, come ogni grande azienda che si rispetti, e finiscono in stipendi per boss e affiliati, corruzione, indennizzi, buste paga,sussidio latitante, logistica, armi e spese legali.(ndr. Nel leggere la nota dell’Agenzia, viene naturale una do<strong>ma</strong>nda: come fa la Confesercenti a quantificare l’utile di“Mafia Spa”??)Ente Italiano Socio-Assistenzialerue de l’Athénée 261206 GINEVRAtel. e fax 022 / 3468949eisaginevra@bluewin.chorario di apertura:<strong>ma</strong>rtedì giovedì e venerdì,dalle ore 09.00 alle 11.00Consolato Generale d’ItaliaRue Chs. Galland 14 / 1206 GINEVRATel. 022 / 8396744 - Fax 022 / 8396745www.consginevra.esteri.itOrario di apertura<strong>ma</strong>rtedì e giovedì: 14.30-17.30mercoledì e venerdì: 09.00-12.30sabato: 09.00-12.30(<strong>ma</strong>rtedì e sabato, uff. visti chiuso)Com.It.Es.Rue de l’Athénée 261206 GINEVRATel. e fax 022 / 3469913segreteria@comites-ginevra.chhttp://www.comites-ginevra.ch


il giornale italianoTuristi per casodi Marco LilloUn esercito didipendenti.Sedi all'estero.Le spese facilidell'Enit.Mentre il settore è in piena crisi.Le due Mercedes sono parcheggiate sotto lasede dell'Enit di via Marghera, a Ro<strong>ma</strong>.L'agenzia pubblica del turismo che dovrebbepromuovere l'Italia preferisce le berlinetedesche alle nostrane Alfa e ha stanziato 130mila euro per noleggiare queste Classe Efiam<strong>ma</strong>nti con tanto di conducente pronto aservire con priorità il presidente MatteoMarzotto e il direttore generale EugenioMagnani. L'ultimo lusso di un periodo pienodi spese discutibili: 600 mila euro per la fierareligiosa del Vaticano, 197 mila euro per leOlimpiadi di Pechino e 230 mila perl'imperdibile rivista dell'Enit.Per non parlare di altre quisquilie come unpranzo da 850 euro offerto dal direttoreMagnani a otto dirigenti e spesato per errorecome incontro con i tour operator. E poiancora vini e piccoli regali pagati con ilfondo 'pubbliche relazioni'. A via Margherasi largheggia mentre il turismo vive la suacrisi più nera: il Paese è precipitato in pochianni dal terzo all'ottavo posto. Le im<strong>ma</strong>ginidella Campania coperta dai rifiuti hannolasciato il segno e il Sud registra un calo del17 per cento. Una Caporetto.Qualsiasi paese avrebbe reagito con unavalanga di spot all'estero, <strong>ma</strong> l'Enit - che purecosta 50 milioni di euro all'anno - non èriuscita a predisporre una degnacontroffensiva. A tal fine, a febbraio erapartita una gara da 10,7 milioni, <strong>ma</strong> non è<strong>ma</strong>i approdata per cavilli, ricorsi e stopburocratici. Il Tar si esprimerà il 20novembre e molti scommettono che l'appaltoalla fine andrà all'agenzia Publicis, che ha giàvinto la campagna 2007 da 8 milioni,prorogata senza gara dal direttore generaleEugenio Magnani (per altri250 mila euro).Ad aprile il consiglio si erariunito addirittura a Napoli,annunciando "il granderilancio". Non se ne èsaputo più nulla. Incompenso due mesi pri<strong>ma</strong> aRo<strong>ma</strong> il cda ha deliberatoun aumento del 70 per centodello stipendio di Magnanifino a 190 mila euro(compreso il premio diproduzione) e ha varato unaumento di capitale da 89mila euro per la controllataPromuovi Italia, guidata dalvicepresidente Enit, EnricoPaolini, che è anchevicepresidente della giuntaabruzzese e che haannunciato nel 2007 di volerusare i fondi diPromuovitalia per portare ilturismo americano aPescara.Il cda si riunisce ancorail 23 luglio, con glialberghi italiani sempre piùvuoti e l'emergenza rifiutiche imperversa, <strong>ma</strong> la testaè lontana, alle Olimpiadi. Intutta fretta Enit affida senzagara all'agenzia Assistdell'amico di Marzotto,Gianni Prandi, un appalto da300 mila euro (poi ridotti a197 mila) per lapartecipazione a Casa Italia,il villaggio del Coni aPechino. Nel pacchetto sonoprevisti viaggi per idirigenti, stand, meeting congli operatori e spot in tv. Adagosto volano in businessMarzotto (appena nominato)e Magnani più due suoiimpiegati. Le spese nonsono finite: il 31 luglio,nonostante l'Opera ro<strong>ma</strong>napellegrinaggi, guidata daGARAGE OFFREDAMécanicien diplômédepuis 1965 au service de l’automobilevidange (huile Castrol) et test antipollution rapidesmécanique toutes <strong>ma</strong>rques - pneus et batteries discountAv. de Châtelaine 65 - 1219 Châtelaine / Tél. 022 734 44anno 14, n. 135 - novembre 2008 - pagina 12Camillo Ruini,sia un enteflorido edesentasse,l'Enit delibera500 mila europiù Iva perparteciparealla sua fieradel turismoreligioso. Piùaltri 100 milaper lapartecipazionead Aurea, altrafiera che parteil 20 novembrea Foggia sottoCampo dei Miracoli a Pisala benedizionedi Padre Pio e del consigliere pugliese Enit,Massimo Ostilio.Per il rilancio del turismo resta poco. I 50milioni del finanziamento pubblico se ne vannoin gran parte per i 250 dipendenti, metà in sede emetà all'estero (costano 16 milioni) per nonparlare della rete estera (una dozzina di sedi piùotto osservatori) e del cda con 16 consiglieri (ilsottosegretario Brambilla vuole ridurli a nove).Le delibere spendaccione risalgono a pri<strong>ma</strong> dellanomina di Marzotto, che però talvolta ne hausufruito e le difende. Il rampollo della dinastiatessile, fa<strong>ma</strong> di seduttore ed ex presidente diValentino, per ora ha avanzato una richiestamorigerata: 90 euro per l'abbonamento a un sitoInternet che - nel suo genere - è il numero uno.Non Usa Today, <strong>ma</strong> Dagospia.(L’espresso,10 novembre 2008)il giornale italianoGiornale del CAIGCoordinamento Associazioni Italiane di <strong>Ginevra</strong>case postale 1025 / CH-1227 CAROUGECCP 12-20992-3telefono: +41 22 3434927fax: +41 22 3454016e-<strong>ma</strong>il: infocaig@bluewin.chDirettore: Silvano CoccoCapo edizione: Giovanni PaggiAmministratore: Francesco CeliaImprimerie du Lion

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